Liberi di imparare. L'esperienza di scuola non autoritaria in Italia e all'estero raccontate dai protagonisti 8888819770, 9788888819778

È possibile imparare senza essere obbligati a frequentare lezioni? Senza essere sottoposti a voti e alla minaccia di una

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Italian Pages 185 [187] Year 2011

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Liberi di imparare. L'esperienza di scuola non autoritaria in Italia e all'estero raccontate dai protagonisti
 8888819770, 9788888819778

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PREFAZIONE

AMARE È LASCIARE LIBERI di Nicholas Bawtree* "/ vostri figli non sono i vostri figli. Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di se stessa" Kahlil Gibran, "Il profeta"

Il libro ch·e state per leggere parla di un'idea scomoda. Molto scomoda. Un'idea che però è anche semplice, pratica e senza fronzoli. Potremmo riassumerla così: "ogni bambino o bambina, nel rispetto degl! aJtri, ha il diritto di deciaere querlo che v~uole fare" _------·- . S icuramente se al posto della parola "bàmbino' ' -ci fosse la parola "persona", pochi avrebbero qualcosa da ridire su questo principio di libertà individuale. Per i bambini invece è diverso: i bambini sono piccoli, quindi ignoranti, quindi incapaci .di decidere per se stessi. Potranno acquisire questa capacità solo dopo un lungo periodo di · "_educazione" da parte degli adulti, che termina con una prova dal nome emblematico: maturità. · Il più delie volte il bamoino, sia a casa che a scuola, si ritrova a ·impiegare la maggior parte del proprio tempo a fare cose decise . da altri. A scuola in particolare, passa svariate ore al giorno seduto . ad apprend~re delle nozioni sotto il ricatto morale del voto. Queste nozioni dovrebbero dargli gli strumenti necessari per poter decidere finalfDente con ·1a propria t_esta. In altre parole si pensa che, dopo

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Nicholas Bawtree è redattore del mensile Terra Nuova. Dopo aver portato all'esame . di m'aturffà u na~tesina contro la scuola dal titolo Una questione di patate - dove scriveva "la scuola mi pi~çe, perché f~_nascere vivo interesse per gli argomenti che- non . t t]_{té\':-:: non ·contento, ha .proseguito studiando sociologia e scienze dell'educazione all'università.

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t aver passato dai tredici ai sedici anni a fare cose stabilite dagli adulti, ~un giovane sia finalmente p~onto a decidere per sé. · Nella seconda n1età dell'Ottocento, prop~io quando le caratteristiche autoritarie della scuola erano particolarmente esplicite, ma anche meno an1bigue, qualcuno iniziò a pensare che c'era qualcosa che non .tornava in questo ragionamento . Fu allora che cominciarono a circolare le prime teorie sull'educazione democratica, dalla penna dello scrittore Lev Tolstoj e poi del pedagogista John Dewey. La nçscita, nel 1921, della Summerhi/1 Schoo/, con sede nel Suffo\k, in Inghilterra, costituisce uno degli esempi più significativi di questo processo di critica verso il sistema educativo tradizionale. A Summerhill un bambino può tuttora studiare le stesse materie insegnate in una scuola normale o praticare diversi_tipi di lavoro manuale, ma può anche stare tutto il giorno a giocare all'aperto, o persino a non fare nulla. Tutte le questioni relative alle attività e alla convivenza all'interno della scuola ·vengono poi gestite attraverso un'assemblea settimanale, dove si approvano, si modificano e si abrogano leggi e dove ognuno ha diritto a un voto, indipendentemente dalla propria età. · · · I\ fondatore di Summerhi/1, Alexander Neill, nei suoi libri scrive poco di teoria e molto di pratica. Racconta di Charlie, Sylvia, Bert, Peggy. lascia che a parlare siano le storie dei singoli bambini, piuttosto che la retorica della pedagogia. Dichiara di non avere la verità ir, tasca, ma a\lo stesso tempo mette in pratica con grande determinazione quella che può apparire a prima vista come una fede o un'ideologia, ( ~a che si rivela esse_re pi~ttosto u~ semplice fatt?_: libertà fu~\ z1ona. Se a un bambino diamo la piena responsabil1ta delle proprie attività quotidiane, maturerà fin da subito la capacità di ascoltare le proprie inclinazioni, di sperimentare i_ propri talenti, di scegliere I~ propria vita. Ma tutto questo succede solo se si dà una libertà auten- . tica, e non una pillola di autorità addolcita, come avviene in ·molte , scuole che si proclamano "alternative". Equali sono gli unici bambini a non fare niente a Summerhi/1, mentre gli altri si intrattengono con tutta una serie di occupazioni che vanno dallo studio al gioco, dal teatro alla musica, dall'artigianato

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\ Prefazione

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al ballo? Neill racconta che sono proprio quelli appena arrivati da scuole convenzionali. Tuttavia questa inattività, normalmente, non dura più di qualche mese, dopodiché il bambino inizia ad annoiarsi, e a dedicarsi pian piano a qualche occupazione. Insomma, è come se l'accidia in un bambino fosse un campanello d'allarme. Nei li infat_t_L_~_s:_?_n~i~~9 che _i bambini siano naturalmente inclini a esserè attivi, entusiasti ,. i nteressati a tante sose. Se - non_Jo~?éfl_Q, _è molto g.r_9b_~bile -_éh~_g iamo sbagli-ando qualcosa- noi , non loro. E se un bambino non vuole fare niente, la cosa migliore è lasciare che non faccia niente, perché è proprio in questa condizione che capirà quello che vuole fare veramente, indipendentemente da ciò che noi vogliamo o pianifichiamo per lui. Come scriveva D. H. Lawrence nel 1918: "Come iniziare a educare un bambino? Prima regola: lasciatelo in pace. Seconda regola: lasciatelo in pace. Terza regola : lasciatelo in pace" . Qualche anno fa, per un articolo su Terr"a Nùova, ho intervistato Zoe Readhead , figlia di Neill e attualmente preside della scuola di Summerhi/1. Mi ha motto colpito il forte senso pratico nelle sue parole. Pensando di metterla in difficoltà, le ho chiesto se la libertà dei bambini era estesa anche alle scelte alimentari, e lei mi ha risposto