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Italian Pages 52 Year 1996
Jack Kerouac nasce nel 1922 a Lowell, Massachusetts, da una famiglia originaria del Quebec. Nel 1939 entra, per meriti sportivi, alla Columbia University, dove incontra Neal Cassady, Allen Ginsberg e William Burroughs. Il suo primo romanzo, La città e la metropoli, appare nel 1950, ma è Sulla strada (1957), con il racconto dei suoi vagabondaggi insieme a Neal Cassady, che consacra uno stile di vita e un'epoca noti come la "beat generation facendo di Kerouac uno dei più controversi e noti scrittori contemporanei. Seguono altri romanzi, come I vagabondi del Dharma e Angeli di desolazione, frutto di una scelta di vita tutta all'insegna della trasgressione. Muore a St. Petersburg, Florida, nel 1969. Significativa e originale è anche l'opera poetica, in particolare quella che affonda le sue radici nell'esperienza musicale del jazz. In essa Kerouac trova la struttura più adatta a esprimere, con il massimo della libertà e della spontaneità, la fusione di testo e suono.
Jack Kerouac
San Francisco Blues 71 poesie
Traduzione di Massimo Bocchiola
DA SAN FRANCISCO BLUES
4
DA DESOLATION BLUES
31
DA ORIZABA 210 BLUES
41
DA CERRADA MEDELLIN BLUES
43
DA RICHMOND HILL BLUES
46
da SAN FRANCISCO BLUES
1° CHORUS Vedo le schiene Di Vecchi lentamente Riversantisi in nere Botteghe.
2° CHORUS Facce rugose neri Baffuti con berretti da soldato Sgualciti all'incontrario Scalpicciano con sacche Di tela & rimpianti Parlottando a segreti Compari dai capelli lunghi Sul marciapiede Della 3a strada San Francisco Sotto la pioggia degli scappamenti Prurito nella nebbia Vedi alle nere Entrate dei negozi— Peti camion carezze— Immensamente città.
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3° CHORUS Il Mercato della 3a Affittasi Ha un ingresso a piastrelle Piastrelle slavacciate un tempo bianche Adesso le incrosta la gomma Di millepercento piedi Piedi di passanti che non Camminavano dritti Ma chini per girare il paginone Delle zinne di time Mentre il fumo gli usciva Dalle narici Ma lenti come vecchi Robivecchi mascella affilata Che si affrettano con il fagotto Favoloso sacco di patate Verso i viali dell'alba Venivano, chinandosi a sputare, & Trapestando via.
4° CHORUS Il tetto dello sciamannato casamento Su 3a & Harrison Ha Belfast pitturato Nero su giallo Sul fianco appare il vecchio legno di Frisco con le tavole rigate dalla pioggia & una 5
bottiglia azzurra mezza cancellata dipinta un giorno per bieche ragioni mercantili da un seltzerita eccitato poi quando arrivano i pompieri ieri pomeriggio & allungano la scala verso un inutile incendio che non c'era, così, Belfast starà cantando in questo tempo
5° CHORUS quando la marca è dimenticata il gusto annacquato dalla pioggia allargati gli scoli & ogni corpo andato gli acrobati del casamento che avevano inciso bel fast tutti tuffatori e tutti i tuffatori si tuffarono ah le bambine proiettano sul marciapiede ombre più brevi dell'ombra della morte in questa città—
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7° CHORUS Ragazzotti citrulli coi labbroni E pelle nera Portano borse di carta Insensatamente: «Smettila di molestare il gatto!» Gli ha gridato sua madre Ieri e adesso Lui va al lavoro Per la Terza Strada Nell'alba di latte Rotola piano sulla collina Alle note dei Pifferai Inglesi di miniere più bianche, «Matto mattone, Pinze sul groppone; Mena catena Reni nella schiena; Cocco coccodè! Arance e te! Mallo tarallo Il rosso gallofallo»
9° CHORUS Ahinoi! La gioventù trema, Papino si è traviato. Che raccontare Ai leccati ambasciatori Della verità della morte Ricchi, papponici, 7
Nel vischioso mattino; O ai tristi berretti bianchi Di marinai nevosi Per le vie grigie Di San Francisco Mulinano le braccia per passare L'incrocio di Harrison E arraffarsi la porpora del più tardo tramonto
11° CHORUS Come puoi indovinare Che cosa ha in mente L'ossuto Tipo in giacca da lavoro Scozzese & occhiali Col pranzo appresso Incede sobbalzando Lento al lavoro O la ragazza splendidamente Indiana e regale che si affretta Nella Drogheria Marathon Tenuta da greci A comprarsi le banane Per la sua notte d'amore, A cosa pensa? Ha labbra come ciliegie, Protese dalle gote Per farti ancor più voglia di baciarle Di succhiarne ogni succo. 8
12° CHORUS La giovinetta fugge l'uomo vecchio, Profezia maomettana: E ce li ha, gli avocados, Tuttimodi. La puttana furtiva Si guarda alle spalle Nell'aprire la porta Di casa Del suo magnaccia Che con un cappellone Harry Truman da Negro Arkansas O Petroliere Texas Orientale È stato impiedi in strada Tutto il giorno Ad aspettare la ragazza fredda China nel suo abitino al vento E al piovischio domenica dopopranzo Per entrare & pigliarsi un po' di pane Perché Papà stanotte ha da dormire E torna Musogiallo
14° CHORUS Quando i flautisti non aggrotteranno più E i fumatori non esaleranno più Gli spettatori non guarderanno più E le donne non passeggeranno più Quando le barbe grigie Smetteranno di crescere E il dolore non più 9
Ti coglierà di sorpresa E cigoleranno i letti Senza ritmo al mattino E le ossa di gente prosciugata Non saranno sospinte Da un senso torvo gambe Di ragione a propulsione pelvica Verso un luogo che detesti, Allora andrò a posare il mio corpo Corona sulle teste di 3 uomini Correnti & ridenti Nella direzione sbagliata, Idolo mio
16° CHORUS Rabbiosamente mi tocca di insistere— Il falso capitano Di nave negro Colla giubba sdrucita Che somiglia a Charles Chaplin in un film girato circa adesso nell'aria da una ciurma di deliranti idrofobi angeli sbavanti felice mente fra i giocondi cicciardi Cherubini A far entrare quel serio Mascelluto sincero Stallone negro 10
All'albeggiare Per un rondò di delitti È Lucifero l'Impostore
17° CHORUS Le bambine si preoccupano troppo Poiché nessuno gli farà del male Salvo la bestia Che accoltellerebbero In un'altra vita A Est come A Ovest di Betlemme E fino in fondo Retorica Terza Strada Che cerca di acciuffare la bagarre Geme & fetente Io non ho tempo Da giocarmi in baruffe Nella casa del tuo cuore, È troppo grigia Ho troppo freddo— Io voglio andare al Golden, È quella casa mia.
20° CHORUS E ho conosciuto E raggirato ho scritto Le poesie del balordo Che incontrò il Dritto Che gli disse: «O Balordo 11
Quando vieni con me A ripulire i ciucchi Addormentati Non ti viene la voglia di tornare A casa nel salotto di tua mamma E quando i piedipiatti Arrivano uragani Con le 45 cariche Non domandare oro Né argento alla mia borsa, Il suo latteo tumulto Sarà sparso E disperso Nella sabbia Da una vecchia lattina di fagioli E birra disidratata Sedemmo & chiacchierammo di—
22° CHORUS Perché il mondo è un Occhio E l'universo Vede Liquido Raro Radiante. Gli stravaganti di fuori città È meglio non riempiano Questo spazio bianco Perché io do lavoro Sulla mia barca grigia e fornisco gli Smoking. Batterie di pubblicitari 12
Che marciano a braccetto Fra le pagine Di Time & Life
23° CHORUS Le sale dell'MCA I diaconi che cantano Nel mattino collegiale Sempre meglio del secco cereale Quando non è porridge Piedipiatti & grilletti Cazzi a caricatore Ombre Bastarde Eroine fantasma. Tu dondola l'ombrello Sul marciapiede Mentre passi O buffetti un bambino Sulla spalla Dicendo «Prego Dov'è Threadneedle Street?»
24° CHORUS San Francisco è troppo triste Il tempo, non lo so capire La nebbia, ammanta le colline Assiderando i piedi senza scarpe Colma di giorno camere nere 13
Nerogiorno alle bianche finestre E buio nello strazio dei pianoforti: Ombre dell'età del jazz Che sfilano; scalette di rimandi Secchio bianco dell'imbianchino Commedie da spanciarsi dei 3 Stooges E l'Eroe con la testa nel pallone Moofle Lip ha aspirato tutto Chiedendosi perché Il latte & panna dei cieli Fosse scritto in foglio d'oro Su un libro—grandi occhi Per il mondo Il meglio da vedere—
27° CHORUS San Francisco San Francisco Sei un barbone che brontola Dentro un lacero abito marrone Non puoi farti una donna In un angolo piovoso I tuoi angoli si aprono San Francisco Sulle campate ad arco Delle Foche Perdute nei vapori Freddi e nudi.
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32° CHORUS Le belle ragazze S'imbellettano e stop Ma i bei ragazzi Soffrono. Calce bianca pioggia chiazza Ghiaia tetto vetro nero Rosso legno azzurro neon Montacarichi verdi Uccelli che cambiano colore Formiche bianche Ti salgono sul ginocchio Tese alla libertà.
36° CHORUS Virare al vento. Ho i blues di San Francisco Più blu dell'infelicità Ho i blues di San Francisco Più blu dell'eternità E devo proseguire verso casa Distillarmi Un'altra Igiene della mente Ho i blues di San Francisco 15
Più blu della porta del cielo, amico, Ho i blues di San Francisco Più blu della vernice blu, Santo,— È meglio che prosegua verso casa Che dorma ancora Nel mio sogno Dorato
37° CHORUS Ho i blues di San Acisca E cantano per strada tutto il giorno Ho I blues Di San Acisca E gemono per strada tutto il giorno È meglio che prosegua, fratellone, Che diriga al mio Ovest Verso Est— San Fran Cis Co— San Fran Cis Co Oh— ba 16
by
38° CHORUS Mai visto un be bè stanco Che piange per dormire in braccio a sua madre Frignando tutta notte mentre la locomotiva Frignando gli risponde Pianto a pianto Nel fumo nella lampada Della notte culo duro È così che io mi seeeento— È così che Io mi see-eento! È così che mi sento— Che magico momento! Sì me ne andrò a ca a asa
40° CHORUS E quando la testa mi comincia a girare E ridono tutti gli amici E il denaro mi casca dalla tasca 17
E oro dalle mie orecchie E argento esce volando ed esplodono rubini Salto su & mangio E canto un'altra canzone E caccerò altro vino Nella pancia Perché sapete Che ha detto Omar Khayyam È meglio stare allegri Con l'uva allegra Che avere musi lunghi Guaendo tutta notte Cercando un senso Che non esiste
42° CHORUS Meglio che io sia poeta O caschi morto. I bambini sono angeli Che piangono per strada Sotto buffi cappelli Aspettano il semaforo Portano intorno al collo Camere d'aria esplose E vanno per i cimiteri dei treni Delle metropoli Alla ricerca di locomotive Piene di merda 18
E corrono giù al porto e sognano il Catai Uncinati pennoni con Gabbiani Di pensiero atavoide.
43° CHORUS Il piccolo Cody Deaver Bimbo di San Francisco Appeso ai capelli di eroi Cresce sottile e verde E morbido come il peccato Dai mucchi di grovigli Di binari di ferro Rabbiosa strada dove arrugginiscono Bottiglie di Tocai nella polvere Aspettando che il semestre Della parzialità Termini lì Nell'alto dei cieli Così che loco Può tornare a casa Con poco coco.
46° CHORUS Bambini nati urlando in questa città Sono esempi infelici di quello che c'è Ovunque. Essere Pazzo è l'ultimo 19
Dei miei crucci. Ora il sole va giù Nella vecchia San Fran Le colline in un velo Di Nebbia pomeridiana— Passano curvi incartapecoriti Greci alla Burroughs Con grigi cappelli di feltro Costosamente perla Coprono teste ossute di dolore
48° CHORUS Scarpe rosse della puttana zoppa Che trascina i suoi blues Di sponda in sponda Lungo i negozi Cercando un milionario Perché il tempo è agli sgoccioli Fegato non ne ha E l'uomo non verrà E io non sono da nessuna parte. Lui non ha fatto altro Che cambiare cappello E andare al lavoro E accendersi un nuovo sigaro E sta lì sulla porta Roteando i suoi 8 pollici 20
Di sigarone Inarcato contempla La vastità dell'umanità
51° CHORUS La lavandaia ha la frangetta E labbra a cuoricino E vita stretta E sculetta E cammina più svelta Quando sa Che il malloppo nella sua borsa del bucato È irreperito E ignoto E così con gli sbirri che non guardano si spiccia per fregare i Federali di Wannadelancipit Qui nello Standard Building Facendo volare alto il Pegaso Volante Un Rosso—
52° CHORUS Niente di questo significa nulla Su, parla, cristosanto & di' la verità O chiudi quella bocca 21
& Vai a letto Morto Lo sciabordio saluta Diretto verso il ruggine di Oakland So che ci sono nuvole giganti Che si gonfiano oltre la baia E il nostro Campicello di Patate, Il mare nevoso lontano, Si arriccia il latte Enorme e budi noso brusco borioso
55° CHORUS Questo vuol dire che tuttoquanto ha una casa dove tornare La luce ha le finestre balconi di ferro battuto come New Orleans Possiede anche tutto lo spazio E io ho le finestre balconi di ferro battuto come New Orleans
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Possiedo anche tutto lo spazio E anche St Louis La luce segue i fiumi e io pure La luce sbiadisce, io passo
56° CHORUS La luce illumina Le tossi intense Di ragazze in amore Che corrono a vendere i loro futuri mariti A Market Street Parade La luce arrossa il volto di lui Di lei la maschera bianca È lei che lo dissecca come un sasso Che lo fa felice E lo fa piangere Lo fa piangere baby Rimani con me.
58° CHORUS Giganteschi i bulloni Nelle murate Di navi da guerra Bombardate di fronte In scontri faccia a faccia 23
Nelle Filippine Ancorate Alameda Si fanno straordinari per i cessi Il giorno della Festa del Lavoro
64° CHORUS La sera in California è come in Messico Arance d'oro alle finestre, Tende cenciose al vento Come vestiti del vecchio Perdido Grandi Principesse Peruviane Nelle sembianze di Puttane Negre Sfilano sul marciapiede in parata Con orecchini e profumi dolci Vecchio Weazel Warret mercanti stufi di vendere stanno fuori bottega a far la coda serale prima di riconoscere gli sbirri non possono capire nelle nubi di latta e ferro che muggisce fangoso morse di lassù
65° CHORUS Figlie di Gerusalemme A caccia come gatte rabbiose Statuarie & fanciullesche 24
Dal profondo Imbarazzate ma implacabili Adocchiate da pappagalli allupati Che impolpano il bus Dalle gomme bianche con 1000 libbre Di «Annergia! Ecco che cosa ho in corpo! An-nergia!» Da consumare la torcia Di estasi del Popocatepétl. I neon vibrano in rosso Tintinnando belli & lindi Come ciliegie Millbrae Capezzo-lesti Fiori chiacchierati Petali per le clòsc Invischiati in blabla al neon Per far réclame a un bar —In tutta SanFranPisco Il migliore è il dolore
71° CHORUS Maipiù per rimanere Maipiù per ritornare —Il medesimo torrido famelico albergo a soqquadro Charlie selvaggi abbacinati a piegare i giornali Alimento nelle 25
ciance di mogano Della sala di lettura tivù Hanno palle impallate e avvizzite e da tempo scordate. Moody Lowell Terza Strada Molle del letto stanche & nauseate Silhouettes di corsetti vespero notte spògliati— Tutta 'sta roba— E fuori città Il serpente dolente Forcona sottoterra Per venirsi a mangiare Noi innocenti E insinceri di qua
73° CHORUS Panetterie a luci allegre Piene di ragazze con il broncio Che comprano pies dorati Per ragazzi pensosi e imbronciati Sulla 3a alla sera Ma di giorno Il greco armeno Che fa il latte d'ape Da miele baklavà Mette i bonbons 26
Sul banco Per randagi dalla ganascia avida E occhi vuoti Vogliosi di sbafarsi L'ultima leccornia.
74° CHORUS La Marchesa Casati È una bambola viva Appuntata al mio muro Dei bassi di Frisco Ha gli occhi immensi La pelle lucente Vene azzurre E rossi capelli selvaggi Spalle dolci & sottili Amala Amala Canta il mare Blue malinconico Gemendo Sullo sfondo di Augustus John De John.
75° CHORUS I suoi occhi pericoli vivi ti faranno Saltare Da una pagina 27
Ostentando la stessa demenza La dolce noncurante Umanità italiana Che balena da sopraccigli neri Per domandare Del Rinascimento: «Che avete fatto adesso 3 cento anni dopo Salvo creare il testimone iroso Che da questa finestra Mostra una verdechiara Collina di Frisco L'ultimo verde colle D'America Con un taglio una fascia
78° CHORUS —L'ultima cicatrice Che America ha saputo Creare Nell'estrema collina Dopodiché c'è solo Pacifico Non più squarci-catrici E neanche Alamo Ma questo si può volgere In appagante mare Prosciolto del suicidio— A parte il fatto Che ora stanno squarciando I pescatori?» 28
79° CHORUS «Oltre quel mare inutile» —dice la Marchesa Piangendo il Rinascimento Eppure la brezza È dolce & lieve E fresca come un seno Selvaggia come i dolci scuri occhi. Siede in ispirito Come dire torno presto E brilla intorno Senza sosta, da breve stella Un'irosa orgogliosa bellezza D'Italia
80° CHORUS San Francisco Blues Scritto su sedia a dondolo Nel Cameo Hotel Bassi di San Francisco Millenovecento Cinquanta Quattro. Questa bella città bianca All'altro capo del paese Non mi sarà più Accessibile Ho visto i cieli muoversi E ho detto «È la Fine» 29
Perché ero stanco Di troppi presagi. E qualche volta avessi bisogno di me Tu chiama Io sarò all'altro capo Ad aspettare nella sala finale
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da DESOLATION BLUES
1° CHORUS Sto a testa in giù a Desolation Peak E guardo il mondo sospeso Sopra un oceano di spazio infinito Le montagne grondanti roccia a roccia Come bolle nel vuoto Volte dove gli pare— Stelle cadenti che la notte Risalgono nuotando incontro a noi Struggendosi dal nerofondo Ma, ahimè, senza mai arrivare— A noi che camminiamo incollati Alla terra Come blatte con il cervello grosso Ignoranti di dove siamo, & come, & cosa, & a testa in giù da folli, A parlare di governi & di storia, —Ma il monte Hozomeen La più bella montagna che ho mai visto, Non fa che stare & essere montagna, Un'accozzaglia di roccia a due punte Sospesa dilagante nello spazio O tremendo infinito spazio silenzioso —Tutto va verso la testa Della bolla sospesa, per gli uomini Il succo è nella testa— Così le cime dei monti sono punti 31
Di uno struggersi liquido roccioso
2° CHORUS Le montagne hanno la pelle, disse Peter Orlovsky di San Francisco— E i canyon sbuffano nuvole di nebbia Che sembrano boccate del pianeta— Alberi morti, artistici come un cottage a Truro, Corna di capra spuntate dalla roccia, —Abeti alpini volgono al sempreverde bruno Il Primo Agosto quando è morta l'estate Alle alte quote—rombano i ruscelli E rotolano cateratte torrenziali Ma tutto è a testa in giù & strano —Perché sto qui seduto a gambe incrociate Sulla fumante superficie rocciosa Di un pianeta chiamato terra Scarabocchiando a matita Canti nonmusicali detti canti E perché mi lambicco di parole la testa succosa E inveisco sulle mie mani ossute E guardo attorno, cercando altre parole E niente significa niente come un dì?— T è l'essenza primordiale Che manifesta forme, di felice E infelice, di cosa & non-cosa, Materia & spazio, fenomeni Davanti & noumeni alle spalle, Dal nulla esuberante 32
3° CHORUS Ma gli uccelli mormorano al mattino, E i procioni balzano dai torrenti asciutti, Ne ho visto uno colpito dalla propria roccia Nella slavina d'erba-procione— E come sempre gli abeti puntano all'infinito, Anche le loro belle punte, somme punte, —Gli uccelli squittiscono come topi, e cervi & cerve al chiaro di luna Pascolano nel mio prato come mucche Dagli ampi cacciabili fianchi, E zoccoli di eternità, sbattono sulle rocce, Scappano quando apro la porta, Giù dal pendio, sciocchine intimidite maestre di scuola— I cipmunk hanno un nome appropriato— Orsi & abominevoli uomini delle nevi Ancora non ne ho visti— Orgoglioso di quel verso— Le frane impiegano generazioni a formarsi, Tento di accelerarlo— Niente pioggia in un mese, non ancora un mese, entro un mese— Il pino adunco, procieliettato addita una bizzarra Luna a testa in giù di mezza mattina Delicata Come una scivolata, come neve 33
5° CHORUS Lontane valli in Canada sembrano chiamarmi ma non ci casco, mi è tornata la voglia di pianura della collina dolce,— Alle quattro PM le nubi di speranza Sono nomadi salmone all'orizzonte Colme di strane promesse slegate dall'età d'oro nel mio petto— Le chiazze di neve non fanno che essere chiazze di neve, finché si sciolgono, E poi acqua, nient'altro che acqua Fin quando evaporano al sole, poi nebbie, Non è (se guardo) nient'altro che nebbia Mentre si alza a ululati replicando a ogni cambio di vento, E sarà nebbia, e sarà Nebbia, E le formiche non sono che semplici formiche, E le rocce staranno dove sono per sempre Ammenoché le sposti, le getti nel canyon, E schizzino un minuto
7° CHORUS 34
Ma voglio vivere, io voglio scendere giù Via da questa collina Han Shan cinese e andarmene In città camminare per le strade E bere del buon vino (Porto dei Fratelli Cristiani) O whiskey (Early Times o Old Grand Dad) E andare al Cinema Cinese al Sabato Pomeriggio E comprare regali in vetrina e guardare raccogliersi la polvere Sui balocchetti immobili Nelle vetrine di celluloide dei bambini E andare nei vasti mercati E mangiare tortillas fagioli gelato alla crema E crimine—banana split e tè E benzedrina & femmine— e lungomari E giochi & padiglioni giochi e Square Times E te—io vorrei festeggiare atestain Giù nelle città
8° CHORUS Una volta ho visto un gigante in un palazzo 35
Eccolo qui, ora, chino su di me, Diamante gigante impazzito. Ta, la Dorata Eternità, Ta Ta Ta Ta, Tathata, tromba, Ta Ta, Questo diamante gigante potrebbe Ecco un nome o quell'altro ce l'avrà Ma chillosà chissifrega che differenza fa E adesso sono savio. Mentre tutto il gran mondo dorme profondo io piango. Permetti che ti offra il mio profilo rassicurante Che dica: «Okay, ragazza, lo faremo Finché il sole non cala per sempre E fino allora, che cos'hai da perdere Se non ciò che è perdente? Siamo angeli caduti Che non credevano Che niente significhi niente».
9° CHORUS Stiamo sospesi sull'abisso di blu— Dove non c'è altro che innumerevoli 36
mondi infiniti Ancora più numerosi (& il numero degli esseri!) Di tutte le rocce frantumatesi Diventando roccette In tutta questa costola di roccia Che scende dall'Alaska, No, dalle vette delle Aleutine, Giù per queste High Cascades, Fino alla California e a Ensenada, E giù, per l'Alta Tepic, giù Fino a Tehuantepec, giù, La costola, fino al Guatemala & oltre, Colombia, Ande, fino all'Alto Fondo Cileno & Tierra del Fuego O yoi yoi E ancora in tondo fino alla Siberia— In altre parole, & tutti i granelli di sabbia che compongono Una roccia, e tutti quelli atomici al loro interno, Più mondi di così nel cielo azzurro vuoto Cui siamo appesi con la testa in giù, —Troppo per essere reale
10° CHORUS Eppure è reale reale come i quadretti su questa pagina 37
Reale come il mio culo indolenzito seduto su una roccia E reale come mano, sole, matita, ginocchio, Formica, ala, bastone, acqua, albero, colore, piop, piuma d'uccello, ceppo, fumo, capra, caligine, apparenza e nuvola bassa ammattita E sogni del Far Northwest E il piccolo poliziotto a cavallo Dei miei sogni su in cresta— Neanche un indiano in vista— Reale, reale come la nebbia a Londra e i croissant a Parigi e gli schwernepetchzel a Prienna E Praha Maha Inculo —Reale, reale, irreale, venale, Ideale, Io dico, chissifrega se è reale o irreale, iodic
11° CHORUS E se non gradisci il tono delle mie poesie Buttati pure nel lago. 38
Ho avuto facoltà di posarti una mano Sulla spalla e rammentarti Che sei libera in tutto, Libera come lo spazio vuoto. Non devi essere famosa, non devi essere perfetta, Non devi lavorare, non ti devi sposare, Non hai fardelli da portare, non ti devi straziare & inginocchiare, il sapore di pioggia— Perché inginocchiarsi? Nemmeno devi sederti, Hozomeen, Accampamento infinito di roccia va' avanti & scoppia, Esplodi & va', Io non dirò niente, neppure questa roccia, E il mio cesso in cortile se ne frega, E corpo non ne ho
12° CHORUS Strano piccolo fiore, perché sei fiorito? 39
Chi ti ha piantato su questa sacramentata collina? Chi ti ha detto di crescere? Perché non te ne vai? Che hanno di male le tue punte arancio? Avevo la suggestione che tu dovessi essere una specie di natura perfetta. Veramente, lo sei? Stormisci al vento. Vedo. Vedo ai tuoi piedi un mazzolin di fiori Di sette scimmiette viola che non sono cresciute altrettanto E una tua sorella più giù nel precipizio— e tutta la tua famiglia a sinistra— Pensavo settimana scorsa che foste fiori funebri per me che non ho mai chiesto di nascere o morire Ma adesso credo che sto solo parlando attraverso la mia testa vuota
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da ORIZABA 210 BLUES
21° CHORUS Che cada l'interessante caduta E giacerò e sarò come io sono Lui è rimasto in circolazione un bel po' a lungo Andatura stupenda—Era Un ladruncolo o spacciava roba A chi gli capitava Ho dato anima e corpo per farlo smettere di spacciare Frocio francese di Montreal Si nascondeva le capsule nel culo Poi le tirava fuori al ristorante Angolo Broadway e Novanta Seiesima Io sono andato all'Ottanta Seiesima Quelle ragazze mi danno la dritta «Il tipo è qua!» E ho comprato altre quattro capsule E il frocio è andato a casa con una bambola Che bella carrozzeria aveva mai quella donna 41
25° CHORUS In Egitto sotto i rosai Frutta & dolci di Fifi Il mio fornitore egiziano Sarà in ritardo, il bigliettaio Non accettava la mia moneta Il bigliettaio egiziano Non faceva di sì Sandalo e piscio e pulque Bruciano in ogni porta, Il fiume Marabùda Scorre possente Sampan ladri fluviali Spaccalegna e Mercati di Ladri ciechi & babbei «Vedi Milano e hai visto il mondo» Èppatite la fìchina Cappellata presso le lunari Baracche dei cavalli da corsa roteata su una gogna Solo per una bugia
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da CERRADA MEDELLIN BLUES (PRIMO ASSOLO)
1° CHORUS Anche quand'ero bambino Sono sempre stato solo col mio angelo custode Mentre giocavo a Tarzan Mi è caduto addosso un ghiacciolo & mi ha fatto un taglio su un braccio Avevo una corda al collo Mi impiccarono a Innifree Mi tagliarono una mano a Perfidee Mai saziato di Te SAN MICHELE NELL'ANGOLO, ALTO DUE METRI E SETTANTACINQUE
9° CHORUS Ma mi sono fermato a pensare L'angelo se ne infischia Due e settantacinque Vicino al muro Mi vuole distrutto Per cancellare tutto Ma ho padri a cui pensare Padre Shoyer è uno Padre Gioscia è il secondo 43
E per te basta e avanza —Ah Lucien Al Jalisco Ah come sono sbronzo borracho (SECONDO ASSOLO)
1° CHORUS «Puoi pensarci da te» dice dal Cielo Dio Rivolto a tutti i 70 mila Miliardi Quattro Mila Ottanta Due Trilioni di Creature nel suo Film intitolato «Creazione» (intervallo)
2° CHORUS Significa che tutti quegli esseri senzienti sono liberi di pensare senza intralcio —Solo Dio è il Solo cosciente che tutto il pensiero pensato è ciò che il pensiero pensato è pensante 44
E nulla di ciò è mai accaduto SHTMIMK!
Shtmimk?
5° CHORUS Lo chiamano Hemingway Blues. Blues anch'Io—Tu Blues —Pensiero Blues—Blues e Neri di Parigi— Su, su, vira di bordo! E non portarmi focaccinesi li-mone, pasticciotti, capo, o ti ci ficco la testa dentro Testa già rotta dentro Niente cin-mento Sì cin-mento Dolce Cin Autunno a Northport blues di foglie cadenti E blues di filosofo di barca a vela, bianco inverno, su sabbia, Lois e Victor di nome.
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da RICHMOND HILL BLUES
DULUOZ Nome tratto da fonti di primo mattino Nella sede di un giornale Tanti Anni Fa a Lowell Mass Mentre gli uccelli cacavano Sul canale E Sperma galleggiava Tra i Muri di Mattone Di un Albeggiar di Fumo Che usciva da un Camino di Christian Hill— Ah Sire, Duluoz, Re dei miei Pensieri, Salve a te! (Caccia un'altra lattina di birra)
QUALUNQUE MOMENTO Qualunque momento hai voglia Di scrivere una cazzuta poesia Apri 'sto libro & Strilla nient'altro Che Crema Strilla Non ti scornare Scorri Scortica 46
Scrosta i bordi di Scrono AllitteRa le Rane Bekkek! Bekkek! Koax! Koax! Carra Quax! Carra qualquus Kerouacainius!
PERSINO JOYCE Persino lui, Joyce, ha avuto l'amore— Persino i poeti ciechi
IL POETA Quante volte da quando Ho visto il poeta di Greenwich Village Scorciare al lavoro nell'alba grigia Con la gavetta & il taglio di capelli fuori moda Occhi allo Hudson Narici alla strada All'inverno, al lavoro, alla carità, Ai pasti, cibo di follia Tante volte da quando Ho visto il poeta Che scriveva ritmi & rime Incazzato tra Minetta's E Minetta Lane Affrettarsi al Lavoro Sessosico, sessitico, psicoanalizzato? 47
Al lavoro nell'alba impoetica Le mattine dopo essermi sbronzato con Lucien & Alien & gli Angeli Alleati Nella Vasta Pesciaia di Manhattan— O America! O canti! Poesie! o Sax Alti! o Tenori! Suonate! (il Poeta è Morto)
TUONO Il tuono fa un frastuono di rumore come finestre Chiuse in silenzio istericamente— Perciò Papi è caduto dalle scale del tempo Malgrado l'acquasanta E tutti i vs. beveroni nell’ Eternità
LA ROSA «Ah, Rosa» ho gridato, «Risplendi nella Fosforescente Notte.»
L'INSETTO 48
E al piccolo insetto che io sono ho detto «Insetto, detto, vetta, tetta del tempo, Prova, prendi, prendi, spremi, vola, L'amore traversa i tuoi zigomi Sulla fosforescente trasparente ala Del Metamorfosato Insetto Kafkiano divora formaggio»
L'ORRORE Quindi ho visto l'orrore, E ho gridato, «Toglitimi di dosso». L'errorrore mi ha messo osso Per osso in un sacco di terra, Poi mi ha arrostito in forno D'infernocielo nell'alluminio Di Diavolo Dio Gesù Cioè la Vs. Santa Trinità
I SORRISI I sorrisi scostano la pelle delle guance Da perle d'osso E mostrano a chi guarda Tremolare la crema In occhi di pietra
SULLE LACRIME Lacrime è la mia fronte che si rompe, 49
Il lunato agitato sedersi In bui cimiteri di treni Quando per vedere il volto di mia madre Che richiamava dalla sua visione Piansi alla comprensione Della trappola mortalità E del sangue personale della terra Che mi aspettavano— Padre padre Perché mi hai abbandonato? Mortalità & repulsione Scorrazzano per questa città— Infelicità è il mio secondo nome Voglio essere salvato,— Affondato—non può essere Non vuole essere Mai fu fatta per essere— Così da vomitare!
DA VECCHIO Quando comincerò a invecchiare E forse sentirò il braccio sinistro intorpidirsi E il cervello resistita speranza, Siederò addormentato L'energia soffocata esaurita nel mio occhio E l'amore fuggito da me— Quando la peggior notizia Mi fu portata 50
Ed esultai di essere solo Di ormai essere morto Ho avuto la visione del santo Misconosciuto & troppo stanco per spiegare il perché E di dolci intenzioni un altro giorno— Persino Stanley Gould andrà in cielo
LO SO Lo so che non so scrivere versi Ma questo è il mio libro di righine lattine Di birra e allora compatiscimi invisibile Lettore lasciami pasticciare anche Quando ho i postumi & sono senza idee
DIO Seduto sui nostri significati Egomaniaco Dio, Solitaria macchia d'olio luccico di pioggia È solito irritarci per di più Nel Reale.
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SPERANZE La poesia non lo sa: Il condizionatore Disusato d'inverno È come le mie speranze— Un po' dentro, un po' fuori, Verdi su ruota bianca, Buone solo a gettare Un'ombra lunga Nella livida luce della strada
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