La qabalah della bestia trionfante

versione elaborata

214 75 4MB

Italian Pages [197]

Report DMCA / Copyright

DOWNLOAD PDF FILE

Recommend Papers

La qabalah della bestia trionfante

  • Commentary
  • versione elaborata
  • 0 0 0
  • Like this paper and download? You can publish your own PDF file online for free in a few minutes! Sign Up
File loading please wait...
Citation preview

FRATER ACHAD (CHARLES STANSFELD JONES)

La

Qabalah della Bestia trionfante Il Revival egizio ovvero Il Figlio Sempre Veniente alla luce dei Tarocchi

TITOLO ORIGINALE:

The Egyptian Revival

or The Ever-Coming Son in The Light of the Tarot

Immagine di copertina e illustrazioni di

Roberto Negrini

Traduzione di

Pierpaolo Mura

©2004 Copyright by Venexia Viale dei Primati Sportivi, 88

00144 Roma

www. venexia. it

Frater Achad (Charles Stansjèld}ones, 1886-1950)

Prefazione ACHAD Il "Bambino" degli Dei

Studia molto costantemente, Figlio mio, l'Arte della Sacra Qabalah. Sappi che in essa le Relazioni fra i Numeri, sebbene essi siano pos­ senti in potere e prodighi di Conoscenza, non sono cbe le Cose minori. Poiché l'Opera è di ridurre tutte le altre Conce­ zioni a quelle del Numero, perché così metterai a nudo la vera struttura della tua Mente, la cui regola è la Necessità piuttosto che la Parzialità. Sino a che l'Universo non sarà così messo a nudo di fronte a te, tu non potrai realmente analizzarlo. Le Tendenze della Mente sono assai più profon­ damente radicate di ogni Pensiero, poiché esse sono le Condizioni e le Leggi del Pensiero; e sono queste che tu devi condurre al Nulla. (Aleister Crowley Liber ALEPH- De Arte Qabalistica, 1918, dedicato a Frater Achad)

5

La Qaba!ah della Bestia trionfante

O Madre del Sole, il cui Corpo è Bianco del Latte delle Stelle, curvati sul tuo ser­ vente e donagli il Tuo Bacio Secreto! Accendi in lui l'Estasi Santa che hai pro­ messo a chi Ti ama; l'Estasi che redime da ogni pena. Non proclamasti forse che tutti i dolori non sono che ombre: passano e finiscono, ma vi è ciò che rimane? Che l'Universo è Pura Gioia - che Tu concedi Gioie inim­ maginabili sulla Terra - che Tu non chiedi sacrificio alcuno? Lascia allora eh'io gioisca per servir Ti più pienamente. Fa' che la tua Gioia sia di vedere la mia gioia, proprio come hai pro­ messo nel Tuo Santo Libro! Ecco perché adesso sono colmo di Gioia nel Tuo Amore. AUMN (Frater Achad 31 Hymns to the Star Goddess, l. lnvocation}

6

Lo scenario della Magia Nella prima metà del Novecento Ernesto De Martino, noto specialista delle cosiddette "cul­ ture subalterne" , già evidenziava nei suoi Prole­ gomeni a una storia del magismo che "il mondo

magico costituisce un eccellente agone in cui il pen­ siero storicistico può cimentare se stesso e conqui­ stare combattendo più larga coscienza delle proprie possibilità e delle proprie virtù. Attraverso il pro­ blema della realtà dei poteri magici, attraverso l'analisi dei concetti di natura magica e di persona magica, il pensiero è infatti sempre di nuovo chia­ mato a combattere ciò che è l'ultima Thule in cui si rifogia il realismo ingenuo". 1 Indubbiamente fra le dimensioni di coscienza del Sacro transitate nelle molteplici aree dell'esperienza umana le principali "fine­ stre" d'interazione tra l'umanità e le sue possi­ bili dilatazioni oltre i confini della natura sensibile sono state in ogni luogo ed epoca l'Eros e ia Magia. Finestre di comunicazione con l'Altrove ovunque parallele, correlate e spesso antropolo­ gicamente intercambiabili. Eros, delizia e terrore degli Dei e degli umani, gioco sconvolgente tra le polarità degli esseri e l.

Ernesto De Martino. Il mondo magico. Pro/ego­ meni a una storia del magismo, Torino, Borin­ ghieri, 1973, p. l 4.

7

La Qabalah della Bestia trionfante

del mondo naturale; e Magheia, l'Arte del Magh, un termine persiano che nell'accezione antica significava "saggio" o "sapiente", dotato di potere. Cioè un tipo di essere umano semi-divinizzato che con la sua Sapienza può interagire e dialo­ gare con la Natura, sia nei suoi aspetti visibili sia in quelli invisibili, e altresì controllarne in qual­ che misura i secreti all'interno del proprio com­ plesso psico-fisico e spirituale, così come all'esterno di sé, nella Realtà circostante. L'annotazione etnologica del De Martino, che proviene da una fonte certamente non sospettabile di indulgenze "spiritualiste", ci con­ forta nella convinzione che un'attenta ricom­ prensione degli archetipi magici del Sacro e delle loro profonde connessioni con la coscienza, la mente, la dimensione emozionale e infine I'istin­ tualità erotica, la più potente e la più sacra delle pulsioni umane, possa rappresentare il primo passo verso la genesi di un pensiero multidimen­ sionale e creativo in cui la obsoleta miopia del razionalismo e gli isterici abbagli del fideismo vengano finalmente superati in base a quel modello di Nuova Allea"nd- tra scienze fisiche, biologiche e umanistiche vagheggiata da nume­ rosi moderni pensatori "di frontiera" . Le più accreditate ricerche etnologiche hanno peraltro dimostrato che la Magia è antece2.

8

Cft. Ilya Prigogine; !sa belle Stengers. La Nuova Alleanza. Metamorfosi della scienza, Torino, Einaudi, 1981.

Lo scenario della Magia

dente alla Religione: si potrebbe anzi dire che è Id più antica e Id più venerabile delle Religioni, in un

tempo sospeso fra mito e archeologia in cui pro­ babilmente non era ancora avvenuta quella frat­ tura tra mondo magico e universo religioso che originata poligeneticamente dall'imporsi poli­ tico e culturale dei modelli dualistici e patriarcali - ha trasformato gradualmente la Religione, e soprattutto nell'Occidente cristiano, nella più feroce persecutrice della Magia. Secondo le elaborazioni teoretiche di James Frazer, padre discusso ma ancora attuale dell'antropologia, i paradigmi su cui si fonda la concezione magica primordiale sono principal­ mente quello omeopatico della Magia imitativa secondo il quale "il simile genera il simile, vale a dire l'effetto assomiglia a/Id causa"3 e quello conta­ gioso della Magia di contatto, per cui le cose

"venute una volta in contatto reciproco continue­ ranno a interagire a distanza':4 Questi principi possono essere considerati universali non essen­ doci stato popolo o etnia che non abbia posto a fondamento delle proprie credenze e mitologie una qualche forma di concezione magica, e que­ sto fin dalla più remota preistoria: basti pensare ai caldei, ai celti, agli egizi, e ancora alle popola­ zioni oceaniche, asiatiche, africane o autoctone amencane . . . 3.

4.

james Frazer. Il ramo d'oro, Roma, Newton Compton, 1992, p. 32. lvi.

9

La Qabalah della Bestia trionfante

Ovunque insomma - seppur con differenti gradazioni - si riscontrano comportamenti, assiomi e tecniche codificati per sintonizza.rsi con l'ordine divino attraverso rituali che riproducono le vicende cosmogoniche o gli psico-drammi degli Antenati mitici (Magia imitativa) e per interpre­ tare c gestire spazi, tempi, fenomeni e regni natu­ rali, astri, metalli, pietre, piante, animali e perfino esseri umani. Strumenti di quest'Arte sono gli og_'{etti totemici (abiti, maschere o strumenti di potere capaci di trasformare l'imitazione in con­ tatto) e spesso le sacre sostanze (piante o funghi psi­ cotropi che ingeriti innescano identità imitativa e contatto unificante con le entità archetipiche) , il tutto correlato in una vasta e complessa rete d'interconnessioni simboliche. Com'è dunque accaduto che la Magia, forma primordiale di esperienza del Sacro, di percezione della Natura Divina e di amplifica­ zione della Coscienza Umana, sia stata oscurata dall'avanzare dell'atteggiamento religioso che invita invece ad abbandonarsi passivamente all'arbitrio degli Dei (o del Fato, o dei Demoni) attraverso rituarie per molti versi opposte a quelle magiche, come la pratica apotropaica della preghiera? Non è possibile cronologizzare con certezza tale passaggio, ma è antropologicamente certo che il prometeismo magico è di gran lunga ante­ riore al paradigma devozionale religioso, che infatti risulta sfumato - o pressoché assente - in quelle culture tanto "primitive" da mantenere

IO

Lo scenario della Magia

legami profondi e fisiologici con le proprie con­ cezioni mitiche primarie. Come rilevò Frazer quando a proposito degli aborigeni australiani dovette constatare che "in Australia tutti sono

maghi ma nessuno è un prete; tutti sono convinti di poter influenzare i loro simili e il corso della natura tramite la Magia empatica, ma a nessuno ver­ rebbe in mente di propiziarsi gli dèi con preghiere e sacrificl'.

E nonostante, come certificano le ricerche etnologiche di un Malinowski, Magia, Reli­ gione e Scienza abbiano potuto coesistere nelle stesse epoche e culture,5 la dimensione magica ha sempre conservato la propria natura di sfondo primario, vissuta come nostalgica angoscia di un'elezione perduta o, in epoche più tarde, come minaccia da parte di arcaici poteri, ormai considerati esclusivamente ostili. Se nel corso del tempo, specie all'interno dei monoteismi giudeo-cristiano e islamico, la con­ trapposizione tra Religione e Magia si è andata sempre più rafforzando, sono invece emerse, come lo stesso Frazer notò in seguito, evidenti affinità tra certi aspetti del pensiero magico e aspetti paralleli del moderno pensiero scientifico. Sia la magia che la scienza concepiscono infatti l'universo come un macro-essere (ente o

struttura impersonale) complesso e multiforme, ani­ mato da meccanismi le cui leggi e jùnzioni possono 5.

Di Bronislaw Malinowski (l 884-1942) cfr il saggio Magie, science and religion (1925).

11

La Qabalah della Bestia trionfante

essere conosciute e controllate dagli esseri umani. Non è quindi probabilmente un caso che civiltà pervase da religiosità magica, come quelle egizia, babilonese, cinese e meso-americana, abbiano sviluppato in concordanza con le proprie pul­ sioni sacrali raffinate forme di speculazione scientifica e realizzazione artistica, architettonica e tecnologica, mentre il rigido monoteismo pastorale semitico non abbia prodotto di per se stesso alcuna tecnologia. Ricordando a questo proposito che i polimorfici sviluppi culturali dell'lslam e del Cristianesimo dovettero la loro indubbia fioritura speculativa l'uno all'influenza persiana - pervasa di Magia e madre degli aspetti più esoterici e interessanti dell'lslam, come il Sufismo - e il secondo ai travasi sapienziali dell'Oriente pre-cristiano nelle Corporazioni di Mestiere, specie in quelle Muratorie, nonché alla rivoluzione culturale e ami-teologica dell'erme­ tico Rinascimento e del massonico Illumini­ smo. Quanto alla Tradizione Ebraica - la fonte primaria del Monoteismo - ha sempre denun­ ciato al suo interno una pur controversa e inter­ mitt�nte frattura tra l'ossessione politico­ religi 'JSa messianica, razzisti ca nonché spietata­ mente patriarcale, dell'ortodossia essoterica e il fiorire mistico e magico di restaurazioni e recu­ peri del pensiero simbolico e gnostico sia egizio, sia babilonese, sia ellen istico, evidenziatesi attra­ verso quel capolavoro di genialità metafisica e di .;intesi teosofica che fu e che è la Tradizione Qabalistica. Mentre in seguito le scienze occi-

12

Lo scenario della Magia

dentali hanno potuto progredire nel tentativo di comprensione e relativo controllo della Natura solo grazie a un distacco sempre maggiore - e a volte traumatico - dalle imperanti "Religioni del Libro". Un'attenta lettura della storia - e particolar­ mente dei grandi periodi di trasformazione cul­ turale, religiosa o scientifica - ci rivela comunque che spesso sotto la superficie o dietro le quinte degli eventi, delle crisi culturali e perfino delle mutazioni religiose e politiche si sono mosse e si muovono influenze, idee-forza e talora organiz­ zazioni strutturate connesse in un modo o nell'altro alle arcaiche dimensioni della Magia. La fiorente polluzione di nuove genialità spiri­ tuali, filosofiche e artistiche che determinò il Rinascimento europeo - con le sue consistenti venature neognostiche e neopagane fermentate sia tra i colti magisti delle Accademie e delle Corti che, in diversa forma, tra i perseguitati movimenti popolari (e probabilmente sciama­ nici) delle cosiddette "Streghe" - ci presenta a tal proposito uno scenario emblematico. La diffusione dei testi ermetici alessandrini (risalenti al II-III secolo d.C. e di cui si era sus­ surrato per tutto il Medioevo), tra cui fonda­ mentale fu la traduzione del Corpus Henneticum, voluta da Cosimo de' Medici nel 1462 su proba­ bile ispirazione dell'ardore neopagano di Gemi­ sto Pletone e curata con estrema dedizione dal neoplatonico Marsilio Ficino, furono tra gli ali­ menti essenziali di un primo rifiorire ermetico,

13

La Qaba!ah della Bestia trionfante

alchemico e mag1co nel cuore dell'Europa cri­ stiana. I primi a creare sistematizzazioni relativa­ mente "moderne" della Magia furono infatti alcuni fra i più prestigiosi esponenti del Rinasci­ mento, come lo stesso Ficino, che pur tentò disperatamente di conciliare Magismo e Cristia­ nesimo, e poi - tra gli altri - Pico della Miran­ dola, Cornelio Agrippa, Teofrasto Paracelso e infine Giordano Bruno, con la sua poderosa sin­ tesi ermetico-filosofica. E proprio a Bruno di Nola, che scontò sul rogo cattolico, nel 1 600, la propria utopia di restaurazione del pensiero magico e della tradizione spirituale e sapienziale egizia, dobbiamo una tra le prime definizioni sistematiche - e scevre da fideismi - di "Mago", descritto dal filosofo nel De Magia come "uomo sapiente dotato di capacità operativa" o "virtute". Ma secondo il nolano ci sono "tanti significati di Magia quanti tipi di maght' e quindi è necessario operare distinzioni. In particolare la divisione primaria da lui professata fu quella largamente condivisa nel Rinascimento tra Magia naturale (realizzazione di "cose ammirevoli" attraverso la gestione delle forze "attive" e "passive" o dei caratteri di "sim­ patia" e "antipatia" fra cose naturali) e Magia transnaturale o Teurgia. È mediante quest'ultima che il Sapiente - dopo aver praticato la Magia naturale e le occulte applicazioni di "parole,

canti, calcoli di numeri e tempi, immagini, figure, sigilli, caratteri o lettere" - può invocare Poteri

14

Lo scenario della Magia

"superiori" al fine di concentrare lo spirito in se stesso, diventando così un "contenitore" del Sacro 'e signore di quelle "potenze demoniche" identificabili con la dimensione secreta degli Ele­ menti Cosmici. Fu comunque solo tra la seconda metà dell'Ottocento e gli inizi del Novecento che si accentuò in forma organizzata e collettiva il rin­ novato interesse per le dimensioni esoteriche e magiche del Sacro. E trovarono così ampia riso­ nanza idee e opere dei principali esponenti sto­ rici del milieu iniziatico europeo. Come la contessa ucraina Helena Petrovna Blavatsky ( 1 83 1 - 1 89 1 ) , scrittrice, esploratrice, occultista dalla vita tormentata e inimitabilmente roman­ zesca e autrice di alcune tra le opere di maggior peso e notorietà nell'ambito del risveglio esote­ rico della fine del XIX secolo, nonché principale ideatrice e animatrice della Società Teosofica. 6 O l'esoterista caucasico Georges lvanovic Gur­ djieff ( 1 872- 1 949), fondatore di un centro di rigenerazione psicofisica e mentale noto come lnstitut pour le développement de l'homme, nelle cui attività, a volte brutali e catartiche ma estre­ mamente efficaci, furono coinvolti insignì artisti e intellettuali. O l'inglese Aleister Crowley e l'ita­ liano Giuliano Kremmerz, personaggi nelle cui Scuole lniziatiche e di pensiero confluirono 6

Per una biografia sufficientemente documentata di H.P Blavatsky vedi Sylvia Cranston. Helena Blavatsky, Milano, Armenia, 1994.

15

La Qabalah della Bestia trionfante

numerosi aspetti della Magia e dello Sciamani­ smo arcaici ma anche formulazioni filosofiche elaborate nei secoli precedenti da correnti sotter­ ranee - e a volte semiclandestine - della cultura europea. Alla fine dell'Ottocento il medico e occulti­ sta francese Gérard Encausse ( 1 865- 1 9 1 6) , più noto con lo pseudonimo iniziatico di Papus, figura di primo piano negli ambienti massonici, paramassonici e rosicruciani europei e inoltre riorganizzatore dell Ordine Martinista, definiva la Magia come "l'applicazione della volontà '

umana dinamizzata all'evoluzione rapida delle forze viventi della natura"? E ancora: "la Magia considerata come scienza è la conoscenza della for­ mazione trinitaria nella natura e nell'uomo e della via per la quale l'onniscienza dello spirito e il suo controllo sulle forze della Natura possono essere acquistati dall'individuo mentre egli è ancora neL corpo. Considerata come arte la Magia è l'applica­ zione di queste conoscenze alla pratica·: 8 Una riaffermazione dell'assioma di Bruno si rileva in seguito nel pensiero del citato magisra partenopeo Giuliano Kremmerz (Ciro Formi­ sano, 1 86 1 - 1 930) , membro di alto grado di una

7. 8.

16

Papus. Magia pratica, Roma, Gattopardo, 1973, p. 1 7. Papus citato da Kremmerz, in: S.PH.C.!. Fr+ Tm+ di Miriam (a cura di). ].M. Kremm-Erz. Un secolo di missione, Bari, Editrice Miria­ mica, 1993, p. 406.

Lo scenario della Magia

misteriosa ed elusiva Confraternita teurgica conosciuta come Ordine Osirideo Egizio e fonda­ tore della Fratellanza Terapeutico-Magica di Myriam, una tra le più importanti organizza­ zioni iniziatiche europee moderne, che è dedita alla pratica operativa, alchemica, ma soprattutto terapeutica della Magia. Secondo il Kremmerz Magia "è una parola che racchiude tutti gli attri­

buti dell'onnipotenza divina {..) Il Mago è il pos­ sessore, il depositario vivente e utente della Scienza di Dio[ . .) Divido la Magia, o Sapienza Arcana, in due grandi parti: la Naturale e la Divina. La prima studia tutti i fenomeni dovuti alle qualità occulte dell'organismo umano e la maniera di otte­ ner/i e riprodur/i nei limiti dell'organismo impie­ gato come mezm. La seconda è dedicata a preparare l'ascenso spirituale dello studioso, in maniera da rendere possibili le relazioni dell'uomo con le nature superiori invisibili all'occhio vol­ gare". 9 Il riaffiorare moderno in Occidente di una sistematizzazione storico-filosofica e di un cor­ pus dottrinario e operativo tecnicamente trasmis­ sibile e culturalmente codificabile basati su queste concezioni - sia pure a livelli inizialmente marginali ed elitari - si sviluppò, dunque, a par­ tire dalla seconda metà dell'Ottocento, anche e

9.

Giuliano Kremmerz. Avviamento alla scienza dei Magi, 1917, in: S.P.H.CJ. Fr+ Tm+ di Miriam (a cura di). f.M. Kremm-Erz. Un secolo di missione, cit., p. 405, 48.

17

La Qabalah della Bestia trionfante

soprattutto attraverso il generale rifiorire di Società iniziatiche e movimenti di pensiero, spesso gemmati dall'humus degli ambienti mas­ sonici meno secolarizzati (come le Filiazioni Muratorie "Egiziane" e Qabalistiche dei Riti di Mitzraim e di Memphis) e fondati sul recupero, o sul tentativo di recupero, di perdute o dimen­ ticate Tradizioni esoteriche, magiche e gnosti­ che, intese come patrimonio di Sapienza Tradizionale e Universale. Fondamentale in tal senso risultò a cavallo tra Otto e Novecento l'influenza, tra gli altri già citati, di personaggi anche provenienti da un retroterra culturale e spirituale cristiano di tipo "ereticale", quale primo fra tutti - l' occultista ed ex abate cattolico francese Alphonse-Louis Constant, assai più noto sotto lo jeronimo qabalistico ed ebraizzante di Eliphas Levi. Nella poetica prefazione al suo Dogma e Rituale dell'Alta Magia, pubblicato nel 1 85 5 , sono efficacemente sintetizzate l a temperie ideale e la mitopoiesi radicale che animeranno l'intero Rinascimento Magico delle Fratellanze Occulte.

"Oltre il velo di tutte le allegorie ieratiche e mistiche dei dogmi antichi, oltre le tenebre e le biz­ zarre prove di tutte le iniziazioni, sotto il suggello di tutte le sacre scritture, nelle ruine di Ninive e di Tebe, sulle pietre consunte degli antichi templi e sulla faccia annerita della sfinge di Assiria e dell'Egitto, nelle pitture mostruose o meravigliose che per i credenti dell1ndia spiegano le sacre pagine dei Veda, negli strani emblemi dei nostri vecchi

18

Lo scenario della Magia

libri di Alchimia, nelle cerimonie di iniziazione praticate da tutte le Società Segrete, si ritrova la traccia di una Dottrina uguale dovunque e dovun­ que gelosamente custodita. Sembra che la Filosofia Occulta sia stata nutrice o madrina di tutte le reli­ gioni, leva segreta di tutte le forze intellettuali, chiave di tutte le oscurità divine, regina assoluta della società nei tempi in cui essa era riservata all'educazione dei sacerdoti e dei Re". 10 La vita stessa d i Eliphas Levi, avventurosa e

trasgressiva, come del resto quella di molti pio­ nieri e sibille del Rinascimento Magico, riflette i fermenti e le contraddizioni di una profonda rivoluzione spirituale. Entrato in seminario a soli 1 5 anni, Constant fece una sua prima rinuncia all'ordinazione sacerdotale per le grazie erotiche di una giovane discepola di catechismo. Dopo un controverso rapporto con la fede cattolica venne poi definitivamente coinvolto nei sentieri della ricerca magica. Arrestato più volte per atti­ vità politiche sovversive, combatté nel 1 848 per i propri ideali di libertà sulle barricate di Parigi. Nel 1 853 divenne un amico e un discepolo di Joseph-Marie Hoene Wronsky ( 1 776- 1 853), un matematico visionario polacco divenuto fra l'altro celebre per la creazione di "macchine sim­ boliche" atte a elaborare sistemi mnemotecnici di interrelazione tra le molteplici scienze, sistemi in qualche modo relazionabili a quelli combina-

10. Eliphas Levi. Il Dogma dell'Alta Magia, Roma, Atanòr,p. 7.

19

La Qabalah della Bestia trionfante

tori rinascimentali di Raimondo Lullo e Gior­ dano Bruno. Sarà nel 1 854 che Constant, assunta definitivamente l'identità di Eliphas Levi, diverrà intimo di Lord Edward George Bulwer-Lytton ( 1 808- 1 873) , magista e roman­ ziere appartenente alla migliore aristocrazia bri­ tannica. Anche Lytton, pur diverso da Levi per temperamento e formazione intellettuale, è da considerarsi tra gli esponenti significativi del pensiero magico inglese. Autore del celebre romanzo in chiave iniziatica Zanoni, fu uno tra gli ispiratori della Societas Rosicruciana in Anglia, tra i cui principali dirigenti verranno annoverati i fondatori di Ordini Magici come l'Ordine

Ermetico dell'Alba Dorata. La Fraternità Magica conosciuta come Her­ metic Order of the Golden Dawn, fondata nel

1 888 - su probabile mandato o per ispirazione di precedenti ambienti rosacruciani tedeschi - dai medici massoni e Alti Dignitari della Societas Rosicruciana in Anglia William Robert Wood­ man ( 1 828- 1 89 1 ) e William Wynn Westcott ( 1 848- 1 925) e dallo scrittore e qabalista Samuel Liddel McGregor Mathers ( 1 854- 1 9 1 8) , per molti aspetti ha rappresentato la cerniera tra le formulazioni spesso ancora cristianeggianti e fideistiche della Magia ottocentesca e la rina­ scenza di forme teurgiche pre-cristiane eviden­ ziatesi nella prima metà del Novecento. La colta e raffinata temperie dell'Alba Dorata raccolse nei suoi Temp ii, oltre a esoteristi e liberi ricercatori e ricercatrici del Sacro, come lo scrittore mistico

20

Lo scenario della Magia

ed enciclopedista di storia massonica Arthur Edward Waite e la psicanalista e occultista Vio­ let Mary Firth (meglio conosciuta sotto lo jero­ nimo di Dian Fortune) , pure una notevole concentrazione di eminenti personalità della cul­ tura e dell'arte "ufficiali", tra cui spiccarono il fisico e proto-parapsicologo William Crookes, il poeta di fama internazionale William Butler Yeats, la scrittrice rivoluzionaria irlandese Maud Gonne, l'attrice Florence Farr, l'impresaria tea­ trale Annie Horniman, la moglie di Oscar Wilde - Constance Mary - e i noti romanzieri dell'insolito Arthur Machen e Algernon Blackwood. Il complesso e raffinato Sistema magico-ope­ rativo praticato nei diversi Gradi della Golden Dawn si basò su una sequenza di Iniziazioni e Cerimonie psico-drammatiche costruite su un impianto rituale sincretico dal sapore egizio-ales­ sandrino - anche se dottrinalmente qabalistico in cui graduali alterazioni e permutazioni di Coscienza venivano poi sintonizzate con un Universo Archetipico descritto e vissuto in forma potentemente simbolica. Utilizzando una "Mappa-Archivio" delle diverse possibili espe­ rienze e amplificazioni della percezione - rappre­ sentato da una rielaborazione dell'antico diagramma qabalistico dell'Albero della Vita con le sue 1 0 Sephiroth (o emanazioni progressive dell'Unità Cosmica dell'Essere) e i 22 Sentieri o Formule o Tipi di Coscienza che le connettono (correlate nei documenti della Golden Dawn al

21

La Qabalah della Bestia trionfante

simbolismo alchemico-astrologico, all'alfabeto sacro ebraico e alle mnemotecniche immagini rinascimentali del Tarocco) - venivano fornite ai Fratres e alle Sorores dell'Ordine tecniche d'uti­ lizzo della concentrazione mentale, della visualiz­ zazione, del respiro e della Parola Mantrica atte a ottenere esperienze di contatto con altre Dimen­ sioni della Realtà e a realizzare mutazioni perma­ nenti del proprio livello di autocoscienza e di potere psichico, mentale e spirituale. Ne poteva così conseguire un'accentuazione controllata di facoltà paranormali, l'apertura di canali psichici di comunicazione con poteri o enti virtuali per­ sonalizzati (Entità, Dei, Demoni, Spiriti Ele­ mentali o comunque Poteri Alieni in cui venivano rappresentate le peculiarità di vari sce­ nari archetipici di riferimento) , la realizzazione di visioni o chiaroveggenze e soprattutto viaggi psichici cosiddetti "astrali" in Dimensioni ignote e sovrasensibili, oltre a un controllo dell'attività onirica e a possibili interferenze con il tessuto spazio-temporale degli eventi in funzione della propria volontà profonda, nell'ambizione tipica­ mente "magica" di qualche, seppur relativo, controllo sugli accadimenti.

22

L'Albero della Vita: una carto grafia per l'Infinito Causa l'attenuarsi e alla fine lo smarrirsi della comunione panica, fisica e psichica dei diversi popoli con gli astri, la natura e le luci e ombre del Mistero la Coscienza umana si è ritrovata esterna a se stessa, costretta a codificare l'Uni­ verso (formatosi, secondo molteplici mitologie, con il Corpo della Grande Madre) sottometten­ dolo al proprio pensiero e al proprio genio, cir­ coscrivendolo con la propria filosofia, raccontandolo con la propria memoria e cre­ ando nuovi segni di scrittura per farlo. Una palese dimostrazione di questo processo è rilevabile nel trapasso dalle scritture mnemo­ tecniche, sintetiche, pittografiche e jeroglifiche connesse al paesaggio pre-concettuale arcaico e matristico - a quelle fonetiche, culminato con i primi alfabeti consonantici elaborati nell'area semitica a partire dal II millennio a.C. , che numerosi indizi ci indicano come epoca di affer­ mazione di cultualità e culture patristiche prima e patnarca!'1 pot. Il Quando la parola cominciò a diventare dise­ gno e poi segno i modelli primari furono le lettere scritte sul Corpo Terrestre e Celeste della Dea attraverso figure visualizzare nella natura, negli alberi, nelle pietre e nelle stelle: le Lettere Sacre degli Dei. Lo sviluppo della coscienza analitica coincise così con l'avvento del Patrismo e con la ·

·

23

La Qabalah della Bestia trionfante

nascita di scritture fonetiche, le cui lettere furono in genere derivate da figure stellari inscritte nei cieli, o comunque a esse correlate. Taie passaggio risulta evidente nelle culture sumerica e babilonese e successivamente nell' ela­ borazione del primo alfabeto fonetico cono­ sciuto: il fenicio. Dall'alfabeto fenicio di 22 lettere, ognuna delle quali ha anche un suo significato figurativo-naturalistico derivato da alcuni dei principali segni mo no letterali dell'alfa­ beto jeroglifico egizio e i cui influssi grafici e fonetici sugli alfabeti greco e latino sono ben noti, sorse il proto-ebraico e infine, attraverso mutazioni grafiche di natura essenzialmente simIl.

24

Il termine patristico indica un ordine antologico e/o simbolico in cui l'elemento archetipico maschile s'impone come dominante e primario rispetto a quello femminile, che di comeguenza viene emarginato e depotenziato in base a una visione mitica, filosofica o religiosa androcen­ trica che può anche prescindere dalle forme con­ tingenti della Storia e dell'organizzazione politico-sociale. Quando il Patrismo si traduce in forme storiche e politiche tende a estremiz­ zarsi in assolutismo androcratico e si ha allora il Patriarcato, che ha raggiunto il culmine con la nascita dei grandi monoteismi e del Cristiane­ simo. Possiamo invece definire matristico un ordine simbolico i cui riferimenti storici si per­ dono nel Neolitico e che pone l'accento su arche­ tipi femminili o sul bilanciamento paritario tra le polarità dell'Essere.

L 'Albero della Vita: una cartografia per 11nfinito

bolica (che si sono originate, in parte, dall'ara­ maico corsivo di epoca ellenistica), il cosiddetto "ebraico quadrato", cioè l'alfabeto sacro degli Ebrei, stabilizzatosi attorno al II secolb a.C. e sul quale fu poi costruita l'intera Tradizione Qabali­ snca. Per questi motivi l'alfabeto fenicio e quello ebraico, entrambi di 22 lettere dotate di un pro­ prio significato jeroglifico e simmetrici fra loro, possono essere considerati l'espressione di un Codice la cui interpretazione simbolica è di notevole importanza qualora venga utilizzato per nominare, ordinare, correlare o direzionare Arche­ tipi immaginali profondamente radicati nell'inconscio collettivo e che in Occidente, pur giungendo da un passato arcaico della Storia e della Coscienza, fanno ancor oggi da sfondo alla percezione della Vita e del Sacro. Fin dalla sua apparizione e dalla graduale sistematizzazione durante il Medioevo la Qaba­ lah, raccogliendo l'eredità sincretica di una tem­ perie pagana che già era fiorita nel Pitagorismo e nel Neoplatonismo, si caratterizza per la sua volontà di rapportare analogicamente la dimen­ sione umana-Microcosmo con quella divina­ Macrocosmo e di geometrizzare le loro relazioni di reciprocità attraverso la metafisica dei Numeri e la segnatura jeroglifica della Parola rappresen­ tata dalle Lettere Sacre. Come Pitagora aveva sintetizzato il Codice dell'V niverso e della sua Formazione nello jerogramma della Tetraktys, formato da una successione progressiva di l O

25

La Qabalah della Bestia trionfante Sequenza, nomi , e altri buzi oni numeri che delle 22 Lettere dell'Alfabeto Quadrato Caldeo Ebraico •

NOli E

Sa: