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Italian Pages 331 Year 1964
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L
Claude Lévi-Strauss Il
pensiero
selvaggio
'OVECENTO
PENSIERO SELVAGGIO IL
Un sorprendente itinerario antropologico tra miti, credenze, costumi. Per osservare in modo nuovo la specie umana. Claude Lévi-Strauss è uno dei grandi maestri del Novecento. Nella sua vita di studioso pionieristico e geniale ci sono indagini tra gli indios dell'Amazzonia, l'insegnamento
nelle
università di soprattutto le
continenti e opere, che hanno segnato non solo la storia dell'antropologia ma anche la cultura di un'epoca. pensiero selvaggio è un libro
tre
Il
fondamentale. In una prosa nitida e affascinante, Lévi-Strauss avvicina con occhi nuovi
i
«pri-
scopre più vicini di quanto possiamo immaginare. Così, attraverso un sorprendente itinerario che ricollega miti, credenze e fatti culturali di ogni genere, l'antropologia si libera della falsa contrapposizione tra mentalità logica e mentalità prelogica, coinvolgendo irresistibilmente la nostra natura più profonda. Alla ricerca del penmitivi»
e
li
siero perduto.
Claude Lévi-Strauss
Il
pensiero selvaggio
Titolo originale
La pensée sauvage Traduzione
©
di
Paolo Caruso
1962 Librarne Plon, Parigi Marco Tropea Editore
1964, 1996
Edizione
CDE spa
su licenza
II
-
Milano
Saggiatore
s.r.l.
Alla
memoria
di
Maurice Merleau-Ponty
IL
PENSIERO SELVAGGIO
Prefazione
11
sono in in
un
pensiero selvaggio è
ma
problemi di cui
i
tratta
rapporto con quelli che abbiamo esaminato più rapidamente
stretto
un recente lavoro
intitolato
1962). Senza pretendere che avvertirlo del
libro compiuto,
legame
il
Le Totémisme aujourd' hui lettore vi
esistente fra le
si
U.
(P.
F., Paris
riferisca espressamente, è
due opere
sorta d'introduzione storica e critica alla seconda.
:
Non
nuto necessario tornare qui su nozioni, definizioni e
bene
costituisce
una
abbiamo quindi
rite-
che erano gii
stati
prima
la
fatti
presi sufficientemente in considerazione.
Iniziando a leggere quest'opera,
che
ci
attendiamo da
lui
:
che
quale eravamo giunti in ordine le
ci
al
il
lettore
deve comunque sapere quello
dia atto della conclusione negativa alla
totemismo;
dopo aver spiegato
infatti ora,
ragioni per cui crediamo che gli etnologi del passato
ingannare da un'illusione,
ci
siano lasciati
si
accingiamo a esplorare proprio
il
rovescio del
totemismo. Il
nome
di
Maurice Merleau-Ponty figura nella prima pagina di un libro
di cui le ultime
sono invece riservate
da questo fatto non
si
alla discussione di
deve però dedurre che
un lavoro
io abbia
l'uno all'altro. Coloro che nel corso degli ultimi anni
hanno avvicinato tanto
Merleau-Ponty quanto me, conoscono parte dei motivi per rale
che questo libro, in cui sono sviluppati liberamente
insegnamento
comunque,
al
Collège de France,
se fosse
zio risale al 1930,
ancora in
vita, a
gli
di Sartre;
voluto contrapporli
fosse dedicato.
i
quali era natu-
certi
temi del mio
Lo sarebbe
continuazione di un dialogo
quando, presente Simone de Beauvoir,
ci
il
stato
cui ini-
incontrammo
in
occasione di un corso pratico di pedagogia alla vigilia della docenza. E,
poiché
la
morte ha voluto strapparcelo, che questo libro
resti
almeno dedi-
io
Prefazione
cato alla sua memoria,
come testimonianza
di
fedeltà,
di
riconoscenza e
d'affetto.
Non mi
sono
risolto a esprimere
punti che riguardano .reiterate l'
letture
i
fondamenti
d'un'opera,
il
mio disaccordo con
Sartre su certi
filosofici dell'antropologia, se
all'esame
della
quale
i
miei
non dopo
ascoltatori
del-
École des Hautes Études e io abbiamo dedicato numerose lezioni nel corso
dell'anno 1960-61. Al disopra delle inevitabili divergenze, Sartre voglia ritenere questa discussione,
come un omaggio
mi auguro che
frutto di tante cure,
soprattutto
indiretto d'ammirazione e di rispetto, da parte di noi
tutti.
Ringrazio vivamente
il
collega Jacques Bertin,
Pratique des Hautes Études,
il
guire nel suo laboratorio certi diagrammi;
con
i
libero docente all'École
quale ha gentilmente acconsentito a far ese-
loro appunti presi alle lezioni
i
sigg.
mi hanno
I.
Chiva e
J.
fatto tornare alla
Pouillon che
mente
varie
Edna H. Lemay, che si è inBelmont che mi ha assistito nel
improvvisazioni che avevo dimenticato; la sig.ra caricata della dattilografia; la sig.na Nicole
raccogliere la documentazione e nel compilare la bibliografia e l'indice; e
mia moglie che mi ha
aiutato a rileggere
il
testo e a correggere le bozze.
Nulla
di
meglio
al
mondo
dei selvaggi,
dei contadini e della gente di provincia,
per studiarne a fondo e in ogni senso
costumi e abitudini; inoltre,
quando giungono ci si
dal Pensiero al Fatto,
trova di fronte a cose compiute.
H. de Balzac, Le Cabinet des antique*
L La
scienza del concreto
Spesso e volentieri
cano
i
è compiaciuti di citare quelle lingue in cui
ci si
man-
termini per esprimere concetti quali albero o animale, benché vi
si
trovino tutti quelli necessari a un elenco particolareggiato delle specie e
Ma
delle varietà.
nell'addurre questi casi a riprova di una pretesa inettitu-
dine dei «primitivi» all'astrazione,
che dimostrano come
pi,
esclusivo delle lingue
si
tralasciavano per prima cosa altri esem-
vocaboli astratti non sia attributo
la ricchezza di
civili.
Il
chinook, lingua del nord-ovest dell'America
Settentrionale, usa termini astratti per designare molte proprietà o qualità
degli esseri e delle cose, secondo
un procedimento
come
che,
dice Boas, «è
più frequente in quella lingua che in ogni altra da noi conosciuta». Così proposizione: l'uomo cattivo ha ucciso
dell'uomo ha ucciso
la cattiveria
la
il
povertà del bambino;
una donna adopera un cesto troppo piccolo tina nella piccolezza di
un
cesto
:
le
menzionato, qualora cioè in cui
i
stata sfruttata
le
si
da conchiglie. (Boas
In
alle
2,
pp. 657-658.)
lacune del vocabolario
il
carattere
tendenzioso dell'argomento ora
consideri che anche la situazione opposta,
per affermare
la
povertà intellettuale dei selvaggi
varie specie di piante e di animali, l'indiano dà
malerba,
quella
termini più generali prevalgono sugli appellativi specifici, è
quelle utili o nocive; tutte cello,
per dire che
indispensabili risorse della sintassi e del discorso. Acquista inoltre
un'evidenza sempre maggiore
Tra
e,
mette delle radici di poten-
D'altronde è proprio di ogni lingua supplire
con
la
povero bambino, in chinook suona:
ecc.
tempi più
le
(Krause, recenti
altre
p.
sono
classificate
:
un nome soltanto
indistintamente
come
a
uc-
104).
anche un
altro
osservatore
sembra credere che
l'indigeno denomini e conosca esclusivamente in funzione dei suoi bisogni
:
14
pensiero selvaggio
//
Non
riesco a dimenticare l'ilarità provocata tra
i
miei amici delle isole Mar-
dabbenaggine bella e buona) che il botanico della nostra spedizione del 1921 dimostrava per le «erbacce» senza nome («sen-
chesi
dall'interesse (ai loro occhi,
...
za utilità»), che egli raccoglieva e di cui voleva conoscere
Pukui, p. 119,
Tuttavia
Handy paragona
e
questa indifferenza a quella che da noi lo spe-
botanica, zoologica o inorganica che risulti dotata di era
nome (Handy
fenomeni non strettamente connessi
i
la sua collaboratrice indigena, sottolineando che alle
ta)...
il
21).
manifesta per
cialista
E
n.
una cosa
ha cura
utilizzata»,
di
al
suo campo.
Hawaii «ogni forma
nome
(e personalizza
aggiungere «in un
modo
o nel-
che se «una illimitata varietà di esseri viventi del mare come pure certi fenomeni meteorologici e marini, non possedevano un nome», motivo ne era il non venir considerati «utili o... degni di interesse», termini questi non equivalenti, poiché uno si pone sul piano pratico e l'altro su quello teorico. Lo conferma il seguito del testo che ribadisce il secondo aspetto a scapito del primo «La vita era l'esperienza, inl'altro», e precisa
e della foresta,
:
vestita di esatto e preciso significato»
Certo ogni lingua foggia a
modo
suo
il
proprio abito concettuale,
notava molto giustamente nel secolo XVIII l'uso di termini più
nell' Enciclopédie,
delle capacità intellettuali,
ma
119).
(id., p.
o
il
redattore della voce
meno
non è
astratti
del diverso rilievo
e, come «nome»
in funzione
degli interessi specifici
propri di ogni particolare raggruppamento sociale in seno alla società nazionale
una
:
«Salite in
un osservatorio astronomico
stella, c'è la stella
maggiore,
l'orsa
ecc.;
P del capricorno, c'è la entrate in
:
y
là
nessuna
stella è soltanto
del centauro, c'è la C del-
un maneggio, ogni
cavallo
ha un pro-
prio nome, c'è brillante, folletto, j oc oso, ecc.» D'altra parte anche se l'os-
servazione sulle cosiddette lingue primitive, riportata all'inizio di questo capitolo,
dovesse essere ^presa alla
inferirne
una carenza
ecc.
sono termini non meno
di cui
lettera,
di idee generali astratti
:
i
non
si
del termine albero,
una possedesse soltanto quest'ultimo sarebbe
Come
la
seconda, da questo punto di vista,
e,
tra
due lingue pur aven-
alle diverse specie e vala
più ricca di concetti.
avviene nel linguaggio professionale, la proliferazione concettuale
corrisponde ad un'attenzione più viva per resse
potrebbe
si
e l'altra lo ignorasse,
done parecchie decine e anche centinaia destinate rietà,
vede come
vocaboli quercia, faggio, betulla,
sempre
all'erta
per
le
proprietà del reale, a
un intebrama
le distinzioni che è possibile introdurvi. Tale
La
scienza del concreto
15
uno
di conoscenza oggettiva costituisce
degli aspetti più spesso trascurati del
pensiero di coloro che chiamiamo «primitivi».
Sebbene venga raramente
rivolta verso realtà appartenenti allo stesso livello di quelle indagate dalla
metodi di osserva-
scienza, essa implica tuttavia procedimenti intellettuali e
zione che sono paragonabili. In entrambi
almeno nella
siero
fatto
Il
stessa
che ogni
misura
in cui è
i
l'errore di ritenere
modo
non manca mai. Quando com-
non avvertiamo che
simo rimprovero, e che, secondo
Il
dei bisogni.
selvaggio governato esclusivamente dai suoi
il
bisogni organici o economici,
più equilibrato del nostro
l'universo è oggetto di pen-
tenda a sopravvalutare l'orientamento oggettivo
civiltà
del proprio pensiero, significa che questo
mettiamo
casi,
mezzo per soddisfare
lui, il
egli ci rivolge
il
mede-
suo desiderio di sapere appare molto
:
in cui gli indigeni
hawaiani utilizzavano
le risorse
naturali di cui
disponevano era completo o quasi; molto più completo, comunque, di quello praticato nell'era commerciale attuale, che sfrutta senza pietà quel po' di prodotti che
procurano
distrugge, tutto
il
lì
resto
per
lì
un tornaconto finanziario
(Handy
e
Pukui,
e
trascura,
e spesso
p. 213).
Probabilmente, l'agricoltura di mercato non può essere confusa con
ma
sapere del botanico;
la vecchia aristocratica
st'ultimo e teneva in considerazione soltanto la prima,
prendere per conto di una cultura indigena, vantaggio, l'errore simmetrico
il
hawaiana che ignorava que-
non faceva che
ri-
capovolgendolo a proprio
commesso da Malinowski, quando sosteneva
che l'interesse dei primitivi per
piante e gli animali totemici veniva loro
le
ispirato soltanto dai brontolii dello stomaco.
Tessmann con
la
quale
rileva a proposito dei essi
riconoscevano
le
Fang
del
Gabon
(p. 71) «la precisione
più piccole differenze tra
medesimo genere», un'osservazione due autori già citati
le specie di
un
cui fa eco, per l'Oceania, quest'altra dei
:
Le facoltà straordinariamente acute
di cui gli indigeni
tevano loro di distinguere esattamente viventi, terrestri e marine, e così
pure
i
le
caratteri
erano dotati permet-
generici
di
tutte
le
specie
più impercettibili variazioni di feno-
meni naturali quali venti, la luce e i colori del cielo, le increspature delle movimenti della risacca, le correnti acquatiche e aeree (Handy e Pukui, i
onde, P-
i
119).
i6
J7
Un'abitudine semplice come
Hanunóo
gli
ca e di
pensiero selvaggio
masticazione del betel presuppone, presso
la
delle Filippine, la conoscenza di quattro varietà di noci d' are-
otto
di cinque varietà
surrogati,
betel
di
e di cinque surrogati
(Conklin 3): Tutte o quasi,
le attività degli
Hanunóo comportano una
familiarità molto
intima con la flora locale e una precisa conoscenza delle classificazioni bota-
Contrariamente all'opinione secondo cui
niche.
mia
non metterebbero a
di sussistenza
che vivono in econo-
le società
che una piccola percentuale
profitto
della flora locale, questa viene utilizzata nella proporzione del p.
93%
(Conklin
1,
249).
che è altrettanto vero per quanto riguarda
Il
Hanunóo dividono
Gli
guono
12
circa
crostacei di
tipi
mare
di
le
forme
la
fauna
:
locali dell'avifauna in 75 categorie... distin-
60
serpenti...
tipi
di
pesci...
più di una dozzina di
e d'acqua dolce, altrettanti tipi di ragni e di miriapodi...
Le
migliaia di forme d'insetti sono raggruppate in 108 categorie classificate per
nome, di cui 13 per le formiche e le 60 classi di molluschi marini, e più 4
dolce... (à/.,
tipi
di sanguisughe...:
termiti...
di
25
di
Sono
state identificate più di
molluschi terrestri e d'acqua
un computo
in totale
461
di
zoologici
tipi
pp. 67-70).
A
proposito di una popolazione di pigmei delle Filippine, un biologo
esprime:
così si
Un
tratto
caratteristico,
che differenzia
i
Negrito dai loro vicini
cristiani
della pianura, consiste nella inesauribile conoscenza dei regni vegetale e ani-
male, una conoscenza che non implica soltanto l'identificazione specifica di un
numero
spettacoloso di piante, uccelli,
delle abitudini e del
mente integrato di indagare l'identità di
il
suo ambiente
mondo
una
ed esaminarne
al
il
comportamento e,
mammiferi
e insetti,
di ciascuna specie...
Il
ma
anche quella
Negrito è piena-
quel che più importa, non
si
stanca mai
che lo circonda. Spesso ho visto un Negrito, incerto
pianta, assaporarne
il
frutto,
annusarne
fusto, studiarne l'habitat. Solo in seguito
le
foglie,
sul-
spezzarne
ad un'attenta con-
siderazione di tutti questi dati, egli dichiarerà di conoscere o
meno
la pianta
in questione.
Dopo
aver detto che gli indigeni provano interesse anche per le piante
La
scienza del concreto
17
che non sono loro
che
Si
utili
direttamente, a causa delle relazioni significative
legano agli animali e agli
le
insetti,
ha una dimostrazione dell'acuto senso
l'autore prosegue
:
osservazione dei pigmei, della
di
loro piena coscienza dei rapporti esistenti tra la vita vegetativa e la vita ani-
male, nelle loro discussioni sulle abitudini dei pipistrelli.
fogliame secco dei palmizi, litlit
tra
bambù,
i
il
dìkidik sotto le foglie del
il
kolumbòy
Il
tìdìdin vive
banano
nelle cavità dei tronchi d'albero,
sul
selvatico,
il
konanabà
il
nei boschi particolarmente folti, e via di seguito.
È questo
il
motivo per cui
negrito Pinatubo conoscono e distinguono
i
non
diverse abitudini di 15 specie di pipistrelli. Ciò ficazione dei pipistrelli, miferi, le
dei
come anche
pesci e delle
piante,
le
toglie che la loro classi-
quella degli insetti, degli uccelli, dei
mam-
poggi principalmente sulle rassomiglianza e
differenze fisiche.
uomini del posto elencano con la massima facilità i nomi specifici e descrittivi di almeno 450 piante, di 75 uccelli, della quasi totalità di serpenti, pesci, insetti e mammiferi, e inoltre di 20 specie di formiche *... assolutamente stupefacenti, poi, sono le conoscenze botaniche dei mananàmbal, sorta di stregoni guaritori di ambo i sessi, che per le loro arti fanno continuamente uso di piante (R. B. Fox, pp. 187-188). Quasi
tutti
gli
Così è stato scritto di una popolazione arretrata delle isole Ryukyu
Persino
i
bambini sono spesso
da un frammento
di
legno,
e,
in
grado
quest'albero, secondo le concezioni che tali,
fanno
si
gli
medesimo
tipo.
Dozzine
il
sesso di
indigeni del sesso dei vege-
osservando l'aspetto esterno del legno e della corteccia, l'odore,
e altre caratteristiche del
un albero
di riconoscere la specie di
quel che più conta, di identificare
:
di
la
durezza
pesci e conchiglie sono
conosciuti con termini distintivi, e così le loro caratteristiche, le loro abitudini e le differenze sessuali all'intano di ciascun tipo (Smith, p. 150).
In una desertica regione della California meridionale dove oggi soprav-
vivono a stento solo poche famiglie di bianchi, vivevano una volta nell'ab-
bondanza varie migliaia risorse naturali.
Ma
vano non meno
di
di indiani Coahuilla, senza arrivare
in quella terra
60 piante alimentari
che, stimolanti o medicinali (Barrows). tifica
250 specie
ad esaurirne
apparentemente diseredata e altre
Un
essi
le
conosce-
28 dalle proprietà narcoti-
solo informatore Seminoie iden-
e varietà vegetali (Sturtevant).
350 piante conosciute dagli indiani Hopi, e
È
un computo 500 dai Navaho.
stato fatto
di più di
di Il
i8
//
Subanun, abitanti nel sud delle Filippine, supera ab-
lessico botanico dei
bondantemente
i
mille termini (Frake) e quello degli
Hanunóo
2000. 2 Valendosi di un solo informatore del Gabon,
ai
pensiero selvaggio
si
Sillans
il
avvicina
ha recen-
temente pubblicato un repertorio etno-botanico di circa ottomila termini, partiti tra le
ri-
lingue o dialetti di dodici o tredici tribù finitime (Walker e
Sillans). I risultati,
per lo più ancora inediti, ottenuti nei Sudan da Marcel
Griaule e dai suoi collaboratori, promettono di essere altrettanto straordinari.
L'estrema familiarità che gli indigeni mostrano verso l'ambiente biologico, l'attenzione appassionata
con cui
conoscenze precise
lo osservano, le
che ne ricavano, hanno spesso stupito
i
ricercatori
come
dini e di preoccupazioni che distinguono gli indigeni
Tewa
bianchi. Degli indiani
Si
del
Nuovo Messico
accorgono anche delle più piccole
specie di conifera della regione anche così impercettibili che,
pace di distinguerle...
un
fra
A
bianchi,
i
dire
il
vero,
differenze... se,
in
si
indice di attitu-
dai loro visitatori
scrive
:
hanno un nome per ogni
questo caso,
le
differenze sono
una persona non allenata sarebbe
inca-
nulla impedirebbe di tradurre in tewa
(Robbins, Harrington e Freire-Marreco, pp. 9 e 12).
trattato di botanica
In un racconto che quasi sfiora il romanzo, E. Smith Bowen ha piacevolmente narrato lo sgomento da cui era stata assalita quando, al suo arrivo in una tribù africana, aveva voluto cominciare con l'apprenderne la lingua :
i
suoi informatori indigeni trovarono naturalissimo, nella fase elementare
un gran numero di esemplari botanici e nome mostrandoli nello stesso tempo alla ricercatrice, la assolutamente incapace di identificarli la colpa non era
del loro insegnamento, raccogliere
pronunciarne
il
quale, però, era
:
tanto della loro natura esotica quanto del disinteresse che
provato per le ricchezze e vece,
la varietà del
davano per scontata questa
mondo
lei
aveva sempre
vegetale; gli indigeni, in-
curiosità.
Questa gente è nata per coltivare: per loro le piante sono importanti e quanto gli esseri umani. Dal canto mio, non ho- mai vissuto in una fattoria e non sono neppure del tutto sicura di distinguere le begonie dalle familiari
dalie o dalle petunie.
Come
le
equazioni matematiche,
le
piante
hanno
l'a-
bitudine traditrice di sembrare uguali e di essere diverse, o di sembrare diverse e di essere uguali. Così io
Ora, per
la
prima volta
mi confondo tanto in matematica che in botanica. mi trovo in una comunità dove i bambini
in vita mia,
La
scienza del concreto
19
non mi superano
di dieci anni
in
matematica, ma, per
la
prima
volta,
sono
un posto dove ogni pianta, selvatica o coltivata che sia, possiede un un uso ben preciso, e dove tutti, uomini donne e bambini, conoscono centinaia e centinaia di specie. Nessuno di loro vorrà mai credere che io sia incapace, con tutta la mia buona volontà, di saperne quanto loro (Smith Bowen, p. 22). Ben diversa la reazione di uno specialista, autore di una monografia in cui vengono descritte circa trecento specie e varietà di piante medicinali o anche
in
nome
e serve ad
velenose adoperate da talune popolazioni della Rhodesia del
Mi ha sempre paesi viciniori
i
stupito la sollecitudine con cui gli abitanti di Balovale e dei
dimostravo per
io
giamento, non è
come uno scambio di informazioni tra colleghi? o loro sapere? Qualunque fosse il motivo del loro mai successo che si facessero pregare. Mi ricordo di un loro
i
usi...
sono mai riuscito a svelare
marico che non possiederò mai sua abilità nel curare
un'ocatteg-
anzia-
di vecchio che trasportava bracciate di foglie secche,
radici e fusti per insegnarmi tutti
Non
Li
loro metodi? o consideravano in-
il
no Luchazi, un diavolo
la
i
nostri colloqui
casione per sfoggiare
stregone?
:
accettavano di parlare dei loro rimedi e dei loro veleni.
lusingava l'interesse che vece
Nord
i
la
il
era
un
mistero,
erborista
ma
oppure uno
constato con ram-
sua conoscenza della psicologia africana e
suoi simili:
l'associazione delle
mie cognizioni me-
avrebbero sortito una combinazione molto utile
diche e delle sue capacità (Gilges, p. 20).
Citando un brano dei suoi appunti di viaggio, Conklin ha cercato di dare un'idea di quel contatto intimo tra
costantemente all'etnologo
uomo
e ambiente che l'indigeno
impone
:
A
0600 e sotto una leggera pioggia, Langba ed io lasciammo Parina in Ad Arasaas, Langba mi chiese di ritagliare dalla corteccia dell'albero anapla kilala (Albtzzia procera (Roxb.) Benth.) un buon numero di direzione di Binli...
strisce di
cm
10
X
50, per salvarci dalle
sanguisughe. Strofinando
la superficie
interna della scorza sulle caviglie e sulle gambe, già bagnate dalla vegetazione
produceva una schiuma rosa che serviva da eccellente Aypud, Langba si fermò ad un tratto, conbastone nell'erba ai margini del sentiero e ne sradicò una
stillante di pioggia,
si
revulsivo. Sul sentiero, vicino , ad ficcò
lestamente
il
tawag kùgun buladlad (Bucbnera urticijoita R. Br.) che, mi disse, gli sarebbe servita da esca per preparare una trappola alle sanguisughe. Qualche istante dopo, mentre stavamo camminando piuttosto in fretta, si fermò di nuovo all'improvviso per sradicare una piccola orchidea terrestre (difficile da
piantina,
20
17
pensiero selvaggio
scoprire ricoperta com'era dalla vegetazione), chiamata liyamliyam (Ep'ipogum
roseum (D. Don.) Lindi.), pianta che veniva impiegata per combattere magicamente gli insetti parassiti delle colture. A Binli, Langba stette molto attento a non danneggiare quanto aveva raccolto, rovistando nella sacca di palme intrecciate alla ricerca di apug, calce spenta, e di tabaku (Nicotiana tabacum L.), che voleva offrire alla gente del luogo in cambio di altri ingredienti da masticare. Dopo una discussione sui rispettivi meriti delle varietà locali di betel o pepe rampicante (Piper betle L.), Langba ottenne il permesso di recidere alcuni polloni di patata dolce (lpomoea batatas (L) Poir.), appartenenti a due forme vegetative differenti e contraddistinte come kamuti inaswang e kamuti lupatv... E nel riquadro di terreno riservato alle camote, recidemmo, per ciascuna varietà, 25 polloni consistenti nell'estremità del fusto e lunghi circa
avvolgemmo accuratamente in grandi foglie fresche di saging saba coltivato (Musa sapientum compressa (Blco.) Teodoro) perché si conservassero umidi fino al nostro arrivo da Langba. Per strada masticammo una sorta di 75 cm, e
li
canna da zucchero chiamata tubu minama (Saccharum officinarum L.), e ci fermammo una prima volta per raccattare qualche bunga, noci d'areca cadute (Areca catechu L.) e un'altra volta per raccogliere e mangiare simili alle ciliegie selvatiche, di
nius (L.) Spreng).
Raggiungemmo
parte del tempo, durante
mutamenti avvenuti (Conklin
1,
il
i
frutti,
molto
qualche cespuglio di bugnay (Antidesma bruil
Mararim
in pieno pomeriggio; la
maggior
nostro cammino, era trascorsa in discussioni sui
nella vegetazione nel corso delle ultime decine di anni
pp. 15-17).
Questa forma di sapere e
i
mezzi
dispone abbracciano
linguistici di cui
morfologia. La lingua tewa usa termini distinti per indicare ogni
anche
la
parte,
o quasi, del corpo degli uccelli e dei mammiferi (Henderson e Har-
La descrizione morfologica
rington, p. 9).
delle foglie di alberi
comporta 40 termini, e ne esistono 15 per indicare
o
di piante,
le diverse parti di
una
piantina di mais.
Per descrivere
hanno più
di
le parti costitutive e le proprietà
150 termini che indicano
essi identificano le
che sia
le
Hanu
funzione delle quali
le categorie in
piante «e discutono tra loro sulle centinaia di caratteri
contraddistinguono e spesso corrispondono a proprietà significative,
medicinali, sia alimentari»
(Conklin
un computo di più possiedono soltanto una conoscenza quali
dei vegetali, gli
si
è fatto
possibilità di utilizzazione,
ma
di
2,
p.
97).
I
600 piante dotate
Pinatubo, presso di
i
un nome, «non
favolistica di queste piante e delle loro
adoperano
circa
un centinaio
di termini per
descriverle nelle loro parti o aspetti caratteristici (R. B. Fox, p. 179).
La
21
scienza del concreto
È
modo cosi sistematico non può Dopo aver sottolineato la ric-
evidente che un sapere sviluppatosi in
essere in funzione della sola utilità pratica.
chezza e la precisione delle conoscenze zoologiche e botaniche degli indiani
Canada - Montagnais, Naskapi, Micmac, Malecite, Penobscot - l'etnologo che li ha studiati più a fondo cosi del nord-est degli Stati Uniti e del
prosegue
:
Potremmo anche non nutrimento e
il
straordinario...
conoscenza
le
meravigliarci dei costumi della selvaggina che fornisce
che
nel
fatto
pratica
delle
il
cacciatore
abitudini
in tutto
il
suo valore i
la
cura che
fatti
e
gli
caratteristiche
però
Indiani
scientifici relativi
niente di
c'è
Penobscot del Maine abbia
delle
Quando
di quella del più esperto zoologo.
vare e nell'ordinare
Non
materie prime dell'industria indigena.
a
si
avuto
è
modo
di
una
migliore
dell'alce
apprezzare
hanno sempre avuto nell'osserforme inferiori della vita ani-
male, sarà lecito dimostrare una certa sorpresa.
La classe dei rettili nella sua totalità non presenta nessun interesse economico per questi indiani; essi non consumano carne di serpente, né di batraci, e non ne utilizzano in alcun modo le spoglie, salvo in casi rarissimi per preparare misture contro la malattia o la stregoneria (Speck
come Speck ha dimostrato,
Tuttavia,
p.
1,
273).
gli indiani del nord-est
hanno
ela-
borato una vera e propria erpetologia, con termini diversi per ciascun ge-
nere di
rettili,
e con altri termini destinati alle specie e alle varietà.
dotti naturali utilizzati dai popoli siberiani per scopi medicinali, e
specifico loro attribuito, la cura,
sono
definiti
l'acume, l'attenzione per
i
I
pro-
valore
il
con una precisione che dimostra
tutta
particolari e la preoccupazione delle di-
stinzioni che
hanno dovuto usare
questo tipo
ragni e vermi bianchi inghiottiti (Itelmeni e Iakuti, sterilità);
:
gli osservatori e
i
teorici nelle società di
grasso di scarabeo nero (Osseti, idrofobia); blatta schiacciata,
fiele di
gallina
(Russi di Surgut, ascessi ed ernia); vermi rossi macerati (Iakuti, reumatismi); fiele di luccio (Buriati, malattie degli occhi); lasca, granchi inghiottiti
di
vivi
(Russi della Siberia, epilessia e altre malattie); contatto del becco
picchio,
sangue
di
picchio,
insufflazione
nasale di
polvere di picchio
mummificato, uovo ingollato dell'uccello koukcha (Iakuti, rispettivamente contro mal di denti, scrofola, malattie di equini e tubercolosi); sangue di pernice, sudore equino riati,
di
(Oiroti, ernie e verruche);
tosse); tritatura finissima di
zampe
brodo
di piccione
dell'uccello tilegous
cane arrabbiato); pipistrello disseccato appeso
al collo
(Bu-
(Kazak, morsi
(Russi dell'Aitai,
22
//
febbre);
instillazione
pensiero selvaggio
d'acqua proveniente da un ghiacciolo pendente dal
nido dell'uccello remiz (Oiroti, malattie degli occhi). Limitandoci
prendendo
e
riati
in considerazione soltanto l'orso,
carne possiede sette diverse facoltà terapeutiche, nove, i
il
Kalar,
cervello dodici, la bile diciassette, e
quando
sua
la
grasso
pelo due. Sempre dell'orso,
utili,
un lavoro
(Zelenine, pp. 47-59). In
la costipazione
da ogni parte del mondo, e
na. Si potrebbero citare altri esempi, tratti
di
ma vengono
le specie
si
animali e vegetali non sono note
o interessanti perché sono
definite utili
pri-
conosciute.
Si obietterà
che simile scienza non può avere una grande
piano pratico. Ma, per l'appunto, dine pratico
:
contatto di
il
possibile,
picchio e
intellettuali.
un becco
Il
suo scopo fondamentale non è di orri-
vero problema non consiste nel sapere
no
di picchio guarisca o
da un certo punto di il
il
sul
efficacia
prima, od in luogo, di servire a soddisfare bisogni, essa
sponde ad esigenze se
il
inventario altrettanto ricco concernente una tribù africa-
sarebbe tentati di concludere che
ma
osserviamo che
sangue cinque,
sverna, raccolgono gli escrementi calcificati, che adoperano
come cura contro Loeb si trova un
perché sono
il
il
Bu-
ai
vista, far
il
mal
ma
di denti,
«andare d'accordo»
il
se è
becco del
dente dell'uomo (una congruenza che nella formula terapeutica
trova solo una delle tante ipotetiche applicazioni), per introdurre, attraverso questi accostamenti di cose e di esseri,
Un
criterio ordinativo,
qualunque esso
Ma
la sola
La scienza pura ha riore e
il
dubbio e
il
ma
si
un
teorico
rispetto
moderno
la sconfitta,
perché non possono fare
il
il
altri-
disordine.
solo scopo di portare al suo punto più alto e più co-
modo
probabilmente inconscio,
potrà chiedere se
biettivo dei fenomeni,
il
scrive
cosa che non possono e non debbono tollerare è
sciente la riduzione di quel
si
nell'universo.
ha sempre un valore
:
Gli scienziati tollerano menti.
sia,
Come appunto
all'assenza di ogni ordinamento.
della tassonomia
un principio d'ordine
alle origini
artificio costruito
ripropone continuamente
in
livello infe-
stesse della vita. In certi casi ci
tipo d'ordine che è stato elaborato sia
o un
un
caotico di percepire, nato a
un
carattere ob-
dallo scienziato. Questo proble-
materia di tassonomia animale...
Nondimeno
postulato fondamentale della scienza è che la natura stessa sia ordinata...
In sede teorica la scienza
si
riduce a un criterio d'ordine,
e...
se è vero che
La
scienza del concreto
23
questo criterio d'ordine,
la sistematica consiste in
due termini, sistematica e
i
scienza teorica, potranno essere considerati come sinonimi
Tale esigenza d'ordine
ma
alla
sta
p.
5).
base del cosiddetto pensiero primitivo,
solo in quanto sta alla base di ogni pensiero
:
proprio sotto
infatti
il
comuni, noi accediamo più facilmente a quelle forme
profilo delle proprietà di pensiero che ci
(Simpson,
sembrano lontane dalla
nostra.
essere al suo posto» notava con molta profondità
«Ogni cosa sacra deve un pensatore indigeno
(Fletcher 2, p. 34). Si potrebbe arrivare a dire che proprio questo la rende sacra,
poiché se
sopprimesse, sia pur col pensiero, tutto l'ordine del-
la si
l'universo crollerebbe; essa contribuisce il
posto che
Le
le spetta.
dunque
a
mantenerlo occupando
raffinatezze del rituale che, considerate superfi-
cialmente e dall'esterno, potrebbero apparire oziose,
preoccupazione di quel che
non
lasciarsi
si
A
classe.
questo riguardo,
la
:
cerimonia del-
un corso d'acqua
si
al
momento
i
in cui
i
è
la traversata
divide in tante parti, corrispondenti rispettivamente viaggiatori
immergono
spostano, e in cui l'acqua copre totalmente
vento sono distinti
quanto
rivelatrice solo in
minuziosamente analizzata. L'invocazione che accompagna
di
momenti
i
piedi nell'acqua, in cui
i
li
loro piedi; nell'invocazione al
in cui la frescura è percepita soltanto sulle
bagnate del corpo, poi qui e
to allora
la
potrebbe chiamare una «micro-perequazione»
l'Hako degli indiani Pawnee è particolarmente
parti
spiegano con
sfuggire nessun essere, oggetto o aspetto, per potergli asse-
gnare un posto in seno a una
stata
si
infine su tutta l'epidermide
là,
possiamo avanzare con sicurezza»
(id.,
pp. 77-78).
:
«soltan-
Come
precisa
dobbiamo dedicare un incantesimo speciale a ciascuna il supremo spirito, risiede in ogni che incontriamo lungo il percorso può venirci in soccorso... stare attenti a tutto quello che vediamo» {id, pp. 73 e 81).
l'informatore, «noi
cosa che incontriamo, perché Tirawa, cosa, e tutto ciò
Siamo educati
a
Questa cura dell'osservazione esauriente e dell'annotazione sistematica dei rapporti e dei collegamenti, validità scientifica
:
è
può
alle volte sortire risultati di
una
certa
caso degli indiani Blackfoot, che diagnosticavano
il
l'approssimarsi della primavera dallo stato di sviluppo dei feti di bisonte, estratti dal
ventre delle
può disgiungere
l'esito
femmine
uccise durante la caccia. Tuttavia
positivo di certi collegamenti da tanti
stesso genere, che la scienza dichiara illusori. Ci
dare se
il'
si
altri
non
si
dello
potrebbe però doman-
pensiero magico, questa «gigantesca variazione sul tema del prin-
cipio di causalità»,
come
lo definivano
Hubert
e
Mauss
(2, p. 61),
si
di-
24
II
pensiero selvaggio
stingua dalla scienza, più che per ignoranza o disdegno del determinismo,
per un'esigenza di esso più imperiosa e più intransigente, un'esigenza che,
semmai, può essere giudicata dalla scienza irragionevole e avventata. Considerato come sistema di craft) implica
una
filosofia
teoria delle cause:
naturale,
il
pensiero magico (witch-
sfortuna dipende dalla stregoneria,
la
le forze naturali. Sia che un uomo venga incornato da un bufalo, o che gli precipiti sulla testa un solaio di cui le termiti hanno minato i montanti, o che contragga una meningite cerebro-spinale, gli Azandé asseriranno che il bufalo, il solaio, o la malattia sono cause che si sposano alla stregoneria per uccidere l'uomo. Del bufalo, del solaio, della malattia, la stregoneria non è responsabile, poiché essi esistono indipendentemente; ma è responsabile della circostanza particolare che li pone in un rapporto distruttivo con un certo individuo. Il granaio sarebbe crollato in ogni caso, ma è colpa di un sortilegio se esso si è sfasciato in un determinato momento, quando sotto vi si trovava sdraiato un determinato individuo. Tra tutte queste cause
operante di concerto con
concomitanti, solo la stregoneria ammette
un
intervento correttivo, poiché è
ad essere emanata dall'uomo. Contro il bufalo o il solaio non c'è niente da fare. Benché li si riconosca come cause, queste però non sono significative l'unica
sul piano dei rapporti sociali
(Evans-Pritchard
1,
pp. 418-419).
Sotto questo aspetto, la differenza principale tra scienza e magia andrebbe
dunque
ricercata nel fatto che l'una postula
tegrale,
mentre
l'altra
opera su piani
un determinismo globale
distinti,
di cui alcuni soltanto
mettono forme di determinismo considerate invece inapplicabili ad
Ma
e in-
am-
altri li-
e la precisione
potremmo anche spingerci più in là e domandarci se il rigore di cui danno prova il pensiero magico e le pratiche rituali,
non siano da
ritenersi
velli.
forse
manifestazioni
verità del determinismo, inteso
un'apprensione inconscia della
di
come condizione
che
tito e vissuto,
prima di essere conosciuto e
il
d'esistenza dei
fenomeni
determinismo verrebbe ad essere globalmente presen-
scientifici, così
magiche apparirebbero
rispettato.
allora quali espressioni di
un
I
riti
e le credenze
atto di fede in
una
scienza che deve ancora nascere.
Ma
c'è di più.
Non
soltanto, per loro natura, queste anticipazioni pos-
ma
sono essere talvolta coronate dal successo,
due
possono anche essere
versi e cioè in rapporto alla scienza stessa e a
metodi o
tali
risultati
per
che
la
scienza assimilerà solo in una fase progredita del suo sviluppo, se è vero
che l'uomo ha cominciato dal più
difficile
:
l'ordinamento
al livello dei dati
La
scienza del concreto
che
sensibili,
la
25
scienza ha disprezzato a lungo e solo ora comincia a rein-
tegrare nella sua prospettiva. D'altronde, nella storia del pensiero scientifico,
questo effetto di anticipazione
è verificato più volte;
si
come ha dimostrato
Simpson (pp. 84-85) con un esempio tratto dalla biologia del secolo XIX, dipende dal fatto che - essendo la spiegazione scientifica sempre corri-
ciò
spondente tipo, Il
d'un certo «assetto» - qualsiasi tentativo di questo
alla scoperta
anche ispirato a princìpi non
che è addirittura presumibile, se
ro delle strutture sia finito
si
ammette, per definizione, che
indipendentemente dai princìpi e dai metodi cui
cia intrinseca,
La chimica moderna riconduce diversa combinazione
si
nume-
il
:
ispira.
profumi
varietà dei sapori e dei
la
cinque elementi
di
validi.
assetti
strutturazione possiederebbe allora un'effica-
la
:
può incontrare
scientifici
idrogeno,
carbonio,
alla
ossigeno,
zolfo e azoto. Attraverso la compilazione di tavole delle presenze e delle
assenze e
valutazione di dosaggi e di soglie, la chimica riesce a spiegare
la
rassomiglianze tra qualità che una volta avrebbe
certe differenze e certe
escluso dal suo ambito perché «secondarie».
non colgono
ste distinzioni
alla sprovvista
Ma
questi accostamenti e que-
sentimento estetico, costitui-
il
scono anzi un motivo di maggiore arricchimento e chiarificazione, poiché stabiliscono associazioni di cui esso aveva già avuto cui oggi
si
comprende meglio come
e perché, con
un
il
presentimento e di
esercizio assiduo della
sola intuizione, avrebbero già potuto essere scoperte; cosi
bacco pi,
uno comprendente
del
pane (anch'essi composti d'azoto),
gio, la birra e tica, la
il
tra
l'altro
gli
la
carne in graticola e l'altro di cui
ma
il
perché
intelligibile,
si
spiegano con
la
il
ravanello e
presenza di
senape, benché
la
crucifere; la chimica convalida
che queste famiglie
Un
non hanno nulla
di scienza,
la
La
scura
crosta
la
il
formag-
ciliegia selva-
tutti
contengono aldeide;
la
esteri.
La sola intuizione
la cipolla, l'aglio,
ci il
botanica separi le liliacee dalle
filosofo o
collegano su un altro piano
un poeta, ispirandosi
:
con-
a considera-
a che vedere con la chimica o con qualsiasi altra
avrebbe potuto operare questi raggruppamenti
ratura etnografica ne rivela
cavolo,
il
testimonianza della sensibilità e prova
tra loro estranee si
tengono zolfo (K., W.).
forma
ta-
vino di Xeres formano un gruppo che non
indurrebbe a includere in uno stesso gruppo
zioni che
del
odori gemelli del tè del Canada (winter green), della lavanda e
della banana,
ravizzone,
fumo
fanno parte
miele, a causa della presenza di diacetile.
cannella, la vaniglia e
è più soltanto sensibile
mentre
il
per una logica della sensazione, dall'intersezione di due grup-
risulta,
un buon numero,
il
:
cui valore empirico
la
ed
lette-
este-
26
II
tico
non
non bisogna vedere
è peraltro minore. Tuttavia
una frenesia
di
l'effetto
associativa,
a
volte destinata
pensiero selvaggio
in questo soltanto
al
un
successo per
semplice gioco delle probabilità. In un passo più felice di quello sopra citato,
in
propone questa interpretazione, Simpson ha dimostrato che
cui
comune
l'esigenza di organizzazione è una necessità
come
e quindi,
logica conseguenza, «la tassonomia, che è criterio ordinativo
per eccellenza, possiede un eminente valore estetico»
che
ci
meraviglierà
si
possa aprire
Non
all'arte e alla scienza
meno che
la strada alla
(/.
senso estetico, con
il
le
missibile, nella prospettiva limitata in cui
si
risultati.
i
am-
(e d'altronde
alla tesi corrente
di
sue sole risorse,
tassonomia e anzi anticiparne in parte
vogliamo ritornare, comunque,
Dopo
e, p. 4).
magia
colloca) secondo cui la
sarebbe una forma timida e balbettante della scienza: pretendere di ridurre il
pensiero magico a un
scientifica,
momento o
significherebbe
a
una tappa dell'evoluzione tecnica e
rinunciare a
ogni possibilità di comprenderlo.
Simile piuttosto a un'ombra che preannunci siede la
medesima pienezza,
e,
nella sua immaterialità, è altrettanto
piuta e coerente quanto l'essere solido da siero
proprio corpo, essa ne pos-
il
soltanto anticipato.
lei
magico non è un principio, uno spunto o un abbozzo,
ma un
tutto ancora in via di realizzazione,
la
compen-
Il
parte di
un
sistema ben articolato, indipen-
dente, per questo rispetto, da quell'altro sistema che la scienza sta costruendo, salvo
un rapporto
formale che fa del primo una sorta di
di analogia
espressione metaforica del secondo. Invece di contrapporre magia e scienza,
meglio sarebbe metterle a raffronto come due modi di conoscenza, diseguali nei risultati teorici e pratici (perché, quanto a questo, è vero che la scienza ottiene risultati migliori della magia, benché la
magia
anticipi
nel senso che anch'essa qualche volta coglie nel segno) al
la
ma non
scienza rispetto
genere d'operazioni mentali che entrambe presuppongono e che
riscono esse
si
meno
in natura che
non
in
funzione dei
tipi
di
diffe-
fenomeni a
cui
applicano.
Questi rapporti dipendono dalle condizioni oggettive in cui hanno avuto origine la conoscenza magica e la conoscenza scientifica. La storia di quest'ultima è sufficientemente breve perché il
che secolo
fa,
abbastanza e
si
sia
ben informati
al
riguardo;
che l'origine della scienza moderna risalga soltanto a qual-
fatto però
pone un problema
al
al
quale gli etnologi non hanno riflettuto
quale converrebbe benissimo
il
nome
di paradosso neolitico.
La
27
scienza del concreto
Proprio nel neolitico
grandi
arti
conferma
si
della civiltà
la
maestria raggiunta dall'uomo nelle agricoltura,
terraglie, tessitura,
:
addomesticamento
degli animali. Oggi, più nessuno sognerebbe di spiegare queste
conquiste con
fortuito accumularsi di
il
una
dal caso o rivelate dallo spettacolo di certi
serie
immense
di scoperte dipendenti
fenomeni
naturali, passivamente
registrati. 3
Ognuna
di queste tecniche
presuppone
secoli e secoli di osservazione atti-
va e metodica, ipotesi ardite da scartare o da convalidare attraverso
Avendo
trollo di esperienze infaticabilmente ripetute.
cui certe piante originarie del
Filippine, adottate e chiamate casi
sembra ne abbiano riscoperto anche
paralleli a quelli tradizionali
meno
nel
modo
seguente
notato
Nuovo Mondo erano state per nome dagli indigeni, gli
nel Messico,
la rapidità
con
acclimatate nelle i
usi medicinali,
un biologo
con-
il
quali in molti
rigorosamente
interpreta
feno-
il
:
usano comunemente contro
mal di stomaco piante le cui foglie o i cui fusti hanno un sapore amaro. Ogni pianta introdotta che presenti le medesime caratteristiche sarà prontamente saggiata. Proprio perché la maggior parte delle popolazioni delle Filippine fanno costanti esperimenti sulle piante, esse imparano presto a conoscere, in funzione delle categorie delle Nelle Filippine
proprie colture,
i
si
il
possibili usi delle piante importate (R. B. Fox, pp. 212-213).
Per trasformare una pianta selvatica e infesta in pianta coltivata, una
animale domestico, per far sorgere nell'una o nell'altra
bestia selvaggia in
certe proprietà alimentari o tecnologiche che all'inizio
mancavano comple-
tamente o potevano appena essere sospettate, per fare di un'argilla facile a sbriciolarsi, a polverizzarsi
instabile,
o a spaccarsi, una terraglia solida e im-
permeabile (ma soltanto a condizione di aver determinato
tra
una quantità
come tempo di
di materie organiche e inorganiche quella più adatta ad essere usata
sgrassante e così cottura,
ghe terra
e
il
il
combustibile più idoneo,
grado di ossidazione
efficace);
la
temperatura e
il
per elaborare tecniche spesso lun-
complesse che rendessero possibile
la
coltivazione
ove manca
la
o l'acqua, trasformare radici e semi velenosi in alimenti, o utilizzare
questa tossicità
fini
ai
della caccia, della guerra, del rituale, è stato certa-
mente necessario un atteggiamento dello curiosità assidua e
della conoscenza
sempre
(infatti,
all'erta,
spirito prettamente scientifico,
un'esigenza di conoscenza per
il
una
piacere
poiché solo una piccola parte delle osservazioni
e delle esperienze potevano offrire risultati pratici e
immediatamente
frui-
28
pensiero selvaggio
//
bili,
è lecito supporre che, all'inizio e soprattutto, esse erano ispirate dal
Per non parlare della metallurgia del bronzo e del
desiderio di sapere).
anche semplicemente del lavoro di
ferro, di quella dei metalli preziosi, e
martellatura del rame nativo, in anticipo sulla metallurgia di parecchi millenni, e
che esigono
L'uomo
tutti
una competenza tecnica già molto progredita.
dunque
del neolitico o della protostoria è
una lunga
l'erede di
tradizione scientifica; eppure se lo spirito che ispirava lui e tutti decessori fosse stato identico a quello dei moderni,
come potremmo
che esso abbia subito un arresto e che millenni di ristagno posti
come una piattaforma
suoi pre-
i
capire
siano frap-
si
contem-
tra la rivoluzione neolitica e la scienza
poranea? Questo paradosso non ammette che una soluzione, cioè
l'esisten-
dei
non due li-
conoscenza
scienti-
za di due diverse forme di pensiero scientifico, funzioni certamente di
due
fasi
diseguali dello sviluppo dello spirito
velli strategici in cui la fica:
natura
si
umano,
lascia aggredire dalla
ma
l'uno approssimativamente adeguato a quello della percezione e del-
come
l'intuizione, l'altro spostato di piano;
se
i
stituiscono l'oggetto di ogni scienza, neolitica o
raggiungibili attraverso due diverse strade, sensibile, l'altra
rapporti necessari che co-
moderna che
sia,
fossero
l'una prossima alla intuizione
più discosta.
Qualsiasi ordinamento è sempre superiore al caos; anche una classifica-
zione elaborata a livello delle proprietà sensibili è una tappa verso un or-
dine razionale. Se
si
dovesse classificare una raccolta di frutti vari in or-
dine alla relativa pesantezza dei corpi,
si
comincerebbe a buon
separare le pere dalle mele, benché la forma,
biano alcun rapporto col peso e col volume grosse
si
meno
distinguono dalle
:
il
colore e
il
diritto col
sapore non ab-
mele più
riunite assieme, le
grosse più facilmente che mescolate con
comprende già da questo esempio come, anche a livello della percezione estetica, la classificazione abbia un suo valore. D'altronde, benché non vi sia nessuna connessione necessaria tra le qualità sensibili e le proprietà, esiste, almeno in un gran numero di casi, un
frutti di diverso aspetto. Si
rapporto di fatto;
fondamento
la
generalizzazione di questo rapporto, anche se priva di
nella ragione,
può
costituire,
praticamente e teoricamente redditizia.
amare o danno bruciore, e lo tale
che è più proficuo per
il
per lunghi periodi, un'operazione
Non
tutte le sostanze tossiche
stesso vale reciprocamente;
eppure
pensiero e per l'azione procedere
un'equivalenza capace di soddisfare
il
la
sono
natura è
come
se
ad
sentimento estetico corrispondesse an-
che una realtà oggettiva. Esula dal nostro compito ricercare
il
perché di
La
29
scienza del concreto
questo fatto,
ma
che presentano caratteristiche
è probabile che certe specie
più nette di forma, colore, od odore, schiudano all'osservatore quello che si
potrebbe chiamare
il
droit de suite
caratteristiche visibili siano
il
:
il
diritto cioè di postulare
che queste
ma
segno di proprietà altrettanto specifiche,
celate. Ammettere che il rapporto tra le due sia anch'esso sensibile (che un seme a forma di dente preservi dai morsi di serpente, che un succo gial-
lo sia
della
uno farmaco per malattie
clita e arbitraria,
rio;
biliari, ecc.) vale,
noncuranza verso ogni connessione salvaguarda
a titolo provvisorio, più
la classificazione,
:
anche se etero-
la ricchezza e la varietà di voci dell'inventa-
stabilendo che bisogna tener conto di tutto, facilita
il
costituirsi di
una
«memoria». Ora, è un fatto che metodi di questo ordine avevano la possibilità di con-
durre a
certi risultati
che erano indispensabili perché l'uomo potesse pene-
da un altro angolo.
trare la natura
miti e
I
una «funzione fabulatrice», come spesso
si
riti,
i
merito di preservare fino a noi, in forma residua, riflessione
un
che furono
(e probabilmente
certo tipo di scoperte
:
lungi dall'essere opera di
hanno il grandissimo modi di osservazione e di
sostiene,
adeguati
restano) esattamente
a
quelle cioè consentite dalla natura, a cominciare
dalla possibilità di organizzare e
di
speculativamente
sfruttare
il
mondo
sensibile in termini di sensibile.
Proprio per sua essenza, questa scienza del concreto doveva limitarsi a sultati diversi
da quelli destinati alle scienze esatte e naturali,
questo essa fu
meno
scientifica e
anzi, impostisi diecimila anni il
i
suoi risultati
prima degli
altri,
meno
reali:
ma non
ri-
per
questi ultimi
rimangono ancora e sempre
sostrato della nostra civiltà.
D'altronde, sopravvive fra noi una forma di attività che, sul piano tecnico, ci consente di renderci conto abbastanza
bene delle
caratteristiche, sul
piano speculativo, di una scienza che preferiamo chiamare «primaria» anziché primitiva: questa forma è di solito designata col termine bricolage*
Nel suo antico
significato,
il
verbo bricoler
e del biliardo, alla caccia e all'equitazione,
vimento incidente
:
si
applica al gioco della palla
ma sempre
per evocare un mo-
quello della palla che rimbalza, del cane che
del cavallo che scarta dalla linea diritta per evitare
bricoleur s'intende chi esegue
un lavoro con
le
un
si
ostacolo.
distrae,
Oggi per
proprie mani, utilizzando
mezzi diversi rispetto a quelli usati dall'uomo del mestiere. Ora,
la
pecu-
H
30
pensiero selvaggio
liarità del
pensiero mitico sta proprio nell'esprimersi attraverso un reper-
torio dalla
composizione eteroclita che, per quanto
mitato
eppure di questo repertorio non può fare a meno di
:
non ha
nient'altro tra le mani.
di bricolage intellettuale,
due. sul
Come
il
servirsi,
che spiega
le relazioni che
risultati
li-
perché
come una
pensiero mitico appare così
Il
sorta
riscontrano tra
si
bricolage sul piano tecnico, la riflessione mitica
il
piano intellettuale
camente è sul
esteso, resta tuttavia
i
può ottenere
veramente pregevoli e imprevedibili; recipro-
stato spesso osservato
carattere mitopoetico del bricolage, sia
il
piano dell'ir/ brut o naif, cioè dell'arte spontanea,
sia nell'architettura
fantastica della villa del postino Cheval, nell'architettura scenica di
Georges
Méliès, o in quella immortalata da Dickens nelle Grandi speranze, senza
dubbio inizialmente ispirata dall'osservazione del «castello» suburbano di Mr. Wemmick, col suo ponte levatoio in miniatura, il cannoncino che alle
nove spara a
salve, e
recinto per l'insalata e
il
i
cetrioli grazie al
quale gli
occupanti avrebbero potuto sostenere un assedio qualora fosse stato necessario...
Vale
pena
la
approfondire ulteriormente questo paragone, perché
di
facilita l'accesso ai rapporti reali esistenti fra tifica
che abbiamo ora
numero li
di
distinti.
Il
i
due
tipi di
ci
conoscenza scien-
bricoleur è capace di eseguire
un gran
compiti differenziati, ma, diversamente dall'ingegnere, egli non
subordina
possesso di materie prime e di arnesi, concepiti e procurati
al
espressamente per
mentale è chiuso,
la e,
realizzazione del suo progetto
:
suo universo stru-
il
jpet lui, la regola del gioco consiste nell'adattarsi
sem-
pre all'equipaggiamento di cui dispone, cioè a un insieme via via «finito» di arnesi e di materiali, peraltro eterocliti, dato che la sto insieme
non
è in rapporto col progetto del
nessun progetto particolare, sioni che
si
servarlo con
ma
è
il
composizione di que-
momento, né d'altronde con
risultato contingente di tutte le occa-
sono presentate di rinnovare o di arricchire lo stock o di coni
residui di costruzioni e di distruzioni antecedenti. L'insieme
dei mezzi del bricoleur
non è dunque
definibile in base a
un progetto
(la
qual cosa presupporrebbe, almeno in teoria, l'esistenza di tanti complessi strumentali quanti sono esso
si
i
generi di progetto,
come accade
all'ingegnere);
definisce solamente in base alla sua strumentalità, cioè, detto in altre
parole e adoperando lo stesso linguaggio del bricoleur, perché gli elementi
sono
raccolti
o conservati in virtù del principio che «possono sempre
re». Simili elementi il
bricoleur
sono dunque
specificati solo a
non abbia bisogno dell'assortimento
metà
di
:
servi-
abbastanza perché
mezzi e di conoscenze
La
31
scienza del concreto
di tutte le categorie professionali,
ma non
tanto perché ciascun elemento
vincolato ad un impiego esattamente determinato. Ogni elemento rap-
sia
tempo stesso concrete e virtuali una qualunque operazione in seno a un
presenta un insieme di relazioni al
ma
operatore,
Lo
utilizzabile per
stesso avviene per gli elementi della riflessione mitica che
sempre
a
metà strada
tra
i
percetti e
il
il
un
tipo.
situano
si
ai
se-
pensiero possa, almeno in linea provvisoria, mettere
Ma
suoi progetti tra parentesi.
mediario,
è
concetti. Sarebbe impossibile estrarre
i
primi dalla situazione concreta in cui sono apparsi, e un ricorso
i
condi esigerebbe che i
:
segno, poiché lo
si
esiste tra
l'immagine e
può sempre
definire,
il
concetto
secondo
il
un
modo
inter-
inau-
gurato da Saussure a proposito di quella particolare categoria costituita dai
come
segni linguistici,
il
un
nesso tra un'immagine e
concetto,
i
quali, nel-
l'unione cosi realizzata, sostengono rispettivamente le parti di significante e di significato.
segno è un essere concreto quanto l'immagine,
Il
per
il
suo potere referenziale
vamente a
se stessi,
ma
:
sia l'uno
possono far
che
l'altro
le veci di
ma
somiglia
non sono
al
concetto
relativi esclusi-
qualcosa d'altro.
Il
concetto
possiede però, per questo rispetto, una capacità illimitata, mentre quella del segno è limitata.
La differenza
e la somiglianza risultano chiaramente
dall'esempio del bricoleur. Osserviamolo all'opera dal suo progetto, tivo
:
egli
esso
suo
modo
per quanto infervorato
:
pratico di procedere è inizialmente retrospet-
deve rivolgersi verso un insieme già costituito
materiali, farne
una sorta
le risposte
il
o rifarne l'inventario, e
infine, soprattutto,
di dialogo per inventariare,
che l'insieme può offrire
al
prima
ciò che
e di
impegnare con
di sceglierne una, tutte
problema che
viene posto. Egli
gli
interroga tutti quegli' oggetti eterocliti che costituiscono
comprendere
di utensili
il
suo tesoro, 5 per
ognuno di essi potrebbe «significare», contribuendo un insieme da realizzare che alla fine, però, non strumentale se non per la disposizione interna delle
così alla definizione di differirà dall'insieme parti.
Quel blocco cubico
di quercia potrebbe servire
re all'insufficienza di un'asse d'abete,
metterebbe di valorizzare
la
In un caso sarà estensione, gono sempre limitate dalla to sussiste in esso di
stato preparato le
oppure da piedestallo, cosa che per-
venatura e nell'altro
da bietta per rimedia-
la
levigatezza del vecchio legno.
materia.
Ma
queste possibilità ven-
storia particolare di ciascun
pezzo e da quan-
predeterminato, dovuto all'uso originale per cui era
o agli adattamenti subiti in previsione di
altri
usi.
Come
unità costitutive del mito, le cui possibilità di combinazione sono limi-
H
32
tate dal fatto di essere ricavate
pensiero selvaggio
da una lingua dove possiedono di già un
senso che ne riduce la libertà di impiego, gli elementi che
bricoleur rac-
il
coglie e utilizza sono «previncolati» (Lévi-Strauss 5, p. 35). D'altra parte la
decisione dipenderà dalla possibilità di permutare
un
elemento nella
altro
funzione vacante, così che ogni scelta trarrà seco una riorganizzazione completa della struttura che
non
sarà
mai identica a quella vagamente imma-
ginata né ad altra che avrebbe potuto esserle preferita.
In certo qual esiste
modo anche
l'ingegnere interroga, poiché anche per lui
un «interlocutore», determinato dal
fatto che
conoscenze in suo possesso non sono mai
i
mezzi, ie capacità e le
illimitati, e che, in
questa forma
una resistenza con la quale gli è indispensabile
negativa, egli urta contro
venire a patti. Si potrebbe essere tentati di dire che l'ingegnere interroga l'universo,
mentre
il
bricoleur
si
mostra, d'altra parte,
come
di procedere del fisico a
una
rivolge a
umane, cioè a un insieme culturale
raccolta di residui di opere
La
di sottordine.
teoria dell'informazione
ricondurre
sia possibile, e talvolta utile,
una
sorta di dialogo
con
la natura,
la
il
modo
qual cosa
attenuerebbe la distinzione che stiamo cercando di tracciare. Tuttavia una differenza sussisterà sempre, pur se
mai un dialogo con
la
si
calcola che lo scienziato
natura allo stato puro,
ma
non avvia
con un certo stato del rap-
porto tra essa e la cultura, uno stato definito dal periodo storico nel quale egli vive,
Non
dalla civiltà cui appartiene, dai mezzi materiali di cui dispone.
diversamente dal bricoleur, lo scienziato messo davanti a un compito
determinato non può fare quello che vuole; anch' egli dovrà cominciare col far l'inventario di tutto
un complesso predeterminato
riche e pratiche e di mezzi tecnici, che restringono
il
di conoscenze teo-
campo
delle soluzioni
possibili.
La differenza non
è
dunque tanto
assoluta quanto
immaginare; è però reale nella misura per in cui si
si
riassume lo stato di una
un varco e
civiltà,
a situarsi «al di là»,
za, resta «al di
qua»,
il
opera mediante concetti,
cui,
l'ingegnere tende sempre ad aprir-
mentre
il
al
altri
secondo mediante segni. Sull'asse della contrap-
posizione natura-cultura, gli insiemi di cui essi cettibilmente. In effetti
amore o per fortermini, che il primo
bricoleur, per
che equivale a dire in il
sarebbe tentati di
si
in rapporto alle limitazioni
almeno una
si
servono divergono per-
delle maniere in cui
il
segno
si
oppone
concetto dipende dal fatto che quest'ultimo esige un'integrale trasparenza
alla realtà,
ove invece
il
primo
accetta, anzi pretende,
che a questa realtà
La
scienza del concreto
33
incorporata una certa densità umana. Secondo l'espressione piena di vi-
sia
ma
gore
difficilmente traducibile di Peirce
:
potrebbe dire dunque che lo scienziato e
Si
messaggi; sennonché, per
alla ricerca di
il
bricoleur sono entrambi
il
bricoleur
messaggi pre-trasmessi e di cui egli fa collezione
di
tratta,
si
per così
come quei
:
codici
dire,
com-
compendiando tutta la passata esperienza professionale, pereconomicamente tutte le situazioni nuove (a condi-
merciali che,
mettono
somebody.»
«// addresses
di affrontare
zione però che appartengano alla stessa classe di quelle passate); l'uomo di
sempre affidamento
scienza, invece, ingegnere o fisico che sia, fa
messaggio, che
si
potrebbe riuscire a strappare a un interlocutore, nonostante
sua reticenza a pronunciarsi in merito a questioni le cui risposte
la
già state sperimentate.
il
gruppo
:
essa
concetto appare così
Il
dell'insieme col quale
riorganizzazione
sull'altro
lavora,
si
non
lo
il
non siano
come l'operatore agl'apertura come l'operatore della sua
significato
amplia né
ma
lo rinnova,
limita a ottenere
si
delle sue trasformazioni.
L'immagine non può
essere idea
ma può
sostenere
la
funzione di segno,
0,
più esattamente, coabitare in un segno con l'idea; e qualora l'idea ancora difetti, rispettare
L'immagine
è
fissa,
compagna; ma privi di illimitati
suo posto futuro e farne apparire
il
il
connessa in
con
di costituire
dello stesso tipo
altri esseri
limitati di
tico,
l'ac-
- come
è privilegio del concetto
con
suscettibili di stabilire rapporti successivi
numero, e sempre a condizione, come
si
-
altri
è visto,
un sistema dove una modificazione che concerna un elemento
automaticamente
comprensione dei mentari
che
all'atto di coscienza
comprensione, cioè mancanti di rapporti simultanei e teoricamente
benché
interessi
univoco
contorni in negativo.
segno, e l'immagine divenuta significante, seppur ancora
sono già permutabili, cioè esseri,
modo
i
logici
ma come una
tutti
gli
esistono
altri
:
su questo piano l'estensione e la
non come due
aspetti distinti e
realtà solidale. Si capisce così
benché impastoiato nelle immagini, possa già
come
il
comple-
pensiero mi-
essere" generalizzatore e
quindi scientifico: anch'esso lavora a forza di analogie e di paragoni, anche
come nel caso del bricolage, le sue creazioni si riducono ogni volta a un nuovo assetto di elementi che non mutano di natura a seconda che figurino
se,
nel
complesso strumentale o nell'assetto
finale
(i
quali, tranne che per la
disposizione interna, formano sempre lo stesso oggetto). «Si direbbe che gli universi
mitologici siano destinati ad essere smantellati
appena
perché nuovi universi sorgano dai loro frammenti» (Boas
profonda osservazione
la
1,
p.
costituiti,
18.):
una
quale dimentica però che, in questa incessante
34
fl
ricostruzione che
avvale dei medesimi materiali, sono sempre vecchi
si
funzione di mezzi;
a sostenere la
pensiero selvaggio
fini
trasformano in significanti e
significati si
i
viceversa.
Tale formula che potrebbe servire da definizione
anche per
al
bricolage spiega come,
mezzi disponibili debba essere
la riflessione mitica, la totalità dei
implicitamente inventariata o immaginata perché possa definirsi un risultato
che d'altronde rappresenterà sempre un compromesso
Una
l'insieme strumentale e quella del progetto.
tra la struttura del-
volta realizzato, questo di-
vergerà inevitabilmente dall'intenzione iniziale (un semplice schema, d'altronde), effetto che è stato chiamato dai surrealisti con espressione felice
Ma
«rischio oggettivo».
di
c'è
più
ma
eseguire, strato,
ma
le
cose
qualcosa di
Anche di
il
limita a portare a termine, o ad le cose,
come abbiamo
raccontando attraverso
:
limitato di possibili,
senza mai riuscire ad adeguare
poesia del bricolage nasce anche
si
«parla», non soltanto con
anche mediante
un numero
tra
la
:
non
e soprattutto dal fatto che questo
il
già dimo-
le scelte
che opera
carattere e la vita del suo autore.
suo progetto,
il
Pur
bricoleur vi mette sempre
sé.
sotto questo profilo, la riflessione mitica appare
bricolage intellettuale. L'intera scienza
come una forma
è eretta sulla distinzione tra
si
contingente e necessario, che è poi la distinzione tra evento e struttura. Le
come proprie erano per l'appunto
qualità che ai suoi albori essa rivendicava
quelle che,
non facendo assolutamente parte
vano esterne e come estranee
agli eventi
è
:
dell'esperienza vissuta, restail
significato della
qualità primaria. Ora, la caratteristica del pensiero mitico,
lage sul piano pratico, è di elaborare insiemi strutturati,
per mezzo di eventi:
altri
insiemi strutturati, 6
«odds and ends»
si
ma
nozione di
come del briconon direttamente
utilizzando residui e frammenti di
direbbe in inglese,
o,
in francese, «bribes et
un individuo o di una società. Per un certo verso il rapporto tra diacronia e sincronia è dunque invertito il pensiero mitico, da vero bricoleur, elabora strutture combinando assieme eventi, o piuttosto residui di eventi, 7 mentre la scienza, che «cammina» in quanto si instaura, crea, sotto forma di eventi, i suoi strumenti e i suoi morceaux», testimoni
fossili
della storia di
:
risultati, tesi
due
grazie alle strutture che fabbrica senza posa e che sono le sue ipo-
e le sue teorie.
Ma
non equivochiamo
fasi dell'evoluzione del
ugualmente
validi.
tative, cioè a
La
:
sapere, poiché
fisica e la
non si tratta di due stadi o di due modi di procedere sono
i
chimica aspirano già a ridiventare quali-
render ragione anche delle qualità secondarie che, una volta
La
scienza del concreto
35
spiegate, torneranno ad essere mezzi di spiegazione; e la biologia sta forse
segnando
passo in attesa che questo
il
spiegare la vita. Dal canto suo
il
per potere poi essa stessa
realizzi,
si
pensiero mitico non è soltanto schiavo di
eventi e di esperienze che indefessamente presenta e ripresenta per arrivare
un senso;
a scoprirvi
eleva contro
il
esso
ha anche un potere
non-senso, col quale
la
liberatore, per la protesta che
scienza
si
era inizialmente rassegnata
a transigere.
Le considerazioni precedenti hanno e forse
si
potrebbe indicare come
metà strada noto
infatti
tra la
che
del bricoleur è in pari
conoscenza
sfiorato più volte
problema
il
sotto questo profilo,
l'arte,
scientifica e
il
si
dell'arte,
inserisca a
pensiero mitico o magico; è
ha contemporaneamente qualcosa dello scienziato e
l'artista
con mezzi artigianali egli compone un oggetto materiale che
:
tempo oggetto
Noi abbiamo
di conoscenza.
distinto lo scienziato
dal bricoleur per le funzioni inverse che, nell'ordine strumentale e finale, essi
assegnano all'evento e
mondo) per mezzo mula
alla
inesatta in questa
forma mozza,
ture, dalla nostra analisi).
(mutare
l'uno costruendo eventi
struttura,
di strutture, l'altro strutture per
ma
mezzo
di eventi
il
(for-
che verrà completata, nelle sfuma-
Osserviamo ora quel famoso
ritratto
muliebre
di-
pinto da Clouet e domandiamoci le ragioni della profonda emozione estetica
che suscita, quasi inesplicabilmente,
la
riproduzione,
filo
gorgerina di pizzo, in uno scrupoloso trompe-l'oeil (tavola
L'esempio di Clouet non è preso
a caso
;
infatti è risaputo
piaceva di dipingere più in piccolo del naturale
come
i
giardini giapponesi,
bottiglie, tutte cose delli
in
sempre
e
:
i
filo,
le
una
I).
che egli
si
com-
dunque
suoi quadri sono
modellini di automobili e
di
navicelle nelle
che nel linguaggio del bricoleur vengono chiamate «mo-
formato ridotto». Ora
rappresenta anche tipo,
i
per
il
la
questione è sapere se
«capolavoro» del confratello, non
dovunque, dell'opera
d'arte.
Infatti
il
sia
modellino, che
anche
come sembra
il
proto-
chiara la
vocazione estetica del modellino (e di dove, se non dalle sue stesse dimensioni gli deriverebbe questa costante virtù), così è vero reciprocamente che le
opere
Si
potrebbe credere che all'origine di questa caratteristica
d'arte, nella
stragrande maggioranza, sono anch'esse modelli stia la
ridotti.
preoccupa-
zione di economizzare materiali e mezzi, adducendo, per sostenere questa
in-
terpretazione, la testimonianza di opere che, seppure monumentali, sono in-
contestabilmente artistiche.
Ma
bisogna intendersi sulle definizioni
:
gli af-
36
II
pensiero selvaggio
freschi della cappella Sistina, nonostante le loro dimensioni imponenti, sono in
formato ridotto, poiché
ci
può domandare
si
tema da
il
tempi.
essi illustrato è la fine dei
simbolismo cosmico dei monumenti
stesso succede col
da una statua
se l'effetto estetico prodotto, diciamo,
equestre più grande del naturale derivi dal fatto che essa ingigantisce
uomo zioni
rupe.
un
dimensioni di una rupe, o non piuttosto che riduce a propor-
alle
umane ciò che inizialmente, di lontano, viene percepito come una Comunque anche la «grandezza naturale» suppone una riduzione del
modello, poiché cia a talune ai
Lo
D'altronde
religiosi.
la trasposizione grafica
o plastica implica sempre
dimensioni dell'oggetto: in pittura
colori, agli odóri, alle impressioni tattili; e, in
mensione temporale, poiché
Quale
virtù possiede
il
entrambi
dunque
la riduzione, tanto nel caso le
l'oggetto reale nella sua totalità, noi
che concerna
abbiamo sempre tendenza a operare che
Si supera la resistenza
dell'oggetto appare
titativamente diminuita,
ci
il
per conoscere
:
viene opposta,
ci
suddividendola. La riduzione scalare rovescia questa situazione lita, la totalità
alla di-
proprietà? Sembrerebbe risultare
da una sorta di rovesciamento del processo della conoscenza
parti.
casi,
i
tutto dell'opera raffigurata è colto nell'istante.
formato, quanto in quello che riguardi
cominciando dalle sue
la rinun-
volume; nella scultura
al
meno
temibile; per
il
:
rimpiccio-
fatto di essere quan-
sembra qualitativamente semplificata. Più
mente, questa trasposizione quantitativa accresce e trasferisce
esatta-
nostro potere
il
su un omologo della cosa: attraverso questo la cosa può essere colta, sop-
un solo colpo d'occhio. La bambola del un rivale, e neppure un interlocutore; in essa e per sua virtù la persona si muta in soggetto. Al contrario di quanto succede quando cerchiamo di renderci conto di una cosa o di un essere di
pesata nella mano, afferrata con
bambino non è più un
dimensioni
reali,
mento è
nel modello ridotto la conoscenza del tutto precede quella
E anche
delle parti.
avversario,
di creare
e la sensibilità di
se
non
è altro che un'illusione, lo scopo del procedi-
o di conservare questa illusione, che
un piacere
gratifica l'intelligenza
che, anche su questa sola base,
può già
esser
definito estetico.
Finora
mo
ci
appena
quantità
-
è costruito
siamo soffermati solo su considerazioni visto,
scalari che,
come
abbia-
-
implicano una relazione dialettica tra grandezza
e qualità.
Ma
man mode
e,
il
cioè
modellino possiede un attributo supplementare quel che più conta, è «fatto a mano».
dunque una semplice proiezione, un omologo passivo dell'oggetto, stituisce una vera e propria esperienza sull'oggetto nella misura in :
:
Non è ma cocui
il
La
scienza del concreto
modello è
artificiale,
37
mentare
lage, e l'esempio delle varie
per
-
l'arte
scelta di
il
- l'abbiamo
è fatto, e questo
una dimensione supple-
di fabbricazione procura
suo essere. Inoltre
al
come
diviene possibile comprendere
apprendimento del modo
già visto a proposito del brico-
«maniere» pittoriche dimostra che è vero anche
problema comporta sempre numerose soluzioni. Siccome
una soluzione
una modificazione del
significa
risultato a cui
la sa-
si
rebbe arrivati partendo da una soluzione diversa, contemporaneamente alla soluzione particolare offerta allo sguardo, viene ad essere virtualmente dato il
quadro generale
onde
di tutte queste permutazioni,
lo spettatore si trova
trasformato, senza neppure saperlo, in agente. Attraverso la sola contempla-
mo-
zione, lo spettatore viene, per così dire, stimolato al possesso di altre dalità possibili della stessa opera, di cui fice a
maggior
dole dalla sua creazione. In altre parole
compensa
è che esso
dimensioni
alla
nostro discorso le di proiezione in
si
si
pregio intrinseco del modellino sensibili,
con l'acquisizione di
gorgerina di pizzo nel quadro di Clouet. Tutto
uno spazio
meno numerose modo simmetrico e
fosse proposta,
di riprodurre
come
di proprietà le cui
ma
infatti,
il
dimensioni sensibili sono
di quelle dell'oggetto, è stato necessario pro-
inverso a quanto avrebbe fatto la scienza, se è
appunto sua funzione,
- non soltanto un nuovo punto
punto già noto,
La scienza,
ha abbandonate escluden-
addice benissimo giacché, per raffigurarla nella forma
più piccole e
questa
il
dimensioni
la rinuncia a
sente confusamente arte-
si
le
intelligibili.
Ritorniamo ora
cedere in
egli
che
diritto del creatore stesso,
anche un pizzo vero
al
avrebbe lavorato su scala
ricamo in
di
- invece luogo di un
di produrre
posto di un pizzo raffigurato. reale,
ma
grazie all'invenzione
un mestiere, mentre l'arte lavora su scala ridotta, avendo come fine un'immagine omologa dell'oggetto. Il primo metodo è dell'ordine della metoni-
di
mia, sostituisce cioè un essere con un altro essere, un effetto con la sua causa,
il
E non
secondo invece è dell'ordine della metafora. è ancora tutto
struttura ed evento
si
:
se è vero che
infatti,
manifesta in
e nel bricolage, è chiaro che,
modo
il
rapporto di priorità
anche da questo punto
una posizione intermedia. Anche
di vista, l'arte
occupa
se la raffigurazione su scala ridotta di
gorgerina di pizzo implica, come abbiamo dimostrato, una conoscenza terna della sua morfologia e della tecnica di fabbricazione (e, se trattato della rappresentazione di
to
:
un
tra
simmetrico e inverso nella scienza
essere
umano o
animale,
dell'anatomia e degli atteggiamenti), tuttavia non
si
si
una in-
fosse
avremmo
det-
riduce a un dia-
//
38
gramma o
a
una tavola tecnologica
:
essa effettua la sintesi di queste pro-
prietà intrinseche e di quelle risultanti Il
pensiero selvaggio
da un contesto spaziale e temporale.
ma
risultato finale è la gorgerina di pizzo quale essa è in assoluto,
temporaneamente anche quale ticolare in cui
mula
altre,
trasto tra
il
è nell'apparenza rivelata dalla prospettiva par-
presenta, che ne mette in evidenza talune parti e ne dissi-
si
la cui esistenza
continua però a influire sul resto
:
suo biancore e
colori delle altre parti del vestito,
il
i
collo madreperlaceo che essa cinge e quello del cielo di
un dato momento; quale
di
con-
per
il
con-
riflesso del
un dato giorno e come
essa è inoltre per quello che significa
guarnizione modesta o di gala, portata, nuova o usata, stirata di fresco o sgualcita,
da una donna del volgo o da una regina,
la cui
fisionomia con-
ferma, infirma o qualifica la sua condizione in un ambiente, una società,
un paese della
ma
terra,
un periodo
storico...
Sempre
a
metà strada
e l'aneddoto, la genialità del pittore consiste nell'unire
un un oggetto che non
un
interna e una esterna,
essere e
nello
esiste affatto
creare sulla tela ficiali
:
L'emozione
divenire; nel produrre col suo pen-
come oggetto
sintesi esattamente equilibrata di
e naturali, e di estetica
uno o più
e che tuttavia egli sa
una o più
strutture arti-
eventi, naturali e sociali.
dipende da questa unione (tra l'ordine della struttura
e l'ordine dell'evento) istituita in seno a
una cosa
tualmente quindi anche dallo spettatore,
il
ne scopre
creata dall'uomo, e vir-
quale attraverso l'opera d'arte
la possibilità.
Questa analisi richiede molte osservazioni. Per prima cosa essa di
comprendere meglio perché
stemi di relazioni astratte e l'atto creatore
che
si
tra lo sche-
una conoscenza
che genera
il
i
come
miti
ci
ci
permette
appaiano simultaneamente come
oggetti di contemplazione estetica
:
si-
infatti
mito è simmetrico e inverso rispetto a quello
trova all'origine dell'opera d'arte. In quest'ultimo caso
un insieme formato da uno o più
si
parte da
uno o più eventi, al quale la creazione estetica, col mettere in evidenza una struttura comune, conferisce un carattere di totalità. Il mito percorre lo stesso cammino, ma alla rovescia si serve di una struttura per produrre un oggetto assoluto che abbia l'aspetto di un insieme di eventi (poiché ogni mito narra una storia). L'arte procede quindi cominciando da un insieme (oggetto + evento) e va alla scoperta della sua struttura; il mito parte da una struttura e grazie ad essa intraprende la costruzione di un insieme (oggetto + evento). Questa prima osservazione ci spinge dunque a generalizzare la nostra oggetti e da
:
interpretazione, mentre la seconda parrebbe indurci a restringerla.
È
prò-
La
scienza del concreto
39
pio vero che ogni opera d'arte consiste in un integrarsi di struttura ed
evento?
Non
sembra possibile sostenere qualcosa
di simile a proposito di
quella clava tlingit di legno di cedro, adoperata per
posso osservare su uno scaffale della mia
io
queste righe (tavola
ha voluto che
il
manico con
il
L'artista,
II).
d'arte
:
tali
si
sto scrivendo
confondesse col corpo dell'animale,
che l'oggetto potesse essere l'animale crudele,
contemporaneamente un'arma da pesca ben
agevole da maneggiare ed efficace nei
simbolismo mitico come
getto, la sua funzione e
risultati.
Sembra che
tutto,
questo strumento che è pure una splendida opera
sia strutturale in
il
mentre
pesce, che
coda, e che le proporzioni anatomiche attribuite a una
creatura favolosa fossero
dunque,
libreria,
il
scolpendola a forma di mostro marino,
corpo dello strumento la
uccisore di vittime impotenti, e calibrata,
ammazzare
il
la
funzione pratica. Più esattamente,
l'og-
suo simbolo sembrano ripiegarsi l'uno sull'altro e
formare un sistema chiuso in cui l'evento non ha alcuna possibilità di
La posizione,
trodursi. a
che vedere con
l'aspetto, l'espressione del
mostro non hanno nulla
storiche in cui l'artista ha potuto vederlo
le circostanze
«in carne ed ossa», immaginarlo, o concepirne l'idea. tosto,
che
Potremmo
dire, piut-
suo essere immutabile è fissato definitivamente in una materia
il
lignea di grana finissima che consente di renderlo in tutti
anche in un uso
quale
al
la
i
suoi aspetti, e
sua forma empirica sembra predestinarlo. Quan-
dicendo di un oggetto particolare vale anche per
to stiamo ora
dell'arte primitiva
È
in-
:
una statua
africana,
giusto domandarci a questo punto
altri
prodotti
una maschera della Melanesia... se,
credendo
di essere pervenuti alle
proprietà fondamentali della creazione estetica e anzi a quelle attraverso cui si
stabilisce
mo
il
suo rapporto intelligibile con
altri
modi
di creazione, ci sia-
invece limitati a definirne una forma storica e locale.
Per superare questa
difficoltà,
riteniamo
sia sufficiente allargare la nostra
un quadro di Clouet, abbiamo provcome un evento o un insieme di eventi, ci appare ora più generale l'evento non è che uno dei modi della integrazione (percepita come necessaria) in una strut-
interpretazione. Ciò che, a proposito di
visoriamente definito in
una prospettiva
contingenza, tura,
cui
genera l'emozione
siderato. si
la
A
:
estetica,
seconda dello
stile,
indipendentemente dal genere d'arte condel luogo e dell'epoca, questa contingenza
manifesta in tre diversi aspetti, ovvero in tre momenti distinti della crea-
zione artistica (che possono anche assommarsi), cioè essa
si
situa al livello
dell'occasione, dell'esecuzione o della destinazione. Solamente nel la
contingenza prende forma di evento,
il
primo caso
che significa una contingenza
40
pensiero selvaggio
II
esterna e anteriore all'atto creativo. L'artista la coglie dal di fuori
un
:
at-
teggiamento, un'espressione, una luce, una situazione, tutte modalità di cui egli afferra
rapporto sensibile e intelligibile con
il
la struttura dell'oggetto
che esse appunto rivelano e che egli incorpora nella sua opera.
anche darsi
caso che la contingenza
il
si
rante l'esecuzione: nelle proporzioni o nella cui
scultore dispone,
lo
Ma
forma del pezzo
nell'orientamento delle
grana, nell'imperfezione degli strumenti di cui
fibre,
di legno di
della
nella qualità
serve, nelle resistenze op-
si
poste dalla materia o dal progetto all'opera che
sta realizzando, negli
si
riore (e
do
non più
anteriore) all'atto della creazione
:
in-
poste-
è quanto avviene quan-
un uso determinato, poiché
lavoro è destinato a
il
ma
contingenza può essere estrinseca come nel primo caso,
im-
E
prevedibili incidenti che possono nascere nel corso della lavorazione. fine la
può
manifesti in quanto intrinseca, du-
elaborerà la
l'artista
sua opera appunto in funzione delle modalità e delle fasi potenziali del
suo uso futuro (e quindi mettendosi consciamente o inconsciamente
al
po-
sto di chi l'utilizzerà).
A
seconda dei
entro
il
ricercare
casi,
dunque,
quadro immutabile il
dialogo
sia col
a
un
il
messaggio.
di
processo della creazione artistica consisterà,
un confronto
modello,
nendo conto dell'elemento tutto
il
con
sia
fra struttura e accidente, nel
la materia, sia
con
['utente, te-
di cui l'artista, nel suo lavoro, anticipa soprat-
Ognuna
di queste eventualità corrisponde grosso
modo
tipo d'arte facilmente individuabile: la prima, alle arti plastiche «oc-
cidentali», la seconda, alle cosiddette arti primitive o di epoca arcaica, la terza alle arti applicate. Sennonché, prendere queste attribuzioni alla lettera,
significherebbe semplificare troppo. gli aspetti e si distingue dalle altre
per esempio, che anche
il
Ogni forma per
le relative
d'arte
proporzioni.
tuita
da oggetti
no più fine
:
esenti
È
tutti e tre
innegabile,
più accademico dei pittori incontra problemi
hanno un duplice
carat-
primo, perché una gran parte della loro produzione è
costi-
d'esecuzione, e che tutte le arti chiamate primitive tere applicato
comporta
tecnici; secondo,
perché anche quelle creazioni che sembra-
da preoccupazioni pratiche hanno una destinazione precisa. In-
sappiamo che anche oggigiorno, da
noi, certi utensili
si
prestano a una
contemplazione disinteressata. Fatte queste riserve,
si
legati funzionalmente, e
può facilmente provare che che
lo spazio lasciato agli altri.
crede,
doppiamente
libera,
la
La
i
tre aspetti
sono
col-
preminenza dell'uno restringe o sopprime pittura che vien detta accademica
quanto a esecuzione e a
finalità.
Nei
è,
o
si
suoi esempi
La
scienza del concreto
migliori
attesta
41
una assoluta padronanza delle
possono d'altronde ritenere superate in den, posteriormente
dono quasi con
se
vuole.
quale
al
definitivo
pennelli,
pittori
i
Al
soltanto dalla, fisica per ragazzi).
tela, colori e
si
dopo Van der Weysono posti dipen-
si
vanno come
limite, le cose
pittore potesse fare esattamente quello che
il
tende a rendere
pittore, d'altra parte,
Il
modo
problemi che
i
(che
tecniche
difficoltà
propria opera un oggetto
la
indipendente da ogni contingenza e che valga in sé e per
sé; è
quanto im-
formula del quadro «di cavalletto». Libera dalla contin-
plica d'altronde la
genza quanto a esecuzione e a
finalità,
accademica può dunque
la pittura
farla pesare interamente sull'occasione; e, se la nostra interpretazione è esat-
non può neppure
ta,
è quindi
rinunciarvi,
definibile
nere», a condizione di allargare considerevolmente
come
il
pittura «di ge-
significato di questa
locuzione. Infatti nella prospettiva molto generale in cui qui ci poniamo, lo sforzo del ritrattista
-
fosse anche
l'espressione più rivelatrice e persino
non
fa parte di
Rembrandt - per captare i
pensieri
un genere diverso da quello
zioni rispettano l'ora e l'ordine della battaglia, dei bottoni dai quali
dona un'espressione
si
riconoscono
trovano rovesciate:
si
l'esecuzione, le
Detaille, le cui composi-
numero
il
ci
per-
si
che nell'altro caso, «l'occa-
applicate le rispettive proporzioni dei tre
arti
preminenza è accordata
la
e la disposizione
uniformi di ogni arma. Se
irrispettosa, tanto nell'uno
sione fa l'uomo ladro». Nelle aspetti
le
del suo modello,
segreti
un
di
sulla tela
alla
finalità e
al-
cui relative contingenze sono approssimativamente equili-
brate in quelli che giudichiamo gli esemplari più «puri»; contemporanea-
mente pa, il
si
una
esclude l'occasione, ciotola,
un
come
loro valore pratico
si
si
un
bel paniere o
può constatare tessuto, ci
afferma atemporale
:
esecuzione sono interamente padroneggiate (come
particolare e l'arte applicata
si
la finalità
può
civiltà.
si
dà
farsi
il
Se
quando
caso
alla
le difficoltà di
quando
l'ese-
sempre più precisa e
trasforma in arte industriale; nel caso
verso viene chiamata arte regionale o rustica. L'arte primitiva
somma
una cop-
perfetti
pienamente rispondente
funzione per uomini di diversa epoca o di diversa
cuzione è affidata alle macchine),
dal fatto che
appaiono
si
in-
situa in-
all'opposto dell'arte accademica: quest'ultima interiorizza l'esecuzio-
ne (di cui
è,
o
si
trova in se stessa
crede, padrona) e la finalità il
proprio
fine).
Per contro essa è spinta a esteriorizzare
l'occasione (che chiede al modello di offrirle) del significato. L'arte primitiva, in
(poiché «l'arte per l'arte»
:
questa diviene così una parte
compenso, interiorizza l'occasione (poi-
42
pensiero selvaggio
//
che
realtà
sovrannaturali che
esseri
gli
compiace
si
indipendente dalle circostanze, ed extra-temporale) ed esteriorizza
cuzione e
su un altro piano, quel dialogo con
così,
esecuzione attraverso cui avevamo definito
dell'arte
no,
la
problema essenziale è sapere
il
qualità
l'ese-
che vengono dunque a far parte del significante.
la finalità,
Ritroviamo di
rappresentare hanno una
di
materia e
la
Per
bricolage.
il
i
mezzi
filosofia
la
se l'artista riconosce loro,
oppure
Probabilmente gliela riconosce sempre, in
d'interlocutore.
misura minima però nell'arte troppo accademica, e massima nell'arte spontanea che confina col bricolage
Nessuna forma
d'arte, tuttavia,
:
in
entrambi
casi a
i
danno
nome
meriterebbe questo
se
della struttura. lasciasse capta-
si
re interamente dalle contingenze estrinseche, siano quella dell'occasione o
quella della finalità, giacché l'opera decadrebbe allora
al
grado di icona
(supplementare del modello) o di strumento (complementare della materia
Anche
lavorata).
commuoverci
se
più accademica delle
la
non
arti
non consegue
a condizione di arrestare a
il
risultato di
tempo questa dissipazione
della contingenza a vantaggio del pretesto, e di incorporarlo all'opera, con-
ferendo a quest'ultima le arti
a
non
primitive, e
la
dignità di oggetto assoluto. Se le arti arcaiche,
periodi «primitivi» della arti accademiche sono
i
invecchiare, essi lo
debbono
i
soli
a questa consacrazione dell'accidente al
servizio dell'esecuzione, ossia all'impiego, che cercano di rendere integrale,
del
dato bruto come materia empirica di un significato. 8 Bisogna infine
aggiungere che l'equilibrio interiorità
ed
esteriorità, è
dalle trazioni che
vengono
tra struttura
ed evento, necessità e contingenza,
un equilibrio
precario, costantemente minacciato
esercitate per
mutamenti della moda, dello
stile,
questo aspetto, l'impressionismo e
un verso o per
secondo
l'altro,
e delle condizioni sociali generali. Sotto il
cubismo, benché non siano nati con-
temporaneamente, appaiono non tanto come due tappe successive dello
luppo della
pittura,
i
svi-
quanto come due imprese complici, agenti di concerto
per prolungare, attraverso deformazioni complementari, un
modo
d'espres-
sione la cui stessa esistenza (oggi possiamo accorgercene meglio) era gra-
vemente minacciata. La moda intermittente dei tigianato agonizzava, potrebbe, dal canto suo,
sposizione del bricolage sul terreno dei sull'aspetto eventico
maggior
può anche
fini
non
essere altro che
contemplativi.
E
una
tra-
infine, l'accento
momenti (da intendersi come
scindersi secondo
risalto, a scapito della struttura
stesso livello, poiché
collages, nata allorché l'ar-
non
i
è escluso che l'aspetto strutturale
e mettere in
struttura allo si
ristabilisca
La
scienza del concreto
43
un altro piano), ora secolo XVIII con Greuze, o con
altrove e su
naturale,
Se
la il
persino meteorologica
e
temporalità sociale (come alla fine del
realismo socialista), ora la temporalità (nell'impressionismo).
pensiero mitico presenta, sul piano speculativo, analogie col brico-
il
lage sul piano pratico, e se la creazione artistica tra
queste due forme di attività e
la scienza,
si
situa a eguale distanza
gioco e
il
il
presentano fra
rito
loro lo stesso tipo di relazioni.
Ogni gioco viene definito dall'insieme sibile un numero praticamente illimitato
di partite; invece
ch'esso viene «giocato», 9 somiglia piuttosto a tra tutte quelle possibili
librio tra
una
Gahuku-Gama
ma
la sola a risultare in
Nuova Guinea,
della
che an-
rito,
il
partita privilegiata, scelta
un
certo tipo di equi-
due campi. Questa trasposizione può facilmente essere
i
nel caso dei
football
poiché è
rendono pos-
delle sue regole che
i
quali
verificata
hanno imparato
sono necessarie perché quelle perse e quelle vinte da ciascun campo librino esattamente (Read, p. 429)
me un La
:
che, appunto, è trattare
il
si
equi-
un gioco
co-
rito.
stessa cosa
si
può
dire dei giochi che
si
Fox, in occasione delle cerimonie di adozione stituire
il
giocano, per parecchi giorni di seguito, tante partite quante
un congiunto morto con uno
definitiva dell'anima del defunto. 10 ispirati dalla
di
non
risolutamente
il
gli indiani
cui scopo era quello di so-
vivo, e di agevolare così la dipartita riti
funebri dei
Fox sembrano
infatti
più grande preoccupazione di sbarazzarsi dei morti, e di im-
pedire che questi
provano
I
svolgevano presso
il
si
vendichino
sui
trovarsi più
con
partito
vivi
dei
vivi
dell'amarezza e dei rimpianti che
La filosofia indigena adotta dunque «La morte è dura; ancora più duro il
loro. :
cordoglio.» L'origine della morte risale alla distruzione, da parte delle potenze soprannaturali, del più giovane dei due fratelli mitici che eroi culturali presso tutti gli il
fratello
maggiore
richiesta del
hanno
Algonkin. Essa però non era ancora definitiva
l'ha resa tale respingendo,
fantasma che voleva riprendere
il
nonostante suo posto
il
tra
suo dolore, i
vivi.
mini dovranno seguire questo esempio e mostrarsi fermi di fronte i
vivi
si
ai
:
la
Gli uomorti
:
faranno loro comprendere che non hanno perduto nulla morendo,
perché riceveranno regolarmente ci
ruolo di
il
aspetta da loro che,
come
le offerte di
tabacco e di cibo; in cambio,
risarcimento di quella morte di cui essi
ri-
pensiero selvaggio
II
44
cordano
vivi la realtà, e della
ai
loro decessi, essi garantiscano
«A
mangiare: za»,
pena che hanno causato
una lunga
vivi
ai
questo punto, ormai, sono
commenta l'informatore indigeno,
abiti,
e di che
«essi (gli indiani) 1,
debbono
li
lusin-
pp. 369, 407).
d'adozione, che sono indispensabili per convincere l'anima
riti
i
esistenza,
i
morti che apportano l'abbondan-
i
gare (coax them) a questo scopo» Michelson
Ebbene,
con
a costoro
del morto a raggiungere definitivamente l'aldilà dove essa assumerà le sue
funzioni di spirito protettore, sono generalmente accompagnati da gare sportive,
giochi di abilità o di fortuna tra campi costituiti secondo una divisione
ad hoc
due metà: Tokan da un
in
più volte espressamente che
il
lato,
Da
campi deriva automaticamente che
il
dall'altro; inoltre viene detto
gioco contrappone
prima di sbarazzarsene definitivamente solazione di un'ultima partita.
Kicko
i
vivi e
morti,
i
come
defunto
vivi offrissero al
i
questa asimmetria di principio tra
se,
con-
la i
due
risultato finale è stabilito in anticipo
il
:
Ecco quello che succede quando giocano a palla: se l'uomo (il defunto) per il rito di adozione era un Tokana, i Tokanagi vincono
quale viene celebrato
la partita e
i
Kickoagi non possono vincere. Se
una donna Kicko, vincono chelson
E
1,
i
perpetuamente primi.
i
festeggiamento avviene per i
Tokanagi (Mi-
385).
p.
in effetti qual è la realtà?
sono
il
Kickoagi e non possono vincere
si
svolge tra
i
Nel grande gioco biologico
vivi e
i
morti, è evidente che
Ma, come viene confermato da
cana, vincere al gioco significa, in
modo
e sociale che i
soli vincitori
tutta la mitologia nord-ameri-
simbolico (che innumerevoli miti
dipingono come reale), «uccidere» l'avversario. Prescrivendo sempre
campo
fo del e che
di giocare
male
con
i
morti,
di quella che, di
sportiva,
è,
plice qual è
dove
dei morti,
i
dà a costoro
si
l'illusione di essere
loro avversari siano morti, poiché essi
i
li
si
primo
in ogni sua fase, il
«gioca» 11 e
li
veri viventi,
«uccidono». Col pretesto
intrappola.
acchito, potrebbe sembrare
conforme a quella
i
trion-
di
un
La
struttura for-
una competizione
rituale
puro e sem-
Mitawit o Midewiwin delle medesime popolazioni algonkine,
neofiti si
fanno simbolicamente uccidere dai morti,
sostenuta dagli iniziati,
al fine di
ottenere
prezzo di una morte simulata. In entrambi
ma
si
li
il
la cui parte
un supplemento i
casi la
viene
di vita reale a
morte viene usurpata
solo per poterla gabbare.
Il
gioco appare quindi
come disgiuntivo
:
esso finisce col creare
uno
scarto
La
scienza del concreto
45
campi che
differenziale tra singoli giocatori o
come
in principio nulla designava
diseguali e che pertanto, al termine della partita, saranno distinti in
vincitori e in perdenti. In
tivo perché istituisce
nione), o
modo
un'unione
comunque una
simmetrico e inverso,
rituale è congiun-
il
potrebbe dire in questo caso, una comu-
(si
relazione organica tra due gruppi (che, al limite,
finiscono per confondersi, l'uno con la personalità dell'officiante, l'altro con la collettività dei fedeli) la
che
erano
all'inizio
dissociati.
Nel caso
del gioco,
simmetria è dunque preordinata, ed è strutturale, poiché è diretta conse-
guenza del principio che
le
regole sono
le
stesse per
entrambi
i
campi.
L'asimmetria, invece, è derivata; essa dipende inevitabilmente dalla contin-
genza degli eventi, dovuti all'intenzione, del rituale è l'inverso
si
stabilisce
profano e sacro, fedeli e
officiante,
e
il
:
morti e
«gioco» consiste nel far passare
toria,
al caso,
o
alla destrezza.
tutti
vivi, iniziati e i
non
iniziati, ecc.,
hanno un vero
carattere strutturale. Simile alla scienza
(benché anche qui, tanto
speculativo quanto su quello pratico),
gioco produce eventi
una struttura
:
è logico
dunque che mentre
i
riti
i
e
il
sul
piano
muovendo da
giochi competitivi fioriscano nelle noi
miti, proprio
queste stesse società industriali non tollerano più, se
come il bricolage (che non come «hobby», o
passatempo), scompongono e ricompongono insieme d'eventi (sul piano chico, socio-storico, o tecnico) e se tibili fini e
ne servono come
in previsione di costruzioni strutturali
da mezzi.
tra
partecipanti dal lato della vit-
in virtù di eventi la cui natura e la cui disposizione
stre società industriali,
Nel caso
un'asimmetria preconcetta e postulata
psi-
di tanti pezzi indistrut-
che fanno alternativamente da
Note
1.
Inoltre di 45 qualità di funghi commestibili
tecnologico, di 50 diversi tipi di frecce 2. 3.
{id.,
(/.
e, p. 231)
e,
sul piano
pp. 265-268).
Cfr. più avanti, pp. 154 e 168. Si è cercato di sapere che cosa accadrebbe se del minerale grezzo di
rame
accidentalmente nel fuoco: esperienze svariate e molteplici hanno stabilito che non accadrebbe assolutamente nulla. Il procedimento più semplice che si sia trovato per ottenere del metallo fuso consiste nello scaldare intensamente malachite finemente polverizzata in una tazza di terraglia, coperta a sua volta da una coppa rovesciata a mo' di cappuccio. Anche questo solo risultato, ottenuto nel forno da un vasaio, specialista in terraglie verniciate, comporta già il caso (Coghlan). 4. Purtroppo manca in italiano un termine che corrisponda adeguatamente
finisse
a
questo.
significato
Il
Va
designare
momenti pianto, o
bricolage
di
bricolage,
comunque, viene
chiarito
dallo
stesso
aggiunto che nella lingua francese è usatissimo per le piccole attività domestiche a cui si dedica il capofamiglia nei di libertà: per esempio, la riparazione di un utensile o di un imla costruzione con le proprie mani di un oggetto qualsiasi. Così il può essere uno hobby, come la pesca o la collezione di francobolli.
Lévi-Strauss.
solo
(N. d. T.) 5.
«Tesoro d'idee», secondo
dato Hubert e Mauss
(2, p.
stupenda definizione che della magia hanno
la
137).
pensiero mitico costruisce degli insiemi strutturati valendosi di un insieil linguaggio; ma non se ne impadronisce al livello della struttura, bensì edifica i suoi castelli ideologici con le rovine di un antico 6.
me
Il
strutturato, cioè
discorso sociale!* 7.
Anche
il
bricolage opera con qualità «secondarie»; cfr. l'espressione in-
glese «second band», di seconda
mano, d'occasione.
si potrebbe definire la pittura non figurativa sottolineandone due caratteristiche. L'una, che possiede in comune con la pittura di cavalletto, consiste in un rifiuto totale della contingenza della destinazione: il quadro non è fatto per un uso particolare. L'altra caratteristica, che è propria della pittura non figurativa, consiste in uno sfruttamento meto-
8.
Procedendo
in
questa analisi,
Note
47
di cui si pretende fare il pretesto o quadro. La pittura non figurativa usa «maniere» in guisa di «soggetti»; essa pretende di dare una rappresentazione concreta delle condizioni formali di ogni pittura. Ne risulta paradossalmente che la pittura non figurativa non crea, come crede, opere altrettanto reali (o addirittura più reali) degli oggetti del mondo fisico, ma imitazioni realistiche di modelli inesistenti, è una scuola di pittura accademica, in cui ogni artista s'ingegna a rappresentare la maniera in cui eseguirebbe i quadri, se per caso ne dipingesse. 9. Nel senso francese del verbo «jouer», che significa anche «recitare», «rappresentare», «eseguire», ecc. (N. d. T.) 10. Cfr. più avanti, cap. VII, nota 3. 11. Nel senso di «trarre in inganno». (N.d.T.)
dico della contingenza dell'esecuzione,
l'occasione esterna del
IL La
logica delle classificazioni totemiche
C'è probabilmente qualcosa di paradossale nell'idea di una logica
cui
i
termini consistono in briciole e frammenti, vestigia di processi psicologici o
quanto
storici e, in
logica,
si
tali,
sprovvisti di necessità. D'altra parte,
dice instaurazione di relazioni necessarie;
simili relazioni
stabiliscano fra termini
si
non
ma come
sono
stati in
antecedenza inequivocabilmente
compito di scoprire
le
condizioni di
Bisogna tuttavia notare, prima di
non presentano
tale carattere
prodotti, e
non
rocliti solo
quanto
tutto,
non
se
definiti.
non ci siamo una necessità a allo
A
?
Un
termini di queste
i
questo punto c'è da
assegnati
l'impossibile
posteriori.
che queste briciole e frammenti
sguardo della storia che
della logica da cui sono utilizzati. Li al
dice
si
destinati a questa funzione
concatenarsi rigoroso di proposizioni è possibile solo se
chiedersi se nelle pagine precedenti
quando
è possibile che
si
li
può chiamare
ha ete-
contenuto, giacché quanto alla forma esiste tra loro
un'analogia, che l'esempio del bricolage ha permesso di definire
:
questa
analogia consiste nell'incorporamento, alla loro forma stessa, di una certa quantità di contenuto per significanti del
mito come
tutti i
approssimativamente uguale. Le immagina
materiali del bricoleur sono elementi che
sono definire in base a un duplice discorso che la riflessione mitica
criterio
:
sono
«smonta» come
serviti, quali il
bricoleur
o per un uso differente
se
appena
si
modifica
il
pos-
termini di
smonta
granaggi di una vecchia sveglia; e possono ancora servire per uso,
si
il
un
gli in-
medesimo
loro primitivo fun-
zionamento. In secondo luogo, né le immagini del mito, né i materiali del bricoleur, provengono dal divenire puro. Quel rigore che sembra mancare loro quando li
osserviamo nel
dianzi,
momento
del loro
quando facevano parte
di
nuovo impiego, altri
essi
l'hanno posseduto
insiemi coerenti;
e,
quel che più
La
logica delle classificazioni totemiche
49
non sono
conta, continuano a possederlo nella misura in cui
ma
prodotti già lavorati
materiali bruti
termini del linguaggio, o, nel caso del bricolage,
:
termini di un sistema tecnologico, espressioni condensate quindi di rapporti necessari le cui ferree
norme
si
rifletteranno, in
modi
diversi, su
ogni loro
piano di utilizzazione. La loro necessità non è semplice e univoca, tuttavia
come
esiste,
gruppo visto,
d'ordine semantico o estetico, che caratterizza
l'invarianza,
delle trasformazioni alle quali essi
non sono
si
illimitate.
mento che contiene anch'esso
caleidoscopio,
il
mediante
briciole e frammenti,
lizzano combinazioni strutturali.
I
frammenti sono
il
di rottura e di distruzione, in se stesso contingente,
suoi prodotti presentino tra loro certe
colorazione, trasparenza. Essi
indefinibili rimasugli; per
da partecipare utilmente
un
alla
omologie
non hanno più un
oggetti manufatti che parlavano
altro aspetto, però,
ma
con
quali
stru-
rea-
si
un processo
la riserva
che
i
di grandezza, vivacità di
essere proprio, rispetto agli di cui
sono divenuti
gli
debbono averne abbastanza
un gioco
:
questo
di specchi, certi riflessi
acquistano
certi segni
cose
la qualità di
combinazioni attuano possibilità che, seppure molto nume-
non sono mai
illimitate,
poiché sono funzione delle disposizioni e degli
equilibri realizzabili tra corpi anch'essi finiti di tali
i
risultato di
uno
formazione di un essere di nuovo tipo
equivalgono a oggetti, in cui cioè tali
:
un «linguaggio»
essere consiste in combinazioni in cui, per
significate;
come abbiamo
prestano e che,
Questa logica opera in una certa analogia con
rose,
il
numero;
infine e soprattutto,
combinazioni, generate dall'incontro di eventi contingenti (la rotazione
dello strumento fatta dall'osservatore) e di alla costruzione
delle «ferree
una legge (quella che presiede
del caleidoscopio, che corrisponde all'elemento invariante
norme»
di
sempre diversi modelli
cui
parlavamo un momento fa), danno luogo a
d'intelligibilità,
poiché ogni combinazione è espri-
mibile nella forma di rigorose, relazioni fra le sue parti, e poiché lazioni cui,
non hanno
altro
bene possa darsi che, late stalli
contenuto se non
in
la
combinazione medesima,
non corrisponde oggetto alcuno questo modo, talune strutture oggettive siano
nell'esperienza dell'osservatore,
neve o di
certi tipi
non ne avesse ancora
visto).
a
(seb-
prima del loro supporto empirico, come, per esempio, quelle dei di
re-
tali
rivecri-
di radiolari e di diatomee, all'osservatore che
50
pensiero selvaggio
//
Noi riteniamo dunque definire
i
Ora dobbiamo
possibile tale logica concreta.
suoi caratteri e
modo con
il
corso dell'osservazione etnografica, che
cui questi caratteri li
un duplice
coglie sotto
solo
palesano nel
si
aspetto,
affettivo e intellettuale.
Gli esseri che
come
pensiero indigeno carica di significato sono percepiti
il
aventi con l'uomo
una
certa parentela. Gli
verso di esseri soprannaturali
...
ma, dicendo che questi
siero degli indiani.
Ojibwa credono
esseri
sono soprannaturali,
svisa
si
come l'uomo, appartengono
Anch'essi,
un
in
uni-
:
un
po'
all'ordine
il
pen-
naturale
dell'universo, poiché, a sua somiglianza, sono dotati di intelligenza e di emoti-
come l'uomo
vità;
ancora,
sono maschi o femmine, e taluni possono avere
una
famiglia. Certuni sono legati a luoghi precisi, altri
nei
confronti
degli
si
spostano liberamente;
hanno atteggiamenti amichevoli od
indiani,
ostili
(Jen-
ness 2, p. 29).
Altre osservazioni mettono in evidenza ficazione sia più
Il
come questo sentimento
profondo della nozione delle differenze
d'identi-
:
sentimento d'unità che l'hawaiano prova per l'aspetto vitale dei fenomeni
indigeni, ossia per gli spiriti, gli dèi e le persone in
essere correttamente descritto
quanto anima, non può
come un rapporto, e meno ancora servendosi
di
termini quali simpatia, empatia, anormale, super-normale, o nevrotico; o magari mistico o magico. Esso
non
è «extra-sensoriale», perché in
una
certa mi-
sura fa parte dell'ordine della sensibilità e in un'altra, invece, è a questa estraneo.
Dipende dalla coscienza normale... (Handy
Gli
stessi
indigeni
hanno
e Pukui, p. 117).
talvolta l'acuta sensazione del carattere «con-
creto» del loro sapere, e lo contrappongono vigorosamente a quello dei
bianchi
:
Noi sappiamo dell'orso,
del
ciò che
salmone
fanno
gli
animali, qUali siano
e delle altre creature, perché,
una
i
bisogni del castoro, volta, gli
uomini
si
sposavano con loro e quindi hanno ricevuto questo sapere dalle loro spose animali... i bianchi hanno vissuto poco in questo paese e non sanno un gran che degli animali; noi invece siamo qui da migliaia d'anni e da molto
tempo gli stessi animali ci hanno istruito. I bianchi segnano tutto in un libro per non dimenticare, ma i nostri avi hanno sposato gli animali, hanno imparato tutte le loro usanze e hanno tramandato queste conoscenze di generazione in
generazione (Jenness
3, p. 540).
La
logica delle classificazioni totemiche
Questo sapere disinteressato e
mandato
in
51
sollecito, affettuoso e tenero, ricevuto e tra-
un clima coniugale
e
filiale,
è descritto qui con
una
così nobile
semplicità che sembra superfluo ricordare a questo proposito le ipotesi biz-
una prospettiva troppo
zarre ispirate a taluni filosofi da
teorica dello svi-
un preteso un misticismo impastato di me-
luppo delle conoscenze umane. Nulla qui richiede l'intervento «principio di partecipazione» e tafisica,
nemmeno
di
che noi non scorgiamo più se non attraverso
la
di
lente deformante
delle religioni istituite.
Le condizioni pratiche suoi metodi,
e lo
per
si il
i
di questa conoscenza concreta,
i
suoi mezzi e
valori affettivi di cui è impregnata, tutto questo lo
può osservare molto vicino
a noi in quei nostri
vengono
loro mestiere o le loro inclinazioni,
si
i
ritrova
contemporanei che,
a trovarsi di fronte agli
animali in una situazione che è simile, mutatis mutandis, e nei limiti entro cui la nostra civiltà lo consente, a quella che fu abituale a tutti cacciatori
:
i
popoli
e cioè la gente del circo e gli impiegati dei giardini zoologici.
Niente di più
dopo
istruttivo a questo proposito,
che abbiamo appena
citate, del
racconto che
il
le
testimonianze indigene
direttore dei giardini zoolo-
può dire, con un delfino. Non senza averne notato «lo sguardo più che umano, il bizzarro orifizio respiratorio, la compagine liscia e la consistenza cerosa della pelle, le quattro file di denti aguzzi nella bocca a forma di becco», l'autore così gici di
Zurigo ha fatto del suo primo
descrive la sua viva impressione
tète-à-tète, se così si
:
Flippy non somigliava affatto a un pesce; e quando, a vi
fissava col suo
sguardo
scintillante,
un animale? Questa creatura era mistero, che
si
lorosa
in
come non domandarsi
questo caso,
non poteva p.
un metro,
se era
davvero
un
essere stregato.
Ma
ahimè,
il
dissociarla dalla glaciale certezza, quasi do-
che quello che
Tursiops truncatus... (Hediger,
di
così imprevedibile, così strana, così piena di
era tentati di vedere in essa
cervello dello zoologo
meno
si
aveva davanti non era altro che
138).
Dichiarazioni del genere, da parte di un
uomo
dimostrare, qualora ve ne fosse bisogno, che patibile col sentimento, che la conoscenza
oggettiva e soggettiva e che infine
i
il
può
di scienza, basterebbero a
sapere teorico non è incomessere
contemporaneamente
rapporti concreti tra l'uomo e gli esseri
viventi colorano qualche volta delle loro sfumature affettive (anch'esse
ema-
nazione di quella identificazione primitiva in cui Rousseau ha profonda-
mente
intuito la
condizione solidale di ogni pensiero e di ogni società)
lì
52
pensiero selvaggio
tutto l'universo della conoscenza scientifica, specialmente in quelle civiltà in
dunque tassonomia e affetto possono coabitare senza danni nella coscienza dello zoologo, non è il caso di invocare princìpi separati per spiegare la possibilità che questi due attegcui la scienza è integralmente «naturale». Se
giamenti
Dopo
incontrino nel pensiero dei cosiddetti popoli primitivi.
si
Griaule, Dieterlen e
Zahan hanno determinato
l'estensione e
carattere sistematico delle classificazioni indigene nel Sudan. I
dividono
il
sud-
vegetali in 22 famiglie principali, certune delle quali sono ripar-
i
tite in
11 sottogruppi.
priato,
si
dividono in
Le 22 famiglie, elencate secondo un criterio approdue serie rispettivamente composte dalle famiglie di
ordine dispari e dalle famiglie di ordine pari. Nella prima boleggia
Dogon
piante considerate maschi e
le nascite singole, le
serie,
che sim-
femmine sono
as-
sociate rispettivamente alla stagione delle piogge e alla stagione secca; nella
seconda, che simboleggia le nascite gemellari, esiste la medesima relazione
ma
Ogni famiglia
invertita.
è ripartita anche in
una delle
tre categorie
al-
:
bero, arbusto ed erba; 1 infine ogni famiglia è messa in correlazione con
una
parte del corpo, una tecnica, una classe sociale, un'istituzione (Dieterlen /, 2).
hanno destato meraviglia quando; per
Fatti di questo genere volta, se
hanno
prio esse
mandando si
il
descritte
ispirato a
trovano già
gli esseri viventi in
forme
analoghe di
assai
Durkheim
e
questo saggio,
a
lettore
Mauss un
classificazione, e pro-
celebre saggio. Pur
si
autodichiarano «grandi classificatori», dividono
due categorie, a seconda che siano o no
Gli esseri senza parola comprendono gli animali e ripartiti in tre
ri-
aggiungeremo qualche esempio a
raccolti.
Gli indiani Navaho, che
sono
prima
ne è avuta notizia dall'Africa. Eppure, in America, già da moltissi-
mo tempo vengono
quanti vi
la
dotati di parola.
le piante.
Gli animali
gruppi: «correnti», «volanti», o «rampanti»; ciascun
gruppo, a sua volta, viene nuovamente bipartito in «viaggianti su terra» e «viaggianti su
acqua» da una parte, e
gianti di notte» dall'altra.
La
in «viaggianti di
giorno» e «viag-
ripartizione delle «specie» ottenuta in questa
maniera non è sempre identica a quella della zoologia. Avviene così che uccelli raggruppati in
coppie sulla base dell'opposizione maschio-femmina,
appartengano di fatto allo stesso sesso sociazione è fondata per
un verso
ma
a due generi diversi, giacché
l'as-
sulla loro grossezza relativa, per l'altro
La
logica delle classificazioni totemiche
sul posto
che
essi
53
occupano nella
loro assegnata nella
classificazione dei colori e sulla funzione
e nel rituale (Reichard, 1, 2). 2 Spesso tuttavia la
magia
tassonomia indigena è abbastanza precisa e spoglia di equivoci da permettere talune identificazioni,
della
come
quella, che risale soltanto a qualche
«Grande Mosca» evocata
anno
fa,
una tachinidea, Hystricia poi-
nei miti, con
linosa.
Le piante sono designate
in funzione di tre caratteri
le virtù medicinali, e l'aspetto visivo
o
tattile
:
il
sesso presupposto,
(spinoso, viscoso,
ecc.).
Una
seconda tripartizione in rapporto all'altezza (grande, media, piccola) suddivide ulteriormente ciascuna delle caratteristiche precedenti. Questa tassono-
mia è omogenea per (Reichard,
Wyman
un
Ogni animale o pianta
così
vasto
è in correlazione con i
mente complessi. Così nel le
territorio
dei
suoi
ettari,
nono-
60.000 abitanti
e Harris, Vestal, Elmore).
ch'esso variabile secondo
notano
7.000.000 di
tutta la riserva, ossia circa
tante la dispersione su
che,
riti,
come
si
sa,
un elemento sono
tra
«rituale della selce tagliata»
seguenti correlazioni
:
i
naturale, an-
Navaho
estrema-
(Flint : Chant),
tagna; sparviero-roccia; «uccello azzurro»-albero; «uccello-mosca»-pianta; coleottero
si
gru-cielo; «uccello rosso»-sole; aquila-mon-
(corn-beetle)-teu2i\ airone-acqua
un
(Haile).
Come gli Zuni che hanno particolarmente attratto l'attenzione di Durkheim e di Mauss, anche gli Hopi classificano gli esseri e i fenomeni naturali per mezzo di un vasto sistema di corrispondenze. Raccogliendo le varie informazioni sparse in diversi autori,
si
ottiene la seguente tabella che indub-
biamente è solo un modesto frammento di un sistema totale di cui mancano molti elementi
:
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