1914-1918. Una guerra sullo schermo

Cinema e televisione

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1914-1918. Una guerra sullo schermo

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1988 h)' H.i,bu11 Mili1nn· Uin'iturc·: Pirr t.:k,1r-,;in l-' rA11,1,t1,-i

(;rafK·11 " fo1,tt:itu: Slu1lio l.01l1.11J. Ho,11.C:U.111,d1•1\II" ..,li10011li-: c:tumliu l.rnlolì c:ìn•. IJ,IN7ii & 1-'i,di "-IM"·· l'ri11er•1I i,1 h,•I~

Rivista Militare

1914-1918 UNA GUERRA SULLO SCHERMO

di Pier Marco De Santi

Roma, 1988

PRESENTAZIONE

À selklnl'anni di dis1a11za dalla jiM del prime conffiuo monditlk, 14 riflasione siorica, polùic4, socillk suU'm,enlo slesso co/lUIUUI ad offrire ~ di grcuuk inlerase e di llTTlpio ,ptltro. Specie per k più gw..,,.; genertuioni non di rad.o llCcWllk, e non umpre Il t.orto, di vivere esdusi...,,,.,nle il loro lempo, senza cul'llTSi di oryp,u e di radici, di ftJUi, di d«isioni e di scelk clu, nel bene e nel male, hanno comunqiu condi.zioMlo il noslro umano c/llll,l1Ùno e 14 noslrll evoluzione nIO è Jl4IO impreJSO sulla pellicola ripardo l'argomenlO Grande Gua-ra; a uconda della men4e che ha suidato la cinepre» SOM •IOU lf'lnerak - dalle ,olie/Jaru, imtna«ini tkl mulO alle rajfUUJU uquenze di Good Morning Babilonia - opere propagandi.sliche, celebralive, realistiche, di.ssa,;ran1i. Ma il cinema come ogni aura forma d'arie rwn puè avere eiprasicni uni110Che e vive comunque in una dimeniione che nece.ssariameme non coincide con quella cklla realtà di cui è una rivi.sila.iione, una inurpreuuiotu. Se si og;iunge che gli imen..i cki produuori condù:ionano la realizzazione o merw di un film alla p,wabililò di successo e quindi di SNeelli, Il cinffl'l4 e l a ~ PffTrl• Ìn• trodtalone al volu.rae Lo 1r0Mk p,tm~, Cappelli.~ 1979. p. IO.

Tanto vale dirlo apertamente: questo paragrafo è un circostanziato atto di accusa contro il comportamento della cinematografia italiana nei confronti della verità storica, dei fatti sul fronte di combattimento italo-austriaco. n nostro cinema muto è colpevole di pressappochismo, superficialità, falso ideologico. Non. esiste, infatti, nella produzione cinematografica a soggetto e documentaria contemporanea agli anni di guerra, un solo metro di pellicola nel quale si tenti di decifrare il conflitto analizzandone le tessere degli eventi militari in tutta la loro complessità tecnico-strategica ed operativa, cosi come è appena un pallido pretesto di superficie la volontà di tenere interessato agli accadimenti il pubblico, mai entrato nel vivo e compartecipe con milioni di connazionali di uno scontro tanto cruento e impressionante. In un'orgia di bugie e di sciocchezze, il cinema italiano non si pone neppure lontanamente il problema dello scrupolo cronaclùstico, né tanto meno si fa coraggiosamente carico del compito di mostrare eia grande lotta come un'impresa collettiva seria, dura, sanguinosa, complessa dove erano mi.steri da chiarire, vuoti da riempire, dolori da lenire, organi da perfezionare.,1 Nel migliore dei casi, l'immagine che il cinema n82ionale degli anni 1914-1918 ha saputo dare della grande guerra è stata quella di uno spettacolo artificialmente esteriorizzato da guardarsi (e persino godersi) dalla finestra di una superiore pace domestica. Cabiria di Pastrone e i drammi fatali della divina Bertini stanno trionfando in tutto il mondo quando sulla stagione aurea del muto italiano si addensano come cappa di piombo le nubi minacciose della dichiarazione di guerra dell'agosto 1914. Sono queste le prime avvisaglie di una grave crisi industriale, dalla quale il cinema riesce a stento a divincolarsi grazie all'effunera dichiarazione italiana di neutralità. Attori, maestranze e capitali rifluiscono momentaneamente nei teatri di posa, confortati dalla vana convinzione di un potenziamento produttivo sempre più concorrenziale sui mercati cli quei Paesi che, impegnati in guerra, avrebbero considerevolmente ridotto la portata delle realizzazioni filmiche. E qui il cinema nazionale perde subito una grande occasione: quella di imporre anche alle platee internazionali un monito di pace. In ben altro modo, l'industria cine11

matogafìca americana manifesterà, come vedremo, i propri propositi di neutralità, accogliendo l'appello del presidente Wilson all'imparzialità sia nel pensiero che nell'azione. Per dovere di cronaca ci pare tuttavia gill8to citare Che ca.a ITÙ~ la guuro! O.,.,.,,o.sia cuor di bambino • cUr di wldalo - segnalato sui listini delle case di produzione nel 1914 che, per quel poco che sappiamo, è un'edificante pellicola dai languori deamicisiani nella quale la guerra. sempre dietro le quinte come nella migliore tradizione teatrale dell'Mimmaginato" e del Mnon visto", è lo scenario del risca110 dalle vigliaccherie quotidiane ed il palcoscenico sul quale si risolve in forma di apoteosi il dramma di un destino esistenziale

avverso.

ARMIAMOCI E... PARTITEI

1915 .S.,,.UO: Joot Cu,;Uo - Rqrio: Camillo ~ R i t o · ~ : Cloria Filma, Torino. llffll\Plll:TI

Mario Bonnard. NeUy PW.o. Aldo Sinimberghi. Tru,quillo Bianeo, Fanny F.....,;, Felicita P-..ne, EmUlo Petacci, Arnaldo Arnaldi.

CHI PER LA PATRIA MUOR

1915 P,odurio•e: Panenopc Film. Napoli. l!m'JU'llt:n ~

Sema-. C i - D'AJc.;o.

Dopo nove mesi di neutralità, all'entrata in guerra dell'Italia. nel maggio del 1915, il cinema ripiomba nella crisi. Il croUo non è, LA DOPPIA FERITA 1915 comunque di conseguenze catAStro6che, se è vero (come è vero) che, .5og,uo • "P: Auguoco C.nina • ~ agli inizi del conJlitìo, la cinematografia nazionale può ancora conta- du.....,, Milano F'ilmo, Milano re sull'apporto di 80 case di produzione, 460 noleggiatori e 1500 rN11llPRETE sale di proiezione: una sitwwone assolutamente favorevole ad un Miabnguetie intervento in forze - come nota Monicclli - •per far conoecere al ECHI or SQUIW E TROFEI DI VITPaese una realtà che contrastava con le opinioni dei più, con le TORIA troppo ottimistiche previsioni, con la retorica di ceni propagandisti, 1915 Proa.uioo.e: Vomero film. Napoli. con il conformismo della stampa.•• «Se i censori•, sottolinea ancora l'autore di La grantk 1J1Urra, «avessero permesso al nostro cinema LA FIAMMATA PATRIOTTICA di emanciparsi, di inserirsi nella vita della nazione, di acquistare la 1915 Produ,ì,m,; Pollfilma, Napoli • 900 mefunzione sociale che gli spetta, tante cose durante la guerra ' 15-'18 lri. sarebbero cenamente andate in maniera differente. Se il Comando Supremo anziché aspettare l'inizio del 1917 per istituire una Sezione IL nGLIO DELLA GUERRA Cinematografica, operante su tutto il fronte dalle Alpi al mare, aves- 1915 R,p: Ugo Falena • Produzio•e: Film se pensato e valutato fin dall'inizio l'enorme aiuto che avrebbe potu- d'&114:0 ilali.ana, Roma. to avere dal cinema non sarebbe staio costretto a rimproverare più llffllll'Ul1 volte al Governo l'insensibilità del Paese. Sarebbe bastato produrre Blanca Virginia eam.a,,ì, Cuiclo S.n,eoù, Cìoacdlino Cra.i, Allonoo c...ini. Robuoni documentari sulla vita al fronte, sui sacrifici che sopportavano mano Sampòeri. i soldati in trincea, suUe perdite umane che costava ogni palmo di terra conquistato o perduto, per scuotere la Nazione tenuta all'oscu- FRATEW D'ITALIA 1915 ro di troppe cose, e per evitare il contraccolpo che la situazione f'Nxlu,ù),..: Ci-. homa · 120-0 metri. interna provocava sul morale delle truppe.•s INll:RPRt:n: Amleto NO"Clli, Invece, sia prima di Caporetto e persino prima di Vittorio Veneto in uno stato di piena crisi derivante caJ tempo stesso dalla sproporGLORIA Al CADUTI zione tra i sacrifici compiuti e i risultati ottenuti, dalla discordanza 1915 fra le promesse fatte e quelle mantenute, dalla scandalosa stonatura ~ • : Elvino Nolari • Rqrio: NlIIF.TI

Paolo Roomino, Lidia Quanu,1a, Aldo Sinimbe,gjù. Fe..-nda Sinimborg!,i.

PATRIA

1915

Prod.uù,,,e: Itala F"ilm, Torino. llfflltP1U:n

lla!ia Almirante Manziru, Giulio Don.dio.

PICCOLO CUORE E GRANDE CORAGGIO

1915

ProdulioM: Sa-,oia F'Ums. Torino.

PRO PATRIA MORI

1915 ProJ.uio..: Cineo, Roma. IN'l'tRl'IIETE

Gianna Tembili Ce~.

SAVOIA URRAH!

1915 ;Con camone11a di

Fenlinando R - e

muaica del M - Valenti!>· P>odwri-

.., Polif- Napoli • 800 meùi.

Degli oltre 50 titoli di argomento patriottico prodotti durante gli anni di guerra, le rare pellicole ancora visibili sono pur sempre un campionario significativo di rappresentazioni in cui la passione confina con la svenevolezza. l'avventura corre sul filo del romanzo d'appendice, il dramma diventa sceneggiata, la trasgressione del comico è più circo che commedia dell'arte. In tutti questi film, la tesi di fondo è quella di mummificare l'immagine del conflitto in una sorta di sarcofago monumentale vegliato dalla fiamma dell'eroismo e del pa• triottismo, ad esclusivo uso e consumo di clù, beanooai del calore delle mura domestiche, ha piacere di convincersi che la guerra è .bella» ed edificante, ignorando i sacrifici e il sangue di chi al fronte consumava la propria esistenza. Le linee co.nvergenli del trinomio ideologico Dio-Patria-Famiglia confluiscono sul punto di prospettiva centrale della vicenda cinematografica, nella maggior parte dei casi proposta come «variazione sul tema•. Cosi, attorno al tema generale di un'acritica propaganda patriottica ora sì svilupperanno le variazioni «di un sogno, di un ricordo, di una parodia dei combattimenti, o si mostreranno, con intenzioni serie e drammatiche, nobildonne che cuciono bandiere. madri che pregano per i figli, uomini che parlano di alti ideali o distribuiscono onorificenze a bracciate,. 6 Nel clima di mobilitazione generale del 1915, il cinema italiano, per la verità, non risparmia certo forze ed energie nel manifestare alla Nazione, per quanto nelle forme e nei modi sopradescritti, il proprio sincero, veemente e solidale Amor di Patria. Non c'è casa di produzione, non ci sono registi e attori che. in una qualche misura, non partecipino alla reelizzez;,..,e di film a soggetto se non con i sentimenti e gli ideali di un forte patriottismo. Nessuno si tira indietro ,La film s ulla guerra> - come ai diceva allora - impegna tutti e prospera dovunque: a Torino, dove la Savoia Filma, la Gloria Filma, la Latina Ara, l'Itala Film e altre Case il cui nome è tutto un programma producono ArmÌnU a.tLo

atoria del cinema •. n. l, gennaio•mario 1985, p. 17. 16. P~lo Cherehi U.. i. L '/1alo Fi.lr,u di /ronU alla ~ctU.uru, op, cii.• p. 18.

17, Cian Piero Brunetta. Slctna ,M cinona ilalùlno /895-1945. op. cii•• p. 193.

COME IL SOLDATO ITALIANO SI PREPARA ALLA DIFESA DELLA PATRIA 1915

suerra e nient'altro) e anche le rarissime pellicole messe in cantiere

CARNIA

nel 1918 non s i di.scostano affatto dai consueti clichés di stanco e stantio patriottismo contro i quali calzano ancora a pennello le considerazioni che, controcorrente, Pietro Cacace faceva fin dall'ottobre del 1915 sulla rivista «Cine-Fono»: «La guerra vera è diametralmente diversa da quella ideata dall'imbelle fantasia di alcuni maestri di scena, i quali di guerresco non conoscono che le sfilate in parata al campo di Marte. Non è lecito falsificare ciò che è il crisma consacrato del sangue più nobile dei popoli». Per quanto ancora lontani dalla risoluzione vincitrice del conlliuo mondiale, fino dai documentari del 1915 la costruzione della notizia non è dissimile da quello spirito patriottico che anima le tavole di Beltrame su «La Domenica del Coniere•, che si qualifica in immagini popolari da cartolina illustrata e che è sostenuto da un frasario tipico quanto magniloquente. Già a guardare i primi documentari di guerra, ci sentiamo partecipi di quel clima di artìfìciosa solennità che raggiungerà il massimo apice nelle rappresentazioni iconografiche della Vittoria e nelle relative sottolineature letterarie: da di fante in ginocchio per la prima volta, ·perché bacia la terra redenta» 18 a «Il nemico, il barbaro aguzzino è in rotta, e le terre fatte · sacre da un anno di martirio tornano alla Patria. Il tricolore dei fratelli che aspettavano si leva fiero a baciare, nel fulgore della Vittoria, le lacere gloriose bandiere dell'Esercito liberatore». 19 Fin dall'inizio del conflitto, dunque, le sequenze girate al fronte documentano esclusivamente eventi positivi, imprese eroiche e fatti di eccezionale enfasi trionfalistica. Come in base ad uno schema prefissato da una logica propagandistica centralizzata, i materiali visivi di ciascun documentario danno immancabilmente la sensazione di es• sere sempre in prossimità di una conclusione vittoriosa. In generale, per tutti i documentari di guerra (e se ne conoscono quasi un centinaio di titoli) realizzati tra il 1915 e il 1918, vale la constatuìone della messa in pratica di una regola di sostanziale disinformazione, basata sulla manipolaz.ione delle immagini e delle no-

1915

tizie.

p,o,1.,;,,,,,: Comcii9, Milano.

ITALIA NEL TUO NOME E PER LA TUA GRANDEZZA • GUERRA SULL'JSONZO E NELLA CARNIA 1915 Opera,o,,: Colonnello Enrico O.rone.

LE MANOVRE DEU'ARTIGLIERIA ITALIANA

1915 Pn,du.non,: Alba Filma, Roma.

ROMA LA CITTA ETERNA DURANTE IL PRIMO PERIODO DELLA GUERRA 1915

I) I mopmni milil&ri - 2) L'oopedale ciò S. M. la Regina Madn: • 3) La visilA de.~ l'on. Biaaola1i all'O.pizio dei r,g1; dei ,;. chiamati • 4) U Luogo,em:nle S. A. R.

Tommuo di Cenov•. Aldo Moli,,.,; - ProdUMM:

o,,.,..,.,..,

Apollo Filma, Roma. LA CONSEGNA DELLA BANDIERA

DI COMBATTIMENTO AUA R. NAVE CONTE DI CAVOUR 1915 Produ.,;il,n.t: Ci.oca. Roma.

LE TERRE CHE LE VITTORJOSE ARMI NOSTRE RESTITUIRANNO ALLA PATRIA 1915 Prodcui.on~: Savoia Filma. Torino.

GUERRA SU LL'ISONZO E NELLA O~ore: Colonnello Enrico Barone.

ALLA FRONTE 1916 Prodiuion.t: Amhrotio, Torino.

18. Cfr. Uaec:oodo 1uppemen10 al n. 18 di •La lradoU&•, 7 noYcmbrt' 1918. 19. Cfr. la c:opertma di •L. Domc:nico dd n. 4.5, 10-17 _...,1,,e 1918.

e-.

Insomma, nei documentari si perseguono sempre gli obiettivi della rappresentazione epica del sacrificio e di una visione vitalistica e perfeuamente funzionante sia della macchina bellica che della macchina umana. L'attualità viene sempre «ricostruita», ma in. un modo approssimativo tale da rendere dubbiosi, anziché partecipi gli spettatori più avvertiti e gli organi di stampa più severi e sinceri. A questo proposito, è rimasta celebre la testimonianza di Diego Angeli che, in una conispondenza inviata da Parigi nel giugno del 1916 a «Il Marzocco• di Firenze, scrive: «Ho veduto chissà quante volte vecchie manovre d'artìglieria eseguite con cannoni antidiluviani da soldati italiani in uniformi abolite già da dieci anni; ho veduto qualche modesta esercitazione della scuola Tor di Quinto bauezzata come "Cavalleria italiana alle grandi manovre"! Ho veduto due o tre compagnie di fantaccini - e anche questi con le antiche uniformi - passare abbastanm disordinatamente sul23

lo schermo ed essere battez:zate "Grande rivista della fanteria italiaM". E il grande pubblico, il quale non conoece, crede veramente che quello sia l'esercito nostro e continua a fani di noi un'idea di poca serietà e di scanisaimo valore militare.[...] L'altra sera passavo dinanzi a un cinematografo del boukvard dove era annunciata una serie di visioni sull'esercito italiano in guerra, sono entrato dentro e mi sono seduto aspettando di vedere l'immagine mente della nuova Italia. Ma la mia aspettativa è stata vana. Le poche filma che sì svolsero sullo schermo non avevano nessun interesse. Non erano nemmeno scene delle retrovie: ai trattava appena di qualche servizio awri!iario; che un operatore qualunque aveva preso senta troppo preoccuparsi dell'effetto estetico e dell'impressione morale. Due o tre carrette sgangherate e tirate da coppie di muli rappresentavano pomposamente i servizi di rifornimento delle truppe italiane; quattro tende rattoppate in una valletta alpina e dinanzi alla quale passeggiava svogliatamente e sbadatamente una sentinella che non aveva nulla di man:iale, erano battezzate con molta prosopopea: w Accampamento dell'esercito italiano sui picchi del Cadore"; e finalmente un gruppo di territoriali altrettAnto ben pasciuti e trasandati nel vestiario, quanto poco marziali nell'aspetto, doveva figurare un reggimento italiano nelle ore di riposo. Da tutto questo insieme sorgeva un senso di malinconia e di miseria. Non era un grande popolo che ai batteva in uno dei territori più difficili della guerra attuale; non era una nazione ben organizzata che era entrata in campo dopo nove mesi di ardente preparazione e di esperienze altrui; era un povero staterello balcanico, senta organiuazione seria e senza rifornimenti[ ... ] che esponeva i suoi stracci con quella noncuranza che è una delle peggiori leucnde create intorno alla nostra attività nazionale. E sono uscito rattristato da questo spettacolo pochissimo confortante, mentre l'orchestrina attaccava la &rena/a del maestro Toselli e sulla parete luminosa si annunciava il ventiquattresimo episodio dei Mi.steri di Nuova

LA GUERRA D'JTALIA SULL'ADAMELLO 1916 O~roUJre: Luca Comerio - P r ~ :

Comerio, Milano • 2237 molti. LA FL01TA E GLI ESERCITI AL-

LEATI A SALONICCO 1916 Produ,i.,..: Ufficio Speciale dJ Rcpon.go cinematografico della Regi.:' Marina.

LA NOSTRA MARJNA DA GUERRA

OPERA PER LA VITTORIA E LA GLORIA D'ITALIA 1916 Op,,o,ori: Luigi R0&110, Gino Roaetti • OU-.UC: Gabriele D'Annuniio.

FRA I NOSTRI COMBATTENTI PER UNA Pl\J' GRANDE ITALIA

1916 0,,.,.,.,,,,.: Luigi R0&uo, Gino ROMCtti. LA PRESA DI GORIZIA

1916 Produziont: Comerio, Milano.

SCENE DAL VERO DEIJ.A GUERRA ITALIANA SULLE ALPI 1916 I TITANI DELU MONTAGNA

1916 Opc-.rolore: Ciovanni Vitrotti.

York». 20 Insieme a questo vasto filone di prodotti in bilico tra superficialità e realismo, soprattutto grazie alla costituzione di un ufficio di censura straordinaria {che in base alle disposizioni emanate il l • novembre 1915 era sorto per proibire l'esportazione di quelle pellicole che potessero compromettere' la difesa ovvero screditare ali' estero il buon nome dell'Italia), coesistono sul mercato interno e internazionale pellicole di propaganda del tutto analoghe a quelle prodotte in Francia, in Inghilterra, in Germania, in base alle quali il pubblico usciva dalla sala cinematografica assolutamente convinto che il !IUO esercito fosse il primo del mondo. La campionatura è cosi ampia da rendere impossibile un'analisi in dettaglio, se non nei casi più rilevanti o specificamente interessanti. Qui. inoltre, per avere una idea complessiva anche della produzione nazionale di cortometraggi in appoggio ai documentari di guerra, è sufficiente riportare per esteso gli argomenti-tipo di un progetto presentato da Gustavo Lombardo al Ministero della Guerra e al Governo: un progetto che, per quanto non realiz:zato, è indicativo di quanto

20. Anicolo ci1110 per e11e10 in Maria Adriana Prolo. Siorio ckl cintft14 mMlo "4l.,no, op. cii., pp. SS-38: rillrodouo paniol, mtt1I~ in Mario Monicelli., Il cintma ~ la. #'Ondt gu~rru. op. cii,. pp. 17- 18.

TRA LE NEVI E I GHIACCI DEL TONALE

1916

COMBArnMENTO AEREO

1916

.

P,od..,..,...: Ufficio Speciak di Ropo,ug,c

cinema1ograriCo della Re&i• M•rina.

INSULTO

1916 P,od..,..,..., Ufl",cio Special-odruwn,: Uff,cio Speciale di Reportage einemalognfJCo clella Regia Marina.

IL RE A TRIESTE

1916 P,odwne: Ufficio Speciale di Repo,1J1ge cincmatog-af,co della Rap Marina.

DALLA RmRATA D'ALBANJA ALLE TRINCEE DI MACEDONIA

1917

O,,."'"""

Ferdin&ndo Maniru - R,ipo , Ciu,eppe Genoe&e Zetbi • Produzion., scrive, dunque, Jolo su «Variety• del 9 giugno 1916, •ini2ia con una pantomima. con accompagnamento scenico e musicale, dove si mostra una nazione in pace. Le brame di conquista del suo re la faranno precipitare in un tenibile conffino. Il sovrano ripone tutte le sue speranze sul conte Ferdinando, inventore di un sottomarino capace di diatruggere la flotta avversaria e di assicurare in tal modo una rapida vittoria. 11 conte è innamorato di Katheryn, una "donna del popolo" . Quest'uhims appartiene a una società clandestina contraria alle guerre: porta il conte a una riunione della setta e l'uomo è convertito alla nuova causa. Quando il conte una volta in mare riceve l'ordine telegrafico di affondare un vascello nemico carico di innocenti civili egli si rifiuta di eseguire l'ordine. L'equipaggio gli è addosso, ma il conte ha appena il tempo di aprire una valvola e di provocare così l'affondamento del proprio natante. L'uomo annega con tutti i suoi uomini: un sacrificio per la salvezza dell'umanità..

CIVILIZATION (CIVILTÀ) 1916 R'8Ì4: Thomu Ha,po, lnce, Raymond B. West, Reginald Botl.er - S.,,.11a , «kro,.,,,. • cura di B. V. (Bruno Venturi) e C.0.f. (Cwdo cli falco~ in fcmaldo Di Ciammauco. Dwonario Un.i..,...1, d,I Cinne dalla ~izìa priv•ta del pw-one. Un operaio. ridouo in condi.r:ih ( ,lo piccclo rompi.,calok• ). Robcrt A.ndcraon (Mon• sieur CMckoo ), C. Faw«tt (il CO,ptlllÌff'i del villoMio). Ccorge Siegmann (Von Strohm ). Foy Holdemeu (lo ,..,,,.;,,. ). L. Lowi (il nuuicùlca cieco), Eugcnc Pouyct,- AJphonac Dufort. Jean Dumcrcier. Ceorgc• Loyer (1olda1i Jranusi), AAna Mae WollhaU (""" , _ d.t vit.

lo,iwio ~ Mlle. Yvetle DuvaiAin (uno rifa&ÌOIO i Herbert Sutch (un ~ fran· we ), G..1on Rivière, Jueles Lemonti..(du, barelliui), C. NiclioUa (un "'6'•'• kdaombi,w, ~ Ma,y Hamm (la bambino ftri• "1), J...ie Harron (uno tiJi,,io,o), Joh,,ny Han-on (l'uomo con i/ ba.rik), Mary Hay (la dat&MJlrice). Erich von Strohcim (un uffu:W. 1ed...o). ~ Coward (un uomo con roniolo; un. obiUSIUi! d~J vi/~..

p).

32. Fa eccezione Lewit JIIIC'Obl che. nd C.pttolo Il cilU'l1Wl IUUa gu.uro mond.wk dcU.. ~ A.t-'Wl'IIIUOIG .atono dtl cVLM'IO omtrioo.no (Op. e~.. pp. 272-287~ eompi< una analioi · cittoelaniiata. SUI d6l punto di vista eaonco fflc da quello crilK'O. della prodw:lone cine-

m.«ognaflca in oggeno. 33. Per ""(giori ddup. cfr.:Tom Perlmultcr. lfil,n dip.t.rro, op. cii.., pp. 6-7; Morando Morancfirù, Il ~~ ~ lo prr-o, in Lo 1klria ,k/ '"""""• Voi. Il. op. d1. p. 26S.

lo fare da contrappeso, nella fragilità dei loro sentimenti legati a valori di amore e di fratellanza. al dramma della catastrofe e della bufera del conflitto. Obiettivo, questo, niwunto solo parzialmente per una sorta di evidenlc idiosincrasia tra i modelli narrativi e drammatici del film e le effettive convinzioni ideologiche di Griffith. Come scrive Brunetta, .; suoi ideali romantici di eroiamo, di palriottismo non trovano alcun riacontro nelle trincee francesi, tra il fango e un tipo di combattimento e di condizione umana tutt'altro che esaltata e partecipe alle ragioni della guerra». 34 Per questi motivi, se da un lato HMrts of 1M World ha ottenuto enormi consensi di pubblico, dall'altro è stato accolto con grande perplessità dalla critica. Anche ad una visione contemporanea, il film non sembra reggere all'usura del tempo; anzi, come rileva Morandini, , 1u1ti i critici che l'hanno visto concordano nel trovarlo lacrimogeno, fazioso, melodrammatico e, tranne che in qualche frammento, indegno del talento di Griffith•. 35 Nono• stante la presenza di scene-madri che hanno inciso profondamente nel cuore deUo spettatore americano (prime fra tutte, queUa in cui Lillian Gish, in bianca veste nuziale e priva di senno, vaga tra le rovine e i lutti del campo di battaglia alla ricerca del corpo dell'amato: sequenza ampiamente citata da Ejzen!tejn in Akluandr Newkij), malgado la presenza catalizzatrice di Erich von Stroheim nell'ennesimo ruolo di uomo belva e di brutale ufficiale tedesco, HMrts of 1/u World ha tutti i difetti di un qualunque altro film sentimentaloide dell'epoca; e, in un certo senso, è in linea con quella dichiarazione di superficiale comprensione del problema della guerra che Griffith si lasciò imprudentemente s fuggire al suo ritorno in America. Secondo quanto riferito da Lewia Jaeoba,36 pare, infatti, che il regista abbia osservalo che le sue scenografie per /nu,krance erano più imponenti di tutto ciò che aveva visto negli sconvolti campi di battaglia in Francia e in Belgio e abbia ribadito, a commento, che O lo fabbrico. •me• re - come ers nelle previsioni (e pretese) iniziali - con i kolossal ne una ,coppio e Fernando aalva lo donna. Si. rivedono e l'in•nuo giova.ne. econTOlto di gueml prodotti negli Stati Uniti, primo fra tutti. con The Big Para- dAll• pMlione. abbandona il lav0to. Durante de (La grande parala) di Kìng Vidor. Per queste dichiarate intenzio- un riolcnto Litigjo con U fr•tcllo, mentre la ni competitive, Redenzione d'anùne ha il respiro corto deUa veUei- madre ~ di dividerti. egli 1a colpi«e in. volontariamente e. credendo di averla ucettà." ..._ fugge in Francia. Scoppia la p;uetn. FcrFwcca la neve, infine, è - tutto sommato - il film migliore dell'in- Mlldo ai arruola ncU'C:IC'l'dto fr&n0C1e e Altera produzìone: se non altro, perché i risultati artistici sono ben berto neU'e.~o italiano. Fernando •i riabilita e tomer• dalla vecchta mad~, eh~ superiori al modesto soggetto che li ha ispirati. Tratto dall'omonima sopporta dignit~,c U dolore dc:Ua mor• canzone di Ennio Neri e Mario Bonavolontà, il lavoro di Emanuele te glorio.- di Alberto, c.aduto t t 0 ~ t e Rotondo ha il taglio di un film ad episodi, ciascuno dei quali narra le 5'11 campo•. 40

vicende di alcune coppie, divenifìcate per ceto e per censo, per età e condizione, e dei loro traumi dovuti alla chiamata. alle armi. Di particolare rilievo è la messinscena e la atoria (un vero e proprio topos narTativo e drammaturgico dei film di guerra) dcll'epiaodio del soldato che, tornato cieco dal fronte, trova la fidanzata dedita alla prostituzione. Non è identico il destino del protagonista di Wesifro,u 1918, che Georg Wilhelm Pabst dirigerà di U a poco? E non è analogo il finale dell'episodio Purifcco.zicne, realizzato a distanza di venticinque anni da Lionello De F clice? Anche se sta di fallo che, proprio a causa di un intervento pesantemente censorio sulla «inopportunità. di una simile conclusione (ingerenza alla quale, peraltro, Emanuele Rotondo, non volle inizialmente sottostare), F"wcca la ne• ve, realizzato alla fine del 1927, ha avuto via libera solo agli inizi del 1931, quando il cinema, ormai, era già in pieno sonoro. E il reduce cieco, questa volta, non ha più sorprese poiché Ninfa d'oro (questo è il nome della ragazza) torna a lui candidamente pura e innamorata. Con un siffatto travisamento, il cinema muto italiano si congeda dalle storie sulla grande guen-a, per lasciare al sonoro il compito di sostituire una «nuova• retorica alla cvecchia., enfasi melodrammatica. THE FOUR HORSEMEN or THE APOCALIYPSE (I QUATTRO CAVALIERI DELL'APOCALISSE) 1921 Rqio: Rcx lngram - 5-uo: dal ,o. mamo omonimo di Viccnlc Bluco-lbana

•Se.,....,..,,,: June Mo1hi1 • Fo._.

fu,: John r.

Sciu - Xst nel rifiutare un commento musi- ma, 1973. pp. 144.

80

cale alle immagini a favore deUa sinistra musicalità dei rumori va nel senso di una •crudezza con stile• e fa assumere al film un'efficacia e un ritmo del tutto particolari. Wwfronl 1918 ha il pregio di non scadere mai nel groesolano e neU'approssimativo e di mostrarci. con assoluta parsimonia di mezzi espressivi, la cruda tragedia dei falli e della vita, in un continuo alternarsi di sequenze sui tragici awenimenti del fronle e sulle tristi condizioni neUe quali si dibattono anche gli abitanti deU'intemo. I motivi scenografici deUa guerra sono quelli ancora delle trincee, del filo spinato, della nebbia, del fumo, della lcrra dilaniata dagli obici e butterata di buche e di f0888ti. Con la dif'fercn7.8 che l'accentuazione della visione allucinatoria, de1erminata dai lagli di illuminazione di un chiaroscuro da cinema espressionista, crea qui un clima claustrofobico cd opprimente di esemplare efficacia drammaturgica. 5. •Cl-i ultimi n~ c~lt,. pri1n111 prra mo,1° dia.lt", .ul fmnlt- frAnN'M", N('.)1. ,ua falloria I tragici effetti della guerra vengono evidenziati in We.1fron1 1918 Yvette acne il lhll ad alcuni fanti 1C"Ol"teht attraverso una narrazione corale strutturata su un susseguirsi di epiAllarme. Tre lampi di ...-plotioni r filo epitlb• sodi riguardanti il deatino dei quattro fanti protagonisti. Lungo queIO ci 1'0nO uomi.ni chf" l'OCT'(tf\o: alcuni ai al> banono o.I •u~ altri indo.uno le n~r~ sle vicende di vita e di morte sul fronte francese negli ultimi mesi Mlipa; un ttncnlt: 1.u'UI ckgli ordini; alnmi della guerra,• si inseriscono sequenze da antologia. Georgcs Sadoul6 901dali -.oelcngono il tetlo di un rifugio CM ne indica le piu commoventi: gli uomini sepolti vivi dai bombarda•te pc-r m:,,llarr. F...ouritMi t. -c&ramUC'C'i.a, menti; la prima notte d'amore d'una giovane recluta con una franceuno .wdc-nt~ ,pp,olina d"wna miMio,I(' ~ ptagll ptt .,...n una not1t d'afflON' con se; il razionamento in Germania e le code dinanzi alle macellerie: lo YVC11 e cade ..Julando mili&ar• nten&t. Karl ù ritvt'gWI in ,ma C'appella train oopNWc, da .....,. e. nel clclJ. rio, ....i. r0C4gOW!U del rdm

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11 captbmo Dei Boddicu t iJ lc:ncmtt' Mart-chal c11b),

Frankio Dnrro (F"", Aw ), Ooriald Hai,,ct (Cwnako.s), Rolr Erncsl (Ft'rdit Pa.uror), Ralph Morgan. Louìa Wilaon (g,nitori di N,m«Yk ). Chri&liAn Rubb (8,wrdi.,.o ), Beaudine Andcn;on. Egon Brecher. We&lcy Giraud, Samucl Hinds, Juliu.s Molnàr.

THE LOST PATROL (LA PATTUGLIA SPERDUTA) 1934 Rl'gio: John Forguinli in una .ala da gioco, M.at.a Hari ha ricevuto l'ordiM di C'irtuirc- il IMM'ntfl rweo. pc-r AW-rc" d. lui inl'ormaàoni aui doc-vl'l'litf'lti cht ala LrMpor• t.,.ndo, I d~ ai COOON:Ol"IO ' J)NNOO tnlh(',w la noc1•. Il ,;«,,o dopo MM. Hlri "'"'• di "'chJtre anehe Shubin. suo ex..am,.nle·: ma Duboia l'ha mctNM> in gva.rdia. Allora. p&INI t.m'aflra ltOCIC ('On Ro.anorr. per daN" J, poe· tibili'Li Ml UH t"OfflJ)ll"O di (Olog:rafllN' i documenti in suo ~ • Ma una ma.i di I"· io.. cfi Shubm manda all'aria lutli I pi.IN, Ptt ~ la m•ionc- la donna t coattrtla ad ucàdett il gcnr.taJe t • eparire. M.a poco dopo. NpulQ. che Rounoff, il p>va.nc t.'hc dta ama, t rimuto gnvcmcntc rcrilo e ha pcrdu&o la \l\lta. .olo M0ri,rllì. Nd&. pa,p,.. Kffnlo; L, ~ t.11 .ok. I confitti it.ali;ani aono ùl!Md.bli m.lJc lrvppif! ktktche. fue allo)

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Un episodio di ('f'01(ft 11bn1ts-rione. i.n una centrale di IA 1a1rpt o/ sol), Ci.ella Ma1hcwt (2 i1t/t1rmi,.,a di Ca1htrint }. Cano Hin&ennann. Tiberio Mitri. Vittorio Jannitti, Carlo l..icari, Wmma BolognC'lb. Petcr llling. 1,.., C lllnto vigol'OSllmc:nlC' dNcrini sulle PJl9'"" del ro,. manxo di H.cmi,'«"'ai)'. ptTndono ,ita. nM>'>i• mento e lipif.coth., nridicità.

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Giuliani C. De Negri per RAI/

Filmlrc. MK2 (Parigi)/Preuman ram Corporalil.)n (LOt Angclet ) • Durala :

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1.HTFJIPRF.TI f. Pf.ftSONACCI

Joaem (,lna"° 8oMnnO ). Vincmt Spano (NiLola Bon.ann.o), Omero Aneonulù (ma,,,o Bonann.o, babbo di An-

In Coo,J momin8 &bikmia di Paolo e Viuorio Taviani, la prima , Nin,la ), Creta Scac:chi (Edna ). guerra mondiale fa la sua comparsa sugli schermi neUa scritta di un drm Ocaircc Bcdter (Mobt-1 ). Charlea Dance enorme striscione calato ad oscurare il grande manifesto di lnlok- (Dom/ ll'c,,k Criffu!o ). Marpriia Low10 rance, nella sequenza centrale della manifestazione interventista al (la ._,.ola~ 8;,ang,cre tloinYioin (motermine della trionfale proiezione del fLlm di Griffith. Qui, la tragedia F di Criffi1h~ O.rid llnndon (Cnw), Brian f'reilino (Thomp,on ). Manimo storica si annuncia solo con la parola wWar". Nel finale di Cood Vcnturiello (Ou""io). Andru Prod1n momif18 &bi!onia, la guerra è, invece, incombente sul destino dei (op,rutorr irlondrM). Dorotea Auaend.a protagonisti: la sua ombra oscura il mondo, ma entra con violenza (m~, di un r,pla ). Ugo Bencini (otfi• ~no). Pan.Cl Bo.eh (,olda,10 aw1iaro ), anche nella vita di Andrea e di Nicola Bonanno. A causa del conflitto Remo Ca111jni ( ~ ) . Marco Ù\ .Cmondiale, i due fratelli si trovano improvvisamente divisi, lontani chloU ("""""" di Crws). r10r,nra D"Al'uno dall'altro. Perdono quella che è la loro forza più segreta e lcesandro (/Jn/1,ri"" ), Uonello Pio Di s.. vo.a (po,M.liMd), Maurixio fardo (rntt/i. misteriosa, la loro complicità, la loro parità nel lavoro e nella vita. È co ). l>ommico f'"t0tt (tWÙlenJr di CnuJ ). sul campo di battaglia, in Italia, che si ritrovano, colpiti a morte. Di Mirio Cu'6clli (arl~o). John Fra.nei. fronte a loro, tra i cadaveri, una macchina da presa militare. Grazie lan, (ruocol. Uboldo Lo l'r

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