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Italian Pages 246 [124] Year 2012
Da ri o c;rntili
Dalr oprrai:,1110 alla biopolìtica
INDICE
a questa mia, maledetta generazione
Introduzione. Sinisteritas
I.
I lettori che desiderano informarsi sui libri e sull'insieme delle attività della Società editrice il Mulino possono consultare il sito lmemct: www.mulino.it
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1. 2. 3.
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La linea gramsciana Ritorno a Marx: Galvano Della Volpe Ritorno alla classe operaia: l'operaismo di Mario Tronti Operai e capitale: il soggetto antagonista
29
33 46
Anni Settanta: crisi
61
1. 2.
Rosso di sera
3.
Il secondo operaismo: Antonio Negri Il pensiero negativo: Massimo Cacciari
61 64 80
4.
L'lmpolitico e l'autonomia dcl Mistico
94
III. Costellazione anni Ottanta 1.
ISBN 978-88· 15-24026-2
7
Dal soggetto-popolo al soggetto antagonista
4.
Il.
p.
2. 3. 4. 5.
La crisi del Partito della Parte - e degli intellettuali Pensiero debole e postmoderno Il pensiero della differenza sessuale Secolarizzazione e ipermodemità: Giacomo Marramao Il pensiero dell'impolitico cli Roberto Esposito
109 109 113 129
144 155
5
IV. Biopolitica 1.
2. 3.
Giorgio Agamben: la maledizione della we Biopolitica e biopotere, Moltitudine e Impero La biopolitica affermativa cli Esposito: l'origine del conflitto
Bibliografia
p. 167 168
I NTRODUZIONE
SINISTERJTAS
189
203
Vivo, sono parùgiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti. Antonio Gramsci
225 1. Italian Theory, Radical Thought, The Italian Dif/erence:
Indice dei nomi
243
negli ultimi anni, diverse sono le formulazioni che intendono sancire la ribalta della filosofia italiana nell'attuale dibattito internazionale'. Se le definizioni del fenomeno possono variare, resta tuttavia indubitabile che, nella crisi delle fi. losofie a diverso titolo riconducibili alla «svolta linguistica» e al postmoderno, è il pensiero di alcuni filosofi italiani a caranerizzare un cambiamento d'egemonia nella filosofia contemporanea. Dalla popolarità, diffusa negli ambiti culturali più disparari 2, del pensiero di Antonio Gramsci alla 1 Negli ultimi decemii, diversi volumi collettaoei hanno preseocato, io particolare al lettore ang)0iffiericano, il pensiero italiano, privilegiandone, di volta in volta, differenti aspetti e autori; dr. G . Borradori (a cura di), Recordin11,s Metapbysics. Tbe New Italian Pbilcsopby, Evanston, Northwcsccm U01versicy Press, 1988; P. Vimo e M. Hardt (a cura di), Radical Thougbt in Italy. A Potential Politics, Mioneapolis-London, University of Minnesota Press, 1997; S. Bcnso e B. Sch.r oeder (a cura di),
Contemporary Italian Philosopby, Crossing the Borders o/Etbics, Politics, and Religion, New York, State Univcrsicy of New York, 2007; L. Chiesa e A. Toscano (a cura di), The ltalia11 Di!ference. Between Nibilism and Biopolitics, Mclboume, re.press, 2009; AA.VV., New Paths in Politica/ Pbilosopby, num.e ro roonografiro di «The New Ceotcnnial Review», voi. 10, 2010, n. 2. Per una discussione della rice-,ione inremazionale della Cilosofia italiana cootemporaoea e, più in generale, per un'inrerpreta· 7.ione dell'attuale interesse nel mondo per la filosofia italiana, c::fr. R Esposito, La differenza italiana, io Pensiero vivente. Origi11e e al/ualità della filosofia italiana, Torino, 'Einaudi, 2010, pp. 3-33. 2 Cfr. guancomeoo la panoramica offerta da M. Filippini, Gramsci globale. Guida pratica alle ittterpretazioiti di Gramsci nel mo11dc, Bolo· gna, Odoya, 2011. Per una lettura atruale del pensiero gramsciano che si confronta coo le principali incerprcrazioni che ne banno caratterizzato la ricezione a livello internazionale, cfr. P. Thoroas, The Gramscia11 Moment. Philosopby, flegemo11y and Marxism, Leiden-Bosroo, Brill, 2009.
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biopolitica, passando per il «pensiero radicale» italiano degli anni Settanta, la tentazione di delineare un tratto comune che attraversi e colleghi cinquant'anni di storia della filosofia italiana è forte. Certo, la biopolitica - è essa la candidata più autorevole a rappresen tare al momento il paradigma filosofico più influente - non può ovviamente avere una determinazione «nazionale», ma resta il fatto che, proprio in virtù dell'apporto di filosofi italiani, ha conquistato credito internazionale, a ben trent'anni di distanza dalla sua introduzione, da parte di Miche! Foucault, nel lessico filosofico. Questo libro si propone allora di ricostruire la genealogia di quel pensiero filosofico italiano a cui, nel panorama internazionale, fa riferimento l'espressione Italian Theory e che, in parte, ha nella biopolitica il suo esito più attuale. Si tratta di una genealogia che non ba affatto lo scopo di sottolineare la nazionalità dei filosofi italiani oggi più influenti, quanto piuttosto di ricostruire un dibattito al crocevia di filosofia e politica - spesso taciuto, sottinteso o misconosciuto - che ha avuto luogo in Italia e che si è intrecciato con la storia recente di questo Paese. Un dibattito che, se non ha di certo nella biopolitica il suo esito predestinato e neppure ne costituisce la premessa necessaria, ne può tuttavia illuminare in controluce questioni che altrimenti difficilmente emergerebbero con chiarezza. Ciò non toglie, però, che alcuni dei protagonisti principali di tale dibattito abbiano un atteggiamento diffidente, refrattario, se non apertamente polemico nei confronti della biopolitica: questo libro, infatti, piuttosto che cercare una sintesi finale e conciliante, che s'identifichi nel paradigma biopolitico o in un altro incontrato e approfondito lungo il suo tragitto, intende invece soffermarsi sui conflitti e le divergenze, sovente insanabili, che attraversa. Tale conflittualità ne contrassegna, al contempo, l'itinerario e il contenuto. Per un libro che vuole fornire una genealogia di quella Italian Theory sotto il cui titolo si raccolgono oggi concezioni fùosofiche di cui si presume una comune matrice «italiana», la questione preliminare da affrontare non può che essere la seguente: si può parlare legittimamente di una «differenza italiana» rispetto al panorama filosofico internazionale? Dietro la sempre maggiore attenzione dedicata ai pensatori italiani, c'è una peculiarità della filosofia italiana che la rende in grado
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di leggere e interpretare l'attualità? Fornisce davvero essa, per adoperare l'espressione foucaultiana ricorrente in diversi suoi esponenti, una