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Italian Pages 222 Year 1994
Piccola Biblioteca 3 2 9 Guido Ceronetti
TRA PENSIERI
ADELPHI
Nel febbraio del 1991 (la coincidenza con la guerra del Golfo è tutto fuorché casuale), Paolo Mieli, allora direttore della «Stampa», affidò a Guido Ceronetti uno spazio quotidiano sulla prima pagina del suo giornale. Con quelle poche righe Ceronetti immetteva, come lui stesso dice, «una goccia di pensiero» proprio là dove, per definizione, il pensiero medesimo tende a latitare: in una sede, dunque, del tutto incongrua e inadatta ad accoglierlo. Era una pausa di refrigerio - per usare ancora le sue parole - destinata a funzionare da «antidoto», e che diventò in brevissimo tempo un appuntamento atteso da tutti i lettori. Ora, ripresi e ampliati (completati, nei casi in cui il pensiero era stato compresso e limitato dalle regole dell'impaginazione), questi pensieri di altri gli altri più disparati e imprevedibili, da Confucio a Campanile, da Heidegger a Salamov a Yeats - divenuti per una sorta di osmosi tanto più «ceronettiani» in quanto chiamati a rappresentare, in sintesi, le passioni, gli sdegni, le idiosincrasie del «raccoglitore» di questa singolare antologia, vengono dallo stesso Ceronetti riuniti in volume: li precede una nota in forma di viatico per un viaggio, o vagabondaggio, appunto, tra pensieri.
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U Uà i L. 16.000
ISBN 88-459-1064-4
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Di Guido Ceronetti sono apparsi presso Adelphi: La carta è stanca (1976), Il silenzio del corpo (1979), La vita apparente (1982), Come un talismano (1986), Pensieri del Tè (1987), L'occhiale malinconico (1988) e La pazienza dell'arrostito (1990).
«Il frammento, in verità, è sempre nuovo. «Il f r a m m e n t o è un viaggio nel n u c l e o atomico, nell'acaro pascaliano, nel dedalo del protozoo. Più frammenti pensanti i n s i e m e f o r m a n o d e l l e n u o v e aggregazioni, delle vegetazioni da grotta, dove si c o l g o n o altre rivelazioni».
A BIBLIOTECA A: 329
DELLO STESSO AUTORE: Come un talismano Il silenzio del corpo La carta è stanca La pazienza dell'arrostito La vita apparente L'occhiale malinconico Pensieri del Tè A CURA DI GUIDO CERONETTI Il Cantico dei Cantici Il Libro del profeta Isaia Il Libro di Giobbe Il Libro dei Salmi
Piet Mondrian, Crisantemo (1908)
Guido Ceronetti
TRA PENSIERI
ADELPHI EDIZIONI
Per averci gentilmente concesso l'autorizzazione a citare estratti dalle loro edizioni, ringraziamo i seguenti editori: Bollati Boringhieri, Bompiani, Città Nuova, Corbaccio, Einaudi, Feltrinelli, Garzanti, Guanda, Il Melangolo, Il Mulino, Iperborea, Jaca Book, La casa di Matriona, Longanesi, Marsilio, Mondadori, Mursia, Newton Compton, Ricciardi, Rizzoli, Rusconi, SE, SugarCo, TEA e Zanichelli.
© 1 9 9 4 ADELPHI EDIZIONI S.P.A. MILANO ISBN 88-459-1064-4
IL RACCOGLITORE A CHI LEGGE
Cominciò ad uscire, nel febbraio 1991, una mia rubrichina, su «La Stampa», che il direttore di allora Paolo Mieli, con cui era stata preparata e concordata, chiamò OGGI. Titolo fortunato, sottilmente ingannevole, che attualizzava, per poterlo ammettere in prima pagina, l'inattuale che era nelle nostre intenzioni. Si creò così una piccola finestra dove si affacciavano pensieri di ogni autore e tempo, e anche di anonimi (graffiti), di corrispondenti privati non nominati; una fessura sulValtrove nella ferrigna compatta violenza concentrazionaria dei titoli e degli articoli di ogni giorno, dalla quale è aggredito l'indifeso compratore quando entra in contatto con l'ordigno-giornale, pronto ad esplodergli in testa. Là dove domina il pensiero trionfante si trattava di deporre qualche traccia di sperduto, di pensiero assassinato; di seminare qualche dubbio sull'uomo e sul razionalismo scientifico o teologico sterminatore. Lettrici e lettori intuirono il dono: là c'era un umile chiarore di candela per guidarli « nella valle dell'ombra », e una goccia di attivo contravveleno, almeno per quel giorno. L'inizio coincise con la guerra del Kuwait, e 9
il bisogno di refrigerio, tra quei pozzi di petrolio che ardevano fino ai confini della terra, indicibilmente forte. Nel momento in cui licenzio questa nota, OGGI si pubblica ancora, sia pure con diminuita frequenza (il drago si è esteso, contende anche quel barlume di spazio) ed entra nel suo quarto anno. Per sollecitazione di Roberto Calasso, ho raccolto un buon numero di quei pensieri, inframmettendone dei nuovi, così sta nascendo questo libretto, che comprende per lo più testi apparsi nel 1991 e 1992, i quali sulla pagina unificatrice perderanno del tutto l'origine e la connotazione giornalistica. Qui li troverai nudi, spogliata la camicia di Nesso della prima pagina. Non è certo una novità che si facciano raccolte di pensieri di vari autori (di uno solo è però più frequente), tuttavia « guarda, questo è nuovo» (Eccl., 1, 10). Eccoli manifestarsi come Pneuma. Il frammento, in verità, è sempre nuovo. Il frammento è un viaggio nel nucleo atomico, nell'àcaro pascaliano, nel dedalo del protozoo. Più frammenti pensanti insieme formano delle nuove aggregazioni, delle vegetazioni da grotta, dove si colgono altre rivelazioni. Sappiamo la potenza d'urto sulla mente del verso isolato, la forza persuasiva del versetto preso a caso nei testi sacri, la dilatazione infinita delle combinazioni dell'I-Ching, la pregnanza dei ciottoli lasciati dal naufragio 10
dei presocratici, l'indipendenza speculativa del cane semiaffogato ai margini delle Pitture Nere di Goya. Tutto è dispersione, lacerazione, separazione, rotolare di ruote senza carro, e questo ha nome esilio, o anche mondo. La presupposizione e la conferma di unità come Assenza, che viene dal lacerato, che esala dallo scomposto, nel momento in cui ne udiamo il gemito o il rantolo, è un incantamento della ragione filosofica (teologica sempre) che a queste infinite, indecifrabili lacrymae rerum della natura e della storia vuole forzatamente attribuire degli occhi, una testa, necessari ma lontani o trascendenti, per non precludersi una via d'uscita dalla disperazione. Ma l'unità presupposta, talvolta addirittura intravista, è paurosa e fredda, l'unità è l'ignoto, il grande Buco Nero in cui la mente è inghiottita (col solito piacere di sottomissione al più forte) come da uno squalo accorso all'esca metafisica. Nel linguaggio dei miei Deliri disarmati, l'unità è l'Estuario delle Dondone. L'unità non è un luogo; il frammento è un luogo, è tutti i luoghi, e l'unica unità possibile. E dalla disumana separazione che costituisce la totalità della vita, lo smisurato fiume delle parole scritte non è separabile: basta ad ogni frammento il suo male. In questa visione non esiste la letteratura, cronologica e patrimoniale; il termine cor11
pus, figura dell'organizzazione del vivente, profilo dei suoi abissi, significa meglio il ribollimento (che l'interprete conosce incessante) di quanto fin qui fu lasciato scritto. Se prendo da un'opera compiuta (lo è mai davvero? se fosse tale non sarebbe respinta da noi esuli di Babilonia?) dieci o quindici righe, o una sola, uno stico, che mi abbiano illuminato e che possano illuminare, l'opera restante, le altre dieci-quindicimila righe, come la rosa tagliata urleranno di dolore? In questo atto del recidere si connettono due gratitudini, e nello stesso momento due forme di calma s'innalzano dal tumulto come una solitaria palma. Ecco creata, dall'atto stesso di lacerare lacerazione, la novità di un luogo diverso, che si nascondeva nel coacervo d'inconoscibili dell'unità apparente. Se di una molteplicità di questi luoghi (qui sono circa quattrocento: pur emanando da alcuni una luce debole, da altri molto forte, l'effetto illuminante cambia mutando il bersaglio vivente che incontrano) compongo una distesa, un pelago, un sistema di braccia determinate all'affetto, ne risulterà qualcosa cui sarà difficile dare un nome, facilissimo invece attribuire un'anima. Sarà per caso un essere umano artificiale? Sarà piuttosto la scoperta, di cui mai saranno tutti i gradi percorsi, dell'incalcolabile capacità generativa delle lacerazioni che il pensiero esprime nella sua condizione di esilio. Che tu generi figli o libri o figure o penta12
grammi non avrai generato che frammenti, collages, grida rotte e lacrime senza testa. Ma dappertutto, dappertutto è l'anima che combatte per farsi anima tua (un verso di Seferis di cui ho constatato mille volte la verità). Posso chiamare ancora raccolta un insieme di luoghi-pensiero dove c'è un'anima che combatte per farsi anima mia, o tua? Sono quasi certo che, dopo un anno o anche meno di uso (spero vorrai usarla, prendendo e riponendo), questa raccolta come tale non sarà più vista. Se all'acquisto dopo sfogliata ti appariva come dell'eterogeneo insalivato dal caso, un mantello di toppe e sbrindelli, dopo un certo tempo la vedrai come una donna dipinta da Vermeer, che cuce ad una finestra, da cui si vede tra la bruma Atlantide. E strano come tutto mi si configuri e distenda come uno spazio-corpo di figura umana... Oggi sento che fu un limite soffocatore essermi sempre e così tanto occupato di uomo e destino umano. Perché non di altro, Dio mio — di formiche, di piante medicinali, di funghi? No, uomo sempre, così anche il mio repertorio di metafore è un essere antropoide, che incessantemente mendica altre fami, che respira e muore. Come miei simili nanificati, come parti di una testa mi appaiono l'autore, il titolo, l'anno di ciascuno di questi evocati nel nome augurale di Ermete. 13
Quale errore dare i nomi così: T.S. Eliot, T.E.A. Hoffmann, H.G. Wells, F.M. Dostoevskij, J.F. Kennedy! (Per alcuni sarebbe mutilazione impensabile; mai vidi un H. Bosch, un F. Goya, un M.L. King, un C.G. Cesare - e allora perché scrivere C.G. Jung, A. Toynbee ecc.?). Il frammento cosmico che è un nome non va mutilato, fosse anche il più oscuro dell'universo... Non è per puro scrupolo di esattezza che dispiego il ventaglio del nome, è diligenza uterina; e la data accanto al titolo (potendo darla con buona approssimazione preferisco quella di composizione) è là perché nella frattura temporale il corpo-nome dell'autore ha l'habitat, il suo terrestre paesaggio ideale. Una piccola offerta ai Mani di Spinoza è anticipare di due anni la data di uscita dell'-Ethica. Certo, venne stampata, lui morto, nel 1677: ma nel 1675, Spinoza si adoperò e sofferse per pubblicarla - inutilmente. Per lui quello doveva essere l'anno dell'Ethica; e anche per noi, qui, lo sia. Pronunciare, scrivere: secolo XI o XIX, VI avanti o dopo Cristo, non è per me storicizzare, ma dilatare l'evento, premere il pedale della visione. Avviluppandone il frammento che pensa se ne libera altra energia latente. Le date valgono per far rivolare le farfalle morte, non come spilli che dicano « mai più volerà ». Spesso, le date più remote cui ci affidiamo 14
costringono a madornali improbabilità (secolo... dinastia... con Cristo ricrocifisso a spartire, dal Golgotha, epoche), a far fluttuare un vivente lungo cento e più anni; la loro utilità, in questi casi, sarebbe dubbia, se non valessero a circondare dell'indeterminatezza di un sogno aggiunto postumo al sogno che ne fu la vita, l'autore. Vorrei tu usassi a questo modo quel che ti fornisco; non è questo, evidentemente, il luogo per ricevere o cercare delle informazioni. Ogni volta che m'imbatto in lingue di cui abbia qualche conoscenza, rivedo o rifaccio del tutto le traduzioni che ho sotto mano, oppure traduco direttamente. Spesso l'italiano dei traduttori (sebbene, oggi, scaltrissimi) contrasta coi miei modi linguistici: allora mi attengo a questi, non saprei evitarlo. Ogni appropriazione comporta espropri; altrimenti si resta sull'orlo della Terra Promessa. Puoi far girare il volume come un caleidoscopio, creare combinazioni e fare raffronti. Non fu affatto voluto, e tuttavia ci sono gruppi di pensieri, pescabili, con identità metafisica (non tematica) comune. Mi hanno scelto perché queste animule in esilio volevano comunicare qualcosa di specifico, di a loro specialmente caro, e finora rimasto oscuro, adoperandomi come mezzo. La tavola dei nomi e dei riferimenti serve per operare di questi congiungimenti fugaci, un Oriente e un Occidente estremi, un a15
vanti Cristo e un quasi Duemila, un pensatore integrale e uno provvisorio e casuale, un poema e un proverbio, una cartolina. Non fare a questo libellus il torto di una lettura passiva. Il risultato desiderabile è sempre uno - l'unico che valga e consoli, che salvi, in questo mondo accecato dove inguardabili grugni in transito e ambigue maschere millenarie che arma una conoscenza disperata conquistano sempre più vaste porzioni di potere visibile e invisibile - uno solo: illuminazione. Febbraio 1994
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1 Io non mi soddisfo nel lavoro e nel concludere degli affari. Io considero come mio dovere il bene di tutto il mondo: perché non c'è un'attività superiore al fare il bene del mondo intero. Così ogni mio sforzo è fatto per sciogliere il mio debito verso le creature: quaggiù mi adopero perché siano felici, nell'altro mondo io voglio che acquistino il cielo. (imperatore dei Maurya) Sesto editto su roccia, sec. I l i a.C.
ASOKA
2
Appena una crosta è la solidità: La verità è il fuoco sottostante. Tutto può scorrere calmo per molti anni, Ma chi non sobbalza di paura Pensando agli orrori che piombano [improvvisi? H E R M A N MELVILLE
The Apparition («Apparizione»), 1866
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101 Ancora si uccideva, in ogni angolo si distruggeva: il bruto scatenato, la collera imbecille, la follia furiosa dell'uomo che sta mangiando l'uomo. ÉMILE ZOLA
La débàcle («La disfatta»), 1892
4 Solo i sapienti più elevati e gli ignoranti più vili sono immutabili. CONFUCIO
Dialoghi, sec. V a.C.
5 Il partigiano, che difende il suolo nazionale contro l'invasore straniero, diventò l'eroe vero che combatte realmente un nemico reale. In questo, Clausewitz vide la novità che lo portò a scrivere la sua teoria e la sua dottrina della guerra. Quando, cento anni più tardi, un rivoluzionario di professione quale Lenin distrusse ciecamente tutti i limiti tradizionali della guerra, questa diventò guerra assoluta, e il partigiano si trasformò in 18
portatore d'inimicizia assoluta contro un nemico assoluto. CARL S C H M I T T
Teoria del partigiano, 1963
6 L'alleato autentico è quello con cui si ha un obiettivo comune, che è soccorrevole e incrollabile, e che nelle circostanze difficili non dà prova di doppiezza. KAUTILIYA
Arthasàstra, libro VII, cap. ix, sec. I l i a.C.
7 Bisogna valutare sempre con precisione le forze nemiche, prima di aprire le ostilità. Se l'organizzazione civile della parte avversa sia più efficace della propria, bisogna astenersi dall'impegnare il combattimento; se sia superiore per la quantità di approvvigionamenti, anche allora evitare lo scontro; qualora sia numericamente più forte, sarà più prudente rinunciare ai propri progetti. Ma quando si sopravanza il nemico su questi tre piani, bisogna attaccarlo senza indugio. SHANG YANG
Il libro del Principe Shang, sec. IV a.C. 19
101 Voi che avete fatto il bene, attendete quei giorni, in cui quelli che fanno il male saranno consumati, e la potenza dei peccatori sarà dissolta. Attendete che il peccato passi, e il loro nome sarà cancellato dal libro della vita e dai libri santi, e il loro seme perirà per l'eternità, e i loro spiriti saranno messi a morte, e grideranno e si lamenteranno in un deserto immenso, e bruceranno nel fuoco, perché là non ci sarà più terra. Libro di Enoch, 108, 2-3, sec. II a.C.
9 Solo un Dio può ancora salvarci. L'unica possibilità che ci resta è di preparare, nel pensiero e nella poesia, una disponibilità verso l'apparire del Dio, o verso l'assenza del Dio nel nostro declino: così da declinare in presenza del Dio che manca. M A R T I N HEIDEGGER
Intervista a «Der Spiegel», 1966
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101 Bene. Puoi andare. Che cosa devo dire al signor Godot, signore? VLADIMIR. Digli... Digli CHE CI HAI V I S T I . . . Tu ci hai visti, è così? RAGAZZO. Sì, signore. VLADIMIR.
RAGAZZO.
SAMUEL BECKETT
En attendant Godot, 1952
11 Qui, nella misteriosa profondità dell'eterno spirito virile, riposa il fondamento di tutte le nazioni: il dovere militare. Esso è più che l'ubbidienza ad un giuramento prestato; è la consapevolezza della necessità della legge morale. Il mondo animale non ha bisogno di questa legge; ma l'uomo, questo fanciullo che Dio ha esposto nella notte senza strade dello spazio cosmico, può vivere soltanto se riconosce questa legge e agisce di conseguenza. Deve obbedirvi se non vuole affondare. Dio non gli ha dato nient'altro per coprire la sua nudità. FRANK T H I E S S
Tsushima, 1936
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101 Alla fine della seconda guerra mondiale, gli psichiatri militari alleati avevano avuto modo di constatare che il 10% dì una forza combattente viene messo fuori uso già nelle primissime ore di scontro; e l'intensificarsi delle tensioni che causavano il crollo psichico di codesti uomini (imposto da operazioni continue della durata di parecchi giorni) è tale da far temere che a subirne le conseguenze sarebbe la maggioranza dei soldati: così la decisione non sarebbe frutto tanto delle perdite inflitte all'avversario, quanto del fatto che uno dei due eserciti venga a trovarsi in una situazione psicologicamente insopportabile. J O H N KEEGAN
Il volto della battaglia, 1976
13 Esiste una condizione in cui non ci sono né terra né fuoco, né l'infinito spazio, né l'infinita coscienza, né il nulla, né lo stato cosciente, né lo stato d'incoscienza, né questo mondo, né l'altro mondo, né il sole, né la luna. E là io vi dico, monaci, non c'è né chi parte né chi arriva, né lo stare, né il nascere, né il morire. Tale condizione è priva di soste22
gno, di continuità, di fondamento. Soltanto là, in verità, è la fine del dolore. IL B U D D H A G O T A M A
Definizione dello stato di Nirvana data a Savatthi, nel monastero Jetavana, nel giardino di Anathapindika
14 Non finirà per uno scoppio, come credono gli imbecilli, né per malattie nuove inventate dalla natura, né per l'inquinamento delle acque e dell'aria. Per finire così, bisogna essere ben vitali! No, non succede niente, e il mondo tanto più finisce quanto meno ce ne accorgiamo. Si svuota, si devitalizza, cessa di capirsi, entra in coma. Un corpaccio decerebrate. Muore senza dolore, in modo anemico, leucemico, senza averne coscienza. Muore senza visioni, finite le utopie. In un'assoluta mancanza di visioni, al margine della cecità mentale. Uno degli aspetti più di fine di questa fine è che forse non sarà intera, lascerà ancora indietro qualche piccola scoria. GUIDO PIOVENE
Verità e menzogna, 1975
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101 Il leone può insegnare a molti l'umanità; perché si fanno umane le belve, quando imbelviscono gli uomini; e se talvolta degenerarono fu (a giudizio di Marziale) per essersi pervertite al contatto degli uomini. BALTASAR GRACIAN
El Discreto, 1646
16 Non uccidere a caso, ma con criterio. Il punto è questo: ormai tutti sanno che c'è un uomo invisibile, come lo sappiamo noi. Quell'uomo invisibile, Kemp, dovrà instaurare il regno del terrore. Sì! Naturalmente, è una cosa che può stupire, ma proprio questo intendo: un regno del terrore. Il terrore deve prendere qualche città, come Burdock, ad esempio, spaventarla, dominarla. Deve emanare degli ordini... Si può fare in migliaia di modi, ma penso che basterà far scivolare fogli di carta sotto le porte. Tutti quelli che disobbediranno agli ordini saranno uccisi, insieme ai loro difensori. H E R B E R T GEORGE WELLS
L'uomo invisibile, 1897
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101 La vera violenza è appunto la volontà che vuole l'impossibile. Una violenza che vuole il possibile — ossia ciò che essa è capace di trasformare in realtà — non è violenza, per quanto atroce sia ciò che essa vuole e ottiene. Oltrepassa, infatti, limiti che si lasciano oltrepassare. In questo caso violenza è solo l'ingiuria del vinto contro il vincitore. La vera violenza è dunque la follia che vuole l'impossibile... Che sollievo può avere chi soffre realmente, dal sapere che la violenza non riesce a violare l'inviolabile? EMANUELE SEVERINO
La filosofia futura, 1989
18 Io vedo che siamo uomini, che la guerra esige di più che le forze umane, che ha in sé qualcosa di superiore e di troppo più spaventevole che un uomo possa dare e sopportare. Ma è la comunità degli uomini che riesce, è lo sforzo collettivo, di collegato aiuto, di rinforzo, di coordinazione, quello che innamora, e che è la vera guerra. Questo senso ha la disciplina militare, per cui si procede come in qualunque lavoro umano, 25
ma in un'opera e in condizioni che trascendono l'umano. SCIPIO SLATAPER
Lettera dal fronte, 1915
19 La civiltà ha reso l'uomo, se non più sanguinario, certamente sanguinario in modo peggiore, più infame di prima. Se prima vedeva nello spargimento di sangue un atto di giustizia e con tranquilla coscienza sterminava chi occorresse, ora, invece, pur considerando infamia lo spargimento di sangue, più che mai infamemente lo sparge. FÈDOR DOSTOEVSKIJ
Memorie dal sottosuolo, 1864
20 L'uomo grigio continua, ma è diventato falso e abbietto, finché potrà durare. Non ha più sbocco... Continua a scatenare le sue tempeste, che si alzavano un tempo fino a toccare il cielo. Adesso rimangono lì: Antigone non diventa Antigone, Enea non diventa Enea. Sono fanatismo, violenza, rabbia, imposizione di fedi, smaniose, senza scopo, senza bellezza, sordide e micidiali co26
me i cadaveri viventi. Il peggio sono i credenti, i parlanti, gli stupidi uomini che insistono nel ritenersi umani... Nulla di più aggressivo dell'inesistente. Che cosa vuoi rispondere? Che cosa vuoi ascoltare? Come rispondere agli spasimi del Gran Simpatico furente perché sta morendo? E domani non ci sarà più niente. G U I D O PIO V E N E
Le stelle fredde, 1970
21 A me pare che lo stare neutrale infra duo che combattono, non sia altro che cercare di essere odiato e disprezzato; perché sempre uno di quelli vi fia che li parrà che tu sia, per li beneficii ricevuti da lui, o per antica amicizia tenuta seco, obbligato a seguire la fortuna sua; e quando tu non te li aderisci, concepe odio contro di te. Quell'altro ti disprezza, perché ti scuopre timido e poco risoluto: e subito pigli nome di essere inutile amico e non formidabile inimico; di modo che qualunque vince ti offende senza rispetto. NICCOLÒ MACHIAVELLI
Lettera a Francesco Vettori, 20 dicembre 1514 27
101 L'uomo è dotato d'intelligenza e di forza creativa per moltiplicare ciò che gli è dato, sinora però egli non ha creato, ma distrutto. Le foreste si fanno sempre più rade, i fiumi si seccano, la selvaggina si è estinta, il clima si è guastato, e di giorno in giorno la terra diventa sempre più povera e più brutta. A N T O N PAVLOVIC CECHOV
Zio Vania, atto I (parla il dottor Astrov), 1896
23 Pochi bipedi dopo Adamo hanno meritato il nome di uomo. MARGUERITE YOURCENAR
L'œuvre au noir, 1968
24 Chi vuole abbassare qualcuno prima deve innalzarlo. Chi vuole indebolire qualcuno prima deve renderlo forte. Chi vuole eliminare qualcuno prima deve esaltarlo. 28
Chi vuole soppiantare qualcuno prima deve fargli delle concessioni. Tale è la visione sottile del mondo. Tao Tè Ching, cap. xxxvi, sec. VI a.C.
25 Non temo soltanto per il mio corpo, che potrebbe essere votato a degli atroci supplizi: temo ancor più per la mia anima, che certamente non sfuggirà al suo destino di spettatrice delle immolazioni infernali che vedo venire. L E O N BLOY
Dans les ténèbres, 1916
26 La viltà non salva nessuno dalla morte; nessun padre s'è mai augurato che i suoi figli fossero immortali, piuttosto che vivessero da uomini onesti e virtuosi. CRISPO S A L L U S T I O
De bello Iugurthino, cap.
29
LXXXV
101 « Chi sei tu? ». « Non sono né terra né acqua né fuoco né aria né spazio né organi di senso né l'insieme di tutto questo: nessuna di quelle cose è certa. Quel che abita nello stato di sonno profondo, quel che sempre sussiste, l'Uno, Siva, il Liberato: questo io sono. « Le caste, le osservanze, i doveri inerenti al sistema delle caste e ai diversi tempi dell'esistenza non sono fatti per me, e neppure la concentrazione spirituale, la meditazione o lo yoga. La sovrapposizione al non-essere dell'Io e del Mio è per me inesistente. Quel che sempre sussiste, l'Uno, Siva, il Liberato: questo io sono. « Non ci sono né madre né padre né Dei né mondo né Scritture né sacrificio né luoghi santi... ». SANKARA
Dasasloki (« Le dieci stanze »), risposta all'asceta Govindapada, tra VII e V i l i sec. d.C.
28
Essendo Dio un essere assolutamente infinito di cui non si può negare nessun attributo esprimente l'essenza della sostanza, ed esistendo necessariamente, se qualche sostanza fosse data all'infuori di Dio, bisognereb34
be spiegarla mediante qualche attributo di Dio stesso: esisterebbero così due sostanze dello stesso attributo, ma questo è assurdo; dunque all'infuori di Dio nessuna sostanza può essere, né di conseguenza essere concepita. Perché, se potesse essere concepita, dovrebbe necessariamente essere concepita come esistente: ma questo è assurdo. Perciò all'infuori di Dio nessuna sostanza può essere data né essere concepita. BARUCH SPINOZA
Ethica, I, prop. xiv, demonstr., 1675
29 Come avrei potuto invocarti «sei tu», se tu non m'avessi sussurrato « sono io » ? Oh essenza dell'essenza della mia esistenza, termine della mia via, mio eloquio, mie enunciazioni, miei balbettamenti! Oh tu mio tutto, mio udito, mia vista, mia totalità, mio aggregato, mie parti! Oh tutto del mio tutto ma il tutto di un tutto è un enigma e volendolo esprimere io ottenebro il tutto del mio tutto!... T u ti nascondi ai miei occhi nell'invisibile, ma il mio cuore osserva il tuo sorgere nella lontananza. H U S A Y N MANSÙR AL-HALLÀJ
31
(857-922) Dìwàn
101 Un'altra cosa ti conviene fare a giognere a questa unione e purità: che tu non giudichi mai, in alcuna cosa che tu vedessi fare o dire, da qualunque creatura si fusse, o verso di te o verso d'altrui, la volontà de l'omo, ma la volontà mia in loro e in te. E se tu vedessi peccato o difecto espresso, trae di quella spina la rosa, cioè che tu gli offerì dinanzi a me per sancta compassione. E ne le iniurie che fussero facte a te, giudica che la volontà mia el permecte per provare in te e negli altri servi miei la virtù, giudicando che colui come strumento messo da me faccia quello; vedendo che spesse volte avaranno bona intenzione, però che neuno è che possa giudicare l'occulto cuore del'omo. CATERINA DA SIENA
Libro de la Divina Dottrina, dettato « essendo ella in astrazione, perduti tutti e' sentimenti, salvo che la lengua » a Stefano Maconi nel 1378, cap. c
31 L'universo è sul suo letto di dolore, e tocca a noi uomini di consolarlo. LOUIS-CLAUDE DE S A I N T - M A R T I N
32
(1743-1803)
101 « Che cosa? Vogliono fare la guerra? Con chi? Com'è possibile che gli ebrei facciano una guerra? Siamo come agnelli circondati da lupi ». « Fino a quando possiamo continuare a essere agnelli? ». « Che cosa vuol dire "fino a quando"? Fino a quando arriverà il Messia ». ISAAC B A S H E V I S SINGER
A Young Man in Search of Love (« Un giovane in cerca d'amore»), 1978
33 Abbiate grandissima circunspezione innanzi entriate in imprese o faccende nuove, perché doppo el principio bisogna andare per necessità. E però interviene spesso che gli uomini si conducono a camminare per difficultà che, se prima n'avessero immaginato la ottava parte, se ne sarebbono alienati mille miglia: ma, come sono imbarcati, non è in potestà loro ritirarsi. Accade questo massime nelle inimicizie, nelle parzialità, nelle guerre: nelle quali cose e in tutte l'altre, innanzi si piglino, non è considerazione o diligenza sì essatta che sia superflua. FRANCESCO G U I C C I A R D I N I
Ricordi, 152, tra 1523 e 1530 33
101 Fate ogni cosa per parere buoni, ché serve a infinite cose: ma, perché le opinione false non durano, difficilmente vi riuscirà el parere lungamente buoni, se in verità non sarete. Così mi ricordò già mio padre. FRANCESCO GUICCIARDINI
Ricordi, 44, 1530 35 Per la legge, come per le mura della città, siano pronti a combattere i cittadini. E R A C L I T O DI EFESO, SeC. V I
a.C.
36 Nell'uomo con il mitra di cui sto parlando, l'accessorio non è il mitra ma l'uomo. L'uomo di cui parlo è al servizio del mitra, e non già il mitra al servizio dell'uomo; non è «l'uomo col mitra» ma «il mitra con l'uomo». E allora che cosa m'importano le chiacchiere dei professori? Se il cavallo è la più bella conquista dell'uomo, l'uomo è la più bella conquista del mitra. Nazista o marxista, l'uomo con il mitra, l'animale totalitario, lo strumento di precisione del partito unico, la cui coscienza è facile 34
ad essere manovrata come il meccanismo bene ingrassato della sua arma, non è spinto né dalla fame né dalla sete, né uccide in nome della giustizia. Perché apparissero simili esseri non sarebbe bastato un mondo ingiusto: era necessario che nel mondo si fosse profondamente degradata la nozione di giusto e di ingiusto; e un simile pervertimento è opera degli intellettuali. GEORGES B E R N A N O S
La liberté, pourquoi faire?, 1953
37 E in quel giorno gli uomini sorgendo Vedranno passare le loro azioni Un atomo di bene compiuto Chi l'avrà fatto lo vedrà Un atomo di male compiuto Chi l'avrà fatto lo vedrà Corano, sura 99, «Lo Scardinamento», 6-8
38 Tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro; ogni famiglia infelice è infelice a suo modo. LEV T O L S T O J
Anna Karenina, 1875-1877 35
101 Quando Rabbi Isacco Meir era bambino, sua madre lo condusse una volta dal Magghid di Kosnitz. Qui qualcuno gli disse: « Isacco Meir ti do un fiorino se mi dici dove abita Dio». Rispose Isacco: «E io ti do due fiorini se mi sai dire dove non abita ». MARTIN BUBER
I racconti dei Chassìdim, 1949
40 Comprendere nell'affetto della preghiera tutti que' mondi che, ignoti all'uomo, è pur possibile che vivano intorno a lui e sopra di lui, e quelli che nello svolgersi ignoto de' tempi vivranno. NICCOLÒ TOMMASEO
Norme di vita dedotte dalla mia esperienza interiore, circa 1870
41 Prima di addormentarti, ricorda alla mente questo insegnamento: « O Mente, hai fatto tutto, hai avuto tutto, hai dato tutto, hai pensato tutto. Non preoccuparti di nulla. Non devi dare più nulla. Riposati. Medita: 36
il mondo è irreale, e tutto passa e trapassa ». Dopo questo avrai un sonno calmo e tranquillo, e la mente libera dalle cure. SWAMI S I V A N A N D A
La salute e la felicità, 1950
42 « Abu Yazid, ho visto una cosa straordinaria ». « Disgraziato, che cos'hai visto? ». « La tua lacrima squarciare i veli e raggiungere Dio ». « Disgraziato, la lacrima perfetta, quando viene, non ha più veli da squarciare ». A B Ù YAZID BISTÀMI (777-849) Shatahàt (« Locuzioni estatiche »)
43 L'uso smodato della luce elettrica ci ha intossicati: case delle geishe, ristoranti, locande, alberghi, rivaleggiano nell'abuso di elettricità. Capisco sia importante attrarre clienti, ma accendere le lampadine durante il giorno, specialmente d'estate, non solo è inutile, ma fastidioso. L'afa diventa insopportabile. Più d'una volta mi accadde di trovarmi in un locale dove si soffocava, benché fuori l'aria 37
fosse ormai fresca. Quasi sempre era colpa delle lampadine accese. Provate a spegnerne qualcuna: vi sentirete subito ristorati. YUN'ICHIRÓ TANIZAKI
Elogio dell'ombra, 1935
44 Franz dice: « Non è piacevole vivere in un corpo umano, vorrei accovacciarmi piuttosto sottoterra, correre per i campi, mangiare quel che si trova, e cade la pioggia, viene il gelo e se ne va, tutto è meglio che vivere in un corpo umano». ALFRED D Ò B L I N
Berlin Alexanderplatz, 1929
45 Ogni famiglia, quando nasce un figlio Lo vuole intelligente; Ma l'intelligenza mia è stata La rovina di tutta la mia vita. Io spero che mio figlio Sia stupidissimo e ignorantissimo: Coronerà una vita tranquilla Diventando Ministro. SU-CHÈ
Poeta della dinastia Sung (1036-1112 d.C.) 38
101 La solitudine fabbrica persone di talento oppure idioti. Gilliatt poteva mostrarsi sotto entrambi gli aspetti. Certe volte era visibile in lui uno « stupore » molto simile a quello dei bruti. In altri momenti il suo sguardo era di un'indefinibile profondità. L'antica Caldea ebbe di questi tipi d'uomini; in certe ore, l'opacità del pastore diventava trasparente e faceva intravedere il Mago. VICTOR HUGO
I lavoratori del mare, 1866
47 Lentamente fioriva, lentamente maturava in Siddharta il riconoscimento, la consapevolezza di ciò che realmente sia saggezza, quale fosse la meta del suo lungo cercare. Non era nient'altro che una disposizione dell'anima, una capacità, un'arte segreta di pensare in qualunque istante, nel bel mezzo della vita, il pensiero dell 'unità, sentire l'unità e per così dire respirarla. Lentamente questo fioriva in lui, gli raggiava incontro dal vecchio volto infantile di Vasudeva: armonia, scienza dell'eterna perfezione del mondo, sorriso, unità. H E R M A N N HESSE
Siddharta, 1922 39
101 Vivere è errare, unico vivente, sul fondo di un istante senza limiti, dove la luce non varia e dove tutte le macerie sono uguali. SAMUEL BECKETT
Malone muore, 1951
49 Ho già detto che la zia Tatiana Alexandrovna ebbe una grandissima influenza sulla mia vita. Questa consisteva, in primo luogo, nel suo avermi dall'infanzia insegnato la gioia spirituale di amare. Non me la insegnò con le parole, ma contagiandomi di amore con tutto il suo essere. Vedevo e sentivo come gioisse ella di amare e capii la felicità di amare. LEV T O L S T O J
Primi ricordi, 1900
50 Gli uomini solitari vedono cose che noi non vediamo: hanno visioni dal mondo soprannaturale. Essi affinano l'anima attraverso l'isolamento, il pensiero e la continenza. Noi la rendiamo ottusa con i contatti, la man40
canza di riflessione, i piaceri. Per questo essi vedono quel che noi non possiamo vedere. Chi è solo in una stanza silenziosa, ode chiaramente il battere dell'orologio. Se entrano però altri e il movimento e la conversazione hanno inizio, cessa di udirlo. Ma il battito non smette per questo di essere accessibile all'udito. K O N S T A N T I N O S KAVAFXS
Note di poetica, tra 1902 e 1905
51 L'Occidente ha raggiunto da oltre cent'anni la «Società Opulenta», e non è mai stato chiaro come che l'uomo non è un essere che si possa accontentare di benessere e comodità... Privato dei significati che oltrepassino la sua esistenza quotidiana, l'uomo si riempie di disgusto e di livore, e in qualche caso passa alla violenza. E una società che non sappia aprire vie di sfogo alle passioni ideali degli uomini, chiede d'essere ridotta in macerie dalla violenza. COLIN WILSON
Order of Assassini (« La filosofia degli assassini»), 1972
41
101 L'intellettuale che cerca prima di tutto e sopra ogni cosa di mettersi al riparo, perde una rara occasione per istruirsi. L'immaginazione resta impotente a supplire il contatto vero e l'esperienza che non s'inventa. Su questo piano, i veri profittatori della guerra sono quelli che ne avranno direttamente patito. A N D R É GIDE
Journal, 17 luglio 1940
53 Durante la malattia aveva fantasticato che tutto il mondo fosse condannato ad essere vittima di una terribile, inaudita, mai vista pestilenza, che dal fondo dell'Asia marciava sull'Europa. Tutti dovevano perire, tranne alcuni pochissimi eletti. Erano comparse certe nuove trichine, esseri microscopici che s'insinuavano nei corpi degli uomini. Ma quegli esseri erano spiriti, dotati d'intelligenza e di volontà. Gli uomini che li accoglievano nel proprio interno, diventavano subito indemoniati o pazzi. Però mai, mai uomini si erano stimati così intelligenti, così infallibili, come si stimavano quegli appestati. FÈDOR DOSTOEVSKIJ
Delitto e castigo, 1866 42
101 Viaggiavo su un autocarro in comitiva. Si percorreva la strada della costa settentrionale, tutta a svolte, e salvo i gerani, gli oleandri, le ginestre, senza un albero, battuta dal sole. Accucciato in un cerchio d'ombra che vi buttava un oleandro un po' più fronzuto degli altri, nel mezzo della strada, un operaio aveva trovato il suo riposo e il suo sonno. E una delle più strane affermazioni dell'umile persona umana che abbia veduto. E, forse, la più schietta espressione di fiducia nella solidarietà umana. CORRADO ALVARO
Un treno nel Sud, 1958
55 Se lo scopo prossimo e immediato della nostra vita non è il dolore, allora la nostra esistenza è la cosa più contraria allo scopo del mondo. Infatti è assurdo supporre che la sofferenza infinita, dovuta alla necessità che è essenziale alla vita, e di cui il mondo è dovunque pieno, debba essere priva di scopo e puramente casuale. ARTHUR SCHOPENHAUER
Parerga e paralipomena, 1851
43
101 Facciamo qualcosa mentre l'occasione si presenta! Non succede tutti i giorni che qualcuno abbia bisogno di noi. A dire il vero, non è che abbia bisogno precisamente di noi. Chiunque altro andrebbe bene, per lui, se non meglio. L'invocazione che abbiamo sentito è rivolta piuttosto all'intera umanità. Ma qui, in questo momento, l'umanità, ci piaccia o no, siamo noi. Approfittiamone, prima che sia troppo tardi. Rappresentiamo degnamente, una volta tanto, la sporca razza in cui la disgrazia ci ha collocati! SAMUEL BECKETT
Eri attendant Godot, 1952
57 IL POMPIERE. Adesso ve ne dico un'altra, « Il gallo». Una volta, un gallo volle fare il cane. Ma non ebbe fortuna, f u subito smascherato. LA SIGNORA S M I T H . Invece, il cane che volle fare il gallo non fu mai smascherato. EUGÈNE IONESCO
La cantatrice calva, scena v m , 1950
44
101 Le masse saranno sempre al di sotto della media. La maggiore età si abbasserà, la barriera del sesso cadrà, e la democrazia arriverà all'assurdo rimettendo la decisione intorno alle cose più grandi ai più incapaci. Sarà la punizione del suo principio astratto dell'Uguaglianza, che dispensa l'ignorante di istruirsi, l'imbecille di giudicarsi, il bambino di essere uomo e il delinquente di correggersi. Il diritto pubblico fondato sull'uguaglianza andrà in pezzi a causa delle sue conseguenze. Perché non riconosce la disuguaglianza di valore, di merito, di esperienza, cioè la fatica individuale: culminerà nel trionfo della feccia e dell'appiattimento. L'adorazione delle apparenze si paga. HENRI-FRÉDÉRIC AMIEL
Frammenti di diario intimo, 12 giugno 1871 59 Era poi immaginabile che tutto questo vecchio mondo, lieto, nobile e civile, ancora così solido, tutti questi uomini d'ingegno, tutte queste donne così gentili e amanti delle cose buone, possibile che venisse spazzato via d'un colpo? D I N O BUZZATI
Paura alla Scala, 1949 45
101 Impossibile scorrere una gazzetta qualsiasi d'un qualsiasi giorno o mese o anno, senza trovarvi ad ogni riga i segni della più spaventosa perversità umana, insieme alle più sorprendenti vanterie di probità, di bontà, di carità, e alle più sfrontate affermazioni sulla civiltà e il progresso. Ogni giornale, dalla prima all'ultima riga, non è altro che un tessuto di orrori. Guerre, delitti, furti, impudicizie, torture, delitti dei principi, delitti delle nazioni, delitti dell'individuo, un'ebbrezza di universale atrocità. E con questo disgustoso aperitivo l'uomo civile accompagna il pasto di ogni mattino. Tutto, in questo mondo, trasuda delitto: il giornale, i muri, e il volto dell'uomo. CHARLES B A U D E L A I R E
Il mio cuore messo a nudo, circa 1860
61 Gli uomini di natura demoniaca non sanno né agire né astenersi dall'agire. Non c'è in loro né purezza, né coscienza, né sincerità. Per loro, questo universo è senza legge morale, senza fondamento, senza Dio; non è prodotto da catene di cause ma risulta nato esclusivamente dal Desiderio. Imbevuti di errore, questi esseri di mente debole, nefa46
sti anche a se stessi, nascono per la sventura universale. Dominati dal desiderio insaziabile, pieni di falsità, di orgoglio, di follia, fabbricandosi nel loro pervertimento idee malvage, vivono nell'impurità. Trascinati da un'inquietudine incessante, che ha termine soltanto con la loro vita, tesi unicamente a godere piaceri, hanno la certezza che al di là di questo nulla esista. Incatenati dai lacci di false speranze, abbandonati alla cupidigia e al furore, per soddisfare i loro appetiti non cercano che il guadagno, procacciandoselo anche coi mezzi più infami. Bhagavadgìtà, XVI, 7-12, sec. I l i a.C.
62 Non mi occorre un'arma contro la morte, perché la morte non esiste. Ma una cosa esiste: la paura della morte. Questa la si può guarire. Contro di essa un'arma esiste. H E R M A N N HESSE
Le stagioni della vita, circa 1930
63 (Come Re dei Cigni). Quale altra sorte può aspettarsi un uccello legato a u n laccio se non la cucina? Un uccello libero BODHISATTVA
47
e sano di mente come te, potrebbe desiderare questo? E nella morte di noi due, quale profitto vedi, per me, per te stesso e per gli altri nostri compagni? T u lasci la vita per una cosa in cui non si scorge nessun profitto, come nella tenebra non si discernono l'uguale e il disuguale. S U M U K H A (Capo dell'esercito dei Cigni, fedele al suo signore). E come tu, il migliore tra gli uccelli, non vedi il profitto nella giustizia? La giustizia, bene onorata, produce il più alto profitto. Questa è la ragione per cui, conoscendo la giustizia e il profitto che nasce dalla giustizia, e mosso inoltre dall'affetto per te, io non ho, mio re, più nessun desiderio di vivere. ÀRYASÙRA
Jàtakamàlà (« La ghirlanda delle nascite »), sec. III-IV d.C.
64 Sono presuntuosa a dire che possiedo troppo amore per darlo ad una sola persona? L'idea che per tutta la vita si debba amare sempre e soltanto una persona mi sembra così infantile! Può impoverire e inaridire parecchio. Isola un'anima dall'anima universale. ETTY HILLESUM
Diario, 1943 48
101 Una volta che la riflessione si è prodotta in una mente, la conoscenza fenomenica, il puro sapere, non ha più nessuna solidità, neppure a titolo di conoscenza relativa. Perde definitivamente ogni valore per lo spirito che la riflessione conduce alla vita morale, perché per lui il mondo sensibile, oggetto del sapere, non ha più senso, non avendo il senso assoluto, il valore che la legge morale soltanto, d'accordo con la vera natura, gli può dare. JULES LAGNEAU
Cours sur Dieu, 1893
66 L'inchiostro dei sapienti è più prezioso del sangue dei martiri. Detto tradizionale del Profeta dell'Islam, sec. VII
67 Allora, meglio alle favole sugli Dei prestare fede, che subire la costrizione del Destino, come vogliono i filosofi naturali; perché da quelle ti è dipinta la speranza dell'interces49
sione che eserciterebbe sugli Dei il riverirli - ma in che modo si può scongiurare la Necessità? EPICURO
Lettera a Meneceo, sec. I l i a.C.
68 I cuori di uomini arditi, folli e facilmente entusiasti sono insondabili; sono pozzi notturni in cui i pensieri, i sentimenti, i ricordi, le paure, le speranze, il rimorso stesso, possono sprofondare, e per qualche tempo anche il timore di Dio. Profondo e buio, un vero pozzo, era il cuore di Nikolaus Tarabas. Ma nei suoi grandi occhi chiari l'innocenza brillava. JOSEPH ROTH
Tarabas, 1934
69 A Corte c'è grande costernazione Perché è malato l'Imperatore. Sgrida e scaccia tutti, Minaccia, li richiama. Come lepri spaventate Da un'eclisse di luna Sono fuggiti nei boschi Ministri e capitani. 50
Le brume coprono ogni giorno La cima bianca del Fugi. Nella baia di Edo, Takeda il pescatore Prepara come ogni giorno le reti: « Anche oggi qualcosa acchiapperò ». OTOKO SHIRANAMI
Danzatrice e poetessa dell'epoca Meiji (1868-1912)
70 Tutto il male sta nel fatto che gli uomini credono si diano casi in cui si possa fare a meno dell'amore verso il proprio simile, mentre tali situazioni non esistono. Verso le cose si può agire senza amore: si può, per esempio, tagliare senza amore la legna, battere il ferro, cuocere i mattoni; ma nei rapporti tra esseri umani l'amore è altrettanto indispensabile che la precauzione nei rapporti tra l'uomo e le api. LEV T O L S T O J
Resurrezione, 1899
71 Il regno dell'uomo è finito. Colui che gli antichi terrori dei popoli primitivi temevano tanto, è venuto ... Mesmer 51
l'aveva divinato, e i medici, da dieci anni ormai, hanno scoperto, in modo preciso, la natura della sua potenza prima che la esercitasse. Hanno giocato con quest'arma del nuovo Signore: la dominazione di un misterioso volere sull'anima umana diventata schiava. L'hanno chiamato magnetismo, ipnotismo, suggestione... Li ho visti divertirsi come bambini imprudenti con questa potenza orribile... Sciagura a noi! Sciagura all'uomo! È venuto, il... il... Mi sembra che mi stia gridando il suo nome, e io non lo sento... il... sì... lo grida... ascolto... non posso... ripete... HORLÀ... Ho sentito... è lui, l'Horlà... è venuto... ... l'Horlà farà dell'uomo quel che noi abbiamo fatto del cavallo e del bue: la sua cosa, il suo servitore e il suo nutrimento, con la sola potenza della sua volontà. Sciagura a noi! G U Y DE M A U P A S S A N T
Le Horla, 1887
72 Modera il pianto, ormai, padre, e tu, ottima madre, asciuga le lacrime. L'esser morto non mi procura alcun male. Fu un male la vita. Con la morte ho raggiunto la pace. C A I O P U B L I C I O A M P L I A T O DI C A I O
(Vissuto 6 anni e 27 giorni) Corpus Inscriptionum Latinarum, XI, 207, Ravenna 52
101 Non bisogna incatenare i morti a dei viventi, perché non diventino, gli uni e gli altri, come estranei alla loro sfera propria, messi in uno stato di sofferenza. CARL G U S T A V J U N G
Lettera al conte Hermann Keyserling, 25 agosto 1928
74 Le cose dello spirito sono irreversibili, vanno avanti per la loro strada, fino al termine della notte. Con le spalle al muro, nel grigio e nel vuoto, leggere Giobbe e Geremia e tenere duro. Formulare le vostre tesi nella maniera più spietata, perché solo le vostre frasi resteranno a rappresentarvi, e a dare la vostra misura, quando l'epoca tramontando mette fine al canto. GOTTFRIED BENN
Invecchiare: problema per artisti, 1954
75 In questo groviglio di eventi umani si avvicendarono fatti portentosi, sia in cielo che in terra, e fulmini avvertitori, e presagi del 53
futuro che nel lieto e nel triste ambiguamente ne alzavano il velo; né mai, in verità, con più neri disastri per il popolo romano, o con più esatti segni, ci fu ribadito che gli Dei non hanno cura della nostra pace: la vendetta è la loro funzione. CORNELIO TACITO
Historiae, I, 3
76 La scienza è l'arte di creare delle illusioni adattate, che l'insensato crede o contesta; ma il saggio gode della loro bellezza, della loro ricchezza semantica, senza ignorare che si tratta di velami e cortinaggi umani per dissimulare l'oscurità d'abisso dell'inconoscibile. Non vedete che è questo, anche, la vita: dipingere il mondo con colori divini? Non arriverete mai a sapere più di quel che possiate sapere... Negando il Dio creatore che vive nell'uomo, sarete come l'Ebreo errante. Tutte le cose sono come se fossero. Le cose reali sono effetti di qualcosa d'ignoto. Lo stesso per l'anima, l'ego ec. Inoltre non esistono cose reali che non siano relativamente reali. Impossibile rappresentarci la realtà assoluta: la realtà è sempre qualcosa di osservato... CARL G U S T A V J U N G
Lettera al dottor Alien Gilbert, 2 gennaio 1929 54
101 ... quippe inter turbas et discordias pessimo cuique plurima vis, pax et quies bonis artibus indigent. ... perché tra tumulti e furori civili chi è più malvagio ha più forza; la pace e l'ordine pubblico richiedono il concorso delle virtù. CORNELIO T A C I T O
Historiae, IV, 1
78 I cambiamenti necessari agli Stati si fanno quasi sempre da loro stessi. L U C DE V A U V E N A R G U E S
Riflessioni e massime, 1746
79 I ladri, penetrati in una casa, non ci trovarono altro che un gallo. Lo presero e se ne andarono. Sul punto di essere ammazzato, il gallo cominciò a supplicare che lo risparmiassero, dicendo che era utile agli uomini, perché li svegliava quando ancora è notte, così che incomincino il loro lavoro. Risposero quei tali: « Ma questa è una ragione di più per ti55
rarti il collo! Svegliandoli, tu impedisci a noi di rubare! ». ESOPO
I ladri e il gallo, sec. VI a.C.
80 La coscienza segreta del potere piace inesprimibilmente di più del dominio aperto. FÉDOR DOSTOEVSKIJ
L'adolescente, 1875
81 Kafka non mi ascoltava e guardava lontano con aria assorta. Poi disse: «Tutti i miei amici hanno occhi bellissimi. La luce del loro cuore è l'unica illuminazione nel buio carcere in cui vivo, ma è anche questa una luce artificiale ». GUSTAV JANOUCH
Colloqui con Kafka, 1946
82
— La senti la voce della società? E come un ronzio colossale — ma se porgi l'orecchio a 56
seguir i singoli suoni, udirai voci d'impazienza, d'eccitamento, voci di gaudenti senza gioia, di comando senza forza, di bestemmia senza scopo. E se li guardi negli occhi, vedrai in tutti, nel lieto e nel triste, nel ricco e nel povero - lo spavento e l'ansia della bestia perseguitata. Guarda tutti come s'affrettano s'incontrano s'urtano, commerciano. Sembra davvero che ognuno vada a qualche cosa. Ma dove vanno, e che vogliono? E perché si difendono così l'uno dall'altro e si combattono? CARLO M I C H E L S T A E D T E R
Il dialogo della salute, 1910
83 La televisione, tutta questa roba, sono degli abbrutitoi, e talmente inferiori... Quotidiani e mensili, tutto... E talmente schiaccianti che neppure le menti più solide resistono... Ne saranno abbrutiti fin da piccoli... Alcool, auto, televisione, il giornale, il settimanale... E l'aria che respirano... L O U I S - F E R D I N A N D CELINE
Colloqui con Jean Guénot, 1960
57
101 Quando avranno annullato i limiti dello spazio, smarrito il concetto del tempo, ridotto il mondo a proporzioni minuscole e perduta l'illusione che ci sia qualcosa da fare, gli uomini si sorprenderanno a un tratto mentre stanno correndo a rotta di collo senza una seria ragione, tra rombi di motori, richiami radiofonici, apparizioni d'ombre, frulli d'eliche, scoppi, scintille, lampeggiamenti, raggi di riflettori, sibili, vortici e boati d'altoparlanti. Allora s'accorgeranno che da tempo erano diventati pazzi, in preda a una furia demolitrice, sfasceranno tutto; metteranno in pezzi gli apparecchi, le macchine, i motori, le antenne, strapperanno i fili, faranno saltare le officine e gl'impianti e appiccheranno il fuoco a ogni cosa. ACHILLE CAMPANILE
Cantilena all'angolo della strada, 1933
85 La donna guardando il cactus nel deserto pensa a spremerlo; l'uomo a strapparlo; lo spirito dell'universo a creare altri cactus, innumerevoli, sempre più strani, in questo mondo e in moltissimi altri, per contemplarli. ELISEO F R A N C I S C O FERRER
Sentado en el umbral, Mexico, 1943 58
101 Se gli uomini non avessero la facoltà di sognare sarebbero i più bassi esseri viventi. G I O V A N N I COMISSO
Busta chiusa, 1965 87 Morire è un atto indecente. Tu sei nato in una società stupida, che sopporta soltanto l'idea della vita quotidiana. Morire è un atto indecente, ti sarà pagato, da chi resta, col silenzio e col rancore. ENNIO FLAIANO
Taccuino del marziano, circa 1955 88
La politica abbonda disgraziatamente di imposture che devono essere trattate con reverenza da parte di ogni uomo politico che vuole riuscire. Se voi siete di quelli il cui stomaco si rivolta contro il trattare con reverenza le imposture, farete bene a rinunciare del tutto alla politica, atteggiandovi piuttosto da profeta. Le vostre profezie getteranno forse buon seme per qualche raccolto futuro. Ma come uomo politico sareste impotente. FREDERICK OLIVER
The Endless Adventure (« L'avventura senza fine»), 1935 59
101 L'uomo che tace, rifiuta; la donna che tace, acconsente. Proverbio dei nomadi Maràziq (Tunisia)
90 Da tutto questo orrore che è la terra, l'uomo ha saputo estrarre qualche vaga bellezza. E la sua unica gloria. MAURICE SACHS
Derrière cinq barreaux, tra 1943 e 1945
91 Un giorno Budda era atteso da una grande folla riunita per ascoltare uno dei suoi meravigliosi discorsi. Giunse, finalmente... Tutti quegli uomini e donne, tutta quella moltitudine, erano come un alito ansioso che saliva a lui. Era un silenzio colmo di respiri, dove anche gli animali e gli alberi respiravano l'attesa. Budda allora pronunciò il suo discorso: lo fece senza aprire la bocca. Tese verso la folla un fiore; nient'altro. Alzò il fiore e lo tese... E non solamente il 60
discepolo Mahakassyapa, al quale poi Budda donò il fiore, ma tutti gli uomini, tutte le donne, tutti gli animali, tutte le piante, tutti compresero il discorso del Fiore; ogni essere vivente a modo suo lo comprese, come la sua mente e il suo cuore glielo suggerivano. CARLO COCCIOLI
Budda e il suo glorioso mondo, 1990
92 Penelope, la donna più sterile: distruggere di notte ciò che si è fatto di giorno (che naturalmente è sempre la stessa cosa) è quanto di più stupido ci sia; Penelope è la donna di casa. Ascoltare legati il canto delle Sirene: qui comincia la mancanza di rischio del piccolo borghese. Non ci sono paradisi perduti, solo superati. R O B E R T O BAZLEN
Note senza testo, tra 1945 e 1965
93 Il popolo d'Italia non canta più. Non vi sembra questa la più grande sciagura nazionale? DINO CAMPANA
Canti Orfici, 1914 61
101 Voi sapete quante occasioni si sono perdute, non perdete questa né confidate più nello starvi, rimettendovi alla fortuna e al tempo, perché col tempo non vengono sempre quelle medesime cose, né la fortuna è sempre quella medesima. Io direi più oltre, se io parlassi con huomo che non intendesse i segreti o non conoscesse il mondo. Liberate diuturna cura Italiam, extirpate has immanes belluas, quae hominis, praeter faciem et vocem, nihil habent. NICCOLÒ MACHIAVELLI
Lettera a Francesco Guicciardini, 17 maggio 1526
95 « Vuole vedere la città cinese di San Francisco? ». Gli risposi che avevo visto le città cinesi della Cina e ne avevo abbastanza. « Vuole vedere la città dei macelli: Chicago? ». Avevo orrore dei macelli, mi davano nausea. « Vuole vedere la città delle auto: Detroit? ». Risposi che detestavo le auto. «Vuole vedere la città del governo: Washington? ». Odiavo i governi. « Vuole divertirsi come un ragazzo a Disneyland?». Gli chiesi cosa fosse, era una grande fiera costruita da Walt Disney con 62
storie di pirati e di indiani e con le favole da lui ideate. Chiesi se si sarebbe mangiato pop-corn. Di certo. Niente, allora. Non avevo altro da vedere, in America. G I O V A N N I COMISSO
Viaggio in USA e ritorno, circa 1960
96 Chi ama la propria salute, aborrischi la donna barbata al pari dell'istessa infelicità e miseria maggiore. C O R N E L I O GHIRARDELLI
Cefalogia fisionomica, Bologna, 1673
97 I fanciulli amano le armi della morte; non si deve permetterglielo. MARTIN LUTERO
Parole riportate da Corrado Cordato, 1532
98 Il seno della ragazza sembrava disegnato armoniosamente. Ma il vecchio si perse dietro all'ammirata considerazione che, fra tutti gli 63
animali, soltanto la donna, nei molti secoli di storia, avesse trasformato e abbellito in tal modo i propri seni. Il progressivo affinamento della forma del seno femminile non era una luminosa gloria della storia umana? YASUNARI KAWABATA
La casa delle belle addormentate, 1960
99 « Finché il sole risplenderà su le sciagure umane » la pecora sarà mangiata dal lupo: rimane solo che chi sa e può non si faccia pecora. VILFREDO PARETO
Un'applicazione di teorie sociologiche, 1900
100 Quella donna guardava in modo tale la vita che toccare i suoi seni era come toccare il segreto dell'esistenza. « Toccare i tuoi seni non è toccare dei seni, ma toccare te nel più profondo... ». Nei giorni tristi dell'esistenza basterà che io vi pensi per sentirmi felice, come se avessi tenuto nelle mani un'acqua densa, dolce, diafana e dura a un tempo. R A M O N GÓMEZ D E LA SERNA
Senos, 1918 64
101 Tutta la dignità di forma della riflessione è andata perduta, il cerimoniale e gli atteggiamenti solenni del pensiero sono stati messi in ridicolo e un uomo saggio di vecchio stile non sarebbe più tollerato. Pensiamo troppo in fretta, anche per strada, mentre attendiamo a faccende d'ogni genere, perfino quando riflettiamo su quel che c'è di più grave. Ci basta una scarsa preparazione, addirittura poco silenzio: è come se portassimo in giro, nella testa, una macchina che gira e gira inarrestabile, che anche nelle circostanze più sfavorevoli seguita a lavorare. FRIEDRICH N I E T Z S C H E
La gaia scienza, 1882
102 Sul finire del pomeriggio, al primo buio, nella confusione generale, Hilde corse attraverso il corridoio e si infilò ancora una volta nella stanza di Becker. Lo abbracciò, si baciarono e ribaciarono, lei non lo voleva più abbandonare. Egli sospirò: « Perché non posso essere di più, per te? Non posso alzarmi, sono finito ». Singhiozzava sul viso di lei. La supplicò: « Rimani, ti prego». 65
Essa aperse la sua blusa e premette i suoi seni sul volto di lui. Egli vi nascose il suo viso. ALFRED D Ò B L I N
Novembre 1918. Una rivoluzione tedesca, voi. I, 1948
103 La visione tragica della vita vede la sventura umana nelle sue radici metafisiche. Senza il fondo metafisico non c'è che miseria, infelicità, disgrazia, fallimento e insuccesso: il tragico non si rivela che alla coscienza trascendente. KARL JASPERS
Sul Tragico, 1952
104 Pochi tecnici al soldo di un governo paternalista bastano a fornire a tutto un popolo il controllo delle morti. Ma per il controllo delle nascite occorre la cooperazione di tutto il popolo. Dev'essere praticato da innumerevoli individui, e richiede un'intelligenza e una volontà che quasi mai ritroviamo nel formicaio di analfabeti che popolano il mondo... Non solo: mentre non esistono 66
tradizioni religiose contrarie al controllo delle morti, assai diffuse sono le tradizioni religiose e sociali che si oppongono al controllo della riproduzione. Per tali motivi, si attua facilmente il controllo delle morti; con molta difficoltà quello delle nascite. ALDOUS HUXLEY
Brave New World Revisited (« Ritorno al mondo nuovo»), 1958
105 Lorenzo credeva alla pluralità delle esistenze. Lo stato dello spirito nel corpo umano è indubbiamente, diceva, uno stato di repressione, uno stato di pena, la quale non può riferirsi che a colpe commesse prima della incarnazione terrestre. I dolori degli innocenti e, in genere, la distribuzione ineguale del dolore e del piacere tra gli uomini, senza riguardo ai meriti o ai demeriti della vita presente; la sorte delle anime che escono pure, dalla vita, dopo un'ora dalla loro venuta, ottenendo quel premio che ad altri costa lunghi anni di lotte durissime, non possono meglio spiegarsi che con l'attribuire alla nostra esistenza attuale un carattere di espiazione insieme a quello di preparazione. A N T O N I O FOGAZZARO
Malombra, 1881 67
101 L'orologio dice che è giorno, Eppure la tenebra notturna strangola L'errante lume: sarà così schiacciante La notte oppure il giorno si vergogna? E lascia che la tenebra sia tomba Della faccia del mondo, vivida Luce altrimenti la bacerebbe? WILLIAM SHAKESPEARE
Macbeth, atto II, scena iv, 1606 107 Solo col lavoro agricolo può aversi una vita razionale, morale. L'agricoltura indica cos'è più e cos'è meno necessario. Essa guida razionalmente la vita. Bisogna toccare la terra. LEV TOLSTOJ
Diari, 17 aprile 1906 108 Un lavoro e una vita malsani generano appetiti e desideri malsani. L'uomo non può essere sfruttato peggio di un cavallo, alloggiato e nutrito come un maiale, e avere nello stesso tempo ideali e aspirazioni giusti e chiari. JACK L O N D O N
Il popolo dell'abisso, 1903 68
101 Dinnanzi al mio lampeggiante ginocchio s'arresta quella mano che passasti veloce sopra i tuoi occhi, un tintinnio si accerta d'esistere nel cerchio che io tracciai a noi due intorno talora, s'intende, muore il cielo prima dei nostri frantumi P A U L CELAN
Zeitgehóft (« La fattoria del tempo »), 1976
110 I demoni di Dostoevskij, considerati una fantasia provinciale del secolo scorso, si diffondono su tutta la terra davanti ai nostri occhi. A L E K S A N D R SOLZENICYN
Discorso in occasione del premio Nobel (non pronunciato), 1970
69
101 La ragione è un lume; la Natura vuol essere illuminata dalla ragione, non incendiata. G I A C O M O LEOPARDI
Zibaldone, tra 1817 e 1818
112 Un uomo che, per tre pence, si offrisse di dimostrare come gli riesca d'introdurre un ferro rovente in un barile di polvere senza farlo esplodere, troverebbe pochissimi spettatori. J O N A T H A N SWIFT
Pensieri su vari soggetti morali e divertenti, 1706
113 Oh dolcezze, oh mondo, oh musica! E là, le forme, i sudori, le capigliature e gli occhi, ondeggianti. E le candide, cocenti lacrime oh dolcezze! - e la voce femminile, arrivata fino in fondo ai vulcani e alle grotte artiche. ARTHUR RIMBAUD
Barbare, circa 1874 70
101 Qual è la rovina di quell'opera d'arte che è lo Stato? La scienza. E da dove ha origine la scienza? Dall'abbandono della sapienza, dalla mancanza di arte. FRIEDRICH N I E T Z S C H E
Frammenti postumi, 1871
115 A che cosa serve lottare per la liberazione degli uomini, quando li si disprezza al punto da imbottirgli il cranio? J E A N - P A U L SARTRE
Le mani sporche, prima rappresentazione, 2 aprile 1948
116 Questo era il terribile: la quiete nella non speranza. Credere il genere umano perduto e non aver febbre di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui. Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla. ELIO V I T T O R I N I
Conversazione in Sicilia, 1941 71
101 Se un uccello senza piume riesce a prendere il volo, nessun condor avrà ali per poterlo raggiungere. Proverbio di origine incaica, raccolto nelle Ande peruviane, circa 1930
118 Io non voglio e non posso credere che il male sia lo stato normale degli uomini. FÈDOR DOSTOEVSKIJ
Diario di uno scrittore, 1877
119 T u non farai accomodante il giudizio, non userai parzialità verso nessuno, non accetterai nessun dono, perché i doni accecano gli occhi dei saggi e pervertono le parole dei giusti. E la Giustizia, oh la Giustizia, che tu devi perseguire, perché tu possa vivere e conquistare il paese che il Signore tuo Dio ti dà. Deuteronomio, 16,19-20 72
101 Accusata di giudaismo, di magia e di sortilegio nei confronti di Maria de' Medici (sua sorella di latte), Eleonora Galigai, che fece prova di un coraggio ammirevole, replicò ai suoi giudici: « Io non ho fatto uso, per dominare la regina, che del potere ordinario e naturale che un genio superiore possiede su una mente mediocre ». ROLAND VILLENEUVE
L'envoûtement (« Il sortilegio »), 1963
121 E come non vi sia peste, né maggiore né più certa a qualsivoglia stato pubblico, che la corruzione, e l'estinzione della natura. G I A C O M O LEOPARDI
Zibaldone, 22-29 gennaio 1821
122 Una cosa soltanto poneva ostacolo, un freno in profondità, alla passione di lei per quell'uomo nobile, in cui non riusciva a scorgere difetto alcuno: il fatto che egli portasse, come quasi tutti gli uomini comuni, una folta 73
barba, con baffi in proporzione, da lui curata e lisciata incessantemente, senza ritegno. A N N A VERRUA-PIEGADIVENERE
La barba, 1891
123 Non ti è possibile terminare la tua opera, ma non sei libero di staccartene. Se avrai meditato sulla Torah, questo ti procurerà un largo compenso, perché il Padrone che ti ha assunto è fedele e ti darà il giusto salario; sappi però che le ricompense dei giusti saranno date nel tempo futuro. RABBI TARFON
(Detto « maestro e padre di tutto Israele »), trattato Avòth, sec. I d.C.
124 In questa parte della sua carriera, in cui si occupava unicamente di giungere al potere, Lenin ingannò a turno ciascuno degli altri partiti, ne disarmò l'ostilità, ne usò lo sciocco entusiasmo per i suoi propri fini, e per ricompensa, quando venne il mo74
mento della resa dei conti, li pugnalò nella schiena. FREDERICK OLIVER
The Endless Adventure (« L'avventura senza fine »), 1935
125 Se la vita è un peso, quello ha il coraggio della morte che porta la vita così finché essa lo schiacci, sicché la sua morte sia un atto vitale; - quello che in qualunque modo la depone, quello non ha il coraggio della morte ma la paura. ... L'uomo non chiede la morte — ma muore — e in ciò egli vive poiché non chiede di essere ma è. CARLO MICHELSTAEDTER
Il dialogo della salute, 1910
126 Sei stato condannato alla pena di vivere. La domanda di grazia, respinta. ENNIO FLAIANO
Taccuino del marziano, circa 1955
75
127 Il grande pessimismo, per quanto estremo, è sempre una sostanza tonificante. In ogni società è un elemento necessario, ed è bene che esista chi lo porta allo stato puro. Ne nasce lo stoicismo dei grandi caratteri e vi si brucia la tendenza agli adattamenti. Perciò sono contrario, sempre, a chi cerca di attenuare il pessimismo radicale di alcuni grandi artisti, si chiamino Kafka o Leopardi. GUIDO PIOVENE
Leopardi e i progressivi, 1968
128 Che cos'è in fondo la vita dell'individuo? Una variazione del tema eterno: nascere, vivere, sentire, sperare, amare, soffrire, piangere, morire. Qualcuno aggiunge l'arricchirsi, il pensare, diventare moltitudine, vincere — ma in realtà, pur straripando, dilatandosi, entrando in convulsioni, si arriva tutt'al più a fare oscillare di più o di meno la linea del proprio destino. Ha qualche importanza che si renda un po' più interessante per gli altri o distinta ai nostri occhi la serie dei fenomeni fondamentali? Il tutto è sempre dell'infinitamente piccolo nelle sue 76
contorsioni, e la ripetizione insignificante del motivo immutabile. H E N R I - F R É D É R I C AMIEL
Frammenti di diario intimo, 12 settembre 1870
129 L'interno dei porti, dei piccoli ancor più dei grandi, è l'espressione marina del disordine urbano, perché congestione ed inquinamento (chimico e acustico) sono soprattutto disordine, nella sua forma entropica (e Venezia ne costituisce la sventurata sintesi); mentre le coste ripropongono vizi e scompensi delle periferie e del cosiddetto hinterland metropolitano, caratterizzati dall'avventurismo urbanistico e dall'improvvisazione edilizia. M A R C O PELLIFRONI
Gli altri motori, in AA.VV., Il rombo del motore, 1974
130 Si sono rotti i vasi di porcellana. S'infrangono sul mondo, ogni giorno, a milioni, gli spiriti assassinati, che la scienza ufficiale e un razionalismo d'inetti soffocano. Pur tra le tenebre che avvolgono l'Occidente, in 77
fondo alla strada che l'Occidente è stato obbligato a percorrere, hanno intravisto il suicidio collettivo; una fine nell'assurdo, da cavallette, da topi di montagna. J E A N SERVIER
L'uomo e l'invisibile, 1973
131 Se anche il Nord industriale del mondo concedesse tutto quanto reclamano gli apelli del Sud, tale contributo non potrebe affrontare l'esplosione demografica dell'Asia (o della cattolica America Latina). L'inflazione umana impedisce anche di porre in termini misurabili, concreti e stringenti, il problema delle responsabilità immediate del Nord verso il Sud. La demografia resta la chiave dell'economia. E a sua volta l'economia non è che l'aspetto pregiudiziale della questione più vasta legata alla moltiplicazione illimitata della specie: la possibilità di una cosmologia moderna.
E
ALBERTO RONCHEY
Atlante ideologico, 1973
132 La società ha senza dubbio il diritto di proteggerci contro i protoplasmi antisociali; ma 78
è pur necessario che si sappia che, quando crede di punire un uomo, non punisce altro che un uovo o delle circostanze. JEAN ROSTAND
Pensieri di un biologo, 1939
133 La gente come me può ancora forse ricordarsi di tempi in cui il mondo si apriva agli occhi dei bambini con una varietà e una meraviglia che non esistono più nella stessa misura. Questa verità e meraviglia venivano in parte dai vecchi, esseri allora diversi da tutti gli altri, offerti all'infanzia come una favola. Tra il vecchio ed il bambino vi era un'affinità, o meglio una specie di contrappunto; tanto che, in un mondo nel quale scompaiono i veri vecchi, scompariranno anche i veri bambini. GUIDO PIOVENE
Il vecchio, 1954
134 ... preferisco essere ghigliottinato, che far ghigliottinare. Ne ho abbastanza; a che scopo dobbiamo combattere fra noi, tutti noi, esseri umani? Sederci uno vicino DANTON
79
all'altro dovremmo, e starcene in pace. È stato commesso un errore quando siamo stati creati; ci manca qualcosa, non so che nome dargli... Ma non lo troveremo di sicuro frugandoci vicendevolmente nelle viscere... A che scopo, allora, sventrarci l'un l'altro? Va', siamo dei ben miseri alchimisti! GEORG B U C H N E R
La morte di Danton, 1835
135 Il fatto che gli uomini abbiano avuto e seguitino ad avere idee stolte e chiaramente insensate intorno a Dio, non è una ragione perché dobbiamo cercare di eliminarlo dall'universo. L'umanità ha idee stolte e sbagliate su quasi ogni cosa che sia pensabile. ALDOUS HUXLEY
Lo scherzo di Pilato, 1926
136 Il ruolo che si attribuisce alla politica non è solo esagerato, ma addirittura smisurato. La politica è un vampiro che succhia il sangue dei popoli. Le pretese della politica sono esorbitanti: sono sempre delle pretese totalitarie. La politica si attribuisce il potere sulla 80
vita umana, e non soltanto sull'ambito propriamente politico dell'esistenza, ma anche su tutta una serie di sue manifestazioni che con la politica non hanno nulla in comune: sulla vita religiosa, spirituale, intellettuale, sulla creatività umana. E non rimane più alcun eremo in cui rifugiarsi lontano da questo potere. NIKOLAJ BERDJAEV
Lo spirito e la forza, circa 1940
137 L'odio è qualcosa di unico: non c'è differenza tra odio individuale e odio di gruppo; chi odia il singolo è capace allo stesso modo di essere soggetto all'odio di gruppo e anche di diffonderlo. Direi dunque che l'odio di gruppo — sia esso religioso, ideologico, sociale, nazionale o di qualsiasi altro tipo - è come un imbuto che assorbe in sé alla fine tutti coloro che sono disposti all'odio individuale. Così l'insieme delle persone capaci di odiare il singolo costituisce il retroterra più adatto e il potenziale umano tipico di tutti gli odii di gruppo. VÀCLAV HAVEL
Anatomia dell'odio, discorso tenuto a Oslo, 28 agosto 1990
81
127 L'umanità non è perfetta in alcun genere; non lo è di più nel male che nel bene. Il più scellerato non manca di virtù, l'uomo più onesto di debolezze. Tanto più necessario mi sembra credere a questa verità, in quanto, da essa, per i cattivi come per i buoni, deriva l'obbligo dell'indulgenza; perché mentre preserva dall'orgoglio i buoni, protegge gli altri dallo scoraggiamento. PIERRE C H O D E R L O S DE LACLOS
Les liaisons dangereuses (« Relazioni pericolose»), lettera 32, 1782
139 Ah! veramente, questi popoli d'Italia, sempre eccettuando il bravo Piemonte, mi fanno pietà. Hanno in loro i vizi e tutti i difetti di una nazione scettica e logora. L'interesse è il loro solo movente e, vedendoli da vicino, mi sento di amare di più la nostra Francia; sono fiero perfino dei suoi errori e delle sue follie, che provano in noi esserci ancora una fede, generosità, entusiasmo. H E N R Y D'IDEVILLE
Diario diplomatico romano, 2 maggio 1865 82
127 È dunque del tutto possibile che l'intero universo non sia altro che un Buco Nero, com'è stato suggerito dal fisico Kip Thorne. In questo caso, probabilmente, esso è sempre stato un Buco Nero e lo sarà sempre. Noi vivremmo così all'interno di un Buco Nero, e se desideriamo conoscere quali siano le condizioni di esistenza in un Buco Nero non dobbiamo fare altro che guardarci intorno. ISAAC A S I M O V
Il collasso dell'universo, 1977
141 ... pensai subito che non c'era motivazione ideologica valida a giustificare di aver mandato al massacro ragazzi di quindici-sedici anni. Tuttavia quei ragazzini avevano decimato la compagnia di Marines a cui ero aggregato e i morti americani erano assai di più... Si parlava allora di «eroico popolo vietnamita» e la condotta politica americana nel Sud-Est asiatico non poteva altro che far dire e far credere questo. Tuttavia io non dimenticai, né allora né mai, quei ragazzi cadaveri. GOFFREDO PARISE
C'era una volta un piccolo Vietnam, «Corriere della Sera», 7 gennaio 1978 83
127 Non riesco a pensare ai ciechi senza ricordare una frase di Benjamin Péret (cito a memoria, come sempre): « Non è forse vero che la mortadella è fabbricata da ciechi? ». Per me questa affermazione, in forma interrogativa, è vera quanto il Vangelo. Certo, qualcuno potrebbe trovare assurdo il rapporto tra i ciechi e la mortadella. Per me è l'esempio magico di una frase assolutamente irrazionale, improvvisamente e misteriosamente colpita dal fulmine della verità. LUIS B U Ñ U E L
Dei miei sospiri estremi, 1982
143 Un potente ti manda a chiamare: tu tirati indietro. Sta' certo: ti richiamerà. Siracide o Ecclesiastico, 13,9
144 Amo la categoria di quelli che soffrono perché soffrire significa stato di poesia, sono con quelli che non sono amati abbastanza perché vuol dire che appartengono ad altri 84
mondi, sono per gli squalificati perché a nessuna categoria possono appartenere. Però la mano dà segni tante volte di ripugnanza e si ritira per lo schifo di contatti troppo volgari e allora nasce che l'eroe sta in guardia per non guastarsi l'anima. ARTURO MARTINI
Lettera a Francesco Messina, 19 dicembre 1926
145 E difficile scrivere sulla personalità del venditore di gelati qualche pagina definitiva e memorabile. L'influenza che questo commerciante onorato può esercitare sul carattere dei suoi clienti è assolutamente nulla. Niente imprevisti nella normalità della vita di un venditore di gelati. Potrebbe, naturalmente, farsi schiacciare da un taxi... o anche incontrare sulla sua strada un malato che preferisse premersi sulla fronte una merce fatta per essere mangiata. È poco. PIERRE MAC O R L A N
Il gelataio, 1925
85
127 Volete prevenire i delitti? Fate che le leggi sian chiare, semplici, e che tutta la forza della nazione sia condensata a difenderle, e nessuna parte di essa sia impiegata a distruggerle. Fate che le leggi favoriscano meno le classi degli uomini che gli uomini stessi. Fate che gli uomini le temano, e temano esse sole. Il timor delle leggi è salutare, ma fatale e fecondo di delitti è quello di uomo a uomo. CESARE BECCARIA
Dei delitti e delle pene, XLI, 1764 147 La maggior parte degli uomini pensa oggi che abbiamo due panieri: uno liberal-greco-cristiano, l'altro totalitario-materialistamarxista. Ma quanto alle grandi questioni d'ordine scientifico e tecnico, queste due correnti d'idee differiscono di poco. In realtà, sono le masse contadine indie d'America Latina, le nere d'Africa e le gialle d'Asia, a costituire l'autentico « terzo paniere». In questo sono contenuti dei possibili: ma nessuno, ancora, di tali possibili è prevedibile. Quelle masse serbano intatte le loro facoltà di divenire. JEAN FOURASTIÉ
La grande Métamorphose du XX' siècle, nota datata dall'autore, 25 marzo 1957 86
127 La scienza non è riuscita ad afferrare l'enigma della vita né nella sostanza organica, né nella misteriosa successione di immagini dell'anima, e perciò noi siamo ancor sempre in cerca dell'essere vivente, di cui dobbiamo postulare, al di là dello sperimentabile, l'esistenza. Chi conosce gli abissi della fisiologia ne ha le vertigini, e chi sappia qualcosa dell'anima dispererà che questo ente speculare possa mai conoscere, anche solo approssimativamente, qualche cosa. CARL G U S T A V J U N G
Il problema dell'inconscio nella psicologia moderna, 1931
149 Può il pensiero astenersi ancora dal pensare l'Essere, quando questo, dopo essere rimasto in una lunga dimenticanza nascosto, nel momento presente del mondo, attraverso la tensione straziante di ogni essente, si annuncia? M A R T I N HEIDEGGER
Lettera sull'« umanismo », 1946
87
127 Marx pensava che la società procedesse verso il regno della libertà. Ebbene, aveva torto, per due motivi. In primo luogo, perché la società procede verso l'automazione e non verso la libertà; in secondo luogo, perché il rapporto dialettico tra giustizia e libertà gli sfuggiva completamente. Quanto più esiste la libertà, la vera e reale libertà, tanto più c'è il pericolo che alcuni individui opprimano gli altri. E quanto più esiste la giustizia, tanto meno spazio c'è per la libertà, perché proprio allora si fa più forte l'esigenza di porre dei limiti alla libertà, la quale, spesso, lo vogliamo o no, è tutt'uno con l'arbitrio. MAX HORKHEIMER
Conversazione con Otmar Hersche, Radio Svizzera, 1970
151 La coscienza tragica ha dunque i suoi limiti: essa non offre una interpretazione totale del mondo. Non riesce a spiegarsi e a spiegarci pienamente il dolore universale; non abbraccia tutta la misteriosa terribilità della condizione umana. Se la concezione tragica dell'universo libera e redime l'uomo, lo fa solo a patto di ce88
largii i più terrificanti abissi della realtà. La sconsolata, straziante, inspiegabile, irrimediabile, disperante miseria umana invoca aiuto. Ora, la realtà di tutta questa sventura priva di grandezza viene respinta come irrilevante da una cieca sublimità. L'uomo anela alla redenzione delle sue pene tremendamente reali, che però sono prive di levatura tragica. KARL JASPERS
Sul Tragico, 1952
152 Dell'impresa bolscevica non resta e non resterà null'altro che un immenso mucchio di cadaveri torturati, la creazione inaugurale del totalitarismo, il pervertimento del movimento operaio internazionale, la distruzione del linguaggio e la proliferazione sul pianeta di una quantità di regimi di schiavitù sanguinaria. E al di là di questo: una possibilità di riflettere su u n tale contro-esempio sinistro di quel che non è una rivoluzione. CORNELIUS CASTORIADIS
Le monde morcelé, 1990
89
127 C'erano stati, un tempo, giorni in cui si doveva accendere il forno per il pane, giorni per il bucato, giorni che iniziavano eventi e giorni che li conchiudevano. Ma ora sono indistinguibili, tutti uguali, ed è difficile non confondere un martedì con un sabato. Quando non mi curo di leggere il giornale, non so neppure che giorno sia. Suppongo sia un venerdì, e poi mi dicono che è giovedì. E nel constatare che ho guadagnato ventiquattr'ore, non provo una gran soddisfazione. S A U L BELLOW
Dangling Man (« L'uomo in bilico »), 1944
154 La cosa peggiore che possa accadere - che sta, anzi, già accadendo - non è l'esaurimento dell'energia, il collasso economico, una guerra nucleare limitata o la conquista da parte di un governo totalitario. Per quanto terribili per noi, ciascuna di queste catastrofi potrebbe essere riparata nel corso di alcune generazioni. Il solo processo in atto che per milioni di anni resterà irreparabile è la perdita della diversità genetica e l'estinzione delle specie provocate dalla distruzione de90
gli habitat naturali. Questa è la pazzia che i nostri discendenti meno ci perdoneranno. EDWARD WILSON
Biofilia, 1984
155 ... ho orrore del riscaldamento centrale, che mi sono lasciato convincere a mettere in casa, ed è il disonore delle case, l'imbruttimento dell'ambiente più grazioso... ho orrore della macchina per scrivere, che dà a qualsiasi scritto l'aspetto volgare di una circolare, e mi sconvolge l'idea che certi scrittori abbiano potuto abbandonare la penna, il calamaio, quella specie d'intimità tra sé e quello che si scrive - le opere ne risentono e ne ho piacere. Dimentico certo qualcosa, quando penso a tutto quello che mi indigna o mi urta continuamente. Non parliamo della radio, che è il culmine dell'abbrutimento umano, né del telefono, che ha soppresso ogni possibilità di conversazione e d'intimità, e sviluppato la mancanza di delicatezza delle persone: la tua amante ti riceve, ma senza rinunciare per niente a chiamare al telefono qualcuno, o a rispondere alla chiamata di un altro... Trovarsi bene in mezzo a tutti questi orrori definisce il basso livello spirituale delle persone. PAUL LÉAUTAUD
Journal, 22 febbraio 1936 91
127 Se temete la solitudine, non sposatevi. A N T O N PAVLOVIC CECHOV
I quaderni del dottor Cechov, tra 1891 e 1904
157 Esercitandosi pazientemente a baciare oggetti fetidi, si può arrivare a baciare senza arretrare, sulla bocca o sul collo, una donna dedita alle sigarette, ma si tratta di ascesi e di penitenza, non di atto amoroso, non Le pare? GREGORIO M A R A N O N
Lettera a Manuel De Falla, 24 agosto 1927
158 Ogni amore materno esagerato è già sospetto: può essere la copertura di una deplorevole mancanza di amore. Le madri che tremano per i loro bambini in maniera eccessiva sono spesso delle isteriche, la cui vita affettiva oscilla tra l'odio e l'amore, e che in preda a delle tendenze bipolari ora amano freneticamente i loro figli, ora li odiano ar92
dentemente. Quest'odio represso nel loro subconscio, estromesso dall'orizzonte spirituale, crea le condizioni per un amore scimmiesco, incapace di ricusare al bambino qualsiasi cosa e nello stesso tempo rendendolo angosciato e nevrotico. W I L H E L M STEKEL
La donna frigida, 1927
159 Non ci sono né dogmi né credenze, nel Buddismo. Di qui la libertà straordinaria lasciata all'uomo, che deve con la sua propria energia pervenire alla pace. Milarepa diceva: « Possa io stare lontano dalle dispute, dalle credenze e dalle dottrine». Neppure vi si afferma o vi si nega un Dio: « Chi non ha più bisogno di credere, ma conosce l'Increato, quello è in verità il più grande degli uomini ». D A N I E L ODIER
L'aventure mystique du Bouddhisme, « La Tribune de Genève », 12 giugno 1970
160 Il Profeta — sia su di lui la benedizione di Dio! — ha detto: « Da chi di voi nel possede93
re la moglie dirà: "In nome di Dio (bismillàh), tieni lontano da me lo spirito maligno, tienilo lontano dal membro di cui mi hai fornito", nascerà un figlio al quale lo spirito maligno non avrà nuociuto. Perché, ha detto Mujahid, quando nella copula carnale l'uomo non dice "in nome di Dio" i Ginn attaccano la sua uretra». Quando il Profeta — sia su di lui la benedizione di Dio! - copulava carnalmente, ha detto Umm Salma, chiudeva gli occhi, si copriva il capo e alla donna che si trovava sotto di lui diceva: « Resta tranquilla e sii degna ». ABÙ'L-HASAN AL-ÀMIR!
Kitàb as-sa'àda wa'l-is'ad (« Libro della felicità e di come essere felici »), sec. X
161 Un principe saggio può governare bene un popolo che dovrà vivere in pace, ma non riuscirà a modificare un'epoca destinata a precipitare nel disordine. Un medico esperto nell'uso delle medicine e degli aghi può riuscire nella sua arte quando abbia in cura un uomo che ancora non deve morire o si trovi davanti malattie non mortali. Ma quando la forza vitale sia esaurita e la malattia sia fatale, anche se fosse un Pien-K'io non riuscirebbe a nulla. Una forza vitale ormai esaurita e una malattia mortale non si 94
possono curare, e un popolo nel disordine non può essere pacificato. Sia la forza dei medicamenti per guarire una malattia, che la guida degli ammaestramenti per pacificare un popolo, dipendono da circostanze stabilite da tempo, fatalmente, e non è possibile suscitarle ad ogni costo. WANG CH'UNG
Filosofo della dinastia Han, sec. I d.C.
162 È incredibile quanto giovi al medico e al chirurgo esperti l'affabilità unita alla pietà: è medicamento meraviglioso per le malattie lunghe e deprimenti, sulla cui guarigione ha spesso il sopravvento la paura della morte, consola i malati e i parenti in lacrime, tanto che poi aspettano con animo quasi sereno qualunque cosa possa accadere; e coloro ai quali sarebbe toccata la morte o la follia sono consolati tanto che migliorano, per nuova speranza e disposizione d'animo. Perché nulla rimedia ai danni e placa nei malati e nei parenti il terrore delle malattie lunghe, dolorose, inguaribili, quanto un parlare pietoso e confortevole. LEONARDO BOTALLO
I doveri del medico e del malato, Lione, 1565 95
127 Ogni sistemazione pura e semplice del mondo quale lo rappresenta la storia universale resta senza guardia e senza terreno. Inseguire puramente e semplicemente il futuro per prevederne e calcolarne il contorno, fare di un avvenimento velato la semplice appendice di un presente malamente pensato, è restare sempre nell'ottica della rappresentazione e delle sue tecniche calcolanti. Tutti i tentativi di computo del reale esistente secondo schemi morfologici o psicologici, in termini di decadenza e di perdita, di fatalità e di catastrofe, non sono che dei comportamenti tecnici. È un operare in base all'enumerazione dei sintomi, il cui numero può essere moltiplicato all'infinito, variare e rinnovarsi senza fine. M A R T I N HEIDEGGER
Die Kehre (« La svolta »), 1962
164 Gli affetti non si ammalano, non sono aggressibili. E solo il cervello, la sua chimica, la sua architettura che si alterano, si decompongono, e di conseguenza, generano i sintomi della follia. Illuminato questo è facile la conseguenza: la psicoanalisi non è una 96
scienza. È soltanto una congettura, che tutti possono variare a loro arbitrio, capriccio e fantasia. In quanto ali 'inconscio, al mistero dell'uomo, al suo fato, al non sapere da dove veniamo e dove siamo diretti, già i tragici greci affrontarono e trattarono tale cieco argomento. ... Adesso era tutto chiaro: i malinconici, quando sono tali, dominati dalla malattia, non hanno alcuna sollecitudine per gli altri, mai una tenerezza, mai un riguardo, una considerazione. Macché dolore morale! Sono invece dediti a sguazzare nel loro nero pozzo. Forse una spaventosa superbia è sepolta dentro di loro. Di certo c'è che essi idolatrano i loro deliri simili alla pece, di quelli soltanto si occupano, unico loro gusto. Le credute sudate Pizie erano soltanto malate costrette a così comportarsi perché dominate da una mente alterata. ... L'amore può essere imbavagliato, rinchiuso, imprigionato ma rimane tale, puro, non si ammala, non impazzisce. E solo la mente, la chimica del cervello, la sua sconnessione, la causa della follia. MARIO T O B I N O
Gli ultimi giorni di Magliano, 1982
97
127 Nella nostra attuale barbarie è operante una teologia estinta, un sistema di riferimento trascendente la cui morte lenta e imperfetta ha prodotto forme surrogate, parodistiche. Il crepuscolo della fede, il decadere della fede religiosa in una vuota convenzione, si rivela un processo più pericoloso di quanto i philosophes avessero previsto. Le strutture del decadimento sono tossiche. Avendo necessità dell'inferno abbiamo imparato a costruirlo e ad amministrarlo sulla terra. Nessuna abilità cela una più grande minaccia. Con il portare l'inferno in superficie, siamo usciti dall'ordine e dalle simmetrie cardinali della civiltà occidentale. GEORGE S T E I N E R
Nel castello di Barbablù, 1970
166 E un giusto motivo, anzi il solo giusto motivo d'annullare un governo, l'esser questo una causa permanente e irreformabile di pubblico male, o, che torna a un di presso al medesimo, un impedimento ostinato e perpetuo al bene pubblico. E la ragione di questo è che, non essendo un governo altro che un mezzo per ottenere il bene pubblico, e non avendo per conseguenza alcun diritto, se non in relazione a quel fine, viene a per98
dere per conseguenza alcun diritto quando si trovi in aperta e ostinata opposizione col fine medesimo. ALESSANDRO MANZONI
La rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859, secondo abbozzo, I, 10, 1869
167 Nel mondo occidentale, governanti e giornali parlano spessissimo di sacrifici, quando l'economia esige misure drastiche. La frequenza della parola è ormai di poco minore a quella di termini tecnici come « inflazione ». E un altro dei tanti segni della presenza dell'arcaico. Nell'uso attuale, « sacrificio » è parola di copertura per una serie di interventi economici che implicano la rinuncia ad alcuni beni da parte dei singoli. Ma in questa accezione scompare dalla parola il suo senso irriducibile: la distruzione... L'uso della parola « sacrificio » sarebbe perciò incongruo, se non valesse a ribadire che la controparte sovrannaturale del singolo è la società stessa: sovrannaturale perché sa utilizzare, sa far fruttare nell'invisibile ciò di cui il singolo si spoglia. C'è invece un vero sacrificio, implicante perciò la distruzione, che va avanti in ogni istante sul pianeta: l'esperimento. Qui il presupposto è la cancellazione di ogni metafisica memoria del sa99
crificio: così estrema che, per un sinistro lapsus, in gergo di laboratorio si usa dire che vengono « sacrificati » gli animali quando li si elimina dopo averli usati negli esperimenti. La piramide sacrificale, dove il sangue intride le calde pietre dell'altare, diventa un vasto mattatoio, si estende orizzontalmente in un angolo qualsiasi della città. R O B E R T O CALASSO
La rovina di Kasch, 1983
168 Nulla è per noi la morte; perché ciò che è dissolto è insensibile, e ciò che è insensibile non è niente per noi. EPICURO
Massime capitali, II, sec. I l i a.C.
169 Per tutto il pomeriggio e la sera, Steiner è tormentato da una troupe televisiva che lo scongiura di organizzare un attacco per il giorno successivo, visto che hanno mancato quello di stamattina e devono partire. E evidente che la cosa gli ripugna, evita le insistenze dicendo che non ha informazioni. 100
Ma quelli non mollano. Chiedono almeno una piccola imboscata per il pubblico del loro paese, Steiner promette l'imboscata ma non sa quando, la farà quando sarà necessaria. Rifletto sulla civiltà dell'immagine: essi chiedono un'azione di guerra non necessaria alla guerra in Biafra, bensì alla televisione del loro paese. Essi sono pronti a veder morire, e a filmarli, soldati nigeriani colti nel sonno alla prima luce dell'alba, come spettacolo-consumo televisivo. Essi infine, a quale punto servi del loro strumento, programmano artificialmente la morte di esseri umani e forse la loro stessa morte, al solo fine di obbedire agli imperativi commerciali dei loro padroni. G O F F R E D O PARISE
Guerre politiche, Biafra, agosto 1968
170 Accadrà prima questo; poi quello. I fatti seguiranno la via solita, Tra un anno o due, immagino. Di un futuro lontano non ci curiamo. Quanta pena ci diamo per il meglio! Ma è uno sforzarsi per la rovina: Ingarbugliamo tutto per ritrovarci In una smisurata confusione. Siamo sospesi. E l'ora in cui attaccano Gli Dei a lavorare; sempre arrivano. La macchina li depone giù, e gli Dei 101
Qualcuno salveranno, qualcun altro Toglieranno di mezzo con violenza Repentina. Ci sistemano in fretta Ed escono di scena. Noi riprendiamo A fare questo e quello, a ripeterci Come prima. K O N S T A N T I N O S KAVAFIS
L'intervento degli Dei (tra i testi annotati « not for publication » dall'autore), 1899
171 Senza badare a quali persone, malate o sane, pulite o sporche, plebee o altolocate, prendessero posto, ognuno andava in chiesa considerando se stesso e tutti come già cadaveri. E in verità lo zelo che tutti mostravano nell'accorrervi, l'ardore e la devozione che mettevano nell'ascoltare le parole dei sacerdoti, rendeva evidente come agli uomini l'adorazione di Dio importi soltanto quando credono di essere alla vigilia di morire. D A N I E L DEFOE
Diario dell'anno della peste, 1722
102
127 Siamo dei mendicanti, questa è la verità. MARTIN LUTERO
Ultime parole da lui scritte (morì il giorno successivo), 16 febbraio 1546
173 Di una cosa soltanto è certo, una cosa soltanto sa, per ammaliata esperienza, e su quella erige tutta la sua teoria: che spesso, in molte crisi, la creatura viva può aiutare, ben più di tutti i medicamenti chimici, con la sua semplice presenza e con la sua influenza psichica, un'altra creatura: « Di tutti i corpi della natura, è l'uomo stesso quello che ha la maggiore efficacia sull'uomo». S T E F A N ZWEIG
L'anima che guarisce: Franz Anton Mesmer, 1931
174 Il saggio progredisce verso l'alto, l'uomo volgare procede verso il basso. CONFUCIO
Dialoghi, sec. V a.C. 103
127 La massa si sente svalutata poiché il milione è svalutato. E stato già sottolineato il duplice significato della parola « milione » ; come essa valga sia per la grande somma di denaro, sia per un grande agglomerato di uomini ... come un significato trapassi nell'altro, nutrendosi propriamente l'uno dell'altro. Tutte le masse che si formano in tempi d'inflazione - e proprio allora se ne formano con grande frequenza - si trovano sotto la pressione del milione svalutato. Quanto meno il singolo vale, tanto poco vale l'insieme. Quando i milioni salgono al cielo, l'intero popolo - che consiste di milioni - non vale più nulla. ELIAS C A N E T T I
Massa e potere, 1960
176 Il libro è, di per sé, oggetto niente affatto innocuo; ma che cosa c'è di più inquietante di una comunità di libri, di una biblioteca? Pochi sono disposti a considerare il lato compromettente di una serie di scaffali pieni di volumi. Essi sembrano in nostro pieno dominio, come il genio nell'ampolla, possiamo evocarne, quando crediamo, una parte del sapere che contengono, per poi farlo ri104
piegare, a piacimento, fra le loro ali di carta pressate. In realtà, una volta costituitasi, una biblioteca è un'entità indipendente, che vive di vita propria ed ha un potere che ci condiziona, prima ancora di aprire una sola pagina. GIULIANO GRAMIGNA
La testa malata e tutti i suoi nomi, «Corriere della Sera», 27 aprile 1990
177 Ma quand'anche tutto l'essenziale sull'Arcipelago Gulag sarà stato scritto, letto e compreso, si arriverà a capire che cos'è stata la nostra libertà? Che cos'è stato il paese che per decenni si è trascinato addosso l'Arcipelago? A me è toccato portarmi dentro un tumore della misura di un grosso pugno. Il tumore mi sporgeva dal ventre e lo deformava, mi impediva di mangiare e di dormire, ne ero sempre conscio, e non costituiva che un mezzo per cento del mio corpo: l'Arcipelago costituiva l'otto per cento del paese, ed era orribile, non perché premesse sugli organi adiacenti, spostandoli, ma perché emetteva veleni da cui l'intero corpo era avvelenato. Il nostro paese è stato, gradualmente, tutto inquinato dai veleni dell'Arcipelago. Dio sa se li smaltirà mai. A L E K S A N D R SOLZENICYN
Arcipelago Gulag 2°, IV, cap. in, 1974 105
127 Certo la vita è povera e solitaria. Viviamo quaggiù come il diamante nella miniera. Invano ci domandiamo come siamo discesi, per ritrovare la via da risalire. Siamo come il fuoco che dorme nel ramo secco o nel sasso; e lottando cerchiamo ogni momento di far cessare la prigionia che ci stringe. Ma a compensare anni di lotte vengono istanti di liberazione, in cui il divino rompe il carcere, in cui la fiamma si scioglie dal legno e divampa vittoriosa - ah! gli istanti in cui ci sembra che il libero spirito, dimenticando le pene, deposta la veste di schiavo, torni in trionfo alle logge del Sole. FRIEDRICH H Ò L D E R L I N
Ip erione, 1797
179 Come avviene che nessuno prova piacere in continuazione? Non è perché ci si stanca? Tutto ciò che è umano, infatti, non può restare ininterrottamente in atto... Alcune cose, poi, producono godimento quando sono nuove, ma in seguito non è più così, per la medesima ragione: all'inizio il pensiero resta eccitato e si trova in uno stato d'intensa attività in relazione a tali oggetti, come nel caso della vista quando fissiamo qualcosa, ma in seguito l'attività non 106
è più la stessa, e casca; perciò anche il piacere si indebolisce. ARISTOTELE
Etica nicomachea, X, 4, sec. IV a.C.
180 Tuttavia il Maestro sa che quanto egli insegna resta una visione e un enigma, e persevera in questo suo sapere meditante. Noialtri, uomini d'oggi, a causa della speciale supremazia delle moderne scienze, ci troviamo intrappolati in uno strano errore: siamo convinti che il sapere può essere ottenuto solo a partire dalla scienza e che il pensiero sia giudicabile dalla scienza. Ma la cosa unica che un pensatore possa mai dire, non potrà essere né provata né rifiutata per via logica o mediante l'esperienza, e neppure può diventare oggetto di una fede. Quel che è possibile fare, ponendo domande e meditando, è metterla in luce. Tale visione appare allora come un Qualcosa che merita di essere fatto oggetto del nostro interrogare. ... Per Nietzsche l'eterno Ritorno del Medesimo è senza dubbio una visione, ma anche u n enigma. Non si lascia né dimostrare né rifiutare per via logica o empirica. Questo vale, in fondo, per ogni pensiero essenziale 107
e per ogni pensatore: un pensiero è cosa vista, ma resta enigma. M A R T I N HEIDEGGER
Chi è lo Zarathustra di Nietzsche?, conferenza al Club di Brema, 8 maggio 1953
181 Droctulft fu un guerriero longobardo che, durante l'assedio di Ravenna, abbandonò i suoi e morì difendendo la città che aveva prima attaccato. Gli abitanti di Ravenna gli diedero sepoltura in un tempio e composero un epitaffio nel quale esprimevano la loro gratitudine e il curioso contrasto che si avvertiva tra l'aspetto atroce di quel barbaro e la sua semplicità e bontà: « Per amor nostro disprezzò i suoi cari, adottando come sua patria Ravenna. L'espressione del suo volto incuteva paura, ma il suo cuore era dolce. Gli scendeva una lunga barba sul petto vigoroso ». ... Non f u un traditore: i traditori non ispirano epitaffi pietosi. Fu un convertito, un illuminato. JORGE LUIS BORGES
Storia del guerriero e della prigioniera, 1949 108
127 Godi che re non sei; godi che chiusa All'oprar t'è ogni via: loco a gentile, Ad innocente opra non v'è: non resta Che far torto, o patirlo. Una feroce Forza il mondo possiede, e fa nomarsi Dritto: la man degli avi insanguinata Seminò l'ingiustizia; i padri l'hanno Coltivata col sangue; e ornai la terra Altra messe non dà. Reggere iniqui Dolce non è; tu l'hai provato: e fosse; Non dee finir così? Questo felice, Cui la mia morte fa più fermo il soglio, Cui tutto arride, tutto plaude e serve, Questi è un uom che morrà. ALESSANDRO MANZONI
Adelchi, atto V, scena vili, 1822
183 Le buone azioni dell'uomo pio sono le cattive azioni degli eletti di Dio. M U H A M M A D IBN ABD AL-JABBÀR AL-NIFFARI
Kitàb al-Mawàqif (« Libro delle Dimore »), sec. X
109
127 Una lampada al riparo del vento innalza la sua fiamma immota: è questa l'immagine consacrata dello yogin che, padrone della sua mente, si concentra in se stesso. Bhagavadgità, VI, 19, sec. I l i a.C.
185 Chiudere le finestre alla bellezza è contro la ragione, e distrugge il vero significato della vita. C L A U D E DEBUSSY
Lettera a Igor Stravinskij, Parigi 24 ottobre 1915
186 Il dittatore scientifico del futuro collocherà le sue macchine mormoranti e i suoi proiettori subliminali nelle scuole e negli ospedali, perché bambini e malati sono suggestionabilissimi, e in tutti i luoghi pubblici dove sia possibile assoggettare la gente ad un processo preliminare di rammollimento, mediante oratoria o qualche rituale. ALDOUS HUXLEY
Brave New World Revisìted (« Ritorno al mondo nuovo »), 1958 110
127 Quippe vasta Italia rapinis, fuga, caedibus. L'Italia era davvero una rovina, per via delle ruberie, della fuga dei cittadini, delle stragi. CRISPO S A L L U S T I O
Historiae, libro I, framm. 23
188 Se patria e genitori potessero parlarti, certamente ti direbbero così: « O Cesare, noi uomini tra i più forti, noi nella più famosa delle città ti generammo come vanto e presidio nostro, come terrore dei nostri nemici ». CRISPO S A L L U S T I O
Epistulae ad Caesarem, II, 13
189 Se ciascun uomo avesse, per natura, la capacità e il genio di vivere, la guerra sarebbe non meno superflua che idiota. Ma bisogna scusarla: non occorrono, forse, delle scuse alla bassezza ordinaria della vita? Dobbiamo tanti riguardi al tepore di questo sudicio giaciglio? Il sangue versato fuma e grida al 111
cospetto del cielo; ma la linfa egoistica delle famiglie, la sudiceria dei piaceri, tutte queste pozzanghere che stagnano nelle più fonde bassure, appestano la terra. E un odore che nausea. I veri uomini sono in guerra perpetua, e segreta, contro l'odore infetto abituale dell'umanità. A N D R É SUARÈS
Vues sur Napoléon, 1933
190 Qualche secondo, dei secoli trascorsero, e finalmente mi arrivarono all'orecchio queste parole: «Axel! Axel! sei tu?». « Sì! Sì! » risposi. « Ragazzo mio, dove sei? ». «Perduto nell'oscurità più profonda! ». « E la tua lampada? ». « Spenta ». « E il filo d'acqua? ». « Sparito ». « Axel, mio povero Axel, fatti coraggio! ». « Sono stremato... non ho più forza per rispondere... ma parlatemi! ». JULES VERNE
Viaggio al centro della Terra, 1864
112
127 Quale credito si può dare a concetti quali « socialismo », « capitalismo », « schiavismo », vedendoli manipolati come dei pupazzi senza vita? E tuttavia è l'essenza stessa dell'ideologia a manifestarsi dietro tali acrobazie pseudodialettiche: la sua funzione consiste precisamente nel sottrarre la realtà alla presa della riflessione, a spingere all'estremo il divorzio sempre latente tra le parole e le cose, a trasformare il reale in un mistero insondabile sul quale la ragione non ha più potere. E in quest'ordine d'idee che dobbiamo cercare di comprendere il disfacimento del marxismo sotto il regno dell'ortodossia. KOSTAS PAPAIOANNOU
L'idéologie froide, 1967
192 Ahimè, il solo fiore con le ali è la farfalla; tutti gli altri sono inermi, immobili davanti al loro carnefice umano. Se nella loro agonia si lamentano, il loro grido non arriva alle nostre orecchie indurite. Non avete osservato come i fiori, di anno in anno, si vanno facendo più rari? I loro saggi, forse, gli hanno consigliato di fuggire davanti alla crescente crudeltà dell'uomo. Sia lode a chi ha cura di piante: l'uomo del 113
vaso di fiori è infinitamente più umano dell'uomo armato di forbici. KAKUZÓ OKAKURA
Il libro del tè, 1906
193 Può sembrare strano, ma ora, quando eravamo appunto nella gola del baratro, mi sentivo più placato di quando andavamo avvicinandoci. Risoluto a non più sperare, mi liberai di gran parte di quel terrore che sulle prime mi aveva fiaccato. La disperazione, suppongo, mi invigoriva i nervi. Può sembrare una vanteria, ma quel che vi dico è la verità; cominciai a considerare quale magnifica cosa fosse morire a quel modo, quanto fosse sciocco avere a cuore la mia vile vita di individuo, di fronte a tanto mirabile manifestazione del potere di Dio. EDGAR A L L A N POE
Una discesa nel Maelstrom, tra 1841 e 1843
194 Nella prigione di Lansing circolavano parecchi assassini, o tipi che si vantavano di delitti commessi o si dichiaravano pronti a 114
commetterne; ma Dick si convinse che Perry era uno di quegli esseri rari, un assassino nato, perfettamente sano ma privo di coscienza, capace, con o senza motivo, di uccidere con il massimo sangue freddo. La teoria di Dick era che una simile qualità poteva, sotto la sua guida superiore, essere convenientemente sfruttata. TRUMAN CAPOTE
A sangue freddo, 1965
195 Il maestro disse: « Per politica s'intende l'arte di conservare in vita lo Stato. L'abilità del duca Shao di restare al governo mentre lo Stato precipita non può essere chiamata politica ». CONFUCIO
Dialoghi, sec. V a.C.
196 C'è dunque un ternario: Dio, l'uomo e la donna. L'uomo tende verso il suo Signore, che è la sua origine, come la donna tende verso l'uomo. M U H Y I ' D - D I N I B N A R A B I (1165-1240) Fusus al-Hikam (« La Sapienza dei profeti ») 115
127 Ti scrivo questa lettera nell'ultimo, e felice, giorno della mia vita. I miei intestini e la mia vescica mi causano ormai una sofferenza indicibile. Mi compensa, in tanto penare, la gioia di pensare che le mie opere e i miei discorsi resteranno nelle memorie. In nome della tua simpatia per me e la mia filosofia, testimoniatami fin dalla tua giovinezza, ti prego di prenderti cura dei figli di Metrodoro. EPICURO
Lettera-testamento a Idomeneo, in Vite dei filosofi di Diogene Laerzio
198 Soltanto i vivi possono essere per noi causa di dolore duraturo. L A W R E N C E DURRELL
La papessa Giovanna, 1886
199 La guerra aperta consiste nel combattere quando e dove lo si è annunciato. La guerra dissimulata consiste nel suscitare la paura, nell'attaccare repentinamente, nel col116
pire approfittando di un errore o di un disastro, nel cedere da un lato per colpire da un altro. La guerra silenziosa consiste in pratiche segrete, in complotti suscitati, per mezzo di agenti segreti, in casa del nemico. KAUTILIYA
Arthasàstra, libro VII, cap. vi, sec. III a.C.
200 Ahi! Crudele è la schiavitù che arriva col cristianesimo! Ecco che sta venendo! Schiave diventeranno le parole, e schiavi gli alberi, schiave le pietre, schiavi gli uomini, schiave le donne quando sarà venuto! Sta venendo e voi, sventurati, lo vedrete! Minaccioso è il volto del loro Dio! Tutto quel che insegna, tutto quel che dice è MORRETE! Sordi a tutto saranno i loro guerrieri, miserabili i loro capitani! Preparatevi a portare il peso dell'amarezza che arriva in questo hatùn undici ahàu, che è il tempo della sventura! Libro dei Maya Detti di Chilàm Balàm di Chumayél, profeta dei Maya all'epoca della Conquista, sec. XVI
117
127 Non potrebbe essere che tutto quanto vediamo intorno a noi altro non fosse che il ciclo inimmaginabilmente lento (decine di miliardi di anni per la contrazione e decine di miliardi di anni per l'espansione) della respirazione di un Buco Nero delle dimensioni dell'universo? E che ci fossero, separati dal nostro universo in qualche modo per noi neppure intuibile, molti altri Buchi Neri di varie dimensioni, in numero forse infinito, tutti impegnati a contrarsi e ad espandersi, ciascuno ad una sua propria velocità? E che noi ci trovassimo all'interno di uno di essi? ISAAC A S I M O V
Il collasso dell'universo, 1977
202 A che serve tornare sulla vita passata? Se ciò facessi, avrei anche più di te cagioni di sconforto. Per la maggior parte degli esseri umani meglio sarebbe non nascere, e quando è accaduta la disgrazia della nascita, almeno morire prima di pensare. Tra essi non è tanto differenza di disgrazie come del modo di sopportarle e di manifestare il pensiero che ne hanno. Alle cose che possiamo mutare badare; quelle che sono 118
fuori del potere nostro dimenticare. Fortuna grande pei mortali è che almeno un terzo della vita è preso dal sonno. VILFREDO P A R E T O
Lettere ad Arturo Linaker, 10 aprile 1915
203 Aborro la vivisezione. Da studente, un giorno, dovetti crocifiggere una rana e sezionarla viva con una lametta di rasoio per osservare il funzionamento del cuore. E un'esperienza - del resto perfettamente inutile - che m'impressionò per sempre. Ancora fatico a perdonarmela. Approvo calorosamente uno dei miei nipoti, grande neurologo americano destinato al Nobel, che per via della vivisezione ha abbandonato le sue ricerche. In certi casi bisogna dire: che schifo, la scienza. LUIS B U Ñ U E L
Dei miei sospiri estremi, 1982
204 Vivo appena, e male, l'esistenza animale e vegetativa. Non voglio rattristarti, ma non voglio neanche che tu abbia idee oleogra119
fiche e malvacee sul mio modo di passare il tempo. Del resto mi sono abituato. E sopporto. E ho pazienza, se non certo rassegnazione. Ma il dubbio che gli altri pensino la realtà affatto diversa da quella che è e mi immaginino immerso in qualsivoglia attività utile e interessante, mi irrita in sommo grado e un po' mi rivolta. Mi fa sentire più duramente quanto sia isolato e staccato dalla vita. Ti abbraccio teneramente. A N T O N I O GRAMSCI
Lettere dal carcere (a Giulia Schucht), Turi 15 agosto 1932
205 Che cosa deve importare, ad un uomo che comprenda tutta l'importanza morale della pietà, se mettendo in libertà un topo preso in trappola invece di ammazzarlo, provoca derisione e disapprovazione? Perché sa che, non soltanto così ha salvato dalla morte un animale che teneva quanto lui alla vita, ma ha anche lasciato manifestarsi liberamente il sentimento della compassione; sa di aver fatto un passo verso quel regno superiore dell'amore universale che non conosce limite, che lo affrancherà dalla morte e lo identificherà con le sorgenti della vita. LEV T O L S T O J
Contro la caccia, circa 1895 120
127 « E le sofferenze? ». Mio padre tacque a lungo, e pensai che non mi avesse sentito. Ma poi rispose: « E il segreto più grande. Neppure i santi furono capaci di svelarlo. Un uomo, in quanto soffre, non è in grado di sciogliere l'enigma della sofferenza. Neppure Giobbe trovò una risposta. Neppure Mosè lo sa. La verità è che corpo e dolore sono sinonimi. Come potrebbe esserci la libertà dell'arbitrio, senza un castigo per chi sceglie il male, e una ricompensa per chi sceglie il giusto? Dietro a tutta la sofferenza c'è l'infinita misericordia di Dio... ». ISAAC B A S H E V I S SINGER
A Young Man in Search of Love (« Un giovane in cerca d'amore»), 1978
207 State attenti: la nave ormai è in mano al cuoco di bordo, e le parole che trasmette il megafono del comandante non riguardano più la rotta, ma quel che si mangerà domani. S 0 R E N KIERKEGAARD
Stadi sul cammino della vita, 1845
121
127 Non so se sia una mia stranezza, ma è raro che io non mi senta felice di vegliare in una camera mortuaria, a patto che accanto a me non ci sia qualcuno che compia lo stesso dovere lamentandosi in modo sfrenato. Io, là, ho il presentimento di un riposo che né la terra né l'inferno potrebbero guastare, vedo la certezza di un altro mondo, senza fine, senza ombre: l'Eternità in cui sono, i morti, raccolti... un mondo in cui l'esistenza non ha più limiti nella sua durata, e l'amore nel suo volo, e la gioia nella sua pienezza. EMILY B R O N T È
Wuthering Heights (« Cime tempestose»), cap. xvi, 1847
209 Richiami a veder chiaro vi sono già pervenuti da parte del vostro Signore. Chiunque sappia vedere, vede per se stesso. Chiunque sia cieco, lo è contro se stesso. Non sono io il guardiano delle vostre azioni. Corano, sura 6, «Le Greggi», 104
210 E trovandosi questo testimone nel villaggio di Mani, vide quei frati appendere molti in122
diani per le braccia, ed alcuni per i piedi, e sospendere pietre alle loro estremità, e frustarli, spruzzarli di cera bollente, e maltrattarli così brutalmente che più tardi, al momento stabilito, nell'atto di fare penitenza e di essere esibiti in pubblico nell'auto-da-fé, non c'era nei loro corpi neppure un punto ancora sano per poterli frustare. VICTOR VON HAGEN
Il mondo dei Maya, 1960
211 Che cos'è la vita senza grandezza? La schiavitù più vile, tra le catene insozzate dell'istinto e dell'abitudine. Tolto il sogno eroico, i giorni si trascinano nelle galere della funzione. Di cellula in cellula, prigionia senza fine. ANDRÉ SUARÈS
Xénies, 1923
212 Ah, stolto! Come puoi pensare di vivere lungamente, quando neppure un giorno solo è per te quaggiù sicuro? Quanti ingannati, che furono strappati dal corpo senza neppure se ne accorgessero! Quante volte avrai udito 123
del tale morto di spada, del tal altro annegato, di chi si è rotta la testa cadendo dall'alto, di chi mangiando è rimasto secco, di quell'altro spirato durante il gioco! Si muore tra le fiamme, di spada, di peste, assassinati; la fine di tutti noi è la morte, la vita dell'uomo scorre rapida come un'ombra. De imìtatione Christi, libro I, cap. XXIII, sec. XIII
213 Se sei un potente, con il sapere e il linguaggio calmo fatti rispettare. Se non ci sono le circostanze non dare ordini. Chi parla senza controllo entra nella disgrazia. Insegnamento di Ptahhotep, quinta dinastia, circa 2450 a.C.
214 E disse: va' Daniele, e che le parole restino chiuse e sigillate fino al tempo della fine. Molti saranno resi puri e bianchi, li purgherà il fuoco. I malvagi immalvagiranno, gli illuminati illumineranno. Libro di Daniele, 12, 9-10 124
127 Si fece poi esso suo marito del terzo ordine di san Francesco, & finalmente fu visitato dal Signore d'una infermità di gran passion d'urina, la qual gli perseuerò gran tempo, Se per questo venne in molta impatientia, talmente che essendo peruenuto al fin de la vita sua con la impatientia, & temendosi de la perdita de l'anima, questa beata rettirattasi in una camera, gridò per la sua salute nelle orecchie del suo dolce amor con lagrime, & sospiri, & diceua sol questo: Amor ti domando quest'anima, ti priego me la doni p/che me la puoi donare; & così perseuerando circa mezza hora con molti pianti, fu al fin certificata interiormente esser essaudita... Libro de la vita mirabile dottrina santa, de la beata Caterinetta da Genoa, stampata in Genoua, per Antonio Bellono. Nelli anni del Signore M.D.L.I.
216 Quanto a quel che mi dici, che quei due là che vanno e vengono insieme con noi sono il Prete e il Barbiere nostri compaesani e conoscenti, potrà pur darsi che sembrino davvero essere loro, ma che lo siano realmente ed effettivamente, non devi crederlo in nessun modo. Quel che devi credere e capire è che se essi sembrano esser loro, come dici, è per125
ché quelli che mi hanno incantato avranno preso tale aspetto e somiglianza, essendo facile per gli incantatori assumere il sembiante che il loro capriccio vuole, e avranno preso quello dei nostri due amici per darti modo di pensare quello che tu ne pensi, e gettarti in un tal labirinto di apparenze da non poterne più uscire, neppure col filo di Teseo. MIGUEL DE CERVANTES SAAVEDRA
El Ingenìoso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, I , X L V I I I , 1605
217 - Il tempo tutto toglie e tutto dà; ogni cosa si muta, nulla s'annichila; è un solo che non può mutare, un solo è etterno, e può perseverare eternamente uno, simile e medesmo - Con questa filosofia l'animo mi s'aggrandisce, e me si magnifica l'intelletto. Però, qualunque sia il punto di questa sera ch'aspetto, si la mutazione è vera, io, che son ne la notte, aspetto il giorno, e quei che son nel giorno, aspettano la notte: tutto quello ch'è, o è equa o llà, o vicino o lungi, o adesso o poi, o presto o tardi. Godete, dunque, e, se possete, state sana, ed amate chi v'ama. GIORDANO BRUNO
Il Candelaio, lettera dedicatoria alla signora Morgana, 1582 126
218 Il Beato disse: Io sono il Tempo che, procedendo, distrugge il mondo; il mio ruolo è di sopprimere quaggiù gli uomini; qualsiasi cosa tu faccia, tutti un giorno cesseranno, quei guerrieri schierati, di vivere. Lèvati dunque, conquista la gloria; trionfa dei tuoi nemici e godi di un prospero regno. Sono io che per primo li colpisco, tutti quei guerrieri; sii soltanto, tu, abile arciere, lo strumento nella mia mano. Drona, Bhìsma, Jayadratha, Karna e tutti gli altri eroi sarò io stesso a colpirli; colpiscili anche tu, non esitare. Combatti! Vincerai nella lotta tutti i tuoi rivali. Bhagavadgìtà,
XI, 32-34, sec. I l i a.C.
219 Anche col cuore guardingo e gli occhi curvati dall'attenzione, un uomo metterà il piede sul dorso del coccodrillo che sonnecchia credendolo del muschio galleggiante, e calpesterà la coda di un rettile velenoso non vedendoci che foglie ingiallite, se non avrà dato retta ai sogni e ai presagi che l'avvertivano prima di entrare nella foresta. Parabola centroafricana, raccolta da Leo Frobenius, circa 1930 127
218 La bellezza e il bene sono del cielo. La scienza è sulla terra e striscia. ODILON REDON
À soi-même, 12 aprile 1869
221 L'arte non avrebbe senso se consistesse in mera riproduzione delle cose in mezzo a cui, prima dell'arte, già l'uomo è installato, e ne è oppresso e fatto naufragare. Che senso potrebbe avere una semplice duplicazione della realtà? Di una realtà, quella che già c'è, che ci sopravanza, e ci sopravanza col suo mancamento, poiché la realtà tutta, il mondo reale, tutta questa gran cosa, non ermeneuticamente ma metafisicamente, non è che frammento, e come tale è priva di senso, e ci costringe con dolore a cercare la porzione mancante, che non è mai là, che è l'eterno Assente - e che ha nome Dio: il Dio che si nasconde, Deus absconditus. Nell'arte si tratta sempre di far sparire la realtà che smisuratamente opprime, tormenta e annoia l'uomo, trasformandola in altro. J O S É O R T E G A Y GASSET
Velàzquez, 1943
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218 O tu che hai costruito questo aborto di sfera terrestre, tu che con un solo soffio ne hai forse sparpagliate dieci miliardi simili alla nostra, tu che sulla perdita di questi dieci miliardi di sfere non lasceresti cadere il minimo sospiro, come devi ridere della stupidità delle pallide formiche da te disseminate per questi globi, quante risate devi farti sul re di Achem che frusta le sue settecento donne, sull'imperatore di Golconda quando le adopera come cavalli da posta, e sull'uomo in tonaca che pretende lucidità di cervello da un uomo in amore! Buonasera, cara moglie... ALPHONSE DE SADE
Lettera a madame De Sade dalla prigione di Vincennes, dicembre 1781
223 lo non sono indulgente con nulla nella vita, che mi è stata così dura, oltre l'umano e il possibile, ma l'unica cosa che perdono, l'unica tenerezza che ancora sopravvive al mare grigio, arso e fosco, al disprezzo e all'ingiuria della mia esperienza umana e alla vista dei miei simili, sono spesso le bambine, 129
sei ancora tu, mia lontana e inconsolabile angoscia. MARIO SIRONI
Lettera alla figlia Rossana, maggio 1943
224 Le ho chiesto quante volte, secondo lei, erano sufficienti. Ella mi ha rimproverato dolcemente perché le facevo domande simili, ma ha risposto: due volte. Accennando all'appuntamento di domenica scorsa, quand'ero così prostrato, le ho detto in quale agonia mentale mi trovavo e le ho chiesto se - fossi stato incapace di amarla — mi avrebbe disprezzato. Ha detto di no, poiché è cosa sulla quale non si ha alcun potere. JAMES B O S W E L L
Diario londinese, mercoledì 12 gennaio 1763
225 Tu avverti allora che l'umanità è assolutamente inguaribile, e che ogni speranza e ogni sforzo per condurla quaggiù ad una sistemazione anche relativamente felice, ogni eudemonismo, non solo individualistico, ma 130
eziandio universalistico, è vano; che esso è, altresì, una mondanità, un essere attaccati (sia pure per un bene sperato per gli altri) alle cose di questo mondo, un riporre sia pure non per fini egoistici, una fallace fiducia in esse. GIUSEPPE RENSI
Lettere spirituali, 1943
226 Una delle ragioni potenti a pentirci del male e a desiderare l'ammenda, gli è l'esserci fatti indegni del cooperare al bene al quale eravam destinati; e il voler farcene meritevoli, entrando in parte dell'opera creatrice e redentrice che compiesi nell'Universo. NICCOLÒ TOMMASEO
Norme di vita dedotte dalla mia esperienza interiore, circa 1870
227 Sai tu quale è il più singulare bene ch'hanno e' beati? E d'avere la volontà loro piena di quel che desiderano. Desiderano me, e desiderando me essi m'hanno e mi gustano sanza alcuna rebellione, però ch'hanno lassata la gravezza del corpo, el quale era una 131
legge che impugnava contro lo spirito. El corpo l'era uno mezzo che non lassava perfectamente cognoscere la verità; né potevano vedermi a faccia a faccia, perché '1 corpo no lassava. C A T E R I N A DA SIENA
Libro della Divina Dottrina, cap. XLV, 1378
228 I vulcani lanciano pietre e le rivoluzioni uomini. Famiglie proiettate a grandi distanze, destini sradicati, gruppi dispersi, sbriciolati. Gente caduta dal cielo, chi in Germania, chi in Inghilterra, chi in America. Oggetto di stupore per i nativi del posto. Da dove vengono quegli sconosciuti? Il vulcano che fuma laggiù li ha espettorati. E si danno dei nomi a questi aeroliti, a questi individui espulsi. e sperduti, a questi eliminati dalla sorte; li chiamano emigrati, rifugiati, avventurieri. Se rimangono, li si sopporta; si è contenti nel vederli andarsene. A volte si tratta di esseri del tutto inoffensivi, estranei, le donne almeno, agli avvenimenti che li hanno cacciati, senza odio né collera, proiettili involontari, stupitissimi. Rimettono radici, come possono. Non hanno fatto 132
nulla a nessuno, non comprendono quel che gli è capitato. V I C T O R HUGO
I lavoratori del mare, 1 8 6 6
229 Non sporcare l'Italia getta i rifiuti in Svizzera. Scritto su banconota da L. 1000, in Claudio Pisani, Le Mille Lire scritte, 1992
230 Il problema essenziale lo si può esprimere molto semplicemente. È stato l'impulso evolutivo a indurre l'uomo a creare la civiltà. Ma ora si è arenato in una civiltà che gli blocca l'impulso creativo. Del tutto inconsciamente la nostra civiltà ha fatto suo il principio secondo cui non si vive per altro scopo che quello di restare in vita, con tutte le comodità possibili. Chi nel recarsi al lavoro passa davanti alle fabbriche enormi, agli immensi isolati d'uffici non vede in tutto quell'immane macchinario altro fine che di versargli una goccia di latte nel caffè e 133
di permettergli di comprarsi un televisore a colori. COLIN WILSON
Order of Assassins (« La filosofia degli assassini»), 1972
231 ... chi non sa muoversi tra le latenze invisibili è sempre alla mercé dell'ignoto, di un demone qualsiasi. Soltanto il contemplativo acquista una distanza fra sé e la sua psiche, e sa a quale spirito offrirla, così identificandosi allo Spirito divino. Meri fantocci gli appaiono gli uomini puramente attivi, che credono di rimanere padroni di sé quando si riducono a catatonici, si chiudono in se stessi e in realtà non resistendo poi a restare così chiusi si cercano eccitazioni, infatuazioni, liti. E chi li possiede, allora? A una strana e squallida torma di larve si offrono preda: a quelle che aleggiano sugli spettacoli, sui banchetti, sugli incontri erotici, sulle bische. Non esistono nelle città « civilizzate » santuari dove si pratichino rituali di possessione, ma uno studioso della possessione, osservando gli spettacoli più ordinari, può imparare benissimo il meccanismo con cui essa sorprende e soggioga le vittime. ...si osserverà la possessione collettiva degli stadi, simile a quella che nella Roma pagana 134
pure si scatenava, salvo che allora Tertulliano o Agostino intuirono nell'invisibile i dèmoni agitanti visibilmente le torme dei posseduti. E L É M I R E ZOLLA
Verità segrete esposte in evidenza, 1990
232 In nessuna delle cose che Io faccio, Io sono così esitante come di prendere l'anima del mio servo credente, che ha orrore della morte, e aborrisco fargli del male: tuttavia è necessario che ci incontriamo. Detto tradizionale del Profeta dell'Islam, in cui parla il Signore, sec. VII
233 In quei giorni, il mio timore degli uomini bestia subì la stessa trasformazione di quello che provavo per Moreau. Piombai in uno stato di prostrazione morbosa che ha lasciato tracce indelebili nel mio carattere. Confesso che perdetti ogni fiducia nell'equilibrio umano, davanti al doloroso disordine che regnava nell'isola. Mi sembrava che un destino cieco e indifferente, un mostruoso meccanismo insensibi135
le, creasse e plasmasse le esistenze; che Moreau, con la sua passione per l'indagine, Montgomery, con la sua inclinazione per l'alcool, il popolo delle bestie e io stesso, fossimo crudelmente e inesorabilmente schiacciati e dilaniati dalla complessità infinita dei suoi ingranaggi implacabili. H E R B E R T GEORGE W E L L S
L'isola del dottor Moreau, 1896
234 Vedete un po', una piccola goccia di sangue umano sparsa criminalmente per la strada o in una stanza, sia pure discreta, e tutto si mette a urlare intorno all'assassino come il vento nei fili del telegrafo. PIERRE MAC ORLAN
Le quai des brumes, 1927
235 E intanto non si muoveva, era inchiodato a quel posto; ce l'aveva inchiodato Reinhold con quel colpo. Lui voleva, avrebbe voluto, ma non ce la faceva, era inutile. Il mondo è di ferro, non si può far più niente, viene addosso come un rullo, niente da fare, il rullo arriva, corre, dentro c'è gente, è un carro armato, un diavolo colle corna e gli occhi 136
fiammeggianti, e ti dilaniano, ti fanno a pezzi con le loro catene e coi loro denti. E nessuno può sfuggirgli! Qualcosa si agita, nel buio. Quando si farà luce, si potrà sapere tutto: com'è, com'è andata. ALFRED DÒBLIN
Berlin Alexanderplatz, 1929
236 CAVALIERE. Perché le avete spezzato SOLDATO. Non siamo stati noi. CAVALIERE. Chi è stato? SOLDATO. Chiedete al monaco.
le mani?
I soldati tirano le. catene. Il cranio rasato di Tyan ondeggia, lucente al chiaro di luna. La sua bocca violacea si apre come per un grido, ma non ne esce alcun suono. La fanno scendere dal carro e la conducono verso la scala, presso il rogo. Il cavaliere si rivolge al monaco che rimane seduto sul carro. CAVALIERE. Cosa le avete fatto, a quella bambina? La Morte si volta e lo guarda. MORTE. Non la smetterai mai di far domande? CAVALIERE. No, non smetterò mai. MORTE. Ma non avrai mai risposta. CAVALIERE. Domandare, penso, è la cosa più importante. JÒNS. Che cosa vede? Sapreste dirmelo? CAVALIERE. Non sente più dolore.
137
Non mi avete risposto... Che cosa l'aspetta, quella bambina? Gli angeli, o Dio, o il Diavolo, o soltanto il Vuoto? Il vuoto, signor mio!
JÒNS.
INGMAR BERGMAN
Il Settimo Sigillo, 1956
237 Martedì ho fatto fuori con il mio carro due T 34, che la curiosità aveva spinto oltre le nostre linee. Era un quadro meraviglioso e impressionante. Poi passai davanti ai rottami fumanti. Dallo sportello pendeva un corpo, la testa all'ingiù; i suoi piedi erano incastrati, e bruciavano fino al ginocchio. Il corpo era vivo, la bocca rantolava. Il dolore dev'essere stato spaventoso. E non c'era nessuna possibilità di liberarlo. Anche se fosse stato possibile, sarebbe morto lo stesso dopo poche ore fra dolori atroci. Gli ho sparato mentre le lacrime mi colavano giù dalle guance. Ora sono tre notti che piango per quel carrista russo che ho assassinato. Mi commuovo per le croci davanti a Gumrak e per altro ancora, che i miei commilitoni vedono senza scomporsi. Temo che non potrò più dormire come prima, se mai tornerò da voi, miei cari. Ultime lettere da Stalingrado, X X X V , 1943 138
218 La scienza è orientata verso un obiettivo: diminuire l'umano pensare, limarlo, ordinarlo uniformemente. La ricerca odierna consiste nell'aprire una sinistra breccia nell'intimità individuale. Tutte le possibilità di esercitare sul cervello un qualsiasi controllo sono fatte oggetto di attive esperienze. Esistono numerose cliniche dove già si arriva - su un soggetto illuso o costretto - a spezzare, rieducare o alterare la sua personalità. Il suo comportamento ne uscirà modificato, e come appartenente a un altro. La società potrà così manovrarlo a suo piacimento, usarlo per i suoi fini quando sarà il momento. J E A N JOSIPOVICI
La scienza oscurantista, 1978
239 Ogni monologo puro, incapace di correggersi e modificarsi nella dialettica del dialogo, è tendenzialmente un discorso della follia. Bloch identificava il delirio con l'assenza di dialettica, di quel confronto con l'altro e di quel superamento e correzione delle proprie posizioni che consentono al pensiero di non irrigidirsi mai nell'immobile identità con se stesso, ma di straniarsi, di diventare altro da sé, di scindersi e riunirsi di conti139
nuo, di trasformarsi, di divenire. Anche il colloquio con se stessi può essere un dialogo, un confronto con una voce che è nostra ma nella quale echeggiano la voce e le esigenze degli altri. CLAUDIO MAGRIS
Itaca e oltre, 1982
240 Nel cuore della notte giunse dalle tende un forte rumore, che poco dopo si calmò. All'alba Milarepa disse a Rechungpa di andare a vedere. Egli andò e al suo ritorno disse che la vecchia, che il giorno prima aveva rifiutato di dare l'elemosina, non c'era. Andarono là e trovarono il cadavere della vecchia. I suoi gioielli erano stati portati via dalla tenda, e le sue vivande — burro, latte, tsampa, yogurt - erano sparse per terra. Milarepa disse: « Così vanno tutte le cose! Ieri aveva paura di perdere i suoi averi, e stamane ha lasciato a noi tutto. Raduna quello che vuoi mangiare ». Maestro e discepolo fecero un rito di offerte per lei. Rechungpa si preparava a portare via il cibo, e Milarepa disse: « Mangiare il cibo di un morto senza fargli le dovute onoranze non è giusto. Dice il proverbio che i vecchi mangiano, i giovani lavorano. Mentre tu trasporterai il cadavere, io mi occuperò del resto ». 140
Quando arrivarono in un prato Gestsiin gli ordinò di deporlo. Indicandone il cuore col suo bastone disse: « Rechungpa, come questa donna tutti gli esseri sono destinati a morire. Chi non ci pensa, perde l'occasione di praticare il Dharma! Questo di oggi sia per noi un ammonimento ». E cantò il canto dei sei esempi di illusione e di impermanenza. TSANG NYONG H E R U K A
I centomila canti di Milarepa (1040-1123): Il corno di Yak
241 Da parole e da viste sconce Dove c'è un padre, intatta La soglia resti. Ragazze di casino, Canzoni di ubriachi, bisbigli sozzi Notturni, via via! Ai bambini E dovuto un rispetto sconfinato: Sul punto di un'azionaccia Non ti scordare l'età di tuo figlio, La sua infanzia ti paralizzi. V
'
GIUNIO GIOVENALE
Saturae, XIV, 44-49
242 L'Italiano crede in Dio quando ha paura, e pensa incessantemente a ingannare, perché 141
per tutta la sua vita si trova oppresso dalle tirannie più minuziose e più implacabili. STENDHAL
Vita di Rossini, 1824
243 A volte, camminare in questa città è come andare in una grotta cieca, nel gelo che fa da parete e gocciola pianto nelle ossa, gli uomini come te bendati non hanno occhi per te; la grotta è percorsa da mostri rombanti e tu pensi « perché li scanso? è già tutto buio intorno a me ». Eppure ti sforzi di non sbagliare per quel tenace istinto di vivere eppoi ti domandi: perché sono qui? MAGDA DE GRADA
Novembre, da La città grigia, 1955
244 Un mondo unico, da millenni privo di luce. Uno spazio chiuso dove evolve una fauna che non esiste in nessun altro luogo, dove le regole di vita non sono le stesse che alla su142
perfide della Terra. Un'oasi inospitale dove si agitano dei curiosi insetti senz'occhi, dei crostacei dalle lunghe zampe, delle sanguisughe diafane, dei ragni mai veduti. E specialmente dei milioni di bacteri - una massa brunastra gelatinosa - galleggianti sull'acqua, unica sorgente di vita in questo universo senza luce, dall'aria irrespirabile, saturato di gas venefici e puzzolenti. Nessun mostro gigantesco, qui, ma una straordinaria fauna di minime dimensioni. La grotta — in romeno: la Pestera - si trova nella pianura della Dobrugia, in Romania di sud-est, ed è un luogo eccezionale, scoperto per puro caso. ... Come mai insetti e crostacei hanno potuto sopravvivere in questo ambiente chiuso, così diverso dal mondo dei viventi? Adattandosi, modificando innanzitutto la loro fisiologia, la loro morfologia in seguito. Cambiando il loro modo di respirare. Certi crostacei sembrano perfino apprezzare l'atmosfera più marcia e più fetida, la meno ricca di ossigeno (da 1 a 5%), la più carica di metano, di gas carbonico e di idrogeno solforato. FRANÇOISE HARROIS-MONIN
La caverne des petits monstres, «L'Express», 18 settembre 1992
245 « Neil, che cosa vuoi dire? Avresti qualche rimpianto per aver abbandonato quel cupo 143
abisso dove hai vissuto nei primi anni della tua vita e da cui ti strappammo quasi morta? ». « No, Harry. Pensavo soltanto che anche le tenebre hanno la loro bellezza. Se tu sapessi tutto quello che vedono, là dentro, degli occhi abituati alla loro profondità! Ci sono delle ombre che passano e che si avrebbe voglia di seguire nel loro volo! Talvolta lo sguardo resta impigliato in cerchi che s'incrociano da cui non si vorrebbe mai più uscire! Ci sono dei buchi, neri, in fondo alla miniera di carbon fossile, pieni di luci strane. E poi, ci sono dei rumori, che sono per te dei linguaggi! Capisci, Harry, bisogna aver vissuto là sotto per comprendere quello che io sento, che non riesco ad esprimere! ». « E non avevi paura, Neil, tutta sola? ». « Harry, non avevo paura proprio perché ero sola! ». J U L E S VERNE
Les Indes Noires, 1877
246 Lo Stato esiste in vista della legislazione penale, e non viceversa. Ogni altro compito dello Stato è secondario, compreso quello di difendere i cittadini dai nemici esterni... Lo Stato può abdicare a qualsiasi altra funzione ma non a quella. Può lasciare che i rapporti civili si regolino secondo le usanze, che al 144
posto del ministero della Difesa si installi un nastro telefonico con le parole « mi arrendo », e rimanere vivo, in questa condizione, per secoli. Ma quando abdica alla funzione di far valere la legislazione penale MUORE, e nasce il problema di dargli un surrogato. Tra noi, i sintomi necrotici si vanno delineando: è bene pensarci. VITTORIO MATHIEU
Perché punirei II collasso della giustizia penale, 1978
247 Le più caritative persone che sieno sono le donne, e le più fastidiose. Chi le scaccia, fugge e fastidi e l'utile; chi le intrattiene, ha l'utile ed e fastidii insieme. Ed è '1 vero che non è el mele sanza le mosche. NICCOLÒ MACHIAVELLI
Mandragola, atto III, scena iv, 1518
248 Ricordatevi che siamo dei combattenti e non dei criminali. Se qualcuno di voi sarà preso a violentare donne, o maltratterà un vecchio, o ucciderà 145
un bambino, lo faccio legare nudo a un palo nel deserto, fino a che muoia di sete, e che se lo divorino gli insetti e le formiche, e che gli iniettino il loro veleno las serpientes de cascabel (i serpenti a sonagli). Parola di Emiliano! EMILIANO ZAPATA
Discorso ai miliziani rivoluzionari ai suoi ordini, circa 1910
249 Ape e trifoglio per fare un prato. Ape, trifoglio e sogno. Se le api sono poche Il sogno basterà - solo. EMILY DICKINSON
To make a prairie it takes..., circa 1880
250 O viandante! Non legare il tuo cuore a nessuna dimora, perché soffrirai quando te ne strapperanno via. E poiché tante dimore hai attraversato, da quando eri una goccia di seme fino ad ora, prendile con noncuranza, e noncurante le potrai lasciare. Ri146
nuncerai a poca cosa e sarà alto il compenso che ne avrai. Prendi invece sul serio Colui che ha preso sul serio te: Lui, il Primo e l'Ultimo! Cerca Lui solo. J A L À L AD-DIN RUMI
La Ribeca, dal Divàn-i Kabir (« Il grande canzoniere »), sec. X I I I
251 Quanto ai beni degli uomini di santità che vanno verso la Perfezione, non siano mescolati a quelli degli uomini della menzogna, i quali non hanno reso pura la loro Via per separarsi dalla perversione e per andare verso la via di Perfezione. Manoscritti del Mar Morto Manuale di Disciplina, IX, 8-9, circa sec. I a.C.
252 Un celebre uomo politico abbreviava i suoi discorsi a misura che la sua prostata cresceva. GEORGES VALENSIN
Grandezze e servitù della prostata, 1965 147
218 Le repubbliche, i soviet, gli stati corporativi, i parlamenti, sono immondizie che non valgono un filo dell'erba che Dio dà al cardellino per il suo nido. WILLIAM B U T L E R YEATS
On the Boiler, 1939
254 Le generazioni muoiono come gli attimi della tua vita: in che cosa consiste la differenza? FRANZ KAFKA
Diari, 10 febbraio 1918
255 Quelli che, nei piaceri, mancano di probità, non ne hanno, negli affari, che il simulacro. Quando il piacere non ha il potere di renderci più umani, una natura di belva si dichiara. LUC DE VAUVENARGUES
Riflessioni e massime, 1746
148
218 Un uomo cosciente può forse, in qualche modo, rispettarsi? FÈDOR DOSTOEVSKIJ
Memorie dal sottosuolo, 1864
257 Durante la cena, io raccontai le mie avventure a Posen con von Studnitz, e quelle che mi capitarono a Kropstadt al bivacco di Napoleone nell'ottobre 1806 e descrissi infine la spassosa figura del ministro von Frankenberg. Goethe invece quella del Principe Kaunitz. A quest'ultimo non si doveva mai parlare della morte; il decesso dell'imperatore Giuseppe II gli fu perciò comunicato dal suo segretario nei seguenti termini: «Giuseppe II non firma più». Kaunitz aveva una vecchia sorella malata, alla quale molto spesso inviava le migliori vivande, e specialmente la frutta, della sua tavola. Continuò a far questo per molto tempo, anche quando la sorella era già morta. Goethe crede che la distrazione di Frankenberg e la sua indole caricaturale siano state in principio una maschera, assunta per raggiungere più facilmente i suoi scopi. C A N C E L L I E R E VON M Ù L L E R
Colloqui con Goethe, lunedì 30 maggio 1814
149
218 La vanità rende brutti, perciò dovrebbe logicamente mortificarsi, invece si limita a ferirsi, diventando «vanità ferita». FRANZ KAFKA
Diari, 26 novembre 1917 259
Quando si è in grado di attaccare, si deve apparire incapaci; quando si muovono le truppe, bisogna sembrare inattivi. Quando si è molto vicini al nemico, bisogna fargli credere di esserne molto lontani; quando si è lontani, il nemico deve crederci vicini. Lancia esche per ingannare il nemico: fingi disordine, ad esempio, e annientalo. SUN-TZÙ
I principii della guerra del maestro Sun, sec. V a.C.
260 Gesù appare improvvisamente nel deserto, scompare altrettanto improvvisamente dalla tomba. Oscura è la sua venuta e oscura la sua andata. Il mondo continua per la sua strada, la sua promessa è scomparsa con lui. SERGIO QUINZIO
Cristianesimo dell'inizio e della fine, 1967 150
218 Bevo alla casa devastata Alla mia vita infausta Alla solitudine in due E a te; alla menzogna Delle labbra che mi tradirono Al morto gelo degli occhi Al mondo sguaiato e crudele Al Dio che non ci ha salvati. ANNA A C H M A T O V A
L'ultimo brindisi, 1934
262 Mai sento dire la parola fuga Senza un tuffo nel sangue, Un'irruzione di speranza, Un volo che si annuncia! Mai sento dire di fracassate Da soldati prigioni immani Senza che scuota, puerile, Solo perché mi vincano ancora, Le mie sbarre. EMILY DICKINSON
I never hear the word « escape », 1859
151
218 L'Uomo è Tantalo: s'illude di tenere tutto! Potenza del Verbo possessivo. Tutto lo inganna: le illusioni dell'età, l'amore, l'amore unico, la fortuna - un miraggio, guardatela da vicino, non c'è niente - la proprietà: neppure la propria anima possiede, non esiste neppure l'Io; la Vita... Chi è certo di potersi conservare cadavere il tempo necessario per non dover più rinascere? Le Leggi, le Frontiere, le Ore, i Secoli, il Sangue. La Famiglia: che scherno. La Pace. La Guerra. L'Economia. ANTONIN ARTAUD
Il supplizio di Tantalo (appunti per una tragedia), 1932
264 Ogni giorno che viene, si tratta sempre e soltanto di uomini con tutte le loro debolezze e tutta la loro lordura fisica e intellettuale. Che importa se uno si dispera con il martello pneumatico e un altro con la macchina da scrivere. Sono solo le teorie che storpiano ciò che in fondo è chiarissimo, le filosofie e le scienze che con le loro inservibili nozioni intralciano la via che porta alla chiarezza. THOMAS BERNHARD
La cantina, 1976
152
218 Se voi, uomini superiori, abbandonate le vostre città, queste perderanno ogni loro ornamento e saranno ancor più esposte ai colpi dei Medi. Perché, invece d'interrogare gli astri all'infinito, è più bello aver cura della patria. Quanto a me, non sono ogni momento sprofondato nella mia filosofia. Mi occupo anche delle guerre che straziano e dividono gli Italioti. PITAGORA
Lettera ad Anassimene, in Vite dei filosofi di Diogene Laerzio, libro V i l i
266 Usque adeone mori miserum est? È poi tanto terribile morire? Risposta di un ufficiale del Pretorio a Nerone, che supplicava di essere protetto nella fuga, in Suetonio, Vita di dodici Cesari
153
218 Quando poi mi innamorai di te, tu mi hai detto: « Io sono un eunuco di Dio ». Ma io ti rispondo: « Sì, amore mio, io sono una lebbrosa di Dio e non faccio differenza tra il piacere carnale e il piacere della carità. L'uno e l'altro esaltano lo spirito». ALDA MERINI
II tormento delle figure, 1990
268 Di ghiaccio come la luna Era il tuo sangue, talvolta. Le sue ali candide apriva Nella notte dell'essere il tuo sangue Sopra le rupi oscure E le forme degli alberi e le case, E una debole luce lo lambiva D'infanzia tua e mia. GHIORGOS SEFERIS
Romanzo XI, 1933-1934
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218 Non si comprende nulla delle opere di Dio, se non si prende come principio che Dio ha voluto accecare gli uni e illuminare gli altri. BLAISE PASCAL
Pensieri, framm. 217, prima ediz. 1670
270 Rappresentiamoci la terra nell'universo, all'interno della buia immensità dello spazio: alla superficie di questo minimo granello di sabbia vive nell'abbrutimento un ammasso confuso e strisciante di animali che si suppongono razionali, i quali hanno, per un istante, scoperto la conoscenza. MARTIN HEIDEGGER
Introduzione alla metafisica, 1935
271 O anima pretiosa, puoi vedere Quant'ha dolcezza in queste acerbe foglie. CECCO D'ASCOLI
L'Acerba, 4440, tra 1324 e 1327 155
218 Esco in Byfleet Road e, mentre mi vedo sorpassato dai veicoli, un garzone in un carro, una carrozza piena di turisti, un operaio in bicicletta, bambini che vanno a scuola... all'improvviso tutti costoro diventano vaghi e irreali, e io torno ad affrettarmi con l'artigliere attraverso l'ardente silenzio pieno di angoscia. Di notte vedo la polvere nera che oscura le strade silenziose, e i cadaveri contorti avvolti in quel sudario si drizzano davanti a me laceri e sfigurati dai morsi dei cani. Mi insultano, e si fanno più torvi, più pallidi, più cattivi, sino a diventare distorte immagini di umanità, e io mi sveglio, agghiacciato e stravolto, nell'ombra della notte. H E R B E R T GEORGE W E L L S
La guerra dei mondi, 1898
273 Le donne che hanno figli non possono essere del tutto oneste, saccheggiano e riempiono le loro sporte su tutte le strade maestre; i loro pensieri sono rivolti ai regali per la cresima e, se hanno delle figlie, al lenocinio. Il leone sbrana, il capriolo bruca, e questo è l'amore materno; entriamo nel più sacro dei territori borghesi. G O T T F R I E D BENN
Il Tolemaico, 1949 156
218 Credo di poter dire che il tema centrale di tutta la mia opera sia la lotta che un individuo conduce contro quello che i Greci e i Romani chiamavano Destino, e che assume nei miei film la forma di una potenza reale, dittatura totalitaria, legge biologica o sindacato del crimine. Si tratta di salvaguardare l'anima individuale, ed è importante combattere per questo, pur sapendo che la partita è persa. FRITZ LANG
Testo raccolto da Alfred Eibel tra 1955 e 1960
275 Questo fortunato, che una morte prematura ha portato via in un'ora benedetta, è sfuggito a tutte le tentazioni che già cominciavano a profilarsi, di lontano, per corrompere una virtù ancora intatta, insieme a tutte le miserie e le delusioni che minacciavano il suo avvenire. IMMANUEL K A N T
Pensieri sulla morte prematura del nobile Johann-Friedrich Funk, 1760
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218 Accanto ad ogni pianeta, c'è un Astro nero dove si raccolgono gli elementi di un nuovo mondo, destinato a sostituire quello che si sarà dissolto. Tutte le particelle di materia, partendo da un punto, si dirigono verso un'altra regione dell'universo dove si trova un astro oscuro. PAPUS (Dottor Gérard Encausse) Traité méthodique de Magie pratique, 1924
277 Nei primi del Sessanta, il principe Bismarck, in procinto di abbandonare il suo posto di ministro prussiano a Pietroburgo, fece visita ad un altro diplomatico. Dopo qualche chiacchiera generica, il futuro cancelliere del Reich germanico avvertì che era suo costume riassumere le impressioni riportate da ogni paese in cui avesse soggiornato a lungo, in una frase breve, fatta incidere su qualche gioiello. « Sto per abbandonare questo paese, ed ecco cosa ne porto via » continuò, e sfilandosi dal dito un anello mostrò al collega quel che recava inciso: La Russia è il Nulla. J O S E P H CONRAD
Autocrazia e guerra, « Fortnightly Review », 1905 158
218 L'impulso più profondo innato nella pianta consiste - come in tutti gli esseri viventi nella tensione a superare le proprie intime carenze. La pianta è un essere condannato all'immobilità, e proprio per questo tende con tutte le sue forze a essere la più vagabonda delle creature: ogni essere dotato di ali o di zampe diventa per lei veicolo. Ma questa straordinaria pretesa della pianta di servirsi di ogni creatura mobile può scatenarsi solo nel momento culminante del suo ciclo vitale, il momento nuziale, quando essa si trova in grado di comunicare con tutte le creature, piccole e grandi, in un comune, generale stato di ebbrezza. La comunicazione si attua mediante una rete eterea di annunci e di scambi di ciò che è condiviso da tutti gli esseri viventi. La « camera nuziale » del fiore lancia i suoi richiami di desiderio, unione, crescita, che si placano infine nella creazione del frutto. Questo appello, derivando da qualcosa che è comune a tutti gli esseri viventi, viene ricevuto e ricambiato, innesca l'eccitazione, diviene incoercibile attrazione, genera sintonia e comunicazione. RUDOLF BORCHARDT
Il giardiniere appassionato, 1938 159
218 Mi fu detto che avrei dovuto fare un viaggio, in cui avrei visto l'angoscia del mondo. Dalla vigna di san Luidgero fui condotta a quella di san Pietro, e dappertutto io vidi il triste stato dell'umanità e della Chiesa sotto forma di oscurità, di freddo, di brume, a gradi diversi d'intensità. In quella oscurità, si mostravano qua e là dei punti luminosi, degli esseri di luce che io vedevo, in piedi, pregare. ... Là presso san Pietro e san Paolo vidi un mondo tenebroso, pieno di angoscia, di confusione e di corruzione, attraversato da dardi luminosi, per via delle grazie senza numero che emanano dalle migliaia di santi che laggiù riposano. Se potessi ripetere tutto quel che vidi in quella città che è il centro della Chiesa, ce ne sarebbe abbastanza per un'intera vita di meditazione. ANNA C A T H A R I N A EMMERICH
Visioni raccolte da Clemens Brentano in La dolorosa passione di Nostro Signore Gesù Cristo, 1833
280 Non vedi al tuo bene muta Divina Grazia, amico? Dimmi dov'è, che cosa è L'Aiuto? Un difensore 160
Avranno mai gli effìmeri? Non vedi la sfinitezza L'impotenza da sogno che incatena L'umanità accecata? Come possono i voleri dei mortali Disfare l'Ordine che è di Dio? ESCHILO
Prometeo incatenato, vv. 545-551
281 INTERROGANTE.
ligente?
Il Karma è una legge intel-
Per il materialista, che chiama forze cieche e leggi meccaniche tanto la legge di periodicità che regola la successione dei molteplici corpi quanto le altre leggi della natura, non c'è dubbio il Karma altro non è che una forma del caso. Circa l'intelligenza causale che è in esso, devo risponderti che non lo so. Ma se mi chiedi di definirne gli effetti, posso risponderti - l'esperienza di migliaia di secoli ce lo ha dimostrato che essi sono equità, saggezza, intelligenza assolute e infallibili. Il Karma è, nei suoi effetti, un infallibile riparatore dell'ingiustizia umana e di tutti gli insuccessi della natura; un severo riparatore dei torti; una legge retributiva che ricompensa e punisce con uguale imparzialità. Il Karma non guarda in TEOSOFO.
161
faccia nessuno, e non lo si può propiziare né stornare con la preghiera. HELENA PETROVNA BLAVATSKY
La chiave della teosofia, 1889
282 Conversazione su un altro pianeta, fra mille anni, a proposito della terra: « Ti ricordi quell'albero bianco, chiamato betulla?». A N T O N PAVLOVIC CECHOV
I quaderni del dottor Cechov, tra 1891 e 1904
283 Ci fu un tempo in cui gli uomini non morivano. E non era il paradiso terrestre ma la vita della presente storia, e fin verso l'anno 1000 c'era un po' dappertutto sulla terra gente che dopo secoli non era morta, e la chiesa li perseguitava perché si decidessero a scomparire. E c'erano, prima dell'anno 1000, dei villaggi di morti viventi, che i vivi non potevano sopportare perché la sapevano ben più lunga di tutti loro. Perché le cose, Marthe Robert, non sono quello che se ne pensa. La morte è un'energia intrinseca, uno stato che fa crollare l'essere che l'abbia raggiunto. 162
La vita non è un'energia, ma quella perdita di energia che volle un giorno fissarsi al posto della morte che stava passando. E la vita rubò alla morte qualcosa per radicarsi nel suo nulla. Qualcosa che poi collocò nella linfa e nel respiro dei suoi viventi. ANTONIN ARTAUD
Lettera a Marthe Robert, Rodez 9 maggio 1946
284 Il marxismo è menzogna perché esiste Dio, ossia la forza suprema e la sorgente di ogni forza; perché esiste una forza spirituale, e non solo la forza economica. E vero che nella vita sociale tutto è deciso dalla forza, ma la forza suprema non è l'economia, e non è neppure la lotta di classe. La forza suprema risiede nello spirito. Perfino la forza del peccato è spirituale. La materia è impotente, inerte, passiva. Solo lo spirito è attivo, solo lo spirito è la vera forza motrice. NIKOLAJ BERDJAEV
Cristianesimo e lotta di classe, 1931
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218 Avevo la netta impressione che un'inesorabile lama fosse scesa a dividere, a staccare da noi una parte vitale della nostra terra, per sempre. Un popolo straniero, diverso di lingua e di costumi, non in secoli come la Dalmazia, ma in pochi decenni, forse in pochi anni, l'avrebbe maturata alla propria brama di espansione. E quel popolo l'avevamo immediatamente alle spalle. Dall'orlo del Carso, con uno strattone ai paletti di confine, sarebbe potuto scendere su Trieste, che ignara, come un roseo gregge, godeva di stendersi al sole su quell'ultimo spazio aperto del golfo. GIANI STUPARICH
Trieste nei miei ricordi, 1948
286 D'altrui né dell'altrui cose non si dee dir male, tutto che paia che a ciò si prestino in quel punto volentieri le orecchie mediante la invidia che noi per lo più portiamo al bene e all'onore l'un dell'altro; ma poi alla fine ognuno fugge il bue che cozza, e le persone schifano l'amicizia de' maldicenti, facendo ragione che quello ch'essi dicono d'altri a noi, quello dichino di noi ad altri. GIOVANNI DELLA CASA
Galateo, X V I I I , circa 1551 164
218 Dopo i disastri causati dalla volontà egomaniaca di dominio e di totalizzazione del mondo in un'unica idea, sarebbe tempo di avvedersi che un individuo il quale non si riconosca sottomesso a un ordine che lo trascende, un individuo il quale non riconosca che più importante e infinitamente più forte di lui è il legame fra lui e gli altri - la comunità - mentre più importante di lui stesso e della comunità è il legame suo e di ogni singola cosa con l'insieme delle cose — Natura o Cosmo che lo si voglia chiamare - un tale individuo è puramente e semplicemente un mostro. v
NICOLA C H I A R O M O N T E
Credere e non credere, 1971
288 La neve cadeva e non aveva presa sulla terra intrisa di sangue. A N T O N PAVLOVIC C E C H O V
I quaderni del dottor Cechov, tra 1891 e 1904
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218 « È così che, ad esempio, anche un pino dirà "io sono". Ma, al contrario dell'uomo, non può parlare ogni momento e ogni ora. Una volta ogni secolo, forse... Prendere coscienza del proprio esistere, poter affermare "io sono" è un grande dono, certo, ma confessare "io non sono", sopprimere se stessi per il bene d'altri, avere questo potere in più, questo è ancora più grande! ». FÈDOR DOSTOEVSKIJ
Parole riferite nel « Diario » di Elisabetta Stackenschneider alla data 15 ottobre 1880
290 Caterina si trattenne ancora qualche tempo a Genova e non soltanto il Papa venne a cercarla a palazzo Scotti. Il Caffarini enumera tutti quelli che salirono le sue scale: dottori in teologia, professori di scienza sacra e profana, uomini di legge, senatori... Ella li accoglieva tutti con la sua grazia toscana e col sorriso radioso che le illuminava il pallido viso. E tutti si allontanavano da lei stranamente colpiti, quasi sgomenti, come se avessero visto qualcosa di terribile. Non è qui ragione di meraviglia, perché Caterina somigliava a quel cespuglio dell'Ho166
reb acceso dalla fiamma del Signore, dal fuoco che è Dio... JOHANNES J0RGENSEN
Santa Caterina da Siena, 1915
291 E infine... dovrei urlare. Ma mi costa troppa fatica; la vita non vale la pena che ci si dà per conservarla. GEORG B Ü C H N E R
La morte di Danton, 1835
292 Et egli la confortò, pieno di potenzia, et dis,se: « Madre, non temere di quello: armami, madre, et abbi sofferenza. Dammi una buona spada e cavallo bello, ché in questa andata, madre, mi dà el core d'acquistare fama et onore ». Allora la madre gli donò una armadura buona et perfecta a suo dosso, et ella medesima gliela misse, et missegli una sopravesta verde, la quale significava giovane innamorato; et donogli una spada, la quale li Franciosi chiamavono Gioiosa; et un cavallo gli donò, ch'era chiamato Gioioso. E come fue armato, montóne a cavallo; et la madre por167
segli lo scudo, lo quale avea il campo bianco e la croce d'oro; e nel partire inchinò la madre et la compagnia, et partissi collo scudo al collo e la lancia in mano. La dolente madre rimase tramortita; e ritornata in sé, se n'andò alla sua camera. Fioravante se ne uscì così soletto di Parigi: per lo bando del re nessuno nollo accompagnò. ANDREA DA B A R B E R I N O
I reali di Francia, libro II, cap. v, « Come lo re Fiorello diede bando a Fioravante suo figliuolo», editio princeps, Modena, 1491
293 La vita è triste, è un penoso e increscioso dovere, un lungo esilio nell'incertezza della propria sorte. Perché la vita mi trascorresse a seconda dei miei desideri e senza offrirmi mille amari disinganni, occorreva un concorso di circostanze troppo rare e difficili. E poi sono e mi sento debole, non ho la minima fiducia in me stesso. Tutta la lotta contro le ingratitudini e le iniquità del mondo non mi avrebbe spaventato come la lotta contro me stesso. Il Signore mi ha riservato proprio il destino che occorreva per me, destino facile, dolce, onorevole, rapido: morire per la patria in battaglia. Con questo bel trapasso encomiabile, compiendo il più am168
bito tra i doveri del buon cittadino, ecco che io mi distacco, tra il rimpianto di tutti coloro che mi amano, da una vita di cui già troppo sentivo il fastidio e il disgusto. Lascio la caducità, lascio il peccato, lascio il triste e accorante spettacolo dei piccoli e momentanei trionfi del male sul bene, lascio la mia salma umiliante, il peso grave di tutte le mie catene, e volo via, libero, libero, finalmente libero... GIOSUÈ BORSI
Lettera-testamento alla madre in data 21 ottobre 1915 (caduto a Piava col 125° Fanteria il 10 novembre di quell'anno)
294 Quando tu vedi che la Torah trova udienza favorevole presso il popolo, con suo godimento, diffondila. Ma quando vedi il popolo non amarla e dimenticarla, allora nascondila. RABBI H I L L E L I L B A B I L O N E S E
Trattato Berakhòt (« Benedizioni »), VII, 24
295 La decadenza dell'analfabetismo è la decadenza della cultura spirituale quando la cul169
tura letterale la perseguita e la dissolve. Tutti i valori spirituali appassiscono se la lettera o le lettere morte subentrano alla parola che si esprime soltanto a viva voce. Il valore spirituale di un popolo è in ragione inversa alla diminuzione del suo analfabetismo pensante e parlante. Perseguitare l'analfabetismo significa perseguitare bassamente il pensiero a causa dell'orma, luminosamente poetica, che lascia nella parola. Le conseguenze di tale persecuzione sono la morte del pensiero: e un popolo, come un uomo, non esiste che quando pensa. J O S É BERGAMÍN
Decadenza dell'analfabetismo, 1933
296 Apollo onnipotente! Su, rendi noti i colpevoli Per sterminarli. Sei tu La sapienza che fa morire. A R C H I L O C O DI PAROS ( s e c . V I I
a.C.)
Frammento 30 Diehl
297 La notte; le stelle impallidenti; il sole caldo; il tremar vespertino delle frasche; la notte. 170
Cammino. Dio disse: Abbia anche il dolore la sua pace. Dio disse: Abbia anche il dolore il suo silenzio. Abbia anche l'uomo la sua solitudine. Carso, mia patria, sii benedetto. SCIPIO SLATAPER
Il mio Carso, 1912
298 Le voci si perdevano in lontananza per la strada, con scoppi rari e improvvisi di allegria. Tutto intorno, sotto il cielo stellato, si faceva un gran silenzio, e il grillo canterino si mise a stridere sul ciglio della ferrovia. GIOVANNI VERGA
L'ultima giornata, in Per le vie, 1883
299 Et illud dixit: nolite, inquarti, superbe audire hominem calamitosum: saepe qui misereri potuit misericordiam rogai. E aggiunse: non siate sordi alle preghiere di un uomo caduto in disgrazia: spesso arriva a supplicare pietà, chi ebbe il potere di elargirne. SENECA IL V E C C H I O
Controversiae, libro IX, cap. iv, 20 171
218 Il vecchio problema posto dagli gnostici: « da dove viene il male? » non ha trovato risposta nel mondo cristiano e la cauta risposta di Origene di una possibile redenzione del Diavolo fu ritenuta eresia. Oggi però siamo costretti ad affrontare quel problema; ma eccoci a mani vuote, vacillanti, e nessun mito - di cui pure abbiamo tanto bisogno — ci verrà in aiuto. A causa degli eventi della storia e del pauroso trionfo della scienza, siamo scossi da segreti brividi e da oscuri presentimenti; ma non sappiamo a quale partito appigliarci, e ben pochi arrivano alla conclusione che questa volta ne va proprio della troppo a lungo trascurata e tradita anima dell'uomo. C A R L GUSTAV J U N G
Ricordi, sogni, riflessioni, 1959
301 Zola si mette a parlare, com'è solito, della morte. Dichiara che gli è impossibile, spento il lume, stendersi sul letto senza pensare di essere in una bara. E assicura: è così per tutti, ma nessuno lo dice, per vergogna! Questa idea delia morte l'ossessiona ancora di più dopo la morte della madre; e aggiunge, dopo un silenzio, che questa morte ha prodotto, nel suo nichilismo religioso, uno 172
squarcio: è troppo orribile, per lui, pensare ad una separazione in eterno. Dice che questa presenza ossessiva della morte e forse, anche, il mutamento nelle idee filosofiche indotto dalla perdita di un essere che ci è caro, ha intenzione d'introdurli in un romanzo, a cui darebbe per titolo II Dolore. EDMOND DE GONCOURT
Journal, tomo III, martedì 20 febbraio 1883
302 1 - Quando l'anima è prossima a partire, che importa esalarla sopra un trono o sulla polvere? 2 - Le ricchezze e i figli non causano che disgrazie. 3 - Orfano non è colui che ha perso i genitori, ma chi non ha né scienza né educazione. 4 - 1 cibi avvelenati sono preferibili ai cattivi discorsi. 5 - L'uomo non ha più formidabile nemico del proprio ventre. 6 - La madre del muto ne conosce il linguaggio. 7 - Tutto ciò che dai, lo porterai con te. 8 - L'amicizia si accresce visitando gli amici, ma non visitandoli troppo spesso. 9 - Chi è destinato al capestro non s'annega. 10 - Guarda l'agnello trascinato al macello: la tua sorte di mortale è la stessa. 173
11 - Combatti non per distruggere, ma per conservare. 12 - Chi perdona ai cattivi fa torto ai buoni. 13 - Di tutto quel che non ha le ali e non ha foglie abbi paura. GIROLAMO M A T T I R O L O
Della sapienza dell'Oriente, Milano, coi tipi di Giuditta Boniardi-Pogliani, 1841
303 Preludi di Debussy. Meravigliosi confini raggiunti dalla cultura europea. Non esisteva che l'Europa, il resto del mondo incivile o coloniale o esotico. Oggi che l'Europa è finita si capisce la disperazione di questa musica che è arrivata all'estremo della malinconia e della grazia. ENNIO FLAIANO
Diario degli errori, 1957
304 Ogni divertimento è un'anticipazione dell'inferno. J O S É BERGAMÌN
El cohéte y la estrella (« Il razzo e la stella»), 1923 174
218 È questo, probabilmente, che cerchiamo attraverso la vita, niente altro che questo, la più grande sofferenza possibile per diventare noi stessi prima di morire. LOUIS-FERDINAND C É L I N E
Voyage au bout de la nuit, 1932
306 Anna non era da me, ma stava da vent'anni in manicomio. Parlai con lei due o tre volte, era tutta fitta di ragionamenti sottili, pareva un Gorgia. Era sulla settantina. Perché diventasse una furia bisognava che qualcuno si mettesse a parlare della «infinita misericordia di Dio ». In chiesa, se c'era lei, il prete stava attento a non parlare della bontà di Dio, salvo che in latino, perché una volta l'aveva riempito di graffi e costretto a fuggire sanguinante. Anche ogni invito ad avere « fiducia in Dio » la faceva ruggire. Per calmarla le si diceva che Dio « può tutto » ma è senza pietà, e se ne infischia del nostro bene. Allora diventava un agnellino e singhiozzava forte. MARIO T O B I N O
Ricordo personale riferito all'Autore presso l'Ospedale psichiatrico di Maggiano (Lucca) nel 1979 175
307 Confesso che perdetti ogni fiducia nell'equilibrio umano, davanti al doloroso disordine che regnava in quell'isola. Mi sembrava che un destino cieco e indifferente, un mostruoso meccanismo insensibile, creasse e plasmasse le esistenze; mi sembrava che Moreau, con la sua passione per l'indagine, Montgomery, con la sua inclinazione per l'alcool, il popolo delle bestie, coi suoi istinti e limiti mentali, e io stesso, fossimo crudelmente e inesorabilmente schiacciati e dilaniati dalla complessità infinita dei suoi ingranaggi implacabili. H E R B E R T GEORGE WELLS
L'isola del dottor Moreau, 1896
308 Ultima malattia di suo padre. Ricerca sempre più fiacca della felicità. Fiasco dei lassativi. Sghignazzamenti sulla sua cosiddetta gioventù, grazie a Dio è finita. Nota stonata. Ombra dell'opus... magnum. E per finire un... guaito alla Provvidenza. Di tutta quella miseria, che cosa resta? Una ragazza in un consunto soprabito verde su una banchina di stazione? No, forse? . . . E che occhi, aveva! Là dentro c'era tutto... tutto... Tutta questa vecchia carogna di 176
pianeta, tutta la luce e la tenebra e la fame e la crapula dei... dei secoli!... Sì! SAMUEL BECKETT
L'ultimo nastro, 1958
309 La verità è un completo errore, come la salute è una completa malattia. NOVALIS
Frammenti, tra 1795 e 1800
310 Nella Bolla d'Oro che promulgò Alessio Comneno, per rendere alla madre Anna Dalassena, sovrana di eccelsa saggezza, insigne per le sue opere e i suoi costumi, uno splendente omaggio, ci sono abbondanti encomi. Ne estraggo una frase tra le più auree: « Tra noi, il mio e il tuo, questa parola che agghiaccia, mai venne pronunciata». K O N S T A N T I N O S KAVAFIS
Anna Dalassena, 1927
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307 Dopo il 1789 non ci sarà più armistizio tra l'individuo e la storia politica. Una « bellezza terribile » era nata, insieme ad una, più frequente, terribile bruttura. GEORGE S T E I N E R
Le Antigoni, 1984
312 I capi di questo secolo - Hitler ad esempio hanno attinto il loro sapere unicamente da opuscoli di divulgazione. Questo spiega tra l'altro l'incredibile confusione esistente nelle loro teste. CZESI.AW M l l . O S Z
La mente prigioniera, 1953
313 In tutti è Dio certissimamente; ma qual dio sia in ciascuno, non si sa cossi facilmente... GIORDANO BRUNO
De gl'heroici furori, 1585
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307 Iddio è un puro nulla: nessun ora o qui lo tocca; quanto più vorresti afferrarlo, tanto più ti sfugge. A N G E L U S SILESIUS
(Johann Scheffler von Breslau, 1624-1677), Il viandante cherubico
315 E allora dovremmo chiamare col nome di pace la servitù, la barbarie, il deserto? Se si fosse di tale parere, la pace rappresenterebbe la più miserabile delle condizioni umane! Certo, tra padri e figli le discussioni sono più frequenti e più violente che tra padroni e schiavi. Tuttavia, la vita familiare, se si sostituisse al diritto paterno una dominazione assoluta, se si trattassero come schiavi i figli, non risulterebbe migliore. Trasferire la totalità del potere ad un uomo solo favorisce la servitù, non la pace. Perché la pace, come già abbiamo detto, n o n consiste nell'assenza di guerra, ma nell'unione delle anime, nella concordia. BARUCH SPINOZA
Tractatus politicus, cap. vi, par. 5, 1676-1677
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307 Vediamo così che è all'interno dei tessuti materni che si elabora la cellula ancora misteriosa e indecifrabile, la cellula gonfia d'avvenire, munita di potenzialità invisibili, e che, oltre il materiale ereditario, possiede quella sottile disposizione interna senza cui la generazione sarebbe impossibile. A entrambi i genitori il bambino dovrà le modalità del suo essere, ma è alla madre che deve l'essere. Un certo bambino esisterà a causa del padre e della madre, ma è a causa della madre che esisterà un bambino. Geneticamente, padre e madre collaborano equamente; embriológicamente, il principale autore è la madre. JEAN ROSTAND
Maternità et Biologie, 1966
317 Non vi è dubbio, questa è una naturale proprietà dei valori autentici: nascondere gelosamente nell'intimo la propria eccellenza (quod habent eximium), ostentare e mettere in evidenza la faccia meno pregevole (quod contemptissimum), occultare il tesoro lontano dagli sguardi sacrileghi. ERASMO DA ROTTERDAM
Collectanea Adagiorum, 1500 180
307 Bel tappeto alcun celone mise fuor li drappi rocti ovra è questa d'omin docti se nel tempo et loco none. FRANCESCO DA BARBERINO
Documenti d'Amore, sec. XIV
319 Con tutti gli altri componenti del genere umano questi stessi aguzzini sono cordiali e gentili, da veri europei civili e bene educati, ma hanno la passione di tormentare i bambini: va in questa direzione la loro passione per i bambini. Ed è appunto l'aria indifesa di queste creature ad eccitarli, l'angelica fiducia del bambino, che non sa dove e da chi rifugiarsi, proprio questo accende il sangue schifoso del carnefice! ... Io non parlo delle sofferenze degli adulti, quelli hanno mangiato il frutto proibito, vadano pure al diavolo tutti quanti! Ma i bambini, i bambini... FÉDOR D O S T O E V S K I J
I fratelli Karamazov, libro V, parte n, 1880
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307 La superstizione fomentata dalle inquietudini della vita perigliosa in cui si viveva; i culti stranieri che vi penetravano con gli Orientali affluenti in numero sempre maggiore, e che impressionavano anche per la novità e i riti spettacolosi, avevano creato un'atmosfera di misticismo di cui si sentivano ovunque le ripercussioni. E col tempo, e nel mutare del governo civile, si doveva in ultimo cercare nelle professioni di fede e nelle organizzazioni di culti che vi si attaccavano, quelle forme di coesione che venivano politicamente a mancare. ETTORE CICCOTTI
Profilo di Augusto, 1938
321 « Ciò di cui mi rallegro » disse ridendo LinLei « appartiene a tutti gli uomini, che però se ne crucciano. Da giovane non fui attivo, da adulto non emulai nessuno: questo mi ha reso longevo. Da vecchio sono rimasto senza moglie e senza figli: questo, mentre la morte si fa vicina, mi rende allegro». « L'uomo aborre dalla morte, » disse Tzukung « e tu consideri una felicità morire? ». « La morte e la vita sono un andare e un tornare, » rispose Lin-Lei « perciò chi muore qui come sa che non vivrà là? Come so che 182
non siano la continuazione l'una dell'altra? E che in questo andare e tornare non sia un'illusione agognare la vita? Come so, ancora, che la morte di oggi non sia per essere migliore della vita di ieri? ». LIEH-TZU
Il vero Libro della sublime Virtù, del Cavo e del Vuoto, tra V e IV sec. a.C.
322 Molte ombre di defunti non fanno altro che lambire le onde del fiume dei morti, perché esso viene dal nostro mondo ed ha ancora il gusto salmastro dei nostri mari. Il fiume, allora, arrestato dallo schifo, si mette a correre a ritroso e risospinge i morti nella vita. Ma essi sono felici, cantano inni di ringraziamento e accarezzano le acque sconvolte. Da un certo punto in là non c'è più ritorno. E questo il punto da raggiungere. FRANZ KAFKA
Terzo quaderno in ottavo, 1917
323 Sapeva melodie che guariscono i malanni del corpo, le melanconie, i desideri. Usava molto, nella preparazione dei cibi, il miele 183
dell'Inietto. Chiamava il mare lacrima, le Orse polari mani di Rhea, la Pleiade lira delle Muse, i pianeti cani di Persefone. Proibiva le fave, adducendo essere nate insieme, dal medesimo germe putrefatto, la stirpe umana e le fave. Dei cibi animali proibiva i genitali, i piedi, la testa e i lombi, fondamento del vivente. PORFIRIO
Vita di Pitagora, sec. I l i d.C.
324 L'educazione dei figli è cosa rischiosa; se ti riesce ti sarà costata lotte e pene infinite; se non ti riesce ti è causa di un dolore a cui nessun altro può essere paragonato. D E M O C R I T O DI A B D E R A
Detto riportato da Stobeo, sec. V d.C.
325 Aver riguardi per le piante e per tutte le creature non è soltanto un modo di dire... All'epoca della festa dei ciliegi in fiore, nessuno stacca fiori dagli alberi, anche se i rami bassi proprio a questo sembrano invitare i passanti. Perfino nel più umile coolie si può osservare un sentimento delicatissimo nei 184
confronti dei fiori, e tale amore per la natura si esprime in lui sinceramente e senza artificio. Di rado un passante coglierà un fiore sul proprio cammino, preferendo che viva là dov'è spuntato. Né i bambini strappano le piante nei boschi, e tanto meno le spargerebbero lungo la strada. GUSTY HERRIGEL
Lo Zen e l'arte di disporre i fiori, 1956
326 Una donna non si muove veramente a pietà per l'uomo a cui è legata, e neppure per un figlio, ma soltanto per esseri diversi e lontani, per animali, per sconosciuti che appaiono all'improvviso, chiedendo aiuto. Più le si è legati meno si può impietosirla, si fosse pure coperti di piaghe e morsicati da serpenti. La concentrazione sul Sé e la recitazione dei mantras è più utile che attendere o sollecitare la pietà di una donna. SWAMISHARVANANDA
(Segretario dell'Ordine di Ramakrishna), Atti della Ramakrishna Mission, 1940
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307 Ah, se c'è un tempo in cui si dovrebbe, in nome della pietà, impedire di procreare, quel tempo è ben questo! JORIS-KARL HUYSMANS
A rebours, cap. x m , 1884
328 Tra un albero e una casa, scegliete l'albero. C A R L O SCARPA
(architetto, 1906-1978)
329 Conviene sperare ogni cosa: Nulla c'è d'insperabile. Per il Dio è facile tutto, Nulla è difficile. Carme pitagorico citato da Giamblico (250-325 d.C.)
330 Ma la società civile non ha nutrimento né posto per le persone veracemente oneste, o come più di solito si dice, per gli imbecilli. 186
Essa può tollerare i bricconi di media misura, ma non va più in là nella sofferenza della minchionaggine. Nel mondo civile l'unica dote apprezzabile è la capacità del male: e secondo ch'essa salga o degradi, cresce o decresce la stima e la riconoscenza degli uomini. L'uomo che si appalesa assolutamente incapace di fare il male è un miserabile e un malato, che la società può curare e avviare e incitare all'opera comune: mantenere in quello stato di infermità e di inettitudine, mai. C O N C E T T O MARCHESI
Valerio Marziale, 1914
331 - Quel che gli scrittori scrivono è niente in confronto alla realtà. Sì sì, loro scrivono che tutto è terribile, che tutto è degradato e depravato, che tutto è catastrofico e che tutto è senza via d'uscita, ma tutto quel che scrivono è niente in confronto alla realtà, la realtà è così brutta che non può essere descritta. Nessuno scrittore ha finora descritto la realtà così com'è realmente... PROFESSOR R O B E R T
THOMAS BERNHARD
Piazza degli Eroi, 1989
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307 L'autorità che un altro ha su di noi non viene né dalla sua posizione né dalla sua fama. Nasce spontaneamente e a prima vista in colui di cui sentiamo docilmente la superiorità. ODILON REDON
A soi-même, 1878
333 « Ha trovato uno scopo nei suoi figli ». Perché trovino anch'essi uno scopo nei loro figli? Ma a chi serve questa fottitura generale? CESARE PAVESE
Il mestiere di vivere, 8 luglio 1938
334 Quegli uomini conducono bene le cose loro in questo mondo, che hanno sempre innanzi agli occhi lo interesse propio, e tutte le azione sue misurano con questo fine. Ma la fallacia è in quegli che non conoscono bene quale sia lo interesse suo, cioè che reputano che sempre consista in qualche commodo pecuniario più che nell'onore, nel sapere mantenersi la riputazione e el buono nome. FRANCESCO GUICCIARDINI
Ricordi, 218, tra 1523 e 1530 188
307 Maneggiate anche una semplice foglia di verdura in modo tale che manifesti il corpo del Buddha. Questo a sua volta permetterà al Buddha di manifestarsi attraverso la foglia. E un potere che con la mente razionale non potete comprendere, e che opera in modo libero e naturale, secondo le situazioni. Tale potere agisce nella nostra vita per purificare e stabilizzarne le attività, con beneficio di tutte le cose che vivono. UCHIYAMA ROSHI
Istruzioni a un cuoco Zen, 1982
336 Una cristiana mi dice: « E necessario avere marito per essere vergine ». LEON BLOY
Le meridiani ingrat, 1894
337 Eleva il tuo pensiero al Governo e abbassalo immediatamente. ITALO CREMONA
L'Antipatico, almanacco per il 1959 189
307 Materia della storia è il fatto particolare nella sua contingenza, è quel che esiste una volta e in seguito mai più, sono le combinazioni passeggere di un mondo umano mobile come il vento, e che il minimo caso basta a travolgere e a trasformare. In questa prospettiva la materia storica ci appare come un oggetto poco degno di un esame grave e laborioso da parte dello spirito umano spirito che, finito per natura, proprio per questo, come soggetto delle sue meditazioni, dovrebbe scegliere l'infinito. ARTHUR
SCHOPENHAUER
Il mondo come volontà e rappresentazione, Supplementi: Della storia, 1844
339 La vera scuola del Comando è la cultura generale. Attraverso questa il pensiero è messo in grado di esercitarsi con ordine, di sceverare nelle cose l'essenziale dall'accessorio, di scoprire in anticipo le conseguenze e le interferenze, in breve di elevarsi ad un grado in cui gli insiemi siano visibili senza che si perdano le sfumature. Non ci f u mai capitano senza il gusto e il sentimento del patrimonio dello spirito u190
mano. In fondo alle vittorie di Alessandro, sempre si ritrova Aristotele. CHARLES DE GAULLE
Verso l'esercito di mestiere, 1934
340 Opporsi al male non si può. Ci si può opporre al bene. A N T O N PAVLOVIC CECHOV
I quaderni del dottor Cechov, tra 1891 e 1904
341 Ogni forma essenziale dello spirito giace nell'ambiguità. Più questa forma si sottrae al paragone con altre, più dà luogo ad una molteplicità di apparenze. MARTIN HEIDEGGER
Introduzione alla metafisica, 1935
342 Se vuoi avere un potere che non perisce, non appoggiarti a una potenza che perisce. IBN 'ATÀ' ALLAH
Hikam (« Sentenze »), sec. XIII 191
307 Scritta di una vecchia meridiana: « È più tardi di quanto non crediate ». LÉON BLOY
Quatre ans de captivité à Cochonssur-Marne, 13 settembre 1901
344 Le azioni dell'uomo sono sempre stolte, ma tra tutte idiozia impareggiabile è perdere il sonno e sperperare patrimoni per costruirsi una casa in un luogo come la città, il più insicuro di tutti. K A M O - N O - C H Ó M E I (1154-1216) Hòjóki (« Ricordi di un eremo »)
345 Assistendo ad una delle più belle scene di Bunraku — la morte della volpe bianca - si torna a provare l'intimo struggimento delle cose (mono no aware). Tutta una parte dello spettacolo racconta i pianti della volpe che, dopo essere stata donna, ritorna, abbandonata, alla sua condizione animale. Sul vasto piano panoramico, si vede la volpe, sola, circondata da una folla di viventi che lavorano 192
congiuntamente per animare la marionetta e farne sprizzare tutto il dolore. Cinque suonatori di shamisen, quattro recitanti, tre manipolatori e, nascosti, non so quanti musici ancora: tutto questo per arrivare a dire lo sconforto indicibile della volpe. GEORGES B A N U
L'acteur qui ne revient pas, 1986
346 Un governo repubblicano ha la virtù per principio; oppure il terrore. Che cosa vogliono quelli che non vogliono né la virtù né il terrore? La forza non fa la ragione né il diritto; ma farne a meno è, forse, impossibile, per fare rispettare il diritto e la ragione. Fino a che vedrete qualcuno nell'anticamera dei magistrati e dei tribunali, il governo non varrà nulla. E orribile che si sia obbligati a chiedere giustizia. L O U I S DE S A I N T - J U S T
Ecrits posthumes, tra 1793 e 1794
347 ho udito la chiave Girare nella porta una volta, girare una sola [volta
DAYADHVAM:
193
Ciascuno nella sua prigione pensiamo alla [chiave Pensando alla chiave ciascuno rafforza la [sua prigione Solo al cader della notte rumori eterei Ravvivano per un attimo un Coriolano [disfatto. THOMAS STEARNS ELIOT
The Waste Land (« La terra desolata»), 1922
348 La nostra civiltà non sa decifrare le tracce dell'annientamento di tutte le cose (cioè del loro esser tutte rese un niente) che sopraggiunge all'interno della fede nell'esistenza del divenire, aperta dai Greci. Ma queste tracce stanno dovunque. EMANUELE SEVERINO
La guerra, 1992
349 Morì la sera del 6 giugno 1533, sorridente ancora alla vita che lasciava dietro di sé e a quella che gli splendeva innanzi, e dicendo, a consolare il cordoglio dei pochi intimi che singhiozzavano intorno al suo capezzale, 194
che « volentieri moriva, e anche più sentendo quanto sia vero che gli uomini abbiano a ritrovarsi nell'altra vita: parendogli un'ora mill'anni di rivedere tanti suoi amici ». GIULIO UBERTAZZI
Vita dì Ludovico Ariosto, 1936
350 I nostri coglioni di Padri della Patria non si formalizano, né si scatenano contro simili viliacherie, e malediranno un giovane di merito che non anderà alle quarant'ore tutti i giorni. Molti popoli del nort che noi diciamo barbari, infliggono delle leggi penali contro chi non rispetta se stesso, e noi colti, noi illuminati, noi sondiamo alla basezza, e dialoghiziamo colla vergogna familiarmente. G I A M B A T T I S T A BIFFI
Diario, 11 giugno 1778
351 I concetti che oggi unificano le varie tendenze culturali si ritrovano solo nell'ordine di idee come «benessere, potenza, sicurezza » (comprendente pure « pace e ordine »): tutti ideali assai più fatti per dividere che 195
per unire, e tutti procedenti solo dall'istinto naturale, non nobilitato dallo spirito. Già l'abitante delle caverne conosceva questi ideali. Subordinando il concetto di cultura a un ideale di benessere, potenza, sicurezza, ricacciamo il concetto di cultura al livello animale, dove esso non ha più senso. Un concetto di cultura si attua solo allorché l'ideale che ne determina l'indirizzo è più elevato degli interessi rivendicati dalla comunità stessa. La cultura deve avere un indirizzo metafisico; altrimenti non esiste. JOHAN
HUIZINGA
La crisi della civiltà, 1935
352 Qui, nella solitudine, ho la strana sensazione di contenere in modo assoluto troppo essere umano. Viene fuori come il dentifricio da un tubetto rotto, non vuole restare entro i confini del corpo. E una strana esperienza, di peso e di materia. E forse la materia spirituale che fumigando si rovescia al di fuori del mio corpo. ... Una scena che vedo è quella in cui le sorelle sono disperate e si sostengono reciprocamente i volti e le mani, senza poter parlare. INGMAR BERGMAN
Immagini, 1991, diario durante le riprese di Sussurri e grida, aprile 1971 196
307 Ci sono sette tipi d'uomini inadatti all'amicizia: un nobile di elevata condizione; un uomo giovane; un uomo fisicamente molto vigoroso, a prova di qualsiasi malattia; un bevitore di sakè; un soldato brutale ed esaltato; un bugiardo; un avaro. Ci sono tre tipi d'uomini adatti all'amicizia: uno capace di donare; un medico; uno che abbia sapienza. (1283-1350) Tsurezuregusa (« Le ore d'ozio »), CXVII
U R A B E KENKÓ
354 Portatelo via, compagni; e siate con me immensamente indulgenti, constatando, in quel che ora si compie, la smisurata indifferenza divina. Gli Dei generano figli, e se ne proclamano padri: e poi permettono che soffrano tanto! Se il futuro ci è ignoto, altro non ci offre il presente che pianti. Pianti per noi, e vergogna per loro. Il presente altro non ci offre che sofferenze: tra le più crudeli che tocchino a chi è schiacciato dalla sciagura. CORIFEO. Vergine, va' via di qua, torna a casa. Hai appena assistito a impressionanti, inILLOS.
197
solite morti, a un succedersi di fatti luttuosi mai veduti... E tutto questo è Dio, tutto! SOFOCLE
Le Trachinie, vv. 1264-1278
355 Il giorno in cui delle squadre di medici-automi avranno preso il potere in quelle vaste officine di riparazione del « materiale umano » - i nostri ospedali del futuro - i malati che dovranno curare non saranno più individui, ma soltanto macchine umane. A che cosa serve rendere più umani i nostri impianti ospedalieri, quando con ogni artificio si lavora a disumanizzare la stessa medicina? L E O N B I N E T - PIERRE V A L L E R Y - R A D O T
Médecine et Littérature, 1965
356 Non si scopre l'America due volte. Giunti troppo tardi al favoloso banchetto dei misteri, è inutile ostinarsi a volerne risuscitare il miracolo rosicchiando le ossa rimaste sotto la tavola. ARTURO MARTINI
La scultura lingua morta, 1945 198
307 Sventura ai likovrissioti che mangiano e si saziano senza pensare ai bambini del Saràkina! Ogni creatura che muore di fame alla nostra porta, si aggrappa al collo di ognuno e lo fa affondare nelle fiamme eterne. Quanti siamo qui a Likovrissi? Duemila? Per ogni creatura che muore di fame sul Saràkina ci sono duemila morti che si aggrappano al nostro collo. Bella fierezza, presentarsi un giorno così al Signore! NIKOS KAZANTZAKIS
Cristo di nuovo in croce, 1936 358 Io non credo nella letteratura. Non credo alle sue possibilità di educare esseri umani. L'esperienza della umanitaria letteratura russa ha portato, sotto i miei stessi occhi, alle sanguinarie brutture del ventesimo secolo. Neppure credo alla possibilità di prevenire le cose, di evitare che si ripetano. La storia si ripete. Ogni fucilazione del '37 può essere ripetuta. Ma allora perché, nonostante tutto, scrivo? Perché qualcuno, nella mia prosa lontana da ogni menzogna ... [frase incoerente] ... L'uomo deve pur fare qualcosa... VARLAM T I C H O N O V I C SALAMOV
Nel lager non ci sono colpevoli (appunti manoscritti), circa 1970 199
307 Mi pare che all'anima succeda un po' come ad una locanda, quando vi prendono ricetto delle canaglie: fanno buchi nei muri, riempiono le stanze di sudiciume. Non hanno nessuna cura del luogo, col pretesto che appartiene ad altri. E l'anima, trascurata, viene insozzata allo stesso modo; diventa abitazione di una folla di spiriti malvagi. Solo quando il Padre, il solo Buono, ne abbia cura, l'anima è santificata e risplende di luce. Beato colui che è in tale condizione di cuore, perché vedrà Iddio. (Órca 150-215) Stromata, II, 20, 114
CLEMENTE A L E S S A N D R I N O
360 Che importa se siamo nati in un pollaio, quando siamo usciti da un uovo di cigno? H A N S C H R I S T I A N ANDERSEN
Il brutto anatroccolo, 1845
361 HAMM. CLOV.
Che cosa sta facendo? Piange. 200
Dunque vive. Hai mai avuto un attimo di felicità? CLOV. No, che io sappia. HAMM.
SAMUEL BECKETT
Finale di partita, prima rappresentazione, Londra 1° aprile 1957
362 E su tutte le labbra trovava uno stanco desiderio di pace, e il terrore per le autorità costituite, con quella loro opprimente parodia di amministrazione, senza legge, né sicurezza, né giustizia. JOSEPH C O N R A D
Nostromo, 1904
363 Non essere amati è solo sfortuna; non amare è sventura. ALBERT CAMUS
L'uomo in rivolta, 1951
201
307 Era una chiara sera di un'umida estate... T u venivi solo, con la tua pena, fratello. ANTONIO
MACHADO
Fue una clara tarde..., da Soledades, 1903
365 Sunt lacrimae rerum et mentem mortalia [tangunt. Nulla c'è che non pianga. La vista Delle miserie umane si fa pensiero VIRGILIO
Eneide, I, 462
366 « Solo un Dio può salvarci » dice Heidegger. Ma se è un Dio a perderci? Obbiezione di un'allieva a Luigi Pareyson, riferita da lui stesso al Compilatore, Rapallo 1988
202
307 Volendo pena tu hai dilecto; et volendo dilecto, tu hai pena. CATERINA DA SIENA
A don Giovanni Sabbatini da Bologna, lettera 187 (non databile)
368 Utique nostra regio tam praesentibus piena est numinibus, ut facilius possis deum quatti hominem invenire. Ad ogni modo la nostra zona è così piena di numi tutelari, che puoi più facilmente trovarci un dio che un essere umano. PETRONIO
Satyricon, 17, 5
369 Oh tu, Dio perduto! Tu, Orma infinita! R A I N E R M A R I A RILKE
Sonetti a Orfeo, 26, 1922
370 Non senza ragione Hermes era considerato inventore del linguaggio (sermonis dator). Fa 203
parte della saggezza ermetica della lingua greca stessa, che la parola per designare il più semplice e muto monumento di pietra, l'erma, da cui il nome del Dio proviene, foneticamente corrisponda al termine latino sermo, discorso, e ad ogni specie di esplicazione per mezzo della parola. Erma è la base di ermeneutica. Hermes è ermeneuta, mediatore per mezzo della lingua, e non soltanto in base a questa coincidenza fonetica. Egli è essenzialmente generatore e portatore di luminoso, un Illuminatore, dio dell'esplicazione, dell'interpretazione... K À R O L Y KERÉNYI
Miti e misteri - Hermes, la guida delle anime, 1942
371 Etiam carnifices cenaturi manus abluunt. Anche i carnefici, prima di andare a cena, si lavano le mani. S E N E C A IL V E C C H I O
Controversiae, libro IX, cap. 11
372 Se tu dici ad un uomo: dormi seduto, quando da infinite generazioni l'uomo ha dormi204
to sdraiato, non è cosa facile ad ottenere senza infinito strazio. Per di più con la febbre e un'agitazione nel corpo che mi rende ardente. Naturalmente, se mi sdraio, mi sembra di soffocare. (Gino Bonichi) Lettera a Enrico Falqui, Roma 1° maggio 1933
SCIPIONE
373 Carissimi genitori: il mio desiderio di acqua (che da noi viene sempre in tavola in grandi bicchieri dopo la birra) e di frutta non è minore di quello di birra, ma per il momento si va adagio. Cord, saluti Franz. FRANZ KAFKA
Cartolina a Julie e Hermann Kafka, Vienna 26 maggio 1924
374 Sento che la mia sete si avvicina... FRANÇOIS VILLON
Testamento, v. 729, 1461
205
307 È bene sapere che i bicchieri ci servono per bere; il male è che non sappiamo a che cosa serve la sete. ANTONIO
MACHADO
Proverbios y Cantares, XLI, 1913
376 « Ti ricordi di quando eravamo adulti insieme? ». In una scuola elementare, un bambino di otto anni ad una compagna, Torino 1986
377 Noi diciamo che il cane ha paura che il padrone lo batta; ma non che tema di essere battuto dal padrone domani. Perché non lo diciamo? LUDWIG WITTGENSTEIN
Ricerche filosofiche, 1945
206
307 La legge morale, grazie all'Imperativo, è lina proposizione che ammette come ordini divini i doveri, anche quando non si decida nulla circa l'esistenza di Dio. La forma della legge ne è il fondo a questo riguardo; l'Imperativo è un ordine di Dio; questa non è una semplice frase. E tuttavia l'esistenza di Dio è indimostrabile; né l'esperienza né la pura ragione possono stabilirla; non è né una proposizione analitica, né una proposizione sintetica. Il soggetto dell'imperativo categorico in me è un oggetto che merita di essere obbedito, è un oggetto d'adorazione... Est Deus in nobis. IMMANUEL KANT
Opus postumum, fascicolo VII, circa 1801
379 Allorché il vecchio ebbe legata la corda al remo mi parlò in questi termini essendo stati ambedue in silenzio. « Oggi l'Inferno è tutto in commozione, ma la sua collera si frangerà contro la forza di Colui che regna ». « Sì, sì, mio buon vecchio, » gli dissi « Dio solo ha potuto salvarvi da questa spaventosa 207
tempesta. Si direbbe che realmente l'Inferno si è scatenato ». « L'Inferno sarà scatenato, mio buon giovane, » mi rispose « ma invano ruggisce contro la potenza di Colui che regna. L'uomo che confida in Lui, non perisce giammai». D A V I D LAZZARETTI
La terra dei grandi, visione che ebbe la mattina del 25 aprile 1868, al ritorno da Siena, assalito da febbre
380 Avverrà in tal modo. Iddio manderà a noi un celeste liberatore, il quale vedremo improvviso comparire mischiandosi fra la ribellione dei popoli, tenente in mano una verga, ed una gemma nel dito medio della sinistra mano, ed in virtù di questi doni, donatigli da Cristo stesso, opererà miracoli e meraviglie da far stupire il mondo, e coll'eloquenza della sua divina parola spariranno i nemici di Dio davanti a lui come fumo al vento. DAVID LAZZARETTI
Lettera anonima di profetici ammonimenti, tipografia Gorgoni, Arcidosso, 1873
208
307 Nessun uomo saggio si augurò mai di ringiovanire. J O N A T H A N SWIFT
Pensieri su vari soggetti morali e divertenti, 1706
382 La natura è oggi protetta dai suoi assassini... La società che distrugge la natura ha tanta voglia di proteggerla, purché non sia messo in questione il suo principio: la crescita esponenziale. L'ipocrisia, è di associare la natura al suo contrario: il profitto, la produzione... Si risente un'oscura inquietudine e la si esorcizza parlando di protezione della natura... Nel 2020 la protezione della natura avrà fatto passi da gigante: sarà stata finalmente messa in opera la produzione di una natura sintetica. Le strade saranno orlate di sbarramenti elettrici che impediranno alle lumache di farsi schiacciare dalle auto: la chiocciola, in certe riserve riparate, addirittura riapparirà. BERNARD CHARBONNEAU
Tristi campagne, 1973
209
307 Meglio la fame, piuttosto che il peso del collare. ESOPO
Il lupo e il cane, sec. VI a.C.
384 È là, precisamente, nell'adorazione degli animali, che noi tocchiamo il mistero irrivelato dell'Egitto. La muta parola della Sfinge, la parola di tutto quanto l'Egitto, da nessuno finora intesa, è « cerca Dio nell'Animale ». DMITRIJ MEREZKOVSKIJ
I misteri dell'Oriente, circa 1915
385 Ma dimmi, Pietro, cos'è questo silenzio? ALESSANDRO MANZONI
Lettera al figlio Pier Luigi, Lesa 22 gennaio 1850
210
307 Al re mio signore, dal suo servo Abat-sarriusur. Salute al re mio signore. Riguardo a Nabù-eres, il caldeo, di cui il re mio signore ha scritto « che lo si controlli di nascosto » — conforme a quanto il re mio signore mi ha scritto, ho dato disposizioni, e un controllo segreto di costui è stato organizzato. Proprio adesso si è messo in moto ed è partito, dicendo: « Mi reco al palazzo per un'udienza ». Lettera dalla Corte assira, epoca di Sargon II, fine sec. V i l i a.C.
387 In tutto il mondo quella notte si svegliò, per tutta la cristianità era sospeso nell'aria pungente delle campagne un lugubre mormorio, come un ronzare di api nell'erica, e nelle città questa agitazione sommessa diveniva un clamore tumultuoso. H E R B E R T GEORGE WELLS
La stella, 1908
211
307 Devi uscire da questo sonno: Da questa tua pelle flagellata. G H I O R G O S SEFERIS
Solstizio d'estate, 1966
Il Raccoglitore termina questo suo lavoro, nella libreria sua di Crumiria, il 18 ottobre 1993.
212
Abù Yazïd Bistâmï, 42 Abù'l-Hasan al-Âmirï, 160 Achmatova, Anna, 261 Alvaro, Corrado, 54 Amiel, Henri-Frédéric, 58 e 128 Ampliato, Caio Sulpicio, 72 Andersen, Hans Christian, 360 Andrea da Barberino, 292 Archiloco di Paros, 296 Aristotele, 179 Artaud, Antonin, 263 e 283 Aryasura, 63 Asimov, Isaac, 140 e 201 Asoka, 1 Banu, Georges, 345 Baudelaire, Charles, 60 Bazlen, Roberto, 92 Beccaria, Cesare, 146 Beckett, Samuel, 10, 48, 56, 308 e 361 Bellow, Saul, 153 Benn, Gottfried, 74 e 273 Berdjaev, Nikolaj, 136 e 284 Bergamin, José, 295 e 304 Bergman, Ingmar, 236 e 352 Bernanos, Georges, 36 Bernhard, Thomas, 264 e 331 Bhagavadgitâ, 61, 1 8 4 e 2 1 8 Biffi, Giambattista, 350 Binet, Léon - Vallery Radot, Pierre, 355 Blavatsky, Helena Petrovna, 281 Bloy, Léon, 25, 336 e 343
215
Borchardt, Rudolf, 278 Borges, Jorges Luis, 181 Borsi, Giosuè, 293 Boswell, James, 224 Botallo, Leonardo, 162 Bronté, Emily, 208 Bruno, Giordano, 217 e 313 Buber, Martin, 39 Buchner, Georg, 134 e 291 Buddha, 13 Bunuel, Luis, 142 e 203 Buzzati, Dino, 59 Calasso, Roberto, 167 Campana, Dino, 93 Campanile, Achille, 84 Camus, Albert, 363 Canetti, Elias, 175 Capote, T r u m a n , 194
Carme pitagorico, 329
Castoriadis, Cornelius, 152 Caterina da Siena, 30, 227 e 367 Caterinetta da Genova, 215 Cecco d'Ascoli, 271 Cechov, Anton Pavlovic, 22, 156, 282, 288 e 340 Celan, Paul, 109 Céline, Louis-Ferdinand, 83 e 305 Cervantes, Saavedra Miguel de, 216 Charbonneau, Bernard, 382 Chiaromonte, Nicola, 287 Ciccotti, Ettore, 320 Clemente, Alessandrino, 359 Coccioli, Carlo, 91 Comisso, Giovanni, 86 e 95 Confucio, 4, 174 e 195
Conrad, Joseph, 277 e 362 Corano, 37 e 209
Cremona, Italo, 337
Debussy, Claude, 185 Defoe, Daniel, 171 De Gaulle, Charles, 339 De Grada, Magda, 243 De Imitatione Christi, 212 Della Casa, Giovanni, 286 Democrito di Abdera, 324 De Sade, Alphonse, 222 Detto tradizionale del Profeta dell'Islam, 66 e 232 Deuteronomio, 16, 19-20, 119 Dickinson, Emily, 249 e 262 Dòblin, Alfred, 44, 102 e 235 Dostoevskij, Fëdor, 19, 53, 80, 118, 256, 289 319 Durrel, Lawrence, 198 Eliot, Thomas Stearns, 347 Emmerich, Anna Catharina, 279 Epicuro, 67, 168 e 197 Eraclito di Efeso, 35 Erasmo da Rotterdam, 317 Eschilo, 280 Esopo,79 e 383 Flaiano, Ennio, 87, 126 e 303 Fogazzaro, Antonio, 105 Fourastié, Jean, 147 Francesco da Barberino, 318 Francisco Ferrer, Eliseo, 85 Ghirardelli, Cornelio, 96 Gide, André, 52 Giovenale, Giunio, 241 Gómez de la Sema, Ramon, 100 Goncourt, Edmond de, 301 Graciân, Baltasar, 15 Gramigna, Giuliano , 176 Gramsci, Antonio, 204 Guicciardini, Francesco, 33, 34 e 334
Hägen, Victor von, 210
217
Harrois-Monin, Françoise, 244 Havel, Vâclav, 137 Heidegger, Martin, 9, 149, 163, 180, 270, 341 Herrigel, Gusty, 325 Hesse, Hermann, 47 e 62 Hillesum, Etty, 64 Hölderlin, Friedrich, 178 Horkheimer, Max, 150 Hugo, Victor, 46 e 228 Huizinga, Johann, 351 Husayn Mansür al-Halläj, 29 Huxley, Aldous, 104, 135 e 186 Huysmans, Joris-Karl, 327 Ibn 'Ata' Alläh, 342 1 de ville, Henry d', 139
In una scuola elementare, 376
Ionesco, Eugène, 57 Jaläl ad-DIn Rûmî, 250 Janouch, Gustav, 81 Jaspers, Karl, 103 e 151 J0rgensen, Johannes, 290 Josipovici, Jean, 238 Jung, Carl Gustav, 73, 76, 148 e 300 Kafka, Franz, 254, 258, 322 e 373 Kamo-No-Chömei, 344 Kant, Immanuel, 275 e 378 Kautillya, 6 e 199 Kavafis, Konstantinos, 50, 170 e 310 Kawabata, Yasunari, 98 Kazantzakis, Nikos, 357 Keegan, John, 12 Kenkö, Urabe, 353 Kerényi, Kâroly, 370 Kierkegaard, S0ren, 207 Laclos, Pierre Choderlos de, 138 Lagneau, Jules, 65 Lang, Fritz, 274
218
Lazzaretti, David, 379 e 380 Léautaud, Paul, 155 Leopardi, Giacomo, 111 e 121
Lettera dalla Corte assira, 386 Libro dei Maya, 200 Libro di Daniele, 214 Libro di Enoch, 8
Lieh-Tzu, 321 London, Jack, 108 Lutero, Martin, 97 e 172 Machado, Antonio, 364 e 375 Machiavelli, Niccolò, 21, 94 e 247 Mac Orlan, Pierre, 145 e 234 Magris, Claudio, 239
Manoscritti del Mar Morto, 251
Manzoni, Alessandro, 166, 182 e 385 Maranon, Gregorio, 157 Marchesi, Concetto, 330 Martini, Arturo, 144 e 356 Mathieu, Vittorio, 246 Mattirolo, Girolamo, 302 Maupassant, Guy de, 71 Melville, Hermann, 2 Merezkovskij, Dmitrij, 384 Merini, Alda, 267 Michelstaedter, Carlo, 82 e 125 Milosz, Czeslaw, 312 Muhammad Ibn Abd al-Jabbàr al-Niffari, 183 Muhyi'd-dìn Ibn Arabi, 196 Muller, Friedrich von, 257 Nietzsche, Friedrich, 101 e l l 4 Novalis, 309
Obbiezione di un'allieva, 366 Odier, Daniel, 159 Okakura, Kakuzó, 192 Oliver, Frederick, 88 e 124 Ortega y Gasset, José, 221
219
Papaioannou, Kostas, 191 Papus (Dottor Gérard Encausse), 276
Parabola centrafricana, 219
Pareto, Vilfredo, 99 e 202 Parise, Goffredo, 141 e 169 Pascal, Blaise, 269 Pavese, Cesare, 333 Pellifroni, Marco, 129 Petronio, 368 Piovene, Guido, 14, 20, 127 e 133 Pitagora, 265 Poe, Edgar Allan, 193 Porfirio, 323
Proverbio dei nomadi Maràziq, 89 Proverbio di origine incaica, 117 Ptahhotep, 213 Quinzio, Sergio, 260 Rabbi Hillel il Babilonese, 294 Rabbi Tarfon, 123 Redon, Odilon, 220 e 332 Rensi, Giuseppe, 225 Rilke, Rainer Maria, 369 Rimbaud, Arthur, 113 Ronchey, Alberto, 131 Roshi, Uchiyama, 335 Rostand, Jean, 132 e 316 Roth, Joseph, 68 Sachs, Maurice, 90 Saint-Just, Louis de, 346 Saint-Martin, Louis-Claude de, 31 Salamov, Varlam Tichonovic, 358 Sallustio Crispo, 26, 187 e 188 Sankara, 27 Sartre, Jean-Paul, 115 Scarpa, Carlo, 328 Schmitt, Cari, 5 Schopenhauer, Arthur, 55 e 338
220
Scipione (Gino Bonichi), 372
Scritto su banconota da L. 1000, 229 Seferis, Ghiorgos, 268 e 388 Seneca il Vecchio, 299 e 371 Servier, Jean, 130 Severino, Emanuele, 17 e 348 Shakespeare, William, 106 Shang Yang, 7 Shiranami, Otoko, 69 Silesius, Angelus, 314 Singer, Isaac Bashevis, 32 e 206
Siracide o Ecclesiastico, 143
Sironi, Mario, 223 Slataper, Scipio, 18 e 297 Sofocle, 354 Solzenicyn, Aleksandr, 110 e 177 Spinoza, Baruch, 28 e 315 Steiner, George, 165 e 311 Stekel, Wilhelm, 158 Stendhal, 242 Stuparich, Giani, 285 Su-Chè, 45 Suarès, André, 189 e 211 Suetonio, 266 Sun-Tzu, 259 Swami Sharvananda , 326 Swami Sivananda, 41 Swift, Jonathan, 112 e 381 Tacito, Cornelio, 75 e 77 Tanizaki, Yun'ichiro, 43 Tao Tè Ching, 24 Thiess, Frank, 11 Tobino, Mario, 164 e 306 Tolstoj, Lev, 38, 49, 70, 107 e 205 Tommaseo, Niccolò, 40 e 226 Tsang Nyong Heruka, 240 Ubertazzi, Giulio, 349
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Ultime lettere da Stalingrado, 237
Valensin, Georges, 252 Vauvenargues, Lue de, 78 e 255 Verga, Giovanni, 298 Verne, Jules, 190 e 245 Verrua-Piegadivenere, Anna, 122 Villeneuve, Roland, 120 Villon, François, 374 Virgilio, 365 Vittorini, Elio, 116 Wang Ch'ung, 161 Wells, George Herbert, 16, 233, 272, 307 e 387 Wilson, Colin, 51 e 230 Wilson, Edward, 154 Wittgenstein, Ludwig, 377 Yeats, William Butler, 253 Yourcenar, Marguerite, 23 Zapata, Emiliano, 248 Zola, Emile, 3 Zolla, Elémire, 231 Zweig, Stefan, 173
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