Psicoanalisi e fede. Carteggio col Pastore Pfister (1909-1939) [1 ed.]


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Italian Pages 152 [74] Year 1970

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Prefazioni di E.L. Freud, H. Meng, A. Freud, 7
LETTERE, 15
Indice dei nomi e delle opere, 149
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Psicoanalisi e fede. Carteggio col Pastore Pfister (1909-1939) [1 ed.]

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SIGMUND FREUD

EPISTOLARI DI SIGMUND FREUD

PSICOANALISI E FEDE

pubblicati in riferimento all'edizione Boringhieri delle ,,Opere di Sigmtind Freud"

CARTEGGIO COL PASTORE PFISTER

Lettere 1873-1939: lettere alla fidanzata e ad altri corrispondenti Le origini della psicoanalisi: lettere a Wilhelm Fliess 1887-1902

Psicoanalisi e fede: carteggio col pastore Pfister 1909-1939

BORINCHIERI

Titolo originale Sigmund Freud - Oskar Pfister: Briefe 1909-1939 S. Fischer Verlag - Francoforte - 1963

INDICE

A cura di Ernst L. Freud e Heinricl1 Meng Traduzione di Silvano Daniele

Prefazioni di E. L. Freud, Heinrich Meng, Anna Freud, 7

LETTERE, 15

Indice dei nomi e delle opere, 149

© 1970 Editore Boringhieri società per azioni Torino, corso Vittorio Emanuele 86 CL 61-8343-3

I

Prefazioni

I. Il carteggio con il pastore svizzero Oskar Pfi.ster che presentiamo qui è la terza pubblicazione di lettere scritte da Sigmund Freud, dopo il volume che contiene le lettere di Freud a Wilhelm Fliess degli anni 1887-1902, apparso sotto il titolo Origini della psicoanalisi, e il volume Lettere 1873-1939, che contiene una scelta di lettere di contenuto prevalentemente personale dirette a 102 destinatari, e si estende per tutta la vita di Freud. Avevamo sperato di poter pubblicare integralmente il carteggio Freud-P:fister, ma non ci è stato possibile, perché gli originali delle lettere di P:fister sono andati perduti. In parte sono stati distrutti da Freud per desiderio di Pfi.ster (vedi lettera del 1° giugno 1927), in parte sono stati vittime degli eventi connessi con l'emigrazione di Freud. In base ad appunti stenografi.ci di P:fister, che si sono con­ servati, siamo riusciti tuttavia a ricostruire un certo numero di sue lettere, e a inserire cosi in questa raccolta lettere e passi importanti.

Lo scambio epistolare inizia nel 1909 e termina nel 1938, un anno prima della morte di Freud. Il carteggio conta 134 scritti di Freud - lettere, cartoline postali e telegrammi - di cui quasi 100 ripro­ dotti qui, e quasi tutti integralmente. I curatori ringraziano Anna Freud per la sua collaborazione nella scelta delle lettere, la Arbeitsgemeinschaft fiir Psychohygiene del­ l'Università di Basilea (diretta da Heinrich Meng) e soprattutto uno dei suoi membri, Christine M. Senn-Durck, per i lavori preliminari alla pubblicazione, e la signora P:fister, che con l'aiuto del pastore Pfenninger ha ricostruito le lettere di P:fister. Londra, 1962

Ernst L. Freud

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PREFAZIONI

II.

Oskar Pfi.ster, dottore in filosofi.a e dottore honoris causa in teo­ logia, nacque a Zurigo il 23 febbraio 1873, quarto e ultimo figlio di un pastore protestante. All'età di tre anni appena perse il padre. Frequentò le scuole di Zurigo fino al conseguimento della maturità liceale, poi studiò teologia e filosofia a Zurigo, Basilea e Berlino. Egli svolse il suo primo incarico di pastore a Wald, nel cantone di Zu­

rigo. Nel 1902 entrò a far parte della Comunità ecclesiastica dei predicatori a Zurigo, dove esplicò la sua attività fino al 1939, quando andò in pensione. Nel 1934 era stato nominato dottore honoris causa dalla facoltà di Teologia dell'Università di Ginevra. Oskar Pfister sposò in prime nozze Erika Wunderli, che mori nel 1929. Da questo matrimonio nacque un figlio che oggi vive a Zu­ rigo, dove svolge l'attività di psichiatra. Pfister si uni in seconde nozze - che furono felicissime - con una cugina vedova, Martha Zuppinger-Urner, già madre di due bambini per i quali egli tu sempre un padre esemplare. } Quando era ancora un giovane pastore, Pfister protestò in un suo saggio contro i "peccati di omissione della teologia odierna riguardo I alla psicologia". NeI 1908 si imbatte nelle ricerche di Sigmund Freud e vi trova lo strumento cercato da tempo, che lo metterà ora in grado di prestare una diversa assistenza spirituale agli uomini che prima, nella sua veste di curatore d'rtnime, non aveva potuto aiutare a sufficienza. Egli si fa strada fino alle fonti inconsce e semiconsce degli stati d'angoscia, degli scrupoli di coscienza e delle ossessioni di quanti cercano il suo aiuto, e pone autonomamente le fondamenta di una pedagogia e di una cura d'anime orientata in senso psicologico. Tra il 1909 e il 1956, anno deIIa sua morte, pubblicò numerosi libri e articoli in cui descrive osservazioni e risultati deIIe sue ri­ cerche, specialmente suIIa tecnica del metodo terapeutico psicoana­ litico, suII'importanza etiologica deIIa sessualità neII'insorgere delle nevrosi, su religione e isteria, suIIa psicologia deII' arte, su filosofia e psicoanalisi, suII'assistenza spirituale analitica, su cristianesimo e an­ goscia e su temi analoghi. Ottenne successi particolarmente significativi nell'applicazione

PREFAZIONI

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delle scoperte psicoanalitiche alla pedagogia (e a questa sfera d'ap­ plicazione diede egli stesso il noiffea:i pedanalisi). Sarebbe un grave errore supporre che, per seguire i suoi studi e le sue attività psicoanalitiche, il pastore Pfister trascurasse i suoi com­

piti di pastore e di curatore d'anime. Non era certo uomo da mezze misure, e svolse il suo compito pastorale da teologo integrale e ani­ moso, irradiando bontà, calore e premure su tutti coloro che si ri­ volgevano a lui come pastore. Un suo amico, il pastore Hans Pfen­ ninger, scrive di lui: "Rappresentante di un cristianesimo libero, era nemico di ogni costrizione dogmatica, ma conservava estrema com­ prensione e pieno amore verso coloro che, da legami interiori, erano costretti ad aggrapparsi a dogmi... Egli era a sua volta sostenuto dal­ l'amore della sua comunità." I rapporti con Freud si estendono per tutti gli anni deIIa sua atti­ vità pastorale. I due uomini diventarono amici. Scorrendo il car­ teggio appare evidente quanto tu stretto e fruttuoso questo legame reciproco. Dato il loro temperamento, la loro onestà, ,Jk il. siderio di entrambi di cercare la verità senza comprome�si, ci furono spesso scontri ad armi affilate, ma entrambi diedero prova di autentica tol­ leranza e di intima comprensione reciproca. II saggio di Pfister Illusione di un avvenire, che fu la risposta a I quello di Freud L'avvenire di un'illusione (1927), mostra il coraggio personale, lo spirito critico, il metodo sperimentato e il rispetto per la grandezza di Freud con cui il coIIaboratore, forte deila sua formazione teologica e psicoanalitica, affronta il suo maestro. Questo dibattito è una testimonianza di come andava condotta una discus­ sione scientifica con Freud. Una divergen,za d'opinioni non portàva' necessariamente a una separazione. AI contrario, come dice Goethe: le opinioni diverse su un oggetto determinato possono separare sol­ tanto se il loro spirito è fondamentalmente diverso. Ma a questo pro­ posito Freud e Pfister erano profondamente affini. Amore per la verità, amore in generale come fattore centrale per la comprensione degli uomini, ripulsa per i compromessi laddove entrano in campo i valori massimi ed estremi, incorruttibilità di fronte aIIa lode e al biasimo: queste le radici deilo spirito proprio ai due uomini. Piu d'una delle opere di Oskar Pfister nacque per impulso di col­ loqui e di scambi epistolari con Freud, e Freud a sua volta trovò in Pfister stimoli nuovi per le sue ricerche. Non c'è dubbio per esempio che daIIe comunicazioni estremamente concrete di Pfister, nate daila

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PREFAZIONI

pratica, sulla psicoanalisi del bambino e dell'età puberale, Freud ri­ cevette suggerimenti di varia natura per la tecnica dell'analisi dei

bambini. Data la vocazione di Pfister, tu nella cura delle anime che i suoi studi psicoanalitici si dimostrarono particolarmente fruttuosi. È in­ teressante seguire come Freud, che si definisce un "pastore d'anime

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laico", presti orecchio alla tecnica e alle esperienze del pastore Pfister religioso ed ecclesiastico, mentre questi sottolinea l'obiettività di Freud, il quale dice di sé che il sentimento religioso gli manca com­ pletamente. Pfister citava a questo proposito una lettera scrittagli da Freud: "La psicoanalisi in sé stessa non è né religiosa né irreligiosa, bensi uno strumento imparziale di cui può servirsi sia il religioso che il laico, purché venga usato unicamente per liberare l'uomo dalle sof­ ferenze. Sono rimasto molto colpito nel rendermi conto cl1e non avevo pensato all'aiuto straordinario che il metodo psicoanalitico può fornire alla cura delle anime, ma questo è certo successo perché un

Lmalvagio eretico come me è troppo lontano da questa sfera d'idee." Oskar Pfister ha affidato a numerose pubblicazioni i suggerimenti e i progressi da lui portati alla pratica psicoanalitica. Ma ancor piu decisiva della parola scritta è stata l'azione della sua personalità. La sua tesi secondo cui un'autentica religiosità poteva essere una prote­ zione contro le nevrosi non è stata mai contradd�tta da Freud. Freud trovava soltanto che tale religiosità è rara nel nostro mondo, ed è quindi dubbio che sia un fattore sul quale far affidamento. Quando accadeva di parlare a Pfister del suo carteggio con Freud, egli si mostrava pieno di riconoscenza, di orgoglio e di gioia per questo edificio al quale per decenni due"architetti" avevano lavorato. Negli ultimi anni della sua vita Pfister (che mori il 6 agosto 1956) _ stnnse un rapporto d'amicizia assai stimolante col professor R. J. Brandt, che vive attualmente a Los Angeles e che accoalie con molta soddisfazione la pubblicazione anche in America di �ueste lettere. Nel 1944 Pfister mi affidò l'incarico e la responsabilità di curare la pubblicazione delle lettere, ponendo la stessa condizione che pose anche ad Anna Freud, ossia di rinunciare a tutti i passi che potrebbero offendere persone viventi. Basilea, 15 febbraio 1963 Heinrich Meng

PREFAZIONI

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III. Nell'ambito domestico di Freud, lontano da ogni vita religiosa, Pfister - col suo abito ecclesiastico e con l'aria e i modi di un pa­ store - era un'apparizione di un mondo estraneo. Non c'era niente in lui di quell'atteggiamento quasi passionale e impaziente verso la scienza proprio ad altri pionieri dell'analisi che consideravano il tempo trascorso intorno al desco familiare soltanto come una sgra­ dita interruzione delle loro discussioni teoriche e cliniche. Al con­ trario, il suo calore umano e il suo entusiasmo, la sua capacità di partecipare vivamente anche a piccoli eventi quotidiani affascinava i bambini della casa e faceva di lui un ospite sempre gradito, una figura umana a suo modo unica. Per i bambini egli era, secondo un'e­ spressione scherzosa di Freud, 11011 un "sant'uomo" bensi una specie di "pifferaio di Hameln" al quale bastava suonare il suo strumento per vedersi seguito da una tolta schiera assai ben disposta. Fu questo afiluire di sentimenti dalla psicoanalisi in sé al suo creatore, e da lui ai suoi discendenti, che dopo la morté di Freud indusse il pastore Pfister a legare a me, "la figlia del suo grande bene­

fattore", il suo carteggio, con l'autorizzazione a "utilizzare il mate­ riale ritenuto opportuno" e con la sola riserva che nulla tosse pubbli­ cato "che possa offendere persone viventi". Londra, 1962 Anna Freud

l.

Vienna, 18 gennaio 1909

Stimatissimo dottore, non posso limitarmi a ringraziarLa per l'invio del Suo saggio Delirio e suicidio di scolari, 1 ma devo anche esprimere la mia soddisfazione per il fatto che le nostre ricerche psichiatriche sono state accolte da un curatore d'anime, che ha libero accesso a tante anime giovani e integre. Siamo soliti rimproverare alla nostra psicoanalisi un po' per celia, ma anche con la piu grande serietà, che essa ha bisogno di uno stato normale per essere applicata, e che nelle anomalie organizzate della vita psichica essa trova il suo limite, sicché, propriamente, l'optimum dei suoi presupposti lo si ha quando essa non serve, cioè nelle persone sane; ora dovrei pensare che questo optimum sia realiz­ zato nelle condizioni in cui Lei opera. Il nostro comune amico C.G. Jung 2 mi ha spesso fatto il Suo nome; sono lieto di potere ora collegare ad esso un contenuto piu determi­ nato, e spero che non mi vorrà negare anche i Suoi futuri lavori. Con riconoscente devozione, Suo Freud

1 O. Pfister, \VahnvorsteJJung und Scliiilerselbstmord, Schweizer Blatter fiir Schulge­ sundheitspflege; N. 1 (1909). 2 Cari Gustav Jung (1875-1961).

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2.

LETTERE

Vienna, 9 febbraio 1909

Stimatissimo dottore, ho

riletto oggi il Suo eccellente lavoro, sul quale riferirò domani nella nostra piccola cerchia, 1 e avrei naturalmente bisogno di sentire da L ei piu di quanto deduco dalla pubblicazione, e di dirLe piu di ciò e h' è possibile condensare in una lettera. Forse troveremo ancora l'occasione per questo scambio d'id ee. Per oggi voglio limitarmi a far luce sulla differenza tra la Sua attività e quella del medico, cosi come anche Lei la definisce sulle tracce di Stekel.2 successo duraturo di ogni psicoanali si dipende senza dubbio_ �dalla concomitanza di due condizioni: la scarica di soddisfacimento e il dominio e la sublimazione della pulsione ribelle. Se p er lo piu si riesce ad avere successo solo nel primo punto, ciò dipende in gran parte dal materiale : persone che hanno gravemente soff erto per lungo tempo, e che non si aspettano dal medico un sollievo morale; dunque materiale spesso di qualità inferiore. Nel caso Sùo si tra_tta di per­ sone giovani, con conflitti recenti, ben disposte verso la Sua persona, pronte alla sublimazione e precisamente alla sua forma piu comoda, la sublimazwne religiosa. Penso che L ei non abbia dubbi -s�l-fatto che il successo si ottiene nel Suo caso, in primo luogo per la stessa via per cui lo otteniamo noi, cioè mediante la traslazioneerotica sulla Sua persona. Ma Lei si trova nella f eli ce situazione di poter condurre questa traslazione fino a Dio e di ricreare quella fortunata condizione di tempi passati - fortunata sotto quest'unico aspetto in cui la credenza religiosa soffocava le nevrosi. P er noi questa pos­ sibilità di liquidazione non esist e, il.noili:S?__pubblico - quale che sia la sua origine razziale - è_ irreligioso come lo siamo anche noi, per lo piu, in maniera assolutamente radi cale; e poiché le altre vie all� sublimazione, con le quali noi sostituiamo la religione, sono troppo difficili per la quasi totalità d ei pazienti, la nost ra cura sfocia qu��i sempre nella ricerca dèrsòddisfacimentéi. ·si aggiunga ancora che noi non possiamo vedere ni ente di proibito o di pec caminoso nel soddisfacimento sessuale in sé, e anzi lo consideriamo una com-

Jl

1 La Psycho-analytische Mittwochsgesellschaft [Società psicoanalitica del Mercoledi], che si riuniva ogni settimana nell'abitazione di Freud. 2 Wilhelm Stekel (1868-1940), neurologo e psicoanalista viennese.

ANNO 1909

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onente p� ......._ preziosa della nostra attività vitale. Lei sa che il nostro_ ero­ . e, eh.1a�a " a�ore " , : ti�...-include ciò che Lei, nella_ Sua �ura d'amm non intende assolutamente ndurs1 al grossolano godimento sen­ suale. Cosi i nostri pazienti devono cercare negli uomini ciò che noi 11011 possiamo promettere loro in una sfera superiore e che dob­ biamo rifiutar loro in prima persona. Quindi il nostro compito è na­ turalmente assai piu difficile, e lo scioglimento della traslazione com­ promette molti buoni risultati. La psicoanalisi in sé stessa non è n é religiosa né irrel igiosa, bensi uno strumento imparziale di cui può servirsi sia . il religioso che il laico, purché venga usato unicamente per liberare l'uomo dalle sofferenze. Sono rimasto molto colpito nel rendermi conto che non avevo p ensato all'ailltO straordina rio che il metodo psicoanalitico .può fornire alla cura delle anime, ma questo è certo successo perché un malvagio eretico come me è troppo lontano da questa sferad'idee. Oso esprimere la speranza che il Suo interesse non appassirà, anche quando alla prima fase di splendidi successi terrà dietro la seconda fase, ben nota, in cui sono piuttosto le difficoltà a prendere il soprav-� vento. È dopo averle superate ch e si approda a un sentimento di tranquilla sicurezza. . . . I • Non mi servo quasi per niente d ella tecmca associativa e non c1 vedo alcun vantaggio rispetto alla tecnica abituale dell'associazione libera, che per la verità non è stata ancora descritta in modo esau­ riente. Sapevo però - e ritorno a dedurlo dalle Sue relazioni - che è molto preziosa nei casi refrattari e assolutamente indispensabile negli stati psicotici come la demenza precoce. Questo è dovuto �l _ fatto che i nostri nevrotici soffrono molto e ci permettono d1 di­ sporre in larga misura della loro cooperazione. Non è certo il minore dei meriti del nostro amico Jung che siano partite da lui sollecitazioni come quelle che hanno spinto L ei al Suo lavoro. Speriamo che la scintilla, che sul nostro terreno preser­ viamo dall'estinzione rinfocolandola laboriosamente, diventi, sul Suo terreno, un incendio dal quale sia dato a noi di raccogliere in seguito un tizzone ardente. Con cordiale ringraziamento, Suo devoto Freud

e

1

L'utilizzazione di reazioni a uno schema di parole-stimolo, stabilito da Jung.

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Pfi.ster a Freud

LETTERE

Zurigo, 18 febbraio 1909

ANNO 1909

.,

:,·

19

Vienna, 20 febbraio 1909

Stimatissimo professore,

Stimatissimo dottore,

la Sua lettera ha intensificato ancora la soddisfazione che trovo nella scienza da Lei inaugurata. È stato molto gratificante per me appren­ dere dalle Sue parole che; in sostanza, ho inteso rettamente il compito della psicoanalisi in quanto metodo per la cura delle animeU.,a dif­ ferenza (etica) tra la Sua concezione e la mia non è forse cosi grande come la mia posizione professionale lascerebbe supporre. Già l'etica protestante... ha tolto al rapporto sessuale il contrassegno odioso del­ l'imp� ritàJin fondo anzi !a Rifo�ma ��n è altro che un'a�alisi della _ rimoz10ne sessuale cattolica, un anahs1 del tutto msuffic1ente pur­ troppo; di qui la nevrosi d'angoscia dell'ortodossia ecclesiastica e dei suoi fenomeni concomitanti, i processi alle streghe, l'assolutismo po­ litico, la costrizione sociale nell'ordinamento corporativo ecc. Noi, pastori evangelici moderni, ci sentiamo totalmente protestanti e siamo certi (?) d'essere troppo poco riformati. Cerchiamo una nuova terra. La nostra Chiesa lascia a noi zurighesi una libertà assoluta. Possiamo pensare liberamente in materia etica senza essere per questo degli eroi. Le nostre condizioni sessuali - soprattutto nelle città - sono quanto mai piene di ipocrisia e quindi di sporcizia. L'or­ ribile rapporto tra la monogamia, la menzogna e l'epidemia della prostituzione è perfettamente chiaro per noi, e intollerabile::. Sol­ tanto, ci manca la chiarezza sulla possibilità di trovare un amore rea mente libero evitando il matrimonio. La differenza tra amore "libero" e amore "selvaggio" è pur sempre molto oscillante... Non saranno teorie migliori sul matrimonio a liberarci dalla mi­ seria collettiva della nevrosi e del vizio, bensi soltanto un miglio­ ramento delle condizioni sociali, un'educazione e una condotta di vita piu sana. Provvisoriamente non posso far altro che enunciare l'i­ deale del matrimonio e lasciare al singolo individuo di stabilire in che misura la sua coscienza morale gli consente di allontanarsene. Quanto piu ci si trattiene dal giudicare, conformemente all'insegna­ mento di Gesu, e ci si limita a combattere in silenzio e con energia la propria lotta per l'ideale, tanto piu si facilita ai deboli la subli­ maz10ne...

traggo dalla Sua lettera la certezza assai rallegrante che la diffe­ renza nel nostro modo di vedere comincia soltanto là dove sui pro­ cessi di pensiero interviene l'influenza ammissibile dei sentimenti, e può quindi avere soltanto il senso di un'utile variazione. Anch'io certo posso definirmi "protestante" nel senso storico che Lei dà al termine, e ricordarmi che il mio amico, il professor von Ehrenfels 1 di Praga, ha coniato per noi due il nome di "protestanti sessuali". Non supponga che le irrisioni e i fraintendimenti che compaiono nella letteratura mi tocchino di solito da vicino. Ci sono giorni in cui l'uniformità delle reazioni fa sentire il suo peso sull'umore, ma non c'è nemmeno un'ora in cui io non creda che le opinioni che anche Lei stima (ma che spero non sovraestimi) riusciranno final­ mente a imporsi. Quando ne1 primi giorni di marzo riceverà un mio libretto,2 lo consideri quindi un segno di alto apprezzamento per i Suoi sforzi e per la Sua collaborazione. Cordialmente, Suo Freud

4.

Vienna, 18 marzo 1909

Stimatissimo dottore, forse non posso esprimere meglio il mio ringraziamento per la Sua ultima pubblicazione 3 nella "Evangelische Freiheit", se non preganChristian van Ehrenfels (1859-1932), professore di filosofia all'Università di Praga. Presumibilmente Freud si riferisce al suo saggio Il delirio e i sogni nella "Gradiva" di Wilhelm Jensen (1906). 3 Pfister, Ein Fall van psychoanalytischer Seelsorge und Seelenheilung [Un caso di cura d'anime psicoanalitica e di guarigione], Evangelische Freiheit, N. 3-5 (1909). 1

2

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LETTERE

doLa di accogliere alcune osservazioni che mi si sono affollate alla mente durante la lettura dell'articolo. Ho ben capito che sia la sede che il pubblico Le hanno imposto di tacere o di censurare parecchie cose. Questo fa sempre soffrire sia l'autore che il lettore avvertito. Il censore taglia nella carne viva: era il "passo migliore", come dice quell'umorista di Heine. Voglio dire - che c'è un passo in cui l'esposizione sarebbe potuta essere piu franca, perché alla fin fine gli ecclesiastici non possono aversela a male se la fantasia si impadronisce delle stimolazioni; la religione stessa non si fa scrupolo di ricorrervi in forma cos1 insistente. Nel primo sogno si dice: la ragazza salta nel lago, io volevo se­ guirla, ma essa si sosteneva da sé suJl'acqua ... fu subito completa­ mente asciutta. Sogni che hanno questo contenuto sono, come Le è certamente noto da tempo, sogni di nascita. I bambini vengono dall'acqua, tirati fuori dalla cicogna. Quella parte di realtà biologica che ciò nasconde· è ben familiare a noi tutti, onde il motivo di dare ai bambini questa spiegazione. U�cire dall'acqua equivale quindi a nascere, e il corri­ spondente contrariò, cioè entrare nell'acqua, è partorire. (Data l'in­ dissolubile associazione tra morte e sessualità, una povera donna, che vuole liberarsi della vita, può farlo solo mediante l'elaborazione sim­ bolica di una fantasia sessuale: entra nell'acqua, cioè partorisce; op­ pure si getta da un picco, cioè si sgrava; 1 oppure si avvelena, cioè diventa gravida. Avvelenamento in seguito al vomitus gravidarum = gravidanza). Data la facilità della rappresentazione mediante il contrario, i sim­ bolismi del partorire e del nascere vengono spesso scambiati. Nei ben noti miti di abbandono di Sargon d'Akkadii, di Mosè, di Ro­ molo ecc. l'esposizione del neonato in un cesto o nell'acqua ha lo stesso significato della successiva salvazione dall'acqua: entrambi si riferiscono alla nascita. (Vedi in proposito nel fascicolo 5, di pros­ sima pubblicazione, della "Angewandte Seelenkunde" 2 lo scritto di Rank 3 Der MytJms von der Geburt des Helden [Il mito della nascita dell'eroe]). Il cesto è scatola, scrigno, genitale, utero, e da qui fino alle leggende sul diluvio universale. 1 In tedesco niederkommen composto da nieder, in basso, in giu e kommen venire, si­ gnifica sgravarsi, partorire. 2 "Schriften zur angewandten Seelenkunde" [Scritti di psicologia applicata] (Deuticke Lipsia e Vienna 1909). 3 Otto Rank (1886-19;9), psicoanalista a Vienna, poi a New York.

ANNO 1909

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Nel sogno si dice che l'uomo vuol correre in aiuto della ragazza ch'è saltata nell'acqua, ma questa si regge in piedi da sola e da sola esce dall'acqua. Poiché questa fanciulla è la Madonna, questo punto si­ gnifica che egli vuole aiutarla a partorire, ossia a concepire un figlio; ma la Madonna dà alla luce il bambino senza il concorso di alcun uomo, rimanendo vergine. L'accenno seguente: è subito completa­ mente asciutta allude all'immacolata concezione. L'esitazione alla fine del sogno, il dubbio che essa lo sia, può quindi corrispondere solo ai dubbi del sognatore circa la possibilità di tale concezione imma­ colata_ e parto verginale, propria della dottrina cattolica ch'egli vor­ rebbe accettare. L'affermazione che il sogno non è affatto nuovo, che egli ha già fatto sogni del genere, concorda bene con il noto processo di ridu­ zione all'antecedente. Succede spesso, infatti, che in sogno si veda un paesaggio e che si abbia allora questa sensazione: qui ci sono già stato. Questo paesaggio è poi sempre il genitale della madre, che è certamente l'unico luogo in cui si può essere certi di essere già stati. Se non fosse cosi non saremmo al mondo. Lo stesso significato hanno sensazioni come: ho già fatto questo sogno (ho già avuto piu volte questo desiderio: desiderio del genitale della madre). So bene che non era altrettanto facile per Lei esporre questa parte dell'in­ terpretazione del sogno, anche se per Lei era trasparente, come l'altra sul parto verginale. I nostri predecessori in psicoanalisi, i curatori d'anime cattolici, non si sono proposti, com'è noto, di prendere in esame soltanto il minimo indispensabile dei temi sessuali; al contrario, essi interro­ gano con estrema minuzia su tutti i particolari. lo credo che la posizione giusta stia nel mezzo, ma che sia assai piu vicina all'uso cattolico che non al Suo proposito. Del resto, le Sue ricerche dovrebbero dare ben presto un risultato tipico, dal momento che, per il pensiero religioso, le linee direttrici sono prefigurate nella famiglia. Dio = padre; Madonna = madre, e il paziente stesso non è altro che Cristo. Lei può misurare quanto sia stimolante il Suo lavoro da questa confessione: che sarei in grado di riempire di note a· margine pa­ recchi altri fogli ancora. Mi limiterò a un punto soltanto: da questa storia clinica non ho tratto che una conferma alla mia impressione che la tecnica delle associazioni indotte non ci dà nulla di speciale nell'analisi di nevrotici (mentre è indispensabile nella demenza pre-

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LETTERE

coce!) e che non va affatto preferita al metodo delle associazioni libere. Le reazioni sono non meno remote e si finisce se mai col creare difficoltà 'al paziente impedendogli di continuare a dipanare l'idea che gli è venuta spontanea. Con un devoto saluto e i piu calorosi auguri per il proseguimento dei Suoi bei lavori, Suo Freud

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ANNO 1 909

ficile scrivere. Rimando quindi molte altre cose alla bella occasione in cui potremo scambiare a voce le nostre idee. Cordialmente, Suo Freud

6.

Vienna,

10

maggio

1909

Caro dottore,

5.

Vienna,

30

marzo

1909

Stimatissimo dottore, Jung mi ha lasciato 1en sera, ma non avevo naturalmente nessun rimprovero da fargli a Suo proposito, poiché Lei non ha fatto che ciò che egli stesso o io avremmo fatto al Suo posto, ossia pubblicare secondo lo stadio raggiunto di volta in volta dalle proprie cono­ scenze, per poi modificare via via che queste progrediscono. Cosi facendo noi tutti forniamo un discreto numero di novità al lettore del tutto inesperto, che è piu di quanto egli sia pronto ad accogliere. II valore dei nostri lavori però deve consistere non nel fatto che essi contengano qualcosa di accettato in base al principio di autorità, bensi qualcosa che rappresenta il risultato di. un laborioso lavoro personale. Si convincerà Lei stesso, proseguendo nel lavoro, di quanto sia giu­ stificato accettare una simbologia onirica relativamente fissa; volevo richiamare soltanto la Sua attenzione su questo punto e non esigo un atto di fede, bensi soltanto che si sia pronti a valutare in quesfo senso il quadro che si presenta. L'annuncio della Sua prossima visita in aprile mi ha fatto un estremo piacere. La prego di fare in modo di cenare una sera con i miei e di potersi poi trattenere un'ora con me. (E sarei lieto se le ore fossero piu d'una.) Se la Sua visita cade di domenica, allora La prego di venire anche a pranzo, e avremo tutto sommato piu tempo per noi. Oggi ho un catarro accidentale agli occhi che mi rende dif-

il Cervino 1 poggia ora sulle lettere in attesa di risposta sul mio scdttoio. Accetto ben volentieri questo piccolo frammento di Sviz­ zera, nel senso simbolico che Lei mi propone, come omaggio del­ l'unico paese dove so di essere riccamente provvisto di beni quali la simpatia di cuore e di spirito di uomini forti e buoni. Non penso alla mia difesa personale. Di proposito, ho sempre lasciato che la mia persona apparisse solo come un esempio, mai come un modello, e ancor meno poi che fosse venerata. Sarebbe anche facile dare al Cervino un altro significato, meno - esaltante. La scala 1 : 50000 può essere all'incirca quella secondo cui il destino adempie i nostri desideri e noi stessi attuiamo i nostri propositi. Tra parentesi, mi è saltato agli occhi quanto poco signi­ ficato abbiano i numeri per la nostra rappresentazione delle cose; mi è difficilissimo credere che basterebbero solo 50000 di queste pia­ strelle, messe l'una sull'altra, per raggiungere l'altezza di una mon­ tagna gigantesca; avrei pensato che ne occorressero piu di un milione. Voglio ricordare anche un terzo significato del Cervino. Esso mi· fa venire in mente un uomo singolare, che un giorno mi venne a trovare, un vero servo di Dio, i cui concetti e la cui esistenza erano per me qualcosa di assolutamente inverosimile. Nel senso, cioè, che per lui è un bisogno fare del bene, per vie spirituali, a tutti coloro che incontra. Cosi anche a me Lei ha fatto del bene. Dopo le Sue parole, mi sono chiesto perché non mi sentissi veramente felice, e ho presto trovato la risposta. Rinunciai al proposito inattuabile di diventare 1

Un modellino in argento del Cervino, che Pfister aveva donato a Freud.

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LETTERE

ricco in modo onesto, decisi dopo il casuale decesso di un paziente di non accettare alcun compenso; da allora mi sento bene e sono sereno, e Le do ragione. Ma, da allora, già tre volte ho tenuto fede a questo proponimento; senza la Sua visita e la Sua influenza non ci sarei mai riuscito; il mio complesso paterno - come direbbe Jung - cioè il bisogno di correggere 1 mio padre, non me l'avrebbe permesso. Le Sue osservazioni sulle traslazioni e sulle compensazioni trove­ ranno presso di me la considerazione che meritano. Credo che Lei abbia ragione; si tratta del presupposto per un successo duraturo. In special modo un certo tipo cli donne respinge qualsiasi sostitu­ zione con qualcosa di ideale ed esige dalla vita qualcosa di simile alla felicità o la continuazione della traslazione. Sono quelle donne di cui il poeta dice che capiscono solo la "logica della minestra con argomenti di polpette".2 La ringrazio cordialmente. Continui animosamente a scrivere, e mi faccia sapere sempre più delle Sue lotte e dei Suoi successi. La saluto cordialmente, Suo Freud

7.

Vienna, 13 giugno 1909

Caro dottore, molte grazie per il fascicolo contenente il saggio di Waldburger.3 Non sono del tutto ben informato su di lui. È della scuola di Foerster? 4 Non disconosco quel che c'è di repellente, di vischioso e sordido in lui, ma per Lei non è che un vano riconoscimento! Il padre di Freud aveva dovuto aflrontare difficoltà economiche. H. Heine, Die Wanderratten, Poetische Nac/1lese, voi. 3; Zeitgedichte, N. 30: "Im hungrigen Magen Eingang finden / nur Suppenlogik und Kniidelgriinden" [In uno stomaco affamato si fa strada / soltanto una logica della minestra con argomenti di polpette]. 3 A. Waldburger, Psyc/10analytische Seelsorge und ,\foral-Pildagogik, Protestantische Monatshefte (1909). 4 Friedrich Wilhelm Foerster, filosofo e pedagogo, professore a Monaco e in seguito negli Stati Uniti. 1

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D'altra parte c'è dell'altro ancora che non capisco. Costui si dà spesso le arie di sguazzare da decenni nella psicoanalisi. Eppure de­ v'essere per lui una novità inaudita! Ma probabilmente questi enigmi non valgono la pena d'essere risolti. Le notizie sulla Sua attività e sui Suoi interessi hanno come sempre un effetto _vivificante. Che cosa Lei intenda parlando del "Libro dei sogni di Aristide" (Artemidoro? 1) non mi è chiaro. Nel frattempo un certo signor Spielmaier Le ha indirizzato i primi com­ plimenti per i Suoi risultati; gli altri verranno dopo, e non saranno pochi. So che questo non Le importa affatto. Il mio benessere, che data dalla Sua visita, continua. Sto addi­ rittura lavorando, per lo "Jahrbuch '',2 a una storia clinica,3 che ho già esposto a Salisburgo.4 La grande novità, che Jung viene con me a Worcester,5 ha certo sorpreso anche Lei. Per me questo cambia completamente il senso del viaggio, che diventa ben più significativo. Adesso sono molto interessato a tutto ciò che potrà nascerne. In questo periodo dell'anno acquisto un'evidentissima somiglianza con Colombo. Come lui ho nostalgia della... terra; ma per terra non intendiamo sempre l'Ame�ica: quest'anno si tratta dei boschi che circondano l'albergo ad Ammerwald presso Reutte, ai confini fra il Tirolo e la Baviera. I bambini stanno già fabbricando quegli strumenti-calendario che chiamano "mangiaore". Posso calcolare mentalmente che devo restare ancora inchiodato a Vienna quattro settimane e mezza. Le persone che ha voluto privilegiare con i Suoi saluti si sono sentite molto onorate. Sophie - cosi si chiama la Sua vicina - è ora ad Amburgo con la mamma e aspettiamo il suo ritorno verso la metà di questa settimana. Il mio secondo figlio deve dare domani gli esami di maturità. Credo che adesso stia giocando a carte con il fra­ tello e la sorella più giovani. Molti saluti cordiali, Suo Freud

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1 Artemidoro di Daldi, scrittore greco del secondo secolo d. C., autore della Oneirocritica [Interpretazione dei sogni]. 2 "Jahrbuch fiir psychoanalytische und psychopathologische Forschungen." 3 Freud, Ossen•azioni su un caso di nevrosi ossessiva (1909). 4 Al 1 ° Congresso psicoanalitico, Salisburgo 1908. 5 In seguito a un invito del presidente Stanley Hall (1846-1924) a partecipare alla ceri­ monia in occasione del decimo giubileo della Clark University