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Italian Pages 536 [521] Year 1993
TWENTIETH-CENTURY
ITALIAN
POETRY
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Twentieth-Century Italian Poetry An Anthology
Edited by John Picchione and Lawrence R. Smith
Published in association with Librital U N I V E R S I T Y O F T O R O N T O PRESS Toronto Buffalo London
www.utppublishing.com © University of Toronto Press Incorporated 1993 Toronto Buffalo London Printed in Canada ISBN 0-8020-7368-9
Printed on acid-free paper
All efforts have been made to credit sources for the poems in this volume. Any errors or omissions should be drawn to the attention of the publisher.
Canadian Cataloguing in Publication Data Main entry under title: Twentieth-century Italian poetry: an anthology (Italian linguistics and language pedagogy series). ISBN 0-8020-7368-9 i. Italian poetry - 20th century. I. Picchione, John, 1949- . II. Smith, Lawrence R. (Lawrence Richard), 1945 Jan. 1- . III. Series. PQ4214T94 1993
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C93-O939og-3
Cover illustration: Umberto Boccioni, Dynamism of a Soccer Player. Courtesy Museum of Modern Art, New York.
Contents
Acknowledgments xxi Foreword Introduction
xxiii 3
The Precursors GIOVANNI PASCOLI 21 Introduced by Tibor Wlassics From MYRICAE Fides 24 X agosto 24 L'assiuolo 25 Temporale 25 Arano 26 Novembre 26 From PRIMI POEMETTI
II vischio 27 Digitale purpurea 30
II libro 32 From CANTI DI CASTELVECCHIO
II gelsomino notturno 34 La mia sera 34 Notes 36
GABRIELE D'ANNUNZIO 4 0 Introduced by Peter Carravetta From CANTO NOVO Canto dell'ospite 44
vi Contents From POEMA PARADISIACO Sopra un "Erotik" 45 Consolazione 45 From LAUS VITAE Le città terribili 47 From ALCYONE Lungo 1'Affrico nella sera di giugno dopo la pioggia 51 La sera fiesolana 52 La pioggia nel pineto 53 Madrigali dell'estate / La sabbia del tempo 56 II vento scrive 57 I pastori 57 Notes 58 The Crepuscular Poets GUIDO GOZZANO 65 Introduced by Joseph Perricone From I COLLOQUI L'assenza 68 La signorina Felicita ovvero la felicita (I, II, III, VI, VIII) 70 Toto Merumeni 76 Cocotte 78 Pioggia d'agosto 81 I colloqui 82 Notes 84 SERGIO CORAZZINI 86 Introduced by Massimo Verdicchio From L'AMARO CALICE Toblack 88 From LE AUREOLE Spleen 90 La finestra aperta sul mare 92 From PICCOLO LIBRO INUTILE Desolazione del povero poeta sentimentale 94 Per organo di Barberia 96 Canzonetta all'amata 96 From LIBRO PER LA SERA DELLA DOMENICA La morte di Tantalo 98 Notes 99
vii Contents The Futurists FILIPPO TOMMASO MARINETTI Introduced by Jeffrey Schnapp
103
From LA VILLE CHARNELLE
All'automobile da corsa From ZANG-TUMB-TUUM
107
Hadirlik quartier generale turco no From I NUOVI POETI FUTURISTI Sì, sì, così, I'aurora sul mare 114 Notes 116 ARDENGO SOFFICI 119 Introduced by Vera F. Golini From BIF§ZF+18. SIMULTANEITÁ. CHIMISMI LIRICI
Poesia 121 Arcobaleno 122 Aeroplane 125 Caffè 129 Al buffet della stazione 130 Notes 132
From Crepuscular Poets to Futurists
CORRADO GOVONI 137 Introduced by Piero Genovesi From LE FIALE Paesaggio 140 Villa chiusa 140 From ARMONIA IN GRIGIO ET IN SILENZIO Musica per camera 141 From I FUOCHI D'ARTIFIZIO
Crepuscolo ferrarese 141 From GLI ABORTI
II palazzo dell'anima 142 From RAREFAZIONI E PAROLE IN LIBERTÀ
Specchio 143 Parole in libertà 144 II palombaro 146 Notes 147
viii Contents ALDO PALAZZESCHI 148 Introduced by Anthony Julian Tamburri From POESIE Chi sono? 152 La fontana malata 152 Ara Mara Amara 155 Oro Doro Odoro Dodoro 155 II parco umido 155 II passo delle nazarene 156 Lasciatemi divertire 157 From VIA DELLE CENTO STELLE
Insanabili contradizioni 160 Notes 160 The Poets of La Voce CAMILLO SBARBARO 165 Introduced by Corrado Federici From PIANISSIMO Taci anima stanca di godere 169 Talor, mentre cammino solo al sole 170 Padre, se anche tu non fossi il mio 170 II mio cuore si gonfia per te, terra 171 Taci, anima mia. Son questi i tristi 172 A volte sulla sponda della via 173 From RIMANENZE Occhi nuovi 173 La bambina che va sotto gli alberi 174 Notes 175 DINO CAMPANA 176 Introduced by Luigi Bonafftni From CANTI ORFICI II viaggio e il ritorno 179 La chimera 181 II canto della tenebra 182 Viaggio a Montevideo 182 Sogno di prigione 184 Furibondo 184 Ho scritto. Si chiuse in una grotta 185 Geneva 186 Notes 187
ix Contents The New Lyric Poets UMBERTO SABA 191 Introduced by Frederic }. Jones From CASA E CAMPAGNA A mia moglie 194 La capra 196 From TRIESTE E UNA DONNA
Trieste 197 Citta vecchia 197
II poeta 198 From PRELUDIO E FUGHE
Quarta fuga 199 From PAROLE Parole 200 Goal 200 "Frutta erbaggi" 200 From ULTIME COSE Caro luogo 201 Sera di febbraio 201 From MEDITERRANEE
Ulisse 201 Notes 202 GIUSEPPE UNGARETTI 204 Introduced by Nicolas J. Perella From L'ALLEGRIA Noia 209 In memoria 209 Veglia 210 Fratelli 211 I fiumi 211 Universe 213 San Martino del Carso 213 Mattina 214 Girovago 214 Soldati 215 From SENTIMENTO DEL TEMPO
L'isola 215 Di luglio 216 Quiete 216 From IL DOLORE Tu ti spezzasti 217
x Contents Non gridate piu 218 From LA TERRA PROMESSA Variazioni sul nulla 219 From IL TACCUINO DEL VECCHIO
Ultimi cori per la terra promessa (3, 8, 24) 219 Notes 220 EUGENIO MONTALE 225 Introduced by Gian-Paolo Biasin From OSSI DI SEPPIA I limoni 229 Non chiederci la parola che squadri da ogni lato 231 Meriggiare pallido e assorto 231 Portami il girasole ch'io lo trapianti 232 Spesso il male di vivere ho incontrato 232 Cigola la carrucola del pozzo 232 Arsenio 233 From LE OCCASIONI Dora Markus 235 La casa del doganieri 236 Barche sulla Marna 237 From LA BUFERA E ALTRO
Gli orecchini 238 L'arca 239 L'anguilla 239 From SATURA Xenia I (4, 14) 240 Xenia II (5, 13) 241 From DIARIO DEL '71 E DEL '72
A C 242
Raccomendo ai miei poster! 242 From QUADERNO DI QUATTRO ANNI
Big bang o altro 242 La verita 243 Notes 243 The Hermetic Poets SALVATORE QUASIMODO Introduced by Stelio Cro From ED E SUBITO SERA Ed e subito sera 252
249
xi Contents Vento a Tindari 252 Ariete 253 Alia mia terra 254 Curva minore 255 Isola di Ulisse 255 Strada di Agrigentum 256 Delfica 256 From GIORNO DOPO GIORNO Alle fronde del salici 257 Milano, agosto 1943 257 Elegia 258 From LA VITA NON E SOGNO Lamento per il Sud 258 Notes 259 MARIO LUZI 261 Introduced by Ernesto Livorni From LA BARCA Terrazza 263 From AVVENTO NOTTURNO Vino e ocra 264 From UN BRINDISI II cuore di vetro 264 Croce di sentieri 265 From QUADERNO GOTICO Dove non eri quanta pace: il cielo From PRIMIZIE DEL DESERTO Aprile-Amore 266 From ONORE DEL VERO Sulla riva 267 From NEL MAGMA Tra le cliniche 268 Notes 269 VITTOR1O SERENI 270 Introduced by Laura Baffoni-Licata From FRONTIERA 3 dicembre 272 Inverno a Luino 273 Terrazza 274 From DIARIO D'ALGERIA Dimitrios 274
266
xii Contents Solo vera e Testate e questa sua 275 Spesso per viottoli tortuosi 275 From GLI STRUMENTI UMANI
Finestra
276
Una visita in fabbrica (II, III, IV) 276 From STELLA VARIABILE
La malattia dell'olmo Notes 279
278
The Poets of Realism and Ideology CESARE PAVESE 283 Introduced by Antonino Musumeci From LAVORARE STANCA I mari del Sud 286 Pensieri di Deola 289 Atlantic Oil 290 Estate di San Martino 291 From VERRA LA MORTE E AVRA I TUOI OCCHI
Tu non sai le colline 292 Verra la morte e avra i tuoi occhi 292 Notes 293 PIER PAOLO PASOLINI 294 Introduced by Francesco Loriggio From LE CENERI DI GRAMSCI II pianto della scavatrice (I, II) 298 From LA RELIGIONE DEL MIO TEMPO
A un Papa 303 From POESIA IN FORMA DI ROSA
Supplica a mia madre 305 From TRASUMANAR E ORGANIZZAR
Rifacimento di "Libro libero" 306 Notes 307 FRANCO FORTINI 308 Introduced by Rocco Capozzi From FOGLIO DI VIA Foglio di via 311 From POESIA E ERRORE
Una sera di settembre 312
xiii Contents From UNA VOLTA PER SEMPRE
II comunismo 312 Traducendo Brecht 313 La gronda 314 From QUESTO MURO Gli ospiti 315 II verbo al presente 315 From PAESAGGIO CON SERPENTE
L'animale 316 Notes 316
ELIO P A G L I A R A N I 319 Introduced by Christopher Wagstaff From CRONACHE E ALTRE POESIE I goliardi delle serali in questa nebbia 322 From LA RAGAZZA CARLA E ALTRE POESIE La ragazza Carla (I i, 7; II 2; III 5) 323 From LEZIONE DI FISICA E FECALORO
Lezione di fisica 328 Notes 331 The Poets of Irony LUCIANO ERBA 335 Introduced by Paolo Possiedi From LINEA K Mea minima culpa 337 Disoccupato 338 From IL MALE MINORE
La Grande Jeanne 338 Un'equazione di primo grade 339 Terra e mare 339 From IL NASTRO DI MOEBIUS
Epifania
340
La seconda casa 340 From IL TRANVIERE METAFISICO
II tranviere metafisico 341 Notes 342 NELO RISI 343 Introduced by Leonard Sbrocchi
xiv Contents From PENSIERI E L E M E N T A R I
La vita non è poi tanto male 347 Chi lo solleva pi? 347 Tautologia 347 From AMIGA MIA NEMICA
II teatro private 348 Variazioni sul bianco 348 From I FABBRICANTI DEL "BELLO" Destino 350 From LE RISONANZE
Troppi gli avvenimenti, arduo 352 II poeta è un prodotto autunnale 352 Se tutto è un sogno se a ogni pensiero un mito Nei poeti d'uso ironico 353 Notes 353 GIOVANNI GIUDICI 355 Introduced by Sergio Maria Gilardino From LA VITA IN VERSI
Mi chiedi cosa vuol dire 359 From IL MALE DEI CREDITORI La liberazione dell'uomo 359 From IL RISTORANTE DEI MORTI Tigri 361 From LUME DEI TUOI MISTERI
Luna 361 Guerra 362 Aspirazioni 363 From FORTEZZA Sola speranza oh lieve 365 Fortezza (9) 365 Fortezza (44) 366 Notes 366 The Experimentalists I Novissimi
ALFREDO GIULIANI 371 Introduced by Thomas Harrison From POVERA JULIET Predilezioni (I, II) 374
353
xv Contents Azzurro pari venerdí 375 Chi 1'avrebbe detto 376 Le radici dei segni 377 From IL TAUTOFONO II canto animale 378 From VERSI E NONVERSI
Nostro Padre Ubu 378 Notes 379 EDOARDO SANGUINETI 382 Introduced by Lawrence R. Smith From LABORINTUS Laborintus (1, 15, 26) 386 From EROTOPAEGNIA Erotopaegnia (11) 389 From PURGATORIO DE L ' I N F E R N O
Purgatorio de 1'Inferno (10, 17) 390 From WIRRWARR Reisebilder (31) 391 From POSTKARTEN Postkarten (49) 392 From STRACCIAFOGLIO Stracciafoglio (45) 393 From BISBIDIS
Alfabeto apocalittico (A, F, G) 394 Notes 395 NANNI BALESTRINI 398 Introduced by Lawrence R. Smith From COME SI AGISCE Apologo dell'evaso 401 L'istinto di conservazione 402 In questo modo 403 Cronogramma 2. È tutto pronto 404 From MA NOI FACCIAMONE UN'ALTRA X. Frammento dell'anarchia 405 From POESIE PRATICHE
Senza lacrime per le rose 406 From LE BALLATE DELLA SIGNORINA RICHMOND
Descrizione superficial della signorina Richmond 407 Notes 410
xvi Contents ANTONIO PORTA 412 Introduced by John Picchione From APRIRE Dialogo con Herz 415 Aprire (1, 2, 3) 417 From I RAPPORTI Rapporti umani (11, 12, 15) 418 From CARA Serie da verificare (36) 419 From METROPOLIS Modello per autoritratti 420 From WEEK-END Utopia del nomade. Movimenti 420 From PASSI PASSAGGI Chi non ha mai toccato un falco 422 New York (1) 422 From INVASIONI Farfalle di luce volano giù dalla montagna 423 La bestia enorme acquattata 423 Agonia di una lucertola 423 From IL GIARDINIERE CONTRO IL BECCHINO
Airone (4) 423 Notes 424 Other Experimentalists ANDREA ZANZOTTO 425 Introduced by John P. Welle From IX ECLOGHE 13 settembre 1959 (Variante) 429 Ecloga IV. Polifemo, Bolla fenomenica, Primavera 430 From LA BELT A Oltranza oltraggio 431 Al mondo 432 Profezie o memorie o giornali murali (viii) 433 From PASQUE Subnarcosi 434 Per lumina, per limina 435 From IL GALATEO IN BOSCO
Sono gli stessi 437 From IDIOMA Alto, altro linguaggio, fuori idioma? 438 Notes 439
xvii Contents EDOARDO CACCIATORE 441 Introduced by Pasquale Verdicchio From LA RESTITUZIONE
La scala erigenda 444 From MA CHI È QUI IL RESPONSABILE? Nella scadenza degli istanti 446 Lavoro coercitivo 448 Satellite 448 From LA PUNTURA DELL'ASSILLO
Futuro anteriore 448 Notes 449 AMELIA ROSSELLI Introduced by Lucia Re
450
From VARIAZ1ONI BELLICHE
Roberto, chiama la mamma, trastullantesi nel canape 454 Non da vicino ti guarderò in faccia, nè da 455 E cosa voleva quella polla dai miei sensi se non 455 From DOCUMENTO Dialogo con i Morti 456 Neve 458 From IMPROMPTU Impromptu (1, 2, 12) 458 Notes 461 GIULIA NICCOLAI
462
Introduced by Rebecca West From HUMPTY DUMPTY
Dictionary 465 Senses 465 "He might bite" 465
"Cats are very like bats" 465 From HARRY'S BAR E ALTRE POESIE
Dai Novissimi, 1 466 Sostituzione 466 II soggetto è il linguaggio 466 From GREENWICH Palermo-Orgosolo 467 Como è trieste Venezia 467 From RUSSKY SALAD BALLADS & WEBSTER POEMS
T.S. Ballad 468
xviii Contents From FRISBEES IN FACOLTA
Invece di dire sempre "pronto" 469 Notes 470 The Visual Poets Introduced by John Picchione EMILIÒ ISGRGPoesia Volkswagen 476 EUGENIO MICCINI II poeta e la sua musa 477 LAMBERTO PIGNOTTI Andiamoci a piedi 478 LUCIA MARCUCCI I segreti del linguaggio
479
LUCIANO ORI Inno al sole 480 SARENCO Poetical licence
481
UGO CARREGA 10 proposizioni per la poesia materica 482 VINCENZO ACCAME Nuova scrittura 483 STELIO MARIA MARTINI Emanazione n. 5 484 ADRIANO SPATOLA Zeroglifico 485 The Poets of the Recent Generation Introduced by John Picchione MAURIZIO CUCCHI From IL DISPERSO Ricerca; relazione 493
xix Contents GIUSEPPE CONTE From L' ULTIMO APRILE BIANCO
II sogno del giorno del trent'anni 495 Dopo Marx, Aprile 496 Metamorfosi d'amore 496 VALERIO MAGRELLI From ORA SERRATA RETINAE Preferisco venire dal silenzio 497 lo abito il mio cervello 497 lo sono ciò che manca 498 LIVIA CANDIANI La morte della poesia
498
MARTA FABIANI From MARATONA Poesia n. 14. La poetessa
501
CESARE VIVIANI Dolo mite 502 GABRIELE FRASCA Tutto perche s'annichili 503 Non i versi 503 La pietra 504 BIAGIO CEPOLLARO From SCRIBEIDE Flati-Fiati (come una fiaba) 504 TOMMASO OTTONIERI Sonno di Karl, ottobre 506 È un Sostare 507 Polipo (scratching-poem) 507 Notes 508
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Acknowledgments
We would like to thank York University and its Faculty Association for awarding this project with a YUFA Sabbatical Leave Fellowship Grant and a Specific Research Grant (Leave). We are very grateful to the Italian Ministry of External Affairs for its generous assistance towards the publication of the volume. We would like to express our appreciation to Dr. Enric'Angiolo Ferroni Carli, Consul General of Italy (Toronto), Dr. Elena Basile, Consul of Italy (Toronto), and Dr. Caterina Cicogna, Director of the Educational Office of the Italian Consulate in Toronto, for their support. A special thanks goes to the staff of the Academic Technology Support Group, Document Processing Unit, and the Computing and Communications Services, Data Entry, of York University for the preparation of the manuscript. We would like to thank Anne Forte and Tessie Griffin of the University of Toronto Press who read the manuscript and provided many helpful suggestions. For their assistance and encouragement with this project, we are grateful to Mario Ciccoritti, Director of Librital (Toronto), Dr. Ron Schoeffel, and Elaine Cohen of the University of Toronto Press, Professor Renato Barilli, University of Bologna, and Professor Massimo Ciavolella, University of Toronto. And finally, we are extremely grateful to the publishers Giulio Einaudi Editore, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Garzanti Editore, Vallecchi Editore, and The Red Hill Press for permission to reprint the poems included in this volume. We would like to express our gratitude particularly to Arnoldo Mondadori Editore, copyright holder of a large number of the texts.
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Foreword
The objective of this anthology is to take the reader on a journey through the fertile and varied territory of twentieth-century Italian poetry. We have made every effort to provide a well-balanced selection of poems by authors who worked from the end of the nineteenth century to our own fin de siecle. Therefore, it is important for us to describe to readers what we have envisioned as we have put the book together. In making our poetic selections and in writing the introduction, prefaces, and notes, we kept in mind the student who is venturing into the world of twentieth-century Italian poetry for the first time. This student might be an undergraduate or graduate student at the university level or, in some cases, a student in the upper levels of secondary school. However, it is not our intention to exclude the interested reader from outside the academic context. All first-time explorers of the world of twentieth-century Italian poetry should benefit from the selection and apparatus of this anthology. In our selection we have also attempted to maintain a balance between the first and the second half of the century. All anthologies published in recent years inevitably overemphasize the first half of the century, seemingly oblivious to the fact that the latter half is just about to come to an end. In our view, it deserves as much attention as the first half. As we all know, no anthology can escape exclusions. We were forced to exclude important poets, such as Rebora, Cardarelli, Gatto, Penna, Caproni, and Volponi, who have gained, over the years, respect and recognition. Undoubtedly they could find a place in any anthology. Their exclusion was dictated by one extremely important factor: we wanted to provide an ample selection of texts for the poets we deemed most representative of each movement. A selection limited to two or three poems chosen from a greater number of poets would certainly not
xxiv Foreword serve any purpose in a classroom. To explore even the most basic themes and linguistic peculiarities of any poet, a reader needs more than that. In short, an anthology which tried to include "everyone" would not only reflect an editor's inability to make critical judgments, but ultimately would be impractical in a pedagogical context. We believe that a special feature of this anthology is its panoramic sweep from the well-established figures of twentieth-century Italian poetry through important younger poets of the last two decades. We wanted to portray modern Italian poetry as it actually is: one of the most innovative and influential poetries on the European continent. Further, in order to serve the needs of English-speaking students engaged in Italian studies, selected texts from each poet have been accompanied by annotations and preceded by a critical introduction written by distinguished scholars who have been teaching twentieth-century Italian poetry in Canada, the United States, England, and Australia. The notes are intended to perform the function of clarifying linguistic difficulties and ambiguities only in those cases where the average undergraduate student, or the general reader with a reading knowledge of Italian, is likely to encounter obstacles. Notes also clarify cultural, historical, or mythological references with which the student might not be familiar. These notes are not intended to provide interpretations, since interpretation, in our view, is the student's task. The prefaces have followed the same didactic direction as the notes; their aim is to provide students with a general profile of the poet, and not an interpretation of the poems selected in the anthology. With the exception of the last two, which deal with groups of poets, the prefaces present the essential characteristics of each poet. They include biographical information, and a brief discussion of the milieu in which the poet operated, the literary circle or movement to which he or she belonged, the poet's stylistic and linguistic peculiarities, recurrent thematic nuclei, the poetics of the author, and the social, historical, and cultural context. Prefaces are followed by a selected bibliography of the author's works and by a selected critical bibliography which can help direct the reader to essential works by and about each author. It is our hope that, as assembled, the anthology will fill a gap in the teaching of twentieth-century Italian poetry in English-speaking countries. We also hope it will stimulate the study of modern Italian poetry in comparative literature programs. Reading poetry is never an easy, unchallenging process. We believe, however, that the pedagogical tools provided by this anthology will, in some ways, reduce the strains which inevitably accompany any process
xxv Foreword of initiation. We have no doubt that the reward which awaits the inquisitive reader will be an inspiring cultural and literary experience. John Picchione, York University Lawrence R. Smith, Eastern Michigan University
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TWENTIETH-CENTURY
ITALIAN POETRY
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Introduction
Twentieth-century art in its various manifestations, from painting to architecture, from music to literature, is dominated by a persistent restlessness. This restlessness concerns not only the meanings of its production, but also the nature of the various arts themselves. The characteristically self-reflexive quality of our century encouraged the arts to pose difficult questions for themselves, and this in turn has led to a total re-evaluation of their function as well as the exploration of new and unforeseen paths. The result has been a break with traditional canons that is without historical precedent. Poetry has played an especially important role in this undertaking of innovation and renewal. Italian poetry, with its diverse directions, movements, currents, and "isms," presents a particularly lively panorama in our twentieth-century landscape. It is a panorama full of surprises, since the solutions of artistic problems which have arisen have been unexpected and extraordinary. This is not to say, however, that a foray into the territory of twentieth-century Italian poetry is without obstacles and perils. Such difficulties become even more obvious when undertaking the kind of literary historical survey that customarily precedes the texts of an anthology. Objectivity is problematical at best, but it is necessary to strive for some sense of balance, if only for pedagogical reasons. We have tried to achieve such a balance. Beginnings are always difficult to identify. This is especially true for twentieth-century poetry. However, putting aside possible distant influences, the last decades of the nineteenth century provided the foundation for the poetic language of the new century. The last two decades of the nineteenth century, a period referred to as fin de siecle, witnessed profound changes in the arts which led directly to the upheavals of the twentieth century. The movement which dominated the fin de siecle was Symbolism, a reaction against realism and an exaltation of the mysteri-
4 Introduction ous and metaphysical. Rationalistic conceptions of the world were also challenged elsewhere as Positivism, a philosophical movement headed by Auguste Comte, entered a crisis from which it would never fully recover. The collapse of Positivism had a direct effect on the arts. The Positivist belief in knowledge based on empirical evidence and factuality had greatly influenced the emergence of the literary movement called Naturalism (Verismo in Italy). Naturalism carried with it the same scientific determinism, with its social and ethical implications, as Positivism. There was a conviction that reality was accessible through rational observation. This led Naturalist writers to claim objectivity in their externalized representations of social conflict. They believed that the scientific method used in the natural and applied sciences was equally valid in the study of the individual and society at large. Positivism crumbled in the face of the new philosophies presented by such thinkers as Henri Bergson and Friedrich Nietzsche. To the impersonality of universal natural laws, to the tyranny of reason and scientific mathematical knowledge, they responded with individualism, intuition, and the "irrational" components of the psyche. The French Symbolist poets Mallarme, Verlaine, and Rimbaud began to explore inner sensations and emotions in a highly musical, rhythmic poetry which derived from the recurrent use of the phonetic and sensual resources offered by language. The principles of a realistic, mimetic art were totally refuted by the Symbolists. They searched for the unusual in the realm of the senses, deep evocations of the psyche, and mysterious revelations hidden behind the ordinary physical appearance of things. Similar transformations were also occurring at that time in painting. The works of Gauguin, Nabis, Segantini, Previati, and Seurat depict the physical world with some naturalistic qualities, but these works of art are charged with emotional and psychological resonances. They were painted more according to the subjective mood they evoked than the perception of the physical eye. Giovanni Pascoli and Gabriele D'Annunzio, different as they were, are the two poets who travelled through the Symbolist world and brought Italian poetry into the twentieth century. Straddling the two centuries, Pascoli and D'Annunzio defined the basic paths and directions that would influence Italian poetry for many years to come. Their poetry, taken either as models to be emulated or precedents to be overcome, became a constant point of reference for subsequent writers. In Pascoli, naturalistic data dissolve into a vague and indeterminate emotional evocation. He produces a spiritualization of nature which envelops objects with strong allusive and symbolic values. Unlike the poetics of Naturalism, which aimed at depicting the object according to
5 Introduction the canons of objectivity and verisimilitude, in his poetry Pascoli tries to discover the elusive, hidden essences behind the external reality of things. In other words, natural objects are not depicted with mimetic intent, but rather to refer us to a reality of a psychic order. Pascoli constantly projects his own sense of loss and inquietude onto the world. He gathers signs and events of the real into a prerational dimension which wraps them with a sense of mystery. The poetic of the child ("fanciullino"), which is central to Pascoli's writing, subverts the norms of reality in favour of an innocent and prelogical contact with the world. Spontaneity represents the only authentic contact with reality; it is the only form of knowledge that can go beyond rationality and science. Pascoli connects his myth of childlike innocence with the myth of a pure and idyllic countryside. Both represent the longing for a lost Eden, an uncontaminated reality to be counterposed against the cruelty, injustice, and suffering caused by a corrupted humanity. The "I" in Pascoli's poetry is filled with anxiety, but it is an anxiety with broad implications. The crisis of reason, exacerbated by disillusionment with socialism and scientific progress, together with the increasingly evident problems produced by the industrial revolution, was translated in Pascoli's poetry into a sense of victimization and cosmic loss that included the destiny of humanity as a whole. Beyond these decisively anti-Naturalist and anti-Positivist motifs, there is a new language which separates Pascoli's experience from that of his contemporaries who were still rooted in the nineteenth-century context. Pascoli's language—subdued, middle register, reflecting the everyday—assumes the status of a poetic principle which was to reappear time and again throughout the twentieth century. However, Pascoli's language is never confined to the limits of denotation. It explores the emotive and prelogical regions through sound symbolism and evocative analogies, as well as through the use of prelinguistic and pregrammatical devices which are directly tied to the theme of childlike innocence. D'Annunzio's poetry rises out of the same historical-cultural situation as Pascoli's, but presents very different attitudes. The flight from the rational in D'Annunzio's poetry is manifested in a disenchantment with empirical reality and the quotidian, coupled with a frenzied search for extraordinary perceptions and sensations. D'Annunzio's hedonistic vitality, his Dionysian spirit, his belief in Nietzschean superhumanity, the exaltation of Eros, and the pursuit of the sensual, all rise from a rejection of the supremacy of reason and the Positivist world model. In place of the rational separation between subject and object on which the Naturalist/Positivist model is based, D'Annunzio substitutes two things: the sensory aesthetic possession of the real, and an attempt to combine
6 Introduction the "I" and the external world through the search for a primitive, instinctual contact with it. The cult of beauty, aestheticism, the desperate desire to make life into a work of art, completely overturn the artistic canons of Naturalism; it is life imitating art, not the other way around. D'Annunzio reaches the pinnacle of his decadent refinement in Alcyone, a collection which is well represented in this anthology. Unlike Pascoli's, D'Annunzio's language derives its power from ritual and dance; it is characterized by highly musical and sensual rhythms. It is through these refined phonetic and prosodic devices that he tries to enchant and seduce us. The search for a mythical, aestheticizing, sensual dimension to life finds a precise correspondence on the formal plane in D'Annunzio's learned and aristocratic language. He creates poetry out of word-sensations, with a suggestive musicality that transforms the real and transports us into a magical, hallucinatory world. If Pascoli and D'Annunzio operated as individual voices, the first poetic movement of the twentieth century arose around 1905, even if its unprogrammatic nature makes "movement" a questionable term. Poets like Sergio Corazzini, Guido Gozzano, Fausto Maria Martini, Carlo Chiaves, Marino Moretti, Carlo Vallini, Nino Oxilia, and several others found themselves moving in similar directions. In 1910 the critic Giuseppe Antonio Borgese termed these writers the "Crepuscular" or "Twilight" poets, referring to their weary, melancholy tone, which recalled the tenuous light that marks the end of day. Crepuscularism is characterized by a sense of sentimental exhaustion, decay, and renunciation, emptiness and languor. Like the poetry of D'Annunzio, the work of the Twilight poets is rooted in the crisis of reason, although here it manifests itself quite differently. We witness all the sustaining myths giving way to a disillusionment with life that often translates into a sense of imminent death. Deserted streets, abandoned towns, cemeteries, hospitals, dusty and forgotten places, melancholy accordion music, ordinary objects in a state of decay, become symbols of the misery of life. In response to the splendour and vitality of D'Annunzio, the Crepuscular poets offer, with a sensitivity reminiscent of Pascoli, a sense of victimization, but victimization in a banal and unheroic world. Life and literature are irretrievably split. In contrast to the exultant Dannunzian seer-poet, they are ashamed to be poets; literature becomes a malaise that can only produce alienation from life. Poetry to the Crepusculars serves no public or social function, but is only a form of self-consolation. The Twilight poet wanted to retrieve the simple life—the world of humble things, of little everyday pleasures (this is particularly true of
7 Introduction Gozzano)—but a subtle sense of self-irony continually intervened to declare that an impossibility. It is the irony of Gozzano's poetry, subverting myths and demystifying the world, which creates a detached, modern anti-hero who takes such pleasure in undercutting D'Annunzio's superhuman stance. While Gozzano's poetry is characterized by irony, the poetry of Corazzini speaks to us in a tone of desolation and internal exhaustion. These two voices, taken together, best exemplify the Crepuscular paradigm. If Crepuscularism is a poetic tendency more than an actual movement, the sudden entrance of Futurism onto the scene marks the beginning of the first true poetic and artistic group of the twentieth century. On February 20,1909, on the front page of the prestigious Paris newspaper Le Figaro, appeared Filippo Tommaso Marinetti's "First Manifesto of Futurism." It was a momentous occasion. The Futurist movement, precursor of Dadaism (1916), Surrealism (1924), and the entire twentieth-century avant-garde, presented a program for the renewal not only of literature, but of art, morality, and the general social and political system. With its numerous manifestos, produced over a period of ten years, Futurism proclaimed a total rejection of the past and set about destroying every classicist and humanist conception of art. The Futurists wanted art to be analogous to the new social and technical realities. Guided by a strong desire for newness and modernity, the Futurists, with their provocative and iconoclastic fervour, produced a cultural revolution which in succeeding years would extend to painting, the plastic arts, music, architecture, and theatre. The Futurists called museums the "cemeteries" of culture. Against every conception of museum art, Futurism rose out of the awareness that artistic codes could be broken and traditional beliefs could thus be destroyed. Under the guidance of the dynamic and explosive personality of Marinetti, the Futurists were the first to demonstrate a total understanding of the obsolescence of traditional forms and the necessity of rapidly transforming expressive modes. They believed that art was a search for new techniques and forms that would convey the transformations and developments of reality itself. It was certainly not sentimental inspiration parading under the banner of artistic autonomy. The Futurist urgency to achieve an interaction between art and life, art and society, art and the world of industrial technology, gave birth to the Futurist myth of the machine. Speed, dynamism, and movement were endowed with almost sacred qualities. The Futurists' unconnected images and "parole in liberta" are in fact the expressive correlatives of speedy airplanes and cars, the accelerated rhythms of factories, the rapidity of the new technological world.
8 Introduction The Futurists mythologized the machine: they exalted aggression, nationalism, and imperialism, and thus "aestheticized" war. These characteristics led to the later alignment of many Futurists with Fascist ideology. In spite of their anarchic and aggressive revolt against the status quo, the Futurists did not realize how their ideology and mythology would feed the power of the capitalist class. Ultimately, heedless of the rapport between art and political power, structure and superstructure, Futurism became an instrument of Fascism and the bourgeoisie. Nonetheless, the poetry of Marinetti, Paolo Buzzi, Luciano Folgore, Enrico Cavacchioli, Ardengo Soffici, and Farfa, stands as testimony to a radical new conception of art whose effects and repercussions reverberate through many of the experiences of the twentieth century, from the poetry of Ungaretti to the experimentalism of the post-World War II period. Their fracture of linear models, syntax, and traditional harmonies and their introduction of simultaneity and analogism (the latter are particularly apparent in the Soffici selections in this anthology) represent a decisive turning-point for twentieth-century art. Two poets who participated both in Crepuscular tendencies and in the Futurist movement, even though they maintained some distance and autonomy, are Corrado Govoni and Aldo Palazzeschi. Since the reader can better come to terms with their poetry after having examined the characteristic elements of the movements in question, these poets have been placed in a separate section of the anthology. Govoni's first poetic attempts, dating back to 1903, anticipate the Crepuscular mode of writing in their prosaic and humble tone. At the same time, Govoni would allow the free play of images, practising a paratactic method that presented objects in all of their physical and existential immediacy. Govoni's drive to transcend the limits of words, by experimenting with visual elements in his poetry, helps us to understand his brief connection with the Futurist movement. Palazzeschi's poetry, in contrast, is so anarchic, multifaceted, and subversive, it is almost impossible to talk about it in schematic terms. The grotesque humour and nonsense of his work anticipate Dada, while his oneiric qualities look forward to Surrealism. But there are also traces of Expressionism and Symbolism in Palazzeschi's poetry. Since the nature of anthologies is to discover a niche for the authors included, we will have to invent one between the two poles of Crepuscularism and Futurism. However, even this rather vague location is not without problems. Palazzeschi's poetry, with its sense of play, parody, and nihilism, avoids the grand social vision, and therefore does not risk, like that of the Futurists, being absorbed by the very power it sought to oppose. Marinetti's vitality, his faith in technology, and his projection
9 Introduction of cultural and social alternatives have little in common with the clownlike disengagement of Palazzeschi. The latter's use of irony and the antisublime might seem to align him with the Crepuscular poets, but they were never so playful. One of the noteworthy characteristics of the period between the turn of the century and the beginning of World War I is the appearance of many literary reviews, chiefly from Florence, such as Leonardo, II Regno, Hermes, Lacerba, and La Voce. Even though their approaches varied widely, these journals all proposed drastic literary and social changes. Lacerba (1913-1915), founded by Giovanni Papini and Ardengo Sofrici, and La Voce (1908-1916), directed first by Giuseppe Prezzolini, then by Giuseppe De Robertis, were particularly known for their attacks on the traditional literary establishment. Although the editors shared concerns with the Futurists, they also continued to engage in lively debates with them. La Voce was interested not only in renewing the literary world, but also in re-evaluating ethical and spiritual matters. In an era dominated by the machine, and a growing urbanization and industrialization which led to a loss of roots, loneliness, and alienation, La Voce called for spiritual regeneration. It wanted to return the subjective self to the individual. For this reason the poets of La Voce, and those influenced by them, opposed objective realism and descriptive naturalism. In its place they proposed an expressive subjectivity. The Vociani were the Italian proponents of the great movement of European Expressionism. They chose to concentrate on the struggles of the inner world, the interior landscape. In this greatly diversified poetic context belong such figures as Piero Jahier, Giovanni Boine, Clemente Rebora, Arturo Onofri, Camillo Sbarbaro, and Dino Campana. They share with the Expressionists the tendency toward the autobiographical, with all of its existential tensions, avoiding abstract or generalized visions. These writers are often grouped together under the rubric of Frammentismo (Fragmentism), indicating their inclination toward a poetry made up of fragments of life, fleeting moments drawn from the general flow. This fragmentation is testimony to a crisis which does not allow making any final sense of life, and thus makes rational explanatory discourse impossible. The title of Clemente Rebora's 1913 collection, Frammenti Uriel, says it all. Unfortunately, because of space restrictions, we were not able to include examples from this book. However, we concluded that many of the stylistic and thematic concerns which characterize Rebora's work are also evident in Sbarbaro, who is well represented here. We have placed Campana with Sbarbaro, not so much because of the
10 Introduction legend of the "cursed poet," whose personal crises end in madness, but in order to contrast the prosaic clarity of the latter with the emotionally turbulent lyricism of the former. If Campana's orphic leaps through intense and violent images represent a unique experience in this century, Sbarbaro's poetic motifs have been developed in succeeding generations, particularly in the work of Eugenio Montale. In the period between the two world wars there was drastic social and political change, from a liberal democracy to a Fascist dictatorship. There were also changes in poetic directions, the chief tendency among them represented by Umberto Saba, Giuseppe Ungaretti and Eugenio Montale—the New Lyricists (i Uriel nuovi) as Luciano Anceschi defined them. Unfortunately, our concentration on these important poets has necessitated the exclusion of Vincenzo Cardarelli and other associated poets from the anthology. Cardarelli founded the journal La Ronda (1919-1923) in order to oppose the programs of the Futurists, the Expressionists, and the avant-garde in general. He wanted to return to what he saw as the untroubled clarity of classical literature. La Ronda represented a call for order and rationality, a program of neoclassicism, a meditative and reflexive lyric based particularly on Leopardi. Like all neoclassical reactions in literary history, lacking the vitality of the innovative movements they opposed, the La Ronda movement was shortlived. The dominant poets of the time remained Ungaretti and Montale. Although not exactly in the mode of Cardarelli and La Ronda, Saba's linguistic solutions were also neoclassical in nature. He wanted to move toward semantic concreteness—a clear and simple poetic communication. Saba resisted every form of symbolism and aestheticism, concentrating exclusively on the denotative properties of language. He wanted clarity and transparency, not the suggestive qualities of connotation. Even though Saba's poetry does not have the weight of Ungaretti and Montale, it would be wrong to mistake his studied simplicity for naivete. Saba's choice of elementary language is based on his desire to make poetry an instrument capable of leading one to an authentic knowledge of the self. Saba wanted to reintegrate the consciousness of the individual with him or herself, bringing back the fundamental relationships with nature and the community of humankind. He attempted simultaneously to produce a clarity of form and of interior consciousness. The autobiographical aspects of Saba's poetry are not just echoes of Petrarch and Leopardi; they are enriched by the world opened by Freudian psychology. Saba is a distinctly twentieth-century poet. Giuseppe Ungaretti's poetry is based on a diary of interior life and on a spare, essential use of language. However, Ungaretti's poetry represents a radical departure from traditional forms, one of the most daring
11 Introduction and revolutionary of the first half of the twentieth century. He pushes fragmentation to its ultimate point and, at the same time, realigns himself with the major European avant-garde movements. His poetry is reduced to the most scant verbal elements. Isolated words, interspersed in the poetic text with substantial white spaces, create unexpected resonances and semantic density. Ungaretti's poetry is a combination of correspondences, allusions, and symbolic suggestiveness. His evocative language, often analogical and synaesthetic, reflects an attempt to regain lost innocence, absolute purity. It manifests the desire to retrieve the roots of being, a primitive and uncontaminated essence. Ungaretti's return to origins is his bid to overcome angst, the threats of the void and non-being. It represents a human response to the fragility of life. At the various stages of his career, even when he returned to more traditional verse, Ungaretti's production, with all its existential restlessness, marks the beginning of a new period in Italian poetry. He established a new poetic language which would become the foundation of the Hermetic movement. Unlike Ungaretti, who made radical formal innovations early in his career, Eugenio Montale started out staying close to traditional models. In adhering to his anti-lyrical and anti-rhetorical principles, he became part of the poetic line which extended from Pascoli through the Crepuscular poets (Gozzano in particular), and later through the poetry of Rebora and Sbarbaro. In spite of the fact that he de-emphasized formal invention, Montale was truly modern; his work has managed to embody, like no other poet of his generation, the sense of menacing crisis which characterizes our century. In its stoic rejection of all consolation, Montale's poetry offers no glimmer of hope, or even the possibility of discovering the truth. Instead, he offers only the clear and lucid knowledge of life's negativity. Objectified in an arid, petrified landscape, in minor occurrences, fragments of memory, and brutal historical events, Montale's world-view is marked by an existential defeat which implies the dissolution of all ideological or transcendental foundations. Epistemological and metaphysical limits drain existence of every meaning, leaving behind an absurd enigma. In its obstinate resistance to embracing any myth, Montale's poetry records the dire consequences of a historical crisis brought about by a state of profound intellectual and spiritual impotence. Montale's scepticism and relativism finally undermine the value of poetry itself, for the individual and for society as a whole. These motifs in Montale's poetry are not confined to his early production; they characterize his work, with all of its stylistic developments, throughout his career. It is for this reason that our selections have emphasized the work which came after La bufera e ultra. Without ar-
12 Introduction guing that his last poems are his most important, we believe that a close look at the later work, which is more open to formal experimentation, is crucial to understanding Montale. As of the early sixties, Montale had not significantly changed his world-view. But at the moment of the explosive entry of the Italian neoavanguardia, Montale's absurdist vision of everyday life, coupled with his drastically new style—diaristic, parodic, sometimes epigrammatic, other times narrative—had various affinities with the revolutionary new literary developments. The Hermetic movement in the thirties rose out of the influence of Ungaretti and the French Symbolists, especially Mallarme and Valery. Echoes of Hermeticism continued on into the period after World War II. Florence was the movement's centre of operations and that city produced the journals II Frontespizio (1929-1940) and Campo di Marie (1938-1939) to display and promote the new poetics. Later, Corrente, published in Milan, was also to have major significance. Hermeticism opposed every form of logical discourse or description. The Hermetic poets believed that language was pure intuition, made up of sudden illuminations and revelations of spirit and truth. The word was not an instrument of communication, but assumed an ontological function that sought for an "absence," an absolute, which was capable of regaining the lost sense of the world. In its inclination toward a transcendental reality, Hermeticism reveals the religious and metaphysical underpinnings which differentiate it from the social-historical tradition. Closed and abstract, Hermetic language privileges ellipsis, fractured syntax, and obscure and allusive analogies. In spite of these general tendencies, it is important to recognize that there was a great deal of variety of poetic approach within the Hermetic movement. On the one hand, the Catholic wing was represented by poets like Carlo Betocchi, Piero Bigongiari, and Mario Luzi. With these poets the religious thrust dominated; they saw poetry as a point of contact with meta-historical realities. The secular wing, with poets like Alfonso Gatto and Vittorio Sereni, remained open to addressing historical events and civil matters. The placement of Salvatore Quasimodo among the Hermetics is problematical. After World War II, he openly rejected Hermetic tendencies and embraced a realistic vein, with great popular success. Nonetheless, the presence of certain expressive motifs throughout his career makes it clear that he is part of the Hermetic movement. Along with Quasimodo, we have added Luzi and Sereni, the former the central figure of the Florentine group, the latter the central figure in the extension of Hermeticism into Lombardy. Thus, the selection presented in this anthology should give the reader a sense of the Hermetic canon, from its earliest moments through the postwar period.
13 Introduction There are other poets who could be placed in the Hermetic context: Alessandro Parronchi, Sergio Solmi, Libero De Libero, and Leonardo Sinisgalli. Even the poetry of Sandro Penna, Attilio Bertolucci, and Giorgio Caproni rose out of the Hermetic movement. These poets have followed a less flamboyant poetical practice, retaining the Hermetic lyrical compression, but moving toward linearity and simple poetic discourse, with Saba as the prime literary antecedent. The poetic line which emerged as a reaction to Hermeticism was made up of poets who chose Realism as the way to readdress historical-social issues. These were poets who drew their strength from Marxist ideology, from Antonio Gramsci in particular, even though they were in constant conflict with the Communist party itself. Lavorare stanca by Cesare Pavese is without doubt the source and inspiration of the Realist line of ideologically oriented poetry. In fact, this anti-lyrical narrative poetry is the precursor of the redevelopment of Realism which led to the founding of the journal Officina (1955-1959)Pier Paolo Pasolini, Roberto Roversi, Francesco Leonetti, and Franco Fortini played major roles in the life of this journal, but Pasolini was its reigning spirit. His flamboyant ideological nonconformity and his vigorous engagement in political and social debate, often embracing selfcontradicting positions, made him one of the dominant literary personalities of the postwar period. If we can, however, put aside Pasolini's personality, we can see that his poetic style is not as innovative as one might expect. While he intended to represent a common language, reflecting the language of people by incorporating elements of slang and dialect, he was very much tied to older, even archaic, lyrical traditions, not to speak of the influence on his work by the linguistic trends of neorealismo. Pasolini had a talent for combining the personal and the political, but his autobiographical confessionalism often echoes the lamenting strains of the Crepuscular poets, without any of their counterbalancing irony. Franco Fortini's poetry is also based on Marxist ideology; he sees poetry as the testimony of history. The poetics of neorealism, coupled with his reading of Lukacs, were a strong influence on Fortini's vision of poetry as an ethical and political statement. However, like Pasolini, Fortini rejected the formal experimentation of the historical avant-garde movements as well as the changes brought about in the sixties by the new avant-garde, and maintained an attachment to traditional forms through much of his career. Elio Pagliarani presents a more problematical case when it comes to placing him in a group or movement. Pagliarani was one of the five poets included in / Novissimi, the anthology which began the Italian neo-avant-garde. His linguistic pluralism and
14 Introduction syntactical fractures show a clear predisposition toward open forms and experimentation. However, from the beginning of his career Pagliarani had a tendency toward the epic narrative voice, which often embraces political and ideological content in a straightforward way. This is an indication of his connection to the canons of Realism, and for this reason we have placed him in the Realist group. Several poets, including Luciano Erba, Nelo Risi, and Giovanni Giudici, define a subgroup that is different from the ideologically oriented realists. They all believed that poetry should be an instrument of social conscience and revolution; in this way, they are similar to the Realists. However, in their emphasis on irony, anti-eloquence, and even the demystification of the role of the poet and poetry itself, they recall the Crepuscular poets. This subgroup of poets writes with a subdued, prosaic language, but it is spiked with strong doses of irony that often becomes sarcasm or biting satire directed at the stupidities and hypocrisies of contemporary life. The publication of I Novissimi in 1961, including the work of Elio Pagliarani, Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini, Antonio Porta, Alfredo Giuliani, and edited by the latter, marks a turning-point in Italian literary history. This provocative and revolutionary anthology was to open the way to the formation of Gruppo 63, a movement which is synonymous with the new Italian avant-garde. In general terms the five poets share a conception of poetry as negation of the normal linguistic code, although Pagliarani fits in to a much lesser degree, as we have seen. That code was rejected because of its reification and commercialization, and because of the conservative ideological implications it conveyed. The alternative language was to be that of disorder, ambiguity, and estrangement. These poets thought that the deliberate construction of a language in crisis was the only way to engender a crisis in the normal representation of reality. At the same time, this crisis would force the reader to establish a more active and involved rapport with the text. In Giuliani's words, the reader would be treated "come un adulto." In fact, the experimental texts of the Novissimi are so contrary to the reader's understanding of what constitutes a poem, they often leave the reader shocked and frustrated. The almost blasphemous disorder of the Novissimi—their programmatic laceration and fragmentation of language on the syntactical, lexical, and prosodic levels—was a linguistic-ideological confrontation with closed and anti-critical contemporary language. The latter had become, the Novissimi declared, a degraded object too easily consumed and rigid with stereotypes. Reading the terroristic poetic texts of Porta, Balestrini, Sanguineti, and Giuliani, the reader is forced to become a
15 Introduction fellow explorer of language and to realize that the "neo-content" of this poetry is to be found particularly in its formal structures. Without question, this entails a totally new understanding of linguistic and poetic experience. In its disorienting effects, Vaspro stil novo of the Novissimi refused to court the reader with seductive lyricism. The new style fractured linear discourse, violating not only the interpretative codes but previous conceptions of reality itself. The reading of Pound, and, to a much lesser extent, of Eliot, was an important factor in the rise of the new avant-garde. Even more important, however, was its vital, active interest in the literary and artistic historical avant-garde movements, phenomenology, and the Frankfurt School. Psychoanalysis, dodecaphonic music, and experimental painting also played important roles in creating this new Italian cultural landscape. It was an opening of windows; no other literary movement in the postwar period has done as much to deprovincialize the Italian scene as the Novissimi. Their rebellion constitutes a decisive turning-point not only for poetry but for Italian literature at large. It would be a mistake, however, to restrict our attention to the earliest production of the Novissimi. Porta and Sanguineti, in particular, continued to evolve, and have made sudden shifts and turns throughout their careers. In order for the reader to participate in their later developments, we have chosen texts ranging in date of composition from the fifties through the eighties. Two women poets were deeply involved in the formation of the new Italian avant-garde: Amelia Rosselli and Giulia Niccolai. Rosselli, in fact, was an active participant in the formation of Gruppo 63. Amelia Rosselli's poetry, in its frequent collisions between the literary and the personal, the public and the private, explores the hidden zones of the psyche. There is a strong emotive force in her voyages into the unconscious, and, at the same time, there is an ever-present fragmentation that blocks the possibility of linear discourse. The results are powerful and disconcerting. In contrast, Giulia Niccolai is a proponent of the poetry of nonsense, aligning herself with other poets like Milli Graffi and Toti Scialoja. There is a playful attitude in confronting the signifier in Niccolai's texts. It is a poetry full of puns, etymological games, and multilingual pastiches that conveys a world at once ironic, absurd, and joyously whimsical. Like the Novissimi, Niccolai explores the possibilities of liberating language from its fossilized accretions and linguistic stereotypes. The iconoclastic and revolutionary thrust created by the experimental fervour of the Novissimi created a poetic climate that extended far beyond the sixties. In recent years there has been a revival of interest in the work of the sixties avant-garde, so its influence is seen especially in the writing of a number of the youngest contemporary poets. A much
16 Introduction older poet who was affected in many ways by the experimentation of the sixties generation is Andrea Zanzotto. Zanzotto was inspired to undertake a return to origins in order to rediscover an authentic subject, a union of signification and being, existence and essence. In the Heideggerian manner, his poetry listens to language, seeks access to being through language. This methodology is similar to the psycho-linguistic theories of Jacques Lacan, according to whom the world of language creates the world of things. The unconscious reveals that the individual is inhabited and transformed by the signifier. In Zanzotto we witness the actual use of the signifier to liberate repressed material. It is the signifier that establishes the point of contact between poetic language and the unconscious. The signified is always removed in Zanzotto's poetry. Therefore absence, and the signifier as an opaque rhetoric of the unconscious, can only convey a distortion of sense, a lie. Suspended between absence and presence, emptiness and desire for fullness, Zanzotto's poetry moves through slippage, the uncontrollable multiplication of signifiers, always more fleeting and ungraspable, until one arrives at a state of existential and linguistic vertigo. Another poet who played an important role in the new experimentation of the sixties was Edoardo Cacciatore. As a loner, Cacciatore has never subscribed to a group or followed a particular movement. He has been, from his earliest work, an autonomous force. His poetry is a montage of linguistic fragments, drawn from widely varied sources, and it offers in its hallucinatory version of reality a linguistic Babel. Provocative and subtly ironic, Cacciatore's poetry, with its philosophical twists and turns, presents a hermeneutics of reality. But the decoding of the real, or, more precisely, of its edges and fragments, finds its origins in the urgings of the signifiers. In fact, the homophonic whirlpools, and most of all the obsessive alliterative games, create a poetry with a baroque air that finds in the absurdity and nonsense of the world its only possible meaning. The poets we have grouped under the rubric of visual poetry represent an important part of the experimentation which took place in the sixties and seventies. Although their methodologies vary widely, they share the desire to transcend the semantic confines of the verbal sign, transforming it through iconographic and figurative compositions of various kinds. Dur selection includes distinguished practitioners in some of the most representative areas of visual experimentation: i) concrete poetry, which includes poets who draw on the experiences of the fifties (the Noigandres group, in particular) and who continue to explore the material and graphic possibilities of the linguistic sign; 2) symbiotic writing, in which various elements (phonetic, graphic, spatial,
17 Introduction figurative, chromatic) interact, conditioning and modifying their ordinary meanings; 3) technological poetry, which is represented by the poets of Gruppo 70, who explored the images of technology and the mass media (advertising flyers, commercial photographs, comic strips, photo romances, and so on). Above all, technological poetry, and visual poetry in general attempt to exorcise and demystify the language and materials of mass communication. Normal iconographic and linguistic relationships are violated, distorted, and decontextualized. This method results in political, ideological, and semiological guerilla warfare, an act of sabotage intended to destroy the codes of mass communication. The language of consumption is thereby unmasked, scrutinized, and liberated from its captivity. As for the new generation of poets, we preferred to group them under a single heading: "The poets of the recent generation." We have made this decision because their poetry is still undergoing profound changes and developments. Rigid classifications seemed premature and inappropriate for poets who, in many cases, are hardly in their early thirties. Nonetheless, our selection amply portrays the various tendencies which have dominated the last two decades. The neo-symbolist group, represented by poets who are associated with the anthology La parola innamorata (Milano: Feltrinelli, 1978), reveals a rejection of ideology and political engagement which exemplifies the general poetic landscape of the seventies. Often in search of an orphic language and a primeval expression of existence, this poetry inevitably opens itself to the dimensions of myth and mysticism. Giuseppe Conte's poetry, in particular, is a perfect illustration of this tendency. The neo-crepuscular and the psychoanalytic perspectives are well represented by Maurizio Cucchi and Cesare Viviani respectively. Space has also been given to the poetic discourse of the feminist movement, which was quite forceful in the seventies. The end of the eighties pointed unequivocally toward the return of an avant-garde movement. Undoubtedly the poetry of young poets such as Biagio Cepollaro, Gabriele Frasca, and Tommaso Ottonieri expresses the urgency of a critical and socially corrosive mode of writing. In short, this last section of the anthology illustrates both the general neo-conservatism of the seventies and early eighties and the shift toward innovation which characterizes the poetry of these last few years. Accordingly, the latter part of this section might also serve as a harbinger of things to come. John Picchione, York University Lawrence R. Smith, Eastern Michigan University
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GIOVANNI PASCOLI
The last one hundred years of Italian lyric poetry exemplify Viktor Shklovski's observation on "schools." Apparently antithetical trends may long coexist, until one of them, by "manifesto," rises to predominance—only to cede its short-lived hegemony to its successor, which usually claims frontal opposition to it but in fact dialectically presupposes and continues it. Thus, currents as diverse as Positivism and Decadentism, the Voce and the Ronda groupings, the "Twilight" poets and the Futurists, Hermeticism and neo-realism, not only coinhabit the same space-time but in retrospect appear to be independent elements of the same labyrinthine whole. Two monumental figures, D'Annunzio and Pascoli, preface and condition contemporary poetry—neither strictly belonging to a "school" but each recapitulating and anticipating several contemporary trends. Carducci today appears firmly rooted in the great century of Leopardi and Manzoni, while the poetry of Giovanni Pascoli (1855-1912), his successor at Bologna University, stretches far into our own time. It foreshadows trends as distant from and seemingly alien to it as the neoavant-garde of the 19603 and the now-current post-modernist verse. Pascoli is the first Italian poet to "wring the neck" of eloquence. Some of his best-known pieces from Poemetti (1897) an^ Canti di Castelvecchio (1903) have been swept away by the flood of tears (G. Barberi Squarotti) shed over them—"La cavalla storna," for example, memorized by generations of schoolchildren. But his first thin collection, Myricae (1891, enriched in successive editions), remains the cornerstone of modern Italian verse. The title of this collection (Latin for "tamarisks") hints at the "lowly shrubs" of the Fourth Eclogue, but this "last descendant of Virgil" is far from being a versifier of simple rustic scenes—as his themes too seem to suggest: a summer storm ("Temporale"), ploughing ("Arano"),
22 The Precursors washerwomen ("Lavandare"), and so on. His quaint syntax and vocabulary, invasive onomatopoeia, dialect and Latin words, and exotic and technical terms signal complexity underlying his deceptively simple landscapes. The rare refined word choice seems a Parnassian residue or decadentistic trait; it is the search endemic to all twentieth-century poetry for a "pre-grammatical" idiom (G. Contini) apt to define the indefinite, or rather "un-define" the definite. Pascoli's "agricultural" interest is never addressed to the "positive" spectacle of human labour in the fields; his rural tableaux irradiate a feeling of "attesa misteriosa" (G. Trombatore), an almost religious stupor. Pascoli's initial evangelical socialism, which later slid into a Christian mysticism, was compared to contemporary "rebirth" movements. The ideological shift in his world-view can be better understood and evaluated if we keep in mind the poet's early active membership in the Socialist International. During his student days at the University of Bologna Pascoli was actually arrested and briefly incarcerated for his political activism. His prison term resulted in a complete turn-about in Pascoli's views on class struggle: a mystical faith in non-violence and "humble" pacifism became the basis for his mature ideology. G.A. Borgese recommended an impressionistic reading of Pascoli's poems: with eyes "half-shut." The same critic called Myricae the most heterogeneous book of Italian poetry. A pattern in Pascoli's constructions, however, can be discerned and described. A rural view is sketched out by broad brush strokes, then filtered and "un-defined" through some optical disturbance: haze, mist, fog ("tremulo" is a favoured adjective). A minimal sign of life appears, slowed at once almost to a standstill ("lento" is another star entry in Pascoli's concordance). The cadence remains "the beating of his own heart" (S. Garofalo). At last a tiny acoustic element is added to the landscape (the chirping of a bird, the rustle of leaves, a snatch of far-away singing). That is seemingly all; but the whole composition, in Pascoli's best moments, remains miraculously suspenseful, suggestive not of something else but of itself. Even the most "allegorical-looking" texts of Pascoli, such as his best poemetti, "II vischio" and "Digitale purpurea," suggest, rather than a meaning, an abstract horror, a visionary experience of Evil. In the 1897 essay "II fanciullino," Pascoli shaped this very experience into a sort of ars poetica. Within the adult, "corrupted" and made insensitive by life actually lived, there is a child whose voice of untouched innocence is identified by Pascoli with the voice of poetry. The child in us, Pascoli held, is exempt from the influences of this harsh
23 Giovanni Pascoli world; the fanciullino retains intact a capacity for wonder, an astonished sensitivity to the eternal flux of Nature's life. The tragedy of Pascoli's life (hinted at in his moving "X agosto"), the unsolved murder of his father in 1867, fixed his poetic age at twelve—not a state of immaturity, but one of bewildered wonder before an uncomprehended world, the urge to escape, the need for refuge (soon identified with poetry). The unknown assassin ended by assuming, in the poet's psyche, the features of mankind, driven on by the eternal enigma of evil. Leopardi was the last Italian poet to have a geocentric view (in the poetic, not cosmologic, sense) of man's habitat. Gianfranco Contini has pointed out that Pascoli's world, in turn, is firmly heliocentric, even galaxy-centred. To us the Pascolian universe appears rather as centreless: a cold immensity in which the poet sees himself as a "tiny wanderer / lost on a star among the stars." Tibor Wlassics, University of Virginia Selected Works Poesie. Ed. A. Baldini. Milano: Mondadori, 1965. Poesie. Ed. A. Vicinelli. Milano: Mondadori, 1981.
Selected Bibliography Barilli, Renato. Pascoli. Firenze: La Nuova Italia, 1984. Binni, Walter. "La poetica di Giovanni Pascoli," in La poetica del decadentismo italiano. Firenze: Sansoni, 1977. Cecchi, Emilio. La poesia di Giovanni Pascoli. Milano: Garzanti, 1968. Contini, Gianfranco. Letteratura dell'Italia unita, 1861-1968. Firenze: Sansoni, 1968. Flora, Francesco. La poesia di Giovanni Pascoli. Bologna: Zanichelli, 1959. Garofalo, Silvio. "Pascoli, Giovanni," in Dictionary of Italian Literature, eds. P. and J.C. Bondanella. Westport, CT.: Greenwood Press, 1979. Getto, Giovanni. "Giovanni Pascoli poeta astrale," in Carducci e Pascoli, Caltanissetta-Roma: Sciascia, 1977. Petrocchi, Giorgio. Storia della poesia di Giovanni Pascoli. Roma: Elia, 1975. Sanguineti, Edoardo. "Attraverso i poemetti pascoliani," in Ideologia e linguaggio. Milano: Feltrinelli, 1964. Ukas, Michael. "Nature in the Poetry of Giovanni Pascoli," Kentucky Foreign Language Quarterly, 13 (1966).
24 The Precursors FromMYRICAE Fides1 Quando brillava il vespero vermiglio, e il cipresso pareva oro, oro fino, la madre disse al piccoletto figlio: Cosi fatto e lassu tutto2 un giardino. 5 II bimbo dorme, e sogna i rami d'oro, gli alberi d'oro, le foreste d'oro; mentre il cipresso nella notte nera scagliasi aP vento, piange alia bufera. X agosto San Lorenzo,1 io lo so perche tanto di stelle per 1'aria tranquilla arde e cade, perche si gran pianto2 nel concavo cielo sfavilla. 5 Ritornava una rondine al tetto: 1'uccisero: cadde tra spini: ella3 aveva nel becco un insetto: la cena de' suoi rondinini.4 Ora e la, come in croce,5 che tende 10 quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido e nell'ombra, che attende, che pigola sempre piu piano. Anche un uomo6 tornava al suo nido: 1'uccisero: disse: Perdono; 15 e resto negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono ... Ora la, nella casa romita,7 lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita8 20 le bambole al cielo lontano.
25 Giovanni Pascoli E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinite, immortale, oh! d'un pianto9 di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!10 L'assiuolo1 Dov'era la luna? che il cielo notava in un'alba di perla,2 ed ergersi3 il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. 5 Venivano soffi4 di lampi da un nero di nubi5 laggiu; veniva una voce dai campi: chiu6 ... Le stelle lucevano rare7 10 tra mezzo alia8 nebbia di latter sentivo il cullare9 del mare, sentivo un fru fru10 tra le fratte;11 sentivo nel cuore un sussulto, com'eco d'un grido che fu.12 15 Sonava lontano il singulto:13 chiu ... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento; squassavano le cavallette14 20 finissimi sistri15 d'argento (tintinni16 a invisibili porte che forse non s'aprono piii? ...); e c'era quel pianto di morte17 ... chiu ... Temporale1 Un bubbolio2 lontano ... Rosseggia 1'orizzonte, come affocato,3 a mare;4
2.6 The Precursors nero di pece, a monte, 5 stracci di nubi5 chiare: tra il nero un casolare:6 un'ala di gabbiano. Arano1 Al campo,2 dove roggio3 nel filare4 qualche pampano5 brilla, e dalle fratte6 sembra la nebbia mattinal7 fumare, arano: a lente8 grida, uno le lente 5 vacche9 spinge; altri semina; un ribatte le porche10 con sua marra11 paz'iente; che12 il passero saputo13 in cor14 gia gode, e il tutto spia dai rami irti del moro;15 e il pettirosso: nelle siepi s'ode16 10 il suo sottil tintinno17 come d'oro. Novembre Gemmea1 1'aria, il sole cosi chiaro che tu ricerchi2 gli albicocchi in fiore, e del prunalbo31'odorino amaro senti nel cuore ... 5 Ma secco e il pruno,4 e le stecchite5 piante di nere trame6 segnano il sereno,7 e vuoto il cielo, e cavo al pie sonante8 sembra il terreno. Silenzio, intorno: solo, alle ventate,9 10 odi lontano, da giardini ed orti, di foglie un cader10 fragile. E Testate, fredda, dei morti.
27 Giovanni Pascoli FromPRIMI POEMETTI II vischio1 I
Non li ricordi piu, dunque, i mattini meravigliosi? Nuvole a' nostri occhi, rosee di peschi,2 bianche di susini,3 parvero: un'aria pendula di fiocchi,4 5 o bianchi o rosa, o 1'uno e 1'altro: meli, floridi peri, gracili,5 albicocchi. Tale quell'orto ci appari tra6 i veli del nostro pianto,7 e tenne8 in se riflessa per giorni un'improvvisa9alba dei cieli. 10 Era, sai, la speranza e la promessa, quella; ma Tape da' suoi bugni10 uscita pasceva" gia 1'illusi'one; ond'essa12 fa, come io faccio, il miele di sua vita. II
Una nube,13 una pioggia ... a poco a poco 15 torno 1'inverno; e noi sentimmo, chiusi per lunghi giorni, brontolare14 il fuoco. Sparvero15 i bianchi e rossi alberi, infusi16 dentro il nebbione; e per il cielo smorto17 era un assiduo sibilo di fusi;18 20 e piovve e piovve. II sole (onde mai sorto?)19 brillo di nuovo al suon delle campane: tutto era verde, verde era quell'orto. Dove le branche pari20 a filigrane? Tutti i petali a terra. E su211'aurora 25 noi calpestammo le memorie vane ognuna con la sua lagrima ancora.
28 The Precursors III
Ricordi? lo dissi: «O anima sorella,22 vivono! E tu saprai23 che per la vita si getta qualche cosa anche piu bella 30 della vita: la sua lieve fiorita24 d'ali. La pianta che a' suoi rami vede i mille pomi sizienti,25 addita per terra i fiori che all'oblio26 gia diede ... Non pero questa (io m'interruppi),27 questa28 35 che non ha frutti ai rami e fiori al piede». Stava29 senza timore e senza festa, e senza inverni e senza primavere, quella; cui non avrebbe la tempesta tolto30 che31 foglie, nate per cadere. IV
40 Albero ignoto! (io dissi: non ricordi?) albero strano, che nel tuo fogliame mostri due verdi e un gialleggiar32 discordi; albero tristo,33 ch'hai diverse rame,34 foglie diverse, ottuse35 queste, acute36 45 quelle, e non so che rei glomi37 e che trame;38 albero infermo della tua salute, albero che non hai gemme fiorite,39 albero che non vedi ali40 cadute; albero morto, che non curi41 il mite 50 soffio42 che reca43 il polline, ne il fischio del nembo44 che flagella aspro45la vite ... ah! sono in te le radiche46del vischio!
29 Giovanni Pascoli V
Qual vento d'odio ti porto, qual forza47 cieca o nemica48 t'inseri quel molle 55 piccolo seme nella dura scorza? Tu non sapevi o non credevi: ei voile:49 ti solco50 tutto con sue verdi vene, fimo51 si fece delle tue midolle!52 E tu languivi; e la bellezza e il bene 60 t'uscia53 di mente, ne pulsar piu fuori gemme sentivi di tra il tuo lichene.54 E crebbe55 e vinse; e tutti i tuoi colori, tutte le tue soavita,56 col suco de' tuoi pomi e il profumo de' tuoi fiori, 65 sono una perla pallida di muco.57 VI
Due anime in te sono, albero. Senti piu la lor pugna, quando mai t'affisi58 nell'ozioso39 mormorio dei venti? Quella60 che aveva lagrime e sorrisi, 70 che ti ridea61 col labbro de' bocciuoli,62 che ti piangea dai palmiti63 recisi, e che d'amore64 abbrividiva65 ai voli d'api villose,66 gia se stessa ignora. Tu vivi 1'altra,67 e sempre piu t'involi68 75 da te,69 fuggendo immobilmente; ed ora 1'ombra straniera70 e gia di te piu forte, piu te.71 Sei tu, checche gemmasti72 allora, ch'ora distilli il glutine73 di morte.
3O The Precursors Digitale purpurea1 I
Siedono.2 L'una guarda 1'altra. L'una esile e bionda, semplice3 di vesti e di sguardi; ma 1'altra, esile e bruna, 1'altra ... I due occhi semplici e modesti 5 fissano gli altri due ch'ardono.4 «E mai non ci5 tornasti?» «Mai!» «Non le6 vedesti piu?» «Non piu, cara.» «Io si: ci ritornai; e le rividi le mie bianche suore, e li rivissi7 i dolci anni che sai; 10 quei piccoli8 anni cosi dolci al cuore ...» L'altra sorrise. «E di':9 non lo ricordi quell'orto chiuso? i rovi con le more?10 i ginepri tra cui zirlano11 i tordi? i bussi12 amari? quel segreto canto 15 misterioso, con quel fiore, fior di ...?» «morte: si, cara». «Ed era vero?13 Tanto io ci credeva che non mai, Rachele, sarei passata al triste fiore accanto.14 Che15 si diceva: il fiore ha come un miele 20 che inebria 1'aria; un suo vapor che bagna 1'anima d'un16 oblio dolce e crudele. Oh! quel convento in mezzo alia montagna cerulea!17 » Maria parla: una mano posa su quella della sua compagna; 25 e 1'una e 1'altra guardano lontano. II
Vedono. Sorge18 nell'azzurro intense del ciel di maggio il loro monastero, pieno di litanie19 d'incenso.
31 Giovanni Pascoli Vedono; e si profuma il lor20 pensiero 30 d'odor di rose e di viole a ciocche,21 di sentor22 d'innocenza e di mistero. E negli orecchi ronzano, alle bocche salgono23 melodic, dimenticate, la da tastiere appena appena tocche ...24 35 Oh! quale25 vi sorrise oggi, alle grate,26 ospite caro? onde27 piu rosse e liete tornaste alle sonanti camerate28 oggi: ed oggi, piu alto, Ave,29 ripete, Ave Maria, la vostra voce in coro; 40 e poi d'un tratto30 (perche mai?)31 piangete ... Piangono, un poco, nel tramonto d'oro, senza perche.32 Quante fanciulle sono nell'orto, bianco qua e la di loro!33 Bianco e ciarliero.34 Ad or ad or,35 col suono 45 di vele al36 vento, vengono. Rimane qualcuna,37 e legge in un suo libro buono.38 In disparte da loro agili e sane, una spiga39 di fiori, anzi40 di dita spruzzolate41 di sangue, dita umane,42 50 1'alito43 ignoto spande di sua vita. Ill
«Maria!» «Rachele!» Un poco piu le mani si premono.44 In quell'ora hanno veduto la fanciullezza,45 i cari anni lontani. Memorie (1'una sa dell'altra al46 muto 55 premere)47 dolci, come e tristo e pio il lontanar48 d'un ultimo saluto! «Maria!» «Rachele!» Questa49 piange, «Addio!» dice tra se, poi volta50 la parola grave a Maria, ma i neri occhi no: «Io,»
32 The Precursors 60 mormora, «si: sentii5' quel fiore. Sola ero con le cetonie52 verdi. II vento portava odor di rose e di viole a ciocche, nel cuore, il languido fermento53 d'un sogno die notturno arse54 e che s'era55 65 all'alba, nell'ignara anima, spento. Maria, ricordo quella grave56 sera. L'aria soffiava57 luce di baleni58 silenz'iosi. M'inoltrai59 leggiera, cauta, su per60 i molli terrapieni 70 erbosi. I piedi mi tenea61 la folta erba. Sorridi? E dirmi sentia:62 Vieni! Vieni! E fu molta63 la dolcezza! molta! tanta,64 che, vedi ... (1'altra6' lo stupore alza degli occhi,66 e vede ora, ed ascolta 75 con un suo lungo brivido ...) si muore!»*7 II libro i
Sopra il leggio di quercia1 e nell'altana,2 aperto, il libro. Quella quercia ancora, esercitata3 dalla tramontana,4 viveva nella sua selva sonora; 5 e quel libro era antico. Eccolo: aperto, sembra che ascolti il tarlo5 che lavora. E sembra ch'uno6 (donde mai?7 non, certo, dal tremulo uscio,8 cui tentenna9 il vento delle montagne e il vento del deserto, 10 sorti d'un tratto10 ...) sia11 venuto, e lento sfogli—se n'ode12 il crepitar13 leggiero— le carte. E 1'uomo non vedo io: lo sento, invisibile, la, come il pensiero ...
33 Giovanni Pascoli II
Un uomo e la, che sfoglia dalla prima 15 carta14 aU'estrema/5 rapido, e pian piano va, dall'estrema, a ritrovar la prima. E poi nell'ira del cercar suo vano16 volta i fragili fogli a venti/7 a trenta, a cento, con 1'impaziente mano. 20 E poi li volge a uno a uno, lentamente, esitando; ma via via piu18 forte, piu presto, i fogli contro i fogli avventa.19 Sosta20 ... Trovo? Non gemono21 le porte piii, tutto oscilla in un silenzio austero. 25 Legge? ... Un istante; e volta le contorte22 pagine, e torna ad inseguire il vero. Ill
E sfoglia ancora; al vespro,23 che da nere nubi24 rosseggia; tra un errar di tuoni, tra un ali'are25 come di chimere. 30 E sfoglia ancora, mentre i padiglioni26 tumidi27 al vento 1'ombra tende, e viene con le deserte28 costellazioni la sacra notte. Ancora e sempre:29bene io n'odo il crepito arido30 tra canti 35 lunghi31 nel cielo come di sirene.32 Sempre. Io lo sento, tra le voci erranti, invisibile, la, come il pensiero, che sfoglia, avanti, il libro del mistero.
34 The Precursors FromCANTI DI C A S T E L V E C C H I O II gelsomino notturno E s'aprono i fiori notturni, nell'ora che penso a' miei cari. Sono apparse in mezzo ai viburni1 le farfalle crepuscolari. 5 Da un pezzo2 si tacquero i gridi: la sola una casa bisbiglia.3 Sotto 1'ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia. Dai calici aperti si esala4 10 1'odore di fragole rosse. Splende un lume la nella sala. nasce 1'erba sopra le fosse. Un'ape tardiva5 sussurra trovando gia prese le celle.6 15 La chioccetta7 per 1'aia8 azzurra va col suo pigolio9 di stelle. Per tutta la notte s'esala 1'odore che passa col vento. Passa il lume su per la scala; 20 brilla al primo piano: s'e spento ... E 1'alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova,10 dentro 1'urna11 molle e segreta, non so che12 felicita nuova. La mia sera II giorno fu pieno di lampi;1 ma ora verranno le stelle, le tacite2 stelle. Nei campi c'e un breve gre gre3 di ranelle.4 5 Le tremule foglie dei pioppi
35 Giovanni Pascoli trascorre5 una gioia6 leggiera. Nel giorno, che lampi! che scoppi!7 Che pace, la sera! Si devono aprire8 le stelle 10 nel cielo si9 tenero e vivo. La, presso le allegre ranelle, singhiozza10 monotone un rivo.11 di tutto quel cupo12 tumulto, di tutta quell'aspra bufera, 15 non resta che un dolce singulto13 nell'umida sera. E, quella infinita tempesta, finita in un rivo canoro.14 Dei fulmini fragili restano 20 cirri di porpora15 e d'oro. O stance dolore,16 riposa! La nube17 nel giorno piu rosa nell'ultima sera. Che voli18 di rondini intorno! 25 che gridi nell'aria serena! La fame del povero giorno prolunga la garrula cena.19 La parte, si20 piccola, i nidi21 nel giorno non 1'ebbero intera. 30 Ne io ...22 e che voli, che gridi, mia limpida sera! Don ... Don ...23 E mi dicono, Dormi! Mi cantano, Dormi! sussurrano, Dormi! bisbigliano, Dormi! 35 La, voci di tenebra azzurra ... Mi sembrano canti di culla,24 che fanno ch'io torni25 com'era ...26 Sentivo mia madre...poi nulla ... sul far della sera.27
36 The Precursors Notes Fides 1. Fides: Latin for "faith." 2. Cosi ... tutto un: there is up there (in heaven) a whole ... 3. scagliasi al: strains against. X agosto 1. San Lorenzo: St. Lawrence, martyr; his day in the Catholic calendar is August 10. 2. pianto: a metaphor for the meteor shower of early August. 3. ella: she (the swallow). 4. rondinini: little swallows (the chicks). 5. come in croce: as though crucified. 6. un uomo: a hint at Pascoli's childhood tragedy. 7. romita: forlorn; lonely ("orphaned"). 8. addita: holds up (literally, "points"). 9. pianto: metaphoric, as above. m atomo opaco del Male: small globe of Evil (the planet Earth). L'assiuolo 1. assiuolo: horned owl. 2. un'alba di perla: a pearly dawn. 3. ergersi: to rise (as if on tiptoe). 4. soffi: flashes. 5. nubi: clouds. 6. chiu: the owl's cry. 7. lucevano rare: sporadically flashed. 8. tra mezzo alia: through. 9. cullare: rocking. 10. fru fru: rustle. 11. fratte: brushes. 12. fu: was once upon a time. 13. singulto: sob (the owl's cry). 14. squassavano le cavallette: the grasshoppers were drumming away at... 15. sistri: sistrums (ancient percussion instruments). 16. tintinni a: ringing at. 17. pianto di morte: death cry (of the owl).
Temporale 1. temporale: a summer storm. 2. bubbolio: rumble. 3. affocato: in flames. 4. a mare: toward, on the side of the sea. 5. stracci di nubi: tatters of clouds. 6. casolare: farmhouse. Arano 1. Arano: ploughing (literally, "they plow"). 2. Al campo: in the fields. 3. roggio: flame-red. 4. filare: rows of (now bare) vines. 5. pampano: (pampino) vine leaf. 6. fratte: bushes. 7. nebbia mattinal: morning mist. 8. lente: drawn-out. 9. vacche: cows. 10. porche: ridges (between two furrows). 11. marra: hoe. 12. che: 'cause. 13. saputo: who knows (his/her business). 14. cor: cuore. 15. moro: mulberry tree. 16. s'ode: you (can) hear. 17. tintinno: tinkling (sound). Novembre 1. Gemmea: gemlike (diaphanous, transparent). 2. ricerchi: look for (as if anticipating to find). 3. prunalbo: hawthorn. 4. pruno: thornbush. 5. stecchite: dry and dead. 6. di nere trame: with black curlicues. 7. sereno: clear (sky). 8. al pie sonante: to your footfall. 9. ventate: gusts of wind. 10. cader: falling. II vischio i. vischio: creeper (mistletoe, considered here as a parasite plant).
37 Giovanni Pascoli 2. rosee di peschi: pink (clouds) of peach trees. 3. susini: plum trees. 4. pendula di fiocchi: of swaying 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46.
flakes.
gracili: frail. tra: through. pianto: tears. tenne: past tense of "tenere." improwisa: unexpected. bugni: beehive. pasceva: nourished. essa: (refers to "ape," above). nube: cloud. brontolare: rumble (as in an open hearth). sparvero: disappeared. infusi: immersed. smorto: bleak. fusi: spindles (whirling). onde mai sorto: who knows where from. branche pan: branches so much like. su 1': at. anima sorella: sister of my soul. saprai: must know. fiorita: fall (layer of fallen flowers). pomi sizienti: thirsty fruits. oblio: oblivion. io m'interruppi: I stopped short (in talking). questa: this one (tree). Stava: the tree was standing there. tolto: past tense of "togliere." che: but. gialleggiar: yellowing. tristo: wretched. fame: branches. ottuse: blunt in shape. acute: pointed. rei glomi: vicious clews. trame: curlicues. gemme fiorite: flowering buds. ali: (metaphorically) petals. curi: care for. mite soffio: mild breeze. reca: brings. nembo:cloudburst. flagella aspro: harshly whips up. radiche: roots.
47. forza: power. 48. nemica: hostile. 49. ei voile: it (the "seme," above) willed it so. 50. ti solco: cut ruts into you. 51. fimo: manure; dirt. 52. midolle: path. 53. t'uscia di: have left your. 54. di tra il tuo lichene: across the creeper. 55. crebbe: it grew. 56. soavita: sweetness. 57. muco: mucus. 58. t'affisi: you concentrate. 59. nell'ozioso: on the futile. 60. Quella: that one (soul). 61. ridea: rideva. 62. bocciuoli: little buds. 63. palmiti: twigs. 64. d': with. 65. abbrividiva ai: shuddered at the. 66. villose: hairy. 67. 1'altra: the other soul. 68. t'involi: you flee. 69. te: yourself. 70. ombra straniera: (refers to the parasite growth). 71. piu te: more (and more) yourself. 72. checche gemmasti: no matter what your buds were like. 73. glutine: gluten (a sticky excretion). DigHale purpurea 1. Digitale purpurea: foxglove (digitalis a medicinal herb that can be poisonous in large quantities). 2. Siedono: (subject is "they," the two protagonists of the poem, Maria and Rachele). 3. semplice: modest. 4. ardono: shine bright. 5. ci: there (to the convent school of their adolescence). 6. le: them (the "suore" of the line below). 7. rivissi: (from "rivivere," to re-live). 8. piccoli: little (childish). 9. di': say ("listen!"). 10. i rovi con le more: mulberry brambles.
38 The Precursors 11. zirlano: chirp. 12. bussi: (bossi) boxwood. 13. vero: true (refers to the legend of the "fiore di morte," the deathly foxglove plant in the convent garden). 14. accanto: by. 15. Che: 'cause ... 16. d'un: in a ... 17. cerulea: sky blue. 18. Sorge: there rises ... 19. litanie: litanies (ritual prayer sessions). 20. lor: loro (possessive adj.). 21. viole a ciocche: "cluster" violets. 22. senior: scent. 23. salgono: rise. 24. tocche: touched. 25. quale: which one of... (goes with "ospite," next line). 26. grate: (convent visiting room) grating. 27. onde: wherefrom (because of which). 28. sonant! camerate: echoing (common) halls. 29. Ave: Latin for "Hail." 30. d'un tratto: all of a sudden. 31. perche mai: what on earth for. 32. perche: reason. 33. di loro: [white] with them (with the white-uniformed schoolgirls). 34. ciarliero: loquacious; chatty. 35. Ad or ad or: one by one; piecemeal. 36. vele al: sails before the. 37. qualcuna: some of them. 38. buono: good (church-approved). 39. spiga: cluster. 40. anzi: or rather. 41. spruzzolate di: bespattered with. 42. dita umane: refers to the finger-like flowers of the foxglove. 43. alito: breath (object of "spande," whose subject was "spiga"). 44. si premono: press together. 45. la fanciullezza: their childhood. 46. sa dell'altra al: knows the other's thought at the. 47. premere: pressing. 48. lontanar: fading away. 49. Questa: the latter (Rachele). 50. volta: turns; addresses. 51. sentii: felt.
52. cetonie: gadflies. 53. fermento: turmoil. 54. notturno arse: burned bright during the night. 55. s'era ...: (goes with "spento," below). 56. grave: heavy; oppressive. 57. soffiava: breath. 58. baleni: flashes (of lightning). 59. M'inoltrai: I advanced. 60. su per: on. 61. tenea: (teneva) held back. 62. E dirmi sentia: I heard a voice. 63. fu molta la: there was [in the "voice"] so much. 64. tanta: so much (goes with "si muore" in the last line). 65. 1'altra: the other girl (Maria). 66. lo stupore ... occhi: looks up astonished. 67. si muore: you die of it. II libro 1. leggio di quercia: oaken lectern. 2. altana: (penthouse) terrace. 3. esercitata: shaken, agitated. 4. tramontana: north wind. 5. tarlo: (book)worm. 6. uno: someone (the mysterious subject of the whole poem; the invisible "reader" of the book). 7. donde mai: who knows where from. 8. uscio: gate (of the terrace). 9. cui tentenna: that is, swayed back and forth. 10. sorti d'un tratto: risen all of a sudden. 11. sia: (its subject is the "uno" three lines up). 12. n': (ne) of it (the book). 13. erepitar: crackling (of pages turned). 14. carta: page. 15. estrema: last. 16. ira ... vano: fury of his useless search. 17. a venti: by twenty (pages). 18. via via piu: more and more. 19. avventa: (he) turns (lit.: "throws," as in a fury). 20. Sosta: he stops short.
39 Giovanni Pascoli 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32.
gemono: sigh. contorte: twisted (by the wind). al vespro: at sunset. nubi: clouds. aliare: (aleggiare): hovering (in the air). padiglioni: here, metaphorically, skies (object of "tende," next line). tumidi: swollen (like sails before the wind). deserte: lonely, forlorn. Ancora e sempre: and still; and yet. crepito arido: dry crackle (of pages turned). lurtghi: drawn-out. sirene: Sirens (the mythical female seducers).
II gelsomino notturno 1. viburni: viburnums (sort of globular white flowers). 2. Da un pezzo: for a while. 3. bisbiglia: whispers. 4. si esala: rises. 5. tardiva: latecomer. 6. celle: cells (in the beehive). 7. La Chioccetta: the Hen (popular name of the constellation of the Pleiades). 8. aia: threshing-floor (metaphorically, the sky). 9. pigolio: cheeping (as of the Hen's chicks). 10. si cova: there broods. 11. urna: urn (the chalice-like flower of the jasmine).
12. non so che: I can't tell what (kind of...). La mia sera 1. lampi: lightning. 2. tacite: silent. 3. gre gre: (the sound of croaking). 4. ranelle: frogs. 5. trascorre: courses through. 6. gioia: (subject of the sentence). 7. scoppi: explosions (thunder). 8. aprire: blossom forth (as flowers). 9. si: cosi. 10. singhiozza: sobs. 11. rivo: stream. 12. cupo: gloomy. 13. dolce singulto: subdued sobbing. 14. rivo canoro: melodious stream. 15. cirri di porpora: purple clouds. 16. dolore: (heart)ache. 17. nube: cloud. 18. voli: flights. 19. cena: that is, of the swallows. 20. si: cosi. 21. i nidi: that is, the swallow chicks. 22. Ne io ...: neither did I (have my fair share). 23. Don ... don ...: (sound of bells tolling). 24. pianti di culla: sounds of a child weeping (lit.: "cradle cries"). 25. torni: become again. 26. era: ero (I used to be, as a child). 27. sul far della sera: as evening descends.
GABRIELE
D'ANNUNZIO
A controversial and innovative literary figure whose work straddled two centuries, D'Annunzio was born in Pescara, Abruzzi, in 1863, to middle-class parents, and was educated at the Collegio Cicognini in Prato, Tuscany. Giving clear signs of being a child prodigy, D'Annunzio published his first book of poems in 1879, and before he was twenty had three successful books of poetry in circulation. In the early 18805, he moved to Rome, left the university, and began writing for newspapers and periodicals. A rising celebrity in literary and aristocratic circles, D'Annunzio was a restless, cyclonic individual, in constant search for modes of expression, ways of representing his perception of reality. By 1890 he had turned to the novel; at the time both his own life and the lives of his artistic characters were constantly discussed and debated. He wrote in praise of vitality while depicting the decay of outdated classical values and pseudo-aristocratic postures. In exploring the bliss and mystery of self-discovery, paganism, sensuality, and a life of action, his writings tear at the fibre of established religious values, and rip through hypocritical bourgeois moral codes. At the same time, he imports, absorbs, and transforms the current European literature of the period, then reissues it in his own personal idiom. His encounter, in 1892, with Nietzsche's ideas was fundamental to his work. Besides having been billed as the Italian decadent artist par excellence, D'Annunzio has been regarded as a proto-Fascist writer. When he entered politics (from 1897 to 1900 he was a representative in Parliament), he created scandal and apprehension by campaigning for his "Party of Beauty." He introduced new forms of discourse in politics, and threatened, with his penchant for anarchy, the ponderous equilibrium of the power structure. By 1900 he was at his artistic peak; his best plays and poetry were published around this time. He had love affairs with aristocratic women and with the actress Eleonora Duse, and was
41 Gabriele D'Annunzio given to flaunting his inimitably refined lifestyle. Because of debts incurred, his famous house at La Capponcina was sequestered and he had to flee to France, where he resided from 1910 to 1915. Never daunted, he continued to write in French. One of his plays was set to music by Debussy, though the "content" caused a scandal in Paris. Once Italy entered World War I in 1915, he volunteered to fight, and despite his 53 years of age, flew fighter airplanes, risked his life, and lost one eye. Later, in the years right after the war, he lent his rhetorical skills to a confused and contradictory political and ideological world-view. There is, moreover, a titanic dimension to his cultural project: to give Italy a truly modern poetic style and literary language, without having to relinquish some of the more "noble" aspects of tradition. For D'Annunzio it was fundamentally a question of the appropriate rhetoric. In his obsessive search for precious, unique art objects, he became the quintessential collector, but in the hands of a mass media driven to cultural levelling this was turned into an aesthetic of the esoteric: the superfluous, the bizarre, the gaudy—in short, kitsch. The writings from the period following his taking residence in 1921 in the Vittoriale, where he lived until his death in 1938, show evidence that he realized his message was ultimately being distorted, ridiculed, and in some cases shelved. Yet he influenced every Italian writer of the twentieth century, whether directly or by default, leading some to avoid being even remotely dannunzicmi. D'Annunzio's ultimate truth is beauty, but beauty is to be experienced either through the patient and persistent cultivation of the myths that grew out of it, from ancient Greece and Rome, the Middle Ages, the Age of the Commune, to the high humanist tradition of Lorenzo and Leonardo. Beauty could also be experienced by going beyond the word and immersing the self in the sublime and mystical dimensions offered by the senses, a view which requires shedding sclerotic concepts about the spirit's superiority to the body, neutralizing the fear of sexual taboos, and exploring more mundane but no less symbolic situations. But there is also an underlying philosophical meditation on time, death, and the necessity of accepting dispossession and detachment as conditions of being. Unlike Leopardi, however, D'Annunzio resolves this paralyzing thought by trusting to the will, to full presence and affirmation of the here and now, the responsibility of living as if life (nature and culture) were beautiful, as if it were a work of art. This latter inclination was paid for dearly by D'Annunzio, since its inevitable public display was usually tainted and blurred by narcissism and self-promotion. The first book of poetry, Primo vere (1879), is really a homage to the
42 The Precursors leading poet of the day, Giosue Carducci. The sixteen-year-old D'Annunzio praises the rhetorical and metrical conquests of his "master," and celebrates in similar tones the unquenchable spirit of youth and the glory of nature. The repertoire is bookish, but we already find references to the ecstasy of summer, the cult of the Dionysian elements of existence, love of life, and respect for the great myths. In 1882, he published his second collection of poems, Canto Novo, even more deeply explicit in its pagan, rebellious, pan-aesthetic references. The cult of the sun and the mystery of nature are among the topics explored here, the seeds of what later would become the poetic of the Superman, the selfregenerating human who has chosen to be extraordinary, and for whom art and life are not mutually exclusive. The problem of living life as if it were a work of art, a topic explored by many European writers at the time, forced renewed reflection on the question of how much art really imitated life. D'Annunzio soon discovered that it was impossible to speak of reality directly, and only through continuous metamorphoses can reality be described or understood. Only words are endowed with the magical capacity to blend illusion and reality, to stave off inexorable time by means of a suspension in natural or pre-cultural symbioses, or in elevating the worlds of the creative, dreaming mind. This in part explains his constant recycling of all sorts of mythologies, and the persistent allegorizing in his poetry. In 1893 he published Poema paradisiaco, in which he turned to the themes of charity, the native land, childhood, and memory. In these poems he assumes a perplexed stance vis-a-vis sensuality, and prays to the muses that his art develop further in order to express the mystery of existence properly. From this period until 1901-1903, that is, until the publication of Laudi, D'Annunzio wrote novels, among which were II Trionfo delta morie, Le vergini delle rocce, and nfuoco, and the plays La citta morta, La gloria, and Lafiglia di lorio. In 1903 Maia (Laus Vitae) appeared, the first book of the projected seven dedicated to the Pleiades and of which only the first four were completed. Maia (Laus Vitae) is an allegorical epic in the tradition of Homer and Dante, and was also in part a response to Victor Hugo, Richard Wagner, and Friedrich Nietzsche. We discover here that the modern-day version of the hero, Odysseus, is a metamorphic individual who dons the attire of contemporary humans yet still possesses the ancient courage, and who accepts renewal in the face of inevitable change. He is critical of a decadent, degenerating society, and yet appreciative of all that society offers. The book that follows, Elettra, is a protracted elegy to the bygone heroes, monuments, and the cities of Italy, a hymn to great contemporaries, and ultimately an ode to silence. In the third volume, Alcyone, generally acknowledged as the culmination of D'Annunzio's lyrical
43 Gabriele D'Annunzio genius, the author moves on, after the ages of gods and of heroes, to the condition of the living self, representing the expansions of the sensual moment, the vitalism and animism that informed his poetics from the beginning to the very end. And once again, we read of the struggle against time, the indescribable beauty of summer mornings, the ecstasy of high noon, the tender and sombre moods of the evening, the elusive total conjunction with the cosmos, all with a lexicon, musicality, and versification of unparalleled range and inventiveness. Were it not for the avant-garde and its breaking down of the formal parameters of literary writing, after D'Annunzio it would have been nearly impossible to write anything "new." Peter Carravetta, Queens College/CUNY
Selected Works Opera Omnia, 48 vols. Milano: Mondadori, 1937. Tutte le opere, 11 vols. Milano: Fondazione "II Vittoriale degli Italiani," 1939-. Versi d'amore e di gloria, 2 vols. Ed. A. Andreoli and N. Lorenzini. Milano: Mondadori, "I Meridiani," 1982-84. Poesie. Ed. F. Roncoroni. Milano: Garzanti "I Grandi Libri," 1978. Alcyone. Ed. F. Roncoroni. Milano: Mondadori, "Oscar," 1982. Prose di ricerche, 3 vols. Milano: Mondadori, 1982.
Selected Bibliography Anceschi, Luciano. "Introduzione," in Versi d'amore e di gloria, vol. i, Milano: Mondadori, 1982. Barberi Squarotti, Giorgio. Invito alia lettura di Gabriele D'Annunzio. Milano: Mursia, 1982. . // gesto improbabile. Palermo: Flaccovio, 1971. Klopp, Charles. Gabriele D'Annunzio. Boston: Twayne Publishers, 1988. Mariano, Emilio (ed.). Atti del convegno su D'Annunzio e il simbolismo europeo. Milano: Garzanti, 1989. . Sentimento del vivere owero Gabriele D'Annunzio. Milano: Mondadori, 1962. Mazzarella, Arturo. // piacere e la morte. Napoli: Liguori, 1983. Merola, Nicola (ed.). D'Annunzio e la poesia di massa. Bari: Laterza, 1978. Mutterle, Anco Marzio. Gabriele D'Annunzio. Introduzione e guida allo studio dell'opera dannunziana. Storia e antologia critica. Firenze: Le Monnier, 1982.
44 The Precursors Petronio, Giuseppe. D'Annunzio. Palermo: Palumbo, 1977. Raimondi, Ezio. II silenzio della Gorgona. Bologna: Zanichelli, 1980. Valesio, Paolo (ed.). D'Annunzio a Yale. Atti del Convegno di Yale, marzo 1987. Milano: Garzanti, 1989. [Various authors]. Annali d'italianistica, Chapel Hill, vol. 5 (1987). [Various authors]. II Verri, 5-6 (1985); 7-8 (1985). [Annual publication]. Quaderni del Vittoriale, (1976-); Fondazione "II Vittoriale degli Italiani," Gardona (Brescia).
From C A N T O N O V O Canto dell'ospite1 Dormono 1'acque nel plenilunio2 di giugno. I grandi scogli rilucono, chiudendo nel tacito sasso la sconosciuta vita del mare. 5 Nuvole vaste siccome talami3 pendono a sommo4 del cielo: attendono amanti divini. Non senti, Ospite, il divino odor del mare? Non odi? Le acque destate5 un fremito 10 recano lungo; su '1 vento palpita un'ala di canto. Stanotte le sirene6 cantano su '1 mare. A quale nave smarrita cantano? Al lor periglio7 qual prora8 traggono?9 15 I nauti10 son pallidi quando le sirene cantano su '1 mare. Ascolta! Ascolta! Lenta diffondesi la perigliosa musica: accorrono gli sciami" de' sogni. Non bevi, 20 Ospite, il divino odor del mare?
45 Gabriele D'Annunzio FromPOEMA P A R A D I S I A C O Sopra un "Erotik"1 Voglio un amore doloroso, lento, che lento sia come una lenta morte, e senza fine (voglio che piu forte sia de la morte) e senza mutamento. 5 Voglio che senza tregua2 in un tormento occulto3 sien le nostre anime assorte;4 e un mare sia presso a le nostre porte, solo, che pianga in un silenzio intento. Voglio che sia la torre alta granito, 10 ed alta sia cosi che nel sereno sembri attingere il grande astro polare.5 Voglio un letto di porpora, e trovare in quell'ombra giacendo6 su quel seno, come in fondo a un sepolcro, I'lnfinito. Consolazione Non pianger piu. Torna il diletto1 figlio a la tua casa. E stance di mentire. Vieni; usciamo. Tempo e di rifiorire. Troppo sei bianca: il volto e quasi un giglio. 5 Vieni; usciamo. II giardino abbandonato serba2 ancora per noi qualche sentiero. Ti diro come sia dolce il mistero che vela3 certe cose del passato. Ancora qualche rosa e ne' rosai,4 10 ancora qualche timida erba odora. Ne 1'abbandono il caro luogo ancora sorridera, se tu sorriderai. Ti diro come sia dolce il sorriso di certe cose che 1'oblio afflisse.5
46 The Precursors 15 Che proveresti tu se ti fiorisse la terra sotto i piedi, all'improwiso? Tanto accadra, ben che6 non sia d'aprile. Usciamo. Non coprirti il capo, fe un lento sol di settembre; e ancor non vedo argento 20 su '1 tuo capo, e la riga7 e ancor sottile. Perche ti neghi8 con lo sguardo stanco? La madre fa quel che il buon figlio vuole. Bisogna che tu prenda un po' di sole, un po' di sole su quel viso bianco. 25 Bisogna che tu sia forte; bisogna che hi non pensi a le cattive cose ... Se noi andiamo verso quelle rose, io parlo piano, 1'anima tua sogna. Sogna, sogna, mia cara anima! Tutto, 30 tutto sara come al tempo lontano. Io mettero ne la tua pura mano tutto il mio cuore. Nulla e ancor distrutto. Sogna, sogna! Io vivro de la tua vita. In una vita semplice e profonda 35 io rivivro. La lieve ostia che monda9 io la ricevero da le tue dita. Sogna. che il tempo di sognare e giunto. Io parlo. Di': l'anima tua m'intende? Vedi? Ne 1'aria fluttua10 e s'accende 40 quasi il fantasma d'un april defunto." Settembre (di': l'anima tua m'ascolta?) ha ne 1'odore suo, nel suo pallore, non so, quasi 1'odore ed il pallore di qualche primavera dissepolta.12 45 Sogniamo, poi ch'e13 tempo di sognare. Sorridiamo. E la nostra primavera, questa. A casa, piu tardi, verso sera, vo'14 riaprire il cembalo15 e sonare.
47 Gabriele D'Annunzio Quanto ha dormito, il cembalo! Mancava, 50 attorn, qualche corda; qualche corda ancora manca. E 1'ebano ricorda le lunghe dita ceree de 1'ava.16 Mentre che fra le tende scolorate vaghera qualche odore delicate, 55 (m'odi tu?) qualche cosa come un fiato debole di viole un po' passate,17 sonero qualche vecchia aria di danza, assai vecchia, assai nobile, anche un poco triste; e il suono sara velato, fioco,18 60 quasi venisse da quell'altra stanza. Poi per te sola io vo' comporre un canto che ti raccolga come in una cuna,19 sopra un antico metro,20 ma con una grazia che sia vaga e negletta alquanto.21 65 Tutto sara come al tempo lontano. L'anima sara semplice com'era; e a te verra, quando vorrai, leggera come vien22 1'acqua al cavo de la mano.23 FromLAUS V I T A E * Le citta terribili Vesperi1 di primavera, crepuscoli d'estate, prime piogge d'autunno croscianti2 su 1'immondizia 5 polverosa che nera fermenta sotto le suola fendute3 onde4 si mostra il miserevole piede umano come torta5 10 radice di dolore divelta;6 rigurgito crasso7 delle cloache8 nell'ombra
48 The Precursors della divina Sera, tumulto della strada ingombra 15 ove tutte le fami e le seti irrompono a gara d'avidita belluina9 per la forza che impera e partisce i beni col ferro,10 20 da voi sorgere io vidi non so quale orrida gloria.
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Gloria delle citta terribili, quando a vespro s'arrestano le miriadi possenti dei cavalli" che per tutto il giorno fremettero nelle vaste macchine mai stanchi, e s'accendono i bianchi globi come pendule lune12 tra le attonite13 file dei platani14 lungh'esse le case mostruose dalle cento e cento occhiaie, e i carri15 su le rotaie stridono carichi di scoria umana16 scintillando d'una luce piu bella che la luce degli astri, e ne' cieli rossastri grandeggiano solitarie le cupole e le torri!
Orrore delle citta terribili, quando su le vie 45 arse cadono i larghi lembi violacei della Sera con un odor molle di morte, e s'accendono su le porte delle taverne i fanali 50 rossi che versano il sangue luminoso al limitare17
49 Gabriele D'Annunzio ove scoppiera la furente rissa18 dopo 1'ingiuria, e i fuochi della lussuria 55 brillano negli occhi senili della grigia larva19 che insegue per I'ombra la vergine impube20 con nel passo malfermo I'indizio del morbo dorsale, 60 e il bardassa21 trae22 per le scale gia buie il soldato che ride, e la libidine incide 1'enorme priapo23 sul muro! Febbre delle citta 65 terribili, quando il Sole come un mostro colpito dal tridente marino24 palpita ai limiti delle acque in una immensita di sangue 70 e di bile moribondo, e nel duolo25 del ciel profondo la gran piaga persiste livida di cancrena, e s'ode la sirena 75 del vascello che giunge caldo di piu caldi mari, e s'accendono i fari su 1'alte scogliere, e le ciurme straniere 80 si precipitano all'orgia frenetiche come baccanti,2*5 e il porto suona di canti di scherni di sfide di colpi di crapula27 e d'oro! 85 Sonno delle citta terribili, quando dal fiume accidioso28 (ove si stempra29 tra la melma e il pattume la polpa del suicidi 90 fosforescente come
50 The Precursors su i salsi lidi il viscidume30 delle meduse morte) sorgono le larve diffuse31 della caligine tacente32 95 con mille tentacoli molli che sfiorano tutte le porte e palpano i miseri e i folli, il ladro e la venere vaga,33 1'ebro34 dalla bocca amara 100 1'orfano dall'ossa contorte assopiti35 sopra la fogna, mentre s'amplia e s'arrossa nei fumi la chiara finestra del sapiente che indaga36 105 e del poeta che sogna! Alba delle citta terribili, aurora che squilla con mille trombe di rame sul silenzio opaco dei tetti no chiamando i dormenti a battaglia, primo dardo che il Sole scaglia37 a fiedere38 le sfere d'oro su le cupole ancor notturne e le cime ardue dei camini39 115 emuli delle torri e le bianche statue degli archi trionfali, Speranza volante su all recent!40 come i fiori nati sotto le rugiade celesti, 120 passo degli artefici desti41 all'opere42 sonoro come scalpitio d'esercito grande, rombo43 che si spande dai mossi congegni44 pel vitreo duomo, 125 oh Alba, oh risveglio dell'Uomo eletto al dominio del Mondo!45
51 Gabriele D'Annunzio From A L C Y O N E Lungo 1'Affrico' nella sera di giugno dopo la pioggia Grazia2 del del, come soavemente ti miri ne la terra abbeverata,3 anima fatta bella dal suo pianto! O in mille e mille speech! sorridente 5 grazia, che da la nuvola sei nata come la volutta4 nasce dal pianto, musica nel mio canto ora t'effondi,5 che non e fugace,6 per me7 trasfigurata in alta pace 10 a chi 1'ascolti. Nascente Luna, in cielo esigua8 come il sopracciglio de la giovinetta e la midolla9 de la nova canna,10 si che il piu lieve11 ramo ti nasconde 15 e 1'occhiomio, se ti smarrisce,12 a pena'3 ti ritrova, pel14 sogno che 1'appanna,15 Luna, il rio che s'avvalla senza parola erboso16 anche ti vide; e per ogni fil d'erba ti sorride, 20 solo a te sola. O nere e bianche rondini, tra notte e alba, tra vespro17 e notte, o bianche e nere ospiti'8 lungo 1'Affrico notturno! Volan elle si19 basso che la molle 25 erba sfioran20 coi petti, e dal piacere il loro volo sembra fatto azzurro. Sopra non ha susurro21 1'arbore22 grande, se ben trema sempre. Non tesse23 il volo intorno a le mie tempie24 30 fresche ghirlande? E non promette ogni lor breve grido un ben che forse il cuore ignora e forse indovina25 se udendo ne trasale?26 S'attardan quasi immemori27 del nido,
52 The Precursors 35 e sul margine dove son trascorse28 par si prolunghi il fremito dell'ale. Tutta la terra pare29 argilla offerta all'opera d'amore, un nurtzio30 il grido, e il vespero che muore 40 un'alba certa. La sera fiesolana Fresche1 le mie parole ne la sera ti sien2 come il fruscio che fan le foglie del gelso3 ne la man di chi le coglie silenzioso e ancor s'attarda4 a 1'opra5 lenta 5 su 1'alta scala che s'annera6 contro il fusto che s'inargenta7 con le sue rame spoglie mentre la Luna e prossima8 a le soglie cerule9 e par che innanzi a se distenda un velo 10 ove il nostro sogno si giace10 e par che la campagna gia si senta da lei" sommersa nel notturno gelo e da lei beva la sperata pace senza vederla. 15 Laudata sii pel tuo viso di perla,12 o Sera, e pe' tuoi grandi umidi occhi ove si tace 1'acqua del cielo! Dolci le mie parole ne la sera ti sien come la pioggia che bruiva13 20 tepida e fuggitiva, commiato lacrimoso14 de la primavera, su i gelsi e su gli olmi e su le viti e su i pini dai novelli rosei diti15 che giocano con 1'aura che si perde, 25 e su '1 grano che non e biondo ancora e non e verde, e su '1 fieno che gia pati la falcet6 e trascolora/7 e su gli olivi, su i fratelli olivi 30 che fan di santita pallidi i clivi e sorridenti.18
53 Gabriele D'Annunzio Laudata sii per le tue vesti aulenti19, o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce21 il fien che odora! 35 lo ti diro verso quali rami21 d'amor di chiami il fiume,22 le cui fonti eterne a 1'ombra de gli antichi rami parlano nel mistero sacro dei monti; e ti diro per qual segreto23 40 le colline su i limpidi orizzonti s'incurvino24 come labbra che un divieto25 chiuda, e perche la volonta di dire le faccia belle oltre ogni uman desire26 45 e nel silenzio lor27 sempre novelle consolatrici, si che pare28 che ogni sera 1'anima le possa amare d'amor piu forte. Laudata sii per la tua pura morte,29 50 o Sera, e per 1'attesa che in te fa palpitare lo irrimo cfollof le prime stelle! \J
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La pioggia nel pineto Taci.1 Su le soglie2 del bosco non odo3 parole che dici umane; ma odo 5 parole piu nuove che parlano4 gocciole5 e foglie lontane. Ascolta. Piove dalle nuvole sparse.6 10 Piove su le tamerici7 salmastre8 ed arse,9 piove su i pini scagliosi ed irti,10 piove su i mirti" 15 divini, su le ginestre12 fulgenti13
54 The Precursors di fiori accolti,14 su i ginepri15 folti di coccole aulenti,16 20 piove su i nostri volti silvani,17 piove su le nostre mani ignude/8 su i nostri vestimenti 25 leggieri, su i freschi pensieri che 1'anima schiude novella,19 su la favola bella 30 che ieri t'illuse,20 che oggi m'illude, o Ermione.21
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Odi? La pioggia cade su la solitaria verdura22 con un crepitio che dura e varia nell'aria secondo le fronde23 piu rade, men rade. Ascolta. Risponde al pianto il canto delle cicale24 che il pianto australe25 non impaura, ne il ciel cinerino.26 E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancora, stromenti27 diversi sotto innumerevoli dita. E immersi noi siam nello spirto silvestre,28 d'arborea29 vita viventi; e il tuo volto ebro30 e molle di pioggia
55 Gabriele D'Annunzio come una foglia, e le tue chiome31 60 auliscono32 come le chiare ginestre, o creatura terrestre che hai nome Ermione. 65 Ascolta, ascolta. L'accordo33 delle aeree34 cicale a poco a poco piii sordo35 si fa sotto il pianto 70 che cresce; ma un canto vi si mesce36 piu roco37 che di laggiu sale, dall'umida ombra remota. 75 Piu sordo e piu fioco s'allenta,38 si spegne. Sola una nota ancor trema, si spegne, risorge, trema, si spegne. 80 Non s'ode voce del mare. Or s'ode su tutta la fronda crosciare39 1'argentea pioggia che monda,40 85 il croscio che varia secondo la fronda piu folta, men folta. Ascolta. La figlia deH'aria41 90 e muta; ma la figlia del limo42 lontana, la rana, canta neH'ombra piu fonda, chi sa dove, chi sa dove! 95 E piove su le tue ciglia, Ermione.
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Piove su le rue ciglia nere si che par tu pianga ma di piacere; non bianca ma quasi fatta virente/3 par da scorza44 tu esca. E tutta la vita e in noi fresca aulente, il cuor nel petto e come pesca intatta, tra le palpebre gli occhi son come polle45 tra 1'erbe, i denti negli alveoli''6 son come mandorle acerbe. E andiam di fratta in fratta,47 or congiunti or disciolti (e il verde vigor rude48 ci allaccia i malleoli49 c'intrica50 i ginocchi) chi sa dove, chi sa dove! E piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggeri, su i freschi pensieri che Tamma schiude novella, su la favola bella che ieri m'illuse, che oggi t'illude, o Ermione. Madrigali1 dell'estate La sabbia del tempo Come scorrea2 la calda sabbia lieve per entro il cavo3 della mano in ozio,4 il cor sent! che il giorno era piu breve.
57 Gabriele D'Annunzio E un'ansia repentina5 il cor m'assalse6 5 per 1'appressar7 dell'umido equinozio8 che offusca 1'oro delle piagge salse.9 Alia sabbia del Tempo urna10 la mano era, clessidra" il cor mio palpitante, 1'ombra crescente12 d'ogni stelo vano 10 quasi ombra d'ago in tacito quadrante.13 II vento scrive Su la docile sabbia il vento scrive con le penne1 dell'ala; e in sua favella2 parlano i segni per le bianche rive. Ma, quando il sol declina,3 d'ogni nota4 5 ombra lene5 si crea, d'ogni ondicella,6 quasi di ciglia su soave gota.7 E par che neH'immenso arido viso della piaggia s'immilli8 il tuo sorriso. I pastori Settembre, andiamo. E tempo di migrare. Ora in terra d'Abruzzi1 i miei pastori lascian gli stazzi2 e vanno verso il mare; scendono all'Adriaticoselvaggio3 5 che verde e come i pascoli dei monti. Han bevuto profondamente ai fonti alpestri,4 che5 sapor d'acqua natia rimanga ne' cuori esuli6 a conforto, che lungo illuda7 la lor sete in via.8 10 Rinnovato hanno verga d'avellano.9 E vanno pel tratturo antico10 al piano, quasi per un erbal fiume silente,11 su le vestigia12 degli antichi padri. O voce di colui che primamente 15 conosce il tremolar della marina!13
58 The Precursors Ora lungh'esso il literal14 cammina la greggia. Senza mutamento e I'aria. II sole imbionda15 si la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria.16 20 Isciacquio,17 calpestio,18 dolci romori. Ah perche non son io co' miei pastori? Notes Canto dell'ospite 1. ospite: guest, presumably the poet's lover, mentioned as Lalla in the first (1882) edition. 2. plenilunio: the full moon. 3. siccome talami: like nuptial beds. 4. pendono a sommo: are suspended from the highest point. 5. destate: awakened, stirred up. 6. sirene: sirens (of a ship); mermaid. 7. periglio: danger. 8. prora: bow; prow. 9. traggono: lead; bring to. 10. nauti: mariner; sailor, n. sciami: swarm. Sopra un "Erotik" 1. "Erotik" is the title of a musical piece by Edvard Grieg (1843-1907). 2. senza tregua: relentlessly; without a truce. 3. occulto: concealed; hidden. 4. assorte: absorbed; wholly given over to. 5. attingere ... polare: can touch the North Star. 6. giacendo: resting or lying on. Consolazione 1. diletto: beloved. 2. serba: keeps; lays aside. 3. vela: conceals. 4. rosai: rosary; rosebushes. 5. afflisse: tormented; pained. 6. ben che: even though. 7. riga: parting (of the hair). 8. ti neghi: you say no; you refuse.
9. ostia che monda: host that cleanses, purifies; the Eucharist. 10. fluttua: quivers; waves. 11. april defunto: a bygone April. 12. dissepolta: revived; that returns. 13. poi ch'e: for it is; since it is. 14. vo': I want. 15. cembalo: spinet. 16. dita ceree de 1'ava: grandmother's [long] pale fingers. 17. passate: faded; wilted. 18. fioco: faint; feeble. 19. cuna: cradle. 20. antico metro: ancient song. 21. negletta alquanto: somewhat subdued; casual. 22. vien: flows. 23. cavo della mano: hollow of the hand; the palm. Le citta terribili " Laus vitae: "In Praise of Life" is the title of the twenty-one canto, 8,4oo-line first book of Le Laudi, Main, published in 1903. "Le citta terribili" is from Canto XVI. 1. Vesperi: vespers, eventide; but also, an evening service. Derived from the name for the evening star, Hesperus. 2. croscianti: pelting loudly. 3. suola / fendute: shattered / soles. 4. onde: from which. 5. torta: twisted; sprained. 6. divelta: torn off. 7. rigurgito crasso: gross breaking wind; foul bubbling and burping. 8. cloache: sewers.
59 Gabriele D'Annunzio 9. belluina: ferocious. 10. partisce i beni col ferro: divides up the profits or booty, with weapons. 11. miriadi / possenti dei cavalli: the steam-horse power visible everywhere; the industrializing city. 12. globi come pendule lune: the street lights hanging like so many moons. 13. attoniti: astounded. 14. platani: sycamore trees. 15. carri: trolleys. 16. scoria / umana: human / refuse; men reduced to shells by excessive work. 17. sangue / luminoso al limitare: the blood-red light of the threshold. 18. rissa: brawl. 19. grigia larva: grey larva, a curved, libidinous old man. 20. impube: pre-adolescent. 21. bardassa: transvestite or homosexual. 22. trae: lures; leads on. 23. priapo: penis; Priapus was a fertility god. 24. dal tridente marino: as if (struck) by sea's trident; with reference to Neptune, ruler of the seas. 25. duolo: pain; sorrow. 26. come baccanti: as if they were bacchants (devotees of Bacchus, Roman deity of wine and merriment, capable also of inducing madness). 27. crapula: crapulence; orgy. 28. accidioso: lazy. 29. stempra: tainted; corrupted. 30. viscidume: slimy and disgusting residues. 31. larve diffuse: barely visible contoured shapes in the air. 32. caligine tacente: silent soot; polluted fog. 33. venere vaga: the prostitute on the beat. 34. ebro: drunk; drunkard. 35. assopiti: dozing. 36. indaga: researches; investigates. 37. scaglia: throws. 38. fiedere: variant of ferire: to inflict a wound.
39. cime ardue dei camini: rough, unevenchimney-stacks. 40. ali / recenti: newly sprouted / wings. 41. artefici desti: workers already on their feet. 42. all'opere: on the job; working. 43. rombo: roar; thunderous noise. 44. mossi / congegni: machines at work. 45. Uomo / ... Mondo: the upper case initials signal a clear reference to Nietzsche's notion of the Ubermensch: the new Dawn brings the new Man to Control the World; to have a say in the game of persuasion in interpersonal exchanges, to exercise the will to life. Lungo 1'Affrico 1. Affrico: Tributary river of the Arno, between Florence and Fiesole. 2. Grazia: mythical daughters of Zeus and Eurynome, the Graces Aglaia (Splendour), Thalia (Good Cheer), and Euphrosyne (Mirth), were usually represented as a triple incarnation of beauty and delicacy. They were, together with the Muses, "queens of song." 3. abbeverata: sated with water after the recent rains. 4. volutta: intense sensual or spiritual delight. 5. t'effondi: you (the music) now pour forth; spread about (in my song). 6. che non e fugace: refers to the song; which is not short-lived, fleeting. 7. per me [trasfigurata]: which 1 have [turned into]. 8. esigua: slender. 9. midolla: spongy pith inside the stem of a plant. 10. nova canna: sprouting reed, still green and fresh. 11. lieve: slight; thin. 12. smarrisce: if it loses sight of you. 13. a pena: barely; with great difficulty. 14. pel: owing to. 15. appanna: veils; dims. 16. rio che s'awalla ... erboso: the river
60 The Precursors
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(the Affrico) which flows from Fiesole down through grassy banks into the valley. vespro: evening. ospiti: guests; swallows can be seen only during the summer, before they migrate south. si: "cosi"; so. sfioran: skim; nearly touch. Sopra non ha susurro: at the top, where there is a greater mass of leaves, there is no rustling. arbore: tree. tesse: weaves. tempie: the speaker's temples; his head. indovina: divines; guesses. ne trasale: (the heart) gasps; is startled. s'attardan quasi immemori: (the swallows) keep on flying, linger on, as if they forgot. trascorse: over which they flew. pare: appears. nunzio: announcement; signal.
La sera fiesolana 1. fresche: fresh; reassuring and comforting. 2. sien: variant spelling of siano, addressed to the speaker's companion. 3. gelso: mulberry tree. 4. s'attarda: (the peasant) continues to work until late into the evening. 5. opra: variant of opera: work in the sense of job, task. 6. s'annera: looks darker as he climbs higher into the foliage of the tree. 7. fuso che s'inargenta: while the trunk shines with a silver outline. 8. prossima: nearing. 9. soglie / cerule: the pale blue thresholds; the furthest limit on the horizon. 10. si giace: lies down; spreads out to rest. 11. da lei: by the moon. 12. Laudata sii pel tuo viso di perla: praised be thou for your pearl-like face.
13. bruiva: emitted soft crackling or tapping sounds. 14. commiato lacrimoso: tearful farewell; emotional goodbye. 15. novelli rosei diti: newly sprouted pinkish needles (which resemble tiny fingers). 16. pati la falce: was mowed down with the sickle. 17. trascolora: changes colour, pales. 18. santita pallida i clivi / e sorridenti: standard syntax is: the hills or slopes pick up a saintly pallor / and smile; "santita" derives from the colour of the skin of one doing penitence, suggesting a mystical, saintly overall tone. 19. aulenti: perfumed, the natural odours of the surrounding vegetation. 20. cinto ... salce: willow-vine belt or sash which girds (dnge); also, the horizon line that embraces the evening. 21. reami: kingdoms. 22. fiume: the Arno river. 23. per qual segreto: the reason why. 24. s'incurvino: curl and flex. 25. divieto: prohibition; secret pledge. 26. desire: variant of desiderio: desire, expectation. 27. lor: in their; the implied antecedent verb is "faccia," the subject is "labbra." 28. si che pare: so that it appears. 29. pura morte: vanishing into the night; the evening dies a silent death. La pioggia nel pineto 1. taci: quiet; the poet invites his companion to listen attentively. 2. soglie: edge, skirt. 3. non odo: I am not hearing. 4. parlano: speak, used transitively. 5. gocciole: drops. 6. sparse: scattered. 7. tamerici: tamerisks (plants with flaky yellow flowers bunched like a cob). 8. salmastre: brackish, salty. 9. arse: parched. 10. scagliosi e irti: scaly and bristly.
61 Gabriele D'Annunzio 11. mirti: myrtles (evergreen shrubs or tree held sacred to Venus). 12. ginestre: broom or furze, a leguminous shrub with large yellow flowers in clusters. 13. fulgenti: bright; brilliant. 14. accolti: bunched together. 15. ginepri: junipers (coniferous shrubby plants with needle leaves and berrylike cones). 16. folti di / coccole aulenti: thick with odiferous berries. 17. volti / silvani: our sylvan / faces; sylvan refers to one who lives in the woods, with reference to Silvanus, deity of the forest, helper of plowmen and woodcutters. 18. ignude: bare; exposed to the rain. 19. novella: read: che 1'anima novella schiude; which the new, purified soul discloses. 20. t'illuse: you believed in. 21. Ermione: the name of the speaker's companion, Hermione, is ancient and richly allusive, referring to a Greek city near the entrance to Hades, or the Underworld (Vergil, Georgics IV), as well as to the daughter of Helen and Menelaus (Homer, OdysseyIV), and the wife of Orestes and of Achilles' son Neoptolemus (Vergil, Aeneid, III). 22. verdura: the green of the pine grove. 23. secondo le fronde: according to whether the leafy branches are sparse or thickly grouped (see ensuing line). 24. cicala: cicada (insect relative of the locust with a characteristically sharp chirp). 25. pianto australe: the rain brought by the Austro, a southern wind. 26. cinerino: ash-coloured. 27. stromenti: variant of strumenti (musical instruments). 28. spirto / silvestre: spirit of the forest. 29. arborea: arboreal; like a tree, close to the vegetative life. 30. ebro: variant of ebbro; intoxicated, ecstatic with what is happening.
31. chiome: hair, which is both like the mane of an animal and the foliage all about. 32. auliscono: emit a pleasant smell. 33. accordo: the harmonious singing. 34. aeree: because they seem to be everywhere in the air around the two characters. 35. sordo: muted. 36. mesce: is mixed with it. 37. roco: hoarse. 38. piu fioco / s'allenta: it becomes weaker, more faint. 39. crosciare: variant of scrosciare: the pelting of the rain. 40. monda: cleanses; purifies. 41. figlia dell'aria: refers to the abovementioned cicadas. 42. limo: mud. 43. virente: verdant; blending with the green all around. 44. scorza: bark. 45. polle: springs of water. 46. alveoli: tooth-sockets. 47. fratta: thicket; bramble bush. 48. vigor rude: the twigs and branches which offer resistance to their walking in the underbrush. 49. malleoli: ankles. 50. intrica: entangles. Madrigali dell'estate La sabbia del tempo 1. Madrigali: the madrigal is a short love poem which can be set to music. 2. scorrea: variant of scorreva: streamed. 3. per entro il cavo: through the hollow. 4. ozio: at rest; inert. 5. repentina: sudden; unexpected. 6. assalse: seized; struck. 7. appressar: drawing near. 8. umido equinozio: damp equinox; the autumn equinox falls on September 22, its being "damp" refers to a recent late summer rainfall. 9. piagge salse: salty beaches. 10. urna: urn; one of the two globes of the sandglass; standard syntax is la mono era urna alia sabbia del tempo!
62 The Precursors 11. clessidra: sandglass; hourglass. 12. ombra crescente: lengthening shadows, because of the setting sun. 13. tacito quadrante: silent sundial. II vento scrive 1. penne: pens, as well as feathers. 2. in sua favella: with its language. 3. declina: set at dusk. 4. d'ogni nota: of each mark (made on the sand). 5. lene: soft; feeble. 6. ondicella: small wave or ondulation. 7. gota: cheek. 8. s'immilli: is reproduced a thousandfold. I pastori 1. Abruzzi: the region in central Italy on the Adriatic coast where the poet was born. 2. stazzi: open pens in the mountains where the shepherds keep their flocks during the summer nights. 3. selvaggio: wild; inhospitable. 4. fonti / alpestri: mountain / springs. 5. che: shortened form of affinche:so that, in order to. 6. esuli: exiled; the shepherds typically left the mountains of Abruzzi for the
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plains of northern Apulia, the region immediately to the south along the coast. lungo illuda: make them believe for a long time. in via: along the way; while far away. verga d'avellano: stick or bludgeon which the shepherds use to guide the flock and to help themselves over rough terrain. Avellana refers specifically to a walnut tree named after the town of Avella. tratturo antico: ancient, welltravelled cattle track winding through hills used by migrant herds and flocks. erbal fiume silente: a quiet grass river. vestigia: tracks; footprints. tremolar della marina: the flickering of the sea; the blinking of the water along the shore. literal: seashore; coastline. imbionda: makes blondish, yellow. non divaria: is not any different. isciacquio: rinsing; flushing. calpestio: trampling; pattering of feet.
GUIDO GOZZANO
Guido Gozzano was born in Turin on December 19, 1883. His father, Fausto, was an engineer and a successful member of the Turin middle class; his mother, Diodata Mautino, came from an old aristocratic family. Her father, Massimo, a patriot during Italy's unification, had close ties of friendship with Count Massimo D'Azeglio, a writer and a senator, and with the statesman Count Camillo Cavour. Thus, as Gozzano grew up he absorbed the elegance of his mother's ancestral home. In her villa he became acquainted with the charming but outmoded decor of past centuries. It is this ambience, along with the anachronistic objects from this villa which were so dear to his grandmother, that became the butt of his irony and the stimulus for occasional nostalgia in his poems. Gozzano's mother was an avid reader who appreciated the theatre and even acted together with Fausto on the stage of the old home theatre in her villa. She favoured Romantic poetry and admired the verses of the nineteenth-century poets and patriots Giovanni Prati and Aleardo Aleardi. Gozzano did not excel in school, and he never managed to complete his law degree. However, judging from the letters he wrote to his friend Vallini, who was also to become a poet, Gozzano must have been an avid reader if he had, as he says, by his bedside the volumes of Dante and Petrarch, Ariosto, and Leopardi, and of course D'Annunzio, poet laureate of Italy, who was the idol of his youth. Gozzano also read the foreign authors whose names were widely circulated in turn-of-thecentury Turin: the Symbolists, Laforgue, James, and Maeterlink, among others. In fact, as Calcaterra first pointed out in Con Guido Gozzano e altri poeti (Zanichelli, 1944), Gozzano's verses contain a wide range of reminiscences from numerous poets, including D'Annunzio. Gozzano eventually repudiated the elevated tone and flamboyant rhetoric of D'An-
66 The Crepuscular Poets nunzio and went on to develop instead a low-key poetic style that was conspicuously different from the strident tone of his former idol. As a young man Gozzano was a visible figure in the worldly circles of Turin. He endeavoured to be a good athlete, as a bicyclist, skater, boxer, and swimmer. He was much noticed among the revelling men of his social class. However, it was to the literary circles that he devoted most of his time and he faithfully attended Arturo Graf's lectures on Dante. The friendship he developed with this professor of Italian literature at the University of Turin was rather important, and Graf's poetry exercised a strong influence on the young poet. Arturo Graf's verses, Medusa, Poemi della selva, inspired by a pessimistic anti-positivist attitude, prepared the way for Gozzano's unassuming persona, as well as the subdued prose-like elements in his lyrics. These characteristics account for the modern flavour of Gozzano's poetry. According to the poet and critic Edoardo Sanguineti, Gozzano is among the first truly new poets of this century. Even Eugenio Montale, for whom Gozzano's poetry played a significant role, stated that Gozzano was "il primo che abbia dato scintille facendo cozzare 1'aulico col prosaico" ("Saggio introduttivo," 9). Gozzano is, with Corazzini, the major representative of the poetic mode for which the critic G.A. Borgese coined in 1910 the then disparaging neologism "Crepuscolarismo." Although never forming a school, many poets such as Govoni, Moretti, Oxilia, Amalia Guglielminetti, Vallini and others shared the new literary ideals and attitudes that Gozzano exemplifies. The publication of La via del rifugio in 1907 coincided with Gozzano's first attack of tuberculosis, the illness that eventually caused his death on August 9, 1916. La via del rifugio was a success. Nonetheless, the work that earned Gozzano a permanent place in the history of twentieth-century Italian poetry is I colloqui, published in 1911. The title reflects the prose-like tone that is prevalent in this second book. Michael Palma, who translated Gozzano into English, keenly observes that "The Colloquies' setting is Turin, its characters a gallery of impressionistically sketched young women and a somewhat effete, sometimes tormented, occasionally astonished young man—a young man who curiously prefigures, by several years, J. Alfred Prufrock" (x-xi). This young man is that ubiquitous persona in crepuscular poetry who is at odds with the spiritually arid and ideologically hypocritical society that is primarily interested in commerce and material gain and is sustained by the vestiges of positivist philosophy. It is a persona, moreover, that is equally uneasy in the flamboyant, high-style glamorous world of the canonical literary tradition. The protagonist of / colloqui is an unassuming provincial poet too weak and ineffectual to achieve any grandiose dream of letters. Such posture is typical of Goz-
67 Guide Gozzano zano's persona whose attributes include wistfulness for the quotidian and the common which he elevates to lyrical ranks. Witness the sentimental attraction for the authentic simplicity of the unassuming house maid, as Sanguineti puts it (Poesia italiana del Novecento, 428). Gozzano's lyrics, as in the case of "L'assenza," foreshadow the objectivity in Montale's poetry as well as the rarified, suggestive atmosphere typical of the poetry produced between the two wars. For Gozzano the world is real and beautiful only when contemplated through art. But art can be a lure and an entrapment, a palliative too flimsy for the harshness of the everyday world. Typically, Gozzano's hero lives in the bittersweet dimension of memory, for he possesses an awareness of the transience of life as acute as that of Petrarch. Dustcovered objects have the power to evoke the most sublime sentiments, which are then exorcised through an irony ranging from ridicule to parody to biting sarcasm. Even after the discovery of his terminal illness, Gozzano continued to be very much in the limelight of the intelligentsia of Turin, although he would spend part of the year living in solitude, usually on the shores of the Riviera near Genoa or in his family's villa in Aglie, in the Canavese, which provides the setting for some of his best poems. A rich epistolary exchange with many friends documents his vigour in pursuing worldly and artistic goals. Only the correspondence with the poet Amalia Guglielminetti, with whom Gozzano had a disquieting love affair, has been published to date. Gozzano also dedicated "Le farfalle" to her, a poem of ambitious intent, but overburdened by didacticism. In addition to poetry, Gozzano also wrote short stories and fables for children, as well as scripts for silent films which, however, were never made. An example of such a script was a life of Saint Francis which reveals Gozzano's interest in religion and mysticism. These sentiments are also manifested in his best book of prose, Verso la cuna del tnondo/ Letters dall'India. Published posthumously, it was composed of dispatches he sent from India while on a journey between 1911 and 1912 which he undertook for health as well as cultural reasons. Joseph Perricone, Fordham University Selected Works La via del rifitgio. Torino: R. Streglio, 1907. / colloqui. Milano: Treves, 1911. l£ poesie. [Saggio introduttivo di Eugenio Montale] Milano: Garzanti, 1971.
68 The Crepuscular Poets Poesie. La via del rifugio, I colloqui, Le farfallee Le poesie sparse. Ed. Edoardo Sanguineti. Torino: Einaudi, 1973.
Selected Bibliography Angioletti, Lina. Invito alia lettura di Guido Gozzano. Milano: Mursia, 1975. Calcaterra, Carlo. Con Guido Gozzano e altri poeti. Bologna: Zanichelli, 1944. Casella, Angela. Le fonti del linguaggio poetico di Gozzano. Firenze: La Nuova Italia, 1982. De Rienzo, Giorgio. Guido Gozzano. Milano: Rizzoli, 1983. Garrone, Maria. La poesia di Guido Gozzano. Genova: Editrice Dante Alighieri, 1948. Grana, Gianni, (ed.). Letteratura italiana. I contemporanei. Milano: Marzorati, 1979. Livi, Frangois. La parola crepuscolare: Corazzini, Gozzano, Moretti. Milano: Istituto Propaganda Libraria, 1986. Marinari, Dora, (ed.). Gozzano e i poeti "Crepuscolari." Roma: Bonacci, 1985. Menichi, Patrizia. Guida a Gozzano. Firenze: Sansoni, 1984. Montanari, Fausto. Letture gozzaniane. Savona: Sabatelli, 1976. Palma, Michael. "Introduction," in The Man I Pretended to Be. Princeton: Princeton University Press, 1988. Piromalli, Antonio. Ideologia e. arte in Guido Gozzano. Firenze: La Nuova Italia, 1972. Sanguineti, Edoardo. Poesia italiana del Novecento. Torino: Einaudi, 1969, 3rd ed. 1981. '—. Guido Gozzano: indagini e letture. Torino: Einaudi, 1975. Santangelo, Vincenzo. Gozzano e Corazzini: incertezze, limiti e ricerca del nuovo. Trapani: A. Vento, 1973. Torelli, Enrica. "La formazione di Guido Gozzano," Inventario, 17 (1962). [Various authors]. Guido Gozzano: i giorni, le opere. AM del convegno nazionale di studi. Milano: Torino, 1983. Firenze: L.S. Olschki, 1985.
From I COLLOQUI L'assenza Un bacio. Ed e lungi. Dispare giu in fondo, la dove si perde la strada boschiva che pare un gran corridoio nel verde.
69 Guido Gozzano 5 Risalgo qui dove dianzi vestiva il bell'abito grigio: rivedo Tuncino, i romanzi ed ogni sottile vestigio ... Mi piego al balcone. Abbandono 10 la gota sopra la ringhiera. E non sono triste. Non sono piu triste. Ritorna stasera. E intorno declina Testate. E sopra un geranio vermiglio, 15 fremendo le ali caudate si libra un enorme Papilio ..-1 L'azzurro infinite del giorno e come una seta ben tesa; ma sulla serena distesa 20 la luna gia pensa al ritorno. Lo stagno risplende. Si tace la rana. Ma guizza un bagliore d'acceso smeraldo, di brace azzurra: il martin pescatore ...2 25 E non sono triste. Ma sono stupito se guardo il giardino ... stupito di che? non mi sono sentito mai tanto bambino ... Stupito di che? Delle cose. 30 I fiori mi paiono strani: ci sono pur sempre le rose, ci sono pur sempre i gerani ...
7O The Crepuscular Poets La signorina Felicita owero la felicita w luglio: Santa Felicita I
Signorina Felicita, a quest'ora scende la sera nel giardino antico della tua casa. Nel mio cuore amico scende il ricordo. E ti rivedo ancora, 5 e Ivrea1 rivedo e la cerulea Dora2 e quel dolce paese3 che non dico. Signorina Felicita, e il tuo giorno! A quest'ora che fai? Tosti il caffe: e il buon aroma si diffonde intorno? 10 O cuci i lini e canti e pensi a me, all'avvocato che non fa ritorno? E 1'awocato e qui: che pensa a te. Pensa i bei giorni d'un aurunno addietro, ViU'Amarena4 a sommo dell'ascesa 15 coi suoi ciliegi e con la sua Marchesa dannata, e 1'orto dal profumo tetro di busso e i cocci innumeri di vetro sulla cinta vetusta, alia difesa ... ViU'Amarena! Dolce la tua casa 20 in quella grande pace settembrina! La tua casa che veste una cortina di granoturco5 fino alia cimasa: come una dama secentista, invasa dal Tempo, che vest! da contadina.6 25 Bell'edificio triste inabitato! Grate panciute, logore, contorte! Silenzio! Fuga delle stanze morte! Odore d'ombra! Odore di passato! Odore d'abbandono desolato! 30 Fiabe defunte delle sovrapporte!
71 Guido Gozzano Ercole furibondo ed il Centauro,7 la gesta dell'eroe navigatore, Fetonte e il Po,8 lo sventurato amore d'Arianna, Minosse, il Minotauro,9 35 Dafne10 rincorsa, trasmutata in lauro tra le braccia del Nume ghermitore ... Penso 1'arredo—che malinconia!— penso 1'arredo squallido e severe, antico e nuovo: la pirografia 40 sui divani corinzi dell'Impero,11 la cartolina della Bella Otero12 alle specchiere ... Che malinconia! Antica suppellettile forbita! Armadi immensi pieni di lenzuola 45 che tu rammendi pazi'ente ... A vita semplicita che 1'anima consola, semplicita dove tu vivi sola con tuo padre la tua semplice vita! II
Quel tuo buon padre—in fama d'usuraio— 50 quasi bifolco, m'accoglieva senza inquietarsi della mia frequenza, mi parlava dell'uve e del massaio, mi confidava certo antico guaio notarile, con somma deferenza. 55 «Senta, avvocato ...» E mi traeva inqueto nel salone, talvolta, con un atto che leggeva lentissimo, in segreto. lo 1'ascoltavo docile, distratto da quell'odor d'inchiostro putrefatto, 60 da quel disegno strano del tappeto, da quel salone buio e troppo vasto ... «... la Marchesa fuggi ... Le spese cieche ...» da quel parato a ghirlandette, a greche ... «dell'ottocento e dieci, ma il catasto ...»
72 The Crepuscular Poets 65 da quel tic-tac dell'orologio guasto ... «... 1'ipotecario e morto, e 1'ipoteche ...» Capiva poi che non capivo niente e sbigottiva: «Ma 1'ipotecario e morto, e morto!! ...»—«E se 1'ipotecario 70 e morto, allora ...» Fortunatamente tu comparivi tutta sorridente: «Ecco il nostro malato immaginario!» III
Sei quasi brutta, priva di lusinga nelle tue vesti quasi campagnole, 75 ma la tua faccia buona e casalinga, ma i bei capelli di color di sole, attorti in minutissime trecciuole, ti fanno un tipo di belta fiamminga ... E rivedo la tua bocca vermiglia 80 cosi larga nel ridere e nel bere, e il volto quadro, senza sopracciglia, tutto sparso d'efelidi leggiere e gli occhi fermi, 1'iridi sincere azzurre d'un azzurro di stoviglia ... 85 Tu m'hai amato. Nei begli occhi fermi rideva una blandizie femminina. Tu civettavi con sottili schermi, tu volevi piacermi, Signorina: e piu d'ogni conquista cittadina 90 mi lusingo quel tuo voler piacermi! Ogni giorno salivo alia tua volta pel soleggiato ripido sentiero. II farmacista non penso davvero un'amicizia cosi bene accolta, 95 quando ti presento la prima volta 1'ignoto villeggiante forestiero. Talora—gia la mensa era imbandita— mi trattenevi a cena. Era una cena
73 Guido Gozzano d'altri tempi, col gatto e la falena 100 e la stoviglia semplice e fiorita e il commento del cibi e Maddalena decrepita, e la siesta e la partita ... Per la partita, verso ventun'ore giungeva tutto I'inclito collegio 105 politico locale: il molto Regio Notaio, il signer Sindaco, il Dottore; ma—poiche trasognato giocatore— quei signori m'avevano in dispregio ... no
M'era piu dolce starmene in cucina tra le stoviglie a vividi colori: tu tacevi, tacevo, Signorina: godevo quel silenzio e quegli odori tanto tanto per me consolatori, di basilico d'aglio di cedrina ...
115 Maddalena con sordo brontolio disponeva gli arredi ben detersi, rigovernava lentamente ed io, gia smarrito nei sogni piu diversi, accordavo le sillabe dei versi 120 sul ritmo eguale dell'acciottolio. Sotto 1'immensa cappa del camino (in me rivive 1'anima d'un cuoco forse ...) godevo il sibilo del fuoco; la canzone d'un grille canterino 125 mi diceva parole, a poco a poco, e vedevo Pinocchio,13 e il mio destine Vedevo questa vita che m'avanza: chiudevo gli occhi nei presagi grevi; aprivo gli occhi: tu mi sorridevi, 130 ed ecco rifioriva la speranza! Giungevano le risa, i motti brevi dei giocatori, da quell'altra stanza. [.-]
74 The Crepuscular Poets VI
Tu m'hai amato. Nei begli occhi fermi 135 luceva una blandizie femminina; tu civettavi con sottili schermi, tu volevi piacermi, Signorina; e piu d'ogni conquista cittadina mi lusingo quel tuo voler piacermi! 140 Unire la mia sorte alia tua sorte per sempre, nella casa centenaria! Ah! Con te, forse, piccola consorte vivace, trasparente come 1'aria, rinnegherei la fede letteraria 145 che fa la vita simile alia morte ... Oh! questa vita sterile, di sogno! Meglio la vita ruvida concreta del buon mercante inteso alia moneta, meglio andare sferzati dal bisogno, 150 ma vivere di vita! lo mi vergogno, si, mi vergogno d'essere un poeta! Tu non fai versi. Tagli le camicie per tuo padre. Hai fatta la seconda classe, t'han detto che la Terra e tonda, 155 ma tu non credi ... E non mediti Nietzche ...14 Mi piaci. Mi faresti piu felice d'un'intellettuale gemebonda ... Tu ignori questo male che s'apprende in noi. Tu vivi i tuoi giorni modesti, 160 tutta beata nelle tue faccende. Mi piaci. Penso che leggendo questi miei versi tuoi, non mi comprenderesti, ed a me place chi non mi comprende. Ed io non voglio piu essere io! 165 Non piu 1'esteta gelido, il sofista, ma vivere nel tuo borgo natio, ma vivere alia piccola conquista
75 Guido Gozzano mercanteggiando placido, in oblio come tuo padre, come il farmacista ... 170 Ed io non voglio piu essere io! [..-I VIII Nel mestissimo giorno degli addii mi piacque rivedere la tua villa. La morte dell'estate era tranquilla in quel mattino chiaro che salii 175 tra i vigneti gia spogli, tra i pendii gia trapunti di bei colchici lilla.15 Forse vedendo il bel fiore malvagio che i fiori uccide e semina le brume, le rondini addestravano le piume 180 al primo volo, timido, randagio; e a me randagio parve buon presagio accompagnarmi loro nel costume. «Viaggio con le rondini stamane ...» «Dove andra?»—«Dove andro! Non so ... Viaggio, 185 v'iaggio per fuggire altro vi'aggio ... Oltre Marocco, ad isolette strane, ricche in essenze, in datteri, in banane, perdute nell'Atlantico selvaggio ... Signorina, s'io torni d'oltremare, 190 non sara d'altri gia? Sono sicuro di ritrovarla ancora? Questo puro amore nostro salira l'altare?» E vidi la tua bocca sillabare a poco a poco le sillabe: giuro. 195 Giurasti e disegnasti una ghirlanda sul muro, di viole e di saette, coi nomi e con la data memoranda: trenta settembre novecentosette ...
Io non sorrisi. L'animo godette 200 quel romantico gesto d'educanda.
76 The Crepuscular Poets Le rondini garrivano assordanti, garrivano garrivano parole d'addio, guizzando ratte come spole, incitando le piccole migrant! ... 205 Tu seguivi gli stormi lontananti ad uno ad uno per le vie del sole ... «Un altro stormo s'alza! ...»—«Ecco s'awia!» «Sono partite ...»—«E non le saluto ...» «Lei devo salutare, quelle no: 210 quelle terranno la mia stessa via: in un palmeto della Barberia16 tra pochi giorni le ritrovero ...» Giunse il distacco, amaro senza fine, e fu il distacco d'altri tempi, quando 215 le amate in bande lisce e in crinoline, protese da un giardino venerando, singhiozzavano forte, salutando diligenze che andavano al confine ... M'apparisti cosi, come in un cantico 220 del Prati,17 lacrimante 1'abbandono per 1'isole perdute nell'Atlantico; ed io fui 1'uomo d'altri tempi, un buono sentimentale giovine romantico ... Quello che fingo d'essere e non sono! Toto Merumeni1 I
Col suo giardino incolto, le sale vaste, i bei balconi secentisti guarniti di verzura, la villa sembra tolta da certi versi miei, sembra la villa-tipo, del Libro di Lettura ...2 5 Pensa migliori giorni la villa triste, pensa gaie brigate sotto gli alberi centenari,
77 Guido Gozzano banchetti illustri nella sala da pranzo immensa e danze nel salone spoglio da gli antiquari. Ma dove in altri tempi giungeva Casa Ansaldo, 10 Casa Rattazzi, Casa d'Azeglio, Casa Oddone, s'arresta un automobile fremendo e sobbalzando, villosi forestieri picchiano la gorgone.3 S'ode un latrato e un passo, si schiude cautamente la porta ... In quel silenzio di chiostro e di caserma 15 vive Toto Merumeni con una madre inferma, una prozia canuta ed uno zio demente. II
Toto ha venticinque anni, tempra sdegnosa, molta cultura e gusto in opere d'inchiostro, scarso cervello, scarsa morale, spaventosa 20 chiaroveggenza: e il vero figlio del tempo nostro. Non ricco, giunta 1'ora di «vender parolette» (il suo Petrarca!4...) e farsi baratto o gazzettiere, Toto scelse 1'esilio. E in liberta riflette ai suoi trascorsi che sara bello tacere. 25 Non e cattivo. Manda soccorso di danaro al povero, all'amico un cesto di primizie; non e cattivo. A lui ricorre lo scolaro pel tema, 1'emigrante per le commendatizie. Gelido, consapevole di se e dei suoi torti, 30 non e cattivo. E il buono che derideva il Nietzche:5 «... in verita derido 1'inetto che si dice buono, perche non ha 1'ugne abbastanza forti ...» Dopo lo studio grave, scende in giardino, gioca coi suoi dolci compagni sull'erba che 1'invita; 35 i suoi compagni sono: una ghiandaia roca, un micio, una bertuccia che ha nome Makakita ... Ill
La Vita si ritolse tutte le sue promesse. Egli sogno per anni 1'Amore che non venne,
78 The Crepuscular Poets sogno pel suo martirio attrici e principesse, 40 ed oggi ha per amante la cuoca diciottenne. Quando la casa dorme, la giovinetta scalza, fresca come una prugna al gelo mattutino, giunge nella sua stanza, lo bacia in bocca, balza su lui che la possiede, beato e resupino ...
IV 45 Toto non puo sentire. Un lento male indomo inaridi le fonti prime del sentimento; 1'analisi e il sofisma fecero di quest'uomo cio che le fiamme fanno d'un edificio al vento. Ma come le ruine che gia seppero il fuoco 50 esprimono i giaggioli dai bei vividi fiori, quell'anima riarsa esprime a poco a poco una fiorita d'esili versi consolatori ...
V Cosi Toto Merumeni, dopo tristi vicende, quasi e felice. Alterna 1'indagine e la rima. 55 Chiuso in se stesso, medita, s'accresce, esplora, intende la vita dello Spirito che non intese prima. Perche la voce e poca, e 1'arte prediletta immensa, perche il Tempo—mentre ch'io parlo!—va, Toto opra in disparte, sorride, e meglio aspetta. 60 E vive. Un giorno e nato. Un giorno morira. Cocotte I
Ho rivisto il giardino, il giardinetto contiguo, le palme del viale, la cancellata rozza dalla quale mi protese la mano ed il confetto ...
79 Guido Gozzano II
5 «Piccolino, che fai solo soletto?» «Sto giocando al Diluvio Universale.» Accennai gli stromenti, le bizzarre cose che modellavo nella sabbia, ed ella si chino come chi abbia 10 fretta d'un bacio e fretta di ritrarre la bocca, e mi bacio di tra le sbarre come si bacia un uccellino in gabbia. Sempre ch'io viva rivedro 1'incanto di quel suo volto tra le sbarre quadre! 15 La nuca mi serro con mani ladre; ed io stupivo di vedermi accanto al viso, quella bocca tanto, tanto diversa dalla bocca di mia Madre! «Piccolino, ti piaccio che mi guardi? 20 Sei qui pei bagni? Ed affittate la?» «Si ... vedi la mia Mamma e il mio Papa?» Subito mi lascio, con negli sguardi un vano sogno (ricordai piu tardi) un vano sogno di maternita ... 25 «Una cocotte! ...» «Che vuol dire, mammina?» «Vuol dire una cattiva signorina: non bisogna parlare alia vicinal» Co-co-tte ... La strana voce parigina 30 dava alia mia fantasia bambina un senso buffo d'ovo e di gallina ... Pensavo deita favoleggiate: i naviganti e 1'isole Felici ... Co-co-tte ... le fate intese a malefici 35 con cibi e con bevande affatturate ... Fate saranno, chi sa quali fate, e in chi sa quali tenebrosi offici!
8o The Crepuscular Poets III
Un giorno—giorni dopo—mi chiamo tra le sbarre fiorite di verbene: 40 «O piccolino, non mi vuoi piu bene! ...» «E vero che tu sei una cocotte?» Perdutamente rise ... E mi bacio con le pupille di tristezza piene. IV
Tra le gioie defunte e i disinganni, 45 dopo vent'anni, oggi si ravviva il tuo sorriso ... Dove sei cattiva Signorina? Sei viva? Come inganni (meglio per te non essere piu viva!) la discesa terribile degli anni? 50 Oime! Da che non giova il tuo belletto e il cosmetico gia fa mala prova 1'ultimo amante diserto 1'alcova ... Uno, sol uno: il piccolo folletto che donasti d'un bacio e d'un confetto, 55 dopo vent'anni, oggi, ti ritrova in sogno, e t'ama, in sogno, e dice: T'amo! Da quel mattino dell'infanzia pura forse ho amato te sola, o creatura! Forse ho amato te sola! E ti richiamo! 60 Se leggi questi versi di richiamo ritorna a chi t'aspetta, o creatura! Vieni. Che importa se non sei piu quella che mi bacio quattrenne? Oggi t'agogno, o vestita di tempo! Oggi ho bisogno 65 del tuo passato! Ti rifaro bella come Carlotta, come Graziella,1 come tutte le donne del mio sogno! II mio sogno e nutrito d'abbandono, di rimpianto. Non amo che le rose 70 che non colsi. Non amo che le cose
8i Guido Gozzano che potevano essere e non sono state ... Vedo la casa, ecco le rose del bel giardino di vent'anni or sono! Oltre le sbarre il tuo giardino intatto 75 fra gli eucalipti liguri si spazia ... Vieni! T'accogliera 1'anima sazia. Fa ch'io riveda il tuo volto disfatto; ti baciero: rifiorira, nell'atto, sulla tua bocca 1'ultima tua grazia. 80 Vieni! Sara come se a me, per mano, tu riportassi me stesso d'allora. II bimbo parlera con la Signora. Risorgeremo dal tempo lontano. Vieni! Sara come se a te, per mano, 85 io riportassi te, giovine ancora. Pioggia d'agosto Nel mio giardino triste ulula il vento, cade 1'acquata a rade goccie, poscia piu precipite giu crepita scroscia a fili interminabili d'argento ... 5 Guardo la Terra abbeverata e sento ad ora ad ora un fremito d'angoscia ... Soffro la pena di colui che sa la sua tristezza vana e senza mete; 1'acqua tessuta dall'immensita 10 chiude il mio sogno come in una rete, e non so quali voci esili inquete sorgano dalla mia perplessita. «—La tua perplessita mediti 1'ale verso meta piu vasta e piu remota! 15 E tempo che una fede alta ti scuota, ti levi sopra te, nell'Ideale! Guarda gli amici. Ognun palpita quale demagogo, credente, patriota ...
82 The Crepuscular Poets Guarda gli amici. Ognuno gia ripose 20 la varia fede nelle varie scuole. Tu non credi e sogghigni. Or quali cose darai per meta all'anima che duole? La Patria? Dio? 1'Umanita? Parole che i retori t'han fatto nauseose! ... 25 Lotte brutali d'appetiti avversi dove 1'anima putre e non s'appaga ... Chiedi al response dell'antica maga la sola verita buona a sapersi; la Natural Poter chiudere in versi 30 i misteri che svela a chi l'indaga!» Ah! La Natura non e sorda e muta; se interrogo il lichene ed il macigno essa parla del suo fine benigno ... Nata di se medesima, assoluta, 35 unica verita non convenuta, dinnanzi a lei s'arresta il mio sogghigno. Essa conforta di speranze buone la giovinezza mia squallida e sola; e 1'achenio del cardo che s'invola, 40 la selce, 1'orbettino, il macaone, sono tutti per me come personae, hanno tutti per me qualche parola ... II cuore che ascolto, piu non s'acqueta in visi'oni pallide fugaci, 45 per altre fonti va, per altra meta ... O mia Musa dolcissima che taci allo stridio dei facili seguaci, con altra voce tornero poeta!— I colloqui I
«I colloqui» ... Rifatto agile e sano aduna i versi, rimaneggia, lima, bilancia il manoscritto nella mano.
83 Guido Gozzano —Pochi giochi di sillaba e di rima: 5 questo rimane dell'eta fugace? E tutta qui la giovinezza prima? Meglio tacere, dileguare in pace or che finite ancora e il mio giardino, or che non punta ancora invidia tace. 10 Meglio sostare a mezzo del cammino, or che il mondo alia mia Musa maldestra, quasi a mima che canta il suo mattino, soccorrevole ancor porge la destra. II
Ma la mia Musa non sara 1'attrice 15 annosa che si trucca e pargoleggia, e la folia deride 1'infelice; giovine tacera nella sua reggia, come quella Contessa Castiglione1 bellissima, di cui si favoleggia. 20 Allo sfiorire della sua stagione, disparve al mondo, sigillo le porte della dimora, e ne resto prigione. Sola col Tempo, tra le stoffe smorte, attese gli anni, senz'amici, senza 25 specchi, celando al Popolo, alia Corte 1'onta suprema della decadenza.
Ill L'immagine di me voglio che sia sempre ventenne, come in un ritratto; amici miei, non mi vedrete in via, 30 curvo dagli anni, tremulo e disfatto! Col mio silenzio restero 1'amico che vi fu caro, un poco mentecatto;
84 The Crepuscular Poets il fanciullo saro tenero e antico che sospirava al raggio delle stelle, 35 che meditava Arturo e Federico,2 ma lasciava la pagina ribelle per seppellir le rondini insepolte, per dare un'erba alle zampine delle disperate cetonie capovolte ...
Notes L'assenza 1. Papilio: a type of diurnal butterfly with very colourful wings. 2. martin pescatore: kingfisher: a small bird usually brightly coloured, with a large crested head. La signorina Felicita ovvero la felicita 1. Ivrea: a city of the Canavese, an area near Turin, dear to Gozzano. 2. Dora: a river, tributary of the Po. 3. dolce paese: probably Aglie, a village in the Canavese where Gozzano spent part of his childhood. 4. ViU'Amarena: probably a reminiscence of Gozzano's maternal grandparents' villa. 5. cortina di granoturco: corn hung from the edge of the roof giving the appearance of a curtain. 6. vesti da contadina: in the seventeenth-century, nobility participating in the literary movement termed "Arcadia" often dressed as shepherds or peasants. 7. Ercole furibondo ed il Centauro: Hercules ... the Centaur. In the myth, Nessus is the centaur killed by Hercules. Nessus took his revenge by giving his shirt full of his dying blood to Deianira, Hercules' wife, and by convincing her that if Hercules were to wear that shirt he
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would remain forever faithful to her. Instead it drove Hercules insane. Fetonte e il Po: Phaethon convinced his father, Helios, the sun god, to let him drive the chariot of fire. He was not able to guide the heavenly horses, and Zeus struck him down with a lightning bolt. Phaethon fell into the Po River. Arianna, Minnsse, il Minotauro: Ariadne, Minos, Minotaur. Minos was a mythical king of Crete. Ariadne, who helped Theseus defeat the Minotaur, was later abandoned by him. The Minotaur was a mythical monster of Crete, half man, half bull, begotten by Pasiphae and a bull. Dafne: Daphne, a nymph in flight from Apollo, "il Nume ghermitore." She was transformed into a laurel tree by her father, Peneus, when she asked for his help. divani corinzi dell'Impero: decorated in an eighteenth-century French style with the acanthus leaf motifs characteristic of the Corinthian capital. Bella Otero: Carolina Otero, a famous Franco-Spanish vaudeville actress at the end of the nineteenthcentury. Pinocchio: the main character of Le
85 Guido Gozzano
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avventure di Pinocchio, by Carlo Collodi, published in 1880. Nietzsche: Friedrich Wilhelm (1844-1900), a German philosopher. colchici lilla: autumnal flower of the lily family; the colchicum, or "naked lady" has a poisonous bulb. Barberia: ancient name of North Africa; included Morocco, Algeria, Tunisia, Libya. Prati: Giovanni Prati (1814-1884), a late romantic poet and patriot.
Toto Merumeni 1. Toto Merumeni: this ironic title is a modification of the name of a comedy by the Latin poet Terence (185-159 B.C.). The title, Heautontimoroumenos, is based on a Greek word which means one who punishes himself. In Les Fleurs du Mai, by Charles Baudelaire (1821-1867), there is also a poem bearing the title "Heautontimoroumenos." 2. Libro di Lettura: shallow, trite, unsophisticated book of literature. 3. la gorgone: door knocker shaped like the head of Gorgon, a mythical monster with a terrifying head covered with snakes instead of hair.
4. Petrarca: Francesco Petrarca (1304-1374), author of the famous Canzoniere, a book of poetry. 5. Nietzsche: German philosopher (1844-1900) who in his later years postulated the idea of the Superman, a strong-willed, unprincipled individual. Cocotte i. Carlotta [...] Graziella: female figures in "L'amica di Nonna Speranza" and "Le due strade" respectively, other poems by Gozzano. I colloqui 1. Contessa Castiglione: Virginia Oldoini Castiglione, sent by Cavour to Paris; because of her beauty she had a strong influence on Napoleon III. In D'Annunzio's // fuoco she is a beautiful countess who lived in isolation when she noticed that her beauty was fading. 2. Arturo e Federico: Arthur Schopenhauer (1788-1860) and Friedrich Nietzsche (1844-1900); German philosophers.
SERGIO C O R A Z Z I N I
Sergio Corazzini was born in Rome on February 6,1886, and died there of tuberculosis on June 17, 1907. He was one of the most influential members of a poetic movement that later came to be known as "Crepuscolarismo." He wrote at a time of crisis and change, when the Romantic ideals fostered by the Risorgimento had failed to take hold of an emerging urban middle class, and when workers' unions and socialist movements began to make their appearance, but also at a time when nationalistic and imperialistic tendencies promoting the formation of a strong and authoritarian state were on the rise. In the sphere of art and literature, Futurism was the other dominant cultural phenomenon. With it "Crepuscolarismo" shared a rejection of previous poetic practice and language, but their similarities ended there. Whereas the Futurist poet was projected forward into the future in his praise of modernity and progress, the Crepuscular poet was not at ease with his own times, and turned inward, cherishing intimacy and isolation while viewing the outside world with ironic detachment and mistrust. Similarly, in opposition to the fanfare and pretentiousness of previous poetic movements, his poetry, created in solitude, became an instrument of personal quest to fulfil personal needs. To the highly stylized neoclassicism of D'Annunzio and the superficial but showy manifestations of European aesthetes, Corazzini opposed more limited and humble objectives, content to achieve the truth within himself and in the world around him. The influence of D'Annunzio's poetry, especially the tempting lyrics of his Poema pamdisiaco, and of Pascoli's poetics of the "fanciullino," are particularly in evidence, but these themes reappear completely divested of their former sublime and cosmic character. Corazzini paid little attention to objects and landscapes, that is, to anything that did not serve as a pretext for his meditation and the
87 Sergio Corazzini elaboration of his favourite symbolisms. He preferred to be more watchful of the "movements" of a soul that found itself caught in the human condition of death and consumption. This is clear in the motif of the dialogue with the "anima sorella," which usually concludes with this final "invitation": "vieni, sorella, il tuo martirio e il mio" ("Invito"). The dialogue with and confession to the "anima sorella" was expanded in later lyrics to encompass the entire poetic composition, and it becomes simply a "tu." Another characteristic of Corazzini's poetry is free verse, which is born of an intolerance for closed forms. Although there are previous examples of free verse, Corazzini's, with its subdued and resigned voice, can be considered an innovation. His poetic language is realistic, common, non-rhetorical, while his lyric tone is subdued, discrete, colloquial. The heroic, sublime, and superhuman themes of his predecessors are left behind, and give way to a world inhabited by small, insignificant objects. In this world the poet is an auctioneer who sells his ideas in the marketplace cheaply since he has lost all aspiration and all belief. Corazzini went so far as to reject the very notion of poet, and even the notion that he was writing poetry. He was merely a lonely and lost "fanciullo" who knew only how to cry and that what he said had no importance. In Corazzini life and poetics were one. Condemned very early by a fatal illness, and living in a world in which he was not at home, Corazzini expressed his anguish in a new poetics of the lost "fanciullino": trembling, abandoned, a dreamer, aimless, alone, innocent, sick, and only wanting to die. Hence, the "rifugio nelle piccole cose" ("Giardini"), which became the repository of the poet's memories, desires, and dreams. But Corazzini was aware of the vanity of life and of the impossibility of realizing dreams. His common condition is one of desolation, decay, boredom. Man has lost his biological identity. He is an object, a puppet in a cardboard world, where not even love is possible. Corazzini was aware of the precariousness of his own existence, and life to him became futile and worthless—hence, the desire to die. Illness and a foreboding of death were a concrete and objective condition of Corazzini's everyday experience. He tells of his suffering, resignation, passivity in the face of a destiny that has marked him from the beginning. Already in his early poems, Corazzini's preoccupation was with that tired desire for death and the suffering presence of things, the "mortale nostalgia," that dominates his later poetry. But the poet's discourse on death was also symptomatic of a new poetic truth: resigned self-confession in a continuous uninterrupted dialogue-monologue. The vague confession of sadness and melancholy became a
88 The Crepuscular Poets veritable poetic solution, climaxing in an acceptance of death which accounts for the religious tone that characterizes his later poetry. Massimo Verdicchio, University of Alberta Selected Works Dolcezze. Roma: Tipografia cooperativa operaia romana, 1904. L'amaro calice. Roma: Tipografia cooperativa operaia romana, 1905. Le aureole. Roma: Tipografia cooperativa operaia romana, 1905. Piccolo libra inutile. Roma: Tipografia cooperativa operaia romana 1906. Elegia, frammento. Roma: Tipografia cooperativa operaia romana, 1906. Libra per la sera della domenica. Roma: Tipografia cooperativa operaia romana, 1906. Poesie edite e inedite. Ed. Stefano Jacomuzzi. Torino: Einaudi, 1968. Selected Bibliography Arnaldi, Paola M. "Sergio Corazzini: la poesia come iniziazione alia morte," Critica Letteraria, 60 (1988). Livi, Francpis. La parola crepuscolare. Corazzini, Gozzano, Moretti. Milano: Institute Propaganda Libraria, 1986. Jacomuzzi, Stefano. Sergio Corazzini. Milano: Mursia, 1963. Nozzoli, Anna, and Jole Soldateschi. I crepuscolari. Firenze: La Nuova Italia, 1978. Quatela, Antonio. Invito a conoscere il Crepuscolarismo. Milano: Mursia, 1988. Tedesco, Natale. La condizione crepuscolare. Saggi sulla poesia Italiana del '900. Firenze: La Nuova Italia, 1970. From L ' A M A R O C A L I C E Toblack
I ... E giovinezze erranti per le vie piene di un grande sole malinconico, portoni semichiusi, davanzali deserti, qualche piccola fontana 5 che piange un pianto eternamente uguale
89 Sergio Corazzini al passare di ogni funerale, un cimitero immenso, un'infinita messe di croci e di corone, un lento angoscioso rintocco di campana 10 a morto, sempre, tutti i giorni, tutte le notti, e in alto, un cielo azzurro, pieno di speranza e di consolazione, un cielo aperto, buono come un occhio di madre che rincuora e benedice. II
15 Le speranze perdute, le preghiere vane, 1'audacie folli, i sogni infranti, le inutili parole de gli amanti illusi, le impossibili chimere, e tutte le defunte primavere, 20 gl'ideali mortali, i grandi pianti de gli ignoti, le anime sognanti che hanno sete, ma non sanno bere, e quanto v'ha Toblack1 d'irraggiungibile e di perduto e in questa tua divina 25 terra, e in questo tuo sole inestinguibile, e nelle tue terribili campane e nelle tue monotone fontane, Vita che piange, Morte che cammina. Ill
Ospedal tetro, buona penitenza 30 per i fratelli misericordiosi cui ben fece di se Morte pensosi nella quotidiana esperienza, anche se dal tuo cielo piova, senza tregua, dietro i vetri lacrimosi 35 tiene i lividi tuoi tubercolosi un desiderio di convalescenza.
9O The Crepuscular Poets Sempre, cosi finche verra la bara, quietamente, con il crocefisso a prenderli nell'ultima corsia. 40 A uno a uno Morte li prepara, e tutti vanno verso il tetro abisso, lungo, Speranza! la tua dolce via! IV
Anima, quale mano pietosa accese questa sera i tuoi fanali 45 malinconici, lungo gli spedali ove la morte miete senza posa? Vidi lungo la via della Certosa2 passare funerali e funerali; disperata etisia3 degli Ideali 50 anelanti4 la cima gloriosa! Ora tutto e qu'ieto: nelle bare stanno i giovini morti senza sole, arde in corona5 la pieta de' ceri. Anima, vano e questo lacrimare, 55 vani i sospiri, vane le parole su quanto ancora in te viveva ieri. FromLE A U R E O L E Spleen1 Che cosa mi canterai tu questa sera? Arnica, non voglio pensare troppo: la prima canzone 5 che ricordi, antica, non importa; una di quelle canzoni che non si cantano piu da tanto,
91 Sergio Corazzini 10 che non fanno piu schiuder balconi da un secolo. Vuoi darmi la nostalgia di una canzone morta? Sei triste, mi dai pena 15 questa sera; non canti, non mi parli ... Che hai? malinconia di morire? Ti duoli perche siamo soli? Ricordi 1'ultimo ballo 20 nel tuo salotto giallo roso2 dai tarli? Sai che e primavera? lo non me n'era accorto; non ho rosai, 25 non ne ho avuto mai nel mio triste orto. Perche non suoni? Langue di desiderio quel tuo piccolo pianoforte esangue, 30 nell'ombra; o non cosi, arnica, 1'anima ci sospira nell'attesa di chi sappia farla vibrare? 35 Oh, che tristezza! Pare, nel biancore lunare, malata di etisia, con tutte le sue porte chiuse, la nostra via 40 diserta e quel fanale solo e torbido pare che attendendo la morte ne vegli 1'agonia.
92 The Crepuscular Poets La finestra aperta sul mare a Francesco Serafini Non rammento. lo la vidi aperta sul mare, come un occhio a guardare, coronata di nidi. 5 Ma non so ne dove, ne quando, mi apparve; tenebrosa come il cuore di un usuraio, canora come 1'anima di un fanciullo. Era 10 la finestra di una torre in mezzo al mare, desolata terribile nel crepuscolo, spaventosa nella notte, triste cancellatura nella chiarita dell'alba. 15 Le antichissime sale morivano di noia: solamente 1'eco delle gavotte,1 ballate in tempi lontani da piccole folli signore incipriate, le confortava un poco. 20 Qualche gufo co' tristi occhi, dall'alto nido scricchiolante incantava 1'ombra vergine di stelle. E non c'era piu nessuno 25 da tanti anni, nella torre, come nel mio cuore. Sotto la polvere ancora, un odore appassito, indefinito, esalavano le cose, 30 come se le ultime rose dell'ultima lontana primavera fossero tutte morte in quella torre triste, in una sera triste. E lacrimava per i soffitti 35 pallidi, il cielo, talvolta
93 Sergio Corazzini sopra lo sfacelo delle cose. Lacrimava dolcemente quietamente per ore e ore, come un piccolo fanciullo malato. 40 Dopo, per la finestra veniva il sole, e il mare, sotto, cantava. Cantava 1'azzurro amante, cingendo la torre tristissima 45 di tenerezze improwise, e il canto del titano2 aveva dolcezze, sconforti, malinconie, tristezze profonde, nostalgie 50 terribili ... Ed egli le offriva i suoi morti, tutte le navi infrante, naufragate lontano.
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Una sera per la malinconia di un cielo che invano chiamava da ore e ore le stelle, volarono via con il cuore pieno di tremore le ultime rondini e a poco a poco nel mare caddero i nidi: un giorno non vi fu piu nulla intorno alia finestra. Allora qualche cosa tremo si spezzo nella torre e, quasi in un inginocchiarsi lento di rassegnazione davanti al grigio altare dell'aurora, la torre si dono al mare.
94 The Crepuscular Poets From P I C C O L O L I B R O I N U T I L E Desolazione del povero poeta sentimentale I
Perche tu mi dici: poeta? lo non sono un poeta. lo non sono che un piccolo fanciullo che piange. Vedi: non ho che le lagrime da offrire al Silenzio. 5 Perche tu mi dici: poeta? II
Le mie tristezze sono povere tristezze comuni. Le mie gioie furono semplici, semplici cosi, che se io dovessi confessarle a te arrossirei. Oggi io penso a morire. Ill
10 Io voglio morire, solamente, perche sono stance; solamente perche i grandi angioli su le vetrate delle catedrali mi fanno tremare d'amore e di angoscia; solamente perche, io sono, oramai, 15 rassegnato come uno specchio, come un povero specchio melanconico. Vedi che io non sono un poeta: sono un fanciullo triste che ha voglia di morire. IV
Oh, non maravigliarti della mia tristezza! 20 E non domandarmi; io non saprei dirti che parole cosi vane, Dio mio, cosi vane, Che mi verrebbe di piangere come se fossi per morire. Le mie lagrime avrebbero 1'aria 25 di sgranare un rosario1 di tristezza davanti alia mia anima sette volte dolente
95 Sergio Corazzini ma io non sarei un poeta; sarei, semplicemente, un dolce e pensoso fanciullo cui avvenisse di pregare, cosi, come canta e come dorme. V
30 Io mi comunico del silenzio, cotidianamente, come di Gesu. E i sacerdoti del silenzio sono i romori, poi che senza di essi io non avrei cercato e trovato il Dio. VI
Questa notte ho dormito con le mani in croce. Mi sembro di essere un piccolo e dolce fanciullo 35 dimenticato da tutti gli umani, povera tenera preda del primo venuto; e desiderai di essere venduto, di essere battuto di essere costretto a digiunare 40 per potermi mettere a piangere tutto solo, disperatamente triste, in un angolo oscuro. VII
Io amo la vita semplice delle cose. Quante passioni vidi sfogliarsi,2 a poco a poco, 45 per ogni cosa che se ne andava! Ma tu non mi comprendi e sorridi. E pensi che io sia mala to. VIII Oh, io sono, veramente malato! E muoio, un poco, ogni giorno. 50 Vedi: come le cose. Non sono, dunque, un poeta: io so che per esser detto: poeta, conviene viver ben altra vita! Io non so, Dio mio, che morire. 55 Amen.
96 The Crepuscular Poets Per organo di Barberia1
I Elemosina triste di vecchie arie sperdute, vanita di un'offerta che nessuno raccoglie! 5 Primavera di foglie in una via diserta! Poveri ritornelli che passano e ripassano e sono come uccelli 10 di un cielo musicale! Ariette2 d'ospedale che ci sembra domandino un'eco in elemosina! II
Vedi: nessuno ascolta 15 Sfogli3 la tua tristezza monotona davanti alia piccola casa provinciale che dorme; singhiozzi quel tuo brindisi 20 folle di agonizzanti una seconda volta, ritorni su' tuoi pianti ostinati di povero fanciullo incontentato, 25 e nessuno ti ascolta. Canzonetta all'amata Conviene che tu muoia, dolcezza, oggi, per me. Vele di barche in mare! Non dovevo lasciare 5 che, pur se triste, il sole bagnasse il limitare!1
97 Sergio Corazzini Conviene che tu muoia, dolcezza, oggi, per me. Forse mi allontanai 10 troppo, che, certo, mai tanto mi piacque andare solo, con la mia bella rete nuova e una Stella per guida fra' rosai. 15 Conviene che tu muoia, dolcezza, oggi, per me. Erano cosi chiare le acque! Dolce pescare se la rete sia nuova! 20 Quanti nidi contai di stelle e quante mai vele di barche in mare? Conviene che tu muoia, dolcezza, oggi, per me. 25 Quale gioia tento la porta, s'inoltro cauta e infantilmente rise nell'obliata casa e fiori la grata2 30 di viole? Non so. Conviene che tu muoia, dolcezza, oggi, per me. Felicita mi spiace, felicita e loquace 35 come un bimbo; 1'ho a noia! La mia rete ha ceduto, la mia Stella ha perduto il fedele seguace. Conviene che tu muoia, 40 dolcezza, oggi, per me.
98 The Crepuscular Poets Vele di barche in mare. Chi attendi al limitare? Regina delle lagrime e de' dolci martiri, 45 non anche tu sospiri chi deve ritornare? Si, conviene che muoia, dolcezza, tu, per me. FromLIBRO P E R L A S E R A D E L L A D O M E N I C A La morte di Tantalo1 Noi sedemmo sull'orlo della fontana nella vigna d'oro. Sedemmo lacrimosi in silenzio. Le palpebre della mia dolce arnica 5 si gonfiavano dietro le lagrime come due vele dietro una leggera brezza marina. II nostro dolore non era dolore d'amore ne dolore di nostalgia 10 ne dolore carnale. Noi morivamo tutti i giorni cercando una causa divina il mio dolce bene ed io. Ma quel giorno gia vania2 15 e la causa della nostra morte non era stata rinvenuta.3 E calo la sera su la vigna d'oro e tanto essa era oscura che alle nostre anime apparve 20 una nevicata di stelle. Assaporammo tutta la notte i meravigliosi grappoli. Bevemmo 1'acqua d'oro,
99 Sergio Corazzini e 1'alba ci trovo seduti 25 sull'orlo della fontana nella vigna non piu d'oro. O dolce mio amore, confessa al viandante che non abbiamo saputo morire 30 negandoci il frutto saporoso e 1'acqua d'oro, come la luna. E aggiungi che non morremo piu e che andremo per la vita errando per sempre. Notes Toblack 1. Toblack: Dobbiaco, a small sanatorium town in Tyrol. 2. Certosa: a Carthusian monastery. 3. etisia: tuberculosis; consumption. 4. anelanti: yearning for. 5. corona: wreath. Spleen 1. spleen: melancholy. 2. roso: gnawed. La finestra aperta sul mare 1. gavotte: the gavotte, a popular French dance of the seventeenth century. 2. tilano: a Titan, a giant in mythology. Desolazione del povero poeta sentimentale 1. sgranare un rosario: to say one's prayers. 2. sfogliarsi: shedding of leaves.
Per 1. 2. 3.
organo di Barberia organo di Barberia: a barrel-organ. Ariette: tune; melody. Sfogli: to leaf through.
Canzonetta all'amata 1. limitare: threshold. 2. la grata: grating. La morte di Tantalo 1. Tantalo: Tantalus, a mythic figure known for his suffering. 2. vania: to fade away; to vanish. 3. rinvenuta: to discover.
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F I L I P P O TOMMASO M A R I N E T T I
To speak of Filippo Tommaso Marinetti one must also speak of the avant-garde movement which he founded and tirelessly championed throughout his career: namely, Futurism. From its beginnings in 1909 to the end of World War II, the Futurist movement set out to foment revolutionary change in every sphere of Italian life, from the arts to politics, morality, clothing, and even cooking. Combating the traditionalism and provincialism of turn-of-the-century Italian culture, the movement sought to found a cosmopolitan counterculture based on the concepts of youth, speed, violent revolt, innovation and experimentation. The label "Futurism" denoted at once adoration of the new, and struggle against the prevalence of "pastism" or passatismo (the idolatry of the past). In its first decade of existence Futurism became the first full-fledged cultural/political avant-garde movement of the twentieth century, gathering together painters, musicians, architects, political revolutionaries, and poets from several nations. The ancestor of later movements such as Dada and Surrealism, Futurism had a powerful influence not only on the cultural atmosphere of Italy during the Fascist era (1922-1945), but also on twentieth-century culture as a whole. Marinetti was born in Alexandria, Egypt, on December 22, 1876, to a well-to-do family of northern Italian lawyers. He was educated in French schools, completing his baccalaureate in Paris in 1893. By this time his family had resettled in Milan, so Marinetti enrolled in the law school of the University of Pavia, and then at the University of Genoa, where he earned his law degree in 1899. Marinetti's literary vocation was firmly established well before the completion of his legal studies. Already in 1898 he had gained acclaim for a free-verse poem, Les Vieiix Marins, which won the Samedis Populaires, a Paris poetry prize sponsored by the actress Sarah Bernhardt. In the wake of this early success the fledgling poet cast himself in the role of Franco-Italian cultural
104 The Futurists ambassador. He shuttled back and forth between the literary salons of Paris and Milan, published in prominent French periodicals, and composed works in French, such as La conquete des etoiles—a free-verse epic which recounts, in heavy promethean tones, the rise of a stormy sea up into the heavens. But most of all Marinetti toured Italy, spreading the gospels of Symbolism and free-verse poetry. This evangelism was a harbinger of things to come. By 1905 Marinetti had moved to Milan, founded the review Poesia (where he would publish the leading French and Italian poets), and initiated an international poll on the use of free verse. In the meantime he continued to write in French, with his work moving away from the late-Romantic metaphysical bombast of La conquete des etoiles, first towards satire (Le roi bombance), and then towards the modernist themes that would become his trademark: Eros, violence, dynamism, speed, technology. These developments all coalesced with the publication, on February 20, 1909, of the "Fondazione e Manifesto del Futurismo" on the front page of the French daily Le Figaro. With its incendiary proclamations ("un automobile ruggente [...] e piu bello della Vittoria di Samotracia"), its call for a cultural ethos of action and revolt ("Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie")/ the founding manifesto stirred up both controversy and support. It enabled Marinetti to build up a movement around him consisting primarily of younger artists and poets (Boccioni, Buzzi, Carra, Palazzeschi, Russolo, Sant'Elia), although more established figures like Balla and Lucini would soon follow. In the movement's first years, Marinetti composed poetry and novels (now mostly in Italian), published and authored manifestos, and led his army on a series of sometimes riotous campaigns, earning for himself an international following and the sobriquet "the caffeine of Europe." Especially indicative of the anarchist spirit of early Futurism were the multimedia soirees (serate fuiuriste) the movement staged in numerous Italian cities. Combining explosive political harangues with the presentation of artworks, experimental poetry, noise music, dance, and theatrical works, these freewheeling events usually culminated in ritual showers of rotten vegetables, if not in outright brawling. Confrontational tactics would also mark the next phase of Marinetti's life, as well as Futurism's close ties to early Fascism. At the forefront of the campaign in favour of Italy's entry into World War I, Marinetti was quick to volunteer for battle in 1915, and no less quick to join the radical veterans' movements out of which arose in 1919 the first Fasci di combattimento. Continuing his work as a Futurist activist—the movement had now moved into a period of stasis—he unsuccessfully ran for parliament on the Fascist ticket in that same year. Although Marinetti's
1O5 Filippo Tommaso Marinetti strident anti-monarchism and anti-clericalism gave rise to friction with Mussolini even before the 1922 march on Rome, both Marinetti and his movement remained stalwart supporters of Fascist rule during the ensuing decades. This loyalty was repaid through his election to the Italian Academy in 1929. In 1935 he volunteered to fight in Mussolini's Ethiopian campaign, and then again in 1942 (at the age of 66) for service on the Russian front. Weakened by this last tour of duty, Marinetti died of heart failure at Bellagio on December 2,1944. While Marinetti's talents as an activist have never been in doubt, his achievements as a writer have sometimes been challenged. Doubtless, many contemporary readers will find a novel like Mafarka,with its hallucinatory narrative, its violent phallicism and misogyny, hard to stomach. Yet there is one literary genre in which Marinetti ranks not only as a master, but also as the founding father: the art of manifesto writing. The 1909 manifesto, for example, is a paragon of modernist writing. In a matter of a few terse paragraphs it describes an allegorical journey out of decadence into a bold new industrial/mechanical dawn via the relay of a speeding automobile. The protagonists' successful escape from death is marked by an abrupt shift from third-person narration to first-person proclamations of Futurism's ten-point program: "i) Noi vogliamo cantare 1'amor del pericolo, 1'abitudine all'energia e alia temerita. 2) II coraggio, 1'audacia, la ribellione, saranno element! essenziali della nostra poesia [...]." In short, the founding manifesto inaugurates a new literary genre mixing fact and fiction, theory and practice, humour and seriousness, exhortation and provocation. Marinetti's importance as a manifesto writer begins to suggest one of the reasons for his lesser reputation as a poet: the relative precedence in his opus of theoretical statement over poetic practice. His relentless experimentalism (which began to run dry in the early 19305) gives rise to a body of writings that is sometimes uneven, in need of the sort of polishing that he associated with the passeist monumentalization of the past. Accordingly, Marinetti's most memorable accomplishments as a poet tend to be closely tied to theoretical programs. His "parole in liberta" war epic Zang Tumb Tumb (1914) is no exception. Published in 1914, this kaleidoscopic visual poem describes the author's stint as a newspaper correspondent at the battle of Edirne in 1912. But instead of recounting his experiences in the usual linear manner, Zang Tumb Tumb attempts to embody war: to make of war its compositional method and poetic medium. This it does by implementing the propositions enunciated in the 1913 "Distruzione della sintassi" manifesto; among others: the rejection of syntax and unilinear narrative, the use of mathematical and musical signs, frequent recourse to onomatopoeia and "ortografia libera
io6 The Futurists espressiva," continuous shifts in typeface and layout, the use of verbs in the infinitive, and chains of atmospheric adjectives. Zang Tumb Tumb thus constitutes itself as an act of war against all literary and linguistic strictures, against conservative notions of selfhood and story-telling, against non-bellic ideas of beauty, against passive/pacifist forms of reading. For Marinetti here (as elsewhere) war emerges as a generative principle: it is history's way of cleaning house, poetry's way of shedding the burden of tradition. In conclusion, it is necessary to return to what is surely Marinetti's most enduring legacy in Italian cultural history: his conception of the poet not as a contemplative, but rather as an agitator, organizer, and political revolutionary. It seems no coincidence that the current resurgence of interest in Futurism can be traced back to the period of radical militancy extending from May 1968 through the late 19705 (the so-called anni di piombo). Despite the considerable gap in ideology and historical circumstances, the impact of Futurism on the postwar era has remained substantial, whether in the context of youth countercultures (punk rock, the indiani metropolitan?) or in the subsequent history of literary/artistic avant-gardes (body art, conceptualism, neoavanguardia). Jeffrey Schnapp, Stanford University Selected Works La conquete des etoiles. Paris: La Plume, 1902. Zang tumb tunib. Milano: Edizioni Futuriste di "Poesia," 1914. Les mots en liberte futuristes. Milano: Edizioni Futuriste di "Poesia," 1919. Spagna veloce e torn futurista. Milano: Editore Morreale, 1931. L'aeropoema del Golfo della Spezia. Milano: Mondadori, 1935. // poema africano. Milano: Mondadori, 1937. // poema non umano del tecnidsmi. Roma: Mondadori, 1940. Teoria e invenzione futurista, ed. Luciano De Maria. Milano: Mondadori, 1968.
Selected Bibliography Crispolti, Enrico. Jl mito della macchina e altri temi del futurismo. Trapani: Celebes, 1969. De Maria, Luciano. Marinetti e il futurismo. Milano: Mondadori, 1973. Joll, James. Three Intellectuals in Politics: Blum, Rathenau, Marinetti. New York: Harper & Row, 1960.
1O7 Filippo Tommaso Marinetti Kirby, Michael. Futurist Performance. New York: Dutton, 1971. Lista, Giovanni. Marinetti. Paris: Seghers, 1976. Mariani, Gaetano. II primo Marinetti. Firenze: Le Monnier, 1970. Perloff, Marjorie. The Futurist Moment. Chicago: University of Chicago Press, 1986. Salaris, Claudia. Filippo Tommaso Marinetti. Firenze: La Nuova Italia, 1988. . Storia del Futurismo. Roma: Editori Riuniti, 1985. Schnapp, Jeffrey. "Politics and Poetics in F. T. Marinetti's Zang Tumb Tumb," Stanford Italian Review, 5.1 (1985). Tisdall, Caroline and Bozzolla, Angelo. Futurism. New York: Oxford University Press, 1978.
From LA V I L L E C H A R N E L L E All'automobile da corsa
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Veemente dio d'una razza d'acciaio, Automobile ebbra di spazio, che scalpiti e fremi d'angoscia rodendo il morso1 con striduli denti ... Formidabile mostro giapponese, dagli occhi di fucina/ nutrito di fiamma e d'oli mineral!,3 avido d'orizzonti, di prede siderali ...4 lo scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente, scateno i tuoi giganteschi pneumatic!, per la danza che tu sai danzare via per le bianche strade di tutto il mondo! ... Allento finalmente le tue metalliche redini, e tu con volutta ti slanci nell'Infinito liberatore! All'abbaiare5 della tua grande voce ecco il sol che tramonta inseguirti veloce accelerando il suo sanguinolento palpito, all'orizzonte ... Guarda, come galoppa,6 in fondo ai boschi, laggiu! ... Che importa, mio demone bello? lo sono in tua balia! ... Prendimi! ... Prendimi! ...
io8 The Futurists 25 Sulla terra assordata, benche tutta vibri d'echi loquaci; sotto il cielo acciecato, benche folto di stelle, 10 vado esasperando la mia febbre ed il mio desiderio, 30 scudisciandoli7 a gran colpi di spada. E a quando a quando8 alzo il capo per sentirmi sul collo in soffice stretta9 le braccia folli del vento, vellutate e freschissime ... 35 Sono tue quelle braccia ammalianti10 e lontane che mi attirano, e il vento non e che il tuo alito d'abisso, 0 Infinito senza fondo che con gioia m'assorbi! ... Ah! ah! vedo a un tratto mulini 40 neri, dinoccolati," che sembran correr su 1'ali di tela vertebra ta come su gambe prolisse ..." Ora le montagne gia stanno per gettare 45 sulla mia fuga mantelli di sonnolenta frescura, la, a quel sinistro svolto ... Montagne! Mammut in mostruosa mandra/3 che pesanti trottate, inarcando le vostre immense groppe, 50 eccovi superate, eccovi avvolte dalla grigia matassa delle nebbie! ... E odo il vago echeggiante rumore che sulle strade stampano 1 favolosi stivali da sette leghe14 55 dei vostri piedi colossal! ... O montagne dai freschi mantelli turchini! ... O bei fiumi che respirate beatamente al chiaro di luna! O tenebrose pianure! ... Io vi sorpasso a galoppo! ... 60 Su questo mio mostro impazzito! ... Stelle! mie stelle! 1'udite 11 precipitar dei suoi passi? ... Udite voi la sua voce, cui la collera spacca ...
1O9 Filippo Tommaso Marinetti la sua voce scoppiante, che abbaia, che abbaia ... 65 e il tuonar de' suoi ferrei polmoni crrrrollanti a prrrrecipizio interrrrrminabilmente? ...I5 Accetto la sfida, o mie stelle! ... Piu presto! ... Ancora piu presto! ... 70 E senza posa, ne riposo! ... Molla16 i freni! Non puoi? schiantali, dunque, che il polso del motore centuplichi i suoi slanci! Urra! Non piu contatti con questa terra immonda! 75 lo me ne stacco alfine, ed agilmente volo sull'inebbriante fiume degli astri che si gonfia in piena17 nel gran letto celeste!
no The Futurists From Z A N G - T U M B - T U M B 1 Hadirlik2 quartier generate turco
imboscata di T. S. F.3 bulgart vibbbrrrrrrrarrrrrre 4 arrrrrrruffarrre comunlcazioni turche Sciukri Fascia5 - Costantinopoli6
5 assalb contro Seyloglou9 mascherare assalto
in Filippo Tommaso Marinetti importante contro Marasch10 punto
debole
obbiettivo bulgaro ministro della guerra
infor-
mato dall'ambasciata turca di 10
per
Parigi
che
telegrafo rinforzare senza fili
esercito Bulgari
serbo davanti
Adrianopoli" potere usurpato dai
Turchi12
Giovani
ladri
assassin! smembramento della Turchia
15
impassibilita solare di Sciukri Fascia supplicazioni
di
3.000
toum tza tzu13
toumtoum-
affamati
colpi d'ascia
assalto
ai
forni negozi vuotati 20
Zucchero
20
fr.
prezzi riso 2 fr. 50 aumentati petrolic 25 fr. al del 300%
al
Kg. bidone
sale 18 fr. al Kg.
fucilare immediatamente 25
TUTTI [100] TUTTI [300] TUTTI [2000] soldati che tabacchi
hanno
assaltata
la
regia
dei
BOOOOOOOMBAAAARDAMENTO BOOOOOMBOOOOOMBAAAAARDAAAMENTO
112 The Futurists 30
35
40
45
50
55
ogni 5 second! cannoni da assedio sventrare spazio con un accordo tam-tuuumb14 ammutinamento di 500 echi per azzannarlo sminuzzarlo sparpagliarlo all'infinite nel centro di quei tam-tuuumb spiacciccati (ampiezza 50 chilometri quadrati) balzare scoppi tagli pugni batterie tiro rapido Violenza ferocia regolarita questo basso grave scandere gli strani folli agitatissimi acuti della battaglia Furia affanno orecchie occhi narici aperti attenti forza che gioia vedere udire fiutare tutto tutto taratatatata15 delle mitragliatrici strillare a perdifiato sotto morsi schiaffffi traak-traak16 frustate pic-pacpum-tumb17 bizzzzarrie salti altezza 200 m. della fucileria Giu giu in fondo all'orchestra stagni diguazzare buoi buffali pungoli carri pluff plaff18 impennarsi di cavalli flic flac zing zing sciaaack19 ilari nitriti iiiiiii...20 scalpiccii tintinnii 3 battaglioni bulgari in marcia croooc-craaac21 [LENTO DUE TEMPI]2*Sciumi 23 Maritza o Karvavena croooc craaac grida degli ufficiali sbataccccchiare come piatttti d'otttttone pan di qua paack24 di la cing buuum cing ciak25[PRESTO]26 ciaciaciaciaciaak27 su giu la la intorno in alto attenzione sulla testa ciaack bello Vampe vampe*s
vampe
60
65
70
vampe vampe
vampe vampe
vampe ribalta dei forti
vampe die-
tro quel fumo Sciukri Fascia comunica telefonicamente con 27 forti in turco in tedesco allo Ibrahim Rudolf allo allo29 attori ruoli echi suggeritori scenari di fumo foreste applausi odore di fieno fango stereo non sento piu i miei piedi gelati odore di salnitro odore di marcio Timmmpani flauti clarini dovunque basso alto uccelli cinguettare beatitudine ombrie dp-dp-n>30 brezza verde mandre
113 Filippo Tommaso Marinetti
75
80
85
dan-dan-don-diii-bee^1 tam-tumb-tumb tumb-tumb-tumbtumb-tumb Orchestra pazzi bastonare professori d'orchestra quest! bastonatissimi suooooonare suoooooonare Graaaaandi fragori non cancellare precisare rittttagliandoli rumori piu piccoli minutisssssssimi rottami di echi nel teatro ampiezza 300 chilometri quadrati Fiumi Maritza Tungia32 sdraiati Monti Rodopi" ritti alture palchi loggione 2000 shrapnels sbracciarsi esplodere fazzoletti bianchissimi pieni d'oro Tum-tumb 2000 granate protese strappare con schianti capigliature tenebre zang-tumbzang-tuuum-tuuumb orchestra del rumori di guerra gonfiarsi sotto una nota di silenzio tenuta nell'alto cielo pallone sferico dorato34 sorvegliare tiri parco aerostatico Kadi-Keuy35 BILANCIO DELLE ANALOGIE36
d.' SOMMA) 90
Marcia del cannoneggiamento futurista colossoleitmotif-maglio-genio-novatore-ottimismo-fame-ambizione (TERRIFICOASSOLUTOSOLENNEEROICOPESANTEIMPLACABILEFECONDANTE)* tuumb tumb tumb
95
(2." SOMMA)
100
difesa Adrianopoli passatismo minareti dello scetticismo cupole-ventri dell'indolenza vigliaccheria ci-penseremo-domani non-c'e-pericolo non-e-possibile a-che-serve dopo-tutto-me-ne-infischio38 consegna di tutto lo stock in stazione-unica = cimitero (3."
105
SOMMA)
intorno ad ogni obice-passo39 del colosso-accordo cadere del maglio-creazione del genio-comando correre ballo tondo galoppante di rucilate mitragliatrici violini monelli odori-di-bionda-trentenne cagnolini ironie dei critici ruote ingranaggi grida
114 The Futurists gesti rimpianti (ALLEGRO AEREO SCETTICO FOLLEGGIANTEAEREOCORROSIVOVOLUTTUOSO) no
115
120
(4." SOMMA) intorno a Adrianopoli + bombardamento + orchestra -f passeggiata-del-colosso + officina allargarsi cerchi concentrici di riflessi plagi echi risate barnbine fiori fischi-di-vapore attese piume profumi fetori angoscie (WFINITOMONOTONOPERSUASIVO NOSTALGICO) Questi pesi spessori rumori odori turbini molecolari catene reti corridoi di analogic concorrenze e sincronismi offrirsi offrirsi offrirsi offrirsi in dono ai miei amici poeti pittori musicisti e rumoristi futuristi zang-tumb-tumb-zang-zang-tuuumb tatatatatatatata picpac pampacpacpicpampampac uuuuuuuuuuuuuuu40 ZANG-TUMB TUMB-TUMB TUUUUUM
From I N U O V I P O E T I F U T U R I S T I Si si, cosi, 1'aurora sul mare (parole in liberta)1 3 ombre corrosive contro
1'ALBA i venti via via lavorando impastando il mare cosi muscoli e sangue per 1'Aurora 5
EST
slittante
luce gialla sghimbescia2 Poi un verde diaccio3 Poi
115 Filippo Tommaso Marinetti 10
NORD un rosso strafottente rumore duro vitreo Poi un grigio stupefatto
15
Le nuvole rosee sono delizie lontane fanfare di carminio scoppi di scarlatto fievole no grigio tamtam4 di azzurro No
Si No
si
20
si
si
si
si
si
25
30
35
40
giallo reboante5 Meraviglia dei grigi Tutte le perle dicono SI Ragionamenti persuasivi verdazzurri delle rade adescanti6 I Lastroni lisci violacei del mare tremano di entusiasmo Un raggio Rimbalza di roccia inroccia7 La meraviglia si mette a ridere nelle vene del mare Rischio di una nuvola blu a perpendicolo sul mio capo Tutti i prismatismi8 aguzzi delle onde impazziscono Calamitazioni9 di rossi no no no SI
si
45
si
altalena soffice dei chiaroscuri Puramente
n6 The Futurists Riposo al largo penombra insoddisfatta Una vela accesa scollina10 all'orizzonte che trema
50
ROMBO D'ORO risucchio di tre ombre in quella rada mangiata dal Sole - bocca denti sanguigni bave lunghe d'oro che beve il mare e addenta rocce 55
SI
semplicemente SI elasticamente
pacatamente
cosi
60
ancora ANCORA
ANCORA MEGLIO COSI
Notes All'automobile da corsa 1. rodendo il morso: biting on a bit, like a horse. 2. occhi di fucina: the fiery "eyes" of a blacksmith's forge. 3. oil minerali: petroleum and motor oil. 4. prede siderali: stars. 5. abbaiare: the automobile's roar. 6. galoppa: the setting sun appears to "gallop" after the speeding car as it nears the horizon line. 7. scudisciandoli: whipping up my desire and fever.
8. a quando a quando: every now and then. 9. soffice stretta: a soft embrace or grip. 10. braccia ammalianti: the bewitching arms of the infinite. u. mulini ... dinoccolati: slouching mills (presumably windmills), whose "invertebrate" structure contrasts with the rigid "vertebrate" vanes on which they both fly ("ali") and "run" ("correr"). 12. gambe prolisse: here employed in the Latin sense of "stretched out" or "elongated" legs.
117 Filippo Tommaso Marinetti 13. mostruosa mandra: the chain of mammoth mountains. 14. stivali da sette leghe: the mountains' 2i-mile-long base. 15. crrrrollanti a prrrrecipizio / internrrminabilmente: examples of "free expressive orthography," a practice which Marinetti defined as an "instinctive deformation of words," corresponding to mankind's "natural tendency towards onomatopoeia." 16. molla: release the brake. 17. in piena: high tide, i.e., the celestial river is overflowing. Hadirlik quartier generate turco 1. Zang-Tumb-Tumb: the sound of an artillery shell being fired, hitting its target, and then resounding. ZangTumb-Tumb describes the assault by the forces of the Balkan League on the Turkish city of Edirne, which lies on the Greco-Turkish border. In 1912 Bulgaria, Serbia, Greece, and Montenegro had formed the Balkan League and advanced territorial claims against Turkey. The latter declared war on the League, leading to a Bulgarian siege of the Maritsa river valley and Edirne. Marinetti was present at the battle of Edirne in October of 1912. At the time he was serving as a war correspondent for the French daily newspaper Gil Bias. 2. Hadirlik: location of Turkish general command. 3. T.S.F.: abbreviation for "Telegrafo senza fili," or wireless telegraph. 4. vibbbrrrrrrrarrrrrre: example of "free expressive orthography." See note 15 to previous poem. 5. Sciukri Fascia: the name of the commander of the Turkish armed forces; "Pasha" is a military title, equivalent to the rank of general. 6. Costantinopoli: Istanbul, the capital of Turkey. 7. PALLONE TURCO FRENATO:
8. 9. 10. 11. 12.
13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23.
24. 25. 2.6.
tethered balloons were used to observe enemy troop movements in the Balkan wars and in World War I. Tsarigraad: location of the Bulgarian general command. Seyloglou: Siiloglu, a small town in western Turkey. Marasch: Marassia, a village in the outskirts of Edirne, on the GrecoTurkish border. Adrianopoli: the modern city of Edirne, Turkey. Giovani Turchi: the nationalist reform movement which had overthrown the Turkish sultanate in 1908. In 1913, Enver Pasha, the leader of the Young Turks, assumed dictatorial powers as the Ottoman empire underwent its final dismemberment. toumtoumtoum tza tzu: the sounds of the looters' axes. tam-tuuumb: the thundering of assault cannons. taratatatata: machine-gun fire. traak-traak: the cracking of whips. pic-pac-pum-tumb: the sound of rifle fire. pluff plaff: sloshing sounds. flic flac zing zing sciaaack: sounds produced by rearing horses and their riders. iiiiii ...: the "joyous" whinnying of horses. croooc-craaac: the creaking of marchers' boots. [LENTO DUE TEMPI]: a slow musical movement, applicable to the soldiers' hymn. Sciumi Maritza o Karvavena: the hymn sung by the marching Bulgarian soldiers. Maritza is the name of a river valley which extends from southern Bulgaria to the environs of Edirne. pan ... paack: the first sound of an ambush. buuum cing ciak: the sound of mixed gunfire. [PRESTO]: a fast musical tempo; the
n8 The Futurists
27. 28. 29. 30. 31. 32.
33.
34. 35.
36.
37.
38.
reader is meant to accelerate his or her pace. ciaciaciaciaciaak: small weapons and rifle fire. vampe: the flash of artillery and guns. allo / Ibrahim Rudolph allo allo: the sound of Sciukri Pasha's voice over the field telephone. cip-cip-cip: background sounds produced by birds. don-dan-don-din-beee: background sounds made by herds of sheep. Fiumi Maritza Tungia: the Maritsa and Tundzha rivers traverse southern Bulgaria and intersect at Edirne. Monti Rodopi: the Rhodope mountains, a chain extending from southern Bulgaria into northern Greece. pallone sferico dorato: another observational balloon. Kadi-Keuy: probably Kapikule, a Turkish town on the Maritsa River at the Bulgarian-Greek-Turkish border, here being used as a base for observational baloons. BILANCIO: a balance sheet which "sums up" the four lyrical "equations" which the poem has established on the basis of the principle of analogy. (TERRIFICO ... FECONDANTE): this first of several chains of adjectives meant "to regulate the analogy's acceleration, deceleration, and stops" and "to impregnate and envelop an entire zone of words in freedom" ("Distruzione della sintassi.") me-ne-infischio: I couldn't care less.
39. obice-passo: the first of a series of analogical pairs. In the "Manifesto tecnico della letteratura futurista" (1912), Marinetti had proposed that "every noun must have its double ... [and] be immediately followed by the noun to which it is bound by analogy, without the intrusion of a conjunction." 40. uuuuuuuuuuuuuuu: the beginning of a cheer ("hooray"). Si, si, cosi, 1'aurora sul mare 1. parole in liberta: this phrase first appears in the 1913 "Distruzione della sintassi" manifesto, where Marinetti argues that words are "freed" when they are no longer subject to the constraints either of analytical reason, or of conventional syntax, spelling, and typographical layout. 2. sgimbescia: the yellow light is oblique. 3. diaccio: ice. 4. tamtam: a drum. 5. reboante: sonorous or resounding. 6. rade adescanti: alluring "roadsteads" (places of offshore anchorage offering no harbour protection). 7. inroccia: a compound word formed from "in" and "roccia"; the poet imitates the movement of the rebounding ray by making the preposition "in" jump (typographically) alongside the noun "roccia." 8. prismatismi: irridescent rainbow hues. 9. Calamitazioni: magnetisms. 10. scollina: a neologism meaning to detach or dislodge from a hill.
A R D E N G O SOFFICI
Ardengo Soffici was born on April 7,1879, into a once well-to-do family whose fortune was vanishing. His native village, Rignano sull'Arno, is located in the midst of the beautiful hills and valleys of Tuscany. Both the lush natural setting and the rich language of central Tuscany were to influence the works of the life-loving Soffici, who was a prolific painter, writer, and art critic. After his father's death in 1898, financial difficulties forced his family to move to Florence, where the young Ardengo began to study painting at the Fine Arts Academy. The poverty of these early years brought him in contact with the lower social classes, and his artistic interests led him to discover the works of foreign artists such as Rodin and Millet. He and his young artist friends were familiar with and often discussed the poetry of D'Annunzio and Carducci in Italy, and Baudelaire, Mallarme, and Verlaine in France. When some of his Tuscan friends decided to set out for Paris in 1900 in order to study European art, Soffici joined them, remaining in the French capital until 1907. This period was a major turning-point in Soffici's career. While in Paris he met Picasso, Braque, Apollinaire, and Papini. Here too Soffici obtained his earliest journalistic experience, contributing to the newspapers La P{ume and Europe artiste from 1904 to 1906. As a painter, together with Braque, Picasso, and Derain, Soffici showed his works at various Paris expositions, thus participating in the early phases of the fauvist and cubist movements. Soffici's love for his native Tuscany inspired his return there in 1907, where he continued to contribute, with Prezzolini, to La Voce, as well as Riviera ligure and Leonardo. In 1913, with Giovanni Papini, Soffici founded the Futurist paper Lacerba. Soffici did not entirely embrace the earliest manifestations of Futurism, as demonstrated in an article he published in La Voce in 1911 in which he openly criticized the Futurist exhibitions in Milan. However,
12O The Futurists Soffici's artistic activity soon began to encompass some of the more extreme expressions of Futurism. Soffici's early poetry serves as a useful illustration of the wide range of Italian twentieth-century forms of artistic experimentation. According to Soffici, art was in need of being "purificata, fatta senz'altro fine che il proprio splendore." In a determined and concerted effort to distance Italian literary activity from the pervasive influence of D'Annunzio and Pascoli, Soffici, like other major Futurists, maintained that a new, autonomous vision of aesthetics must be developed. The poems selected for this anthology belong to the sections "Simultaneita" and "Chimismi lirici" (1908-1915), included in the collection Marsia e Apollo. These poems best illustrate Soffici's wish to restore a total identity and separateness to words. Soffici as poet and artist wished to give the reader/ viewer a position at the centre of the aesthetic experience. In the poem "Al buffet della stazione," for example, this is accomplished through the now popular technique of "force-lines." Soffici's love of nature led him to place great importance on the senses collaborating to stimulate perception and imagination. He viewed this as a "chemical" chain reaction, a type of poetic lyricism that brought about self-renewal as well. In Giornale di bordo (1915), an early diary, Soffici outlines his poetic vision and new kind of verbal "alchemy": Pochi caratteri col lapis sul taccuino, e che tutto possa essere suggerito nella sua vivezza e totalita. Poter fare che la parola sia [...] un segno autonomo, folgorante, irradiante, propagantesi in mille onde suggestive, slargantesi in tutte le sue possibilita evocative [...] Posar le parole come il pittore i colori e vedere il mondo spiegarsi nel suo splendore!
In his early phase, Soffici sought to give birth to a new kind of lyricism in a new century, and in so doing made the most marked and lasting contribution to the Futurist movement. By introducing the lyrical "fragment" ("frammentismo"), he pointed to a new direction, one which later made possible the maturation of Hermetic poetry. After 1922, in the growing shadow of Fascism, Soffici, like several other Italian intellectuals, reverted to an increasingly conservative stance, as he became concerned with national unity and social and moral balance. This is evident in his use of classical themes and the elegant, classical hendecasyllable free verse. Soffici's career, moving from the revolutionary to the conservative, reflects a path characteristic of many of the early radicals. In final consideration, his early poetry remains a remarkable example of the many innovations introduced by the Futurists. Vera F. Golini, St. Jerome's College, Waterloo
121 Ardengo Soffici Selected Works Bif§zf + i8. Simultaneila, Chimismi lirici. Firenze: Vallecchi, 1915. L'Elegia dell'Ambra. Firenze: Vallecchi, 1927. Marsia e Apollo. Firenze: Vallecchi, 1937. Opere, 8 vols. Firenze: Vallecchi, 1959-68. Selected Bibliography Bellini, Eraldo. Studi su Ardengo Soffici.Milano: Vita e Pensiero, 1984. Blumenkranz-Onimus, Noemi. La poesie futuriste italienne. Paris: Klincksieck, 1984. Bondanella, Peter and Julia. Dictionary of Italian Literature. Westport, Conn.: Greenweed, 1979. Jones, Frederic J. The Modern Italian Lyric. Cardiff: University of Wales Press, 1986. Marchetti, G. Ardengo Soffici. Firenze: La Nuova Italia, 1979. Ramat, Silvio. Storia delta letteratura italiana del Novecento. Milano: Mursia, 1976. Richter, Mario. La formazione francese di Ardengo Soffici. Milano: Vita e Pensiero, 1969. Ronconi, F. Dizionario della letteratura italiana. Firenze: Vallecchi: 1973. Scaramucci, Ines. Le avanguardie del primo Novecento. II Futurismo. Milano: CELUC, 1972. Ulivi, Ferruccio. "Ardengo Soffici," in I Contemporanei, ed. Gianni Grana. Milano: Marzorati, 1979. From BIF§ZF + i8. S I M U L T A N E I T A ' . C H I M I S M I L I R I C I Poesia Un solo squillo della tua voce senza epoca e tutte le gioiellerie di questo crepuscolo rassegnato in pantofole si mettono a lampeggiare creando un giorno nuovo Un'ala inzuppata d'azzurro tacita1 gli spleens2 il nero5 fumo3 di tante ritirate4 prima del corpo a corpo fuori de' geroglifici delle metafisiche acerbe
122 The Futurists Si direbbe che non siamo mai morti Questi pallidi vermi sarebbero del capelli biondi e le vecchie ironie una menzogna di reclames5 fiorite sui muri del sepolcro 10
Un solo giro dei tuoi occhi d'oro (non parlo a una donna)—e addio dunque 1'aspettativa di riposo e il tramonto metodico e la saggezza diplomatica delle liquidazioni amorose
Di nuovo eccoci fra la gioventu de' verdi infranti de' 15 frascami stemperati nelle nudita primitivismo abbrividito lungo queste striature d'acque rosa e blu rifluenti a un riflesso di mammelle e di sole in un diluvio di violette gelate. Le luci le sete 1'elettricita degli antichi sguardi idilli irreperibili dimenticati co' vini e i paradossi Scienza la20 boriosa! Arcobaleno che rotea e ronza con una diffusione di prismi come nelle creazioni Si ricomincia Citta campagne e cuore E la vita dawero A quando la fanfara idiota delle fantasmagorie6 in maschera nel trotto buio delle diligenze?7 Addio mia bella addioB
25
O non e ancora che una farsa povera nello scenario a perpetuita9 delle stelle oscillanti su questa casa d'illusioni creduta chiusa e aperta forse a tutto? Arcobaleno Inzuppa 7 pennelli nel tuo cuore di 36 anni1 finiti ieri 7 aprile E rallumina2 il viso disfatto delle antiche stagioni Tu hai cavalcato la vita come le sirene nichelate3 dei caroselli da fiera 5 In giro da una citta all'altra di4 filosofia in delirio D'amore in passione di regalita5 in miseria
123 Ardengo Soffici 10
Non c'e chiesa cinematografo redazione o taverna che tu non conosca Tu hai dormito nel letto d'ogni famiglia
Ci sarebbe da fare un carnevale Di tutti i dolori Dimenticati con 1'ombrello nei caffe6 d'Europa 15 Partiti7 tra il fumo coi fazzoletti negli sleeping-cars diretti al nord al sud Paesi ore Ci sono delle voci che accompagnan pertutto come la luna e i cani 20 Ma anche il fischio di una ciminiera Che rimescola i colori del mattino E dei sogni Non si dimentica ne il profumo di certe notti affogate nelle ascelle di topazio 25 Queste fredde giunchiglie che ho sulla tavola accanto al1'inchiostro Eran dipinte sui muri della camera n. 19 nell'Hotel des Anglais a Rouen Un treno passeggiava sul quai8 notturno 30 Sotto la nostra finestra Decapitando i riflessi delle lanterne versicolori Tra le botti del vino di Sicilia E la Senna era un giardino di bandiere infiammate Non c'e piu tempo 35 Lo spazio E un verme crepuscolare che si raggricchia9 in una goccia di fosforo Ogni cosa e presente Come nel 1902 tu sei a Parigi in una soffitta 40 Coperto da 35 centimetri quadri di cielo Liquefatto nel vetro dell'abbaino10 La Ville" t'offre ancora ogni mattina II bouquet fiorito dello Square de Cluny12 Dal boulevard Saint-Germain13 scoppiante di trams e d'au45 tobus
124 The Futurists Arriva la sera a queste campagne la voce briaca14 della giornalaia Di rue de la Harpe «Pari-curses» «l'Intransigeant» «la Presse»'5 50 II negozio di Chaussures RaouP6 fa sempre concorrenza alle stelle E mi accarezzo le mani tutte intrise dei liquori del tramonto Come quando pensavo al suicidio vicino alia casa di Ri55 goletto17 Si caro L'uomo piu fortunate e colui che sa vivere nella contingenza18 al pari dei fiori Guarda il signore che passa 60 E accende il sigaro orgoglioso della sua forza19 virile Ricuperata nelle quarte pagine dei quotidiani O quel soldato di cavalleria galoppante nell'indaco20 della caserma Con una ciocchetta di lilla21 fra i denti 65 L'eternita splende in un volo di mosca Metti 1'uno accanto all'altro i colori dei tuoi occhi Disegna il tuo arco22 La storia e fuggevole come un saluto alia stazione E 1'automobile tricolore del sole batte sempre piu invano 70 il suo record fra i vecchi macchinari del cosmo Tu ti ricordi insieme ad un bacio seminato nel buio Una vetrina di libraio tedesco Avenue de 1'Opera23 E la capra che brucava le ginestre Sulle ruine della scala del palazzo di Dario24 a Persepoli 75 Basta guardarsi intorno E scriver come si sogna Per rianimare il volto della nostra gioia Ricordo tutti i climi che si sono carezzati alia mia pelle d'amore 80 Tutti i paesi e civilta Raggianti al mio desiderio Nevi Mari gialli Gongs
125 Ardengo Soffici 85 Carovane II carminio di Bombay e 1'oro bruciato dell'Iran Ne porto un geroglifico sull'ala nera Anima girasole il fenomeno converge in questo centro di danza 90 Ma il canto piu bello e ancora quello dei sensi nudi Silenzio musica meridiana Qui e nel mondo poesia circolare L'oggi si sposa col sempre Nel diadema dell'iride che s'alza 95 Siedo alia mia tavola e fumo e guardo Ecco una foglia giovane che trilla nel verziere difaccia I bianchi colombi volteggiano per 1'aria come lettere d'amore buttate dalla finestra Conosco il simbolo la cifra il legame 100 Elettrico La simpatia delle cose lontane Ma ci vorrebbero delle frutta delle luci e delle moltitudini Per tendere il festone25 miracolo di questa pasqua II giorno si sprofonda nella conca scarlatta dell'estate 105 E non ci son piu parole Per il ponte di fuoco e di gemme Giovinezza tu passerai come tutto finisce al teatro Tant pis26 Mi faro allora un vestito favoloso di vecchie affiches27 Aeroplano Mulinello di luce nella sterminata freschezza zona elastica della morte Crivello d'oro girandola di vetri venti e colori Si respira il peso grasso del sole 1 5 Con 1'ala aperta W Spezia 37 sulla liberta La terra ah! case parole citta Agricoltura e commercio amori lacrime suoni Fieri bevande di fuoco e zucchero Vita sparsa in giro come un bucato
126 The Futurists 10 Non c'e piu che una sfera di cristallo carica di silenzio esplosivo enfin2 Oggi si vola! C'e un'allegria piu forte del vino della Rufina con 1'etichetta del 1811 15 E il ricordo del nostro indirizzo scritto sul tappeto del mondo La cronaca dei giornali del mattino e della sera Gli amici le amanti a perpetuita il pensiero strascinato nei libri 20 E le mille promesse Cambiali in giro laggiu nella polvere e gli sputi Fino alia bancarotta fraudolenta fatale per tutti Stringo il volante con mano d'aria Premo la valvola con la scarpa di cielo 25 Frrrrrr frrrrrr frrrrrr affogo nel turchino ghime3 Mangio triangoli di turchino di mammola Fette d'azzurro Ingollo bocks4 di turchino cobalto Celeste di lapislazzuli5 30 Celeste blu celeste chiaro celestino Blu di prussia celeste cupo celeste lumiera Mi sprofondo in un imbuto di paradiso Cristo aviatore ero fatto per questa ascensione di gloria poetico-militare-sportiva 35 Sugli angioli rettangolari di tela e d'acciaio II cubo nero e il pensiero del ritorno che cancello con la mia lingua accesa e lo sguardo di gioia Dal bianco quadrante dell'altimetro rotative Impennamento6 erotico fra i pavoni reali delle nuvole 40 Capofitto nelle stelle piu grandi color di rosa Vol plane7 nello spazio-nulla II mio cuore meteora si spande come uno sperma nell'abisso fecondo di sangue A me questa solitudine non ho piu che la materia etere 45 del mio cervello Per una creazione sola autentica e definitiva A 6207 metri incipit vita nova8
127 Ardengo Soffici L'infinito ha un profumo di frutta matura Di benzina 50 Di cosce di poppe di capelli pettinati dopo la doccia Delle mie ascelle che adoro II gelo infiammato del cocomero tuffato a lungo nel pozzo Bacio la vulva del firmamento senza rumore Le scintille di musica che punteggiano il rombo entusia55 stico del cilindro e dell'elica Son 1'eco del fischio dei piu alti uccelli Navigo nell'assoluto mia patria e vorrei dimenticare il corpo che sempre e con noi La forma della libellula matematica che e il mio destino 60 La mia storia e i vostri ultimi radiotelegrammi umani Se si potesse disfarsi di questa malinconia degli apparecchi simpatici La saggezza e cosa di tutti e si mangia col pane ogni giorno Basta non vomitare amigo Sancho9 e ripetiamo al barbero10 65 omicida mascherato di specchi Dulcinea" del Toboso es la mas hermosa mujer del mundo
70
75
80
85
Dormire cantare in questa ricca fiamma di purita Difficile Ho compiuto tutti i corsi dell'arte e del vizio e posseggo il documento ufficiale Ho inventato tre sensi la chimica della fantasia la resurrezione di tutte le cose La transustanziazione dell'arcobaleno E la volatilizzazione esilarante dell'etica Ho finite i miei nervi sulla quadruplice tastiera degli amori Ho amato le gialle viscere di una zucca una vergine capra En reve12 j'ai baise ma vieille mere J'ai encule mon pere mort E visto naufragare la S.S.13 Trinita con un gran peto di gelsomino Nel verde di una mominette14 preparata con tutta sapienza Al caffe dei due Magots in piazza Saint-Germain des Pres a Parigi La vostra vita e un grappolo d'agresto che ho troppo ardentemente succhiato Mi asciugo la bocca col tovagliolo indaco del cielo La mia gamba e lunga e secca
128 The Futurists E calzo il n. 4i15 come Arthur Rimbaud16 Dovro forse morire a 37 anni fra colonne d'ametista? 90 Mais17 je ne marche plus Citta vedo ancora la geometria di fosforo sulla coltre nera di notte Piazze strade Cerchi di treni lungo i paesaggi reclame18 95 Vermi smarriti sur19 una mappa di cartapesta Vedo ancora le lumiere titoli20 dei drammi ai teatri Giulietta e Romeo I due sergenti King Lear Gli spettri21 Le 99 disgrazie di Stenterello La vida es sueno22 La vedovaallegra23 Amleto 100 Le monde ou Ton s'ennuie Tutti i fiumi finiscono troppo presto nel mare Troppo stretto e duro I piii bei fiori hanno una forma che si trova divulgata in tutti i trattati di botanica 105 E non barattano mai fra loro le tinte e gli odori Le donne oh! hanno la testa troppo vicina alle chiappe o troppo lontana Gli uomini il loro pensiero puzza di Dio e di piedi E per un'anima che ha uria bella cravatta o un aspri24 di nomoda gloriosa Quanti soffritti d'aglio sotto il vermiglione dei tetti in quel golfo di verde bandiera Ah! non ritornero che fuliggine d'ossa bruciate Senza addio ne rimpianti alzo la quota25 115 Lancio sempre piu in alto le stelle filanti dei miei desideri Stabilisco la mira occhi ubriachi Su su su ancora una trincea d'oltremare Bisogna prender d'assalto le mitragliatrici furibonde del solleone
129 Ardengo Soffici Caffe A un'isteria di fuoco leggero di civilta circolarmente qui 1'affluenza della notte rifranta in delta d'eterni anonimi abissi stellar! di cristallami addotti al concrete della semplice aritmetica di un commercio 5
025 050 075
nella vernice dei
piattelli sulla tavola Caffe moderno Nella liquidazione di un valtzer idiozia di musiche monturate2 scarlatte funiculi funicula3 mendicanti rimuginio al ricordo delle campagne ombra elettrica fronde in un'iride d'absinthe 10 di tre ippocastani lungo il marciapiede andare e venire di possibilita amorose tu as vu
comme il est bien chausse?4
15
Si vas a Calatayud Pregunta por la Dolores Es una chica guapa—5
col rutilamento delle sete in maschera delle piume ingemmate degli occhi acquitrini pellegrinaggio di nostalgie inutili 20
ab! ben non zut pas pour toute la nuit je ne marche pas6
what a damn'd pimp! nell'enluminure7 delle facce abbandonate sotto i belletti al migliore offerente Bivacco fra gli urli 25
un bock gar$ons le carte sigarette
alle frontiere d'oro d'una gioventu speranza in disordine dentro la vanita del fumo termine inquieto
130 The Futurists 30
cognac ho delta un altro bock
a un'ala subalterna nera di cameriere Amore amicizie e tutte le letterature in crocchio raggio lungo sguardo acceso nei cuori nei lirismi fioritura d'illuminazioni a 35 sprazzi dalla tipografia dei giornali alia stecca bandiere novita di bellezza e di guerra Lambicco di destini brevi e formidabili caffe distillamento con le droghe del sole oltre i mari e le arabie di rosa i nord ebbrezze awelenate alcools flusso di cose pensieri prostituiti a un minuto a 40 un riso Nei vivo mistero delle lampade ad arco riflesse in riga nei nulla reciproco degli specchi iridati geometricamente vis-a-vis9 a destra e a sinistra immagine sensibile dell'Infinito
Al buffet della stazione II lutto di tutte le notti vedove frizionate, di profumi e nenie,1 abbandonate nei deserti dal sole tenore d'Affrka e d'Arabia, isterie in carovana di violetto indaco al nostro sangue, nervi, cervello di poeta d'Europa, [II legno del tavolino diagonale in partenza con 5 1'aria e i binari verso i nordi natali delle foreste, de' miti dimenticati] mostro allucinato da un raggio in festa, fuoco bianco di porcellana, sguardoestivo, geishe2 d'amore, nostalgia di buddismi lazzaroni; naufrago nell'ironismo della cicca spenta in una gocciola di caffe a 0,25 centesimi, lacrima nera di malinconia.
131 Ardengo Soffici
AL BUFFET DELIA STAZIONE
132 The Futurists Notes Poesia 1. tacita: satisfies or silences. 2. spleens: French for melancholy, depression. 3. nerofumo: soot from oil or gas lamp. 4. ritirate: social or spiritual retreats. 5. reclames: French for advertisements. 6. fantasmagorie: optical illusions; phantasmagoria. 7. diligenze: stagecoaches. 8. Addio ...: verse from a popular Italian folk-song. 9. a perpetuita: endless; unceasing. Arcobaleno 1. 36 anni ... 7 aprile: Soffici was born on April 7, 1879, and was 36 when this poem was published in 1915. 2. rallumina: "touch up," as with a paintbrush. 3. sirene nichelate: nickel-plated mermaids. 4. di ... in: from ... to. 5. regalita: splendour; material abundance. 6. caffe: cabarets. 7. partiti ... fumo: vanished like smoke. 8. quai: French for train track; quay. 9. si raggricchia: coiled up. 10. abbaino: garret; skylight. 11. Ville: French for city (Paris). 12. Square de Cluny: a small Parisian park. 13. boulevard Saint-Germain: famous Parisian avenue on the Left Bank. 14. briaca: croaking. 15. la Presse: titles of contemporary Paris newspapers. 16. Raoul: shoe store and its lit-up sign. 17. Rigoletto: unhappy protagonist in the Verdi opera of the same name. 18. contingenza: for the moment. 19. forza ... quotidian!: alludes to drugs for impotence which were advertised in newspapers. 20. indaco: indigo; bluish. 21. lilla: a sprig of lilac.
22. arco: life span. 23. Avenue de 1'Opera: famous Paris street. 24. Dario: Darius I, called "the Great," king and emperor of Persia (until 486 B.C.), of which Persepolis was the capital. 25. tendere il festone: to hang a flower ornament. 26. Tant pis: French for too bad; tough luck. 27. affiches: French for posters. Aeroplano 1. Spezia: (La Spezia) city in Liguria, centre for aeronautical training. 2. enfin: French for at last; finally. 3. ghime: deep blue dye. 4. bocks: glasses of beer. 5. lapislazzuli: light-blue, opaque, semi-precious stones. 6. impennamenlo: to climb in an airplane suddenly and at a sharp angle. 7. vol plane: French for gliding down. 8. incipit vita nova: Latin for "a new life begins": reference to introductory section of Dante's Vita nuova. 9. amigo Sancho: reference to Sancho Panza, sidekick of Don Quixote in Cervante's Don Quixote. 10. barbero: Spanish for barber. 11. Dulcinea ... mundo: the lady loved by Quixote: "Dulcinea from Toboso is the most beautiful woman in the world." 12. en reve ... mort: French "in my dream I kissed my old mother / I fucked my dead father." 13. S.S.: santissima; very/most holy. 14. mominette: French for "little girl" or "glass of absinthe." 15. n. 41: shoe size. 16. Rimbaud: French poet (d. 1891) much loved by Soffici. 17. mais ... plus: French for "but I no longer walk,"
133 Ardengo Soffici 18. reclame: French for advertisement; illuminated signs. 19. sun French for on; on top. 20. lumiere titoli: lit-up signs. 21. Gli spettri: Ghosts by Henrik Ibsen. 22. La vida es sueno: Spanish title of Life Is a Dream, by Pedro Calderon de la Barca. 23. La vedova allegra: The Merry Widow (1905), operetta by Franz Lehar. 24. aspri: "aigrette," long, white, showy plumes of the egret, once worn as ornaments by women. 25. quota: altitude; fly high. Caffe 1. 025: in "Al buffet della stazione" Soffici indicates that a coffee costs "25 centesimi" at the time. 2. monturate: from the French "monture": ugly, unpleasant. 3. funiculi funicula: words from refrain of popular Neapolitan folksong.
4. comme ... chausse?: French for "What nice shoes he's wearing?" 5. Si vas ... guapa: Spanish for "If you go to Calatayud / Ask for Dolores / She is a very pretty girl." (Calatayud is a city in Spain.) 6. ab! ben ... pas: French for "Ah! well, no darn it, not for the whole night I / am not walking (working)." 7. enlurrdnure: French for redness, colouring. 8. un ... garcpn: French for "a glass of beer, waiter." 9. vis-a-vis: French for face-to-face, in front of; facing. Al buffet della stazione 1. nenie: monotonous, sad chants used by ancients at funerals. 2. geishe: geishas (Japanese girls who serve as companions for men).
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CORRADO GOVONI
Corrado Govoni was born October 29,1884, in Tamara, in the province of Ferrara, into a well-to-do family of Po delta farmers and landowners. For several years he dedicated himself to agriculture, which he later defined as "la piu bella delle attivita umane," an expression that sums up the love of nature and the countryside we find reflected in all his writings. He never followed a regular course of academic studies. In spite of his presence as a poet and writer of novels, short stories, and plays, he did not take a very active part in the ideological battles which stirred the Italian cultural scene at the beginning of this century. Giovanni Papini, in the anthology Poeti d'oggi (Firenze, 1920), which gives ample space to Govoni's poetry, writes thus of him: "Comincio prestissimo a scrivere e a pubblicare. Era proprietario di belle e buone terre nel ferrarese che poi ha dovuto vendere. Ha fatto 1'impiegato, il soldato, 1'allevatore di polli, di maiali, di cigni, di serpenti a sonagli." Govoni and his friend Corazzini were considered the "fathers" of Crepuscularism. In 1903 Govoni published, at his own expense, his first collections of poems (Le fiale and Armenia in grigio et in silenzio). It was these first works which placed him among those poets who were distancing themselves, at the turn of the century, from the spreading influence of D'Annunzio—without, however, completely escaping it. This can be seen in the partial recycling of certain of his mannerisms; they simply applied them to more humble materials. As Giuseppe Ravegnani points out, D'Annunzio and Theophile Gautier, together with Verlaine and other principal exponents of the French school of poets, are the models which most influenced Govoni's first poetic production. The link with Giovanni Pascoli, with whom Govoni appears to have shared both an intimist tendency and sources of inspiration, is more uncertain. From June 1913, Govoni contributed to the literary review La Riviera Ligure, which had already published, among others, Palazzeschi, Goz-
138 From Crepuscular Poets to Futurists zano, Boine, Soffici, Slataper, Sbarbaro and Jahier. In 1914 he moved to Milan and contributed to La Voce and Lacerba, strengthening his connections with the Futurist movement, to whose revolutionary program he was strongly drawn. And so Rarefazioni and Parole in liberta were born, works which remain among the best moments of Govoni's poetic genius. Govoni's participation in Futurism, however, is more one of form than substance, despite the fact that his contributions, together with those of Palazzeschi, represent those aspects of Futurism which, perhaps, best survive the ravages of time. His experience with Futurism must have been for him a moment of freedom in which he could give vent to the flowing words and images which often confirm, not least because of their passatista nature, the fact that their author belongs to the Crepuscular movement. If it is true that Govoni loves "le cose tristi della religione, le cose tristi dell'amore, le cose tristi del lavoro, le cose tristi della miseria," it is also true that his entire literary production is a continuous hymn to life. Boine has underlined this fact in one of his "plausi" written in 1915 (now in Plausi e botte, Milano, 1983). He argues that in Govoni "il piu delle volte le immagini son come sono, proprio oggetti e sensazioni portati di peso dalla vita e dalla memoria, e, li, con amore enumerati." Luciano Anceschi recalls these lines of Boine when he speaks of the "poetica degli oggetti" or "poesia delle cose" in Govoni. No one really knows where to place Govoni, because he passed through all the twentieth-century "isms," perhaps even more so than Palazzeschi, dominating some and anticipating others. In spite of differing opinions, critics agree that Govoni's work was an explosion of liberty and poetic daring achieved by few other of our literary figures. Govoni was eccentric, and often polemical. Even today his creative force is identifiable with his controversial nature. As Anceschi and Fausto Curi have emphasized, his poetry does not present central themes or developments in any particular direction. The only constant trait of his poetry is the inevitable presence of objects. These objects, however, signify far more than just what they seem to represent. They are the reality and the symbols of the many rituals of our daily existence; they are a micro-history of feelings; they are a complete and authentic autobiography of a poet. In 1944, the death of his eldest son, Aladino, killed by the Nazis at the Fosse Ardeatine, meant for the poet a return to a kind of "Crepuscolarismo" into which he now infuses the essence of his personal drama. In his last works, however, a strong tendency towards surrealism is present. Govoni died on October 29, 1965, at Lido dei Pini, near Rome. Piero Genovesi, La Trobe University
139 Corrado Govoni Selected Works Le Fiale. Firenze: Lumachi, 1903. Armonie in grigio et in silenzio. Firenze: Lumachi, 1903. Fuochi d'artifizio. Palermo: Ganguzza-Lajosa, 1905. Gli aborti. Ferrara: Taddei, 1907. Poesie elettriche. Milano: Edizioni di "Poesia," 1911. Rarefazioni. Milano: Edizioni di "Poesia," 1915. // quaderno del sogni e delle stelle. Milano: Mondadori, 1924. Brindisi alia notte. Milano: Bottega di Poesia, 1924. Aladino: Lamento su mio figlio morto. Milano: Mondadori, 1946.
L'ltalia odia i poeti. Roma: "Pagine Nuove," 1950. Manoscritto nella bottiglia. Milano: Mondadori, 1954. Stradario della primavera e altre poesie. Venezia: Neri Pozza, 1958. La ronda di notte. Milano: Ceschina, 1966.
Selected Bibliography Anceschi, Luciano. Le istituzioni della poesia. Milano: Bompiani, 1968. Camon, Ferdinando. II mestiere di poeta. Milano: Lerici, 1965. Curi, Fausto. Corrado Govoni. Milano: Mursia, 1964. Frattini, Alberto. Dai Crepuscolari at Novissimi. Milano: Marzorati, 1969. Gargiulo, Alfredo. Letteratura italiana del Novecento. Firenze: Le Monnier, 1958. Jones, Frederic J. The Modern Italian Lyric. Cardiff: University of Wales Press, 1986. Pancrazi, Pietro. Scrittori d'oggi. Bari: Laterza, 1953. Petronio, Giuseppe. Poeti del nostro tempo: i crepuscolari. Firenze: Sansoni, 1937. Ravegnani, Giuseppe, I contemporanei. Torino: Bocca, 1930; Milano: Ceschina, 1960. Sanguineti, Edoardo. Tra Liberty e crepuscolarismo. Milano: Mursia, 1969. [Various authors]. La Fiera Letteraria, 19 maggio 1953. [entire issue devoted to Govoni]
140 From Crepuscular Poets to Futurists FromLE F I A L E
Ventagli giapponesi Paesaggio La casina si specchia in un laghetto, pieno d'iris, da 1'onde di crespone/ tutta chiusa nel serico castone d'un giardino fragrante di mughetto. 5 II cielo dentro 1'acque un aspetto assume di maiolica lampone; e 1'alba esprime un'incoronazione di rose mattinali dal suo letto. Sul limitare siede una musme2 10 trapuntando d'insetti un paravento e d'una qualche rara calcedonia; vicino, tra le lacche ed i netzke,3 rosseggia sul polito pavimento, in un vaso giallastro una peonia. Villa chiusa nella campagna romana So d'una villa chiusa e abbandonata da tempo immemorabile, segreta e chiusa come il cuore d'un poeta 5 che viva in solitudine forzata. La circonda una siepe, e par murata di amaro bosso, e 1'ombra alia pineta da tanto piu non rompe ne piu inquieta la ciarliera fontana disseccata. 10 Tanta e la pace in questa intisichita villa che sembra quasi che ogni cosa sia veduta a traverse1 d'una lente.
141 Corrado Govoni Solo una ventarola2 arrugginita in alto, su la torre silenziosa, 15 che gira, gira interminatamente. From A R M O N I A IN G R I G I O ET IN S I L E N Z I O Musica per camera La luce stanca si volatilizza ne la camera per i vetri ermetici; nei laghi de gli armadi si erborizza un bel giardino con dei muri erpetici.1 5 Una statuetta bronzea dramatizza i suoi gesti che sembravan bisbetici; 1'avola del pastello sintetizza su le sue gote un'orma di cosmetici. II giorno accende la sua saettia.2 10 La stanza sensitiva come un fisico esala tutto il suo cuore vecchio. Singhiozza un organo di Barberia. II crepuscolo muore come un tisico. L'ombra stagna la piaga de lo specchio. From I F U O C H I D ' A R T I F I Z I O Crepuscolo ferrarese II mao1 si stira sopra il davanzale sbadigliando nel vetro lagrimale.2 Nella muscosa pentola d'argilla il geranio rinfresca i fiori lilla. 5 La tenda della camera sciorina le sue rose di fine mussolina.3
142 From Crepuscular Poets to Futurists I ritratti che sanno tante storie son disposti a ventaglio di memorie. Nella bonaccia della psiche ornata 10 il lume sembra una nave affondata. Sul tetto d'una prossima chiesuola sopra una pertica una ventarola agita 1'ali come un uccelletto che in un laccio pei piedi sia stretto. 15 Altissimi, per 1'aria, dai bastioni, capriolano4 fantastic! aquiloni. Le rondini bisbigliano nel nido. Un grille dentro 1'orto fa il suo stride. II cielo chiude nella rete d'oro 20 la terra come un insetto canoro. Dentro lo specchio, tra giallastre spume ritorna a galla il polipo del lume. La tristezza s'appoggia a una spalliera mentre le chiese cullano la sera. FromGLI A B O R T I II palazzo dell'anima Triste dimora! Aborti nelle fiale, rachitici e verdastri. Sorridenti bambole sparse ovunque. Sofferenti in vasi d'ambra fior di digitale. 5 Campane di cristallo su agonie di cera, rosee maschere di seta annegate nell'acqua ovale inquieta degli specchi, malinconie impagliate.
143 Corrado Govoni Laggiu la citta bianca col suo rombo 10 d'api e il suo fiume di ardente piombo, come un pallido sogno di morfina. Oh i crepuscoli tristi d'anilina sulle mura echeggianti di fanfare! Da una finestra si scorge il mare. F r o m R A R E F A Z I O N I E P A R O L E IN L I B E R I A
144 From Crepuscular Poets to Futurists
bucato + bagni + ballo = primo amore
PAROLE IN LIBERIA
SOLE
colossale blocco di sapone
Spuma Spuma Spuma OfiDE
(marmoreo
frizzante
ONt)E
OflDE crislallino)
MARE
(rilmico
vaporoso
goloso
frappf)
bucato di vecchi di bambini di signorine bagnanti ballerine d'acqua alia corda col cerchio del salvagente osso del biberons di dome bagnomaria • che succhia la mia volutti
145 Corrado Govoni crarae doppie emme maiuscole minuscule vele reti che han pescato delle stelle gialle rosse cnormi piviali di santi fanatici in ginocchio aull'acqua 2 storpi + organetto = gilet di seta con bottom di madreperla macchina per scrivere dattilografare voci suoni organetto lanternioo vei'de macchina fotograBca aprlrE chiudere chilldere aprlre istantanee di malinconia nostalgia al
mare ai bagnanti -f-
violino
violino
di
zucchero
giallo
insieme a madonne con 1'elastico scudi di cioceolata orologi flschietti nei vasi delle drogherie
ascoltate il violino Dello zingaro! 1'nltime
come
note
che
le rondini
come g-occie di
corda
del
muoiono
sul filo del
sul
cantino
sono
come
le
ballerine
sulla corda
telegrafo
rngiada sul filo
della
bxicato panit'ulmine dei iiori
vergino
telcfono
TUTTI
10
ttaiiznno (Uuiznno anchc lu case riflesse null'ncqua dove nuoto danzando si levjmo lo scurpc verdi rosse delle barcho coil stringho di corcie e calxu Li-aforato