Archivio del Capitolo di San Pietro. Regesti delle pergamene (1305-1378) 882101052X, 9788821010521


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Archivio del Capitolo di San Pietro. Regesti delle pergamene (1305-1378)
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ARCHIVIO DEL  CAPITOLO  DI  SAN  PIETRO Regesti delle pergamene (1305-1378)

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STUDI E TESTI

540

MIRKO  STOCCHI

ARCHIVIO DEL  CAPITOLO  DI  SAN  PIETRO Regesti delle pergamene (1305-1378)

CITTÀ D E L VAT I C A N O

Biblioteca Apostolica Vaticana 2020

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Pubblicazione curata dalla Commissione per l’editoria della Biblioteca Apostolica Vaticana: Maria Gabriella Critelli (Segretario f.f.) Eleonora Giampiccolo Timothy Janz (Presidente) Antonio Manfredi Claudia Montuschi Cesare Pasini Ambrogio M. Piazzoni Delio V. Proverbio

Descrizione bibliografica all’indirizzo http://www.vaticanlibrary.va

Proprietà letteraria riservata © Biblioteca Apostolica Vaticana, 2020 ISBN 978-88-210-1052-1 Edizione digitale: ISBN 978-88-210-1053-8

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SOMMARIO

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Avvertenze alla consultazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Abbreviazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 Regesti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19

Documenti non datati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

189

Appendice I. Rotolo processuale di S. Maria di Bominaco (1320-1321) . . . . . 193 Appendice II. Indice dei notai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 197 Appendice III. Tavola di raffronto tra le segnature archivistiche e la numerazione dei regesti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 203 Fonti e bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 213

Fonti manoscritte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 213 Fonti edite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 215 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 219

Indici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

229

Avvertenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 231 Indice dei nomi di luogo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 233 Indice dei nomi di persona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 245

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INTRODUZIONE

Possiamo considerare il 1901 come la data d’ingresso nelle sale dell’archivio capitolare vaticano della moderna metodologia storico-critica elaborata nel corso del secolo precedente dalla Urkundenlehre tedesca1. Il 13 ottobre di quell’anno, infatti, Luigi Schiaparelli (Cerrione [Biella] 1871 ‒ Firenze 1934) fu ammesso alla consultazione delle pergamene ivi conservate e al tempo affidate alle cure del sottoarchivista mons. Aurelio Galli, e del suo sostituto don Felice Ravanat2. Poco tempo dopo, le pagine dell’Archivio della R. Società romana di storia patria avrebbero divulgato i risultati di questo fecondo incontro con la pubblicazione de Le carte antiche dell’archivio capitolare di S. Pietro in Vaticano (854-1196)3, prima impresa editoriale condotta con metodo scientifico ad avere come oggetto le pergamene dell’ACSP4. Come è stato giustamente osservato di recente, quest’opera, vertice dell’ecdotica italiana d’inizio Novecento, tradiva infatti «già nell’organizzazione dei suoi elementi interni (numero d’ordine, datazione modernizzata, regesto, nota sulla tradizione, bibliografia, nota critica, edizione e doppio apparato: filologico e storico), di avere ormai 1  Sulla storia dell’archivio del Capitolo di S. Pietro in Vaticano (d’ora in poi: ACSP), si rimanda a Schiaparelli 1901-1902, I, pp. 393-426, che resta ancora oggi la trattazione più esaustiva in materia. Si segnalano, inoltre, tra i contributi più recenti: Grafinger 1991; Rezza ‒ Stocchi 2008, pp. 9-30; Johrendt 2010B, pp. 11-19; Fiorani 2011. Sulla nascita della moderna metodologia scientifica per l’edizione delle fonti documentarie in terra tedesca, e più esattamente nell’ambito dell’iniziativa editoriale dei Monumenta Germaniae Historica, si veda Ghignoli 2012. 2  Al detto giorno, infatti, risale la delibera con cui i canonici accondiscesero alla richiesta di studio del diplomatista piemontese, non astenendosi tuttavia dal raccomandare a tale riguardo qualche accortezza: «Luigi Schiaparelli fa istanza al Capitolo acciò voglia compiacersi di permettergli di fare lo studio nell’archivio capitolare delle pergamene dei secoli XII e XIII, le quali hanno interesse per la topografia. Il Capitolo annuisce alla domanda dello Schiaparelli di fare i richiesti studi nell’archivio, purché assoggettati i documenti estratti all’approvazione del canonico archivista e dal medesimo venga sorvegliato» (Capitolo Vaticano, Archivio, Verbali delle Adunanze Capitolari, vol. 5.1, p. 94). Per la biografia e le opere di Luigi Schiaparelli si vedano Olivieri 2018, Olivieri 2020, e Scalfati 1994, pp. 87-114. Sui due impiegati dell’archivio capitolare, ai quali Schiaparelli non mancò di esprimere la propria riconoscenza nelle pagine introduttive della sua opera (cfr. Schiaparelli 1901-1902, I, p. 418), si veda Rezza – Stocchi 2008, p. 40. 3  Cfr. Schiaparelli 1901-1902. Nell’indicare gli estremi cronologici dell’edizione di Schiaparelli non si è tenuto conto del falso diploma attribuito a Carlo Magno, datato al 797, ma quasi certamente confezionato nel sec. XI: cfr. ivi, I, pp. 426-432, nr. I. Su questo documento si veda anche Stocchi 2010B, pp. 20-25. 4  Non si può tuttavia omettere di ricordare il settecentesco Bullarium Vaticanum (Bullarium 1747-1752), preziosissima raccolta di documenti pontifici aventi a oggetto la basilica di S. Pietro, ancor oggi utilizzata con profitto dagli studiosi, che però, per sua natura, si limita ad un’unica tipologia documentaria. Sulla storia, la composizione e l’articolazione della serie Pergamene dell’ACSP si rimanda a quanto scritto in proposito da Johrendt 2010B, pp. 11-19.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

del tutto assimilato la lezione teutonica e anzi, di averla anche tacitamente migliorata»5. Gli studi e le ricerche che da allora si sono ampiamente serviti di questa edizione ne hanno comprovato la completezza e la meticolosità, qualità di cui, d’altra parte, lo Schiaparelli avrebbe dato prova nel corso di tutta la sua successiva, brillante carriera6. Come spesso accade, però, proprio l’eccellenza dell’edizione schiaparelliana finì nell’immediato per distogliere l’attenzione di archivisti e diplomatisti dalle restanti pergamene dell’archivio capitolare vaticano, come se ‒ ci si passi la metafora ‒ queste costituissero ormai un campo dissodato per il quale si attendeva soltanto il tempo della messe. La realtà, naturalmente, era ben diversa. Ma la sensibilità culturale dell’epoca, che in quasi tutte le iniziative editoriali di vasto respiro tendeva a privilegiare i documenti più antichi (oltre alla significativa crescita numerica delle pergamene capitolari posteriori al 1198)7 non agì da stimolo a estendere nell’immediato, anche per i documenti recenziori, iniziative paragonabili a quella portata a termine con tanto acume dal diplomatista biellese. Nonostante che per tutto il XXsecolo l’ACSP non abbia mai cessato di fornire rilevanti materiali manoscritti alla ricerca storica, pubblicati per lo più 5  Ciaralli 2012, p. 137. Il lavoro svolto da Schiaparelli presso l’ACSP aveva, come egli stesso rendeva noto, «il modesto intento di portare un contributo ai lavori intrapresi dalla R. Società romana di storia patria per la preparazione di un Codex diplomaticus urbis Romae» (Schiaparelli 1901-1902, I, pp. 417-418). Questo ciclopico progetto editoriale ‒ che prevedeva, lo ricordiamo, la pubblicazione di tutti gli atti, pubblici e privati, riguardanti la città di Roma, l’Agro romano, il Ducatus, il Comitatus et Districtus e i comuni a questo collegati, a partire dal tempo di Gregorio Magno e fino alla caduta di Costantinopoli ‒ si dimostrò però ben presto sproporzionato alle forze messe in campo, seppure molte di primissima scelta. Sull’origine e le linee guida del Codex si veda ASRSP, 11 (1888), pp. 164-166 e 693-702 (resoconto delle assemblee dei soci tenutesi il 30 apr. 1887 e il 9 gen. 1888) e Lori Sanfilippo 2007A, pp. 109-110. 6  Vi è forse soltanto una pergamena, tra quelle oggi conservate nell’ACSP, che, sebbene redatta nel secolo XIII, per l’antichità del testo che tramanda avrebbe meritato di essere accolta tra quelle edite dallo Schiaparelli. Si tratta di una donazione in favore del monastero romano di S. Gregorio ad Clivum Scauri, rinvenuta in passato da chi scrive e databile, in base ad alcuni elementi forniti dal testo, al secondo quarto del secolo XI. Questo documento sfuggì probabilmente allo Schiaparelli a causa dell’inesatta descrizione che ne viene data nell’antico Index scripturarum dell’archivio capitolare. Rimandiamo in proposito a Stocchi 2014. 7  In effetti, l’edizione Schiaparelli per i duecentosessantuno anni che intercorrono tra il 936 e il 1196 (escludendo da questo computo il falso diploma di Carlo Magno del 797 e la bolla di Leone IV dell’854, cfr. Schiaparelli 1901-1902, I, pp. 426-437, nrr. I, II) conta ottantatré documenti, con una media di circa 0,3 documenti l’anno. Se, però, da questo totale sottraiamo i documenti già allora perduti e noti allo Schiaparelli solo per via indiretta, cioè attraverso copie, notitiae o registrazioni presenti nei codici della biblioteca capitolare o negli inventari dell’archivio, il loro numero scende a sessantacinque, e, di conseguenza, la media dei documenti per anno si ridurrà a circa 0,25. I regesti redatti da J. Johrendt (di cui si dirà a breve), che si estendono su un arco cronologico di cento e otto anni (dal 1198 al 1304), contano duecentosettantaquattro documenti, con una media di 2,5 documenti per anno. Il presente lavoro, infine, enumera per il solo periodo di settantaquattro anni intercorrente tra il 1305 e il 1378, duecentottantaquattro documenti, con una media di 3,8 documenti per anno.

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INTRODUZIONE

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nelle appendici documentarie di articoli e monografie8, è tuttavia solo in tempi a noi molto vicini che le pergamene dell’ACSP sono tornate a costituire l’oggetto di un progetto editoriale ampio e organico. Esso ha visto la luce con la pubblicazione, in questa stessa collana, degli Urkundenregesten zum Kapitel von St. Peter im Vatikan di Jochen Johrendt, che concernono i documenti degli anni 1198-1304, con le limitazioni di cui in seguito diremo9. Seppure non esente da talune mende10, quest’opera ha avuto l’indubbio merito di colmare un vuoto nel panorama, già di per sé piuttosto scarno, degli strumenti d’accesso alla documentazione diplomatica romana d’età tardo medievale11. Un vuoto tanto più degno di nota, in quanto concernente uno dei massimi templi cittadini sia sotto l’aspetto devozionale che politico-religioso, relativo, insomma, 8  Come si potrà facilmente evincere dai non molti rimandi alle rispettive edizioni presenti nei documenti regestati in questo volume, al frequente richiamo alle pergamene dell’ACSP nell’ambito degli studi su Roma medievale (e non solo) non sempre ha corrisposto da parte degli studiosi un pari impegno sotto il profilo editoriale. Sicché di molti documenti, taluni anche abbondantemente citati dalla storiografia per la loro rilevanza, manca ad oggi un’edizione critica. 9  La genesi di questo lavoro va interpretata alla luce del più generale interesse storiografico dell’autore volto alla ricostruzione della composizione e delle vicende del capitolo di S. Pietro in Vaticano tra XI e XIII secolo, la cui summa è rappresentata da Johrendt 2010A. In tale prospettiva, la raccolta degli Urkundenregesten costituisce il portato di una preliminare indagine sulle fonti condotta da Johrendt in funzione del suo principale oggetto di studio. Ciò spiega anche il termine cronologico ultimo fissato per entrambe le pubblicazioni al 1304, ossia alla fine del pontificato di Benedetto XI, l’ultimo dei papi non avignonesi, cfr. Johrendt 2010A, p. 2. 10  I rilievi che si possono muovere all’opera di Johrendt riguardano, in particolare, l’identificazione dei toponimi presenti nei documenti regestati. Per limitarci a due soli esempi, segnaleremo anzitutto, nel regesto di un privilegio emesso da Onorio III l’11 apr. 1223, l’errata interpretazione dell’aggettivo “Populien.” come riferentesi all’antica cittadina toscana di Populonia, che porta l’autore a identificare un inesistente monastero di «S. Rufillo in Populonia» (Johrendt 2010B, p. 45, nr. 26; in realtà, trattasi dell’abbazia di S. Rufillo di Forlimpopoli, oggi in provincia di Forlì-Cesena: cfr. Gauvain 2011, pp. 486-493). Nel regesto di un documento di Innocenzo IV del 18 mar. 1254, invece, la menzione dell’edificio conosciuto come Meta di Borgo o Meta Romuli si trova inspiegabilmente glossata come segue in sede di commento: «Die Meta ist offenbar eine Art Wehrbau, südöstlich des Circus Maximus gelegen (...) Eine eindeutige Identifizierung ist nicht möglich» (ibid., p. 79, nr. 61; mentre con tal nome s’indicò fino a tutto il sec. XV, epoca della sua scomparsa, un ben noto mausoleo del I secolo a.C. ubicato nei pressi dell’antica chiesa di S. Maria in Traspontina, di forma e dimensioni non molto dissimili da quelle della piramide di Caio Cestio: cfr., tra gli altri, Gnoli 1939, pp. 166-167 e Simoncini 2004, pp. 230-231). 11  Quanto detto poc’anzi relativamente a S. Pietro può essere infatti facilmente esteso a molti altri fondi archivistici romani contenenti documenti di età pieno e basso medievale, che restano ancora in buona parte inediti, quando non addirittura incensiti, cfr. C. Carbonetti Vendittelli 2017, pp. 143-144. Tutto ciò ha senza alcun dubbio favorito una certa tendenza della storiografia sulla Roma tardo medievale ad avvalersi in prevalenza (quando non in modo quasi esclusivo) dei dati desumibili dai pochi protocolli superstiti dei notai cittadini che, pur essendo in gran parte editi per il Trecento (in formato cartaceo o elettronico), non rimontano tuttavia oltre l’anno 1344: cfr. l’Elenco dei protocolli notarili romani conservati in Lori Sanfilippo 2007B, pp. 143-148, e, per un approfondito esame degli stessi protocolli, Lori Sanfilippo 1987.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

all’istituzione destinata a diventare «die bekannteste Kirche der lateinischen Christenheit»12. Le pagine che seguono, che prendono in esame le pergamene dell’ACSP risalenti al periodo 1305-1378, sono state pensate dunque come la naturale prosecuzione dell’importante lavoro dello Johrendt, del quale condividono l’impostazione di fondo, ma da cui si distanziano in merito ad alcune scelte editoriali. Per quanto riguarda il terminus post quem non assegnato a questo volume, l’anno 1378, è bene chiarire che esso non è giustificato né da significative cesure o discontinuità di carattere archivistico o storico-istituzionale per ciò che riguarda il capitolo di S. Pietro, né da ragioni di mera convenienza editoriale. Esso si deve, piuttosto, al riconoscimento del carattere peculiare che ebbe nella storia di Roma medievale il periodo 1305-1378. Sono gli anni, come tutti sanno, della lontananza fisica, costante e prolungata, del papa dalla “sua” città; un’assenza talvolta dolorosa, in ogni caso foriera di anomalie e di devianze rispetto al corso tradizionale della vita cittadina sotto diversi aspetti. Si tratta, insomma, di un tempo che nella sua unicità segna in modo inconfutabile un prima e un dopo nella storia di Roma, e ci è sembrato giusto rispettarlo nella sua individualità anche nell’ambito di una pubblicazione, come la presente, di natura non strettamente storiografica13. Delle avvertenze da darsi in questa introduzione la principale è però forse la seguente: che in questo volume non si trovano descritte tutte le pergamene attualmente conservate nell’ACSP risalenti all’arco cronologico indicato nel titolo. Abbiamo infatti ritenuto necessario attenerci anche su questo punto al criterio già seguito da Johrendt nel selezionare i documenti da includere nei (e, e converso, da escludere dai) suoi Urkundenregesten14. Ciò sta a significare che figurano in questa pubblicazione soltanto i documenti spettanti all’archivio capitolare di S. Pietro, e non quelli che, pur risalendo agli anni 1305-1378, vi giunsero solo in epoca più tarda, a seguito cioè dell’incorporazione alla basilica vaticana di varie chiese ed enti monastici, con i rispettivi archivi. Tra questi citeremo qui, per ricordarne solo alcuni, gli importanti archivi monastici di S. Martino al monte Cimino, S. Martino della Fara, S. Rufillo di Forlimpopoli e S. Salvatore alla Maiella15; oppure, per tornare all’ambito romano,  Johrendt 2010B, p. 11.  In ogni modo, chi scrive non esclude di poter estendere in una futura pubblicazione l’arco cronologico del lavoro di regestazione intrapreso, perlomeno fino a comprendere l’intero secolo XV. 14  Tale principio si trova così enunciato dall’autore: „Erschlossen wurden jedoch nicht alle Urkunden, die sich heute aus dem Zeitraum von 1198 bis 1304 im Archiv des Peterskapitels finden lassen, sondern nur diejenigen Stücke, die sich vermutlich bereits in dieser Epoche im Bestand des Archivs befunden haben“, Johrendt 2010B, p. 11 (il corsivo è nostro). 15  Su queste incorporazioni, la maggior parte delle quali risale al sec. XVI, si veda Gauvain 2011, pp. 94-96. Nessuno dei fondi pergamenacei appartenuti alle abbazie citate sopra è stato fatto oggetto in tempi recenti di un vero e proprio progetto di inventariazione; sicché per la ricerca al 12 13

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INTRODUZIONE

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viene qui ignorato l’archivio, pur fornito di un discreto numero di pergamene trecentesche, appartenuto allo scomparso monastero di S. Caterina in Borgo (alias “delle Cavallerotte”), confluito nell’ACSP in seguito all’unione di questo alla basilica vaticana decretata da Paolo II nel 146916. Infine, non sarà inopportuno segnalare che con il presente lavoro si è inteso principalmente offrire agli studiosi uno strumento che potesse agevolare e rendere più proficue in futuro le loro ricerche su una parte dell’attuale fondo pergamenaceo dell’ACSP, stante soprattutto l’obsolescenza dei tradizionali mezzi di corredo come, primo fra tutti, il secentesco Index scripturarum del chierico vaticano Giacomo Grimaldi17. Nel rispetto di tale intendimento abbiamo deciso di escludere dai nostri regesti quei documenti che, oggi perduti, si trovassero eventualmente tramandati in copia o all’interno dei registri capitolari di epoca successiva, o nella serie dei registri papali dell’Archivio Apostolico Vaticano18. loro interno è ancora necessario ricorrere all’antico Index di Giacomo Grimaldi (si veda al riguardo infra, nt. 17 e contesto). Per S. Martino al Cimino, ancora imprescindibile è il riferimento allo studio compiuto da Pietro Egidi agli inizi del Novecento, corredato di una appendice documentaria limitata agli anni 1045-1191 (cfr. Egidi 1906-1907). Per S. Martino della Fara e il suo archivio un utile e recente contributo è Buonocore 2012, sebbene dedicato perlopiù a documenti e vicende posteriori rispetto al periodo da noi considerato. Infine, per quanto riguarda S. Salvatore a Maiella, estratti del testo di diverse pergamene e di altri documenti appartenenti al fondo monastico (seppure editi, com’è naturale, secondo criteri oggi non più condivisibili) si trovano intercalati nel dettato della Dissertatio de antiquitate, ditione, juribus, variaque fortuna abbatiae S. Salvatoris ad montem Magellae posta in calce al primo tomo del Bullarium Vaticanum (cfr. Bullarium 1747-1752, pp. I-LIII, ma con paginazione autonoma rispetto alla parte restante del volume). Sempre su S. Salvatore, va ricordato inoltre l’importante studio di Lorenza Iannacci, in cui si danno abbondanti riferimenti ai lavori pregressi concernenti la storia dell’abbazia e del suo archivio (cfr. Iannacci 2012). 16  Sul monastero di S. Caterina in Borgo si vedano, tra gli altri, Huelsen 1927, pp. 235-236 (S. Catharinae prope S. Petrum) e pp. 376-377 (S. Mariae de Virginibus); Lombardi 1998, pp. 350-351; Rehberg 2006, passim. Per l’inventario delle pergamene e di altri documenti un tempo appartenuti all’archivio monastico si rimanda a Grimaldi, Index, ff. 199r-204r. 17  Cfr. Grimaldi, Index. Sulla vita e le opere di Giacomo Grimaldi (†1623) si veda Ceresa 2002, e, con maggiori dettagli, Niggl 1971. Per un’analisi dei criteri che verosimilmente presiedettero alla composizione dell’Index si vedano le osservazioni di Johrendt 2010B, pp. 15-16. Per il periodo da noi esaminato, nell’Index figura un solo documento attualmente irreperibile nell’ACSP. Si tratta di una «confessio depositi 20 florenorum» del 1305 che, stando a quanto riportato dal Grimaldi, si sarebbe dovuta trovare all’interno del Fasc. 395 di Caps. 63 (cfr. Grimaldi, Index, f. 350r). Dodici sono, invece, i documenti da noi regestati che non compaiono, o comunque non vengono specificatamente indicati nell’Index: cfr. infra, docc. nn. 24 (Caps. 47 Fasc. 345), 25 (Caps. 47 Fasc. 344), 34 (Caps. 62 Fasc. 229), 89 (Caps. 59 Fasc. 216), 121 (Caps. 63 Fasc. 395), 125 (Caps. 63 Fasc. 395), 157 (Caps. 63 Fasc. 395), 194 (Caps. 45 Fasc. 171), 203 (Caps. 45 Fasc. 340), ND 1 (Caps. 63 Fasc. 395), ND 3 (Caps. 62 Fasc. 229), ND 4 (Caps. 63 Fasc. 395). Si fa presente, però, che per ciò che riguarda i documenti sopra citati collocati nella Caps. 63 Fasc. 395, essi potrebbero facilmente essere stati sussunti dal Grimaldi sotto la generica voce «scripturae nullius momenti pro basilica» (cfr. Grimaldi, Index, f. 350r). 18  Non così Johrendt, il quale, derogando «von dem Prinzip einer Erfassung ausschließlich der im Archiv überlieferten Urkunden», ha preferito comprendere nei suoi Urkundenregesten

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Fatte queste necessarie premesse, possiamo ora passare a descrivere per grandi linee il corpus documentario frutto della selezione dinanzi enunciata. Si tratta di un complesso di 272 unità ‒ escludendo da questo computo le copie e gli originali plurimi ‒, che da un punto di vista diplomatistico si possono ripartire in 210 documenti privati e 62 documenti pubblici19. Secondo il contenuto giuridico, è poi possibile distinguere ulteriormente all’interno della prima categoria come segue: Atti inerenti a compravendite: 60 Atti inerenti ad arbitrati e a procedimenti giudiziari (sentenze, compromessi, escussione di testi, ecc.): 30 Atti di ultima volontà (testamenti, codicilli): 26 Nomine di procuratori: 15 Locazioni: 13 Donazioni: 8 Pegni dotali: 6 Dichiarazioni di deposito: 6 Cessioni di diritti e azioni: 5 Restano fuori da quest’elenco nove documenti, tutti qualificabili genericamente come mandata che, sebbene non siano stati prodotti nell’ambito di una cancelleria, in quanto emessi da autorità pubbliche o da rappresentanti di queste possono essere compresi nella categoria dei così detti documenti “semipubblici”: quattro documenti si devono infatti al duca di Calabria e vicario del Regno, Carlo d’Angiò (docc. 50, 52, 65, 66); tre sono i documenti senatorii (docc. 14, 16, 20); un documento risulta emesso da Giovanni Savelli e Paolo Conti in qualità di regii in Urbe vicarii (doc. 68); infine, un documento spetta al vescovo di Rieti, ma agente in veste di vicario papale, Raimondo de Chameyrac (doc. 170). Diciannove risultano essere i documenti direttamente emanati a nome dei canonici di S. Pietro o di loro rappresentanti, distribuiti come segue secondo il contenuto di ciascuno: 6 nomine di procuratori (docc. 108, 127, 215, 243, 261, 274) 4 locazioni (docc. 77, 167, 200, 276) 3 compromessi (docc. 217, 230, 279) 2 statuta e pacta (docc. 256, 272) 1 richiesta di appello al papa (doc. 201) «auch die in Kopialbüchern enthaltenen und heute verlorenen Urkunden» e «die in den päpstlichen Registern enthaltenen Schreiben, die das Peterskapitel insgesamt betreffen», cfr. Johrendt 2010B, p. 13. 19  Nel definire le categorie di “pubblico”, “privato” e “semipubblico” nella produzione documentaria di età medievale ci siamo attenuti ai criteri esposti in Pratesi 1999, p. 34.

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INTRODUZIONE

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1 concessione di indulgenze (doc. 85) 1 permuta (doc. 229) 1 assoggettamento di chiesa (doc. 19) Per ciò che riguarda i documenti che abbiamo sopra definito come “pubblici”, la categoria tra essi meglio rappresentata, con trentaquattro unità, è quella dei documenti regi angioini, in netta prevalenza, e aragonesi (indizio, questo ‒ sia detto per inciso ‒, di per sé significativo di quale fosse all’epoca da noi considerata la dislocazione geografica degli interessi capitolari). Solo in seconda battuta troviamo i documenti papali, che si contano in numero di ventisette, come segue: Documenti papali: ‒ 7 di Clemente VI (docc. 148, 151, 152, 155, 163, 164, 192) ‒ 6 di Urbano V (docc. 232, 233, 235, 250, 252, 254) ‒ 4 di Benedetto XII (docc. 116, 124, 125, 136) ‒ 4 di Innocenzo VI (docc. 198, 211, 213, 214) ‒ 3 di Giovanni XXII (docc. 55, 56, 97) ‒ 2 di Clemente V (docc. 4, 5) ‒ 2 di Gregorio XI (docc. 269, 275) Documenti dei re angioini: ‒ 14 di Giovanna I (docc. 158, 162, 194-196, 199, 202-204, 206, 240, 246-248) ‒ 13 di Roberto (docc. 23-25, 36, 41, 51, 81, 83, 86, 92, 96, 101, 102) ‒ 3 di Carlo II (docc. 7, 21, 22) Documenti dei re aragonesi: ‒ 3 di Pietro IV (docc. 149, 173, 176) ‒ 1 di Alfonso IV (doc. 110) Alla sezione principale contenente i regesti fanno seguito tre appendici. Nella prima sono riportati i regesti di dodici documenti trascritti all’interno di un rotolo processuale (cfr. doc. 61) relativo alla duplice elezione dell’abate del monastero benedettino di S. Maria di Bominaco (diocesi di Valva) tenutasi nel 132020. Tali documenti, sono stati riuniti in un’appendice dedicata poiché, trat20  La presenza di questo documento nell’ACSP non deve sorprendere. Essa si deve al fatto che il monastero di Bominaco fu assoggettato ai canonici di S. Pietro già nel sec. XIII, come testimoniano ampiamente non solo i cataloghi medievali delle chiese dipendenti dal capitolo (cfr., al riguardo, Stocchi 2010A), ma anche due documenti un tempo presenti nei perduti Registri angioini: cfr. Registri 1950, i, p. 86, n. 246 (1267 apr. 15 - Carlo I d’Angiò accoglie sotto la sua protezione il monastero di S. Maria di Bominaco, sottolineandone la dipendenze dalla basilica di S. Pietro) e Registri 1950, iv, p. 209, n. 1116 (1270 apr. 6: Carlo I d’Angiò pone sotto la sua protezione le dipendenze del capitolo di S. Pietro nel Regno, «in primis monasterium S. Marie de Bominaco, ordinis s. Benedicti, Valvensis dyocesis, cum castro Bominaci et vassallis»).

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

tandosi di atti strettamente correlati tra loro, è sembrato inopportuno smembrarli, seguendo un criterio meramente cronologico, all’interno della sezione principale del volume. La seconda appendice contiene un indice dei notai che compaiono nei regesti sia in qualità di rogatari sia come autenticatori di copie. La terza appendice, infine, offre una tabella di raffronto tra le segnature archivistiche delle pergamene e il numero dei regesti corrispondenti, redatta allo scopo di agevolare l’identificazione dei documenti citati in altre pubblicazioni con il ricorso alla sola segnatura.

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AVVERTENZE ALLA CONSULTAZIONE Al fine di consentire una corretta fruizione dei dati offerti nei regesti riteniamo opportuno fornire al lettore qui di seguito alcune indicazioni di massima circa le modalità seguite nella loro redazione. Criteri di regestazione La successione dei regesti segue in genere l’ordine cronologico, con le seguenti eccezioni e precisazioni. Quando in una pergamena si è rinvenuta la presenza di più documenti con diverse datazioni, si è proceduto in due modi: a) se i documenti danno conto dei successivi passaggi attraverso i quali si è venuto compiendo un unico negozio giuridico21, determinante ai fini della collocazione cronologica del relativo regesto è stata ritenuta la data dell’atto principale, e il contenuto degli atti accessori, seguito dall’indicazione della data di questi, viene fornito brevemente in calce al regesto dell’atto principale, tra parentesi tonde; b) nell’unico caso (doc. 43) in cui la stessa pergamena contiene la copia realizzata a scopo giudiziario di tre documenti, di cui il primo redatto in origine con finalità distinte (un codicillo testamentario, seguito da due sententiae), si è scelto di regestare separatamente i diversi atti, pur assegnando a ciascuno di essi un medesimo numero di catena distinto da lettere alfabetiche (43a, 43b, 43c). In tal caso, l’inserimento dei regesti nella sequenza cronologica è stato determinato dalla data del documento recenziore. Allo stesso modo, se la datatio di un documento si presentava incompleta, ma era comunque possibile stabilire un intervallo di tempo al cui interno tale documento andava di necessità collocato, per il posto da assegnargli nella sequenza dei regesti si è fatto riferimento al termine post quem non. Sono invece stati raccolti in una sezione separata (posta subito dopo la sezione principale contenente i regesti dei documenti datati) i regesti dei cinque documenti che, a causa del loro precario stato di conservazione, non è stato possibile ricondurre a un determinato arco cronologico, ma che tanto l’analisi contenutistica quanto quella paleografica consentivano di riferire con 21  Per esempio, nel caso di una compravendita, non è raro trovare trascritti su un’unica pergamena: a) l’atto della compravendita vera e propria; b) il giuramento de rato habendo, confermativo della medesima, emesso dagli aventi diritto sul bene alienato; c) l’atto della presa di possesso di questo da parte del compratore o del procuratore da costui eletto, ecc. È nota, infatti, la diffusione a Roma a partire dall’ultimo quarto del Duecento di una modalità di redazione dei contratti tra privati, che prevedeva la «formulazione di un documento autonomo per ogni fase della pattuizione (...) anche se poi i diversi instrumenta che sono tra loro in stretta relazione vengono redatti in mundum in sequenza su di un’unica pergamena», cfr. Carbonetti Vendittelli 1987, pp. LIII-LIV.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

un buon margine di probabilità al periodo qui preso in esame. Nell’ambito di questo lavoro a tali documenti si farà riferimento facendo precedere il loro numero di catena dalla sigla ND [= “non datato”]. Per quanto concerne l’onomastica dei personaggi menzionati nei regesti, si è scelto di seguire il principio della massima fedeltà possibile alla grafia presente nella fonte. Abbiamo perciò mantenuto la forma latina dei nomi e ci siamo astenuti da qualsiasi intervento normalizzante o italianizzante. Nei casi, invero tutt’altro che rari, in cui uno stesso individuo si trovi citato in forma diversa nell’ambito di diversi documenti, il ricorso all’indice dei nomi di persona, dove tutte le occorrenze sono puntualmente registrate, crediamo possa contribuire a sciogliere gli eventuali dubbi di identificazione22. Nelle citazioni di brani estratti dai documenti gli omissis sono indicati con tre puntini fra parentesi tonde (...); le lacune dovute a un guasto materiale della pergamena, invece, con tre puntini fra parentesi quadre [...], indipendentemente dalla loro estensione. Nella datazione dei documenti le possibili integrazioni di elementi non presenti nella fonte o per guasto materiale o per altra ragione si troveranno racchiuse tra parentesi uncinate (). Tradizione, note tergali, stato di conservazione Alle copie e ai secondi originali di uno stesso documento già in precedenza regestato è stato assegnato un proprio numero di catena seguito da un asterisco (*). Al fine, però, di evitare inutili ripetizioni ci si è limitati a fornire in tale contesto solo le informazioni relative alla specifica tradizione di questi documenti (se si tratta di secondi originali, oppure di copie semplici, o autenticate da notaio, ecc., le misure delle pergamene che li tramandano, eventuali note tergali presenti su di esse, ecc.), rimandando per il loro contenuto alla consultazione del regesto antecedente. Nelle note di apparato si troveranno riportate le scritture spesso presenti in gran numero sul verso delle pergamene (annotazioni archivistiche, registrazioni relative alla presentazione in giudizio di singoli documenti, ecc.), con l’indicazione del secolo a cui risalgono. A queste fa seguito la segnalazione di segnature archivistiche precedenti, ove presenti. Lo stato di conservazione di una pergamena è stato definito “buono” qualora, al momento della nostra consultazione, essa non presentava particolari criticità o elementi di rilievo a tale riguardo. Note di commento Le informazioni fornite a commento del testo di alcuni regesti non hanno, com’è ovvio, alcuna pretesa di esaustività né relativamente al loro contenuto, 22  Per l’uso seguito nella redazione degli indici si faccia riferimento alla relativa Avvertenza (cfr. infra, p. 233).

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AVVERTENZE ALLA CONSULTAZIONE

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né per quanto concerne le scarne informazioni bibliografiche in esse presenti. Dato il loro carattere accessorio ed estemporaneo, tali annotazioni vanno accolte per quello che sono: vale a dire, come un primo orientamento (certamente incompleto e perfettibile) che l’autore ha voluto fornire al lettore per la comprensione e la contestualizzazione storica dei documenti che ne sono provvisti. Sempre in questa prospettiva, per alcuni individui citati nei regesti di cui non si conosce la data di morte abbiamo ritenuto opportuno segnalare nelle note, sulla base della bibliografia consultata, o l’anno del loro ultimo testamento conosciuto, preceduto dall’abbreviazione “test.”; oppure il primo anno in cui costoro risultano non essere più in vita, preceduto dall’abbreviazione “q.” per “quondam”. * * * A conclusione di questa introduzione, desidero esprimere un sentimento di sincera gratitudine a tutto il personale della Sala manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana, che con la consueta disponibilità ha favorito le ricerche sottese al presente volume. Una particolare menzione devo al dott. Paolo Vian, già Direttore del Dipartimento dei Manoscritti della medesima biblioteca e oggi Viceprefetto dell’Archivio Apostolico Vaticano, che ringrazio di cuore per avermi sempre incitato a portare a termine il presente lavoro e, una volta questo compiuto, per il fattivo interessamento alla sua pubblicazione. Uguale riconoscenza nutro nei confronti del personale della Sezione Archivi della Biblioteca Vaticana, in particolare del dott. Marco Buonocore, già Direttore della medesima, della dott.ssa Isabella Aurora, e del dott. Luigi Cacciaglia, al quale, oltre alla comunanza degli studi, mi unisce una sincera amicizia.

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ABBREVIAZIONI

AAV

Archivio Apostolico Vaticano

ACSP

Archivio del Capitolo di San Pietro

ASRSP

Archivio della Società Romana di Storia Patria

BAV

Biblioteca Apostolica Vaticana

BDSPU Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria BISIME Bollettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo DBI

Dizionario biografico degli Italiani

Grimaldi, Index

BAV, Sala consultazione manoscritti, ms. K1

Liber anniv.

Liber anniversariorum della Basilica Vaticana

MEFRM

Mélanges de l’École française de Rome, Moyen-Âge

PAnot

ACSP, Privilegi e atti notarili

QFIAB Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken RSCI

Rivista di storia della Chiesa in Italia

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REGESTI

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1 ‒ 1305 luglio 16 Iohannes Piscionis dà in pegno a Iacobus domini Malabrance un terzo dei suoi beni immobili, tra cui un casale posto fuori porta Pertusa, nel luogo detto Lotergo1, e la sua domus maior posta in Roma, nel rione dei Ss. Lorenzo e Damaso, dichiarando di aver ricevuto una dote di 600 fiorini d’oro dal detto Iacobus per le nozze tra la figlia di quest’ultimo, Maria Bella, e suo figlio Piscis2. Notaio: Matheus Iacobi Alexii. Copia autentica s.d. (ma sec. XIV in.), not. Iohannes Mardoni ex «protocollis seu abbreviaturis condam Mathei Iacobi Alexii notarii»: Caps. 36, fasc. 144, n. 3. Copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 32r-v. Sul verso, nel mezzo della pergamena: «Assignatum die xxiii septembris pro parte Lell[i] Piscis» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Tertia pars casalis domini Ioannis extra portam Pertusi. 1305» (sec. XVI). Pergamena di cm 52,5 × 32,5, con un taglio nel margine superiore e una leggera macchia d’umidità lungo tutto il margine destro. La sottoscrizione notarile è preceduta dalle sottoscrizioni autografe di due causidici, Petrus Herminii, «camerarius iudicum et advocatorum Urbis», e Nicolaus de Griffolo, «consiliarius iudicum et advocatorum Urbis», di Paulus Marroni, «corrector collegii notariorum Urbis», e di Angelus Uguicionis, «camerarius collegii notariorum Urbis». La prima e l’ultima sottoscrizione portano rispettivamente la data del 2 maggio e del 23 settembre 1307. Regesto: Grimaldi, Index, f. 260r.

2 ‒ 1305 ottobre 27 Angelus Ionte, principale debitore, e Sanctus Donec, fideiussore, dichiarano di avere ricevuto in deposito da Barthucius dictus Iudeus, taverniere, la somma di 20 fiorini d’oro3. 1  Trattasi del casale detto de Piscionibus (o casale Piscis), situato fra le vie Boccea e Aurelia, che assumerà in seguito il nome di Acquafredda (Aquafridula) dalla località presso la quale era ubicato, cfr. Gauvain 2011, pp. 134-141 (dove si rettifica la localizzazione che del toponimo Lotergo/ Intergo propose a suo tempo G. Tomassetti: si veda Tomassetti 1975-1977, VI, p. 389). 2  Su Iohannes e suo figlio Piscis e, più in generale, sulla famiglia de Piscionibus (o Piscionis) si veda Rehberg 1999B, p. 375. 3  Le carte dell’ACSP danno testimonianza di questa e di altre attività finanziarie compiute da Angelus Ionte (q. 1344, cfr. infra, doc. 165), cfr. infra, docc. 3, 10, 15, 20, 34, 107. Per un inquadramento dell’attività di costui si veda Ait 2003, pp. 308-309.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Notaio: Petrus filius domini Iohannis Pauli dicti Dragonis. Originale: Caps. 62, fasc. 229, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Confessio depositi xx florenorum penes se» (sec. XVI). Pergamena di cm 31,5 × 15,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 350r.

3 ‒ 1305 novembre 19 Angelus Iunte, Andreas Iohannis Castini, Iacobus Carote, Donatellus Francisci Peruscini e Iohannes Iohannis Leonardi Iohannis Rubei, tutti del rione Ponte, in qualità di principali debitori, e Nicolaus Petri, paliarius, in veste di fideiussore, dichiarano di aver ricevuto in deposito da Francisca, moglie di Iohannucius Berardi Iacobini, per mezzo del suo procuratore, Panicia, taverniere, la somma di 75 fiorini d’oro. Notaio: Iohannes Crescii. Originale: Caps. 62, fasc. 229, n. 3. Sul verso, nel margine superiore: «Depositum lxxv florenorum auri» (sec. XVI); nel margine inferiore, in inchiostro quasi del tutto svanito: «Angello de Gonta sq. (?)» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Atrea Iacasti et Iacobi t. (?)» (sec. XIV). Pergamena di cm 30 × 18,5. L’inchiostro del testo è in più luoghi svanito. Il documento è stato annullato mediante incisione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 350r.

4 ‒ 1306 febbraio 21, Saint-Cyr-au-Mont-d’Or Clemente V concede ai canonici di S. Pietro di potersi assentare dalla basilica, avendone ottenuto licenza dal capitolo, per due mesi l’anno, «continue vel per vices», senza per questo incorrere nella defalcazione di 6 libbre di provisini del senato dai propri introiti, «secundum statuta felicis recordationis Nicolai pape III»4, e conservando altresì il diritto alla riscossione di alcuni proventi denominati excepta5. 4  Negli statuti di papa Orsini, datati 3 febbraio 1279, viene stabilita un’ammenda di 2 solidi di provisini da infliggersi a quanti tra i canonici vaticani avessero trascorso la notte «extra dictam canonicam seu claustrum», da moltiplicarsi per ciascuna notte di assenza. Dunque, per un’assenza di 60 giorni, s’incorreva in una sanzione di 120 solidi, vale a dire, appunto, di 6 libbre di provisini. Per l’edizione degli statuti si veda Bullarium 1747-1752, I, pp. 177-197 e Gay 1898, nr. 517 (da esemplare di registro). Per altre indicazioni bibliografiche e archivistiche al riguardo si rimanda a Johrendt 2010B, pp. 175-177, n. 158. 5  Col termine excepta gli statuti suddetti indicano le «minutae obventiones quae excipiuntur et in predictis portionibus minime computantur». In altre parole, si tratta d’introiti straordinari da non conteggiarsi nelle portiones canonicali, al cui ammontare gli stessi statuti fissarono un tetto

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REGESTI

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Originale: Caps. 6, fasc. 264, n. 5. Sul verso, nel margine superiore: «Sanctus Petrus de Roma» (sec. XIV ex.-XV in.); al disotto della precedente: «Privilegium domini Clementis pape v, quo indulget canonicis ut possint se absentare ab ecclesia per duos menses absque deminutione grossi et except(orum)» (sec. XIV); adiacente al margine inferiore, di mano coeva e in inchiostro parzialmente svanito: «[...] basilice Principis apostolorum de Urbe»; nel mezzo, ugualmente di mano del sec. XIV: «Bulla Clementis pape»; segue, di altra mano: «quod canonici possint abesse a residentia per duos menses, et tamen recipiant distributiones illorum mensium et excepta» (sec. XVI); al disotto della precedente: «Bulla Clementis super absentia canonicorum» (sec. XV-XVI). Segnature precedenti: 39. Pergamena di cm 38 × 53 (pl. 7), in buono stato di conservazione. Bolla plumbea deperdita. Edizione: Bullarium 1747-1752 i, pp. 240-241 (da esemplare di registro). Regesto: Grimaldi, Index, ff. 14r-v, 84r; Regestum 1885-1888, nr. 863.

5 ‒ 1306 febbraio 21, Saint-Cyr-au-Mont-d’Or Clemente V conferma le precedenti donazioni fatte dai re di Sicilia Carlo I e Carlo II al capitolo di S. Pietro, facendone copiare il testo nel presente documento6, con le quali i due sovrani angioini avevano concesso ai canonici vaticani, rispettivamente, 50 once d’oro dai proventi fiscali della regia curia, e altre 50 once d’oro dal baiulato e dagli altri diritti regali in Ortona7. Originale: Caps. 42, fasc. 167, n. 1. Sul verso, nel medio margine superiore: «Confirmatio cabelle Ortone facta per dominum Clementem v» (sec. XIV); nel mezzo: «Confirmatio gabelle Ortone per Clementem v» (sec. XV-XVI); ivi, in lettere capitali: «Ortona»; nel medio margine inferiore: «Confirmatio apostolica de cabella Ortone per Clementem v» (sec. XIV); nel medio margine sinistro: «Bulla Clementis pape quinti confirmationis privilegiorum Caroli primi et Karoli ii de centum untiis super iuribus Ortone» (sec. XVI). Segnature precedenti: 93; L v. Pergamena di cm 59,5 × 72,5, generalmente in buono stato; si segnala tuttavia un certo svanimento dell’inchiostro in alcuni luoghi del documento. Bolla plumbea deperdita. Edizione: Bullarium 1747-1752, I, pp. 241-244. Regesto: Grimaldi, Index, ff. 13r-v, 285r. massimo di 60 libbre di provisini. Tali introiti consistevano perlopiù in corresponsioni in denaro fatte dai fedeli agli altari della basilica, o in elargizioni occasionate da messe, anniversari, sepolture e quant’altro. Infine, rientravano fra gli excepta le cosiddette procurationes in generi naturali e i canoni in pepe o zafferano dovuti ai canonici di S. Pietro dai rettori della chiese soggette al capitolo: cfr. Bullarium 1747-1752, I, pp. 181-183 e Stocchi 2010A, pp. 14-15. 6  Sui due documenti dei re angioni confermati da Clemente V e risalenti rispettivamente al 6 gennaio 1266 e al 5 luglio 1295, si veda Johrendt 2010B, pp. 110-111, n. 93 e pp. 233-234, n. 216. 7  Sui rapporti intercorsi nel tardo medioevo tra la città portuale di Ortona, nell’Abruzzo adriatico, e il capitolo di S. Pietro si veda Gauvain 2011, pp. 61-66 e 371-372.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

6* ‒ 1306 febbraio 21, Saint-Cyr-au-Mont d’Or Copia autentica del precedente n. 5, s.d. (ma sec. XIV m.), not. Iohannes Loctini de [Ser] mineto: Caps. 42, fasc. 167, n. 2. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Die xio mensis marcii [...] Ortone, in iudicio etc. apud acta, predicti Andreas et Angelus8 procuratores basilice Sancti Petri de Urbe presentaverunt in curia magnifici viri Iohannis de Malatacchis de Regio, iustitiarii Aprutii citra, presentes regias et reginales licteras, que recepte et admisse sunt per ipsam curiam si et in quantum de iure possunt et debent» (s. XIV); nel margine superiore destro: «Confirmatio donationis per reges facte basilice super iure gabelle Ortone domini Clementis pape quinti» (sec. XVI). Segnature precedenti: 3. Pergamena di cm 67,5 × 57,5, in buono stato di conservazione. La copia porta in calce le sottoscrizioni autografe di Sabas Iohannis Francisci Nicolai de Urbe, notaio e giudice, Nicolaus Mellinus, beneficiato di S. Pietro e notaio, Paulus Sabbe Romani Scriniarii, notaio.

7 ‒ 1306 marzo 15, Napoli Carlo II re di Sicilia su istanza del presbiter Stephanus de Fossaceca, procuratore del capitolo di S. Pietro, ordina al giustiziere d’Abruzzo di far sì che Rogerius de Podio, appaltatore della Secrezia d’Abruzzo nell’anno appena trascorso, corrisponda «de certa pecunia sui officii» 7 once d’oro, 3 tarì e un grano ai canonici di S. Pietro o al detto procuratore. Originale: Caps. 43, fasc. 168, n. 4. Sul verso, nel margine sinistro: «Littere Caroli ii regis mandans Iustitiario Aprutii unc(ias) vii satisfaciat» (sec. XVI); ivi, in inchiostro parzialmente svanito: «Pro capitulo basilice» (sec. XIV); ivi: «Registrata in Cancellaria. Registrata in Camera. Registrata [...]» (sec. XIV). Pergamena di cm 12 × 28, in buono stato di conservazione, con sigillo di cera impresso. Regesto: Grimaldi, Index, f. 286r.

8 ‒ 1306 settembre 21 Nicolaus Mutus de Piperis del rione S. Eustachio dà in affitto per un anno a partire dalla successiva festa di san Pietro a Guillelmus Vaccarinus, «hospitatori in platea Sancti Petri», e a sua moglie Scotta la locanda («totam domum seu 8  Troviamo Andreas, canonico di S. Maria di Ortona e chierico di S. Pietro, e Angelus de Fulgino, anch’egli chierico della basilica, agire in veste di procuratori inviati dal capitolo a Ortona il 19 maggio del 1353, cfr. infra, doc. 197. Per tale ragione non è fuor di luogo pensare che la presente copia possa essere stata estratta dall’originale, custodito presso l’archivio dei canonici, non molto tempo prima della partenza dei due procuratori da Roma. Il beneficiatus Angelus magistri Iohannis de Fulgineo è più volte menzionato nel Liber anniv. di S. Pietro in qualità di notarius, cfr. Egidi 1908, pp. 176-177 (16 gen.), pp. 236-237 (31 lug.), pp. 238-239 (9 ago.). A partire dal 1361, egli compare con una certa regolarità negli atti capitolari in veste di rogatario, cfr. infra, docc. 216, 217, 218, 219, 227, 230, 231.

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REGESTI

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totum hospitium») che lo stesso Nicolaus possiede nella piazza di S. Pietro, verso l’impegno da parte dei locatari a pagare 20 fiorini pro pensione, una metà dei quali «hinc ad Carnisbrivium», e l’altra metà entro la successiva Pasqua, oltre a mezza libbra di zafferano e una libbra di pepe a Natale, e un castrato a Pasqua. Notaio: Iacobus Petri Piperis. Originale: Caps. 60, fasc. 219, n. 3. Sul verso, nel margine superiore: «Assignatum coram domino [...]» (sec. XIV), dove la parte finale della nota non è leggibile a causa della rilegatura del foglio pergamenaceo; nel margine inferiore, di altra mano: «Ranca sopra (?) Gugelmo» (sec. XIV), in scrittura disarticolata e di difficile interpretazione, di cui solo l’ultima parola si legge chiaramente. Pergamena di cm 26 × 15, in buono stato di conservazione. Questa pergamena si conserva attualmente cucita con altre sei in forma di rotolo, a costituire un dossier archivistico attinente a un complesso di beni immobili situati tra la platea Sancti Petri, la porta Viridaria e le mura della Città Leonina, un tempo appartenuti a Nicolaus Mutus de Piperis. Si tratta dei documenti oggi contraddistinti dalla segnatura ACSP, Caps. 60, fasc. 219, nn. 1-7. Per il regesto dei primi due documenti, risalenti rispettivamente al 9 ottobre 1286 e al 3 dicembre 1299, si veda Johrendt 2010B, pp. 193-194, n. 177 e pp. 252-253, n. 235; per i documenti successivi si veda infra, docc. 33, 39, 40, 180. Il dossier rimanda alla controversia che sui medesimi beni vide affrontarsi da una parte il Capitolo di S. Pietro e dall’altra l’ospedale di S. Spirito in Sassia, decisa con sentenza arbitrale nel febbraio del 1361: cfr. infra, doc. 219. Regesto: Grimaldi, Index, f. 341r.

9 ‒ 1307 agosto 27 Egidius olim filius Rofrede de Rofredinis9, in presenza e con il consenso di Bobo e Philippus, figli del fu Angelus Buccapase («ad quos solos, iure divisionis inter ipsos et fratres eorum celebrate, ut dicitur, spectat proprietas domus infrascripte»), vende a Sibilia, moglie del fu Iacobonus, una casa con mingiano posta in Campo Marzio, proprietà dei detti Bobo e Philippus, per il prezzo di 50 provisini del senato e un canone di 18 provisini da pagarsi nel giorno di Ognissanti. Notaio: Iacobus Andree Romani de Scoctis. 9  Sulla famiglia romana dei Roffredi si veda Mazzon 2008B, in particolare su Egidius, pp. 637638. Nel 1330 costui ottenne da Giovanni XXII il conferimento di un canonicato in S. Pietro (con aspettativa di prebenda, in seguito ottenuta), cfr. Montel 1988-1989, I, pp. 404-405, nr. 1: Aegidius de Roffredis. La sua morte è databile con certezza al 16 giugno 1354, giorno in cui è ricordato il suo obitus nel Liber anniv. (cfr. Egidi 1908, pp. 220-221).

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Originale: Caps. 54, fasc. 194, n. 2. Sul verso, nel margine inferiore: «Venditio domus per Egidium Rofredi [facta] basilice in Campo Martio, 1367» (sec. XVI). Pergamena di cm 39 × 19, generalmente in buono stato di conservazione; si segnala, tuttavia, la presenza di qualche lacerazione nella parte inferiore, in corrispondenza della rogatio notarile. Regesto: Grimaldi, Index, f. 315v.

10 ‒ 1307 ottobre 9, Roma Urbanus de Porcaris, milex, legum doctor e giudice palatino, in base al consilium del causidico Iohannes Gerguasii, condanna Angelus Iunta, Andreas Iohannis Castini, Iacobus Carote e Donatellus Francisci Peroscini a restituire a Francisca, moglie di Iohannucius Bernardi Iacobi, un deposito di 75 fiorini d’oro entro il termine di dieci giorni. Notaio: Andreas Iohannis Girardi. Originale: Caps. 63, fasc. 227, n. 8. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Sententia lata ad petitionem domine Honeste uxoris Iennarucii spetiarii require quod cessum in li folio et [...?] folio» (s. XIV); al disotto della precedente: «Sententia in favorem domine Francisce occasione depositi lxxv florenorum» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva alla precedente: «1307». Pergamena di cm 50,5 × 15, in buono stato di conservazione. Il documento è stato annullato mediante incisione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349r.

11 ‒ 1307 novembre 1 I fratelli Iohannes Rubrus e Romanus, figli del fu Iacobinus Iacobi Romani Saxonis, iudex della regione Scorteclari, possedendo pro indiviso assieme al fratello Iacobus alcuni appezzamenti di terra coltivati a vigna, e volendo procedere a una loro spartizione, rinunciano in favore del detto Iacobus ai diritti che possiedono su alcuni terreni posti fuori la porta di Castello, nel luogo detto Ianberetum e nelle contrade dette Sancti Petri e Monssiccus10, e su otto pezze di terra coltivata a vigna in Monte Mario. Notaio: Paulus magistri Iohannis. Originale: Caps. 66, fasc. 188, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Carta vuczomano (?) de partimento vinearum» (sec. XIV); nel margine superiore destro: «Vinee in 10  Si tratta di località comprese nella zona dei cosiddetti Prati di Castello, anche denominati Prata Sancti Petri per via dei numerosi appezzamenti di terra che vi possedeva la basilica vaticana: cfr. Tomassetti 1975-1977, II, p. 21.

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prata Sancti Petri et in Monte Sicco» (sec. XV-XVI); al disotto delle precedenti: «Rate de lo patimeto de le vi[n]ee» (sec. XIV); al disotto delle precedenti: «Renunciatio super xii petiis vinearum in Pratis et tribus in Monte Sicco extra portam Castelli facta a Iohanne Rubeo Iacobo fratri suo 1307» (sec. XVI-XVII). Pergamena di cm 48 × 17, in buono stata di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 308v.

12 ‒ 1308 gennaio 8 Oddolina filia olim Mardonis Scriniarii della parrocchia di S. Martino de Mardonibus11, inferma, detta le sue ultime volontà. Elegge per la sua sepoltura la chiesa di S. Pietro. Alla chiesa di S. Martino de Mardonibus lascia alcune case, un forno e un orto ‒ riservando a sé e a sua sorella Mabilia12 il diritto d’usufrutto su due case e sull’orto medesimo ‒ posti nella regione di S. Maria in Aquiro, nella detta parrocchia di S. Martino, con le seguenti condizioni: che il prete addetto all’officiatura della chiesa faccia celebrare tre messe settimanali per l’anima della testatrice e dei suoi familiari defunti; che in caso di vacanza della rettoria della chiesa i frutti del suo legato ricadano a S. Pietro sino alla nomina di un nuovo rettore; che in caso di vendita dei beni suddetti ‒ espressamente vietata dalla testatrice ‒, gli stessi siano assegnati a S. Pietro e all’ospedale di S. Spirito. Alla chiesa di S. Trifone13 lascia tre case nella regione di S. Maria in Aquiro, a condizione che il rettore della detta chiesa, prima che sia trascorso un anno dal giorno della sua morte, dia 100 libbre di provisini a S. Pietro per l’anniversario da celebrarsi in essa14. Se il detto rettore mancherà di fare ciò nel tempo prestabilito dalla testatrice, la detta somma e le dette proprietà passino a S. Pietro. Quali esecutori testamentari nomina i rettori delle chiese di S. Trifone e di S. Martino de Mardonibus, Petrus rettore di S. Apollinare e sua sorella Mabilia. Notaio: Iohannes Egidii. Originale: Caps. 71, fasc. 182, n. 1. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Hoc est testamentum condam domine Ordoline [sic] de Mardonibus, in quo continetur relictum terrarum de Campangiana» (sec. XIV); nel medio margine superiore, con orientamen11  Chiesa del rione Sant’Eustachio, oggi scomparsa; sorgeva nei pressi delle Terme Alessandrine, cfr. Huelsen 1927, pp. 381-382, nr. 8; Lombardi 1998, p. 225, s.v. Chiesa di S. Martino de Cardonis [sic]. 12  Nel Liber anniv. si trova memoria di un’altra sorella di Oddolina di nome Agnes, probabilmente già morta al tempo della redazione del presente testamento: «Ob. Agnes filia Marrdonis, pro qua dedit nobis soror s. Oddolina fl. .XII. au.», Egidi 1908, pp. 242-243 (18 ago.). 13  Chiesa del rione Sant’Eustachio, oggi scomparsa; sorgeva nei pressi dell’odierna chiesa di S. Agostino, cfr. Huelsen 1927, pp. 494-495, nr. 13; Lombardi 1998, p. 229. 14  Nel Liber anniv., si ricorda una domina Odolina ‒ forse identificabile con la nostra ‒ che morì «relinquens basilice plurima bona», Egidi 1908, p. 220 (18 giu.).

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

to della scrittura inverso rispetto alla nota precedente: «Testamentum Odoline Nardoni [sic] 1308» (sec. XVI); al disotto della precedente: «Testamentum domine Odoline Mardoni Scriniarii» (sec. XV); segue, di mano posteriore: «super ius patronatus et dotem Sancti Martini de Nardonibus [sic] cum legato 100 florenorum facto basilice pro anniversario et in casu devolvantur iura dicte ecclesie ad basilicam». Pergamena di cm 76 × 58,5, in buono sato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 301r.

13 ‒ 1308 aprile 13, Roma, in palatio Camplitolli [sic] I fratres e gli oblati dell’ospedale di S. Croce di Norcia15, elencati nominativamente in numero di sette, stabiliscono che la carica di precettore dell’ospedale suddetto abbia durata non superiore a un anno e che il precettore pro tempore sia tenuto, al termine del proprio mandato, a rimettere il proprio incarico nelle mani dei confratelli e, «si opus fuerit», dei canonici di S. Pietro. Nel caso in cui egli contravvenisse a tale obbligo, i detti confratelli e la familia del detto ospedale non saranno più tenuti all’obbedienza nei suoi confronti. Notaio: Berardus Francisci de Nursia. Originale: Caps. 30, fasc. 125, n. 1. Sul verso, nel margine superiore: «Statuta facta per homines ospitalis Sancte Crucis de Norsia» (sec. XIV); segue: «De anno mcccviii» (sec. XVI). Segnature precedenti: C. I. Pergamena di cm 31,5 × 18, in buono stato di conservazione. Edizione: Stocchi 2013A, 171-172, doc. 7. Regesto: Grimaldi, Index, f. 217r.

14 ‒ 1308 luglio 27 I senatori di Roma Riccardus domini Thebaldi de Anibaldis e Iohannes de Columpna dominus Genaczani16, diffidano il comune del castrum di Galeria in seguito alla denuncia esposta da Margarita del fu Iacobus Guittoni de Pilellis del rione Pigna, rimasta vittima nel precedente mese di marzo di una rapina mentre transitava nelle pertinenze del detto castrum, nella località detta Acquasona17. Per tale ragione i senatori anzidetti condannano i diffidati a pagare un’ammenda di 4 libbre e mezza di provisini. 15  Sull’ospedale di S. Croce di Norcia, fondato nel 1286 dal frater Bonagratia de Nursia, un tempo esistente presso la nursina porta Massari, si veda Stocchi 2013A, ad indicem (in particolare, pp. 97-98). 16  Cfr. de Boüard 1920, p. 252; Salimei 1935, pp. 91-92. 17  Cfr. Tomassetti 1975-1977, III, pp. 57-58.

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Notaio: Lucas quondam Iohannis de Fuscis de Berta. Originale: Caps. 62, fasc. 229, n. 4. Sul verso, in prossimità del margine destro: «Diffidantia per senatum Urbis contra commune castri Galerie» (sec. XVI). Pergamena di cm 19,5 × 23, in buono stato di conservazione. Edizione: De Boüard 1920, pp. 299-300, doc. XIV. Regesto: Grimaldi, Index, f. 350r.

15 ‒ 1308 settembre 4 Angelus Ionte e Petrus Guarnus del rione Ponte dichiarano di aver ricevuto in deposito da Bartucius dictus Iudeus, taverniere del detto rione, la somma di 25 fiorini. Notaio: Petrus filius olim domini Iohannis Pauli dicti Dragonis. Originale: Caps. 62, fasc. 229, n. 5. Sul verso, nella parte superiore: «Confessio depositi Angeli Ionte xx [sic] florenorum» (sec. XVI). Pergamena di cm 49,5 × 16, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 350r.

16 ‒ settembre 6, Roma, in Capitolio I senatori di Roma, Riccardus domini Thebaldi de Anibaldis e Iohannes de Columpna dominus Genazani, su istanza del capitolo di S. Pietro, intimano al podestà, consiglio e comune di Ancona di difendere dalle molestie arrecatele da Bactolus de Therabactis, «concives vester», la chiesa di S. Maria prope Portam con le sue proprietà, che il fu Petrus («servum Dei, condam vestrum concivem») fondò ed assoggettò alla basilica vaticana. Notaio: Paulus scriba senatus18. Originale: Caps. 32, fasc. 130, n. 2. Sul verso, nel mezzo: «Contra illos de Tharabactis Ancontanorum» (sec. XIV); segue: «Littere senatorum Urbis» (sec. XVI); nel margine superiore sinistro: «Senatores illustres Urbis scribunt Anchonitanis super ecclesia Beate Marie prope portam civitatis basilice subiecta» (sec. XVI); segue: «Sancte Marie in Anchona» (sec. XVI - XVII). Segnature precedenti: 136. Pergamena di cm 23,2 × 35,2, in buono stato di conservazione; sigillo deperdito. Nella parte inferiore destra della pergamena una traccia di forma rotonda del diametro di circa cm 5,5 lascia supporre che in origine il documento fosse corredato di un sigillo di cera aderente oggi perduto (sebbene non si riscontri la presenza degli 18

 Paolo di Lorenzo, cfr. Rehberg 2008, p. 801 e infra, doc. 20.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

appositi tagli, attraverso i quali passava di norma la tenia pergamenacea atta a fissare questo tipo di sigilli). Sull’uso di questa modalità di sigillatura nei documenti emessi dal senato romano si veda Bartoloni 1946, pp. 38-40. La datazione al 1308 di questo documento, che nella datatio si limita alla sola indicazione del giorno, del mese e dell’indizione («die sexta mensis septembris, septime indictionis»), è desumibile dall’identità dei due senatori, che furono «nominati dal papa l’8 ottobre [1307] per 6 mesi, prorogati il 5 aprile 1308 fino a nuovo ordine», Salimei 1935, pp. 91-92. L’indizione risulta calcolata secondo il computo greco, sull’uso del quale nella documentazione senatoriale romana si veda Bartoloni 1946, pp. 21-23. Regesto: Grimaldi, Index, f. 224v.

17 ‒ 1308 ottobre 20, apud castrum sive villam Bavesii Iacobus19, cardinale diacono di S. Giorgio ad Velum Aureum, sano «mente et corpore», detta le sue ultime volontà. Istituisce erede l’ospedale di S. Spirito in Sassia per la somma di 50 fiorini, al quale ingiunge di rinunciare a ulteriori pretese. Dispone che siano soddisfatti tutti i suoi creditori e i suoi servitori, presenti e futuri, e restituiti gli eventuali male ablata, sebbene egli non ne conosca al presente l’esistenza. Si riserva di dare disposizioni circa il residuo in un codicillo a venire; ma se ciò non dovesse accadere, lascia incarico agli esecutori sotto nominati di destinare detto residuo «ad pios usus et licitos». Nomina esecutori Petrus20, vescovo di Palestrina, Pandulphus de Sabello21, notarius papae, e i suoi familiares, Bernardus Roiardi22, arcidiacono di Saintes, suo uditore, Andreas Leonardi, prior Interanensis, e il frater Petrus de Farnesio dell’ordine dei Minori, suo confessore. Notaio: Tenetor de Reate. Copia autentica del 1341 luglio 7, , not. Egidius: Caps. 64, fasc. 181, n. 1. Sul verso, nel margine inferiore destro: «Testamentum reverendi domini Iacobi diaconi cardinalis Sancti Georgii ad velum aureum, in quo constituit heredem hospitale Sancti Spiritus in Saxia super quibusdam» (sec. XVI-XVII); al disotto della precedente, di altra mano: «Codicillum domini Iacobi cardinalis ad velum aureum» (sec. XV-XVI). 19  Giacomo Gaetano Stefaneschi (†1341), canonico di S. Pietro fino alla morte, cfr. Montel 1988-1989, I, pp. 386-387, nr. 3: Magister Iacobus Ioannis Gaietani; Johrendt 2010A, pp. 464-465, n. 190: Jacopo Gaetano Stefaneschi, Magister. Su di lui si vedano, tra gli altri, Dykmans 1975B e Dykmans 1981, pp. 25-131; Vendittelli 2019B. 20  Pietro de la Chapelle-Taillefert (†1312), cfr. Eubel 1913, pp. 14, 37; Paravicini Bagliani 1980, p. 443, nt. 3. 21  Pandolfo Savelli, nipote di Onorio IV, cfr. Guillemain 1962, pp. 315-317; Paravicini Bagliani 1980, pp. 443, nt. 4. 22  Bernard Roiard, cappellano e uditore di cause presso la curia d’Avignone, cfr. Guillemain 1962, pp. 66, 354 nt., 483; Paravicini Bagliani 1980, pp. 443, nt. 5.

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Pergamena di cm 52,5 × 31,5 mutila del lato sinistro per alcuni centimetri del testo; fori piuttosto estesi sono presenti nella parte destra. La copia è stata eseguita da un notaio di nome Egidius e autenticata da due notai di nome Iohannes, individui non meglio precisabili a causa del pessimo stato di conservazione della pergamena. L’actum recita: «apud castrum sive villam Bav[e?]sii, Xanctonensis diocesis, in camera hospitii ipsius domini cardinalis». Sulle difficoltà presentate dall’identificazione della località così denominata cfr. Paravicini Bagliani 1980, p. 101, nt. 1. Edizione: Paravicini Bagliani 1980, pp. 438-446, doc. XXVIII. Regesto: Grimaldi, Index, f. 300v.

18* ‒ 1308 ottobre 20, apud castrum sive villam Bavesii Copia autentica del precedente n. 17, s.d. (ma sec. XIV), not. Tomasectus Iaquemini: Caps. 64, fasc. 181, n. 2. Sul verso, in prossimità del margine inferiore: «Copia testamenti domini I(acobi) Sancti Georgii ad velum aureum diaconi cardinalis sub forma publica» (sec. XIV); nel margine destro: «Copia testamenti reverendissimi domini Iacobi cardinalis Sancti Georgii ad velum aureum de anno 1308» (sec. XV-XVI); segue, di altra mano: «qui instituit heredem hospitale Sancti Spiritus et dicit de codicillis facien(dis) in favorem basilice» (sec. XVI). Pergamena di cm 56 × 44,5 con estese lacerazioni nel margine inferiore che hanno portato alla perdita di parte del testo. Il sigillo risulta deperdito. La copia non fornisce indicazioni per la sua datazione topica e cronica. Sulla sua ipotetica collocazione agli anni 1341-1350 cfr. Paravicini Bagliani 1980, pp. 101.

19 ‒ 1308 novembre 26, Roma, S. Pietro, in loco capituli Neapoleo23, cardinale diacono di S. Adriano, e il capitolo di S. Pietro, alla presenza di Theodinus, monaco e syndicus del monastero di S. Pietro de monte Ancharani24, rinnovano la soggezione alla basilica vaticana di quest’ultimo e delle sue pertinenze (vale a dire, delle chiese di S. Maria de Caprigiolo, dei Ss. Filippo e Giacomo «in pede montis rocce Ancarani», e dei Ss. Filippo e Giacomo di Ripatransone), come già stabilito nel 1297 da Bartholomeus Accuranbone, confrater del detto monastero. Notaio: Laurentius Iuliani. 23  Napoleone di Rinaldo Orsini, arciprete di S. Pietro dal 1306 al 1342 (†), cfr. Rezza – Stocchi 2008, pp. 186-188 e Barone 2013. 24  Sul monastero benedettino di S. Pietro di Ancarano (anche detto de valle Cerasa), oggi non più esistente, ma un tempo ubicato presso l’abitato di Pielarocca, pochi chilometri a nord di Norcia, si veda Stocchi 2013A, ad indicem (in particolare, pp. 103-104).

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Copia autentica del 1345 aprile 2, Norcia, not. Iohannes magistri Iacobi de Nurssia: Caps. 31, fasc. 126, n. 1; copia del sec. XVI: PAnot., 3, ff. 237r-238v. Sul verso, nel margine superiore: «Copia [monast]erii Sancti Petri de roccha Ancharani» (sec. XIV); nel margine destro, in inchiostro molto evanido: «Super facto monasterii Sancti Petri de rocha Ancharani membri basilice Sancti Petri de Urbe» (sec. XIV); segue: «Submissio monasterii et membrorum Sancti Petri de rocha Ancarani prope Nursiam Spoletane diocesis basilice Sancti Petri» (sec. XV-XVI); segue, aggiunto da altra mano coeva: «de anno m cc lxxxxvii»; nel margine inferiore sinistro: «Instrumentum monasterii Sancti Petri de roccha Ancarani districtus terre Nursie» (sec. XV). Pergamena di cm 52,5 × 32, generalmente in buono stato di conservazione; si segnala, tuttavia, la presenza di una macchia di umidità e il concomitante distacco di un piccolo frammento del supporto in corrispondenza della sottoscrizione dell’ultimo notaio autenticante. Edizione: Stocchi 2013A, pp. 173-175, doc. 8. Regesto: Grimaldi, Index, f. 218v.

20 ‒ 1308 dicembre 7 I senatori di Roma, Stephanus de Comite e Ursus domini Francisci de filiis Ursi25, diffidano Thomeus Raynaldi di Galeria per non aver adempiuto all’ingiunzione fattagli con editto senatorio di presentarsi innanzi al giudice della camera Urbis al fine di liberare Angelus Ionte dalla garanzia che costui ha prestato in suo favore nel deposito di 8 fiorini, «apud Çonem de Blanco de Urbe». Notaio: Paulus Laurentii. Originale: Caps. 62, fasc. 229, n. 6. Sul verso, nel mezzo: «Diffidantia senatus Urbis contra Thomeum Raynaldi de Galeria» (sec. XVI). Pergamena di cm 15 × 24, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 350r.

21 ‒ 1309 marzo 19, Napoli Carlo II re di Sicilia su istanza del procuratore del capitolo di S. Pietro, dà ordine al Giustiziere d’Abruzzo di far sì che, rimossi certi impedimenti, i cabelloti salis di Ortona corrispondano ai canonici quanto dovuto a costoro nella sesta indizione in ragione della detta gabella26.  Cfr. de Boüard 1920, p. 253; Salimei 1935, p. 92.  Vale a dire, dal 1o settembre 1307 al 1o settembre 1308, essendo in uso nel Regno di Sicilia il calcolo indizionale secondo il computo cosiddetto greco o bizantino: cfr. Del Piazzo 1969, p. 53. 25 26

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Originale: Caps. 43, fasc. 168, n. 5. Sul verso, nel medio margine superiore: «Carolus secundus concedit integrum redditum Gabelle salis terre Ortone» (sec. XVI); segue, di altra mano: «1309». Segnature precedenti: 97. Pergamena di cm 19 × 28,5, i cui margini sinistro e destro presentano estese macchie d’acqua; sigillo deperdito. Regesto: Grimaldi, Index, f. 286r.

22 ‒ 1309 marzo 20, Napoli Carlo II re di Sicilia comanda agli ufficiali della terra di Francavilla27 di pagare ai canonici di S. Pietro la somma a costoro spettante «super iuribus nostre curie in Francavilla», quale indennizzo per la sottrazione di parte dei proventi di cui gli stessi canonici godono in Ortona, destinata per antica consuetudine alla chiesa principale di questa città28. Originale: Caps. 43, fasc. 168, n. 6. Sul verso, nel medio margine superiore: «Privilegium Karoli secundi super gabella Ortone» (sec. XIV); segue: «pro decimis Ecclesie Ortone» (sec. XVI); nel margine inferiore sinistro: «Registrata per totum» (sec. XIV). Segnature precedenti: 80. Pergamena di cm 21 × 40, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 286r.

23 ‒ 1311 marzo 23, Napoli Roberto re di Sicilia conferma le concessioni fatte in favore dei canonici di S. Pietro sui proventi del fisco in Ortona e in Francavilla da Carlo I e Carlo II d’Angiò, per mezzo dei rispettivi privilegi, il cui testo fa copiare all’interno del presente documento29. Originale: Caps. 46, fasc. 173, n. 1. Sul verso, nel medio margine superiore: «Privilegium de factis Ortone» (sec. XIV); nel medio margine inferiore: «Lictere Ruberti regis super factis Ortone» (sec. XIV); nel margine inferiore destro: «Privilegium Roberti regis confirmans et de novo concedens in gabellam baiulationis Ortone» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva: «anno 1311, xxiii martii». Segnature precedenti: 34. Pergamena di cm 80,5 × 62,5, in buono stato di conservazione; si segnala, tuttavia, una lacerazione di cm 5 circa che, in ogni modo, non compromette la lettura testo. Sigillo deperdito. Regesto: Grimaldi, Index, f. 291r. 27  Sui diritti goduti dal capitolo di S. Pietro in Francavilla, nell’Abruzzo adriatico, non distante da Ortona, si veda Gauvain 2011, pp. 63-64. 28  Ossia la chiesa di S. Maria di Ortona: cfr. infra, doc. 24. 29  Cfr. Johrendt 2010B, pp. 208-209, n. 190 e p. 243, n. 225 (privilegi risalenti rispettivamente al 18 giugno 1289 e al 1o dicembre 1286) e supra, doc. 22.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

24 ‒ 1311 maggio 31, Napoli Roberto re di Sicilia in esecuzione di quanto già disposto da suo padre, Carlo II, con lettera (1302 dicembre 5, Napoli)30 il cui testo viene riportato nel presente documento, ordina agli ufficiali regi di Ortona di pagare, per l’anno corrente e per ogni anno a venire, all’arciprete di S. Maria di Ortona31 quanto a quest’ultima è dovuto per consuetudine, vale a dire la decima sui proventi della locale gabella e 2 once d’oro sui diritti portuali. Copia autentica del 1316 agosto 27, Ortona, not. Iohannes notarii Angeli: Caps. 47, fasc. 345, n. 2. Sul verso, nel margine inferiore: «Instrumentum de autennticatione [sic] sacrarum licterarum regalium directarum baiulis Orton(ensibus) de exhibenda decima baiulationis dicte terre et aliorum iurium et duabus unciis de proventibus portus eiusdem terre archipresbitero Ortonensi» (sec. XIV-XV); ivi: «Denunciatio litterarum Caroli 2i super decima baiulationis Ortone ac super duabus unciis archipresbitero Ortone debendis, anno 1316» (sec. XVII). Segnature precedenti: 8. Pergamena di cm 55 × 32, in buono stato di conservazione. La copia fu redatta in presenza di Lucas Viti, «auctoritate regia Ortonensis iudex», su istanza dei canonici di S. Pietro Iohannes de Flaiano e Angelus de Ponte32, «nuntii et procuratores prioris et capituli dicte basilice, quia eorum item esse dicebant predictas sacras patentes regias licteras penes se autenticatas habere, ad cautelam dictorum prioris et capituli basilice antedicte». Regesto: Grimaldi, Index, ‒

25 ‒ 1311 luglio 21, Napoli Roberto re di Sicilia, su istanza del chierico romano Iacobus, procuratore della basilica di S. Pietro, ordina al capitano di Ortona di non creare ulteriori impedimenti acciocché i canonici di S. Pietro possano esercitare i loro diritti sul baiulato ortonese, come concesso da suo padre (Carlo II) e dallo stesso Roberto confermato, «utpote super guastinis et assisiis»33. Originale: Caps. 47, fasc. 344, n. 1. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «De Ortona» (sec. XIV); nel margine superiore destro: «Robertus rex mandat capitaneo Ortone ne capitulum super iuribus suis molestet» (sec. XVI); nel margine inferiore destro:  Originale non conservato.  Cfr. Sella 1936, nr. 3771. 32  Cfr. Montel 1988-1989, I, p. 417, nr. 32: Ioannes de Fayano, e p. 407, nr. 6: Angelus de Ponte. 33  Con il termine Assisa dovrebbe intendersi qui una sorta di tariffario delle merci, cfr. Rezasco 1881, p. 61: «[Assisa:] Prezzo fermo e forzato delle cose venderecce; chiamato così dalle adunanze nominate Assise, le quali nella prima età feudale e in certi luoghi costituivano i prezzi; parola portata da’ Normanni nel Napoletano, conservatavi dagli Svevi e dagli Spagnoli». Quanto al termine guastina crediamo valga qui come guasto, ma non nel significato di «Devastazione data alle case ed a’ campi altrui, per pena giuridica», quanto piuttosto in quello di «abolizione delle gabelle», cfr. ivi, p. 507-508. 30 31

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«Ortona | Registrata per totum | Pro basilica apostolorum» (sec. XIV). Segnature precedenti: 84. Pergamena di cm 15 × 25,5, in buono stato di conservazione, con parte di sigillo di cera adeso a coda pergamenacea. Regesto: Grimaldi, Index, ‒

26 ‒ 1311 agosto 21, Ortona Vitaleo de Paganellis di Fermo, capitano di Ortona, in esecuzione di quanto ingiuntogli da Roberto re di Sicilia con lettera precedente (1311 luglio 21, Napoli)34, il cui testo viene riportato nel presente documento, condanna Ceccus de Petruzio, Rogerius de Caçaguerra e Guillelmus de Falcone de Lanzano a pagare le somme di denaro da questi dovute «iure exiture» e «pro iure fundici» al capitolo di S. Pietro per aver fatto transitare in Ortona e nel suo distretto certe quantità di carni e di pelli («scilicet de carnibus sallitis, coriis bovinis et baccinis, pecudinis et aliis mercimoniis»). Ordina, pertanto, al mastrogiurato di Ortona e a certo Corradus de Bibasso di Lanciano di dare esecuzione all’anzidetta sentenza «per captionem bonorum suorum, vendictionem et distractionem ipsorum et omnem aliud cohercitionis modum, quem ad id videritis oportunum». Copia autentica del 1312 gennaio 30, Ortona, not. Nicolaus Iacobi: Caps. 47, fasc. 345, n. 1. Sul verso, nel mezzo, in inchiostro quasi del tutto svanito: «Instrumentum commissionis [...]» (sec. XIV); ivi: «Instrumentum cum insertionibus litterarum Roberti regis super iuribus capituli in terra Ortone» (sec. XVI); ivi: «Transumptum publicum litterarum regis Roberti mandantis satisfieri capitulo super baiulatione civitatis Ortone, 1312» (sec. XVII). Pergamena cm 43 × 36, in buono stato di conservazione. Deperdito il sigillo di cera aderente, di cui rimane traccia nel margine inferiore destro. La copia fu redatta in presenza di «Sementer Marini, auctoritate regie curie Ortonensis iudex». Sul recto, nel margine inferiore della pergamena: «P(re)s(entatum) apud acta per notarium Bernardum de Tramo(n)t(ana?) die xiio maii xe indictionis Neapoli». Regesto: Grimaldi, Index, f. 293r.

27 ‒ 1311 dicembre 13, Roma, in Camera Capitolii Il nobilis vir Iacobus domini Henrici de Paparescis del rione Trastevere, col consenso del figlio maggiorenne Iohannes, vende al nobilis vir Iohannes Pissionus del rione dei Ss. Lorenzo e Damaso tre parti di un quarto del casale de Pissionis, nel luogo detto Lotergo, «citra Malianam», per la somma di 350 fiorini  Originale non conservato.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

d’oro. Seguono sulla stessa pergamena: il consenso alla vendita suddetta da parte di Egidia, moglie del detto Iacobus (1311 dicembre 13); l’atto sancente la presa di possesso da parte di Iohannes Pissionus della parte da lui acquistata del detto casale (1311 dicembre 14). Notaio: Nicolaus Petri Iacobi Romani. Originale: Caps. 74, fasc. 143, n. 3; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 18v-19v. Sul verso, nel margine superiore destro: «Sunt septem instrumenta tenenda pro Pesce» (sec. XIV); nel margine superiore, al centro: «Adinolfi» (sec. XIV); al disotto: «Emptio trium partium casalis Piscionis etc. anno 1311» (sec. XVI-XVII); nel mezzo, in lettere capitali: «Casalis Piscis»; segue, di altra mano: «de anno mcccxi» (sec. XV-XVI); sulla destra, in inchiostro parzialmente evanido: «Emptio trium partium quarte partis casalis Piscis per [dominum] Ioannem Piscionis a domino Iacobo de Paparescis» (sec. XV); al disotto: «Emptio trium partium quartae partis casalis Piscis per dominum Ioannem de Piscionibus a domino Iacobo de Paparescis pro 350 florenis auri, anno 1311» (sec. XVI-XVII); nel margine inferiore: «R 19»; al disotto, di altra mano: «Casale de Piscionibus» (sec. XV); sulla destra, di altra mano: «Anque carte casalis de Piscionibus» (sec. XV). Pergamena di cm 101,5 × 55, con alcune macchie d’umidità, la più estesa delle quali nell’angolo superiore sinistro. Regesto: Grimaldi, Index, f. 259r.

28 ‒ 1312 aprile 30 Iacobus, Leonardus, Laurentius e suo figlio Ricardus, e Iohannes Celle, tutti esponenti della famiglia de Sanguineis, e Franciscus Petri domini Angeli Tedelgarii, da una parte, e Iohannes domini Normandi de Monte Floris del rione Trastevere, dall’altra parte, mediante i rispettivi procuratori si scambiano la promessa di non arrecarsi molestia in futuro, stabilendo un’ammenda di 2000 fiorini d’oro per i trasgressori della pace in tal modo sancita. Segue sulla stessa pergamena la fideiussione fatta in favore di Iohannes Normandi da Nicolaus Capocie de Pappazuris, Angelus Callarella de Perleonibus, Nicolaus domini Octabiani de Thedallinis, Archionus filius Crescentii de Crescenzonibus e Iohannes Obicionis Francisci Petri Obicionis. Notaio: Maximus Andacumdei. Originale: Caps. 62, fasc. 228, n. 4. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum pacis nullius momenti pro basilica» (sec. XVI-XVII); segue, di altra mano: «1312». Pergamena di cm 99 × 23, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349v.

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29 ‒ 1313 giugno 27, Roma, apud domos Paparonis militis et legum doctoris Romanus Henrici iudicis Baroncii, col consenso della moglie Iacoba e del figlio Petrus, vende per 900 fiorini d’oro il casale detto Turris magistri Henrici35 posto fuori le porte Viridaria e di Castello, nel luogo detto Mons Nergulus36, a Garsia Petri abate «secularis ecclesie Fusellensis»37 e al magister Gerius (Guidocti)38 di Città di Castello, scrittore della Penitenzieria papale, agenti in qualità di procuratori dei cardinali diaconi Franciscus Caietanus di S. Maria in Cosmedin39 e Ricardus de Senis di S. Eustachio40, e di Petrus vescovo di Salamanca41, esecutori testamentari del fu Petrus Ispanus42, cardinale di Sabina. Notaio: Iohannes Buccamelis. Originale: Caps. 39, fasc. 153, doc. 2; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 104r-105v. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Carta emptionis turris et casalis magistri Henrici facte procuratoribus executorum condam bone memorie domini Petri Yspani cardinalis. [segue ripetuto] Carta emptionis turris et casalis magistri Henrici iudicis facta procuratoribus executorum condam bone memorie domini Petri Yspani cardinalis. Assignatum die xxvi aprilis per [...]» (sec. XIV); segue: «Casale turris Henrici extra portam Viridariam et Sancti Angeli» (sec. XVI). Pergamena di cm 76,5 × 25, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 274v.

30 ‒ 1313 luglio 2, Roma, S. Pietro, in palatio basilice Garsia Petri, abbas Fusellensis, e Gerius Guidocti di Città di Castello, scrittore della Penitenzieria papale, in qualità di procuratori dei cardinali diaconi Franciscus Caietanus di S. Maria in Cosmedin e Ricardus de Senis di Sant’Eustachio e di Petrus, vescovo di Salamanca, esecutori testamentari del cardinale di Sabina Petrus Ispanus, assegnano ai canonici di S. Pietro (elencati nominativamente in 35  Su questo casale, probabilmente ubicato lungo il declivo di Monte Mario, in direzione dei cosiddetti prata Castelli, si veda Gauvain 2011, pp. 316-318. 36  Località attestata nell’area dei Prati di Castello, anche nelle varianti di Mons Mergulus o Monte Nigrolo: cfr. Tomassetti 1975-1977, III, p. 22; Gauvain 2011, p. 316, nt. 3 e contesto. 37  Oggi Husillos, diocesi di Palencia, cfr. Cottineau 1939, I, col. 1235. 38  Cfr. Guillemain 1962, p. 341, nt. 402. 39  Francesco Caetani (1295-1317†): cfr. Eubel 1913, pp. 12, 51. 40  Riccardo Petronus de Senis (1298-1314†): cfr. Eubel 1913, pp. 13, 49. 41  Pietro Fechor O.F.M. (1310-1324): cfr. Eubel 1913, p. 429; Paravicini Bagliani 1980, p. 79. 42  Pietro Rodriguez, vescovo di Burgos, cardinale vescovo di Sabina dal 1302 al 1310 (†): cfr. Eubel 1913, pp. 13, 38. Il suo testamento, redatto prima del 3 novembre 1306, non si è conservato; rimane, però, la licentia testandi emessa in suo favore da Clemente V il 28 novembre 1305: cfr. Paravicini Bagliani 1980, p. 79. Di lui si trova memoria in diversi luoghi del Liber anniv. di S. Pietro: cfr. Egidi 1908, pp. 182-183 (4 gen.); 234-235 (25 lug.): «Isto die debet fieri an. pro an. d. Petri Yspani ep. Sabin., in quo exp. tertia pars omnium fructuum medii casalis quod dicitur Aquatraversa»; 278-279 (21 dic.).

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

numero di sette) i beni immobili da essi acquistati (metà del casale di Acquatraversa43, metà del casale de Soricis44, l’intero casale Turris magistri Henrici, e una casa nella Portica di S. Pietro) per un valore complessivo di 3000 fiorini d’oro, secondo quanto disposto dal suddetto Petrus Ispanus nel suo testamento, con la clausola che i frutti del casale Turris magistri Henrici e della domus nella Portica di S. Pietro siano riservati in perpetuo alla cappella di S. Giacomo45, da erigersi nella basilica vaticana secondo le ultime volontà del testatore. Notaio: Iacobus bullarius. Originale: Caps. 39, fasc. 153, n. 3; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 101v-102v. Sul verso, nel medio margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Procuratio domini Petri Yspani cardinalis facta quibusdam cardinalibus et substitutio» (sec. XIV); nel margine superiore destro: «Assignatio canonicis et capitulo casalium Aquetraversse [sic], de Soricis, Turris magistri Henrici, pro anima reverendissimi cardinalis Petri Hispani, cardinalis Sabinensis. Duplicata» (sec. XVI). Pergamena di cm 70 × 44,5, con una piccola lacerazione cucita con spago al disotto della rogatio notarile. Regesto: Grimaldi, Index, f. 274v.

31* ‒ 1313 luglio 2, Roma, S. Pietro, in palatio basilice Altro originale del precedente n 30: Caps. 39, fasc. 153, n. 4; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 103r-104r. Sul verso, nel margine inferiore: «Procuratio facta per executores testamenti domini Petri Yspani cardinalis» (sec. XIV); nel margine superiore: «Possessiones empte per executores domini Petri Ispani episcopi Sabinensis pro nostra basilica pro tribus milibus florenorum, videlicet medietas casalis Acqatraverse, turris, palatiorum, domorum et enclastri; item medietas casalis de Soricis; item proprietas alterius casalis Turris magistri Henrici cum vineis et pertinentiis suis; item domus in portica et est pro capella Sancti Iacobi in dicta basilica. Duplicata» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 66 × 47,5, con diffuse rosicature nel margine destro e concomitante perdita di parti del testo.

32 ‒ 1314 marzo 10 Dominicus magistri Petri Zenzali, già de Hessculo e ora della regione Scorteclari, e suo figlio minorenne Nicolaus, col consenso di Agnes, moglie del detto Nico43  Sul casale di Acquatraversa, ubicato circa al km VII della via Cassia, presso il fosso omonimo, si veda Gauvain 2011, in particolare, pp. 144-145. 44  Su questo casale si veda Gauvain 2011, p. 145, ove s’ipotizza che la denominazione di casale de Soricis possa essere il frutto di una corruttela dell’originario appellativo di casale de Saracenis. 45  Trattasi probabilmente del «sacellum sancto Iacobo Apostolo dedicatum» che l’Alfarano situa nella navatella di destra della basilica costantiniana, dicendolo restitutum nel Quattrocento dal cardinale Antonio Calvi: cfr. Cerrati 1914, p. 95 (nr. 97).

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laus e figlia del fu frater Philippus pictor, vendono a Maria, moglie del fu Bucius Cabonis, una casa «scoperta circum circa infra se et cum statio ante se», posta in Scorteclari, per il prezzo di 37 libbre e 5 solidi di provisini del senato, «silicet in florenis de bono et puro auro et recti ponderis». Notaio: Petrus Bartholomei Capucie. Originale: Caps. 56, fasc. 201, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Domus domine Marie de regione Scorticlari» (sec. XVI); segue, di altra mano: «1315». Pergamena di cm 74,5 × 25,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 323r (con datazione sbagliata al 1315).

33 ‒ 1314 giugno 23, Roma, S. Pietro, in canonica Bertuldus de filiis Ursi46, «prepositus Montisfalconis», consegna al frater Rogerius, sacrista dell’ospedale di S. Spirito, alcuni beni immobili ‒ «(...) accasamenti et domorum (...) que vocabantur caminata Iordani de Ponte47 (...) in platea Sancti Petri (...) et cuiusdam alterius accasamenti et domorum usque in med(io) porte Viridarie cum hospitali in eis et cum ortis retro eas ipsius Nicolai positarum in portica Sancti Petri civitatis Leoniane (...) et duarum petiarum vinearum (...) ipsius Nicolai Muti positarum extra et prope portam castelli Sancti Angeli» ‒ già proprietà del fu Nicolaus Mutus e dallo stesso Bertuldus occupati a motivo dei 400 fiorini che lo stesso Nicolaus gli doveva, e che furono pignorati a quest’ultimo «pro domino Iohanne fratre domini regis Roberti»48. Ciò fa perché confessa di aver ricevuto dal detto Rogerius la somma di 100 fiorini. Notaio: Angelus Petri Blasii. Originale: Caps. 60, fasc. 219, n. 4. Sul verso, nel margine superiore sinistro, preceduta da signum crucis (croce di S. Spirito): «Instrumentum resignationis domorum de platea Sancti Petri hospitalis et vinearum condam Nicolai Muti facte per dominum Bertuldum hospitali Sancti Spiritus» (sec. XIV). Pergamena di cm 68,5 × 22,5, in buono stato di conservazione. 46  Bertoldo di Orso di Gentile Orsini, prevosto della chiesa di Montefiascone, priore della chiesa di San Nicola di Bari, arcivescovo di Napoli dal 1322 al 1325 (†): cfr. Eubel 1913, p. 360; Allegrezza 1998, pp, 72, 174 e tav. 7. 47  Sulla genealogia e il patrimonio immobiliare della famiglia romana dei De Ponte si veda Coste 1988. La caminata Iordani de Ponte in platea Sancti Petri doveva costituire un secondo nucleo abitativo posseduto dalla famiglia, trovandosi il palatium magnum dei De Ponte «vicino al fiume e al ponte San Pietro»: cfr. ivi, p. 66. 48  Si fa qui riferimento, quasi certamente, a Giovanni d’Angiò (ca. 1276-1355†), conte di Gravina, il quale aveva soggiornato a Roma dal dicembre 1311 all’estate del 1312, inviatovi dal fratello Roberto con il segreto incarico d’impedire l’incoronazione nell’Urbe di Enrico VII: cfr. Duprè Theseider 1952, pp. 402. Su di lui si veda Coniglio 1961B.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Si tratta di una delle pergamene facenti parte del rotulus relativo alle proprietà in platea Sancti Petri di Nicolaus Mutus de Piperis. Si veda in proposito quanto detto supra, doc. 8. Regesto: Grimaldi, Index, f. 341r-v.

34 ‒ 1314 giugno 26, Roma Angelus Iunta del rione Ponte cede per 25 fiorini a Petrus Pauli Alibrandini e a Nicolaus Aquile, calzolari dello stesso rione, i diritti e le azioni che possiede contro Lellus Maringiani del rione Parione, in virtù della diffida comminata a costui dal senato di Roma, che gli fa obbligo di risarcire il detto Angelus della somma anzidetta. Notaio: Iacobus Iohannis Benevenuti. Originale: Caps. 62, fasc. 229, n. 7. Sul verso, nel margine inferiore: «Venditio iurium Angeli Ionte occasione xxv florenorum» (sec. XVI). Pergamena di cm 65,5 × 15,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, ‒

35 ‒ 1315 febbraio 10 I fratelli Stephanus, Matheus e Andreas, filii Iacobi olim domini Iohannis Stephani de Manectis49, alla presenza della madre Paula, ratificano la vendita da loro fatta in favore dello zio paterno, Iohannes olim domini Iohannis Stephani de Manectis50, beneficiato di S. Pietro, agente a nome proprio, di mezza casa divisa con gli eredi del fu Tomassus de Manectis, per il prezzo di 50 libbre di provisini del senato. Notaio: Iohannes Iacobi de Rogeriis. Originale: Caps. 61, fasc. 392, doc. 3. Sul verso, al centro del margine superiore: «F» (sec. X I V ); nel margine inferiore: «Domus empta a Io(hanne) beneficiato Sancti Petri» (sec. X V -X V I ); al disotto della precedente: «Hec est carta ratificationis venditionis cuiusdam medietatis domus facte per Stephanum, Mattheum et Andream domino Iohanni de Mannectis» (sec. X I V ); segue, di altra mano: «beneficiato basilice» (sec. X V -X V I ); segue, di altra mano coeva alla precedente: «de anno M C C C X V ». Pergamena di cm 34 × 23,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349r. 49  Per una ricostruzione genealogica della famiglia Manetti si veda Hubert 1990, pp. 260261. Il presente documento contribuisce a integrare i dati presentati in quella sede, in quanto ci consente d’identificare un terzo figlio di Giacomo di Giovanni Stefano mancante nella suddetta ricostruzione, cioè Andrea. Allo studio sopra citato si rimanda anche per la descrizione degli edifici posseduti dalla famiglia Manetti che, fin verso la fine del Duecento, erano ubicati perlopiù nella regio Arenule: cfr. ivi, pp. 190-192 e passim. 50  Cfr. Egidi 1908, pp. 206-207 (25 apr.): «Ob. Iohannes de Mannectis benefic. n., qui rel. n. bas. actionem quam habuit contra Saullos [così per Sauellos?], de qua pervenerunt ad cameram fl. .ccc.».

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36 ‒ 1315 marzo 27, Napoli Roberto re di Sicilia, su istanza dei canonici di S. Pietro, comunica al giustiziere d’Abruzzo la propria decisione di concedere ai gabellotii annualmente nominati dagli stessi canonici in Ortona la licenza di portare con sé «arma prohibita», stanti le continue difficoltà e i pericoli da costoro incontrati nell’esercizio della gabella. Originale: Caps. 46, fasc. 343, n. 1. Sul verso, nel margine superiore: «Robertus rex concessit gabellottis basilice in Ortona licentiam ferendi arma» (sec. XVI); nel margine destro: «Registrata per totum» (sec. XIV); ivi, di altra mano: «Lictera armorum» (sec. XIV). Segnature precedenti: 105; 22. Pergamena di cm 13 × 26, in buono stato di conservazione. Del sigillo di cera adeso a coda pergamenacea restano attualmente soltanto alcuni frammenti. Regesto: Grimaldi, Index, f. 291r.

37 ‒ 1315 giugno 27, Roma Andreas olim Thomasci iudicis de Velletro51, beneficiato di S. Pietro, vende per 200 libbre di provisini del senato a Iohannes olim domini Iohannis Stephani de Manectis, anch’egli beneficiato vaticano, una «domum soninatam cum orto, puteo» e con una «alia domo post se, que domus vocatur stabulum, et porticale ante se», posta nel rione Sant’Eustachio. A tal fine, egli dà incarico a Faciolus Mat(t)hie de Tineosis, procuratore da lui nominato in tale circostanza, d’immettere il compratore nel possesso dei beni suddetti. Notaio: Iohannes Iacobi de Rogeriis. Originale: Caps. 57, fasc. 372, n. 3. Sul verso, nel margine superiore, evanida nella parte finale: «Hec est carta venditionis facte domino Iohanni de Manectis per presbiterum Andream de Velletro de domo que olim fuit Iacobi de [...]» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Emptio domus in regione Sancti Eustachii de anno m ccc xv» (sec. XVI); segue, di altra mano: «per Iohannem de Manectis» (sec. XVII). Pergamena di cm 32 × 29, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 328r.

38 ‒ 1316 novembre 25, Assisi, in palatio communis Paulus Coderoni, fratello carnale del fu Iacobus Coderoni, e il nipote di quest’ultimo, Puczarellus del fu Petrucius Coderoni dictus Lancia, in presenza del giudice Atto asseriscono di essere gli eredi proximores del detto Iacobus e di aver adìto 51  Cfr. Egidi 1908, pp. 220-221 (16 giu.): «Ob pbr Andreas de Velletro benefic. huius bas., Exp. soll. .XII. bone mon.».

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

in quanto tali l’eredità di costui già da molti anni. Dichiarano, pertanto, la propria intenzione di rispondere in futuro agli aventi diritto sull’eredità anzidetta. Notaio: Iacobus Petri. Originale: Caps. 63, fasc. 227, n. 9. Sul verso, nel margine superiore: «Assertio Pauli Coderoni asserentis se heredem esse domini Iacobi Coderoni» (sec. XIV). Pergamena di cm 28,5 × 19, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349v.

39 ‒ 1317 maggio 15 Petrus de Granano, hospitalarius e superstis domorum dell’ospedale di S. Spirito in Sassia, su incarico del frater Symon, precettore, e dei confratelli del detto ospedale, dà in affitto a Corradus magistri Henrici abitante nella Portica di S. Pietro, per due anni a partire dalla successiva festa di san Pietro, il palatium che fu di Nicolaus Mutus, posto nella piazza di S. Pietro, «cum ballatorio, statio et puteo ante se», verso la promessa di corrispondere ogni anno al S. Spirito nel giorno di Pasqua 6 fiorini in assenza del papa e, se il papa dovesse fare ritorno a S. Pietro, «secundum quod alie domus dicte platee». Notaio: Petrus Marius de Amatiscis. Originale: Caps. 60, fasc. 219, n. 6. Pergamena di cm 39 × 22,5, in buono stato di conservazione. Si tratta di una delle pergamene facenti parte del rotulus relativo alle proprietà in platea Sancti Petri di Nicolaus Mutus de Piperis. Si veda in proposito quanto detto supra, doc. 8. Regesto: Grimaldi, Index, f. 341v.

40 ‒ 1317 giugno 12 Petrus (de Granano), hospitalarius e superstis domorum dell’ospedale di S. Spirito in Sassia, su incarico del frater Symon, precettore del detto ospedale ed esecutore testamentario del fu Nicolaus Mutus, dà in affitto per un anno a Corradus magistri Henrici e alla moglie Clara, abitanti nella Portica di S. Pietro, il palatium che fu del detto Nicolaus Mutus, posto nella piazza di S. Pietro, «cum ballatorio, statio et puteo ante se», verso la promessa di pagare al S. Spirito nel giorno di Pasqua 6 fiorini, «et si papa ad Sanctum Petrum venerit, promiserunt reddere secundum quod alie domus dicte platee». Notaio: Petrus Marius de Amatiscis. Originale: Caps. 60, fasc. 219, n. 5. Pergamena di cm 39 × 23, in buono stato di conservazione.

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REGESTI

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La datatio di questo documento riporta il millesimo 1316: «Anno nativitatis eiusdem millesimo ccco xvi, pontificatus domini Iohannis xxii pape, indictione xiiii, mense iunii, die xii». Tuttavia, la menzione in essa del pontificato di Giovanni XXII, eletto a Lione il 7 agosto 1316 (cfr. Mollat 1930, p. 43), spinge a ritenere erronea la suddetta indicazione cronologica e a preferirle, come anno di redazione del nostro documento, il 1317. In tal caso, quest’ultimo andrebbe interpretato come un rifacimento del precedente contratto di locazione fatto dall’ospedale di S. Spirito in favore di Corradus magistri Henrici, stipulato il 15 maggio dello stesso anno (cfr. supra, doc. 39): tra gli obbligati compare stavolta, oltre allo stesso Corradus, sua moglie Clara, e anche la durata della locazione (due anni nel contratto antecedente) è qui ridotta a un solo anno. Si tratta di una delle pergamene facenti parte del rotulus relativo alle proprietà in platea Sancti Petri di Nicolaus Mutus de Piperis. Cfr. in proposito quanto si dice supra, doc. 8. Regesto: Grimaldi, Index, f. 341v.

41 — 1318 gennaio 19, Napoli Roberto re di Sicilia, su istanza dei canonici di S. Pietro, ordina al giustiziere d’Abruzzo d’impedire il transito delle merci per la strada «insolitam, que Moricinus dicitur»52, escogitata dagli uomini di Ortona per aggirare la dogana locale, con detrimento dei proventi del capitolo. Originale: Caps. 46, fasc. 343, n. 2. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Robertus rex mandat hominibus Ortone revocari stratam novam in preiudicium Capituli adinventam» (sec. XVI); nel margine destro, in inchiostro molto evanido: «Iust(itiario) Aprutii present(ata) et fu. | Registrata per totum | Pro basilica Sancti Petri de Urbe» (sec. XIV); nel margine inferiore destro, su quanto rimane di un lembo della pergamena: «Lictera strate Morri[cinus]» (sec. XIV). Segnature precedenti: 73. Pergamena di cm 12 × 29,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 291r.

42 — 1318 febbraio 20 Petrus Philippi Petrice Iohannis Oddonis del rione Trevi e sua moglie Abundantia, figlia del fu Iohannes Ricci iudicis de Peczengaris, col consenso di Leonarda, madre dell’anzidetta Abundantia, vendono a Maria, moglie del fu Bucius Cavonis della regione Scorteclari, una casa «terrineam bassam cum statio et platea ante se usque ad viam publicam» in Scorteclari, per il prezzo di 100 libbre di provisini del senato. Notaio: Petrus Bartholomei Capucie. 52  Sul toponimo Morregine e la sua variante Morrecine, in uso ancora nella cartografia moderna a indicare «la prima il tratto di pianura a sud della strada provinciale chiamata localmente Pennacchione, e l’altra il secondo tratto a nord», si veda De Luca 1979, p. 87.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Originale: Caps. 56, fasc. 201, n. 3. Sul verso, nel margine superiore: «Domus domine Marie» (sec. XVI); al disotto della precedente: «Instrumentum domorum domini Petri de Pusterla» (sec. XV); segue, di altra mano: «1318». Pergamena di cm 74,5 × 20,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 323r.

43a — 1318 aprile 26 Gentilis de filiis Ursi53, miles e maestro giustiziere del regno di Sicilia, fa redigere un codicillo con cui conferma il tenore del testamento da lui dettato in quello stesso giorno54, eccetto che ora dispone che al figlio maggiore, il miles Romanus, spetti di soddisfare per due parti i debiti paterni, mentre sull’altro figlio, Ceccus dictus Francursus, tale obbligo ricada soltanto per un terzo. Notaio: Petrus Leonardi Iohannis Cinthii. Copia autentica del 1330 apr. 4, not. Paulus Iohannis Iacobi Alberti «ex dictis publicis, autenticis et originalibus instrumentis codicillorum et sententiarum»: Caps. 61, fasc. 392, n. 4. Sul verso, nel margine superiore: «Sententia super hereditate domini Gentilis de filiis Ursi Nole comitis, qui dominam Io(hannam) eius uxorem heredem universalem instituit» (sec. XV-XVI); più in basso è apposta la seguente nota, la cui prima parola è caduta con parte del supporto: «[Hoc] e(st) exemplum cuiusdam publici instrumenti codicellorum et carumdam [sic] sin(tenti)a(rum) publicat(arum)» (sec. XIV). Pergamena di cm 54,5 × 48, con estese rosicature per l’intera estensione del margine sinistro e con concomitante, anche se modesta, perdita di parte del testo. La pergamena contiene tre atti (si veda infra, docc. 43b-c) rogati da tre diversi notai. La sottoscrizione del notaio autore della copia è preceduta da quelle di Nicolaus de Iustinis, iudex palatinus, e dei notai Iohannes domini Iohannis de Infernis, Nicolaus Petri Martini e Petrus Angeli Bondie. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349r.

43b — 1328 marzo 4, Roma, in podis palatii Capitolei Petrus de Magistris Luce («dudum iudex palatinus super appellationibus et aliis extraordinariis causis deputatus et nunc iudex in dicto officio appellatio53  Gentile di Bertoldo di Gentile Orsini, maestro giustiziere del Regno dal 1295. Nel corso di tre matrimoni, Gentile ebbe sette figlie e tre figli, Romano, Latino e Francorso. Di questi, Latino premorì al padre, Romano risulta non più in vita nel 1326, Francorso morì ancora adolescente nel 1328. L’ultimo dato cronologico che si possiede su Gentile è costituito dal testamento (si veda la nota seguente) e dal presente codicillo. Per i dati biografici sopra riportati cfr. Allegrezza 1998, ad indicem (in particolare, pp. 43-47, 165) e tav. 10, gen. 6; di Gentile quale figura di “intellettuale” laico si parla in Internullo 2016, pp. 141-144. 54  Sul testamento di Gentile (di cui si conserva l’originale presso l’Archivio di Stato di Firenze: fondo Capponi, 159, n. 7) si veda Carocci 1993, pp. 397-398, nt. 64 e Allegrezza 1998, p. 47, nt. 25, e p. 174.

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num») nella causa che oppone i nobiles viri Robertus, Bertuldus e Guido, figli ed eredi del fu Romanus de filiis Ursi55, «Nolani et palatini comitis», da una parte, e Iacoba56, moglie del fu Gentilis de filiis Ursi, dall’altra parte, respingendo la richiesta d’appello fatta dai tre fratelli («cum non fuerit gravamen illatum et eapropter male fuisse appellatum»), rimette le parti al primo giudizio. Notaio: Iohannes Silvestri. 43c — 1328 aprile 20, Roma Petrus de Magistris Luce («iudex palatinus super appellationibus et aliis extraordinariis causis deputatus») nella causa vertente circa l’eredità di Francursus, figlio ed erede pro medietate del fu Gentilis de filiis Ursi, tra Iacoba, moglie del detto Gentilis, da una parte, e Anastasia, moglie del fu Romanus (fratello del detto Francursus ed erede pro alia medietate del padre Gentilis), i figli Bertuldus, Guido e Robertus («heredes et bonorum possessores» di Romanus) e le figlie Margarita e Simonecta, dall’altra parte, ordina che la detta Iacoba sia immessa nel possesso della detta eredità. Notaio: Angelus Pilella. 44 — 1318 luglio 8 Bartholomea, figlia di Bartholomeus Iohannis Lelli, della Portica di S. Pietro rinuncia in favore del capitolo di S. Pietro a tutti i diritti e le azioni che possiede su una casa solarata posta nella Portica suddetta, diritti che la stessa Bartholomea aveva in precedenza donato inter vivos ai canonici; questi, da parte loro, rinunciano a certe spettanze in denaro loro dovute da Bartholomea per la casa che abita per concessione del capitolo nella parrocchia di S. Salvatore de Terrioni57. Notaio: Iohannes bullator. 55  Romano, figlio di Gentile di Bertoldo Orsini, si unì in matrimonio nel 1293 con Anastasia, figlia di Guy di Montfort. Da questa unione, caldeggiata dallo stesso Carlo II e dalla quale Romano ebbe in seguito il titolo comitale di Nola e quello di conte palatino, nacquero due figlie femmine, Margherita e Simonetta, e tre maschi, Roberto, Bertoldo e Guido: cfr. Allegrezza 1998, pp. 43-47 e tav. 10. 56  Giacoma di Stefano di Pietro Stefaneschi, moglie in terze nozze di Gentile di Bertoldo Orsini: cfr. Allegrezza 1998, p. 161, nt. 6. 57  Chiesa annoverata nel secolo XIV tra le filiali della basilica vaticana, in seguito parzialmente demolita per dar luogo alla fabbrica del Tribunale del Sant’Uffizio, nei pressi della Porta Cavalleggeri: cfr. Huelsen 1927, pp. 454-455, nr. 41; Lombardi 1998, p. 375, s.v. Chiesa di S. Salvatore in Turrione; Stocchi 2010A, pp. 58-59 (nr. 2).

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Originale: Caps. 58, fasc. 211, n. 3. Sul verso, nel margine superiore destro: «Carta Bartholomee filie Bartholomei Iohannis Lelli» (sec. XIV); al disotto: «Domus in Burgo» (sec. XVI); nel medio margine superiore: «Anni mcccxviii» (sec. XV); al disotto delle precedenti: «Cessio iurium super domo in portica S. Petri per Bartholomeam filiam Bartholomei Lelli, 1318» (sec. XVII). Pergamena di cm 38 × 19,5, con estese rosicature nel margine destro e conseguente perdita di un’ampia porzione del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 333r.

45 — 1318 agosto 29 Bartholomea, figlia del fu Bartholomeus Iohannis Lelli, della Portica di S. Pietro vende per 40 libbre di provisini al presbiter Nicolaus, rettore della chiesa di S. Stefano de Hungaris58, e alla sorella di costui, Lucia, agenti a nome proprio, metà di una casa con orto, proprietà della basilica di S. Pietro («que tota domus posita est in proprietate basilice Principis apostolorum de Urbe»), unita pro indiviso con l’altra metà posseduta da Margarita, filia condam Mariae de mastro Petricce, posta nella detta Portica, nella parrocchia di S. Salvatore de Terrioni. La stessa Bartholomea s’impegna, poi, a pagare «toto tempore vite sue» il canone di locazione ai canonici di S. Pietro; mentre, dopo la sua morte, spetterà ai detti Nicolaus e Lucia pagare ogni anno alla basilica, nel giorno di san Pietro, 29 solidi di provisini. Notaio: Iohannes bullator. Originale: Caps. 59, fasc. 385, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Carte pro domo olim Lucie Vusche» (sec. XIV); segue, di altra mano: «Anno mcccxviii» (sec. XV-XVI); al disotto: «Media domus in burgo in portica, Sancti Salvatoris» (sec. XVI-XVII); segue, di altra mano coeva: «de Terrione». Pergamena di cm 69 × 23, generalmente in buono stato di conservazione. Si segnala, tuttavia, la presenza di un foro che ha provocato la perdita di alcune parole del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 340v. 58  Chiesa annessa a uno dei quattro monasteri che servivano anticamente la basilica di S. Pietro. Denominata in precedenza S. Stefano Minore o de Agulia, essa deve il suo posteriore epiteto all’ospizio fondatovi da Stefano I d’Ungheria (997-1038) per accogliere quanti tra i suoi sudditi si fossero recati in pellegrinaggio a Roma. Fu demolita nel 1766 per erigere sul suo sito gli attuali edifici della sacrestia e canonica di S. Pietro. Nel secolo X I V era filiale della basilica vaticana. Cfr. Huelsen 1927, p. 472, nr. 78; Lombardi 1998, pp. 377-378; Stocchi 2010A, p. 62 (nr. 18).

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46 — 1318 settembre 30 Iohannes, figlio emancipato di Bucius Consulis de Clausura, canonico di S. Giorgio in palatio Mediolan(ensi)59, vende ad Alvaperna, moglie di Iohannes Consulelli de Clausura, la quarta parte di 70 appezzamenti di vigna posti fuori porta Castello, in contrada Montismali, e altri tre appezzamenti di terra vignata posti fuori la porta di S. Maria del Popolo, in contrada Silcis rupte60, per il prezzo di 150 fiorini. Notaio: Angelus Iacobi de Cicharellis. Originale: Caps. 66, fasc. 189, n. 4. Sul verso, nel margine superiore: «Quarta pars vinearum lxx petiarum vineat(arum) in Monte Mali» (sec. XVI); al disotto della precedente: «Vendita Alvapernae uxori Ioannis Consuli anno 1318». Pergamena di cm 67,5 × 27,5, con ampie rosicature nel margine sinistro. In corrispondenza dell’enumerazione dei terreni costituenti l’oggetto della compravendita, il notaio redattore dell’atto ha lasciato uno spazio bianco esteso per sette righe di testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 309r.

47 — 1318 ottobre 15 Bartholomea, moglie di Nerolus, abitante nella Portica di S. Pietro, in contrata Hermeni61, «infirma corpore», detta le sue ultime volontà. Istituisce eredi i figli Bartholomeus, Oddo e Laurentia, a ognuno dei quali lascia 12 provisini del senato, «pro iure institutionis et falcidie». Quale luogo della sua sepoltura elegge il porticale della basilica di S. Pietro, alla quale destina 40 provisini del senato «pro iaconia mei corporis». In alternativa, chiede di essere sepolta «intus», nella chiesa di S. Michele de porticu Sancti Petri62, a cui lascia pro opera 20 solidi di denari provisini. Altri lasciti dispone in favore delle chiese di S. Salvatore 59  Chiesa tuttora esistente. Deve il suo nome alla vicinanza con il palazzo che una tradizione locale vorrebbe eretto dall’imperatore Traiano: cfr. Fiorio 2006, pp. 404-408. 60  Cfr. Tomassetti 1975-1977, III, p. 310, che ricorda «un terreno in contrada Selce rocta, fuori la stessa porta [sc. Flaminia], indicato in atti di S. Silvestro, tra i quali, una vendita del 1355 e un’altra del 1371». 61  Contrada che prendeva il nome da un ospizio degli Armeni con annessa chiesa intitolata per l’appunto Sancta Maria de Harmenis. Quanto alla sua ubicazione «al fianco orientale del palazzo dell’Inquisizione, vicino a S. Salvatore ed a S. Zenone», si veda Ehrle 1910, pp. 32-36. 62  Si tratta della chiesa oggi intitolata ai Ss. Michele e Magno, posta a breve distanza dal colonnato di S. Pietro, nel Borgo di S. Spirito. Nel secolo XIV era chiesa soggetta alla basilica vaticana. Cfr. Huelsen 1927 p. 388, nr. 118; Stocchi 2010A, p. 63 (nr. 23).

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

de Terrione, S. Zenone63 e S. Martino de portica64 e dell’ospedale di S. Spirito in Sassia. Quali esecutori testamentari nomina il presbiter Nicolaus, rettore di S. Stefano de Hungaris, e tale Lucia65. Notaio: Iohannes Nicolay Luce. Originale: Caps. 65, fasc. 352, n. 1. Sul verso, nel margine inferiore: «Testamentum domine Bartholomee de contrata Hermeni mcccxviii» (sec. XV-XVI); segue di altra mano coeva: «Pro basilica». Pergamena di cm 39,5 × 15, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 300v-301r.

48 — 1318 novembre 7 Iohannes Angeli Iohannis Nicolai, taverniere in Campo de’ Fiori, vende per 100 fiorini una casa «cum orto post se et cum solario infra se et cum duobus hostiis a latere anteriori dicte domus et cum uno hostio a latere posteriori», posta nella Portica di S. Pietro, «in parrochia Sancti Martini», a Taddea, moglie di Angelus Iacobi Thebaldi aurifex, alla presenza e col consenso di Nicolaus domini Petri Iohannis Rustici de Thebaldescis, proprietario eminente della detta casa, stante la pensio di 15 solidi di provisini del senato che la compratrice dovrà pagare ogni anno al detto Nicolaus. Notaio: Petrus Buvani. Originale: Caps. 60, fasc. 220, n. 3. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Burgo» (sec. XVI); nel medio margine superiore: «Emptio domus pro domina Tadea» (sec. XIV-XV); segue, di mano posteriore: «de anno 1318»; al disotto della precedenti: «Ynstrumentum domus domine Tadee posite in corritorio» (sec. XIV). Pergamena di cm 51 × 17,5, sulla quale sono presenti macchie di muffa violacee. Regesto: Grimaldi, Index, f. 342r.

49 — 1319 aprile 12, Ortona Iacobus archipresbyter e il capitolo di S. Maria di Ortona, riuniti more solito nel cimitero annesso alla chiesa, sottomettono quest’ultima e le cappelle da essa 63  Fu chiesa filiale della basilica vaticana, ubicata un tempo sul sito dell’odierno Palazzo dell’Inquisizione e distrutta tra il 1513 e il 1531: cfr. Huelsen 1927, p. 502, nr. 1; Lombardi 1998, p. 380; Stocchi 2010A, p. 61 (nr. 11). 64  Anche detta ecclesia Sancti Martini de Curtina e, talvolta, San Martinello. Nel secolo XIV era filiale di S. Pietro. Nel secolo XVI fu incorporata al palazzo fatto costruire dai Cavalieri di Malta per ospitarvi il loro Priorato romano. Cfr. Ehrle 1910, pp. 36-37; Huelsen 1927, p. 386, nr. 114; Lombardi 1998, p. 368, s.v. Chiesa di S. Martino de Portico; Stocchi 2010A, p. 61 (nr. 14). 65  Da identificarsi, probabilmente, con l’omonima sorella di Nicola, rettore di S. Stefano de Hungaris: cfr. supra, doc. 45.

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dipendenti alla giurisdizione della basilica di S. Pietro di Roma, «cuius iugum suavem et onus leve non immerito reputamus». Originale: Caps. 74, fasc. 174, n. 1. Sul verso, nel mezzo: «Summissio ecclesie Sancte Marie de Ortona nostre basilice» (sec. XIV); sulla destra: «Orton(a)». Segnature precedenti: 103; 4. Pergamena di cm 14,5 × 34,5, in buono stato di conservazione. Si conservano parzialmente i due sigilli di cera pendenti da tenie pergamenacee dell’arciprete e del capitolo di S. Maria di Ortona. Il documento non presenta sottoscrizione notarile. Regesto: Grimaldi, Index, f. 292r.

50 — 1319 aprile 22, Napoli Carlo66, figlio primogenito del re Roberto, duca di Calabria e vicario generale del Regno, dà ordine agli ufficiali della terra di Francavilla di soddisfare i canonici di S. Pietro dei proventi a costoro assegnati in Francavilla dal nonno Carlo II con lettera67 il cui testo viene riportato all’interno del presente documento. Originale: Caps. 43, fasc. 168, n. 7. Sul verso, nel margine sinistro: «Littere regis Caroli ii Sicilie de exigendis fructibus gabelle Ortone» (sec. XVI); segue, di altra mano: «1319»; ivi, in inchiostro molto evanido: «[...] concessa per [...] basilice in fructibus Francaville» (sec. XIV); segue: «Registrata per totum» (sec. XIV). Segnature precedenti: 98; 66. Pergamena di cm 18,5 × 58,5, in buono stato di conservazione, con sigillo di cera pendente. Regesto: Grimaldi, Index, f. 285v.

51 — 1319 aprile 23, Genova Roberto re di Sicilia, su istanza di Petrus de Comite68, canonico di S. Pietro, suo «consiliarius, familiaris et fidelis», ordina agli ufficiali della terra di Franca Carlo d’Angiò (1298-1328), figlio di Roberto e Violante d’Aragona: cfr. Coniglio 1961A.  Cfr. supra, doc. 22. 68  Pietro di Adinolfo Conti (†1322): cfr. Dykmans 1975A, pp. 79-80 e Montel 1988-1989, I, pp. 434-435, nr. 76: Petrus de Comite. Contrariamente a quanto riportato da Montel nella sua prosopografia, il Conti morì certamente nel 1322, come riferisce il Liber anniv. della basilica, cfr. Egidi 1908, pp. 250-251 (9 set.), e non nel 1332. L’impasse in cui Montel si venne a trovare nel fissare la data di morte di questo canonico – e che lo portò a ipotizzare per la data riportata nel Liber anniv. un «erreur de lecture pour 1332» – è dovuta alla svista in cui incorse nel datare al 1332 due documenti di Giovanni XXII che menzionano il nostro, risalenti in realtà a dieci anni prima: cfr. Mollat 1904-1947, nrr. 15995 e 16419. 66 67

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

villa di corrispondere ai canonici vaticani quanto a costoro assegnato da suo padre, Carlo II, dei proventi del fisco regio in Francavilla. Originale: Caps. 46, fasc. 343, n. 3. Sul verso, nel mezzo: «De duabus unciis solvendis per officiales Francheville» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva: «anno 1319, die 23 aprilis»; segue, di altra mano: «Robert(i)»; ivi: «De Franca Villa» (sec. XIV); nel margine inferiore destro: «Registrata in cancellaria et prothonotar(io)» (sec. XIV); ivi: «Pro capitulo basilice Principis apostolorum Petri et Pauli [sic] de Roma» (sec. XIV). Segnature precedenti: 81. Pergamena di cm 12 × 34,5, in buono stato di conservazione. Del sigillo di cera adeso a coda pergamenacea restano solo alcuni frammenti. Regesto: Grimaldi, Index, f. 291r-v.

52 — 1319 aprile 30, Napoli Carlo, duca di Calabria e vicario generale del Regno, facendo seguito a una precedente lettera (1312 feb. 16, Napoli)69 di analogo tenore emessa da suo padre, Roberto d’Angiò, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento, intima agli ufficiali della terra di Ortona di far cessare gl’impedimenti frapposti da alcuni cittadini di Ortona, «per eorundem diversas astucias», ai procuratori del capitolo di S. Pietro incaricati della riscossione dei proventi del baiulato ortonese. Originale: Caps. 43, fasc. 337, n. 3. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Iusticiariis Aprutii citra et capitan(eo) Ortone presentibus et futuris» (sec. XIV); segue: «Lictera de guastinis et assisis» (sec. XIV); segue, di altra mano: «et remotione cabelle. Ducis Karoli, anno mo ccco xviiii» (sec. XIV); ivi, in inchiostro quasi del tutto evanido: «Die [...] maii [...] oblat[...] in iudicio»; segue: «Pro basilica Sancti Petri de Urbe» (sec. XIV); nel medio margine sinistro: «Littere Caroli regis ii super iuribus conservandis canonicis et capitulo super gabella et baiulatus Ortone» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva: «anno 1319»; nel margine inferiore sinistro: «Pro basilica Principis apostolorum de Urbe» (sec. XIV). Segnature precedenti: 69. Pergamena di cm 26,5 × 48, con alcune lacune di dimensioni ridotte dovute alla piegatura tra la nona e la decima riga del testo; sigillo deperdito. Regesto: Grimaldi, Index, f. 287r.

53 — 1319 maggio 18, Roma Theodora, figlia di Matheus Thome, speziario, e moglie del fu Iacobus Romani, del rione di S. Maria in Aquiro, nella contrada di S. Maria Rotonda, madre e

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 Originale non conservato.

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tutrice di Lella e di Agnes, figlie del detto Iacobus, vende a Paulus Rogerii Romanutii del rione Arenula, agente in qualità di procuratore della madre Agnes, otto pezze di terra coltivata a vigna poste fuori la porta di Castello, «in costis Montis Malis [sic]» per il prezzo di 49 fiorini. Ciò fa, come dichiara, per soddisfare i debiti contratti dal detto Iacobus, per riscattare i suoi iura dotalia, per adempiere ai legati disposti dal marito, e, infine, per il sostentamento delle pupille, «pro eo quod alias res minus utiles in hereditate dictarum pupillarum non inveniebatur». Notaio: Nicolaus Petri Iacobi Romani. Originale: Caps. 66, fasc. 189, n. 5. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Instrumentum venditionis vinearum octo petiarum positarum in costis Montis Mali» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Instrumentum venditionis vinearum octo petiarum positarum in Monte Mali» (sec. XV); segue, di altra mano: «De anno mcccxviii [sic]»; segue, di altra mano, in inchiostro quasi del tutto evanido: «facte per dominam Theodoram filiam Mathei Thome Pauli Rogerii» (sec. XV); segue, di altra mano: «anno 1319». Pergamena di cm 77 × 24, con diverse rosicature nel margine destro e concomitante perdita di parte del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 309r.

54 — 1319 ottobre 15, Roma, S. Salvatore in Pesulis I rettori della Romana Fraternitas notificano l’avvenuta elezione di Matheus70, canonico di S. Crisogono, al ruolo di lettore di Decretali presso lo Studium Urbis per l’anno presente, al quale dovrà essere corrisposto un salario di 100 fiorini d’oro dai cittadini di Tivoli, dai reggitori della Rocca Respampani «et etiam a ripariis». Originale: Caps. 61, fasc. 392, n. 5. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «De lectore in Studio Romano in iure canonico electio per rectores et syndicos Studii Urbis» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 34 × 29, con mancanze di lieve entità nel margine sinistro. Edizione: Bertram – Rehberg 1997, pp. 122-124. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349r.

70  Sull’identificazione di costui con il canonista romano Matteo di Angelo Cenci, autore di un commento alle Clementine, si veda Bertram – Rehberg 1997, pp. 87-88.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

55 — 1320 marzo 15, Avignone Giovanni XXII comunica ad Angelus71, vescovo di Viterbo, al magister Iohannes Provincialis72, canonico di S. Pietro, e a Petrus Capocie73, canonico lateranense, di aver inviato a Roma per mezzo di Iohannes Caranzonis e Paulus Galgani, «de societate Sabactariorum», e Rogerius Romanutii e Sabba Sabbatanus, «de societate Romanutiorum de Urbe»74, la somma di 5000 fiorini d’oro per finanziare la ricostruzione della basilica lateranense, gravemente danneggiata da un incendio, conferendo ai suddetti l’incarico di sopraintendere ai lavori75. Originale: Caps. 9, fasc. 274, n. 1. Sul verso, in prossimità del margine destro: «Ioannes xxii Angelo episcopo Viterbiensi et Ioanni canonico basilicę Principis apostolorum et Petro canonico ecclesię Lateranensis» (sec. XVI); al disotto della precedente: «Quinque milia florenorum auri» (sec. XV-XVI); segue, di altra mano coeva alla precedente: «pro reparatione ecclesie Lateranensis igne cremate». Pergamena di cm 40 × 62,5 (pl. 6,5), con un foro di modesta entità in prossimità di una delle piegature, con corrispondente perdita di parte del testo; si conserva la bolla plumbea cum filo canapis. Regesto: Grimaldi, Index, ff. 33v, 88v; Mollat 1904-1947, nr. 12070.

56 — 1320 ottobre 3, Avignone Giovanni XXII, su istanza dell’arciprete Neapoleo76, cardinale diacono di S. Adriano, e del capitolo di S. Pietro, affida ai vescovi di Tuscolo e di Orvieto e all’abate di S. Biagio in Cantusecuto77 il compito di difendere da qualsiasi molestia e occupazione indebita i beni della basilica vaticana. Originale: Caps. 5, fasc. 261, n. 1. Sul verso, nel margine inferiore, in inchiostro parzialmente evanido: «Conservatoria perpetua [...] basilica Principis apostolorum de Urbe per dominum Iohannem papam xxii et sunt conservatores Tusculanus et Urbe71  Angelo Tignosi, canonico lateranense, vescovo di Viterbo dal 1318 al 1343: cfr. Eubel 1913, p. 532; Rehberg 1999B, pp. 280-281 (L 91). 72  Giovanni Deodati, alias dictus Provincialis (q. 1326), testimoniato in qualità di canonico di S. Pietro dal 1317 al 1325: cfr. Montel 1988-1989, I, p. 416-417, nr. 31: Ioannes Deodati, alias dictus Provinciale. 73  Pietro Capocie, testimoniato in qualità di canonico di S. Giovanni in Laterano dal 1320 al 1322: cfr. Rehberg 1999B, pp. 234-235 (L 23). 74  Sulle due famiglie di banchieri romani dei Romanucci e dei Sabattari si veda Rehberg 19981999, II, pp. 103-106 e 109-112. 75  Sull’incendio che devastò la basilica del Laterano nella notte del 6 maggio 1308 si veda Lauer 1911, pp. 242 sgg., e Duprè Theseider 1952, p. 392. 76  Napoleone di Rinaldo Orsini. 77  Detto anche S. Biagio de Captu Secuta e, in tempi posteriori, S. Biagio della Pagnotta, dell’originario complesso monastico resta oggi la sola chiesa sita in via Giulia. Nel 1439 il monastero fu assoggettato da Eugenio IV alla basilica vaticana. Cfr. Huelsen 1927, pp. 214-216, nr. 22; Caraffa 1981, p. 46, nr. 45.

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vetanus episcopi et abbas monasterii Sancti Blasii in Camposecuto [sic]» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Indictione xiiia, mense ianuarii, die viii, assignatum coram conservator(e) et cetera» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Bulla conservatoria bonorum basilice Io(hannis) xxii pape» (sec. XV-XVI); segue, di mano posteriore e depennata: «per quam concedit facultatem archipresbitero et capitulo Sancti Petri ut de rebus ad basilicam attinentibus possint [...] et contradictores excomunicare». Segnature precedenti: 76. Pergamena di cm 51 × 76 (pl. 8,5), con alcune mancanze di lieve entità in corrispondenza delle piegature, e concomitante perdita di piccole parti del testo; si conserva la bolla plumbea cum filo canapis. Edizione: Bullarium 1747-1752, I, pp. 257-258. Regesto: Grimaldi, Index, ff. 32v, 82v; Mollat 1904-1947, nr. 12444.

57* — 1320 ottobre 3, Avignone Altro originale del precedente n. 56: Caps. 5, fasc. 261, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Privilegium conservatorie perpetue concesse basilice per dominum Iohannem papam xxii» (sec. XIV); ivi, di altra mano coeva: «Robertus de Adria»; al disotto della precedente: «R. cccc li»; nel mezzo, in inchiostro molto evanido: «Conservatoria basilice Sancti Petri» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Privilegium Io(hannis) pape xxii conservat(orie) bonorum basilice (sec. XV-XVI). Segnature precedenti: 89. Pergamena di cm 46,5 × 70,5 (pl. 6,5), con diverse mancanze, in particolare nei margini superiore e inferiore sinistro e al centro, dove il distacco ha comportato la perdita di parte del testo. Si conserva la bolla plumbea cum filo canapis.

58 — 1320 novembre 17, Roma, S. Giacomo in Settignano78 Particola testamentaria di Bertuldus de filiis Ursi79, priore di S. Nicola de Baro, «sanus corpore et mente», contenente le seguenti disposizioni. Quale erede universale egli nomina suo nipote Petrus, figlio di Poncellus80, al quale lascia tutti i beni immobili giuntigli per eredità dal padre Ursus o acquistati dallo stesso Bertuldus «infra fines Terre Camponesce et civitatis Reate»81. Stabilisce, nondimeno, che nel caso in cui Petrus dovesse contravvenire a certe clausole apposte nel testamento, decada dall’eredità, che sarà in tal caso devoluta in 78  Chiesa tuttora esistente lungo via della Lungara. Nel secolo XIV era filiale della basilica vaticana. Cfr. Huelsen 1927, p. 268, nr. 10; Stocchi 2010A, p. 62 (nr. 20). 79  Bertoldo di Orso di Gentile Orsini. 80  Poncello alias Napoleone di Orso di Gentile Orsini (q. 1337) ebbe otto figli maschi (sei legittimi e due naturali), dei quali Pietro (q. 1334) era probabilmente il maggiore: cfr. Carocci 1993, p. 172, nt. 59; Allegrezza 1998, tav. 7, gen. 7; cfr. anche infra, doc. 115. 81  Sui possedimenti degli Orsini in Sabina e sull’acquisto di alcune case a Rieti effettuato nel 1320 dallo stesso Bertoldo di Orso Orsini si veda Allegrezza 1998, p. 72, nt. 24; sui domini degli Orsini nella Terra Camponesca si veda Carocci 1993, p. 396, nt. 54.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

eguale misura a S. Pietro e all’ospedale di S. Spirito in Sassia. Quale luogo per la sua sepoltura elegge la cappella di S. Angelo posta nella basilica vaticana, «intra sanctam Petronillam et beatam Mariam Pregnantem»82, dove vuole che gli venga eretto un sepolcro simile a quello che nello stesso luogo egli fece costruire per sua madre – il suo sepolcro dovrà essere prospiciente a quello –, mentre il suo corpo vuole sia deposto «retro altare dicte cappelle, in loco humili et depresso». Dispone, inoltre, che 1000 fiorini d’oro provenienti dal residuo di tutti i suoi beni mobili servano all’acquisto di una proprietà «ad opus et voluntate basilice Principis apostolorum de Urbe», a condizione che il capitolo accetti di far celebrare ogni giorno in perpetuo «vigilias et missam unam defunctorum pro anima sua, patrui sui, scilicet domini Mathei cardinalis83, domini Ursi patris sui, matris et benefactorum suorum» e vespri solenni in occasione del suo anniversario. Se il capitolo di S. Pietro non accetterà tali condizioni, il testatore stabilisce che nella detta proprietà subentri l’ospedale di S. Spirito in Sassia e, in tal caso, vuole che il suo corpo sia sepolto in S. Maria in Sassia. Nomina, infine, quale esecutore testamentario il canonico reatino Petrus de Posterula84, suo familiaris. Notaio: Petrus Vaiani. Originale: Caps. 25, fasc. 309, n. 1. Sul verso, nel medio margine superiore: «Testamentum domini Bertuldi de filiis Ursi olim archiepiscopi Neapoletani» (sec. XIV); segue, di altra mano: «relinquens multa bona pro cappella Sancti Angeli in basilica et pro officiis celebrandis, alias recadant ad hospitale Sancti Spiritus» (sec. XVI); nel margine inferiore sinistro: «Testamentum reverendi domini Bertuldi de filiis Ursi prioris Sancti Nicolai de Baro mccxx [sic]» (sec. XVI). Pergamena di cm 42,3 × 50, generalmente in buono stato di conservazione. Si segnala, tuttavia, qualche modesta caduta del supporto nella parte inferiore, senza interessamento del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 197r-v.

59 — 1320 dicembre 22, Tivoli Su istanza di Silvester Assectati, procuratore del capitolo di S. Pietro, il notaio tiburtino Nicolaus Symeonis Nicolai Sebastiani redige un inventario dei beni che 82  Secondo quanto riporta Tiberio Alfarano nella sua descrizione dell’antica basilica di S. Pietro, il «sacellum sive sancti Angeli Altare devotissimum» era collocato sul lato destro del vestibolo che dal transetto meridionale della basilica dava accesso alla rotonda di S. Petronilla: cfr. Cerrati 1914, p. 132, nr. 154. 83  Matteo Rosso di Gentile Orsini, cardinale diacono di S. Maria in Portico, arciprete della basilica vaticana dal 1277 al 4 settembre 1305 (†): cfr. Rezza – Stocchi 2008, pp. 184-185 e Pavan 2013. 84  Petrus Iacobi Canonis de Posterula, già beneficiato di S. Pietro: cfr. Egidi 1908, pp. 188-189 (5 mar.).

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lo stesso capitolo possiede in Tivoli e nel suo territorio (case, casarina, orti, vigne, ecc.), con l’indicazione del nome degli affittuari e dell’ammontare del canone dovuto da ciascuno di costoro. Notaio: Nicolaus Symeonis Nicolai Sebastiani. Originale: Caps. 29, fasc. 119, n. 3. Sul verso, nel mezzo: «Instrumentum terrarum et possessionum civitatis Tyburis et [r]ecognitio» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Iura civitatis Tiburtine» (sec. XIV); al disotto: «Inventarium bonorum civitatis Tiburtine et eius territorio de anno m ccc xx» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 101 × 36, in buono stato di conservazione. Edizione: Mosti 1975, pp. 89-102. Regesto: Grimaldi, Index, f. 211v.

60 — 1321 gennaio 4, Sutri Il magister Petrus Petri Iohannis Scriniarii di Sutri permuta col fratello Lellus un appezzamento di terra «cum quadam silva et palata coniuntis cum ea», posto nel territorio di Sutri, nella contrada Capitis ripe, ricevendo in cambio dal detto Lellus una canapaia posta anch’essa nel territorio di Sutri, nella contrada Vallis Sancti Cesarii85, e tre fiorini d’oro. Notaio: Gualfredus magistri Petri Iacobi de Sutrio. Originale: Caps. 29, fasc. 315, n. 1. Sul verso, nel margine superiore: «In Sutrio» (sec. XVII); nel margine inferiore: «C(arta) permutationis Lelli Petri Iohannis Scriniarii cum magistro Petro eius fratre» (sec. XIV); al disopra: «Anno m ccc xxi» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 35,5 × 20, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 210r.

61 — 1320 agosto 24 – 1321 gennaio 27, Bominaco Rotolo processuale contenente la copia di dodici documenti86 relativi alla controversia che fece seguito alla duplice elezione di Nicolaus de Castillione (già monaco di San Clemente a Casauria) e Lombardus de Aquila alla carica di abate del monastero di S. Maria di Bominaco87, conclusasi con il riconoscimento del85  Di una canapaia in valle Sancti Cesarii resta memoria anche in un atto di locazione del 1254 relativo alla gestione del patrimonio sutrino del monastero di S. Silvestro de Capite. Si ignora, tuttavia, quale fosse l’esatta ubicazione di questa località: cfr. Passigli 2008, pp. 188-189. 86  Per il regesto di questi documenti si veda l’Appendice I in questo volume. 87  Monastero benedettino in diocesi di Valva, cfr. Cottineau 1939, I, col. 417. Nel XIV secolo ai canonici vaticani spettava la conferma dell’abate ivi eletto dai monaci, cfr. Stocchi 2010A, p. 69, nr. 66.

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la validità dell’elezione del primo sancita da Gregorius, abate del monastero de Canonica88, «doctor decretorum, inmeritus regens in iure canonico in urbe prefata [sc. Roma]», al quale il capitolo di S. Pietro aveva affidato la risoluzione della disputa. Originale: Caps. 31, fasc. 127, n. 1. Sul verso del primo foglio, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido e leggibile solo con l’ausilio della luce UV: «Electio fratris [Nicolai?] in abbatem monasterii Bominacensis» (sec. XIV); ivi: «Sancta Maria Bominacensis»; poco al disotto delle precedenti: «Confirmatio abbatis per capitulum super monasterium Sancte Marie Bomniacensis [sic] Valvensis diocesis, regnante Ruberto rege Sicilie de anno 1320» (sec. XVI); nel margine inferiore: «Super electione abbatis monasterii Sancte Marie Bominiacensis Valvensis diocesis, anni mcccxx, regnante rege Roberto Sicilie» (sec. XVI). Rotolo composto di sei fogli pergamenacei per complessivi cm 395 × 21. Le sei pergamene si presentano generalmente in buono stato; si segnala, tuttavia, una diffusa macchia di acqua nel margine superiore del primo foglio che impedisce la lettura della data del primo documento. Regesto: Grimaldi, Index, f. 221v-222r.

62 — 1321 marzo 30 Abundantia, moglie di Petrus Philippi «de regione Vie Late», figlia del fu Iohannes Richi causidicus, figlio del fu Petrus Pezengari iudex della regione Scorteclari, col consenso di sua madre Leonarda, vende a Thomassius de Tostis detto Nosalvet de Tostis, canonico di S. Apollinare, figlio del fu Franciscus domini Matthei Petri, una casa «cum solario infra se et statio ante se seu inclausto» in Scorteclari, per il prezzo di 100 libbre di provisini del senato. Notaio: Paulus magistri Iohannis. Originale: Caps. 56, fasc. 368, n. 1. Sul verso, nel margine superiore: «Domus domini Petri de Posterula» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva: «1321». Pergamena di cm 35 × 20, con macchie di umidità e muffe nella parte inferiore. Regesto: Grimaldi, Index, f. 322v.

63 — 1321 aprile 7, Roma, S. Stefano de Ungariis Nicolaus de Buccegia89, rettore della chiesa di S. Stefano de Hungaris, «egrotus corpore», detta le sue ultime volontà. Alla camera Sancti Petri lascia 3 libbre di 88  Sul monasterium de Canonica, alias S. Pietro de Tozulo (o de Toczulano) di Amalfi, a quel tempo monastero cistercense, si veda Cottineau 1939, I, col. 77. 89  Cfr. Egidi 1908, pp. 200-201 (9 apr.): «Ob. N[icolaus] rector qd. eccl. S. Stephani de Ungaris, pro c. an. Lucia soror eius dedit bas. unam mediam domum terrineam pos. in par. S. Salvatoris de Terione. Exp. soll. .x. us. mon.».

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denari provisini «pro satisfatione anime». Ugualmente dispone in favore di S. Pietro un legato «in oleo», equivalente a 20 solidi di denari provisini. Altri legati in denaro dispone in favore di Iohannes, rettore di S. Maria Maddalena90, del presbiter Paulus de Pompegio, di Egidius, rettore di S. Giustino91, di Martinus, frate di S. Giacomo in Septiniano, e di numerosi altri. Tutti i restanti beni, Nicolaus li lascia a sua sorella Lucia. Quali esecutori testamentari nomina il presbiter Andreas de Velletro, Paulus Tadei Ascaroni92, e Lucia, sua sorella ed erede universale. Notaio: Petrus olim Michaelis de Vercellis. Originale: Caps. 71, fasc. 182, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Testamentum presbiteri Nicolai de Bucegia rectoris Sancti Stephani de Ungaris» (sec. XV-XVI); segue, di mano posteriore: «qui reliquid basilice libras iii». Pergamena di cm 30,5 × 22, con un rammendo eseguito con spago nel margine inferiore sinistro. Regesto: Grimaldi, Index, f. 301r.

64 — 1321 maggio 5 Iacobus Rofini93, parrocchiano di S. Maria Rotonda, dona inter vivos all’arciprete Sabba de Ameterninis e ai canonici della detta chiesa (elencati nominativamente in numero di quattro) una casa solarata «cum camera solarata et terrinea infra se, cum specialibus parietibus ab omnibus lateribus, cum duobus hostiis anterioribus» e la metà di un’altra casa anch’essa solarata «cum uno hostio collateraliter iunto dicte domui», unita pro diviso con l’altra metà appartenente al magister Matheus medicus, «tabulato e cannato mediante, cum mingiano picto et podiis ante eas», poste entrambe nella detta parrocchia di S. Maria Rotonda. Ciò fa a condizione che sia celebrato dai canonici un anniversario nella cappella intitolata a S. Michele esistente nella stessa chiesa. Se la detta 90  Si tratta, quasi certamente, della chiesa di S. Maria Maddalena extra portam Viridariam detta anche in pede Montis Mali, ovverosia, l’odierna chiesa di S. Lazzaro sulla via Trionfale, cfr. Huelsen 1927, pp. 378-380, nr. 104. Questa, come anche le chiese di S. Giustino e di S. Giacomo in Settignano menzionate di seguito nel documento, erano nel secolo XIV filiali della basilica vaticana, cfr. Stocchi 2010A, p. 60, nr. 6. 91  Antica chiesa annessa nell’alto medioevo alla schola Langobardorum, posta sulla ruga Francigena, nei pressi della porta Viridaria che dava accesso alla platea Sancti Petri. Nel secolo XIV era filiale della basilica vaticana. Cfr. Huelsen 1927, p. 279, nr. 35; Stocchi 2010A, pp. 59, nr. 3. 92  Da identificarsi probabilmente con il Paulus Tadei de Bocheia [sic] ricordato assieme alla moglie Damiana nel Liber anniv., cfr. Egidi 1908, pp. 244-245 (24 ago.). 93  Cfr. Egidi 1908, pp. 222-223 (22 giu.): «Ob. Iacobus Rofini, qui rel. n. bas. domum unam pos. in parr. S. Marie Rotunde cum signo sudarii, cuius pensio dividatur hoc modo, videlicet, detractis .xx. soll. assignandis cler. S. M. Rot., medietas ipsius pensionis ipso die pro an. s. et alia medietas camere applicetur».

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

donazione «emula fraude» dovesse rimanere senz’effetto, dispone che i beni suddetti siano devoluti alla basilica di S. Pietro. Segue sulla stessa pergamena l’attestazione della presa di possesso dei beni loro donati da parte dei canonici di S. Maria Rotonda nel giorno della morte del donatore (1330 giugno 21). Notaio: Petrus Gregorii Petri Clementis. Originale: Caps. 57, fasc. 372, n. 4. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Donatio cuiusdam domus facto [sic] Sancte Marie rotunde per Iacobum Rufinum» (sec. XV-XVI); segue, di altra mano: «Donatio domus facta Sancte Marie rotunde» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva: «1321». Pergamena di cm 65 × 22,5, con una lacerazione nel margine superiore sinistro. Regesto: Grimaldi, Index, f. 327v.

65 — 1321 agosto 27, Napoli Carlo, figlio del re Roberto di Sicilia, duca di Calabria e vicario generale del Regno, in virtù di quanto disposto in altra sua lettera94, il cui testo viene riportato all’interno del presente documento, intima al magister Portulanie d’Abruzzo di pagare al procuratore del capitolo di S. Pietro le 32 once d’oro da costui riscosse a seguito della scoperta di un illecito compiuto da certi abitanti di Lanciano sui diritti portuali di Ortona. Originale: Caps. 44, fasc. 169, n. 1. Sul verso, nel mezzo, in inchiostro molto evanido: «Lictera de Lançano ducis Karoli [m] ccco xxio» (sec. XIV); nel margine inferiore sinistro: «Lictera ducalis missa magistro portulano quod satisfaciat de xxxii unxiis procuratoribus vel nunciis basilice, quas percepit de veris redditibus cabelle Ortone in anno iiii indictionis» (sec. XIV). Segnature precedenti: 30. Pergamena cm 24,5 × 39,5, in buono stato di conservazione, con sigillo di cera pendente. Regesto: Grimaldi, Index, f. 287r.

66 — 1321 settembre 1, Napoli Carlo, figlio del re Roberto di Sicilia, duca di Calabria e vicario generale del Regno, intima ai giustizieri d’Abruzzo e ai capitanei della terra di Ortona di far sì che siano restituite ai canonici di S. Pietro le 105 once d’oro da costoro date in prestito («in extalium») ad alcuni abitanti della detta terra (elencati nominativamente), essendo decorso il termine pattuito per la loro restituzione. 94

 Originale non conservato.

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Originale: Caps. 44, fasc. 169, n. 2. Sul verso, nel margine inferiore sinistro: «Iustitiario Aprutii citra et capitaneis terre Ortone. Pro canonicis Sancti Petri de Urbe» (sec. XIV); ivi, di altra mano coeva: «Karoli regis» [sic]. Pergamena di cm 18 × 31,5, in buono stato di conservazione, con sigillo di cera pendente. Regesto: Grimaldi, Index, f. 287r.

67 — 1321 novembre 6, Sutri Angela, moglie di Iohannes Mangie, notaio di Sutri, vende a suo cognato Matheus Mangie i diritti che possiede «ratione dotis» sui beni del detto Iohannes: in particolare, su certe terre che il marito possiede in Sutri, nella contrada Vallis Guilzani. In cambio di ciò riceve da Matheus 1060 libbre di provisini, pari all’ammontare della detta dote. Notaio: Boniannes. Originale: Caps. 29, fasc. 315, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Venditio iurium dotalium per Angelam uxorem Ioannis Mangia 1321» (sec. XVI-XVII). Pergamena di cm 44,5 × 15, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 210r.

68 — 1322 maggio 15 Iohannes de Sabello e Paulus de Comite95, «regii in Urbe vicarii», diffidano Nicolaus, figlio di Angelus Gualterii Palareni, e Obicio Iacobi, calsolarii del rione Ponte, intimando a costoro di liberare Nicolaus Petri da ogni obbligo da costui assunto per la garanzia prestata in loro favore (assieme al detto Angelus Gualterii Palareni e a Bucius Ranucoli Melini) nel debito di 36 fiorini d’oro contratto dai detti Nicolaus e Obicio con Iohanna, moglie di Iohannes Pauli Gerardi e figlia del fu Ugolinus de Speculis. Notaio: Iacobus Petri Pappe. Originale: Caps. 62, fasc. 393, n. 2. Sul verso, nel mezzo: «Assignatum die vii mensis iunii» (sec. XIV). Pergamena di cm 41,5 × 16,5, in buono stato di conservazione, con tracce di un sigillo di cera impresso. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349v. 95  Paolo di Giovanni di Adinolfo Conti, già canonico di S. Pietro (si veda infra, doc. 87, nt. 115), cfr. de Boüard 1920, pp. 259-260; Salimei 1935, p. 98; Dykmans 1975A, pp. 75-76; Caciorgna 1995, p. 205.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

69 — 1322 giugno 2 Alvaperna, figlia del fu Iacobus de Thineosis, e suo marito Iohannes Consuli de Clausura, vendono ad Agnes moglie di Rogerius Romanucii, mercator del rione Arenula, la quarta parte di 70 pezze di terra, in parte coltivate a vigna, poste fuori la porta di Castello, nella contrada Montis Mali, per il prezzo di 124 fiorini. Segue sulla stessa pergamena l’investitura dei compratori per opera di Nicolaus Romanucii, procuratore a ciò nominato dai venditori (1322 settembre 1). Notaio: Stephanus Massaroni. Originale: Caps. 66, fasc. 189, n. 6. Sul verso, nel margine inferiore destro, in inchiostro parzialmente svanito: «La carta de la ncopara de le vingie de Monte Male facta da Janni la ro[..]a et da la molgie» (sec. XIV); nel margine inferiore sinistro: «Quarta pars LXX petiarum vinearum Montis Mali» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 72 × 30, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 309r.

70 — 1322 agosto 30 Iacobus del fu Andreas Barbarulee del rione Parione, col consenso della moglie Iacoba e del suocero Iacobus Petrus Pappe, vende a Paulus, figlio di Rogerius Romanucii, mercator del rione Arenula, quattro pezze di terra proprietatis vinearum, poste fuori la porta di Castello, in Monte Mario, «in capite siliciate», per il prezzo di 55 fiorini. Notaio: Stephanus Massaroni. Originale: Caps. 66, fasc. 356, n. 3. Sul verso, nel margine superiore destro, in inchiostro quasi del tutto svanito: «La carta de lo [...] et [...] de le quatro pecze de [...] vicolo Larbaro s[...]» (sec. XIV); nel margine superiore sinistro: «Sexto. Instrumentum venditionis terrarum venditarum per Iacobum Andree Barburulee [sic] de regione Parionis Paulo Rogerii Romanutii. Terre sunt posite extra portam Castelli in Monte Malo» (sec. XIV); segue, di altra mano posteriore: «de anno 1322»; al disotto: «in Monte Malo»; al disotto delle precedenti, con orientamento inverso della scrittura: «Venditio facta de quattuor petiis terrae vinealis in capite siliciatae Montis Mali Paulo Romanuccio 1322» (sec. XVI). Pergamena di cm 67,5 × 20,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 309v.

71 — 1323 settembre 16 Tomax Luce Scrin(iarii) del rione Parione ratifica la vendita fatta da sua moglie Thomassia a Paulus Rogerii Romanutii del rione Arenula di una vigna dell’esten-

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sione di una pezza e mezza posta fuori la porta di Castello, nel luogo detto Mons Malus, per 40 libbre di provisini del senato. Notaio: Nicolaus Petri Iacobi Romani. Originale: Caps. 66, fasc. 189, n. 7. Sul verso, nel margine superiore: «Ratificatio facta per Tomam Luce Scrin(iarii) super venditione facta per eius uxorem Paulo Rogerio Romanutii de vinea posita extra portam Castelli» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «in Monte Malo»; segue, di altra mano: «De anno m ccc xxiii». Pergamena di cm 42 × 15,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 309r.

72 — 1323 novembre 8, Roma, S. Giacomo in Settignano Iohanna96, moglie di primo matrimonio di Iohannes Petri Landulfi, del rione di S. Angelo in Foro piscium, figlia del fu Iohannes Stephani de Mannectis, de convicinia vie Pape, «sana quidem corpore», detta le sue ultime volontà. Quale luogo per la sua sepoltura elegge la chiesa di S. Sebastiano de via Pape97, «iuxta altare cappelle Sancti Iohannis», alla quale lascia 100 fiorini per l’acquisto di terre o vigne, con le cui rendite si dovrà mantenere un sacerdote che «in perpetuo et iugiter» celebri messa nella cappella anzidetta per l’anima della testatrice e dei suoi familiari. Se ciò non si dovesse realizzare, dispone che la detta sua hereditas sia devoluta all’ospedale di S. Spirito in Sassia. Alla sorella Comitissa, moglie del fu Nicolaus domini magistri Luce, lascia la casa del defunto Iohannes de Manectis, beneficiato di S. Pietro, pervenutale per successione o legato da costui disposto in suo favore («successione [...] seu ex relicto michi ab eo facto seu legato, sicut apparet publico instrumento scripto manu Iohannis Sclacze publici notarii»). Alle orfane indigenti lascia «causa maritandi» 100 fiorini tratti dal lascito testamentario fatto in suo favore dal marito Iohannes, da distribuirsi «cum conscientia guardiani Sancte Marie de Campitolio sive de Ara Celi». A quest’ultima lascia «unum lectum paratum, scilicet unum mataratium cum lintheaminibus et cultra et lecteria». Altri legati dispone in favore di sua sorella Comitissa, dei figli del defunto Iacobus suo fratello (ai quali impone l’obbligo di rinunciare a ulteriori pretese, pena l’esclusione dalla detta eredità), e di numerosi ospedali, monasteri e chiese di Roma. A Catarina, sua famula, e alla figlia di costei Ceccola lascia, tra l’altro, vita natural durante la sua apoteca posta «iuxta turrim, in convicinia vie Pape». Quali suoi esecutori 96  Giovanna di Giovanni Stefano Manetti, sorella del beneficiato di S. Pietro Giovanni, cfr. Hubert 1990, pp. 260-261. Sulla famiglia Manetti si veda anche quanto detto supra, doc. 35, nt. 49. 97  Chiesa del rione S. Eustachio, oggi non più esistente, un tempo ubicata sul sito dell’attuale S. Andrea della Valle, per la costruzione della quale fu demolita sotto Sisto V, cfr. Huelsen 1927, p. 460, nr. 49; Lombardi 1998, p. 228.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

testamentari nomina Gregorius, rettore di S. Sebastiano de via Pape, Gusmatus, rettore di S. Martino de Pannarella de Urbe98, e sua sorella Comitissa. Notaio: Bartholomeus Philippi, presbiter et rector ecclesie Sancti Andree de Nazarensibus de regione Arenule99. Originale: Caps. 63, fasc. 226, n. 6. Sul verso, nel margine inferiore: «Testamentum domine Iohanne» (sec. XIV); nel margine superiore: «Testamentum domine Ioanne uxoris Mandolfi de regione Sancti Angeli in foro piscium de anno m ccc xxiii» (sec. XVI). Pergamena di cm 76,5 × 29, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 348v.

73 — 1323 novembre 10, Cerveteri Nicolaus, figlio del fu Angelus Bonaionta, e Maria, moglie del magister Angelus magistri Iohannis de Campagiano, nominano Petrus Crescentii de Urbe loro procuratore con il compito di prestare il loro consenso nella vendita da parte del predetto Angelus magistri Iohannis di una casa posta nella contrada di S. Maria Rotonda, un tempo appartenuta al detto Angelus Bonaionta. Notaio: Bartholomeus Iohannis Riccardi de Urbe. Originale: Caps. 57, fasc. 205, n. 3. Sul verso, nel margine inferiore: «Constitutio procuratoris ad vendendam domum in contrata Sancte Marie Rotunde, anni mcccxxiii» (sec. XV-XVI); nel mezzo, in inchiostro molto evanido: «In regione Sancti Eustachii» (sec. XVI). Pergamena di cm 48 × 19,5, molto deteriorata, con vistose mancanze e corrispondente perdita di parti del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 327v.

74 — 1323 novembre 11 Bartellutius, figlio minorenne emancipato di Petrus Albertini, della contrada della Portica di S. Pietro, dà in pegno ad Andrea Gualterii, iubarellarius della detta contrada, agente a nome della figlia Margarita, moglie del detto Bartellutius, la metà di una casa solarata unita pro indiviso con un’altra metà posseduta dal padre, posta nella piazza di S. Pietro e proprietà di Iohannes Iacobi Soguactarii, costui presente e consenziente. Ciò fa per aver ricevuto dal detto 98  Piccola chiesa del rione Regola, nei pressi di ponte Sisto, demolita sotto Benedetto XIV, cfr. Huelsen 1927, p. 383, nr. 111; Lombardi 1998, p. 203. 99  Chiesa del rione Regola, un tempo esistente nei pressi di S. Maria in Monserrato e demolita nel 1573. Fu conosciuta anche sotto il nome di S. Andrea de Azanesi. Cfr. Huelsen 1927, pp. 178179, nr. 31; Lombardi 1998, p. 195.

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Andreas a titolo di dote per la figlia Margarita la somma di 100 libbre di denari provisini del senato in ducati d’oro. Lo stesso Bartellutius dona, poi, al detto Andreas quale donatio propter nuptias 50 libbre di denari provisini del senato, dando in pegno a tale scopo due pezze di vigna possedute dal padre (ma proprietà della basilica di S. Pietro), l’una posta fuori la porta di Castello, nella contrada detta Vallis Ranecta100, e l’altra fuori porta Pertusa, nella contrada detta Mons Mergulus. Notaio: Aniballus Iacobi Ionathe. Originale: Caps. 66, fasc. 188, n. 3. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Domina Margarita» (sec. XIV); al disotto della precedente, di altra mano: «Instrumenta domus presbiteri Nicolai beneficiati basilice, posite in pede platee, relicte dicte basilice per ipsum presbiterum Nicolutiam» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «et duarum vinearum positarum extra portam Castelli et Pertusi»; segue, di altra mano: «mcccxxiiii [sic]»; al disotto delle precedenti: «Pignoratio domus in platea S. Petri et vinearum sub proprietate basilice extra portam Castelli et Pertusi. 1323» (sec. XVII). Pergamena di cm 69 × 38,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 308v.

75 — 1323 novembre 15, Roma, S. Marcello Bertuldus Pan(is), canonico di S. Marcello e rettore della Romana Fraternitas, lancia la scomunica contro Margarita, figlia del fu Iohannes Crapadolfo, resasi contumace nella causa intentatagli da certa Gayta, la quale accusa detta Margarita d’intrattenere una relazione illecita con suo marito Bucius Alli. Notaio: Nicolaus Iordani. Originale: Caps. 63, fasc. 395, n. 5. Sul verso, in prossimità del margine superiore: «Excommunicatio contra Margaritam quondam Ioannis Crapadolfi ex causa adulterii lata per Bertuldum canonicum Sancti Marcelli 1323» (sec. XVI-XVII). Pergamena di cm 14,5 × 20, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 350r.

76 — 1324 aprile 2 La nobilis mulier Margarita101, figlia del fu Gentilis de filiis Ursi e moglie del nobilis vir Iohannes Bobonis de Mercato, alla presenza e con il consenso di suo figlio, 100  Sulla valle Ranetta (o Arnetta), un tempo zona di vigne, ubicata probabilmente sul sito dell’attuale Piazzale degli Eroi, si veda Gauvain 2011, pp. 156-157. 101  Una delle sette figlie di Gentile di Bertoldo Orsini, cfr. supra, doc. 43a, nt. 53.

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il «discretus et sapiens vir» Bobo Iohannis Bobonis102, canonico di S. Pietro, vende per 100 fiorini al «discreto et sapienti viro» Iohannes de Flagiano, canonico e priore di S. Pietro, due case, di cui una «solarata cum mingiano ante se», posta nei pressi della porta Viridaria, «probe statuam marmoreis cum tribus capidis [sic]», nel luogo detto Rua Francigena; l’altra «cum solario infra se et cum porticali ante se», posta nella Portica di S. Pietro. La venditrice dà incarico a Lellus Orlandi103, beneficiato di S. Pietro, d’investire il detto Iohannes de Flagiano dei beni anzidetti. Notaio: Iohannes Iacobi Magalocti. Originale: Caps. 59, fasc. 384, n. 4. Sul verso, nel margine superiore sinistro, preceduta dal signum clavium: «Instrumentum duarum domorum basilice Principis apostolorum de Urbe, quarum una est in ruga Francigiena, alia in portica Sancti Petri et sunt ente [sic] pro anniversario domini Iacobi Gaytani de filiis Ursis [sic] concanonici nostri» (sec. XIV); al disotto, di altra mano posteriore: «mcccxxiiii»; nel margine superiore destro: «Vendit(io) per nobilem mulierem dominam Margaritam uxorem Iohannis Bobonis» (sec. XIV). Pergamena di cm 52 × 34, molto deteriorata, con rosicature nei margini, macchie di muffa e di umidità. Regesto: Grimaldi, Index, f. 340r.

77 — 1324 ottobre 21, Roma, S. Pietro, in loco ubi canonici capitulum facere consueverunt I canonici di S. Pietro, nominativamente elencati in numero di dieci, riuniti in capitolo, rinnovano ai fratelli Stephanus, Petrus, Iacobus e Martinus, figli del fu nobilis vir Franciscus domini Stephani104 (rappresentati in tale circostanza da Bartholomeus domini Guidonis Henrici de Paparescis), la concessione «vita eorum et cuiuslibet eorum tantum» delle terre che la basilica possiede nel territorio e nell’Isola di Porto105, contro la somma di 14 fiorini d’oro e la promessa di recuperare le terre di S. Pietro esistenti nei detti luoghi, stante un canone annuo  Montel 1988-1989, I, pp. 409-410, nr. 11: Bobone qdm Ioannis de Boveschis.  Angelus Orlandi, cfr. infra, doc. 159. 104  Di tre dei quattro figli maschi di Francesco di Stefano Stefaneschi qui menzionati, sappiamo che Stefano fu canonico e cappellano papale e morì ancora giovane nell’estate del 1325; Giacomo (q. 1335) ottenne nel 1326 un canonicato in S. Pietro; Martino invece, divenuto senatore nel 1340, fu fatto impiccare da Cola di Rienzo nella primavera del 1347. Si vedano al riguardo: Montel 1988-1989, I, pp. 412-413, nr. 20: Jacobus Francisci Stephani de Urbe; Carocci 1993, tav. 14, gen. 6-7, e p. 430, ntt. 17, 23-24; Vendittelli 2019A e 2019B. 105  Sulla tenuta di Porto, che si estendeva tra il mare e la sponda settentrionale del Tevere e comprendeva le attuali località di Fiumicino, Porto di Traiano e Isola Sacra, si vedano Montel 1971 e Gauvain 2011, pp. 418-426. 102 103

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di 13 solidi di provisini del senato da pagarsi ogni anno ai canonici nel giorno di san Pietro. Notaio: Angelus Saxonis de Pallonibus. Originale: Caps. 73, fasc. 322, n. 1. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum locationis terrarum Portus et Insule de anno 1324» (sec. XVI); al disotto: «Iura Portuensis territorii seu Sancte Anatolie» (sec. XV); al disotto, in inchiostro quasi del tutto evanido: «Instrumenta Sancte Anatolie» (sec. XIV); nel margine destro: «Gaspar. Portuen(sis) bonorum. Instrumentum relocationis prediorum situatorum in Insula et territorio Portuensi. Egidius Dass produxit conpulsus ad instantiam Nicolai Fernandi procuratoris. Rome in domo domini *** mercurii xxxi augusti 1563. Bertoldus Ernesti notarius»; nel margine inferiore sinistro: «Iura Portuen(sis)» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva: «Relocatio terrarum Portuensium et Insule de anno 1324». Segnature precedenti: 124 (nel margine superiore); f (nel mezzo). Pergamena di cm 84 × 32, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 252r.

78 — 1325 luglio 8, Roma, S. Giovanni in Laterano Iohannes de Cavis106, canonico di S. Giovanni in Laterano e giudice delegato da Iohannes, abate di S. Biagio in Cantusecuto, conservator et iudex dei beni della basilica vaticana in virtù della conservatoria di Giovanni XXII 107, il cui testo viene riportato all’interno del presente documento, su petizione del capitolo di S. Pietro, anch’essa inserta108, intima ai campsores (nominativamente elencati), rei di aver occupato indebitamente una parte della piazza e della scalinata antistanti la detta basilica, di liberare i predetti luoghi e di astenersi in futuro dalla loro occupazione senza il consenso del capitolo. Notaio: Andreas filius condam Andree Sanpongioli. Originale: Caps. 5, fasc. 261, n. 3; copia del sec. XVI: PAnot., 6, ff. 270r-272r. Sul verso, nel margine inferiore: «Sententia platee contra campsores» (sec. XIV); ivi: «Sententia lata contra campsores platee Sancti Petri de anno 1325» (sec. XV-XVI). Segnature precedenti: 20. Pergamena di cm 60,5 × 71,5 (pl. 4), in buono stato di conservazione, con sigillo di cera pendente. Edizione: Pecchiai 1951, pp. 113-117, doc. 1 (da esemplare di registro); de Boüard 1910, pp. 337-343, doc. I. Regesto: Grimaldi, Index, f. 82v.  Giovanni Annibaldi de Cavis, cfr. Rehberg 1999B, p. 224 (L 7).  Cfr. supra, doc. 56. 108  Originale non conservato. 106

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79 — 1325 luglio 24 Andreas domini Stephani de Advocatis, sua moglie Malabranca ed Egidius, loro figlio, vendono a Oddo Locteringi de Amatiscis e al notaio Petrus Riccomandi de Amatiscis109, «cuilibet eorum pro medietate», il casale denominato Mons Tiberius110, posto «extra portam castri Sancti Angeli et pontem Milvium», e due pediche di terra poste nelle pertinenze del detto casale, per il prezzo di 325 fiorini d’oro. Notaio: Iacobus Saxonis de Amatescis. Copia autentica s.d., ma sec. XIV, not. Nicolaus Luce de Rogeriis: Caps. 42, fasc. 166, n. 3. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Carte casalis Montis Tivery [sic] olim Odonis Lottarengi» (sec. XIV); nel margine superiore destro: «extra portam Castelli»; segue, di altra mano: «Venditio casalis Montis Tiberii» (sec. XIV-XV); segue, di mano posteriore: «olim Andree de Advocatis de regione Sancti Laurentii in Lucina»; segue, di altra mano, in inchiostro quasi del tutto evanido: «facta Odoni et Petro de Amatheschis» (sec. XVI). Pergamena di cm 86 × 45, in buono stato di conservazione. La presente copia fu realizzata su istanza del capitolo di S. Pietro, come si evince dal preludio dell’atto di seguito riportato: «In nomine Domini, amen. Quoniam exemplo non creditur, nisi ex eo facta collatione autentici atque fide in subsidium, maxime cum de autentico ubique portando possit periculum iminere, a iure inventum esse dignoscitur quod auctoritate potestatis seu iudicis ordinarii exemplum vel sumptum ex autenticis reducatur in publicam notionem. Ex eo igitur discretus et sapiens vir dominus Iohannes Bellihominis, iudex palatinus tempore magnificorum virorum domini Hugonis Augerii, domini Rogerii de Vintrono et domini Iohannis Piscis, Dei gratia per summum pontificem ad officium senatorie et regimen Urbis deputatorum, ad postulationem et requisitionem capituli basilice Principis apostolorum [de Urbe], auctoritate iudicialis [sic], qua fungitur, ex potestate sibi concessa a dictis dominis senatoribus, coram subscriptis testibus licteratis mandavit mihi Nicolao Luce de Rogeriis notario publico per me eundem notarium infrascriptum infrascriptum instrumentum diligenter transcribi et in publicam formam redegi, nil adito vel diminuto, per quod fides et forma ipsius possit in aliquo derogari, unde ego Nicolaus notarius predictus de mandato et auctoritate iudicis supradicti infrascriptum fideliter exemplatus fui cum infrascriptis testibus licteratis, ipsis videntibus, legentibus et abscultantibus, cuius tenor talis est». In base al testo che precede è possibile datare la presente copia alla seconda metà del 1337. Il 31 luglio di quell’anno, infatti, Benedetto XII, eletto senatore a vita dai romani, affidò temporaneamente il governo dell’Urbe a Ugo Augeri, rettore 109  Sulla famiglia romana degli Amateschi nel secolo XIII si veda Vendittelli 1982, dove, a p. 173, è ricordato l’acquisto nel 1330-1331 di una porzione della torre di famiglia da parte di Pietro Riccomandi. Questi fu scribasenato nel 1331, cfr. Rehberg 2008, p. 805. 110  In passato è stato proposto di identificare tale località con la tenuta di Monte Oliviero, a est della via Flaminia, ipotizzando che essa sia stata in seguito inglobata nella tenuta di Pietra Pertusa, cfr. Gauvain 2011, p. 521.

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di Campagna e Marittima, Ruggero De Vintronio, rettore del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia, e a Giovanni Pesce, altarista di S. Pietro. A costoro sarebbero succeduti Iacopo Gabrielli e Bosone Novello, che fecero il loro ingresso a Roma il 21 gennaio 1338, cfr. Salimei 1935, p. 104. Regesto: Grimaldi, Index, f. 284r.

80 — 1325 luglio 24 Philippa, moglie di Bartholomeus Curcuville, in qualità di tutrice della nipote Vannotia («maior novem annorum»), rimasta orfana dei genitori (Bartholomea, figlia dei detti Philippa e Bartholomeus, e Iohannes figlio di Andreas domini Stephani de Advocatis), vende a Oddo Locteringi e al notaio Petrus Riccomandi de Amatescis, a ciascuno di costoro «pro medietate», tutti i diritti e le azioni che competono alla detta Vannotia sul casale denominato Mons Tiberius e sulle pediche a questo annesse, per la somma di 300 fiorini d’oro. Notaio: Iacobus Saxonis de Amatescis. Copia autentica s.d., ma sec. XIV, not. Nicolaus Luce de Rogeriis: Caps. 42, fasc. 166, n. 4. Sul verso, nel margine inferiore: «Casale cum turri, qui [sic] dicitur» (sec. XVI); segue, di altra mano: «Mons Tiberius venditus per dominam Philippam extra portam Castelli» (sec. XV-XVI); segue, di altra mano: «Odonis et Petro de Amateschis de anno mcccxxv» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 75 × 32,5, con alcune lacerazioni di lieve entità nel margine sinistro, che non pregiudicano la lettura del testo. La presente copia è introdotta da una premessa analoga a quella riportata per il documento antecedente (cfr. supra, doc. 79): anch’essa è dunque, per le ragioni anzidette, da datarsi alla seconda metà del 1337. Regesto: Grimaldi, Index, f. 284r.

81 — 1325 settembre 9, Napoli Roberto re di Sicilia ordina ai suoi ufficiali in Ortona di soddisfare i canonici di S. Pietro, «omni difficultate et contradicione remota», di quanto assegnato a costoro da suo nonno (Carlo I) e da suo padre (Carlo II)111 sui proventi della gabella della detta città. Originale: Caps. 46, fasc. 343, n. 4. Sul verso, nel margine superiore destro: «Roberti regis. Roberti regis Sicilie officialibus Ortone mandat ut integre satisfaciant capitulo absque diminutione aliqua. Anno 1325, 9 7bris» (sec. XVII); ivi, in inchiostro molto 111

 Cfr. supra, doc. 5, nt. 6.

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evanido: «Lictere Ortone impetrate per Bartholomeum beneficiatum112»; nel margine inferiore destro: «Secretis Aprucii pro capitulo et canonicis ecclesie basilice Principis apostolorum de Urbe»; ivi, di altra mano coeva: «Registrata per totum. 6». Segnature precedenti: 6; 67. Pergamena di cm 17,5 × 40, in buono stato di conservazione. Sigillo deperdito. Regesto: Grimaldi, Index, f. 291v.

82 — 1326 febbraio 23 Agnes, moglie di Robertus Provençalis, taverniere del rione Ponte, con il consenso di Agnes, moglie di Rogerius de Romanuciis del rione Arenula, proprietaria eminente dei terreni sotto indicati, vende a Perna, figlia di Bartholomeus dictus Santo Paulo, portator della contrada di Posterula, quattro pezze di vigna «ad quartam reddendam», poste fuori la porta di Castello, in Monte Mario, per il prezzo di 14 fiorini e 10 solidi di denari provisini del senato, più un’entratura di 20 solidi simili. Notaio: Petrus Bartholomei Capucie. Originale: Caps. 66, fasc. 189, n. 8. Sul verso, nel margine superiore destro, con orientamento della scrittura inverso rispetto al testo: «Vinee quatuor petiarum» (sec. XV); al centro, di mano posteriore: «Monte Malo»; nel margine superiore sinistro: «La vingnia de Monte Mare [sic]» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «De anno 1326»; nel medio margine superiore, in inchiostro quasi del tutto evanido: «Emptio vinee quatuor petiarum in Monte Malo facta per Pernam Bartholomei dicti Sancto Paulo ab Agnete uxore Bartholomei Provensalis» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva: «Emptio vinee per Pernam». Pergamena di cm 79 × 24, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 309r.

83 — 1326 marzo 10, Napoli Roberto re di Sicilia, facendo seguito ad altra sua lettera (1311 marzo 30, Napoli)113, il cui testo viene riportato all’interno del presente documento, intima agli ufficiali preposti alla gabella di Ortona di corrispondere ogni anno ai canonici di S. Pietro parte dei proventi derivanti dalla vendita di ferro, acciaio e pece, alla ragione di 3 tarì «pro quolibet miliario». Originale: Caps. 47, fasc. 344, n. 2. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Privilegium Roberti super l unciis» (sec. XIV); nel mezzo: «1326 10 martii | sexta»; nel margine inferiore destro: «Privilegium Roberti regis confirmans et approbans donationes 112  Da identificarsi forse con il Bartholomeus Nicolai beneficiatus ricordato nel Liber. Anniv., cfr. Egidi 1908, pp. 218-219 (7 giu.). 113  Originale non conservato.

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factas basilice super iuribus terre Ortone | lxviii» (sec. XVI); segue: «anno Domini 1326, x martii. Et ut mercatores aliasque personas ferrum, acciarum et picem in fundico Ortone immittere seu vendere volentes sine contradictione permittant, etc. Anno 1326, x martii» (sec. XVII); ivi: «Registrata per totum» (sec. XIV). Segnature precedenti: sexta; lxviii. Pergamena di cm 62,5 × 63, con qualche leggera macchia di umidità; sigillo deperdito. Regesto: Grimaldi, Index, f. 292r.

84 — 1326 aprile 13, Città della Pieve Marchus de Amelio, giudice e vicario del podestà Berardinus, conte di Marsciano, i priori e il consiglio maggiore di Città della Pieve nominano Petrus Retoli «de dicto castro» loro procuratore, con il compito di recarsi a Roma presso il priore e il capitolo di S. Pietro al fine di donare a costoro il «locus Sancte Marie Floris Maii»114. Segue sulla stessa pergamena la procura fatta al medesimo Petrus Retoli da parte delle recluse (elencate nominativamente in numero di otto) e delle oblate (elencate nominativamente in numero di due) del locus anzidetto, che gli affidano il compito di recarsi presso il priore e il capitolo di S. Pietro di Roma per impetrare da costoro la licenza di edificare una chiesa e un monastero sotto la detta intitolazione (1326 aprile 20). Notaio: Matheus condam ser Stephani de Castroplebis. Originale: Caps. 32, fasc. 130, n. 4. Sul verso, nel margine inferiore: «Instrumentum monasterii Sancte Marie floris maii de Castro Plebis» (sec. XIV); nel margine superiore: «Procuratorium donationis Sancte Marie floris maii de Castro Plebis» (sec. XVI); subito al disotto della precedente, di altra mano: «Sancte Marie floris maii de Castro Pedis [sic]» (sec. XV): segue, aggiunto da altra mano: «Procuratorium ad dandum locum ipsum canonicis et capitulo et ad petendum subiectionem pro monialibus Sancte Marie predicte» (sec. XV-XVI). Segnature precedenti: C. x. Pergamena di cm 59 × 25,2, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 224r.

85 — 1326 maggio 1, Roma, S. Pietro Il priore e il capitolo di S. Pietro esortano tutti i fedeli a dare il proprio contributo alla costruzione del monastero di S. Maria Floris maii di Città della Pieve e a sovvenire alle necessità di coloro che vi dimorano. A tal fine, rendono partecipi delle indulgenze e delle altre grazie spirituali di cui gode la basilica vaticana tutti coloro che faranno visita al monastero anzidetto («omnium sa114  Un monastero intitolato S. Maria Floris Magii (forse identificabile con il nostro), allibrato nel catasto perugino del 1361, è ricordato da Grohmann 1970-1971, p. 49.

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crificiorum et divinorum offitiorum ac fraternitatis et pietatis operum, que in dicta nostra basilica et ceteris sibi subiectis membris Deo prestante continue peraguntur, ad participationem admictimus, necnon omnium indulgentiarum, que in ipsa nostra basilica sunt concessa»). Originale: Caps. 32, fasc. 130, n. 3. Sul verso, nel mezzo, in inchiostro parzialmente svanito: «1326. Privilegium monasterii Sancte Marie floris mai de Castro Plebis, indulcentia [sic] concessa, que est in Sancto Petro [...] an(te) t(ame)n quam prenu[...]»(sec. XIV); aggiunto da altra mano posteriore: «sub iurisdictione basilice» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 29 × 28,5, in buono stato di conservazione. Del sigillo di cera pendente, racchiuso in un sacchetto serico di colore rosso, restano solo alcuni frammenti. Il documento, non redatto da notaio, è autenticato dalla presenza del sigillo capitolare. Regesto: Grimaldi, Index, f. 224r.

86 — 1326 ottobre 7, Napoli Roberto re di Sicilia ordina agli ufficiali del Regno di far cessare ogni impedimento alla vendita di ferro, acciaio e pece in Ortona, permettendo in tal modo ai canonici di S. Pietro di incamerare i proventi loro concessi dai suoi predecessori sul transito di dette materie nella stessa Ortona alla ragione di 3 tarì d’oro «pro quolibet miliario». Originale: Caps. 46, fasc. 173, n. 2. Sul verso, nel margine destro: «De ferro et pice» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Lictere ferri, aczari et picis, de quibus debet solvi balie dohana regis Roberti, anno mo ccco xxvio» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Roberti Sicilie regis littere mandantes dohaneriis Ortone ut ius dohane super redditibus ferri, acciari et picis basilice debitis ad rationem tarenorum trium pro quolibet milliaro solvant, anno 1326, 7 octobris» (sec. XVI); nel margine inferiore destro, in inchiostro quasi del tutto svanito: «Lictera feri, azarii super cabella nostra Orton(ensi)» (sec. XIV); ivi: «Ruberti regis pro Ortona ad mare» (sec. XVI); al disotto della precedente: «Registrata per totum» (sec. XIV). Pergamena di cm 24,5 × 44,5, in buono stato di conservazione. Sigillo deperdito. Regesto: Grimaldi, Index, f. 291r.

87 — 1327 marzo 27, Roma, S. Pietro Paulus de Comite115, prepositus Nivellensis e vicario dell’arciprete Neapoleo116, cardinale diacono di S. Adriano, arbitro eletto dal capitolo di S. Pietro, da 115  Paolo di Adinolfo Conti (q. 1330), cfr. Dykmans 1975A, pp. 78-79 e Montel 1988-1989, I, pp. 403-404, nr. 10: Paulus de Comite. Quest’ultimo, tuttavia, confonde Paolo di Adinolfo con suo nipote, Paolo di Giovanni di Adinolfo, attribuendo erroneamente al primo la resignazione del canonicato di S. Pietro nel 1313 (cosa che lo portò ad affermare che «malgré ces “resignationes”, on le retrouve comme chanoine de SP au début du pontificat de Jean XXII») che invece spetta al secondo. 116  Napoleone di Rinaldo Orsini.

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una parte, e dai campsores (nominativamente elencati in numero di diciotto) esercitanti nella piazza di S. Pietro, dall’altra parte, sentenzia che questi ultimi dovranno riconoscere il priore e il capitolo di S. Pietro quali proprietari dei banchi sui quali svolgono la propria attività; i canonici, a loro volta, «facta dicta recognitione et confessione» da parte dei campsores, dovranno locare a questi ultimi i detti banchi per dieci anni verso un canone annuo di 10 solidi di denari provisini e 3 libbre di zafferano da pagarsi nel giorno dell’Annunciazione. I campsores dovranno altresì risarcire in tre anni i canonici di quanto da costoro speso «in ipso litigio» e restringere e disporre i loro banchi in modo tale da lasciare libere le vie d’accesso alla basilica117. Notaio: Iohannes dictus Sapiens118 de Vallmontone. Originale: Caps. 5, fasc. 261, n. 4. Sul verso, nel margine superiore: «Arbitrium seu sententia lata contra campsores tenentes banchas in platea Sancti Petri» (sec. XIV-XV); segue, di mano posteriore: «1323». Pergamena di cm 32,5 × 22, in buono stato di conservazione. Edizione: Pecchiai 1951, pp. 117-118, doc. 2 (da esemplare di registro); Dykmans 1975A, pp. 177-179, doc. XXVII. Regesto: Grimaldi, Index, f. 82v.

88 — 1327 aprile 9, Roma, S. Caterina de Portica Francisca, badessa del monastero di S. Caterina de Portica119, col consenso delle consorelle (elencate nominativamente), dà in locazione al magister Pucius magistri Egidii della detta Portica, una vigna venduta di recente al monastero da Egidius Petri Quinquedenti del rione Ponte, posta fuori la porta di Castello, «in costis de Monte Malo», per una entratura di 5 fiorini, alle seguenti condizioni: il detto Pucius dovrà dare almeno una volta l’anno alla vigna «tres bonas cappaturas»; al monastero dovrà corrispondere la quarta parte di tutto il mosto «mundum et acquatum», e due canestri d’uva. Il detto Pucius promette, infine, alle monache di rinnovare la locazione della vigna ogni diciannove anni. Notaio: Iacobus Iohannis Benevenuti. 117  Per una approfondita analisi del contenuto di questo documento e degli episodi a esso correlati si veda Modigliani 1998, pp. 262-267. 118  Nel manoscritto «Sps» sormontato da segno d’abbreviazione; per lo scioglimento cfr. Dykmans 1975A, p. 179. 119  Anche detto S. Caterina in Borgo o delle Cavallerotte, questo monastero si trovava sul versante orientale della platea Sancti Petri. Fu annesso alla basilica vaticana da Paolo II nel 1469 e demolito nel 1659 per dar luogo alla costruzione del colonnato berniniano. Cfr. Huelsen 1927, pp. 235-236, nr. 14; Caraffa 1981, p. 47, nr. 51.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Originale: Caps. 66, fasc. 356, n. 4. Sul verso, nel margine superiore destro: «Ystrumentum vinee, que quondam fuit Egidii Quinquedenti et nunc est magistri Pucii magistri Egidii de Portica posita ad costas Monte Mar(i) [sic]» (sec. XIV); segue di mano posteriore: «de anno m ccc xxvii»; segue, di altra mano: «in Monte Malo». Pergamena di cm 64,5 × 19, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 309v.

89 — 1327 [...] Maria, figlia emancipata del fu Donatus Granelli, de regione Caccabariis, «ut patet publico instrumento emancipationis scripto per Franciscum Pauli de Cosciaris notario», col consenso della madre Costantia e dei fratelli Romanellus e Donatus, vende a Petrucia, moglie di Petrus de Corneto, de platea Sancti Petri, una casa solarata posta nel rione Ponte, nella Città Leonina, «in ruga Francigena», per il prezzo di 93 fiorini. Prestano garanzia nella detta vendita i fratelli di Maria, Romanellus e Donatus, e Iacobus, figlio del fu Romanus Mutus de Piperis, del rione S. Eustachio. Notaio: Aniballus Iacobi Ionathe. Originale: Caps. 59, fasc. 216, n. 3. Pergamena di cm 61 × 26, con una rosicatura nel margine superiore che ha provocato la perdita di parte delle prime quattro righe del testo. Un guasto della pergamena compromette la lettura di una parte della datatio del documento, di cui oggi si può leggere quanto segue: «[... s]eptimo, pontificatus domini Iohannis xxii, indictione decima m[ense ...]». Regesto: Grimaldi, Index, –

90 — 1328 settembre 14 Petrus Philippi Petrice Iohannis Oddonis del rione Trevi e sua moglie Abundantia, figlia del fu Iohannes Bartholomei Iudicis de Peczengaris, vendono a Petrus Iacobi Canonis de Posterula della regione Scorteclari, canonico di S. Maria di Rieti, una casa in parte solarata, con orto e «statio ante se», posta in Scorteclari, nella contrada Posterula, per il prezzo di 90 libbre di provisini del Senato. Notaio: Petrus Bartholomei Capucie. Originale: Caps. 56, fasc. 201, n. 4. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum domorum domini Petri de Posterula» (sec. XV); segue, di mano posteriore: «Canonici Reatini»; segue, di altra mano: «1328». Pergamena di cm 68 × 26,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 323r.

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91 — 1329 marzo 31 Petrus Venture, «olim de Corneto et nunc habitator Urbis, in platea Sancti Petri et ruga Francigena», avendo deciso di annullare un precedente instrumentum dotale da lui fatto redigere in favore della moglie Petrucia, e avendo avuto in dote da quest’ultima 300 libbre di provisini del senato, pone ora in pegno alla detta Petrucia, «ad vicem et conpensationem» del precedente contratto, una casa «solarata cum mingiano et statio ante se», posta nel rione Ponte, nella Città Leonina, «in ruga Francigena», e quattro pezze di vigna, «videlicet vituum et arborum, cum vasca, vascali et tino», poste fuori porta Pertusa, proprietà della chiesa di S. Apollinare. Notaio: Aniballus Iacobi Ionathe. Originale: Caps. 59, fasc. 216, n. 4. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Obligatio pignoris dotalis» (sec. XVII); al disotto: «Domus in ruga Francigena et vinea extra portam Pertusii [altra mano corr. -sam] mcccxxviiii, instrumenta ii»; nel margine superiore destro, con orientamento inverso della scrittura: «Carta Petrucie» (sec. XIV-XV). Pergamena di cm 53 × 34, con rosicature di lieve entità nel margine destro, che non interessano il testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 338r.

92 — 1329 aprile 9, Napoli Roberto re di Sicilia, avuta conferma da Iohannes120, cardinale diacono di S. Teodoro, e da altri testimoni fededegni che i soli canonici Iohannes Arloti121 e Ricardus Pauli de Galganis122, e non l’intero capitolo di S. Pietro, presero partito per Ludovico il Bavaro, ordina agli ufficiali del Regno di riammettere il detto capitolo nel godimento di 48 delle 50 once a esso donate da suo nonno (Carlo I) e da suo padre (Carlo II) sulla gabella di Ortona123, facendo devolvere alla Camera regia le restanti 2 once destinate ai due canonici ribelli. 120  Giangaetano di Matteo Rosso Orsini, cardinale diacono di S. Teodoro dal 1316 al 1335 (†), cfr. Eubel 1913, pp. 15 e 52. 121  Montel 1988-1989, I, pp. 401-402, nr. 8: Ioannes Iacobi Ioannis Arlocti. 122  Montel 1988-1989, I, p. 441, nr. 87: Ricardus Petri Ricardi. Secondo A. Rehberg, Montel avrebbe errato nel confondere (“vermischt”) in questo biogramma Riccardo Galgani con il clericus Riccardo di Pietro Riccardi, cfr. Rehberg 1999B, p. 261. Almeno in questo caso, tuttavia, l’identificazione proposta da Montel – «Rizardus Pauli, peut-être Petri Pauli? confusion fréquente» – non pare del tutto immotivata. Due documenti di Giovanni XXII sono infatti esplici nell’indicare il secondo canonico di S. Pietro (dopo Giovanni Arlotti) schieratosi con Ludovico il Bavaro proprio in quel Ritzardus o Riccardus Petri Riccardi, al quale, dopo la privazione del canonicato vaticano decretata dal papa ai suoi danni, sarebbe succeduto Giovanni Frangipane, cfr. Mollat 1904-1947, nrr. 45022 e 45024. 123  Cfr. supra, doc. 5, nt. 6.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Originale: Caps. 47, fasc. 344, n. 3. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Privilegium super factis Ortone» (sec. XIV-XV); nel margine superiore destro: «Robertus rex reintegrat ad lta partes canonicos et capitulum duas p(artes) sibi ademptas» (sec. XVI); segue, di mano posteriore: «anno 1329, die 9 aprilis»; nel margine inferiore destro: «Registrata per totum» (sec. XIV). Pergamena di cm 19 × 28,5, in buono stato di conservazione. Il sigillo di cera adeso a coda pergamenacea è parzialmente conservato. Regesto: Ficker 1865, p. 127, doc. 240 (da esemplare di registro). Regesto: Grimaldi, Index, f. 292r.

93 — 1329 maggio 13, Sutri Il nobilis vir Thebaldus domini Petri Iohannis Cencii de Urbe vende a Lellus Petri Scriniarii, mercator di Sutri, «pro medietate», e a Ceccolus Petri Scriniarii «pro alia medietate», tutte le terre che egli possiede nel territorio sutrino, in contrata Vallis Menzole, per il prezzo di 540 libbre di provisini del senato. Segue sulla stessa pergamena il consenso alla vendita di Iohannes, figlio del detto Thebaldus (1329 giugno 2). Notaio: Nicolaus Iacobi Egidii. Originale: Caps. 29, fasc. 118, n. 3; copia del sec. XVI: PAnot., 3, ff. 215r-217r. Sul verso, nel margine inferiore: «Carta Lelli Petri de terris domini Teballi» (sec. XIV); nel margine superiore: «Carta Lelli Petri de terris domini Teballi» (sec. XIV); segue, aggiunto da altra mano: «per eos empte in Sutrio de anno 1329» (sec. XVI). Pergamena di cm 89 × 32,2, generalmente in buono stato di conservazione. Si segnala, tuttavia, una lacerazione di lieve entità nel margine inferiore, senza interessamento del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 209v-210r.

94 — 1329 novembre 1, Roma Constantia124, contessa di Anguillara, «sana corpore», detta le sue ultime volontà. Dispone che a S. Pietro siano assegnate, oltre a una vigna in Terrione, tutte le case, con forno e casalena che ella possiede nel rione Ponte e che furono 124  Costanza di Orso di Gentile Orsini, sorella di Bertoldo, arcivescovo di Napoli, cfr. Carocci 1993, tav. 11, gen. 5; Allegrezza 1998, tav. 7, gen. 6. Sposò Francesco di Pandolfo Anguillara (q. 1317) che lasciò quattro figli: Pandolfo (III) (q. 1329), Francesco (†1333), Imilia (q. 1329) e Orso (q. 1366), cfr. Sora 1906-1907, p. 420. Costanza morì il 6 settembre 1330, come ricorda il relativo obitus registrato nel Liber anniv. della basilica vaticana, dove si trova anche memoria dei legati da lei fatti a S. Pietro, cfr. Egidi 1908, pp. 246-247; in proposito cfr. anche Müntz – Frothingham 1883, p. 5.

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un tempo di Iacobus de Ponte125, con la condizione che i canonici facciano celebrare ogni giorno in perpetuo una messa presso l’altare della sua cappella in S. Pietro – posta vicino all’altare del defunto cardinale Ispano126 –, alla quale lascia in dotazione i beni suddetti, e una messa nel giorno anniversario della sua morte. Se i canonici mancheranno di osservare tali prescrizioni, la testatrice stabilisce che i detti beni vengano devoluti all’ospedale di S. Spirito in Sassia e, in tal caso, l’obbligo di soddisfare alle medesime condizioni ricada sul precettore e sul conventus del detto ospedale. Dispone, inoltre, diversi lasciti in denaro pro missis cantandis in favore di S. Spirito in Sassia, S. Maria in Aracoeli, S. Trifone, S. Maria sopra Minerva, S. Maria de Populo, S. Francesco de regione Transtiberim, S. Sabina, S. Francesco di Sutri, S. Caterina de porticu Sancti Petri, S. Giacomo in Settignano, Ss. Celso e Giuliano, S. Orso127. Altri lasciti in denaro stabilisce in favore dei poveri, delle orfane, delle sue camerarie e dei suoi familiares, di tutte le «incarcerate de Urbe», della sorella Laurentia, moglie del fu Iordanus128. Ai figli, i comites Ursus e Franciscus, lascia «comuniter inter eos» tutte le case e i palatia che possiede in Parione, con la clausola che costoro non possano, prima che sia trascorso un anno dalla sua morte, «murari facere dictas domos». Ai figli naturali del fu comes Pandulfus, Romanellus e Puciolus129, lascia 100 fiorini, che saranno loro assegnati al compimento del diciottesimo anno d’età. Stabilisce, inoltre, che sia venduta la sua «domus solarata in apothecis porticus Sancti Petri» e che il ricavato sia donato per l’anima sua e di sua madre. A S. Pietro dona, altresì, la «trappatam de seta, que habetur quando celebratur officium Corporis Christi», e «unum castonum cum quinque pernis». Stabilisce che tutti i beni appartenuti a Imilia, sua figlia defunta, siano venduti e il ricavato sia donato pro anima della detta Imilia; e allo stesso modo siano venduti i beni («pirum de auro cum pretis pretiosis et corrigia de auro et omnes libri») appartenuti al suo defunto fratello Bertuldus e il ricavato vada a S. Pietro per l’anima del medesimo. Quali suoi esecutori testamentari nomina 125  Trattasi probabilmente del «podestà di carriera» Giacomo (I) de Ponte, attestato tra il 1238 e il 1257, cfr. Coste 1988, pp. 53-57 e 67. 126  Secondo quanto riporta Tiberio Alfarano, il cardinale Pietro Ispano fu sepolto presso l’altare di S. Bonifacio, che si trovava al principio della nave mediana, «iuxta portam Ravennianam in parietibus ad orientem». A proposito di Costanza, dalla testimonianza di Alfarano si ricava soltanto che essa fu sepolta «intra basilicam», cfr. Cerrati 1914, pp. 65-66, nr. 47, p. 194, nr. 120. 127  S. Orso de Ponte, filiale di S. Lorenzo in Damaso, che nel sec. XV assumerà il nome di S. Orsola, cfr. Huelsen 1927, pp. 501-502, nr. 12; Lombardi 1998, p. 178, s.v. Chiesa di S. Orsola della Pietà. Sull’intitolazione della medesima ai Ss. Tommaso e Orso si veda Adinolfi 1989, pp. 232233. 128  Giordano di Poncello Orsini, cfr. Allegrezza 1998, tav. 5, gen. 6. 129  Si tratta dei figli naturali di Pandolfo (III) Anguillara, figlio defunto della testatrice, cfr. Carocci 1993, p. 308, nt. 8; Allegrezza 1998, p. 176, nt. 48.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

il frater Thomasius130 dell’ordine dei Minori, penitentiarius Urbis, Paula131, moglie del fratello Neapoleo, e il magister Leonardus, suo familiare. In tutto quanto resta dei suoi beni nomina eredi universali i suoi figli, Ursus e Franciscus, cui spetteranno anche tutti i diritti e le azioni che le competono «ratione iurium paternorum ex vigore testamenti olim domini Ursi patris dicte domine», ma solo dopo la morte di suo fratello Neapoleo. Notaio: Paulus Angeli de Civitella. Originale: Caps. 55, fasc. 366, n. 1. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Testamentum comitisse Constantie» (sec. XIV); al disotto, di altra mano, anch’essa in inchiostro molto evanido: «Testamentum comitisse Constantie filie domini Ursi de Ursinis pro relictis etc. et sororis domini Neapoleonis et Bertuldi et matris Ursi et Francisci comites Anguillarie, item tutoris comitisse Iohanne de Ursinis filiis suis, videlicet Iohanne et Constantie filiarum prefati Francisci132» (sec. XIV); nel margine inferiore: «In saculo domorum in Ponte» (sec. XVI); ivi, di altra mano: «Testamentum domine Constantie comitisse Anguillarie, que reliquit basilice domos et furnum et casalena in Ponte et vineam suam in Terrione iuxta suos fines» (sec. XVI). Pergamena di cm 91,5 × 36,5, con una lacerazione di piccole dimensioni nel margine superiore, rammendata con spago. Regesto: Grimaldi, Index, f. 321v.

95 — 1329 dicembre 6, Avignone Iacobus133, cardinale diacono di S. Giorgio ad Velum Aureum, «eger corpore», avendo già dettato un testamento e un primo codicillo134, decide ora di fare un secondo codicillo con cui dà luogo alle seguenti disposizioni. Nomina quali nuovi esecutori testamentari (dato che quelli da lui scelti nel precedente testamento «omnes quasi decesserunt») Neapoleo135, cardinale diacono di S. Adriano, suo zio materno, Anibaldus136, cardinale prete di S. Lorenzo in Luci130  Forse da identificarsi con Thomas de Aquapendente OFM, testimoniato in qualità di penitentiarius minor de Urbe dal 1320 al 1333, cfr. Rehberg 2003, p. 98, doc. 8. 131  Seconda moglie di Napoleone di Orso Orsini, sposato in prime nozze con Agnese di Monferrato, cfr. Allegrezza 1998, p. 181 e tav. 7, gen. 6. Il suo obitus è ricordato nel Liber anniv. di S. Pietro, cfr. Egidi 1908, pp. 222-223 (23 giu.). 132  Pare di capire che l’estensore di questa lunga nota genealogica attribuisse a Francesco di Francesco Anguillara (†1333), figlio della testatrice, due figlie femmine. Sembra certo, invece, che costui ebbe un figlio maschio, Giovanni (q. 1363), e una figlia femmina di nome Costanza, cfr. Sora 1906-1907, p. 431 e Carocci 1993, tav. 1, gen. 7 e p. 309, nt. 12; per Costanza si veda anche infra, doc. 150. 133  Giacomo Gaetano Stefaneschi. 134  Per il testamento si veda supra, doc. 17; il primo codicillo non ci è pervenuto. 135  Napoleone di Rinaldo Orsini. 136  Annibaldo de Ceccano, arciprete di S. Pietro dal 1342 al 1350 (†), cfr. Rezza – Stocchi 2008, pp. 189-190. Su di lui si veda Guillemain 1973 e Dykmans 1973.

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na, suo nipote, Nicolaus de Ceccano137, arcidiacono di Rivas del Sil, fratello del detto Anibaldus, Berengarius138, eletto vescovo di Sutri, il magister Ambrosius de Lamayrola, canonico di Milano, e il presbiter Aymericus Estanhac, rettore della chiesa de Lavanna (diocesi di Reims), suo confessore. Per la sua sepoltura elegge la basilica di S. Pietro di Roma, di cui è canonico, e in particolare la cappella in onore dei Ss. Lorenzo e Giorgio139 da erigersi presso l’altare di S. Giacomo, dove è sepolta sua madre. Notaio: Henricus dictus Virgilius de Padua. Copia autentica del 1341 ottobre 6, not. Iohannes Mei de Aretio: Caps. 64, fasc. 181, n. 3. Sul verso, nel margine superiore, parzialmente illegibile a causa di una lacerazione della pergamena: «Copia alterius codicilli dicti domini [...] in quo ratificavit testamentum et renov[avit ...] executores» (sec. XIV); nel margine sinistro: «Codicillum domini Iacobi canonici Sancti Petri et cardinalis Sancti Georgii ad velum aureum mcccviii (?)» [canonici-et agg. dalla mano cui si deve la nota seguente] (sec. XV-XVI); segue, di altra mano: «qui vult sepeliri in basilica in cappella Sanctorum Laurentii et Georgii predecessorum suorum» (sec. XVI-XVII). Pergamena di cm 33,5 × 42, con piccole lacerazioni nei margini superiore e inferiore, senza interessamento del testo, e alcune macchie di colore bruno. Edizione: Paravicini Bagliani 1980, pp. 447-450, doc. XXVIII. Regesto: Grimaldi, Index, f. 300v.

96 — 1329 dicembre 25, Napoli Roberto re di Sicilia, avendo appreso da Ursus Neapoleonis de filiis Ursi140 e da Iohannes Fragiapanis141, canonici di S. Pietro, che il papa Giovanni X X I I ha privato del canonicato vaticano e di tutti gli altri benefici ecclesiastici Iohannes Arloti e Ricardus Pauli de Galganis, colpevoli di aver aderito al partito di Ludovico il Bavaro e dell’eresiarca e scismatico Petrus de Corbario142, ordina  Nicola de Ceccano (†1337), dal 1332 vescovo di Catania, cfr. Dykmans 1973, pp. 155-156.  Berengario di Sant’Africano, già canonico di S. Maria in Trastevere, cfr. Gennaro 1967. 139  Secondo l’Alfarano, questo altare era posto al termine della prima navata di destra, a ridosso del transetto, cfr. Cerrati 1914, pp. 88-89, nr. 87; si veda anche infra, doc. 216. 140  Canonico di S. Pietro dal 1329 al 1369 (†), cfr. Montel 1988-1989, I, p. 445, nr. 99: Ursus nob. v. Neapoleonis de filiis Ursi; II, p. 44, nr. 45: Ursus Neapoleonis de Ursinis. Montel distingue in tale circostanza due individui omonimi, mentre dovrebbe trattarsi in entrambi i casi del medesimo Orso, figlio di Napoleone di Orso e nipote di Bertoldo arcivescovo di Napoli, cfr. Carocci 1993, tav. 11, gen. 7. 141  Giovanni Frangipane, canonico di S. Pietro dal 1329 al 1343/44 (†), cfr. Montel 1988-1989, I, p. 417, nr. 33: Ioannes Fraiapani. La data approssimativa della sua morte – ignota a Montel – si può dedurre dalle deposizioni testimoniali rese nel processo inerente alla sua eredità: si veda infra, doc. 187. 142  Pietro da Corvaro (†1333), frate francescano, nominato antipapa in San Pietro da Ludovico il Bavaro il 12 maggio 1328, prese il nome di Nicola V, cfr. Duprè Theseider 1952, pp. 478 sgg.; De Vincentiis 2013. 137 138

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

«secretis, cabellotis seu credenceriis secrecie Aprucii» di restituire al capitolo due delle cinquanta once a esso spettanti sui proventi della gabella di Ortona (che egli stesso aveva in precedenza stabilito di devolvere alla Camera regia con un’altra sua lettera143, il cui testo viene riportato all’interno del presente documento), destinandole ai detti Ursus e Iohannes, successori dei due canonici ribelli. Originale: Caps. 47, fasc. 344, n. 4. Sul verso, nel margine superiore sinistro, in inchiostro molto evanido: «Privilegium Roberti super fact(is) Ortone» (sec. X I V -X V ); nel margine superiore destro: «Robertus rex reintegrat capitulum ad iura sua diminuta propter aliquorum adherentiam Bavaro et Petro de Corbario» (sec. X V I ); segue, di mano posteriore: «anno 1329, die 25 decembris» (sec. X V I I ); nel margine inferiore destro, in inchiostro quasi del tutto evanido: «Registrata penes M(agistrum) ep(istolarum) | Registrata penes prothonotarium» (sec. X I V ). Segnature precedenti: 104. Pergamena di cm 27 × 47, con alcune lacune di modesta entità in corrispondenza delle piegature. Edizione: Ficker 1865, p. 146, doc. 296 (da esemplare di registro, con datazione sbagliata al 25 ottobre 1329). Regesto: Grimaldi, Index, f. 291v-292r.

97 — 1330 gennaio 8, Avignone Giovanni XXII comunica al priore e al capitolo di S. Pietro la propria decisione di destinare «operi dicte basilice» certi beni appartenuti al defunto altarista Iohannes de Unzola144, che al presente si conservano presso il capitolo «depositi nomine nostro»: 640 fiorini d’oro, «nec non libri iuris canonici et civilis, ac una Biblia, tres cupe de argento et unus calix». Originale: Caps. 3, fasc. 7, n. 5. Sul verso: «Lictere de bonis olim domini Iohannis de [Unzula]» (sec. XIV); «Io(hannis) xxii concessio bonorum olim domini Iohannis altararii de Unzola pro reparatione et necessariis pro basilica Sancti Petri facta per dominum Iohannem papam vicesimum secundum» (sec. XIV). Pergamena di cm 33 × 52 (pl. 7,5), lacera nel margine sinistro, con estese macchie d’umidità. Si conserva la bolla plumbea cum filo serico. Edizione: Bullarium 1747-1752, I, p. 277. Regesto: Grimaldi, Index, ff. 32v, 79v.  Cfr. supra, doc. 92.  Bolognese, legum doctor, già canonico di S. Pietro, cfr. Montel 1988-1989, I, p. 423, nr. 47: Ioannes de Unzola, de Bononia (q. 1323). 143

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98 — 1330 gennaio 10, Roma, in palatio Capitolii Andreas de Massimis, giudice palatino e della camera Urbis, deputato all’esecuzione sui beni dei diffidati dalla detta Camera e, in particolare, «per magnificos viros Bertullum comitem palatinum et Bertullum Poncelli de filiis Ursi»145, vicari regi, nell’esecuzione relativa ai beni di Bartellutius figlio di Petrus Albertini della contrada della Portica di S. Pietro, diffidato dalla Camera, ordina che Margarita, moglie del detto Bartellutius e figlia di Andreas Gualterii Iubarellarii, resti in possesso della mezza casa che costei detiene nella piazza di S. Pietro, unita pro indiviso con l’altra metà di Petrus Albertini, suo suocero, in quanto, sebbene la detta metà ricada tra i beni del diffidato, essa fu pignorata pro dote dallo stesso Bartellutius al detto Andreas Gualterii. Notaio: Nicolaus Pauli Nicolai scribasenatus. Originale: Caps. 59, fasc. 217, n. 5. Sul verso, nel margine superiore: «Carta domus platee Sancti Petri» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Investitura domus medie in platea Sancti Petri Margarite Andree ratione dotis sue per dominum Andream iudicem palatinum concesse anno mcccxxx» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 47 × 29, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 339r.

99 — 1330 febbraio 17 Nicolaus alias de Nargia e ora del rione Ponte, in qualità di principale debitore, e Martinettus Cardi alias de Stroncone e ora abitante del detto rione, in qualità di garante, dichiarano di aver ricevuto in deposito da Iohannes Petri Egidii dello stesso rione, la somma di 4 fiorini d’oro, «duo gilgiati et duo salme lingrorum», che promettono di restituire in pecunia numerata a richiesta del detto Iohannes. Notaio: Franciscus Bartholomei. Originale: Caps. 63, fasc. 227, n. 10. Sul verso, nel margine superiore sinistro, in inchiostro molto evanido: «Nicolò Emorautto(?)»(sec. XIV); nel margine superiore destro: «Depositum IIII florenorum penes Nicolaum de Nargia» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva: «1330». Pergamena di cm 40 × 16,5, in buono stato di conservazione. Il documento risulta annullato mediante incisione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349r. 145  Bertoldo Orsini, figlio di Romano e Anastasia de Montfort, conte di Nola, e Bertoldo di Napoleone (Poncello) Orsini, nominati vicari dell’Urbe da Roberto d’Angiò l’8 giugno 1329, cfr. Salimei 1935, p. 101; Allegrezza 1998, tavv. 7 e 10; Caciorgna 1995, p. 206.

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100 — 1330 marzo 17 Particola testamentaria di Angela, moglie del fu Laurentius Iohannis Gregorii, del rione S. Angelo, con cui la testatrice, «infirma corpore», nomina eredi i figli Cola, Petrucius e Paulucius. Lascia pro anima 200 fiorini, di cui 10 fiorini andranno pro opera a ciascuna delle seguenti chiese: S. Pietro in Vaticano, S. Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore, S. Paolo de Urbe, S. Maria sopra Minerva, S. Maria de Araceli, S. Trifone. Quali suoi esecutori nomina la nobilis mulier Glena, moglie del fu Iohannes de Sabello, e il presbiter Andreas di S. Maria de Publico146. Notaio: Mathutius Pauli Grassi. Originale: Caps. 71, fasc. 182, n. 3. Sul verso, nel margine superiore: «D(omi)ne Glene exec(utio)» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Testamentum domine Angele de regione Sancti Angeli m ccc xxx» (sec. XV-XVI); segue di mano posteriore: «q(ui) [sic] reliquid nostre basilice florenos xi [sic]». Pergamena di cm 37,5 × 18,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 301r.

101 — 1331 aprile 13, Napoli Roberto re di Sicilia ordina ai suoi ufficiali nella terra di Francavilla di far sì che i canonici di S. Pietro possano riscuotere quanto spetta loro dalle entrate del fisco in Francavilla, secondo quanto già stabilito dal defunto Carlo, duca di Calabria, con lettera (1321 ottobre 28, Napoli)147, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento. Originale: Caps. 46, fasc. 343, n. 5. Sul verso, nel margine superiore destro, in inchiostro molto evanido: «Regis Roberti de pecunia Francheville anno mo ccco xxxio» (sec. XIV); nel margine destro: «Privilegium regis Roberti mandans officialibus suis in Aprutio ut satisfaciant canonicis et capitulo | 12» (sec. XVI); segue, di mano posteriore: «anno 1331, die 13 aprilis, ut solutionem ad supplementum decime solvende capitulo Sancti Petri debitam satisfaciant»; nel margine inferiore destro, in inchiostro quasi del tutto svanito: «Registrata in cancellaria | Registrata penes ep(istolarum) r(egistrum) | Registrata in [Camera] | Registrata penes prothonotarium» (sec. XIV); ivi: «Lictera Francheville» (sec. XIV). Segnature precedenti: 12. Pergamena di cm 28 × 41,5, in buono stato di conservazione. Del sigillo di cera adeso a coda pergamenacea resta solo qualche frammento. Regesto: Grimaldi, Index, f. 291r. 146  Oggi meglio nota come S. Maria in Publicolis, chiesa ubicata nel rione Regola, presso il Palazzo Santacroce, cfr. Huelsen 1927, p. 361, nr. 79. 147  Originale non conservato.

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102 — 1331 aprile 13, Napoli Roberto re di Sicilia, facendo seguito ad altra sua lettera148, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento, ordina ai secretii Aprutii di permettere al procuratore dei canonici di S. Pietro di percepire, senza alcuna diminuzione, i proventi a costoro spettanti in Ortona, stante la revoca del precedente provvedimento preso dallo stesso Roberto a danno del suddetto capitolo, sospettato di aver aderito al partito di Ludovico il Bavaro e dell’antipapa Petrus Corbario (Nicola V). Originale: Caps. 47, fasc. 344, n. 5. Sul verso, nel margine superiore destro: «Robertus mandat satisfieri integre capitulo, non obstantibus quod duo canonici adheserint Bavaro et Petro Corbario | 4» (sec. XVI); segue, di mano posteriore: «heresiarchae et schismatico»; segue, di altra mano coeva: «anno 1331, die 12 aprilis»; nel margine inferiore destro: «Registrata penes Magistrum R(egistri) | Registrata penes Prothonotarium | Registrata in Camera | Registrata in Cancellaria» (sec. XIV). Segnature precedenti: 4. Pergamena di cm 25,5 × 50,5, in buono stato di conservazione. Del sigillo di cera adeso a coda pergamenacea si conservano solo alcuni frammenti. Regesto: Grimaldi, Index, f. 292r.

103 — 1331 ottobre 12 Petrus Riccomandi de Amatescis, scribasenato del rione Parione, vende a Oddo Locterengi de Amatescis la terza parte di una metà del casale detto de Saxitanis149 e una parte del casalectum quod dicitur Sculcula150, posti entrambi fuori porta S. Pancrazio e porta Pertusa, per il prezzo di 253 fiorini e un terzo. Segue, sulla stessa pergamena, la presa di possesso dei detti beni da parte di Oddo (1332 febbraio 16). Notaio: Iacobus Saxonis de Amatescis. Originale: Caps. 73, fasc. 159, n. 3; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 37v-38r. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro quasi del tutto evanido: «Instrumentum casalis de Sasitanis» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Tertia pars medietatis casalis de Saxitanis empta de anno m ccc xxxi» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 60,5 × 21,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 278v-279r.  Cfr. supra, doc. 92.  Casale ubicato sulla via Aurelia, in località Acquafredda, e acquistato – seppur parzialmente – dai canonici di S. Pietro nel prosieguo del secolo XIV, cfr. Tomassetti 1975-1977, II, p. 562 e Gauvain 2011, pp. 517-520. 150  Casale ubicato sulla via Flaminia, nella località denominata Monte Oliviero, e probabilmente confluito successivamente nella tenuta di Pietra Pertusa, cfr. Gauvain 2011, p. 521. 148 149

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104 — 1331 novembre 29, , in contrata Hermenorum Lucia Valentini olim de [...]151, «infirma corpore», detta le sue ultime volontà. Alla camera di S. Pietro lascia pro anniversario [...]. Ugualmente, lascia 5 libbre di provisini «pro anima mea et presbiteri Nicolai fratris mei». Dispone, inoltre, numerosi legati in favore di carcerate152. Quale esecutore testamentario nomina il canonico di S. Pietro Iohannes Provincialis153. Notaio: Petrus Michaelis de Vercellis. Originale: Caps. 71, fasc. 182, n. 4. Sul verso, nel margine superiore: «Testamentum Lucie Valentini de portica Sancti Petri de anno m ccc xxxi» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 27,5 × 13,5, mutila per l’intera estensione del margine sinistro con corrispondente perdita di gran parte del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 301r.

105 — 1332 febbraio 25, Roma, S. Pietro, in canonica Petrutia, moglie del fu Petrus de Corneto, abitante nella Portica di S. Pietro, nella contrada Ruga Francisca, dichiara di aver ricevuto in deposito da Iohannes Provincialis, canonico di S. Pietro, 55 fiorini e 106 libbre di provisini del senato. La quale somma ella promette di custodire «bene et legaliter» e di restituire al detto Iohannes 45 fiorini entro la prossima Pasqua, e le dette 106 libbre «hinc ad secundum festum Pascatis venturum, cum dampnis omnibus, interesse et expensis». Notaio: Petrus Michaelis de Vercellis. Originale: Caps. 61, fasc. 392, n. 6. Sul verso, nel margine inferiore destro: «Depositum xlv florenorum» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 20 × 19,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349r.  Lacuna nella pergamena.  Il pessimo stato di conservazione di questa pergamena permette di ricostruire solo parzialmente l’entità dei lasciti disposti da Lucia Valentini nel suo testamento. A tal fine soccorrono, almeno in parte, i seguenti brani del Liber anniv. di S. Pietro: «Ob. pbr N[icolaus] rector qd. eccl. S. Stephani de Ungaris, pro c. an. Lucia soror eius dedit bas. unam mediam domum pos. in par. S. Salvatoris de Terione. Exp. soll. .X . us. mon. [...] Eodem die recepimus a Lucia sorore predicti pbri Nicolai eccl. S. Stephani pro an. patris et matris et suorum lib. .X I I . Pro an. eorum soll. .I I . den. .V I . bone mon.» (Egidi 1908, p. 200, 9 apr.); «Ob. Lucia Valentini, que rel. bas. pro an. s. medietatem unius domus cum signo S. Petri, posite in parr. S. Çenonis» (ivi, p. 178, 20 gen.). 153  Cfr. Montel 1988-1989, I, p. 419, nr. 37: Ioannes Gualhardi, alias dictus Provinciale. 151

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106 — 1332 marzo 23 Iohannes Egidii Venture del rione Ponte vende per 35 fiorini d’oro a Iohanna filia quondam dompne Marine del rione Ponte una casa posta nel detto rione «pro parte solarata et pro parte terrinea», proprietà di S. Salvatore in Lauro. Notaio: Donatus Sabbe de Castellanis. Originale: Caps. 55, fasc. 367, n. 1. Sul verso, nel margine superiore: «Domus in parrochia Sancti Salvatoris de Lauro» (sec. X V ); segue, di altra mano: «Venditio anni mcccxxxii» [corr. da mccclxxxii con l depennata] (sec. X V ); segue, di altra mano: «Regione Pontis»; al disotto: «Venditio domus sub proprietate Sancti Salvatoris de Lauro, 1352 [sic]» (sec. X V I I ). Pergamena di cm 65 × 31, con diffuse rosicature nel margine sinistro e muffe. Regesto: Grimaldi, Index, f. 322v.

107 — 1332 ottobre 31 Angelus Ionta, debitore principale, e Petrus Paulus, garante, alla presenza del frater Thomas, abate di S. Biagio in Cantusecuto, confessano di avere ricevuto in deposito da Angelus Plenerii della regione Scorteclari 57 libbre e quattro solidi di denari provisini del senato quale residuo di 100 libbre simili, intero prezzo della casa venduta in precedenza dal detto Angelus Plenerii al detto Angelus Ionte, che s’impegna a restituire la somma anzidetta, maggiorata dei danni e dell’interesse, entro la prossima festa di S. Michele di settembre. Notaio: Iacobus Petrus Omniasancti de Malpileis. Originale: Caps. 27, fasc. 116, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Depositum c librarum pro abbate Sancti Blasii in Cantesecuto [sic]» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 23,5 × 20, con un rammendo con spago nel margine inferiore. Il documento risulta annullato mediante incisione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 207r.

108 — 1333 gennaio 19, , loco capituli I canonici di S. Pietro, alla presenza di Ursus de filiis Ursi154, canonico di Lincoln, vicario di Neapoleo155, cardinale diacono di Sant’Adriano e arciprete di S. Pietro, nominano un procuratore nella persona di Vicanus de Civitavetula156, 154  Orso di Giacomo di Napoleone Orsini (†1360), sul quale si veda Carocci 1993, p. 168 e Allegrezza 1998, ad indicem (in particolare, pp. 64-70 e tav. 3, gen. 7). 155  Napoleone di Rinaldo Orsini. 156  Montel 1988-1989, I, p. 446, nr. 100: Vicanus Albertini de Civitate Veteri (q. 1347).

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loro concanonico assente, al quale conferiscono l’incarico di richiedere da Petrus de Corbaria (Nicola V) «et a reverendo domino . . Camerario domini pape» la restituzione di alcuni oggetti sottratti alla basilica: un evangelistario «cum tabulis argenteis», un pastorale, certi anelli d’oro «et quoscumque alios libros, anulos, cruces, vasa, ornamenta et iocalia ac pecuniam, pannos». Vicanus riceve, inoltre, l’incarico di recarsi presso Alfonso (IV) d’Aragona, per chiedere al re di concedere alla basilica vaticana «in insula Sardinie vel alibi ubicumque» il censo di 30 once d’oro assegnato da suo padre, Giacomo (II)157, e un «certum locum» nel detto regno di Sardegna, dal quale i canonici possano trarre in futuro e «in perpetuum» il reddito anzidetto158. Notaio: Thomas Bartholomei Thome Obicionis. Originale: Caps. 47, fasc. 375, n. 1. Sul verso, in prossimità del margine destro: «Procuratorium de xxx unciis concessis per regem Aragonum in regno Cicilie basilice Sancti Petri» (sec. X I V ); segue, di mano posteriore e in inchiostro quasi del tutto evanido: «in persona domini Vicani de Civitavetuala»; al disotto della precedente: «Procuratorium de xxx unciis auri annuatim concessis in regno Sardinie et recuperandi quedam bona suppellectilis sacristie a fratre Petro de Corbaria olim antipapa, 1333» (sec. X V I -X V I I ). Pergamena di cm 42 × 31, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 293v (con rimando a Caps. 47, fasc. 175).

109 — 1333 febbraio 4 Vannotia, figlia del fu Iohannes Gustantini e minore di anni venticinque, avendo ricevuto da Iohanna, moglie di Matheus de Ioffo, della piazza di Castel Sant’Angelo, 28 libbre di denari provisini del senato, rinuncia a tutti i diritti e alle azioni che detiene contro l’anzidetta Iohanna per gli altrettanti denari che questa le deve «in accomanditia». Notaio: Florius Nicolai Pellicie. Originale: Caps. 62, fasc. 394, n. 3. Sul verso, nel margine superiore: «Refutatio pro domina Iohanna de Zoffo [sic]» (sec. XIV); una mano cinquecentesca aggiunge prima della nota precedente: «Vannocie»; e dopo: «de anno 1333». Pergamena di cm 22 × 21, con una macchia scura al centro del margine destro che compromette la lettura di alcune parole finali di righe. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349v. 157  Cfr. Johrendt 2010B, pp. 245-246, n. 227, documento del 6 aprile 1297, ove si parla, tuttavia, di un donativo annuo di 300 once d’oro («die jährliche Summe von 300 Unzen Gold»). 158  Cfr. anche infra, doc. 176.

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110 — 1333 agosto 25, Montblanch Alfonso IV, re di Aragona, conferma ai canonici di S. Pietro la donazione di 30 once d’oro fatta dal padre Giacomo II, il cui testo viene riportato all’interno del presente documento159. Originale: Caps. 42, fasc. 335, n. 1. Sul verso, nel margine inferiore sinistro: «Privilegium Alfonsi regis Aragonum confirmans et approbans donationem paternam de xxx unciis capitulo et canonicis factam super iuribus regnorum Corsice et Sardinie» (sec. XVI). Segnature precedenti: 94; lta. Pergamena di cm 27 × 51,5, in buono stato di conservazione, con sigillo di cera pendente. Regesto: Grimaldi, Index, f. 285r-v.

111* — 1333 agosto 25, Montblanch Copia autentica del precedente n. 110, del 1333 settembre 9, Barcellona, not. Guillelmus Borrelli: Caps. 42, fasc. 335, n. 2. Sul verso, nel medio margine sinistro: «Transumptum privilegii Alfonsi regis Aragonum confirmantis donationem paternam xxxta unciarum in regno Corsice basilice factam» (sec. XVI); segue: «Est in inventario» (sec. XVI); nel mezzo: «Copia. Lictere et privilegia super facto Sardinie et Aragonie» (sec. XIV). Segnature precedenti: 72; liiii. Pergamena di cm 48,5 × 65, in buono stato di conservazione. La copia è introdotta dalle seguenti parole: «Hoc est translatum sumptum fideliter a quadam carta pergamenea illustrissimi principis domini Alfonsi Dei gratia regis Aragon(um), Valencie, Sardinie et Corsice ac comitis Barchinone sigillo cereo eiusdem pendentis in quadam vera regali sigillata, cuius quidem carte tenor dinoscitur esse talis». In calce al documento la sottoscrizione del notaio Guillelmus Borrelli è preceduta da quelle di Berengarius de Sancto Minato, «vicarii Barchinone et Vallesii», e dei notai Iohannes Salati e Raimundus de Olivaria.

112 — 1334 novembre 2, Roma Codicillo di Oddo Lotterengis de Amathiscis del rione Parione, col quale egli stabilisce di essere sepolto in S. Pietro, annullando le precedenti disposizioni date in proposito nel suo testamento (sepoltura in S. Tommaso in Parione, in una cappella da costruirsi per lascito del testatore). Alla cappella160 che ha fatto costruire in S. Pietro a tale scopo Oddo lascia le terre, con e senza vigneti,  Cfr. supra, doc. 108, nt. 157.  Questa cappella, ricordata dall’Alfarano, si trovava sulla destra di chi accedeva alla basilica dalla porta Guidonea. Intitolata inizialmente a S. Antonino, fu poi detta di S. Brigida e, in seguito, di S. Erasmo. Lo stesso Alfarano riporta come, ai suoi tempi, l’iscrizione votiva un tempo presente nella cappella («Haec est cappella Odonis Lotte[ren]gi de Amatescis quam pro anima sua fecit») fosse stata «posta alle scale che se sale alla Colonna Santa», Cerrati 1914, p. 92, nr. 92 e p. 172. 159 160

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che possiede in Suvereto161, una pezza e mezza di terra «in pratis Sancti Petri» e la quarta parte della «domus de quinque palatiis» che possiede in Parione, con la clausola che il sacerdote officiante la detta cappella celebri quattro volte la settimana (lunedì, mercoledì, venerdì e sabato) una messa in suffragio dell’anima sua e dei suoi parenti. Alla basilica vaticana lascia – come già disposto nel suo testamento – la metà di un casale posto fuori porta di Castello, «iuxta montem Tyberium», la parte a lui spettante del casale de Sassitanis, posto fuori porta Pertusa, nel luogo detto Malgiana, una domuncula in Parione, la casa dove abita, sempre in Parione, riservandone però l’usufrutto vita natural durante alla moglie Stephania. Da parte loro, i canonici di S. Pietro dovranno celebrare ogni anno il suo anniversario, per il quale Oddo stabilisce un esborso di 2 fiorini. Quali esecutori testamentari nomina il notaio rogatario dell’atto, Bartholomeus Iustini, e la moglie Stephania. Notaio: Bartholomeus Iustini. Originale: Caps. 73, fasc. 159, n. 4; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 38v-39r. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Codicillum Oddarelli Loctarengii, in quo continentur relicta per ipsum nostre basilice et eius cappelle [...] de casale de Saxitanis» (sec. XIV); nel margine inferiore, con orientamento inverso della scrittura, in inchiostro molto evanido: «Testamentum Otonis de iiii parte casalis de Saxitanis» (sec. XV); al disotto: «Instrumenta casalis de [Saxi]tanis et partimentum cum Lello Quatracce» (sec. XIV); al disotto: «Domus et casale de Saxitanis, vinee in Suvereto ex testamento Odonis de Amateschis» (sec. XV-XVI); segue, di altra mano: «1334». Pergamena di cm 62 × 22,5, con una lacerazione nel margine superiore senza perdita del supporto; due distacchi di modeste dimensioni si segnalano al centro della stessa; qualche scoloritura dell’inchiostro sul recto. Regesto: Grimaldi, Index, f. 278v.

113 — 1335 maggio 29, Roma, S. Pietro, in sacristia Bobo domini Angeli Buccapasa «de regioni Sancti Laurentii in Lucina seu Campi Martii» dona alla basilica di S. Pietro e ai suoi canonici (di cui sette sono elencati nominativamente) un palatium magnum con la metà di una torre annessa, posto in Quatrivio, nel rione di S. Lorenzo in Lucina, mantenendone l’usufrutto fino alla sua morte, avvenuta la quale il capitolo dovrà far celebrare un anniversario per la sua anima. Egli stabilisce, inoltre, che il mancato rispetto 161  Sulla vasta area, dai confini non ben definiti, associata a questo toponimo (da cui derivò in seguito il suo nome la tenuta dell’Insugherata o Inzuccherata), si veda Gauvain 2011, pp. 539540, dove s’ipotizza che le terre del Suveretum di S. Pietro si trovassero ai margini di un nucleo fondiario più ampio che, seguendo il percorso della via Trionfale, si estendeva fino alla tenuta dell’Insugherata propriamente detta. Per altre fonti nelle quali è ugualmente attestato questo toponimo si veda Tomassetti 1975-1977, III, pp. 39-40.

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di quest’ultima clausola comporterà ipso facto la devoluzione dei detti beni all’ospedale di S. Spirito in Sassia. Notaio: Bartholomeus de Pappaçuris. Originale: Caps. 54, fasc. 194, n. 3. Sul verso, nel margine inferiore: «Palatium Bobonis Bocapase basilice donatum inter vivos anno, 1335» (sec. XVI); segue, di altra mano: «in regione Campi Martii, S. Laurentii in Lucina». Pergamena di cm 45,5 × 21,5, con macchie d’umidità ai margini esterni. Regesto: Grimaldi, Index, f. 315r.

114 — 1335 agosto 11, Roma, in Burgo novo Franciscus, rettore di S. Pellegrino e cappellanus di S. Pietro, «egrotus quidem corpore», detta le sue ultime volontà. A Tomasius e Iacobuccius de Labro, suoi fratelli, e alla sorella Panalfutia lascia la casa che possiede in Burgo novo, nella parrocchia di S. Martino de Porticu. Alla basilica di S. Pietro destina per il suo anniversario 11 libbre di provisini del senato. Altri legati in denaro dispone in favore di tali Petrucius sutor de Reate e Ysabella de Sycilia. Quali esecutori testamentari nomina frater Thomas, abate di S. Biagio in Cantosecuto, frater Leonardus, arciprete dei Ss. Tommaso e Orso162, e il magister Nicolaus Gregorii Iubarella(r)um della regione Viae latae. Notaio: Petrus Iohannis de Pactis. Originale: Caps. 65, fasc. 352, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Testamentum Francisci» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Testamentum rectoris Sancti Pellegrini [sic]» (sec. XV); aggiunto da mano posteriore: «Francisci» e «de anno 1335». Pergamena di cm 37 × 23, generalmente in buono stato di conservazione. Si segnala, tuttavia, la presenza di due piccoli fori nello specchio di scrittura. Regesto: Grimaldi, Index, f. 301r.

115 — 1335 dicembre 4, Mugnano, in camera rocche Il milex Neapoleo Ursi de filiis Ursi, «infirmus corpore», detta le sue ultime volontà. Nomina eredi universali i figli Ursus, Iohannes, Franciscus, Matheus e Bertuldus163. Stabilisce che tutti i suoi beni vengano suddivisi in due portiones: la prima dovrà comprendere Castel Sant’Angelo, con tutte le sue pertinenze, 162  Ossia S. Orso de Ponte. Sulla doppia intitolazione di questa chiesa testimoniata da diversi documenti medievali si veda Adinolfi 1989, pp. 232-233. 163  Napoleone di Orso Orsini ebbe quattordici figli, di cui sei femmine e sei maschi legittimi: Pietro (q. 1334), Orso (q. 1369), Giovanni, Francesco (†1349), Matteo (†1345) e Bertoldo (test. 1344). Della numerosa progenie mascolina di Napoleone il solo Pietro risulta non più in vita a questa data. Cfr. Allegrezza 1998, tav. 7, gen. 7.

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e la porzione a lui spettante del castrum Insule pontis Veneni164; la seconda, l’arx e il castrum di Soriano, il castrum di Bulsignano, il castellare di Fratta e il castellare di Cornienta Vecchia165. Quali legati pro anima lascia 100 fiorini a S. Pietro, dove vuole essere sepolto presso la cappella di S. Angelo, nella quale giacciono i corpi di sua madre e di suo fratello. Al capitolo di S. Pietro lascia annuatim 100 libbre di provisini, a condizione che ogni giorno nella detta cappella siano celebrate due messe, ciascuna da un presbyter estratto dal rango dei beneficiati o dei clerici chori della basilica. Dispone a tal fine che i suoi eredi assegnino al capitolo certe possessiones, dai redditi delle quali saranno estratte le 100 libbre suddette e stabilisce che, finché ciò non sarà adempiuto, il capitolo avrà in pegno la quarta parte del castrum di Attigliano. Allo stesso capitolo lascia pro anniversario 20 libbre di provisini: 10 saranno corrisposte da coloro che avranno in eredità Castel S. Angelo, per la quale somma vuole che siano impignorate nel frattempo la «tabernam, que fuit Cole Vitalis» e la taberna Angelini, «que sunt e domibus pertinentibus ad castrum S. Angeli»; le altre 10 libbre le dovranno pagare gli eredi che avranno le case nel rione Ponte, per cui stabilisce che sia impignorata a favore del capitolo la pensio da riscuotersi dalla sua casa esistente nel detto rione («que percipitur seu percipi posset ex domo nostra de regione Pontis»), abitata al presente da tale Ia(n)nes Grassellus. In esecuzione di quanto disposto nell’ultimo testamento di suo padre Ursus e nel suo presente stabilisce, inoltre, che il figlio Franciscus, in qualità di esecutore testamentario, sia messo in possesso dei castra di Soriano e di Bulsignano e della «Terram nostram Camponesce», così che da questi possedimenti egli estragga tutti i redditi e i frutti necessari al completo soddisfacimento dei legati contenuti negli anzidetti testamenti. Finché ciò non si realizzerà, dispone che i detti beni non potranno essere oggetto di divisione tra gli eredi. Quali esecutori testamentari nomina il figlio Franciscus e gli arcipreti di S. Maria in Traspadine e dei Ss. Celso e Giuliano, riconoscendo però nel primo la facoltà di procedere all’esecuzione da solo, senza il benestare degli ultimi due. Notaio: Nicola quondam magistri Angeli magistri Nicolocii de Orto. Copia autentica del 1367 aprile 5, not. Bartholomeus Lippi Raynaldi: Caps. 64, fasc. 181, n. 4. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro quasi del tutto evanido: «Testamentum domini Neapoleonis de quarta parte castri Atiglani» (sec. XIV); nel margine inferiore, in inchiostro parzialmente evanido: «Testamentum super quarta parte castri Atiglani» (sec. XIV); «Testamentum quarte partis Attigliani» (sec. XIV-XV); «Testamentum domini Neapolionis de filiis Ursi anni m ccc xxxv» (sec. XV-XVI); segue, 164  Denominazione medievale di Isola Farnese, sulla via Cassia a nord di Roma, su cui si veda Tomassetti 1975-1977, III, pp. 121-137. 165  Si tratta di diversi castelli del Viterbese, posti sul versante orientale e settrentrionale dei Monti Cimini, cfr. Carocci 1993, pp. 133 sgg. e 395-396.

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di altra mano coeva: «qui reliquit capelle Sancti Angeli in basilica et capitulo centum libras provisionorum super bonis stabilibus vel quartam partem castri Attigliani pro hipoteca dictarum centum librarum». Pergamena di cm 80,5 × 25,5, in buono stato di conservazione. Sigillo pendente deperdito. La presente copia fu estratta «ex originalibus dicte particule dicti testamenti ad instantiam prioris et capituli supradicte basilice [sc. S. Petri]». In calce al documento si sottoscrive Angelo de Pistachiis de Aquila, «minimus decretorum doctor, auditor et locumtenens (...) P. episcopi Urbevetani166, domini nostri pape vicarii in spiritualibus generalis». L’originale del testamento si conserva oggi a Roma, presso l’Archivio storico capitolino, con la seguente segnatura: Archivio Orsini, Pergamene, II.A.IV, n. 17; cfr. anche Carocci 1993, p. 396, nt. 54. Regesto: Grimaldi, Index, f. 300r.

116 — 1336 marzo 18, Avignone Benedetto XII ratifica la tregua indetta da Bertrandus167, arcivescovo di Embrun, tra gli Orsini e i Colonna e i rispettivi familiares e fautori: il miles Neapoleo de filiis Ursi168 (e i suoi figli), Iordanus169, Bertuldus170, comes palatinus in Tuscia (e i suoi fratelli), Iohannes171, comes Anguillarie, e Iacobus de Sabello172, da una parte, il miles Stephanus de Columpna173 e i figli Stephanutius ed Henricus, dall’altra parte. Originale: Caps. 10, fasc. 17, n. 1. Sul verso, nel margine inferiore destro: «De confirmatione cuiusdam sententie inter Ursinos, Sabellos et quosdam alios barones» (sec. XV-XVI); al disotto, di mano posteriore: «Benedicti pape xii». Segnature precedenti: 123. Pergamena di cm 44,5 × 67 (pl. 6,5), con alcune scoloriture dell’inchiostro; si conserva la bulla plumbea cum filo serico. Edizione: Theiner 1861-1862, II, pp. 11-13, doc. XXI. Regesto: Grimaldi, Index, ff. 5v, 88v; Vidal 1902-1911, nr. 3964.  Pietro Boerii (Bohier) cfr. Eubel 1913, p. 508.  Bertrando de Déaux (†1355), arcivescovo di Embrun dal 1323 al 1339, in seguito elevato alla porpora cardinalizia, cfr. Eubel 1913, pp. 17, 234. Sull’episodio cui il documento si riferisce e i precedenti della cosiddetta “guerra dei ponti”, si vedano Mercati 1945, pp. 1-18, e Duprè Thesider 1952, pp. 496-497. 168  Napoleone di Orso Orsini. 169  Giordano di Poncello Orsini (q. 1354), cfr. Allegrezza 1998, tav. 5, gen. 6. 170  Bertoldo di Romano Orsini (?) († post 1342), cfr. Allegrezza 1998, tav. 10, gen. 8. 171  Giovanni di Francesco Anguillara (†1363), cfr. Sora 1906-1907, p. 431; Carocci 1993, p. 309, nt. 12, e gen. 1. 172  Giacomo di Giovanni Savelli (q. 1337), marito di Giacoma di Poncello Orsini, cfr. Carocci 1993, tav. 13, gen. 5. 173  Stefano di Giovanni Colonna, detto il vecchio († 1349), cfr. Carocci 1993, tav. 7, gen. 6. 166 167

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117 — 1336 aprile 8, Roma, S. Pietro, in capitulo Bobo domini Boccapasa del rione di S. Lorenzo in Lucina dona «inter vivos» alla basilica di S. Pietro e al suo capitolo un terreno su cui sorge una casa «cum mingiano ante se, solario et orto», posto nel detto rione, nella contrada Posterula. Notaio: Petrus Michaelis de Vercellis. Originale: Caps. 54, fasc. 194, n. 4. Sul verso, nel margine inferiore: «Donatio solii domus etc. facta per Bobonem Bucapasa basilice Principis apostolorum de Urbe» (sec. XIV); segue: «de anno 1336» (sec. XVI); segue, di altra mano: «in regione Campi Martii, Sancti Laurentii Lucine» (sec. XVI-XVII). Pergamena di cm 17,5 × 19, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 315r.

118 — 1336 giugno 6, Roma Oddolina filia quondam Castellani de civitate Viterbii e ora della contrada Ruga Francisca della Portica di S. Pietro, «infirma corpore», detta le sue ultime volontà. Dispone che la casa in cui abita, posta nella detta Ruga, sia venduta dagli esecutori sotto nominati e che il ricavato sia distribuito «per pauperes Christi»174; lo stesso sia fatto con i suoi beni mobili («xv lecta mea inter matharaczola et culcitras (...) cum viii dopplis panni de lino, xi pariis linteaminum de lino (...) tunnica mea, guarnachia et mantellis de panno nigro (...) tunica, guarnachia et mantellum de panno coloris magis clari»). Dei 200 fiorini di cui le è debitore Iacobus de Valle, beneficiato di S. Pietro, 40 li lascia a costui, mentre il rimanente dovrà essere distribuito dai detti esecutori «prout eis melius visum fuerit». Elegge quale luogo per la sua sepoltura la chiesa di S. Pietro, apud Salvatorem de habundantia175, ai canonici della quale lascia pro subterratorio 2 fiorini. Altri lasciti in denaro dispone in favore della chiesa di S. Giustino de Portica, di cui è parrocchiana, e delle recluse che vivono nella contrada della Portica di S. Pietro. I beni che possiede nella città e nel territorio di Viterbo (un campo «terre sementaricie» e una casa) li lascia a Iohannes, figlio del suo 174  Ma si veda quanto riporta il Liber anniv.: «Ob. d. Oddolina d. Castellani de Viterbio, pro c. a. executores eiusdem donaverunt bas. mediam domum pos. in parr. S. Iustini in ruga Francisca cum signo campane. Exp. pensio dicte medie domus», Egidi 1908, pp. 238-239 (3 ago.). La seconda metà della domus in questione verrà acquistata dal beneficiato di S. Pietro Iacobus de Valle, di seguito nominato, come rende noto lo stesso Liber anniv.: «Ob. d. pbr Iacobus de Valle benef. chori n. bas., qui rel. bas. medietatem domus cum signo campane, pos. in ruga Francesca in parr. eccl. S. Iustini, quam ipse emit ab exequutoribus qd. d. Oddoline. Exp. pensio dicte medietatis domus; qui etiam plura alia bona donavit et rel. bas.», Egidi 1908, pp. 254-255 (21 set.). 175  Come riporta l’Alfarano, l’altare di S. Salvatore de Abundantia si trovava all’interno della rotonda di S. Petronilla, cfr. Cerrati 1914, p. 134, nr. 156.

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defunto fratello Marotius. Quali esecutori testamentari nomina il frater Hugolinus, dell’ordine dei Predicatori, e Iacobus de Valle, beneficiato di S. Pietro. Notaio: Egidius Petri Leonis. Originale: Caps. 59, fasc. 383, n. 2. Sul verso, nel margine inferiore: «Testamentum condam domine Oddoline de Viterbio» (sec. X I V ); segue, di mano posteriore: «anni mcccxxx [sic]»; segue, di altra mano coeva: «que reliquit domum positam in burgo». Pergamena di cm 83 × 29, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 339v (con datazione sbagliata al 1330).

119 — 1336 agosto 16, Roma, S. Biagio in Cantusecuto Frater Thomas, abate di S. Biagio in Cantusecuto, «conservator bonorum, rerum et iurium» della basilica di S. Pietro in vigore di una lettera di Giovanni XXII 176, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento, avendo appreso dal procuratore della detta basilica che Petronus domini Iohannis de civitate Ortone ha ripetutamente arrecato molestia agli incaricati della riscossione della gabella di Ortona, pertinente ai canonici di S. Pietro, e che Matheus de Recanato, ora abitante di Ortona, «fecit ruinam» di una casa avuta in locazione dagli stessi canonici, dà ordine al canonico Iohannes Provincialis e a Iacobus, rettore di S. Bartolomeo di Ortona, di far citare in giudizio i detti Petronus e Matheus e tutti coloro che essi riterranno opportuno. Originale: Caps. 47, fasc. 375, n. 2. Sul verso, nell’angolo inferiore sinistro: «Citatio per conservatorem bonorum basilice in Ortona contra molestantes gabellottos et officiales basilice de anno 1336» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 30 × 35,5, in buono stato di conservazione. Del sigillo pendente resta solo il filo di canapa. Il documento non presenta sottoscrizione notarile. Regesto: Grimaldi, Index, f. 293r (con rimando a Caps. 47, fasc. 175).

120 — 1336 ottobre 24, Sutri Covellus Vanni quondam domini Pisani, già di Viterbo e ora abitante e cittadino di Sutri, vende al mercator Lellus Petri Scriniarii, anch’egli cittadino di Sutri, un pezzo di terra posto nel territorio sutrino, nella contrada Prati grassi «sive in contrata Vallis Pratorum»177, per il prezzo di 62 libbre e 4 solidi di provisini del  Cfr. supra, doc. 56.  Circa l’ubicazione di queste località in un’area a vocazione prativa «lungo il tratto della via Cassia-Francigena, fra Monterosi e Sutri», si veda Passigli 2008, p. 233. 176 177

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senato, col patto che il detto Lellus e i suoi eredi siano tenuti a pagare «in infinitum» al comune di Sutri per la detta terra «libram in allibrato communis». Notaio: Nicola Iacobi Egidii de Sutrio. Originale: Caps. 29, fasc. 315, n. 3; copia del sec. XVI: PAnot., 3, ff. 217r-218r. Sul verso, nel margine superiore: «Venditio petii terre Sutrio. R(egistrata)» (sec. XIV-XV); segue, di mano posteriore: «de anno 1336». Pergamena di cm 49,5 × 21, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 210r.

121 — 1337 marzo 27, , S. Leonardo in Settignano178 Iohannes Provincialis, canonico di S. Pietro, e Nicolaus Brance, canonico di Liegi, nominano loro procuratori gli scriptores papae, Iohannes Cabalini, Petrus Paste e Blasius, il notaio Iohannes Castellani e Conradus di Ripatransone, cappellano di Matheus179, cardinale prete del titolo dei Ss. Giovanni e Paolo, affidando a costoro il compito di recarsi presso il papa Benedetto XII, al fine di ottenere da quest’ultimo una lettera indirizzata al suo vicario nell’Urbe confirmatoria della permuta delle rispettive prebende che i due sopradetti canonici intendono fare, «quia sperant alter in alterius beneficio posse magis vacare Dei laudibus et saluti animarum suarum et corporum sobrie quieti et paci». Notaio: Thomas Bartholomei Thome Obicionis. Originale: Caps. 63, fasc. 395, n. 8. Pergamena di cm 33,5 × 24,5, con ampie rosicature nei margini, ma senza interessamento del testo. Regesto: Grimaldi, Index, –

122 — 1337 aprile 1, Avignone Neapoleo180, cardinale diacono di S. Adriano, arciprete della basilica vaticana, avendo appreso da una relazione fededegna il deplorevole stato in cui versano la detta basilica e il suo clero, emana alcuni statuta atti a porvi rimedio. In particolare, ordina che: le suppellettili della sacrestia non siano più date in 178  Chiesa posta un tempo all’estremità settentrionale di via della Lungara. Fu demolita al tempo di Pio IX (1846-1878) per la costruzione di un ponte di ferro che collegava via della Lungara con la zona di S. Giovanni dei Fiorentini, cfr. Huelsen 1927, p. 299, nr. 38; Lombardi 1998, p. 328. Per la dipendenza di questa chiesa dal capitolo di S. Pietro nel secolo XIV si veda Stocchi 2010A, p. 62, nr. 19. 179  Matteo di Orso Orsini (†1340), sul quale si veda Forte 1967 e Silanos 2013, con bibliografia precedente. 180  Napoleone di Rinaldo Orsini.

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prestito (comodatae) al di fuori della basilica «pro nuptiis vel alio quocumque festo vel usu seculari»; che quattro canonici, scelti fra i più adatti tra gli ultimi arrivati («de ultimis iuxta ordinem receptionis»), conseguano entro otto giorni «post publicationem presentium» l’ordinazione diaconale; che tutti i canonici ricevano la tonsura e vestano in modo congruo al loro stato, cessando di cavalcare per la città. L’arciprete cassa, inoltre, una certa norma («quoddam statutum»), edita «ad instantiam quondam domini Nicolai de Thedelgariis»181, in vigore della quale ai canonici inimicati è data licenza di percepire, anche in assenza, «grossos fructus prebende sue [...] preter cotidianas distributiones», come se costoro fossero residenti. Stabilisce, infine, che siano osservati certi altri «statuta contra beneficiatos»182 emessi in precedenza dal suo vicario, il canonico Vicanus de Civitate Veteri, «que nostris litteris duximus annotanda». Originale: Caps. 7, fasc. 268, n. 1; copie del sec. XVI: PAnot., 1, ff. 54r-v; 4, ff. 27v-28v. Sul verso, in prossimità del margine inferiore: «Neapolionis archipresbiteri Sancti Petri» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva: «super suppellettilia sacristię et de vita et moribus et habitu canonicorum, beneficiatorum et clericorum statuta»; al disotto della precedente, in inchiostro quasi del tutto svanito: «Constitutiones N(eapoleonis) Sancti Hadriani diaconi cardinalis archipresbiteri basilice quod canonici non servientes ratione brige non participent» (sec. XVI); al disotto: «Transumpta in libro bambacino Ludovici Cecii notarii basilicae fol. 27» (sec. XVI). Segnature precedenti: 32. Pergamena di cm 32 × 54 (pl. 6,5), in buono stato di conservazione. Sigillo deperdito. Edizione: Huyskens 1906, pp. 287-290. Regesto: Grimaldi, Index, f. 85r.

123 — 1337 maggio 3, Roma, S. Maria sopra Minerva Suffia, moglie del fu Iohannes Rogerii de Perleonibus, del rione Ripa, «pro medietate», Nicolaus, figlio del fu Nicolaus domini Petri Iohannis Rustici, e Petrus, figlio del fu Lellus Nicolai [...]183 de Thebaldescis del rione di S. Lorenzo in Damaso, vendono al nobilis vir Vitus Scoctus, miles del rione Arenula, e a Iohannes ciuro, notaio dello stesso rione, «proprietates, terratica e solia» di ventitré case [...] contigue unite fra loro, poste nella Città Leonina, nel borgo di S. Martino, per il prezzo di 180 fiorini, fatti salvi i diritti che su parte di dette case possiedono il monastero di S. Caterina o i canonici di S. Vincenzo184. 181  Montel 1988-1989, I, p. 431, nr. 67: Nicolaus Petri Angeli; e nr. 68: Nicolas [sic] Petri Angeli Thedelgarii. 182  Degli statuta legati alle figure di Nicolaus de Thedelgariis e Vicanus de Civitate Veteri, di cui si fa menzione in questo documento, non pare che l’archivio di S. Pietro conservi oggi altra memoria fuorché la presente. 183  Lacuna nella pergamena. 184  Chiesa un tempo situata sul fianco settentrionale dell’antica basilica di S. Pietro, in prossimità della facciata. Fu demolita nel 1611 sotto Paolo V. Cfr. Huelsen 1927, p. 498, nr. 4; Lombardi 1998, p. 379.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Notaio: Iohannes Oddonis spetiarii. Originale: Caps. 59, fasc. 385, n. 3. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro quasi del tutto evanido: «Carte [...]» (sec. XIV); al disotto, in inchiostro molto evanido: «Carte delli terratichi delle case de Sancta Caterena» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Instrumentum monasterii Sancte Caterine» (sec. XIV); al disotto: «xxiii. Emptio domorum in portica Sancti Petri» (sec. XV-XVI); segue, di altra mano coeva: «Sancti Petri de anno 1337». Segnature precedenti: xxiii. Pergamena di cm 65 × 39. L’inchiostro sul recto è in parte svanito; una macchia di muffa violacea si estende per l’intero margine destro della pergamena. Regesto: Grimaldi, Index, f. 340v.

124 — 1337 luglio 31, Avignone Benedetto XII concede a Iohannes185, vescovo di Anagni, la facoltà di conferire alcuni benefici esistenti nella sua diocesi resisi vacanti «apud Sedem apostolicam», purché la loro rendita non superi i 20 fiorini annui. Originale: Caps. 10, fasc. 17, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «R. cclxxxxviii»; nel margine inferiore: «Benedicti pape xii» (sec. XV-XVI); ivi: «Lictera collationis beneficiorum vacantium in civitate et dyocesi Anagnina spectantium ad collationem apostolice Sedis. Avinione, pontificatus eius anno tertio» (sec. XIV); ivi: «Atr. Iohannes Petrus», in monogrammi. Pergamena di cm 40 × 66 (pl. 9), in buono stato di conservazione, con bolla plumbea cum filo canapis. Regesto: Grimaldi, Index, f. 5v, 89r; Vidal 1902-1911, nr. 4940; Alonso 1997, p. 191, nr. 543.

125 — [1337 agosto 5, Avignone] Benedetto XII rinnova ad triennium la tregua già indetta tra Orsini e Colonna da Bertrandus, arcivescovo di Embrun186. Originale: Caps. 63, fasc. 395, n. 6. Sul verso, nel margine inferiore sinistro: «De curia. Io(hannes) Caballin[us]» (sec. XIV); al di sopra della precedente: «Nullius momenti pro basilica» (sec. XVI). Pergamena di cm 48,5 × 21, in gran parte lacera a causa di rosicature; in particolare, si segnala la perdita dell’intera parte sinistra del documento. 185  Giovanni Pagnotta (†1341), nominato vicarius Urbis da Benedetto XII nel 1335, cfr. Eubel 1913, p. 87, e Aramburu 1944. Ai rapporti tra costui e la basilica vaticana accenna Gauvain 2011, p. 136. 186  Cfr. supra, doc. 116.

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Data la perdita della parte inferiore della pergamena contente l’escatocollo, la data del documento qui riportata è quella fornita nell’edizione di A. Theiner (cfr. infra). Edizione: Theiner 1861-1862, II, pp. 22-23, doc. XLIII. Regesto: Grimaldi, Index, – ; Vidal 1902-1911, nr. 5156.

126 — 1337 agosto 19, Roma, in domibus de Ponte Gentilis Francisci domini Mathei de filiis Ursi187, canonico di Cambrai, «infirmus corpore», detta le sue ultime volontà. Istituisce erede universale il fratello Iohannes188 al quale, se costui dovesse rinunciare all’eredità o morisse senza figli legittimi, sostituisce i fratelli, i milites Rinaldus e Iordanus189, «caros nepotes suos». A S. Pietro lascia pro animabus del padre, della madre e dei fratelli, 6000 fiorini d’oro, da destinarsi all’erezione di una cappella «sub vocabulo cuiuscunque sancti seu sanctorum»190 a scelta degli esecutori testamentari sotto nominati, servita da due presbiteri cappellani perpetui, istituiti dall’arciprete e presentati dai detti Rinaldus e Iordanus, o dagli eredi di costoro. Nomina suoi esecutori testamentari Neapoleo191, cardinale diacono di S. Adriano, Ildebrandinus192, vescovo di Padova, Rinaldus de filiis Ursi193, domini pape notarius, e Ursus domini Iacobi Neapoleonis de filiis Ursi, canonico di Lincoln. Stabilisce, infine, che per qualsiasi ragione il presente testamento dovesse essere revocato, tutti i suoi beni mobili e immobili (tra cui i castra di Galeria, Formello, Montelibretti e Valle Bona) si considerino venduti per 80 mila fiorini ai detti Rinaldus e Iordanus. Notaio: Iohannes Angeli Lupi. 187  Gentile di Francesco di Matteo Rosso Orsini, sul quale cfr. Allegrezza 1998, tav. 5, gen. 6 e p. 187, nt. 9, dove l’autrice accenna alle «graves discordiae» che il testamento di Gentile avrebbe suscitato in seno alla stirpe, che saranno infine appianate solo grazie all’intervento di Benedetto XII e del cardinale Napoleone Orsini. Cfr. in proposito Vidal 1902-1911, nrr. 5131, 6260 e 8896. 188  Giovanni di Francesco di Matteo Rosso Orsini (†1337), cfr. Allegrezza 1998, tav. 5, gen. 6. 189  Rinaldo e Giordano di Orsello Orsini, del ramo di Marino, imparentati con il testatore solo per il quarto grado, cfr. Carocci 1993, p. 158. 190  Gentile Orsini non si trova nominato né da Tiberio Alfarano né da Giacomo Grimaldi (ai quali dobbiamo in massima parte quanto oggi sappiamo dell’antica S. Pietro) in qualità di fondatore di una cappella nella basilica vaticana. È probabile, dunque, che i canonici di S. Pietro non ottennero mai i 6000 fiorini lasciati loro da Gentile, forse a causa delle gravi discordie familiari suscitate dal suo testamento, su cui si veda supra, nt. 187. 191  Napoleone di Rinaldo Orsini. 192  Ildebrandino Conti (†1352), sul quale si veda Dykmans 1975A, p. 81-83 (p. 82 per la sua veste di esecutore nel testamento di Gentile di Francesco Orsini, qui erroneamente qualificato dall’a. come «chanoine de Saint-Pierre de Rome») e Kohl 1983, con bibliografia precedente. 193  Rinaldo di Giacomo di Napoleone Orsini (†1374), divenuto in seguito cardinale diacono di S. Adriano, creato da Clemente VI nel 1350. Su di lui si vedano Guillemain 1962, pp. 316-317 e Pio 2013, con bibliografia precedente.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Originale: Caps. 71, fasc. 182, n. 5. Sul verso, nel margine superiore: «Testamentum domini Gentilis de filiis Ursi anno 1337» (sec. XV); circa nel mezzo, in inchiostro parzialmente evanido: «Testamentum condam domini G[entilis... ] Francisci domini Macthei de filiis Ursi» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Testamentum domini Gentilis canonici Cameracensis» (sec. XVI); segue, di mano posteriore: «filii domini Mattie de filiis Ursi, qui reliquit basilicae sex milia florenorum pro dotanda una cappella in basilica et pro cappellano». Pergamena di cm 72 × 61,5, con due ampie macchie d’acqua nella parte destra. Regesto: Grimaldi, Index, f. 301r.

127 — 1337 agosto 22, Roma, S. Pietro Il capitolo di S. Pietro nomina tre procuratori nelle persone di Iacobus archipresbiter terre Ortone, Thomas arciprete di S. Maria Rotonda di Ortona, e del presbiter Petrus Laurentii, beneficiato di S. Pietro, ai quali affida i seguenti compiti: cedere in locazione per l’anno successivo tutti i diritti sul baiulato ortonese; riscuotere i proventi di cui gode il capitolo nella stessa Ortona e in Francavilla; visitare le chiese soggette alla basilica e riscuotere i relativi censi; recarsi a Vasto per prendere possesso dei beni immobili donati a S. Pietro dal nobilis vir magister Ypolitus de Guastoaymonis194, ora cittadino dell’Urbe, esistenti nella stessa Vasto e in Penna Lucis195. Notaio: Ypolitus. Originale: Caps. 48, fasc. 346, n. 1. Sul verso, nel mezzo: «Procuratorium ad locandum et exigendum fructuus baiulationis terre Ortone et decim(e) ac duarum unciarum in Franchavilla» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «anno 1330» [sic]. Segnature precedenti: 65. Pergamena di cm 28,5 × 41,5, in buono stato di conservazione. Il sigillo di cera pendente è solo parzialmente conservato. Regesto: Grimaldi, Index, f. 293v (con datazione sbagliata al 1330).

128 — 1337 [?] 6 Ceccus Nicolai Romanucii del rione Arenula, col consenso della moglie Iacobina e della cognata [***]196, vende a Iannellus Iohannis Capudtrulli del rione Parione cinque pezze di vigna poste fuori la porta di Castello, nella contrada Subereta, per il prezzo di 35 fiorini.  Cfr. Egidi 1908, pp. 190-191 (15 mar.) e pp. 274-275 (2 dic.).  Pennaluce, centro portuale oggi non più esistente, fondato sulla costa vastese per iniziativa di Federico II tra il 1230 e 1239, cfr. Aquilano 1997. 196  Spazio lasciato bianco nella pergamena. 194 195

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Notaio: Franciscus Symeonis Petri Mathei dicti Vecchi. Originale: Caps. 66, fasc. 356, n. 5. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum vinee Sancte Marie de puteo197, que fuerunt Iunielle Capudtrulli de regione Parionis» (sec. XIV). Pergamena di cm 38,5 × 19, in buono stato di conservazione, cucita assieme ad altre due: si veda infra, docc. 183 e 184. Nella datatio il notaio ha tralasciato di indicare il mese, così: «Anno nativitatis eiusdem millesimo ccco xxxviio, pontificatus domini Benedicti pape xii, indictione sexta, mensis die sexto». Regesto: Grimaldi, Index, f. 309v.

129 — 1338 aprile 19, Roma Margarita, moglie del fu Lutius Petri Albertini della piazza di S. Pietro, presenti e consenzienti Tuciolus, figlio suo e del detto Lutius, Lellus Petri Angeli, suo attuale marito, e Iohanna, moglie del fu Iacobus Piccardi Sarmatarii («domini solii seu proprietatis infrascripte domus»), vende per 100 fiorini al presbitero Nicolaus Gualterii198 della Portica di S. Pietro, zio paterno della detta Margarita e beneficiato della basilica vaticana, ma agente «nomine suo proprio», una casa «cum solariis infra se et cum statio et puteo ante se», posta nella Città Leonina, nella piazza di S. Pietro, con l’impegno da parte dell’acquirente di pagare ogni anno un terratico di 12 solidi di provisini del senato nel giorno di Pasqua alla suddetta Iohanna, in qualità di tutrice dei figli del detto Iacobus. Notaio: Bartholomeus Iustini. Originale: Caps. 59, fasc. 384, n. 5. Sul verso, nel margine superiore: «Carta domus presbiteri Nicolai beneficiati Sancti Petri posite in pede platee relicte basilice per dictum presbiterum Nicolaum» (sec. XIV); al disotto, di mano posteriore: «1338, in platea Sancti Petri»; al disotto, di altra mano coeva alla precedente: «Emptio domus». Pergamena di cm 76 × 20,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 340r.

130 — 1338 agosto 12, Sacrofano, in domo ecclesie Sancti Blasii Il presbiter Iohannes Amaternini, già di Bracciano e ora rettore della chiesa di S. Biagio di Sacrofano, fa un codicillo, col quale annulla un precedente legato 197  Piccola chiesa situata nel suburbio di Roma, nella zona oggi denominata Balduina. Fu demolita tra il 1950 e il 1970, cfr. Armellini 1942, p. 1042 e 1371-1372. 198  Da identificarsi molto probabilmente con il beneficiato Nicolutia de Aquila, che il Liber anniv. di S. Pietro ricorda come autore del lascito di due case, di cui una «in pede platee» e l’altra «in platea Ungarorum», cfr. Egidi 1908, pp. 216-217 (28 mag.).

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di 3 libbre di provisini da lui disposto in favore della basilica di S. Pietro, donando stavolta a quest’ultima e al suo capitolo due case che egli possiede a Bracciano, poste l’una «in castello dicti castri», l’altra «in burgo iuxta plateam dicti castri». Notaio: Nicolaus Iohannis Montarii de castro Scrofani. Originale: Caps. 65, fasc. 353, n. 3; copia del sec. XVI: PAnot., 6, ff. 231r-v. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido e con parziale perdita del testo per un guasto della pergamena: «Pro sacrosancta basilica Principis apostolorum de Urbe [...] presbiteri Iohannis» (sec. XIV); al disotto della precedente, di mano posteriore e in inchiostro quasi del tutto evanido: «De duabus domibus castri Bracciani»; al disotto della precedente: «Instrumentum duarum domorum in castro Bracciani basilice Principis apostolorum de Urbe» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 52 × 16,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 301v.

131 — 1339 gennaio 22 Rinaldus de filiis Ursi, agendo anche a nome del fratello Iordanus199, dà in locazione a Lellus magistri Petri Falconecti, macellaio del rione Ponte, un terreno («quamdam vacans seu ortum seu casalenum») in Scorteclari, verso la corresponsione di 2 solidi di provisini del senato, che il detto Lellus s’impegna a pagare ai suddetti ogni anno nella festa dei santi Celso e Giuliano. Notaio: Egidius Petri Leonis. Copia autentica s.d., ma sec. XIV, not. Angelus Iohannis Frederici de Amathescis «ex protocollis seu abreviaturis condam Egidii Petri Leonis notarii»: Caps. 56, fasc. 201, n. 5. Sul verso, nel margine superiore: «Locatio medie domus in regione Scorticlari prope flumen Tyberis» (sec. XVI); segue, di altra mano: «1239» [sic]. Pergamena di cm 44 × 25,5. L’inchiostro sul recto è in buona parte svanito, rendendo impossibile la lettura completa del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 323r (con datazione sbagliata al 1239).

132 — 1339 aprile 25 Lellus Calbuc[ii] della regione Scorteclari, col consenso della moglie Iacoba, vende a Riccius Nute e alla moglie Mita, già di Gubbio e ora abitanti nell’Urbe, nella detta regione, una casa «pro parte solarata et pro parte terrinea» in Scorteclari, per il prezzo di 14 libbre di provisini del senato. Notaio: Iohannes Andree iudicis Berardi. 199

 Si tratta dei fratelli Rinaldo e Giordano di Orsello Orsini.

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Originale: Caps. 56, fasc. 368, n. 2. Sul verso, nel margine inferiore: «Venditio domus in Scorticlari Ricio Nute et Mite uxori, anno millesimo cccxxxviiii» (sec. XVI). Pergamena di cm 54 × 16,5, con qualche lacerazione nel margine superiore sinistro. Regesto: Grimaldi, Index, f. 322v.

133 — 1339 maggio 26, Roma, Ss. Quirico e Giulitta Particola testamentaria di Stephania, moglie del fu Oddo Locterengi de Amatiscis e ora moglie di Petrus Thome, notaio di Ponte, in cui la testatrice lascia a S. Pietro il residuo della sua dote fino all’ammontare di 174 fiorini, la terza parte dei 260 fiorini che diede a Pietro suo marito «tempore contracti matrimonii», altri 15 fiorini dei 21 di cui le sono debitori Ceccus e Sabbas Gulaffi de Transtiberim, 12 fiorini a lei dovuti da Ursina, «dudum comitissa Anguillarie»200, e tutti gli altri beni che la detta Stephania possiede. Dispone di essere sepolta in S. Pietro, nel luogo in cui fu sepolto Oddo, suo primo marito201. Quali esecutori testamentari nomina la detta Ursina e il priore di S. Pietro. Notaio: Iohannes Zengia. Originale: Caps. 71, fasc. 182, n. 6. Sul verso, nel margine superiore: «Testamentum olim uxoris Odarelli Loctorengi» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «qui reliquit basilice clxxiiii florenos auri et recti ponderis». Pergamena di cm 41 × 24,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 301r-v.

134 — 1339 agosto 8 Petrus Vayani 202, causidicus del rione Ponte, fa un codicillo in cui dispone che, se qualcuno dei suoi figli maschi o dei suoi nipoti, a eccezione del figlio Bartholomeus203, dovesse morire senza figli maschi legittimi, «quod unus alteri moriatur in omnibus bonis meis». Notaio: Cinthius Iacobi Mathei Cinthii de Rusticis. 200  Orsina di Francesco Orsini, moglie di Pandolfo III di Francesco Anguillara, cfr. Sora 19061907, pp. 421, nt. 1, 426; Carocci 1993, p. 308, nt. 8. 201  Sulla sepoltura di Oddo Locterengi in S. Pietro si veda supra, doc. 112, nt. 160. 202  Giurista, insignito di diverse cariche nell’ambito dell’amministrazione del comune romano, cfr. Rehberg 1999A, pp. 259-60, nt. 96. Sulla famiglia Vaiani, vicina agli Orsini, si veda Rehberg 2004, pp. 113-115. 203  Bartholomeus Petri Vayani († post 1368) era infatti destinato allo stato ecclesiastico: divenne in seguito canonico di S. Pietro, cfr. Montel 1988-1989, II, pp. 4-5, nr. 8: Bartholomeus Petri Vayani e pp. 19-20, nr. 5: Bartholomeus Petri Vaiani.

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Copia autentica del 1379 set. 24, not. Franciscus Iacobi Francisci Percussi «prout inveni in predicto orriginali instrumentum codicilli»: Caps. 63, fasc. 227, n. 11. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Codicillum condam domini Petri Vaiani» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «de anno 1339». Pergamena di cm 42,5 × 22,5, in buono stato di conservazione. La sottoscrizione del notaio autore della copia è preceduta da quelle di «He(r)icus Celli de Capitaneis de Monteleone, iudex palatinus et actorum camere Urbis» e dei notai Sabbas Pauli de Migliaris e Cecchus Petri Gallesis. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349r.

135 — 1339 ottobre 1, Roma Iohanna, moglie del fu Iacobus Piccardi de Calvis e tutrice del figlio minorenne di costui, vende per 50 libbre di provisini del senato al presbiter Nicolaus Gualterii Egidionis, beneficiato di S. Pietro, ma agente «nomine proprio», il solum seu fundum sul quale sorge la domuncula seu turricella «cum statio et puteo ante se usque in plateam Sancti Petri», proprietà del detto Nicolaus, e per la quale questi paga annualmente 12 solidi di provisini del senato ai detti Iohanna e pupillo per i diritti di terratico. Ciò fa la venditrice per i molti debiti di cui è gravata l’eredità del marito defunto, sia per la grande carestia «que fuit et est in Urbe», sia, infine, per evitare le spese legali necessarie a sostenere il contenzioso apertosi con i canonici di S. Pietro, i quali rivendicano sempre più insistentemente («sepe sepius») la proprietà del detto terreno. Notaio: Bartholomeus Iustini. Originale: Caps. 60 fasc. 386, n. 3. Sul verso, nel margine superiore: «Domus in platea Sancti Petri» (sec. XV); segue, di altra mano: «vendita presbitero Nicolao Gualterii beneficiato basilice mcccxxxviiii» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 60 × 19, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 341v.

136 — 1339 dicembre 1, Avignone Benedetto XII dichiara nullo e irrito qualsiasi atto giurisdizionale compiuto dal miles Stephanus de Columpna e da Iordanus de filiis Ursi204 nell’esercizio della carica di Urbis rectores, che alcuni Romani sobillatori di popolo («populo concitato») hanno loro assegnato, previa la deposizione «impetuosis et furibun204  Stefano Colonna il vecchio e Giordano di Orsello Orsini, cfr. de Boüard 1920, p. 269; Salimei 1935, p. 104.

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dis aggressibus» dei due senatori di nomina papale, il miles Matheus de filiis Ursi e Petrus Agapiti de Columpna205, prima del termine del loro mandato206. Originale: Caps. 10, fasc. 17, n. 3. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Lictera Benedicti pape xii per quam revocantur sententie late per officiales a populo assumptos sine eius scitia» (sec. X I V ); nel margine inferiore sinistro: «Benedictus papa xii electus a populo Romano in defensorem Urbis revocat aliorum gesta in contemptu suo» (sec. X V -X V I ). Segnature precedenti: 122. Pergamena di cm 34 × 51 (pl. 6), con alcune macchie di umidità e una lacerazione in prossimità del centro del margine superiore interessante le prime righe del testo; si conserva la bolla plumbea cum filo serico. Edizione: Theiner 1861-1862, II, pp. 62-63, doc. LXXXVII. Regesto: Grimaldi, Index, f. 5v, 88v; Vidal 1902-1911, nr. 7546.

137 — 1340 dicembre 5, Roma, in podiis palatii Capitolii Matheus Novelli207, canonico di S. Maria Maggiore, giudice delegato nella causa vertente tra il capitolo di S. Pietro, da una parte, e Franciscus Iohannis Ceresis de Normandis208, dall’altra parte, circa l’eredità di Iohannes Stephani Alberti de Normandis209, in base al consilium di Raynaldus de Sancta Pacera210 ordina che i canonici siano investiti del possesso dei beni lasciati loro per testamento dal detto Iohannes: un quarto del castrum Campanilis211, un quarto del castrum Civitelle212, e porzioni di diverse case e torri esistenti in Roma. Seguono sulla 205  Matteo di Napoleone Orsini (†1345) e Pietro di Agapito Colonna (†1347), prevosto di Marsiglia, cfr. de Boüard 1920, p. 268; Salimei 1935, pp. 104-105. 206  Su questo episodio, verificatosi probabilmente nel luglio del 1339, si veda Duprè-Theseider 1952, pp. 504-505. 207  Cfr. Rehberg 1999B, pp. 412-413 (M 120). 208  Francesco di Giovanni Normanni (test. 1347), cfr. Carocci 1993, tav. 9, gen. 4; Vendittelli 1989, p. 161; Gauvain 2011, p. 196. 209  Si tratta, in realtà, di Giovanni Stefano di Stefano Normanni, il quale, morendo senza discendenza, aveva lasciato nel testamento del 1334 i beni sotto indicati al capitolo di S. Pietro. Si veda in proposito quando riporta il Liber anniv.: «Ob. Iohannes Stephanus Normandi, qui n. bas. rel. medietatem omnium bonorum suorum ex quibus n. bas. tenet quartam partem castrorum Campanilis, Castri novi et Civitelle et pro c. a. d. Perna mater s. donavit bas. actionem .VII. fl. ut supra dicta», Egidi 1908, pp. 264-265 (21 ott.); si veda anche Gauvain 2011, pp. 195-196, il quale fa notare come in questo documento si riscontrino diverse imprecisioni onomastiche. Sul perduto testamento di Giovanni Stefano Normanni: Vendittelli 1989, p. 178, nt. 15. 210  Rinaldo di Santa Passera, doctor utriusque iuris, fu membro dell’ambasciata che nel 1342 i romani inviarono a Clemente VI, cfr. Duprè Theseider 1952, p. 525; Schmidinger 1979, p. 183. 211  Castel Campanile, tenuta posta sulla via Aurelia a nord di Palidoro, cfr. Tomassetti 19751977, II, pp. 648-651; Vendittelli 1989, pp. 133-134; Gauvain 2011, pp. 194-200. 212  Tenuta posta sulla via Aurelia, a sud del lago di Bracciano, confinante a ovest con l’anzidetta di Castel Campanile; dalla seconda metà del secolo XVII cambiò nome in Tragliatella, cfr. Tomassetti 1975-1977, II, pp. 590-591; Gauvain 2011, pp. 595-601.

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stessa pergamena gli ordini di esecuzione della sentenza suddetta da parte (a) dei senatori Ursus, comes Anguillarie, e Iordanus de filiis Ursi213 (1341 gennaio 29) e (b) di Andreas de Maximis, «iudex palatinus super appellationibus» (1341 febbraio 10); (c) la presa di possesso da parte di Petrus Romani, chierico di S. Pietro, della quarta parte dei castra Campanilis e Civitelle (1341 febbraio 26) e dei beni urbani facenti parte del lascito disposto dal detto Iohannes de Normandis in favore della basilica (1341 febbraio 27). Notaio: Nicolaus Luce de Rogeriis. Originale: Caps. 73, fasc. 164, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Sententia lata pro capitulo super fact(o) Luterni et plurimarum domorum et iure investimenti eorum prout plenius est intus» (sec. XIV); alla destra della precedente: «Iura capituli super casale Linterni [sic] et castri Campanilis videlicet quarte partis et multa alia bona in Transtyberim relicta basilice. 1340» (sec. XV); nel mezzo, con orientamento inverso della scrittura: «Sententia lata pro capitulo super proprietate quarte partis castelli Campanilis et plurimarum domorum vigore hereditatis Iohannis Stefani filii Alberti Normandi» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 94 × 61, con alcune lacerazioni dovute a rosicature nel margine destro con corrispondente perdita di parte del testo. Edizione: De Cupis 1903, pp. 57-59 e 59-62 (edizione parziale). Regesto: Grimaldi, Index, f. 282v.

138 — 1341 marzo 5 Paulus Vaiani214, milex e legum doctor, e i fratelli, Bartholomeus, canonico di S. Eustachio, e Franciscus, figli del fu Petrus del rione Ponte, dividono fra loro i beni immobili facenti parte dell’eredità paterna esistenti a Roma e a Sutri e nei rispettivi territori, dichiarando di non contravvenire in tal modo alle disposizioni fedecommissarie contenute nel testamento paterno («non recedendo a fidei commissione sive substituto facto vel facta in testamento sive ultima voluntate dicti domini Petri»)215. Notaio: Cinthius Iacobi Macthei Cinthii de Rusticis. Copia semplice: Caps. 29, fasc. 315, n. 4. Sul verso, nel margine superiore: «Divisio trium fratrum filiorum domini Petri Vaiani de bonis in Urbe et Sutrio existentibus pa213  Orso di Francesco Anguillara e Giordano Orsini, cfr. de Boüard 1920, pp. 270-271; Salimei 1935, p. 106. Sul primo, canonico di S. Pietro dal 1323 al 1329 circa, si veda Sora 1906-1907, pp. 421, 428, 431-436; Gatto 1961; Montel 1988-1989, I, pp. 444-445, nr. 98: Ursus qdm Francisci, comitis Anguillarie. 214  Paulus Petri Vayani, sul quale, oltre agli studi citati supra, doc. 134, nt. 202, si vedano Collins 2002, pp. 223-224 e Internullo 2016, pp. 172-175. 215  Per il codicillo redatto da Pietro Vaiani si veda supra, doc. 134. Della presente spartizione di beni tra i fratelli Vaiani si tratta in Rehberg 2004, p. 113, nt. 292.

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ternis» (sec. XV-XVI); nel margine inferiore: «Copia partimenti domini Bartomei [sic] Vaiani cum suis fratribus» (sec. XIV). Pergamena di cm 42,5 × 17,5, con una modesta mancanza nel margine sinistro, senza interessamento del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 210r.

139 — luglio 7, in terra Tholentini, in loco Sancti Augustini I frati del convento di S. Agostino di Tolentino (elencati nominativamente), riuniti in capitolo, nominano loro procuratore il frate Lucas Francisci de Sancta Victoria, al quale affidano il compito di impetrare la consegna dei beni «in pecunia sive rebus» destinati al detto convento nel testamento di Iohannes, già vescovo di Anagni e vicarius Urbis216. Notaio: Nicola magistri Botii Augustini de Tholentino. Originale: Caps. 63, fasc. 395, n. 7. Sul verso, in prossimità del margine superiore destro, in inchiostro molto evanido: «Procuratorium loci de Tholentino ordinis sancti Augustini [et] sancti Nicole» (sec. XIV). Pergamena di cm 56 × 15, lacera e macante di una vasta porzione della parte superiore. I notevoli guasti riscontrabili nella parte superiore della pergamena hanno provocato la perdita di alcuni elementi della datatio, che tuttavia si può ricostruire come segue: «An[no millesimo] ccco [xli], indictione v[iiii], tempore domini Benedicti pape xii, die vii mensis iulii». La datazione di questo documento al 1340 riportata nell’Indice di Grimaldi è contraddetta dalla data di stesura del testamento del vescovo anagnino Giovanni Pagnotta, ovverosia il 26 feb. 1341, cfr. Aramburu 1944, p. 153. Regesto: Grimaldi, Index, f. 350r (con datazione sbagliata al 1340).

140 — 1341 agosto 2, Roma, in podiis palatii Capitolii Leonardus Marotie, «dudum iudex palatinus», in base al consilium di Romanus domini Leonardi de Sposis, causidicus, sancisce la proprietà del capitolo di S. Pietro sul castrum di Luterno217 contro le rivendicazioni avanzate su di esso da Franciscus domini Iohannis Ceresis de Normandis218. Notaio: Nicolaus Luce de Rogeriis. 216  Dal testamento del Pagnotta è possibile ricavare l’entità del lascito da costui disposto in favore degli agostiniani di Tolentino: «Item, legavit et reliquid loco et conventui heremitarum Sti Augustini de Tollentino unum paratum fornitum, videlicet: planetam, tunicellam, dalmaticam et pluviale de diaspro albo cum frisis aureis et cum uno camiso et admictu», Aramburu 1944, p. 155. 217  Sul castrum di Luterno (anche detto castrum Terni), di cui oggi più nulla rimane, si veda Vendittelli 1989, pp. 135-136 e Gauvain 2011, pp. 308-315, il quale corregge la localizzazione a suo tempo proposta per questo castrum in Tomassetti 1975-1977, II, p. 633. 218  Cfr. anche supra, doc. 137.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Originale: Caps. 73, fasc. 164, n. 3; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 134r-136v. Sul verso, nel margine inferiore sinistro: «Sententia lata in favorem basilicae contra dominum Franciscum de Normandis de Transtyberim super castro Luterni [anno] 1341» (sec. XV-XVI); al disotto della precedente: «Exe(cutio)» (sec. XIV). Pergamena di cm 68 × 55,5, con due ampie mancanze nella parte centrale dovute a rosicatura. Edizione: De Cupis 1903, pp. 65-72. Regesto: Grimaldi, Index, f. 282v.

141 — 1341 agosto 25, in castro Pruni, in ecclesia Sancte Crucis Il clero della chiesa di S. Croce de castro Prunis219 nomina un procuratore nella persona di Martinus, arciprete di S. Maria de Montelongo220, con il compito di riscuotere presso la curia di Anagni o quella di Petrus221, canonico di Arras, «certam pecunie quantitatem» lasciata per legato testamentario all’anzidetta chiesa di S. Croce da Iohannes222, già vescovo anagnino. Notaio: Deuteguarde Nicolai Iacobini de Mecellanico. Originale: Caps. 62, fasc. 393, n. 3. Sul verso, nel mezzo (depennata): «Instrumentum pertinens ad ecclesiam Sanctae Mariae de Castro Plebis [sic]» (sec. XVII); nel margine inferiore: «Procuratorium pro ecclesia Sancte Crucis de Castro Plebis [sic] super certo relicto. 1341» (sec. XVII). Pergamena di cm 32,5 × 14, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349v. 219  Il castrum Pruni, oggi scomparso, si trovava 5 km a nord-ovest di Carpineto, nella diocesi di Anagni. È ricordato nelle Rationes decimarum assieme alla «ecclesia S. Crucis de dicto castro», cfr. Battelli 1946, nr. 866. 220  Montelungo, oggi scomparso, si trovava 3 km a nord-ovest di Gorga, nella diocesi di Anagni. Anch’esso è più volte ricordato, assieme alla locale chiesa di S. Maria, negli elenchi delle Rationes decimarum, cfr. Battelli 1946, nrr. 64, 412, 633, 862. 221  Si tratta certamente di Petrus Laurentii, altararius della basilica vaticana, che figura, infatti, tra gli esecutori nominati da Giovanni Pagnotta nel suo testamento, cfr. Aramburu 1944, p. 157. Nominato altarista di S. Pietro da Benedetto XII nel 1338 (cfr. Bullarium 1747-1752, I, p. 308), è probabilmente lo stesso Petrus Laurentii beneficiato che agisce come procuratore del capitolo di S. Pietro nel 1337 (si veda supra, doc. 127). Ricoprì la carica di senatore di Roma tra dicembre 1339 e aprile 1340, cfr. Salimei 1935, pp. 105-106. A lui si deve, inoltre, il registro delle spese per il rifacimento del tetto della basilica di S. Pietro, compilato nel 1339-1341, cfr. Cerrati 1915, p. 86. Se il nostro è identico al Petrus domini Laurencii Iohannis Gregorii cui appartiene una lapide sepolcrale in S. Maria in Publicolis, morì l’11 luglio 1348, cfr. Blittersdorff 1981, pp. 211-212, nr. XXXIX, 1. In ogni caso, nel 1350 Clemente VI demandò al suo vicario nell’Urbe la nomina di un nuovo altarista di S. Pietro, cfr. Bullarium 1747-1752, I, p. 339. 222  La chiesa di S. Croce del castrum Pruni non si trova menzionata in quanto tale nel testamento del vescovo anagnino Giovanni Pagnotta. Vi si trova disposto, però, un legato pro anima di 100 fiorini d’oro fatto «ecclesiis dyoecesis Anagnine», «distribuendos inter ipsas secundum quod solvunt procurationes, ita quod que plus solvit plus recipiat», Aramburu 1944, p. 154.

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142 — [1336-1341] novembre 12, Marsciano Paula nomina un procuratore nella persona del perugino Lellus Pepi, abitante nell’Urbe, affidandogli il compito di recarsi a Roma per donare al capitolo di S. Pietro certe proprietà («domum, casalinum et ortale») poste in Marsciano, nelle quali ella intende fondare un monasterium sotto il titolo di Sancta Maria Nova223, impegnandosi a corrispondere alla basilica vaticana un censo di una libbra di zafferano nel giorno di Pasqua. Notaio: Franciscus Andree de Marsciano. Originale: Caps. 31, fasc. 252, n. 1. Sul verso, nel margine inferiore: «Instrumentum procure de monasterio monialium Sancte Marie nove de Marsciano comitatus Perusii» (sec. XVI). Pergamena di cm 45 × 22, con un’ampia lacuna nel margine superiore destro dovuta a rosicature. La lacerazione del margine superiore della pergamena ha causato la perdita di parte della datatio del documento, di cui si può leggere allo stato attuale quanto segue: «Anno eiusdem a nativitate millesimo tr[...] Benedicti pape xii, die xii mensis novembris». Edizione: Stocchi 2013A, pp. 179-181, doc. 10. Regesto: Grimaldi, Index, f. 220v.

143 — 1342 luglio 8 Gli esecutori testamentari del fu Lellus Frigolani, figlio del fu magister Iohannes Frigolani, della contrada della Portica di S. Pietro, vendono per 250 solidi di provisini del senato a Iacobus de Valle, beneficiato di S. Pietro, ma agente «nomine suo proprio», una casa appartenuta al detto Lellus, «cum solario intra se et cum orto post se et puteo existenti in dicto orto et cum mingiano et statio ante se», posta nella detta contrada, «in solo, proprietate et parrochia» della chiesa di S. Giacomo Scossacavalli224, «salvo semper omni iure dicte ecclesie». Notaio: Egidius Petri Leonis. Originale: Caps. 59, fasc. 385, n. 4. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «[...] domus de portica domini Iacobi [de] Valle, que domus fuit condam Lelli Frigo[la]ni» s. XIV); 223  Monastero femminile un tempo situato presso le mura di Marsciano (diocesi di Perugia), cfr. Stocchi 2013A, p. 78, e passim. 224  La chiesa di S. Giacomo a Scossacavalli (intitolata al S. Salvatore fino alla metà del secolo XII) affacciava un tempo sulla piazza Scossacavalli, nella cosiddetta Spina di Borgo. Fu demolita nel 1937 per l’apertura di via della Conciliazione, cfr. Huelsen 1927, pp. 267-268, nr. 9 (S. Iacobi de Porticu) e p. 436 nr. 12 (S. Salvatoris Coxae Caballi); Lombardi 1998, pp. 353-354.

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nel margine superiore destro: «Domus basilice in parrochia S. Iacobi Scossa Caballi» (sec. XV); segue, di altra mano coeva: «mcccxlii». Pergamena di cm 72 × 28, con un’estesa rosicatura che ha provocato il quasi completo distacco della parte inferiore, con la conseguente perdita di un’ampia porzione dell’escatocollo del documento. Regesto: Grimaldi, Index, f. 340v-341r.

144 — 1342 luglio 26, Galeria Meus de Colle e sua moglie Bonafemmina de castro Gallerie vendono per 31 libbre di provisini del senato a Iohannucius Montanarius, anch’egli di Galeria, una casa ivi esistente, gravata di una pensio di otto provisini del senato da pagarsi ogni anno a certi Ricardus e Bucius. Notaio: Petrus Iacobi Pandulfi de Gallicano. Originale: Caps. 63, fasc. 391, n. 8. Sul verso, nel margine inferiore: «Instrumentum venditionis domus in Galeria anni m ccc xlii» (sec. XVI). Pergamena di cm 42 × 18,5, con alcune macchie scure nella parte superiore. Regesto: Grimaldi, Index, f. 348v.

145 — 1342 ottobre 15, Roma, in palatio Capitholii Andreas de Acciarellis de Piperno, giudice palatino, ordina che siano restituiti alla basilica di S. Pietro e all’ospedale di S. Spirito in Sassia i beni lasciati loro per testamento dal fu Lellus Petri Scriniarii di Sutri, illecitamente detenuti dai suoi eredi. Seguono sulla stessa pergamena i documenti con cui: Dominicus Mancini, mandatario del giudice Andreas de Acciarellis, conferisce il possesso corporale dei detti beni ai camerlenghi del capitolo di S. Pietro, Franciscus Pedonis225 e Angelus Fragiapanis226, e al frater Iacobus, «magistrum et preceptorem» dell’ospedale di S. Spirito (1342 ottobre 17); Litardus Lotii, mandatario del giudice Andreas de Acciarellis de Piperno, conferisce il possesso corporale dei detti beni ai medesimi camerlenghi del capitolo di S. Pietro e al frater Iohannes de Anglia, agente a nome dell’ospedale di S. Spirito (1342 ottobre 18). Notaio: Andreas Cambii. Originale: Caps. 29, fasc. 118, n. 4. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Bonorum de Sutrio investitura canonicis et preceptori Sancti Spiritus de anno 1345» (sec. XVI); 225  Già beneficiato di S. Pietro, canonico «sub expectativa prebende» nel 1329, cfr. Montel 1988-1989, I, pp. 410-411, nr. 14: Franciscus Ioannis Pedonis de Vallemontone. 226  Montel 1988-1989, I, p. 406, nr. 4: Angelus Fraiapani.

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ivi, «Instrumentum terrarum Sutrii et reduc[tio] facta per curiam Campitolii in poss(essionem) ipsorum bonorum» (sec. XIV). Pergamena di cm 68,3 × 43, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 209v (con datazione al 1345?).

146 — 1342 dicembre 20, Roma, S. Pietro Matheus Bobonis227, canonico di S. Pietro, vende per 150 fiorini al magister Angelus Frigolani della Portica di S. Pietro, rappresentato in tale circostanza da Benedictus, taverniere della detta Portica, procuratore, col consenso del presbiter Iohannes, rettore di S. Giacomo Scossacaballi, «cuius ecclesie est proprietas ipsius domus» (che riceve per tale ragione 6 solidi di provisini), una casa «solaratam cum mingiano et statio ante se et cum horto et puteo post se», posta nella Portica, nella parrocchia della detta chiesa, verso l’impegno da parte di Benedictus di pagare ogni anno pro terratico 6 solidi di provisini del senato nella festa di san Giacomo. Notaio: Bartholomeus Iustini. Originale: Caps. 59, fasc. 218, n. 3. Sul verso, nel margine superiore sinistro, in inchiostro molto evanido: «Instrumentum domus posite in portica condam Lelli Frivulani, quam emit dominus Iacobus de Valle» (sec. XIV); nel margine superiore destro: «Venditio domus in parrocchia S. Iacobi Scossacaballi in burgo Sancti Petri anni mcccxli» (sec. XV-XVI); segue, di altra mano: «per Matteum Bobonem Benedicto tabernario sub proprietate Sancti Iacobi Scossacaballi» (sec. XVI-XVII). Pergamena di cm 25 × 25,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 340r (con datazione sbagliata al 1341).

147 — 1342 dicembre 22 Odolina, moglie di Petrus Donati Granelli, del rione Arenula, contrada Turris Pertundate, col consenso del detto Petrus, vende a Bartholomeus Iohannis Rubei del rione Ripa «totam vallem, que vocatur vallis Lontergi», e altre terre circonvicine per un’estensione di circa sei rubbia, acquistate dalla stessa Odolina dal fu Alexius Saxitani e costituenti la quarta parte del casale detto de Saxitanis, verso il pagamento di 60 fiorini d’oro. Seguono sulla stessa pergamene: la rinuncia ai diritti sui beni venduti da parte di Perna, moglie del fu Alexius Saxitani, e delle figlie Iohanna, Stephania e Cecilia (1342 dicembre 24); la presa di possesso dei detti beni da parte di Bartholomeus Iohannis Rubei (1342 dicembre 28). Notaio: Franciscus Pucii. 227

 Montel 1988-1989, I, p. 427, nr. 59: Mattheus Iohannis Bobonis (q. 1349).

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Originale: Caps. 73, fasc. 330, n. 2; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 42v-43v. Sul verso, nel margine superiore: «Vend(itio) vall(is) Lomtegie [sic]» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Vallis Lomtegie [sic] de tenimento Saxitanis» (sec. XV); segue, di altra mano: «1342»; al disotto: «Instrumenta emptionum de Saxitanis empte quarte partis casalis per Bartholomeum Iohannis Rubei» (sec. XIV). Pergamena di cm 90 × 39,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 279r.

148 — 1343 gennaio 27, Avignone Clemente VI, considerando lo speciale statuto di cui l’anno cinquantesimo gode nella Legge mosaica, le richieste del popolo romano, oltre al fatto che «propter vite hominum brevitatem» a pochi è consentito di giungere all’anno centesimo, decide di ridurre da cento a cinquant’anni l’intervallo di tempo trascorso il quale è possibile lucrare a Roma l’indulgenza generale, già decretata dal suo predecessore Bonifacio VIII. Dispone, pertanto, per il prossimo anno 1350, la concessione della detta indulgenza per tutti coloro che, «vere penitentes et confessi», visiteranno le basiliche di S. Pietro, S. Paolo e S. Giovanni in Laterano. Originale: Caps. 1, fasc. 254, n. 5. Sul verso, nel margine superiore: «Pro basilica Principis apostolorum» (sec. XIV); nel mezzo: «Clementis 6 de anno iubilaei. Caps. prima fasc. 254» (sec. XVII-XVIII); nel margine inferiore: «Bulla indulgentie generalis quinquagesimi Iubilei concessa per dominum Clementem vi retinenda per capitulum basilice Principis apostolorum» (sec. XIV); ivi, di diverse mani coeve (sec. XV-XVI): «Clementis vi.»; «Quinquagesimus. Secunda Iobilei»; «Annus Iubilei. Clemens papa vi»; «Dupplicata». Segnature precedenti: 38. Pergamena di cm 51,5 × 76,5 (pl. 5,5), con una lacerazione (attualmente risarcita mediante restauro) lungo tutto il margine sinistro, senza perdita di testo; si conserva la bolla plumbea cum filo serico. Edizione: Bullarium 1747-1752, I, pp. 327-329; Friedberg 1955, II, coll. 1304-1306, c. 2; Schmidt 1949, pp. 36-39, nr. II/1. Regesto: Grimaldi, Index, ff. 13v, 77r.

149 — 1343 febbraio 20, Barcellona Pietro IV, re di Aragona, informato da Petrus Bartholomei, beneficiato e procuratore del capitolo di S. Pietro, del fatto che i canonici vaticani non hanno mai potuto riscuotere sinora le 30 once d’oro annuali inizialmente concesse loro dal re Giacomo II 228, in seguito confermate dal re Alfonso IV 229 e, da ultimo, 228 229

 Sul relativo documento si veda quanto si dice supra, doc. 108.  Cfr. supra, doc. 110.

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dal medesimo Pietro con lettera (1340 agosto 26, Barcellona)230, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento, stabilisce che d’ora in poi le dette 30 once vengano corrisposte regolarmente ai canonici, ricavandole dai diritti di estrazione nelle saline di Cagliari. Originale: Caps. 46, fasc. 173, n. 3. Sul verso, nel medio margine inferiore: «Privilegium Petri regis Aragonum confirmans donationem xxxta unciarum donatarum basilice per Iacobum regem avum suum» (sec. XVI); sotto alla precedente, in lettere capitali quasi del tutto evanide: «Ortone, Aquile et Regni»; ivi, anch’essa in inchiostro evanido: «Super iuribus salinarum castri Callari» (sec. XVI); al disotto, anch’essa parzialmente evanida: «[1343 19] februarii | septima». Segnature precedenti: lii; 115. Pergamena di cm 29 × 61, con numerose cancellazioni e riscritture su rasura in inchiostro più scuro; si conserva il sigillo di cera pendente. Regesto: Grimaldi, Index, f. 291r.

150 — 1343 maggio 23, , in palatio magnifici viri Iordani de filiis Ursi Paulus Aquilii, giudice palatino «super appellationibus et aliis extraordinariis causis deputatus», conferma Iohanna, moglie del fu comes Franciscus de Anguillara231, quale tutrice dei pupilli di questo, Iohannes e Constantia. Notaio: Iacobus Aquilii. Originale: Caps. 61, fasc. 398, n. 1. Sul verso, nel margine inferiore, in inchiostro parzialmente evanido: «Tutela comit(isse) Anguillarie per dominam Constantiam data» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 38,5 × 17,5, in buono stato di conservazione. L’attuale segnatura di questa pergamena (oggi conservata in cartella separata) è frutto della lettura errata della segnatura originaria riportata a lapis sul verso della stessa: «Caps. LXI fasc. 392» (cfr. anche infra). Regesto: Grimaldi, Index, f. 349r (con rimando a Caps. 61, fasc. 392).

151 — 1343 giugno 17, Avignone Clemente VI ordina agli abati di S. Biagio in Cantusecuto e di S. Giacomo in Settignano e ai priori di S. Maria sopra Minerva di decidere, «appellatione remota», la causa vertente tra il capitolo di S. Pietro e l’ospedale di S. Spirito in Sassia circa il possesso della chiesa di S. Maria in Palazola232.  Originale non conservato.  Francesco di Francesco Anguillara (†1333), cfr. Carocci 1993, tav. 1, gen. 6 e p. 308, nt. 9. 232  Chiesa posta un tempo nel Borgo S. Spirito, nei pressi dell’attuale chiesa di S. Michele e Magno. Era già scomparsa nella seconda metà del secolo XVI, cfr. Huelsen 1927, pp. 352-353, nr. 70; Grimaldi 1972, p. 369; Lombardi 1998, p. 362. Quanto al motivo della suddetta causa, esso è 230 231

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Originale: Caps. 5, fasc. 261, n. 5. Sul verso, al centro: «Palazol(e). Pro basilica contra Sanctum Spiritum in Saxia» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «Bulla Clementis pape vi». Pergamena di cm 19,5 × 30,5 (pl. 4), in buono stato di conservazione, con bolla plumbea cum filo canapis. Edizione: Bullarium 1747-1752, I, p. 331. Regesto: Grimaldi, Index, f. 14r, 82v; Rehberg 2001, p. 116, doc. 12.

152 — 1343 giugno 17, Avignone Clemente VI ordina agli abati di S. Biagio in Cantusecuto e di S. Giacomo in Settignano e ai priori di S. Maria sopra Minerva di decidere, «appellatione remota», la causa vertente tra il capitolo di S. Pietro e l’ospedale di S. Spirito in Sassia circa i fundi Bravi et Pauli233. Originale: Caps. 5, fasc. 261, n. 6. Sul verso, nel mezzo: «Pro basilica contra Sanctum Spiritum in Saxia» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «Bulla Clementis pape vi». Pergamena di cm 18,5 × 26,5 (pl. 2,5), in buono stato di conservazione, con bolla plumbea cum filo canapis. Edizione: Bullarium 1747-1752, I, pp. 331-332. Regesto: Grimaldi, Index, f. 14r, 82v; Rehberg 2001, p. 116, doc. 13.

153 — 1343 agosto 3 Donatus, figlio del fu Nicolaus de Ylperinis, del rione S. Eustachio, col consenso di Francisca, sua moglie, vende per 1000 fiorini d’oro ai fratelli Lellus e Iohannes, figli del fu Piscis domini Iohannis Piscionis, del rione di S. Lorenzo in Damaso la terza parte del casale posto nel luogo detto Lontergo. Notaio: Bartholomeus Iustini. Originale: Caps. 74, fasc. 143, n. 4; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 28r-v. Sul verso, nel margine superiore: «Emptio tertie partis casalis Piscis de anno 1343» (sec. XV-XVI); al disotto, di altra mano coeva, in inchiostro quasi del tutto evanido: «per Lelium dochiarito a sufficienza dal catalogo delle chiese soggette a S. Pietro del 1350 circa, secondo il quale gli hospitalarii di S. Spirito in Sassia «iam sunt multi anni, quibus dictum censum [il censo dovuto a S. Pietro per la locazione della chiesa] non reddiderunt nec locationem ipsius ecclesie Sancte Marie in Palaczolo (...) recognoverunt nec innovari petiverunt nec ab ipsa basilica recognoscunt», cfr. Stocchi 2010A, p. 58, nr. 1. 233  Questi due «fundi» corrispondono a quelle che diverranno in seguito le tenute di Brava e di Bravetta (quest’ultima detta anticamente fundum Pallini, qui corrotto in Pauli), tra via della Pisana e la tenuta di Acquafredda, cfr. Tomassetti 1975-1977, II, pp. 564-565; Gauvain 2011, pp. 183-184.

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mini Ioannis Piscionis Donato Nicolai de Ilperinis»; nel margine inferiore, su rasura: «Venditio, quam fecit Donatus de Ilperinis filiis condam Piscis de certa parte casalis ipsorum» (sec. XV). Pergamena di cm 55 × 20,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 259v.

154 — 1343 agosto 31 Iacoba, già moglie del fu Laurentius medicus e ora moglie di Iacobus Omniasancti, vaccinarius del rione Arenula, col consenso del figlio Laurentius, avuto dal primo matrimonio, vende per 25 fiorini d’oro a Iohanna, moglie di Nicolaus Pauli de Rusticis del rione Ponte, una casa solarata nel detto rione. Notaio: Symeon Iohannis Symeonis de Moricis. Originale: Caps. 56, fasc. 368, n. 3. Sul verso, nel margine inferiore: «Venditio domus in regione Pontis domine Ioanne uxori Nicolai Pauli de Rusticis de regione Pontis. mcccxliiii [sic]» (sec. XVI). Pergamena di cm 63 × 23,5, lacerata in due parti. Regesto: Grimaldi, Index, f. 322v.

155 — 1343 settembre 18, Villeneuve-lès-Avignon Clemente VI ordina a Raymundus234, vescovo di Rieti, all’abate di S. Biagio in Cantusecuto e all’arciprete di S. Vincenzo di far sì che i marescialli della Curia capitolina, ai quali l’altarista e il capitolo di S. Pietro sono soliti assegnare mansioni di ordine pubblico durante la Settimana Santa, cessino di commettere nefandezze e violenze nella piazza, sulle scale e nell’atrio (Paradisum) della basilica con scandalo dei pellegrini e grave danno per gli stessi canonici di S. Pietro235. 234  Raimondo de Chameyrac, vescovo di Rieti e vicarius Urbis dal 1343 al 1348, cfr. Eubel 1913, p. 416; Guillemain 1962, p. 329. 235  L’attività di vigilanza svolta dai marescialli nell’ambito della Città Leonina, evidentemente fonte di continue discordie, trovò ulteriore regolamentazione negli Statuti di Roma del 1363, che alla rubrica De officio marescalcorum (lib. III, r. XXIX) così prescrivono: «(...) Item inhibemus dictis marescalcis quod tempore quatragesime ab illis qui sunt ultra pontem Sancti Petri in civitate Leonina et in aliis locis consuetis nichil exigant ad penam .XXV. librarum prov. vice qualibet qua contrafecerint. Possint tamen Marescalci dicto tempore petentibus concedere portationem armorum per dictam civitatem Leoninam usque ad portam lingni pontis Sancti Petri pro qua concessione liceat dictis marescalcis recipere a petentibus pro dicta concessione unum anchonitanum et non plus sub pena predicta. Volumus tamen quod predicti maresclaci tempore indulgentiarum et quadragesime peregrinis et ultramontanis arma non auferant nec tollant et si contra predicta commiserint incurrant penam .X. librarum prov. Senatus vice qualibet et scyndicus teneatur de predictis scyndicare eosdem», Re 1880, pp. 214-215.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Originale: Caps. 5, fasc. 262, n. 1; copie del sec. XVI: PAnot., 1, f. 159r; 4, f. 127r. Sul verso, nel margine superiore destro: «Littera Sancti Petri de Roma. Restituatur Laurentio (de Roma)» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Littera apostolica de facto platee contra marescalchos» (sec. XIV); ivi: «Bulla Clementis pape vi contra marescalchos Capitolii ne vexent peregrinos super platea et scalis Sancti Petri» (sec. XV-XVI); ivi: «Transumptata in libro bullarum basilicę fol. 127» (sec. XVI). Segnature precedenti: 57; 122; 41. Pergamena di cm 34,5 × 59 (pl. 7,5), in buono stato di conservazione, con bolla plumbea cum filo canapis. Edizione: Bullarium 1747-1752, I, p. 332. Regesto: Grimaldi, Index, f. 13v, 82v.

156 — 1343 settembre 19 Donatus del rione Ponte, figlio del fu Laurentius Iuliani notaio, vende per 4 fiorini al presbiter Nicolaus Gualterii, beneficiato di S. Pietro, agente a suo nome, un casalenum sive locum vacantem posto in Ponte, «prope portam canonice dicte basilice», nel luogo detto la Gulgia236. Segue sulla stessa pergamena il consenso alla vendita da parte di Thomasia, moglie del detto Donatus (1343 settembre 28). Notaio: Iohannes Zengia. Originale: Caps. 59, fasc. 384, n. 6. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum domus cum signo *** posite in platea Ungarorum, iuxta portam canonice, relicta [sic] basilice per condam presbiterum Nicolutiam beneficiatum dicte basilice» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «mcccxliii»; segue, c.s.: «in burgo». Pergamena di cm 57 × 21, con rosicature nel margine sinistro e conseguente perdita di porzioni di testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 340v. 236  Con il toponimo Gulgia, Guglia o Agulia si denotava nel medioevo un’area a sud della basilica di S. Pietro, che doveva il suo nome alla presenza dell’antico obelisco posto un tempo sulla spina del circo vaticano e oggi situato al centro del colonnato berniniano, cfr. Gnoli 1939, p. 3, s.v. Agulia. Quale sia stato esattamente il sito dell’antica canonica di S. Pietro è argomento dibattuto. Tiberio Alfarano, nella sua pianta dell’antica S. Pietro, colloca la canonica – che dice restaurata da Nicola III («aliqua canonicae sive monasteri vestigia [...] a Nicolao III restauratae») – alquanto più a ovest rispetto al sito dell’obelisco, oltre il monastero di S. Stefano Minore o degli Ungari e le “rotonde” di S. Andrea e di S. Petronila; la raffigura inoltre – ma sarebbe forse meglio dire, la immagina – senza alcun accesso diretto alla basilica, cfr. Cerrati 1914, p. 139, let. g. Dagli statuta tardo duecenteschi del capitolo risulta, invece, che dall’antica canonica era possibile accedere direttamente all’interno del tempio vaticano attraverso una porta, cfr. Johrendt 2010A, p. 156. Quanto agli ingressi ufficiali (portae publicae et solemnes) della canonica, sappiamo che essi erano due, di cui uno, quello «dalla parte della città, si trovava sulla Cortina, a sud dell’atrio», De Blaauw 1994, II, pp. 644-645.

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157 — 1343 ottobre 11, Roma Iohannes Petri Angeli, canonico di S. Maria in Cosmedin, nomina suoi procuratori il presbitero Nicolaus, rettore di S. Salvatore in Lauro, Iacobus de Campo Marçi, canonico di S. Maria in Cosmedin, e Lellus, fratello germano del detto Iohannes, ai quali affida il compito di ottenere da Angelus de Freiapanis, Paulus de Sancta Victoria237 e Franciscus Pedonis, canonici di S. Pietro ed esecutori testamentari del fu Iacobus de Valle, beneficiato della stessa basilica, cinque fiorini d’oro quale parte del lascito di 10 fiorini d’oro disposto in suo favore dal detto Iacobus. Notaio: Iacobus Nicolai Malaspine. Originale: Caps. 63, fasc. 395, n. 9. Sul verso, in prossimità del margine inferiore, in inchiostro parzialmente evanido: «Indictione xiia, mense aprilis, die tertio. Solvuntur Angelo predicto quinque florenos, prout patet manu Francisci Iacobi Iohannis notarii de Transtiberim» (sec. XIV). Pergamena di cm 32 × 16,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, –

158 — 1343 ottobre 15, Napoli, in Camera nostra Giovanna I regina di Sicilia ordina «magistris et custodibus passus Aprutii» di consentire al procuratore o al nunzio dei canonici di S. Pietro di esportare «pecunia aurea vel argentea» proveniente dai proventi di Ortona, fino alla somma di 100 libbre ogni anno, così come concesso agli stessi canonici da suo nonno, il re Roberto, con lettera (1331 aprile 12, Napoli)238, il cui testo viene riportato all’interno del presente documento. Originale: Caps. 44, fasc. 338, n. 1. Sul verso, nel margine superiore destro: «Ioannae reginae» (sec. XIV-XV); al disotto della precedente, in inchiostro parzialmente evanido: «Privilegium per quod concess[um] est posse extrahi in(n)pun(e) (?) centum uncias de auro [vel] argento de Regno per passus Aprutii» (sec. XIV); in prossimità del margine destro: «Lictera passus | Iohanne regine anno mo ccco xliiio» (sec. XIV); ivi: «Privilegium Ioanne primae regine Sicilie confirmans et executioni mandans litteras regis Ruberti super extrahendo libere centum uncias auri vel argenti de Regno per passus Aprutii de gabella Ortone anno 1343» (sec. XVI-XVII); nel margine inferiore destro: «Registrata penes [...] | Registrata penes prothonotarium | Registrata in Cancellaria | Registrata in Camera» (sec. XIV). Segnature precedenti : 85. Pergamena di cm 24,5 × 40, in buono stato di conservazione. Del sigillo di cera impresso su coda pergamenacea resta solo un frammento. Regesto: Grimaldi, Index, f. 289v (con rimando a Caps. 45, fasc. 340). 237  Canonico di S. Pietro dal 1337, cfr. Montel 1988-1989, I, p. 449, nr. 18: Paulus Francisci de Sancta Victoria. 238  Originale non conservato.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

159 — 1343 dicembre 6, Roma, S. Pietro Angelus Orlandi, beneficiato di S. Pietro, «infirmus corpore», detta le sue ultime volontà. Istituisce eredi «tres pauperes Christi viatores et sine tecto», a ciascuno dei quali lascia 12 denari. A Plenadebene, sua madre, lascia vita natural durante tutti i suoi beni, mobili e immobili, «iura, nomina, et actiones, massaritias et sup(er)lectilia» che si troveranno presso di sé al momento della sua morte, con la condizione che, prima di adìre la detta eredità, ella prometta al priore, ai canonici e al capitolo di S. Pietro di lasciare post mortem alla basilica i detti beni e anche la sua dote e gli iura dotalia239. Dispone, inoltre, che il suo corpo e quello di sua madre siano sepolti in S. Pietro, nella cappella di S. Petronilla240. Quali esecutori testamentari elegge i canonici di S. Pietro Nicolaus de Astallis 241, Franciscus Pedonis e Paulus de Sancta Victoria. Notaio: Iohannes Zengia. Originale: Caps. 65, fasc. 352, n. 3. Sul verso, nel margine superiore: «Testamentum Lelli Orlandi olim beneficiati chori huius basilice» (sec. XIV); precede, di mano coeva: «1343»; segue, di mano posteriore: «qui substituit basilicam». Pergamena di cm 37 × 18,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 300v.

160 — 1343 dicembre 6 Plenadebene, madre di Angelus Orlandi, beneficiato di S. Pietro, adempiendo alle ultime volontà di suo figlio242, dona se stessa e tutti i suoi beni al capitolo di S. Pietro, rappresentato in tale circostanza dal canonico Nicolaus de Astallis. Notaio: Iohannes Zengia. 239  «Ob. d. Pyena de Bene mat. qd. pbri Angeli Orlandi benef. bas. n., que consensit relicto seu donationi facte bas. per dictum Angelum, et refutavit omnia sua iura dotalia, propter quod fuit ordinatum per capitulum quod pro an. s. exp. fl. au. .II.», Egidi 1908, p. 242 (21 ago.); «Ob. pbr Angelus Orlandi benef. n. bas., qui rel. eidem bas. unam vineam pos. in Terrione, , cuius vites vendite fuerunt per cameram fl. au. .L., et de proprietate percipit annuatim ipsa camera fl. .I.; item rel. unam domum pos. in proprietate comitis Berthuldi, vendita per capit. pro fl. .XIII. au.; item rel. omnes distributiones suas, quas tenebatur recipere a dicta camera de tribus annis et plura alia bona, et sic fuit deliberatum per vicarium, priorem et capitulum quod pro an. s. exp. fl. au. .III.», ivi, pp. 278-279 (20 dic.). 240  La cappella di S. Petronilla si trovava all’interno del mausoleo circolare (perciò anticamente denominato anche “rotonda”) al quale diede il nome durante il medioevo, a cui si accedeva dal transetto meridionale della basilica, cfr. Cerrati 1914, pp. 135-137, nr. 160. 241  Montel 1988-1989, I, p. 429, nr. 62: Nicolaus de Astallis (q. 1350). 242  Cfr. supra, doc. 159.

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Originale: Caps. 65, fasc. 353, n. 4. Sul verso, nel margine superiore: «Donatio facta basilice per dominam Plenamdebene, matris [sic] olim Lelli Orlandi beneficiati» (sec. XIV). Pergamena di cm 39 × 18, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 301v.

161 — 1344 gennaio 7, Roma, S. Pietro Complita243, moglie di Ceccharellus Guelfus, abitante nella parrocchia di S. Zenone de Urbe, innanzi ai canonici di S. Pietro riuniti in capitolo «in loco solito», dona a costoro e al loro priore una casa posta in Ponticello, nella detta parrocchia, «cum orto post eandem domum», con la condizione che ella possa goderne l’usufrutto vita natural durante e, dopo la sua morte, il capitolo faccia celebrare un anniversario per la sua anima. Investe, pertanto, del possesso della detta casa i canonici camerlenghi Franciscus de Vallemontone e Franciscus de Theballescis244. Notaio: Ypolitus de Guastoaymonis. Originale: Caps. 59, fasc. 382, n. 3. Sul verso, nel margine superiore: «Donatio facta basilice per dominam Complitam de domo sua posita iuxta ponticellum in parrechia [sic] Sancti Zenonis» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «de anno 1344»; segue, di altra mano coeva alla precedente: «in burgo, prope Campum Sanctum nunc». Pergamena di cm 34,5 × 18, con alcune rosicature nel margine sinistro e modesto interessamento del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 338v.

162 — 1344 gennaio 24, Napoli Giovanna I regina di Sicilia ordina al giustiziere d’Abruzzo di far rimuovere i nuovi pedaggi («novum vectigal») indebitamente imposti sulle vie d’accesso a Ortona dagli abitanti di Torre Mucchia, S. Apollinare e Villa Caldari, con danno dei diritti di gabella goduti dal capitolo di S. Pietro nella stessa Ortona. Originale: Caps. 45, fasc. 340, n. 1. Sul verso, nel margine superiore destro: «Lictera de passo Mucle, Sancti Apolinaris et Caldarie. Iohanne regine, anno mo ccco xliiiito» (sec. XIV); nel margine inferiore destro: «Registrata in Camera | Registrata penes ep(istolarum) R(egistrum) | Registrata in Cancellaria | Registrata penes prothonotarium» (sec. XIV); ivi: «Contra vectigalia imposita in preiudicium baiulacionis» (sec. XIV); segue,  Sulla oblatio di sé fatta dalla medesima Complita al Capitolo di S. Pietro si veda infra, doc. 179.  Canonico di S. Pietro dal 1342 al 1378 (†). Nel 1368 fu creato cardinale prete di S. Sabina da Urbano V, ma lo si trova spesso denominato nei documenti cardinalis S. Petri a motivo della particolare affezione che per tutta la vita lo legò alla basilica vaticana. Su di lui si vedano: Montel 1988-1989, II, pp. 7-9: Franciscus Ioannis Theobaldi, nr. 15; Eubel 1913, pp. 21, 46; Rehberg 2019. 243

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di altra mano coeva: «Pro capitulo et canonicis basilice de Urbe»; nel margine sinistro, di mano posteriore: «Ioanne prime regine Sicilie littere contra vectigal in preiudicium baiulationis Ortone etc. anno 1344». Segnature precedenti: 77. Pergamena di cm 14 × 27, in buono stato di conservazione. In origine la pergamena era corredata di un sigillo di cera adeso a coda pergamenacea oggi deperdito. Regesto: Grimaldi, Index, f. 289r (con rimando a Caps. 45, fasc. 340).

163 — 1344 maggio 31, Avignone Clemente VI, rispondendo all’istanza di appello dei canonici di S. Pietro, incarica gli abati di S. Biagio in Cantusecuto e di S. Giacomo in Settignano, e ai priori di S. Maria sopra Minerva di dirimere la lite «super quibusdam domibus, ortis, casamentis, plateis, casarenis, terris, possessionibus» insorta tra gli stessi canonici e i fratres dell’ospedale di S. Spirito in Sassia, dopo la sentenza emessa in favore di questi ultimi dal vescovo di Rieti Raymundus245 e da Matheus Novelli, canonico di S. Maria Maggiore. Originale: Caps. 5, fasc. 261, n. 7. Sul verso, nel margine superiore: «Stephanus de Placentia» (sec. XIV); al disotto, subito dopo una breve scritta non leggibile ad occhio nudo: «Die xxviii mensis novembris [...] Stephanus de Placentia quod [...] magistris Iohanne de Placentia et Nicolao de Campobaxo procuratoribus etc.» (sec. XIV); al centro: «R(escri)ptum super appellatione emissa per capitulum contra hospitale Sancti Spiritus» (sec. XIV); ivi, di mano posteriore: «Super hospitale Sancti Spiritus»; nel margine inferiore: «In favore Sancti Spiritus et fratrum hospitalis» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 34,5 × 49 (pl. 8), con una rosicatura nell’angolo superiore sinistro e una modesta mancanza nel margine destro con corrispondente perdita di testo; si conserva la bolla plumbea cum filo canapis. Edizione: Bullarium. 1747-1752, I, p. 333. Regesto: Grimaldi, Index, f. 14r, 82v; Rehberg 2001, pp. 117-118, doc. 16.

164 — 1344 luglio 3, Avignone Clemente VI incarica Iacobus de Annibaldis246, canonico lateranense, di confermare «auctoritate apostolica» e di far osservare la scomunica decretata dal priore e dai canonici di S. Pietro contro il presbiter Paulus de Podio Donadei e certe donne sedicenti “canonichesse” (nominativamente elencate in numero di  Raimondo de Chameyrac, si veda supra, doc. 155, nt. 234.  Giacomo di Riccardo Annibaldi de Cavis (1324-1349), testimoniato in qualità di canonico di S. Pietro dal 1324 al 1330, cfr. Montel 1988-1989, I, p. 412, che distingue erroneamente Jacobus Annibaldi (ivi, nr. 18) e Jacobus de Cannis [sic] (ivi, nr. 19), mentre trattasi della stessa persona, cfr. Rehberg 1999B, pp. 221-223 (L 5). 245 246

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sei) dimoranti nei pressi della basilica vaticana, nel locus detto de Virginibus247, giacché costoro, incuranti della giurisdizione esercitata sul detto luogo dall’arciprete, dal priore e dal capitolo di S. Pietro, vi hanno fatto erigere un oratorio, che pretendono essere “monastero” soggetto all’Ordine di sant’Agostino. Originale: Caps. 8, fasc. 14, n. 3; copia del sec. XVI: PAnot., 3, f. 224r-v. Sul verso, «Bulla Clementis pape vi confirmans sententiam excommunicationis lata per canonicos et capitulum basilice archipresbitero caren(te) contra edificantes in oratorio de Virginibus» (sec. XV-XVI); «Registrata lib(ro) A, fo(lio) 224». Pergamena di cm 34,5 × 55,5 (pl. 11), con varie cancellature e riscritture di altra mano; si conserva la bolla plumbea. Edizione: Bullarium 1747-1752, I, p. 334. Regesto: Grimaldi, Index, f. 13v-14r, 87r.

165 — 1344 settembre 7, Roma, S. Pietro, in canonica Il presbiter Martinus Venutuli de Monte Fano, della diocesi di Osimo, clericus chori di S. Pietro, infermo, detta le sue ultime volontà. Istituisce eredi universali Masciolus, Iohannes e Blasius, suoi fratelli germani. Quale luogo per la sua sepoltura elegge la basilica di S. Pietro, «in loco ubi alii clerici chori socii eius sepelliri consueverunt»248. Alle due nipoti, figlie di sua sorella Galata, lascia 25 libbre monete Marchiane, «in subsidium dotis». Stabilisce che gli effetti personali del fu presbiter Matheus, rettore della chiesa di S. Martino249, che si trovano presso di sé, siano distribuiti pro anima del detto Matheus o pro utilitate della detta chiesa, secondo quanto parrà opportuno agli esecutori infrascritti. A S. Pietro lascia 25 fiorini pro anniversario, «convertendos in reparatione domorum ipsius basilice»250. Altri lasciti dispone in favore delle chiese di S. Tommaso di Montefano e di S. Biagio de Posterula251, di Leonardus, clericus chori, di Nicolaus Iacobi Martini de Sancta Victoria, di Iacoba moglie del fu Angelus Iuncta, 247  Sul locus detto de Virginibus, che più tardi verrà annesso da Bonifacio IX al monastero di S. Caterina in Borgo, e sulla vicenda cui si fa riferimento nel presente documento si veda Huelsen 1927, pp. 376-377, nr. 98. 248  Stando alle testimonianze di Tiberio Alfarano e di Giacomo Grimaldi, il sepolcro dei clerici chori (detti più tardi “chierici beneficiati”) di S. Pietro – come anche quello dei beneficiati della stessa basilica – era ubicato all’interno della rotonda di S. Andrea, anche detta S. Maria de Febribus dalla sacra immagine che vi si venerava, presso l’altare intitolato alla SS. Trinità e ai Ss. Cosma e Damiano, cfr. Cerrati 1914, p. 144, nr. 174; Grimaldi 1972, p. 51. 249  Da identificarsi, forse, con la chiesa di S. Martino de Portica o de Cortina. 250  Ma si veda quanto riporta il Liber anniv.: «Ob. qd. pbr Martinus de Montefano cler. chori bas., qui rel. bas. pro an. s. lib. .XXV., conversas in emptione quarti casalis de Saxitanis», Egidi 1908, pp. 254-255 (22 set.). 251  Detta in seguito S. Biagio della Tinta, questa chiesa si trovava nel rione Ponte, nei pressi dell’osteria dell’Orso. Fu demolita nel 1604. Cfr. Huelsen 1927, pp. 221-222, nr. 32; Lombardi 1998, p. 168.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

«pro servitiis receptis ab ea», e di numerosi altri. Quali esecutori testamentari nomina il canonico di S. Pietro Paulus Francisci de Sancta Victoria e Andreolus Actolini, suo procuratore. Notaio: Sabba Iohannes Francisci Nicolai. Originale: Caps. 65, fasc. 352, n. 4. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro parzialmente evanido: «Testamentum Martini Venutoli de Monte Fano clerici Sancti Petri» (sec. XIV); ivi, sovrascritto alla nota precedente da mano posteriore, in inchiostro parzilmente evanido: «Testamentum [...] Martini Venutoli de Monte Fano Auximane diocesis»; segue, di mano posteriore: «de anno m ccc xl iiii»; al disotto delle precedenti: «Testamentum Martini Venutuli de Auximanno [sic] clerici basilice, qui reliquit xxv florenos pro anima sua» (sec. XVI). Pergamena di cm 69 × 22, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 300v.

166 — 1344 ottobre 13 Andreas de Massimis, giudice palatino «super investimentis factis et aliis extraordinariis causis», in esecuzione della sentenza emanata da Matheus Novelli, canonico di S. Maria Maggiore, in favore del capitolo di S. Pietro contro Franciscus Iohannis Cerese de Normandis252, dà mandato d’immettere il canonico vaticano Iordanus de Insula253 nel possesso corporale della quarta parte del castrum Campanilis e di metà della rocca esistente nel detto castrum, «secundum formam statutorum Urbis»254. Segue, sulla stessa pergamena, l’atto della presa di possesso da parte del detto canonico (1344 ott. 15). Notaio: Iohannes Zengia. Originale: Caps. 73, fasc. 164, n. 4. Sul verso, nel margine superiore: «Hic continetur quomodo basilica fuit redducta et reposita in possessione quarte partis castri Campanilis et medietatis rocce ipsius castri» (sec. XIV-XV); al disotto, di altra mano, in inchiostro quasi del tutto evanido: «de anno 1344»; al disotto, di altra mano: «anno 1344». Pergamena di cm 63 × 17, in buono stato di conservazione. Nel margine inferiore sono presenti alcuni fori di cucitura. Regesto: Grimaldi, Index, f. 282v.  Cfr. supra, doc. 137.  Montel 1988-1989, I, p. 424, nr. 50: Iordanus Francisci Iordani de Insula de Urbe; II, p. 36, nr. 21: Iordanus de Ponciis [sic] de Insula Licaonie (q. 1368). 254  Il presente riferimento avvalora ulteriormente la tesi, già da molti sostenuta, dell’esistenza di autentici statuta di Roma – vale a dire, di una vera e propria codificazione di ius proprium cittadino – anteriori a quelli più antichi a noi giunti, risalenti al 1363. Le divergenti tesi che, a partire dal 1870, sono state espresse al riguardo si trovano compiutamente esposte in Notari 2014. Quanto agli statuta del 1363, la emptio-venditio è disciplinata da alcune rubriche del Liber primus, in particolare, per il caso che qui interessa, si veda la rubrica LXXV: «Quod venditor teneatur tradere rem emptoris [sic]», in Re 1880, p. 50. 252 253

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167 — 1344 ottobre 23, Roma, S. Pietro Il priore Vicanus255 e i canonici di S. Pietro, nominativamente elencati in numero di undici, avendo ricevuto per testamento dal fu Lellus Petri Scriniarii di Sutri metà dell’eredità del detto Lellus (consistente in numerose case e terreni in Sutri e nel territorio circostante) e avendone ottenuto il possesso in virtù di una sentenza emanata dalla curia di Campidoglio e dell’investitura fatta in loro favore dalla curia del senato di Roma – «et etiam ratione sententiarum latarum per curiam Capitolii pro dicta basilica (...) et vigore investimentorum factorum per curiam senatus» –, danno in locazione per nove anni i beni in tal modo acquisiti ai magistri Petrus e Guido, figli del fu magister Petrus Scriniarii e fratelli di Lellus, e ai nipoti di costui, Ceccolus Iohannis Petri Scriniarii e Ceccolus Romanelli Iohannis Petri Scriniarii, i quali tutti a loro volta accettano e ratificano le suddette sentenza e investitura. Notaio: Iohannes Zengia. Originale: Caps. 29, fasc. 118, n. 5; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 219v-220r. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Carte possessionum et terrarum de Sutrio» (sec. XIV); nel medio margine superiore: «Instrumentum possessionum et terrarum Sutrii» (sec. XVI); ivi: «Instrumentum cessionis iurium super medietate bonorum quondam Lelli Petri de Sutrio legata basilicae Sancti Petri et locatio eorundem bonorum facta per capitulum heredibus dicti Lelli ad ix annos, anno Domini 1344» (sec. XVII). Pergamena di cm 63,5 × 54, molto deteriorata, con consistenti svanimenti dell’inchiostro in particolare nella parte superiore. Regesto: Grimaldi, Index, f. 209r-v.

168 — 1345 febbraio 17, Roma, S. Pietro Angelus e Iohannes, figli del fu Piscis domini Iohannis Piscionis, del rione di S. Lorenzo in Damaso, col consenso delle rispettive mogli, Iacoba e Honesta, vendono per 1475 fiorini d’oro ai canonici di S. Pietro metà del casale avito, posto nel luogo detto Lontergo256. I canonici la ricevono a nome della basilica e della  Vicano de Civitate Veteri.  Egidi 1908, pp. 194-195 (24 mar.): «In anno Nativitatis Domini .M.III c.XLII., hac die presente, obiit d. Neapoleo de filiis Ursi, S. Adriani diaconus cardinalis, archipresbyter nostre basilice, qui reliquit nostre basilice quartam partem casalis quod dicitur de Saxitanis et medietatem casalis quod dicitur de Piscionibus. Item reliquit proprietates sive census terrarum vineatarum emptarum a filiis Piscis, que valent annis singulis florenos .VI. et sollidos .XVI., ac census sive proprietates terrarum vineatarum emptarum a Mascio Rogerii, qui valent annis singulis florenos .XIV. Expendantur pro anniversario suo, quod in cappella S. Marthialis celebretur, que constructa est pro anima eius, et solvantur manualiter ipsa die florenos auri .V.». Ulteriori informazioni sulle disposizioni testamentarie fatte da Napoleone Orsini in favore del clero della basilica si ricavano dal codicillo da costui fatto redigere nel 1341, cfr. Paravicini Bagliani 1980, pp. 459467, in particolare, pp. 460-463. 255 256

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

cappella fatta erigere al suo interno per l’anima di Neapoleo, cardinale diacono di S. Adriano257 – i canonici Vicanus e Alkerutius258 saldano i venditori con i soldi che hanno ricevuto dagli esecutori testamentari del cardinale. Seguono sulla stessa pergamena: il consenso all’alienazione di Maria, madre dei venditori e moglie del fu Piscis (1345 febbraio 28); la fideiussione in favore dei venditori da parte di Iacobus del fu Thedaldus Piscionis campsor, e di Lellus del fu Henricus Lombardi (1345 maggio 3). Notaio: Iohannes Zengia. Originale: Caps. 74, fasc. 143, n. 7; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 11v-13r. Sul verso, nel margine superiore: «Emptio medietatis [agg. da altra mano con segno di inserzione] casalis quondam Piscis de Piscionibus facta basilice nostre» (sec. XIV); segue, di altra mano: «1345»; sulla destra: «m ccc xlv»; al disotto: «Venditio medietatis casalis Piscis facta basilicae pro florenis auri 1475» (sec. XVI-XVII); segue, di altra mano: «anno Domini 1345»; nel mezzo: «Assignatum in iudicio pro parte Sancti Petri die xiiii martii» (sec. XIV). Pergamena di cm 95,5 × 40, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 259r.

169 — 1345 marzo 13 Paulus del fu Iacobus Homodei del rione Parione, col consenso della moglie Francisca e del figlio emancipato Barthellutius, vende ai fratelli Lellus e Iohannes, figli del fu Piscis domini Iohannis Piscionis del rione di S. Lorenzo in Damaso, la metà del casale detto Intergum259, per un prezzo di 1200 fiorini d’oro. Notaio: Iohannes Agnelli. Originale: Caps. 74, fasc. 143, n. 6. Sul verso, nel margine superiore, su rasura: «Revenditio facta per Paulum de Hamodeis [sic] filiis condam Piscis de casali ipsorum de medietate anno 1345» (sec. XV); sulla destra: «Renunciatio et venditio facta per Paulum Lello de casale vocato Interregum [sic] de Piscis» (sec. XV-XVI); segue, di altra mano: «1345». Pergamena di cm 60 × 47,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 259v. 257  Ovverosia la cappella di S. Marziale (si veda la nota precedente), che Alfarano situa al termine della prima navata sinistra dell’antica basilica, cfr. Cerrati 1914, pp. 68-69, nr. 51. 258  Montel 1988-1989, I, pp. 405-406, nr. 2: Alcherutius Ioannis Bobonis (q. 1350). 259  Su questo casale si veda quanto si dice supra, doc. 1, nt. 1.

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170 — , Roma, S. Pietro, in palatio domini cardinalis archipresbiteri Raymundus260, vescovo di Rieti e vicarius Urbis in spiritualibus, in esecuzione di quanto ingiuntogli da Clemente VI con lettera261, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento, intima ai marescalci curie Capitolii e ai loro successori, sotto pena di scomunica, di astenersi in futuro dal commettere malversazioni nei luoghi circostanti la basilica di S. Pietro («in platea, scalis et paradiso et per totam porticam»). Notaio: Paulus Iacobi de Urbe. Originale: Caps. 5, fasc. 262, n. 2: originale; copie del sec. XVI: PAnot., 1, ff. 76v-77v; 4, f. 128r-v. Sul verso, nel margine inferiore, in inchiostro parzialmente svanito: «Lictera qua marescalci [...] non abent [sic] se intromictere in civitate Leoniana ut hic [...]» (sec. XIV); ivi: «Processus bulle contra marescalchos ne quicquam audeant contra peregrinos in platea et scalis existentes, per episcopum Reatinum decretum Urbis vicarium» (sec. XV-XVI); ivi: «Processus merescalchorum» (sec. XIV); al disotto delle precedenti: «Transuptata in libro Ludovici Ceci notarii basilicę fol. 128» (sec. XVI). Segnature precedenti: 43; 123. Pergamena di cm 36,5 × 45 (pl. 4), in buono stato di conservazione, con sigillo di cera pendente. Il documento non presenta indicazione di data cronica, ma solo il riferimento, nel protocollo, a Bertoldo Orsini e Orso Anguillara in qualità di senatori in carica: «marescalcis curie Capitolii per magnificos viros Bertuldum de filiis Ursi palatinus et Ursum Anguillarie comites, alme urbis senatores illustres per sedem apostolicam deputatos». Ciò permette di datarlo tra il 1o gennaio e il 19 maggio 1345, data della bolla con cui Clemente VI nominò i nuovi senatori, Rinaldo Orsini e Nicola Annibaldi, cfr. de Boüard 1920, p. 273; Salimei 1935, p. 108. Edizione: de Boüard 1910, pp. 343-346, doc. II (con datazione: «1343, après le 19 septembre»). Regesto: Grimaldi, Index, f. 82v.

171 — 1345 maggio 22 Mabilia, moglie del fu Paulus Iohannis Occari, e sua sorella Iacoba, moglie del fu Nicolaus Hugolini [...]262, figlie del fu Iacobus Rubei del rione Parione, vendono a Iannellus Iohannis [Capud]trulli la metà di un pozzo esistente nella propria casa, per il prezzo di 13 libbre di provisini del senato. Notaio: Franciscus Symeonis Petri Mathei dicti Vecchi.  Raimondo de Chameyrac.  Cfr. supra, doc. 155. 262  Lacuna nella pergamena. 260 261

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Originale: Caps. 56, fasc. 202, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Emptio medietatis putei existentis in domo domine Mabilie et domine Iacobe» (sec. XV); segue, di altra mano: «de anno 1345» (sec. XVI); segue, di altra mano: «in regione Parionis» (sec. XVI-XVII). Pergamena di cm 37 × 18, con qualche mancanza nel margine destro causata da umidità, e alcune macchie di muffe violacee; sul recto, nel margine destro, l’inchiostro del testo è in parte svanito. Regesto: Grimaldi, Index, f. 324v.

172 — 1345 maggio 28 Lellus e Iohannes, figli del fu Piscis domini Iohannis Piscionis, del rione di S. Lorenzo in Damaso, rinunciano in favore dei canonici di S. Pietro, rappresentati da Vicanus de Civitate Vetula e Alkerutius de Bovescis, ai diritto e alle azioni che possiedono contro Lellus del fu Bartholomeus de Cafarellis «de regione Vinee Thedemar(ii)» e Nicolaus del fu Nicolaus de Thebaldescis del rione di S. Lorenzo in Damaso, in virtù di un istrumento di deposito di 281 fiorini d’oro, «volentes et mandantes dicti fratres dictum instrumentum depositi et eius dicta cassari et cancellari». Ciò fanno perché saldati della somma anzidetta dai due canonici sopra menzionati, «nomine dictorum Lelli et Nicolai, animo liberandi eos a dicto debito». Notaio: Iohannes Zengia. Originale: Caps. 74, fasc. 143, n. 5. Sul verso, nel margine superiore: «R(egistrat)us [?]»; nel margine inferiore: «Refutatio, quam fecerunt filii Piscis fideiussoribus basilice» (sec. XV); segue, di altra mano: «1345». Pergamena di cm 52,5 × 18,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 259v.

173 — 1345 luglio 7, Perpignano Pietro IV, re di Aragona, informato da Petrus Bartholomei, beneficiato e procuratore del capitolo di S. Pietro, del fatto che i canonici vaticani da circa dieci anni non hanno potuto ottenere nulla di quanto concesso loro in Sardegna dallo stesso sovrano e dai suoi predecessori263, ordina «arrendatoribus seu procuratoribus iurium et reddituum nostrorum in regno Sardinie» di provvedere affinché gli stessi canonici siano soddisfatti di quanto loro dovuto, sia per i tempi trascorsi che per quelli futuri. 263

 Cfr. supra, docc. 108, 149.

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Copia autentica del 1345 lug. 30, Barcellona, not. Petrus Borrelli: Caps. 46, fasc. 173, n. 4. Sul verso, nel mezzo: «Petri regis Aragonum»; segue al disotto, della stessa mano: «Petrus rex Aragonum mandat procuratoribus et arrendatoribus iurium regni Sardiniae ut capitulo satisfaciant. Anno 1345, nonis iulii» (sec. XVI); ivi, in inchiostro quasi del tutto evanido: «Transumptum autenticum basilice [...]» (sec. XIV); ivi: «Transumptum privilegii» (sec. XVI); ivi: «Concessionis xxxta unciarum in Corsica per Iacobum regem Aragonie facte confirmatur per regem Petrum eius nepotem» (sec. XV). Segnature precedenti: LI; 75. Pergamena di cm 31,5 × 51,5, in buono stato di conservazione. La copia è introdotta come segue: «Hoc est translatum fideliter sumptum a quadam littera papirea patente et sigillata in dorso sigillo illustrissimi domini Petri Dei gratia regis Aragonum, ut prima facie apparebat, cuius tenor talis est». In calce al documento, la sottoscrizione del notaio artefice della copia è preceduta da quelle di Petrus Benedicti, «licenciatus in decretis, officialis Barchinone», e dei notai Guillelmus de Rocha e Petrus Figuera. Regesto: Grimaldi, Index, f. 291r.

174 — 1345 agosto 23, Roma, S. Pietro Angelus e Iohannes, figli del fu Piscis Iohannis Piscionis, col consenso di Maria loro madre e delle rispettive mogli, Iacoba e Honesta, vendono al priore e al capitolo di S. Pietro, «ad opus et utilitatem» della cappella264 eretta nella basilica per l’anima del fu Neapoleo265, cardinale diacono di S. Adriano, tutte le proprietà possedute dal detto Piscis, loro padre, e da Iohannes, loro nonno, fuori porta Pertusa, nel luogo detto Aqua Fredola, per il prezzo di 190 fiorini d’oro. Notaio: Iohannes Zengia. Originale: Caps. 36, fasc. 144, n. 4; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 22r-23v. Sul verso, nel margine superiore destro: «Instrumentum vinearum filiorum Piscis domini Iohannis Piscionis» (sec. XIV); altra mano aggiunge: «Ad Aquam Freddolam de anno 1343 [sic]» (sec. XVI); nel margine superiore sinistro: «Emptio terrarum et vinearum Aque Frigide per Capitulum» (sec. XVI); al disotto della precedente: «Emptio terrarum et vinearum ad Aquam Fredulam per Capitulum ab Angelo et Ioanni fratribus filiis Piscis Ioannis de Piscionibus» (sec. XVI). Pergamena di cm 85 × 40,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 260r (con datazione sbagliata al 1343). 264 265

 Ossia la cappella di S. Marziale, si veda quanto detto supra, doc. 168, nt. 257.  Napoleone di Rinaldo Orsini.

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175 — 1346 agosto 7 Andreas Angeli Rubei dispone per codicillo che suo figlio Ceccus sia privato della quarta parte del casale de Cancellariis266, assegnato a costui nel precedente testamento paterno, in quanto ingrato e resosi colpevole di azioni violente contro la sua persona («verberavit me et iniecit contra me manus biolentas et dixit multas iniurias et verba bituperosa»). Andreas stabilisce, pertanto, che la quarta parte del casale suddetto vada, dopo la sua morte, alla basilica di S. Pietro quale legato pro anima. Notaio: Nicolaus Luce de Rogeriis. Copia autentica s.d., ma sec. XIV, not. Paulus Luce de Rogeriis «ex prothocollis seu cartilaris olim Nicolai Luce de Rogeriis notarii»: Caps. 38, fasc. 327, n. 3; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 101r-v. Sul verso, nel margine superiore: «Donatio medietatis casalis de Cancellariis facta basilice» (sec. XV-XVI); ivi: «Instrumentum quarte partis, quas habemus in casale de Cancellariis» (sec. XIV); ivi: «Testamentum Andree Angeli Rubei, qui reliquit basilice quartam partem casalis de Cancellariis, de anno 1346» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 71,5 × 10, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 268v.

176 — 1346 agosto 26, Barcellona Pietro IV, re d’Aragona, concede all’arciprete e al capitolo di S. Pietro di poter acquistare una certa estensione di terra «in confinibus castri Callari, videlicet circa appendicia ipsius, aut in saltibus de Sancta Guila vel de Ludocisterna»267, perché possa servire quale dotazione della chiesa che i detti arciprete e capitolo intendono edificare in quei luoghi sotto l’invocazione di S. Pietro. Il re dichiara, inoltre, che la terra così acquistata sarà libera da ogni onere e servizio. Originale: Caps. 5, fasc. 263, n. 1; copia del sec. XVI: PAnot. 4, f. 107r. Sul verso, nel margine inferiore sinistro: «Privilegium Petri regis Aragonum concedens archipresbitero, capitulo et canonicis ut possint emere terram, que sit perpetuo libera et edificare ecclesiam Sancti Petri in Corsica et Sardinia» (sec. XV-XVI); ivi: «Transumptata in libro Ludovici Cecii notarii basilicae fol. 107» (sec. XVI). Segnature precedenti: 74. 266  Sulla ipotetica localizzazione di questo casale grossomodo all’incrocio fra le vie Trionfale e Cassia, nel luogo oggi denominato Giustiniana, si veda Gauvain 2011, pp. 285-286. 267  Località oggi note come Stagni di S. Gilla, nell’area urbana di Cagliari, e Luco Cisterna, nel territorio di Decimomannu, cfr. Gauvain 2011, pp. 190-191 (il quale esclude, tuttavia, che la chiesa di S. Pietro “dei Pescatori”, tuttora esistente nei pressi degli Stagni di S. Gilla, possa identificarsi con quella forse fatta costruire dal capitolo di S. Pietro in tale circostanza, poiché di più antica origine).

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Pergamena di cm 19,5 × 41 (pl. 3,5), in buono stato di conservazione, con sigillo di cera pendente. Regesto: Grimaldi, Index, f. 83r.

177 — 1347 gennaio 14 Particola del testamento di Franciscus condam Iohannis de Normandis, in cui costui riconosce i diritti della basilica di S. Pietro sul castrum Campanilis e sulla rocca in esso esistente, «secundum quod in sententia lata de predictis»268. Stabilisce, inoltre, che il castrum Terni, locato a suo nome a Paulus Iohannis Macthei, subito dopo la sua morte torni in possesso della basilica, e per tale ragione chiede ai canonici, «in iudicio anime eorum», di far celebrare il suo anniversario nel giorno di san Francesco. Notaio: Iacobus Paulini de Albericis. Originale: Caps. 73, fasc. 164, n. 6. Sul verso, nel margine superiore: «Testamentum domini Francisci de Normandis, in quo recognovit se male fidei possessorem castri Loterni basilice Sancti Petri et quarte partis [segue adiudicate depennato] castri Campanilis adiudicate per sententiam ipsi basilice ex vigore testamenti Iohannis Stephani» (sec. XIV); segue, di altra mano pressappoco coeva: «Istud est valde utile instrumentum pro factis castrorum Luterni et castri Campanilis»; segue, di altra mano posteriore: «De anno m ccc xlvii»; al disotto: «Testamentum domini Francisci de Normannis, quo recognovit se male fidei possessorem castri Terni [sic] basilice Sancti Petri et quarte partis medietatis castri campanilis» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 40 × 26,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 282v.

178 — 1347 gennaio 26, Roma Egidia, moglie del fu Pucciarellus de Sasso e madre del fu Petrus Alberti, beneficiato di S. Pietro, poiché riconosce di aver ricevuto assieme a suo figlio «multa beneficia» da parte del capitolo della basilica, «et sperans in spiritualibus recipere in futurum», dona inter vivos a Franciscus de Vallemontone, vicario e camerlengo, e a Nicolaus de Astallis, canonici di S. Pietro, una casa posta nella Ruga Francigena, nella contrada della Portica di S. Pietro, della quale, tuttavia, riserva a sé l’usufrutto «vita sua tantum». Notaio: Sabas magistri Petri. Originale: Caps. 58, fasc. 212, n. 1. Sul verso, nel margine superiore, scritta parzialmente perduta a seguito della rosicatura della pergamena: «Instrumentum donationis inter vivos facte basilice Principis apostolorum de [Urbe] de domo cum signo vegetis 268

 Cfr. supra, doc. 137.

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sita in parochia Sancti Iustini in ruga Franci[gena]» (sec. XIV); al disotto, in inchiostro molto evanido: «Donatio domus dominae Egidiae» (sec. XVI); nel margine inferiore: «Donatio domus in ruga Francigena basilice» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva: «iuxta domos Sancte Catherine de Burgo». Pergamena di cm 33 × 21, con alcune rosicature nel margine sinistro che hanno provocato la perdita di parte del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 334v.

179 — 1347 aprile 21, , S. Pietro, in capitulo Complita, moglie del fu Ceccharellus Guelfus de Urbe, abitante nella parrocchia di S. Zenone, «spiritu divino inducta», fa dono di sé e della sua casa con orto posta «in Ponticello»269, nella detta parrocchia, a Dio, al beato Pietro e alla sua basilica e capitolo, stando genuflessa «in pleno capitulo» e promettendo obbedienza e reverenza ai canonici. Notaio: Ypolitus de Guastoaymonis. Originale: Caps. 58, fasc. 212, n. 2. Sul verso, nel medio margine superiore, in inchiostro parzialmente evanido: «Oblatio domine Complite uxor condam C[eccha]relli [Guelfi] cum doma [sic] sua posita iuxta ponticellum in parrochia Sancti Zenonis» (sec. XIV); segue, di altra mano: «de anno 1347» (sec. XVI). Pergamena di cm 34 × 16,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 334v.

180 — 1347 luglio 7 Frater Iohannes de castro Sang., camerlengo e procuratore del capitolo dell’ospedale di S. Spirito in Sassia, dà in locazione per un anno a Nardus dictus Guertio, già di Viterbo e ora della piazza di S. Pietro, un palatium colupnatum et solaratum, posto nella detta piazza, contro la promessa da parte dello stesso Nardus di pagare una pensio di 12 fiorini nel giorno di Pasqua. Notaio: Andreas Cambii. Originale: Caps. 60, fasc. 219, n. 7. Sul verso, nel margine superiore sinistro, preceduta da croce di S. Spirito: «ynstrumentum locationis domus platee Sancti Petri fact(e) Nardo dicto Guertio» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Iura domus seu caminate platee Sancti Petri» (sec. XIV-XV). Pergamena di cm 40 × 19, in buono stato di conservazione. 269

 Già donata al Capitolo di S. Pietro dalla stessa Complita nel 1344: si veda supra, doc. 161.

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Si tratta di una delle pergamene facenti parte del rotulus relativo alle proprietà in platea Sancti Petri di Nicolaus Mutus de Piperis. Si veda in proposito quanto detto supra, doc. 8. Regesto: Grimaldi, Index, f. 341v.

181 — 1347 ottobre 8, Nerola Iohannes Cole de Fraiapanibus, dichiarandosi maggiore di quattordici anni, promette a Neapoleo Poncelli dompni Mathei de filiis Ursi270 di vendergli, «ad sui Neapoleonis petitionem», il castrum di Poggio S. Pietro271 (nella diocesi di Sabina), al prezzo che i due contraenti riterranno opportuno in occasione della futura compravendita. Notaio: Petrus Bartholomei Nicolutii de Surcalibus de Fabriano. Originale: Caps. 40, fasc. 161, n. 2. Sul verso, nel margine inferiore: «Venditio Podii Castri Sancti Petri Sabinensis de anno m ccc xlvii per Io(annem) Colam de Fraiapanibus de Urbe domino Neapoleoni Poncelli de filiis Ursi de Urbe» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 56 × 38,5. L’angolo inferiore sinistro è caduto in seguito a una rosicatura; si segnala, inoltre, un’ampia macchia d’umido nella parte inferiore, che tuttavia non pregiudica la lettura del testo sottostante. Regesto: Grimaldi, Index, f. 280v.

182 — dà licenza al priore e al capitolo di S. Pietro di far trasportare da Trastevere alla basilica il sale estratto in Campo Salino272, a costoro dovuto «pro pentione» dagli affittuari delle saline ivi ubicate, «videlicet de fossato quod dicitur Sancti Petri et de fossato quod dicitur Ticchi Maioris» (con l’elenco nominativo dei locatari e l’indicazione della quantità di sale che ciascuno di essi deve al capitolo). Originale: Caps. 73, fasc. 323, n. 1. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Gasp(ar) pertinen(tium) bonoru(m)» (sec. XIV); al disotto: «Littera tribuni Urbis pro sale basilice nostre» (sec. XIV-XV); al disotto, in inchiostro molto evanido: «Nicolaus Fernandi dedit in domo domini [...] xxxi octobris [...]» (sec. XIV); al disot270  Napoleone di Poncello di Matteo Rosso Orsini (q. 1369), cfr. Carocci 1993, tav. 11, gen. 6; Allegrezza 1998, p. 152 e tav. 5, gen. 6. 271  I ruderi di questo castrum si rinvengono oggi nella località denominata Colle S. Pietro, altura collinare posta al chilometro 43 della via Salaria antica. Nel 1372 il capitolo vaticano ne acquistò parzialmente la proprietà da Angela, figlia di Francesco Surdi de Surdis, si veda infra, docc. 190, 260, 261. Sulla storia del sito si vedano Branciani 1999 e Gauvain 2011, pp. 416-417. 272  Sulla tenuta di Campo Salino, situata a nord del Tevere, fra Ponte Galeria e il porto di Traiano, si veda Montel 1971 e Gauvain 2011, pp. 223-227.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

to: «Nicolaus Severus»; al centro della pergamena è presente una lettera N di forma capitale. Pergamena di cm 39,5 × 20, con una modesta rosicatura nel margine superiore. Per quanto concerne la datazione di questo documento (non datato) valgano qui le considerazioni espresse a suo tempo da Schiaparelli 1908, p. 136, secondo il quale la fomula usata in apertura da Cola, «Candidatus Spiritus Sancti, milex, Nicolaus severus et clemens, liberator Urbis, zelator Ytalie, amator orbis et tribunus augustus», non lascerebbe dubbi circa la sua collocazione cronologica al 1347, «e con tutta probabilità tra l’agosto e il settembre». Sulle formule con cui Cola di Rienzo qualificò se stesso in ambito documentario si veda Carpegna Falconieri 2008. Edizione: Schiaparelli 1908, pp. 136-137; Burdach – Piur 1912-1929, V, pp. 41-42, n. 16. Regesto: Grimaldi, Index, f. 256r.

183 — 1348 giugno 9 Ianellus Iohannis Capudtrulli de Miccinis, del rione Parione, «infirmus corpore», detta le sue ultime volontà. Alla moglie Maria lascia la dote di 136 fiorini e la donatio propter nuptias di 50 fiorini. Nomina numerosi legatari, tra i quali Sancta, sua nipote, «que stat reclusa in carcere Sancti Petri», alla quale lascia 10 libbre di provisini del senato. Quale luogo per la sua sepoltura elegge la chiesa di S. Lorenzo in Damaso oppure, in alternativa, S. Maria sopra Minerva. Istituisce erede universale Paulus Petri Leonardi, mercator del rione Parione. Nomina quali esecutori testamentari Perna, moglie del fu Cinthius Petri Leonardi, del rione Parione, e il detto Paulus. Notaio: Nicolaus Cinthii. Originale: Caps. 66, fasc. 356, n. 6. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro quasi del tutto evanido: «Testamentum olim Iannelli Iohannis Capud Trulli de Miccinis» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Testamentum Iannelli Iohannis Capud Trulli» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Instrumenta vinearum» (sec. XV); segue, di altra mano posteriore: «positarum in Subereta extra portam Castelli»; al disotto, di altra mano: «emptarum a Ceccho Nicolai per Iannellum» (sec. XV). Pergamena di cm 60,5 × 27,5, in buono stato di consevazione, cucita assieme ad altre due: si vedano i docc. 128 e 184. Regesto: Grimaldi, Index, f. 309v.

184 — 1348 ottobre 10 Paulus Petri Leonardi, mercator del rione Parione, e Perna moglie del fu Cinthius Petri Leonardi, dello stesso rione, in qualità di erede universale, fedecommissario ed esecutore, il primo, di fedecommissaria ed esecutrice, la seconda, del

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testamento del fu Ianellus Capud Trulli de Miccinis anch’egli di Parione, cedono a Maria, vedova del detto Ianellus, ogni diritto e azione sui beni mobili e immobili del marito defunto, verso la promessa, fatta dalla stessa Maria, di convertire la somma a lei destinata nel detto testamento «pro anima dicti Iannelli». Notaio: Nicolaus Cinthii. Originale: Caps. 66, fasc. 356, n. 7. Pergamena di cm 60 × 20, cucita assieme ad altre due: si vedano i docc. 128 e 183. Regesto: Grimaldi, Index, f. 309v.

185 — 1349 maggio 7, Roma Nicolaus de Viterbio, giudice palatino «super appellationibus et aliis extraordinariis causis», succeduto in tale carica al miles e legum doctor Paulus Vayani («dudum iudicis dicti officii»), nella causa circa l’eredità del fu Iohannes de Fraiapanibus273, canonico di S. Pietro, vertente tra Iohanna, moglie del fu Odducius de Fraiapanibus, da una parte, e Iohannes Nicolai de Fraiapanibus e Margarita, figlia (ma detta erroneamente uxor in altri luoghi del documento) del fu Ceccus de Fraiapanibus274, dall’altra, seguendo il consilium del causidico Bartholomeus Vayani, respinge «tamquam frigulas, calumpniosas et innanes [sic]» la richiesta d’appello fatta dai detti Iohannes e Margarita, condannando costoro a rimborsare la detta Iohanna delle spese processuali sin lì sostenute (2 fiorini per il compenso del detto Bartholomeus Vayani, e 10 provisini del senato pagati ai notai che si sono occupati della scrittura del consilium). Notaio: Laurentius Baroncelli. Originale: Caps. 74, fasc. 168, n. 1. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum pertinens ad dominos de Fraiapanibus super dicto castro» (sec. XVII); segue, di altra mano: «1349». Pergamena di cm 88 × 20, con alcune rosicature nel margine destro e lieve interessamento del testo, muffe violacee e alcune macchie d’umidità. Regesto: Grimaldi, Index, f. 281v (con rimando a Caps. 74, fasc. 162).

186 — 1349 settembre 2, Roma, S. Pietro, in sacristia Nicolaus Nicolai domini Petri de Thebaldescis, tutore del pupillo Iacopellus, figlio ed erede del fu Iohannis Piscis domini Iohannis Piscionis, e Iacoba, moglie del fu  In proposito si veda anche infra, doc. 187.  Sui rapporti di parentela intercorrenti tra le parti in causa si veda l’albero genealogico dei litiganti ricostruito da Branciani 1999. Per la famiglia Frangipane nel secolo XIV è ancora obbligatorio il rimando a Zazzera 1617. 273 274

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Iohannes Nicolai Bellihominis dictus Zanna, tutrice del pupillo Iohannes, figlio ed erede del detto Iohannes Bellihominis, col consenso del giudice palatino Stephanus Paulini, vendono ai canonici di S. Pietro, nominativamente elencati in numero di nove, la quarta parte del casale che fu del detto Piscis per il prezzo di 500 fiorini d’oro. Notaio: Symeon Iohannis Symeonis de Moricis. Originale: Caps. 74, fasc. 143, n. 8; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 24v-26r. Sul verso, nel margine superiore: «Entio [sic] facta per capitulum de quarta parte casalis Piscis» (sec. XIV); segue, di altra mano: «De anno 1349»; al disotto: «Emptio facta per capitulum de 4ta integra parte casalis Piscis anno Domini 1359 [sic]» (sec. XVI-XVII); nel margine inferiore: «R(egistrata?) c. 8». Pergamena di cm 68 × 28, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 259v (con datazione sbagliata al 1359).

187 — 1345 gennaio 1 – 1349 settembre 5, Roma Esame e pubblicazione dei testimoni prodotti in giudizio dal notaio Lellus Phylippi Capudgalli in qualità di procuratore di Iohanna, figlia del fu Branca de Fusingiano275 e moglie di Oddo de Fraiapanensibus, «de Urbe et nunc habitatrix castri Podii Sancti Petri», nella causa intentata dalla detta Iohanna contro alcuni esponenti della famiglia Frangipane (il fu Nucius, Mabilia e Iohanna, figlie del fu Iacobus, e Margarita, figlia di Ceccus). Le deposizioni testimoniali vertono sulla vicenda della morte violenta di Iohannes Fraiapanis, canonico di S. Pietro, precipitato uno o due anni prima (i testi non sono concordi al riguardo), nel mese di giugno, da un «ballatorio discoperto», mentre risiedeva nel suo palazzo nel castrum di Poggio S. Pietro. In particolare, l’interrogatorio riguarda le modalità secondo le quali il detto canonico avrebbe lasciato in punto di morte tutti i suoi beni alla detta Iohanna de Fusingiano. Copia autentica del 1349 set. 5, not. Paulus Lelli Thome: Caps. 74, fasc. 162, n. 1. Sul verso, nel margine superiore: «Testes examinati ad perpetuam rei memoriam super capitulis productis per nobilem dominam Iohannam filiam quondam Brance de Frusignano [sic] et uxoris olim Oddonis Fraiapan(is) super causa duarum unciarum ad eam pertinentium in castro Podii Sancti Petri et quedam late sententie pro eadem» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Isti sunt testes examinati ad perpetuam rei memoriam pro parte domine Iohanne uxoris condam Odduci Fraiapanis et duarum unciarum relictarum de Podio Sancti Petri eidem domine Iohanne per Nucium Fraiapanis» (sec. XIV). Due fogli membranacei cuciti fra loro per complessivi cm 172 × 59. Sono presenti lacerazioni nel margine superiore del primo foglio con relativa perdita di parte del testo e qualche svanimento dell’inchiostro. 275

 Sulla famiglia romana de Fusingiano si veda Rehberg 1999B, p. 299.

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Secondo A. de Boüard le deposizioni testimoniali contenute in questo documento risalirebbero al 1340, cfr. de Boüard 1920, p. 331; Salimei credette, invece, di doverle datare all’anno 1343, giacché nel documento si parlerebbe, a suo dire, di «examinatione facta (...) tempore sen(atoratus) domini Mathei de filiis Ursi et domini Pauli de Comite», cfr. Salimei 1935, pp. 105-106, nt. 28. Per quanto riguarda quest’ultima datazione, il passo citato da Salimei in forma compendiata, riportato nella sua interezza dice, in realtà, che al tempo del senatorato di Matteo Orsini e Paolo Conti risale non l’esame dei testi, ma un primo incarico affidato a tal fine dai detti senatori e dal loro assectamentum a Matteo Mardoni, incarico che ora – cioè al momento della redazione del nostro documento – la parte attrice vorrebbe cassato: «Et predicta deliberentur non obstante quacumque commissione alias super dicta examinatione facta domino Matheo Mardonis, tempore senatus domini Mathei de filiis Ursi et domini Pauli de comite, per eos et eorum assectamentum». La datazione proposta da de Boüard si riferisce, invece, alle parole introduttive della presente copia che, tenedo conto dei guasti oggi presenti sulla pergamena, è possibile leggere come segue: «In nomine Domini, amen. Hec est copia cuiusdam processus [......] agitatus super recup[eratione te]stium infrascriptorum productorum et examinatorum ad perpetuam rei memoriam super capitulis productis et assignatis pro parte nobilis domine Iohanne filie condam Brance de Fusingiano et uxoris olim Oddonis de Fraiapanensibus sub examine sapientis et discreti viri domini Barthomei Villani de Tybure iuris periti ex commissione sibi facta ex deliberatione assectamenti, tempore senatus magnificorum virorum Bertuldi de filiis Ursi comitis palatini et Ursi comitis Anguillarie, sub anno Domini millesimo cccxl[.]». La data appena riportata, letta come ‘1340’ da de Boüard, presenta in realtà un’ultima cifra oggi non più leggibile a causa dello svanimento dell’inchiostro. È molto probabile che essa debba essere integrata leggendo cccxl[v], giacché è noto che Bertoldo Orsini e Orso Anguillara compaiono quali senatori in carica il 30 aprile 1345 nell’atto di confermare gli statuti dei mercanti romani, cfr. de Boüard 1920, p. 273 e Salimei 1935, p. 108. Sarebbe così risolta anche l’anomalia che verrebbe a crearsi prendendo per buona l’iniziale lettura di de Boüard, cioè che questa stessa coppia di senatori si sarebbe ripetuta a distanza di cinque anni, appunto nel 1340 e nel 1345. Dunque, il terminus post quem per la redazione dell’originale, da cui deriva la presente copia, andrebbe fissato al 1o gen. 1345, data dell’ingresso in carica della detta coppia senatoriale. Esso potrebbe poi essere stato ampliato mediante la registrazione delle successive tappe dell’iter giudiziario, ma non oltre il 5 set. 1349, data cui risale la presente copia. Edizione: de Boüard 1920, pp. 331-335 (edizione parziale). Regesto: Grimaldi, Index, f. 281r.

188 — 1350 marzo 4 Nucius Iacobi Paulini de Saxitanis del rione Trastevere, in qualità di erede del fu Iacobus Paulini, vende al capitolo di S. Pietro la quarta parte del casale de Saxitanis fuori le porte di S. Pancrazio e Pertusa, nel luogo detto Malgiana, per il prezzo di 375 fiorini d’oro. Notaio: Iohannes Hugolini.

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Copia autentica del 1368 dic. 16, not. Iohannes Iacobi Iordani de Bulganis: Caps. 73, fasc. 159, n. 5; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 48r-v. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Product(um) et ass(ignatum) fuerat presens instrumentum per Iohannem Hugolini notarium et procuratorem basilice propter [...] Lello Quatraccia die xii mensis maii» (sec. XIV); al disotto: «Emptio 4tae partis casalis de Saxitanis» (sec. XVI-XVII); al disotto, in inchiostro molto evanido: «Empio quarte partis casalis de Saxitanis» (sec. XV-XVI); al disotto, di altra mano: «1350»; nel margine inferiore: «Emptio casalis de Saxitanis per capitulum de anno 1350» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 59 × 20, lacera e con ampie rosicature. Trattasi di una copia autentica, ma molto ecceterata, scorretta, con numerose emendazioni e integrazioni interlineari. Regesto: Grimaldi, Index, f. 278v.

189 — 1350 settembre 7 Iacobellus, figlio del fu Mitiatus Rubei Iacobi Guidocti del rione Ponte, e sua moglie Margarita, figlia del fu Cola Angeli de Laritia, vendono ad Angela, moglie di Laurentius domini Symeonis Gratiani, una casa solarata posta nel rione Ponte, adiacente al Mons Ursinorum, per il prezzo di 170 fiorini d’oro. Notaio: Iohannes Iacobi Romani Hobizionis. Originale: Caps. 54, fasc. 196, n. 1. Sul verso, nel margine inferiore: «Emptio domus in regione Pontis [p]rope Montem Ursinorum per dominam Angelum [sic] a Iacobello Mitiati Rubei facta de anno 1353 [sic]» (sec. XVI); nel margine superiore: «Quessta ene la carta de chassa de madona Gila» [sic] (sec. XIV); al disotto, di altra mano: «Instrumentum venditionis domus posite in parrocchia Sanctorum Celsi et Iuliani relicte basilice per Laurentium domini Simeonis» (sec. XIV). Pergamena di cm 85,5 × 31, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 318r.

190 — 1351 gennaio 8 Iohanna, figlia del fu Iacobus Fraiapanis, agente a proprio nome e in qualità di erede della madre Margarita e del fratello Iohannes, canonico di S. Pietro, entrambi defunti, e degli altri tre fratelli, Ceccus, Cola e Oddo, vende a Franciscus Luce Surdi de Surdis 2 oncie «de X I I principalibus unciis» del castrum di Poggio S. Pietro, appartenuto al fu Iacobus suo padre, per il prezzo di 200 fiorini d’oro. Seguono sulla stessa pergamena i seguenti documenti con cui: Paulus, figlio del fu Bucius P(re)cessi Capuce de Capoccinis, in qualità di padre e legittimo amministratore dei beni del figlio Bucciolus, figlio della fu Mabilia, figlia del fu Iacobus e sorella di Iohanna Fraiapanis, dà il proprio assenso alla vendita (1351 gennaio 8, s.l.); Nellus Ranuci de Surdis, in qualità di procurato-

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re di Iohanna Fraiapanis, immette Franciscus de Surdis nel possesso corporale delle 2 once del castrum di Poggio S. Pietro (1351 marzo 27, in castro Podii Sancti Petri). Notaio: Angelus Phylippi Capudgalli. Originale: Caps. 40, fasc. 161, n. 3. Sul verso, nel margine superiore sinistro, in inchiostro molto evanido: «Assignatum die xviii a p[...]» (sec. XIV); nel margine superiore destro: «Instrumentum emptionis duarum unciarum castri et territorii Podii Donadei [sic] per Franciscum Surdum» (sec. XVI); nel medio margine superiore: «Instrumentum emptionis duarum unciarum castri et territorii Podii Sancti Petri emptarum per Cecchum Surdum a domina Iohanna filia quondam Iacobi Fraiapan(i) sentiente et consentiente et de evictione fideiubente Paulo quondam [...]» (sec. XIV); nel margine «Pro Sancto Petro» (sec. XIV); al disotto, un’ampia rosicatura consente una lettura soltanto parziale delle due annotazioni seguenti: «Indictione viii, mense [...] coram S[...]»; «[...] domine Angele matri condam Lelli Petri supradicti et filie et heredes condam Francisci Surdi [...] caponam» (sec. XIV-XV); nel margine inferiore, in inchiostro molto evanido: «[...] de domina Iohanna filia Iacobi [de] Fraiapani [...] Sancto Pietro» (sec. XIV-XV); al disotto della precedente: «Emptio duarum unctiarum castri Podii Sancti Petri per Franciscum de Surdis de anno mcccli [duarum-Podii aggiunto da altra mano nell’interlinea con segno di inserzione] (sec. XVI-XVII). Pergamena di cm 116 × 48, con estese rosicature nella parte centrale e corrispondente perdita di ampie porzioni del testo. Nello spazio bianco al disotto dell’ultimo documento trascritto sulla pergamena è apposta la seguente nota: «Indictione xiiii, mense martii, die sexto [corretto da precedente qui(nto)]. Producta, exibita et assignata fuerunt presentes iura et instrumenta per Petrum Mancini notarium, scyndicum, procuratorem et personam legitimam dominorum canonicorum et capituli basilice Principis apostolorum de Urbe, nomine quo sopra, contra et adversus dominum Stephanum de Normandis de regione Campi Martii in causa mota pro parte dictorum dominorum canonicorum et capituli contra ipsum dominum Stephanum occasione duarum unciarum de xii principalibus unciis castri Podii Sancti Petri et sui tenimenti etc. coram sapienti viro domino Nicolao de Bondiis legum doctore, iudice commiss(ario) et delegat(o) in dicta causa una cum sapienti viro domino Tadeo domini Abrami iuris perito etc. sedente pro tribunali in palatio capitolii, in sala inferiori dicti palatii, ubi ius redditur, infra colupnas etc. presente Iohanne Tucii notario et procuratore dicti domini Stephani et contradicente»; «Eodem die vi mensis martii presentata fuerunt dicta instrumenta, ut supra. Petrus Nicolai Dam(m)acii notarius palatinus et collateralis et dicte cause [...]». Della controversia tra il capitolo e Stefano Normanni, di cui danno testimonianza le note tergali sopra riportate, resta memoria anche nei libri introitus-exitus della basilica vaticana relativamente all’anno 1390, cfr. Gauvain 2011, p. 417. Regesto: Grimaldi, Index, f. 280v.

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191 — 1351 febbraio 28, Roma Iohanna de filiis Ursi276, contessa di Anguillara, per mezzo del suo procuratore Cola Andree Castini de Rusticis, vende a Egidia, moglie di Vanne dictus alias Amore, agente a nome di Ritola filia olim Bocti, una casa solarata nel rione Ponte per il prezzo di 22 fiorini d’oro. Segue sulla stessa pergamena la garanzia «in casu evictionis tantum» prestata nello stesso giorno da Lellus Cecchi Locterengi, notaio del rione Parione, in favore della venditrice. Notaio: Franciscus condam Iohannis Macthei Cinthiis de Rusticis. Originale: Caps. 55, fasc. 367, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum venditionis domus existentis in parochia S. Laurentii de Piscibus facte presbitero Luce277 beneficiato nostro» (sec. XIV-XV); segue, in inchiostro quasi del tutto evanido: «1351»; sovrascritto al precedente: «In regione Pontis»; al disotto: «Venditio domus in regione Pontis facta ab illustri comitissa Anguillarie, 1351» (sec. XVII). Pergamena di cm 48,5 × 21,5, con macchie di muffa e parziali svanimenti del testo nel margine sinistro. Regesto: Grimaldi, Index, f. 322v.

192 — 1351 luglio 7, Avignone Clemente VI concede per dieci anni una indulgenza di sette anni e sette quadragenae lucrabile da tutti coloro che, con elemosine e sussidi, concorreranno a portare a termine («perfici et compleri») i lavori nella basilica di S. Pietro278. Originale: Caps. 1, fasc. 254, n. 4; copie del sec. XVI: PAnot., 1, f. 20r; 3, f. 4r; 4, f. 134r. Sul verso, nel margine superiore destro: «R(egistrata) in folio iiii in quinterno sacristie» (sec. XV); nel mezzo del margine inferiore: «Indulgentia benefactorum operis Sancti Petri de Urbe» (sec. XIV); nel margine inferiore destro: «Bulla Clementis pape vi de indulgentia consequenda porrigentibus manus adiutrices pro fabrica Sancti Petri» (sec. XV-XVI); segue, di mano posteriore: «septem annorum et septem quadragenarum ad decennium tantum»; ivi: «Transuptata in libro Ludovici Cecii notarii basilicę fol. 134» (sec. XVI). Segnature precedenti: IV; 30; 50; 137. 276  Trattasi probabilmente della moglie di Francesco di Francesco Anguillara, cfr. Carocci 1993, tav. 1, gen. 6 e p. 308, nt. 9: «(...) nel 1332, in ogni caso, Francesco risulta sposato con tal Giovanna». 277  «Fiat an. pro a. pbri Luce benef. n. et olim archipbri S. Vincentii» ecc., Egidi 1908, pp. 246247 (1 set.). 278  Si tratta forse della necessità di ultimare i lavori di rinnovamento del tetto della basilica, già iniziati sotto Benedetto XII, cfr. Cerrati 1914, pp. 13-14, nt. 2, e de Blauuw 1994, II, p. 634, sebbene quest’ultimo affermi, invece, che i lavori per il tetto terminarono nel 1342. Certo è che il 1o giugno 1351 Clemente VI esortava il suo vicario nell’Urbe, Pontius de Péret, ad adoperarsi per facilitare il transito di «certam quantitatem lignaminum de Calabriae et certis aliis partibus pro reparatione Beatorum Petri et Pauli basilicarum de Urbe», cfr. Bullarium 1747-1752, I, p. 342.

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Pergamena di cm 30 × 51 (pl. 9), in buono stato di conservazione, con bolla plumbea cum filo serico. Edizione: Bullarium 1747-1752, I, pp. 342-343. Regesto: Grimaldi, Index, f. 13v, 77r; Déprez – Mollat 1960, nr. 2458.

193 — 1352 aprile 15, Roma, ante basilicam XII Apostolorum Iohannes domini Bartholomei Muti de Pappazuris del rione Trevi e Tucciolus dictus Calcangiolus, mercator della contrada di Campo de’ Fiori, arbitri eletti da Bartholomea, moglie del fu Petrus Paulus de Tartaris, e i figli di costoro, Vannotia, Tartarella, Bucciarellus e Nardolus «de regione Vinee Thed(emarii)», da una parte, e dai fratelli Cola, Symeon e Iacoba (consenziente il marito di costei, Curcius Tebaldeschi), figli del fu Andreotius Iohannis de Tartaris «de regione predicta», dall’altra parte, in controversia per il possesso di un palatium columpnatum appartenuto al fu Iohannes de Tartaris279, avo paterno dei detti Cola, Symeon e Iacoba, «habitoque consilio quamplurium magistrorum muratorum», sentenziano che le dette parti debbano procede entro quindici giorni alla spartizione del detto palatium secondo le modalità definite nel lodo, e che l’erezioni dei muri divisori sia realizzata «communibus sumptibus et expensis». Alla parte inobbediente i due arbitri comminano una pena di 500 libbre di provisini da pagarsi per metà alla camera Urbis e per metà alla parte rimasta fedele alle suddette disposizioni. Notaio: Petrus Henrici de Amatescis. Originale: Caps. 62, fasc. 228, n. 5. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Questo ene l’arbitrio collo patime(n)to [...] de maglenia [...]tia pertinentia de domibus Francisci Simeotii de Tartaris» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Questo ene l’arbitrio de Francesco Tartaro» (sec. XIV); ivi: «Arbitrium de domibus Francisci Tartari mccclii» (sec. XVI). Pergamena di cm 50 × 14, con qualche svanimento dell’inchiostro sul recto. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349v.

194 — 1352 dicembre 22, Napoli Luigi di Taranto e Giovanna I, sovrani del regno di Sicilia, confermano le elargizioni fatte in favore dei canonici di S. Pietro dai loro predecessori Carlo I, 279  «Ob. Symeotius de Tartaris ben. n. (...) item medium palatium cum duabus cameris olim Francisci de Tartaris; item medium aliud palatium sive maior pars sibi contingens de palatio olim Iohannis de Tartaris cum signo crucis rubee in parr. S. Blasii de Oliva», Egidi 1908, pp. 274-275 (4 nov.). Di Simeozzo Tartari, beneficiato di S. Pietro che lasciò i beni suddetti alla basilica, si conserva il testamento del 1414: cfr. Grimaldi, Index, f. 321v («Testamentum Petri Simeonis [sic] de Tartaris, qui legavit basilicae domum in regione Pontis pro suo anniversario, 1414»).

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Carlo II e Roberto circa i proventi della dogana e degli altri diritti regali in Ortona e in Francavilla. Originale: Caps. 45, fasc. 171, n. 2. Sul verso, nel medio margine superiore: «Confirmatio donationis iurium balie Orton(ensis) facta per Ludovicum et Iohannam, regem et reginam regni Sicilie, facte per Carolum primum et secundum et Robertum reges regni predicti» (sec. XV-XVI); ivi: «Basilica Principis apostolorum de Urbe» (sec. XIV-XV); ivi: «Octava»; ivi: «1350, 22 decembris»; ivi: «Confirmatio regis Ludovici et regine Iohanne, quarta» (sec. XV-XVI); ivi: «Ludovici et Ioanne prime regum Sicilie confirmatio donationis per Carolum primum et 2m et Robertum reges regni predicti super iuribus balie Orthone, anno 1352, 22 xbris». Segnature precedenti: 6; 92. Pergamena di cm 32 × 51,5, in buono stato di conservazione. Dei due sigilli di cera pendenti, di cui era in origine corredata la pergamena, si conservano solo alcuni frammenti. Regesto: Grimaldi, Index, –

195 — 1352 dicembre 22, Napoli Luigi di Taranto e Giovanna I, sovrani del regno di Sicilia, ordinano al giustiziere d’Abruzzo di far sì che i canonici di S. Pietro siano risarciti dei danni sofferti per opera di alcuni cittadini di Ortona, i quali hanno istituito pro libito una nuova gabella e «ad exercitium assisiarum et guastinarum (...) se impenitenter ingerunt». I sovrani ordinano, pertanto, che venga rispettato in futuro ciò che fu stabilito in proposito da Carlo, duca di Calabria con suo privilegio280, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento. Originale: Caps. 45, fasc. 171, n. 1. Sul verso, nel margine inferiore destro: «Littere Ludovici et Ioanne, regis et regine, approbantes largitiones factas et mandantes illas inviolabiliter observari» (sec. XVI); ivi: «Ludovici regis et Ioanne prime regine confirmatio baiulationis Ortone super assisiis, guastis et iuribus ipsius baiulationis illesis servandis, anno 1352, 22 xbris» (sec. XVI). Segnature precedenti: 88. Pergamena di cm 42 × 54,5, in buono stato di conservazione. Il documento manca delle consuete solennità: è sprovvisto dei sigilli regali e la datatio non è stata completata con l’apposizione autografa del nome del logoteta e protonotario del Regno, per la quale era stato predisposto uno spazio poi lasciato bianco. Regesto: Grimaldi, Index, f. 289v.

196 — 1352 dicembre 22, Napoli Luigi di Taranto e Giovanna I, sovrani del regno di Sicilia, confermando una lettera di analogo tenore di Carlo duca di Calabria281, il cui testo viene fatto co280 281

 Cfr. supra, doc. 52.  Cfr. supra, doc. 52.

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piare all’interno del presente documento, ordinano al giustiziere d’Abruzzo e al Capitano di Ortona pro tempore di far abolire la nuova gabella recentemente istituita da alcuni uomini di Ortona a discapito dei diritti di baiulato ivi goduti dal capitolo di S. Pietro e di far cessare per il futuro l’esercizio di «guastina et assisia» da parte degli uomini suddetti. I detti officiali dovranno inoltre costringere gli ortonesi a risarcire in misura adeguata la basilica per il danno subito in ragione della detta gabella. Originale: Caps. 45, fasc. 341, n. 2. Sul verso, nel margine destro: «Pro basilica principalis [sic] de Urbe» (sec. XIV); nel medio margine inferiore: «Ludovici regis et Ioanne regine | 23» (sec. XVI); al disotto della precedente: «Lictere confirmationis baiulationis Ortone super asisiis et guastinis etc. et iuribus ipsius baiulationis inlesis servandis» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Ludovici regis et Ioannae primae regine littere confirmatorie baiulationis Ortone super assisiis et guastiis et iuribus ipsius baiulationis illesis servandis. Anno 1352, die 22 xbris» (sec. XVI). Segnature precedenti: 23. Pergamena di cm 33,5 × 54,5, in buono stato di conservazione. Del sigillo di cera adeso a coda pergamenacea resta solo qualche frammento. Regesto: Grimaldi, Index, f. 290r.

197 — 1353 maggio 19, Ortona, propre ecclesiam S. Thome apostoli282 Il notaio Rogerius Iohannis de Alareno, avendone ricevuto ordine da Corradus de Malatacchis, luogotenente del giustiziere d’Abruzzo citra, e su istanza dei procuratori di S. Pietro, Andreas canonico della chiesa maggiore di Ortona, e Angelus de Fulgino, entrambi chierici beneficiati della basilica vaticana, redige publico istrumento della decisione presa «in generali parlamento dicte terre Ortone (...) pro bono et pacifico statu terre Ortone», per la quale si stabilisce che non vi sia in futuro nella detta terra altra «cabella seu exactio», fuorché il diritto di baiulato concesso alla basilica di S. Petro dai re di Sicilia. Notaio: Rogerius Iohannis de Alareno. Originale: Caps. 47, fasc. 375, n. 3. Sul verso, nel margine superiore destro: «Instrumentum publicum seu statutum iuratum et publicatum in publico parlamento Orthone, per quod omnes et singule cabelle, preter illam basilice Sancti Petri, revocate fuerunt, et iuratum decretum et delliberatum fuit ne deinceps aliqua nova cabella in Ortona statuatur. Et memorandum quod ad cautelam simile instrumentum remansit Ortone» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «anno 1353». Pergamena di cm 49 × 29, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 293r. 282

 Cfr. Sella 1936, nr. 3772.

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198 — agosto 19, Avignone Innocenzo VI ordina a Iacobus, vescovo di Capri, di esigere dai successori di «[N.] de Annibaldis, civis Romanus»283 i 500 fiorini che costui ha lasciato per testamento, e di destinarli al restauro delle campane e di certi altari e cappelle della basilica di S. Pietro, poiché quest’ultima – come denunciano l’altarista e il capitolo – «[...] diversisque ruinis et variis deformari, presertim versus partem illam, ubi situatum esse dicitur campanile». Originale: Caps. 3, fasc. 257, n. 1. Sul verso, nel mezzo: «Bulla Innocentii pape vi de quingentis florenis basilice relictis per N. de Anibaldis relictis [sic]» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 31,5 × 41 (pl. 10), lacera, mancante di buona parte del lato destro; si conserva la bolla plumbea cum filo canapis. In seguito ai gravi guasti subiti dalla pergamena, ciò che si può leggere oggi della datatio del documento è quanto segue: «Datum Avinioni, xiiii kalendas septembris, pontificatus [...]». Eubel 1913 (p. 164) riporta la morte di Iacobus, vescovo di Capri, destinatario della lettera innocenziana, al 1350. Si tratta, tuttavia, di un dato forse non del tutto attendibile, dal momento che la distruzione del campanile di S. Pietro per opera di una folgore – che comportò la perdita, tra le altre, della sei poderose campane commissionate per la basilica vaticana da Bonifacio VIII nel 1302 – ebbe luogo l’11 dicembre 1352, cfr. Egger 1935, pp. 63-65; Duprè-Theseider 1952, p. 630; de Blaauw 1993, pp. 378-379. Un’informazione importante per la datazione del nostro documento potrebbe derivare dal fatto che due nuove campane, in parziale sostituzione delle precedenti andate distrutte, furono fuse una nel giugno e l’altra nel settembre del 1353, cfr. de Blaauw 1993, pp. 378-379 e 413 (l’autore, che sembra non conoscere il nostro documento, è giunto a tale conclusione sulla base di una trascrizione delle due antiche iscrizioni un tempo apposte sulle medesime campane, oggi non più esistenti). Il tenore del nostro documento, dunque, ben si adatterebbe al contesto dell’agosto del 1353, cioè quale antecedente immediato della fusione della seconda campana, che a questo punto potremmo forse attribuire alla munificenza post mortem dell’Annibaldi ricordato da Innocenzo VI nella sua lettera. Edizione: Bullarium 1747-1750 – Regesto: Grimaldi, Index, f. 29v, 79v.

199 — 1353 dicembre 29, Napoli Luigi di Taranto e Giovanna I, sovrani del regno di Sicilia, ordinano agli ufficiali loro sottoposti di fare attuare quanto già disposto da Carlo, duca di Ca283  Allo stato attuale la “N” iniziale del nome non è più leggibile nel testo del documento ed è stata qui integrata sulla base della nota dorsale databile tra la fine del XV e il principio del XVI secolo, quando forse la pergamena non aveva ancora subito i danni che oggi le riconosciamo. Data, tuttavia, la ricorrenza del nome Nicolaus tra i diversi rami del lignaggio (cfr. Carocci 1993, tav. 2), anche dando per buona questa indicazione non è stato possibile identificare con certezza il personaggio in questione.

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labria, con sua lettera284, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento, contro alcuni abitanti di Lanciano colpevoli di avere arrecato danno ai diritti del capitolo di S. Pietro in Ortona. Originale: Caps. 45, fasc. 341, n. 3. Sul verso, nel margine inferiore destro: «Littere Ludovici et Ioanne regum mandantes satisfieri canonicis de solutione gabelle Ortone | 86» (sec. XVI); segue, di altra mano: «anno 1353, die 29 decembris» (sec. XVI); al disotto delle precedenti: «Pro basilica Principis etc. Urbe | canonicis contra Lanzanum» (sec. XIV). Segnature precedenti: 95; 86. Pergamena di cm 28 × 45,5, con una macchia d’umidità nel margine inferiore sinistro e conseguente piccola lacerazione; il sigillo risulta deperdito. Regesto: Grimaldi, Index, f. 290r.

200 — 1353 [...], Roma, S. Pietro, in loco capitulari Il priore e i canonici di S. Pietro danno in locazione la chiesa di S. Leonardo in Settignano («ubi olim propter loci solitudinem multa commictebantur enormia tam de die quam de nocte») al frate Iacobuccius, priore di S. Giacomo in Settignano, a ciò delegato da Nicolaus, priore generale «heremi monasterii Montis Fani»285 (il testo della licenza viene fatto copiare all’interno del presente documento), con l’obbligo di corrispondere ogni anno un censo a S. Pietro (8 libbre di pepe a Natale, 12 denari e un agnello nel giorno d’Ognissanti) in ragione delle offerte fatte all’altare di S. Maurizio («ratione oblationum, quas fratres dicte ecclesie recipiunt in altari beati Mauritii»), di far officiare la detta chiesa e di partecipare alle litanie maggiori e alle altre processioni indette nell’Urbe, «sicut alii religiosi faciunt». Notaio: Symeon Iohannis Symeonis de Moricis. Originale: Caps. 27, fasc. 114, n. 1. Sul verso, nel medio margine superiore: «De Sancto Iacobo in Septiniano» (sec. XVI); ivi, di altra mano: «Locatio ad vitam ecclesie Sancti Leonardi in Septimiano» (sec. XVI). Pergamena di cm 28 × 26, con una consistente lacuna nel margine destro dovuta all’attacco di roditori, alcune macchie di umidità e muffe violacee. Un guasto della pergamena ha provocato la perdita di parte della datatio del documento, di cui oggi si può leggere quanto segue: «[...] anno a nativitate eiusdem millesimo ccc liii, pontificatus domini Innocentii pape vi [...]». Regesto: Grimaldi, Index, f. 205r.  Cfr. supra, doc. 65.  Si tratta del monastero di S. Benedetto (poi intitolato a S. Silvestro) di Montefano, in diocesi di Camerino, fondato da s. Silvestro Gozzolini (†1267), cfr. Cottineau 1939, I, col. 1918. Sui rapporti tra il capitolo di S. Pietro e il santo fondatore dei Silvestrini, che portarono nel 1261 alla concessione a quest’ultimo da parte dei canonici vaticani della ecclesia e del castrum di Monte S. Pietro, in diocesi di Osimo, si veda Johrendt 2010B, pp. 89-91, n. 74. 284 285

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201 — 1354 aprile 29, Roma, S. Maria in Trastevere Il priore e i canonici di S. Pietro, nominativamente elencati in numero di quindici, per mezzo del loro procuratore Symeon Iohannis Symeonis de Urbe, respingono come nulla e iniqua la sentenza286, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento, emessa da Pontius, vescovo di Orvieto e vicario in spiritualibus nell’Urbe, che li condanna a restituire alla Camera apostolica entro otto giorni, pena la sospensione delle loro prebende, tutte le oblazioni fatte all’altare maggiore di S. Pietro durante il passato anno giubilare (dal Natale del 1349 fino al Natale del 1350), di cui i detti canonici si sarebbero indebitamente appropriati incuranti della parte che, delle dette oblazioni, sarebbe spettata al pontefice. I detti priore e canonici si appellano in tale circostanza al giudizio d’Innocenzo VI. Notaio: Iacobus Iacobi Massii. Originale: Caps. 2, fasc. 256, n. 2. Sul verso, nel mezzo: «Processus domini Pontii episcopi Urbevetani contra canonicos basilice rapientes oblationes altaris maioris» (sec. XV-XVI); segue, di altra mano e in inchiostro quasi del tutto evanito: «et appellatione canonicorum»; ivi: «Appellatio super facto basilice Sancti Petri de Urbe» (sec. XIV); al disotto della precedente, depennata: «m cccmo liiiito, die vta mensis iunii. Franciscus de Urbevetere287 canonicus ecclesie Sancti Iohannis Lateranensis de Urbe procurator procurator [sic] app(ellan)tis protestatus fuit more solito etc. R. de Machaudio [?]» (sec. XIV); segue altra scritta non più leggibile; nel margine inferiore: «mo ccco lv, die xxi aprilis. Franciscus de Urbeveteri procurator app(ellan)tis protestatus fuit more solito. H. de Embrua» (sec. XIV). Pergamena di cm 77 × 54,5, con alcuni svanimenti dell’inchiostro sul recto. In calce al documento si sottoscrive «Iohannes Pauli Alberti, civis Romanus, Dei gratia publicus apostolica auctoritate notarius». Regesto: Grimaldi, Index, f. 79r.

202 — 1355 febbraio 10, Napoli Luigi di Taranto e Giovanna I, sovrani del regno di Sicilia, ordinano agli ufficiali del Regno di far rispettare quanto stabilito in precedenza in favore del 286  Nella sentenza emessa dal vescovo Ponzio de Perét si trova inserto il rescritto con cui, il 1o agosto 1353, Innocenzo VI aveva affidato a costui e al suo camerlengo Stefano, vescovo di Castro (cfr. Eubel 1913, p. 174), il compito di appurare quanto realmente accaduto in S. Pietro, condannare coloro che, fra i canonici, si fossero rivelati colpevoli e restituire alla Camera apostolica le oblazioni indebitamente sottratte all’altare maggiore durante l’anno giubilare, cfr. Bullarium 1747-1752, I, pp. 346-348. La scabrosa vicenda sarà in seguito appianata dallo stesso Innocenzo VI, che riconoscerà i diritti del capitolo e disciplinerà per il futuro la materia con bolla del 12 gennaio 1356, cfr. ivi, pp. 357-359. 287  Francesco di Pietro Ranucetti da Orvieto, cfr. Rehberg 1999B, pp. 325-326 (L*152).

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capitolo di S. Pietro dalla stessa regina Giovanna con lettera (1343 ottobre 17, Napoli)288, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento, circa il diritto dei canonici di percepire i proventi derivanti dalla tassazione del transito di ferro, acciaio e pece in Ortona. Originale: Caps. 45, fasc. 341, n. 4. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Pro capitulo ecclesie Sancti Petri de Roma» (sec. XIV); nel margine destro: «Ludovici regis et Ioanne regine | 78» (sec. XVI); al disotto della precedente: «Confirmatoria gratie Ro(berti) regis de iure dohane baiulationis solvendo, scilicet de ferro, pice et azzario» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Ludovici regis et Ioanne prime regine confirmatoria gratie Roberti regis de iure dohane baiulationis solvendo per dohanam ferri, picis et acciarri. 1355, x februarii» (sec. XVI). Segnature precedenti: 78. Pergamena di cm 23,5 × 28, con due lacune interessanti il testo, in corrispondenza della prima piegatura orizzontale. Del sigillo di cera adeso a coda pergamenacea restano solo alcuni frammenti. Regesto: Grimaldi, Index, f. 289v-290r.

203 — luglio 10, Napoli Giovanna I regina di Sicilia intima agli ufficiali del Regno di far sì che i canonici di S. Pietro non siano privati dei redditi loro assegnati sulla gabella di Ortona e sul baiulato di Francavilla, nonostante sia stato recentemente ordinato dalla stessa regina che tutti i proventi del Fisco siano conferiti interamente alla Camera regia «pro nostris arduis necessitatibus». Originale: Caps. 45, fasc. 340, n. 2. Sul verso, nel margine destro: «Privilegium Ioanne regine Sicilie mandans officialibus in Aprutio ut canonicis et capitulo satisfaciant de centum unciis» (sec. XVI). Segnature precedenti: 10. Pergamena di cm 26,5 × 41,5, in buono stato di conservazione. Il testo di questo documento si ripete quasi alla lettera nel successivo (cfr., infra, doc. 204), con la differenza che in quest’ultimo Luigi di Taranto, associato al trono di Sicilia, compare quale emittente insieme alla regina Giovanna (ma non con la qualifica di rex Sicilie, bensì citato nel testo dalla regina con l’appellativo di «reverendus dominus vir noster»). Nella datazione è assente il millesimo, ciò nonostante l’indicazione della nona indizione e il tenore analogo a quello del documento successivo – come detto – inducono a datare anche il presente atto al 1356. Regesto: Grimaldi, Index, –

204 — 1356 luglio 28, Napoli Luigi di Taranto e Giovanna I, sovrani del regno di Sicilia, intimano agli ufficiali del Regno di far sì che i canonici di S. Pietro non siano privati dei redditi 288

 Originale non conservato.

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loro assegnati sulla gabella di Ortona e sul baiulato di Francavilla, nonostante sia stato da essi recentemente ordinato che i proventi del fisco siano conferiti interamente alla Camera regia «pro eorum arduis necessitatibus». Originale: Caps. 45, fasc. 171, n. 4. Sul verso, nel mezzo: «Ludovici et Ioanne regum» (sec. XVI); ivi: «Privilegium quod non obstantibus revocationibus gratiarum, basilice sint iura illesa»; ivi: «Anno 1356, die 28 iulii. Ludovici et Ioanne prime regum Sicilie privilegium quod non obstantibus revocationibus gratiarum, basilice sint iura illesa» (sec. XVI); nel margine inferiore destro: «Pro capitulo et canonicis basilice Principis apostolorum de Urbe» (sec. XIV). Segnature precedenti: 79; 102. Pergamena di cm 22 × 42, in buono stato di conservazione. Dei due sigilli di cera originariamente presenti sul documento restano solo alcuni frammenti adesi alle rispettive code pergamenacee. Regesto: Grimaldi, Index, f. 289v.

205* — 1356 luglio 28, Napoli Copia autentica del precedente n. 204, del 1356 dic. 2, Ortona, not. Ciccus Fort(is): Caps. 45, fasc. 341, n. 5; copia del sec. XVI: PAnot., 3, ff. 43r-44v. Sul verso, nel margine superiore: «Transumptum privilegii regum Ludovici et Ioanne Sicilie super iuribus et gabellis Ortone | 39» (sec. XVI); segue, di altra mano: «quod non obstantibus gratiarum revocationibus, basilice bona sint illesa. Anno 1356, 28 iulii» (sec. XVII). Segnature precedenti: 39. Pergamena di cm 40,5 × 53,5, in buono stato di conservazione.

206 — 1356 luglio 28, Napoli Luigi di Taranto e Giovanna I, sovrani del regno di Sicilia, intimano agli ufficiali del Regno, e in particolare al Magister Secrete Aprutii, di far cessare qualsiasi impedimento al godimento da parte dei canonici di S. Pietro di quanto a costoro concesso dai loro predecessori sui proventi della gabella di Ortona e sugli altri diritti del fisco regio. Originale: Caps. 45, fasc. 171, n. 3. Sul verso, nel margine inferiore destro: «Ludovici et Ioannae reginae» (sec. XV-XVI); ivi: «Privilegium confirmationis baiulationis nostre basilice non obstantibus regalibus licteris seu preceptis quibuscumque contrariis factis per cameram regiam vel aliter quomodocumque» (sec. XIV-XV); ivi: «Ludovici et Ioannae primae confirmatio baiulationis nostre basilice non obstantibus regalibus litteris seu preceptis quibuscumque contrariis factis per cameram regiam vel aliter quomodocumque, anno 1356, die 28 iulii» (sec. XVI); ivi: «Pro capitulo et canonicis sacre basilice Principis apostolorum de Urbe» (sec. XIV). Pergamena di cm 24 × 42, in buono stato di conservazione. Dei due sigilli di cera resta solo qualche frammento adeso alle rispettive code pergamenacee. Regesto: Grimaldi, Index, f. 289v.

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207 — 1357 aprile 22, Siena Lucas Dominici di Spoleto, beneficiato di S. Pietro, agendo in qualità di procuratore del priore e dei canonici della basilica, concede in usufrutto per tre anni a Iohannes Morselli «de populo plebis de Suvicille»289 certe possessioni («domus, vineas, terras, ortus») appartenute in passato al fu Bindus Pavonis di Siena e ora proprietà del capitolo di S. Pietro, per un censo annuo di 12 fiorini d’oro. Notaio: Franciscus condam Bartholomey notarii. Originale: Caps. 30, fasc. 317, n. 1. Sul verso, nel margine superiore, si legge la seguente annotazione molto svanita e quasi del tutto illeggibile anche con l’ausilio della luce UV: «[...] Bindi Pavonis [...]» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Locatio possessionum, quas basilica habet in comitatu Senensi, facta per procuratorem Senis ipsius basilice, que bona fuerunt olim Bindi Pavonis Senensis, anno m ccc lvii» (sec. XVI). Pergamena di cm 48,7 × 21, molto deteriorata; in particolare, si segnala un’ampia lacerazione nel margine superiore destro che ha causato la perdita di buona parte delle prime 9/10 righe del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 215r.

208 — 1357 settembre 21, Cascia, in reclosto monesterii [sic] S. Antonii Le monache del monastero di S. Antonio Romangnani di Cascia290, nominativamente elencate in numero di sette, eleggono un procuratore nella persona di Cola Berardi di Cascia, affinché costui si rechi a Roma presso il capitolo di S. Pietro al fine di ottenere dai canonici la conferma dell’elezione di Buctia Rustichelli, badessa «nuperrime electa» del monastero suddetto. Notaio: Nicolaus Symonicti de Cassia. Originale: Caps. 31, fasc. 252, n. 2. Sul verso, nel margine inferiore: «Procuratorium ad petendam confirmationem abbatissae Sancti Antonii Romagnani in capitulo Sancti Petri. 1357» (sec. XVI-XVII). Pergamena di cm 36 × 20, in buono stato di conservazione. Edizione: Stocchi 2013A, pp. 185-186, doc. 12. Regesto: Grimaldi, Index, f. 220r. 289  Sovicille, località del contado senese, in Val di Merse, cfr. Repetti 1833-1846, V, s.v. Sovicille. Nel Liber anniv. si ha notizia di un lascito fatto al capitolo di S. Pietro di alcuni beni posti «in comitatu Senarum», da porsi forse in qualche relazione con quelli indicati in questo documento, per opera del canonico Egidius de Roffredis, cfr. Egidi 1908, pp. 220-221 (16 giu.). 290  Monastero femminile di regola benedettina dipendente dalla basilica di S. Pietro almeno a partire dal 1324, cfr. Stocchi 2013A, ad indicem (in particolare, p. 89).

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209 — 1358 aprile 23, Roma Bartholomea, moglie del fu Iacobellus de Scagnalemosinis, e Margarita, moglie di Laurentius Iacobucii, del rione Campo Marzio, vendono per 12 fiorini d’oro a Perna, moglie di Nuccius Lupi della Portica di S. Pietro alcuni orti e casarena posti nella Città Leonina, dando mandato a Cola Fuscus, loro procuratore, di investire la detta Perna del possesso dei detti beni. Prestano garanzia nella vendita il suddetto Laurentius Iacobucii e Cola Lancialfosso del rione Colonna. Segue sulla stessa pergamena l’atto con cui la detta Perna, volendo provvedere alla salvezza della propria anima, dona mortis causa alla basilica, al priore e al capitolo di S. Pietro, rappresentati in tale circostanza dai canonici camerlenghi, Mactheus Massaroli291 e Thebaldus de Thebaldescis292, tutti gli orti e i casarina che ella possiede nella Città Leonina (1358 maggio 3, Roma, in portica S. Petri). Notaio: Sabas magistri Petri. Originale: Caps. 58, fasc. 212, n. 3. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Instrumentum emptionis et donationis facte basilice Sancti Petri de ortis seu casalenis sitis retro domum Cozerrorum [?] de platea dicte basilice» (sec. XIV); al disotto: «Instrumentum ortorum et domorum dirutarum ac feragninus [?] in opposito porte Viridarie» (sec. XV); nel margine superiore destro, in inchiostro parzialmente evanido: «Donatio facta basilice a domina Perna uxore Nucii Lupi de omnibus ortis et casalenis suis in civitate Leonina de anno 1358 in opposito porte Viridarie in Burgo» (sec. XVI); nel margine inferiore, con orientamento della scrittura inverso rispetto alle precedenti, in inchiostro parzialmente evanido: «Instrumentum donationis facte de certis ortis positis ad portam Viridariam per dominam Pernam uxorem Nucii Lupi positis dictis ortis post domum nostram cum signo […?]» (sec. XIV). Pergamena di cm 67 × 38, con diffuse rosicature nel margine destro e limitato interessamento del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 334v.

210 — 1358 settembre 14 Bucius Lapi Iubarellarius e Constantia sua moglie, entrambi della Portica di S. Pietro, vendono per 34 fiorini a Pennucia, moglie di Cecolus Pauli Cecchi Rofrede Iubarellarius, del rione Campitelli, una integra metà di una casa posta nel rione Ponte, nella contrada della Portica di S. Pietro, proprietà della chiesa di S. Giacomo Scossacavalli. Seguono sulla stessa pergamena: a) l’investitura nel possesso conferita a Pennucia da Cecolus, procuratore nominato in tale occasione dai detti venditori (1359 gennaio 29); il consenso alla vendita suddetta da parte di Pietro, rettore di S. Giacomo Scossacavalli, contro il pagamento 291 292

 Montel 1988-1989, I, pp. 427-428, nr. 60: Mattheus Ioannis Massaroli de Urbe.  Montel 1988-1989, II, p. 18, nr. 49: Theobaldus Ioannis Theobaldi de Thebaldeschis.

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da parte del detto Cecolus di 4 solidi di provisini del senato e la promessa che Pennucia pagherà ogni anno alla detta chiesa una pensio di 2 solidi di provisini del senato in occasione della festa di san Giacomo (1359 settembre 29). Notaio: Alexius Iohannis Alexii. Originale: Caps. 60, fasc. 220, n. 4. Sul verso, nel margine superiore: «Carta domus medietatis cum alia medietate Iacobi Ianni de portica Sancti Petri» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Emptio domus in portica Sancti Petri et Iacobi Scossacavalli [sic]» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva: «1358»; segue: «sub proprietate dictae ecclesiae Sancti Iacobi» (sec. XVII). Pergamena di cm 83 × 23,5, con un rammendo effettuato con spago nella parte inferiore. Regesto: Grimaldi, Index, f. 342r.

211 — 1360 agosto 8, Villeneuve-lès-Avignon Innocenzo VI, a imitazione del suo predecessore Gregorio IX 293, conferma ai canonici di S. Pietro la giurisdizione sulle chiese di S. Giacomo e di S. Leonardo in Settignano, «quantum ad spiritualia», e su quelle di S. Michele, S. Maria in Sassia e S. Maria in Transpontina «in scrutinio, baptismo, processionibus et crismatis confectione». Conferma, inoltre, genericamente tutti i diritti goduti sino ad allora dai detti canonici sulle chiese della Città Leonina «et per stratam usque ad Montem Malum». Originale: Caps. 4, fasc. 260, n. 4; copie del sec. XVI: PAnot., 1, ff. 110v-111r; 3, f. 2r-v. Sul verso, nel margine superiore: «Bulla Innocentii vi de confirmatione ecclesiarum citra pontem» (sec. XIV); al disotto della precedente: «AR» (sec. XV); nell’angolo superiore destro: «R(egistrata) folio ii in quinterno sacristie» (sec. XV); nel margine inferiore: «Bulla Innocentii pape vi, in qua subiecit basilice omnes ecclesias usque ad Montem Malum de Civitate leonina» (sec. XV-XVI); al disotto della precedente: «Transumptum littera B fol. 144» (sec. XVII). Segnature precedenti: AR; 64. Pergamena di cm 59 × 48 (pl. 6), in buono stato di conservazione, con bolla plumbea cum filo serico. Edizione: Bullarium 1747-1752, I, pp. 361-363. Regesto: Grimaldi, Index, f. 29r, 82r.

212* — 1360 agosto 8, Villeneuve-lès-Avignon Copia imitativa del precedente n. 211, s.d., ma sec. XIV: Caps. 4, fasc. 260, n. 5; copia del sec. XVI: PAnot. 4, f. 144r-v. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro parzialmente evanido: «Transumptum subiciens ecclesias Sancti Leonardi et Sancti Iacobi de 293  Cfr. il privilegio del 22 giugno 1228 in Bullarium 1747-1752, I, pp. 111-112 e Johrendt 2010B, pp. 49-50, n. 31.

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Subtignano [sic] ecclesie Sancti Petri» (sec. XIV); ivi: «Transumptum Innocentii sexti» (sec. XV-XVI); al disotto, di mano coeva alla precedente: «Confirmationes concessionis ecclesiarum in Civitate leonina usque ad Montem Malum»; al disotto: «Transumptata in libro bullarum Ludovici Cecii fol. 144» (sec. XVI). Pergamena di cm 56 × 53, con un foro e alcune rosicature nel margine destro che non interessano il testo.

213 — Innocenzo VI, a imitazione di Gregorio IX 294, accoglie sotto la sua protezione la basilica di S. Pietro e, seguendo l’esempio dei suoi predecessori (Sergio II, Leone IV, Leone IX, Innocenzo II, Adriano IV, Urbano III, Clemente III, Innocenzo III e lo stesso Gregorio IX), concede ai canonici vaticani l’uso delle chiese di Ss. Giovanni e Paolo, S. Martino, S. Stefano Maggiore e S. Stefano Minore295. Conferma, infine, tutti i possedimenti presenti (nominativamente elencati) e futuri della basilica. Copia imitativa s.d., ma sec. XIV: Caps. 4, fasc. 260, n. 6; copie del sec. XVI: PAnot., 1, ff. 111r-112v; 3, ff. 15r-16v; 4, ff. 145r-146v. Sul verso, nel margine destro, in inchiostro parzialmente evanido: «Transumptum Innocentii de ecclesiis subiectis et bonis nostre basilice» (sec. XIV-XV); al disotto della precedente: «Transumptum privilegii domini Innocentii pape vi de ecclesiis, hospitalibus et possessionibus basilice» (sec. XV-XVI); al disotto della precedente: «Transumptata in libro bullarum Ludovici Cecii notarii basilicę fol. 145» (sec. XVI). Segnature precedenti: 65; 118. Pergamena di cm 69,5 × 61, in buono stato di conservazione. Il redattore della presente copia omise di trascrivere la riga dell’originale contenente la datatio del privilegio, che per tale ragione fu edito senza data nel Bullarium Vaticanum. Questa è tuttavia desumibile dall’originale stesso, oggi conservato nel Fondo Orsini dell’Archivio Storico Capitolino di Roma, con la segnatura: Pergamene, II.A.V, 36, ed è la seguente: «Datum apud Villanuvellam Avenionensis diocesis, per manum Petri episcopi Penestrini S.R.E. vicecancellarii, vi idus augusti, indictione tertiadecima, incarnationis dominice anno millesimo tricentesimo sexagesimo, pontificatus vero Innocentii pape vi anno octavo». Edizione: Bullarium 1747-1752, I, pp. 363-366. Regesto: Grimaldi, Index, f. 29v, 82r. 294  Con privilegio del 22 giugno 1228, cfr. Bullarium 1747-1752, I, pp. 113-116 e Johrendt 2010B, pp. 50-51, n. 32. 295  Si tratta dei quattro monasteri “basilicali”, così detti poiché nell’alto medioevo i monaci ivi dimoranti garantivano il servizio liturgico nella vicina basilica di S. Pietro, cfr. Ferrari 1957, pp. 365-375 e le specifiche voci relative a ciascuno dei monasteri menzionati.

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214 — 1360 agosto 8, Villeneuve-lès-Avignon Innocenzo VI, su istanza del capitolo e del priore di S. Pietro, concede a quest’ultimo e ai suoi successori per un decennio la facoltà di riconciliare al culto la basilica vaticana e il suo cimitero, spesso profonati «propter magnum concursum et multitudinem peregrinorum», a condizione che il detto priore abbia conseguito l’ordinazione sacerdotale e che l’acqua che utilizzerà per la riconsacrazione sia stata preventivamente benedetta «per aliquem antistitem catholicum, ut moris est». Originale: Caps. 6, fasc. 264, n. 6; copie del sec. XVI: PAnot., 1, f. 110r; 3, f. 2r; 4, f. 90r-v. Sul verso, nel medio margine superiore: «(Signum crucis) Cellus de Orto»296 (sec. XIV); nell’angolo superiore destro: «R(egistra)ta folio secundo in qui(n)terno Sancti Petri sacristie» (s. XV); nel mezzo: «Bulla Innocentii p(a)pe vi concedens priori canonicorum quod possit basilicam violatam reconciliare» (s. XVI-XVII); nel medio margine inferiore: «Transumptata in libro bullarum per Ludovicum Cecium notarium basilicę fol. 90» (sec. XVI); ivi, con orientamento inverso della scrittura rispetto alle annotazioni precedenti: «Innocentii p(a)p(e) vi | Visa» (sec. XVI-XVII). Sulla plica, in prossimità del margine destro: «R(egistra)ta G(uido?) | Guido de Florentia» (sec. XIV). Segnature precedenti: 31 (depennata); 32; 59. Pergamena di cm 32 × 56 (pl. 9), con una estesa macchia di umidità nel margine destro, che non pregiudica la lettura del testo. Si conserva la bolla plumbea cum filo serico. Regesto: Grimaldi, Index, f. 29v, 84r.

215 — 1360 agosto 25, Roma, S. Pietro, in loco capitulari I canonici di S. Pietro, elencati nominativamente in numero di quindici, eleggono un procuratore nella persona del concanonico Iohannes de Lupis297, al quale affidano il compito di prendere possesso a nome della basilica di metà del castrum di Attigliano298 loro donato da Ursus natus condam magnifici viri domini Neapoleonis de filiis Ursi, anch’egli canonico di S. Pietro. Seguono sulla stessa pergamena: la nomina del familiaris Nucius Bellihominis a procuratore del detto Ursus, cagionata dal fatto che quest’ultimo, «occasione sue infirmitatis», non può recarsi personalmente presso il detto castrum per conferirne il possesso a Iohannes de Lupis (1360 agosto 30, in arce Suriani); il conferimento del possesso della metà del castrum di Attigliano a Iohannes de Lupis per opera del detto procuratore (1360 agosto 31, Attigliano).  Cellus Nardelli de Orto, canonico di S. Pietro, cfr. infra, doc. 256, nt. 360.  Giovanni di Silvestro Lupi (q.1363), già canonico lateranense, divenne canonico di S. Pietro nel 1351, cfr. Montel 1988-1989, II, pp. 11-12, nr. 28: Ioannes Lupi; Rehberg 1999B, pp. 301-302 (L*120). 298  Sull’intera vicenda dell’acquisizione di Attigliano – castrum situato tra Orte e Orvieto – da parte del Capitolo di S. Pietro, che già possedeva a questa data una metà del castrum, si veda Gauvain 2011, pp. 159-162. 296 297

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Notaio: Paulus Sabe. Originale: Caps. 41, fasc. 333, n. 5. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumenta super medietate castri Attigliani pro basilica Sancti Petri» (sec. XIV); segue: «Instrumenta super medietate castri Attigliani», di altra mano coeva: «constitutio procuratoris et receptio possessionis per Capitulum» (sec. XVI). Pergamena di cm 63,5 × 36, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 283r.

216 — 1361 febbraio 18, Roma Il nobilis vir Paulus, figlio ed erede del fu Lellus Piscis, del rione Parione, col consenso della moglie Iohanna, vende per 260 fiorini d’oro al priore di S. Pietro Franciscus de Thebaldescis, ai camerlenghi Iohannes Lupus e Tomasius de Catellinis299, e a Thebaldus de Tebaldescis, agenti a nome della cappella dei Ss. Lorenzo e Giorgio300 nella basilica vaticana, la metà di un quarto del casale Piscis, la cui rendita sarà destinata a celebrare in perpetuo una messa per l’anima dei due cardinali ivi sepolti: Iacobus Gayetanus301, diacono di S. Giorgio, e Anibaldus302, vescovo di Tuscolo. Notaio: Angelus magistri Iohannis magistri Bonguadagni de Fulgineo. Originale: Caps. 74, fasc. 143, n. 9; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 21r-22r. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum emptionis medietatis quarte partis casalis Piscis» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «de anno 1361»; segue, al disotto, di mano posteriore: «pro basilica Sancti Petri»; nel mezzo: «R(egistratum) est s(ecundu)m (?) pro copia» (sec. XVI). Pergamena di cm 76 × 19,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 259r.

217 — [1361] febbraio 21 I canonici di S. Pietro, elencati nominativamente in numero di diciannove, eleggono Laurentius, abate del monastero di S. Biagio in Cantusecuto, compromissario nella controversia che li oppone al capitolo dell’ospedale di S. Spirito in Sassia circa il possesso di una «domus solarata et columpnata» posta nel299  Questo canonico si desidera nella prosopografia di Montel 1988-1989. Thomaxius de Catellinis, canonico di S. Pietro, si trova menzionato in qualità di testimone nelle imbreviature di due notai romani: Paolo de Serromanis e Giovanni di Nicola di Paolo. Per il primo cfr. Mosti Serromanis, p. 216, doc. 105 (1366 nov. 16), p. 274, doc. 64 (1368 giu. 18), p. 346, doc. 63 (1369 giu. 14); per il secondo cfr. Mosti 1982, p. 252, doc. 572 (1379 feb. 10). 300  Su questa cappella si veda quanto si è detto supra, doc. 95, nt. 139. 301  Giacomo Gaetano Stefaneschi. 302  Annibaldo de Ceccano.

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la piazza di S. Pietro, di un hospitale, «destituto et deserto», posto nei pressi della porta Viridaria, «iuxta viam publicam et muros civitatis Leoniane», e di un «ferraginali seu casaleno», posto fuori la detta porta Viridaria, «iuncto cum ipso hospitali, mediante [...]s303 muros, Lellum Pepi condam de Perusio, muros viridarii domini pape et stratam publicam». Nominano, inoltre, loro procuratori nella detta causa i beneficiati Christophorus Francisci Sabe304 e Petrus Lelli305. Notaio: [Angelus magistri Iohannis]306 magistri Bonguadagni de Fulgineo. Originale: Caps. 58, fasc. 213, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum compromissi domus platee Sancti Petri cum signo palme» (sec. XIV); segue, di altra mano: «tempore Innocentii pape VI» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 69 × 19,5, mancante di gran parte della metà sinistra con consistente perdita del testo. Nella datatio del documento il millesimo è andato perduto a causa degli evidenti danneggiamenti subiti dalla pergamena. La menzione dell’indizione quarta decima e l’indicazione del pontificato di Innocenzo VI permettono, tuttavia, di datare con certezza il nostro documento all’anno 1361. Regesto: Grimaldi, Index, f. 335r.

218 — [1361 febbraio 21?] I fratres e il capitolo dell’ospedale di S. Spirito in Sassia eleggono un compromissario nella persona di Laurentius, abate di S. Biagio in Cantusecuto, per la risoluzione della controversia che li oppone al capitolo di S. Pietro circa il possesso di certi beni immobili posti nella Città Leonina307 e, a tal fine, nominano loro procuratore frater Franciscus Angeli de Urbe. Notaio: [Iohannes Huguitionis] de Placentia; [Angelus magistri Iohannis] magistri Bonguadagni de Fulgineo. Originale: Caps. 58, fasc. 213, n. 3. Sul verso, nel margine inferiore, solo parzialmente leggibile a causa della perdita del supporto: «[...] platee Sancti Petri cum signo palme» (sec. XIV); al disotto, di mano posteriore: «In Burgo»; più in alto, solo parzialmente conservata e con orientamento inverso della scrittura: «Instrumentum compromissi pro dom[us ...] cum signo palmae» (sec. XVII-XVIII).  Lacuna nella pergamena.  «Ob. Christophorus Cecchi Sabbe benefic. n., qui rel. n. bas. .c. fl. au.», Egidi 1908, pp. 202-203 (13 apr.). 305  «Isto die Petrus Lelli alias de S. Vincentio benefic. n. assignavit capit. fl. au. .C.», ecc., Egidi 1908, pp. 192-193 (17 mar.). 306  Lacuna nella pergamena. Per l’integrazione si veda il nome del notaio rogatario citato per esteso nel documento antecedente e infra, docc. 219, 227, 230, 231. 307  Cfr. supra, doc. 217. 303 304

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Pergamena di cm 54,5 × 20,5, con diffuse rosicature che hanno provocato la perdita di ampie parti del testo, tra cui l’intero protocollo. Il pessimo stato di conservazione del documento ha provocato la perdita completa della datatio. Ciò nondimeno, è ragionevole supporre che il presente compromesso sia stato stipulato contemporaneamente al corrispettivo di cui furono autori i canonici di S. Pietro per la medesima causa: cfr. supra, doc. 217. Regesto: Grimaldi, Index, f. 335r.

219 — 1361 febbraio 26, Roma, S. Biagio in Cantusecuto Laurentius, abate di S. Biagio in Cantusecuto, arbitro eletto dalle parti308, decide la controversia esistente tra i canonici di S. Pietro (elencati nominativamente in numero di diciotto), da una parte, e il capitolo di S. Spirito in Sassia, dall’altra parte, circa una domus, un hospitale e un ferraginale posti nei pressi della Città Leonina, il cui possesso è rivendicato dai primi «tamquam res situatas in proprio solo», e dai secondi in vigore dello speciale legato disposto in loro favore dal fu Nicolaus Mutus de Piperis, al quale in vita appartennero i detti beni. L’abate Laurentius sentenzia, a tal proposito, che la proprietà dei beni in questione spetta ai canonici di S. Pietro e a costoro dovrà restare anche in futuro; i canonici, però, dovranno pagare a S. Spirito la somma di 200 fiorini. Da parte loro, i fratres di S. Spirito dovranno consegnare ai canonici il testamento del detto Nicolaus Mutus, o una particola di esso «res predictas tangentem», e ogni altro documento in loro possesso relativo ai detti beni309. Segue sulla stessa pergamena l’atto con cui frater Egidius e i fratres dell’ospedale di S. Spirito in Sassia (elencati nominativamente), riuniti in capitolo, accettano il suddetto lodo arbitrale e dichiarano di aver ricevuto dal priore Franciscus de Thebaldescis, dai canonici di S. Pietro e da Christoforus Sabe310, loro procuratore, la somma di 200 fiorini. Dichiarano, inoltre, di aver consegnato ai detti canonici «duo instrumenta publica emptionis dicte domus posite in platea Sancti Petri» (1361 febbraio 27). Notaio: Angelus magistri Iohannis magistri Bonguadagni de Fulgineo; Iohannes Huguitionis de Placentia.  Cfr. supra, docc. 217 e 218.  Del testamento di Nicolaus Mutus de Piperis (o particola di esso), se anche qualcosa fu consegnato in tale circostanza ai canonici di S. Pietro, l’archivio capitolare non pare conservi nulla al presente. Gli «omnia alia et singula instrumenta et munimenta tangentia domum, hospitale et ferraginile», di cui viene ordinata dall’abate compromissario la consegna agli stessi canonici, sono invece facilmente individuabili in un gruppo di sette pergamene, tuttora cucite assieme, sulle quali si veda quanto si dice supra, doc. 8. L’adempimento dei legati disposti da Nicolaus Mutus de Piperis in favore del S. Spirito aveva richiesto già in passato l’intervento di Giovanni XXII, cfr. Rehberg 2001, p. 111, doc. 4. 310  Christophorus Francisci Sabe, beneficiato di S. Pietro, si veda supra, doc. 217. 308

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Originale: Caps. 59, fasc. 217, n. 6. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Instrumentum laudi et sententie lat(e) de domo cum signo palme posita in platea Sancti Petri» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «mccclxi. Tempore domini Innocentii pape vi»; nel margine inferiore sinistro: «1361». Pergamena di cm 69 × 32,5, con diffuse rosicature nel margine sinistro e un esteso taglio nel mezzo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 339r.

220 — 1361 luglio 28, Roma, S. Vincenzo, in palatio et domibus dicte ecclesie Franciscus Brundosinus, arciprete di S. Vincenzo de Urbe, «conservator bonorum et iurium» di S. Pietro in virtù della conservatoria di Giovanni XXII 311, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento, in seguito all’istanza presentatagli dal capitolo di S. Pietro (il cui testo viene anch’esso inserto)312 e ottenuto al riguardo il consilium del giusperito Leonardus Marotie, condanna l’arciprete e i canonici di S. Maria in Trespadina («subiecta dicte basilice») nominativamente elencati, a far riesumare dal loro cimitero il corpo del «peregrinus seu adevna» Petrus de Pisis ucciso «de mense iunii seu presentis mensis iulii», e a consegnarlo ai canonici di S. Pietro assieme ai beni che costui possedeva al momento della morte. Ciò dovranno fare i detti canonici in osservanza degli indulti concessi alla basilica vaticana da diversi pontefici, «maxime per sanctissimum patrem et dominum dominum Leonem papam nonum»313. Notaio: Petrus Bartholomei Nicolutii de Surcalibus de Fabriano. Originale: Caps. 71, fasc. 186, n. 1; copia del sec. XVI: PAnot., 3, ff. 200v-213r. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Hic fit mentio de uno peregrino Pisano interfecto in civitate Leoniana» (sec. XIV); nel mezzo: «Tempore Innocentii vi» (sec. XVI); al disotto della precedente: «Sententia contra archipresbiterum et canonicos Sancte Marie in Transpadina» (sec. XV); segue, di altra mano: «de anno mccclii [sic] pontificatus domini Innocentii pape vi» (sec. XV-XVI); nel margine inferiore destro: «Sententia contra capitulum Sancte Marie Transpadine 1361 duplicata» (sec. XVI-XVII).  Cfr. supra, doc. 56.  Originale non conservato. 313  Le rivendicazioni dei canonici vaticani sulla sepoltura e sui beni dei pellegrini defunti a Roma, «vel in circuitu eius, sicuti ab Alba usque Sutrium», come più in generale sui beni di tutti gli abitanti defunti della Città Leonina, traevano origine da un privilegio di Leone IX datato 21 marzo 1053, cfr. Schiaparelli 1901-1902, I, c. XVI. Per una discussione critica su questo documento – non privo di taluni anacronismi, probabile esito di attualizzazioni apportate dalle copie trecentesche che lo tramandano – si veda Stocchi 2010B, pp. 17-20. I diritti e la giurisdizione del Capitolo di S. Pietro su «omnes peregrini et romipetae» ricevettero successive conferme da parte del Senato di Roma nel 1224 e nel 1235, cfr. Bartoloni 1948, pp. 111-115, doc. 72, e pp. 143-145, doc. 86. 311 312

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Pergamena di cm 58 × 62, in buono stato di conservazione. Sigillo deperdito (la pergamena conserva attualmente il solo filo serico di colore verde). Edizione: De Boüard 1910, pp. 346-351, doc. III. Regesto: Grimaldi, Index, f. 306r.

221* — 1361 luglio 28, Roma, S. Vincenzo, in palatio et domibus dicte ecclesie Altro originale del precedente n. 220: Caps. 71, fasc. 186, n. 2. Sul verso, nel mezzo, in lettere capitali: «Pro exceptis» (sec. XV); al disotto: «Sententia contra archipresbiterum et canonicos Sancte Marie Transpadane anni 1360 [sic]» (sec. XV-XVI); segue di altra mano: «ad exhumandum corpus peregrini et reddendum capitulo et canonicis basilice» (sec. XVI); al disotto, in inchiostro molto evanido: «Pro magistro Petro †» (sec. XIV); nel margine inferiore destro: «Sententia contra canonicos Sancte Marie in Transpadina anno 1361» (sec. XVI-XVII). Pergamena di cm 43 × 55, in buono stato di conservazione, con filo serico verde e un frammento del sigillo di cera pendente.

222 — 1361 agosto 20, Roma, S. Vincenzo Franciscus Brundusinus, arciprete di S. Vincenzo iuxta Sanctum Petrum, «conservator bonorum, iurium ac membrorum» di S. Pietro in virtù della conservatoria di Giovanni XXII 314, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento, nella lite vertente tra il capitolo di S. Pietro, rappresentato dal procuratore Nicolaus Scepti, beneficiato, da una parte, e Berardus, canonico di S. Apollinare, dall’altra parte, circa la sepoltura della pellegrina Guilglielmina de partibus Lombardie, «de terra que vocatur Cheri Mercue», morta di recente («de mense iunii vel iulii») nella parrocchia di S. Apollinare e sepolta dallo stesso Berardus nel cimitero della propria chiesa in spregio dei diritti di S. Pietro, su petizione del detto capitolo315, il cui testo viene riportato all’interno del presente documento, condanna il detto Berardus a esumare il corpo della detta Guilglielmina e a restituire quest’ultimo e i beni della defunta ai canonici di S. Pietro. Notaio: Petrus Bartholomei Nicolutii de Surcalibus de Fabriano. Originale: Caps. 71, fasc. 354, n. 1. Sul verso, nel margine inferiore, con orientamento della scrittura inverso rispetto al testo sul recto: «Sententia contra Berardum canonicum Sancti Apollinaris super funeralibus in favorem basilice» (sec. XV); al disotto della precedente: «Sententia contra presbiterum Berardum canonicum ecclesie Sancti Apollinaris de Urbe» (sec. XIV); segue, di altra mano coeva: «modicu(m) fac(tum) 314 315

 Cfr. supra, doc. 56.  Originale non conservato.

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contra alios»; al disotto: «Sententia contra Berardum canonicum Sancti Appollinaris 1360» (sec. XVI-XVII). Pergamena di cm 56 × 49,5, in buono stato di conservazione. Del sigillo di cera pendente si conserva solamente un piccolo frammento appeso al filo serico di colore verde. Regesto: Grimaldi, Index, f. 306v (con datazione sbagliata al 1360).

223 — 1361 dicembre 5, Roma Mattheus de Baccariis316, legum doctor, giudice delegato nella causa vertente tra Iohannes de la Piacza del rione Ripa, da una parte, e Thomaxia, moglie del fu Iacobellus de Iecza della contrada di Campo de’ Fiori, dall’altra parte, in base al consilium di Taddeus domini Abram(m)i, causidico, condanna la detta Thomaxia a restituire al detto Iohannes un deposito di 20 fiorini d’oro. Notaio: Paulus de Vallatis. Originale: Caps. 62, fasc. 394, n. 4. Sul verso, nel margine superiore: «Indictione xiii, mense septembris, die xvii. Productum et assignatum fuit coram domino Nicolao de Bondiis legum doctore arbitro et arbitrario iure p[...] scriptum per Petrum Pantalonem notarium scyndicum et procuratorem dominorum canonicorum et capituli basilice Principis apostolorum de Urbe quibus supra nominibus apud Macthiam Bartholomei Petri speciarii de regione Montis etc. Cecchus Pauli Francisci notarius dicte cause» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Iura empta per Egidiotium contra dominam Thomaxiam aviam Egidiotii» (sec. XIV); al disopra della precedente: «Sententia contra dominam Thomasiam de reddendo depositum xx florenorum» (sec. XVI). Pergamena di cm 49 × 22, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349v.

224 — 1362 gennaio 24, Roma Iacobus Mutus317, legum doctor, arbitro eletto dai canonici di S. Pietro (nominativamente elencati in numero di venti), da una parte, e Laurentius domini Symeonis 316  Matteo Baccari (†1368), giurista romano. Su di lui si vedano Lori Sanfilippo 2012 e Internullo 2016, ad indicem (in particolare, pp. 169-172). 317  Giacomo Muti (†1372/1374), fratello del canonico di S. Pietro Angelo. Su di lui si vedano Rehberg 2005, in particolare pp. 480-483, Rehberg 2012 e Internullo 2016, pp. 155-157 e passim. Il suo obito è ricordato nel Liber anniv.: «Anno .MCCCLXXIV., pontificatus d. Gregorii pp. XI, mense iulii, die .VIII., ob. d. Iacobus de Mutis legum doctor, ep. Spoletanus, pro d. n. papa tunc in Urbe in spiritualibus vic. gen., qui donavit n. bas. per manus dd. Thomaxii de Catellinis et Francisci de Tostis concan. n. .LXXXVIII. lib. argenti laborati, consistentis in diversis maneriebus vasorum; de quibus .LXXXVIII. libris bas. n. habuit .XL. libras, nam residuum recepit collector d. n. pp.; pro quo per capitulum extitit ordinatum quod perpetuo celebrentur per cann., benefic. et cler. tres misse in cappella Ss. Processi et Martiniani, et in die sui ob. fiat an. pro eius anima et expendantur fl. au. .III.», Egidi 1908, pp. 228-229 (lug. 7).

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

paliarius, Iohannes sutor del rione Ponte, e Tomaxius Iohannis, «olim de Sulmonio, Francie merciarius» e ora del rione Ripa, esecutori testamentari del fu Belmonte «olim de partibus Francie», dall’altra parte, in osservanza di quanto disposto nei privilegi di Leone IV e di Leone IX 318 in favore della basilica vaticana, sentenzia che i detti esecutori dovranno pagare ai canonici 32 solidi di provisini provenienti dall’eredità del detto testatore, «pro eo quod dictus Belmonte habitavit ultra annum in dicta civitate Leoniana». I canonici, da parte loro, dovranno rinunciare per sempre a qualsiasi ulteriore rivendicazioni al riguardo. Notaio: Christoforus Mazinassium clericus Placentinus. Originale: Caps. 71, fasc. 186, n. 3. Sul verso, nel margine superiore, per errore è stata apposta la seguente annotazione, riferentesi evidentemente al doc. 220 (cfr. supra): «Sententia contra archipresbiterum et canonicos Sancte Marie Transpadine q(uo) d sepelierant forensem in eorum cimiterio sine voluntate basilice de anno m ccc lx» (sec. XV-XVI); segue, di altra mano coeva: «Anno 1362, sententia». Pergamena di cm 28 × 18,5, con macchie scure sul verso, nel margine superiore, e corrispondente parziale svanimento dell’inchiostro sul recto. Regesto: Grimaldi, Index, f. 306r.

225 — 1362 marzo 9, Roma Simeotius figlio del fu Matheolus del rione Ponte «et contrata de Carceratis», dà quale pegno dotale a Cecchus Guadangnoli dictus alias Rubro abitante del medesimo rione, agente anche a nome della sorella Galata, futura moglie del medesimo Simeotius, una domus terrinea «cum statio ante se», posta in Ponte, nella detta contrada, e un’altra «domus terrinea descoperta», unita alla prima. Ciò fa per avere ricevuto da Cecchus 80 fiorini per la dote di Galata. Notaio: Iohannes Pauli Alisii. Originale: Caps. 60, fasc. 388, n. 1. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum dotis Galate» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Domus Simeotii in regione Pontis posita in pignus dotale de anno 1362» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 60 × 19, con una scoloritura dell’inchiostro nell’angolo superiore destro del recto e diffuse macchie di muffe violacee. Regesto: Grimaldi, Index, f. 342v.

226 — 1362 ottobre 28 Franciscus Pedonis, canonico di S. Pietro, esecutore del testamento del fu presbiter Iacobus de Valle, beneficiato della stessa chiesa, avendo licenza di vendere i 318

 Cfr. in proposito quanto si dice supra, doc. 220, nt. 313.

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beni del detto Iacobus al fine di soddisfare i legati e i debiti del testatore, vende per 36 fiorini a Iohannes Pauli de Symo della Portica di S. Pietro una domus solarata posta nella detta Portica. Acconsente alla vendita il discretus vir Paulus, rettore di S. Lorenzo de Piscibus, chiesa proprietaria del suolo su cui è edificata la domus, il quale dichiara di aver ricevuto dal venditore 5 solidi di provisini del senato e dal compratore la promessa di pagare ogni anno 5 solidi e mezzo di provisini simili pro terratico in occasione della festa di san Lorenzo «de mense augusti». Notaio: Symeon Iohannis Symeonis de Moricis. Originale: Caps. 58, fasc. 213, n. 4. Sul verso, nel margine superiore destro: «In Burgo» (sec. XVII); al disotto, su rasura e in inchiostro parzialmente evanido: «Instrumentum domus condam Iohannis Toti in terratico Sancti Laurentii de piscibus de portica Sancti Petri» (sec. XIV); segue, di altra mano: «de anno mccclxii» (sec. XVI); più in basso, con orientamento della scrittura inverso: «In portica Sancti Petri» (sec. XV); al disotto: «Emptio domus pro basilica ab executoribus testamenti Iacobi de Valle 1362» (sec. XVI-XVII). Pergamena di cm 38,5 × 29, in buono stato di conservazione. Nel margine inferiore sinistro si rinviene traccia di una cucitura con spago. Regesto: Grimaldi, Index, f. 335r.

227 — 1362 novembre 19-23, Roma, S. Vincenzo, in choro Franciscus Brundusini de Manfredonia, arciprete di S. Vincenzo de Urbe, «conservator iurium ac bonorum» di S. Pietro, apprende da Petrus Lelli, beneficiato e rappresentante dei canonici di S. Pietro, come da lettera di procura datata 14 novembre 1359319, il cui testo viene trascritto, che alcuni canonici di S. Lorenzo in Damaso (nominativamente elencati) si sono resi colpevoli della sottrazione «noctu tempore et secreto» del corpo di Hugo, abate di S. Lorenzo di Aversa320, giunto peregre in pellegrinaggio a Roma e deceduto «in crastino eiusdem festi dedicationis»321 in contrada Campo de’ Fiori, nella parrocchia di S. Lorenzo in Damaso. Egli incarica, pertanto, il suo nunzio Riczardellus Contutii di recapitare ai detti canonici di S. Lorenzo una lettera322, il cui testo viene riportato all’interno del presente documento, con cui commina loro la scomunica. Presentata e letta pubblicamente tale lettera nella sacrestia di S. Lorenzo dal nun319 320

226.

 Originale non conservato.  Trattasi dell’abbazia benedettina di S. Lorenzo ad Septimum, cfr. Cottineau 1939, I, col.

321  Stando alle indicazioni cronologiche riportate nel documento, la morte risalirebbe al 19 novembre, cadendo la festività della Dedicazione delle basiliche di S. Pietro e S. Paolo nel giorno antecedente. 322  Originale non conservato.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

zio incaricato, i canonici laurenziani se ne fanno beffe, come riportato dallo stesso Riczardellus nella relazione consegnata all’arciprete323, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento. Allora, l’arciprete ordina che la scomunica sia letta in tutte le chiese di Roma. I canonici di S. Lorenzo, per tutta risposta, gli fanno giungere una lettera, anch’essa inserta324, con cui si appellano al papa contro la detta scomunica, rigettano l’autorità del “sedicente” conservatore, e chiedono copia dei privilegi papali della basilica vaticana. L’arciprete ribadisce e aggrava, perciò, in tale occasione la scomunica lanciata contro i detti canonici laurenziani. Notaio: Angelus magistri Iohannis magistri Bonguadagni de Fulgineo. Originale: Caps. 71, fasc. 186, n. 4. Sul verso, nel margine superiore: «Processus et acta contra capitulum Sancti Laurentii in Damaso super restitutione fructus etc. abbatis de Aversa 1362» (sec. XVI-XVII); nel mezzo, in inchiostro parzialmente evanido: «Processus et sententie habit(e) contra canonicos ecclesie Sancti Laurentii in Damaso» (sec. XIV); segue di altra mano posteriore: «de anno 1362»; al disotto della precedente, in inchiostro molto evanido: «Processus et sententia lata contra canonicos Sancti Laurentii in Damaso» (sec. XVI); segue, di altra mano posteriore: «propter sepulturam abbatis de Aversa qui obiit in Urbe». Pergamena di cm 67,5 × 54,5, molto deteriorata, con diffuse rosicature e corrispondente perdita di parti del testo; sigillo deperdito. Nella datazione del regesto vengono indicati gli estremi cronologici dei diversi documenti che compongono questo processus. Le datationes riportate in ciascuno di essi riferiscono sempre della sede vacante «per mortem sancte recordationis domini Innocentii pape vi», sebbene il successore di costui (morto ad Avignone il 12 settembre 1362), Urbano V, fosse già stato eletto il 28 settembre e coronato il 6 novembre 1362 (cfr. Mollat 1930, pp. 104-105). Regesto: Grimaldi, Index, f. 306r.

228 — 1362 novembre 26 Petrus e Iohannes, figli del fu Iacobus325, del rione Pigna, agenti a nome di Egidiotius loro nipote e col consenso di Thomasia e Iohanna, rispettivamente nonna paterna e zia materna del detto Egidiotius, locano per sette anni a Donatus Pauli de Ramalgiantis de Florentia, mercante residente in Roma, nel rione dei Ss. Lorenzo e Damaso, certe «domos et accasamenta» esistenti in Campo de’ Fiori, appartenute al fu Laurentius Egidii de Yetia326, «ad faciendum in eis hospitium», per una pensio complessiva di 70 fiorini d’oro, cioè, 10 fiorini ogni  Originale non conservato.  Originale non conservato. 325  Iacobus o Iacobellus Egidii de Yetia. 326  Laurentius Iacobelli Egidii de Yetia. 323 324

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anno. I locatori si riservano, però, il diritto di raddoppiare tale somma nel caso venissero a Roma il papa o l’imperatore («proviso tamen quod, si papa vel imperator Romam veniret, quod tunc dicta pensio dictarum domorum et accasamentorum duplicetur, sicut alie domus dicte contrate ubi dicte domus et accasamenta posite sunt»). Notaio: Petrus Pauli Seccadentis. Originale: Caps. 56, fasc. 371, n. 1. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Die ultima ianuarii ass(ignatum) [...] per Petrutium Iacobi pro se et [...] ex donatione [...] ut in carta [...]» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Locatio domus in Campo Flore pro vii annis» (sec. XVI); segue, di altra mano: «1362». Pergamena di cm 44 × 15,5 in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 326v.

229 — 1362 dicembre 14, Roma, S. Pietro, in loco capitulari I canonici di S. Pietro, nominativamente elencati in numero di diciannove, e Symeotius Pauli Amodei del rione Parione, comproprietari di un quarto del casale Piscis, suddividono quest’ultimo in due parti, cedendosi scambivolmente i diritti sulle rispettive metà. Notaio: Symeon Iohannis Symeonis de Moricis. Originale: Caps. 74, fasc. 143, n. 10; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 30v-31v. Sul verso, nel margine superiore: «Divisio casalis Piscis cum Symeone de anno 1362» (sec. XV-XVI); al disotto, in inchiostro quasi del tutto evanido: «Instrumentum divisionis casalis Piscis cum S[ymeotio]» (sec. XIV). Restano tracce di una scrittura antecedente, oggi non più leggibile. Pergamena di cm 75,5 × 25,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 259v.

230 — 1364 aprile 14, Roma, S. Pietro, in sacristia maiori I canonici di S. Pietro riuniti in capitolo, nominativamente elencati in numero di ventitré, con il consenso di Laurentius de Sanguineis327, canonico e vicario generale di Guillelmus328, cardinale diacono di S. Maria in Cosmedin, arciprete di S. Pietro, d’accordo con i canonici di S. Lorenzo in Damaso (nominativamente elencati) affidano a Franciscus de Thebaldescis, canonico e priore di S. Pietro, e  Montel 1988-1989, II, p. 36, nr. 22: Laurentius de Sanguineis.  Guillaume de la Jugée (†1374), arciprete di S. Pietro dall’8 luglio 1352 al 1366, cfr. Eubel 1913, pp. 18, 51; Rezza – Stocchi 2008, p. 191. 327

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a Poncellus de filiis Ursi329, anch’egli canonico vaticano, entrambi parrocchiani di S. Lorenzo in Damaso, l’arbitrato nella lite vertente fra i due capitoli circa la sepoltura del corpo di Hugo, abate di S. Lorenzo de Aversa330. Nella medesima occasione, gli stessi canonici di S. Pietro nominano quale loro procuratore nella vertenza suddetta il beneficiato Petrus Lelli. Notaio: Angelus magistri Iohannis magistri Bonguadagni de Fulgineo. Originale: Caps. 71, fasc. 186, n. 5. Sul verso, nel margine superiore: «Compromissum dominorum canonicorum et procuratorum canonicorum basilice super lite vertente inter canonicos basilice et Sanctorum Laurentii et Damasi occasione funeris et sepulture abbatis de Aversa» (sec. XV-XVI); nel mezzo: «lxxxiii Sancti Petri | veneris x aprilis Ber.sus (?) exhibuit | F.» (sec. XIV). Pergamena di cm 80 × 32, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 306r.

231 — 1364 aprile 16, Roma, S. Biagio in Cantusecuto Il priore Franciscus condam Iohannis Thebaldi de Thebaldescis e Poncellus condam Andree militis de filiis Ursi, canonici di S. Pietro, arbitri eletti dai canonici di S. Pietro (nominativamente elencati in numero di venti), da una parte, e i canonici di S. Lorenzo in Damaso (anch’essi nominativamente elencati in numero di sette), dall’altra parte, in controversia per i diritti relativi alla sepoltura del fu Hugo, abate di S. Lorenzo de Aversa331, visti gli indulti e i privilegi concessi da diversi pontefici alla basilica vaticana, e in particolare da Leone IX 332, sentenziano che: i canonici laurenziani dovranno riconoscere come «vera, iusta et sancta» tutti gli indulta concessi dai pontefici alla basilica di S. Pietro e, in particolare, quello dell’anzidetto Leone IX, e dovranno attenersi in futuro a 329  Poncello di Andrea Orsini (1395†), eletto in seguito vescovo di Aversa (1370) e, infine, cardinale prete del titolo di S. Clemente (1378), cfr. Eubel 1913, pp. 23 e 123; Montel 1988-1989, II, p. 43, nr. 40: Poncellus de Ursinis; Allegrezza 1998, tav. 6, gen. 7. 330  Cfr. supra, doc. 227. 331  Cfr. supra, doc. 227. 332  Merita di essere notato il fatto che i due arbitri videro probabilmente in tale occasione l’originale, oggi perduto, del detto privilegio di Leone IX in favore dei canonici di S. Pietro. Nel documento si legge infatti: «(...) sicut in indulto huiusmodi plenius continetur, veris bullis plumbeis more Romane Curie tunc et pro tempore solito, in filis sericis pendentibus bullatis, non vitiatis, non cancellatis, non abolitis nec in aliqua sui parte suspectis, set omni prorsus vitio et suspicione carentibus». Troverebbe così conferma quanto già sostenuto in passato da Luigi Schiaparelli, vale a dire che l’archivio del capitolo conservò «fino al secolo XIV gli originali in pergamena delle bolle di Leone IX», Schiaparelli 1901-1902, I, p. 12. La copia più antica che tramanda oggi questo documento risale all’8 novembre 1362 (cfr. ivi, p. 467): sembrerebbe dunque naturale pensare che essa sia stata realizzata proprio in occasione della controversia apertasi tra i canonici di S. Pietro e quelli di S. Lorenzo in Damaso per la sepoltura dell’abate Hugo di Aversa; senonché, la morte di quest’ultimo pare doversi datare al 19 novembre 1362, cfr. supra, doc. 227.

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quanto in essi disposto; che quanti tra i canonici suddetti furono scomunicati per il comportamento tenuto nella detta vicenda si rechino in quello stesso giorno alla chiesa di S. Biagio in Cantusecuto, presso Franciscus Brundusinus de Manfredonia, per ottenere da quest’ultimo l’assoluzione. Se ometteranno di fare ciò, essi dovranno esumare il corpo dell’abate Hugo e portarlo «propriis humeris» a S. Pietro «ibidem sepelliendum». Se, invece, chiederanno e otterranno l’assoluzione anzidetta, potranno trattenere il corpo di Hugo presso di sé. Per regolare vicende simili in futuro gli arbitri sentenziano, inoltre, che i canonici di S. Lorenzo potranno seppellire e incamerare i beni dei pellegrini e degli stranieri che moriranno intestati nel territorio della loro parrocchia o in quello delle cappelle loro soggette, solo se i detti beni non supereranno il valore di 20 solidi di provisini e, in ogni caso, solo dopo averne ottenuta licenza dai canonici di S. Pietro e dai loro camerarii exceptorum. Se il valore dei beni del defunto sarà compreso tra 20 solidi e 2 fiorini, sarà il procuratore del capitolo di S. Pietro a decidere se trasportarne il corpo presso la basilica, e in ogni caso la detta somma dovrà essere divisa a metà tra i due capitoli. Se, infine, il valore dei detti beni sarà superiore a 2 fiorini, «facto inventario de bonis», il corpo del defunto dovrà essere sepolto «in cimiteriis basilice memorate [sc. S. Pietro]», e ai canonici di S. Pietro andranno 3/4 dei beni suddetti, il rimanente ai canonici laurenziani. Notaio: Angelus magistri Iohannis magistri Bonguadagni de Fulgineo. Originale: Caps. 71, fasc. 354, n. 2. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro quasi del tutto evanido: «Pacta [inter] capitulum et canonici Sancti Petri et capitulum [...] facta per capitulum Sancti Petri cum [...] Laurentii et Damasi» (sec. XIV); al disotto, su rasura e con orientamento inverso della scrittura: «Bulla contra illos de Sancto Laurentio in Damaso» (sec. XV); al disotto: «Sententia contra capitulum Sancti Laurentii in Damaso super funeris [sic] abbatis de Aversa anno 1364 lata per arbitros» (sec. XVI-XVII); nel margine sinistro, in inchiostro parzialmente evanido: «Sententia arbitraria lata per dominos Franciscum de Tebaldescis [et] Poncellum de Urrsinis [sic], electos per canonicos et capitulum basilice Principis apostolorum de Urbe et Sancti Laurentii in Damaso super funeralibus corporum d[efunct]orum advenarum etc., que est omologata per partes, scilicet convertendum in [...] habuerint potestatem obligandi perpetuo dictas ecclesias presertim cum [...] consensus seu [...]tas superioribus [...] s(cilicet) constet de p(ro)c[...] et de [...] ubi producatur» (sec. XIV); nel mezzo: «Sententia pro basilica contra canonicos Sancti Laurentii in Damaso super funeralibus et quarta canonica» (sec. XV); nel margine inferiore: «Nota ista tria instrumenta pro factis exceptorum» (sec. XIV). Pergamena di cm 76 × 55, con inchiostro talora evanido, specialmente in corrispondenza delle piegature della pergamena, nel cui quarto inferiore destro è presente un’ampia macchia d’acqua. Sul recto, nell’angolo inferiore destro: «Die sabbati viii mensis novembris 1488 product(um). Arnoldus notarius». Regesto: Grimaldi, Index, f. 306r-v.

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232 — 1364 luglio 8, Avignone Urbano V accoglie sotto la protezione apostolica la basilica di S. Pietro e il suo clero (canonici, beneficiati, chierici e cappellani), nonché tutte le dipendenze e i possedimenti della detta basilica. Originale: Caps. 6, fasc. 265, n. 2; copia del sec. XVI: PAnot., 1, f. 187r. Sul verso, nel margine superiore: «Bulla exemptionis dominorum canonicorum, beneficiatorum et clericorum ac capellanorum Sancti Petri receptorum sub sua protectione summi pontificis» (sec. XIV); nel margine inferiore sinistro: «Romane ecclesie Sancti Gregorii de capitibus» (sec. XIV); al disotto, di altra mano: «Die Iovis xii maii magister Antonius de Eugubio produxit» (sec. XIV); nel margine inferiore destro: «Privilegium Urbani pape vi canonicis et capitulo et omnibus subiectis basilice Principis apostolorum de Urbe concessum, quos omnes sub sua protectione recipit» (sec. XV-XVI); ivi: «Transumptata in libro bullarum basilicae per Ludovicum Cecium notarium fol. 103» (sec. XVI). Segnature precedenti: AR; 65; 66; 124. Pergamena di cm 34 × 53 (pl. 9,5), in buono stato di conservazione, con bolla plumbea cum filo serico. Edizione: Bullarium 1747-1752, II, p. 2. Regesto: Grimaldi, Index, f. 63v, 84r; Hayez 1974-1976, nr. 11005.

233 — 1364 luglio 8, Avignone Urbano V, accertato che il continuo afflusso di pellegrini nella basilica vaticana è spesso occasione di profanazioni «per effusionem sanguinis vel seminis», e giacché talvolta non si rinviene a Roma alcun vescovo che possa riconciliarne gli ambienti al culto divino, concede al priore del capitolo di S. Pietro e ai suoi successori la facoltà di riconciliare la chiesa, le cappelle e il cimitero di S. Pietro, a condizione che costui abbia conseguito l’ordinazione sacerdotale e che nessun vescovo sia presente nell’Urbe. Originale: Caps. 6, fasc. 265, n. 3; copie del sec. XVI: PAnot., 1, ff. 186v-187r; 4, f. 90v. Sul verso, al centro: «Transumptata in libro bullarum Ludovici Cecii notarii basilicę fol. 90» (sec. XVI); nel margine inferiore: «Urbani v privilegium concessum priori canonicorum» (sec. XV-XVI); segue, di mano coeva alla precedente: «quod possit reconciliari per nos basilica polluta». Segnature precedenti: AR; 33; 44. Pergamena di cm 29 × 49 (pl. 9), con due ampie mancanze nella parte centrale, causanti la perdita di buona parte del testo; si è conservata la bolla plumbea cum filo canapis. Edizione: Bullarium 1747-1752, II, p. 3. Regesto: Grimaldi, Index, f. 63r, 84r; Hayez 1974-1976, nr. 11006.

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234 — 1364 settembre 4 Buctius Petri Petronis333, già di Norcia e ora della regione Scorteclari, col consenso della moglie Catharina, vende a Iohannes Pauli de Symo, abitante nella Portica di S. Pietro, sei pezze di vigna «cum vasca, vascali et tino» nel luogo detto Aquafredula, per 90 fiorini d’oro. Notaio: Symeon Iohannis Symeonis de Moricis. Originale: Caps. 36, fasc. 324, n. 1. Sul verso, nel margine superiore: «Vinea extra portam Pertusi sex petiarum in loco qui dicitur Aqua Freddosa» (sec. XVI). Pergamena di cm 73,5 × 21, con numerose rosicature e conseguente perdita di ampie porzioni del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 260v.

235 — 1364 ottobre 13, Avignone Urbano V conferma ai canonici di S. Pietro tutte le immunità, le libertà e le esenzioni loro concesse tanto dai suoi predecessori quanto da imperatori, re, principi «ac aliis christifidelibus». Originale: Caps. 4, fasc. 260, n. 7; copie del sec. XVI: PAnot., 3, f. 15r; 4, ff. 126v-127r. Sul verso, al centro del margine superiore: «Iohannes Iohannis de Valmont(on)e» (sec. XIV); nel margine inferiore, in inchiostro parzialmente evanido: «Confirmatio omnium iurium et exemptionum concessorum tam per summos pontifices quam per imperatores et reges» (sec. XIV); ivi: «Urbani v»; ivi: «Bulla Urbani pape v confirmans omnes exmptiones basilice Sancti Petri factas» (sec. XVII). Segnature precedenti: 40; 61. Pergamena di cm 32 × 48 (pl. 10,5), con modeste mancanze che non interessano il testo; si conserva la bolla plumbea cum filo serico. Edizione: Bullarium 1747-1752, II, pp. 3-4. Regesto: Grimaldi, Index, f. 63v, 82r.

236 — 1365 febbraio 24, Roma, in Capitolio Nicolaus Scambi de Monte Leone, giudice palatino e collaterale, su istanza di Nicolaus, arciprete dei Ss. Celso e Giuliano ed esecutore testamentario del fu Lellus Magni macellarius, non avendo avuto esito il bando per la messa all’incanto di un orto posto in Ponte appartenuto al detto Lellus, concede agli esecutori testamentari di quest’ultimo la licenza di procedere alla vendita dell’orto suddetto. Notaio: Thomas Frederici. 333  Il Liber anniv. tramanda il ricordo della donazione fatta da costui a S. Pietro di una «domum sive tabernam cum signo S. Iacobi, pos. in parr. S. Apolenaris», cfr. Egidi 1908, pp. 196-197 (28 mar.) e pp. 212-213 (12 mag.).

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Originale: Caps. 56, fasc. 369, n. 3. Sul verso, al centro del margine superiore, in inchiostro molto evanido: «B[andimentum] de bonis Lelli Magni macellarii [...]» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Licentia data vendendi ortum in regione Pontis iuxta flumen» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva: «Anni 1365». Pergamena di cm 44,5 × 28, con una lacerazione nel margine superiore sinistro, concomitante caduta del supporto e parziale perdita del testo; è presente, inoltre, un rammendo con spago nel terzo superiore della pergamena. Regesto: Grimaldi, Index, f. 323r.

237 — 1365 giugno 25, Roma Paulus Vayani, miles, legum doctor, giudice palatino e collaterale dei sette Riformatori di Roma, nominativamente elencati334, su istanza di Nicolaus Cecchi Martini, notaio e procuratore del monastero di S. Anastasio ad Aquas salvias, ordina al cursore Cecchus Vanomandi d’intimare ad Aniballus Francisci Pauli de Stephanescis335 che, sotto pena di 500 libbre di provisini, smetta di molestare i lavoratori del detto monastero nella tenuta dell’Isola di Porto. Seguono, sulla stessa pergamena: la revoca del mandato suddetto disposta dallo stesso Paulus Vayani su istanza del procuratore del detto Aniballus (1365 giugno 28); la reintegrazione del mandato disposta dal giudice Mattheus de Baccariis, subentrato nella causa al detto Paulus Vayani (1365 luglio 28). Notaio: Matheus Iacobi Saxonis de Amatescis. Originale: Caps. 73, fasc. 138, n. 4; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 226r-v. Sul verso, nel margine superiore si intuisce la presenza di una lunga annotazione risalente al secolo XIV, oggi non più leggibile, neppure con l’ausilio della luce UV; al disopra di questa, anch’essa in inchiostro quasi del tutto evanido: «Inhibitio pro monaci Sancti Anastasii extra muros contra Anibalem de Stephaneschis dominorum Reformatorum Urbis» (sec. XVI); segue, di altre mani: «1365» e «1365»; nel margine inferiore, in inchiostro molto evanido: «Pro monasterio Sancti Anastasii. Mandatum contra Hanibalem de Transtyberi» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 49,5 × 16,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 251v. 334  Petrus domini Fulci, Nucius Gibelli, Bucius Bastardelle, Iohannes Quinquedenti, Cecchus Rosani, Oddo Buccatiole, Petrus Grisecti. Sull’istituzione dei Sette Riformatori si veda Maire Vigueur 2001A, pp. 152-153. 335  Annibaldo di Francesco di Paolo Stefaneschi, nipote del cardinale di S. Giorgio, Giacomo Gaetano Stefaneschi, e padre del cardinale di S. Maria in Trastevere, Pietro Stefaneschi (†1417), cfr. Dykmans 1973, pp. 154-155; Carocci 1993, p. 431, nt. 28 e tav. 14, gen. 7; Vendittelli 2019A. Sul cardinale Pietro si veda Vendittelli 2019D.

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238 — 1365 settembre 19 Mattheus de Bacchariis, legum doctor, giudice palatino e collaterale «dominorum septem Reformatorum rei publice Romanorum», nella lite vertente tra Antonius Systi, fratello e legittimo successore della fu Alibrandina, moglie del fu Poncellus Petri Philippe del rione Ponte, da una parte, e Cola Poncelli Petri Philippe, dall’altra parte, ordina a Stephanellus Bucii Temperii, notaio pubblico, d’immettere il primo nel possesso di alcune case poste nel rione Ponte, indebitamente occupate dal secondo. Segue, sulla stessa pergamena, la registrazione dell’avvenuto conferimento del possesso delle dette case ad Antonius Systi per opera del detto Stephanellus «mandatarius curie Capitolii» (1365 settembre 20). Notaio: Bernardinus Sancti de Philippinis. Originale: Caps. 55, fasc. 199, n. 1. Sul verso, nel margine superiore: «Sententia» (sec. XV); al disotto della precedente: «Sententia super rebus Cole Poncelli et filiisque [sic] in regione Pontis» (sec. XVI); segue, di altra mano: «1365». Pergamena di cm 39 × 18,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 321r.

239 — 1366 gennaio 22 Angela, moglie del fu Laurentius Iohannis Saccocie, notaio del rione Trastevere, con il consenso di Iohannes, figlio suo e del predetto Laurentius, vende per 85 fiorini d’oro a Nanna336, figlia del fu Iohannes Pilgionis, già «de castro Pastine» e ora di Trastevere, una casa «terrineam solaratam et tegulatam cum orto post se [...] et cum migiano, sta[bulis] et sediis ante se», posta in Trastevere, contrada Turrium, nella parrocchia di S. Giovanni della Malva, appartenuta un tempo a Lucius delo Muto. Accedono alla vendità in qualità di fideiussori Palutius Tucii Scretioli e Mattheus Lelli Franciscoli del rione Trastevere. Notaio: Iohannes Pauli Romauli. Originale: Caps. 57, fasc. 209, n. 1. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum emptionis domus domine Nanne» (sec. XIV); segue, di altra mano: «In Transtyberim parrochia Sancti Iohannis de Malva, mccclxvi» (sec. XVI). Pergamena di cm 59,5 × 17,5, con alcune rosicature nel margine sinistro e modesto interessamento del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 330v. 336  Sui numerosi lasciti fatti a S. Pietro da Nanna de Paglionibus [sic], «consanguinea qd. d. Nicolai de Pileo can. n.», si veda Egidi 1908, pp. 200-201 (6 apr.).

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240 — 1366 aprile 8, Napoli Giovanna I regina di Sicilia ordina agli ufficiali del Regno di non intralciare in alcun modo i canonici di S. Pietro nella riscossione delle somme loro concesse dai suoi predecessori sulle entrate del fisco regio in Ortona e in Francavilla, non ostante l’editto «de revocatione provisionum et gagiorum» emesso precedentemente dalla stessa regina. Originale: Caps. 45, fasc. 340, n. 3. Sul verso, nel mezzo: «Ioannae reginae» (sec. XVI); nel margine destro: «Ioannae reginae primae» (sec. XVI); ivi: «Privilegium servans iura basilice illesa a quocumque inibitore seu decreto reginali facto super revocationibus largitionum seu quarumcumque gratiarum» (sec. XIV); segue: «anno 1366, die octava aprilis» (sec. XVI). Sulla plica: «Registrata in cancellaria | penes prothonotarium | registrata in camera | penes m(agistrum) ep(istolarum)»; «Apponatur clausula si sint in possessione tempore editti». Segnature precedenti: 75. Pergamena di cm 23 × 40,5, in buono stato di conservazione, con sigillo di cera pendente. Regesto: Grimaldi, Index, f. 289r.

241* — 1366 aprile 8, Napoli Altro originale del precedente n. 240: Caps. 45, fasc. 340, n. 4. Sul verso, nel mezzo, solo parzialmente leggibile a causa della caduta del supporto: «Privilegium [...] confirmans privilegia Caroli [...] regum super pecunia Francaville capitulo sancti Petri solvenda pro decima debita Ecclesie Orton(ensi)» (sec. XIV); ivi: «Ioannae primae confirmatoria privilegiorum et mandans satisfieri capitulo solvenda pro decima debita Ecclesie Ortone, anno 1366, die octavo aprilis» (sec. XVI); nel margine sinistro: «Mandatum Ioanne regine doaneriis Ortone et Francaville ut satisfaciant capitulo» (sec. XVI). Sulla plica: «Registrata in cancellaria | penes prothonotarium | registrata in camera | penes m(agistrum) ep(istolarum)»; «Apponatur clausula si sint in possessione tempore editti». Segnature precedenti: 101; 72. Pergamena di cm 25,5 × 34,5, apparentemente palinsensta, presenta macchie d’umidità e alcune lacune dovute all’attacco di insetti; conserva il sigillo di cera pendente.

242 — 1366 giugno 26, Roma Guillelmus337, abate del monastero di S. Paolo de Urbe, in esecuzione di quanto disposto da Nicola IV in favore dei canonici di S. Pietro con lettera338 il cui 337  Guglielmo di Riparia, già abate di Nonantola, abate di S. Paolo fuori le mura dal 1347 al 1368, cfr. Schuster 1934, pp. 159-166. 338  Con privilegio emanato il 13 aprile 1290 Nicola IV aveva concesso ai canonici di S. Pietro di poter percepire i frutti di qualsiasi beneficio ecclesiastico loro assegnato, purché fosse privo di obblighi inerenti alla cura d’anime, cfr. Bullarium 1747-1752, I, pp. pp. 216-218 e Johrendt 2010B, pp. 212-213, nn. 194 e 195.

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testo viene fatto copiare all’interno del presente documento, ordina all’arciprete e ai canonici di S. Maria in Traspontina, sotto pena di scomunica e di interdetto, di corrispondere a Iohannes Iannucii Iohannis339, loro concanonico nella detta chiesa e, al tempo stesso, canonico in S. Pietro, tutti i redditi decorsi spettantigli, «ac si in eadem ecclesia Sancte Marie in Traspadine personaliter resideret». Notaio: Paulus Angeli. Originale: Caps. 6, fasc. 265, n. 4; copia del sec. XVI: PAnot. 4, ff.49v-52r. Sul verso, nel mezzo: «Processus per dominum Guillelmum abbatem Sancti Pauli executorem pro residentibus in basilica cum insertione bulle Nicolai pape iiii, possint percipere fructus aliorum beneficiorum» (sec. XV-XVI); segue, di altra mano: «contra canonicos Sancte Marię Transpadinę». Pergamena di cm 50 × 56 (pl. 5), in buono stato di conservazione, con sigillo di cera pendente. Regesto: Grimaldi, Index, f. 84r-v.

243 — 1366 agosto 5, Roma, S. Pietro, in loco capitulari Il capitolo di S. Pietro, in persona del priore Franciscus de Theballeschis e degli altri canonici, elencati nominativamente in numero di venti, in assenza dell’arciprete Guillelmus340, cardinale diacono di S. Maria in Cosmedin, «in remotis agente», nominano i canonici Stephanus de Papareschis341 e Maximus Iohannis Friderici de Tibure342, e il beneficiato Angelus de Fulgineo loro procuratori, con il compito di comparire di fronte a E(gidio)343, cardinale vescovo di Sabina, legato della Sede apostolica, per difendere i diritti della basilica di S. Pietro nella terra e distretto di Norcia. Notaio: Andreas magistri Nicolai de Podio Sancti Laurentii. Originale: Caps. 31, fasc. 252, n. 3. Sul verso, nel medio margine superiore: «Procuratorium domini Stephani et domini Maximi» (sec. XIV); ivi: «Procuratorium in personas duorum canonicorum et unius beneficiati in Ducato Spoletano pro defensione bonorum basilice in Nursia» (sec. XV-XVI). Segnature precedenti: C. VI. Pergamena di cm 68,5 × 17, in buono stato di conservazione. Edizione: Stocchi 2013B, pp. 32-34, doc. 2. Regesto: Grimaldi, Index, f. 219v.  Montel 1988-1989, II, p. 34, nr. 17: Iohannes Nucii, e nr. 18: Ioannes Nuccioli Ioannis.  Guillaume de la Jugée. 341  Montel 1988-1989, II, p. 25, nr. 27: Stephanus de Papareschis. 342  Montel 1988-1989, II, p. 38, nr. 29: Maximus de Tibure (q. 1368). 343  Egidio de Albornoz (†1367), su di lui si veda Duprè Theseider 1960. 339 340

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

244 — 1367 giugno 9, Roma, S. Biagio in Cantusecuto Laurentius, abate del monastero di S. Biagio in Cantusecuto, conservatore dei beni e dei diritti della basilica di S. Pietro, come stabilito nelle «lictere conservatorie perpetue» di Giovanni XXII 344, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento, si rivolge ai vescovi di Viterbo, Narni, Amelia, Orte e Bagnoregio e agli altri dignitari ecclesiastici di quelle diocesi affinché dichiarino scomunicati gli ignoti responsabili della devastazione del castrum Sancti Petri345 e facciano cessare l’usurpazione del castrum di Attigliano, entrambi appartenenti ai canonici di S. Pietro. Notaio: Angelus magistri Raynerii. Originale: Caps. 41, fasc. 333, n. 7; copia del sec. XVI: PAnot., 3, ff. 17r-20r. Sul verso, nel medio margine inferiore: «Conservatoria contra invasores et occupatores bonorum basilice Principis apostolorum de Urbe et processus fulminatus per abbatem monasterii Sancti Blasii de Urbe conservatorem» (sec. XV); segue, di altra mano: «super castr(o) Sancti Petri, Ameliensis diocesis» (sec. XVI); segue, di altra mano: «Castri Attigliani» (sec. XVI). Segnature precedenti: 65; 17. Pergamena di cm 49,5 × 61, in buono stato di conservazione. Sigillo deperdito. Edizione: De Boüard 1910, pp. 352-356, doc. IV. Regesto: Grimaldi, Index, f. 282v-283r (con datazione sbagliata al 1345).

245 — 1368 febbraio 19, Roma, S. Pietro, in loco capituli Il notaio Gualterius magistri Petri e Iotius Pauli Symeonis, barberius, della Portica di S. Pietro, esecutori del testamento della fu Phylippa, moglie del fu Ventura, della detta Portica346, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento, vendono per 40 fiorini ai canonici di S. Pietro la metà di un orto e di una casa terrinea e solarata «cum porticali ante se» esistente nella detta Portica e appartenuta alla detta Phylippa, unita pro indiviso con l’altra metà donata alla basilica di S. Pietro dalla testatrice, con preghiera che i canonici «faciant scribere et annotare predicta in martilogio dicte basilice et quod fiat anniversarium annuatim»347. Notaio: Christoforus Francisci Sabe.  Cfr. supra, doc. 56.  Sul castrum Sancti Petri (anche detto castrum filiorum quondam Nicolai de Amelia), un tempo ubicato nel territorio amerino, si veda Gauvain 2011, pp. 150-152. 346  Originale non conservato. 347  «Ob. d. Phylippa uxor qd. Venture de Portica S. Petri, que rel. n. bas. medietatem unius domus cum signo mulieris, pos. in par. S. Laurentii de Piscibus. Exp. pensio dicte medietatis domus», Egidi 1908, pp. 238-239 (4 ago.). 344 345

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Originale: Caps. 58, fasc. 213, n. 5. Sul verso, nel margine superiore destro: «Instrumentum emptionis medie domus in portica facte ab executoribus condam Lippole» (sec. XIV); segue, di altra mano: «Anni mccclxvii» (sec. XV-XVI); al disotto, di altra mano coeva e in inchiostro evanido: «In portica Sancti Petri». Pergamena di cm 77,5 × 32,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 335r.

246 — 1368 marzo 21, Roma Giovanna I regina di Sicilia conferma le precedenti disposizioni di Carlo I 348 e di Carlo II 349 in favore dei canonici di S. Pietro, sancenti la donazione di complessive 100 once d’oro sui proventi del fisco in Ortona, alle quali ora ella aggiunge a sua volta 50 once di carlini d’argento dalle entrate fiscali di Francavilla, parte delle quali dovranno essere spese dal capitolo per la celebrazione nella basilica vaticana di varie messe votive e anniversarie, espressamente elencate nel documento. Originale: Caps. 44, fasc. 170, n. 2. Sul verso, nel margine inferiore sinistro, in inchiostro parzialmente evanido: «Privilegium super fructibus [...]»; (sec. XIV); ivi: «Privilegium regine Ioanne donantis lta uncias super iuribus Francaville citra flumen Piscarie» (sec. XVI); segue, di altra mano coeva: «anno Domini 1368, xxi martii»; nel margine inferiore destro: «Ortone, regine Iohanne» (sec. XIV). Segnature precedenti: 71. Pergamena di cm 37 × 62,5, in buono stato di conservazione. Del sigillo di cera pendente restano solo alcuni frammenti. Questo documento e il successivo si collocano nel contesto del soggiorno romano della regina nel marzo del 1368, in occasione del quale Giovanna ebbe in dono da Urbano V la famosa rosa d’oro, cfr. Duprè Theseider 1952, p. 679. Regesto: Grimaldi, Index, f. 288v289r.

247 — 1368 marzo 22, Roma Giovanna I regina di Sicilia comunica agli ufficiali regi di Francavilla e di Ortona la sua decisione di donare ai canonici di S. Pietro 50 once di carlini d’argento provenienti dalla entrate fiscali di Francavilla – il relativo privilegio viene fatto copiare all’interno del presente documento350 – intimando loro di far cessare ogni ostacolo alla realizzazione di tale suo intendimento. Originale: Caps. 44, fasc. 339, n. 1. Sul verso, nel medio margine superiore, in inchiostro molto evanido: «Privilegium regine Iohanne super factis Ortone» (XIV); ivi: «Ortone.  Cfr. Johrendt 2010B, pp. 233-234, n. 216.  Cfr. Johrendt 2010B, pp. 243, n. 225 e pp. 258-259, n. 242. 350  Cfr. supra, doc. 246. 348 349

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Littere regine Iohanne» (sec. XIV); nel mezzo: «Ortone» (sec. XIV); «Nona»; «1368, xx martii»; nel medio margine inferiore: «Ioanna prima significat donationem 50 unciarum et mandat satisfieri capitulo omni difficultate cessante. 1368, 22 martii» (sec. XVI); nel margine inferiore sinistro: «Privilegium Ioanne regine Sicilie confirmans donationes factas et addens lta uncias super gabella Ortone» (sec. XVI); ivi: «Regina Iohanna secunda [sic] confirmat omnes donationes factas et de novo donat ecclesie nostre uncias quinquaginta super gabella Francaville [super-Francaville agg. da altra mano]. Quinta» (sec. XV-XVI); sulla plica: «Habetur cedula domine sub anulo suo» (sec. XIV). Segnature precedenti: 37; 112. Pergamena di cm 38,5 × 59, in buono stato di conservazione. Il sigillo è deperdito. Regesto: Grimaldi, Index, f. 289r.

248 — 1368 giugno 14, Castellammare di Stabia, Casasana Giovanna I regina di Sicilia, comunicando la sua decisione di donare ai canonici di S. Pietro, oltre a quanto concesso loro dai suoi predecessori, altre 50 once di carlini d’argento dalla entrate fiscali di Francavilla e di Ortona – il relativo privilegio viene fatto copiare all’interno del presente documento351 –, dà mandato al magnus camerarius del Regno e agli altri ufficiali regi di soddisfare i canonici di quanto loro dovuto, nonostante l’avvenuta vendita dei proventi doganali di Francavilla e di Ortona. Originale: Caps. 44, fasc. 339, n. 2. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Pro basilica Sancti Petri de Urbe» (sec. XIV); nel margine inferiore sinistro: «Donatio domine Iohanne regine Sicilie facta basilice Sancti Petri de quinquaginta unciis annuis percipiendis in suo regno» (sec. XIV-XV); segue, di mano posteriore: «1368, 14 iunii». Segnature precedenti: X; 35; 109. Pergamena di cm 48 × 69,5, in buono stato di conservazione. Del sigillo di cera adeso a coda pergamenacea resta solo un frammento. Oltre a questo, nel margine inferiore sinistro del recto della pergamena si trovano apposti tre piccoli sigilli di cera aderenti, anch’essi conservati in modo frammentario. Regesto: Grimaldi, Index, f. 289r.

249* — 1368 giugno 14, Castellammare di Stabia, Casasana Copia autentica del precedente n. 248, del 1384 nov. 7, not. Symeon Laurentii Scafi: Caps. 44, fasc. 339, n. 3. Sul verso, nel margine inferiore destro: «Ortone» (sec. XIV-XV); nel margine inferiore sinistro: «Transumptum privilegii regine Ioanne super iuribus gabellarum Ortone et Francaville» (sec. XVI). Segnature precedenti: 70. Pergamena di cm 71 × 58, in buono stato di conservazione, con sigillo di cera pendente. 351

 Cfr. supra, doc. 246.

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La copia è stata eseguita su mandato di Stefano (Palosii de Urbe), vescovo di Todi e vicario generale del papa in Roma e nel suo distretto, cfr. Eubel 1913, p. 502.

250 — 1368 luglio 8, Montefiascone Urbano V concede all’arciprete e al capitolo di S. Pietro di acquistare il castrum Penne352, posto nel Patrimonio di S. Pietro in Tuscia, dal nobilis vir Petrus Bovis, cittadino romano, il quale, «quadam infirmitate detentus, de propria salute cogitans», ha espresso la volontà di vendere ai canonici il detto castrum per 2500 fiorini d’oro (anziché 7000, secondo il suo valore stimato), a condizione, però, di poterne mantenere l’usufrutto vitalizio. Originale: Caps. 5, fasc. 262, n. 3. Sul verso, in prossimità del margine sinistro: «Castrum Penne prope Ameliam» (sec. XIV-XV); nel margine inferiore: «Bulla Urbani [corr. da altra mano su Martini depennato] pape quinti concedens facultatem vendendi et emendi castrum Penne diocesis Ameliensis» (sec. XV-XVI). Segnature precedenti: 17. Pergamena di cm 34,5 × 62,5 (pl. 11), con diverse rosicature, di cui una, nel mezzo, ha provocato la perdita di parte del testo. Si conserva la bolla plumbea cum filo canapis. Edizione: Bullarium 1747-1752, II, pp. 5-6 (con datazione sbagliata al 6 giugno 1368). Regesto: Grimaldi, Index, f. 63v, 82v; Hayez 1974-1976, nr. 21860.

251 — 1369 febbraio 18, Roma, S. Maria in Iulia353 Egidiotius, figlio del fu Laurentius Iacobelli Egidii de Yetia, col consenso di Thomasia sua nonna paterna, moglie del fu Iacobellus Egidii de Yetia, dà in pegno tutti i suoi beni a Iohannes, figlio del fu Tomarotius domini Iohannis Gerguasi, tra cui un palatium columpnatum e una domuncula in Parione, contrada di Campo de’ Fiori, e ciò fa per aver ricevuto 133 fiorini d’oro e due terzi dal detto Iohannes per la dote della figlia di costui, Papazzurra, sua futura moglie. Notaio: Petrus Pauli Seccadentis. Originale: Caps. 56, fasc. 370, n. 1. Sul verso, nel mezzo del margine superiore sinistro: «Palatium cum domuncula pro dote Egidiotio data, de anno 1369, in regione Parionis»; al disotto della precedente: «Regione Parionis» (sec. XIV-XV); nel medio margine superiore: «Die veneris, idus mensis septembris, xiii indictionis. Assignatum et productum fuit presens instrumentum coram sapienti viro domino Nicolao de Bondiis legum doctore, arbitro et arbitrario iudice infrascriptarum partium per Petrum Pantaleonis notarium, scyndicum et procuratorem dominorum canonicorum et capituli basilice Principis apostolorum de Urbe scyndicario et procuratorio nomine pro eis contra  Penne in Teverina, in diocesi di Amelia, cfr. Gauvain 2011, p. 386.  Chiesa del rione Sant’Eustachio (nell’area di Largo Arenula), oggi scomparsa, cfr. Huelsen 1927, pp. 340-341, nr. 52 e Lombardi 1998, pp. 219-220, s.v. S. Anna dei Falegnami. 352 353

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Macthiam Bartholomei Petri speciarii de regione Vielate etc. Cecchus Pauli Francisci notarius dicte Camere» (sec. XIV). Pergamena di cm 61 × 24,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 325r.

252 — 1369 marzo 23, Roma, S. Pietro Urbano V, avendo appreso che la basilica vaticana con i cimiteria e le cappelle a essa adiacenti sono spesso violati «per effusionem sanguinis vel seminis», concede licenza per tre anni all’altarista e al priore di S. Pietro di riconciliare al culto i suddetti luoghi, avendo cura di far benedire in precedenza l’acqua «per aliquem antistitem». Originale: Caps. 6, fasc. 265, n. 5; copie del sec. XVI: PAnot., 1, ff. 185v-186r; 4, ff. 89v-90r. Sul verso, nel margine inferiore sinistro: «Urbanus v»; segue, di altra mano: «concedit Altarario et Priori canonicorum ut possint per triennium reconciliare basilicam» (sec. XVI); ivi: «Transumptata in libro bullarum Ludovici Cecii notarii basilicę fol. 8» (sec. XVI); nel margine inferiore destro: «Bulla reconciliationis basilice Principis apostolorum de Urbe» (sec. XIV-XV); segue, di mano posteriore: «per Urbanum papam v». Segnature precedenti: 2; 45. Pergamena di cm 30,5 × 48 (pl. 10), con una lacerazione in prossimità del margine sinistro e relativa perdita di testo sul recto; si conserva la bolla plumbea cum filo canapis. Edizione: Bullarium 1747-1752, II, pp. 6-7. Regesto: Grimaldi, Index, f. 63r, 84r.

253 — 1369 luglio 15 Il frater Iohannes delo Marchese, in qualità di procuratore dell’abate Iohannes354 e del monastero di S. Anastasio ad Aquam salviam [sic], dà in locazione al bobacterius Iohannes Alexii per tre anni a partire dalla prossima festa di san Michele di settembre i possedimenti del monastero suddetto nell’Isola di Porto, contro un canone annuo di 20 fiorini d’oro. Notaio: Andreas Romani Hobicionis. Originale: Caps. 73, fasc. 322, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Locatio terrarum monasterii Sancti Anastasii 1369» (sec. XVI-XVII); nel margine inferiore, in inchiostro molto evanido e solo parzialmente conservata a causa della caduta del supporto: «[...] iii annorum partis Insule monasterii Sancti Anastasii anno 1369» (sec. XVI). 354  Iohannes de Romira, della diocesi di Châlons-sur-Saône, magister in sacra theologia, cfr. Hayez 1974-1976, nr. 20634.

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Pergamena di cm 36 × 17,5, con estese rosicature nel margine sinistro e corrispondente perdita del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 252r.

254 — 1369 dicembre 21, Roma, S. Pietro Urbano V conferma la donazione di 50 once di carlini d’argento «super certis iuribus, redditibus et proventibus ad ipsam reginam spectantibus in dicto regno» fatta dalla regina di Sicilia, Giovanna, al capitolo di S. Pietro355, il cui testo viene fatto copiare all’interno del presente documento. Originale: Caps. 42, fasc. 167, n. 3. Sul verso, nel medio margine inferiore, in lettere capitali: «Gabelle Ortone» ivi: «Bulla Urbani pape vti confirmans donationes factas Basilice per reges Sicilie» (sec. XVI). Segnature precedenti: XLVI; 116. Pergamena di cm 60,5 × 83,5, in buono stato di conservazione, con bolla plumbea. Edizione: Bullarium 1747-1752, II, pp. 9-15. Regesto: Grimaldi, Index, f. 63v-64r, 285r; Hayez 1974-1976, nr. 26398.

255 — 1370 luglio 22, Roma Particola testamentaria di Bartholomeus Vayani, «natus condam domini Petri Vayani de regione Pontis», canonico di S. Pietro, «infirmus corpore», con cui egli stabilisce le seguenti disposizioni. Istituisce eredi «tres pauperes Christi viatores», ai quali lascia 5 solidi di provisini ciascuno. Alla basilica di S. Pietro assegna, «pro anima mea, patris mei, domini Iohannis et Francisci fratrum meorum et pro anima matris mee et sororum mearum», tutte le sue case nel rione Ponte e le vigne che possiede nel luogo denominato Monte Noviello. Quale condizione di tale sua disposizione stabilisce che il capitolo faccia celebrare ogni giorno una messa di suffragio in S. Pietro, presso l’altare di S. Eustachio356 da un cappellano da nominarsi appositamente, al quale dovrà essere corrisposto in tale circostanza un bolognino d’argento. Nei giorni in cui non si celebrerà la detta messa il capitolo dovrà far riporre il detto bolognino presso l’altare maggiore della basilica. Se, invece, un canonico vorrà dire messa presso il detto altare, riceva costui il bolognino, e altrettanto avvenga se il celebrante sarà un beneficiato o un clericus chori di S. Pietro. I canonici, inoltre, dovranno celebrare una messa anniversaria solenne, con vespri e vigilie, ogni anno, nella detta cappella, e in tale occasione dovranno spendersi 4 fiorini da  Cfr. supra, doc. 246.  Alfarano ricorda un altare «forte Sancto Eustachio dicatum, a Bartholomeo Vaiano canonico dotatum» che colloca verso il centro della navata minore di sinistra della basilica, cfr. Cerrati 1914, p. 78, nr. 65. 355 356

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

distribuirsi tra i tre ceti capitolari357. Vuole, inoltre, che nel giorno della morte di suo padre, «scilicet in crastino Sancti Laurentii de mense augusti vel in die dicti festi», i canonici facciano celebrare una messa per l’anima del padre e di Iohannes358, suo fratello, già canonico della basilica, spendendo 3 fiorini da distribuirsi nel modo suddetto. I canonici di S. Pietro dovranno inoltre corrispondere 20 libbre di provisini «usualis monete» il giorno di santa Lucia «de mense decembris» all’arciprete e al capitolo dei Ss. Celso e Giuliano per una messa di suffragio da celebrarsi ogni giorno nella cappella di S. Lucia esistente nella detta chiesa. Quali suoi esecutori testamentari nomina il frater Iohannes de Sancto Marco de Urbe, dell’ordine dei Minori, e Petrus Paulus Andreotii Pauli Alexii. Notaio: Franciscus Iacobi Francisci Percussi. Originale: Caps. 55, fasc. 199, doc. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Testamentum condam domini Bartholomei Vaiani» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Testamentum domini Bartholomei Vaiani canonici Sancti Petri, qui bona sua reliquit basilicae» (sec. XVI); segue, di altra mano: «videlicet omnes domos suas positas in regione Pontis cum horto iuxta eas; item omnes vineas decem petiarum et terrarum rubrorum septem in loco, qui dicitur Monte Novello, pro cappella Sancti Eustachii in basilica et officiis» (sec. XVI); a sinistra della precedente, della stessa mano: «Regione Pontis». Pergamena di cm 49,5 × 25, con diverse rosicature nel margine destro e concomitante perdita di parte del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 321r.

256 — 1370 luglio 24, Roma, S. Pietro Il vicario Laurentius de Sanguineis, il priore Thomaxius de Catellinis e gli altri canonici di S. Pietro, nominativamente elencati in numero di quattordici, riuniti in capitolo, avendo ottenuto il consenso di Urbano V 359 all’aumento delle distribuzioni quotidiane dei capitolari e il mandato dello stesso pontefice di aggiungere alle solite celebrazioni giornaliere una messa speciale «in aurora», preceduta da una vigilia pro mortuis, stabiliscono che: in occasione delle dette celebrazioni a ciascuno dei canonici, beneficiati e chierici presenti siano assegnati, rispettivamente, 12, 6 e 3 denari «de pecunia camere dicti capituli»; al termine di ogni anno, il residuo dell’amministrazione dei camerlenghi venga destinato, «deductis deducendis», all’aumento delle distribuzioni quotidiane dell’anno seguente. 357  «Fiat an. pro aa. d. Bartholomei Vayani, confratris n., patris et d. Iohannis fr. sui, in quo exp. de fructibus domorum et vinearum suarum, quas rel. n. bas., prout in suo testamento plenius continetur, fl. au. .IIII.», Egidi 1908, pp. 240-241 (11 ago.). 358  Montel 1988-1989, I, p, 422, nr. 43: Ioannes Petri Vayani de Urbe. 359  Cfr. Hayez 1974-1976, nrr. 27215 e 27216.

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Originale: Caps. 7, fasc. 268, n. 2. Sul verso, in prossimità del margine destro: «Instrumentum de institutione missis mortuorum [missis mortuorum esito di correzione di mano posteriore]» (sec. XV); aggiunto al disopra da altra mano: «Copia»; segue di mani posteriori: «de anno m ccc lxx»; «tempore Urbani v». Segnature precedenti: 36. Pergamena di cm 45 × 32,5, con estese macchie d’acqua e alcune lacerazioni nel margine destro e relativa perdita di parte del testo sul recto. Sigillo deperdito. Il documento è privo della sottoscrizione notarile; sono presenti, invece, le sottoscrizioni autografe dei canonici Laurentius de Sanguineis, Thomasius de Catellinis, Nicolaus de Pileo, Paulus de Tostis, Nicolaus de Orto, Nicolaus Tani, Iohannes Nucii, Cellus de Orto, Paulus de Paparonibus, Angelus de Mutis, Iacobus de Galganis, Franciscus de Capoçuchis, Petrus de Cinthiis, Angelus Dominici Petri Leonis360. Regesto: Grimaldi, Index, f. 85r.

257 — 1371 aprile 12, Roma, S. Pietro, in sacristia et loco capitulari Lellus Alberti de Metro del rione Trastevere, figlio ed erede della fu Maria, col consenso della moglie Catharina, vende per 80 fiorini d’oro ai canonici di S. Pietro, nominativamente elencati in numero di undici, due appezzamenti di terra fuori porta Pertusa, nel luogo detto Malgiana, «cum parte turris et castellarii, que dicitur de Insulanis»361. Segue, sulla stessa pergamena, l’atto sancente la presa di possesso dei detti beni da parte dei canonici Iacobus de Ursinis362, Nicolaus de Pileo e Peronettus363 (1371 giugno 9). Notaio: Symeon Iohannis Symeonis de Moricis. Originale: Caps. 73, fasc. 330, n. 3. Copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 39v-40v. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro molto evanido: «1371. Lellus Alberti de Metro vendidit basilice» (sec. XV); al disotto: «Casale Alberti de Saxitanis 1371» (sec. XV-XVI); nel margine superiore destro, in inchiostro parzialmente evanido: «Instrumenta terrarum Lelli Alberti de Transtiberim in casali de Saxitanis» (sec. XIV-XV). 360  Cfr. Montel 1988-1989, II, p. 21, nr. 13: Ioannes Nicolaus de Pileo [sic]; pp. 23-24, nr. 23: Paulus de Testis [sic]; pp. 40-41, nr. 33: Nicolaus de Orto; p. 16, nr. 42: Nicolaus Tani; p, 29, nr. 6: Cellus Nardelli de Orto; pp. 41-42, nr. 35: Paulus f. qdm Angeli de Paparonibus; p. 2, nr. 3: Angelus Mutus de Urbe; p. 9, nr. 20: Jacobus Galgani; p. 20, nr. 6: Franciscus Jacobi de Capozucchis; pp. 42-43, nr. 38: Petrus f. qdm Jacobi de Cinciis; pp. 26-27, nr. 1: Angelus Dominici Petri Leonis de Perleonibus. 361  Località posta presso il fosso della Maglianella, annessa al casale de Saxitanis, cfr. Gauvain 2011, p. 519, nt. 15 e contesto. 362  Montel 1988-1989, II, pp. 32-33, nr. 12: Jacobus f. qdm Francisci de Sanfursi [sic] (†1384); Rehberg 1999B, p. 182, nt. 39, e p. 247. 363  Si desidera nella prosopografia di Montel 1988-1989. La sua origine straniera (dominus Peronectus de Francia; ma altrove anche Peronectus de Transtiberim) è attestata in tre liste di canonici del 1382 inserite in lettere apostoliche conservate in AAV, Reg. Lat., 41, ff. 249r-252v: 249v, 250v e 251r. L’ultima occorrenza del suo nome nelle liste di distribuzione dei canonici si ha in occasione della solutio grossi relativa al periodo settembre 1383-febbraio 1384, cfr. ACSP, Censuali 1, f. 97v. Il Liber anniv. registra il suo obitus sotto il 3 set., cfr. Egidi 1908, pp. 258-259.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Pergamena di cm 75,5 × 31,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 279r.

258 — 1372 gennaio 26, Roma Andrea, moglie di Stephanus Petri Speculi, del rione Parione, col consenso del marito, rinuncia con patto de ulterius non petendo in favore di Paulus, figlio ed erede del fu Coluccia Pauli Lopardi dictus alias Fraschecti, macellaio del rione Ponte, debitore principale, e di Ceccus e Fanucius, figli del fu Paulus Nicolai Mancini del rione Parione, fideiussori del detto Coluccia, a tutti i diritti e le azioni che ella possiede contro il detto Coluccia per un deposito di 200 fiorini e per 100 fiorini «vigore cuiusdam termini in iudicio per dictum Paulum recepti», nonché per una diffida lanciata ai danni dello stesso Paulus. Ciò fa per aver ricevuto da costui i 200 fiorini del deposito e gli altri 100 fiorini d’oro contenuti «in dicto termino, cuius vigore secuta est dicta diffidatio». Notaio: Leonardus quondam Laurentii de Bastardellis. Originale: Caps. 62, fasc. 228, n. 6. Sul verso, nel margine superiore: «Refutatio pro filiis Pauli Leopardi» (sec. XIV); segue: «de anno 1372» (sec. XVI). Pergamena di cm 33 × 22, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349v.

259 — 1372 agosto 6, Roma, S. Rufina de Transtiberim, apud porticum Franciscus de Lenis, archipresbiter Ostiensis e «subconservator bonorum et iurium» della basilica di S. Pietro, dando esecuzione alla sentenza emanata dal conservator Franciscus de Manfredonia, arciprete di S. Vincenzo364, il cui testo viene riportato all’interno del presente documento, dichiara scomunicati l’arciprete e il capitolo di S. Maria di Corno365, colpevoli di aver molestato Nicolaus Thomassecti de Staffilibus nel pacifico possesso dell’ospedale di S. Maria Maddalena de pede Cornu366, e condanna costoro a pagare un’ammenda di 200 fiorini d’oro, confermando i diritti goduti dal capitolo di S. Pietro e dalla famiglia de Staffilibus sull’ospedale anzidetto. Notaio Sistus Iacobi Loffridi de Alatro. Originale: Caps. 30, fasc. 121, n. 1. Sul verso, nel mezzo: «Pro basilica principis apostolorum in causa Sancte Marie de Cornu Aquilan.» (sec. XV); nel margine sinistro: «Sententia executorialis per subconservatorem bonorum basilice pro ipsa basilica contra archi Originale non conservato.  Cfr. Sella 1936, nrr. 165 e 234. 366  Nella diocesi dell’Aquila, cfr. Di Flavio 1996, pp. 61-63. 364 365

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presbiterum, capitulum et clericos Sancte Marie de Cornu Aquilan(e) super iurisdictione Sancte Marie Magdalene de pede cornu» (sec. XVI); segnature precedenti: c. VIIII. Pergamena di cm 39,3 × 60, in buono stato di conservazione. Sigillo deperdito. Edizione: de Boüard 1910, pp. 357-362, doc. V. Regesto: Grimaldi, Index, f. 213v.

260 — 1372 settembre 19, Roma, S. Maria de Monte Ursinorum367, sub porticale Angela del fu Franciscus Surdi de Surdis vende a Iohannes de Ursinis368, conte di Manoppello, agente a nome della basilica di S. Pietro, e ai canonici di quest’ultima presenti all’atto (elencati nominativamente in numero di sei), otto once «de xii principalibus» del castrum di Poggio S. Pietro per il prezzo di 1239 fiorini d’oro, 1000 dei quali corrisposti dal detto Iohannes in adempimento delle ultime volontà di suo padre Neapoleo369. Segue, sulla stessa pergamena, l’atto con cui Nicolaus del fu Lellus de Buccamatiis, Cecchus Nucii Ylperini, Laurentius domini Oddonis de Buccamatiis e Ceccolellus Lelli Donati Ylperini, innanzi ai canonici di S. Pietro, elencati nominativamente in numero di undici, si dichiarano fideiussori nella vendita suddetta (1376 giugno 28). Notaio: Matheus Iacobi Saxonis de Amatescis. Originale: Caps. 40, fasc. 161, n. 4. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Emptio octo unciarum castri Podii per Basilicam Sancti Petri» (sec. XVI); nel medio margine superiore: «Emptio castri Podii Sancti Petri et fide de evictione pro Sancto Petro» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Anno mccclxxii pro basilica» (sec. XVI); «Emptio castri nostri Podii Sancti Petri» (sec. XIV-XV); segue aggiunto da altra mano: «Venditum fuit pro emsi(o)ne [sic] castri Sancti Petri in Formis» (sec. XV). Pergamena di cm 81 × 44, in pessimo stato di conservazione, con un esteso taglio nella parte superiore sinistra e relativa perdita di parte del supporto. Nello spazio bianco, al disotto del secondo documento, è stata apposta la seguente annotazione: «Inditione xiiii, mense martii, die sexto. Producta, exibita et assignata fuerunt presentes iura et instrumenta per Petrum Mancini notarium, procuratorem, scyndicum et personam legitimam dominorum canonicorum et capituli basilice Principis apostolorum de Urbe, nomine quo sopra, contra et adversus dominum Stephanum de Normandis de regione Campi Martii in causa mota pro parte dictorum dominorum canonicorum et capituli contra dictum dominum Stephanum occasione duarum unciarum de xii principalibus unciis castri Podii Sancti Petri et sui tenimenti etc. coram sapienti viro domino Nicolao de Bondiis legum doctore, iudice delegato in dicta causa una cum sapienti viro domino Tadeo domini Abrami iuris perito, sedente pro tribunali 367  Trattasi probabilmente di S. Maria in Monticello ovvero de Monte Iohannis Ronzonis, cfr. Huelsen 1927, pp. 350-351, nr. 66; Lombardi 1998, p. 175. 368  Giovanni di Napoleone di Poncello Orsini (q. 1384), cfr. Allegrezza 1998, tav. 5, gen. 7. 369  Napoleone di Poncello Orsini.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

in palatio Capitolii, in sala inferiori dicti palatii, ubi ius redditur, infra colupnas etc. presente Iohanne Tucii notario et procuratore dicti domini Stephani et contradicente. Nicolaus de Muscianis notarius palatinus et collateralis». A destra dell’annotazione che precede, della medesima mano: «Petrus Nicolai Da(m)macii notarius dicte cause». Regesto: Grimaldi, Index, f. 280v.

261 — 1372 settembre 19, , S. Pietro I canonici di S. Pietro, elencati nominativamente in numero di quindici, nominano loro procuratore il canonico Nicolaus Tani, affinché costui prenda possesso per conto della basilica del castrum di Poggio S. Pietro e riceva il giuramento di fedeltà e di vassallaggio dagli abitanti del castrum. Seguono sulla stessa pergamena: l’atto con cui Blasius Angelucii, in qualità di procuratore di Angela, figlia del fu Franciscus de Surdis, immette il detto Nicolaus Tani e Petruccius de Gordiano, procuratore di Iohannes de Ursinis370, conte di Manoppello, nel possesso corporale del castrum di Poggio S. Pietro (1372 settembre 21); l’atto con cui i detti Nicolaus e Petruccius ricevono il giuramento di fedeltà e vassallaggio dai massari abitanti nel castrum di Poggio S. Pietro (elencati nominativamente in numero di nove) e nominano tra questi un vicario del capitolo (1372 settembre 21). Notaio: Matheus Iacobi Saxonis de Amatescis. Originale: Caps. 40, fasc. 161, n. 5. Sul verso, nel margine superiore: «Procuratorium domini Nicolai Tani ad recipiendum investimentum castri Podii ac investimentum, iuramentum vaxallorum» (sec. XIV); sotto la precedente: «De anno mccclxxii» (sec. XVI); segue, in inchiostro molto evanido: «Investimentum et iuramentum vaxallorum castri Podii Sancti Petri pro basilica» (sec. XV-XVI); segue: «Instrumentum emptionis octo unctiarum castri Podii Donadei [sic] per capitulum basilice Sancti Petri et Ioannem comitem Manupelli de Ursinis et possessionis capte cum iuramentum fidelitatis vassallorum» (sec. XVI); segue, di altra mano: «anno 1372»; nel mezzo, in inchiostro apparentemente dilavato e solo in minima parte leggibile: «Sebastianus [...]rappo [...] Nicolai [...]» (sec. XVI?); nel margine inferiore: «Mandatum procure in personam domini Petrucii canonici Sancti Petri ad capiendam possessionem castri Donadei [sic]» (sec. XVI). Pergamena di cm 78,5 × 23, con un’ampia macchia di umidità nella parte superiore che impedisce in alcuni luoghi la lettura del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 280v.

262 — 1373 marzo 10, Roma, S. Maria sopra Minerva, in claustro Mathutius Bobonis de Bovescis del rione Arenula, con il consenso della moglie Margarita, vende a Iohannes Egidii Quinquedenti, mercator del rione Ponte, la 370

 Giovanni di Napoleone di Poncello Orsini.

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metà del casale detto casale domini Fredi371, «cum integra medietate turris, accasamentorum, claustri et rediminis», posto fuori porta Pertusa, per il prezzo di 400 fiorini d’oro. Segue l’atto della presa di possesso corporale del detto casale da parte dell’acquirente (1373 aprile 15). Notaio: Matheus Iacobi Saxonis de Amatescis. Originale: Caps. 36, fasc. 324, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum venditionis medietatis casalis domini Fredi facte per Mactutium Bobonii de Boveschis Iohanni Cinque Dienti iuncte pro indiviso cum alia medietate dicti Mactutii»; (sec. XIV); al disotto della precedente: «De anno m ccc lxxiii. Casale domini Fredi» (sec. XVI); ivi: «Sunt census in pecunia numerata in totum lxxxxta vel in circha» (sec. XIV). Segnature precedenti: C. 96. 4; 324. Pergamena di cm 54,3 × 28,7, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 260v.

263* — 1373 marzo 10, Roma, S. Maria sopra Minerva, in claustro Altro originale del precedente n. 262: Caps. 36, fasc. 324, n. 3; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 74v-75v. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum venditionis medietatis casalis domini Fredi facte per Mactutium Iohanni Cinquedenti cum lxxxxta librarum vel incircha censuum in pecunia numerata ac etiam instrumentum dicti casalis medietatis etc.» (sec. XIV); al disotto, leggibile solo con l’ausilio dei raggi UV: «Iura Turricelle domini Fredi et cetera»; ivi: «Instrumentum venditionis medietatis casalis domini Fredi facte per Matthutium Iohanni v denti» (sec. XIV-XV); «Cornazani de anno 1373» (sec. XVI); «Venditio medietatis casalis Freddi in favorem Ioannis Egidii» (sec. XVI-XVII). Due pergamene rispettivamente di cm 62 × 25 e 27 × 19, in buono stato di conservazione.

264 — 1373 marzo 26, Roma Macthutius condam Bobonis de Bovescis, «alias Macthutius domini Goctifreddi», in presenza di Nicolaus Bruni de Pracena, legum doctor, giudice palatino e collaterale del senatore Petrus della Marina de Raconato [sic]372, emancipa sua figlia Paula dalla tutela paterna, e le conferisce 10 fiorini d’oro a titolo di «emancipationis prehemium». A sua volta, la detta Paula dichiara che suo marito Romanus condam Pauli Thome Anthonii ex dominis castri Martignani ha ricevuto dallo stesso Macthutius 200 fiorini d’oro «pro dote et guarnimentis». In conse371  Casale (anche denominato in Plano Modii) posto sulla via Aurelia, fra Torrevecchia-Primavalle e la Madonna del Riposo, cfr. Gauvain 2011, pp. 582-584. 372  Cfr. Salimei 1935, p. 141.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

guenza di ciò, Paula rinuncia a ogni ulteriore pretesa sui beni paterni e della madre Margarita, moglie di Macthutius. Notaio: Antonius Goyoli. Copia autentica del 1400 feb. 16, not. Iohannes Paulus Antonii Goioli «ex libris protocollis supradicti Antonii Goioli eius patris notarii iam defuncti»: Caps. 36, fasc. 144, n. 5; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 14r-16v. Sul verso, nel margine inferiore destro: «Macthutius domini Fredi manumisit dominam Paulam filiam suam. Valet pro nostra basilica» (sec. XV); ivi: «In casale Piscis» (sec. XVI); «De anno mccclxxiii» (sec. XVI); di altra mano coeva: «De anno 1353 [sic]». Pergamena di cm 80 × 39, con alcune scoloriture dell’inchiostro. Regesto: Grimaldi, Index, f. 260v.

265 — 1373 luglio 3, Roma, S. Maria sopra Minerva Lellus Milgi del rione dei Ss. Lorenzo e Damaso, contrada di Campo de’ Fiori, sanus corpore, detta le sue ultime volontà. Istituisce erede la figlia Cechola, moglie di Iacobellus figlio del fu Lellus Iacobi de Paulo. A S. Pietro lascia la casa che abita in Campo de’ Fiori, un’altra casa nel rione Arenula, la metà del casale detto la Botticella373, la quarta parte del casale detto la Cementara374, posto fuori la porta di S. Lorenzo extra muros. Al capitolo di S. Pietro chiede di celebrare ogni settimana tre messe in suffragio dell’anima sua e dei suoi parenti defunti all’altare di S. Lorenzo, «quod est iusta cappellam sancti Sudarii»375, e ogni anno l’anniversario della sua morte376. Altri lasciti pro missis cantandis dispone in favore dei fratres di S. Maria sopra Minerva, S. Maria in Araceli, S. Trifone e S. Maria del Popolo. Destina, inoltre, 5 libbre di provisini «capudviquinquatu meo pro una intenna fienda per eos tempore exercitus Romani populi» e altrettante libbre «capudviquinquato de Mercato de caballis pro una intenda 373  Casale posto sulla via Aurelia, nei pressi di Castel di Guido, cfr. Tomassetti 1975-1977, II, p. 602 e Gauvain 2011, pp. 180-181, s.v. Bottaccia. 374  Casale posto sulla via Tiburtina nel territorio di Castell’Arcione, cfr. Tomassetti 19751977, VI, p. 588; Gauvain 2011, p. 240. 375  Altare posto nell’ultima navata di destra dell’antica S. Pietro. L’Alfarano ricorda come questo altare fu «a Lello Milglis de Regione Parionis dotatum», cfr. Cerrati 1914, pp. 104-105, nr. 110. 376  Nel lungo obitus che ricorda Lello de Milglis nel Liber anniv. vengono ricordati, tra i lasciti da costui fatti alla basilica, il «palatium suum colupnatum terrineum et soleratum, cum cameris et salis infra se», in Parione, una «domum iuncta cum palatio retro se», in Arenula, e metà del casale «quod dicitur Vucticella». Non si fa invece menzione della Cementara. Nello stesso obitus si ricorda, poi, che detti domus e casale «assignata fuerunt nomine dicte bas. dd. T. de Catellinis et P. de Perlleonibus per Nuntium de Nigris [sic] executorem dicti Lelli, prout patet manu Symeonis Scaphi bas. ben. not. pub.» cfr. Egidi 1908, pp. 252-253 (16 set.).

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fienda per eos tempore exercitus Romani populi»377. Quali esecutori nomina la moglie Francisca e il nipote Nuccius Niger. Notaio: Symeon Iohannis Symeonis de Moricis. Originale: Caps. 73, fasc. 330, n. 4; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 41r-42r. Sul verso, nell’angolo superiore sinistro: «Domorum diversa» (sec. XV); a destra della precedente: «Testamentum Lelli Milgliarii» (sec. XIV); al disotto: «Testamentum Lelli Migliarii, qui reliquit basilice Sancti Petri medietatem casalis della Bocticella et casalis della Cementara et plures domos etc.» (sec. xv); segue, di altra mano: «1373»; nel margine superiore destro: «Domus et multa bona cum quarto casalis la Cementara extra portam Sancti Lauris [sic] ex testamento Lelli Migli» (sec. XV-XVI); nel margine inferiore, in inchiostro parzialmente evanido: «Testamentum olim Lelli Migli super relicto facto basilice nostre et maxime super medietate casalis, que dicitur la Botticella, positi extra portam Pertusam inter [...] confinia quarte partis alterius casalis, quod dicitur la Ce[mentara]»; «Die xviiii mensis februarii, xiiie indictionis. Productum, exibitum et assignatum fuit presens instrumentum per Laurentium Leonis notarium, procuratorem, yconomum et personam legitimam venerabilium virorum dominorum prioris, canonicorum et capituli basilice Principis apostolorum de Urbe coram nobile et sapienti viro domino Iohanne de Castellanis iudice palatino et collaterale presentium dominorum conservatorum Camere Urbis, senatorium officium exercentium, secundum formam statutorum Urbis, et gubernatorum officium super pace et guerris Romani populi, sedente pro tribunali ad suum solitum banchum [iuris?] ad iura redenda, die iuridico, hora causarum, ut moris est, contra et adversus Sclavum Panulfi de regione Colupne, presentem, audientem et intelligentem et nichilominus contradicentem. Iacobus Hedificatii de Malpileis notarius palatinus et collateralis dicte cause» (sec. XIV). Pergamena di cm 50 × 39, con un piccolo rammendo con spago nel margine superiore sinistro. Regesto: Grimaldi, Index, f. 279r.

266 — 1373 settembre 5, Roma Particola testamentaria di Laurentius domini Symeonis del rione Ponte, «infirmus corpore», contenente le seguenti disposizioni. Lascia a S. Pietro («ecclesie Sancti Petri maioris de Urbe») la casa terrinea e solarata con orto che abita nel detto rione, con la clausola che la moglie Angela ne goda l’usufrutto vita natural durante e che i canonici di S. Pietro celebrino il suo anniversario378. Quale 377  Capud XXV era denominata l’unità di base della milizia popolare romana costituita da venticinque fanti provenienti dalla medesima contrada, cfr. Maire Vigueur 2001B, pp. 134-140. 378  «Ob. Laurentius d. Symeonis Paliarius, qui rel. n. bas. unam domum pos. in parr. Ss. Celsi et Iuliani cum signo hominis vendentis signa paternostralia; pro c. a. d. Angela, uxor sua, usufructuaria dicte domus, donavit bas. tertiam partem pensionis dicte domus tempore vite ipsius d. Angele, et voluit dictam tertiam partem pensionis dicte domus expendi pro an. viri sui; post mortem vero d. Angele exp. due partes pensionis prefate domus, reliqua tertia pars cam. bas. applicetur», Egidi 1908, pp. 250-251 (11 set.).

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luogo per la sua sepoltura elegge la chiesa di S. Maria de Monte379. Nomina la moglie Angela sua unica esecutrice testamentaria conferendole in tal veste «nomen et vim heredis». Notaio: Sabbas Nicolai Pauli de Gractulis. Originale: Caps. 55, fasc. 365, n. 2. Sul verso, nel margine superiore: «Domus in regione Pontis» (sec. XVI); al disotto della precedente: «Particula testamenti domini Laurentii domini Symeonis, qui reliquid basilice domum suam positam in parrocchia Sanctorum Celsi et Iuliani» (sec. XIV); segue, di mano posteriore: «de anno 1373». Pergamena di cm 38 × 19, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 320v.

267 — 1374 gennaio 10, Roma Iacobellus Iohannis Bruni de Brunellis e suo fratello Iohannucius dispongono che, nel caso uno dei due premorisse all’altro senza aver avuto figli maschi, i rispettivi eredi assegnino al sopravvissuto le rispettive metà del casale di Mazzalupo380, posto fuori porta Pertusa, e della casa nel rione Ponte che i due fratelli possiedono pro indiviso. Nel caso, però, dovessero morire entrambi senza discendenza maschile, o questa si estinguesse in qualsiasi tempo futuro, dispongono che il detto casale sia assegnato per intero a S. Pietro e che la casa suddetta vada alla chiesa dei Ss. Celso e Giuliano, fatto obbligo ai rispettivi canonici di celebrare alcune messe in suffragio dell’anima loro e dei loro parenti defunti. Notaio: Nicolaus Bartholomei Nicolai de Urbe. Originale: Caps. 39, fasc. 328, n. 1; copie del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 84r-85r; 3, ff. 125r-126v. Sul verso, nel margine superiore destro: «Pacta condita et conffirmata [sic] inter Iacobellum Bruni et Ioannucium eius fratrem de casali eorum dimisso basilice Sancti Petri pactis infrascriptis» (sec. XIV); nel medio margine superiore: «Casalis Mazalupi» (sec. XVI); al disotto della precedente: «Casalis Mazalupi. Instrumentum pactorum inter Iacobellum domini Ioannis Bruni et Iannucium eius fratrem» (sec. XVI). Pergamena di cm 57 × 30, in buono stato di consevazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 275v-276r.

268 — 1374 aprile 28, Roma Petrus, figlio del fu Titulus dictus alias Cianti, del rione Ponte, contrada della Portica di S. Pietro, presente e consenziente la moglie Anastasia, vende per 200 379  Da identificarsi probabilmente con S. Maria in Monticello (o de Monte Iohannis Ronzonis), chiesa del rione Ponte, nella contrada Scorteclari, su cui si veda la bibliografia citata supra, doc. 260, nt. 367. 380  Casale compreso fra le vie Boccea e Cassia, cfr. Gauvain 2011, pp. 344-347.

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fiorini a Iohannes, figlio del fu Philippucius Andree dictus Çamaro, anch’egli della detta Portica, una «domus solarata cum cameris infra se», posta nella Città Leonina, «in Burgo novo», già annessa al Castel Sant’Angelo («que dudum fuit Castelli S. Angeli») e ora degli eredi del fu Iohannes Macthotii de Ylperinis. Notaio: Andreas magistri Nicolai de Podio Sancti Laurentii. Originale: Caps. 59, fasc. 218, n. 4. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Instrumentum domus empte a Çamaro» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Domus in burgo prope castellum Sancti Angeli vendita Zamaro 1374» (sec. XVI). Pergamena di cm 49 × 17,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 340r.

269 — 1374 maggio 5, Villeneuve-lès-Avignon Gregorio XI proibisce ai canonici di S. Pietro, comminando un’ammenda di 25 fiorini d’oro da applicarsi alla fabrica della detta basilica, di perseverare nella cattiva usanza («contra ius et statuta ipsius basilice ac generalem consuetudinem universalis ecclesie») di elargire i proventi delle distribuzioni quotidiane ai loro arcipreti pro tempore, «licet absentibus», dando un cattivo esempio alle altre chiese. Originale: Caps. 7, fasc. 268, n. 3; copia del sec. XVI: PAnot. 4, f. 119r. Sul verso, nel mezzo: «Sarmineto. Ro(mane) preceden(tie). Bulla de percipiendis distributionibus quotidianis pro parte canonicorum et capituli Sancti Petri de Urbe per compulsos (?) productis. Die 28 martii 1565. Antonius Guidettus notarius» (sec. XVI); nel mezzo del margine inferiore: «Capitulo basilice Principis apostolorum de Urbe, in qua basilica archipresbiter non debet recipere quotidianis distributionibus. Gregorius papa xi» (sec. XV); al disotto: «Alię ecclesię Urbis et orbis debent sumere exemplum ab hac Principis apostolorum basilica» (sec. XVI); al disotto: «Transumptata in libro bullarum per Ludovicum Cecium fol. 119, signata l(ittera) B» (sec. XVI). Segnature precedenti: 34; C XI. Pergamena di cm 30 × 52 (pl. 9,5), in buono stato di conservazione, con bolla plumbea cum filo serico. Edizione: Bullarium 1747-1752, II, pp. 25-26. Regesto: Grimaldi, Index, f. 21r, 85r; Mollat 1962-1965, nr. 2643.

270 — 1374 giugno 19, Roma, S. Pietro Mattheus de castro Montisrotundi, canonico di S. Maria in Trastevere, e Iohannes Mathei Petri Angeli, suo fratello, donano inter vivos alla basilica di S. Pietro e al

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suo capitolo tutte le terre e i beni che essi possiedono nel territorio di Monterotondo381. Notaio: Symeon Laurentii Scafi. Originale: Caps. 65, fasc. 353, n. 5; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 188v-189r. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro parzialmente evanido: «Instrumentum donationis facte basilice Principis apostolorum de Urbe per dominum Matheum et Iohannem eius fratrem de Monterotundo de possessionibus et terris intrascriptis» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Donatio terrarum in territorio Montis Rotundi facta basilice de anno 1374 duplicata» (sec. XV-XVI); segue, di altra mano: «Castri Iubilei». Pergamena di cm 44 × 25, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 301v-302r.

271* — 1374 giugno 19, Roma, S. Pietro Altro originale del precedente n. 270: Caps. 65, fasc. 353, n. 6. Sul verso, nel margine inferiore: «Donatio terrarum Montisrotundi» (sec. XIV); segue, di altra mano posteriore: «facta basilice, duplicata. In s. [?] Castri Iubilei». Pergamena di cm 57 × 22, in buono stato di conservazione.

272 — 1374 novembre 8, Roma, S. Pietro, in canonica, in domo habitationis Petri de Cinthiis Petrus de Cinthiis382, canonico di S. Pietro, e il presbiter Iacobus, canonico di S. Cecilia in Trastevere, agenti in qualità di procuratori dei rispettivi capitoli, stabiliscono alcuni pacta atti a regolamentare in futuro i rapporti tra le due chiese per quanto concerne i diritti di sepoltura di coloro che, «peregrini seu advenae», moriranno nella parrocchia di S. Cecilia. Essi stabiliscono, dunque, che da ora in poi di tutti i pellegrini e gli stranieri («de omnibus peregrinis et advenis cuiuscumque status») che moriranno nella parrocchia di S. Cecilia uno dovrà essere sepolto in S. Cecilia e uno in S. Pietro, alternativamente, se i canonici vaticani lo vorranno; che il priore e il capitolo di S. Cecilia dovranno dare notizia di tali decessi al priore, ai canonici e ai camerarii exceptorum della basilica 381  Sui beni posseduti dal capitolo di S. Pietro in Monterotondo, castrum posto sulla via Salaria, a nord di Roma, si veda Gauvain 2011, pp. 361-362. 382  Petrus Iacobi Cinthii, cfr. supra, doc. 256, nt. 360. Il nostro canonico compare in due atti conservati nei protocolli del notaio romano Paolo de Serromanis: la prima volta in qualità di testimone in un atto del 1369 mag. 8, la seconda in qualità di rappresentate dei canonici di S. Pietro – assieme a Bartolomeo Vaiani – in un atto datato 1372 lug. 30, cfr. Mosti Serromanis, p. 343, doc. 58 e p. 454, doc. 40. Egli va forse identificato con il Pietro Cenci divenuto in seguito vescovo di Tivoli (1380) e di Sutri (1384), cfr. Eubel 1913, pp. 470 e 485. Non va, invece, confuso con Petrus Francisci de Cinthiis, anch’egli canonico di S. Pietro, deceduto nel 1360, la cui lastra tombale si conserva nella chiesa romana di S. Cecilia, cfr. Blittersdorff 1981, pp. 58-59, doc. VII,8 e Rehberg 1999B, p. 254.

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vaticana per mezzo di un loro nunzio; che tutti i beni posseduti dai suddetti defunti («omnia bona, spolia, pecunias, aurum et argentum») dovranno essere suddivisi nel modo sotto indicato: se i detti beni ascenderanno a un massimo di 3 fiorini d’oro, essi saranno assegnati a S. Cecilia se il corpo del defunto verrà ivi sepolto, altrimenti, se sarà sepolto in S. Pietro, i canonici di quest’ultima avranno «pro cera et elemosina» 1 fiorino d’oro, e il resto andrà a S. Cecilia. Se il valore dei detti beni sarà compreso tra 3 e 6 fiorini d’oro, due terzi andranno a S. Cecilia e il rimanente a S. Pietro. Se tale somma supererà i 6 fiorini, due terzi andranno a S. Pietro e un terzo a S. Cecilia, sia che la salma sarà sepolta presso l’una chiesa o presso l’altra, indistintamente. E questo comportamento dovrà tenersi nei confronti di quanti moriranno «sine legitimis filiis». I due canonici suddetti stabiliscono, infine, che se a causa dei predetti beni dovesse essere mossa lite contro S. Cecilia, i canonici di S. Pietro dovranno partecipare alle spese «usque ad finem cause» nella porzione a essi spettante. Notaio: Paulus Nicolai Martellini de Cavalutiis. Originale: Caps. 71, fasc. 355, n. 1. Sul verso, nel margine superiore, in inchiostro quasi del tutto evanido: «Pacta [...] Sancte Cecilie de [...]» (sec. XIV); nel margine inferiore: «Instrumentum pactorum inter basilicam nostram et capitulum ecclesie Sancte Cecilie de regione Transtiberim» (sec. XV); segue, di mano posteriore: «de anno m ccc lxxiiiio»; al disotto: «de sepeliendis pelegrinis [sic]» (sec. XVI). Pergamena di cm 54,5 × 27,5, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 306v.

273 — 1375 febbraio 12, Roma Iohanna, moglie del fu Colutia Pauli Leopardi dictus Fraschetta, macellaio del rione Ponte, viene istituita tutrice delle nipoti Mattheola e Palotia, figlie del fu Paulus, figlio suo e del detto Colutia e nomina, a sua volta, un procuratore legale per le dette pupille nella persona del notaio Bernardus Santi de Philippinis. Notaio: Anthonius Goioli Petri Scopte. Originale: Caps. 62, fasc. 228, n. 7. Sul verso, nel margine superiore: «Tutela pro filiabus Pauli Colutie Leopardi» (sec. XIV); segue: «et constitutio procuratoris» (sec. XVI); nel margine inferiore: «De la socera de Cola Pacello» (sec. XIV-XV). Pergamena di cm 67 × 28, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 349v.

274 — 1375 maggio 7, Roma, S. Pietro, in loco capituli Il capitolo di S. Pietro nomina un procuratore nella persona del canonico Stephanus de Paparescis, al quale affida il compito di far valere i propri diritti in

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Ortona e in Francavilla e, in particolare, di rivalersi sugli eredi o sugli attuali possessori dei beni e dei diritti dei defunti Nicolaus Petrutii, Martinus Sementis e Antonius dictus Caruso di Ortona per un deposito di 550 ducati d’oro. Il detto procuratore dovrà inoltre pubblicare le «reginales lictere» concesse de novo alla basilca, che fanno dono a S. Pietro di 50 once d’argento in carlini da riscuotersi annualmente sui diritti del baiulato di Francavilla e su quello ortonese383. Notaio: Anthonius condam Petrucciani de Trivignano. Originale: Caps. 48, fasc. 346, n. 2. Sul verso, nel medio margine destro: «Die x iunii, xiii indictionis. Anthonius Maii, Nicolaus magistri Francisci condam famulus suus [condam-suus apparentemente depennato], Me(m)mus Cicchi Guillelmi, Bartholomeus Thomassoni» (sec. XIV); al disotto della precedente: «Instrumentum procure in favorem canonicorum basilice» (sec. XVI); nel margine inferiore: «Procuratorium in Aprutio pro recuperatione quingentorum l ducatorum anni 1375 | 11 [o II?]» (sec. XVI). Segnature precedenti:11 [o II?]. Pergamena di cm 62,5 × 21, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 293v

275 — 1376 aprile 20, Avignone Gregorio XI dà mandato agli arcivescovi, ai vescovi e a tutti i prelati di pubblicare ed esporre al popolo in vulgari il processo (il cui testo viene riportato all’interno del presente documento) che lo ha costretto a lanciare l’interdetto su Firenze e a scomunicare i suoi cittadini, colpevoli di ribellione contro la Chiesa384. Copia semplice da copia autentica del 1376 nov. 10, not. Petrus Francisci Nicolai de Alatro: Caps. 8, fasc. 272, n. 2. Sul verso, nel margine inferiore: «Processus domini Gregorii pape xi contra impios Florentinos et quosdam alios rebelles Ecclesie» (sec. XV-XVI); al disotto: «Processus contra Florentinos et quosdam alios rebelles Ecclesie Gregorii xi, transumptum bullę» (sec. XVII). Segnature precedenti: 126; C XVIIII. Pergamena di (cm 71,5 × 62), in buono stato di conservazione. Edizione: Raynaldi 1691, t. XIV, coll. 1524-1531. Regesto: Grimaldi, Index, f. 21r-v, 88r; Mollat 1962-1965, nr. 3782.  Cfr. supra, doc. 246.  Sugli eventi ai quali il documento si riferisce si veda Gherardi 1868. La presenza di questo documento nell’archivio del capitolo di S. Pietro va messa probabilmente in relazione con la menzione tra i testimoni alla redazione della copia autentica del canonico vaticano Thebaldus Iohannis Thebaldi de Thebaldescis. 383 384

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276 — 1377 giugno 26, Roma, S. Pietro, in capitulo I canonici di S. Pietro, nominativamente elencati in numero di diciassette, riuniti in capitolo, locano al nobilis vir Iacobus Iohannis Guetucii, agente a nome di Anibaldus Francisci Pauli de Stephanescis e dei figli di questo, Iacobella (di primo matrimonio), Laurentius, Petrus e degli altri figli legittimi, nipoti e pronipoti di Anibaldus, «usque ad tertiam generationem inclusive», le proprietà della basilica vaticana nel territorio di Porto, contro un canone di 5 fiorini d’oro da pagarsi ogni anno il giorno di Pasqua, e il pagamento di 50 fiorini d’oro nella prossima festività di s. Maria d’agosto per canoni decorsi e non pagati. Notaio: Andreas Romani de Obicionibus. Originale: Caps. 73, fasc. 322, n. 3; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 252v-254v. Sul verso, nel margine superiore: «Instrumentum locationis terrarum tenimenti Sancte Anatolie de anno 1377» (sec. XV-XVI); al centro: «Gaspar. Portuensis bonorum. Instrumentum locationis rerum et bonorum. Egidius Dass compulsus produxit instante Nicolao servandi in domo domini. Rome, mercurii xxxi augusti 1563. Bertoldus Ernesti notarius»; nel margine inferiore, in inchiostro parzialmente evanido: «Carta locationis terrarum et casalis nostre basilice Sancte Anatolie [...]» (sec. XIV-XV). Pergamena di cm 51,5 × 45, molto deteriorata, con diffusi svanimenti dell’inchiostro e una lacerazione nel margine inferiore. Sul verso della pergamena, oltre a quelle sopra riportate, sono presenti numerose altre annotazioni, alcune delle quali oggi non più leggibili a causa del completo svanimento dell’inchiostro. L’annotazione più estesa, situata nel margine superiore destro, è del tenore seguente (a. 1380): «Indictione tertia, mense februarii, die lune vicesimo. Productum, exhibitum et assignatum fuit presens instrumentum una cum quadam ratificatione facta per [...] Anibaldum de terris et possessionibus propter instantiam contra per Nucium Thome [...] notarium, procuratorem, syndicum, yconomum et personam legitimam venerabilium virorum dominorum prioris, canonicorum et capituli basilice Principis apostolorum de Urbe procuratorio et scyndicario nominibus ipsorum et pro eis coram sapienti viro domino Anthonio de Cingulo legum doctore, iudice palatino et collaterale presentis domini senatoris sedente pro tribunali ad solitum banchum iuris in palatio Capitolii, die iuritico, hora causarum ad iur(a) reddendum contra et adversus magnificum virum Anibaldum Francisci Pauli de Stephaniscis de regione Transtiberim pro l florenis auri, in quibus in presenti instrumento apparet obligatus eidem basilice, canonicis et capitulo in una manu et pro decem florenis auri pro censu dictarum possessionum pro duobus annis proxime preteritis ad rationem quinque florenorum auri anno quolibet. Et petiit dictus procurator et scyndicus nominibus, quibus sopra, coram dicto iudice presens instrumentum et dictam ratificationem executioni mandare contra dictum Anibaldum realiter et personaliter et pro dictis quantitatibus et qualibet ipsarum secundum formam iuris et statutorum Urbis. Anthonius [Goioli?] notarius palatinus et collateralis [...] curie. Idem Anthonius». Regesto: Grimaldi, Index, f. 252r.

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277 — 1377 luglio 8, Roma Macthucius Bobonis de Bovescis del rione Arenula impignora la metà di un terzo dei propri beni in favore della moglie Alexandra, figlia del fu Thomarotius Covielle, del rione S. Eustachio, consistenti in un quarto del casale di Cornazzano385, posto fuori porta Pertusa, «in partibus Maretime»; un altro casale posto fuori la stessa porta, nel luogo detto Piano dello Mogio; diverse case e palatia nel rione Regola e un mulino sul Tevere. Notaio: Petrus Pauli Seccadentis. Originale: Caps. 41, fasc. 334, n. 1; copia del sec. XVI: PAnot., 5, ff. 72v-73v. Sul verso, nel margine superiore: «Bona Matthucii cum quarta parte Cornazani in pignus posita pro dote domine Alexandre uxoris sue de anno 1377» (sec. XVI); «Indictione x, mense septembris, die x. Productum et assignatum fuit presens instrumentum coram sapienti viro domino Laurentio domini Petri iuris perito, iudice palatino et collaterale [...] sedente ad [...] pro tribunali etc. per Mathucium Bobonis domini Bovescis de regione Arenule pro se et ut procuratorem et personam legitimam domine Alisantre [sic] uxoris sue contra et adversus Iohannem Paulum Iohannis Pauli de dicta regione in causa, quam habuit cum eo etc. Qui iudex, sedens ut supra, eum admisit si et in quantum de iure tenetur et debet, presente et audiente dicto Iohanne. Laurentius Carota notarius palatinus et collateralis» (sec. XIV); segue: «Indictione xa, mense septembris, die xviii. Iterum productum, assignatum fuit presens instrumentum, non recedendo a supradicta assignatione per eum facta, coram sapienti viro domino Laurentio iudice et collaterale supradicto, sedente ut supra, per dictum Macthutium pro se et nomine quo supra contra dictum Iohannem in causa, quam habuit cum eo etc. Qui iudex sedens ut supra eum ammisit si et in quantum de iure tenetur et debet. Laurentius Carota notarius palatinus et collateralis» (sec. XIV); segue, di altra mano coeva: «Eodem die assignatum fuit ut supra. Nicolaus de Astallis notarius palatinus et collateralis»; segue, di altra mano coeva: «Indictione xi, mense decembris, die sabbati xiiiia. Productum et presentatum fuit presens instrumentum coram sapienti viro Lutio Calisti legum doctore, iudice palatino et collaterale curie Capitolii sedente etc. Nicolaus Nucii Sabe notarius palatinus et collateralis». Pergamena di cm 73,5 × 19, con una macchia scura nel margine superiore sinistro, che non compromette la leggibilità del testo. Regesto: Grimaldi, Index, f. 283v.

278* — 1377 luglio 8, Roma Copia autentica del precedente n. 277, del 1395 mar. 27, not. Laurentius Iohannis Pauli Carote de Rusticis ex «protochollis seu abreviaturis condam Petri Pauli Secchadentis notarii defuncti»: Caps. 68, fasc. 358, n. 3. Sul verso, nel margine superiore sinistro: «Obligatio et pignoratio sororis Mattucii uxori sue Alexandre extra portam Pertusii» 385  Casale (e castrum) posto sulla via Clodia, nei pressi di S. Maria di Galeria, cfr. Tomassetti 1975-1977, III, pp. 72-74; Gauvain 2011, pp. 253-259.

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(sec. XVI); al disotto della precedente, in inchiostro quasi del tutto evanido: «Instrumentum uxoris condam Mactutii domini Frede videlicet carta dotalia» (sec. XIV); al disotto, di altra mano posteriore: «anno 1377»; nel margine inferiore: «Instrumentum bonorum Mactuzii cum 4ta parte Cornazani» (sec. XV-XVI); segue, di altra mano: «de anno 1377». Pergamena di cm 71,5 × 27, in buono stato di conservazione.

279 — 1378 giugno 8, Roma, S. Pietro, in sacristia I canonici di S. Pietro, nominativamente elencati in numero di diciannove, riuniti in capitolo, e i beneficiati della stessa basilica, nominativamente elencati in numero di venti, agenti anche a nome dei chierici beneficiati, con la licenza e il consenso dei canonici Franciscus de Tostis386 e Antonius de Calvis387, vicari di Hugo388, cardinale diacono di S. Maria in Portico e arciprete di S. Pietro, eleggono un arbitro nella persona di Franciscus389, cardinale prete di S. Sabina, affidando a costui il compito di terminare amichevolmente le controversie insorte fra i due ceti capitolari circa la suddivisione delle oblazioni fatte dai fedeli in occasione dell’ostensione del Sudario (della Veronica) e altre quaestiones espressamente menzionate nel documento. I compromittenti, a tal fine, nominano due procuratori nelle persone di Iohannes390, arcivescovo di Corfù, in rappresentanza dei canonici, e Nicolaus de Cremona, decretorum doctor e uditore delle cause del Sacro Palazzo apostolico, in rappresentanza dei beneficiati. Notaio: Petrus de Montella. Originale: Caps. 3, fasc. 6, n. 1. Sul verso, «Compromissum super oblationibus sudarii inter canonicos et beneficiatos de anno 1378» (sec. XV-XVI). Pergamena di cm 39 × 41, in buono stato di conservazione. Regesto: Grimaldi, Index, f. 79v.

280 — 1378 giugno 18, Roma, S. Pietro, in palatio apostolico Franciscus391, cardinale prete di S. Sabina, arbitro eletto dai canonici di S. Pietro, da una parte, e dai beneficiati e chierici beneficiati della stessa basilica,  Montel 1988-1989, II, pp. 31-32, nr. 11: Franciscus f. qdm Tosti de Tostis.  Antonius Francisci de Calvis († 1411), canonico di S. Pietro dal 1370, divenne in seguito vescovo di Imola (1390) e poi di Todi (1395). Nel 1405 Innocenzo VII lo creò cardinale di S. Prassede. Fu arciprete della basilica vaticana dal 1408 alla morte. Cfr. Gennaro 1967; Montel 1988-1989, II, pp. 27-28, nr. 3: Antonius Francisci de Calvis; Rezza – Stocchi 2008, p. 198. 388  Hugues de Saint-Martial, arciprete di S. Pietro dal 1374 al 1378, cfr. Rezza – Stocchi 2008, p. 193. 389  Franciscus Iohannis Thebaldi de Thebaldescis. 390  Giovanni da Amelia, cfr. Eubel 1913, p. 209 e Fodale 2001. 391  Franciscus Iohannis Thebaldi de Thebaldescis. 386 387

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dall’altra parte392, emette la propria sentenza per risolvere le controversie insorte in seno al capitolo, tra cui dispone: che le oblazioni fatte dai fedeli in occasione dell’ostensione del Sudario (della Veronica) spettino di diritto ai canonici, poiché questi assistono personalmente a tale atto e «quia sic fuit hactenus observatum»; che le chiavi della sacrestia «antiqua seu maior», ove vengono riposti i preziosi della basilica, restino presso i canonici; che delle sei chiavi, di cui si fa menzione negli statuta di Nicola III 393, due siano assegnate ai camerlenghi dei beneficiati «pro claudendo archam, in qua pecunia comuniter dividenda reponi consuevit», e le altre restino ai canonici; che questi ultimi, ai quali soli spetta per statuto l’uso del sigillo capitolare394, non estorcano somme eccessive ai beneficiati che ne facciano richiesta; che tra i canonici debbano dividersi le corresponsioni in pepe provenienti dalle chiese e dalle cappelle soggette alla basilica «loco procurationis sive pabulum caritatis», così come il vino e le cibarie che i rettori delle dette chiese e cappelle sono tenuti a offrire ai capitolari che vi si recano in occasione delle festività dei santi titolari. Notaio: Petrus de Montella. Originale: Caps. 3, fasc. 6, n. 2; copie del sec. XVI: PAnot., 1, ff. 72r-73v; 4, ff. 85v-87va. Sul verso, «Privilegium super oblationibus fiendis sudario [...] canonicorum» (sec. XIV); segue di mano posteriore: «piperis capellarum et aliorum rerum de anno 1378»; «Concordia super oblationibus fiendis in ostensione Vultus Sancti» (sec. XVIII). Pergamena di cm 41,5 × 60,5 (pl. 4,5), con qualche svanimento dell’inchiostro; si conserva il sigillo di cera pendente. Edizione: Martorelli 1792, pp. 199-205. Regesto: Grimaldi, Index, f. 79v.

 Cfr. supra, doc. 279.  Cfr. Bullarium 1747-1752, I, p. 188. 394  Ivi, p 180. 392

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DOCUMENTI NON DATATI

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1 Franciscus vende una casa a Perna, moglie di Nuccius Pucii. Notaio: Gualterius magistri Petri1. Originale: Caps. 63, fasc. 395, n. 11. Pergamena di cm 56,5 × 17,5, lacera, priva dell’intero protocollo. Regesto: Grimaldi, Index, –

2 Francisca, vedova di Paulus, dichiara di aver ricevuto da Iohanna, madre di quest’ultimo e moglie del fu Nicolaus Iudeus, la propria dote ammontante a 66 fiorini e due terzi, «omnia guarnimenta sua» per l’ammontare di 33 fiorini e un terzo e, infine, 26 fiorini, 2 solidi e 8 denari a titolo di donatio propter nuptias. Notaio: Iohannes Sanctus condam Donati ser Symeonis de Moricis. Originale: Caps. 62, fasc. 229, n. 11. Sul verso, nel margine inferiore: «Receptio dotis per dominam Franciscam et illius quietatio per eandem» (sec. XVI). Pergamena di cm 43 × 24,5, mutila della parte superiore, compreso l’intero protocollo del documento. Regesto: Grimaldi, Index, f. 350r.

3 Franciscus de Tostis vende a certa Perna una casa ubicata nella Portica di S. Pietro. Originale: Caps. 62, fasc. 229, n. 10. Lacerto di pergamena cm 16 × 18. L’assenza sia del protocollo sia dell’escatocollo del documento non consentono una datazione. Tuttavia, la mezione di Franciscus de Tostis (se, come pare probabile, questi sia da identificarsi con l’omonimo canonico di S. Pietro, cfr. supra, doc. 279, nt. 386) potrebbe suggerire una sua collocazione cronologica verso la seconda metà del XIV secolo. Regesto: Grimaldi, Index, – 1

 Notaio menzionato in qualità di attore in un documento del 19 feb. 1368, cfr. supra, doc. 245.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

4 Buccius Busus Petri e sua moglie Sophia vendono a Iohannes [...] canonico di S. Pietro, la metà di una domus posta nella piazza antistante la basilica. Notaio: Aniballus Iacobi Ionathe. Originale: Caps. 63, fasc. 395, n. 4. Pergamena di cm 51,5 × 21, in gran parte lacera. La perdita di gran parte del protocollo non permette di datare il documento; tuttavia, la rogatio del notaio Aniballus Iacobi Ionathe ne consente una approssimativa collocazione cronologia tra gli anni Venti e Trenta del secolo XIV. Se il compratore fosse da identificarsi con il canonico Giovanni di Giacomo Arlotti, il documento sarebbe certamente antecedente l’aprile del 1329, quando costui fu privato del canonicato vaticano da Giovanni XXII per aver aderito al partito di Ludovico il Bavaro (cfr. supra, doc. 92). Regesto: Grimaldi, Index, –

5 [...], Roma S. Pietro, in loco capituli Il presbiter Yvo, esecutore del testamento di Agnes, conferisce al capitolo di S. Pietro il possesso di una domus «in Posterula», nella parrocchia di S. Salvatore in Lauro, e di altri beni mobili e immobili lasciati alla basilica vaticana dalla detta testatrice2. Notaio: Anthonius condam Petrutiani de Trevignano. Originale: Caps. 56, fasc. 369, n. 2. Pergamena di cm 54 × 18,5, in pessimo stato di conservazione; si segnalano al riguardo numerose cadute del supporto, in particolare, la perdita dell’intero margine superiore (con la datazione), e la presenza di muffe violacee. Regesto: Grimaldi, Index, f. 323v. 2  La donazione di Agnes de Monte Falcone, di cui tratta questo documento, è ricordata come segue nel Liber anniv.: «[1 novembre] Ob. d. Agnes de Monte Falcone, pro cuius anima presbiter Yvo de Bertagnia, cappellanus in S. Maria Maiore de Urbe, heres testamentarius ac executor in testamento ipsius relictus, donavit nostre basilice quamdam domum dicte d. Agnetis posite in Posterula, in parrochia S. Salvatoris de Lauro, cum signo mulieris cum paternostro in manibus, et certa alia bona. Expendatur medietas pensionis dicte domus», Egidi 1908, pp. 266-269 (1 nov.). Come si legge in ciò che resta della pergamena, lo stesso prete Yvo richiese ai canonici che «in martilogio [sic] dicte basilice semper de ipsa domina fiat memoria». Quanto all’ipotetica datazione di questo documento, si può osservare soltanto che lo stesso Anthonius condam Petrutiani de Trevignano figura nel nostro corpus documentario in qualità di rogatario di un atto risalente al 7 mag. 1375: cfr. supra, doc. 273.

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APPENDICE I ROTOLO PROCESSUALE DI S. MARIA DI BOMINACO (1320-1321) (ACSP, CAPS. 31, FASC. 127, N. 1)

Sono riportati qui di seguito i regesti di dodici documenti, tramandati in copia all’interno di un rotulus, relativi alla controversa duplice elezione di Nicolaus de Castillione e Lombardus de Aquila alla carica di abate del monastero di S. Maria di Bominaco, tenutasi nell’agosto del 1320 (cfr. supra, Regesti, doc. 61). Il monastero benedettino di S. Maria di Bominaco (Momenacum nei documenti più antichi) si trova attualmente nel territorio del comune di Caporciano (Aq). Celebre soprattutto per gli affreschi duecenteschi che adornano le pareti del vicino oratorio di S. Pellegrino, un tempo annesso al complesso monastico, nel secolo XI questo monastero era annoverato tra le dipendenze dell’abbazia di Farfa in Sabina. La storia del cenobio bominacese, dotato a sua volta di numerose dipendenze e possedimenti terrieri, è contrassegnata dal succedersi di frequenti conflitti con i vescovi di Valva, i quali tentarono a più riprese d’imporre ai monaci la propria giurisdizione. Fu forse proprio per difendersi dalle pretese egemoniche accampate dai vescovi valvesi che i monaci di Bominaco decisero di sottoporre il loro monastero al capitolo di S. Pietro di Roma, assoggettamento di cui le fonti danno testimonianza a partire dalla seconda metà del secolo XIII. Nel secolo successivo, anche Bominaco, al pari di altri centri monastici un tempo floridi e potenti, visse un periodo di gravi turbolenze e di declino spirituale e materiale, di cui resta traccia anche nei documenti che di seguito presentiamo. La parabola discendente del monastero si concluse nel Quattrocento: prima con il saccheggio e la parziale distruzione per opera delle milizie di Braccio da Montone (1423); poi con l’assoggettamento al patronato laico e l’affidamento in commenda. Cfr. Cottineau 1939, col. 417; Gatto 1986; Pietrantonio 1988, pp. 110-113. 1 — 1 Clemente Angeli de Urso, actualis iudex di Bominaco, e il notaio Giovanni notarii Raymundi di Popoli, certificano che il ventiquattro agosto (1320) Pietro, Angelo, Tommaso e Bartolomeo, monaci di S. Maria di Bominaco, «abbatis regimine destituti», congregati nella chiesa di S. Egidio di Popoli, hanno dato 1  La datazione di questo primo documento è ipotetica, giacché la presenza di una macchia scura impedisce la lettura delle prime righe del testo.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

incarico a Migliore Iacobi de Baczano di recarsi presso il detto monastero per indurre i restanti monaci ivi dimoranti a prendere parte all’elezione del loro nuovo abate, come appare dal relativo documento di procura il cui testo viene inserto. 2 — 1320 agosto 24, Popoli, S. Egidio Il giudice Berardo Zuani e il notaio Giovanni notarii Raymundi certificano che Migliore, si è recato per incarico di Pietro, Angelo, Tommaso e Bartolomeo presso il monastero di S. Maria di Bominaco per invitare i monaci ivi dimoranti a partecipare all’elezione del loro nuovo abate presso la chiesa di S. Egidio di Popoli. Costoro, tuttavia, si sono rifiutati di abbandonare il monastero, in quanto «non intendebant preiudicare iuri suo». 3 — 1320 agosto 26, Popoli, S. Egidio Berardo Zuani, actualis iudex della terra di Popoli, e il notaio Giovanni notarii Raymundi, attestano che Migliore, adempiendo al mandato ricevuto da Pietro, Angelo, Tommaso e Bartolomeo, monaci di S. Maria di Bominaco, il giorno ventiquattro del presente mese si è recato presso il monastero suddetto e ha comunicato ai restanti monaci ivi dimoranti (elencati nominativamente) l’invito a presentarsi a Popoli il prossimo ventotto agosto per partecipare all’elezione del loro nuovo abate. 4 — 1320 agosto 28, Popoli, S. Egidio Pietro, Angelo, Tommaso e Bartolomeo, monaci di S. Maria di Bominaco, dichiarano di avere invitato i confratelli dimoranti nel monastero suddetto ad unirsi a loro per procedere insieme all’elezione di un nuovo abate e che questi ultimi, declinando il loro invito, hanno già eletto a tale carica Lombardo de Aquila, monaco dello stesso monastero, già professo nell’ordine dei Predicatori. I suddetti Pietro, Angelo, Tommaso e Bartolomeo, pertanto, procedono a loro volta all’elezione di un nuovo abate nella persona di Nicola de Castilione, monaco di S. Clemente in Piscaria. 5 — 1320 agosto 28, Popoli, S. Egidio Pietro, Angelo e Bartolomeo, monaci di S. Maria di Bominaco, nominano il confratello Tommaso de Sancto Angelo loro procuratore, con il compito di comunicare a Nicola de Castilione la sua avvenuta nomina ad abate di Bominaco e ottenerne l’assenso.

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APPENDICE I

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6 — 1320 settembre 4, S. Clemente a Casauria I monaci di S. Clemente in Piscaria de Insula (elencati nominativamente) dichiarano che Tommaso, monaco di S. Maria di Bominaco, ha presentato al loro confratello Nicola de Castilione il decreto sancente la sua elezione ad abate di Bominaco, ma che questi si è riservato di far dipendere la propria accettazione dal giudizio di Pietro, abate di S. Clemente a Casauria. 7 — 1320 settembre, S. Clemente a Casauria L’abate Pietro di S. Clemente a Casauria acconsente alla nomina di Nicola de Castellione, monaco della stessa abbazia, ad abate di S. Maria di Bominaco, sciogliendo costui da qualsiasi obbligo nei suoi confronti. 8 — 1320 ottobre 2, S. Clemente a Casauria Tommaso de Sancto Angelo dichiara di aver presentato in S. Maria di Bominaco il decreto dell’avvenuta elezione di Nicola de Castilione ad abate dello stesso monastero e che, messo a conoscenza di ciò e superate le iniziali restistenze («respondixet quod intra se et cum quampluribus iuris peritis volebat super hoc deliberare et deliberatione prehabita diligenter responderet eidem…»), Nicola ha prestato il proprio consenso all’elezione suddetta. 9 — 1320 dicembre, Roma Gregorio, abate del monastero de Canonica, «doctor decretorum, inmeritus regens in iure canonico in urbe prefata», avendo ricevuto incarico dal priore e dai canonici di S. Pietro di esaminare la vicenda della duplice elezione di Nicola de Castellione e di Lombardo de Aquila al titolo di abate di S. Maria di Bominaco, si pronuncia in favore del primo, dichiarando nulla l’elezione del secondo in quanto avvenuta «per impressionem potentie secularis» e in spregio del fatto che il predetto Lombardo era già stato «profexus in ordine fratrum Predicatorum». 10 — 1321 gennaio 2, Roma, S. Pietro Il priore e il capitolo di S. Pietro, avendo ricevuto di recente da Gregorio, abate del monastero de Canonica, un parere negativo circa la legittimità dell’elezione di Lombardo de Aquila ad abate di S. Maria di Bominaco, chiedono allo stesso Gregorio di esaminare nel tempo più breve possibile la legittimità dell’elezione di Nicola de Castillione ad abate dello stesso monastero.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

11 — 1321 gennaio 27, s.l. Antonio, priore della chiesa di S. Antonio di Ofena (diocesi di Valva), e Pietro, chierico di S. Pietro de Trogam (diocesi di Chieti), comunicano a Gregorio, abate del monastero de Canonica, che, volendo essi affigere l’editto dell’elezione di Nicola de Castellione ad abate di S. Maria di Bominaco presso questo monastero (come loro richiesto dallo stesso Gregorio con lettera del 3 corrente mese, il cui testo viene inserto), ne sono stati impediti da Lombardo de Aquila, il quale, confermato abate dal vescovo di Valva, risiede nel monastero che fa difendere con le armi da parenti e amici. Per tale ragione, i detti Antonio e Pietro hanno deciso di apporre l’editto suddetto presso S. Pietro de Oratorio, S. Clemente de Insula e S. Maria, «maiori ecclesie terre Castilionis», al quale nessuno ha fatto opposizione. 12 — s.d., s.l. Gregorio, abbas Canonice, dichiara di aver provato «per edicti affissionem» la liceità dell’avvenuta elezione di Nicola de Castellione ad abate di S. Maria di Bominaco, come richiestogli dal priore e dai canonici di S. Pietro.

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APPENDICE II INDICE DEI NOTAI

I numeri rinviano ai documenti. L’asterisco accanto al numero segnala che il documento è tradito in copia. I numeri fra parentesi quadre indicano che nel documento il notaio compare in qualità di autenticatore di copia e non di rogatario. Rispetto all’ortografia presente nei regesti, fedele alla lezione dei manoscritti, nell’indice il nome proprio dei singoli notai è stato talvolta normalizzato (es. Anthonius > Antonius, Sabas > Sabba, Nicola > Nicolaus, ecc.). Alexius Iohannis Alexii, 210 Andreas f. q. Andree Sanpongioli, 78 Andreas Cambii, 145, 180 Andreas Iohannis Girardi, 10 Andreas mgr Nicolai de Podio Sancti Laurentii, 243, 268 Andreas Romani Hobicionis (/de Obicionibus), 253, 276 Angelus Iacobi de Cicharellis, 46 Angelus mgr Iohannis mgr Bonguadagni de Fulgineo, 216, 217, 218, 219, 227, 230, 231 Angelus Iohannis Frederici de Amathescis, [131] Angelus Petri Blasii, 33 Angelus Phylippi Capudgalli, 190 Angelus Pilella, 43c* Angelus mgr Raynerii, 244 Angelus Saxonis de Pallonibus, 77 Aniballus Iacobi Ionathe, 74, 89, 91, ND4 Antonius Goioli Petri Scopte, 273 Antonius Goyoli, 264* Antonius q. Petrucciani de Trivignano, 274, ND5 Bartholomeus Iohannis Riccardi de Urbe, 73 Bartholomeus Iustini, 112, 129, 135, 146, 153 Bartholomeus Lippi Raynaldi, [115] Bartholomeus de Pappaçuris, 113 Bartholomeus Philippi, 72 Berardus Francisci de Nursia, 13 Bernardinus Sancti de Philippinis, 238 Boniannes, 67

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Cecchus Petri Gallesis, [134] Christoforus Francisci Sabe, 245 Christoforus Mazinnasium, 224 Cinthius Iacobi Mathei Cinthii de Rusticis, 134*, 138* Deuteguarde Nicolai Iacobini de Mecellanico, 141 Donatus Sabbe de Castellanis, 106 Egidius, [17] Egidius Petri Leonis, 118, 131*, 143 Florius Nicolai Pellicie, 109 Franciscus Andree de Marsciano, 142 Franciscus Bartholomei, 99 Franciscus q. Bartholomei notarii, 207 Franciscus Iacobi Francisci, [134] Franciscus Iacobi Francisci Percussi, 255 Franciscus q. Iohannis Macthei Cinthiis de Rusticis, 191 Franciscus Pucii, 147 Franciscus Symeonis Petri Mathei dicti Vecchi, 128, 171 Gualfredus mgr Petri Iacobi de Sutrio, 60 Gualterius mgr Petri, ND1 Guillelmus Borrelli, [111] Guillelmus de Rocha, [173] Henricus dictus Virgilius de Padua, 95* Iacobus bullarius, 30, 31 Iacobus Andree Romani de Scoctis, 9 Iacobus Aquilii, 150 Iacobus Iacobi Massii, 201 Iacobus Iohannis Benevenuti, 34, 88 Iacobus Nicolai Malaspine, 157 Iacobus Paulini de Albericis, 177 Iacobus Petri, 38 Iacobus Petri Pappe, 68 Iacobus Petri Piperis, 8 Iacobus Petrus Omniasancti de Malpileis, 107 Iacobus Saxonis de Amatescis, 79*, 80*, 103 Iohannes, [17] Iohannes Agnelli, 169 Iohannes Andree iudicis Berardi, 132 Iohannes notarii Angeli, [24] Iohannes Angeli Lupi, 126 Iohannes Buccamelis, 29 Iohannes bullator, 44, 45 Iohannes Crescii, 3

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APPENDICE II

199

Iohannes Egidii, 12 Iohannes Hugolini, 188* Iohannes Huguitionis de Placentia, 218, 219 Iohannes Iacobi Iordani de Bulganis, [188] Iohannes mgr Iacobi de Nurssia, [19] Iohannes Iacobi Magalocti, 76 Iohannes Iacobi de Rogeriis, 35, 37 Iohannes Iacobi Romani Hobizionis, 189 Iohannes d. Iohannis de Infernis, [43a] Iohannes Loctini de [Ser]mineto, [6] Iohannes Mardoni, [1] Iohannes Mei de Aretio, [95] Iohannes Nicolay Luce, 47 Iohannes Oddonis spetiarii, 123 Iohannes Pauli Alisii, 225 Iohannes Pauli Romauli, 239 Iohannes Paulus Antonii Goioli, [264] Iohannes dictus Sapiens de Vallmontone, 87 Iohannes Salati, [111] Iohannes Sanctus q. Donati ser Symeonis de Moricis, ND2 Iohannes Silvestri, 43b* Iohannes Zengia, 133, 156, 159, 160, 166, 167, 168, 172, 174 Laurentius Baroncelli, 185 Laurentius Iohannis Pauli Carote de Rusticis, [278] Laurentius Iuliani, 19 Leonardus q. Laurentii de Bastardellis, 258 Lucas q. Iohannis de Fuscis de Berta, 14 Matheus Iacobi Alexii, 1* Matheus Iacobi Saxonis de Amatescis, 237, 260, 261, 262, 263 Matheus q. ser Stephani de Castroplebis, 84 Mathutius Pauli Grassi, 100 Maximus Andacumdei, 28 Nicolaus q. mgr Angeli mgr Nicolocii de Orto, 115 Nicolaus Bartholomei Nicolai de Urbe, 267 Nicolaus mgr Botii Augustini de Tholentino, 139 Nicolaus Cinthii, 183, 184 Nicolaus Iacobi, [26] Nicolaus Iacobi Egidii, 93 Nicolaus Iacobi Egidii de Sutrio, 120 Nicolaus Iohannis Montarii de castro Scrofani, 130 Nicolaus Iordani, 75 Nicolaus Luce de Rogeriis, [79], [80], 137, 140, 175*

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200

ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Nicolaus Mellinus, [6] Nicolaus Pauli Nicolai scribasenatus, 98 Nicolaus Petri Iacobi Romani, 27, 53, 71 Nicolaus Petri Martini, [43a] Nicolaus Symeonis Nicolai Sebastiani, 59 Nicolaus Symonicti de Cassia, 208 Paulus scriba senatus, 16 Paulus Angeli, 242 Paulus Angeli de Civitella, 94 Paulus Iacobi de Urbe, 170 Paulus mgr Iohannis, 11, 62 Paulus Iohannis Iacobi Alberti, [43a-c] Paulus Laurentii, 20 Paulus Lelli Thome, 187 Paulus Luce de Rogeriis, 175 Paulus Nicolai Martellini de Cavalutiis, 272 Paulus Sabe, 215 Paulus Sabbe Romani Scriniarii, [6] Paulus de Vallatis, 223 Petrus Angeli Bondie, [43a] Petrus Bartholomei Capucie, 32, 42, 82, 90 Petrus Bartholomei Nicolutii de Surcalibus de Fabriano, 181, 220, 221, 222 Petrus Borrelli, [173] Petrus Buvani, 48 Petrus Figuera, [173] Petrus Gregorii Petri Clementis, 64 Petrus Henrici de Amatescis, 193 Petrus Iacobi Pandulfi de Gallicano, 144 Petrus Iohannis de Pactis, 114 Petrus f. d. Iohannis Pauli dicti Dragonis, 2, 15 Petrus Leonardi Iohannis Cinthii, 43a* Petrus Marius de Amatiscis, 39, 40 Petrus ol. Michaelis de Vercellis, 63, 104, 105, 117 Petrus de Montella, 279, 280 Petrus Pauli Seccadentis, 228, 251, 277, 278 Petrus Vaiani, 58 Raimundus de Olivaria, [111] Rogerius Iohannis de Alareno, 197 Sabba Iohannes Francisci Nicolai, 165 Sabba Nicolai Pauli de Gractulis, 266 Sabba Pauli de Migliaris, [134] Sabba mgr Petri, 178, 209

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APPENDICE II

201

Sistus Iacobi Loffridi de Alatro, 259 Stephanus Massaroni, 69, 70 Symeon Iohannis Symeonis de Moricis, 154, 186, 200, 226, 229, 234, 257, 265 Symeon Laurentii Scafi, [249*], 270 Tenetor de Reate, 17*, 18* Thomas Bartholomei Thome Obicionis, 108, 121 Thomas Frederici, 236 Tomasectus Iaquemini, [18] Ypolitus, 127 Ypolitus de Guastoaymonis, 161, 179

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APPENDICE III

TAVOLA DI RAFFRONTO TRA LE SEGNATURE ARCHIVISTICHE E LA NUMERAZIONE DEI REGESTI

caps.

fasc.

nr.

data

regesto

1

254

4

1351-07-07

192

1

254

5

1343-01-27

148

2

256

2

1354-04-29

201

3

6

1

1378-06-08

279

3

6

2

1378-06-18

280

3

7

5

1330-01-08

97

3

257

1

-08-19

198

4

260

4

1360-08-08

211

4

260

5

1360-08-08

212*

4

260

6

213

4

260

7

1364-10-13

235

5

261

1

1320-10-03

56

5

261

2

1320-10-03

57*

5

261

3

1325-07-08

78

5

261

4

1327-03-27

87

5

261

5

1343-06-17

151

5

261

6

1343-06-17

152

5

261

7

1344-05-31

163

5

262

1

1343-09-18

155

5

262

2

170

5

262

3

1368-07-08

250

5

263

1

1346-08-26

176

6

264

5

1306-02-21

4

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204

ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

6

264

6

1360-08-08

214

6

265

2

1364-07-08

232

6

265

3

1364-07-08

233

6

265

4

1366-06-26

242

6

265

5

1369-03-23

252

7

268

1

1337-04-01

122

7

268

2

1370-07-24

256

7

268

3

1374-05-05

269

8

14

3

1344-07-03

164

8

272

2

1376-04-20

275

9

274

1

1320-03-15

55

10

17

1

1336-03-18

116

10

17

2

1337-07-31

124

10

17

3

1339-12-01

136

25

309

1

1320-11-17

58

27

114

1

1353-[...]

200

27

116

2

1332-10-31

107

29

118

3

1329-05-13

93

29

118

4

1342-10-15

145

29

118

5

1344-10-23

167

29

119

3

1320-12-22

59

29

315

1

1321-01-04

60

29

315

2

1321-11-06

67

29

315

3

1336-10-24

120

29

315

4

1341-03-05

138

30

121

1

1372-08-06

259

30

125

1

1308-04-13

13

30

317

1

1357-04-22

207

31

126

1

1308-11-26

19

31

127

1

1320-1321

61

31

252

1

[1336-1341]-11-12

142

31

252

2

1357-09-21

208

31

252

3

1366-08-05

243

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205

APPENDICE III

32

130

2

-09-06

16

32

130

3

1326-05-01

85

32

130

4

1326-04-13

84

36

144

3

1305-07-16

1

36

144

4

1345-08-23

174

36

144

5

1373-03-26

264

36

324

1

1364-09-04

234

36

324

2

1373-03-10

263*

36

324

3

1373-03-10

262

38

327

3

1346-08-07

175

39

153

2

1313-06-27

29

39

153

3

1313-07-02

30

39

153

4

1313-07-02

31*

39

328

1

1374-01-10

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

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FONTI E BIBLIOGRAFIA FONTI MANOSCRITTE

Città del Vaticano Archivio Apostolico Vaticano – Reg. Lat.: 41 Biblioteca Apostolica Vaticana – Archivio del Capitolo di S. Pietro – Censuali: 1 – Privilegi e atti notarili (= PAnot): 1, 3, 4, 5, 6 – Sala consultazione manoscritti, ms. K1 (già 401 rosso): [G. Grimaldi], Index omnium scripturarum archivii sacrosanctae basilicae Principis Apostolorum, ecc. A.D. MDXCVIIII (= Grimaldi, Index) Capitolo Vaticano, Archivio – Verbali delle adunanze capitolari: vol. 5.1 Firenze Archivio di Stato – Fondo Capponi, 159, n. 7 Roma Archivio Storico Capitolino – Archivio Orsini, Pergamene: II.A.IV, 17; II.A.V, 36

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FONTI EDITE

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Montel 1971 = R. Montel, Un «casale» de la Campagne Romaine de la fin du XIVe siècle au début du XVII e siècle: le domaine de Porto d’après les archives du Chapitre de Saint-Pierre, in MEFRM 83 (1971), pp. 31-87. Montel 1988-1989 = R. Montel, Les chanoines de la basilique Saint-Pierre de Rome des statuts capitulaires de 1277-1279 à la fin de la papauté d’Avignon. Étude prosopographique, in RSCI 42 (1988), pp. 365-450 (Parte I); 43 (1989), pp. 1-49 (Parte II), pp. 413-479 (Parte III). Müntz – Frothingham 1883 = E. Müntz – L. A. Frothingham, Il tesoro della basilica di S. Pietro dal XIII al XV secolo, in ASRSP 6 (1883), pp. 1-137. Niggl 1971 = R. Niggl, Giacomo Grimaldi (1568-1623): Leben und Werk des römischen Archäologen und Historikers, München, 1971. Notari 2014 = S. Notari, Sullo “statuto antico” e le consuetudini scritte del Comune di Roma. Note storico-giuridiche, in Honos alit artes. Studi per il settantesimo compleanno di Mario Ascheri, II: Gli universi particolari. Città e territori dal medioevo all‘età moderna, a cura di P. Maffei – G. M. Varanini, Firenze 2014, pp. 107-118. Olivieri 2018 = A. Olivieri, Schiaparelli, Luigi, in DBI 91 (2018), pp. 445-448. Olivieri 2020 = A. Olivieri, Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916), Firenze 2020. Paravicini Bagliani 1980 = A. Paravicini Bagliani, I testamenti dei cardinali del Duecento, Roma 1980 (Miscellanea della Società romana di storia patria, 25). Passigli 2008 = S. Passigli, Il territorio sutrino nei secoli centrali del medioevo, in Sutri nel medioevo. Storia, insediamento urbano e territorio (secoli X-XIV), a cura di M. Vendittelli, Roma 2008, pp. 169-240. Pavan 2013 = P. Pavan, Orsini, Matteo Rosso, in DBI 79 (2013), pp. 674-677. Pecchiai 1951 = P. Pecchiai, Banchi e botteghe dinanzi alla basilica Vaticana nei secoli XIV, XV e XVI, in Archivi, serie II, 18 (1951), pp. 81-123. Pietrantonio 1988 = U. Pietrantonio, Il monachesimo benedettino nell’Abruzzo e nel Molise, Lanciano 1988 (Documenti e Storia, 5). Pio 2013 = B. Pio, Orsini, Rinaldo, in DBI 79 (2013), pp. 701-703. Pratesi 1999 = A. Pratesi, Genesi e forme del documento medievale, Roma 1999 (Guide, 3). Raynaldi 1691 = O. Raynaldi, Annales ecclesiastici: continuatio annalium Caesaris Baronii, tomo I, Köln 1691.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Rehberg 1998-1999 = A. Rehberg, Familien aus Rom und die Colonna auf dem kurialen Pfründenmarkt (1278-1348/78), in QFIBA 78 (1998), pp. 1-122 (Teil I); 79 (1999), pp. 99-214 (Teil II). Rehberg 1999A = A. Rehberg, Kirche und Macht in römischen Trecento. Die Colonna und ihre Klientelen auf dem kurialen Pfründenmarkt (1278-1378), Tübingen 1999 (Bibliothek des Deutschen Historischen Instituts in Rom, 88). Rehberg 1999B = A. Rehberg, Die Kanoniker von S. Giovanni in Laterano und S. Maria Maggiore im 14. Jahrhundert. Eine Prosopographie, Tübingen 1999 (Bibliothek des Deutschen Historischen Instituts in Rom, 89). Rehberg 2001 = A. Rehberg, I papi, l’ospedale e l’Ordine di S. Spirito nell’età avignonese, in ASRSP 124 (2001), 35-140. Rehberg 2003 = A. Rehberg, Die Pönitentiare “in Urbe” während der Avignoneser Zeit. Eine prosopographische Skizze, in The Roman Curia, the Apostolic Penitentiary, and the Partes in the Later Middle Ages, a cura di K. Salonen – Chr. Krötzl, Roma 2003 (Acta Instituti Romani Finlandiae, 28), pp. 67-114. Rehberg 2004 = A. Rehberg, Clientele e fazioni nell’azione politica di Cola di Rienzo, in A. Rehberg – A. Modigliani, Cola di Rienzo e il Comune di Roma, Roma 2004 (RR inedita, 33/1-2), vol. 1. Rehberg 2005 = A. Rehberg, La “portio canonica”, le clarisse, il legato papale, il vicario di Roma e un arbitro. Spigolature intorno ad un documento inedito del 1360, in QFIAB 85 (2005), pp. 467-489. Rehberg 2006 = A. Rehberg, Nobiles, milites e cavallerocti nel tardo Duecento e nel Trecento, in La nobiltà romana nel medioevo, a cura di S. Carocci, Roma 2006 (Collection de l’École française de Rome, 359), pp. 413-460. Rehberg 2008 = A. Rehberg, Gli scribasenato e le riformanze perdute di Roma (fine XIII-XIV secolo), in Mazzon 2008A, pp. 795-823. Rehberg 2012 = A. Rehberg, Muti, Giacomo, in DBI 77 (2012), pp. 586-587. Rehberg 2019 = A. Rehberg, Tebaldeschi, Francesco, in DBI 95 (2019), pp. 216219. Repetti 1833-1846 = E. Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 6 voll., Firenze 1833-1846. Rezasco 1881 = G. Rezasco, Dizionario del linguaggio storico ed amministrativo, Firenze 1881. Rezza – Stocchi 2008 = D. Rezza – M. Stocchi, Il Capitolo di San Pietro in Vaticano dalle origini al XX secolo, I: La storia e le persone, Città del Vaticano 2008 (Archivum Sancti Petri, I.1).

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BIBLIOGRAFIA

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Salimei 1935 = A. Salimei, Senatori e statuti di Roma nel Medioevo. I senatori, cronologia e bibliografia dal 1144 al 1447, Roma 1935 (Biblioteca storica di fonti e documenti, 2). Santoni 2005 = P. Santoni, Il ramo degli Anguillara di Ceri: personaggi, vicende e domini territoriali, in ASRSP 128 (2005), pp. 79-98. Scalfati 1994 = S. P. P. Scalfati, Carlo Cipolla, Luigi Schiaparelli e la scienza del documento, in Carlo Cipolla e la storiografia italiana fra Otto e Novecento, Atti del Convegno di studio, Verona, 23-24 novembre 1991, a cura di G. M. Varanini, Verona 1994, pp. 145-167; rist. in Id., La Forma e il Contenuto. Studi di scienza del documento, Ospedaletto (Pi) 1993 (Collana Percorsi, 4), pp. 87-114. Schmidinger 1979 = H. Schmidinger, Die Gesandten der Stadt Rom nach Avignon vom Jahre 1342/43, in Römische Historische Mitteilungen 21 (1979), pp. 15-33; rist. in Id., Patriarch im Abendland. Beiträge zur Geschichte des Pappstums, Roms und Aquileias im Mittelalter. Ausgewählte Aufsätze. Festgabe zu seinem 70. Geburtstag, Hrsg. H. Schmidinger – H. Dopsch – H. Koller – P. F. Kramml, Salzburg 1986, pp. 169-187. Schuster 1934 = I. Schuster, La basilica e il monastero di S. Paolo fuori le mura. Note storiche, Torino 1934. Silanos 2013 = P. Silanos, Orsini, Matteo, in DBI 79 (2013), pp. 672-674. Simoncini 2004 = G. Simoncini, Roma. Le trasformazioni urbane nel Quattrocento, I: Topografia e urbanistica da Bonifacio IX ad Alessandro VI, Firenze 2004 (L’ambiente storico. Studi di storia urbana e del territorio, X). Sora 1906-1907 = V. Sora, I conti di Anguillara dalla loro origine al 1465, in ASRSP 29 (1906), pp. 397-442; 30 (1907), pp. 53-118. Stocchi 2010A = M. Stocchi, Il capitolo vaticano e le “ecclesiae subiectae” nel Medioevo. I cataloghi dei secoli XIII-XIV, Città del Vaticano 2010 (Quaderni d’archivio, 1). Stocchi 2010B = M. Stocchi, San Michele dei Frisoni nelle fonti medioevali dell’archivio capitolare di San Pietro in Vaticano (854-1350), in T. Brouwer – L. Marsili – M. Stocchi, La chiesa dei Santi Michele e Magno in Borgo S. Spirito e l’Arciconfraternita del SS.mo Sacramento nella Basilica Vaticana. Storia e documenti, Città del Vaticano 2010 (Quaderni d’archivio, 3). Stocchi 2013A = M. Stocchi, La Basilica Vaticana e le sue chiese tra Medioevo ed Età Moderna, I: Umbria, Città del Vaticano 2013 (Quaderni d’archivio, 8). Stocchi 2013B = M. Stocchi, La sottomissione di Norcia al Capitolo vaticano: tre documenti inediti (1163 e 1366), in BDSPU 110 (2013), pp. 17-36.

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Stocchi 2014 = M. Stocchi, Un’inedita donazione di beni nel territorio Collinese in favore del monastero dei Ss. Andrea e Gregorio ad Clivum Scauri (sec. XI), in ASRSP 137 (2014), pp. 5-23. Tomassetti 1975-1977 = G. Tomassetti, La Campagna Romana antica, medioevale e moderna. Nuova edizione aggiornata, a cura di L. Chiumenti – F. Bilancia, 6 voll., Roma 1975-1977. Vendittelli 1982 = M. Vendittelli, Note sulla famiglia e sulla torre degli Amateschi in Roma nel secolo XIII, ASRSP 105 (1982), pp. 157-174. Vendittelli 1989 = M. Vendittelli, Dal “castrum Castiglionis” al casale di Torrimpietra: i domini dei Normanni-Alberteschi lungo la via Aurelia tra XII e XV secolo, in ASRSP 112 (1989), pp. 115-182. Vendittelli 2019A = M. Vendittelli, Stefaneschi, in DBI 94 (2019), pp. 77-80. Vendittelli 2019B = M. Vendittelli, Stefaneschi, Giacomo Gaetano, in DBI 94 (2019), pp. 83-85. Vendittelli 2019C = M. Vendittelli, Stefaneschi, Martino, in DBI 94 (2019), pp. 85-86. Vendittelli 2019D = M. Vendittelli, Stefaneschi, Pietro, in DBI 94 (2019), pp. 88-91. Zazzera 1617 = F. Zazzera, Della famiglia Frangipane, Napoli 1617.

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INDICI

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231

AVVERTENZA Negli indici si fa riferimento al numero d’ordine dei singoli regesti e non al numero di pagina. I toponimi sono elencati nello specifico indice a essi destinato. Tuttavia, quando un toponimo si trova menzionato esclusivamente come determinativo di un individuo, lo si ritroverà elencato nell’indice dei nomi di persona. Stante la loro costante ricorrenza, non sono stati indicizzati i riferimenti a Roma e alla basilica di S. Pietro in Vaticano nei casi in cui essi siano riconducibili alla città o alla basilica in generale. Gli antroponimi sono generalmente registrati nella loro forma latina, secondo l’ortografia originale attestata nei documenti e riportata come tale nei regesti. Sono ricondotti alla loro forma italianizzata solo quei nomi che in tal modo compaiono citati nelle note di commento. In quest’ultimo caso, sono comunque segnalati i rimandi alla corrispondente voce latina. Eccetto che per gli autori moderni, l’indicizzazione avviene sempre secondo il nome di battesimo, con rinvio sistematico dalle possibili voci cognominali. Tra le varianti di uno stesso nome si è data preferenza alla forma più ricorrente; ma, qualora questa non esista, si è preferita la forma comunemente ritenuta più corretta da un punto di vista ortografico1. Gli omonimi sono generalmente disposti seguendo l’ordine alfabetico della dignità ricoperta, stante la precedenza di papi, imperatori e re. Gli omonimi individuati dalle sole qualifiche precedono gli omonimi dotati di altri elementi individuanti (patronimico, provenienza, ecc.) in ordine alfabetico. Per quanto riguarda le parentele, vengono segnalati nell’indice solo i dati che risultino immediatamente desumibili dai documenti stessi (p. es., padre-figlio, moglie-marito, ecc.). Si ricorda, infine, che i numeri seguiti da asterisco indicano le copie o i secondi originali dei documenti immediatamente precedenti (cfr. supra, p. 16).

1  Si tenga presente che molti nomi possono trovarsi registrati sotto diverse varianti, spesso di carattere ipocoristico (es. Andreas, Andreolus, Andreotius; Iacobus, Bucius; Franciscus, Ceccus ecc.).

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ABBREVIAZIONI al. = alias ben. = beneficiato can. = canonico card. = cardinale ch. = chierico d. = domini f. = figlio / -a, figli / -e, filius / -a, filii / -ae fr. = fratello, frater l.q.d. = locus qui dicitur (et similia) ma. = madre, mater mgr = magister mog. = moglie mon. = monaco ND = documento non datato (con riferimento ai documenti compresi nella specifica sezione del libro: cfr. supra, pp. 191-194) O.F.M. = Ordo Fratrum Minorum ol. = olim O.P. = Ordo Praedicatorum p. = padre, pater pbr = presbyter q. = quondam sen. = senatore sor. = sorella, soror ux. = uxor vesc. = vescovo

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INDICE DEI NOMI DI LUOGO

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Abruzzo (Aprutium), 5, 6*, 7, 22, 158, 203, 274 – giustiziere, 7, 21, 36, 41, 52, 66, 162, 195, 196, 197 – magister Portulanie, 65 – Secrezia, 96, 102, 162, 206 Acquafredda (Aquafredula/Aquafridula), casale, località, 1, 103, 152, 174, 234 Acquasona, località, 14 Acquatraversa, casale, 29, 30 Albano (Alba), 220 Amalfi – S. Pietro de Tozulo (de Toczulano, monasterium de Canonica), 61 Amelia, 250 – vesc. di, 244 Anagni, 141 – vesc. di, 124, 139 Ancharani, mons, v. S. Pietro de monte Ancharani Ancona, 16 – S. Maria prope Portam, chiesa, 16 Aquafredula (/Aquafridula), v. Acquafredda Aquatraversa, v. Acquatraversa Aquila, diocesi, 259 Aragona, re di, 108, 110, 111*, 149, 173, 176 Aragonia, 111* Arras, can. di, 141 Ascoli Piceno, v. Hessculum Assisi, 38 – palatium communis, 38 Attigliano, castrum, 115, 215, 244 Aurelia, via, 1, 103, 137, 262, 265 Aversa, vesc. di, 230 – S. Lorenzo ad Septimum, abate, 227, 230, 231 Avignone, 17, 55, 56, 57*, 95, 97, 116, 122, 124, 125, 136, 148, 151, 163,

164, 192, 198, 227, 232, 233, 235, 275 Bagnoregio, vesc., 244 Barcellona, 111*, 149, 173, 176 Bavesii, castrum, villa, 17, 18* Boccea, via, 1, 267 Bominaco, 61 – S. Maria, 61 Botticella (la), Bottaccia, casale, 265 Bracciano, 130 – lago, 137 Brava, tenuta, 152 Bravetta, tenuta, 152 Bravi, fundum, 152 Bulsignano, castrum, 115 Burgos, vesc., 29 Cagliari, 149, 176 – S. Pietro dei Pescatori, 176 – Stagni di S. Gilla, 176 Calabria, 192 Calabria, duca di, 50, 52, 195, 196, 199 Cambrai, can. di, 126 Camerino, diocesi di, 200 Campagna, rettore di, 79 Campangiana, terrae de, 12 Campanilis, castrum, v. Castel Campanile Campo Salino, tenuta, 182 Camponesca, v. Terra Camponesca Cancellariis (de), casale, 175 Canonica, monasterium de, v. Amalfi, S. Pietro de Tozulo Capri, vesc. di, 198 Caprigiolo, de, v. S. Maria Carpineto, 141 Cascia, 208 – S. Antonio Romangnani, 208 Cassia, via, 30, 115, 120, 175, 267 Castel Campanile (castrum Campanilis), tenuta, 137, 166, 177

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Castel di Guido, 265 Castell’Arcione, 265 Castellammare di Stabia, 248, 249* – Casasana, 248, 249* Castro, vesc. di, 201 Castrum Plebis, v. Città della Pieve Catania, vesc. di, 95 Cementara (la), casale, 265 Cerasa, valle, v. S. Pietro de monte Ancharani. Cerveteri, 73 Cheri Mercue, terra que vocatur, 222 Cicilie, regnum, 108 Cimini, monti, 115 Città di Castello, 29, 30 Città della Pieve (Castrum Plebis), 84, 85, 141 – S. Maria floris maii, locus, monastero, 84, 85, 141 Civitella, castrum, 137 Clodia, via, 277 Colle S. Pietro, località, 181 Corfù, arcivesc., 279 Cornazzano, casale, castrum, 277 Cornienta Vecchia, castellare, 115 Corno, v. S. Maria, S. Maria Maddalena de pede Cornu Corsica, 110, 111*, 173

Francigena, via, 120 Fratta, castellare, 115 Fredi, casale domini (in Plano Modii), 262, 263* Fusellensis, ecclesia, v. Husillos

Decimomannu, 176

L’Aquila, v. Aquila Lanciano, 26, 65, 199 Larbarus, vicolus, 70 Lavanna, chiesa di, 95 Lincoln, can. di, 109, 126 Lione, 40 Lontergi, vallis, 147 Lotergo (Intergum), l.q.d., casale, 1, 27, 153, 168, 169 Luco Cisterna, 176 Luterno (Luternum, castrum Terni), casale, castrum, 137, 140, 177

Embrun, arcivesc. di, 116 Fermo, 26 Firenze, 275 Fiumicino, 77 Flaminia, via, 79, 103 Formello, castrum, 126 Francavilla, 22, 23, 50, 51, 101, 127, 194, 203, 204, 240, 241*, 246, 247, 248, 249*, 274 Francia, 224

Galeria, castrum, 14, 20, 126, 144 Genazzano (Genaczanum), 14 Genova, 51 Giustiniana, località, 175 Gravina, 33 Gubbio, 132 Hessculum, 32 Husillos, chiesa di, 29, 30 Ianberetum, l.q.d., 11 Imola, vesc. di, 279 Insugherata (Inzuccherata, Subereta, Suveretum), località, 112, 128 Insula pontis Veneni, v. Isola Farnese Insulanis (de), castellarius, 257 Intergo, v. Lotergo Inzuccherata, v. Insugherata Isola Farnese (Insula pontis Veneni), 115 Isola di Porto (Isola Sacra), località, tenuta, 77, 237, 253

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INDICE DEI NOMI DI LUOGO

Maglianella, fosso della, 257 Maliana (/Malgiana), località, 27, 112, 188, 257 Manoppello, conte, 260, 261 Maretima, v. Marittima Marino, 126 Marittima (Maretima), 277 –, – rettore di, 79 Marsciano, 84, 142 – S. Maria Nuova, 142 Marsiglia, prevosto di, 136 Martignani, castrum, 264 Mazzalupo, casale, 267 Milano, can. di, 95 – S. Giorgio in Palatio, 46 Mons Mergulus, v. Mons Nergulus Mons Nergulus (Mergulus, Monte Nigrolo), l.q.d., 29, 74 Monssiccus, contrada, 11 Mons Tiberius, casale, località, 79, 80, 112 Montblanch, 110, 111* Monte Nigrolo, v. Mons Nergulus Monte Oliviero, località, tenuta, 79, 103 Monte S. Pietro, castrum, 200 Montefano – S. Benedetto (poi S. Silvestro), 200 – S. Tommaso, 165 Montefiascone, 250 Montelibretti, castrum, 126 Montelungo, 141 – S. Maria, 141 Monterosi, 120 Monterotondo, 270, 271* Moricinus, strata, 41 Morrecine (Morregine), località, 41 Mugnano, 115 Napoli, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 36, 41, 50, 52, 65, 66, 81, 83, 86, 92, 96, 101,

237

102, 158, 162, 194, 195, 196, 199, 202, 203, 204, 205*, 206, 240, 241* – arcivesc. di, 33, 94, 96, Narni, vesc. di, 244 Nerola, 181 Nivelles (Nivellensis), prepositus, 87 Norcia (Nursia), 13, 19, 234 – Massari, porta dei, 13. – S. Croce, ospedale, 13. Orte, 215 – vesc. di, 244 Ortona, 5, 6*, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 36, 41, 49, 52, 65, 66, 81, 83, 86, 92, 96, 102, 119, 127, 158, 162, 194, 195, 196, 197, 199, 202, 203, 204, 206, 240, 241*, 246, 247, 248, 249*, 254, 274 – S. Bartolomeo, 119 – S. Maria, chiesa, 6*, 22, 24, 49 – S. Maria Rotonda, 127 – S. Thome apostoli, ecclesia, 197 Orvieto, 56, 215; vesc. di, 201 Osimo, diocesi di, 165, 200 Padova, vesc. di, 126 Palencia, diocesi di, 29 Palestrina, vesc. di, 17 Palidoro, 137 Pallini, fundum, 152 Pastine, castrum, 239 Patrimonio di S. Pietro in Tuscia, 79, 250 Pauli, fundum, 152 Pennacchione, strada, 41 Pennaluce (Penna Lucis), 127 Penne in Teverina (castrum Penne), 250 Perpignano, 173 Perugia, diocesi di, 142 Piano dello Mogio, v. Fredi, casale domini

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Pielarocca, abitato, 19 Pietra Pertusa, tenuta, 79, 103 Pisana, via della, 152 Piscaria, flumen, 246 Piscionibus (de) (/Piscis/Pissionis), casale, 1, 27, 168, 186, 216, 229 Piscis, casale, v. Piscionibus, casale de Pissionis, casale, v. Piscionibus Plano Modii, casale in, v. Fredi, casale domini Podium Donadei, castrum, 261 Poggio S. Pietro, castrum, 181, 187, 190, 260, 261 Ponte Galeria, 182 Porto, tenuta, 77, 276 Porto di Traiano, località, 77 Prati di Castello (prata Castelli, Sancti Petri), località, 11, 29 Pruni, castrum, 141 – S. Croce, 141 Reims, 95 Rieti (Reate), 58 – vesc. di, 155, 163, 170 – S. Maria, 90 Ripatransone – Ss. Filippo e Giacomo, chiesa, 19 Rivas del Sil, arcidiacono, 95 Rocca Respampani, 54 Roma – Archivio Storico Capitolino, 115, 213 – Arenula, rione, 35, 53, 69, 70, 71, 72, 82, 123, 128, 147, 154, 262, 265, 277 – Armeni, ospizio degli, 47 – Balduina, 128 – Borgo di S. Spirito, 47, 151 – Burgus novus, località, 114, 268 – Caccabariis, regione, 89 – Campidoglio (Capitolium), 236 –, – camera, 27 –, – curia, 170, 277

–, – palatium, 13, 16, 43b, 98, 137, 140, 145, 190, 276 – Campitelli, rione, 210 – Campo de’ Fiori, contrada, 48, 193, 223, 227, 228, 251, 265 – Campo Marzio, rione, 9, 113, 190, 209, 260 – Carceratis (de), contrada, 225 – Castel Sant’Angelo, 115, 268 –, – piazza, 109 –, – porta, 11, 29, 33, 46, 53, 69, 70, 71, 74, 79, 82, 88, 112, 128 – Cavalieri di Malta, palazzo dei, 47 – Cavalleggeri, porta, 44 – Città Leonina (civitas Leoniana), 8, 33, 89, 123, 129, 155, 170, 209, 211, 217, 218, 219, 220, 224, 268 – Colonna, rione, 209, 265 – Conciliazione, via della, 143 – Corritorium, 48 – Flaminia, porta, 46. – Francigena, v. Ruga Francigena. – Giulia, via, 56 – Hermeni (Hermenorum), contrada, 47, 104 – Inquisizione, palazzo della, 47 – Iordani de filiis Ursi, palatium, 150 – Largo Arenula, 251 – Leoniana, civitas, v. Città Leonina – Lungara, via della, 121 – Mercato de Caballis, capudviquinquatus, 265 – Milvius, pons, 79 – Madonna del Riposo, 262 – Mons Ursinorum, 189 – Monte Mario (Mons Malus), contrada, località, 11, 29, 46, 52, 63, 69, 70, 71, 82, 88, 211 – Monte Noviello, località, 255 – Monti, rione, 223 – Orso, osteria dell’, 165 – palatium apostolicum, 280

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INDICE DEI NOMI DI LUOGO

– Pape, via, 72 – Parione, rione, 34, 70, 71, 94, 103, 112, 128, 169, 171, 183, 184, 191, 216, 229, 251, 258, 265 – Pertusa, porta, 1, 74, 103, 112, 174, 188, 257, 262, 265, 267, 277 – Piazza di S. Pietro (platea Sancti Petri), 8, 33, 39, 40, 63, 74, 87, 88, 89, 98, 129, 135, 170, 180, 217, 218, 219, ND-4 – Piazzale degli Eroi, 74 – Pigna, rione, 14, 228 – Ponte, rione, 3, 15, 34, 68, 82, 88, 89, 94, 99, 106, 115, 126, 131, 133, 134, 138, 154, 156, 165, 189, 191, 193, 210, 224, 225, 236, 238, 255, 258, 262, 266, 267, 268, 273 – Ponte di S. Pietro, 33 – Ponticello (in), l.q.d., 161, 179 – Portica di S. Pietro, 30, 33, 39, 40, 44, 45, 47, 48, 74, 76, 88, 94, 98, 105, 118, 129, 143, 146, 170, 178, 209, 210, 226, 234, 245, 268, ND-3 – Posterula, contrada, 82, 90, 117, ND-5 – Prati di S. Pietro, 112 – Primavalle, 262 – Quatrivio, località, 113 – Regola, rione, 72, 100, 277 – Ripa, rione, 123, 147, 224 – Ruga Francisca (Ruga Francigena), 63, 76, 89, 105, 118, 178 – S. Adriano, cardinale diacono, 19, 56, 87, 95, 108, 122, 126, 168, 174 – S. Agostino, 12 – S. Anastasio ad Aquas salvias, 237 –, – abate di, 253 – S. Andrea de Azanesi, v. S. Andrea de Nazarensibus – S. Andrea de Nazarensibus (/Azanesi), 72 – S. Andrea della Valle, 72

239

– S. Angelo in Foro piscium, rione, 72, 100 – S. Anna dei Falegnami, v. S. Maria in Iulia – S. Apollinare, 222, 234 –, – can. di, 62, 222 –, – rettore di, 12 – Ss. XII Apostoli, 193 – S. Biagio in Cantusecuto (/de Captu Secuta) [S. Biagio della Pagnotta], 56, 119, 219, 231, 244 –, – abate di, 56, 78, 107, 114, 119, 151, 152, 155, 163, 217, 218, 219, 244 – S. Biagio de Oliva, 193 – S. Biagio de Posterula [S. Biagio della Tinta], 165 – S. Caterina de Portica [S. Caterina in Borgo, delle Cavallerotte], 88, 94, 123, 164, 178 – S. Cecilia, 272 –, – can. di, 272 – Ss. Celso e Giuliano, 94, 189, 266, 267 –, – arciprete, 115, 236, 255 –, – S. Lucia, cappella, 255 – S. Clemente, card., 230 – S. Crisogono, can., 54 – S. Eustachio, can., 138 –, – rione, 8, 12, 37, 72, 89, 153, 251, 277 – S. Francesco de regione Transtiberim, 94 – S. Giacomo (/S. Salvatore) a Scossacavalli, 143 –, – rettore di, 146, 210 – S. Giacomo in Settignano, 58, 72, 94, 211, 212* –, – abate di, 151, 152, 163 –, – frate di, 63 – S. Giorgio ad Velum Aureum, card. di, 18, 95, 216, 237 – S. Giovanni dei Fiorentini, 121

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

– S. Giovanni in Laterano, 55, 78, 100, 148 –, – can. di, 55, 78, 201 – S. Giovanni della Malva, 239 – Ss. Giovanni e Paolo, 213 – S. Giustino de Portica, 63, 118, 178; rettore di, 63 – S. Lazzaro, v. S. Maria Maddalena – S. Leonardo in Settignano, 121, 200, 211, 212* – Ss. Lorenzo e Damaso [S. Lorenzo in Damaso], 94, 183, 227, 230, 231 –, – rione, 1, 27, 123, 153, 168, 169, 172, 228, 265 – S. Lorenzo in Lucina, card., 95 –, – rione, 113, 117 – S. Lorenzo extra muros, porta, 265 – S. Lorenzo de Piscibus, 191, 226, 245 – S. Marcello, 75 –, – can. di, 75 – S. Maria in Aquiro, 12 –, – rione, 53 – S. Maria de Ara Celi (/de Capitolio), 94, 100 –, – fratres di, 265 –, – guardiani di, 72 – S. Maria de Capitolio, v. S. Maria de Ara Celi – S. Maria in Cosmedin, card., 230, 243 –, – can. di, 157 – S. Maria de Harmenis, 47 – S. Maria in Iulia [S. Anna dei Falegnami], 251 – S. Maria Maggiore, 100 –, – can. di, 137, 163, 166 –, – cappellanus di, ND-5 – S. Maria sopra Minerva, 94, 100, 123, 183, 263*, 265 –, – priori di, 151, 152, 163 – S. Maria in Monserrato, 72

– S. Maria de Monte Ursinorum (/de Monte Iohannis Ronzonis) [S. Maria in Monticelli], 260, 266 – S. Maria in Palazola, 151 – S. Maria del Popolo, 94 –, – fratres di, 265 –, – porta, v. Flaminia – S. Maria in Portico, card. di, 58, 279 – S. Maria in Publicolis (/de Publico), 100, 141 – S. Maria de Puteo, 128 – S. Maria Rotonda, 64 –, – contrada, 53, 73 –, – S. Michele, cappella, 64 – S. Maria in Sassia, 58, 211 – S. Maria in Traspadine (/Trespadina) [S. Maria in Traspontina], 211, 220, 242 –, – arciprete di, 115, 220, 242 –, – canonici di, 220, 242 – S. Maria in Trastevere, 201 –, – can. di, 95 –, – card. di, 237 – S. Maria Maddalena extra portam Viridariam (/in pede Montis Mali) [S. Lazzaro], 63 – S. Martinello, v. S. Martino de portica S. Petri – S. Martino de Curtina, v. S. Martino de Portica S. Petri – S. Martino de Mardonibus, 12 – S. Martino de Pannarella, 72 – S. Martino de Portica S. Petri (/de Curtina/S. Martinello), 47, 48, 114 –, – borgo di, 123 –, – rettore di, 165 – S. Michele de Portica S. Petri [Ss. Michele e Magno], 47, 151, 211 – Ss. Michele e Magno, v. S. Michele de Portica S. Petri – S. Orso de Ponte [S. Orsola], 94, 114 – S. Pancrazio, porta, 103, 188

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INDICE DEI NOMI DI LUOGO

– S. Paolo de Urbe [fuori le Mura], 100, 149 –, – abate di, 242 – S. Pellegrino, rettore di, 114 – S. Pietro in Vaticano –, – Agulia, v. Gulgia –, – canonica di, 4, 33, 105, 156, 165, 272 –, – carcer, 183 –, – Cortina, 156 –, – Guidonea, porta, 112 –, – Gulgia (Agulia), l.q.d., 156 –, – palatium basilice, 30, 31* –, – palatium domini cardinalis archipresbiteri, 170 –, – Paradisum, 155, 170 –, – Petri de Cinthiis, domus, 272 –, – porticale, 47 –, – sacristia, 113, 186, 192, 211, 257, 261, 279 –, – sacristia antiqua seu maior, 230, 280 –, – Ravenniana, porta, 94 –, – S. Andrea (S. Maria de Febribus), cappella, 156, 165 –, – S. Angelo, cappella, 58, 115 –, – S. Antonino, cappella, 112 –, – S. Bonifacio, altare, 94 –, – S. Brigida, cappella, 112 –, – Ss. Cosma e Damiano, altare, 165 –, – S. Erasmo, cappella, 112 –, – S. Eustachio, altare, 255 –, – S. Giacomo, cappella, 30, 95 –, – S. Lorenzo, altare, 265 –, – Ss. Lorenzo e Giorgio, cappella, 95, 216 –, – S. Maria de Febribus, v. S. Andrea –, – S. Maria Pregnante, cappella, 58 –, – S. Marziale, cappella, 168, 174 –, – S. Petronilla, cappella, 58, 118, 156, 159 –, – Ss. Processi et Martiniani, cappella, 224

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–, – S. Salvatore de Abundantia, altare, 118 –, – S. Sudarii, cappella, 265 –, – SS. Trinità, altare, 165 – S. Prassede, card., 279 – Ss. Quirico e Giulitta, 133 – S. Rufina de Transtiberim, 259 – S. Sabina, 94 –, – card. di, 161, 279, 280 – S. Salvatore a Scossacavalli, v. S. Giacomo a Scossacavalli – S. Salvatore in Lauro, 106, ND-5 –, – rettore di, 157 – S. Salvatore in Pesulis, 54 – S. Salvatore de Terrioni, 44, 45, 47, 63, 104 – S. Sebastiano de via Pape, 72 –, – Sancti Iohannis, cappella, 72 – S. Silvestro de Capite, 46, 60 – S. Spirito in Sassia, 8, 12, 17, 33, 39, 40, 47, 58, 72, 94, 113, 145, 151, 152, 163, 180, 217, 218, 219 – S. Stefano de Agulia, v. S. Stefano de Hungaris – S. Stefano de Hungaris (/de Agulia) [S. Stefano Minore], 45, 63, 156, 213 –, – rettore di, 45, 47, 104 – S. Stefano Maggiore, 213 – S. Stefano Minore, v. S. Stefano de Hungaris – S. Teodoro, card., 92 – S. Tommaso in Parione, 112 – Ss. Tommaso e Orso, v. S. Orso de Ponte – S. Trifone, 12, 94, 100 –, – fratres di, 265 – S. Vincenzo, 123, 220, 221*, 222, 227 –, – arciprete di, 155, 220, 222, 227, 259 –, – canonici di, 123 – S. Zenone, 47, 104, 161, 179 – Santacroce, palazzo, 100

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

– Scorteclari, contrada, regione, 32, 42, 62, 90, 107, 131, 132, 234, 266 – Scossacavalli, piazza, 143 – Sisto, ponte, 72 – Spina di Borgo, 143 – Terme Alessandrine, 12 – Terrione, 94, 159 – Torrevecchia, 262 – Trastevere (Transtyberim), rione, 27, 28, 137, 182, 188, 239, 257, 276 – Trevi, rione, 42, 90, 193 – Tribunale del S. Uffizio, 44 – Turris Pertundata, contrada, 147 – Turrium, contrada, 239 – Ungarorum, platea, 129, 156 – Via Lata, regione, 62, 114, 251 – Vinee Thedemarii, regione, 172, 193 – Virginibus (de), locus, 164 – Viridaria, porta, 8, 29, 33, 63, 76, 209, 217 S. Apollinare, 162 S. Clemente a Casauria, monastero, 61 S. Maria de Caprigiolo, chiesa, 19 S. Maria di Corno, chiesa, 259 S. Maria Floris Magii, monastero, 84 S. Maria di Galeria, 277 S. Maria Maddalena de pede Cornu, ospedale, 259 S. Pietro de monte Ancharani (o de valle Cerasa), monastero, 19 Ss. Filippo e Giacomo, chiesa, 19 Sabina, 58 –, card. di, 29, 243 –, diocesi di, 181 Sacrofano, 130 – S. Biagio, 130 Saint-Cyr-au-Mont-d’Or , 4, 5, 6* Saintes, arcidiacono di, 18 Salamanca, vesc. di, 29 Salaria, via, 270 Salaria antica, via, 181 Sancta Anatolia, 77, 275

Sancti Petri (filiorum q. Nicolai de Amelia), castrum, 244 Sancti Petri, contrada, 11 Sancti Petri, prata, v. Prati di Castello Saracenis, casale de, 30 Sardegna, 108, 110, 111*, 173 Saxitanis (/Sassitanis), casale de, 103, 112, 147, 165, 168, 188, 257 Sculcola, casalectum, 103 Sicilia, regno di, 5, 7, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 36, 41, 43a, 51, 65, 66, 81, 83, 86, 92, 96, 101, 102, 158, 162, 194, 195, 196, 197, 199, 202, 203, 204, 206, 240, 246, 247, 248, 254 Siena, 207 Silicis rupte, contrada, 46 Soriano, castrum, 115 Soricis, casale de, 30 Sovicille (Suvicille), 207 Subereta, v. Insugherata Soriano (arx Suriani), 215 Spoletanus, Ducatus, 243; episcopus, 224 Sutri (Sutrium), 60, 67, 93, 120, 138, 145, 167, 220 – Capitis Ripe, contrada, 60 – Prati Grassi, contrada, 120 – S. Francesco, 94 – Vallis Menzole, contrada, 93 – Vallis Pratorum, contrada, 120 – Vallis Sancti Cesarii, contrada, 60 – vesc. di, 95, 272 Suveretum, v. Insugherata Suvicille, v. Sovicille Ternum, castrum, v. Luterno Terra Camponesca, 58, 115 Tevere, 77, 131, 182, 277 Tiburtina, via, 265 Ticchi Maioris, località, 182 Tivoli, 54, 59 –, – vesc. di, 272

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INDICE DEI NOMI DI LUOGO

Todi, vesc. di, 249*, 279 Tolentino, 139 – S. Agostino, 139 Torre Mucchia, 162 Tragliatella, tenuta, 137 Traiano, porto di, 182 Trionfale, via, 63, 112, 175 Turris magistri Henrici, casale, 29, 30 Tuscolo, vesc. di, 56, 216 Tyberis, v. Tevere Val di Merse, 207

243

Valencia, 111* Valle Bona, castrum, 126 Valle Ranetta (Valle Arnetta, Vallis Ranecta), contrada, 74 Vallis Guilzani, contrada, 67 Valva, 61 Vasto (Guastoaymonis), 127 Villa Caldari, 162 Villeneuve-lès-Avignon, 155, 211, 212*, 213, 214, 269 Viterbese, 115 Viterbo, 118, 120, 180; vesc. di, 55, 244

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

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Abrami, v. Taddeus Abundantia, f. di Iohannes Ricci iudicis de Peczengaris, 42, 62, 90 Acciarellis (de), v. Andreas Accuranbone, v. Bartholomeus Actolini, v. Andreolus Adinolfus, 27 Adria (de), v. Robertus Adriano IV, papa, 213 Advocatis (de), v. Andreas d. Stephani, Egidius, Iohannes, Vannotia Agnelli, v. Iohannes Agnes, f. di Iacobus Romani, 53; ma., v. Theodora Agnes, f. Marrdonis, 12 Agnes, f. di Philippus pictor, 32 Agnes, mog. di Robertus Provençalis, 82 Agnes, mog. di Rogerius Romanucii, 69, 82 Agnes de Montefalcone, ND-5 Agnese di Monferrato, 94 Alareno (de), v. Rogerius Iohannis Alatro (de), v. Petrus Francisci Nicolai, Sistus Iacobi Loffridi Albericis (de), v. Iacobus Paulini Albertini, v. Bartellutius (/Lutius) Petri, Petrus Albornoz (de), v. Egidio Alcheruzio di Giovanni Boboni, can. di S. Pietro, 168, 172 Alexandra, f. di Thomarotius Covielle, mog. di Macthutius Bobonis de Bovescis, 277 Alexii, v. Alexius Iohannis, Iohannes, Petrus Paulus Andreotii Pauli Alexius Iohannis Alexii, not., 210 Alexius Saxitani, 147; f., v. Cecilia, Iohanna, Stephania; mog., v. Perna Alfarano, Tiberio, 30, 58, 94, 112, 126, 156, 165, 255

Alfonso IV, re d’Aragona, 108, 110, 111*, 149 Alibrandina, mog. di Poncellus Petri Philippe, 238 Alkerutius, v. Alcheruzio Alvaperna, f. di Iacobus de Thineosis, mog. di Iohannes Consuli (/Consulelli) de Clausura, 46, 69 Amaternini (/Ameternini), v. Iohannes, Sabba Amatescis (/Amatiscis) (de) [Amateschi], v. Angelus Iohannis Frederici, Iacobus Saxonis, Matheus Iacobi Saxonis, Oddo Locteringi, Petrus Henrici, Petrus Marius, Pietro Riccomandi Ambrosius de Lamayrola, can. di Milano, mgr, 95 Amelia (de), v. Nicolaus Amelio (de), v. Marchus Ameterninis (de), v. Amaternini (de) Amodei, v. Simeotius Pauli Amore, v. Vanne, dictus al. Amore Anastasia di Montfort, 43b, 43c, 98 Anastasia, mog. di Petrus f. di Titulus, 268 Andrea, mog. di Stephanus Petri Speculi, 258 Andrea di Giacomo di Giovanni Stefano Manetti, 35 Andreas, v. anche Andreolus, Andreotius Andreas, pbr di S. Maria de Publico, 100 Andreas, ch. di S. Pietro e can. di S. Maria di Ortona, 6*, 197 Andreas, f. q. Andree Sanpongioli, not., 78 Andreas de Acciarellis de Piperno, giudice palatino, 145 Andreas Angeli Rubei, 175; f., v. Ceccus Andreas Barbarulee, 70; f., v. Iacobus

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Andreas Cambii, not., 145, 180 Andreas Gualterii Iubarellarii, 74, 98 Andreas Iacobi ol. d. Iohannis Stephani de Manectis, v. Andrea di Giacomo di Giovanni Stefano Manetti Andreas Iohannis Castini, 3, 10 Andreas Iohannis Girardi, not., 10 Andreas Leonardi, prior Interanensis, 17 Andreas de Massimis, giudice palatino, 98, 137, 166 Andreas magistri Nicolai de Podio Sancti Laurentii, not., 243, 268 Andreas Romani Hobicionis (/de Obicionibus), not., 253, 276 Andreas d. Stephani de Advocatis, 79, 80; mog., v. Malabranca Andreas ol. Thomasci iudicis de Velletro, ben. di S. Pietro, pbr, 37, 63 Andreas de Velletro, v. Andreas ol. Thomasci iudicis de Velletro Andreolus Actolini, 165 Andreotius Iohannis de Tartaris, 193; f., v. Cola, Iacoba, Symeon Angela, v. anche Lella Angela, f. di Franciscus Luce Surdi de Surdis, 181, 190, 260, 261; f., v. Lellus Petri Angela, mog. di Iohannes Mangie, 67 Angela, mog. di Laurentius Iohannis Gregorii, 100 Angela, mog. di Laurentius Iohannis Saccocie, 239; f., v. Iohannes Angela, mog. di Laurentius d. Symeonis Gratiani, 189, 266 Angeli, v. Franciscus, Paulus Angelinus, 115 Angelo Frangipane, can. di S. Pietro, 145, 157 Angelo Muti, can. di S. Pietro, 224, 256 Angelo de Ponte, can. di S. Pietro, 24 Angelo Tignosi, vesc. di Viterbo, 55

Angelucii, v. Blasius Angelus, v. anche Lellus Angelus, 157 Angelus, f. di Piscis, 1, 153, 168, 169, 172, 174, 216; mog., v. Iacoba Angelus Bonaionta, 73; f., v. Nicolaus Angelus Buccapasa, 9; f., v. Bobo, Philippus Angelus Callarella de Perleonibus, 28 Angelus Dominici Petri Leonis de Perleonibus, can. di S. Pietro, 256 Angelus Frigolani, mgr, 146 Angelus de Fulgino, v. Angelus magistri Iohannis magistri Bonguadagni de Fulgineo Angelus Gualterii Palareni, 68; f., v. Nicolaus Angelus Iacobi de Cicharellis, not., 46 Angelus Iacobi Thebaldi, orefice, 48; mog., v. Taddea Angelus magistri Iohannis magistri Bonguadagni de Fulgineo, ch. e ben. di S. Pietro, not., 6*, 197, 216, 217, 218, 219, 227, 230, 231, 243 Angelus magistri Iohannis de Campagiano, 73; mog., v. Maria Angelus Iohannis Frederici de Amathescis, not., 131 Angelus Iunte (/Ionta/Iuncta), 2, 3, 10, 15, 20, 34, 107, 165; mog., v. Iohanna Angelus Orlandi, ben. di S. Pietro, 76, 159, 160; ma., v. Plenadebene Angelus Petri Blasii, not., 33 Angelus Phylippi Capudgalli, not., 187, 190 Angelus Pilella, not., 43c Angelus de Pistachiis de Aquila, decretorum doctor, 115 Angelus Plenerii, 107 Angelus magistri Raynerii, not., 244 Angelus Saxonis de Pallonibus, not., 77

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Angelus Uguicionis, 1 Angiò (d’), v. Carlo, Carlo I, Carlo II, Giovanna I, Giovanni, Roberto Anglia (de), v. Iohannes Anguillara, v. Costanza di Francesco, Francesco di Francesco, Francesco di Pandolfo, Giovanni di Francesco, Imilia di Francesco, Orso di Francesco, Pandolfo (III), Pucciolo di Pandolfo (III), Romanello di Pandolfo (III) Anibaldus, 276 Aniballus Iacobi Ionathe, not., 74, 89, ND-4 Annibaldi (de Annibaldis), v. Nicola, Riccardo di Tebaldo; v. anche Annibaldi de Cavis, N. de Annibaldis Annibaldi de Cavis, v. Giacomo di Riccardo, Giovanni Annibaldo de Ceccano, card. di S. Lorenzo in Lucina, arciprete di S. Pietro, 95, 216 Annibaldo di Francesco di Paolo Stefaneschi, 237, 276; f., v. Iacobella, Laurentius, Petrus Anthonius, not. palatinus, collateralis, 276 Anthonius de Cingulo, legum doctor, iudex palatinus, collateralis, 276 Anthonius Maii, 273 Anthonius q. Petrucciani de Trivignano, not., 274, ND-5 Antonio Calvi, v. Antonius Francisci de Calvis Antonius, dictus Caruso, di Ortona, 274 Antonius de Eugubio, mgr, 232 Antonius Francisci de Calvis, can. di S. Pietro, vesc. di Imola e di Todi, card. di S. Prassede, 30, 279 Antonius Goioli Petri Scopte, not., 264, 273 Antonius Guidettus, not., 269

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Antonius Systi, 238 Aquapendente (de), v. Thomas Aquila (de), v. Angelus de Pistachiis, Lombardus, Nicolutia Aquile, v. Nicolaus Aquilii, v. Iacobus, Paulus Aragona (d’), v. Alfonso IV, Giacomo II, Violante Archionus, f. Crescentii de Crescenzonibus, 28 Aretio (de), v. Iohannes Mei Arlotti, v. Giovanni di Giacomo Arnoldus, not., 231 Ascaroni, v. Paulus Tadei Assectati, v. Silvester Astalli (de Astallis), v. Nicolaus, Nicola di Paolo Atto, giudice, 38 Augeri, v. Ugo Aymericus Estanhac, rettore della chiesa de Lavanna, 95 Baccari, v. Matteo Bactolus de Therabactis, civis Ancone,16 Barbarulee, v. Andreas Barbarulee Baroncelli, v. Laurentius Baroncii, v. Romanus Henrici Bartellutius, v. anche Bartholomeus, Lutius Bartellutius (/Lutius) Petri Albertini, 74, 98, 129; f., v. Tuciolus; mog., v. Margarita Barthellutius, f. di Paulus del fu Iacobus Homodei, 169 Bartholomea, f. di Bartholomeus Curcuville, 80 Bartholomea, f. di Bartholomeus Iohannis Lelli, 44, 45 Bartholomea, mog. di Iacobellus de Scagnalemosinis, 209 Bartholomea, mog. di Nerolus, 47; f., v. Bartholomeus, Laurentia, Oddo

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Bartholomea, mog. di Petrus Paulus de Tartaris, 193; f., v. Bucciarellus, Nardolus, Tartarella, Vannotia Bartholomei, v. Petrus Bartholomeus, v. anche Bartellutius, Barthomeus, Barthucius Bartholomeus, ben. di S. Pietro, 81 Bartholomeus, f. di Bartholomea mog. di Nerolus, 47 Bartholomeus, dictus Santo Paulo, portator, 82; f., v. Perna Bartholomeus Accuranbone, mon. di S. Pietro de Monte Ancharani, 19 Bartholomeus Curcuville, 80; f., v. Bartholomea; mog., v. Philippa Bartholomeus d. Guidonis Henrici de Paparescis, 77 Bartholomeus Iohannis Lelli, 44, 45; f., v. Bartholomea Bartholomeus Iohannis Riccardi, not., 73 Bartholomeus Iohannis Rubei, 147 Bartholomeus Iustini, not., 112, 129, 135, 146, 153 Bartholomeus Lippi Raynaldi, not., 115 Bartholomeus Nicolai, ben. di S. Pietro, 81 Bartholomeus Pappaçuris, not., 113 Bartholomeus Philippi, not., rettore di S. Andrea de Nazarensibus, 72 Bartholomeus Thomassoni, 274 Bartholomeus Vayani, causidico, 185 Barthomeus Villani de Tybure, iuris peritus, 187 Barthucius, dictus Iudeus, taverniere, 2, 15 Bartolomeo Vaiani, can. di S. Eustachio e di S. Pietro, 134, 138, 255, 272; fr., v. Franciscus, Iohannes, Paulus; p., v. Petrus Bastardelle, v. Bucius Bastardellis (de), v. Leonardus q. Laurentii

Bellihominis, v. Iohannes, Iohannes Nicolai, Nucius Belmonte, ol. de partibus Francie, 224 Benedetto XII, papa, 79, 116, 121, 124, 125, 126, 128, 136, 139, 141, 142, 192 Benedetto XIV, papa, 72 Benedicti, v. Petrus Benedictus, taverniere, 146 Benevenuti, v. Iacobus Iohannis Berardi, v. Cola, Iohannes Andree Berardus, can. di S. Apollinare, 222 Berardus Francisci de Nursia, not., 13 Berengario di Sant’Africano, vesc. di Sutri, 95 Berengarius de Sancto Minato, 111* Bernard Roiard, arcidiacono di Saintes, 17 Bernardinus, conte di Marsciano, 84 Bernardinus Sancti de Philippinis, not., 238, 273 Bernardus de Tramo(n)t(ana?), not., 26 Bertagnia (de), v. Yvo Berthuldus, comes, 159 Bertoldo di Napoleone Orsini, 98, 115 Bertoldo di Orso di Gentile Orsini, prevosto di Montefiascone, priore di S. Nicola di Bari, arcivesc. di Napoli, 33, 58, 94, 96 Bertoldo di Romano Orsini, conte palatino, sen. di Roma, 43b, 43c, 98, 116, 170, 187 Bertoldus Ernesti, not., 77, 276 Bertrando de Déaux, arcivesc. di Embrun, 116, 125 Bertuldus Pan(is), can. di S. Marcello, rettore della Romana Fraternitas, 75 Blanco (de), v. Çone Blasii, v. Angelus Petri Blasius, scriptor pape, 121

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Blasius, fr. di Martinus Venutuli de Monte Fano, 165 Blasius Angelucii, 261 Bobo, f. di Angelus Buccapasa, 9, 113, 117 Bobone di Giovanni Boboni, can. di S. Pietro, 76 Boboni (Bobonis), v. Alcheruzio di Giovanni, Bobone di Giovanni, Giovanni, Matteo di Giovanni Boccamazza, v. Buccamatiis (de) Boctus, 191; f., v. Ritola Boerii (Bohier), v. Pietro Bonafemmina, mog. di Meus de Colle, 144 Bonagratia de Nursia, fr., 13 Bonaionta, v. Angelus Bondie, v. Petrus Angeli Bondiis (de), v. Nicolaus Boniannes, not., 67 Bonifacio VIII, papa, 148, 198 Bonifacio IX, papa, 164 Borrelli, v. Guillelmus, Petrus Bosone Novello, 79 Boüard (de), Alain, 187 Bovescis (de) [Boveschi], v. Mathutius Bobonis Bovis, v. Petrus Branca de Fusingiano, 187; f., v. Iohanna Brance, v. Nicolaus Brance Brundosinus, v. Franciscus Brunellis (de), v. Iacobellus Iohannis Bruni Bruni, v. Nicolaus Buccamatiis (de) [Boccamazza], v. Laurentius d. Oddonis, Lellus Buccapasa, v. Angelus, Bobo, Philippus Buccatiole, v. Oddo Buccegia (de), v. Nicolaus, Paulus Tadei Ascaroni Bucciarellus, f. di Petrus Paulus de Tartaris, 193; ma., v. Bartholomea

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Bucciolus, f. di Paulus di Bucius Precessi Capuce de Capoccinis, 190 Buccius, v. anche Iacobus Buccius Busus Petri, ND-4; mog., v. Sophia Bucius, 144 Bucius Alli, 75; mog., v. Gayta Bucius Bastardelle, riformatore di Roma, 237 Bucius Cabonis (/Cavonis), 32, 42; mog., v. Maria Bucius Consulis de Clausura, 46; f., v. Iohannes Bucius Lapi Iubarellarius, 210; mog., v. Constantia Bucius Precessi Capuce de Capoccinis, 190; f., v. Paulus Bucius Ranucoli Melini, 68 Buctia Rustichelli, badessa di S. Antonio Romangnani di Cascia, 208 Buctius Petri Petronis, 234; mog., v. Catharina Bulganis (de), v. Iohannes Iacobi Iordani Cabonis, v. Bucius Caetani, v. Francesco Cafarellis (de), v. Lellus di Bartholomeus Calbuc[ii], v. Lellus Calcangiolus, v. Tucciolus Calisti, v. Lutius Calvis (de) [Calvi], v. Antonius Francisci, Iacobus Piccardi Sarmatarii Çamaro, v. Philippucius Andree, dictus Çamaro Cambii, v. Andreas Campagiano (de), v. Angelus magistri Iohannis Campo Marçi (de), v. Iacobus Campobaxo (de), v. Nicolaus Capitaneis (de), v. He(r)icus Celli de Capitaneis de Monteleone

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Capoccinis (de), v. Bucius Precessi Capuce Capocie, v. Petrus, Petrus Bartholomei Capocie de Pappazuris, v. Nicolaus Capozucchis (/Capoçuchis) (de), v. Franciscus Iacobi Capudgalli, v. Angelus Phylippi Capudtrulli, v. Iannellus Iohannis Capudtrulli de Miccinis Caranzoni, v. Giovanni Carlo I, re di Sicilia, 5, 23, 81, 92, 194, 241*, 246 Carlo II, re di Sicilia, 5, 7, 21, 22, 23, 24, 25, 43b, 50, 51, 81, 92, 194, 241*, 246 Carlo d’Angiò, duca di Calabria, 50, 52, 65, 66, 101, 195, 196, 199 Carota, v. Laurentius Carote, v. Laurentius Iohannis Pauli Carote de Rusticis Caruso, v. Antonius, dictus Caruso Cascia (di) (de Cassia), v. Cola Berardi, Nicolaus Symonicti Castellani, v. Iohannes Castellanis (de), v. Donatus Sabbe, Iohannes Castellanus, 118; f., v. Oddolina Castillione (de), v. Nicolaus Catarina, famula, 72 Catellinis (de), v. Tomasius Catharina, mog. di Buctius Petri Petronis, 234 Catharina, mog. di Lellus Alberti de Metro, 257 Cavallini, v. Giovanni Cavalutiis (de), v. Paulus Nicolai Martellini Cavis (de), v. Annibaldi Cavonis, v. Bucius Ceccano (de), v. Annibaldo, Nicola Ceccharellus Guelfus, 161, 179; mog., v. Complita

Cecchus Guadangnoli, dictus al. Rubro, 225; sor., v. Galata Cecchus Pauli Francisci, not., 223, 251 Cecchus Rosani, riformatore di Roma, 237 Cecchus Vanomandi, cursor, 237 Cecco di Gentile Orsini, detto Francorso, 43a, 43c Ceccola, 72 Ceccolellus Lelli Donati Ylperini, 260 Ceccolus Iohannis Petri Scriniarii, 167 Ceccolus Petri Scriniarii, 93 Ceccolus Romanelli Iohannis Petri Scriniarii, 167 Ceccus, v. anche Franciscus Ceccus, 133 Ceccus, dictus Francursus, v. Cecco di Gentile Orsini Ceccus, f. di Andreas Angeli Rubei, 175 Ceccus, f. di Giacomo Frangipane, 190 Ceccus, f. di Paulus Nicolai Mancini, 258 Ceccus Frangipane, 185, 187; f., v. Margarita Ceccus Nicolai Romanucii, 128; mog., v. Iacobina Ceccus Petri Gallesis, not., 134 Ceccus de Petruzio, 26 Cechola, f. di Lellus Milgi, mog. di Iacobellus f. di Lellus Iacobi de Paulo, 265; ma., v. Francisca Cecilia, f. di Alexius Saxitani, 147 Cecolus Pauli Cecchi Rofrede Iubarellarius, 210; mog., v. Pennucia Cellus Nardelli de Orto, can. di S. Pietro, 214, 256 Cenci, v. Matteo di Angelo, Pietro; v. anche Cencii, Cinthii Cencii, v. Iohannes f. di Thebaldus d. Petri Iohannis, Thebaldus d. Petri Iohannis Chameyrac (de), v. Raimondo

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Chapelle-Taillefert (de), v. Pietro Christophorus Francisci Sabe, not., ben. di S. Pietro, 217, 219, 245 Christophorus Mazinnasium, cl. Placentinus, not., 224 Cianti, v. Titulus, dictus al. Cianti Cicharellis (de), v. Angelus Iacobi Cinciis, v. Petrus Iacobi Cingulo (de), v. Anthonius Cinthii, v. Nicolaus, Petrus Leonardi Iohannis Cinthiis, v. Petrus Iacobi Cinthius Iacobi Mathei Cinthii de Rusticis, not., 134, 138 Cinthius Petri Leonardi, 183, 184; mog., v. Perna Civitate Veteri (/Civitavetula) (de), v. Vicano Albertini Civitella (de), v. Paulus Angeli Clara, mog. di Corradus magistri Henrici, 40 Clausura (de), v. Iohannes, Iohannes Consuli(s), Bucius Consulis Clemente III, papa, 213 Clemente V, papa, 4, 5, 29 Clemente VI, papa, 126, 137, 141, 148, 151, 152, 155, 163, 164, 170, 192 Coderoni, v. Paulus, Iacobus, Puczarellus Cola, v. anche Nicolaus Cola, f. di Andreotius Iohannis de Tartaris, 193 Cola, f. di Giacomo Frangipane, 190 Cola, f. di Laurentius Iohannis Gregorii, 100 Cola Andree Castini de Rusticis, 191 Cola Angeli de Laritia, 189 Cola Berardi di Cascia, 208 Cola Fuscus, 209 Cola Lancialfosso, 209 Cola Poncelli Petri Philippe, 238 Cola di Rienzo, 77, 182

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Cola Vitalis, 115 Colle (de), v. Meus Colonna (de Columna), famiglia, 116, 125; v. Enrico di Stefano, Pietro di Agapito, Stefano di Giovanni, Stefanuccio di Stefano Colonna di Genazzano, v. Giovanni di Stefano Coluccia (/Colutia) Pauli Lopardi, dictus al. Fraschecti (/Fraschetta), macellaio, 258, 273; mog., v. Iohanna Comitissa, f. di Giovanni Stefano Manetti, 72 Complita, mog. di Ceccharellus Guelfus, 161, 179 Çone de Blanco, 20 Conradus di Ripatransone, cappellano di Matteo di Orso Orsini, 121 Constantia, v. anche Costantia, Costanza Constantia, mog. di Bucius Lapi Iubarellarius, 210 Conti, v. Ildebrandino, Paolo di Adinolfo, Paolo di Giovanni di Adinolfo, Pietro di Adinolfo, Stefano di Pietro Contutii, v. Riczardellus Corneto (de), v. Petrus Corradus de Bibasso, 26 Corradus magistri Henrici, 39, 40; mog., v. Clara Corradus de Malatacchis, luogotenente del Giustiziere d’Abruzzo citra, 197 Cosciaris (de), v. Franciscus Pauli Costantia, mog. di Donatus Granelli, 89 Costanza, v. anche Constantia Costanza, f. di Francesco Anguillara, 94, 150 Costanza di Orso di Gentile Orsini, 94 Covellus Vanni f. di Pisanus, 120

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Cozerrorum (?), domus, 209 Cremona (de), v. Nicolaus Crescentii, v. Petrus Crescenzonibus (de), v. Archionus f. Crescentii Curcius Tebaldeschi, 193 Curcuville, v. Bartholomeus Damiana, mog. di Paulus Tadei Ascaroni, 63 Dammacii, v. Petrus Nicolai Déaux (de), v. Bertrando Deuteguarde Nicolai Iacobini de Mecellanico, not., 141 Dominici, v. Lucas Dominicus Mancini, mandatario, 145 Dominicus magistri Petri Zenzali, 32; f., v. Nicolaus Donatellus Francisci Peruscini, 3, 10 Donatus, f. di Donatus Granelli, 89 Donatus, f. di Laurentius Iuliani, 156; mog., v. Thomasia Donatus, f. di Nicolaus de Ylperinis, 153; mog., v. Francisca Donatus Granelli, 89; f., v. Donatus, Maria, Romanellus; mog., v. Costantia Donatus Pauli de Ramalgiantis de Florentia, 228 Donatus Sabbe de Castellanis, not., 106 Dragonis, v. Petrus f. d. Iohannis Pauli dicti Dragonis Dykmans, Marc, 87 Egidia, mog. di Iacobus domini Henrici de Paparescis, 27 Egidia, mog. di Pucciarellus de Sasso, 178; f., v. Petrus Alberti Egidia, mog. di Vanne dictus alias Amore, 191 Egidii, v. Iohannes

Egidio de Albornoz, card. di Sabina, 243 Egidiotius, f. di Laurentius Iacobelli Egidii de Yetia, 223, 228, 251 Egidius, not., 17 Egidius, rettore di S. Giustino, 63 Egidius, fr. di S. Spirito in Sassia, 219 Egidius de Advocatis, 79 Egidius Dass, 77, 276 Egidius Petri Leonis, not., 118, 131, 143 Egidius Petri Quinquedenti, 89 Egidius Rofrede de Rofredinis, can. di S. Pietro, 9, 207 Embrua (de), v. H. de Embrua Emorautto, v. Nicolò Emorautto Enrico VII, imperatore, 33 Enrico di Stefano Colonna, 116 Estanhac, v. Aimerico Eugenio IV, papa, 56 Fabriano (de), v. Petrus Bartholomei Nicolutii de Surcalibus Faciolus Matthie de Tineosis, 37 Falconecti, v. Lellus magistri Petri Fanucius, f. di Paulus Nicolai Mancini, 258 Farnesio (de), v. Petrus de Farnesio Federico II, imperatore, 127 Fernandi, v. Nicolaus Figuera, v. Petrus Flaiano (/Flagiano) (de), v. Giovanni Florentia (de), v. Donatus Pauli de Ramalgiantis Florius Nicolai Pellicie, not., 109 Foligno (di), v. Fulgino (de) Fossaceca (de), v. Stefano Francesco Caetani, card. di S. Maria in Cosmedin, 29, 30 Francesco di Francesco Anguillara, 94, 150, 191; moglie, v. Giovanna Francesco di Giovanni Ceresis Normanni, 137, 140, 166, 177

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Francesco di Napoleone Orsini, 115 Francesco di Pandolfo Anguillara, 94 Francesco di Pietro Ranucetti da Orvieto, can. di S. Giovanni in Laterano, 201 Francesco di Stefano Stefaneschi, 77 Francia (de), v. Peronectus Francisca, v. anche Ceccola Francisca, badessa di S. Caterina de Portica, 88 Francisca, mog. di Donatus f. di Nicolaus de Ylperinis, 153 Francisca, mog. di Iohannucius Berardi Iacobini (/Bernardi Iacobi), 3, 10 Francisca, mog. di Lellus Milgi, 265; f., v. Cechola Francisca, mog. di Paulus, ND-2 Francisca, mog. di Paulus di Iacobus Homodei, 169 Francisci, v. Cecchus Pauli Franciscoli, v. Mattheus Lelli Franciscus, v. anche Ceccus Franciscus, ND-1 Franciscus, rettore di S. Pellegrino, 114 Franciscus Andree de Marsciano, not., 142 Franciscus Angeli de Urbe, fr., 218 Franciscus Bartholomei, 99 Franciscus Brundosinus de Manfredonia, arciprete di S. Vincenzo, conservator bonorum et iurium di S. Pietro, 220, 222, 227, 231, 259 Franciscus Iacobi de Capozucchis, can. di S. Pietro, 256 Franciscus Iacobi Francisci Percussi, not., 134, 255 Franciscus Iacobi Iohannis, not., 157 Franciscus Iohannis Macthei Cinthiis de Rusticis, not., 191 Franciscus Iohannis Pedonis de Vallemontone, ben. e can. di S. Pietro, 145, 157, 159, 161, 178, 226

255

Franciscus Iohannis Thebaldi de Thebaldescis, can. di S. Pietro, card. prete di S. Sabina, 161, 216, 219, 230, 231, 243, 279, 280 Franciscus de Lenis, archipresbyter Ostiensis, 259 Franciscus Luce Surdi de Surdis, 181, 190, 260, 261; f., v. Angela Franciscus Matthei Petri de Tostis, 62 Franciscus Pauli de Cosciaris, not., 89 Franciscus Pedonis, v. Franciscus Iohannis Pedonis de Vallemontone Franciscus Petri d. Angeli Tedelgarii, 28 Franciscus Pucii, not., 147 Franciscus Simeotii de Tartaris, 193 Franciscus Symeonis Petri Mathei dicti Vecchi, not., 128, 171 Franciscus Tosti de Tostis, can. di S. Pietro, 224, 279, ND-3 Franciscus de Urbevetere, v. Francesco di Pietro Ranucetti da Orvieto Franciscus Vayani, 138, 255; f., v. Bartholomeus, Iohannes, Paulus; p., v. Pietro Francorso, v. Cecco di Gentile Orsini Frangipane (Fraiapanis/de Fraiapanibus/de Fraiapanensibus), famiglia, 185; v. Angelo, Cecco, Giacomo, Giovanni, Giovanni di Nicola (/ Cola), Oddone, Odducius, Nucio Fraschechti (/Fraschetta), v. Coluccia Pauli Lopardi, dictus al. Fraschecti Frederici (/Friderici), v. Maximus Iohannis Friderici de Tibure, Thomas Frigolani, v. Angelus, Iohannes, Lellus Fulgineo (/Fulgino) (de), v. Angelus magistri Iohannis magistri Bonguadagni Fuscis de Berta (de), v. Lucas q. Iohannis Fuscus, v. Cola Fusingiano (de), famiglia, 187; v. Branca

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Gabrielli, v. Iacopo Galata, sor. di Cecchus Guadangnoli, dictus al. Rubro, 225 Galata, sor. di Martinus Venutuli de Monte Fano, 165 Galgani (Galgani/de Galganis), v. Paolo, Iacobus, Riccardo di Paolo Gallesis, v. Ceccus Petri Gallicano (de), v. Petrus Iacobi Pandulfi Garsia Petri, abate ecclesie Fusellensis, 29, 30 Gaspar, 77, 182, 276 Gayta, mog. di Bucius Alli, 75 Gentile di Bertoldo di Gentile Orsini, 43a, 43b, 43c, 76 Gentile di Francesco di Matteo Orsini, 126 Gerardi, v. Iohannes Pauli Gerardi Gerguasii, v. Iohannes, Tomarotius d. Iohannis Gerius Guidocti, scrittore della Penitenzieria, mgr, 29, 30 Giacoma, v. anche Iacoba Giacoma di Poncello Orsini, 116 Giacoma di Stefano di Pietro Stefaneschi, 43b, 43c Giacomo, v. anche Iacobus Giacomo II, re d’Aragona, 108, 110, 149, 173 Giacomo, vesc. di Capri, 198 Giacomo, procuratore di S. Pietro, ch., 25 Giacomo di Francesco Orsini, can. di S. Pietro, 257 Giacomo di Francesco Stefaneschi, 77 Giacomo Frangipane, 187, 190; f., v. Cola, Cecco, Giovanna, Giovanni, Mabilia, Oddone; mog., v. Margherita Giacomo Gaetano Stefaneschi, can. di S. Pietro, card. diacono di S. Gior-

gio ad Velum Aureum, 17, 18*, 95, 216, 237 Giacomo di Giovanni Savelli, 116 Giacomo di Giovanni Stefano Manetti, 35, 72; f., v. Andrea, Matteo, Stefano; mog., v. Paola Giacomo Muti, legum doctor, 224; fr., v. Angelo Giacomo (I) de Ponte, 94 Giacomo di Riccardo Annibaldi de Cavis, can. di S. Pietro e di S. Giovanni in Laterano, 164 Giangaetano di Matteo Rosso Orsini, card. di S. Teodoro, 92 Gibelli, v. Nucius Gila, madona, 189 Giordano, v. anche Iordanus Giordano di Francesco Iordani de Patritiis de Insula, can. di S. Pietro, 166 Giordano di Orsello Orsini, miles, 126, 131, 136 Giordano Orsini, 137, 150 Giordano di Poncello Orsini, 94, 116 Giovanna, v. anche Iohanna Giovanna I, regina di Sicilia, 158, 162, 194, 195, 196, 199, 202, 203, 204, 205*, 206, 240, 246, 247, 248, 254 Giovanna, mog. di Francesco di Francesco Anguillara, 150 Giovanna di Giovanni Stefano Manetti, 72 Giovanna Orsini, contessa di Anguillara, 94, 191 Giovanni, v. anche Iohannes Giovanni XXII, papa, 9, 40, 51, 55, 56, 57*, 78, 87, 89, 92, 96, 97, 119, 219, 220, 222, 244, ND-4 Giovanni da Amelia, arcivesc. di Corfù, 279 Giovanni d’Angiò, conte di Gravina, 33

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Giovanni Annibaldi de Cavis, can. di S. Giovanni in Laterano, 78 Giovanni Cavallini, scriptor papae, 121, 125 Giovanni di Cola Frangipane, v. Giovani di Nicola Frangipane Giovanni di Francesco Anguillara, 94, 116, 150 Giovanni di Francesco di Matteo Rosso Orsini, 126 Giovanni Frangipane, can. di S. Pietro, 92, 96, 185, 187, 190 Giovanni di Giacomo Arlotti, can. di S. Pietro, 92, 96, ND-4 Giovanni di Giovanni Stefano Manetti, ben. di S. Pietro, 35, 37, 72 Giovanni di Napoleone Orsini, 115 Giovanni di Napoleone di Poncello Orsini, conte di Manoppello, 260, 261 Giovanni di Nicola di Paolo, not., 216 Giovanni Pagnotta, vesc. di Anagni, vicarius Urbis, 124, 139, 141 Giovanni Pesce, altarista di S. Pietro, 79 Giovanni di Silvestro Lupi, can. di S. Giovanni in Laterano e di S. Pietro, 215, 216 Giovanni di Stefano di Alberto Normanni, 137 Giovanni di Stefano Colonna di Genazzano, sen. di Roma, 14, 16 Giovanni Stefano Manetti, 35, 72; f., v. Comitissa Giovanni Stefano di Stefano Normanni, 137, 177; madre, v. Perna Giovanni de Unzola, altarista di S. Pietro, 97 Girardi, v. Andreas Iohannis Girardi Glena, mog. di Iohannes de Sabello, 100 Goctifreddi, v. Mathutius

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Goioli (/Goyoli), v. Antonius Goioli Petri Scopte, Iohannes Paulus Antonii Gordiano (de), v. Petruccius Goyoli, v. Goioli Gozzolini, v. Silvestro Gractulis (de), v. Sabbas Nicolai Pauli Granano (de), v. Pietro Granelli, v. Donatus, Petrus Donati Grassellus, v. Iannes Grassi, v. Mathutius Pauli Gregorio IX, papa, 211, 213 Gregorio XI, papa, 224, 269, 275 Gregorius, abate di S. Pietro de Tozulo, 61 Gregorius, rettore di S. Sebastiano de via Pape, 72 Griffolo (de), v. Nicolaus Grimaldi, Giacomo, 126, 165 Grisecti, v. Petrus Guadangnoli, v. Cecchus Gualfredus mgr Petri Iacobi de Sutrio, not., 60 Gualterii, v. Nicolaus Gualterii Egidionis Gualterius Palareni, 68 Gualterius magistri Petri, not., 245, ND-1 Guastoaymonis (de), v. Ypolitus Guelfus, v. Ceccharellus Guertio, v. Nardus Guetucii, v. Iacobus Iohannis Guglielmo, v. anche Guillelmus Guglielmo di Riparia, ab. di Nonantola e di S. Paolo f.l.m., 242 Guido, f. di Petrus Petri Iohannis Scriniarii, mgr, 167 Guido de Florentia, 214 Guido di Romano Orsini, 43b, 43c Guidocti, v. Gerius, Mitiatus Rubei Iacobi Guilglielmina de partibus Lombardie, 222

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Guillaume de la Jugée, card. di S. Maria in Cosmedin, arciprete di S. Pietro, 230, 243 Guillelmi, v. Memmus Cicchi Guillelmus Borrelli, not., 111* Guillelmus de Falcone de Lanzano, 26 Guillelmus de Rocha, not., 173 Guillelmus Vaccarinus, hospitator in platea S. Petri, 8; mog., v. Scotta Gulaffi, v. Sabbas Gulaffi de Transtiberim Gusmatus, rettore di S. Martino de Pannarella, 72 Gustantini, v. Iohannes Guy di Montfort, 43b H. de Embrua, 201 Henricus, dictus Virgilius, de Padua, not., 95 He(r)icus Celli de Capitaneis de Monteleone, iudex palatinus et actorum camere Urbis, 134 Herminii, v. Petrus Hobicionis (/Hobizionis), v. Obicionis Homodei, v. Paulus, Iacobus Honesta, mog. di Iennarucius, 10 Honesta, mog. di Iohannes Piscis d. Iohannis Piscionis, 168, 174 Hugo, v. anche Ugo Hugo, ab. di S. Lorenzo di Aversa, 227, 230, 231 Hugolini, v. Iohannes Hugolinus, fr. O.P., 118 Hugues de Saint-Martial, card. di S. Maria in Portico, arciprete di S. Pietro, 279 Huguitionis, v. Iohannes Iacoba, v. anche Buctia, Giacoma Iacoba, f. di Andreotius Iohannis de Tartaris, mog. di Curcius Tebaldeschi, 193

Iacoba, mog. di Angelus Iunte, 165 Iacoba, mog. di Angelus Piscis d. Iohannis Piscionis, 168, 174 Iacoba, f. di Iacobus Petri Pappe, 70 Iacoba, f. di Iacobus Rubei, mog. di Nicolaus Hugolini [...], 171; sor., v. Mabilia Iacoba, mog. di Iohannes Nicolai Bellihominis dictus Zanna, 186 Iacoba, mog. di Laurentius medicus e di Iacobus Omniasancti, 154; f., v. Laurentius Iacoba, mog. di Lellus Calbuc[ii], 132 Iacoba, mog. di Romanus Henrici iudicis Baroncii, 29 Iacobella, f. di Annibaldo di Francesco di Paolo Stefaneschi, 276 Iacobellus, f. di Lellus Iacobi de Paulo, 265; mog., v. Cechola Iacobellus, f. di Mitiatus Rubei Iacobi Guidocti, 189; mog., v. Margarita Iacobellus de Iecza, v. Iacobellus Egidii de Yeza Iacobellus Iohannis Bruni de Brunellis, 267; fr., v. Iohannucius Iacobellus de Scagnalemosinis, 209; mog., v. Bartholomea Iacobi, v. Gualfredus magistri Petri Iacobi, Nicolaus Iacobi, Obicio Iacobi, Paulus Iacobi de Urbe, Petrutius Iacobina, mog. di Ceccus Nicolai Romanucii, 128 Iacobini, v. Iohannucius Berardi Iacobinus Iacobi Romani Saxonis, giudice, 11; f., v. Iacobus, Iohannes Rubrus, Romanus Iacobonus, 9; mog., v. Sibilia Iacobuccius, priore di S. Giacomo in Settignano, fr., 200 Iacobuccius de Labro, 114 Iacobucii, v. Laurentius

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Iacobus, v. anche Bucius, Giacomo, Iacopo Iacobus, bullarius, not., 30 Iacobus, archipresbyter terre Ortone, 127 Iacobus, rettore di S. Bartolomeo di Ortona, 119 Iacobus, can. di S. Cecilia in Trastevere, pbr, 272 Iacobus, arciprete di S. Maria di Ortona, 48 Iacobus, precettore di S. Spirito in Sassia, fr., 145 Iacobus, f. di Andreas Barbarulee, 70 Iacobus, f. di Iacobinus Iacobi Romani Saxonis, 11 Iacobus, f. di Romanus Mutus de Piperis, 89 Iacobus, f. di Thedaldus Piscionis, campsor, 168 Iacobus Andree Romani de Scoctis, not., 9 Iacobus Aquilii, not., 150 Iacobus de Campo Marçi, can. di S. Maria in Cosmedin, 157 Iacobus Carote, 3, 10 Iacobus Coderoni, 38 Iacobus (/Iacobellus) Egidii de Yeza (/Iecza), 223, 251; f., v. Iohannes, Laurentius, Petrus, mog., v. Thomasia Iacobus de Galganis, can. di S. Pietro, 256 Iacobus Guittoni de Pilellis, 14; mog., v. Margarita Iacobus Hedificatii de Malpileis, not. palatinus, collateralis, 265 Iacobus Henrici de Paparescis, 27; mog., v. Egidia Iacobus Homodei, 169; f., v. Paulus Iacobus Iacobi Massii, not., 201 Iacobus Ianni, 210 Iacobus Iohannis Benevenuti, not., 34, 88

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Iacobus Iohannis Gaietani, mgr, v. Giacomo Gaetano Stefaneschi Iacobus Iohannis Guetucii, nobilis vir, 276 Iacobus d. Malabrance, 1; f., v. Maria Bella Iacobus Nicolai Malaspine, not., 157 Iacobus Omniasancti, 154; mog., v. Iacoba Iacobus Paulini de Albericis, not., 177 Iacobus Paulini de Saxitanis, 188 Iacobus Petri, not., 38 Iacobus Petri Pappe, not., 68 Iacobus Petri Piperis, not., 8 Iacobus Piccardi Sarmatarii de Calvis, 129, 135; mog., v. Iohanna Iacobus Rofini, 64 Iacobus Romani, 53; f., v. Agnes, Lella; mog., v. Theodora Iacobus Rubei, 171; f., v. Iacoba, Mabilia Iacobus de Sanguineis, 28 Iacobus Saxonis de Amatescis, not., 79, 80, 103 Iacobus de Tineosis, 69; f., v. Alvaperna Iacobus de Valle, pbr, ben. di S. Pietro, 118, 143, 157, 226 Iacobus Petrus Omniasancti de Malpileis, not., 107 Iacobus Petrus Pappe, 70; f., v. Iacoba Iacopellus, figlio di Giovanni di Pesce Piscioni, 186 Iacopo Gabrielli, 79 Iannellus, Iannes, v. anche Iohannis Iannellus (/Ianellus) Iohannis Capudtrulli de Miccinis, 128, 171, 183, 184; mog., v. Maria; nipote, v. Sancta Iannes Grassellus, 115 Ianni, v. Iacobus Iaquemini, v. Tomasectus Iecza (de), v. Yeza (de)

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Iennarucius, speziale, 10; mog., v. Honesta Ildebrandino Conti, vesc. di Padova, 126 Ilperini, v. Ylperinis (de) Imilia, f. di Francesco Anguillara, 94 Infernis (de), v. Iohannes d. Iohannis Innocenzo II, papa, 213 Innocenzo III, papa, 213 Innocenzo VI, papa, 198, 200, 201, 211, 213, 214, 217, 220, 227 Innocenzo VII, papa, 279 Ioffo (de), v. Matheus Iohanna, v. anche Giovanna Iohanna, f. di Alexius Saxitani, 147 Iohanna, f. di Branca de Fusingiano, mog. di Oddo de Fraiapanensibus, 187 Iohanna, mog. di Colutia Pauli Leopardi, 273 Iohanna, matertera Egidiotii, 228 Iohanna, f. di Hugolinus de Speculis, 68 Iohanna, f. di Iacobus Fraiapanis, 187, 190 Iohanna, mog. di Iacobus Piccardi Sarmatarii de Calvis, 129, 135 Iohanna, f. di Marina, 106 Iohanna, mog. di Matheus de Ioffo, 109 Iohanna, mog. di Nicolaus Iudeus, ND2; f., v. Paulus Iohanna, mog. di Nicolaus Pauli de Rusticis, 154 Iohanna, mog. di Odducius de Fraiapanibus, 185 Iohanna, mog. di Paulus Lelli Piscis, 216 Iohannes, v. anche Giovanni, Iannes, Iohannes, ND-4 Iohannes, abate di S. Anastasio ad Aquas Salvias, 253 Iohannes, abate di S. Biagio in Cantusecuto, 78

Iohannes, pbr, rettore di S. Giacomo a Scossacavalli, 146 Iohannes, rettore di S. Maria Maddalena, 63 Iohannes, bullator, not., 44, 45 Iohannes, not., 17 Iohannes, sutor, 224 Iohannes, f. di Iacobellus Egidii de Yeza, 228 Iohannes, f. di Laurentius Iohannis Saccocie, 239; ma., v. Angela Iohannes, fr. di Martinus Venutuli de Monte Fano, 165 Iohannes, f. di Philippucius Andree, 268 Iohannes, f. di Thebaldus d. Petri Iohannis Cencii, 93 Iohannes, f. di Tomarotius d. Iohannis Gerguasii, 251, v. Papazzurra Iohannes Agnelli, not., 169 Iohannes Alexii, bobacterius, 253 Iohannes Amaternini, pbr, rettore di S. Biagio di Sacrofano, 130 Iohannes Andree iudicis Berardi, not., 132 Iohannes Andree Stephani de Advocatis, 80; f., v. Vannotia Iohannes notarii Angeli, 24 Iohannes Angeli Iohannis Nicolai, taverniere, 48 Iohannes Angeli Lupi, not., 126 Iohannes de Anglia, fr. di S. Spirito in Sassia, 145 Iohannes Bartholomei Muti de Pappazuris, 193 Iohannes Bellihominis, giudice palatino, 79 Iohannes Bobonis de Mercato, 76 Iohannes Buccamelis, not., 29 Iohannes Bucii Consulis de Clausura, 46 Iohannes Caballinus, v. Giovanni Cavallini Iohannes Caranzonis, 55

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Iohannes Castellani, not., 121 Iohannes de Castellanis, iudex palatinus, collateralis, 265 Iohannes Celle de Sanguineis, 28 Iohannes [...]ciuro, not., 123 Iohannes Consulis de Clausura, 46, 69 Iohannes Crapadolfo, 75; mog., v. Margarita Iohannes Crescii, not., 3 Iohannes Deodati, dictus Provincialis, can. di S. Pietro, 55 Iohannes Egidii, not., 12 Iohannes Egidii Quinquedenti, mercator, 262, 263* Iohannes Egidii Venture, 106 Iohannes de Flaiano, can. di S. Pietro, 24, 76 Iohannes Frigolani, mgr, 143 Iohannes Gerguasii, causidico, 10 Iohannes Gualhardi, alias dictus Provinciale, can. di S. Pietro, 104, 105, 119, 121 Iohannes Gustantini, 109; f., v. Vannotia Iohannes Hugolini, not., 188 Iohannes Huguitionis de Placentia, not., 218, 219 Iohannes Iacobi d. Henrici de Paparescis, 27 Iohannes Iacobi Iordani de Bulganis, not., 188 Iohannes Iacobi Magalocti, not., 76 Iohannes magistri Iacobi de Nursia, not., 19 Iohannes Iacobi de Rogeriis, not., 35, 37 Iohannes Iacobi Romani Hobizionis, not., 189 Iohannes Iacobi Soguactarii, 74 Iohannes (Iannucii/Nucii/Nuccioli) Iohannis, can. di S. Maria in Traspontina e di S. Pietro, 242, 256 Iohannes Iohannis de Infernis, not., 43a

261

Iohannes Iohannis Leonardi Iohannis Rubei, 3 Iohannes Iohannis Nicolai Bellihominis, 186 Iohannes Iohannis de Valmontone, 235 Iohannes Loctini de [Ser]mineto, not., 6* Iohannes de Lupis (/Lupus), v. Giovanni di Silvestro Lupi Iohannes Macthotii de Ylperinis, 268 Iohannes de Malatacchis de Regio, giustiziere, 6* Iohannes Mangie, not., 67; mog., v. Angela Iohannes delo Marchese, fr., 253 Iohannes Mardoni, not., 1 Iohannes Marotii, 118 Iohannes Mathei Petri Angeli, 270; fr., v. Mattheus de castro Montisrotundi Iohannes Mei de Aretio, not., 95 Iohannes Morselli, 207 Iohannes Nicolai Bellihominis dictus Zanna, 186; f., v. Iohannes; mog., v. Iacoba Iohannes Nicolai (/Cole) de Fraiapanibus, 181, 185 Iohannes Nicolai Luce, not., 47 Iohannes Normandi de Monte Floris, 28 Iohannes Obicionis Francisci Petri Obicionis, 28 Iohannes Oddonis spetiarii, not., 123 Iohannes Pauli Alberti, not., 201 Iohannes Pauli Alisii, not., 225 Iohannes Pauli Gerardi, 68 Iohannes Pauli Romauli, not., 239 Iohannes Pauli de Symo, 226, 234 Iohannes Petri Angeli, can. di S. Maria in Cosmedin, 157; fr., v. Lellus Iohannes Petri Egidii, 99 Iohannes Petri Landulfi, 72 Iohannes de la Piacza, 223 Iohannes Pilgionis, 239 Iohannes Piscionis, 1, 27, 174

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Iohannes Piscis, 153, 168, 169, 172, 174, 186; f., v. Iacopellus, mog., v. Honesta Iohannes de Placentia, mgr, 163 Iohannes Quinquedenti, riformatore di Roma, 237 Iohannes Ricci iudicis de Peczengaris, 42, 62, 90; f., v. Abundantia; mog., v. Leonarda Iohannes Rogerii de Perleonibus, 123; mog., v. Suffia Iohannes Rubrus Iacobini Iacobi Romani Saxonis, 11 Iohannes de Sabello, 100; mog., v. Glena Iohannes de Sabello, vicarius Urbis, 68 Iohannes Salati, not., 111* Iohannes de Sancto Marco de Urbe, fr. O.F.M., 255 Iohannes de castro Sang., fr., camerlengo di S. Spirito in Sassia, 180 Iohannes Sclacze, not., 72 Iohannes Silvestri, not., 43b Iohannes de Tartaris, 193 Iohannes Toti, 226 Iohannes Tucii, not., 190, 260 Iohannes de Vallmontone, dictus Sapiens, not., 87 Iohannes Vayani, can. di S. Pietro, 255; f., v. Bartholomeus, Franciscus, Paulus; p., v. Pietro Iohannes Zengia, not., 133, 156, 159, 160, 166, 167, 168, 172, 174 Iohannes Paulus Antonii Goioli, not., 264 Iohannes Paulus Iohannis Pauli, 277 Iohannes Petrus, 124 Iohannes Sanctus q. Donati ser Symeonis de Moricis, not., ND-2 Iohannis, v. Tomaxius Iohannucius, fr. di Iacobellus Iohannis Bruni de Brunellis, 267

Iohannucius Berardi Iacobini (/Bernardi Iacobi), 3, 10; moglie, v. Francesca Iohannucius Montanarius, 144 Ionte, v. Iunte Iordanus, v. anche Giordano Iordanus de Ponte, 33 Iotius Pauli Symeonis, barberius, 245 Iubarellarii (/Iubarellarius/Iubarellarum), v. Andreas Gualterii, Bucius Lapi, Cecolus Pauli Cecchi Rofrede, Nicolaus Gregorii Iudeus, v. Barthucius, Nicolaus Iuliani, v. Laurentius Iunte, v. Angelus Iunte Iustini, v. Bartholomeus Iustinis (de), v. Nicolaus Labro (de), v. Franciscus, Iacobuccius, Panalfutia, Tomasius Lamayrola (de), v. Ambrogio Lancia, v. Puczarellus Lancialfosso, v. Cola Landulfi, v. Iohannes Petri Landulfi Lanzano (de), v. Guillelmus de Falcone Lapi, v. Bucius Laritia (de), v. Cola Angeli Latino di Gentile Orsini, 43a Laurentia, v. anche Lorenza Laurentia, f. di Bartholomea mog. di Nerolus, 47 Laurentii, v. Paulus, Petrus Laurentius, medicus, 154; f., v. Laurentius; mog., v. Iacoba Laurentius, abate di S. Biagio in Cantusecuto, 217, 218, 219, 244 Laurentius, f. di Annibaldo di Francesco di Paolo Stefaneschi, 276 Laurentius, f. di Laurentius medicus, 154; ma., v. Iacoba Laurentius Baroncelli, not., 185 Laurentius Carota, not. palatinus, collateralis, 277

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Laurentius Iacobelli Egidii de Yetia, 228, 251; f., v. Egidiotius Laurentius Iacobucii, 209; mog., v. Margarita Laurentius Iohannis Gregorii, 100; f., v. Cola, Paulucius, Petrucius; mog., v. Angela Laurentius Iohannis Pauli Carote de Rusticis, not., 278* Laurentius Iohannis Saccocie, not., 239; f., v. Iohannes; mog., v. Angela Laurentius Iuliani, not., 19, 156; f., v. Donatus Laurentius Leonis, not., 265 Laurentius Oddonis de Buccamatiis, 260 Laurentius Petri, iuris peritus, iudex palatinus, collateralis, 277 Laurentius de Roma, 155 Laurentius de Sanguineis, 28 Laurentius de Sanguineis, can. di S. Pietro, 230 Laurentius Symeonis Gratiani, paliarius, 189, 224, 266; mog., v. Angela Lella, v. anche anche Angela Lella, f. di Iacobus Romani, 53 Lelli, v. Bartholomeus Iohannis, Petrus Lellus, v. anche Angelus Lellus, fr. di Iohannes Petri Angeli, 157 Lellus Alberti de Metro, 257; ma., v. Maria; mog., v. Catharina Lellus Bartholomei de Cafarellis, 172 Lellus de Buccamatiis, 260; f., v. Nicolaus Lellus Calbuc[ii], 132; mog., v. Iacoba Lellus Cecchi Locterengi, not., 191 Lellus Frigolani, 143 Lellus Henrici Lombardi, 168 Lellus Iacobi de Paulo, 265; f., v. Iacobellus Lellus Magni, macellarius, 236 Lellus Maringiani, 34

263

Lellus Milgi (/Migli/Migliarii), 265; f., v. Cechola; mog., v. Francisca Lellus Nicolai [...] de Thebaldescis, 123 Lellus Orlandi, v. Angelus Orlandi Lellus Pepi q. de Perusio, 142, 217 Lellus Petri f. di Angela di Franciscus Surdi de Surdis, 190 Lellus Petri Angeli, 129; mog., v. Margarita Lellus magistri Petri Falconecti, macellaio, 131 Lellus Petri Iohannis Scriniarii, mercator di Sutri, 60, 93, 120, 145, 167 Lellus Philippi Capudgalli, v. Angelus Phylippi Capudgalli Lellus Piscis d. Iohannis Piscionis, v. Angelus Piscis d. Iohannis Piscionis Lellus Quatracce, 112, 188 Lenis (de), v. Franciscus Leonarda mog. di Iohannes Ricci iudicis de Peczengaris, 42, 62 Leonardi, v. Andreas, Cinthius Petri, Paulus Petri Leonardus, ch., 165 Leonardus, mgr, 94 Leonardus, arciprete dei Ss. Tommaso e Orso, 114 Leonardus Laurentii de Bastardellis, not., 258 Leonardus Marotie, giudice palatino, giusperito, 140, 220 Leonardus de Sanguineis, 28 Leone IV, papa, 213, 224 Leone IX, papa, 213, 220, 224, 231 Leonis, v. Laurentius Leopardi (/Lopardi), v. Coluccia Pauli, Paulus Lippola, v. Philippa Litardus Lotii, mandatario, 145 Locterengi, v. Lello Cecchi Loffridi, v. Sistus Iacobi Lombardi, v. Lellus Henrici

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Lombardie (de partibus), v. Guilglielmina Lombardus de Aquila, abate di S. Maria di Bominaco, 61 Lopardi, v. Leopardi Lorenza, v. anche Laurentia Lorenza di Orso Orsini, 94 Lorenzo, v. Laurentius Lotii, v. Litardus Lucas, pbr, ben. di S. Pietro, 191 Lucas Dominici di Spoleto, ben. di S. Pietro, 207 Lucas Francisci de Sancta Victoria, frate OSA, 139 Lucas Iohannis de Fuscis de Berta, not., 14 Lucas Viti, giudice, 24 Luce, v. Iohannes Nicolai Luce, mgr, v. Nicolaus d. magistri Luce Lucia Valentini (Lucia Vuscha), 45, 47, 63, 104 Lucius delo Muto, 239 Ludovico il Bavaro, imperatore, 92, 96, 102, ND-4 Ludovicus Cecius, not., 122, 170, 176, 192, 212*, 213, 214, 232, 233, 252, 269 Luigi di Taranto, associato al trono di Sicilia, 194, 195, 196, 199, 202, 203, 204, 205*, 206 Lupi, v. Giovanni di Silvestro, Iohannes Angeli, Nuccius Lutius, v. anche Bartellutius Lutius Calisti, legum doctor, iudex palatinus, collateralis, 277 Mabilia, f. di Iacobus Fraiapanis, 187, 190 Mabilia, f. di Iacobus Rubei, mog. di Paulus Iohannis Occari, 171; sor., v. Iacoba

Mabilia, f. di Mardone Scriniarii, 12; sor., v. Agnes (?), Oddolina Machaudio (de), v. R. de Machaudio Macthei, v. Paulus Iohannis Macthia, v. anche Mattheus Macthia Bartholomei Petri, speziale, 223, 251 Magalocti, v. Iohannes Iacobi Magistris Luce (de), v. Petrus Magni, v. Lellus Maii, v. Anthonius Malabranca, mog. di Andreas d. Stephani de Advocatis, 79 Malabrance, v. Iacobus Malaspine, v. Iacobus Nicolai Malatacchis (de), v. Corradus, Iohannes Malpileis (de), v. Iacobus Hedificatii, Iacobus Petrus Omniasancti Mancini, v. Dominicus, Paulus Nicolai, Petrus Manetti, famiglia, 35; v. Andrea di Giacomo, Contessa, Giacomo di Giovanni Stefano, Giovanna di Giovanni Stefano, Giovanni di Giovanni Stefano, Giovanni Stefano, Matteo di Giacomo, Stefano di Giacomo, Tommaso Manfredonia (de), v. Franciscus Brundosinus Mangie, v. Matheus, Iohannes Marchese (delo), v. Iohannes Marchus de Amelio, giudice, 84 Mardone Scriniarii (de Mardonibus), 12; f., v. Agnes (?), Mabilia, Oddolina Mardoni (de Mardonibus), v. Mardone Scriniarii, Matteo Margarita, v anche Margherita Margarita, mog. di Bartellutius Petri Albertini e di Lellus Petri Angeli, 74, 98, 129 Margarita, f. di Ceccus Fraiapanis, 185, 187

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Margarita, f. di Cola Angeli de Laritia, mog. di Iacobellus, 189 Margarita, f. di Iacobus Guittoni de Pilellis, 14 Margarita, mog. di Iacobus Fraiapanis, 190 Margarita, mog. di Iohannes Crapadolfo, 75 Margarita, mog. di Laurentius Iacobucii, 209 Margarita, f. di Maria de mastro Petricce, 45 Margarita, mog. di Mathutius Bobonis de Bovescis, 262; f., v. Paula Margherita di Gentile Orsini, 76 Margherita di Romano Orsini, 43b, 43c Maria, mog. di Angelus magistri Iohannis de Campagiano, 73 Maria, mog. di Bucius Cabonis, 32, 42 Maria, f. di Donatus Granelli, 89 Maria, mog. di Iannellus Iohannis Capudtrulli de Miccinis, 183, 184 Maria, ma. di Lellus Alberti de Metro, 257 Maria, mog. di Piscis, 168, 174 Maria de mastro Petricce, 45; f., v. Margarita Maria Bella, f. di Iacobus d. Malabrance, 1 Marina, 106; f., v. Iohanna Marina (della), v. Petrus Marini, v. Sementer Marotie, v. Leonardus Marotius, 118; f., v. Iohannes Marsciano (de), v. Bernardinus, Franciscus Andree Martinettus Cardi alias de Stroncone, 99 Martini, v. Nicolaus Cecchi, Nicolaus Petri Martino di Francesco Stefaneschi, 77

265

Martinus, fr. di S. Giacomo in Settignano, 63 Martinus, arciprete di S. Maria de Montelongo, 141 Martinus Sementis di Ortona, 274 Martinus Venutuli de Monte Fano, pbr, ch. di S. Pietro,165; fr., v. Blasius, Iohannes, Masciolus; sor., v. Galata Masciolus, fr. di Martinus Venutuli de Monte Fano, 165 Mascius Rogerii, 168 Massaroli, v. Mattheus Iohannis Massaroni, v. Stephanus Massaroni Massimis (de), v. Andreas Matheolus, 225; f., v. Simeotius Matheus, mgr, medico, 64 Matheus, pbr, rettore di S. Martino de Portica, 165 Matheus, f. di Giacomo di Giovanni Stefano Manetti, 35 Matheus Iacobi Saxonis de Amatescis, not. 237, 260, 261, 262 Matheus de Ioffo, 109; mog., v. Iohanna Matheus Mangie, 67 Matheus Novelli, can. di S. Maria Maggiore, 137, 163, 166 Matheus de Recanato, 119 Matheus q. ser Stephani de Castroplebis, not., 84 Matheus Thome, speziale, 53; f., v. Theodora Mathutius (/Macthutius) Bobonis de Bovescis, al. Macthutius d. Goctifreddi (/Frede), 262, 263*, 264, 277, 278*; f. Paula; mog., v. Alexandra, Margarita Mathutius Pauli Grassi, not., 100 Matteo di Angelo Cenci, 54 Matteo Baccari (de Baccariis/Bacchariis), legum doctor, giudice palatino, collaterale, 223, 237, 238

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Matteo di Giovanni Boboni, can. di S. Pietro, 146 Matteo Mardoni, 187 Matteo di Napoleone Orsini, miles, 115, 136 Matteo di Orso Orsini, card. prete di Ss. Giovanni e Paolo, 121 Matteo di Poncello Orsini, sen. di Roma, 187 Matteo Rosso di Gentile Orsini, card. dicono di S. Maria in Portico, 58 Mattheola, f. di Paulus f. di Colutia Pauli Lopardi, 273; sor., v. Palotia Mattheus Iacobi Alexii, not., 1 Mattheus Iohannis Massaroli, can. di S. Pietro, 209 Mattheus Lelli Franciscoli, 239 Mattheus de castro Montisrotundi, can. di S. Maria in Trastevere, 270; fr., v. Iohannes Mathei Petri Angeli Maximus Andacumdei, not., 28 Maximus Iohannis Friderici de Tibure, can. di S. Pietro Mazinnasium, v. Christophorus Mecellanico (de), v. Deuteguarde Nicolai Iacobini Melini, v. Bucius Ranucoli Mellinus, v. Nicolaus Memmus Cicchi Guillelmi, 274 Metro (de), v. Lellus Alberti Meus de Colle, 144; mog., v. Bonafemmina Miccinis (de), v. Iannellus Iohannis Capudtrulli Migliari (/de Migliaris), v. Lellus, Sabbas Pauli Milgi, v. Lellus Mita, mog. di Riccius Nute, 132 Mitiatus Rubei Iacobi Guidocti, 189; f., v. Iacobellus Monferrato (di), v. Agnese

Montanarius, v. Iohannucius Montanarius Montarii, v. Nicolaus Iohannis Montarii Monte Fano (de), v. Martinus Venutuli Monte Floris (de), v. Iohannes d. Normandi Monte Leone (de), v. Nicolaus Scambi Montefalcone (de), v. Agnes Montel, Robert, 51, 92, 96, 257 Monteleone (de), v. He(r)icus Celli de Capitaneis Montella (de), v. Petrus Montfort (di), v. Anastasia, Guy Montisrotundi (de castro), v. Mattheus Moricis (de), v. Iohannes Sanctus q. Donati ser Symeonis, Symeon Iohannis Symeonis Morselli, v. Iohannes Muscianis (de), v. Nicolaus Muti, v. Angelo, Giacomo Muti de Pappazuris, v. Iohannes d. Bartholomei Muti de Piperis, v. Iacobus f. di Romanus, Nicolaus, Romanus Muto (delo), v. Lucius N. de Annibaldis, 198 Nanna, f. di Iohannes Pilgionis (/Nanna de Paglionibus), 239 Napoleone di Orso Orsini, miles, 94, 115, 116; mog., v. Paula Napoleone di Poncello Orsini, 181, 260 Napoleone di Rinaldo Orsini, card. diacono di S. Adriano, arciprete di S. Pietro, 19, 56, 87, 95, 108, 122, 126, 168, 174 Nardolus, f. di Petrus Paulus de Tartaris, 193; ma., v. Bartholomea Nardus dictus Guertio, 180 Nargia (de), v. Nicolaus Nellus Ranuci de Surdis, 190

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Nerolus, 47; f., v. Bartholomeus, Laurentia, Oddo; mog., v. Bartholomea Nicola III, papa, 4, 156, 280 Nicola IV, papa, 242 Nicola V (Pietro da Corvaro), antipapa, 96, 102, 108 Nicola Annibaldi, sen. di Roma, 170 Nicola de Ceccano, vesc. di Catania, 95 Nicola di Paolo Astalli, can. di S. Pietro, 159, 160, 178 Nicola q. magistri Angeli magistri Nicolocii de Orto, not., 115 Nicolai, v. Iohannes Angeli Iohannis, Nicolaus Bartholomei Nicolai de Urbe, Sabba Iohannis Francisci Nicolaus, v. anche Cola Nicolaus, priore generale di S. Benedetto di Montefano, 200 Nicolaus, arciprete di Ss. Celso e Giuliano, 236 Nicolaus, pbr, rettore di S. Salvatore in Lauro, 157 Nicolaus, f. di Angelus Bonaionta, 73 Nicolaus, f. di Angelus Gualterii Palareni, 68 Nicolaus, f. di Dominicus magistri Petri Zenzali, 32 Nicolaus, f. di Lellus de Buccamatiis, 260 Nicolaus de Amelia, 244 Nicolaus Aquile, calzolarius, 34 Nicolaus de Astallis, not. palatinus, collateralis, 277; v. anche Nicola di Paolo Astalli Nicolaus Bartholomei Nicolai de Urbe, not., 267 Nicolaus de Bondiis, legum doctor, iudex, 190, 223, 251, 260 Nicola magistri Botii Augustini, not., de Tholentino, 139 Nicolaus Brance, can. di Liegi, 121

267

Nicolaus Bruni de Pracena, legum doctor, giudice palatino, collaterale, 264 Nicolaus de Buccegia, rettore di S. Stefano de Hungaris, 45, 47, 63, 104 Nicolaus de Campobaxo, mgr, 163 Nicolaus Capocie de Pappazuris, 28 Nicolaus de Castillione, ab. di S. Maria di Bominaco, 61 Nicolaus Cecchi Martini, not., 237 Nicolaus Cinthii, not., 183, 184 Nicolaus de Cremona, decretorum doctor, uditore delle cause del Sacro Palazzo apostolico, 279 Nicolaus Fernandi, 77, 182, 276 Nicolaus magistri Francisci, 274 Nicolaus Gregorii Iubarellarum, 114 Nicolaus de Griffolo, causidico, 1 Nicolaus Gualterii Egidionis (/Nicolutia de Aquila), pbr, ben. di S. Pietro, 129, 135, 156 Nicolaus Hugolini [...], 171; mog., v. Iacoba Nicolaus Iacobi, not., 26 Nicola Iacobi Egidii de Sutrio, not., 93, 120 Nicolaus Iacobi Martini de Sancta Victoria, 165 Nicolaus Iohannis Montarii de castro Scrofani, not., 130 Nicolaus Iordani, not., 75 Nicolaus Iudeus, ND-2; mog., v. Iohanna Nicolaus de Iustinis, giudice palatino, 43a Nicolaus d. magistri Luce , 72 Nicolaus Luce de Rogeriis, not., 79, 80, 137, 140, 175 Nicolaus Mellinus, ben. di S. Pietro, not., 6* Nicolaus de Muscianis, not. palatinus, collateralis, 260

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Nicolaus Mutus de Piperis, 8, 9, 33, 39, 40, 180, 219 Nicolaus de Nargia, 99 Nicolaus Nicolai d. Petri Iohannis Rustici de Thebaldescis, 123, 172, 186 Nicolaus Nucii Sabe, not. palatinus, collateralis, 277 Nicolaus d. Octabiani de Thedallinis, 28 Nicolaus de Orto, can. di S. Pietro, 256 Nicolaus Pauli de Rusticis, 154; mog., v. Iohanna Nicolaus Petri, 68 Nicolaus Petri, pagliaiolo, 3 Nicolaus Petri Angeli de Thedelgariis, can. di S. Pietro, 122 Nicolaus Petri Iacobi Romani, not., 27, 53, 71 Nicolaus d. Petri Iohannis Rustici de Thebaldescis, 48, 123 Nicolaus Petri Martini, not., 43a Nicolaus Petrutii di Ortona, 274 Nicolaus de Pileo, can. di S. Pietro, 239, 256, 257 Nicolaus Romanucii, 69 Nicolaus Scambi de Monte Leone, giudice palatino, collaterale, 236 Nicolaus Scepti, ben. di S. Pietro, 222 Nicolaus Severus, v. Cola di Rienzo Nicolaus Symeonis Nicolai Sebastiani, not., 59 Nicolaus Symonicti de Cassia, not., 208 Nicolaus Tani, can. di S. Pietro, 256, 261 Nicolaus Thomassecti de Staffilibus, 259 Nicolaus de Viterbio, giudice palatino, 185 Nicolaus de Ylperinis, 153 Nicolò Emorautto, 99 Nicolutia de Aquila, v. Nicolaus Gualterii Egidionis Niger, v. Nuccius

Normanni, v. Francesco di Giovanni Ceresis, Giovanni di Stefano di Alberto, Giovanni Stefano di Stefano, Stefano Nosalvet de Tostis, v. Thomassius de Tostis Novelli, v. Matheus Novelli Novello, v. Bosone Novello Nuccius Lupi, 209; mog., v. Perna Nuccius Niger, 265 Nuccius Pucii, ND-1 Nucii, v. Iohannes Iannucii Nucius Bellihominis, familiaris di Orso di Napoleone Orsini, 215 Nucius Fraiapanis, 187 Nucius Gibelli, riformatore di Roma, 237 Nucius Iacobi Paulini de Saxitanis, 188 Nucius Thome, 276 Nursia (de), v. Berardus Francisci, Bonagratia de Nursia, Iohannes mgr Iacobi Nute, v. Riccius Nute Obicio Iacobi, 68 Obicionis (/Hobicionis/Hobizionis), v. Andreas Romani, Iohannes Iacobi Romani, Iohannes Obicionis Francisci Petri, Thomas Bartholomei Thome Oddo, f. di Bartholomea mog. di Nerolus, 47 Oddo, f. di Iacobus Fraiapanis, 190 Oddo Buccatiole, riformatore di Roma, 237 Oddo Fraiapanis, 187; mog., v. Iohanna Oddo Locteringi de Amatiscis, 79, 80, 103, 112, 133; mog., v. Stephania Oddolina, f. di Mardone Scriniarii, 12 Oddolina, mog. di Petrus Donati Granelli, 147

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Oddolina de Viterbio, f. di Castellanus, 118 Oddonis, v. Iohannes, Petrus Philippi Petrice Iohannis Odducius de Fraiapanibus, 185 Olivaria (de), v. Raimundus Omniasancti, v. Iacobus Omniasancti Onorio IV, papa, 17 Orlandi, v. Angelus Orsina di Francesco Orsini, contessa di Anguillara, 133 Orsini, famiglia, 116, 125; v. Bertoldo di Napoleone, Bertoldo di Orso di Gentile, Bertoldo di Romano, Cecco di Gentile detto Francorso, Costanza di Orso, Francesco di Napoleone, Gentile di Bertoldo di Gentile Orsini, Gentile di Francesco di Matteo, Giacoma di Poncello, Giacomo di Francesco, Giangaetano di Matteo Rosso, Giordano, Giordano di Orsello, Giordano di Poncello, Giovanna, Giovanni di Francesco di Matteo Rosso, Giovanni di Napoleone, Giovanni di Napoleone di Poncello, Guido di Romano, Latino di Gentile, Lorenza di Orso, Margherita di Romano, Matteo di Napoleone, Matteo di Orso, Matteo di Poncello, Matteo Rosso di Gentile, Napoleone di Orso, Napoleone di Poncello, Napoleone di Rinaldo, Nicola III, Orsina di Francesco, Orso di Francesco, Orso di Giacomo, Orso di Napoleone, Poncello di Andrea, Poncello (/Napoleone) di Orso, Pietro di Poncello (/Napoleone), Rinaldo, Rinaldo di Giacomo di Napoleone, Rinaldo di Orsello,

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Roberto di Romano, Romano di Gentile, Simonetta di Romano Orso di Francesco Anguillara, can. di S. Pietro, sen. di Roma, 94, 137, 170, 187 Orso di Francesco Orsini, sen. di Roma, 20 Orso di Gentile Orsini, 58, 94, 115 Orso di Giacomo Orsini, can. di Lincoln, 108, 126 Orso di Napoleone Orsini, can. di S. Pietro, 96, 115, 215 Orto (de), v. Cellus Nardelli, Nicola q. magistri Angeli magistri Nicolocii, Nicolaus Ortona (de), v. Antonius, Martinus Sementis, Nicolaus Petrutii, Petronus d. Iohannis Orvieto (da), v. Francesco di Pietro Ranucetti da Orvieto Pactis (de), v. Petrus Iohannis Padua (de), v. Henricus dictus Virgilius Paganellis (de), v. Vitaleo Paglionibus (de), v. Nanna Palareni, v. Angelus Gualterii Palosii, v. Stefano Palotia, v. anche Paula Palotia, f. di Paulus f. di Colutia Pauli Lopardi, 273; sor., v. Mattheola Palutius, v. anche Paulus Palutius Tucii Scretioli, 239 Panalfutia (de Labro), 114 Pandolfo (III) Anguillara, 94, 133; f. naturali, v. Puciolus, Romanellus Pandolfo Savelli, notarius pape, 17 Panicia, taverniere, 3 Pantalone (/Pantaleonis), v. Petrus Panulfi, v. Sclavus Paolo, v. anche Paulus Paolo II, papa, 88 Paolo V, papa, 123

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Paolo di Adinolfo Conti, prepositus Nivellensis, 87 Paolo di Giovanni di Adinolfo Conti, vicarius Urbis, sen. di Roma, 68, 87, 187 Paolo de Serromanis, not., 216, 272 Paparescis (/de Papareschis) [Papareschi], v. Bartholomeus d. Guidonis Henrici, Iacobus d. Henrici, Iohannes, Stephanus Paparonibus (de), v. Paulus Angeli Paparonus, miles, legum doctor, 29 Pappazuris (/Pappaçuris) (de) [Papazurri], v. Bartholomeus; v. anche Capocie de Pappazuris, Muti de Pappazuris Paste, v. Petrus Patritiis de Insula (de), v. Iordanus Francisci Iordani Paula, v. anche Palotia Paula, badessa di S. Maria Nuova di Marsciano, 142 Paula, mog. di Giacomo di Giovanni Stefano Manetti, 35; f., v. Stefano, Matteo, Andrea Paula, f. di Mathutius Bobonis de Bovescis e mog. di Romanus q. Pauli Thome ex dominis castri Martignani, 264; ma.,v. Margarita Paula, mog. di Napoleone di Orso Orsini, 94 Paulini, v. Stephanus Paulini Paulo (de), v. Lellus Iacobi Paulucius, f. di Laurentius Iohannis Gregorii, 100; ma., v. Angela Paulus, v. anche Paolo Paulus, ND-2; ma., v. Iohanna; mog., v. Francisca Paulus, rettore di S. Lorenzo de Piscibus, discretus vir, 226 Paulus, f. di Bucius Precessi Capuce de Capoccinis, 190

Paulus, f. di Coluccia Pauli Lopardi, 258, 273; f., v. Mattheola, Palotia Paulus, f. di Iacobus Homodei, 169; f., v. Barthellutius; mog., v. Francisca Paulus Angeli, not., 242 Paulus Angeli de Civitella, not., 94 Paulus Angeli de Paparonibus, can. di S. Pietro, 256 Paulus Aquilii, giudice palatino, 150 Paulus Coderoni, 38 Paulus de Comite, v. Paolo di Adinolfo Conti, Paolo di Giovanni Conti Paulus Francisci de Sancta Victoria, can. di S. Pietro, 157, 159, 165 Paulus Galgani, 55 Paulus Iacobi de Urbe, not., 170 Paulus magistri Iohannis, not., 11, 62 Paulus Iohannis Iacobi Alberti, not., 43a Paulus Iohannis Macthei, 177 Paulus Iohannis Occari, 171; mog., v. Mabilia Paulus Laurentii, scribasenato, not., 16, 20 Paulus Lelli Piscis, nobilis vir, 216; mog., v. Iohanna Paulus Lelli Thome, not., 187 Paulus Leopardi, 258 Paulus Luce de Rogeriis, not., 175 Paulus Marroni, 1 Paulus Nicolai Mancini, 258; f., v. Ceccus, Fanucius Paulus Nicolai Martellini de Cavalutiis, not., 272 Paulus Petri Leonardi, mercator, 183, 184 Paulus de Pompegio, prete, 63 Paulus Rogerii Romanucii, 53, 70, 71 Paulus Sabbe Romani Scriniarii, not., 6* Paulus Sabe, not., 215 Paulus de Sancta Victoria, v. Paulus Francisci de Sancta Victoria

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Paulus Tadei Ascaroni (/Paulus de Bocheia [= de Buccegia]), 63; mog., v. Damiana Paulus de Tostis, can. di S. Pietro, 256 Paulus de Vallatis, not., 223 Paulus Vayani, miles, legum doctor, 138, 185, 237; f., v. Bartholomeus, Franciscus, Iohannes; p., v. Pietro Peczengariis (de), v. Iohannes Ricci, Petrus Pedonis, v. Franciscus Iohannis Pedonis de Vallemontone Pellicie, v. Florius Nicolai Pennucia, mog. di Cecolus Pauli Cecchi Rofrede Iubarellarius, 210 Pepi, v. Lellus Pepi Percussi, v. Franciscus Iacobi Francisci Péret (de), v. Pontius de Péret Perleonibus (de) [Pierleoni], v. Angelus Dominici Petri Leonis, Angelus Callarella, Iohannes Rogerii, Petrus Perna, ND-3 Perna, mog. di Alexius Saxitani, 147 Perna, f. di Bartholomeus dictus Santo Paulo, 82 Perna, mog. di Cinthius Petri Leonardi, 183, 184 Perna, ma. di Giovanni Stefano di Stefano Normanni, 137 Perna, mog. di Nuccius Lupi, 209 Perna, mog. di Nuccius Pucii, ND-1 Peronectus de Transtiberim (/de Francia), can. di S. Pietro, 257 Perusio (de), v. Lellus Pepi Petri, v. Garsia, Gualterius, Macthiam Bartholomei, Nicolaus Petri Leonis, v. Egidius Petricce (de mastro), v. Maria Petronis, v. Buctius Petri Petronus, v. anche Petrus Petronus d. Iohannis de civitate Ortone, 119

271

Petrucciani, v. Anthonius Petruccius de Gordiano, 261 Petrucia, mog. di Petrus de Corneto, 89, 105 Petrucius, f. di Laurentius Iohannis Gregorii, 100 Petrucius de Reate, sutor, 114 Petrus, v. anche Pietro Petrus, episcopus Penestrinus, S.R.E. vicecancellarius [Petrus Després], 213 Petrus, mgr, 221* Petrus, servus Dei, 16 Petrus, rettore di S. Apollinare, 12 Petrus, f. di Annibaldo di Francesco di Paolo Stefaneschi, 276 Petrus, f. di Iacobellus Egidii de Yeza, 228 Petrus, f. di Lellus Nicolai [...] de Thebaldescis, 123 Petrus, f. di Petrus Petri Iohannis Scriniarii, mgr, 167 Petrus, f. di Romanus Henrici iudicis Baroncii, 29 Petrus, f. di Titulus, 268; mog., v. Anastasia Petrus Alberti, ben. di S. Pietro, 178; ma., v. Egidia Petrus Albertini, 74, 98 Petrus Angeli Bondie, not., 43a Petrus Bartholomei, ben. di S. Pietro, 149, 173 Petrus Bartholomei Capucie, not., 32, 42, 82, 90 Petrus Bartholomei Nicolutii de Surcalibus de Fabriano, not., 181, 220, 222 Petrus Benedicti, licenciatus in decretis, officialis Barchinone, 173 Petrus Borrelli, not., 173 Petrus Bovis, nobilis vir, 250 Petrus Buvani, not., 48

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Petrus de Corneto, 89, 105; mog., v. Petrucia Petrus Crescentii, 73 Petrus Donati Granelli, 147; mog., v. Oddolina Petrus de Farnesio, O.F.M., 17 Petrus Figuera, not., 173 Petrus Francisci Nicolai de Alatro, not., 275 Petrus d. Fulci, riformatore di Roma, 237 Petrus de Granano, hospitalarius di S. Spirito in Sassia, 39, 40 Petrus Gregorii Petri Clementis, not., 64 Petrus Grisecti, riformatore di Roma, 237 Petrus Guarnus, 15 Petrus Henrici de Amatescis, not., 193 Petrus Herminii, causidico, 1 Petrus Iacobi Canonis de Posterula, ben. di S. Pietro, can. di S. Maria di Rieti, 58, 62, 90 Petrus Iacobi de Cinthiis, can. di S. Pietro, 256, 272 Petrus Iacobi Pandulfi, not., de Gallicano, 144 Petrus Iohannis de Pactis, not., 114 Petrus d. Iohannis Pauli dicti Dragonis, not., 2, 15 Petrus d. Laurencii Iohannis Gregorii, 141 Petrus Laurentii, pbr, ben. e altararius di S. Pietro, can. di Arras, 127, 141 Petrus Lelli, al. de S. Vincentio, ben. di S. Pietro, 217, 227, 230 Petrus Leonardi Iohannis Cinthii, not., 43a Petrus de Magistris Luce, giudice palatino, 43b, 43c Petrus Mancini, not., 190, 260 Petrus della Marina de Raconato, sen. di Roma, 264

Petrus ol. Michaelis de Vercellis, not., 63, 104, 105, 117 Petrus de Montella, not., 279, 280 Petrus Nicolai Dammacii, not. palatinus, collateralis, 190, 260 Petrus Pantalone (/Pantaleonis), not., 223, 251 Petrus Paste, scriptor pape, 121 Petrus Pauli Alibrandini, 34 Petrus Pauli Seccadentis, not., 228, 251, 277, 278* Petrus de Perlleonibus, can. di S. Pietro, 265 Petrus Petri Iohannis Scriniarii, mgr, 60, 167; f., v. Guido, Lellus, Petrus Petrus Pezengari, giudice, 62 Petrus Philippi Petrice Iohannis Oddonis, 42, 62, 90 Petrus de Pisis, 220 Petrus de Posterula, v. Petrus Iacobi Canonis de Posterula Petrus Retoli, 84 Petrus Riccomandi de Amatiscis, not., scribasenato, 79, 80, 103 Petrus Romani, ch. di S. Pietro, 137 Petrus Thome, not., 133; mog., v. Stephania Petrus Marius de Amatiscis, not., 39, 40 Petrus Paulus, 107 Petrus Paulus Andreotii Pauli Alexii, 255 Petrus Paulus de Tartaris, 193; f., v. Buciarellus, Nardolus, Tartarella, Vannotia; mog., v. Bartholomea Petrutii, v. Nicolaus Petrutius Iacobi, 228 Pezengari, v. Peczengariis (de) Philippa, mog. di Bartholomeus Curcuville, 80 Philippa (/Lippola), mog. di Ventura, 245

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Philippe, v. Cola Poncelli Petri, Poncellus Petri Philippi, v. Bartholomeus Philippi Philippinis (de), v. Bernardinus Sancti Philippucius Andree, dictus Çamaro, 268; f., v. Iohannes Philippus, v. anche Puccius Philippus, fr., pictor, 32; f., v. Agnes Philippus, f. di Angelus Buccapasa, 9 Piacza (de la), v. Iohannes Pierleoni, v. Perleonibus (de) Pierre Després, v. Petrus, episcopus Penestrinus Pietro, v. anche Petrus Pietro IV, re di Aragona, 149, 173, 176 Pietro di Adinolfo Conti, 51 Pietro di Agapito Colonna, prevosto di Marsiglia, 136 Pietro Boerii (Bohier), vesc. di Orvieto, 115 Pietro Capocie, can. di S. Giovanni in Laterano, 55 Pietro Cenci, vesc. di Tivoli e di Sutri, 272 Pietro de la Chapelle-Taillefert, vesc. di Palestrina, 17 Pietro da Corvaro, v. Nicola V Pietro Fechor, O.F.M., vesc. di Salamanca, 29, 30 Pietro di Francesco Stefaneschi, 77 Pietro Ispano, v. Pietro Rodriguez Pietro di Napoleone Orsini, v. Pietro di Poncello Orsini Pietro di Poncello (/di Napoleone) Orsini, 58, 115 Pietro Rodriguez (Pietro Ispano), card. di Sabina, 29, 30, 31*, 94 Pietro Stefaneschi, card. di S. Maria in Trastevere, 237 Pietro Vaiani, not., causidico, 58, 134, 138, 255; f. Bartholomeus, Franciscus, Iohannes, Paulus

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Pilellis (de), v. Iacobus Guittoni de Pilellis Pileo (de), v. Nicolaus Pilgionis, v. Iohannes Pio IX, papa, 121 Piperis, v. Iacobus Petri Piperis; v. anche Muti de Piperis Piperno (de), v. Andreas de Acciarellis Pisanus, 120; f., v. Covellus Vanni Piscionis, Piscionibus (de), famiglia, 1; v. Angelus (/Lellus) Piscis, Iacobus Thedaldi, Iohannes, Iohannes Piscis, Lellus Piscis, Paulus Lelli, Piscis Piscis, 1, 27, 153, 168, 169, 172, 174; f., v. Angelus, Iohannes; mog., v. Maria Pisis (de), v. Petrus Pistachiis (de), v. Angelus de Pistachiis de Aquila Placentia (de), v. Iohannes, Iohannes Huguitionis, Stephanus Plenadebene, ma. di Angelus Orlandi, 159, 160 Plenerii, v. Angelus Plenerii Podio (de), v. Rogerius Podio Donadei (de), v. Paulus Podio Sancti Laurentii (de), v. Andreas magistri Nicolai Pompegio (de), v. Paulus Poncello di Andrea Orsini, can. di S. Pietro, 230, 231 Poncello di Orso di Gentile Orsini, 58 Poncellus Petri Philippe, 238; mog., v. Alibrandina Ponte (de), famiglia, 33; v. Angelus, Giacomo (I), Iacobus, Iordanus Pontius de Péret, vesc. di Orvieto, vicarius Urbis, 192, 201 Porcaris (de), v. Urbanus Posterula (de), v. Petrus Iacobi Canonis Pracena (de), v. Nicolaus Bruni Provençalis, v. Robertus Provençalis

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Provinciale, v. Iohannes Gualhardi Provincialis, v. Iohannes Deodati Pucciolus, f. naturale di Pandolfo (III) Anguillara, 94 Pucciarellus de Sasso, 178; mog., v. Egidia Puccius, v. anche Philippus Puccius magistri Egidii, mgr, 88 Pucii, v. Franciscus Puczarellus, f. di Petrucius Coderoni dictus Lancia, 38 Quatracce, v. Lellus Quinquedenti, v. Egidius Petri Quinquedenti, Iohannes, Iohannes Egidii R. de Machaudio, 201 Raconato, v. Petrus della Marina Raimondo de Chameyrac, vesc. di Rieti, vicarius Urbis, 155, 163, 170 Raimundus de Olivaria, not., 111* Ramalgiantis (de), v. Donatus Pauli de Ramalgiantis de Florentia Ranucetti, v. Francesco di Pietro Ranucetti da Orvieto Raymundus, v. Raimondo Raynaldi, v. Bartholomeus Lippi, Thomeus Raynerii, mgr, v. Angelus mgr Raynerii Reate (de), v. Petrucius, Tenetor Recanato (de), v. Matheus Regio (de), v. Iohannes de Malatacchis Rehberg, Andreas, 92 Retoli, v. Petrus Ricardus, 144 Ricardus, f. di Laurentius de Sanguineis, 28 Ricardus Pauli de Galganis, can. di S. Pietro, 92, 96 Riccardi, v. Bartholomeus Iohannis, Riccardo di Pietro

Riccardo Petronus de Senis, card. di S. Eustachio, 29, 30 Riccardo di Pietro Riccardi, ch., can. di S. Pietro, 92 Riccardo di Tebaldo Annibaldi, sen. di Roma, 14, 16 Riccius Nute, 132; mog., v. Mita Riczardellus Contutii, 227 Rinaldo di Giacomo di Napoleone Orsini, pape notarius, 126 Rinaldo di Orsello Orsini, miles, 126, 131, 170 Rinaldo Orsini, sen. di Roma, 170 Rinaldo di Santa Passera (de Sancta Pacera), doctor utriusque iuris, 137 Riparia (di), v. Guglielmo Ripatransone (di), v. Conradus Ritola f. ol. Bocti, 191 Roberto d’Angiò, re di Sicilia, 23, 24, 25, 26, 33, 36, 41, 50, 51, 52, 61, 65, 66, 81, 83, 86, 92, 96, 98, 101, 102, 158, 194, 202 Roberto di Romano Orsini, 43b, 43c Robertus de Adria, 57* Robertus Provençalis, taverniere, 82; mog., v. Agnes Rocha (de), v. Guillelmus Roffredis (/Rofredinis) (de) [Roffredi], famiglia, 9; v. Egidius f. Rofrede Rofini, v. Iacobus Rofini Rofrede, Cecolus Pauli Cecchi Rogerii, v. Mascius Rogeriis (de) [Rogeri], v. Iohannes Iacobi, Nicolaus Luce, Paulus Luce Rogerius, fr., sacrista di S. Spirito in Sassia, 33 Rogerius de Caçaguerra, 26 Rogerius Iohannis de Alareno, not., 197 Rogerius de Podio, 7 Rogerius Romanucii, 55, 69, 70, 82; mog., v. Agnes

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Rogerius de Vintronio, rettore del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia, 79 Roma (de), v. Laurentius Romanellus, f. di Donatus Granelli, 89 Romanellus, f. naturale di Pandolfo (III) Anguillara, 94 Romani, v. Andreas, Iacobus, Nicolaus Petri Iacobi, Petrus Romano di Gentile Orsini, conte di Nola, 43a, 43b, 43c, 98 Romanucci (Romanucii), famiglia, 55; v. Ceccus Nicolai, Nicolaus, Paolus f. di Rogerius, Rogerius Romanus Henrici iudicis Baroncii, 29; f., v. Petrus; mog., v. Iacoba Romanus, f. di Iacobinus Iacobi Romani Saxonis, 11 Romanus d. Leonardi de Sposis, causidico, 140 Romanus Muti de Piperis, 89 Romanus q. Pauli Thome ex dominis castri Martignani, 264; mog., v. Paula Romanutiorum, societas, 55 Romauli, v. Iohannes Pauli Rosani, v. Cecchus Rubei, v. Andreas Angeli, Bartholomeus Iohannis, Iacobus, Iohannes Iohannis Leonardi Iohannis Rubro, v. Cecchus Guadangnoli dictus al. Rubro Rustichelli, v. Buctia Rusticis (de), v. Cinthius Iacobi Mathei Cinthii, Cola Andree Castini, Franciscus condam Iohannis Macthei Cinthiis, Laurentius Iohannis Pauli Carote, Nicolaus Pauli S. Vincentio (de), v. Petrus Lelli Sabactariorum, societas, 55 Sabas Iohannis Francisci Nicolai de Urbe, not. e giudice, 6* Sabas magistri Petri, not., 178, 209

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Sabba de Ameterninis, arciprete di S. Maria Rotonda, 64 Sabba Iohannes Francisci Nicolai, not., 165 Sabba Sabbatanus, 55 Sabbas Gulaffi de Transtiberim, 133 Sabbas Nicolai Pauli de Gractulis, 266 Sabbas Pauli de Migliaris, not., 134 Sabbatanus, v. Sabba Sabe, v. Christophorus Francisci, Nicolaus Nucii, Paulus Saccocie, Laurentius Iohannis Salati, v. Iohannes Salimei, Alfonso, 187 Sancta, nip. di Iannellus Iohannis Capudtrulli de Miccinis, 183 Sancta Pacera (de), v. Rinaldo di Santa Passera Sancta Victoria (de), v. Lucas Francisci, Nicolaus Iacobi Martini, Paulus Francisci Sancto Marco (de), v. Iohannes Sancto Minato (de), v. Berengario Sanctus Donec, 2 Sanguineis (de) [Sanguigni], v. Iacobus, Iohannes Celle, Leonardus, Laurentius, Ricardus f. di Laurentius Sant’Africano (di), v. Berengario Santa Passera (di), v. Rinaldo Santo Paulo, v. Bartholomeus dictus Santo Paulo Sarmatarii, v. Iacobus Piccardi Sasso (de), v. Pucciarellus de Sasso Savelli (de Sabello), v. Giacomo di Giovanni, Iohannes, Pandolfo Saxitani (de Saxitanis), v. Alexius, Cecilia, Iacobus Paulini, Iohanna, Nucius Iacobi Paulini, Stephania Saxonis, v. Iacobinus Iacobi Romani Scafi, v. Symeon Laurentii Scagnalemosinis (de), v. Iacobellus Schiaparelli, Luigi, 231

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Sclacze, v. Iohannes Sclavus Panulfi, 265 Scoctis (de), v. Iacobus Andree Romani Scoctus, v. Vitus Scotta, mog. di Guillelmus Vaccarinus, 8 Scretioli, v. Palutius Tucii Scriniarii, v. Ceccolus Iohannis Petri, Ceccolus Petri, Ceccolus Romanelli Iohannis Petri, Lellus Petri, Mardone, Paulus Sabbe Romani, Petrus Petri Iohannis, Tomax Luce Sebastiani, v. Nicolaus Symeonis Nicolai Sebastianus, 261 Seccadentis, v. Petrus Pauli Sementer Marini, giudice, 26 Sementis, v. Martinus Senis (de), v. Riccardo Petronus Sergio II, papa, 213 [Ser]mineto (de), v. Iohannes Loctini Serromanis (de), v. Paolo Sibilia, mog. di Iacobonus, 9 Sicilia (de), v. Sycilia (de) Silvester Assectati, 59 Silvestri, v. Iohannes Silvestro Gozzolini, santo, 200 Simeon, v. Symeon Simeotius, v. anche Symeotius Simeotius, f. di Matheolus, 225 Simeozzo Tartari, ben. di S. Pietro, 193 Simonetta di Romano Orsini, 43b, 43c Sisto V, papa, 72 Sistus Iacobi Loffridi de Alatro, not., 259 Sophia, mog. di Buccius Busus Petri, ND-4 Speculi, v. Stephanus Petri Speculis (de), v. Iohanna, Hugolinus Spoleto (di), v. Lucas Dominici Sposis (de), v. Romanus d. Leonardi Staffilibus (de), famiglia, 259; v. Nicolaus Thomassecti

Stefaneschi (de Stephanescis), v. Annibaldo di Francesco di Paolo, Francesco di Stefano, Giacoma di Stefano di Pietro, Giacomo di Francesco, Giacomo Gaetano, Martino di Francesco, Pietro, Pietro di Francesco, Stefano di Francesco Stefano, v. anche Stephanus Stefano I, re d’Ungheria, 45 Stefano, vesc. di Castro, 201 Stefano di Francesco Stefaneschi, 77 Stefano di Giovanni Colonna (il Vecchio), 116, 136 Stefano Normanni, 190, 260 Stefano Palosii de Urbe, vesc. di Todi, vicario, 249* Stefano di Pietro Conti, sen. di Roma, 20 Stephanellus Bucii Temperii, not., 238 Stephania, f. di Alexius Saxitani, 147 Stephania, mog. di Oddo Locteringi de Amatiscis e di Petrus Thome, 112, 133 Stephanus, f. di Giacomo di Giovanni Stefano Manetti, 35 Stephanus de Fossaceca, pbr, 7 Stephanus Massaroni, not., 69, 70 Stephanus de Papareschis, can. di S. Pietro, 243, 274 Stephanus Paulini, giudice palatino, 186 Stephanus Petri Speculi, 258; mog., v. Andrea Stephanus de Placentia, 163 Stephanutius, f. di Stefano di Giovanni Colonna (il Vecchio), 116 Stroncone (de), v. Martinettus Cardi Suffia, mog. di Iohannes Rogerii de Perleonibus, 123 Sulmonio (de), v. Tomaxius Iohannis

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Surcalibus (de), v. Petrus Bartholomei Nicolutii de Surcalibus de Fabriano Surdis (de), v. Franciscus Luce Surdi, Nello Ranuci Sutrio (de), v. Nicola Iacobi Egidii Sycilia (de), v. Ysabella de Sycilia Symeon, f. di Andreotius Iohannis de Tartaris, 193 Symeon Iohannis Symeonis de Moricis (de Urbe), not., 154, 186, 200, 201, 226, 229, 234, 257, 265 Symeon Laurentii Scafi, not., 249*, 270 Symeonis, v. Iotius Pauli Symeotius, v. anche Simeotius Symeotius Pauli Amodei, 229 Symo (de), v. Iohannes Pauli Symon, precettore di S. Spirito in Sassia, 39, 40 Symonicti, v. Nicolaus Symonicti de Cassia Systi, v. Antonius Taddea, mog. di Angelus Iacobi Thebaldi, 48 Tad(d)eus d. Abrami, iuris peritus, causidico, 190, 223, 260 Tani, v. Nicolaus Taranto (di), v. Luigi di Taranto Tartarella, f. di Petrus Paulus de Tartaris, 193; ma., v. Bartholomea Tartari (de Tartaris), v. Andreotius Iohannis, Franciscus Simeotii, Iohannes, Petrus Paulus, Simeozzo Tedallini, v. Thedallinis (de) Tedelgari, v. Thedelgariis (de) Temperii, v. Stephanellus Bucii Tenetor de Reate, not., 17 Thebaldescis (/Theballesc(h)is) (de) [Tebaldeschi], v. Curcius, Franciscus Iohannis Thebaldi, Lellus Nicolai [...], Nicolaus Nicolai d. Petri Iohannis Rustici, Nicolaus d. Petri Iohan-

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nis Rustici, Petrus f. di Lellus Nicolai [...], Thebaldus Iohannis Thebaldi Thebaldi, v. Angelus Iacobi Thebaldus Iohannis Thebaldi de Thebaldescis, can. di S. Pietro, 209, 216, 275 Thebaldus d. Petri Iohannis Cencii, 93 Thedallinis (de) [Tedallini], v. Nicolaus d. Octabiani Thedelgariis (de) [Tedelgari], v. Franciscus Petri d. Angeli, Nicolaus Petri Angeli Theiner, Augustin, 125 Theodinus, mon. di S. Pietro de monte Ancharani, 19 Theodora, f. di Matheus Thome, 53 Therabactis (de), v. Bactolus Tholentino (de), v. Nicola mgr Botii Augustini Thomarotius Covielle, 277; f., v. Alexandra Thomas, v. anche Tomasius Thomas, abate di S. Biagio in Cantusecuto, 107, 114, 119 Thomas, archipbresbyter di S. Maria Rotonda di Ortona, 127 Thomas de Aquapendente, O.F.M., penitenziere minore, 94 Thomas Bartholomei Thome Obicionis, not., 108, 121 Thomas Frederici, not., 236 Thomasia, mog. di Donatus Laurenitii Iulianii, 156 Thomasia (/Thomaxia), mog. di Iacobellus Egidii de Yeza, 223, 251 Thomassia, mog. di Tomax Luce Scriniarii, 71 Thomassius de Tostis, detto Nosalvet de Tostis, can. di S. Apollinare, 62 Thomassoni, v. Bartholomeus Thomaxius de Catellinis, v. Tomasius Thome, v. Matheus, Paulus Lelli, Petrus

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ARCHIVIO DEL CAPITOLO DI SAN PIETRO. PERGAMENE (1305-1378)

Thomeus Raynaldi, 20 Tibure (de), v. Tybure (de) Tineosis (de) [Tignosi], v. Alvaperna, Angelo, Faciolus Matthie, Iacobus Titulus, dictus al. Cianti, 268; f., v. Petrus Tomarotius d. Iohannis Gerguasii, 251 Tomasectus Iaquemini, not., 18* Tomasius (/Thomaxius) de Catellinis, can. di S. Pietro, 216, 224, 256, 265 Tomasius de Labro, 114 Tomassetti, Giuseppe, 1 Tomassus de Manectis, 35 Tomax Luce Scriniarii, 71; mog., v. Thomassia Tomaxius Iohannis, ol. de Sulmonio, Francie merciarius, 224 Tostis (de) [Tosti], v. Franciscus Tosti, Franciscus d. Matthei Petri, Paulus, Thomassius Traiano, imperatore, 46 Transtiberim (de), v. Peronectus, Sabbas Gulaffi Trivignano (de), v. Anthonius q. Petrucciani Tucciolus dictus Calcangiolus, mercator, 193 Tucii, v. Iohannes Tuciolus, f. di Bartellutius Petri Albertini, 129 Tybure (/Tibure) (de), v. Barthomeus Villani, Maximus Iohannis Friderici Ugo, Ugolinus, v. anche Hugo, Hugolinus Ugo Augeri, rettore di Campagna e Marittima, 79 Ugolinus de Speculis, 68; f., v. Iohanna Uguicionis, v. Angelus Unzola (de), v. Giovanni Urbano III, papa, 213

Urbano V, papa, 161, 227, 232, 233, 235, 246, 250, 252, 254, 256 Urbanus de Porcaris, milex, legum doctor, giudice palatino, 10 Urbe (de), v. Franciscus Angeli, Iohannes de Sancto Marco, Nicolaus Bartholomei Nicolai, Paulus Iacobi, Stefano Palosii Urbevetere (de), v. Orvieto (da) Ursina, v. Orsina di Francesco Orsini Vaiani (Vayani), famiglia, 134; v. Bartholomeus, Franciscus, Iohannes, Paulus, Petrus Valentini, v. Lucia Valentini Vallatis (de), v. Paulus Valle (de), v. Iacobus Valmontone (/Vallemontone) (de), v. Franciscus Iohannis Pedonis, Iohannes Iohannis Vanne, dictus alias Amore, 191; mog., v. Egidia Vannotia, f. di Iohannes di Andreas domini Stephani de Advocatis, 80 Vannotia, f. di Iohannes Gustantini, 109 Vannotia, f. di Petrus Paulus de Tartaris, 193; ma., v. Bartholomea Vanomandi, v. Cecchus Vecchius, v. Franciscus Symeonis Petri Mathei dicti Vecchi Velletro (de), v. Andreas ol. Thomasci iudicis de Velletro Ventura, 245; mog., v. Phylippa Venture, v. Iohannes Egidii Vercellis (de), v. Petrus ol. Michaelis Vicanus Albertini de Civitate Veteri, can. di S. Pietro, 108, 122, 167, 168, 172 Villani, v. Barthomeus Villani de Tybure Vintronio (de), v. Ruggero de Vintronio Virgilius, v. Henricus, dictus Virgilius

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Vitaleo de Paganellis, capitano di Ortona, 26 Vitalis, v. Cola Viterbio (de), v. Nicolaus de Viterbio, Oddolina de Viterbio Viti, v. Lucas Vitus Scoctus, miles, nobilis vir, 123 Vuscha, v. Lucia Valentini Yeza (de), v. Iacobellus Ylperinis (de) [Ilperini], v. Cecchus Nucii, Ceccolellus Lelli Donati, Donatus, Iohannes Macthotii, Nicolaus

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Ypolitus de Guastoaymonis, nobilis vir, mgr, 127, 179 Ysabella de Sycilia, 114 Yvo de Bertagnia, cappellanus in S. Maria Maiore de Urbe, pbr, ND-5 Zamaro, v. Çamaro Zanna, v. Iohannes Nicolai Bellihominis dictus Zanna Zengia, v. Iohannes

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TIPOGRAFIA  VATICANA

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