L'arte del potere: vita e opere di Cassandro di Macedonia 9783515083812, 3515083812

Cassandro, figlio di Antipatro, che fu il primo re dei Macedoni estraneo alla dinastia di Alessandro, e da annoverare tr

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Italian Pages 184 [183] Year 2003

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L'arte del potere: vita e opere di Cassandro di Macedonia
 9783515083812, 3515083812

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Franca Landucci Gattinoni L'arte del potere: Vita e opere di Cassandra di Macedonia

HISTORIA Zeitschrift fiir Alte Geschichte Revue d'histoire ancienne Journal of Ancient History Rivista di storia antica

EINZELSCHRIFfEN Herausgegeben von Mortimer Chambers/Los Angeles Heinz Heinen/Trier Martin Jehne/Dresden François Paschoud/Geneve Hildegard Temporini/Tlibingen

HEFT 171

Franca Landucci Gattinoni

L'arte del potere Vita e opere di Cassandra di Macedonia

@

Franz Steiner Verlag Stuttgart 2003

Bibliographische lnformation der Deutschen Bibliothek Die ùeutsche Bibliothek verzeichnet diese Publikation in der Deutschen Nationalbibliographie; detaillierte bibliographische Daten sind im Internet i.iber abrufbar. ISBN 3-515-08381-2

(§ ISO 9706

Jede Verwertung des Werkes auBerhalb der Grenzen des Urheberrechtsgesetzes ist unzulassig und strafbar. Dies gilt insbesondere fi.irÙbersetzung, Nachdruck, Mikroverfilmung oder vergleichbare Verfahren sowie fi.irdie Speicherung in Datenverarbeitungsanlagen. © 2003 by Franz Steiner Verlag Wiesbaden GmbH, Sitz Stuttgart. Gedruckt auf saurefreiem, alterungsbestandigem Papier. Druck: Druckerei Proff, Eurasburg. Printed in Germany

alla memoria di mio padre

SOMMARIO Introduzione - Il contesto storico e storiografico...................................

9

Prologo - La cronologia di una storia.....................................................

13

Capitolo § 1 §2 §3 §4 §5

I: A "caccia" del potere............................................................ La morte di Antipatro ........................................... ..................... La scelta di Antipatro ................................................................ Le ragioni di Antipatro ............................................................... Il "tradimento" di Poliperconte ................................................ Cassandra, la caccia e le tombe di Vergina ........................... ...

27 27 30 34 39 44

Capitolo § 1 §2 §3 §4

II: La famiglia e il potere........................................................ Le sorelle di Cassandra ............................................................. I fratelli di Cassandra................................................................ La moglie e gli eredi di Cassandra ........................................... L'ideologia della famiglia.........................................................

57 58 70 79 87

Capitolo § 1 §2 §3 §4

III: La struttura del potere ............ ..................................... ...... 95 La fondazione di città ....... ............ ............................................ 95 I rapporti con Atene ................................................................... 111 BacnÀE:Ùç MaKEòovcov .. . . . .. .. .. .. . . .. .. .. . . .. .. .. .. ... .. .. . . .. .. . ... . .. . . .. . . .. . . 124 Il potere della cultura ................................................................ 137

Conclusione - Considerazioni storiche e storiografiche ........................ 145 Bibliografia .............................................................................................. Abbreviazioni ..................................................................................... Bibliografia ........................................................................................

151 152 152

Indici ......................................................................................................... Indice delle fonti ................................................................................ A Letterarie .............................................................................. B Epigrafiche e papiracee ....................................................... Indice dei nomi .................................................................................. Indice delle illustrazioni ....................................................................

171 172 172 178 179 184

INTRODUZIONE IL CONTESTO STORICO E STORIOGRAFICO* Nel complesso e articolato quadro storico del primo Ellenismo, cioè del periodo immediatamente successivo alla morte di Alessandro Magno, sono molti i personaggi che si affacciano alla ribalta della storia e moltissimi gli avvenimenti che, in un ampio contesto spaziale compreso tra i confini occidentali della Grecia e quelli orientali della Persia, si accavallano gli uni con gli altri, in un continuo susseguirsi di incontri e scontri, diplomatici e/o militari, che coinvolgono tutti i protagonisti dell'epoca. Tra la fine del IV e l'inizio del III secolo, infatti, nacquero: dalle ceneri dell'effimero impero creato dal figlio di Filippo _II,i vari regni ellenistici, che costruirono una geografia del tutto inedita dell'intera regione, geografia destinata poi ad essere definitivamente travolta dall'impetuosa e invincibile espansione romana. Ma nella ormai vastissima bibliografia moderna relativa al primo Ellenismo1 è stata in genere sottovalutata la figura di Cassandro, figlio di Antipatro, cioè del primo Macedone, non appartenente alla dinastia degli Argeadi, che riuscì a proclamarsi re del suo popolo: a lui, infatti, è stata dedicata solo la breve monografia di M.Fortina, di carattere strettamente evenemenziale, pubblicata a Torino nel 19652,mentre la dissertazione di dottorato di W.L.Adams, datata al 19753,non ha mai ricevuto dignità di stampa, anche se rappresenta un utile strumento di lavoro, che, però, privilegiando gli aspetti analitici dell'indagine storica, manca di una robusta sintesi della problematica cassandrea. In questa situazione mi è parsa evidente la necessità di riesaminare vita e opere di Cassandro, anche alla luce delle molte scoperte archeologiche ed epigrafiche che, negli ultimi decenni, hanno tanto contribuito ad accrescere la nostra conoscenza del mondo ellenistico in generale e della Macedonia in * Tutte le date dell'intero volume, salvo diversa indicazione, devono essere considerate a.C. _,. 1 Cfr. e.g. l'ampiezza della monografia di Seibert 1983, interamente dedicata alla bibliografia sui Diadochi; nell'ultimo ventennio, inoltre, c'è stato un ulteriore incremento bibliografico, sul quale cfr. e.g. Boffo 1998, pp.81-106; Virgilio 1998, pp. I 07176; Virgilio 2003 2, passim. 2 Cfr. Fortina 1965. 3 Cfr. Adams 1975.

Introduzione

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particolare; dato, però, che negli anni novanta del Novecento ho pubblicato due monografie, dedicate la prima a Lisimaco di Tracia e la seconda a Duride di Samo 4 , nelle quali ho analizzato con ampiezza i principali aspetti storici e storiografici del primo Ellenismo, credo sia inutile inserire in questa mia ricerca, incentrata sulla personalità di Cassandro, riflessioni già fatte e nelle quali ancora mi riconosco. Per questo, invece di ricostruire l'intera biografia di questo personaggio, rispettando una rigorosa scansione cronologica, come ho fatto per quella di Lisimaco, che, tra l'altro, ebbe uno stretto rapporto di alleanza e di collaborazione con l 'Antipatride, con il quale, quindi, condivise molti degli eventi dell'epoca, ho ritenuto opportuno focalizzare la mia attenzione sul rapporto tra Cassandro e il potere, dando così un taglio strettamente tematico alla mia ricerca. Il mio lavoro, dunque, a differenza di quelli del Fortina e dello Adams, ha lo scopo di presentare al lettore non tanto un approccio biografico ·sistematico alla figura di Cassandro, quanto piuttosto un percorso metodologico, che, attraverso l'analisi di alcuni snodi fondamentali della vita dell' Antipatride, arrivi alla scoperta dei meccanismi di potere che furono alla base delle fortune politico - militari di Cassandro, come di altri protagonisti della storia del primo Ellenismo. Per quanto riguarda, invece, il versante storiografico del lavoro, vista la stretta connessione tra Lisimaco e Cassandro, credo che, per un'analisi generale delle principali fonti sul primo Ellenismo, sia sufficiente un rimando al primo capitolo della mia monografia sul sovrano di Tracia 5 , mentre per un approfondimento di alcune delle caratteristiche dei libri XVIII-XX della Biblioteca Storica di Diodoro Siculo, libri che costituiscono il fondamento di tutta la tradizione su Cassandro, rimando alla mia monografia su Duride di Samo e, in particolare, al capitolo dedicato al rapporto Duride-Diodoro 6 • Ma nell'ambito della storiografia su Cassandro non bisogna dimenticare che ha grande valore anche la testimonianza di Plutarco, il quale, pur non dedicando al figlio di Antipatro una biografia, dato il suo sostanziale disinteresse nei confronti delle personalità di età ellenistica 7 , cita per ben 38 volte il nome di questo personaggio: a questo proposito, ho già cercato di dimostrare altrove 8 che il Biografo di Cheronea ci conserva in genere una tradizione fortemente ostile a Cassandro, che fa di quest'ultimo un 4

Cfr. Landucci Gatti noni 1992; Landucci Gattinoni 1997. Cfr. Landucci Gattinoni 1992, pp.11-72. 6 Cfr. Landucci Gattinoni 1997, pp.194-204. 7 Sul disinteresse di Plutarco per l'Ellenismo, cfr. Geiger 1981, pp.85-104; Geiger 1995, pp.173-185; Tatum 1996, pp.135-151. 8 Cfr. Landucci Gattinoni c.d.s. 5

Introduzione

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modello di eroe negativo e che rispecchia la profonda ostilità nutrita nei suoi confronti dalla storiografia di matrice antigonide 9 • Comunque, al di là di questi richiami alle mie precedenti ricerche, nell'analisi del rapporto tra Cassandro e il potere, ho articolato la mia ricerca in soli tre ampi capitoli, ciascuno dei quali, però, è a sua volta suddiviso in una serie di paragrafi, per permettere al lettore di individuare i punti chiave delle singole problematiche, con particolare attenzione anche alla dimensione iconografica, letteraria e filosofica delle vicende del dinasta, così da mostrare la continua e feconda interazione tra contesto storico e contesto culturale nel primo Ellenismo: se il primo capitolo è dedicato alla nascita delle ambizioni di Cassandro, il secondo sottolinea l'importanza del clan familiare nella crescita del suo potere, mentre il terzo si focalizza sui metodi utilizzati dall' Antipatride per consolidare e strutturare il potere appena conquistato. Ma prima di entrare, qui e ora, in medias res, è necessario premettere ai tre capitoli tematici un prologo dedicato ad alcune spinose questioni cronologiche che ancora oggi dividono la critica nella ricostruzione degli avvenimenti dell'ultimo quarto del IV secolo: in moltì di essi, infatti, ci fu il diretto coinvolgimento di Cassandro e le eventuali ambiguità cronologiche possono rendere più difficile la comprensione delle azioni di questo personagg10. Innanzitutto, però, mi corre l'obbligo di ringraziare il Professor Heinz Heinen per avermi fatto l'onore di accogliere questa ricerca nella prestigiosa collana Historia - Einzelschriften; la mia riconoscenza, inoltre, va, ancora e sempre, alla Professoressa Marta Sordi, che, con la consueta generosità, ha letto e corretto il mio lavoro; un grazie di cuore alle amiche e colleghe Cinzia Bearzot e Luisa Prandi, che, come sempre, sono state prodighe di aiuti e consigli, anche se, naturalmente, solo mia resta la responsabilità di errori e/o omissioni rilevabili nel testo.

9

Cfr. infra, in particolare cap.11 passim.

PROLOGO LA CRONOLOGIA DI UNA STORIA La cronologia degli anni compresi tra la morte di Alessandro Magno nel 323 e la conclusione della cosiddetta terza guerra dei Diadochi nel 311, anni nei quali, per la prima volta, Cassandro si impone alla ribalta della storia 10 , è stata molto discussa nell'ultimo cinquantennio, dopo che il Manni 11 ha dimostrato, a mio avviso in maniera conclusiva, che la morte di Perdicca, fissata dal Beloch 12 al maggio del 321 (anno attico 322/21), va invece datata al maggio del 320 (anno attico 321/20), spostando così di un anno anche la data del congresso di Triparadiso (estate 320, anno attico 320/19) e del ritorno in Europa di Antipatro (autunno 320, anno attico 320/19). Negli anni settanta e ottanta del secolo scorso su questi punti fondamentali hanno concordato molti studiosi, soprattutto dopo che lo Errington 13 ha attirato l'attenzione della critica sul fatto che Diodoro, nel pronunciare l'epitaffio per Perdicca, ucciso dai suoi uomini in Egitto, afferma che egli morì apçaç E'CTJ -rpia 14 , il che sembra fissare con certezza la data della sua uccisione alla primavera del 320, cioè tre anni dopo la morte di Alessandro, avvenuta nel giugno del 323 15 ; la discussione è, invece, rimasta sempre molto accesa sull'abbassamento di un anno delle date successive, fino a coinvolgere la cronologia della cosiddetta terza guerra dei Diadochi, che si chiude con la pace del 311, sulla cui datazione tutti, finalmente, concordano 16.

°Cfr. infra, cap. I.

1

11

Manni 1949, pp.53-58. Beloch IV 2 .1, pp.73-115. 13 Errington 1970, pp.75-77. 14 Diod. XVIII 36, 7: TTEpòt1avf\vm -wìç 7tEpt -rriv 'EÀÀ.aoa 1rnì MaKE◊oviav, ÈK 1taÀ.moù Kat cra1tpoù KpEµaµÉvotç cr-riiµovoç, -ròv 'Av-ri1tmpov ou-rm crKffi\jfav-wç.Plut. Demosth. 31, 4-6: ypciµµma yàp Èç,É1tEcrEvaù-wù (= Demade), ot' còv 1tapEKClÀ.EtTTEpòtKKaVÈ7ttXEtpdv MaKE◊OVtpoupapxi.aç. 15 Plut. Phoc. 30, 9. 16 Diod. XVIII 48, 4-5. 17 Sulla chiliarchia presso i Persiani e sulle caratteristiche che essa assunse nell'impero creato da Alessandro, cfr. Briant 1996, pp.234-235 e 269-272. 18 Su Cassandro e la tradizione plutarchea, cfr. ora Landucci Gattinoni c.d.s. 19 Sull'atteggiamento di Diodoro nei confronti di Antipatro, cfr. Landucci Gattinoni 1997, pp.194-204. 20 Diod. XVIII 39, 2-3: oi òÈ MaKEòovEç È1ttµEÀ1l't1ÌV EtÀov'to 'tÒv 'Av'tirta-tpov aÙ'toKpawpa. Cfr., nello stesso senso, Arr. in FGrHist 156F9, 33: Kaì µoÀtç 'tijç O"'tOO"EWç 1tE1tauµÉv11ç'AV'ttrta-tpov rtaÀtv, roç KaÌ rtp6cr0Ev, àpXEtV EtÀOV'tO.

§ 2: La scelta di Antipatro

31

questo proposito, diverse sono le opinioni dei moderni sui fatti realmente accaduti a Pella nell'autunno del 319. Molti studiosi, infatti, danno per scontato che la scelta di Antipatro a favore di Poliperconte sia stata confermata, dopo la sua morte, dai Macedoni presenti in patria 21 ; alcuni, invece, senza affrontare il problema, si limitano a ribadire la legittimità a priori delle scelte di Antipatro 22 ; altri, infine, nell'accettare in toto la tradizione, che ignora l'esistenza di una "conferma" a posteriori delle decisioni di Antipatro, considerano le scelte di quest'ultimo un gesto autocratico e sostanzialmente illegale che segnala, di fatto, la degenerazione del sistema in Macedonia già pochi anni dopo la morte di Alessandro 23 . In realtà la questione è molto più complessa di quanto appaia a una prima lettura delle fonti, perché essa coinvolge il problema della natura della monarchia macedone, problema affrontato di recente da Michele Faraguna e da Miltiades Hatzopoulos, che, in maniera indipendente l'uno dall'altro, arrivano a conclusioni sostanzialmente contrapposte 24 ; lo studioso italiano, infatti, grazie a una analisi serrata delle fonti storiche ed epigrafiche relative alla situazione della Macedonia fra IV e III secolo, ritiene che non vi siano "elementi in favore della teoria che postula l'esistenza, parallelamente a quella del re, di una qualche forma di struttura amministrativa e finanziaria centralmente controllata dai Macedoni", anche se, a suo avviso, è innegabile la presenza, all'interno dell'ethnos macedone, di elementi dinamici, che troveranno il loro pieno sviluppo a partire dalla fine del III secolo, quando la crisi prima e la scomparsa poi della monarchia porteranno alla valorizzazione delle caratteristiche "civiche" delle strutture istituzionali del paese 25 . Lo studioso greco, invece, pensa che, fin dal IV secolo, la Macedonia fosse uno stato "etnico" nel quale i Macedoni avevano prerogative e diritti che il monarca non poteva né ignorare, né prevaricare; l'Hatzopoulos, anche se è costretto ad ammettere che molte delle testimonianze a noi note sono tarde, spesso di età romana, crede che gran parte delle situazioni istituzionali in esse citate siano riferibili anche ai periodi più antichi, per i quali nulla ci dicono le fonti 26 . Cfr. e.g. Tam 1973, p.624; Adams 1975, p.74; Hammond 1988, p.130 nota 3; Baynahm 1994, p.354. 22 Cfr. e.g. Fortina 1965, pp.24-25; Adams 1983, pp.18-19, senza alcun accenno alla diversa opinione già da lui sostenuta nel 1975. 23 Cfr. e.g. Bengtson 1964 2 , I, pp.60-63; Will I2, p.48; Will 1984, pp.40-41. 24 Faraguna 1998, pp. 349-395; Hatzopoulos 1996, I, passim. 25 Faraguna 1998, pp. 394-395. 26 Cfr. Hatzopoulos 1996, I, pp.487--496, con le conclusioni dell'autore, ma questa tesi è sottesa a tutta l'opera dello studioso greco; per un commento sostanzialmente favorevole alle teorie dell'Hatzopoulos, cfr. Mari 1999, pp.627-649. 21

Capitolo I: A "caccia" del potere

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Sic stantibus rebus, è evidente che chi afferma il diritto di Antipatro, ritenuto il vero gestore del potere esecutivo, a scegliere il suo successore nella reggenza del regno, si accosta alla tesi cosiddetta "assolutistica", che considera il sovrano macedone come un autocrate, libero da qualunque condizionamento; chi, invece, a prescindere dalla posizione di Antipatro, ribadisce il diritto dei Macedoni a scegliere il nuovo reggente, data l'incapacità dei due re, un bambino, Alessandro IV, e un handicappato, Filippo III Arrideo, a governare in maniera autonoma, si appoggia alla tesi cosiddetta "costituzionale", che assegna veri e propri poteri decisionali all'assemblea dell'esercito e/o dei cittadini 27. Dato che, come sottolinea il Wi1128, Diodoro e Plutarco, uniche fonti a noi note che si occupano della nomina di Poliperconte da parte di Antipatro29, riferiscono direttamente a quest'ultimo la responsabilità della scelta e Diodoro sembra addirittura ribadire la definitività della decisione del vecchio reggente ormai moribondo, lì dove accenna allo sterile scontento di paterna, evidentemente anche da lui ritenuta Cassandra di fronte alla -raçtç 30 insindacabile , sarebbe scorretto, dal punto di vista metodologico, ipotizzare, nel silenzio della tradizione, un intervento a posteriori dei Macedoni, tanto più che in genere Diodoro riferisce puntualmente i casi in cui i Macedoni stessi erano intervenuti nelle scelte fondamentali del regno dopo la morte di Alessandro 31 • Dobbiamo quindi ammettere che Antipatro, che pure era stato eletto reggente dai Macedoni a Triparadiso, si arrogò il diritto di scegliere il proprio successore e che nessuno, anche se scontento delle sue decisioni, ne contestò la legittimità: nessuno, infatti, per quanto ne sappiamo, accusò 27

Sull'argomento esiste una vastissima bibliografia, discussa in maniera approfondita da Faraguna 1998, p.349 nota 2; cfr. in particolare, per la tesi "assolutistica", le riflessioni di Errington 1978, pp.77-133, e 1983, pp.89-101, ribadite da Borza 1990, pp.231-252, e da Carney 1995, pp.367-391; mentre, a favore della tesi "costituzionalista", (oltre alle argomentazioni di Hatzopoulos 1996, I, passim) cfr. Papazoglou 1983, pp.195-210; Papazoglou 1988, pp.40-51; Adams 1986, pp.43-52; Hammond 1989, pp.49-70 e 382-395; Hammond 1993, pp.12-23; Hammond 1995, pp.120-128 (interventi che raccolgono e rielaborano argomenti già trattati in precedenza). 28 Will 12,p.48; Will 1984, pp.40-41. 29 L'ascesa al potere di Poliperconte è citata anche in Heidelberg Epitome in FGrHist 155Fl, 5, senza però alcun riferimento né al ruolo di Antipatro, né al modo di questa ascesa. 3 Cfr. Diod. XVIII 49, 1: O'U µ~v 6 Kacravop6ç YE'tijç 'tOÙ 1ta-rpòç 'tal;Et 11cr1v on òÈ. ycvoµEvoi; cj>iÀoi; µÉya ì'.crxucrEv.Sugli "amici" dei sovrani ellenistici, tema che negli ultimi anni ha attirato l'attenzione della critica, cfr. ora Landucci Gattinoni 2000, pp. 211-225, con ampi riferimenti alla bibliografia precedente, e, con particolari interessi micrasiatici, Savalli Lestrade 2001, pp. 263-294. 138Per una riflessione sui trattati 1tEpÌ.~aCJtÀEiai; cfr. ora Virgilio c.d.s. 139 Sui buoni rapporti tra Cassandra e Teofrasto cfr. Diog. Laert. V 37 (= Fortenbaugh 1992, n. 1, p. 20): Kacrav8poi; yoùv m'.Ytòv (= 0Eocj>pacrwv) àrrEòÉXEW. cfr. anche Suda 0199 s.v. 0Eocj>pacrwi; (= Fortenbaugh 1992, n. 2, p. 46): 0Eocj>pacrwi; Ènµ11811M napà Kacrcravòpq:> -rqj 'Avnna-rpou. Sul trattato rrEpì ~acrtÀEiai;, cfr. Diog. Laert. V 47 (= Fortenbaugh 1992, n. 1, p.3 4), all'interno del lungo elenco delle opere

Capitolo III: La struttura del potere

116

Che la protezione dell' Antipatride fosse di grande importanza per i peripatetici, è dimostrato dal fatto che, quando il suo potere in Atene subiva un' eclisse, per loro aumentavano di gran lunga i rischi di una persecuzione giudiziaria: se nel 317 Agnonide, uno degli accusatori di Focione 140 , tentò invano di mettere sotto processo anche Teofrasto 141 , nel 307, dopo la caduta del regime del Falereo, Teofrasto stesso dovette abbandonare la città, a causa di un provvedimento, proposto da un certo Sofocle del Sunio, che proibiva l'apertura e il funzionamento di tutte le scuole filosofiche che non fossero state autorizzate dalla bulé e dall'assemblea 142 , come se l'eliminazione del potere del Falereo avesse "liberato" in Atene le opinioni ostili alla filosofia, in generale, e ai peripatetici, in particolare, tanto che anche il commediografo Menandro rischiò di essere processato, solo perché era un peripatetico e, dunque, amico del deposto Demetrio 143 . D'altra parte, però, la contiguità politica tra i peripatetici e Cassandra, così forte da concretizzarsi nei dieci anni di governo del Falereo, presuppone anche una profonda affinità culturale, poiché solo l'esistenza di una grande fiducia reciproca può giustificare la decisione del dinasta di mettere alla guida di Atene un personaggio la cui fama era fondamentalmente non politica ma, appunto, culturale, dal momento che Diogene Laerzio può affermare che, per numero e ampiezza dei libri da lui scritti, Demetrio sorpassò tutti i suoi condiscepoli, e per educazione e versatilità non ebbe eguali tra i suoi contemporanei 144 . attribuite a Teofrasto: Tipòç; Kacrav8pov 1tEpÌ ~acrlÀEiaç; a. Cfr. anche Athen. IV 144 e, dove si discute anche della dubbia autenticità dell'opera: 0E6tÀ.oç; yqovroç; Kacrcravopou -rou ~amÀ.Éwç;1rnì otà 'tO'U'tOV iìvay1rn0µÉvoç; 'tEÀElV~aCTlÀ.tK:aç; nvaç; XPEiaç; 1rnì µqaÀ.aç; ànooriµiaç;, q>TjCTlV Èç-ronw0fivm 1rn-rà -riiv µEcrT)µ~piav dç; -ròv CÒK:Eav6v. 26 2 Sugli "amici" dei sovrani ellenistici, tema che, come ho già detto (cfr. supra, p. 115 nota 137), negli ultimi anni ha attirato l'attenzione della critica, cfr. ora Landucci Gattinoni 2000, pp. 211-225, con ampi riferimenti alla bibliografia precedente, e, con particolari interessi micrasiatici. Sa valli Lestrade 2001, pp. 263-294. 263 Cfr. e.g. Tam 1933, pp. 163-166; Braunert 1968, p. 66 nota 109; Giangrande 1976/77, p. 124. 264 Cfr. Athen. XIV 620 b; su Caristio di Pergamo e sulla presenza di suoi frammenti all'interno dell'opera di Ateneo, cfr. Zecchini 1989, pp. 222-223, con ampia bibliografia precedente. 265 Per una chiara sottolineatura di questi interessi letterari di Cassandra, cfr. Fortina 1965, pp. 121-122; Adams 1975, p. 2. 266 Cfr. e.g., il caso di Alessandro che, secondo Plut. Alex. 8, 2, portò in Asia una copia dell'Iliade, perché, a suo avviso, era un viatico in grado di stimolare le virtù militari. Naturalmente non si può escludere che proprio la figura di Alessandro sia stata l' exemplum sul quale si è modellato il riferimento omerico per Cassandra; cfr. anche i frequenti richiami ad Omero nell'opera di Callistene, ben evidenziati da Prandi 1985, pp. 76-82, che sottolinea la volontà dello stor_ico di_dare un~ ~atina ~pic~/lla spedizio~e asiatica del Macedone. Comunque, per una nfless10ne sull omensmo m Macedonia, cfr. i recenti contributi di Cohen 1995, pp. 483-505, e di Carlier 2000, pp. 259-268.

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Capitolo III: La struttura del potere

minimamente credibile, doveva fondarsi sulla diffusa convinzione, nel1'opinione pubblica, che Cassandro fosse davvero capace di exploits di questo tipo. Nella tradizione, però, ci sono tracce dell'interesse di Cassandro anche per le arti figurative: se Plinio 267 afferma che Filosseno, su commissione dell' Antipatride, aveva dipinto su tavola una Battaglia di Alessandro con Dario, che è in genere considerata la matrice originale del grande mosaico omonimo ritrovato nella Casa del Fauno di Pompei 268 , Ateneo 269 ci informa che lo scultore Lisippo inventò un nuovo tipo di anfora da vino proprio per compiacere Cassandro, che andava orgoglioso delle grandi quantità di un vino speciale che venivano esportate dalla neo-fondata Cassandrea 270 . La forma tipicamente aneddotica della notizia di Ateneo e la mancanza di altre, e più precise, informazioni ci impediscono, di fatto, di approfondire la questione del rapporto intercorso tra il dinasta e il famoso scultore, che, come è universalmente noto, "fu l'artista prediletto e il ritrattista ufficiale di Alessandro Magno" 271 , anche se la partecipazione di Lisippo alla creazione di un donario delfico, voluto da Cratero in ricordo di una caccia al leone di Alessandro 272 , ma dedicato, dopo la sua morte, dal figlio omonimo, ancora bambino 273 , rafforza l'ipotesi di una presenza di Lisippo nell'entourage di Antipatro subito dopo la morte di Alessandro, poiché la madre del piccolo Cratero era Fila, la figlia prediletta del vecchio generale macedone 274 ; per quanto riguarda, invece, Filosseno, il passo sopracitato di

267

Plin. N.H. XXXV 110: (Nicomachos) discipulos habuit Aristonem fratrem et Aristiden filium et Philoxenum Eretrium, cuius tabula nullis postferenda, Cassandra regi picta, continuit Alexandri proelium cum Dario. 268 Per una analisi delle problematiche inerenti ali' opera di Filosseno e alla sua ipotetica copia pompeiana, cfr. Bianchi Bandinelli 1977, pp. 416-513, in particolare pp. 471-477; Hoesch 1996, coli. 454-457; Pfrommer 1998, pp. 13-19. Cfr. ora Moreno 2000, passim, il quale ipotizza che il mosaico pompeiano derivi da una tavola originale non di Filosseno, ma di Apelle. 269 Athen. Xl 784 c: Aucrumov 1:òv àv8ptav1:01tot6v (j>acrtKacrciv8pcp xap1ç6µevov, éhe cruvq>KttÀ.o8ol;oùvn Kaì ~ouÀ.oµÉvcpt8t6v uva eupÉcr0at KÉpaµov 8tà 1:ò1toÀ.Ùvèl;ciyecr0m 1:òv Mev8a1ov ol vov ÈK 'tiiç 1t6À.eroç,q>tÀ.onµ110f\vm KaÌ 1toÀ.À.àKaÌ 1tav1:08a1tà yÉvll 1tapa0ɵevov KEpaµirov ÈS ÈKcicrwu à1to1tÀ.acrciµevov i'.8tov 1totf\crm 1tÀ.cicrµa. 270 In generale, sulla vita e l'opera di Lisippo, cfr. e.g. Giuliano 1961, pp. 654-660; Moreno 1994, pp. 23-123; Ridgway 1997, pp. 286-320. 271 Giuliano 1961, p. 655. 272 Cfr. Plut. Alex. 40, 5. Cfr. anche Plin. N.H. XXXIV 63-64, che, però, si limita a indicare la presenza della statua di Alessandro, senza citare l'input di Cratero. 273 Cfr. l'iscrizione dedicatoria ritrovata a Delfi alla fine dell'Ottocento, !SE II 73, linn. 1-10. 274 Per la storia dei matrimoni di Fila, cfr. supra, cap.11, pp. 58-62. Per una recente

§ 4: Il potere della cultura

143

Plinio 275 non lascia dubbi sull'esistenza di una interrelazione tra Cassandro e il pittore di Eretria, il cui nome è stato fatto più volte nei molti tentativi di identificare l'autore della scena di caccia che adorna la tomba II del cosiddetto Grande Tumulo di Vergina 276 . Il Goukowsky 277 , a proposito del ricordo di Alessandro nella Macedonia di Cassandro, sottolinea che Filosseno, nel dipingere il giovane sovrano, ormai defunto, nell'impeto di una battaglia contro Dario, ha messo in evidenza il suo coraggio e il suo ardore bellico, ma ha omesso qualsivoglia ornamento e/o attributo, quali lo stesso diadema, o la leonté, o le corna di Ammone, che potessero indurre lo spettatore a sospettare o un'origine divina o una regalità orientale nel giovane cavaliere, che appare, invece, semplicemente come un coraggioso comandante macedone nell'atto di combattere con i suoi uomini contro un esercito ostile. Potremmo allora concludere che anche in campo culturale Cassandro non dimenticava mai il suo rapporto diretto con il popolo macedone: il ~acnÀEÙç MaKE.òOVffiV, dagli ampi e variegati interessi culturali, se e quando decideva di sfruttare le sue conoscenze in questo campo per veicolare messaggi al suo popolo, tendeva a valorizzare l'ethos degli antenati, in un'ottica tradizionalista ereditata dal padre Antipatro, il generale cresciuto alla scuola di Filippo II e rimasto così ancorato al suo mondo e alla sua terra che, subito dopo il congresso di Triparadiso, nel quale era stato nominato reggente di Filippo III Arrideo e del piccolo Alessandro IV, decise di

riflessione su questo donario delfico, cfr. Moreno 1993, pp. 122-124, con ampia discussione della bibliografia precedente. 275 Cfr. supra, nota 267. 276 Per un'analisi della problematica che riguarda la tomba II del Grande Tumulo di Vergina, con discussione della ormai amplissima bibliografia, cfr. supra, cap.l, pp 4456. Sull'interesse degli Antipatridi per i più famosi pittori greci loro contemporanei sembra parlare anche una oscura tradizione pseudo-plutarchea, di cui sopravvive solo la versione siriaca: come nota Lippold 1936, col. 466, citando l'autorità di Biicheler II, p. 48, in questa versione siriaca di [Plut.] 1tEpÌ. àcrKT)O"Ewçsi ricorderebbe un ritratto di Antipatro, eseguito da Nicomaco per una ingente somma di denaro (questa notizia, riportata con dubbiosa cautela da Lippold, è data ormai per certa sia da Goukowsky I, p. 315 nota 57, che cita come sue fonti studi generali sul!' arte greca, sia da Moreno 1998, p. 20, che, in maniera apodittica, si limita ad affermare che Nicomaco è "ricordato al servizio dei Macedoni durante la reggenza di Antipatro", senza alcun riferimento a fonti antiche e/o moderne). Dato che Nicomaco, a detta di Plin. N.H. XXXV 11O, fu maestro di Filosseno, la sua familiarità con il padre di Cassandro, se fosse veramente esistita, avrebbe certo favorito l'incontro tra quest'ultimo e il suo allievo, tanto più che una presenza di Nicomaco in Macedonia nella seconda metà del IV secolo è accettata da coloro che gli attribuiscono la decorazione pittorica della tomba I del Grande Tumulo di Vergina, cf r. Andronikos 1984, pp. 86-91 ; Moreno 1998, pp. 20-22. 277 Goukowsky I, pp. 108-111.

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Capitolo III: La struttura del potere

allontanare i due re dall'Asia e di riportarli in Macedonia, per spostare metaforicamente il baricentro dell'impero conquistato da Alessandro da Persepoli a Ege, dalla capitale degli Achemenidi a quella ancestrale degli Argeadi 278 .

278

Cfr., a questo proposito la sintesi di Will I2, pp. 40-43, con indicazione delle fonti e la discussione della bibliografia moderna.

CONCLUSIONE CONSIDERAZIONI STORICHE E STORIOGRAFICHE Alla fine di un lungo percorso nel cuore del potere che Cassandra, figlio di Antipatro, conquistò nell'ultimo quarto del IV secolo e mantenne, poi, fino alla morte, avvenuta nel maggio del 297, credo che alcune riflessioni conclusive possano contribuire ad una migliore comprensione di un personaggio discusso e controverso, presentato da tutte le fonti come l'assassino della madre e dei figli di Alessandro Magno 1 e addirittura accusato, da una parte consistente della tradizione, di aver organizzato e portato a compimento, con la complicità dei suoi più stretti familiari, l'avvelenamento del grande sovrano macedone, prematuramente scomparso nel giugno del 323 a Babilonia 2 • Dal punto di vista storico, tre sono i punti nodali dell'azione dell' Antipatride, all'interno del complesso quadro politico-militare del primo Ellemsmo: a) Cassandra, a partire dal momento della scomparsa di suo padre e fino alla data della sua morte, mirò con pervicacia, coerenza e continuità, non solo a costruire in Macedonia il baluardo del suo potere, ma anche a recuperare le caratteristiche più autentiche della monarchia macedone, eliminando le sovrastrutture orientalizzanti introdotte da Alessandro e prendendo come paradigma la figura di Filippo II. Se gli onori funebri da lui concessi a Filippo III Arrideo e alla moglie Euridice, secondo il tradizionale protocollo regale macedone 3 , sancirono, dal punto di vista di Cassandra, la definitiva consacrazione della linea dinastica che si riferiva direttamente a Filippo II, senza la mediazione di Alessandro Magno, le nozze con Tessalonice, che di Filippo II era figlia, furono per l' Antipatride lo strumento per legittimare il proprio inserimento in questa stessa linea dinastica. b) Cassandra mostrò una grande abilità nel fronteggiare i reiterati attacchi mossi contro di lui da Antigono Monoftalmo e da Demetrio Poliorcete tra il 315 e il 302: in effetti, già nel cosiddetto manifesto di Tiro Cfr. supra, cap. Ili, pp. 124-133. 2 Cfr. supra, cap. Il, pp. 70-73. 3 Sugli onori funebri per Filippo III Arrideo e la moglie Euridice, cfr. supra, cap. I, pp. 47--48. I

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Conclusione

dell'estate del 315 il Monoftalmo aveva accusato I' Antipatride di essere il traditore per eccellenza della casa reale macedone, invitando, di conseguenza, i suoi compatrioti a punire i suoi misfatti e presentandosi, di fatto, come l'auspicabile vendicatore degli Argeadi4, mentre negli anni successivi più volte Antigono, tramite suo figlio o altri suoi luogotenenti, cercò di conquistare, almeno in parte, il territorio controllato dalle forze di Cassandro (basti pensare alla occupazione antigonide di Atene, nel 307, quando fu defenestrato il decennale governo di Demetrio Falereo, da sempre e per sempre leale collaboratore del figlio di Antipatro 5 ). Pur dovendo destreggiarsi tra molte difficoltà, Cassandro, alla fine, ebbe la meglio su questi suoi feroci avversari, poiché riuscì ad isolarli, tessendo una fitta trama di alleanze con gli altri Diadochi; se Lisimaco era da tempo ormai immemorabile legato al clan antipatride6, Seleuco e Tolomeo accettarono di combattere contro Antigono e suo figlio Demetrio sia nel 315, all'epoca della cosiddetta terza guerra dei Diadochi, sia nel 303/02, nella coalizione che trionfò nella battaglia di Ipso: l'evidente limitazione alla Macedonia delle ambizioni del figlio di Antipatro rassicurava i suoi alleati che non vedevano in lui un potenziale pericolo per la stabilità del loro potere, apertamente minacciato, invece, dalle ambizioni ecumeniche degli Antigonidi 7 . c) Cassandro, per rafforzare la sua posizione, seppe sfruttare con intelligenza sia l'aiuto della sua numerosa famiglia, che restò al suo fianco senza tentennamenti e senza tentati vi di usurpazione 8, sia l'influenza culturale degli intellettuali che gravitavano nella sua orbita 9 ; in quest'ottica, egli si mostrò capace di utilizzare tutte le sinergie che si potevano creare sfruttando le diverse competenze di cui erano portatori gli uomini del suo entourage. Se l'esempio più eclatante è quello del filosofo Demetrio Falereo, che fu in grado di governare Atene per dieci anni, non si possono dimenticare, tra gli altri, i casi di Plistarco, il fratello che combatté al fianco di Cassandro sia in Grecia che in Asia 10, o di Filosseno, il pittore di Eretria che, su commissione dell' Antipatride, dipinse su tavola una Battaglia di Alessan4

Sulle accuse a Cassandro contenute nel manifesto di Tiro, cfr. supra, i molteplici richiami ad esse contenute nei capp. II e III. 5 Sulla vicenda ateniese, cfr. supra, cap. III, pp. 117-118. 6 Per il patto di ferro tra Lisimaco e gli Antipatridi, cfr. Landucci Gattinoni 1992, passim. 7 Sul fallimento delle mire ecumeniche degli Antigonidi, cfr. Landucci Gattinoni 1998,pp. 107-116. 8 Sulla famiglia di Cassandro, cfr. supra, cap. II, pp. 57-79. 9 Sui rapporti tra Cassandro e gli intellettuali, cfr. supra, cap. III, pp. 137-144. 10 Su Plistarco, cfr. supra, cap. II, pp. 73-77.

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147

dro con Dario, che è in genere considerata la matrice originale del grande mosaico omonimo ritrovato nella Casa del Fauno di Pompei 11, o di Teofrasto, il filosofo peripatetico che dedicò a Cassandro un trattato rci::pì~acnÀE-

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Dal punto di vista storiografico, a proposito di Cassandro, è spesso predominante una tradizione che lo dipinge come il paradigma della malvagità e che riecheggia costantemente i temi principali della propaganda antigonide: come ho più volte notato 13, l'accusa mossa all'Antipatride di essere il persecutore per eccellenza di Alessandro Magno e della sua famiglia è già contenuta nel proclama di Tiro, promulgato dal Monoftalmo nell'estate del 315 14, e ritorna con puntuale durezza quando Demetrio, nel 294, dopo aver eliminato gli eredi di Cassandro, si impossessò del regno di Macedonia, affermando, senza mezzi termini, di esaudire così i voti di Filippo e Alessandro che certo avrebbero desiderato vedere sul trono della patria non chi aveva sterminato la loro famiglia, cioè gli Antipatridi, ma chi aveva punito questi assassini, cioè gli Antigonidi 15• Questa evidente consonanza tra tendenza storiografica anti-cassandrea e propaganda antigonide, che rende inevitabile identificare l'origine della tradizione ostile all' Antipatride con Ieronimo di Cardia, storico "ufficiale" degli Antigonidi 16, si concretizza, dunque, in una delegittimazione etica di Cassandro e dei suoi successori a regnare sulla Macedonia, così da autorizzare, e contrario, la legittimazione della regalità macedone degli Antigonidi, che, nella realtà, soppiantarono brutalmente la discendenza antipatride. Il processo di delegittimazione degli uni, a favore della legittimazione degli altri, è la cifra costante di gran parte delle fonti giunte sino a noi, tutte di età romano-imperiale, più interessate all'erudizione antiquaria che alla ricerca storica: se Plutarco fa di Cassandro un modello da esecrare, per la sua fama di sterminatore degli Argeadi 17, anche Pausania e Giustino sottolineano in maniera negativa la personalità dell' Antipatride e, pur evitando, in genere, qualsivoglia approfondimento evenemenziale, si limitano a feroci puntualizzazioni sull'odio che egli era capace di nutrire nei confronti non solo di Alessandro, ma anche, almeno secondo Pausania, di Atene, o sulla 11 Sull'opera di Filosseno e sulla sua ipotetica copia pompeiana, cfr. supra, cap. III, pp. 142-143. 12 Su i rapporti tra Teofrasto e Cassandro, cfr. supra, cap. III, pp. 138-140. 13 Cfr., in particolare, supra, cap. II, pp. 82-87. 14 Cfr. supra i molteplici richiami al manifesto di Tiro, nei capp. II e III. 15 Cfr. supra, cap. II, pp. 82-87. 16 Sullo stretto rapporto tra gli Antigonidi e Ieronimo di Cardia, cfr. supra, cap. II,

pp. 82-87. . . . 17 Sulla figura di Cassandro nel corpus plutarcheo, cfr. Landucc1 Gattmom c.d.s.

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giustizia della punizione divina che, alla fine, colpì i suoi discendenti, per vendicare le colpe paterne 18. In questo quadro, così compattamente ostile a Cassandra, l'unica voce, almeno in parte, discordante è quella di Diodoro, che, nel racconto degli avvenimenti posteriori alla morte di Alessandro, non sembra avere un atteggiamento contrario in maniera costante e aprioristica nei confronti dell' Antipatride, anche se, talvolta, affiora una tendenza critica, come succede, ad esempio, nel passo della Biblioteca dedicato alla uccisione di Eracle, sedicente figlio di Alessandro e di Barsine, per mano di Poliperconte 19: secondo Diodoro, infatti, l'anziano generale si sarebbe deciso all'omicidio solo perché corrotto da Cassandra, che vedeva nel giovane principe un possibile, pericoloso, rivale del suo potere in Macedonia. Sono, invece, piuttosto frequenti i passi diodorei nei quali il figlio di Antipatro è dipinto con distacco e oggettività, all'interno di contesti dove prevale l'interesse narrativo dello storico, che evita giudizi morali, più o meno espliciti, sui comportamenti del personaggio 20 , mentre non sono rari i passi costruiti in modo da offrire al lettore un'immagine sostanzialmente favorevole dell'operato di Cassandra: senza entrare in una minuta disamina dei singoli casi, credo sia sufficiente ricordare, a puro titolo di esemplificazione, tre episodi che ci aiutino a chiarire l'atteggiamento della fonte verso Cassandra. Diodoro, infatti, non solo già nella descrizione della morte di Demade, avvenuta a Pella, alla fine dell'estate del 319, a differenza del resto della tradizione, evita di enfatizzare le responsabilità di Cassandra nell'uccisione dell'oratore ateniese 21 , ma non appare affatto ostile al dinasta neppure quando descrive la nascita del governo di Demetrio Falereo ad Atene, visto che, pur ricordando che la scelta del filosofo peripatetico fu avocata a sé da Cassandra, sottolinea sia l'ampiezza dell'autonomia mantenuta dagli Ateniesi, sia la moderazione mostrata dal Falereo nella sua amministrazione 22 ; 18 Sull'ostilità

di Pausania e di Giustino nei confronti di Cassandra, cfr. e.g., i giudizi da loro espressi a proposito dell'estinzione della dinastia antipatride (Paus. IX 7, 24; Iust. XVI 2, 5) e le riflessioni di Pausania sulla tirannide di Lacare ad Atene, tirannide che, secondo il Periegeta, sarebbe stata favorita da Cassandra in odio alla città attica (Paus. I 25, 7). 19 Diod. XX 28, 1--4; sulla storia di Eracle, sedicente figlio di Alessandro e di Barsine, cfr. supra, cap. III, pp. 126-129. 2 Cfr. e.g., Diod. XVIII 69, 1-4 (sulla guerra in Grecia tra Cassandra e Poliperconte nel 318/17); XIX 49-51 (sulla spedizione di Cassandra in Macedonia e sulla sua vittoria su Olimpiade tra l'inverno del 317/16 e l'estate del 3 I 6); XIX 66-67 (su una spedizione di Cassandra contro gli Etoli nel 3 I 4/13); XX 110, 1-6 (sugli scontri militari in Grecia tra Cassandra e Demetrio Poliorcete nel 303/2). 21 Diod. XVIII 48, 1--4; sulla morte di Demade, cfr. supra, cap. I, pp. 27-30. 22 Diod. XVIII 74, 2-3; sul governo di Demetrio Falereo, cfr. supra, cap. III, pp. 111-117

°

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a proposito, poi, della rifondazione di Tebe, lo storico siceliota afferma esplicitamente che essa sarebbe stata decisa dall' Antipatride in vista della gloria imperi tura che, così facendo, egli avrebbe acquistato presso i Greci, mentre il resto della tradizione ritiene che l'azione di Cassandra in Beozia sia stata compiuta in aperto spregio della volontà di Alessandro Magno 23 . Dato che, a mio avviso, come penso di aver già dimostrato 24, la tradizione diodorea sui Diadochi è divisa tra due fonti storiografiche, una delle quali è sostanzialmente ostile alla politica degli Antigonidi e ancora particolarmente interessata alle vicende greche, mentre l'altra, che deve essere considerata responsabile delle notizie favorevoli ai membri di questa dinastia ed è sicuramente identificabile con Ieronimo di Cardia, si muove in un'ottica prettamente macedone, che relega ormai in un ruolo di secondo piano il mondo greco, è facile identificare la fonte più obbiettiva nei confronti di Cassandra con quella più ostile agli Antigonidi, vista la aperta consonanza tra tendenza storiografica anti-cassandrea e propaganda antigonide, da me già rilevata a proposito della tradizione non diodorea. In quest'ottica, è ipotizzabile che questa fonte filo-cassandrea ci conservi almeno l'eco di una propaganda di matrice anti patri de, a noi sostanzialmente ignota, che si proponeva come fine ultimo quello di controbilanciare il peso della contrapposta propaganda antigonide, che, nella sua capillarità ed intelligenza, è spesso riuscita ad eliminare ogni voce dissonante, come dimostra il corpus plutarcheo 25 , nel quale Cassandra è in genere utilizzato come aprioristico paradigma della malvagità umana. In effetti, l'identificazione della fonte di Diodoro priva di accenti negativi a proposito dell' Antipatride con quella più ostile agli Antigonidi, caratterizzata anche da un marcato interesse per il mondo greco, trova una ulteriore conferma nel fatto che molti dei passi più filo-cassandrei del testo di Diodoro sono inseriti in contesti ancora pienamente ellenocentrici, nei quali il ruolo della Macedonia è ancora quello di deuteragonista rispetto a una Grecità che, nell'immaginario dell'autore, resta la vera protagonista della storia dell'epoca 26 . 23 Per il passo della Biblioteca sulla rifondazione di Tebe, cfr. Diod. XIX 53, 1-2 e 54, 1-2 (in entrambi i passi si accenna esplicitamente alla gloria desiderata da Cassandra); per un'analisi della tradizione sulla rifondazione di Tebe, cfr. supra, cap. III, pp. 107-110. 24 Cfr. supra, Prologo, pp 15-17. 25 Sulla figura di Cassandra nel corpus plutarcheo, cfr. Landucci Gattinoni c.d.s. 26 Cfr. e.g. XVIII 64-68 (sulla presa di potere dei democratici in Atene e sull'eliminazione di Focione, tra il 3 I 8 e il 317); XVIII 69, 1-4 (sulla guerra in Grecia tra Cassandra e Poliperconte nel 318/17); XIX 66-67 (su una spedizione di Cassandra contro gli Etoli nel 314/13); XX 45, 1-7 (sull'ingresso di Demetrio in Atene nel 307); XX 110, 1-6 (sugli scontri militari in Grecia tra Cassandra e Demetrio Poliorcete nel 303/2).

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Se è vero, come ho cercato di dimostrare altrove 27 , che la fonte diodorea ellenocentrica e ostile agli Antigonidi è identificabile con Duride di Samo, è ipotizzabile che quest'ultimo sia il responsabile del filone storiografico più favorevole a Cassandra, in netta e totale contrapposizione con la tradizione filo-antigonide di Ieronimo di Cardia, che fa della demonizzazione dell' Antipatride una delle costanti della sua cifra storiografica. Nella ricostruzione della mappa del potere di Cassandra, attraverso una selva di notizie nelle quali predomina un'ostilità preconcetta, l'unica flebile voce favorevole resta, dunque, quella di questa fonte diodorea, che, pur in un'ottica ancora ellenocentrica, ci restituisce l'immagine, non di un malvagio assassino assetato del sangue degli Argeadi, ma di un Diadoco come gli altri e, come gli altri, deciso a costruire per sé e i propri discendenti un solido dominio su una parte dell'Impero conquistato da Alessandro, una parte che per lui era la Macedonia, la patria avita, nel cui ethnos ed ethos la sua famiglia si riconosceva senza tentennamenti.

27

Cfr. Landucci Gattìnoni 1997, pp. 194-204.

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