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Italian Pages 320 [319] Year 2018
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Enrica Boffelli Guido Sirtori
GIARDINO DA MANUALE
progetti, tecniche e cura
Progetto grafico: Studio Editoriale “L’Erta” di P. Sirtori, Bobbio (PC) Disegni: Mario Stoppele (Sommacampagna - VR) Foto in copertina: ©moccabunny - stock.adobe.com Referenze fotografiche: Tutte le foto sono dell’Archivio Giunti e di Sirtori-Boffelli ad eccezione delle seguenti: 123RF: pp. 22, 23, 33, 54, 69a, 69b, 76, 96, 99, 116, 130, 147, 152, 154, 170, 177, 197, 205, 207, 208, 213, 216, 219, 220, 232, 233, 235, 236, 241. Stock.adobe.com: ©KSI P. 6; ©aiisha p. 11; ©Mariusz Blach p. 28; ©fotomine p. 59; ©Horticulture p. 61; ©Jonas Brodd p. 103; ©sirj_po p. 113; © yuliakupeli p. 136; ©Nadezda Razvodovska p. 137; ©darannap. 160; ©iryna_l p. 182; ©Andreas P p. 187; ©hcast pp. 194, 214; ©lastfurianecp. 201; ©dimitri24 p. 217s; ©Ban p. 217d; ©milosz_g p. 225; ©Yakov p. 226; ©beppenob p. 252; ©Igor Groshev p. 253; ©Senatorek p. 254; ©Marek Walica p. 258; ©Ekaterina Lin p. 260; ©LianeM p. 304. Shutterstock: 89, 118, 173, 222, 223, 238, 255, 265, 266, 267, 270, 271, 280, 283, 284, 285, 292, 293, 294, 299.
www.giunti.it © 2021 Giunti Editore S.p.A. Via Bolognese 165 - 50139 Firenze - Italia Via G.P. Pirelli 30 - 20124 Milano - Italia ISBN: 9788844078768 Prima edizione digitale: marzo 2021
SOMMARIO Giardini da vivere 6 L’evoluzione nel tempo 9 Dall’orto dei semplici a quello botanico 10 Giardini ampi e geometrici tra Italia e Francia 10 • La naturalità inglese 12
Zone climatiche e giardino 13 Giardini rivieraschi e mediterranei 15 • Giardini montani 16 Giardini di pianura interna 17 • Giardini urbani 19
Il terreno 21 Osserviamolo bene 21 • Come si corregge il terreno 22 • Preparazione del terreno 24
La distribuzione dell’acqua 26 Quale acqua usare? 27 • Il tipo di irrigazione 27 • Sopra o sotto la chioma? 29
Il progetto del giardino 30 La disposizione delle piante 31 • Armonia di forme, colori, continuità 34 Esigenze personali e comunitarie 37 • Progettazione ed esecuzione di un giardino roccioso 38 • Allestimento di un terrazzo 39 PROGETTI PER GIARDINI E TERRAZZI: ZONA MONTANA 41 ZONA CONTINENTALE 44 • ZONA MEDITERRANEA 47 • TERRAZZI 50
Arredamento per il verde 54 Recinzioni 54 • Pavimentazioni 54 • Muretti 56 • Scale 56 • Illuminazione 57 Angoli attrezzati 57 • Gazebo e pergolati 58
Il prato 59 Preparazione del terreno e semina 59 • Cure successive alla semina 61 Principali avversità del prato 64 • Piante tappezzanti 64
Prima e dopo l’impianto 65 Scegliere il periodo migliore 65 • Messa a dimora degli alberi 65 Messa a dimora degli arbusti 69 • Interventi colturali 69 • Potature 70 Messa a dimora delle annuali da fiore 72 • Interventi straordinari 74
Alberi e arbusti 77 Alberi sempreverdi 78 • Alberi caducifogli 110 • Arbusti da cespuglio 154 Arbusti da siepe 192 • Arbusti rampicanti 226 • Rose 242
Erbacee ornamentali 247 Erbacee ornamentali 248
Glossario 306 Indice delle piante trattate 310 Indice delle malattie 318
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Giardini da vivere
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ensare, progettare e realizzare un giardino risponde a una serie di esigenze personali (e di caratteristiche del territorio) che non è possibile descrivere totalmente, ma che possono essere perlomeno così raggruppate: - estetiche, un giardino aiuta a educare al “bello” attraverso la distribuzione armoniosa ed elegante di forme, colori e dimensioni della vegetazione; - spirituali, un giardino invita al rilassamento, alla quiete e alla riflessione; - ricreative, un giardino risponde non solo al desiderio di riposo degli adulti, invogliandoli alla lettura, alla conversazione, allo stare insieme, ma anche all’esigenza di correre e giocare dei bambini; - igieniche, un giardino assicura un rapporto equilibrato tra verde e abitazione, isola dai rumori e dall’inquinamento, consente un più veloce ricambio dell’aria; - utilitaristiche, un giardino permette anche di coltivare piante da frutto (peraltro alcune molto belle anche dal punto di vista ornamentale) o da orto; si pensi solo al giardino di aranci e limoni mescolati con i profumi delle essenze aromatiche tipici delle zone mediterranee o delle terrazze. Alla parola giardino la mente corre al paradiso terrestre (giardino dell’Eden) che è descritto nel libro della Genesi come luogo recintato e attraversato da quattro fiumi; esso è localizzato in Mesopotamia per le religioni cristiana, ebraica, musulmana, sulle vette Himalayane secondo gli Indiani, o, ancora, su sacri monti e pianure dove gli uomini “buoni” erano destinati a vivere dopo la morte (basti pensare ai Campi Elisi e alle Praterie di Manitù). Questo legame tra giardino e spiritualità indica come nell’uomo sia innato il desiderio del verde, del bello, della quiete
come collegamento alla natura e nell’armonia. La storia del giardino è anche la storia dell’uomo e ancora oggi – piccolo o grande, raffinato o essenziale – esso rappresenta l’espressione di un modo di vivere e di una conquista culturale che è stata diversa a seconda dei periodi storici in cui si è sviluppata. È questo lo spirito del manuale che, senza eccessive pretese, fornisce qualche piccola indicazione su come personalizzare un ambiente
Giardini da vivere
che si realizza e si deve “vivere” in maniera privata e personale. Certamente, data l’immensa possibilità di scelta fra alberi, arbusti e piante erbacee, mancheranno nella nostra trattazione molte specie. Ci siamo orientati verso le specie e le varietà più diffuse, di più facile coltivazione e maggiormente adatte ai diversi ambienti climatici della Penisola. L’impossibilità di coltivazione in piccoli spazi ha determinato l’esclusione di tante piante arboree di grandi dimensioni, anche se tanta parte hanno nel caratterizzare il paesaggio italiano (platani, tigli, bagolari, ippocastani, larici, noci, ontani, castagni, olmi…); altre sono state inserite con la raccomandazione di scegliere eventualmen-
te specie o varietà della stessa famiglia ma con taglia ridotta. Fra gli arbusti la quantità di specie, di incroci, di ibridi e di cloni ci ha imposto una selezione ancora più drastica, ma sempre indirizzata verso le specie più classiche e diffuse. Lo stesso vale per le piante erbacee annuali e perenni e per le bulbose. Il problema di razionalizzare il numero di specie trattate ha imposto decisioni a volte “dolorose”. Sicuramente, se dovessimo ricominciare dall’inizio il testo potremmo fare altre scelte, ed alcune sono state già fatte in questa nuova edizione, ma il problema rimarrebbe e, in ogni caso, la maggior parte delle piante elencate sarebbero ancora presenti.
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LÕevoluzione nel tempo
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’interesse dell’uomo preistorico per la natura scaturì da esigenze pratiche legate all’alimentazione e alla fornitura di materiali come legno, coloranti, resine e medicamenti. Solo in seguito si dedicò alla coltivazione delle piante per diletto e per fini estetici; ne sono testimonianza i giardini pensili di Babilonia, quello di Salomone re di Israele, quelli delle ville egizie, il roseto di Gerico di re Erode. Di tutto ciò non è rimasta traccia se non nelle descrizioni redatte dagli storici o nelle raffigurazioni tombali. Questi antichi giardini a terrazza, che seguivano forme geometriche e simmetriche, erano ricchi di statue, fontane e altri elementi compositivi. Fra i Greci il giardino aveva più carattere di “verde pubblico”: i maestri educavano i loro allievi in boschetti, oppure passeggiando tra viali alberati o in piazze ombrose. Quelle relative ai giardini dell’antica Roma sono invece le prime testimonianze reali a noi pervenute. I Romani, in seguito alle loro guerre di conquista, portarono nella capitale il meglio delle realizzazioni ornamentali dei diversi popoli soggiogati trasferendoli nei loro hortus, appezzamenti di terreno vicini alla casa, all’interno dei quali, a seconda delle dimensioni, venivano coltivate erbe per scopi alimentari, aiuole fiorite ornate di vialetti, boschetti, canali di acqua, zampilli e statue. In questa visione di “casa-giardino” si ritrova la regolarità delle forme e delle linee dei giardini egizi. L’esempio più bello pervenutoci è quello di Villa Adriana, a Tivoli, dove, seppur in rovina, sono riconoscibili spazi destinati a scopi diversi, divisi da linee rette con al centro una fontana, vialetti bordati di siepi con colonne di marmo e statue sulle quali si avvolgeva l’edera. Altro esempio sono le famose ville pompeiane che l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. ha preservato intatte nel tempo: particolarmente celebri sono la villa dei Misteri a Pompei, con giardino
terrazzato degradante verso il mare, e la villa dei Papiri a Ercolano, con giardino provvisto di piscina e di innumerevoli vasche per le ninfee. Con la caduta dell’Impero Romano decadde in Occidente questo tipo di giardino classico, ormai diffusosi anche in tutte le terre conquistate. In Oriente l’arte del giardinaggio continuò invece a progredire: un esempio è la Persia, dove la concezione del giardino è ispirata ai simbolismi di carattere religioso ed è legata alla divisione in quattro zone (come nel giardino dell’Eden i quattro fiumi dividono il mondo). In Medio Oriente poi il giardino è arricchito con portici in marmo, ponticelli, gazebo, sedili e anche alberi e uccelli “finti” costruiti con materiali e pietre preziosi; le piante vere sono solo una componente di questa dimostrazione di opulenza ed eleganza.
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L’evoluzione nel tempo
Questa tipologia di giardino verrà, nei secoli successivi, esportata nelle terre di conquista (Sicilia, Spagna) e in Oriente fino all’India. In seguito li ritroveremo, opportunamente modificati per effetto delle diverse condizioni climatiche, in Gran Bretagna.
DALL’ORTO DEI SEMPLICI A QUELLO BOTANICO Se in Oriente, durante il Medioevo, l’arte del giardino prospera fino a raggiungere vette di sublime splendore, in Europa l’oscurantismo dell’epoca porta a relegare la coltivazione delle piante nei monasteri, dove lo scopo utilitaristico (alimentazione e medicina) prevale sul gusto estetico. Siamo nel fecondo periodo dell’orto dei semplici e con la parola “semplici” vengono identificate tutte quelle piante che da sempre sono coltivate a scopi medicamentosi e officinali. Sono i monaci infatti che, all’interno o appena al di fuori del monastero, si occupano di austeri giardini dove i fiori vengono coltivati con l’unico scopo di adornare gli altari. In piano, di notevoli dimensioni, cinti da alte mura, geometricamente disposti e razionalmente organizzati, questi “orti” hanno avuto lo scopo di mantenere per secoli lo spirito originario del giardino. Oltre ad appezzamenti con sempreverdi (viridari), che avevano la funzione di proteggere il monastero dai freddi venti invernali e che quindi erano addossati alle pareti del convento, ampio spazio era destinato ai pomari, zone dove si coltivavano gli alberi da frutto, e ai verzieri, dove le specie officinali e aromatiche prevalevano sugli ortaggi. È in questo periodo che trova ampia diffusione la ricerca e la sperimentazione delle proprietà terapeutiche delle piante locali, oltre che di quelle provenienti da territori lontani (conosciute, per esempio, attraverso le Crociate) e la produzione di essenze, distillati, oli, tinture, estratti e altri prodotti ancora oggi in uso. Anche di questi orti è rimasta traccia solo nelle miniature prodotte negli stessi monasteri o in riferimenti bibliografici dell’epoca.
La scoperta dell’America e l’arrivo di numerose nuove specie vegetali, orticole e medicamentose porta all’espansione di questi spazi che evolvono quindi in orti botanici, superfici destinate alla coltivazione di “semplici” e all’acclimatazione di specie esotiche. Questi orti erano solitamente annessi alle Università di Medicina. Fra i più antichi, e ancora oggi facilmente visitabili, troviamo quelli di Padova, Bologna, Firenze e Pisa. Anche se meno vecchio, il più famoso è quello di Napoli per l’imponenza, l’estensione, la grandiosità e il numero delle specie coltivate. L’arte del bonsai, partita dalla Cina, trova la perfezione nella concezione di giardino che si sviluppa in Giappone.
GIARDINI AMPI E GEOMETRICI TRA ITALIA E FRANCIA Solo nel Rinascimento i grandi architetti delle maestose ville neoclassiche compresero quanto il giardino fosse utile a esaltare l’aspetto delle loro costruzioni e si dedicarono così alla progettazione, oltre che dei palazzi, anche degli spazi verdi che li circondavano: ampi, degradanti (spesso le ville patrizie erano poste in luoghi panoramici), ricchi di scale, portici, logge, statue, balaustre, fontane, dove la vegetazione assumeva un carattere puramente complementare. Il richiamo all’arte romana si rispecchia nella regalità delle aiuole richiuse da siepi di piante facilmente regolabili con la potatura (alloro, bosso, cipresso, leccio, ligustro, mirto ecc.) e adattabili alla risorta arte topiaria (tecnica che consiste nel potare e allevare alberi, arbusti ed erbacee in forme geometriche e di fantasia), contornate da vialetti diritti e ortogonali alle aiuole stesse. Tutte queste specie sempreverdi sopportano egregiamente i tagli e consentono ordine e simmetria perfetti. L’unica nota di colore è rappresentata dai diversi effetti cromatici del verde nelle diverse stagioni e fra le diverse specie. Solo nel giardino segreto (la parte più tranquilla e riservata) possono trovare posto le vivaci colorazioni dei fiori. Da Firenze, dove nasce, il giardino all’italiana arriva a Roma, dove viene ulteriormente definito,
L’evoluzione nel tempo
Il giardino giapponese La profonda religiosità e lo spirito meditativo caratterizzano lo stile del giardino giapponese: ogni particolare deve essere in armonia con gli altri e tutto l’insieme deve indurre lo spirito alla riflessione. Gli elementi che lo compongono sono altamente simbolici: sabbia, pietre accuratamente posizionate – anche a formare piccoli dossi nei giardini di dimensioni più rilevanti (la pietra simboleggia la forza positiva dell’uomo) – acqua ( che simboleggia la donna) e natura. Da quelli più “semplici”, per la meditazione, formati da sabbia e roccia, si può arrivare a giardini estremamente ricchi di elementi botanici, con piante che fioriscono una per volta. Tutto
è allegoria, filosofia, meditazione ma tutto è anche in funzione della casa o dei suoi abitanti; il giardino non è un luogo di incontro: esso deve essere osservato dalla casa e deve ispirare pensieri alti, invitare alla riflessione. Nulla è lasciato al caso: le piante, in genere addossate alle rocce, non sono libere di svilupparsi ma sono contenute in forme obbligate, anche con severissime potature; la regolarità di forme richiama alla mente l’ordine dell’universo. Per questo la scelta della vegetazione è legata principalmente a conifere sempreverdi, e a caducifoglie a crescita lenta, adattabili alle manipolazioni.
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L’evoluzione nel tempo
filo di lana
tutore
Arte topiaria: potatura a tortiglione di un cespuglio (ligustro o bosso); il taglio viene guidato da un filo disposto sulla vegetazione. Interventi di controllo dovranno poi essere effettuati 3-4 volte l’anno.Il posizionamento di un tutore eviterà che, crescendo, l’esemplare si incurvi.
e poi si espande in tutta Italia. Basti pensare alle ville venete, con i giardini all’italiana nella parte anteriore e un ampio e ricco parco sul retro; nelle ville palladiane i giardini sono posti interamente su un piano e quindi risultano ancora più geometrici, divisi da un lungo viale diritto che, partendo direttamente dall’entrata principale, porta all’ingresso della villa. Dopo lo splendore italiano del periodo rinascimentale, il primato nell’arte del giardinaggio passa alla Francia dove la regolarità e la semplicità delle composizioni ornamentali italiane vengono arricchite di colori e di minuti ricami ottenuti con nuove piante e con materiali di arredo (mattoni, sassi, sabbia). Così elaborato e minuzioso, il giardino francese richiede ampi spazi, anche perché, a differenza del giardino italiano, i viali hanno la caratteristica bordatura ottenuta utilizzando filari di specie arboree di grande sviluppo.
LA NATURALITÀ INGLESE L’amore per la natura nella sue forme più semplici non permise agli inglesi di seguire lo stile italiano e francese: il giardino è qualcosa di spontaneo, naturale, un assieme armonioso di accostamenti di forme e di colori. L’accesso al-
la casa non è un lungo viale diritto che parte dall’ingresso, ma un sinuoso percorso che si snoda in morbide volute. Elemento principale è il prato, attorno al quale la vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea è disposta irregolarmente, ma in modo da formare una fitta cortina dove colore, portamento, forma delle foglie, persistenza, fioritura si susseguono in modo “artificialmente” naturale. L’eleganza, la compattezza, la varietà dei fiori e la loro distribuzione, non lasciano spazio a troppi elementi estranei di contorno: solo qualche panchina, forse un laghetto. Tutto è natura incontaminata che sembra richiedere pochi interventi da parte dell’uomo. È questo il modello più facilmente realizzabile tutt’oggi sia in un grande parco, sia in un piccolo giardino. La creazione del giardino romantico, dall’Ottocento in poi, unisce la regolarità dei maestosi giardini all’italiana e francesi alla naturalità di quelli inglesi. Sono zone create essenzialmente per il relax, suddivise in piccoli spazi, con pergolati rampicanti (dove regna il glicine) e fiori che nascono rigorosamente da arbusti (peonie, ortensie, azalee). Oltre al verde, le uniche note di colore sono rappresentate da qualche panchina e dai vasi delle annuali.
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Zone climatiche e giardino
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l paesaggio della Penisola italiana è talmente ricco di differenti tipi di vegetazione, a causa delle varietà di zone climatiche presenti sul territorio, che il nostro Paese è da sempre considerato il “giardino d’Europa”. Mare e pianura, collina e montagna, aree costiere e bacini lacustri, tutte zone caratterizzate da climi particolari che hanno permesso lo sviluppo di una vegetazione spontanea ricchissima di specie e varietà. Pur essendo compresa nella fascia temperata dell’emisfero Nord, caratterizzata da clima continentale, l’Italia fruisce di una serie invidiabile di vantaggi: è immersa in un mare “caldo”, qual è il Mediterraneo, che porta a mitigare gli sbalzi termici sia estivi sia invernali e riceve inoltre, per la sua conformazione a stivale, l’influsso benefico delle correnti umide atlantiche. La presenza della dorsale appenninica, che attraversa tutta la Penisola, nonché dell’arco alpino, che la delimita a Nord, proteggono il territorio dalle perturbazioni più dannose e ne fanno un luogo particolarmente idoneo allo sviluppo del-
le più svariate specie botaniche.Vediamo come rendere più semplice l’individuazione delle singole zone. Zona alpina Anche se è riparata dai venti freddi settentrionali, presenta una temperatura invernale bassa, una radiazione solare intensa e piogge estive frequenti e abbondanti. L’irregolare conformazione del terreno porta alla formazione di numerosi microclimi ed è interessante constatare come, per un fenomeno di inversione termica, nel periodo invernale la mezza montagna, riparata dai venti, risulta essere più mite del fondovalle. Zona padana È caratterizzata da inverni rigidi ed estati calde; l’umidità dell’aria provoca nebbie autunnali e afa estiva. Anche in questa zona esistono differenti microclimi: in particolare in prossimità dei laghi, si hanno temperature e condizioni assimilabili alle zone costiere.
Specie selvatiche di Crataegus sono comuni su tutto il territorio italiano, in macchie e radure.
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Zone climatiche e giardino
Fasce climatiche del territorio italiano zona alpina zona padana zone rivierasche zona appenninica zone meridionali zone insulari
Zone rivierasche La Riviera ligure è protetta dall’arco alpino ed è esposta a Sud. Questo comporta un clima costante e temperato e una distribuzione delle piogge ottimale. La costa adriatica, pur avendo anch’essa clima mite e costante, è esposta alla bora (vento freddo di nord-est) e allo scirocco (vento caldo e secco del Sud) per cui le escursioni termiche sono più accentuate e legate all’eventuale presenza di questi venti. Il versante tirrenico presenta temperature più basse rispetto alle altre zone rivierasche e piogge più scarse. Zona appenninica È influenzata dalle diverse altitudini ed esposizioni; al suo interno sono quindi facilmente individuabili microclimi na-
turali simili sia a quelli della regione alpina (ad alte quote) sia a quelli rivieraschi (nelle zone più basse). Zone meridionali Si passa da zone a “clima mediterraneo” vero e proprio, caratterizzato da un’uniformità stagionale (che prevede scarsissimi sbalzi termici), ad altre in cui il clima è simile a quello delle zone alpine (interno di Campania e Basilicata, la Sila in Calabria ecc.). Le precipitazioni sono scarse e spesso a carattere impetuoso. Zone insulari Il clima della Sicilia è influenzato dallo scirocco africano, un vento torrido che determina notevoli aumenti di temperatura. Le precipitazioni sono differenziate, maggiori nella parte tirrenica, minori nelle zone interne e sulla
Zone climatiche e giardino
costa sud dell’isola. La Sardegna merita un discorso a parte: una grande ventosità porta le specie arboree spontanee ad assumere deformazioni permanenti; la siccità è una caratteristica costante e influenza decisamente la possibilità di coltivazione; lo scirocco infine lambisce la parte meridionale dell’isola e provoca precipitazioni ridotte, localizzate per lo più all’inizio o alla fine dell’inverno. Il progetto e la realizzazione di un giardino può quindi variare moltissimo da una località all’altra, anche se queste sono poco distanti fra loro. Il miglior punto di riferimento per una scelta oculata delle specie ornamentali da coltivare nel proprio giardino risulta perciò essere l’attenta osservazione della vegetazione spontanea o naturalizzata presente nella zona interessata.
GIARDINI RIVIERASCHI E MEDITERRANEI Gli innumerevoli chilometri di coste, di litorali pianeggianti o a picco sul mare con scogliere anche impervie, molto spesso battute dai venti salmastri, o con terreno povero caratterizzano gran parte del nostro territorio. La limitazione nella scelta delle specie ornamentali da mettere a dimora nei giardini di queste zone non è da imputare alla temperatura (se si escludono le essenze dei climi freddi, peraltro non presenti nel paesaggio) ma al tipo di terreno con spiccate caratteristiche alcalino-saline e al vento carico di salsedine. È quindi impensabile ricorrere a piante acidofile sia sempreverdi sia caducifoglie, per esempio azalee, rododendri, camelie ecc. Caratteristica delle flora spontanea è la macchia mediterranea, formazione vegetale in cui convivono prevalentemente arbusti termofili, come oleandro, ginepro rosso (J. oxycedrus o phoenicea), alloro, ginestra ecc., e piante d’alto fusto, come pino da pinoli, leccio e quercia sughera. La presenza dell’uomo ha trasformato poi altri alberi e arbusti spontanei in coltivazioni organizzate: olivo, agrumi, mandorlo, fico, pistacchio e vite.
Queste sono solo alcune tra le piante più facilmente coltivabili in un giardino rivierasco. La ricerca genetica e le selezioni operate dall’uomo hanno portato alla formazione di varietà che rispondono meglio alle esigenze estetiche e ornamentali di un giardino. Molte altre piante naturalizzate (una per tutte le diverse varietà di eucalipto, specie di origine australiana) possono associarsi a quelle proprie della macchia mediterranea per formare luoghi piacevoli e personalizzati. Si possono poi prendere in considerazione anche specie esotiche, come le palme Chamaerops humilis o Phoenix canariensis che, assieme alle araucarie, caratterizzano moltissime passeggiate rivierasche nostrane. Anche se il consiglio è solo di tipo tecnico in
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Zone climatiche e giardino
quanto la scelta è sempre soggettiva, si possono associare il pino marittimo o da pinoli, il leccio, il corbezzolo, il cipresso, l’oleandro, il mirto, il lentisco, l’alloro. Oltre alle specie mediterranee è possibile inserire Pyracantha angustifolia, Lagerstroemia, albizzia, albero di Giuda, mimosa, tamerici, Prunus (per le loro fioriture) e altri arbusti come il melograno, Viburnum o la lantana. Anche le succulente, proprio perché vivono bene in assenza di acqua, possono essere utilizzate per dare un tocco esotico al giardino mediterraneo: dal fico d’India alle agavi, dalla yucca all’aloe. Per un angolo roccioso possono essere utilizzati: alisso, dalle diverse tonalità di colore, timo, santolina, lantana nana, ruta, rosmarino, lavanda, ginestra, tutte specie che riempiono di fragranza i tardi pomeriggi estivi e resistono bene alla salsedine. Certamente, come in ogni altra zona, è importante tener conto dell’ambiente circostante: se il giardino è ben visibile e aperto deve necessariamente conformarsi al paesaggio naturale, per armonizzare con l’insieme, assumendo comunque “personalità” in accordo con lo stile e il carattere di chi lo utilizza. Se è invece costruito in posizione isolata e nascosta (da un muro di recinzione, da edifici troppo appressati ecc.) è più facile avere la possibilità di variare e sbizzarrirsi con essenze esotiche o originali. Si ricordi, comunque, che la grazia e l’eleganza non si ottengono con lo sforzo di sbalordire a ogni costo, ma scegliendo la strada della semplicità e del buongusto. Un elemento da non sottovalutare è rappresentato dalla disponibilità idrica: la mancanza di acqua, specie nei primi anni di vita del giardino, può compromettere la crescita e lo sviluppo non tanto delle essenze legnose quanto di quelle arbustive o da fiore. Durante la fase di fioritura infatti le piante richiedono un buon apporto idrico che, se venisse a mancare, potrebbe arrestarne la fioritura e provocarne la morte. In un giardino situato in riva al mare conviene
mettere a dimora le piante a fine inverno, quando la salsedine nell’aria è minore, la stagione è favorevole e le piante hanno la possibilità di ambientarsi più facilmente avendo a disposizione un quantitativo di acqua, anche piovana, superiore rispetto ad altri periodi dell’anno. Note Nei giardini costieri, dopo una violenta sciroccata, è indispensabile “lavare” le chiome dall’abbondante accumulo di sale.
GIARDINI MONTANI Le zone di montagna sono caratterizzate da clima invernale rigido, primavera tardiva, autunno precoce ed estati piovose. I giardini sono spesso situati in posizioni declivi, o leggermente ondulate. La presenza di rocce affioranti o facilmente reperibili stimola la formazione di ampi angoli rocciosi dove prevalgono le conifere nane, i piccoli arbusti resistenti al freddo e innumerevoli quantità di erbacee annuali con fioriture distribuite principalmente nel periodo estivo. Balconi e finestre offrono esplosioni di colore e spesso rappresentano un vero e proprio prolungamento del giardino: gerani edera o parigini, petunie e altre specie formano cascate multicolori. La costante presenza di acqua proprio nel periodo più fecondo per il giardino permette di avere i prati sempre folti e verdissimi da quando scompare la neve fino ad autunno inoltrato. Sono molte le piante arboree della flora montana felicemente utilizzabili: dalle conifere (pini, abeti, alcuni cedri, larici, cipressi, tassi, tuje ecc.) alle caducifoglie (betulle, faggi, sorbo degli uccellatori, querce ecc.). Numerosi anche gli arbusti che si adattano al clima: nocciolo, agrifoglio, eriche montane, Cornus, Crategus, evonimo, maonia, kerria, spirea. Il terreno, tendenzialmente acido, consente lo sviluppo di rododendri, azalee ma anche camelie purché poste in posizioni riparate (è meglio coltivarle in vaso). Le fioriture sono assicurate dalle annuali e dalle bulbose (crochi, colchici, narcisi, giacinti, e poi
Zone climatiche e giardino
gigli, muscari, mughetti ecc.); quest’ultime spesso si vedono spuntare al limitare del prato in mezzo alla neve. In un panorama che attira lo sguardo e si apre ad ampi orizzonti non è consigliabile un giardino chiuso: la disposizione delle piante deve portare ad allargare la vista verso l’ambiente naturale circostante. Nelle zone montane è facile trovare giardini aperti, persino non recintati, che si inseriscono come vere e proprie “gemme” nel paesaggio circostante. Qualora siano presenti, le recinzioni devono essere basse, e altrettanto bassi i muretti e le siepi di delimitazione.
In montagna si possono quindi creare giardini ricchi di alberi e arbusti, ma se si desidera inserire tanti fiori variamente colorati è bene orientarsi verso le erbacee annuali a fioritura continua e verso quelle specie arboree e arbustive che presentano vistose colorazioni da fiore o da frutti. Fioriscono in primavera pruni e meli da fiore, robinie, magnolie (in posizioni riparate); in ogni stagione arbusti quali calicanto e gelsomini d’inverno, forsizie, poi azalee e rododendri, peonie, lavanda, Viburnum, potentilla, fior d’angelo. Per i rampicanti da fiore conviene invece scegliere Note
La posizione declive del giardino consente la scelta di specie più voluminose anche in prossimità della casa perché i diversi livelli consentono una minore copertura e quindi una differente prospettiva.
Nei giardini montani le varietà fastigiate permettono una maggiore luminosità interna e sono più protette dal peso delle abbondanti nevicate.
specie quali glicine, alcune clematidi, caprifoglio e annuali dai diversi colori, che risaltano mescolate al verde brillante del prato e a quello più intenso e cupo delle conifere. Anche in autunno il giardino montano viene messo in risalto dai diversi colori delle foglie degli alberi (querce rosse, conifere argentate, larici, liquidambar, aceri, ginco) degli arbusti (aceri giapponesi, Crataegus, maonia, piracanta, vite del Canada). In inverno, il colore delle cortecce degli arbusti spoglianti, le forme contorte e i frutti continueranno a creare piacevoli contrasti sulla neve, vivacizzando e rallegrando le grigie e ormai brevi giornate.
GIARDINI DI PIANURA INTERNA Non sono tanto i rigori invernali a deprimere i giardini delle zone di pianura quanto le nebbie primaverili e autunnali, e l’afa e la canicola estive. Come gli uomini, anche le piante soffrono per queste deprimenti condizioni climatiche, in particolare se confrontate con l’allegra vivacità dei giardini alpini o la riposante e profumata ombra degli angoli mediterranei. Eppure si incontrano tanti bei giardini anche in queste zone.
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Zone climatiche e giardino
Le magnolie, molto utilizzate anche nei giardini di pianura, resistono bene al freddo e all’inquinamento atmosferico.
In pianura è certamente più ampia la scelta varietale rispetto ai due ambienti precedentemente considerati; si possono allevare piante specifiche sia delle zone mediterranee sia di quelle alpine utilizzando pochi e semplici accorgimenti protettivi. Spesso sono utilizzate come ornamento principale palme o succulente mediterranee che, se sistemate in posizioni particolarmente esposte ai rigori invernali, corrono il rischio di soccombere o di svilupparsi in modo stentato per anni. È quindi indispensabile scegliere luoghi riparati, rivolti a Sud e ben assolati. In pianura possono vivere tutti gli alberi e gli arbusti, le annuali, le bulbose: è però fondamentale scegliere con criterio, nell’ambito della specie, le varietà che meglio si adattano al clima continentale.
Le fioriture precoci primaverili dei ciliegi da fiore, dell’albero di Giuda e delle varietà arbustive delle magnolie caratterizzano alcuni degli angoli più belli dei giardini di pianura, ma possono essere seriamente danneggiate dalle non rare gelate tardive o dalla presenza di giornate nebbiose che riducono la durata dei fiori e necrotizzano i petali. Anche fra gli arbusti da fiore sono da preferire quelli che fioriscono in primavera-estate, ma è sempre possibile trovare angoli del giardino con microclima favorevole per le fioriture precoci di forsizia, peonia, gelsomino e molte altre specie. Così come per il prato – che specialmente in estate richiede interventi irrigui costanti – anche alberi, arbusti e fiori di pianura devono essere seguiti con attenzione. Oltre alle continue som-
Zone climatiche e giardino
Effetti del verde in ambiente urbano Durante il processo di fotosintesi si ha fissazione della CO2 ed emissione di O2 (un ettaro di prato è in grado di fissare 10 q di anidride carbonica, un ettaro di bosco è in grado di fissarne 50). Fissazione di gas tossici: con conseguenti danni anche notevoli alle piante; alcune però sono in grado di reagire meglio e vengono quindi indicate come adatte alle zone urbane. Fissazione delle polveri: il pulviscolo presente nell’aria, quando viene a contatto con la superficie fogliare, si deposita e successivamente viene dilavato da pioggia o rugiada e ricade sul
ministrazioni di acqua, è necessario esercitare un controllo sulle malattie fungine favorite dall’elevata umidità dell’ambiente.
GIARDINI URBANI In queste aree densamente popolate e sottoposte a elevato inquinamento (traffico automobilistico, insediamenti industriali, riscaldamento urbano) la scelta delle specie vegetali da inserire nel giardino o su terrazze o balconi è legata soprattutto alla loro capacità di adattamento a un ambiente ostile: non sono più i parametri climatici o i gusti personali a essere determinanti ma principalmente le possibilità reali di crescita, sviluppo e sopravvivenza della pianta.Solo alcune specie resistono in maniera accettabile all’aggressione di polveri, gas e smog che penetrano nei tessuti vegetali attraverso le aperture naturali
terreno. La cosa comporta problemi per le piante: le polveri chiudono gli stomi e provocano deperimento delle specie più sensibili. Depurazione batteriologica: i batteri, portati dal pulviscolo, si fissano sulle superfici fogliari grazie all’umidità. Qui subiscono un processo di sterilizzazione dovuto all’emissione di ozono prodotto dalle foglie. Protezione e attenuazione del rumore: si ottiene grazie a barriere vegetali alte, a foglie persistenti (sempreverdi) e, preferibilmente, con piante che presentino vegetazione fin dalla base.
(stomi e lenticelle) oppure attraverso ferite o tagli (vedi riquadro). Anche queste però presentano crescita non ottimale, che si accentua nelle zone dove, oltre all’inquinamento, si ha bassa pressione atmosferica e frequenti giornate nebbiose. In queste condizioni non si ha dispersione degli inquinanti e di conseguenza il danno risulta essere più accentuato. Spesso i sintomi si confondono con alterazioni dovute a cause di altra natura (attacchi parassitari e patogeni, carenze alimentari, danni da freddo o da caldo ecc.) ed è molto difficile fare una diagnosi corretta. Quanto detto non deve però scoraggiare la messa a dimora di piante, arbusti e fiori negli spazi urbani: la loro presenza aiuta comunque a creare ampie aree dove l’aria risulta più pulita e, in generale, favorisce migliori condizioni ambientali.
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Zone climatiche e giardino
Piante idonee all’ambiente urbano Quelle di seguito elencate sono tutte specie che presentano una spiccata resistenza all’inquinamento atmosferico. Alberi abete delle Montagne Rocciose (Picea pungens) albero di Giuda (Cercis siliquastrum) albizzia (Albizzia julibrissin) betulla bianca o argentata (Betula alba) carpino bianco (Carpinus betulus) eucalipto (Eucalyptus globulus) faggio (Fagus sylvatica) ginco (Ginkgo biloba) leccio (Quercus ilex) sofora (Sophora japonica)
Arbusti agrifogli (Ilex spp.) aucuba (Aucuba japonica) bosso (Buxus sempervirens) cotogno da fiore (Cydonia japonica) ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius) lavanda (Lavandula spica) ligustri (Ligustrum spp.) maonia (Mahonia aquifolium) oleandro (Nerium oleander) piracanta (Pyracantha coccinea)
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Il terreno
Q
uando si impianta un giardino, subito dopo la costruzione della casa è necessario osservare bene il tipo di terreno che risulta prevalente. Di solito si tratta di materiale di riporto, proveniente dallo scavo per la costruzione dell’abitazione stessa. Molto spesso è mescolato a rimasugli di calce e di materiali edili, certamente poco idonei alla crescita e allo sviluppo della vegetazione. Questa caratteristica rende il suolo praticamente sterile, soprattutto perché in profondità non si sono potuti sviluppare (per mancanza di aria e di materiale organico) i microrganismi che presiedono alla decomposizione della sostanza organica e rendono “vivo” il suolo. Al di sotto dello strato più superficiale (40-50 cm) il terreno è attraversato soltanto dall’acqua che sgronda in profondità. Non è mai stato concimato, non è stato lavorato e quindi la sua struttura non è nelle condizioni migliori per consentire la diffusione delle radici. L’ideale sarebbe sostituirlo o ricoprire la superficie con 30-40 cm di terra di campo o di buon terriccio, ma l’operazione risulta estremamente costosa e in molti casi inutile. È allora necessario effettuare opportuni interventi correttivi per renderlo adatto alla coltivazione e, prima di qualsiasi impianto, è necessario praticare le lavorazioni, la fertilizzazione e la sistemazione delle aiuole sulle quali si intende coltivare specie vegetali con esigenze particolari.
OSSERVIAMOLO BENE Un’osservazione empirica permette di farsi un’idea del tipo di terreno che occupa lo spazio dedicato al giardino. Prima di tutto dobbiamo individuare quale suolo è quello del nostro giardino, distinguendolo fra i tre tipi più comuni. Terreni ÒfortiÓ o compatti Si riconosce per il colore chiaro, è duro, impermeabile all’acqua o con sgrondo estremamente lento che indica la presenza di una notevole quantità di argilla.
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Il terreno
Inoltre, è in genere di natura calcarea. Questo terreno pesante è difficile da lavorare. Nei periodi asciutti si screpola facilmente, presentando anche profonde fenditure, mentre nei periodi di pioggia risulta umido e lucido.
Assorbe e trattiene l’umidità, è ben aerato perché frutto di continue lavorazioni, concimazioni organiche e minerali, irrigazioni e cure che gli hanno consentito di equilibrare i rapporti fra le particelle in maniera ottimale.
Terreno sciolto e leggero Si presenta estremamente friabile, scivola fra le mani, è di facile lavorazione, assorbe velocemente l’acqua ma altrettanto velocemente la cede in profondità perché ricco di sabbia. Il colore è normalmente grigiastro ma può presentarsi anche molto scuro o addirittura rossiccio. In posizione declive frana facilmente disperdendosi. Di regola è privo di calcare o ne contiene solo piccole quantità. Diventa rapidamente fertile con poche lavorazioni e concimazioni.
Facilmente lavorabile e fertile (negli strati più superficiali sono presenti quegli organismi animali e vegetali che decompongono la sostanza organica e lo rendono ricco e vitale), è il terreno migliore per impiantare un giardino.
Terreno di medio impasto Ideale per ciò che riguarda la struttura e la composizione ed è rappresentato dalla cosiddetta “terra di campo”.
COME SI CORREGGE IL TERRENO Qualunque sia la dimensione del giardino, eventuali strutture (vialetti d’accesso, scale, tombini) e impianti (elettrico, d’irrigazione) saranno già stati predisposti ed è quindi il momento di occuparsi del suolo. Ci troviamo di fronte a una superficie sicuramente delimitata da manufatti e pronta per essere lavorata.
Il terreno
La vivace fioritura di Eschscholzia californica var. Goldmohn, pianta perenne coltivata in genere come biennale per formare bordure e macchie di colore. Gradisce un terreno calcareo.
Essendo l’area libera da vegetazione, la prima operazione da effettuare è certamente quella di arricchire il terreno di sostanza organica, non solo per il suo potere fertilizzante ma an-
Contenitore per il compostaggio del materiale organico (foglie, sfalcio dell’erba, avanzi di cibo ecc.).
che perché permette la diffusione di preziosi microrganismi animali e vegetali. La presenza di sostanza organica migliora inoltre la struttura, soprattutto se eccessivamente sciolta o troppo argillosa. È quindi necessario l’apporto di una buona quantità di letame, anche 800-1.000 q per ettaro di superficie (corrispondono a 8-10 kg/mq). Questa distribuzione così abbondante è giustificata dal fatto che si tratta di un intervento unico e irripetibile poiché eseguito su terreno completamente libero. Eventuali altre letamazioni, negli anni a venire, saranno forzatamente limitate solo a qualche zona. L’apporto organico comunque non dovrà venire mai meno in quanto i residui della vegetazione riforniranno il terreno annualmente continuando a mantenere il substrato fertile e organico. La mancata disponibilità di letame può essere compensata con la distribuzione di altro materiale organico quale terricci prodotti dalla de-
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Il terreno
composizione delle foglie (le si può raccogliere nei boschi, sotto i grandi alberi) o compost di varia origine. Se la disponibilità di tempo lo consente, la concimazione può essere addirittura fatta con il sovescio, cioè seminando sul terreno incolto una leguminosa foraggera (erba medica, trifogli, sulla ecc.) che verrà sfalciata in fioritura e completamente interrata con i lavori di preparazione del terreno. Il vantaggio, in questo caso, è dato dall’arricchimento minerale e organico del terreno, un apporto notevole di umidità e una “naturale pulizia” dalle malerbe facilmente individuabili ed estirpabili. Ancora, è possibile intervenire nei terreni argillosi per migliorare la loro struttura con “iniezioni” di sabbia. Allo scopo esistono particolari macchinari, ma se si tratta di un piccolo giardino, sarà sufficiente scavare qualche buca stretta e profonda nei punti dove si prevede la costituzione di aiuole o la messa a dimora di alberi e riempirli di sabbia. Così facendo si favorirà l’arieggiamento del suolo e un più veloce sgrondo delle acque.
PREPARAZIONE DEL TERRENO Inizio della primavera e autunno sono le epoche ideali per lavorare il giardino: la temperatura e la piovosità di queste stagioni consentono al terreno di trovarsi nelle condizioni ideali di umidità (e permettono a chi lavora di poter rimanere a lungo all’aperto senza soffrire l’eccessivo caldo o il freddo). Le piante, se messe a dimora in queste stagioni, non subiscono grossi traumi di adattamento anche se sono state acquistate senza il pane di terra, a radici nude. Nelle zone a clima temperato è consigliabile effettuare la lavorazione del terreno in autunno: non vi è pericolo di freddi intensi e di gelate, e quindi le radici delle piante hanno tutto il periodo invernale per assestarsi nel suolo. Anche il prato, seminato in autunno, germinerà prima dell’inverno e, alla ripresa vegetativa, avrà
un vantaggio sulle infestanti che spuntano in primavera. Nelle zone a clima continentale, con inverni freddi e rigidi, non conviene rischiare la piantumazione delle essenze erbacee e arbustive; l’assestamento nel terreno potrebbe essere compromesso da un improvviso abbassamento termico e anche la vegetazione del prato, appena spuntata, verrebbe inesorabilmente danneggiata da un’improvvisa gelata. È indispensabile pulire bene la superficie dalle infestanti, o per mezzo di un diserbante-disseccante (ciò ritarderà il lavoro di circa 15-20 giorni, tempo necessario perché il prodotto agisca) o con l’estirpazione manuale e il conseguente allontanamento delle erbacce dall’appezzamento (lo sminuzzamento delle zolle che in fase successiva verrà effettuato favorisce la diffusione degli organi riproduttivi sotterranei). Si abbia cura di allontanare le grosse pietre (lo stesso vale per gli eventuali materiali edili affioranti) per evitare danni alle parti meccaniche. È innanzitutto necessario lavorare accuratamente il terreno e sminuzzarlo il più possibile. Solo per piccole superfici è pensabile intervenire con una vangatura manuale, utile a interrare il letame o altro materiale organico e a eliminare la vegetazione infestante (in particolare quella provvista di radici striscianti come la gramigna). Su superfici più grandi è consigliabile utilizzare l’attrezzatura meccanica rappresentata da motozappe fresatrici, erpici, rulli ecc.: il lavoro risulterà più agevole e ugualmente efficace.
Note Per avere una migliore uniformità di crescita sarebbe il caso di seminare il prato su tutta la superficie del giardino, anche nei punti dove si è deciso di sistemare le aiuole o gli alberi d’alto fusto. All’atto della messa a dimora della vegetazione tutta l’area sarà in questo modo uniformemente verde. Anche se giovane, il prato accetta abbastanza bene il calpestio purché non sia sconsiderato.
Il terreno
Quando il terreno è lavorato e sminuzzato si procede alla sua sistemazione vera e propria, cioè al corretto calcolo di eventuali pendenze. Se il giardino è pianeggiante è necessario prevedere lo sgrondo delle acque piovane per evitare che ristagnino o che invadano i vialetti d’accesso. Se la zona è declive si deve guidare il ruscellamento superficiale dell’acqua per impedire al terreno di franare o all’acqua di essere convogliata verso la casa.
La superficie del giardino deve poi essere uniformemente pareggiata per impedire la formazione o la persistenza di buche dove il ristagno dell’acqua si dimostrerebbe dannoso al prato e allo sviluppo di alberi e arbusti. Chi ha disponibilità finanziarie e poco tempo da dedicare alla cura del giardino, prima di seminare il prato può considerare l’idea di un impianto sotterraneo d’irrigazione.
Gli attrezzi con cui lavorare il terreno del giardino devono essere resistenti e leggeri: tra le vanghe ricordiamo che quella a lama triangolare è più adatta ai terreni pesanti; la zappa a punta quadrata si usa preferibilmente per la rottura delle zolle, quella a punta acuta per tracciare i solchi e quella a forma triangolare per estirpare le malerbe. Nel rastrello da terra i denti sono spessi e corti, in quello per l’erba numerosi e sottili, in quello per raccolta delle foglie lunghi e ricurvi.
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La distribuzione dell’acqua
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a mancanza di acqua preclude ogni possibilità di avere un bel giardino. Se in primavera o in autunno la distribuzione delle precipitazioni è quasi sempre sufficiente a coprire i fabbisogni idrici delle colture, durante l’estate, interventi irrigui di soccorso sono necessari almeno una volta la settimana, meglio ancora ogni 2-3 giorni in qualsiasi regione italiana ci si trovi, fatta eccezione solo per la fascia montana in cui le precipitazioni sono più frequenti proprio in estate. L’acqua, elemento indispensabile alla vita, è per le piante costituente principale della loro struttura, arrivando a raggiungere più del 90% della composizione dei tessuti. Inoltre, è l’unico veicolo per la nutrizione: i sali minerali solubili presenti nel terreno entrano nella pianta, attraverso le radici, solo per mezzo dell’acqua.
È quindi impensabile praticare qualsiasi coltivazione senza di essa. Andamenti climatici particolari, frequenti in questi ultimi anni, orientano ancora di più verso forme di irrigazione continua anche in epoche stagionali in cui normalmente non sembrava dovessero servire. Primavere estremamente siccitose e aride o inverni con lunghi periodi senza pioggia fanno valutare l’impegno di un impianto irriguo con estrema serietà. La distribuzione dell’acqua è legata a molti fattori che sono fondamentali nel giardino. Vi sono piante con pochissime esigenze idriche; vi sono terreni dove l’umidità si mantiene regolarmente anche per periodi prolungati; esistono essenze da prato che sopportano abbastanza bene anche il secco. Tuttavia per avere un bel giardino e un prato “all’inglese” l’acqua è una necessità quasi quotidiana.
La distribuzione dell’acqua
QUALE ACQUA USARE?
Note
La migliore da utilizzare per l’irrigazione è certamente l’acqua piovana: non ci sentiamo però di consigliare (per ragioni di tempo, di spazio e d’igiene) di predisporre contenitori o serbatoi adatti per la raccolta delle precipitazioni, a meno che nel giardino (ma deve essere sufficientemente grande) non si sia predisposto un laghetto o una vasca utili allo scopo. Malgrado ciò, la pioggia rimane comunque un’ottima risorsa, soprattutto per le piante più delicate, in quanto generalmente priva di sali che possano danneggiarle. Di solito l’acqua più “comoda” e più in uso è quella che proviene dall’acquedotto, l’acqua potabile. Oltre all’oggettivo spreco di una sostanza preziosa, bisogna tenere presente che molto spesso è ricca in cloro o in altri sali minerali che potrebbero alla lunga alterare la composizione e il pH del terreno. Si consideri inoltre che durante il periodo estivo in molte regioni italiane questo bene scar-
Che si tratti di acqua piovana, d’acquedotto o di pozzo, innaffiando durante il giorno, la differenza di temperatura tra acqua, aria e terreno può essere tale da procurare uno shock termico alle piante causando danni irreparabili.
seggia e quindi insorgono limitazioni nell’uso certamente comprendenti anche l’irrigazione dei giardini. L’ideale sarebbe avere l’acqua da un pozzo o da una sorgente in prossimità del giardino dai quali poter attingere ogni volta che se ne ha necessità: unico inconveniente può essere rappresentato dal fatto che l’acqua prelevata dal sottosuolo potrebbe risultare piuttosto fredda rispetto alla temperatura dell’ambiente. In caso, si faccia in modo d’irrigare quando il sole non c’è, quindi o al mattino presto o alla sera dopo il tramonto. Così facendo si evita anche il cosiddetto “effetto lente”: innaffiando in pieno sole, le gocce di acqua che si depositano sulle parti verdi concentrano i raggi solari e provocano bruciature sulla pagina fogliare e alterazioni sui giovani germogli.
IL TIPO DI IRRIGAZIONE
Per risanare un terreno che si presenta troppo compatto, e che quindi crea spiacevoli (e pericolosissimi) ristagni con l’irrigazione, è necessario effettuare un drenaggio parziale. Allo scopo si scavano delle piccole buche da riempire con materiale drenante quale ciottoli, piccola ghiaia, sabbia o anche fascine. Il materiale andrà poi ricoperto con parte del terreno rimosso.
In un giardino piccolo (fino a 100 mq) risulta più pratico e meno oneroso procedere innaffiando a mano con l’uso di tubi di gomma muniti di irrigatori a pioggia e di un carrello avvolgente. Per superfici più grandi occorre pensare a un impianto di irrigazione, o sotterraneo o di superficie, che inizialmente richiede un impegno economico, ma che, una volta predisposto, necessiterà solo di normale manutenzione. Se nel giardino il prato occupa uno spazio importante, la forma migliore è sicuramente l’irrigazione sotterranea che consiste semplicemente in una rete di condutture interrate a una certa profondità. In corrispondenza dei bordi, in prossimità delle aiuole e nella zona centrale del prato vengono fissati degli irrigatori che, a riposo, possono rimanere rasenti al suolo fuori-
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La distribuzione dell’acqua
uscendo dal terreno di qualche cm al momento dell’uso. Questi apparecchi distribuiscono acqua in modo uniforme, a pioggia più o meno fine su tutta la superficie. Nelle aiuole di arbusti, al posto degli irrigatori si possono sfruttare i gocciolatori che permettono di inumidire il terreno senza bagnare la vegetazione. Una volta predisposto (le ditte garantiscono durata e manutenzione) e debitamente collegato con la rete di distribuzione idrica e con una centralina di controllo, questo impianto può entrare in funzione automaticamente grazie a sensori che saggiano l’umidità del suolo, oppure con un intervento manuale o con disposizioni programmate anche a distanza di tempo. Ugualmente programmabile è la durata dell’intervento (da effettuarsi di notte) ed eventualmente la portata dell’acqua. È anche possibile predisporre un programma di interventi irrigui per innaffiare solo alcune zone del giardino o memorizzare in una sola volta tutti i cicli di irrigazione che si presumono necessari. Quello sotterraneo è certamente l’impianto più funzionale al giardino e agli utenti che dispon-
gono di poco tempo e che vogliono avere sempre lo spazio verde fuori casa nelle condizioni migliori. L’unico inconveniente può derivare dal danneggiamento degli ugelli interrati durante le operazioni di manutenzione, solitamente non durante il taglio del prato ma quando si effettuano leggere vangature o zappature delle aiuole (soprattutto con macchinari). Più economico è il metodo di irrigazione in superficie. Basta provvedere all’acquisto di irrigatori fissi a colonna, con braccio oscillante o girevole, in numero tale da coprire tutta la superficie del giardino e collegarli con l’impianto di fornitura dell’acqua per mezzo di tubi di gomma. È importante che tutta la superficie del prato e delle aiuole risulti coperta dal raggio degli irrigatori. Innaffiando il giardino ogni 2-3 giorni (sempre al mattino presto o alla sera tardi) è importante che sia distribuito un volume di acqua sufficiente: deve penetrare e umidificare fino a una profondità di almeno 20-30 centimetri. Bagnare di notte inoltre consente al terreno di avere a disposizione molte ore per imbibirsi bene.
La distribuzione dell’acqua
È fondamentale che la vegetazione del giardino venga scelta anche in funzione della disponibilità d’acqua.
Anche irrigare al mattino presto è una scelta corretta, anche se, nelle giornate assolate e nei giardini molto esposti, il primo sole tende a far evaporare velocemente l’acqua sottraendola alle piante e al terreno.
SOPRA O SOTTO LA CHIOMA? L’irrigazione “a pioggia” finora descritta è forse la forma più naturale di distribuzione dell’acqua. La vegetazione del prato e molti arbusti non soffrono se l’acqua si distribuisce sulle foglie essendo provvisti di una consistente cuticola che le protegge. Bisogna tenere presente però che piante come rose e gerani preferiscono invece ricevere acqua solo a livello del suolo in quanto le foglie sono sensibili alle bagnature. Anche i
fiori mal sopportano l’acqua direttamente sui loro organi: i tessuti delicati delle corolle tendono a imbrunire e a sfiorire molto più velocemente. Un caso a parte è rappresentato dalle piante poste in giardini localizzati in prossimità di arterie stradali a grande scorrimento o in vicinanza di fabbriche che immettono nell’atmosfera polveri o inquinanti. Poiché il deposito sulle foglie di questi materiali polverulenti e grassi impedisce la normale attività fisiologica della foglia causando alterazioni alla struttura, risulta estremamente utile l’irrigazione sopracchioma, in quanto permette il dilavamento dello strato depositatosi sulla pagina superiore e consente così alla foglia di poter esplicare al meglio le sue funzioni (fotosintesi e respirazione).
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Il progetto del giardino
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er decidere la distribuzione degli alberi e degli arbusti che occuperanno lo spazio che circonda la nostra casa è necessario munirsi di carta e matita, disegnare la pianta della superficie e riportare tutte le misure evidenziando in particolare i confini, la superficie occupata dai fabbricati, la viabilità interna esistente, passaggio pedonale e carraio, le eventuali curve di livello qualora la superficie sia declive e infine gli scarichi, le condutture ed eventuali altre servizi. È necessario poi avere la curiosità di osservare quello che già esiste e ci circonda all’esterno. Nel breve cenno iniziale alla storia dei giardini si è visto che da un’iniziale tendenza “architettonica”, dove in uno spazio regolare gli elementi vegetali sono concepiti e impiegati in maniera geometrica, estremamente rigorosa per non dire artificiosa, si è passati a una visione di tipo “pittorico” cercando di riprodurre quanto di bello e piacevole è presente in natura e avvicinarlo alla semplicità e alla spontaneità dell’animo umano. Nel giardino di oggi si ricerca una sintesi di questi due momenti oppure si tende a sviluppare un giardino più funzionale, orientato verso una facile e semplice manutenzione.
Il giardino deve sempre essere in armonia con la casa e rispondere a esigenze che coinvolgono l’aspetto estetico e ornamentale ma che, nello stesso tempo, rispondono anche a bisogni di natura igienico-sanitaria e di miglioramento ambientale, e alla ricerca di intimità personale. È quindi indispensabile che il motivo ornamentale dominante sia uno solo: il prato attorno al quale distribuire alberi e arbusti, un albero particolarmente pregevole (i cosiddetti “esemplari”) che attira lo sguardo, l’aiuola fiorita, il giardino roccioso. Invece della vegetazione, l’elemento principale potrebbe anche essere un manufatto come la
Il progetto del giardino
pavimentazione, o la fontana o un altro elemento particolarmente decorativo. Stabilito quindi l’elemento che si vuole mettere in evidenza, è possibile costruire il tessuto vegetale che gli ruota intorno. Tutti i componenti devono quindi essere collegati idealmente e armoniosamente fra loro perché l’elemento prescelto rimanga dominante. Nella piacevolezza di un piccolo giardino di casa (si considera “piccola” un’area verde privata fino a 1.000 mq di superficie) ha grande importanza la forma del terreno: una superficie piana può risultare eccessivamente monotona e quindi sarà compito del verde movimentarla. All’opposto, un terreno eccessivamente ondulato può risultare stancante e richiedere quindi zone di coltivazione ben definite, sostenute da muretti, terrazze, scale che consentiranno di variare la prospettiva e richiederanno l’utilizzo di un buon numero di piante tappezzanti o ricadenti, e di fioriere. La distribuzione delle piante deve poi sottostare a una serie di concetti fissi e inderogabili che dipendono principalmente dagli elementi architettonici già presenti nel giardino (recinzione, vialetti di accesso, pozzetti ecc.) e dalle particolari esigenze ambientali. Non secondaria è la necessità di mostrare all’esterno solo quello che si desidera venga visto, creando zone protette da sguardi indiscreti.
In fase progettuale è indispensabile conoscere l’esposizione delle varie zone del giardino, i punti più soleggiati e quelli più in ombra, prevedendo anche le zone che risulteranno ombreggiate quando la vegetazione avrà raggiunto le dimensioni desiderate. Infine, si devono pianificare zone particolari destinate ai giochi dei bambini, al cane, alla cucina e al pranzo all’aria aperta o a prendere il sole. Fatto ciò, con la piantina davanti, prima di disporre gli alberi, conviene studiare e localizzare le diverse zone del giardino, il loro utilizzo e la quantità di spazio da destinare a ognuna di esse. Se la posizione della casa è centrale rispetto alla superficie conviene destinare una parte dell’area a orto e frutteto famigliare, e sfruttare a giardino soltanto la restante parte di accesso all’abitazione. Viceversa, quando la costruzione è all’estremità dell’appezzamento il giardino potrà occupare tutta la superficie: eventuali destinazioni a orto o ad altri servizi dovranno essere mascherate con cortine verdi formate da siepi o rampicanti. Allo stesso modo eventuali strutture di sostegno della casa possono essere nascoste grazie alla vegetazione.
LA DISPOSIZIONE DELLE PIANTE Sulla planimetria della nostra casa, dopo aver tracciato le aree di destinazione del giardino, è necessario decidere la posizione delle componenti verdi fondamentali (alberi e arbusti).
Un occhio alla legge Tra le altre cose occorre porre attenzione alla legislazione: se non esistono specifici regolamenti e usi locali si faccia riferimento agli articoli 892 e segg. del Codice Civile che tutelano gli interessi privati fra confinanti. Di norma, bisogna rispettare la distanza di 3 m per gli alberi d’alto fusto (querce, pini, cipressi, pioppi, aceri ecc.) e di 1,5 m per quelli che non superano i 3 m di tronco prima delle ramificazioni. Per le siepi e gli arbusti che non si innalzano più
di 2-2,5 m vale ancora la regola della distanza di 1,5 metri. Gli arbusti e le siepi soggette a potatura frequente o mantenuti comunque con un aspetto contenuto, possono essere messi a dimora anche a 1 m di distanza dal confine. Non si devono osservare distanze se il confine è segnato da un muro, e le siepi o i cespugli non lo sovrastano. I rami di alberi, posti alla giusta distanza che però si protendono sul terreno altrui devono, a richiesta, essere tagliati.
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Il progetto del giardino
Gli alberi e la casa
NO
Piante d’alto fusto devono essere posizionate a una buona distanza dall’abitazione per diversi motivi. Lo sviluppo della chioma e delle radici provoca interferenze con le mura e richiede un’annuale o più frequente pulizia di tetti, terrazze e grondaie; nel giro di pochi anni diventano poi necessari costosi interventi di capitozzatura per ridurre lo sviluppo della chioma. Solo se la posizione dell’abitazione risulta su un piano più elevato rispetto al giardino è possibile ridurre la distanza dalla casa. In prospettiva la singola pianta o il gruppo di piante fungerà comunque da cortina di protezione e non oscurerà troppo le stanze. In prossimità della casa sono da preferire essenze legnose caducifoglie per consentire una buona illuminazione dei locali in inverno e una piacevole penombra estiva. Meglio ancora sarebbe scegliere alberi a modesto sviluppo o a portamento fastigiato.
SÌ
NO
Una distribuzione geometrica ombreggia eccessivamente il giardino. Più razionale la scelta di disporre a nord le conifere, lasciare ampie aree libere dalla vegetazione e prediligere un motivo dominante (arbusti fioriti) per la zona centrale.
Una forma svettante può servire a “slanciare” una casa bassa; viceversa, dimensioni ridotte della vegetazione attenuano un’eccessiva altezza.
L’orientamento
SÌ
Nelle regioni settentrionali e nelle zone ad altitudine più elevata è consigliabile orientare le piante sempreverdi a Nord: climaticamente si adattano meglio, e durante le brevi giornate invernali non impediscono ai raggi del sole di raggiungere l’abitazione. Inoltre saranno mantenute asciutte anche le adiacenze della casa come il portico, le strade di accesso, i muri perimetrali ecc.
Distribuzione nello spazio orizzontale… All’impianto è necessario calcolare attentamente la distanza tra alberi e casa, anche in funzione della loro crescita nel tempo.
Meglio distribuire gli alberi a gruppi: lo spazio per i fiori e per il prato deve rimanere aperto al sole. Una distribuzione casuale anche se geome-
Il progetto del giardino Esempio di possibile sviluppo in altezza della vegetazione correttamente posizionata in un piccolo giardino residenziale.
Infine, la localizzazione delle aiuole fiorite deve creare macchie colorate in prossimità della casa e di trovarsi in pieno sole.
… e verticale Il rapporto tra i diversi elementi del verde (alberi, arbusti, fiori) deve considerare lo sviluppo delle differenti specie. Gli alberi che hanno crescita maggiore dovranno sempre essere collocati all’esterno e mai di fronte a essenze a sviluppo limitato. Lo stesso vale per gli arbusti fra loro e nei confronti delle erbacee perenni e delle aiuole a fiore.
Composizione degli elementi trica porterà nel giro di pochi anni ad avere tutto il giardino all’ombra e ne risentirebbero gli arbusti da fiore, le aiuole e il prato. Importante che gli alberi siano soprattutto scelti oculatamente, considerando anche il loro sviluppo futuro. Lo spazio a prato deve essere ampio. Analogamente, la distribuzione degli arbusti ornamentali o da fiore deve rispettare gli spazi del prato e seguire criteri che consentano a ogni essenza di ricevere la migliore insolazione possibile.
Il giardino deve presentare un equilibrio tra spazi chiusi e spazi aperti, volumi in elevazione e in espansione. Si può decidere, se la casa non è isolata ma circondata da altre abitazioni, di attuare una composizione chiusa, che consiste in un bel prato soleggiato che circonda la casa a sua volta contornato da una cortina di vegetazione degradante verso il verde erboso. Quando all’esterno dei confini del giardino non vi sono grandi case o è possibile godere di un bel panorama, la scelta della vegetazione sarà
Nella scelta e composizione degli elementi del giardino non si dimentichi di valutare anche l’aspetto ornamentale della veste autunnale e invernale delle varie specie prescelte.
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Il progetto del giardino
orientata verso piccoli alberi o arbusti, in una composizione aperta in cui è possibile disporre le piante in modo da guidare lo sguardo e indirizzare l’interesse verso i punti desiderati. In un giardino chiuso da abitazioni vicine che incombono è necessario cercare di creare un senso di leggerezza, di grazia, di libertà attraverso la scelta di specie a foglie estremamente mobili, rami sottili, volumi diffusi (pioppo bianco, pioppo tremulo, tamerici, ginestre, cedro dell’Atlante, faggio Tricolor).
Valutazione della taglia In un piccolo giardino non si mettono a dimora grandi alberi. Cedri, tigli, ippocastani, sequoie, molte specie di conifere, querce, platani, aceri, pioppi, salici o faggi sono piante che spesso raggiungono grandi dimensioni e questo loro sviluppo provoca in pochi anni spiacevoli inconvenienti agli edifici e la necessità di interventi drastici (quando non addirittura l’abbattimento). Se proprio si vogliono piantumare queste specie è d’obbligo rivolgersi alle loro numerose varietà nane o a sviluppo limitato, a volte ancor più decorative.
Valutazione del clima Non bisogna mai incorrere nell’errore (solitamente il più frequente) di scegliere specie non adatte al clima della zona in cui si deve realizzare il giardino.
ARMONIA DI FORME, COLORI, CONTINUITÀ L’armonia nelle forme si realizza, come si è già detto, creando un giusto rapporto fra la vegetazione arborea e quella arbustiva: non devono esserci troppi alberi e pochi arbusti o viceversa; gli uni devono essere complementari agli altri e alle superfici a disposizione. L’armonia nei colori rallegra e rasserena lo spirito. È possibile creare piacevoli contrasti non solo nella bella stagione, quando un’aiuola di salvia ornamentale rossa risalta tra il verde del prato, ma anche d’inverno, quando i frutti
del piracanta o le bacche dell’agrifoglio creano un’atmosfera natalizia, o in autunno, quando le diverse tonalità delle foglie di liquidambar, quercia rossa e aceri giapponesi addolciscono l’ambiente. L’aspetto può risultare armonico anche accostando colori uguali ma d’intensità differente o colori diversi aventi la stessa intensità. Il vantaggio del piccolo giardino, pur non offrendo la possibilità di ampie scelte varietali, è quello di dover rispondere solo all’esigenza estetica del “bello”, con uno o pochi elementi che lo caratterizzano. Alle esigenze estetiche generali risponde la possibilità di utilizzare la vegetazione in base ai suoi molteplici aspetti decorativi. Una pianta ha innumerevoli elementi che richiamano l’attenzione: principalmente le foglie, e poi i fiori, i frutti o i rami e il tronco. Le foglie possono essere piccole e brillanti o ampie e lucide nelle sempreverdi; molto più varie nelle caducifoglie. Hanno caratteristica ornamentale la forma, le dimensioni, lo spessore, la lucentezza o la tomentosità della lamina, il tipo
Il progetto del giardino
di margine, la lunghezza più o meno evidente del peduncolo (che dà staticità come nella magnolia o leggerezza nel pioppo tremulo). Il più importante contributo è però dato dal colore, nelle diverse sfumature che assume il verde invecchiando, o nei colori cangianti delle diverse epoche dell’anno.
I frutti sulle piante ornamentali hanno di solito il compito di arricchire l’ambiente nei momenti meno esaltanti dell’anno: risultano importanti a fini decorativi la loro disposizione sui rami, il portamento, la forma, il colore e l’epoca in cui si presentano o esaltano al meglio le loro caratteristiche.
I fiori nel verde formano nuvole, più o meno durature, dagli svariati colori. Anch’essi possono essere caratterizzati da forme e dimensioni differenti, che li rendono magari anche poco appariscenti se presi singolarmente, ma che contribuiscono nell’insieme a creare splendide e decorative macchie di colore nel periodo della fioritura. I fiori spesso si possono presentare su alberi o arbusti prima dell’emissione delle foglie, altre volte occhieggiano tra i giovani getti in quella vegetazione che fiorisce e germoglia contemporaneamente, oppure compaiono, e hanno maggior durata, nel verde maturo. Il loro profumo, delicato o penetrante, può solo accrescere il godimento della vista.
Negli ultimi anni hanno assunto rilievo ornamentale anche la corteccia e la conformazione di fusti e branche di molte specie vegetali. All’usuale biancore del tronco delle betulle oggi si possono affiancare tronchi e rami ammirevoli per la colorazione gialla o rossa della corteccia (Cornus, frassino), per il disegno della stessa più o meno rugosa, per la conformazione del tronco. I vivaisti riescono ormai facilmente a far assumere forme elaborate ad alberelli e arbusti, diverse dal loro sviluppo naturale, sia con accorgimenti di tipo meccanico, sia con interventi come l’innesto. Esistono in commercio molte varietà selezionate per i rami contorti o dalla forma elaborata (che spesso viene assunta anche dalle foglie).
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Il progetto del giardino
Alberi Questi diversi e sempre nuovi aspetti decorativi delle piante diventano di primaria importanza qualora si decida di mettere a dimora un esemplare isolato: la sua caratteristica estetica verrà posta in rilievo e quindi dovrà essere particolarmente valida e originale. Con un numero superiore di piante, disposte a macchia, risulta invece sminuito l’effetto decorativo e armonico del singolo elemento. In un piccolo giardino comunque l’esemplare unico deve essere scelto tra specie a crescita contenuta in modo che non vada ad annullare il possibile sviluppo dell’altra vegetazione. Nella sistemazione della vegetazione arborea a macchia non è necessario che le piante appartengano alla stessa specie; è più importante che siano simili come portamento o come tipologia di fogliame, per non creare contrasti troppo stridenti (fogliame colorato con fogliame variegato, conifere con caducifoglie…).
Arbusti Presentano le stesse prerogative ornamentali degli alberi e all’interno del giardino svolgono svariate funzioni: collegamento tra le diverse masse di vegetazione; simulazione del sottobosco; delimitazione di piccoli spazi; divisione e
schermatura tra le diverse zone del giardino e tra il giardino e l’esterno. Anche nel caso degli arbusti la scelta deve derivare dalla conoscenza del loro sviluppo definitivo, delle esigenze climatiche e ambientali, delle diverse fasi fenologiche e, infine, dalla capacità della pianta di tollerare eventuali drastiche potature. La scelta sarà particolarmente oculata se ci si trova in zone climatiche che presentano caratteristiche estreme, così come in una città con elevati livelli di inquinamento ambientale o in zone dove sono necessarie barriere antirumore. Nel rispetto degli accorgimenti cromatici già determinati per la vegetazione arborea è possibile scegliere arbusti appartenenti a specie differenti, a fioritura scalare o con altri evidenti caratteri decorativi (frutti, rami, foglie).
Erbacee perenni Assieme agli arbusti occorre posizionare poi le piante erbacee perenni che potranno fungere da tappezzanti oppure occupare spazi sempre in ombra o marginali: se ne trovano in commercio di dimensioni differenti, con varie epoche di fioritura, adatte a qualsiasi zona climatica. Possono essere utilizzate per giardini rocciosi, come contorno alle aiuole di annuali e, dato importante, richiedono pochi interventi colturali.
Le diverse specie di alberi e arbusti presentano ciascuna un portamento tipico della vegetazione. Questa tendenza “naturale” potrà essere ulteriormente accentuata da opportuni tagli di potatura. Da sinistra verso destra: chioma fastigiata (due diversi esempi), espansa a ombrello, ovoidale, arrotondata (su alberello e, dietro, su arbusto a cespuglio), conica.
Il progetto del giardino
Erbacee annuali Trovano posto nelle aiuole e il loro utilizzo è il più vario possibile; hanno il vantaggio di essere sostituite ogni anno e quindi di consentire un sempre nuovo aspetto cromatico del giardino. Chi ha poco tempo da dedicare alla manutenzione deve limitare la loro coltivazione: bisogna preparare il terreno, acquistare le piantine, metterle a dimora, averne cura con frequenti interventi irrigui, controllo delle malerbe, pulizia dalla vegetazione (eliminazione delle parti sfiorite, sostituzione di quelle morte ecc.), regolari concimazioni. Solo così l’aiuola potrà esaltare a lungo il suo splendore durante primavera, estate e fino ai primi geli. Anche nella collocazione delle annuali valgono i criteri di disposizione dell’altra vegetazione: niente colori contrastanti che stancano l’occhio, scelta di specie che fioriscono in successione, inserimento armonico nel contesto del giardino, particolare attenzione all’altezza delle singole specie (le più alte non devono coprire quelle a taglia limitata).
ESIGENZE PERSONALI E COMUNITARIE Ultima considerazione prima di realizzare – seppure ancora sulla carta – il progetto esecutivo è
Piante e allergie Alcune forme di allergia sono da imputare alla presenza nell’aria di pollini e semi provenienti da piante coltivate. Se in famiglia ci sono persone che soffrono di questa patologia è bene evitare la piantumazione nel giardino di specie a impollinazione e a inseminazione anemofila (cioè favorita dal vento). Le comuni allergie primaverili che si presentano con la fioritura delle graminacee si possono controllare aumentando gli sfalci del prato in modo da impedire alle piante di fiorire e quindi disseminare il polline nell’ambiente. Nel caso di allergie dovute ai piumini dei semi conviene scegliere tra le piante dioiche (pioppi e salici) solo esemplari maschili.
quella di tenere in giusta valutazione la composizione della famiglia e la conoscenza delle leggi che regolano, anche nel caso dei giardini privati, i rapporti fra i confinanti. Nella famiglia possono essere presenti dei bambini, grandi fruitori del verde, o persone che soffrono di allergie dovute alla vegetazione, e quindi, per evitare inconvenienti anche gravi, è necessario selezionare ulteriormente le specie da mettere a dimora.
Arbusti con vegetazione cespugliosa (basso, a sinistra), strisciante (in alto) e tappezzante (basso, a destra).
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Il progetto del giardino
Il giardino dei bambini È il luogo dedicato ai giochi all’aperto; deve essere posto in prossimità della casa così da poter essere facilmente osservato anche dall’interno. Lo spazio per i giochi può essere rappresentato da solo prato verde, o anche da una piccola superficie delimitata contenente sabbia e da eventuali arredi: l’altalena, una panchina… In genere, nei progetti dei paesaggisti si calcolano circa 20 mq per bambino. È importante anche fare in modo di rendere sicuro questo angolo evitando arredi pericolosi, scale, illuminazione, eventuali laghetti anche poco profondi, ed eliminando quei vegetali che possono in qualche modo risultare tossiche: se arrampicarsi su un albero può diventare un allegro gioco, cibarsi dei suoi frutti potrebbe risultare ancor più dannoso. Soprattutto quando i bambini sono ancora piccoli è preferibile rinunciare a questo tipo di vegetazione: anzi in questa parte del giardino è meglio utilizzare solo piante con frutti eduli. Altri tipi di piante da evitare in prossimità dello spazio gioco sono sicuramente quelle provviste di spine o organi urticanti.
Da ultimo è consigliabile utilizzare specie rustiche; quelle più fragili, con foglie delicate e rami flessibili potrebbero non avere lunga vita esposte ai giochi di bambini scatenati. Anche nella scelta delle essenze da prato è da preferirsi un miscuglio che sopporta bene il calpestio. In questi angoli d’altra parte saranno necessari sfalci frequenti e, nella stagione autunnale, “restauri” più accurati. Un consiglio potrebbe anche essere quello di scegliere alberi e arbusti che fioriscono nel periodo di maggior frequentazione dei bambini. Si evitino inoltre aiuole di annuali da fiore che in breve tempo sarebbero certamente destinate a soccombere a causa dell’inevitabile poca considerazione da parte dei piccoli frequentatori.
PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE DI UN GIARDINO ROCCIOSO Presente in natura nelle zone alpine declivi o in quelle costiere estremamente aspre e in forte pendenza, l’angolo roccioso è oggi utilizzato ovunque per l’aspetto ornamentale e gradevole che conferisce al giardino.
Per la creazione di un piccolo angolo roccioso si privilegeranno varietà nane e tappezzanti, dosando attentamente le caratteristiche ornamentali delle varie specie per favorire al massimo un effetto “realistico”.
Il progetto del giardino
Le località privilegiate rimangono comunque quelle in cui condizioni climatiche e asperità del territorio consentono la formazione di “giardini alpini” o zone rocciose impervie in cui allevare le succulente. In queste zone naturali il materiale roccioso è sempre presente e quindi la sistemazione iniziale si rivolge alla valorizzazione di punti già esistenti e alla sola preparazione del tracciato, del collegamento tra i diversi piani e a qualche sistemazione di pietre con particolari caratteristiche ornamentali da mettere in risalto. Nelle zone alpine è facile reperire conifere nane, alberelli, tappezzanti, arbusti, erbacee perenni da fiore e anche annuali da disporre con criterio sul terreno. Vale sempre il principio che le piante non devono ostacolarsi tra loro, quindi verranno poste all’esterno quelle più alte e via via degradando verso l’interno tutte le altre. Anche la flora mediterranea ed esotica consente di ricoprire gli spazi fra le rocce con una nutrita varietà di specie xerofitiche (che sopportano bene la siccità) le quali vivono su substrato povero di elementi nutritivi e di acqua e che presentano pregevoli effetti decorativi.
Il giardino roccioso ex novo Scelte con cura le pietre – di forma, dimensioni e aspetto differente – si inizia il lavoro partendo dalla base e costruendo inizialmente una barriera per il contenimento della montagnetta di terra: il ricorso a materiali leganti come il cemento deve interessare solo questa parte del lavoro. Prima di iniziare la sistemazione di pietre e piante, si deve bagnare ripetutamente il terreno allo scopo di stabilizzarlo e di osservare i punti di scorrimento delle acque, in modo impedire successivi eventi franosi. Si posizionano saldamente poi le pietre più grosse disponendole sul terreno in maniera più o meno sinuosa, lungo tutta la superficie. Si possono disporre anche in modo orizzontale per favorire un collegamento tra un piano e l’altro. A volte è necessario, nei punti più scoscesi, costruire dei veri e propri muretti a secco o delle lunette di massi. È poi necessario creare attorno alle pietre dei
punti di scorrimento delle acque che verranno poi coperti dalla vegetazione tappezzante o ricadente. Terminata l’ossatura principale dell’angolo roccioso si dispongono i sassi più piccoli seguendo uno schema abbastanza libero e creando piccole superfici piane sulle quali verranno coltivate le specie prescelte. Per quanto riguarda la scelta delle specie vegetali, anche se il terreno non è tendenzialmente franoso conviene utilizzare piante a radici ampie e ben allargate che trattengono il substrato e specie tappezzanti, erbacee e annuali, con fusti stoloniferi o radici rizomatose. La vegetazione tappezzante o ricadente comunque non dovrà mai coprire i grossi massi che compongono l’ossatura dell’angolo, ma solo “abbracciarli”, dando così l’impressione che la roccia si incunei in profondità. Anche le piccole pietre dovranno occhieggiare tra la vegetazione. Sono necessari almeno 7-8 anni perché il giardino roccioso assuma l’aspetto “vissuto” degli angoli naturali; eventualmente, nei primi anni di vita, sarà possibile aumentare il numero di piante per arricchirlo di vegetazione. Anche se la realizzazione dell’angolo roccioso richiede tempo e impegno, il risultato finale compensa ampiamente gli sforzi fatti.
ALLESTIMENTO DI UN TERRAZZO Organizzare la vegetazione su un terrazzo richiede innanzitutto l’attenta osservazione dell’ambiente circostante. Può infatti presentarsi la necessità di creare uno schermo che isoli dalle abitazioni vicine o, al contrario, di evitare di nascondere un panorama estremamente piacevole. In ogni caso occorre distribuire le piante senza gravare con un peso eccessivo il piano di appoggio. Se l’ampia superficie lo consente un angolo del terrazzo può essere destinato a pergolato sul quale far correre anche specie differenti di rampicanti, allevate in vasi o cassette, che ombreggino e diano una nota di colore e profumo
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Il progetto del giardino
in ogni stagione. Analogamente è possibile allestire “pareti vegetali” che possano fungere da schermo per separare angoli differenti, utilizzando spalliere in legno, metallo leggero o plastica sulle quali far sviluppare le piante. Tutte le specie arboree, rigorosamente disposte in vaso o in vasche, si distribuiscono lungo il perimetro del terrazzo se si desidera chiudere la vista o sulla superficie calpestabile se non c’è necessità di isolamento. Le piante devono avere taglia ridotta e apparato radicale modesto, che possa essere contenuto in poco terreno. Inoltre, per alleggerire il peso, è necessario ricorrere a contenitori in materiale leggero e addizionare al substrato materiale inerte come argilla espansa, vermiculite ecc. Qualora non vi siano problemi di spazio, sempre utilizzando appositi contenitori è possibile allestire in terrazzo zone molto simili a un giardino, comprendenti piccole superfici di tappeto verde. Possono essere realizzati angoli anche con soli
alberi (conifere nane, agrumi, aceri, ciliegi da fiore), con soli arbusti (specie acidofile, maonie, magnolie, ligustri, laurocerasi, Laburnum, serenelle, Viburnum) o con sole annuali, oppure inserire nello stesso contenitore specie con esigenze similari: conifere con rododendri, azalee, camelie o pruni da fiore con calicanti estivi, Cotoneaster, forsizie, ginestre, mughetti. Alla base di tutte le specie sarà indispensabile disporre tappezzanti e ricadenti per ricoprire e nascondere alla vista i contenitori. Se la superficie del terrazzo è limitata, anziché abbondare con le specie vegetali è preferibile orientarsi verso esemplari particolarmente pregevoli per aspetto ornamentale o per caratteristiche varietali. Se si ha possibilità di dar loro riparo (serra) è possibile coltivare anche piante delicate (magnolie, camelie, orchidee terrestri, bonsai da giardino), ma la terrazza non deve essere esposta a venti dominanti e non deve trovarsi in zone a elevato inquinamento ambientale, altrimenti ci si dovrà orientare verso specie più economiche e maggiormente rustiche.
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Progetti per giardini e terrazzi
ZONA MONTANA P rogetto
Per giardino di grandi dimensioni
Una grande varietà di piante per un grande giardino. La costante disponibilità di acqua favorisce l’esaltazione dei colori e l’abbondanza di vegetazione. Attenzione alle specie poco resistenti al freddo! 7b. Aiuole fiorite senza bulbose Vedi punto precedente e, inoltre, achillea, primula, salvia ornamentale, Viola ecc. 8. Giardino roccioso Conifere nane, rododendro, acero nano, bulbose, alisso, ciclamino, croco, garofanino, iris nano, narciso, primula, stella alpina 9. Siepe di delimitazione per l’orto-frutteto Piante arboree da frutto allevate a spalliera, rosa allevata a spalliera 10. Arbustive voluminose Acero giapponese, fior d’angelo, forsizia, ginepro, magnolia, ortensia, peonia arborea, serenella 11. Arbustive a taglia ridotta Aucuba, azalea, Cotoneaster, maonia, rododendro 12. Tappezzanti su terreno scosceso Cotoneaster, iperico, rosa miniatura
1. Grandi alberi a foglia caduca o sempreverdi Acero, carpino bianco, faggio, quercia rossa 2. Conifere di grandi dimensioni Abete, cedro deodara, pino nero, pino silvestre, pino strobo, tasso 3. Alberi a foglia caduca più contenuti Betulla, liquidambar, pruno da fiore, salice piangente 4. Siepi di grandi dimensioni Chamaecyparis, carpino bianco, cipresso di Lawson, lauroceraso, nocciolo, tasso, tuja 5. Siepi di medio-piccole dimensioni Agrifoglio, Crataegus, piracanta, Magnolia stellata 6. Rampicanti Gelsomino d’inverno, rosa, vite del Canada 7a. Aiuole fiorite Bulbose miste a fioritura scalare, oppure astro, fiore di vetro, garofanino, petunia, potentilla, tagete, zinnia
100 m
4
5/6
1 3
5
5 3
7b 11
4
8
11
6
3
box
10
10
8
3
11
50 m
11
10
1 11
9 1
11
orto e frutteto
2
ricovero attrezzi
9 9
11
11
11 ingresso
11
1
7a
12
4
1
11
11 2
9 NORD
11 2
2
2 2
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Progetti per giardini e terrazzi
ZONA MONTANA P rogetto
Per giardino di medie dimensioni
Giardino caratterizzato da un ampio prato che, grazie alle frequenti e abbondanti precipitazioni, mantiene una colorazione verde brillante in tutte le stagioni. 8. Giardino roccioso Acero giapponese, azalea nana, ciclamino, conifere nane, dalia nana, potentilla, primula, rododendro nano, semprevivo, Viola 9. Piante nane o arbusti di piccole dimensioni Agrifoglio, aucuba, azalea, Cotoneaster, maonia, piracanta, rododendro
1. Grandi alberi a foglia caduca o sempreverdi Castagno, faggio, quercia 2. Conifere di grandi dimensioni Abete, cedro deodara, larice, pino nero, pino silvestre, pino strobo, tasso, tuja 3. Alberi a foglia caduca più contenuti Betulla, liquidambar, pruno da fiore, robinia, salice piangente, sorbo 4. Siepi di grandi dimensioni Chamaecyparis, carpino bianco, cipresso di Lawson, nocciolo, tasso, tuja 5. Siepi di separazione Cotoneaster, melo da fiore, piracanta, rosa 6. Rampicanti Gelsomino d’inverno, rosa, vite del Canada 7. Aiuole fiorite Astro, begonietta, bulbose, cineraria, coleus, dalia, fiore di vetro, geranio, petunia, tagete, zinnia 60 m
4
1
9
4 9
7
2
7
9
9
2 2
7
2
9 9 9
9
6
7
3
3
ingresso
3 5
5
box orto e frutteto
8 9
5 EST
5
35 m
3
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Progetti per giardini e terrazzi
ZONA MONTANA P Progetto
Per giardino di Piccole dimensioni
Aiuole fiorite, giardini rocciosi con mille colori vivaci che risaltano in ogni stagione. Forme eleganti e contenute completano il giardino privo di vegetazione arborea d’alto fusto. 1. Alberi a foglia caduca più contenuti o sempreverdi di dimensioni ridotte Betulla, conifere fastigiate o pendule, faggi nani, frassino, liquidambar, pioppo, pruno da fiore, salice, sorbo degli uccellatori 2. Siepi di grandi dimensioni Carpino bianco, cipresso di Lawson, lauroceraso, nocciolo, tasso, tuja 3. Siepi di separazione Ligustro, magnolia spogliante, melo da fiore, rosa 4. Rampicanti Edera, rosa, vite del Canada 5. Aiuole fiorite Achillea, astro, begonietta, bulbose, coleus, garofanino, petunia, primula, tagete, Viola 6. Giardino roccioso Azalea e rododendro nani, begliuomini, caducifolie nane, conifere nane, Cotoneaster, rosa miniatura tappezzante, potentilla
7. Piante nane o arbusti di piccole dimensioni Acero rosso, agrifoglio, conifere nane, Crataegus, peonia arborea, piracanta
40 m
7
7
1
5
7
1
1
1
1
5 2
25 m
4 2 6
ingresso
7
box
1
7
7
3
piccolo orto
7
3 EST
3
1
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Progetti per giardini e terrazzi
ZONA CONTINENTALE* P rogetto
Per giardino di grandi dimensioni
C’è solo l’imbarazzo della scelta: alberi, arbusti e siepi di ogni tipo possono trovare sistemazione in questo giardino. Per le specie più delicate è necessario ricorrere a posizioni protette ed esposte a sud. senza spine, uva spina), maonia, piante arboree da frutto allevate a spalliera, piracanta, spirea 6. Rampicanti Bignonia, caprifoglio, clematide, glicine, passiflora, rosa 7a. Aiuole fiorite Bulbose e rizomatose: calla, giglio, gladiolo, iris, narciso, tulipano 7b. Aiuole fiorite Begonietta, dalia, fiordaliso, lobelia, lupino, petunia, verbena, veronica, pervinca ecc. 8. Zona delle acidofile Azalea, rododendro 9. Piante nane o arbusti di piccole dimensioni Acero giapponese, agrifoglio, bosso, calicanto estivo, conifere nane, cotogno da fiore, ginestra dei carbonai, kerria, lavanda, ortensia, peonia arborea, rosa
1. Grandi alberi a foglia caduca o sempreverdi Carpino bianco, cipresso calvo, faggio, ginco, magnoliabianca, paulonia 2. Conifere di grandi dimensioni Abete, araucaria, cedro, pino cembro, pino dell’Himalaya, pino nero, pino strobo 3. Alberi a foglia caduca più contenuti Albero di Giuda, albizzia, maggiociondolo, melo e pruno da fiore, pioppo tremulo, robinia, salice 4. Siepi di grandi dimensioni Carpino bianco, cipresso di Lawson, ibisco, lauroceraso, nocciolo, tuja 5. Siepi di medio-piccole dimensioni Cespugli di piccoli frutti (lampone, ribes, rovo
100 m
6
4 1 7a
9
9
9 9
1
9
7b
7b
3
3
1
3
3
9
1
3
4 7a
ingresso
6
7b 50 m
3
box
4
3 3
5
ricovero attrezzi *Medio-fredda
orto e frutteto
5
8 3
5
5 EST
8
8
8
5
8
2
8
3
2 8
2 2
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Progetti per giardini e terrazzi
ZONA CONTINENTALE* P rogetto
Per giardino di medie dimensioni
La disposizione a parete di alberi e arbusti, permette di usufruire di un ampio prato per i giochi dei bambini e per trascorrere piacevoli momenti famigliari di relax e di incontro. Agerato, alisso, begonietta, bulbose e rizomatose, coleus, fiordaliso, petunia, tagete 8. Giardino roccioso Acero giapponese, conifere nane, dalia nana, iperico, rosa miniatura tappezzante 9. Siepi di medio-piccole dimensioni Evonimo, fior d’angelo, forsizia, kerria, lantana, lavanda, maonia, ortensia
1. Grandi alberi a foglia caduca o sempreverdi Carpino, faggio, ginco, magnolia bianca, paulonia 2. Conifere di grandi dimensioni Abete, araucaria, cedro, pino cembro, pino dell’Himalaya, pino nero, tasso 3. Alberi a foglia caduca più contenuti Albero di Giuda, albizzia, Laburnum, melo e pruno da fiore, robinia, salice 4. Siepi di grandi dimensioni Cipresso di Lawson, ibisco, lauroceraso, nocciolo, tuja 5. Siepi di separazione Cotoneaster, eleagno, ligustro, piracanta, spirea 6. Rampicanti Bignonia, clematide, glicine, passiflora, rosa 7. Aiuole fiorite 60 m
9
9
9
5
4
4
1
4
3
3 3
5
9
5
7
6
7 9
6
3 box
6 9
8
orto
5
9 9
9
*Medio-fredda
5
2
9 2
5 EST
2
35 m
ingresso
6
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Progetti per giardini e terrazzi
ZONA CONTINENTALE* P rogetto
Per giardino di Piccole dimensioni
Un’abbondante varietà di forme e colori accoglie chi entra in questo piccolo giardino. Siepi fiorite fanno da corona a zone limitate ma ugualmente fruibili. 5. Aiuole fiorite Alisso, begonietta, cineraria, coleus, garofanino da bordura, escolzia, gazania, gipsofila, lantana, petunia, primula, salvia ornamentale 6. Giardino roccioso Bulbose e rizomatose nane, conifere nane, piante tappezzanti 7. Piante nane o arbusti di piccole dimensioni Acero giapponese, agrifoglio, azalea, fior d’angelo, ginestra dei carbonai, kerria, maonia, piante tappezzanti, rododendro
1. Alberi e arbusti a foglia caduca più contenuti o sempreverdi di dimensioni ridotte Acero, albero di Giuda, albizzia, magnolia spogliante, pruno da fiore, robinia, sempreverdi fastigiati o penduli, tamerice 2. Siepi di grandi dimensioni Cipresso di Lawson, lagerstroemia, lauroceraso, ligustro, nocciolo, tuja 3. Siepi di separazione Cotoneaster, Crataegus, piracanta, spirea 4. Rampicanti Bignonia, caprifoglio, gelsomino d’inverno, glicine, passiflora, rosa
40 m
1
1
2
2
1
2 7
5
2 6
6
7
6
7
box
7 5
3
5
ingresso
7
7 3
7
3
1 1
1
*Medio-fredda
3
piccolo orto
3
7 7
3 EST
1 7
1
1
25 m
7
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Progetti per giardini e terrazzi
ZONA MEDITERRANEA P rogetto
Per giardino di grandi dimensioni
Grandi piante esotiche trovano qui le condizioni ideali per vegetare rigogliosamente. Non vanno però dimenticate le essenze mediterranee, spesso più idonee e ugualmente gradevoli. 1. Grandi alberi a foglia caduca o sempreverdi Eucalipto, leccio, magnolia bianca, olivo, palme, quercia 2. Conifere di grandi dimensioni Araucaria, cedro dell’Altlante, cipresso, pino da pinoli, pino marittimo 3. Alberi a foglia caduca più contenuti Acacia, agrumi, albero dei rosai, albero di Giuda, melo e pruno da fiore, mimosa, nespolo, tamerice 4. Siepi di grandi dimensioni Alloro, lentisco, mirto, oleandro, pittosporo 5. Siepi di separazione Arboree da frutto allevate a spalliera, officinali aromatiche (alloro, lavanda, rosmarino, salvia, santolina) 6. Rampicanti Bignonia, bouganvillea, clematide, gelsomino, glicine, rosa 7. Aiuole fiorite Agerato, cineraria, gazania, geranio, lupino, petunia, rosa, tagete
8. Giardino roccioso Alisso, bucaneve, cineraria, croco, garofanino, giglio, muscari, piante succulente, scilla, santolina, tulipano, veronica, Viola, yucca 9. Piante nane o arbusti di piccole dimensioni Aucuba, conifere nane, Crataegus, eleagno, evonimo, lantana, ortensia 10. Siepi di medio-piccole dimensioni Ginepro rosso, ginestra, lagerstroemia, lantana, lavanda, melograno, rosa, rosmarino, santolina, Viburnum
100 m
4
1
8
6
10
1
10
1 10
10
4
1
1
10
7
1
10
1
8
10
1
10 6
6
ingresso box
4
3
9
3
5
5
ricovero attrezzi
1 10
10
10
9
5
orto e frutteto
5 5
9
9
3
4
2 2
5 EST
50 m
8
9 2
9
9 9
9
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Progetti per giardini e terrazzi
ZONA MEDITERRANEA P rogetto
Per giardino di medie dimensioni
La disponibilità di acqua condiziona le scelte varietali. Gruppi di arbusti e siepi fiorite in ogni stagione vivacizzano il giardino e permettono di ottimizzare l’utilizzo delle risorse idriche. 5. Muretto 6. Rampicanti Bignonia, bouganvillea, clematide, gelsomino, glicine, rosa 7. Aiuole fiorite Agapanto, agerato, alisso, begonietta, calendula, cineraria, coleus, flox, gazania, geranio, lupino, petunia, rosa, tagete 8. Giardino roccioso Alisso, bucaneve, cineraria, croco, garofanino, giglio, muscari, piante succulente, santolina, scilla, tulipano, veronica, Viola, yucca 9. Piante nane o arbusti di piccole dimensioni Aucuba, conifere nane, Crataegus, eleagno, evonimo, lantana, ortensia 10. Siepi di medio-piccole dimensioni Ginepro rosso, ginestra, lagerstroemia, lantana, lavanda, melograno, piracanta, rosa, rosmarino, santolina, Viburnum
1. Grandi alberi a foglia caduca o sempreverdi Eucalipto, magnolia bianca, olivo, palma 2. Conifere di grandi dimensioni Araucaria, cipresso, pino da pinoli, pino marittimo 3. Alberi a foglia caduca più contenuti Acacia, agrumi, albero dei rosari, albero di Giuda, magnolia spogliante, melo e pruno da fiore, mimosa, nespolo, tamerice 4. Siepi di grandi dimensioni Alloro, lentisco, mirto, oleandro, pittosporo 60 m
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Progetti per giardini e terrazzi
ZONA MEDITERRANEA P rogetto
Per giardino di Piccole dimensioni
In questo giardino, l’abbondante utilizzo di essenze autoctone riempie di profumi e colori gli assolati pomeriggi e le calde serate estive.
1. Alberi e arbusti a foglia caduca o persistente più contenuti Acacia, agrumi, albero dei rosari, albero di Giuda, largestroemia, melo e pruno da fiore, mimosa, nespolo, olivo, tamerice, yucca 2. Siepi di grandi dimensioni Alloro, lentisco, mirto, oleandro, pittosporo 3. Siepi di separazione Arboree da frutto allevate a spalliera, officinali aromatiche (alloro, lavanda, rosmarino, salvia, santolina), rosa 4. Rampicanti Bignonia, bouganvillea, clematide, gelsomino, glicine, rosa 5. Aiuole fiorite Agerato, bulbose, cineraria, fresia, gazania, geranio, lupino, petunia, rosa, tagete 6. Giardino roccioso Alisso, bucaneve, cineraria, croco, garofanino,
giglio, muscari, piante succulente, santolina, scilla, tulipano, veronica, Viola 7. Piante nane o arbusti di piccole dimensioni Aucuba, conifere nane, Crataegus, eleagno, evonimo, lantana, ortensia 8. Siepi di medio-piccole dimensioni Ginepro rosso, ginestra, lagerstroemia, lantana, lavanda, melograno, rosa, rosmarino, santolina, Viburnum
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Progetti per giardini e terrazzi
PROGETTO PER TERRAZZO P osto
soPra l ’ aPPartamento
Zone ombrose e profumate caratterizzano questo terrazzo. Colori vivaci si alternano a diverse tonalità di verde. Al centro, un armonioso gazebo permette di utilizzare l’area anche nelle giornate più soleggiate. 10. Arboree e arbustive da fiore Pruno da fiore 11. Arboree e arbustive da fiore Magnolia soulangeana 12. Arboree e arbustive da fiore Serenella 13. Arbusti da verde Lauroceraso, ligustro 14. Arbusti da verde Piante ricadenti come Cotoneaster, iperico 15. Rose Ad alberello o ad arbusto 16. Arboree e arbustive da fiore Alisso 17. Annuali Agerato, begonietta, calendula, celosia, cineraria, coleus, primula, tagete, verbena, veronica, pervinca ecc.
1. Bulbose Calla, giacinto, giglio, muscari, narciso, tulipano 2, 3. Angolo acidofile Per esempio: azalea o rododendro con pino mugo o altra conifera nana 4. Angolo pergolato Buganvillea (zone calde), clematide (zone temperate), glicine (zone fredde); oppure per tutti i climi: gelsomino, ortensia rampicante, rosa 5. Gazebo Gli stessi rampicanti consigliati al punto 4 6. Arbusti da verde Conifere: abeti e pini nani, tasso ecc. 7. Arbusti da verde Criptomeria nana 8. Arbusti da verde Acero rosso 9. Arbusti da verde Faggio Tricolor 14 m
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accesso al terrazzo
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Progetti per giardini e terrazzi
PROGETTO PER TERRAZZO P osto
sul tetto e diviso in due
La rusticità e la facilità di coltivazione sono il suo maggior pregio. Si adatta bene alle diverse condizioni climatiche e richiede interventi stagionali limitati. 8. Ornamentali da fiore Magnolia stellata 9. Arbusti da fiore Serenella 10. Arbusti da fiore Kerria 11. Arbusti da fiore Viburnum 12. Arbusti da fiore Lantana 13. Arbusti da fiore Crataegus 14. Annuali Agerato, alisso, celosia, cineraria, coleus, gazania, primula, salvia ornamentale 15. Conifere nane Abete, Chamaecyparis, pino, tuja
TERRAZZO A 1. Parete divisoria con rampicanti Buganvillea (zone calde), clematide (zone temperate), glicine (zone fredde); oppure, per tutti i climi, bignonia, gelsomino, ortensia rampicante, rosa 2. Arboree da fiore Maggiociondolo 3. Siepe verde grande Aucuba, bosso, lauroceraso, ligustro 4. Ricadenti Cotoneaster, piracanta 5. Arbusti nano Agrifoglio, maonia 6. Bulbose Fresia, giacinto, giglio, muscari, narciso, tulipano 7. Ricadenti Fucsia, geranio edera o parigino 21 m
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Progetti per giardini e terrazzi
PROGETTO PER TERRAZZO P osto
sul tetto e diviso in due
Più sofisticato dei precedenti, necessita di maggiori cure, in particolare le piante acidofile e i numerosi arbusti da fiore. Adatto a chi dispone di più tempo libero e fa del giardinaggio il suo hobby preferito. 7b. Annuali ricadenti Fucsia, geranio edera o parigino 8. Rose 1. Parete divisoria con rampicanti Ad arbusto o Buganvillea (zone calde), clematide (zone temperate), glicine (zone fredde); oppure, per tutti i miniatura climi, bignonia, gelsomino, ortensia rampicante, rosa 9. Alberi da fiore Albizzia, melo e 2. Siepe persistente pruno da fiore, Cipresso, cipresso di Lawson, tasso, tuja mimosa, tamerice 3. Conifere nane 10. Arbusti da fiore Pino mugo Magnolia spogliante 4. Conifere nane 11. Arbusti nani e Abete argentato officinali 5. Acidofile Ginestra, lavanda, Rododendro rosmarino, salvia 6. Acidofile 12. Bulbose Azalea Fresia, giacinto, 7a. Annuali Agerato, alisso, celosia, cineraria, coleus, gazania, giglio, muscari, narciso, tulipano primula, salvia ornamentale TERRAZZO B
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Progetti per giardini e terrazzi
PROGETTO PER TERRAZZO s ullo
stesso Piano dell ’ aPPartamento
Può diventare il “locale” più bello dell’intero appartamento per gran parte dell’anno. Il grande pergolato consente di usufruire di uno spazio coperto per momenti piacevoli e allegri incontri conviviali. 1. Pergolato Buganvillea (zone calde), clematide (zone temperate), glicine (zone fredde); oppure, per tutti i climi bignonia, gelsomino, ortensia rampicante, rosa 2. Bulbose da ombra Anemone, bucaneve, calla, ciclamino, croco, emerocallide, giacinto, mughetto 3. Tappezzanti da ombra Alisso, Cotoneaster, iperico 4. Arbusti da ombra Calicanto, camelia, kerria 5, 6, 7. Piante acidofile Abete argentato, azalea, ginepro nano, pino mugo, rododendro 8. Piante arboree Acero giapponese e rosso 9. Piante arbustive da fiore Ibisco
10, 11, 12. Fruttiferi Agrumi in vaso, melo, melograno, pero, pesco e albicocco nani 13. Piante arbustive da fiore Peonia arborea o erbacea 14. Piante erbacee perenni Aquilegia o pervinca 15. Bulbose Agapanto 20 m
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Arredamento per il verde
I
camminamenti di accesso, gli eventuali scivoli del garage, i manufatti di servizio, la recinzione della proprietà sono già inseriti nel progetto di costruzione della casa. La scelta di altri componenti fissi dipende principalmente dalla superficie da destinare al verde. I piccoli giardini delle villette a schiera non consentono solitamente di inserire materiali di arredo particolari date le dimensioni limitate dell’appezzamento; anzi, molto spesso si tende a coprire con il verde un eccesso di cemento già troppo evidente. La scelta del materiale adatto a recinzioni, muretti o piccoli viali può essere però importante per determinare lo stile e l’armonia del giardino.
RECINZIONI Oltre all’ampia gamma di materiali edilizi, è anche possibile utilizzare le piante come mezzo per separare i confini o tutelare la privacy. In questo caso, le essenze vegetali devono rispondere ai requisiti di crescita rapida, compattezza, fogliame persistente o ramificazioni spinose per poter garantire un minimo di sicurezza. L’altezza della siepe dipende poi dall’ampiezza del giardino e dalle dimensioni della casa. Anche se si è optato per recinzioni edilizie o metalliche molto aperte, l’addossamento di siepi alla base dei manufatti di confine ha il pregio di tutelare l’intimità del giardino.
PAVIMENTAZIONI Va premesso che l’accesso alla casa deve essere il più funzionale possibile: non deve essere scivoloso nei periodi di pioggia o gelo, non deve rovinarsi eccessivamente a causa degli agenti atmosferici e deve piacere a chi lo percorre quotidianamente. I materiali da impiegare possono essere i più svariati: legno, cemento, pietre, lastroni, mattoni, ghiaia; l’importante è che rispondano a una scelta di tipo “locale” che imponga il rispetto delle caratteristiche peculiari della zona.
Arredamento per il verde
Il viale d’ingresso È l’elemento che delimita in ogni senso il giardino e il percorso è sempre condizionato dalla disponibilità di area verde fruibile. Le dimensioni variano come larghezza da un minimo di 0,80 m a un massimo di 1,20 m, per consentire un agevole camminamento. Il tracciato deve essere studiato perché risulti il più funzionale possibile. Se il tragitto è breve (20-30 m) non c’è spazio per un andamento armonioso e razionale, ma se è più lungo, e magari leggermente declive, si ha la possibilità d’introdurre delle volute che accompagnino dolcemente la “passeggiata”. A volte è sufficiente disegnare una S irregolare per “rompere” la durezza di un tracciato e predisporre un percorso mosso, che metta maggiormente in risalto particolari caratteristiche del giardino che si sta attraversando. Tra i materiali architettonicamente più validi e usati troviamo le lastre di pietra naturale, appoggiate su un buon strato di sabbia, magari distanziate fra loro per consentire la semina del prato negli interstizi o l’inclusione di essenze tappezzanti e poco invadenti che contribuiscono a fissare la pietra al suolo e a creare un tutt’uno con la vegetazione circostante. Se le lastre non hanno dimensioni eccessive è possibile legarle con il calcestruzzo e, in questo caso, rifinirle con un cordolo, un bordo di sassi o una fitta siepe di arbusti rigorosamente nani.
Altro materiale valido è costituito dai mattoni pieni, gli stessi usati una volta per l’edificazione delle case. La struttura irregolare e la colorazione varia e non uniforme permettono di creare composizioni piacevoli, con un gradevole tono antico (allo stesso modo è possibile utilizzare tegole vecchie per la copertura del tetto). Si ha inoltre la possibilità di comporre un numero imprecisato di motivi ornamentali (a spina di pesce, a rombi, lineari ecc.) e giocare sulla variazione di colore. Anche i mattoni possono essere distanziati per consentire la crescita dell’erba tra i vari elementi, oppure si possono far confluire nel prato senza dislivelli e protezioni laterali. Note Gli elementi della pavimentazione (lastre di pietra, mattoni ecc.) vanno disposti leggermente al di sotto del piano del prato per agevolare il lavoro del tosaerba.
Molto meno eleganti sono gli elementi autobloccanti in cemento che, seppure estremamente comodi, di forma e colore variabili, sono funzionali più per un accesso carraio o per altri punti del giardino che non per il vialetto di ingresso alla casa. Poco funzionali sono invece da considerarsi i ciottoli o i sassi di fiume che, anche se ben inseriti nel terreno, risultano scomodi al camminamento, così come il ghiaietto, assolutamente non utilizzabile, tra l’altro, per un percorso anche solo leggermente declive. Questi materiali necessitano di manutenzione frequente e non sono immuni dalla crescita delle malerbe che devono essere eliminate periodicamente. I cubetti di porfido, tanto diffusi nelle piazze e nelle strade cittadine, sono ormai da considerarsi insieme all’asfalto materiali di arredo urbano, quindi poco idonei a zone residenziali private. Da escludere infine tutti i diversi tipi di ceramiche o piastrelle che, oltre a essere facilmente deteriorabili, sono estremamente scivolose. Di questo gruppo solo il cotto può essere preso in considerazione: è elegante, durevole e utilizzabi-
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Arredamento per il verde
le anche per scalette o brevi spazi declivi nonché per la pavimentazione di portici e terrazze. Ha l’unico inconveniente di avere un costo elevato. E infine il legno: si può pensare che sia più adatto a giardini di montagna o rustici (nelle zone di montagna lo si trova infatti a poco prezzo), ma in realtà oggi è il materiale che più di ogni altro si sta imponendo (soprattutto nei Paesi nordici) perché può essere facilmente lavorato e destinato a qualsiasi uso. È però necessario scegliere legname proveniente da essenze “forti” (quercia, olmo, bagolaro) e perché abbia lunga durata deve necessariamente essere trattato.
Scivoli e accessi ai passi carrai Si può sempre utilizzare il materiale adottato per l’accesso alla casa, specie se i due ingressi sono ravvicinati. Qualora si operi una scelta diversificata è preferibile evitare l’asfalto, il porfido e il ghiaietto e orientarsi verso altri materiali, analogamente poco costosi e facilmente transitabili con l’automobile. Tra questi sono ottimi i ciottoli, le lastre di cemento o di pietra che dirigono il percorso, i laterizi autobloccanti antiscivolo e, meglio ancora, tutti quei prefabbricati alveolari che, riempiti opportunamente di terriccio (che consente lo sviluppo del prato), presentano il vantaggio di avere una grande capacità di sopportazione dei carichi e un aspetto ornamentale gradevole. Questi prefabbricati di forma quadrata, romboidale, trapezioidale o cilindrica possono essere utilizzati anche per la formazione della parte terminale di muretti. In questo caso gli alveoli possono essere riempiti con terra e “coltivati” con piante da fiore annuali, con tappezzanti, ricadenti o piccoli arbusti.
MURETTI Anche in giardini disposti completamente in piano possono presentarsi angoli (per esempio in prossimità dello scivolo del garage) in cui è necessario predisporre muretti di contenimento. Il problema si pone poi maggiormente se l’area verde è declive e quindi offre dislivelli più o meno accentuati.
Scala in legno: rustica ma anche molto decorativa.
I materiali usati per il contenimento del terreno dovrebbero essere preferibilmente simili a quelli impiegati per la recinzione o la pavimentazione, anche se è possibile ricoprirli con solo cemento e rivestirli poi con piante tappezzanti, ricadenti o rampicanti che formano una cortina di isolamento estremamente decorativa. Nella costruzione di muretti a secco (cioè quelli in cui le pietre sono distribuite in modo da impedire lo smottamento del terreno), è possibile alternare alle pietre disposte in modo irregolare spazi vuoti dove inserire la vegetazione. I muretti di contenimento, variamente conformati e con diverse inclinazioni, possono trasformarsi in piccoli giardini rocciosi arricchiti con sassi colorati e con piante tipiche. In tutti i casi, se in giardino sono presenti elementi di questo tipo, è bene non lasciarli liberi alla vista, che si tratti di cemento o altro materiale: con le enormi possibilità di scelta di specie ornamentali, uno schermo verde o fiorito ne renderà sicuramente la vista più piacevole e variabile nelle diverse stagioni.
SCALE I giardini posti in leggera pendenza necessitano a volte della presenza di scale: anch’esse devono integrarsi nell’insieme generale per forma, dimensioni e scelta dei materiali.
Arredamento per il verde
Deve prevalere il concetto di comodità per chi ne fa uso quotidiano: niente scale troppo ripide, ma con scalini non eccessivamente alti (max 15 cm), larghi (tra i 30 e i 50 cm) e realizzati con materiali ben pareggiati (pietre o assi di legno interi, cotto o mattoni ben rifiniti ecc.). I bordi possono essere delineati oppure delimitati lateralmente con specie ornamentali non invasive.
ILLUMINAZIONE Lo scopo della distribuzione delle luci in un giardino è di tipo essenzialmente pratico: servono a consentire un agevole accesso alla casa anche di notte. La scelta estetica dei materiali e del tipo di illuminazione viene finalizzata al rendere piacevole la vista del giardino sia durante il giorno
sia nelle ore notturne. Una buona illuminazione mette in risalto angoli e spazi verdi che alla luce del sole possono risultare meno interessanti. In commercio si trovano lampioni per giardini di qualsiasi misura, forma, colore e materiale. L’importante è che la luce artificiale risulti ben distribuita all’interno dell’area, che illumini ampiamente la zona interessata e che non venga nascosta o velata da vegetazione piantumata proprio in prossimità della fonte di luce (evitare di disporre lampioni in prossimità dei cespugli oppure sceglierli alti). Un maggior numero di elementi andranno disposti in prossimità dei vialetti d’accesso, un numero più limitato nelle parti periferiche dove devono comunque dare un senso di sicurezza (di notte un giardino buio fa sempre un po’ paura) e diffondere la luce in maniera soffusa. Se il materiale di cui sono fatti è ben inserito nel contesto del giardino, non sarà necessario nasconderli: anche l’illuminazione fa parte integrante dell’ambiente e può solo aiutare a migliorare l’insieme.
ANGOLI ATTREZZATI Più il giardino è grande, maggiore è la possibilità di sfruttarne lo spazio per una vita all’aria aperta. In un giardino “normale” gli spazi attrezzati interessano il ricovero degli attrezzi e i momenti di riposo e relax. Data la ridotta disponibilità di pagine, preferiamo tralasciare gli spazi dedicati alla piscina o al campo da tennis (anche se non sono così infrequenti come si potrebbe pensare) e concentrarci su attrezzature più diffuse.
L’illuminazione del giardino, oltre ad avere lo scopo pratico di guidare il percorso del visitatore, è anche utile a mettere in rilievo particolari aspetti decorativi.
Se il giardino è di buone dimensioni (sopra i 100 mq) è possibile sistemare anche uno spazio per la cucina all’aperto: esistono in commercio forni prefabbricati per esterno in materiali e forme talmente diversi che è facile trovare il modello giusto sia che lo si debba inserire in un giardino già esistente sia che ci si trovi ancora in fase progettuale. Normalmente questi elementi vengono relegati nella parte posteriore della casa per non alterare l’estetica del giardino.
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Arredamento per il verde
Le fontane: non solo acqua! Anche in un piccolo giardino è possibile collocare fontane o vasche d’acqua: nel primo caso non è indispensabile la presenza dell’acqua e il manufatto può servire come elemento caratteristico del giardino ed essere rivestito o riempito di piante, nel secondo è necessario avere una buona disponibilità idrica. Tenete poi presente che anche un laghetto di pochi metri quadri richiede l’impermeabilizzazione del fondo, la predisposizione dello scarico, una manutenzione accurata, una disinfezione costante (per esempio contro le zanzare). Per questi motivi è bene affidarne la realizzazione a personale esperto.
Nei grandi giardini il ripostiglio degli attrezzi è un locale annesso al garage e fa solitamente parte dell’abitazione. In giardini di piccole dimensioni la necessità di ricoverare gli attrezzi e altro materiale (giochi, biciclette, sdraio, sedie ecc.), in particolare nel periodo invernale, richiede invece la costruzione di capanni in legno o metallo. Questi manufatti, per non essere accatastati (registrati al catasto) devono risultare smontabili, senza pavimentazione ed è meglio che occupino un angolo riparato alla vista: nel retro, in prossimità dell’orto o del confine, nascosti da
una siepe o rivestiti di vegetazione rampicante, troveranno il loro spazio senza interferire con il giardino. Qualora non sia possibile nascondere questo ricovero alla vista, conviene costruirlo come una piccola “casetta di bosco”, con le finestre in assi di legno che possano essere verniciate con un colore delicato e in armonia con l’ambiente circostante. Nei mesi invernali può anche servire come “serra” per le piante sensibili agli abbassamenti termici.
GAZEBO E PERGOLATI In legno o in ferro variamente forgiato e colorato, i gazebo erano molto in uso nei giardini all’inizio del Novecento. Oggi sono frequentemente sostituite da tendoni in tessuto impermeabile che vengono smontati durante la stagione fredda. Se si desidera avere una struttura permanente sotto la quale predisporre tavoli e panchine fisse in pietra, il consiglio è quello di favorire la copertura con rampicanti da fiore. Più pratici e spesso presenti nei giardini mediterranei sono i pergolati, i quali rappresentano spesso una continuazione della terrazza o del portico. I pergolati hanno lo scopo di proteggere dal sole e favorire comunque la libera circolazione dell’aria. Formati da pali (in legno, in cemento, in ferro) infissi nel terreno e attraversati da travi poste ad almeno 2 m da terra (orizzontali o in leggera pendenza) hanno il tetto formato da vegetazione sempreverde o spogliante. Le piante rampicanti poste alla base dei pilastri possono, a seconda della scelta, fornire bellissime fioriture (glicine, buganvillea, bignonia, clematide, passiflora ecc.), fogliame variamente colorato (edera, vite del Canada) o addirittura frutta (vite, kiwi, passiflora). L’uso dei fruttiferi richiede però interventi fitosanitari frequenti e costanti, e spesso tali piante rappresentano un richiamo per insetti come vespe e calabroni: se il pergolato è in prossimità della casa conviene orientarsi verso altre specie. Al margine del pergolato possono trovare degna collocazione il barbecue o l’angolo di gioco per i bambini.
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Il prato
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on ci sono aiuole o giardini che possano dirsi completi se manca il prato. Piccola o grande che sia la superficie del giardino, la presenza di uno spazio verde e uniforme ha la funzione di far risaltare meglio il colore delle aiuole, il volume degli arbusti e degli alberi e di valorizzare tutti gli elementi. Il colore verde brillante che caratterizza il prato per gran parte della stagione vegetativa ha inoltre la capacità di rallegrare lo spirito e di riposare la vista. Mantenere costantemente un prato fitto, durevole, di un bel colore uniforme in ogni momento dell’anno richiede operazioni di manutenzione anche semplici, ma un impegno frequente e costante: non deve mai mancare l’acqua e in estate sono necessari numerosi tagli.
PREPARAZIONE DEL TERRENO E SEMINA La semina del prato è il primo lavoro da effettuare all’impianto del giardino, ancora prima della messa a dimora degli alberi. Nel progetto che si è preparato si è certamente tenuto conto del fatto che la manutenzione del prato (in particolare i tagli dell’erba) deve essere effettuata con regolarità e ciò è determinante per la localizzazione della vegetazione arborea e delle aiuole: usare il tosaerba continuando a interrompere il percorso per eventuali ostacoli non è certo cosa piacevole. Si deve predisporre la superficie destinata al prato, liberandola da sassi e da vegetazione
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Il prato
Le più comuni miscele per il prato TAPPETO FINE Agrostis tenuis (20%) + Festuca rubra (80%); Festuca rubra (60%) + Poa pratensis (40%) TAPPETO A SVILUPPO RAPIDO Lolium perenne (65%) + Festuca rubra (20%) + Poa pratensis (15%) TAPPETO RESISTENTE AL CALPESTIO Agrostis tenuis + A. stolonifera nelle differenti varietà TAPPETO PER CLIMI FREDDI Poa pratensis, Festuca rubra, F. arundinacea, Phleum pratense, Agrostis alba, A. tenuis A. palustris. TAPPETO PER ZONE CALDE Cynodon dactylon, Festuca pratensis, F. arundinacea, Zoysia japonica, Permisetum spp., Paspalum spp. TAPPETI PER TAGLI LIMITATI Lippia repens, Sagina subulata, Dichondra repens, Trifolium repens nano
infestante, pareggiandola (o muovendola), ma sempre considerando lo sgrondo delle acque, che non deve essere troppo veloce nei terreni declivi ed evitare dannosi ristagni di acqua. Nell’insieme il terreno deve risultare omogeneo, ben sminuzzato e livellato. Solo in caso di suolo eccessivamente compatto o troppo sciolto conviene spargere, appena prima della semina, uno strato di apposito terriccio arricchito per facilitare la nascita dei semi.L’epoca ideale per l’impianto del prato è certamente l’autunno, in particolare nelle zone a clima siccitoso, per consentire ai semi appena nati di sfruttare l’umidità invernale. Anche per ostacolare lo sviluppo delle malerbe, specie quelle a ciclo annuale, è più conveniente seminare in questo periodo: il prato cresce, si infittisce e permette di contrastare meglio la nascita primaverile di queste infestanti.
Nella scelta della semente i fattori limitanti sono il tipo di terreno, la giacitura del prato, l’esposizione e il clima della zona. In commercio sono presenti svariati tipi di miscuglio per prato adatti a qualsiasi caratteristica pedoclimatica e idonei al calpestio, come anche a crescita lenta o rapida. Di norma vengono utilizzate graminacee a fusto sottile come loietto (Lolium perenne e L. italicum), agrostide (Agrostis alba), poa (Poa pratensis) e, quindi, più la distribuzione è fitta e più il tappeto risulterà folto. La quantità di semente da distribuire dipende dalle specie botaniche prescelte: - fino a 2,5-3 kg/100 mq per il tappeto fine; - c. 1,5 kg/100 mq per tappeti a rapido sviluppo, resistenti al calpestio; - per ogni altro tipo di tappeto erboso sarà sufficiente un quantitativo di seme che non superi 1 kg/100 mq. La semina viene effettuata a spaglio e in superfici estese è bene utilizzare l’apposito macchinario che permette una migliore e più uniforme distribuzione della semente. Il seme va poi interrato con una leggera rastrellatura poiché, se rimanesse troppo visibile in superficie, potrebbe attirare l’attenzione di innumerevoli passeracei ghiotti di ogni tipo di granaglie. Se il terreno è asciutto conviene poi passare un rullo sulla superficie o batterla con la parte piatta del badile per far meglio aderire i semi allo strato umido. Se è proprio molto asciutto, per favorire una nascita rapida e uniforme, conviene bagnare a pioggia la superficie appena seminata con un flusso d’acqua dolce e regolare. Nel giro di 20-30 giorni il terreno sarà completamente coperto dalla vegetazione. Una tecnica particolarmente comune – che dà ottimi risultati anche se abbastanza costosa – è quella dell’inzollamento: consiste nell’utilizzare zolle di terra già seminate e in vegetazione che vengono interrate sulla superficie lavorata. È anche possibile usare prati “in rotolo”, cioè tappeti erbosi precoltivati che vengono stesi
Il prato
Pur non pretendendo di avere un prato “all’inglese” (non ci sono i presupposti climatici) è indispensabile garantire una distribuzione uniforme e costante dell’acqua durante la stagione estiva. Nel primo anno di vita l’irrigazione deve essere praticata molto spesso, su tutta la superficie, alla sera dopo il tramonto del sole (durante la notte il terreno e le radici assorbono lentamente l’umidità e l’erba non ingiallisce), e abbondantemente dopo ogni sfalcio. Altra operazione che per almeno nove mesi l’anno deve essere effettuata settimanalmente (al massimo ogni 10 giorni) è la rasatura. Lo sfalcio costante permette, specialmente ai prati giovani, di infittirsi, evita la fioritura e la diffusione dei semi delle infestanti, permette una miglior resistenza al calpestio e mette maggiormente in risalto i colori delle fioriture delle aiuole. Note
Nei giardini famigliari, vista la necessità di tagli frequenti, è comunque raccomandabile una macchina tagliaerba di media potenza,anche se la superficie non è molto estesa.
come una moquette sul terreno sempre ben preparato. Questa piantagione (in effetti non si tratta di semina) necessita di una certa abilità nella sistemazione, e di cure appropriate nel periodo immediatamente successivo all’impianto per consentire l’attecchimento; d’altro canto permette di evidenziare subito un tappeto folto, compatto, coprente e completamente indenne dalla presenza di qualsiasi infestante. Rappresenta quindi la soluzione ideale per avere un risultato immediato su piccole superfici (ma viene usato anche per i campi di calcio).
CURE SUCCESSIVE ALLA SEMINA Dalla nascita in poi, il prato è la componente del giardino che più delle altre richiede massima e costante cura per mantenersi nelle migliori condizioni.
Non bisogna tagliare l’erba quando è bagnata: le lame del tosaerba si “impastano” con la vegetazione e, funzionando male, strappano il tappeto erboso rendendo l’operazione poco uniforme.
Soprattutto dopo i primi tagli su un prato giovane conviene passare con un rullo per far di nuovo aderire bene il terreno alle radici. Questa operazione di norma viene anche praticata alla fine dell’inverno dopo che l’alternanza di gelo e disgelo invernale tende a sollevare la cotica erbosa. Altra operazione, indispensabile e frequente nei primi anni di vita del prato, è quella dell’eliminazione costante e sistematica delle malerbe. Anche una margheritina (Bellis perennis) può considerarsi infestante in un fitto prato di loietto, ma è accettabile comunque per il gradevole effetto cromatico che conferisce all’insieme. Le infestanti più dannose ed esteticamente ben visibili per la foglia larga che stona nell’insieme (tarassaco, gramigna, sorghetta ecc.) de-
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Il prato
Consigli per il taglio A seconda del diverso tipo di taglio operato si otterranno differenti risultati: - con il taglio alto la vegetazione viene solo “decapitata” per favorire l’emissione di germogli laterali (tosatura); - con il taglio basso si asporta gran parte dello stelo lasciando solo la parte più vicina al colletto (rasatura). Procedendo sempre con lo stesso tipo di taglio si può dedurre che nel primo caso le essenze del prato possono essere seminate più rade, nel secondo più fitte. È comunque consigliabile alternare entrambi i tipi di taglio nell’arco della stagione per differenti motivi: - un taglio basso può essere fatto nel primo e nell’ultimo intervento, lasciando sul prato il fine inverno
primavera
estate
materiale sfalciato per qualche giorno; lo scopo è quello di lasciar cadere eventuali semi che aiutano a rinfoltire la cotica; - alcune erbe fini e stolonifere (p.e. Agrostis e Cynodon) preferiscono sempre un taglio basso, mentre festuche e loietto inglese preferiscono un taglio alto; - il taglio troppo basso e magari mal fatto favorisce lo “strappo” della vegetazione e quindi provoca diradamenti o macchie di vegetazione “scalpata”; - d’estate è conveniente tagliare alto per impedire che le elevate temperature svolgano un effetto deleterio sulla cotica; - tagli troppo alti provocano la formazione del “feltro” che gli inglesi chiamano thacht e che ritengono deturpante. autunno
cm 8 7 6 5 4 3 2 1 0
vono essere eliminate, possibilmente con tutta la radice. Non si può mai considerare un prato immune dalla invasione delle infestanti: la loro caratteristica peculiare è proprio quella di avere semi molto piccoli, numerosi e leggeri e quindi facilmente disseminabili nell’ambiente. Specialmente nelle zone di campagna o suburbane o nei giardini aperti, il vento ogni anno porta innumerevoli quantità di semi delle malerbe più varie che nel prato di casa trovano l’ambiente ideale per germinare. Se in origine è possibile individuarle facilmente e asportarle senza danneggiare particolarmente il tappeto, con il passare degli anni, se non si vuole incorrere in un rifacimento totale, è indispensabile intervenire con prodotti diserbanti specifici e selettivi.
L’altezza di taglio dell’erba del prato deve essere regolata anche in funzione del periodo dell’anno.
All’inizio dell’inverno, quando sono terminati gli sfalci, il prato deve essere preparato ad affrontare il freddo invernale: occorre rastrellare tutte le foglie degli alberi o degli arbusti spoglianti del giardino per evitare che la copertura provochi l’ingiallimento o la morte del tappeto erboso. Si passi con il rastrello di ferro, specialmente nelle zone ombrose o su terreni compatti, per distruggere il muschio che si forma anche nei punti di cattivo drenaggio e per aerare i primi strati di terreno. Se nel miscuglio iniziale è stata utilizzata un’alta percentuale di loietto (erbacea più delicato e a sviluppo filiforme) conviene riseminarne una piccola quantità; la stessa operazione si effettuerà nei punti dove l’erba si presenta diradata.
Il prato
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Il prato
La concimazione A fine autunno conviene distribuire del concime organico sottoforma di terriccio o letame estremamente maturo. Un apporto minerale sarà invece utile in pieno inverno, distribuendo circa 5 kg di concime npk ogni 100 mq, ricordando che l’azoto favorisce lo sviluppo rigoglioso mentre fosforo e potassio consentono una migliore maturazione e colorazione delle parti vegetali. Nell’arco dell’intero anno, se le irrigazioni o le precipitazioni atmosferiche sono frequenti, è necessario distribuire azoto con cadenza mensile (c. 0,5 kg/100 mq): questo elemento sottoforma nitrica non viene trattenuto dalle particelle del terreno e si dilava facilmente. La distribuzione del concime viene effettuata sul prato asciutto perché, in primavera e in estate, la concomitanza di sole, caldo, acqua e concentrazioni di concime alte e localizzate possono “ustionare” le parti aeree della vegetazione.
PRINCIPALI AVVERSITÀ DEL PRATO Anche i prati sono soggetti ad attacchi patogeni e parassitari e possono “ammalarsi”. Le radici dell’erba possono inoltre essere danneggiate da talpe o altri animali terricoli, da insetti come larve di zanzarone e dal grillotalpa tutti gli organismi che si nutrono di queste parti vegetali. Nei casi più evidenti di danno al prato si interviene con esche avvelenate per gli animali o con prodotti specifici (es. malathion o phorate) da interrare leggermente. Lo sfalcio frequente invece protegge dai possibili attacchi fungini.
PIANTE TAPPEZZANTI Per piccole superfici, per angoli con pendenze eccessive e per coloro che hanno poca disponibilità di tempo da dedicare al prato è conveniente sostituire l’erba con piante tappezzanti. Si tratta in genere di piante perenni, a portamento estremamente prostrato o nane, che richiedono poca manutenzione. Pur non raggiungendo l’effetto decorativo che
Specie tappezzanti Achillea tomentosa • Ajuga reptans • Arabis alpina • Aster novi-belgii • Ceratostigma plumbaginoides • Cersatium tomentosum • Dichondra repens • Epimedium spp. • Erica carnea e sue varietà • Erica vulgaris e sue varietà • Geranium sanguineum • Globularia cordifolia • Hedera spp. • Hypericum spp. • Lippia spp. • Mentha requienii • Nepeta mussinii • Pachysandra terminalis • Plumbago spp. • Sagina subulata • Saxifraga crassifolia • Sedum acre • Stachys spp. • Thymus serpyllum • Verbena spp. • Vinca minor • Vittadinia triloba.
può dare un prato e presentando di solito problemi legati a una maggiore sensibilità al calpestio e al gelo eccessivo, sono specie che hanno uso frequente. In commercio si trovano numerose piante di questo tipo dalle qualità rispondenti a diverse esigenze: si adattano bene agli angoli ombrosi, a quelli ripidi, a quelli difficili da tagliare; hanno colorazioni fogliari che spaziano dal verde chiaro al verde cupo, al rosso bronzeo; alcune fioriscono uniformemente consentendo di variare l’aspetto nelle diverse stagioni, altre hanno fusti e foglioline profumate. Tutte hanno la grande capacità di rivestire terreni marginali, poveri, aridi e possono essere usate per proteggere il microclima della vegetazione più elevata cioè per mantenere al “fresco” con la loro copertura l’apparato radicale di piante che hanno questo tipo di esigenza (fusto al sole e radici al fresco come gigli o rose). Le tappezzanti sono di solito di facile coltura, non particolarmente costose e, se interrate a distanza di 10-20 cm l’una dall’altra, rivestono velocemente l’area di coltivazione. L’altezza massima non supera i 25-30 cm e quindi non permettono l’annidarsi di animali o altri organismi viventi.
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Prima e dopo l’impianto SCEGLIERE IL PERIODO MIGLIORE Il periodo migliore per piantare alberi e arbusti a foglia caduca va da settembre a novembre nelle zone climatiche in cui l’inverno è mite, e da febbraio a marzo in quelle dove gli inverni sono precoci e lunghi. Il trapianto deve avvenire quando le piante sono completamente prive di vegetazione fogliare e quindi in completo riposo vegetativo. Per le piante a foglie persistenti o sempreverdi ideali sono invece i mesi di settembre-ottobre e aprile-maggio nelle zone fredde, e di marzo-aprile in quelle calde. Per le erbacee perenni è sempre meglio scegliere la primavera, per le biennali l’autunno (così da poter avere la fioritura nella primavera successiva), per le annuali l’inizio della primavera o non appena termina il pericolo delle gelate.
protezione
MESSA A DIMORA DEGLI ALBERI Al momento dell’acquisto Va sottolineato che tutte le piante sopra elencate sono di norma fornite dalle ditte vivaistiche con le radici avvolte da un consistente pane di terra e imballate in reti, sacchi o casse di legno (qualora la pianta abbia già dimensioni considerevoli). È abbastanza frequente anche la vendita di esemplari in vaso (di varie dimensioni) o in plateau di polistirolo, in genere per piante a coltivazione annuale o comunque di piccole dimensioni. Spesso rose e fruttiferi vengono commercializzati a radice nuda. In questo caso, in attesa della messa a dimora, conviene coprire le radici con teli, sacchi o altro materiale mantenuto costantemente umido.
zolla
Sequenza di messa a dimora di un alberello in zolla. In genere sono le specie più pregiate a essere fornite in contenitore o in zolla. L’accorgimento infatti permette loro di ridurre notevolmente il cosiddetto stress post impianto, fenomeno per cui la pianta rallenta l’attività vegetativa sino all’acclimatamento delle radici nel nuovo sito di crescita.
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Prima e dopo l’impianto
Una buona pianta caducifoglia da giardino deve avere al momento dell’acquisto una circonferenza del tronco a un metro da terra di circa 2025 cm per le specie di grandi dimensioni (faggi, querce…), di 16-20 cm per quelle a sviluppo intermedio (betulle, aceri, liquidambar, carpini…) e da 10 a 16 cm per gli alberelli a crescita limitata (albero di Giuda, albizzia, mimose…). Preparazione delle buche Quando gli alberi vengono posti a dimora in gruppi è necessario prevedere lo spazio occupato nel pieno del loro sviluppo. L’impianto di esemplari troppo ravvicinati può provocare la crescita stentata di tutti, o perlomeno di alcuni di essi, e la necessità a breve termine di doverne eliminare o spostare qualcuno. Di solito piante di prima grandezza dovrebbero stare ad almeno 10-12 m di distanza l’una dall’altra, quelle di
taglio dei rami
seconda grandezza a 7-8 m e gli alberelli a 4-5 metri. Qualunque sia la dimensione dell’albero è essenziale che venga piantato a giusta distanza dalla casa: a parte il pericolo per l’edificio in caso di eventuale caduta, le foglie secche, i rametti staccati dal vento, i semi, i frutti e altri elementi della vegetazione intasano le grondaie; possono poi oscurare l’interno della casa, creare umidità sul muro e sul vialetto d’accesso, in particolare nella stagione fredda. Se ci si acorge solo con il tempo di aver sbagliato la distanza di impianto, un’eventuale drastica potatura nuocerà alla bellezza del giardino e toglierà valore alla pianta stessa che potrà ammalarsi molto più facilmente. Le buche di impianto, scavate sul prato già nato, non devono essere molto grandi: per le giovani piante d’alto fusto bastano 80 × 80 cm di larghezza e 60 cm di profondità. Non si
vento dominante palo di sostegno
innesto
Sequenza di messa a dimora di un alberello a radice nuda. La potatura della chioma permette alla pianta di avere più energia a disposizione per la ripresa: si eliminano i rami danneggiati o inutili, tagliando al di sopra di una gemma sana e ben direzionata. Qualora la pianta abbia necessità di un tutore, esso va posizionato direttamente nella buca d’impianto.
Prima e dopo l’impianto
considerano accettabili dimensioni inferiori se si desidera che il giardino sia “frequentabile” fin dall’impianto. Se per esemplari di dimensioni contenute sarà possibile curare personalmente
l’impianto, per quelli che hanno già un notevole sviluppo saranno necessari interventi e macchinari particolari oltre all’occhio vigile di un esperto. Le dimensioni delle buche potranno essere maggiori se si utilizzano le cosiddette ceppaie, nella medesima buca vengono cioè piantati due o più alberelli della stessa specie: lo sviluppo di più chiome permetterà di avere un effetto ombra e decorativo simile a quello di una pianta singola più sviluppata. Con la crescita queste ceppaie dovranno essere ridotte a un singolo individuo. Questa pratica consente tra l’altro di ridurre il rischio di mortalità o mancato attecchimento. L’eventuale eccessiva compattezza del terreno si rileva riempiendo la buca scavata con dell’acqua e calcolando poi il tempo di svuotamento: se sono necessarie parecchie ore, conviene scavare ancora, depositare sul fondo 20-30 cm di ghiaietto e quindi lo strato di terriccio, così le radici della pianta non rimarranno troppo a lungo immerse nell’acqua, rischiando l’asfissia e l’insorgenza di marciumi radicali. Sul fondo della buca è buona norma disporre
Sequenza di messa a dimora di un alberello in contenitore. Le conifere e più in generale tutte le piante sempreverdi, proprio per la loro caratteristica di mantenere le foglie, non possono essere trapiantate a radice nuda.
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Prima e dopo l’impianto
un leggero strato di sostanza organica (letame maturo, terriccio, torba, materiale vegetale inerte). Se il terreno è particolarmente compatto, questo strato deve essere più consistente, anche 50-60 cm per favorire l’allargarsi delle radici. Solo se si è particolarmente esperti è conveniente usare del concime minerale in fase d’impianto: è sufficiente eccedere con una piccola dose per bruciare le radici. Queste, tra l’altro, vanno comunque sempre isolate dal materiale organico sottostante con qualche palata di terra. Criteri di base L’albero deve essere collocato al centro della buca; il colletto, che coincide con il punto di fuoriuscita del fusto dalla zolla, deve trovarsi a livello del terreno o leggermente più alto (te-
L’ancoraggio con tiranti è particolarmente indicato per piante con ramificazioni basse. In genere l’ancoraggio viene mantenuto per tre anni, periodo necessario perché l’albero si sviluppi e consolidi l’apparato radicale.
nendo anche conto del successivo assestamento della terra di riempimento). Se le piante sono a radice nuda, il colletto si evidenzia nel punto in cui non si vede più terra sul tronco e coincide di solito con il livello che aveva a dimora nel vivaio (solo pioppi e salici possono essere piantati anche più in profondità). All’interno della buca le radici devono essere disposte in modo disteso e allargato sullo strato di terra posto sul fondo della buca, al di sopra dello strato di letame. Per le piante con radici avvolte dal pane di terra è necessario tagliare o strappare l’involucro (eliminarlo se di materiale plastico altrimenti lasciato in sede) quando la pianta è già collocata sul fondo della buca. Dopo il posizionamento, si ricoprono le radici (con o senza pane) con alcune palate di terra e si comprime la superficie con i piedi per favorire l’adesione del terreno all’apparato radicale. Quindi si completa il riempimento della buca, sempre comprimendo il terreno attorno alla base del fusto. Nonostante la pianta sia diritta, conviene sistemare un tutore in legno o in plastica cui legare il fusto (per proteggere la corteccia conviene isolare il filo con uno strato di gommapiuma o altro materiale morbido) durante tutto il primo anno di vegetazione. Anche le oscillazioni più piccole non consentono infatti alle radici di ancorarsi al terreno e la pianta rischia di non attecchire o di farlo in modo stentato. Per le sempreverdi (in particolare le conifere) e nelle zone ventose, il mantenimento eretto della chioma e la stabilità della pianta devono essere favoriti dalla sistemazione di 2-3 paletti, a 1-1,5 m di distanza dall’esemplare e fissati con i fili a circa due terzi del fusto, proteggendo il tronco con un anello di materiale isolante. Quando la buca è chiusa e il terreno ben compresso è necessario distribuire una buona quantità di acqua (anche se le condizioni atmosferiche promettono pioggia). Dopo la messa a dimora è possibile intervenire con tagli (contenuti) per diradare le branche
Prima e dopo l’impianto
troppo ravvicinate o per eliminare le parti eventualmente danneggiate durante il trasporto o la messa a dimora.
MESSA A DIMORA DEGLI ARBUSTI Ricordiamo che gli arbusti muniti di pane di terra possono essere messi a dimora in qualsiasi momento dell’anno, a eccezione dei periodi troppo freddi (dicembre-gennaio) o troppo caldi (luglio-agosto). Per la messa a dimora degli arbusti conviene scavare delle buche isolate o, nel caso si intenda creare una siepe, delle trincee. Le buche d’impianto devono essere predisposte come per gli alberi d’alto fusto. Nel caso di piantumazione di cespugli come rododendri, azalee, camelie e ortensie – che necessitano di terreno a pH acido – si deve aver cura di sostituire il letame o il terriccio di fondo con torba bionda o substrato specifico. Per la predisposizione di filari o siepi, dopo aver scavato la trincea si dispongono gli arbusti nella linea di mezzeria distanziandoli uno dall’altro a seconda dello sviluppo che raggiungeranno, da 20- 30 cm fino a 1 metro. In alcuni casi (per esempio rose) prima della messa a dimora si procede con una potatura della parte aerea secondo il tipo di allevamento prescelto. Non è invece consigliabile potare l’apparato radicale (ci si riferisce chiaramente ad arbusti venduti a radice nuda), se non per eliminare le radici rotte o danneggiate, poiché la loro ricrescita è lenta e ciò svantaggia la pianta e il suo buon attecchimento.
INTERVENTI COLTURALI Successivamente alla piantumazione è indispensabile innaffiare quotidianamente per almeno una settimana. Quindi, per tutto l’anno successivo, sono necessari ripetuti interventi irrigui, in particolare se le piante sono state messe a dimora in primavera. Il terreno alla base della pianta non deve compattarsi ma rimanere soffice e poroso: si provvederà a ciò con zappettature superficiali oppure pacciamando il terreno, cioè utilizzando una
La pacciamatura (sopra), che mantiene fresco l’apparato radicale delle piante e impedisce la crescita di malerbe, è un’utile operazione colturale.
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copertura con materiale inerte, erba sfalciata, paglia, foglie sminuzzate. Questo tipo di copertura è anche utile per proteggere le radici dal gelo durante la stagione invernale e per trattenere l’umidità durante i mesi più siccitosi. Alcune piante, superato lo shock del trapianto, con la ripresa vegetativa sviluppano alla base dei ricacci, i cosiddetti polloni. Questi ricacci appartengono al selvatico se si tratta di alberi innestati oppure possono essere una caratteristica della pianta che si manterrà nel tempo (nocciolo, robinia ecc.). È comunque sempre indispensabile eliminarli completamente, o strappandoli alla base quando sono giovani germogli o smuovendo la terra alla base del tronco e tagliandoli con la lama della vanga nel punto di inserzione sulla radice. Solo alla base dei cespugli la formazione dei polloni va favorita per accelerarne lo sviluppo. In un giardino, nei primi anni dopo l’impianto, i giovani alberi non necessitano di concimazioni e risultano sufficienti i normali interventi fertilizzanti effettuati nella zona a prato. In seguito, con esemplari adulti è consigliabile concimare in modo “mirato”, quando la vegetazione fogliare presenta sintomi di carenze alimentari: clorosi da mancanza di ferro o eccesso di calcare; crescita stentata e ingiallimento fogliare per carenze di azoto; arrossamenti e seccume delle foglie per ridotta quantità di fosforo; fioritura stentata o deformazioni fogliari per necessità di potassio. Agli arbusti è essenziale una buona somministrazione di concime ternario (npk) ogni anno in primavera (o letame maturo in autunno-inverno): se ne avvantaggiano il lussureggiamento fogliare, la fioritura, la colorazione dei fiori e anche dei frutti per quegli arbusti che presentano questa caratteristica decorativa. Basta localizzare alla base del cespuglio una piccola quantità di concime specifico e innaffiare, oppure utilizzare uno dei tanti prodotti liquidi presenti in commercio. La potatura rappresenta una pratica annuale per il mantenimento della vegetazione arbustiva e, a seconda dei casi, viene effettuata a fine inverno, a primavera avanzata e anche durante
tutta l’estate. Essenzialmente i tagli di potatura hanno la funzione di: - contenere lo sviluppo; - ottenere e mantenere una forma appropriata nelle siepi; - indurre la fioritura; - svecchiare la vegetazione; - favorire lo sviluppo di nuovi germogli basali. Per gli alberi, invece, si interviene ogni anno con una semplice pulizia della chioma dai rami secchi e mal sviluppati, così da mantenere la forma caratteristica e facilitare un armonico sviluppo.
POTATURE Consideriamo adesso singolarmente gli interventi cesori che vengono effettuati ogni anno nel giardino. Importante è ricordare che quando si eseguono interventi di potatura su rami di dimensioni ragguardevoli (sopra i 10 cm di diametro) è necessario disinfettare le zone di taglio (per esempio con solfato di rame o con mastici protettivi) per tutelare le piante da problemi di tipo sanitario.
Alberi Gli alberi sempreverdi, conifere e latifoglie mal sopportano i tagli. La conformazione della chioma inoltre li rende immuni da “deviazioni” particolari per cui conviene lasciarli crescere nella loro armoniosa forma naturale. Anche tuje, ginepri e cipressi di Lawson, se allevati in forma isolata, non vanno toccati a meno che non presentino – evento assai raro – la biforcazione della punta (fenomeno che può manifestarsi anche in tutte le altre conifere): la seconda cima, quella più laterale, più bassa o meno appariscente, va prontamente rimossa asportando il ramo alla base, rasente il tronco. Qualora gli esemplari di queste specie siano allevati a siepe, si cimano alla pari, un po’ al di sotto dell’altezza desiderata, e si pareggiano i rami laterali per dare la larghezza e la dimensione che si desidera favorendo così l’infoltimento della parte basale. Questa operazione va effettuata a fine inverno, nei mesi di marzo-aprile. Le caducifoglie non necessitano di potature
Prima e dopo l’impianto
Man mano che le piante da noi messe a dimora crescono e si sviluppano, è necessario intervenire (più o meno saltuariamente a seconda delle specie) con interventi di potatura. Con i tagli di rimonda si sopprimono i rami secchi o malati; con quelli di diradamento si eliminano i rami mal posizionati o in soprannumero; con quelli di raccorciamento si interviene sui rami che crescono oltre lo spazio previsto.
ramo fiorito per i vasi di casa, quei “prelievi” (fatti sempre rispettando lo sviluppo naturale della chioma) saranno sufficienti a regolare la pianta. Molto più decisi e abbondanti devono essere i tagli sulle varietà cino-giapponesi, anch’essi da effettuare dopo la fioritura.
Arbusti
annuali. In febbraio-marzo sarà sufficiente eliminare solo le parti danneggiate, rotte o cresciute male, tagliando i rami rasente il tronco. Un discorso a parte va fatto per gli alberi da fiore, in particolare i Prunus, che richiedono interventi in fase di formazione della chioma e di qualche taglio ogni anno per favorire la continuità e la qualità nel tempo della fioritura (è ovvio che si pota al termine di questa fase). Qualora si abbia l’abitudine di recidere qualche
Per i cespugli a fioritura precoce (prima dell’emissione delle foglie) si attende la fine della fioritura (aprile-maggio) e si asportano o si cimano i rami che hanno prodotto fiori a seconda delle dimensioni dell’arbusto e dello sviluppo desiderato: se si ha intenzione di allargare un cespuglio piccolo e giovane, allora ci si limita alla cimatura; viceversa, se l’esemplare è molto rigoglioso, ricco di rami o se si ha la necessità di contenere la crescita, allora si dirada, cioè si tagliano alla base i rami più vecchi. Per i cespugli a fioritura primaverile-estiva – quelli in cui i fiori si formano all’estremità dei nuovi rami – si interviene annualmente a fine inverno, “ribassando” la vegetazione a poche gemme per ramo. In questo modo si favorisce
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l’emissione di robusti germogli che porteranno i fiori nella stagione seguente. Per un risultato ottimale conviene però eliminare sempre per primi e alla base i rami deboli, mal cresciuti o troppo vecchi. I cespugli spoglianti allevati non per i fiori ma per le foglie decorative devono solitamente essere potati energicamente, sempre prima della ripresa vegetativa perché così origineranno foglie più belle e colorate. Ai fini di una corretta potatura è essenziale comunque una conoscenza minima delle caratteristiche delle diverse varietà messe a dimora nel giardino: all’atto dell’acquisto chiedete qualche consiglio al vivaista, per sapervi regolare. Se non si hanno idee chiare, si osservi il comportamento dei propri arbusti nei primi anni dopo la piantumazione, annotando l’epoca di fioritura, su quali rami questa si manifesta (se verdi e con fiori sulla sommità si tratta di rami dell’anno, se bruni sono rami di uno o più anni), il tipo di sviluppo raggiunto e quello desiderato. Solo dopo aver attentamente analizzato questi parametri conviene intervenire con le forbici. Per le siepi di confine o di protezione l’effetto più importante da raggiungere è quello di avere una massa continua e regolare di vegetazione. Quindi, oltre a effettuare il taglio di fine inverno indicato per le conifere da siepe, verso fine agosto-settembre si pareggieranno i nuovi
rami emessi dalle piante nel corso dell’estate (una sorta di “cimatura” dei germogli). Questo intervento di potatura verde (praticabile anche su altri esemplari del giardino se si presentano disordinati o danneggiati) favorisce lo sviluppo delle gemme basali e quindi mantiene uniforme la vegetazione. Inoltre, predispone a una più omogenea lignificazione dei tessuti.
MESSA A DIMORA DELLE ANNUALI DA FIORE In fase progettuale una parte del giardino viene quasi sempre dedicata alla creazione di aiuole o al posizionamento di contenitori di dimensioni più o meno grandi in cui vengono coltivate piante da fiore annuali. Questo accorgimento produrrà gradevoli note di colore e trasmetterà vivacità al verde del prato e all’entrata dell’abitazione. Spesso vengono definite annuali (cioè piante per cui si rinnova la messa a dimora di anno in anno) specie che in realtà presentano un ciclo vegetativo biennale o perenne, ma che si preferisce coltivare con cadenza annuale per poter godere della loro fioritura o per esigenze climatiche. Soprattutto se lo spazio a disposizione è limitato, non è consigliabile procedere all’acquisto delle sementi, alla semina in semenzaio, al ripicchettamento e, infine, alla messa a dimora delle piantine il cui seme è stato magari distribuito sei mesi
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o un anno prima. Sicuramente più conveniente – in termini di tempo, di costi, di maggiori opportunità – risulta l’acquisto al mercato, nei garden center o anche al supermercato, di piantine “annuali” già pronte per l’impianto: vengono vendute a prezzi estremamente modici e in fase di incipiente fioritura. Si ha inoltre il vantaggio di scoprire come ogni anno vengano immesse sul mercato innumerevoli nuove varietà di fiori da giardino con caratteristiche di colore, pezzatura, dimensioni estremamente interessanti. Nell’ambito delle singole specie è infatti possibile avere una scelta quasi illimitata di colori, forme, dimensioni, taglie adatte ormai a qualsiasi ambiente e posizione. Si possono preparare aiuole con una sola specie (viole, primule, gerani, petunie, begoniette, impaziens, astri, tagete ecc.) o di uno stesso colore: giallo con tagete, calendule, escholzia, rudbekia ecc.; rosso con salvia, Cheirantus, begoniette, impaziens, verbena ecc.; e poi rosa, blu e molti altri colori e sfumature. È possibile mescolare specie diverse magari alternate con piante a foglie colorate (quelle argentate della cineraria o vistosamente colorate e più o meno frastagliate del coleus). Criteri di base Dopo aver vangato il terreno di coltivazione, averlo pareggiato e sminuzzato, si scavano con una paletta tante buchette (distanziandole secondo le necessità della specie) quante sono le piantine che si desidera trapiantare. Si preleva dal vasetto o dal contenitore l’intera pianta con il suo pane di terra e la si dispone nella buchetta, colmando gli spazi vuoti e la superficie con la terra rimossa e comprimendo con forza il tutto per favorire l’adesione delle radici. Si irriga subito dopo la messa dimora, e poi per alcuni giorni di seguito avendo l’accortezza di distribuire l’acqua sul terreno intorno alla pianta (non sulla vegetazione). Nel giro di pochi giorni le piantine riprenderanno a vegetare, allargandosi sulla superficie del terreno, e garantiranno una fioritura continuata fino ai primi freddi.
In seguito saranno sufficienti interventi irrigui costanti e l’eliminazione delle infestanti che si sviluppano nell’aiuola.
Le bulbose ornamentali Alle specie di questo gruppo si ricorre se si desidera un’aiuola fiorita tutto l’anno. Le epoche di messa a dimora dei bulbi corrispondono all’autunno per quelle a fioritura primaverile e a febbraio per quelle a fioritura estiva. I bulbi di alcune specie possono rimanere nel terreno più anni (croco, colchico, ciclamino, narciso, iris, giglio), altri invece, perché la fioritura si mantenga sempre a livelli ottimali, devono essere prelevati dal terreno quando tutta la parte aerea è disseccata (tulipani, giacinti) e riposti in cantina fino alla stagione di trapianto successiva. A partire gennaio si vedranno fiorire i bucaneve, gli aconiti, i crochi. A marzo spunteranno le scille e i muscari, e poi giacinti, narcisi e tulipani. L’arrivo del caldo provocherà l’apertura delle corolle di gigli, ciclamini, fritillarie, fresie e gladioli. E, infine, con il ritorno del freddo, ancora crochi, ciclamini, narcisi, colchici e nerine.
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INTERVENTI STRAORDINARI Occorrono almeno 8-10 anni perché il giardino si presenti completo, come lo si era immaginato al momento del progetto: gli alberi sono cresciuti, i cespugli hanno radicato raggiungendo e mantenendo le dimensioni desiderate. Le aiuole dei fiori trasmettono colore e vivacità nelle diverse stagioni. Il prato, se ben curato e seguito annualmente, si presenta con una solida cotica erbosa, folta, ricca e del tutto priva di infestanti. Nel frattempo però verranno a galla anche tutte le “manchevolezze”, gli errori di valutazione fatti al momento del progetto o dell’impianto: angoli troppo folti, punti vuoti, carenze nel sottobosco dove la crescita dell’erba, per lo sviluppo della vegetazione arborea, è rada e stentata. È anche possibile che ci si ritrovi insoddisfatti per uno sviluppo della vegetazione diverso da quello previsto, per alcune specie che inizialmente erano piaciute molto e poi meno ecc. Come la casa anche il giardino si deve poi adeguare alle
differenti situazioni, ai cambiamenti non previsti, al nuovo che avanza. Per questo ogni 4-5 anni (o anche più) si può avere la necessità di effettuare alcuni interventi “straordinari” che richiedono, da parte di chi frequenta il giardino e si occupa della manutenzione, decisione e chiarezza di idee.
Capitozzature Se al momento della messa a dimora della vegetazione si è optato per utilizzare la formula del “giardino pieno”, con ceppaie ravvicinate che aumentavano il volume del verde, dopo qualche anno è necessario provvedere al loro sfoltimento in quanto, nel frattempo, risulteranno allargate occupando uno spazio eccessivo. Sarà necessario effettuare un diradamento quando non (e questo vale anche per gli alberi messi a dimora singolarmente) una drastica potatura definita “capitozzatura”. Questa operazione (valida per qualsiasi albero) consiste nel praticare numerosi e grossi tagli al-
NO
Sí A sinistra: effetti di un errato intervento di capitozzatura. Nel tempo si presenterebbe continuamente il problema di ripetere l’operazione senza mai ottenere i risultati voluti. A destra: corretta capitozzatura.
Prima e dopo l’impianto
In caso di grandine In Italia, il pericolo di avvenimenti meteorologici gravi è alquanto limitato: eventuali grandinate, e meno frequentemente le trombe d’aria, possono però danneggiare anche i giardini, oltre alle abitazioni. La grandine si presenta principalmente in primavera-estate, quando cioè il giardino si trova al massimo del suo splendore. I danni maggiori si manifestano sui fiori, sulle foglie e sulle parti verdi della pianta; solo in caso di sferzate violente e di considerevoli dimensioni dei chicchi possono essere danneggiati anche tronchi e branche. I suoi effetti possono comunque avere ripercussioni sulla vegetazione anche per alcuni anni, soprattutto in caso di ferite profonde che aprono la strada all’instau-
la vegetazione che interessano anche la cima e hanno come unico scopo quello di ridurre e contenere lo sviluppo dell’esemplare in funzione dello spazio del giardino e del suo aspetto. Se si tratta di alberi di dimensioni accettabili, a crescita e sviluppo contenuti, l’operazione può essere eseguita di persona e manualmente, anche perché in questo tipo di vegetazioni le altezze non sono proibitive e i rami da tagliare non superano le dimensioni di 10-20 cm di diametro. Nel caso invece di alberi che hanno raggiunto altezze considerevoli è consigliabile far intervenire personale specializzato che, munito di piattaforme aeree, ha la possibilità di lavorare in sicurezza a qualsiasi altezza. L’importante è comunque seguire determinati criteri che si possono così riassumere: - rispettare sempre la forma e il volume della pianta; - tagliare prevedendo lo sviluppo futuro della chioma; - sfoltire prima l’interno della chioma e poi regolare la parte esterna; - non praticare tagli su branche di dimensioni superiori ai 20-30 cm di diametro; - incidere la corteccia dalla parte opposta al punto di taglio per evitare scosciature; - disinfettare sempre le ferite.
rarsi di malattie. Subito dopo aver ripulito la superficie del giardino dal materiale caduto, la prima cosa da fare è irrigare abbondantemente tutto il giardino: lo shock subìto, la perdita di parte o di tutto il fogliame, le eventuali ferite sulle branche favoriscono infatti un’eccessiva perdita di acqua da parte dei vegetali. Successivamente sarà utile effettuare una buona concimazione che metta a disposizione delle radici risorse alimentari a pronto effetto per agevolare un più veloce recupero. Nei giorni a seguire continui e accorti interventi di taglio permetteranno di ripristinare la forma degli arbusti o la chioma degli alberi, aiutando la ripresa della vegetazione.
La capitozzatura è un’operazione che si esegue normalmente a fine autunno-inizio inverno; solo per le conifere, che mal sopportano i tagli e sono lente nella cicatrizzazione delle ferite per la presenza della resina, conviene intervenire in primavera così che la pianta abbia tempo di cicatrizzare le ferite durante la stagione estiva. Nel caso di gruppi a ceppaia (in particolare con alberi a rapido sviluppo come aceri o betulle) bisogna considerare la possibilità di eliminare interamente qualche tronco e lasciare sviluppare degnamente l’esemplare più bello.
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Prima e dopo l’impianto
Sostituzione di alberi e arbusti I motivi che possono determinare questa scelta sono molteplici: dall’avere optato al momento dell’impianto per qualche specie meno costosa o più appariscente e successivamente aver cambiato idea, al ritrovarsi in alcuni punti con un ammasso eccessivo di vegetazione. Con il passare degli anni è possibile quindi decidere qualche sostituzione con specie più di pregiate, più gradevoli o più adatte all’ambiente circostante, oppure anche voler aggiungere e togliere qui e là qualche arbusto. L’abbattimento di un albero, anche se non particolarmente voluminoso, comporta sempre e comunque qualche rischio che deve essere valutato attentamente. Di norma si procede sfoltendo con la motosega o con la sega a mano le branche laterali; quando è rimasto solo il fusto lo si taglia partendo dall’alto in porzioni sempre più ridotte fino ad arrivare alla base. Questo per evitare che la caduta dell’intera pianta possa danneggiare il verde e i manufatti circostanti. Dopo aver sgombrato il materiale tagliato, è
necessario rimuovere la parte basale del tronco e buona parte delle radici. L’asportazione degli organi sotterranei è forse la parte più difficoltosa dell’abbattimento di un albero; molti vivaisti sono provvisti di macchinari particolari che riescono a prelevare “carote” di terra con la massa maggiore di radice o a sbriciolarle nel terreno. L’operazione manuale comporta invece un profondo scavo e una fatica improba per eliminare fittone e radici principali. La necessità di asportare gli organi sotterranei non è solamente dovuta all’eventualità di impiantare nello stesso punto o vicino un nuovo albero, quanto piuttosto alla possibilità di ricaccio della parte basale. Molte delle specie ornamentali presentano un’elevata capacità pollonifera e quindi in breve tempo rivegetano, in genere originando un groviglio di getti basali che si eliminano con difficoltà. Altro problema da non sottovalutare è di tipo sanitario: sulla ceppaia si sviluppano facilmente diverse forme di funghi saprofiti che diventano fonte di infezione per il resto della vegetazione del giardino. La sostituzione degli arbusti è invece una pratica semplice e abbastanza comune, non richiede particolari interventi e si effettua con i pochi attrezzi normalmente usati per la manutenzione del giardino. Dopo aver ridotto con le cesoie la massa aerea del cespuglio, si scava con la vanga attorno alla base e si solleva la massa delle radici. A differenza degli alberi, gli arbusti solitamente presentano radici fascicolate sprovviste di fittone e quindi l’operazione risulta alquanto semplice. Al termine dell’operazione, si riempie la buca, si attende l’assestamento del terreno per qualche giorno e, infine, si pianta il nuovo arbusto o si semina il prato. È ovvio che l’epoca ideale per tutte queste operazioni è la fine dell’autunno, quando tutta la vegetazione ha perso le foglie e quindi è più facile e maneggevole lavorare sui rami nudi. Inoltre il terreno risulta più facilmente lavorabile e le piante non soffrono perché stanno entrando nel periodo di riposo invernale.
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Alberi e arbusti
L
a sistemazione “a schede” degli alberi e degli arbusti segue un indirizzo sempre più frequente nei testi di giardinaggio e permette al lettore di avere una chiara visione generale della specie che maggiormente gli interessa. Le schede varietali presentate in questa sezione, corredate da illustrazioni, non hanno la pretesa di esaurire tutti gli aspetti che riguardano le diverse specie botaniche, ma vogliono seguire un criterio che consenta di: • informare con precisione scientifica limitando al minimo, tuttavia, i termini botanici e i nomi di insetti, patogeni e malattie per non appesantire eccessivamente la lettura; una breve identificazione di famiglia, genere e specie, sempre accompagnate dal nome più comunemente utilizzato, permette di inserire in un preciso contesto botanico le piante trattate; • descrivere le diverse specie e le loro esigenze colturali in modo sintetico ma nello stesso tempo esauriente, al fine di permettere di evitare i più grossolani errori di coltivazione. Una semplice descrizione di foglie, fiori, frutti, portamento e dimensioni aiuta ad avere una visione globale della specie arborea o arbustiva che molto spesso nemmeno una fotografia può dare. Un richiamo alla zona di origine, alle esigenze climatiche e ambientali, idriche e di terreno consentirà di posizionare e curare al meglio le piante messe a dimora nel giardino; • incuriosire il lettore e spingerlo ad approfondire la ricerca personale sulle specie e le innumerevoli varietà che più gli interessano. Per evitare elenchi noiosi e dispersivi, si è orientata la scelta solo verso le varietà più diffuse e collaudate negli anni.
spesso completate dalla trattazione specifica di una malattia particolarmente significativa. Confinare queste parti in capitoli a parte avrebbe reso il testo di più difficile lettura. Un pratico indice finale aiuterà il lettore a ricercare la collocazione di quelle patologie che sono comuni a più specie ma che per ovvi motivi sono state trattate una volta soltanto.
Legenda a colori per schede ALBERI SEMPREVERDI ALBERI CADUCIFOGLI ARBUSTI DA CESPUGLIO ARBUSTI DA SIEPE
Da ultimo, la scheda di ciascuna specie è stata corredata con tabelle che permettono l’identificazione dei danni dovuti ai patogeni più diffusi,
ARBUSTI RAMPICANTI ROSE
Alberi
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sempreverdi
ABETE BIANCO F amiglia : P inaceae • g enere : a bies • S pecie :
alba
• O rigine : e uroPa
centrale
PER RICONOSCERLO
FRUTTO Le pigne, lunghe circa 10-15 cm, sono
Arborea sempreverde con portamento conicopiramidale. ALTEZZA Può raggiungere i 45-50 m CRESCITA Medio-lunga FUSTO Diritto, con corteccia grigiastra, molto ruvida, da cui si staccano numerose placche FOGLIE Aghiformi, lunghe circa 2 cm, appiattite e con la parte terminale arrotondata; inserite sui rametti singolarmente e disposte su due file. Di colore verde intenso, verde biancastro nella pagina inferiore FIORE Maschili e femminili separati ma presenti sulla stessa pianta. I maschili in gruppi di colore violaceo su rametti di un anno; i femminili in piccoli coni che poi evolveranno in pigne erette (mai pendule)
di colore bruno rossiccio a maturazione, sempre rivolte verso l’alto
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Non è esigente, ma predilige posizioni soleggiate TEMPERATURA Non teme le basse temperature essendo tipico di zone montane TERRENO Deve essere profondo e umido IRRIGAZIONI Abbastanza esigente CONCIMAZIONI Normali POTATURE Necessita solo di tagli di risanamento
SPECIE E VARIETÀ DI ABETI Esistono varietà nane di abete rosso e abete delle Montagne Rocciose, mentre dell’abete bianco so-
Avversità Afide galligeno dell’abete rosso (Chermes viridis e C. abietis) Ragnetto delle conifere (Oligonycus unungu) Acaro che attacca praticamente tutte le conifere. Vive in colonie sugli aghi ed è di colore verdastro. Provoca clorosi; gli aghi prima assumono colorazione argentea, puntiforme, poi rossiccia bronzea; in seguito lentamente cadono lasciando vuota la parte interna quindi vengono attaccati i giovani germogli all’esterno della chioma. Attacchi consistenti possono comportare anche la morte. Spesso il proliferare di questi parassiti è dovuto all’uso indiscriminato di insetticidi sui fruttiferi che di fatto eliminano anche gli insetti utili, suoi predatori. Lotta Di tipo chimico: acaricidi specifici; meglio ancora una miscela che si adatti sia alle uova che alle neanidi, che agli adulti (spesso queste tre fasi di sviluppo si incrociano). Abete nobile
79 no in commercio varietà a taglia ridotta. Vi sono poi molte altre specie del genere Abies o Picea a portamento arboreo, molte adatte anche alla formazione di siepi. Alcune varietà hanno la caratteristica di avere fogliame argentato che torna di colore verde se la pianta è posizionata all’ombra. ● A. balsamea var. Hudsonia Non supera solitamente i 40 centimetri. Ha chioma arrotondata e
Avversità Sono innumerevoli le avversità che possono colpire le conifere e che spesso interessano tutta la famiglia. Per questo preferiamo trattarle tutte insieme, con richiami specifici nelle schede monografiche, utilizzando una descrizione più dettagliata solo per i patogeni più comuni e più facilmente riconoscibili; certo, sono ancora molte le avversità che potrebbero rientrare nell’elencazione in tabella, ma lo spazio a disposizione è limitato; meglio allora ricordare brevemente anche i danni provocati alle piante non da cause animali o vegetali, ma da errate pratiche agronomiche o da scelte inopportune. • Clorosi ferriche causano ingiallimento della chioma e necrosi diffuse. Sono dovute quasi sempre al terreno tendenzialmente calcareo: quasi tutte le conifere prediligono terreni acidi o subacidi. • Spesso si piantumano in zone urbane conifere molto sensibili all’inquinamento atmosferico monossido di carbonio, anidride solforosa ecc.), con conseguenti arrossamento e caduta degli aghi, e necrosi diffuse. • Deperimenti e marciumi radicali provocati da ristagni idrici (terreno compatto, argilloso e non drenato o eccessiva irrigazione). • Deperimenti, ingiallimenti e caduta degli aghi con conseguente deterioramento estetico possono dipendere dalla scelta di specie o varietà non idonee alla zona climatica o alla posizione. • Spesso si ha propagazione e proliferazione di patogeni per non aver prontamente rimosso le parti malate dalla pianta. Le parti vegetali attaccate da parassiti vanno sempre distrutte: non ci si deve limitare alla sola potatura, occorre bruciarle o almeno allontanarle dal giardino.
Abete del Caucaso
aghi di colore verde intenso, glauchi nella pagina inferiore. È abbastanza rustico. ● A. cephalonica o abete greco Con aghi glauchi e appuntiti. È adatto ai climi miti e presenta una buona resistenza ai terreni calcarei e alla siccità. ● A. concolor o abete del Colorado Con aghi glauchi su entrambe le superfici. I bordi degli aghi sono rivolti verso l’alto (caratteristica particolarmente accentuata nella var. Lowiana). ● A. nordmanniana o abete del Caucaso È più rustico dell’abete bianco ed è esteticamente più bello grazie alle ramificazioni che partono fin dalla base. ● A. pinsapo o abete di Spagna Molto elegante ma poco resistente ai climi rigidi. ● A. procera o abete nobile Ha fogliame azzurro argentato con bellissime gemme rosse. Esiste anche la var. Glauca con gli aghi leggermente più chiari. ● Picea pungens var. Kosteri o abete argentato È di piccole dimensioni (raggiunge i 2 m dopo dieci anni), con aghi radi e di colore blu argentato. Adatto per piccoli giardini. ● Picea pungens var. Omorika Simile al Kosteri ma con portamento più slanciato e stretto. Gli aghi sono verde-glauco. È molto rustico e adatto per piccoli giardini, anche urbani.
Alberi
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sempreverdi
Avversità genere raDici
DannO
Specie intereSSate
Funghi
Armillaria Heterobasidion Rosellinia Phytophthora
marciumi radicali marciumi radicali marciumi radicali danni vari
tutte Pinus tutte Chamaecyparis e Thuja
cancri radicali
tutte
carie del legno carie del legno carie del legno carie del legno cancri cancri e necrosi cancri rameali
tutte tutte tutte cipressi cipressi, Thuja, Juniperus P. strobus cipressi, Thuja, Juniperus
gallerie gallerie gallerie deperimento generale deperimento generale
tutte (soprattutto Pinus) tutte (soprattutto Abies) cipressi e Thuja Pinus Abies
disseccamenti disseccamenti ruggini ruggini disseccamenti disseccamenti
cipressi, Thuja, Juniperus cipressi Abies Juniperus Thuja cipressi
defogliazioni defogliazioni
Pinus Pinus, Cedrus e larici
batteri
Agrobacterium trOncO e rami
Funghi
Fomes Polyporus Coriolus Ganoderma Coryneum Cronartium Phomopsis inSetti
Pissodes (coleotteri) Ips (coleotteri) Phloeosinus (coleotteri) Pineus (afide) Dreyfusia (afide) chiOma
Funghi
Coryneum Macrophoma Puccinastrum Gymnosporangium Kabatina Didymascella inSetti
Neodiprion (imenottero) Thaumetopoea (lepidottero) Rhyacionia (lepidottero) Tortrix (lepidottero) Leucaspis (cocciniglia) Carulaspis (cocciniglia) Chermes (afide) Cinara (afide) Cupressobium (afide) Mindarus (afide)
distruzione dei germogli defogliazioni clorosi e defogliazioni
P. sylvestris, P. nigra Abies P. nigra, P. mugo, P. marittima defogliazioni cipressi, Thuja, Juniperus infestazione dei germogli Picea excelsa infestazione dei germogli Cedrus, cipressi, Thuja, P. marittima infestazione delle fronde Thuja, Juniperus infestazione degli aghi Abies
acari
Oligonychus
clorosi e defogliazione
tutte
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ABETE ROSSO O PECCIO F amiglia : P inaceae • g enere : P icea • S pecie : excelsa l. O rigine : e uroPa centrosettentrionale PER RICONOSCERLO Arborea sempreverde con portamento conico-piramidale. ALTEZZA Può raggiungere i 45-50 m CRESCITA Medio-lunga FUSTO Diritto, colonnato, con palchi che tendono a incurvarsi verso il basso con l’età. Corteccia grigio-rossastra che si sfalda a placche FOGLIE Aghiformi, lunghe circa 3 cm, con apice appuntito; disposte singolarmente su tutta la superficie del rametto, lo abbracciano completamente. Di colore verde scuro su entrambe le pagine FIORE Maschili e femminili separati ma presenti sulla stessa pianta. I maschili in gruppi di colore rossastro, poi giallo; i femminili in piccoli coni, inizialmente eretti poi penduli. FRUTTO La pigna a maturità è pendula e raggiunge anche i 15 cm di lunghezza. Quando si stacca dal ramo cade intera senza sfaldarsi.
I coni si formano inizialmente soltanto all’apice dei rami; via via che la pianta invecchia compaiono in tutte le sue parti.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Gradisce buona luce ma si adatta anche a
zone parzialmente ombreggiate TEMPERATURA Non teme le basse temperature.
Non sopporta il caldo TERRENO Deve essere profondo, umido, tendenzialmente acido. Non sopporta il calcare irrigazioni Soffre la siccità concimazioni Normali POTATURE Non necessita di interventi cesori
Avversità Afide galligeno dell’abete rosso (Chermes viridis e C. abietis) Afide che colpisce le gemme dei germogli dell’abete rosso, con punture che provocano galle verdi, dalla curiosa forma di “ananas”; in queste formazioni tondeggianti si sviluppano e poi fuoriescono in luglio-agosto le forme alate. I germogli colpiti degenerano e seccano. Se l’attacco è massiccio può portare allo svuotamento interno della chioma con notevoli danni sia vegetativi sia estetici. Lotta Essenzialmente di tipo chimico: si eseguono, nel mese di marzo, due o tre trattamenti con aficidi specifici, a distanza l’uno dall’altro di una diecina di giorni.
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ARAUCARIA O PINO DEL CILE F amiglia : a raucariaceae • g enere : a raucaria S pecie : araucana o imbricata • O rigine : c ile e a rgentina ( zone
meridionali )
PER RICONOSCERLA Arborea sempreverde con portamento colonnare; ramificazione rada con impalcature regolari che caratterizzano la pianta. ALTEZZA Circa 20 metri. Nelle zone d’origine raggiunge anche i 50 m CRESCITA Medio-lenta FUSTO Diritto, con corteccia verde-bruna rugosa FOGLIE Di forma squamosa, triangolari, lunghe circa 3-4 cm, sovrapposte l’una all’altra e con apice spinoso. Sono presenti sia sul fusto sia sui rami. FIORE Pianta dioica. Fiori all’estremità dei rami; di forma conica e allungati (10 cm) quelli maschili e tendenzialmente globosi e verdi quelli femminili (15 cm). La fioritura avviene quando la pianta ha circa 25 anni FRUTTO Di forma globosa (15-18 cm), gialli a maturazione
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Non ha particolari esigenze TEMPERATURA Buona resistenza al freddo TERRENO Non sopporta terreni compatti IRRIGAZIONI Non necessita di molta acqua CONCIMAZIONI Normali POTATURE Solo interventi su parti malate
Note Particolarmente attraenti sono le araucarie più “attempate”, nelle quali la chioma si riduce a una cupola e diviene evidente il colore grigio della corteccia.
Mal sopporta i ristagni idrici. Può essere coltivata in vaso.
Avversità patOgenO attacchi al legnO Agrobacterium tumefaciens attacchi alla vegetaziOne Pestalotia funerea Stictis araucarie
tipOlOgia batterio fungo
Danni tumori radicali e al colletto macchie necrotiche fogliari
fungo
macchie necrotiche fogliari
Marciumi radicali dovuti spesso a terreni asfittici e a ristagni idrici.
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CEDRO DELL’ATLANTE F amiglia : P inaceae • g enere : c edrus • S pecie : atlantica O rigine : a frica settentrionale ( zone montuose di m arocco e a lgeria ) PER RICONOSCERLO Arborea sempreverde con portamento conico-piramidale. Molto espanso soprattutto alla base. ALTEZZA Può facilmente raggiungere anche i 40 m CRESCITA Medio-rapida FUSTO Diritto, con corteccia grigio-nerastra FOGLIE Aghiformi, appuntite, consistenti e lunghe fino a 3 cm; riunite in mazzetti di 30-40 alla sommità di un breve rametto. Colore verde scuro o glauco FIORE Maschili e femminili separati ma presenti sulla stessa pianta. I fiori maschili in coni lunghi 5 cm; i femminili, più bombati, arrivano anche a 10 cm e sono molto resinosi Note Poco resistente agli inquinanti atmosferici. Adatta a grandi spazi.
Avversità Afide del cedro (Cinara cedri) Afide di colore verde-bruno che nei Cedrus attacca i giovani germogli (soprattutto terminali): le colonie, formate da numerosi individui, abbracciano il rametto che dopo breve tempo presenta necrosi e poi disseccamento degli aghi. Caratteristica è l’abbondante produzione di melata che può provocare asfissie e insorgenza di altre malattie, oltre a rendere fastidiosa la permanenza sotto gli esemplari infestati. Svernano come uova sulle foglie dei giovani germogli e la massima intensità dell’infestazione si ha in maggio-giugno. Lotta Essenzialmente di tipo chimico con aficidi specifici. Nemici naturali sono alcuni sirfidi e le coccinelle.
FRUTTO A maturità le pigne sono marroncine, di forma bombata e stratificata. Rimangono sempre in posizione eretta
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Necessita di buona luminosità TEMPERATURA Non teme le basse temperature.
Non sopporta gelate prolungate e ripetute TERRENO Senza particolari esigenze ma non gra-
disce terreni compatti IRRIGAZIONI Mal sopporta i ristagni d’acqua CONCIMAZIONI Normali POTATURE Solo potature di risanamento
SPECIE E VARIETÀ
● C. a. var. Glauca Ha portamento colonnare con fogliame azzurro-grigio (cambia colore tornando verde intenso se posto in posizioni ombreggiate). Dopo 10 anni può raggiungere i 2,5 metri. Esistono anche una var. Fastigiata e una var. Pendula, molto caratteristiche e adatte per giardini di medie dimensioni.
Cedro dell’Atlante var. Pendula.
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CEDRO DEODARA F amiglia : P inaceae • g enere : c edrus • S pecie : O rigine : H imalaya
deodara
PER RICONOSCERLO Arborea sempreverde con portamento conico-piramidale, ma meno regolare rispetto agli altri cedri. Punta e giovani germogli assumono forma pendula. ALTEZZA Raggiunge anche i 50 m CRESCITA Molto rapida FUSTO Diritto, con corteccia bruno-grigiastra FOGLIE Come gli altri cedri ma più lunghe (fino a 5 cm) e meno consistenti. Di colore verde più chiaro
Avversità Carie del legno (Fomes spp. e Polyporus spp.) Funghi che attaccano il tessuto legnoso, causando una notevole riduzione di consistenza e un pericoloso calo nella resistenza meccanica di branche e tronco. La pianta s’indebolisce, con pericolo di rotture improvvise; il deperimento può portare alla morte. L’infezione avviene solitamente in corrispondenza di una ferita o di un attacco parassitario; se si instaura in corrispondenza delle radici o della parte alta della chioma, difficilmente si riesce a rilevarla e a intervenire tempestivamente. I sintomi si manifestano – anche a distanza di anni – con un deperimento generale ed emissione esterna dei corpi fruttiferi (funghi anche di grandi dimensioni, colorati, spesso lucidi, coriacei o legnosi). La malattia è frequente nei giardini urbani per errata progettazione e, più spesso, cattiva manutenzione: mancanza di irrigazioni, soprattutto in zone calde e siccitose; piantumazioni troppo fitte; asfissie radicali per terreno inadatto; specie o varietà non idonee alla zona climatica; potature drastiche che indeboliscono eccessivamente la pianta. Lotta A parte interventi di “dendrochirurgia” possibili solo su grandi esemplari, l’unica lotta è di tipo preventivo.
Alcune varietà di cedro deodara hanno rami prostrati o penduli, a volte di colore giallo oro nella parte terminale.
FIORE Come gli altri cedri, con fiori maschili verdi e lunghi circa 8 cm e femminili isolati, di colore rosato FRUTTO Pigne a forma di barile come in tutti i cedri, di colore bruno-rossastro
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Ha bisogno di molto sole TEMPERATURA Predilige climi miti TERRENO Preferibilmente acido. Non deve essere
compatto e argilloso irrigazione Necessita di ambienti umidi CONCIMAZIONI Normali POTATURE Non ha bisogno di interventi particolari
Note Non sopporta l’inquinamento atmosferico.
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CIPRESSO F amiglia : c uPressaceae • g enere : c uPressus • S pecie : O rigine : m editerraneo orientaleù
semPervirens
l.
PER RICONOSCERLO
FOGLIE Embricate, fittamente abbracciate ai
Arborea sempreverde con portamento colonnare, molto snello. Chioma estremamente affusolata che può aprirsi con gli anni. ALTEZZA Mediamente 20 m, ma può raggiungere anche i 40 m. CRESCITA Medio-lenta. FUSTO Diritto, con ramificazioni che partono dalla base. Corteccia liscia e di color grigio-bruno.
rametti; lunghezza solo di 1 millimetro. Colore verde scuro. FIORE Pianta monoica. Coni maschili ovali (3 mm) e giallo brunastri; i femminili sferici, verdi poi marroncini. FRUTTO Pigne tondeggianti di 2-3 cm di diametro, formate da 12-14 squame; conformazioni spinose centrali e di colore brunastro.
Avversità Marciume radicale fibroso (Armillaria mellea) Attacca un numero elevatissimo di piante, dai fruttiferi alle ornamentali, dalle sempreverdi alle caducifoglie. È il classico fungo, parassita secondario, che infetta esemplari già indeboliti, ma soprattutto mal posizionati. La pianta colpita deperisce progressivamente, le foglie cadono e si evidenziano chiari sintomi di clorosi; al colletto si manifestano imbrunimenti sotto corteccia uniti a strati compatti e biancastri di micelio; si percepisce in modo evidente un inconfondibile odore di fungo. La parte visibile sono i corpi fruttiferi (i chiodini, molto ricercati come funghi eduli) che compaiono a qualche anno dall’infezione. Dopo un lungo e progressivo deperimento la pianta è destinata a morte certa. Lotta Soprattutto di tipo agronomico e preventivo: garantire un buon drenaggio e non piantumare in terreni asfittici, argilosi o compatti. Se l’attacco non è particolarmente intenso, si può scorticare il colletto nei punti di infezione, lasciando al sole l’azione sterilizzatrice. Conviene inoltre effettuare trattamenti con sali rameici sulla parte interessata. Le piante irrecuperabili vanno estirpate con tutto l’apparato radicale e la buca va lasciata aperta e aerata per alcuni giorni prima di una nuova piantumazione.
C. arizonica Conica, dal fogliame intensamente aromatico, di colore blu-grigio e molto fitto. Adatto alla formazione di alte barriere divisorie.
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PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Richiede buona illuminazione. TEMPERATURA Particolarmente sensibile alle bas-
se temperature e alle gelate. TERRENO Molto rustica, non presenta particolari esigenze. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE La potatura non dà particolari sofferenze alla pianta. Si eliminano i rami che fuoriescono dal fuso.
● C. s. var. Pyramidalis Ha portamento fastigiato. ● Cupressocyparis × leylandii Ibrido tra Cupressus e Chamaecyparis. Molto rustico, sopporta ottimamente i tagli. Presenta uno sviluppo rapido e un portamento colonnare.
SPECIE E VARIETË
● C. arizonica Specie arborea a portamento colonnare. Molto rustica e particolarmente resistente al freddo. ● C. glabra A foglie glauche e portamento colonnare, è molto resistente ai tagli per cui può essere conformata a piacere. Trova largo impiego sia come pianta singola sia come elemento da siepe. Molto rustica anche se meno resistente al freddo di C. arizonica. ● C. macrocarpa Portamento arboreo e colonnare. Invecchiando la chioma tende ad appiattirsi. È molto resistente al vento e alla salsedine. Esistono di questa specie molte varietà, alcune fastigiate, altre a chioma larga (Lambertiana) o con foglie dorate (Donard Gold). ● C. s. var. Horizontalis Con chioma irregolare ed espansa.
Avversità Cancro del cipresso (Coryneum cardinale) Fungo che attacca anche le altre conifere, comparso per la prima volta in Italia (Toscana) nel primo dopoguerra. Molto grave, e spesso letale, si evidenzia con colorazioni rossastre e rugginose sulla corteccia del tronco e dei rami. Segue poi la formazione di strutture cancerose e molto resinose (in questo stadio la malattia è poco visibile per la fitta vegetazione dei cipressi), successivamente si estende alla chioma con disseccamenti e arrossamenti che partono dall’interno e procedono verso le parti più esposte. Quando il cancro del cripresso si manifestano sulla parte
esterna della chioma la malattia è ormai in fase molto avanzata e la pianta è praticamente irrecuperabile. Lotta Essenzialmente di tipo agronomico-preventivo: le chiome ben aerate, frequenti potature di rimonda, pronta eliminazione delle parti colpite. Un paio di trattamenti all’anno con sali rameici e la disinfezione dei tagli di potatura con fungicidi rameici sono i soli trattamenti chimici, di carattere preventivo, che offrono risultati. È una delle malattie più difficili da curare: da poco tempo si sperimentano tecniche di lotta biologica con funghi antagonisti, ma i risultati sono ancora poco soddisfacenti.
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Esemplare della varietà Pyramidalis,con forma sottile e rametti molto fitti ed eretti.
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CIPRESSO DI LAWSON F amiglia : c uPressaceae • g enere : c HamaecyParis • S pecie : O rigine : a merica nordoccidentale PER RICONOSCERLO Arborea sempreverde con portamento conicopiramidale. Chioma a struttura compatta. ALTEZZA Normalmente 15-18 m, ma può superare i 50 m nelle zone di origine.
lawsoniana
CRESCITA Medio-lenta. FUSTO Diritto, con corteccia bruno-rossastra e
liscia che, negli esemplari adulti, diventa rugosa, si stacca facilmente e assume colore bruno scuro. FOGLIE Squamiformi, molto piccole, addossate l’una all’altra e schiacciate sui rametti appiattiti. Formano dei ventagli di colore verde scuro. FIORE Pianta monoica. I fiori maschili formano piccoli coni rossicci; i femminili, più piccoli (c. 1 cm) sono globosi. FRUTTO Pigne sferiche e di colore verde che, a maturazione, evolvono al bruno e alla consistenza legnosa.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Teme l’eccessiva insolazione, così come il
vento e la salsedine. TEMPERATURA Soffre molto il gelo e non sop-
porta accentuati sbalzi termici, anche se nel complesso è abbastanza resistente. TERRENO Adattabile. IRRIGAZIONE Frequenti, ma ricordarsi che non ama i ristagni idrici. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Non necessita di interventi particolari.
Avversità Afide del cipresso (Cinara cupressi) Afide di colore verde o verde-bruno, attacca i giovani germogli portandoli in breve tempo al disseccamento. Produce molta melata e sembra possa favorire la trasmissione del temibile cancro del cipresso (vedi pag. 79). La pianta progressivamente deperisce con danni estetici notevoli. Se l’attacco è massiccio e ripetuto negli
anni le piante si espongono ad altre infezioni e aggressioni pericolose; spesso si localizza all’interno della chioma ed è quindi poco visibile. Lotta Di tipo chimico: si consiglia di effettuare trattamenti a fine inverno, alla comparsa delle prime colonie, con prodotti a base di rame. Nemici naturali dell’afide del cedro sono i sirfidi e le coccinelle.
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SPECIE E VARIETÀ Esistono numerose varietà che differiscono tra loro per il portamento (eretto, fastigiato, nano, arbustivo, cespuglioso), per la colorazione del fogliame (azzurro, dorato, verde chiaro, verde scuro). ● C. l. var. Allumii Con foglie bluastre, non supera i 2,5 m in altezza. ● C. l. var. Columnaris Con forma molto slanciata e foglie grigio-blu. Solitamente non supera i 2 metri. ● C. l. var. Green Edger Forma siepi compatte, diritte e molto robuste ● C. l. var. Minima Glauca Non raggiunge 0,5
m di altezza. Ha foglie grigio-bluastre e sommità arrotondata. ● C. nootkatensis Portamento arboreo, a forma conica. Foglie più grandi del Lawson e con aspetto meno compatto. Caratteristica distintiva è il frutto con formazione spinosa a uncino. ● C. obtusa var. Aurea Con chioma fittissima e fogliame dorato. Di dimensioni molto piccole, a 10 anni dall’impianto non supera 1,5 m di altezza. ● C. pisifera var. Nana Non supera i 25 centimetri. Ha sommità appiattita e foglie grigio-verdi o anche dorate.
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EUCALIPTO F amiglia : m yrtaceae • g enere : e ucalyPtus • S pecie : O rigine : r egioni australiane
globulus
PER RICONOSCERLO
FOGLIE Semplici, nei soggetti giovani di forma
Arborea sempreverde con portamento molto slanciato, con ramificazioni ampie e chioma globosa. Alcune varietà possono avere carattere arborescente. ALTEZZA Media 20 m, ma può superare anche i 40 m. CRESCITA Molto rapida. FUSTO Eretto e contorto. Corteccia grigio-glauca con sfumature violacee; tende a sfaldarsi con lunghe strisce scoprendo quella sottostante di colore biancastro.
tondeggiante e nelle piante adulte lanceolate, arcuate e strette in punta. Hanno consistenza coriacea e margine intero. Di colore verde chiaro. FIORE Ermafroditi. Fiori piumosi con base legnosa, di color bianco-giallastro, sbocciano in periodo estivo. FRUTTO Capsula tondeggiante di color grigio-bluastro, molto profumata per la presenza di olio essenziale.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Necessita di zone molto soleggiate TEMPERATURA Predilige climi miti e temperati.
Non sopporta temperature rigide. TERRENO Non ha esigenze particolari. Preferisce
comunque quelli profondi e tendenzialmente acidi irrigazioni Sopporta bene la siccità. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Non richiede interventi cesori.
SPECIE E VARIETÀ In Italia se ne coltivano circa 40 specie. Alcune sono adatte a climi umidi, altre a climi caldo-siccitosi ● E. camaldulensis o eucalipto rosso Tipico il colore rossastro dei fiori e dei giovani rami. Ha portamento arboreo ed è molto resistente ai venti salmastri e ai terreni salini. ● E. citriodora Può essere coltivato in vaso. Va protetto nella stagione invernale in quanto è molto sensibile al freddo. Può essere tagliato al colletto in autunno: ricaccia con estrema facilità. Le foglie, verde intenso, se strofinate emanano Note
L’eucalipto, oltre a resistere bene al vento e alla salsedine, è poco esigente nei confronti del tipo di terreno.
Sopporta bene i venti, anche quelli salmastri, ma la fragilità del legno la espone spesso a rotture. Sopporta altrettanto bene l’inquinamento atmosferico.
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un gradevolissimo profumo di limone. ● E. crucis, E. populifolia, E. cinerea, E. gunnii Sono solitamente allevati a cespuglio. E. gunnii a 10 anni non supera i 4 m, con chioma inferiore ai 2 metri. Vanno tagliati alla base tutti gli anni in primavera o in autunno. Sono caratterizzati da una bellissima produzione di fogliame. ● E. niphophila Con rami invernali rossastri. Spicca nella stagione estiva la colorazione argentea delle parti legnose.
Negli esemplari giovani le foglie sono grandi, ovali e di colore argentato; con l’età diventano poi lunghe, sottili e verdi. Ogni anno, una regolare potatura alla base permetterà di mantenere le foglie giovanili più ornamentali.
Avversità Carie del legno (Ganoderma lucidum e altre specie) Fungo che colpisce molte specie (aceri, platani, pioppi, cipressi ecc.). Il legno attaccato assume una colorazione bianca e spugnosa. I corpi fruttiferi si sviluppano solitamente al colletto degli esemplari colpiti, sono grandi, di colore rossiccio, con la parte superiore molto patOgenO attacchi alle raDici attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
lucida, e possono raggiungere anche i 30 centimetri. Lotta Sempre di tipo preventivo: evitare deperimenti della pianta, ferite ed errori di coltivazione. I maggiori attacchi avvengono in ambiente cittadino a causa di inquinanti che indeboliscono la pianta. Anche scelte errate della specie provocano crescita stentata e quindi facilitano l’insorgere della patologia. tipOlOgia Danni
Armillaria mellea fungo marciumi radicali Phymatotrichum omnivorum fungo marciumi radicali Botryosphaeria ribis fungo cancri rameali Ganoderma spp. fungo carie del legno Polyporus spp. fungo carie del legno Fomes spp. fungo carie del legno Mycosphaerella molleriana fungo macchie necrotiche fogliari Phyllosticta exstensa fungo macchie necrotiche fogliari Cocciniglie e afidi attaccano germogli, foglie e giovani rametti
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LECCIO F amiglia : f agaceae • g enere : Q uercus • S pecie : O rigine : z ona mediterranea
ilex
l.
PER RICONOSCERLO
FIORE Pianta monoica con fiori separati. Quelli
Arborea sempreverde con portamento eretto e chioma globosa. Può essere allevata anche in forma arbustiva con un fusto doppio, separato alla base. ALTEZZA Pianta di dimensioni medio-piccole. Può raggiungere anche i 20 m. CRESCITA Molto lenta. FUSTO Diritto, con corteccia grigio-nerastra profondamente incisa. FOGLIE Semplici, con forma ovoidale, leggermente lanceolate. La consistenza è coriacea e il margine può essere dentato o intero (eterofillia). Di colore verde carico lucente sulla pagina superiore, glauco sulla pagina inferiore.
maschili riuniti in infiorescenze pendule (4-6 cm) verde-giallastro; i femminili generalmente singoli e sulla parte terminale dei rametti. FRUTTO Noce verde (ghianda) lunga circa 2 cm e avvolta per metà da una guaina brunastra.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Predilige buona insolazione ma non soffre se posizionata a mezz’ombra.
Note È una pianta molto longeva. Resiste molto bene all’inquinamento ed è tra le specie più resistenti alla salsedine.
Avversità Fillossera della quercia (Phylloxera quercus) Piccolissimo afide di colore giallo-arancio, che provoca macchie giallastre e poi nere, puntiformi, sulle foglie (la successiva bucherellatura è chiaro sintomo dell’attacco); i germogli atrofizzano e le giovani foglioline si accartocciano. Gravi infestazioni provocano anche vistose defogliazioni.
attacchi al legnO
Ne vengono colpite tutte le quercie ma il leccio sembra essere il bersaglio preferito da questo insetto. Lotta Essenzialmente di tipo chimico: con aficidi specifici (pirimincarb o con composti a base di piretro) distribuiti in primavera, al germogliamento. Si possono utilizzare anche oli bianchi a fine inverno prima del germogliamento ma solo con attacchi massicci.
patOgenO
tipOlOgia
Danni
Endothia parasitica
fungo
cancri del tronco e dei rami
Fomes spp.
fungo
carie del legno
Polyporus spp.
fungo
carie del legno
Ganoderma spp.
fungo
carie del legno
attacchi alla vegetaziOne Phylloxera quercus
afide
necrosi puntiformi sulle foglie
Dryomya lichtensteini
coleottero
galle fogliari
Elsinoe quercus
fungo
macchie necrotiche fogliari
Caduta delle foglie provocata da aridità eccessiva e da terreno poco profondo.
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TEMPERATURA Predilige climi miti e temperati.
Non sopporta gelate e freddi prolungati. TERRENO Preferisce terreni acidi e sopporta bene anche terreni poveri.
IRRIGAZIONI Tollera molto bene la siccità. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Non richiede interventi cesori.
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MAGNOLIA BIANCA F amiglia : m agnoliaceae • g enere : m agnolia • S pecie : grandiflora l. O rigine : a merica c entrale e s tati u niti meridionali PER RICONOSCERLA Arborea sempreverde (le foglie durano due anni) con portamento conico-piramidale; molto compatta e regolare. ALTEZZA Raggiunge i 20-25 m. CRESCITA Medio-lenta. FUSTO Diritto, con corteccia liscia di colore bruno-nerastro. FOGLIE Singole e ovoidali, raggiungono anche i 15 cm di lunghezza; a margine intero e struttura decisamente coriacea. Lucide e verde carico nella pagina superiore, di color ruggine e tomentose in quella inferiore. FIORE Ermafroditi. Fiori molto grandi, globosi (anche più di 20 cm), bianchi e profumati, compaiono sulla parte terminale dei rami. Sbocciano in estate. FRUTTO Una specie di pigna di circa 12 cm che porta i veri frutti (piccoli acheni rossi o arancio).
TERRENO Deve essere acido e profondo. Non sopporta quelli argillosi. IRRIGAZIONI Non richiede frequenti irrigazioni. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Non necessita di interventi di potatura.
SPECIE E VARIETÀ A parte M. grandiflora, tutte le specie e varietà coltivate nei giardini sono a portamento arbustivo e cespuglioso. Sono tutte caducifoglie. Le numerose varietà si caratterizzano per tonalità Note Mal sopporta zone particolarmente ventose.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Predilige luoghi ben soleggiati. TEMPERATURA Predilige clima mite ma sopporta
bene anche freddi limitati.
La magnolia bianca ha grandi fiori a coppa candidi e profumati.
Il fogliame verde scuro, lucido, luccica piacevolmente al sole.
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e diverse sfumature di colore dei fiori (bianchi, rosati, rossi e anche gialli). ● M. hypoleuca o magnolia giapponese Presenta una magnifica fioritura primaverile (aprile); fiori bianchi con stami rossi. ● M. liliflora Ha fiori rosso porpora. ● M. soulangeana Fiorisce in marzo-aprile, prima dell’emissione delle foglie. I fiori sono di colore violaceo alla base e poi bianchi. Non supera i 3-4 m di altezza e gradisce posizioni a mezz’ombra. La var. Nigra ha fiori completamente violacei. ● M. stellata Fiorisce in marzo-aprile prima dell’emissione delle foglie con fiori bianchissimi. È la specie più rustica e presenta una buona resistenza al freddo. Non supera i 2-3 m di altezza e può anche essere posizionata a mezz’ombra. ● M. tripetala Fiorisce in estate con magnifici fiori bianchi e molto profumati ● M. wilsonii Ha fiori bianchi e penduli, con stami rossi, che compaiono a fine primavera.
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I fiori porpora, rosa o bianchi, di M. liliflora compaiono in concomitanza delle foglie.
Avversità Cancro delle pomacee (Nectria galligena) Fungo che colpisce le parti legnose di pero e melo, ma è molto pericoloso anche per moltissime altre specie, sia latifoglie sia sempreverdi. Principalmente l’attacco avviene sui giovani rami ma spesso si verifica anche su grosse branche e sul tronco: si evidenziano necrotizzazioni dei tessuti legnosi con disidratazione e fessurazioni molto evidenti. La pianta – che reagisce formando escrescenze molto evidenziate sui margini della necrosi – deperisce creando le patOgenO attaccO alle raDici attaccO al legnO attaccO alla vegetaziOne
condizioni per l’attacco di altri patogeni. Si ha notevole riduzione della resistenza meccanica degli organi legnosi con conseguente facilità di rotture. Lotta Soprattutto di tipo agronomico: asportare le parti malate con potature di risanamento. Gravi danni al tronco richiedono interventi di dendrochirurgia. Anche di tipo chimico: prodotti a base di rame all’inizio della caduta delle foglie; ripetere il trattamento dopo 15 giorni e, ancora, a inizio primavera. tipOlOgia
Danni
Armillaria mellea fungo marciumi radicali Nectria spp. fungo cancro dei rametti Phyllosticta magnoliae fungo macchie necrotiche fogliari Cercospora magnoliae fungo macchie necrotiche fogliari Verticillium albo-atrum fungo deperimento generale Deperimento generale e defogliazioni dovute a substrati basici, asfittici, a ristagni idrici e a siccità. Clorosi ferrica con ingiallimento delle foglie dovuta a terreno calcareo.
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MIMOSA F amiglia : l eguminosae
O
f abacee • g enere : a cacia • S pecie : O rigine : o ceaniae
dealbata
PER RICONOSCERLA
ALTEZZA Di piccole dimensioni, può raggiungere
Arborea sempreverde con portamento eretto e chioma globosa, irregolare e vagamente piramidale. Può anche avere portamento cespuglioso.
CRESCITA Medio-rapida. FUSTO Leggermente contorto, con corteccia scu-
anche i 20 m nelle zone d’origine.
ra e solo lievemente solcata. Rami ricadenti. FOGLIE Composte, bipennate (20 paia di pinne), lunghe 15 cm e formate da tantissime foglioline di colore verde chiaro. FIORE Ermafroditi. Riuniti in lunghe infiorescenze (anche 30) composte all’apice di rametti o ascellari; con stami molto sviluppati che danno il tipico aspetto piumoso e tondeggiante. Sboccia a inizio primavera. FRUTTO Legumi lunghi 8-10 cm.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Necessita di pieno sole. Va riparata dai venti
freddi. TEMPERATURA Esigentissima. Vuole solo climi
caldi ed è assolutamente inadatta a zone fredde. Subisce danni irreparabili sotto gli 0 °C. TERRENO Preferisce quelli acidi, fertili e umidi; non sopporta i calcarei. IRRIGAZIONI Non eccessive; mal sopporta i ristagni idrici. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo di risanamento.
SPECIE E VARIETÀ
● Mimosa pudica Le foglie al tocco si chiudono su se stesse. I fiori, rosa e di piccole dimensioni, compaiono per tutta l’estate fino alla fine di settembre. Ama posizioni a mezz’ombra e non sopporta assolutamente il freddo. Al Nord può essere coltivata in vasi di medie dimensioni, da riporre in serra nella stagione invernale. ● Acacia retinoides Di forma arbustiva e caducifoglia. Molto più rustica di A. dealbata, resiste molto bene ai terreni calcarei. I fiori sono giallini e poco appariscenti.
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Avversità Cocciniglia cotonosa degli agrumi (Icerya purchasi) Attacca innumerevoli specie ornamentali e da frutto. È visibile la femmina adulta (c. 5 mm) con grosso ovosacco bianco e striato. Insidia i germogli, i peduncoli e la pagina inferiore delle patOgenO
foglie, provocando deperimento della pianta e copiosa melata. Compie tre o quattro generazioni in un anno e sverna come adulto. Lotta Di tipo chimico: trattamenti invernali con oli bianchi in caso di forti infestazioni. Di tipo biologico: con l’ausilio di Rodolia cardinalis. tipOlOgia
Danni
attacchi al legnO Nectria spp. fungo cancri rameali Botryosphaeria spp. fungo cancri rameali attacchi Saissetia oleae (cocciniglia cocciniglia su giovani rami e foglie cotonosa degli agrumi) a rami e FOglie Aspidiotus hederae cocciniglia su giovani rami e foglie Icerya purchasi cocciniglia su giovani rami e foglie Psylla uncatoides rincote su rametti e foglie, (psilla della mimosa) produzione di molta melata attacchi Eryosiphe poligoni fungo avvizzimento dei germogli e (mal bianco) patina biancastra sulle foglie alla vegetaziOne Cercospora spp. fungo macchie e necrosi fogliari Pseudococcus spp. rincote infestazione dei germogli Planococus spp. rincote infestazione dei germogli Clorosi fogliari dovute a substrati calcarei o comunque asfittici. Danni alla vegetazione dovuti alle basse temperature e a correnti fredde. Marciumi radicali dovuti a ristagni idrici.
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NESPOLO DEL GIAPPONE F amiglia : r osaceae • g enere : e riobotrya • S pecie : O rigine : c ina e g iaPPone PER RICONOSCERLO Arborea sempreverde a portamento globoso regolare. Può assumere anche aspetto cespuglioso. ALTEZZA Può raggiungere i 6-8 m. CRESCITA Molto rapida. FUSTO Eretto e contorto; con corteccia bruno-nerastra e rugosa.
jaPonica
FOGLIE Semplici, lanceolate, grandi (20-30 cm) e con margine leggermente dentato. Molto spesse e coriacee, con nervature molto evidenti. Colore verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore. FIORE Ermafroditi. Fiori piccoli, biancastri, riuniti in pannocchie lunghe 10-15 centimetri. Sbocciano in autunno-inverno.
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FRUTTO Pomo edule tondeggiante, delle dimensioni di un’albicocca, contenente da 1 a 4 grossi semi e di colore giallo-arancio.
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naka, Nespolone gigante ecc.). Altre sono nane e adatte alla coltivazione in vaso anche su balconi e terrazze; richiedono però protezioni invernali.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Richiede buona illuminazione. TEMPERATURA Predilige climi miti e temperati.
Non sopporta temperature inferiori a -8 °C. TERRENO Deve essere ben concimato. Non sop-
porta suoli calcarei. IRRIGAZIONI Non tollera la siccità. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Non richiede interventi cesori.
SPECIE E VARIETË
● Mespilus germanica o nespolo comune Più rustico e resistente al freddo di E. japonica. Tipico delle regioni settentrionali dove è coltivato anche per i frutti. Con caratteristico fogliame giallo bronzeo in autunno. Molte varietà di nespolo comune e di E. japonica producono frutti grossi e succosi (Advances, Ta-
Avversità Cocciniglia di San José (Quadraspidiotus perniciosus) Attacca quasi tutti i fruttiferi e molte altre specie. Si raggruppa in follicoli spessi e compatti, grigio scuro, soprattutto sulle parti legnose. Provoca necrosi dei tessuti (maculatura e caduta delle foglie) e disseccamento
dei rami; sulla pianta debole s’instaurano altri patogeni. Lotta Di tipo chimico: oli bianchi e polisolfuri a fine inverno (stadio di neanide); è bene spazzolare i rami per rompere gli scudetti degli adulti. Di tipo biologico: coccinelle o Encarsia perniciosa.
patOgenO attaccO alle raDici Armillaria mellea Phytophthora cactorum attaccO al legnO Quadraspidiotus perniciosus (cocciniglia di S. Jose) attaccO Aphis pomi
tipOlOgia
Danni
fungo fungo cocciniglia
marciumi radicali marciumi radicali su rametti e frutti
afide
infestazione su germogli e foglie macchie fogliari macchie su foglie e frutti; caduta delle foglie morte improvvisa
alla vegetaziOne
Colletotrichum gloeosporioides Fusicladium eriobotryae
fungo fungo
Erwinia amylovora (colpo di fuoco)
batterio
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PINO CEMBRO O SIBERIANO F amiglia : P inaceae • g enere : P inus • s Pecie : O rigine : a lPi centroccidentali PER RICONOSCERLO Arborea sempreverde portamento conicocolonnare; chioma espansa e tendente al globoso. ALTEZZA Può raggiungere i 20 m. CRESCITA Molto lenta. FUSTO Diritto, con corteccia bruna-grigiastra e grossi rami assurgenti, contorti. FOGLIE Aghiformi, lunghe 6-7 cm e riunite in mazzetti di 3 o 5, diritte. Di colore verde scuro, leggermente grigiastre nella parte interna.
cembra
l
FIORE Maschili e femminili separati ma presenti sulla stessa pianta. I maschili sono in gruppi alla sommità dei giovani germogli; i femminili riuniti in piccoli gruppi a forma di coni (1 cm) di colore verdastro. FRUTTO Le pigne sono globose, lunghe 7-8 cm, di colore bruno-rossastro.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Necessita di buona luminosità. TEMPERATURA Non teme le basse temperature. TERRENO Non sopporta i terreni calcarei. IRRIGAZIONI Poco esigente. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Non necessita di potature.
Note È una pianta molto longeva. Cresce fino ai 2.500 m s.l.m.
Avversità Tentredine del pino (Neodiprion sertifer) Imenottero che attacca tutti i pini. Gli adulti sono lunghi circa 1 cm, di colore nerastro i maschi e rossastro le femmine. Le larve, senza peli, sono di colore verde scuro, con la testa nera. Le larve, potenti defogliatrici, si attaccano agli aghi (incurvando il corpo in modo molto caratteristico), e li divorano lasciando solo un’esile nervatura che presto dissecca. Possono provocare grave deperimento della pianta. Lotta È di tipo chimico: prodotti (Carbaril e a base di piretro) distribuiti a inizio primavera quando compaiono le prime larve. È iniziata da poco tempo una sperimentazione di lotta biologica, a base di virus, i cui risultati sembrano essere molto incoraggianti.
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PINO MARITTIMO F amiglia : P inaceae • g enere : P inus • s Pecie : Pinaster O rigine : r egioni mediterranee occidentali ( euroPee e africane )
Avversità
PER RICONOSCERLO Arborea sempreverde con chioma ombrelliforme-globosa (in etˆ adulta). ALTEZZA Può raggiungere i 20-25 m. CRESCITA Rapida. FUSTO Da adulto relativamente contorto, permangono solo i palchi superiori conferendo alla pianta una classica forma a ombrello, irregolare. Corteccia grigio-rossa. FOGLIE Aghiformi, lunghe circa 15-18 cm e riunite a due a due; diritte e piuttosto rade. Si presentano di colore verde chiaro. FIORE Maschili e femminili separati ma presenti sulla stessa pianta. I maschili sono in gruppi alla sommità dei giovani germogli; i femminili riuniti in piccoli gruppi (5 o 6) a forma di coni, color porpora. FRUTTO Le pigne al secondo anno diventano marroncine e lunghe circa 20 cm.
Pissode del pino (Pissodes notatus) Coleottero curculionide xilofago, di dimensioni ridotte (0,5-1 cm), con corpo affusolato, rostro appariscente, di colore grigio-nocciola con varie maculature (mimetismo cromatico). Attacca i pini e anche le altre conifere (P. piceae è specifico dell’abete bianco). Le larve sono molto dannose per le innumerevoli gallerie che scavano nel legno, fino all’altezza delle branche. La pianta deperisce, gli aghi assumono colorazioni rossastre e poi cadono. Se l’attacco è consistente può portare in breve tempo alla morte. Lotta L’attacco di questo insetto avviene soprattutto a danno di esemplari già deperiti, per cui la miglior lotta consiste nel mantenere le piante in buon stato di salute. La prevenzione si attua eliminando i rami morti o i vari marciumi e piantando le diverse specie negli ambienti pedoclimatici più idonei. Ciò permette di avere piante resistenti e sane e quindi difficilmente esposte. I nemici naturali del pissode sono principalmente gli uccelli, in particolare il picchio.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Necessita di buona luminosità. TEMPERATURA Teme le gelate. Adatto ai climi
litoranei. TERRENO Poco esigente. Mal sopporta terreni
troppo compatti e argillosi; preferisce quelli acidi. IRRIGAZIONI Richiede buone irrigazioni. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo tagli di risanamento. Note Mal sopporta i ristagni. Si adatta bene alle zone ventose.
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PINO NERO O AUSTRIACO F amiglia : P inaceae • g enere : P inus • S pecie : nigra o rigine : e uroPa centrale . a utoctona dell ’i talia nordorientale PER RICONOSCERLO Arborea sempreverde con portamento conico; chioma densa e compatta. Impalcature orizzontali e regolari. ALTEZZA Può superare i 30 m.
CRESCITA Medio-rapida. FUSTO Diritto, con corteccia grigio-nerastra. FOGLIE Aghiformi, lunghe circa 10-12 cm e riuni-
te a due a due, diritte e rigide, con guaina basale di circa 1 centimetri. Colore verde scuro. FIORE Maschili e femminili separati ma presenti sulla stessa pianta. I maschili sono in gruppi alla sommità dei giovani germogli; i femminili sono riuniti in piccoli gruppi a forma di coni, rosati. FRUTTO Le pigne a maturazione (marroncine e lunghe 7-9 cm) aprendosi liberano semi alati.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Necessita di buona luminosità. Non ama essere ombreggiata da altre specie. TEMPERATURA Predilige climi non troppo rigidi. TERRENO Poco esigente, mal sopporta terreni troppo compatti. IRRIGAZIONI Poco esigente. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo tagli di risanamento.
Note
Il pino nero risulta facilmente riconoscibile per la corteccia di colore scuro, quasi nerastra.
È sensibile all’inquinamento atmosferico, quindi poco adatto ai giardini di città. Tende a perdere gli aghi, soprattutto dalle impalcature più basse, se ombreggiato da altre specie o se in terreno asfittico.
Avversità Cocciniglia del pino nero (Leucaspis pini) Cocciniglia che attacca il pino nero e il pino mugo. Le colonie di questo parassita si instaurano sui rami alla base degli aghi, manifestandosi con evidenti scudetti biancastri. In breve tempo sulla pianta compaiono sintomi di clorosi e, qualora l’infestazione sia consisten-
te, l’esemplare si spoglia considerevolmente, con grave danno anche di natura estetica. Lotta Di tipo chimico: oli bianchi addizionati con insetticidi. Si interviene ad aprile-maggio, ripetendo il trattamento in caso di necessità. Buona regola è effettuare ripetutamente il trattamento, per 2 o 3 anni, fino alla completa scomparsa degli scudetti alla base degli aghi.
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PINO SILVESTRE O DI SCOZIA F amiglia : P inaceaea • g enere : P inus • s Pecie : sylvestris l. O rigine : e uroPa centrosettentrionale . a utoctona dell ’i talia settentrionale PER RICONOSCERLO Arborea sempreverde con portamento conico-piramidale da giovane; tende a scomporsi con lÕetˆ. ALTEZZA Mediamente 20 m, ma può arrivare ai 30-40 m. CRESCITA Medio-rapida. FUSTO Diritto, con corteccia a placche rossastre verso la sommità. FOGLIE Aghiformi, lunghe circa 5 cm e riunite a due a due, contorte e ricurve. Di colore verde con sfumature azzurognole. FIORE Maschili e femminili separati ma presenti sulla stessa pianta. I fiori maschili sono in gruppi alla sommità dei giovani germogli; i fiori femminili sono riuniti a formare un cono di circa 5 cm (pigna). FRUTTO Le pigne maturano dopo 2-3 anni dall’impollinazione e, aprendosi, liberano semi alati.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Necessita di molta luce. Non ama essere
ombreggiata da altre specie.
IRRIGAZIONI Poco esigente, soffre i ristagni
TEMPERATURA Resiste molto bene al freddo e
idrici.
non ama i climi caldi. TERRENO Poco esigente. È pianta particolar-
CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Periodica eliminazione dei rami dis-
mente rustica.
seccati.
Avversità Tortricide del pino o evetria (Rhyacionia euoliana) Piccola farfalla (c. 2 cm di apertura alare) con ali di colore aranciato-grigiastro, mentre le larve sono ocra-rossastro. Attacca soprattutto le giovani piante (principalmente di pino silvestre) scavando gallerie nelle gemme e nei giovani germogli.
Provoca disseccamento degli apici, con conseguente indebolimento e sgradevoli deformazioni nell’aspetto estetico. Lotta Di tipo chimico: quando è possibile (dipende dalle dimensioni della pianta) trattare nel mese di giugno, contro le uova, utilizzando carbaril o azinfosmetile.
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SPECIE E VARIETË
Esistono molte altre specie (e varietà) di Pinus, adatte alle zone e ai climi più diversi. ● P. halepensis o pino d’Aleppo Gli aghi, particolarmente lunghi, conferiscono un caratteristico aspetto ricadente. È molto rustica e presenta un’ottima resistenza alla siccità. ● P. parviflora o pino bianco del Giappone Molto rustica e adattatabile. Di dimensioni contenute, a chioma larga e bassa e con aspetto gradevole; si presta a giardini rocciosi e a grandi vasi. ● P. pinea o pino da pinoli Esteticamente gradevole, è esclusiva di zone a clima mite. Assomiglia a P. marittima ma è molto più rustica. ● P. pumila Con aghi color verde-bluastro. A dieci anni non raggiunge il metro di altezza. Adatta a grandi giardini rocciosi. ● P. s. var. Aurea Con fogliame giallo dorato. ● P. s. var. Bewronensis Varietà nana abbastanza diffusa.
Tende a spogliarsi nei palchi più bassi se ombreggiata, se troppo irrigata oppure se coltivata in climi troppo caldi.
Avversità Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) Lepidottero (circa 4 cm di apertura alare) che attacca sia i pini sia i cedri. Le larve sono molto pelose, lunghe 3-4 cm, di colore grigio-rossastro; gli adulti presentano uno spiccato mimetismo cromatico ali-corteccia. Le larve sono defoglianti ed è bene non toccarle per il forte potere urticante dei peli (dai nidi, sulla sommità delle piante, possono fuoriuscire in primavera numerosissimi peli che provocano gravi disturbi per contatto ma anche per inalazione). Se l’attacco è particolarmente virulento può compor-
tare anche la completa defogliazione di tutti i rametti. Il deperimento della pianta è notevole e può sopraggiungere facilmente la morte. Lotta Di tipo meccanico dove è possibile (dipende dalle dimensioni della pianta): asportazione e distruzione dei nidi. Di tipo chimico: si interviene in agosto, con prodotti specifici contro le larve (si usa Carbaril o Clorpirifos). Di tipo biologico: si può utilizzare Bacillus thuringiensis; altri tipi di lotta biologica sono attualmente in fase di sperimentazione. In natura, nei boschi, è molto efficace l’uso della formica Rufa (e altre specie), grande predatrice delle larve.
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PINO STROBO F amiglia : P inaceae • g enere : P inus • S pecie : O rigine : n ord a merica
strobus
l.
Varietà Nana, con modesto sviluppo e chioma arrotondata e fitta. Resiste bene al freddo.
PER RICONOSCERLO Arborea sempreverde con portamento conico; con il passare degli anni tende a diradarsi nella parte interna. ALTEZZA Può raggiungere i 20-30 m. CRESCITA Molto rapida. FUSTO Diritto, con corteccia bruno-grigiastra. FOGLIE Aghiformi, lunghe 5-10 cm e riunite in mazzetti di 5; molto sottili, diritte e non pendule. Di color verde chiaro. FIORE Maschili e femminili separati ma presenti sulla stessa pianta. I maschili raccolti in gruppi alla sommità dei giovani germogli; i femminili riuniti in piccoli coni verde-rossastri. FRUTTO Le pigne sono lunghe e affusolate (1015 cm), leggermente ricurve e bruno-rossastre a maturazione.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Tollera anche posizioni ombreggiate. TEMPERATURA Non teme le basse temperature. TERRENO Non sopporta i terreni calcarei. Si adat-
ta bene a quelli argillosi e umidi. IRRIGAZIONI Abbastanza esigente. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo tagli di risanamento.
Avversità Afide lanigero dei pini (Pineus pini) Attacca le specie del genere Pinus e può anche avere un ciclo dioico sugli abeti. Il termine “lanigero” deriva dal fatto che gli adulti, di colore aranciato, si ricoprono di una secrezione biancastra e lanuginosa, che conferisce un aspetto ceroso a tutto il rametto su cui si sviluppano le colonie. Esiste un altro afide lanigero, molto simile, che attacca esclusivamente il pino strobo: è Eopineus strobus; il danno è dovuto alle innumerevoli punture che l’afide pratica sugli organi legnosi e che possono comportare gravi deperimenti all’intera pianta. Come conseguenza è facile che avvengano ulteriori attacchi sia fungini sia parassitari che possono portare rapidamente la pianta alla morte. Lotta Di tipo chimico e solo in caso di gravi attacchi: oli bianchi addizionati con prodotti a base di piretro distribuiti a fine inverno, ogni 15 giorni, e se necessario anche per più anni.
Note È molto sensibile agli inquinanti atmosferici: gli aghi arrossano e poi cadono.
Alberi
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TASSO O ALBERO DELLA MORTE F amiglia : t axaceae • g enere : t axus • S pecie : baccata l. O rigine : e uroPa e a frica settentrionale PER RICONOSCERLO
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO
Arborea sempreverde, la cui chioma si espande irregolarmente e può assumere anche aspetto cespuglioso. ALTEZZA Solitamente 10-12 m, ma può arrivare anche fino a 20 m. CRESCITA Molto lenta. FUSTO Eretto; corteccia liscia, bruno-rossastra con tonalità violacee dove si staccano le placche. FOGLIE Aghiformi, appiattite, lunghe circa 3 cm, disposte sul ramo in 2 file simmetriche dorso-ventrali. Di colore verde scuro, lucide. FIORE Pianta dioica. Fiori maschili piccoli, gialli, su rami di 1 anno; femminili verdastri, solitari, alla base delle foglie. FRUTTO Arillo carnoso rosso intenso che avvolge un unico seme di color verde scuro.
LUCE Poco esigente. Può stare in ambienti molto soleggiati o anche ombreggiati. TEMPERATURA Buona resistenza sia al freddo sia al caldo. TERRENO Non ha particolari esigenze. Sopporta bene anche quelli calcarei. IRRIGAZIONI Non necessita di molte irrigazioni. Mal sopporta i ristagni idrici.
Note é pianta particolarmente longeva.
Varietà Semperaurea a foglia dorata, di lenta crescita e con rametti eretti e fitti.
Alberi
sempreverdi
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Avversità Oziorrinco (Otiorrhynchus rugosostriatus) Coleottero curculionide le cui larve – con corpo biancastro, dimensioni notevoli e tipicamente incurvate a “C” – attaccano le radici distruggendole. Le piante colpite dall’oziorinco deperiscono e possono anche morire. Il parassita compie una generazione all’anno e sverna come larva.
attacchi all’apparatO raDicale
attacchi al legnO attacchi alla vegetaziOne
patOgenO
tipOlOgia
Danni
Otiorrhynchus rugosostriatus Armillaria mellea Rosellinia necatrix Cocciniglie Polyporus schweinitzii Batodes angustioranus Eriophyes psilaspis Phyllosticta taxi Mycosphaerella taxi
lepidottero fungo fungo rincoti fungo lepidottero acaro fungo fungo
distruzione delle radici marciumi radicali marciumi radicali su rami e foglie carie del legno defogliazione galle su gemme avvizzimenti fogliari avvizzimenti fogliari
CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Non soffre i tagli e può essere confor-
mato a piacimento.
SPECIE E VARIETË Esistono molte varietà, che differiscono per dimensioni, portamento e colorazione delle foglie Varietà Devastoniana Aurea, con germogli dorati e fogliame scuro bordato di giallo.
Lotta Essenzialmente di tipo biologico: terricci irrorati con liquido fisiologico contenente nematodi del genere Heterorhabdis, parassiti delle larve di oziorrinco. La lotta di tipo chimico è difficoltosa in quanto, diretta contro le femmine al momento dello sfarfallamento (in giugno), deve essere tempestiva; si usano prodotti a base di azinfos-metile o endosulfan.
● T. b. var. Fastigiata Ha portamento tipicamente colonnare. A 10 anni può raggiungere al massimo i 2 m di altezza mentre la chioma non supera mai i 50 centimetri. ● T. b. var. Fastigiata-Aurea Come la precedente ma con fogliame giallo oro.
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sempreverdi
TUJA F amiglia : c u P r e s s a c e a e • g enere : t H u j a • S pecie : o r i e n t a l i s l . O rigine : a s i a ( i n P a r t i c o l a r e m a n c i u r i a ) PER RICONOSCERLA
FIORE Pianta monoica. I fiori maschili, giallo-ros-
Arborea sempreverde portamento conicopiramidale, eretto. Chioma compatta e regolare. ALTEZZA Mediamente 5-6 m, ma può anche raggiungere i 12 m. CRESCITA Medio-lenta. FUSTO Diritto, ramificato fin dalla base. Corteccia rossastra, sottile che si screpola facilmente. FOGLIE Squamiformi, piccole, su rametti esili, elastici e appiattiti. Di colore verde chiaro, giallastre sui giovani germogli.
sastri, situati sulla punta dei germogli; i femminili, coni verde-giallastro della dimensione di un pisello. FRUTTO Strobili tondeggianti, ricchi di uncini erbacei. Di colore verde-glauco, imbruniscono e si aprono spontaneamente a maturità.
Esistono varietà a chioma piramidale e con vegetazione sempre molto densa.
Particolarmente curiosi, i frutti della tuja sono coni globosi, formati da 6 squame legnose con apice ricurvo a uncino.
Note Non sopporta lÕinquinamento atmosferico.
Alberi
sempreverdi
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Gradisce posizioni molto soleg-
giate. TEMPERATURA Buona resistenza sia al
caldo sia al freddo. TERRENO Si adatta a tutti, ma preferisce
quelli silicei. IRRIGAZIONI Regolari. Teme moltissimo
i ristagni d’acqua e resiste molto bene alla siccità. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo di risanamento. Non soffre i tagli e può essere conformata a piacimento.
SPECIE E VARIETÀ
● T. o. var. Aurea-nana Foglie di colore giallo-verde. A 10 anni dall’impianto non raggiunge i 40 cm di altezza e sviluppa in larghezza la stessa misura. Adatta per giardini rocciosi. ● T. occidentalis Ha foglie più spesse e più compatte di T. orientalis. È più rustica e si adatta meglio ai climi più rigidi. ● T. occidentalis var. Cespitosa Non supera i 15-20 cm di altezza. Con foglie verdi o gialle. Adatta per giardini rocciosi. ● T. occidentalis var. Hetz Midget Come la Cespitosa ma con fogliame dorato. ● T. plicata Particolarmente adatta per siepi di grandi dimensioni. A 10 anni può superare i 3 m di altezza. Esistono varietà con fogliame blu argentato e altre verde brillante.
Molto resistente al freddo la tuja è particolarmente adatta a formare barriere e siepi.
Avversità Floesino della tuja (Fhloeosinus thujae) Piccolissimo coleottero, di colore nerastro e con caratteristico corpo cilindrico, che attacca tutti gli organi legnosi di tuje e cipressi. Sia come adulto sia come larva, scava gallerie insediandosi soprattutto su piante già debilitate da altri agenti patogeni, concorrendo alla loro morte.
Lotta Soprattutto agronomica (vedi pissode del pino pag. 101). Può anche essere chimica, ma è necessario cogliere il momento dello sfarfallamento degli adulti (periodo primaverile) e usare prodotti endoterapici, soprattutto sui germogli erbacei di tuja.
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cAducifogli
ACERO AMERICANO O NEGUNDO F amiglia : a ceraceae • g enere : a cer • S pecie : O rigine : n ord a merica PER RICONOSCERLO Arborea caducifoglia con portamento ridotto rispetto all’acero bianco; chioma espansa e globosa.Può essere allevata a cespuglio medio-alto. ALTEZZA In media 8-10 m, ma può raggiungere i 15 m. CRESCITA Molto rapida. FUSTO Leggermente contorto, con corteccia grigio-brunastra; i rami rimangono a lungo color verde. FOGLIE Imparipennate, a 3-5-7, ovoidali e con margine dentato; lunghezza di circa 5-7 centimetri. Colore verde chiaro. FIORE Pianta dioica; infiorescenze maschili verdastre con sfumature rosa; femminili in amenti penduli giallo-verdastro. FRUTTO Samare doppie con ali di circa 3 cm.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Buona illuminazione ma non soffre le zone
a mezz’ombra. TEMPERATURA Buona resistenza al freddo. TERRENO Molto rustica, si adatta a ogni tipo di
terreno. IRRIGAZIONI Normali. Resiste bene anche ai ri-
stagni idrici. CONCIMAZIONI Normali. Poco esigente. POTATURE Non richiede potature.
SPECIE E VARIETÀ Esistono molte varietà allevate per scopi ornamentali, alcune con portamento cespuglioso, altre conformate ad alberello. ● A. n. var. Aureo-marginatum Foglie con caratteristiche bordure gialle. ● A. n. var. Aureum Foglie di colore giallo intenso.
negundo
l.
● A. n. var. Flamingo Foglie con sfumature bianco rosate.
● A. n. var. Variegatum Foglie con bordi bianchi o macchie bianche all’interno della superficie fogliare Note Mal sopporta lÕinquinamento atmosferico.
Alberi
cAducifogli
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Avversità degli aceri Tutte le diverse specie di aceri presentano gli stessi nemici naturali e per questo preferiamo raggruppare in un’unica tabella gli insetti e i patogeni che possono provocare danni al genere Acer. Oidio o mal bianco dell’acero (Uncinula aceris e Oidium spp.) Fungo che attacca il nocciolo, il frassino e l’ontano e in modo particolare l’acero americano. Le foglie inizialmente si decolorano, quindi si rivestono su entrambe le pagine di una muffa
attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
bianca polverulenta, si deformano e infine si evidenziano macchie nerastre che precedono spesso la caduta. Attacchi massicci comportano defogliazione diffusa, gravi stress per la pianta e danno estetico notevole. Le infezioni avvengono in maggio-giugno (favorite dal clima caldo umido) e in luglio (si propaga partendo dalle foglie cadute a terra e non tempestivamente rimosse). Lotta Di tipo chimico: trattamenti con triazoli, zolfo e pirimidine alla comparsa dei primi sintomi
patOgenO
tipOlOgia
Danni
Armillaria mellea Phytophtora spp. Cossus cossus Zeuzera pyrina Eleucanium corni
fungo fungo lepidottero lepidottero cocciniglia
Ganoderma spp. Fomes spp. Coriolus spp. Polyporus spp. Nectria spp. Limantria dispar Hyphantria cunea Euproctis chrysorrhoea Periphyllus acericola Chaithophorus spp. Metcalfa pruinosa
fungo fungo fungo fungo fungo lepidottero lepidottero lepidottero afide afide rincote
marciumi radicali e del colletto marciumi radicali e del colletto gallerie nel legno (larve) gallerie nel legno (larve) infestazione dei rami e deperimento carie del legno carie del legno carie del legno carie del legno cancri rameali defogliazione (larve) defogliazione (larve) defogliazione (larve) infestazione di germogli e foglie infestazione di germogli e foglie infestazione di tutta la vegetazione con abbondante produzione di melata e secrezioni cerose galle fogliari necrosi di germogli e foglie
Artacris macrorhynchus acaro Uncinula aceris fungo (oidio o mal bianco) Gloeosporium apocryptum fungo macchie necrotiche fogliari Venturia acerina fungo macchie necrotiche fogliari Septoria fungo macchie necrotiche fogliari Rhytisma acerinum fungo macchie necrotiche fogliari Clorosi fogliari dovute a terreno calcareo. Necrosi fogliari e deperimenti dovute a terreno asfittico (molto sensibile l’acero bianco). Rotture di rami a causa di vento e neve (molto sensibile l’acero americano).
Alberi
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cAducifogli
ACERO BIANCO F amiglia : a ceraceae • g enere : a cer • S pecie : O rigine : n ord a merica PER RICONOSCERLO Arborea caducifoglia con portamento irregolare e chioma espansa. Anche arbusto di grandi dimensioni. Particolarmente elegante.
Saccharinum
l.
ALTEZZA Mediamente 15-20 m ma può raggiungere anche i 30 m. CRESCITA Molto rapida. FUSTO Diritto, con corteccia liscia e grigia. FOGLIE Semplici, palmate a 5 lobi, profondamente incise, con margine caratterizzato da profondi denti. Verde chiaro sulla pagina superiore e più chiaro argenteo in quella inferiore; bellissime le tonalità giallo-arancio-rosso della stagione autunnale. FIORE Pianta monoica con fiori poco evidenti, riuniti in infiorescenze. Fiorisce a fine marzo. FRUTTO Samara doppia munita di ampie ali, lunghi anche 4-5 cm.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Buona insolazione, ma sopporta anche
posizioni un po’ ombreggiate. TEMPERATURA Buona resistenza al freddo, ma
non al vento data la fragilità del legno. TERRENO Poco esigente, ma non gradisce gli
eccessi di calcare. Deve comunque essere profondo e ben drenato. IRRIGAZIONI Normali. Non sopporta ristagni idrici. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Non necessita di potature, solo della rimozione dei rami morti o danneggiati da eventi atmosferici.
SPECIE E VARIETË
● A. s. var. Laciniatum Foglie con lobi molto incisi, frastagliati e appuntiti. ● A. s. var. Pyramidalis La caratteristica principale è il portamento colonnare con chioma particolarmente stretta. Le foglie di acero bianco hanno un caratteristico colore verde pallido nella pagina superiore e bianco argenteo in quella inferiore.
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Avversità Limantria (Limantria dispar) Lepidottero defogliatore con apertura alare di circa 4 cm che attacca sia le latifoglie sia le conifere. Presenta un evidente dimorfismo sessuale: le femmine, che possono arrivare anche a 6 cm, hanno ali biancastre, con più o meno accentuate variegature biancastre; i maschi, più piccoli, sono molto scuri, di colore brunastro con maculature nerastre. Depongono sui tronchi uova giallastre protette da un rivestimento giallo intenso e compatto. Le larve (anche di 7-8 cm) sono molto pelose, di colore grigio-brunastro e con un’inconfondibile doppia striscia di tubercoli tondeggianti di colore blu e rosso.
Le larve sono gli agenti di danno e attaccano la pianta anche in modo massiccio, defogliandola completamente. Gli esemplari attaccati sono costretti a ricacciare, si indeboliscono e diventano estremamente vulnerabili a molti altri patogeni. Compie una generazione all’anno e sverna come uovo, protetto da un bozzolo giallo, sulla corteccia del tronco e delle branche. Lotta Di tipo chimico: prodotti a base di piretroidi, alfa- e deltametrina solo in caso di gravi infestazioni. Di tipo biologico: Bacillus thuringiensis in primavera contro le larve. Nemici naturali sono Calosoma sycophanta (coleottero), Compsilura concinnata (dittero) e imenotteri.
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ACERO DEL GIAPPONE f amiglia : a ceraceae • g enere : a cer • s Pecie : o rigine : c ina e g iaPPone PER RICONOSCERLO Arborea caducifoglia. Piccolo alberello con chioma piatta-ombrelliforme. ALTEZZA Normalmente 1-3 metri. Può raggiungere anche i 5-6 m. CRESCITA Medio-lenta. FUSTO Eretto e sinuoso. Corteccia grigio-verdastra, liscia. Diventa rugosa negli esemplari adulti. FOGLIE Semplici, palmato-lobate, con divisioni molto pronunciate (da 5 a 9); apice molto appuntito e margine seghettato. Di colore verde in primavera e rosso bronzeo in autunno. FIORE Ermafroditi. In infiorescenze a corimbo di colore giallo-rossastro. Compaiono in primavera. FRUTTO Disamara.
Palmatum
l.
IRRIGAZIONI Normali. Mal sopporta i ristagni
idrici. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo di risanamento.
SPECIE E VARIETÀ
Soffre il calcare.
● A. japonicum Specie con moltissime varietà, tutte molto utilizzate a scopo ornamentale; foglie dal rosso al dorato (var. Aureum) a seconda del tipo. ● A. p. var. Atropurpureum Come Dissectum ma con fogliame color rosso vivo. ● A. p. var. Dissectum Foglie dotate di molti lobi, tanto da assumere un aspetto frastagliato. Il colore delle foglie è verde intenso. ● A. p. var. Dissectum Ornatum Come Dissectum ma con fogliame rosso bronzeo. ● A. p. var. Osakazuki Foglie di notevoli dimensioni; di colore rosso in autunno-inverno e verde chiaro in estate. ● A. p. var. Senkaki Foglie giallo rosate in autunno e verdi in estate.
Gli aceri del Giappone sono tra gli aceri maggiormente coltivati a scopo ornamentale. Crescono bene anche in zone costiere.
Le colorazioni autunnali del fogliame variano nelle diverse cultivar da giallo ad arancione a rosso bronzato.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Posizioni ombreggiate. TEMPERATURA Teme il freddo e le gelate. Predi-
lige climi temperato-caldi. TERRENO Freschi e umidi, tendenzialmente acidi.
Alberi
cAducifogli
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ACERO ROSSO F amiglia : a ceraceae • g enere : a cer • S pecie : O rigine : a merica nordorientale PER RICONOSCERLO Arborea caducifoglia con portamento eretto; chioma globosa e irregolare. ALTEZZA Difficilmente arriva ai 10 m. CRESCITA Medio-rapida. FUSTO Diritto, con corteccia liscia e di colore grigio-bruno. FOGLIE Semplici, palmate, generalmente a 3 lobi, e margine dentato. Colore verde vivo sulla pagina superiore e più chiaro con riflessi argentati suquella inferiore; tonalità rosso dorate in autunno. FIORE Pianta dioica; fiori rossastri che sbocciano a inizio primavera prima dell’emissione delle foglie. FRUTTO Samare doppie, piccole e di colore rossastro.
rubrum
l.
SPECIE E VARIETÀ
● A. platanoides var. Drummondii Con margine fogliare bianco; per conservare questa caratteristica, esteticamente pregevole, è bene eliminare tutti i rami con foglie completamente verdi. ● A. pseudoplatanus var. Brilliantissimum Con foglie primaverili di colore rosato. A crescita molto lenta.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Pieno sole, ma non soffre la mezz’ombra. TEMPERATURA Buona resistenza al freddo; col-
tivato anche in climi miti. TERRENO Non calcareo. Gradisce quelli silicei e
molto umidi. IRRIGAZIONI Gradisce molta umidità, quindi irrigazioni più frequenti rispetto agli altri aceri. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Non richiede potature.
Note Vegeta bene anche in zone costiere.
Avversità Croste nere dell’acero (Rhytisma acerinum e Melasmia acerina) Fungo caratteristico dell’acero (in particolare dell’acero campestre). Si manifesta nel periodo estivo su entrambe le pagine fogliari con caratteristiche chiazze tondeggianti nerastre, inspessite a forma di crosta. Se l’infestazione è grave
provocano caduta delle foglie e quindi notevole danno estetico. Il patogeno permane nelle foglie cadute e non rimosse tempestivamente. Lotta Di tipo agronomico: tagliare, allontanare prontamente dal terreno e distruggere le parti infette. Di tipo chimico: trattamenti con prodotti rameici all’apertura delle gemme.
Alberi
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cAducifogli
ALBERO DI GIUDA F amiglia : l eguminosae O f abacee • g enere : c ercis • S pecie : • O rigine : m editerraneo orientale PER RICONOSCERLO Arborea caducifoglia. Il portamento è quello di piccolo albero con chioma ampia e globosa. ALTEZZA Mediamente 5-8 m. CRESCITA Medio-veloce. FUSTO Eretto e contorto, con corteccia liscia e nerastra. I rami assumono linee sinuose e zigzaganti. FOGLIE Semplici, tondeggianti (diametro di c. 6-7 cm). Di colore verde scuro nella pagina superiore e glauche in quella inferiore. FIORE Ermafroditi. In infiorescenze a grappolo che ricoprono tutta la pianta, compresi rami e Note Sopporta benissimo lÕinquinamento urbano.
siliQuastrum
l.
tronco. Il colore rosa violaceo fa risaltare il nero dei rami. La fioritura è precoce (marzo-aprile) e precede l’emissione delle foglie. FRUTTO Legume. Baccelli rossastri lunghi 8-10 cm che permangono sulla pianta fino a inverno inoltrato.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Pieno sole. Posizionare in zone riparate. TEMPERATURA Sensibile alle basse temperature.
Predilige climi miti e temperati. TERRENO Calcarei. È però molto rustica e si adatta anche a substrati rocciosi. IRRIGAZIONI Non necessarie. Non sopporta i ristagni idrici. CONCIMAZIONI Non necessarie. POTATURE Tagli di formazione e spollonatura al piede.
Alberi
cAducifogli
Avversità Ragnetto rosso (Tetranychus urticae) Piccolo acaro che attacca molte specie arboree ed erbacee; di colore rosso, più scuro in età adulta; in fase giovanile trasparente e biancastro. Vive in colonie numerosissime, soprattutto sugli apici dei giovani rami avvolgendoli con fitte ragnatele sericee, all’interno delle quali si sviluppa e trova riparo. Compie 8-10 generazioni all’anno e sverna come femmina adulta nelle increspature della corteccia delle piante.Attacca le foglie depigmentandole; si formano così macchie bianche su tutta la lamina; successivamente le foglie rinsecchiscono e poi cadono. Lotta Di tipo chimico: prodotti a base di benzoximate solo in caso di forti infestazioni. In caso di attacchi di piccole dimensioni anche di tipo agronomico: asportare tutti i rametti su cui sono presenti le ragnatele. Di tipo biologico (un uso sconsiderato di insetticidi o acaricidi rischia di danneggiare gravemente l’equilibrio fra predatori e parassita): ha un’infinità di nemici naturali che spesso sono sufficienti per controllarne la popolazione; fra i più importanti, altri acari come Zetzellia mali, e molti insetti, come coleotteri coccinellidi (Stethorus punctillum), neurotteri, ditteri ecc.
attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi
patOgenO
tipOlOgia
Danni
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Eulecanium spp. Saissetia spp. Aspidiotus spp. Botryospheria ribis Verticillium albo-atrum Ganoderma spp. Fomes spp. Psylla spp. Tetranychus urticae
fungo fungo cocciniglia cocciniglia cocciniglia fungo fungo fungo fungo rincote acaro
marciumi radicali marciumi radicali infestazione dei rami e deperimento infestazione dei rami e deperimento infestazione dei rami e deperimento cancri rameali disseccamento dei rami carie del legno carie del legno abbondante produzione di melata arrossamenti e caduta delle foglie
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Alberi
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cAducifogli
ALBERO DEI ROSARI F amiglia : m eliaceae • g enere : m elia • S pecie : O rigine : i ndia e c ina
azedaracH
l.
PER RICONOSCERLO
FIORE Ermafroditi. produce infiorescenze a
Arborea caducifoglia con portamento arboreo. Chioma leggera, molto estesa e globosa. ALTEZZA Mediamente 10-12 m, ma può raggiungere anche i 15 m. CRESCITA Rapidissima. FUSTO Diritto, con corteccia liscia e grigio-verdastra. Ramifica molto alto. FOGLIE Composte, imparipennate, lunghe fino a 80 centimetri. Le foglioline sono ovato-acuminate, con margini dentati. Colore verde vivo.
pannocchia con molti piccoli fiori viola scuro striati di bianco. FRUTTO Drupa (diametro di c. 1 cm) prima di colore verde scuro poi, a maturazione, giallo-ocra. Persistente fino all’inizio dell’inverno.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Pieno sole, ma ben riparata dai venti. TEMPERATURA Tollera poco le basse temperatu-
re. Predilige climi temperati. TERRENO Acido. Soffre substrati compatti e asfittici.
Alberi
cAducifogli
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I fiori dell’albero dei rosai producono piccoli frutti tondeggianti.
IRRIGAZIONI Resiste molto bene alla siccità. Non
servono quindi frequenti annaffiature.
CONCIMAZIONI Non necessarie. POTATURE Solo di risanamento.
Avversità attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi
patOgenO
tipOlOgia
Danni
Armillaria mellea Helicobasidium purpureum Fomes spp. Ganoderma spp. Polyporus spp. Nectria spp. Phyllosticta azedarachis Cercospora meliae Cercospora leucosticta
fungo fungo fungo fungo fungo fungo fungo fungo fungo
marciumi radicali marciumi radicali carie del legno carie del legno carie del legno cancri rameali macchie necrotiche fogliari macchie necrotiche fogliari macchie necrotiche fogliari
Alberi
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ALBIZZIA F amiglia : l eguminosae
o
f abacee • g enere : a lbizzia • S pecie : O rigine : a sia occidentale
julibrissin
a.
PER RICONOSCERLA
FIORE Ermafroditi. Infiorescenze di capolini riu-
Arborea caducifoglia con portamento arboreo. Chioma ombrelliforme, ramificazioni contorte, molto espanse e orizzontali. Spesso con ramoscelli penduli. ALTEZZA Mediamente 10-12 m. CRESCITA Rapida. FUSTO Diritto, con corteccia liscia e di colore grigio-verde. FOGLIE Composte, bipennate (ogni pinna con più di 20 foglioline), leggerissime; superano anche i 30 cm di lunghezza; si chiudono a libro durante le ore notturne. Di colore verde intenso.
niti in racemi. Gli stami lunghissimi conferiscono al fiore un aspetto piumoso e globulare. Il colore variabile da crema a rosa, rosso, violaceo. Fioritura estiva. FRUTTO Legumi. Baccelli di 8-10 cm che rimangono sulla pianta fino a inverno inoltrato.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Pieno sole. In posizione protetta dai venti
freddi. TEMPERATURA Non troppo resistente al freddo. TERRENO Leggermente acidi e umidi. Sopporta
bene anche quelli sabbiosi e asciutti; non gradisce quelli calcarei.
Alberi
cAducifogli
I fiori dell’albizzia (anche chiamata acacia di Costantinopoli) sono cratterizzati da lunghissimi stami aranciati.
IRRIGAZIONI Non è troppo esigente. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE È sufficiente rimuovere i rami morti
o danneggiati.
SPECIE E VARIETË
● A. j. var. Rosea Portamento arboreo ma di dimensioni inferiori. Resiste bene ai climi rigidi. La fioritura è estiva e i fiori sono rosa carico.
Avversità attacchi al legnO
attacchi
patOgenO
tipOlOgia
Danni
Cossus cossus Diaspis pentagona Aspidiotus hederae Saissetia oleae Nectria spp. Botryosphaeria spp. Ganoderma spp. Fomes spp. Icerya purchasi Aphis craccivora (afide nero) Metcalfa pruinosa
lepidottero cocciniglia cocciniglia cocciniglia fungo fungo fungo fungo cocciniglia afide rincote
infestazione dei giovani rami infestazione di rami e branche infestazione di rami e branche infestazione di rami e branche cancri rameali cancri rameali carie del legno carie del legno gravi infestazioni di rami e germogli infestazione dei germogli abbondante melata e secrezioni cerose con conseguente difficoltà di scambi gassosi; deperimento generale
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Alberi
122
cAducifogli
BETULLA BIANCA O ARGENTATA F amiglia : b etulaceae • g enere : b etula • S pecie : O rigine : e uroPa e a sia
alba
l.
PER RICONOSCERLA Arborea caducifoglia con portamento slanciato e chioma poco espansa. I giovani rami sono penduli. Particolarmente elegante. ALTEZZA Può arrivare ai 25-30 m. CRESCITA Molto rapida. È una pianta poco longeva. FUSTO Diritto. Con corteccia liscia e di colore bianco. Si sfalda in fogli molto sottili. Con gli anni la parte basale del tronco diviene rugosa. FOGLIE Semplici. Alterne sul rametto, di forma romboidale. Verdi sulla pagina superiore e verde chiaro su quella inferiore. Mediamente sono 4 cm per 6 centimetri. In autunno assumono una colorazione giallo dorata molto piacevole.
Le foglie della varietà Dalecarlica, sono profondamente incise e in autunno si colorano intensamente di giallo oro.
FIORE Pianta monoica; infiorescenze maschili in amenti penduli di colore bruno chiaro; femminili in amenti più piccoli e verdastri. Compaiono in primavera prima dell’emissione delle foglie FRUTTO Acheni con 2 ali bianche.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Richiede buona insolazione TEMPERATURA Buona resistenza al freddo. Può
essere coltivata anche in zone a clima caldo, a patto di non farle mancare buone irrigazioni terreno Gradisce terreni acidi, sciolti e aerati. IRRIGAZIONI Abbondanti, ma attenzione ai ristagni idrici prolungati CONCIMAZIONI Non necessita di apporti. È considerata specie pioniera proprio per le sue scarse esigenze: POTATURE Deve essere capitozzata quando raggiunge altezze che potrebbero provocare spaccature (anche se il legno è molto elastico).
SPECIE E VARIETÀ
La corteccia della betulla bianca, inizialmente di colore bianco, negli adulti diventa verrucosa alla base.
Si tenga presente che B. pendula e B. verrucosa vengono considerati sinonimi di B. alba. ● B. a. var. Dalecarlica Con ramificazioni ricadenti, corteccia grigio argentea e foglie molto frastagliate. È adatta per zone a clima rigido. Re-
Alberi
cAducifogli
siste bene all’inquinamento atmosferico e quindi risulta utilizzabile anche in giardini cittadini. ● B. a. var. Joungii Betulla piangente con rami che possono arrivare a toccare il terreno. Non supera solitamente i 3 m di altezza in età adulta. Particolarmente rustica, può essere coltivata ovunque.
● B. pubescens È più resistente al freddo della betulla bianca. i rami sono più eretti e non penduli. Necessita di terreno decisamente acido. A differenza della congenere, sopporta molto bene anche i terreni acquitrinosi.
Avversità Saperda (Saperda carcharias) Coleottero cerambicide molto comune che attacca la parte legnosa delle piante (principalmente pioppi, salici e betulle). Gli adulti sono lunghi circa 3 cm, di colore grigio punteggiato e con antenne rivolte verso la parte posteriore del corpo; le larve sono lunghe 3-4 cm, di colore biancastro con sfumature gialle e rosse. Sono loro che provocano gravi danni scavando gallerie sia nel fusto sia nelle branche; dai fori fuoriesce un caratteristico e tipico liquido denso e nerastro. Ciò rende la pianta molto fragile e facilmente danneggiabile; oltre alle rotture
attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
degli organi legnosi si manifesta deperimento generale e attacchi di carie e cancri. Solitamente il parassita sverna come larva (il ciclo dura 2-3 anni) sotto la corteccia. Lotta Principalmente di tipo chimico: in primavera (contro le giovani larve), abbondanti lavaggi degli organi legnosi con parataion o metil parataion. Si possono anche usare spray nei fori delle gallerie contro le larve più adulte. Di tipo agronomico: non lasciare mai nel giardino i residui della potatura, poiché rappresentano un ottimo substrato per il propagarsi dell’infestazione.
patOgenO
tipOlOgia
Danni
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Cossus cossus (rodilegno rosso) Zeuzera pyrina (rodilegno giallo)
fungo fungo lepidottero
marciumi radicali marciumi radicali gallerie nel tronco e nei rami
lepidottero
gallerie nel tronco e nei rami
Saperda carcharias Cryptorrhynchus lapatii
coleottero coleottero
gravi danni a tutte le parti legnose gallerie nel legno (larve); distruzione della corteccia dei giovani rami (adulti) Synanthedon culiciformis lepidottero gallerie nel tronco e nei rami Ganoderma spp. fungo carie del legno Fomes spp. fungo carie del legno Polyporus spp. fungo carie del legno Stereum spp. fungo carie del legno Diversi coleotteri scolitidi scavano gallerie sotto la corteccia. Metcalfa pruinosa rincote melata e secrezioni cerose su giovani rami e foglie Limantria dispar lepidottero defogliazione Phyllactinia guttata fungo necrosi di germogli e foglie (mal bianco) Phyllosticta betulina fungo macchie fogliari Gloeosporium spp. fungo macchie fogliari Numerosi tipi di afidi infestano foglie e germogli.
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Alberi
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cAducifogli
CARPINO BIANCO F amiglia : c orylaceae • g enere : c arPinus • S pecie : betulus l. O rigine : e uroPa centrale e regioni caucasicHe PER RICONOSCERLO Arborea caducifoglia con portamento arboreo, slanciato, con chioma ovale-allungata, particolarmente folta. Può anche assumere portamento arbustivo. ALTEZZA Mediamente 10-12 m, ma può arrivare ai 20 m. CRESCITA Medio-lenta. FUSTO Eretto, con ramificazione assurgente e corteccia di colore grigio cenerino. FOGLIE Semplici, di forma ovale-oblunga (6-10 cm) con apice acuminato e margine fittamente dentato. Di colore verde scuro, più chiaro nella pagina inferiore.
Il fogliame del carpino si mantiene secco sui rami fino a primavera inoltrata.
FIORE Pianta monoica; infiorescenze maschili in amenti lunghi circa 4 cm, penduli, di colore giallo sporco; quelle femminili piccole, erette e all’apice dei rametti.
Nella varietà Fastigiata la chioma ha forma a fiamma; con il tempo diviene più allargata ma sempre fitta.
Alberi
cAducifogli
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Avversità Euprottide (Euproctis chysorrhoea) Lepidottero limantride defogliatore le cui larve attaccano quasi tutte le latifoglie e i fruttiferi. L’adulto è una farfalla bianca di circa 3 cm con puntini neri e corpo giallastro; le larve, lunghe circa 3 cm, sono scure con striature lungo il corpo bianche e arancio. Compie una generazione all’anno e sverna come larva in nidi (10 cm) costruiti l’autunno precedente sulla sommità della chioma. L’attacco provoca deperimento attacchi
generale e possibili infezioni da altri patogeni. Lotta Di tipo chimico (soltanto se l’infestazione è notevole): con prodotti a base di piretro; si sconsigliano altri prodotti anche se efficaci (in zone urbane) per problemi di tipo legislativo e legati all’ambiente circostante. Di tipo biologico: in fase sperimentale con prodotti contenenti Theolohania hyphantriae, un protozoo che pare riesca a mantenere sotto controllo la presenza delle giovani larve.
patOgenO
tipOlOgia
Danni
Armillaria mellea
fungo
marciumi radicali
alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
Cossus cossus (rodilegno rosso) lepidottero Zeuzera pyrina (rodilegno giallo) lepidottero Fomes spp. fungo Polyporus spp. fungo Ganoderma spp. fungo Stereum spp. fungo Nectria spp. fungo Cylindrosporium spp. fungo Gloeosporium spp. fungo Phyllactinia corylea (mal bianco) fungo Oidium spp. (mal bianco) fungo Euproctis chrysorrhoea lepidottero Limantria dispar lepidottero Hyphantria cunea lepidottero Eotetranychus carpini acaro (ragnetto giallo) Numerosi tipi di afidi infestano foglie e rametti.
gallerie nel tronco e nei rami gallerie nel tronco e nei rami marciumi radicali marciumi radicali marciumi radicali marciumi radicali cancri dei rametti macchie necrotiche fogliari macchie necrotiche fogliari necrosi di germogli e foglie necrosi di germogli e foglie defogliazione defogliazione defogliazione punture fogliari
FRUTTO Acheni ovoidali di colore verdastro, ri-
POTATURE Sopporta bene ogni tipo di taglio.
coperti da una brattea trilobata; riuniti in infruttescenze lunghe 15 cm circa. Permangono sulla pianta anche dopo la caduta delle foglie.
Frequenti spollonature.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Pieno sole; non disdegna anche posizioni a mezz’ombra. TEMPERATURA Molto rustica, si adatta bene a ogni clima. TERRENO Sciolti e profondi. Non sopporta né i terreni calcarei né quelli argillosi. IRRIGAZIONI Normali. Teme i ristagni idrici. CONCIMAZIONI Normali.
SPECIE E VARIETË
● C.b. var. Fastigiata A crescita lenta e sviluppo dei rami limitato. Molto resistente all’inquinamento atmosferico e quindi particolarmente adatta anche per piccoli giardini urbani. ● C.b. var. Incisa Foglie piccole, profondamente incise al margine, quasi frastagliate. ● C.b. var. Purpurea Fogliame di colore rosso cupo. ● C.b. var. Pyramidalis Portamento eretto e forma conica. Adatto anche per piccoli giardini.
Alberi
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cAducifogli
FAGGIO F amiglia : F agaceae • g enere : F agus • s pecie : O rigine : e uropa centrale
sylvatica
l.
PER RICONOSCERLO
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO
Arborea caducifoglia con portamento conicogloboso; chioma espansa nelle piante adulte. Può assumere anche aspetto arbustivo (varietà ornamentali). ALTEZZA Media di circa 15 m, ma può raggiungere anche i 40 m. CRESCITA Medio-lenta. FUSTO Diritto, con corteccia liscia e di colore grigio. FOGLIE Semplici, ovoidali a margine intero, lunghe circa 8-10 cm; alterne sul rametto. Pagina superiore lucida e di colore verde intenso, più chiara quella inferiore. Bellissime tonalità giallo rosse in autunno. FIORE Pianta monoica; fiori maschili in amenti color rossastro dotati di un lungo peduncolo; quelli femminili, in gruppi di 2 o 3, posti nella parte terminale del ramo. FRUTTO Noce legnosa di forma ovoidale, lunga circa 2-3 cm.
LUCE Buona insolazione. Sopporta anche posi-
zioni un po’ ombreggiate. Non vegeta bene in pianura né in zone esposte. TEMPERATURA Rifugge sia climi secchi sia rigidi. Non tollera gelate intense e prolungate. Necessita di elevata umidità. TERRENO Non tollera quelli pesanti e non sopporta i ristagni idrici. IRRIGAZIONI Necessita di buone irrigazioni. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Non necessita di potature.
SPECIE E VARIETÀ
● F. s. var. Asplenifolia Foglie piccole, verdi e molto lobate.
● F. s. var. Fastigiata Portamento colonnare. Fogliame rosso-bruno in autunno. ● F. s. var. Heterophylla Con foglie piccole e profondamente incise. ● F. s. var. Laciniata Fogliame particolarmente inciso. ● F. s. var. Pendula Con caratteristici rami ricadenti. ● F. s. var. Purpurea Aspetto cespuglioso e fogliame rossastro. Adatto anche per piccoli giardini urbani. ● F. s. var. Tricolor Portamento cespuglioso; aspetto singolare dovuto al fogliame rossastro con bordi rosati e maculature bianco-giallastre. Buona resistenza all’inquinamento atmosferico.
Uno splendido esemplare della varietà Riversii.
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La varietà Pendula ha splendidi colori autunnali e con il tempo può assumere enormi dimensioni.
Nella varietà Zlatia il fogliame giovanile è di colore giallastro e diviene poi più scuro nel corso della stagione.
Avversità Antracnosi del faggio (Gloeosporium fagi) Fungo presente in Italia da pochi anni, provoca necrosi irregolari e accentuate (di colore rosso-ruggine con il bordo più scuro) che partono dal centro della foglia e arrivano fino al bordo. In breve tempo provocano la caduta della foglia. Una stagione primaverile particolarmente piovosa favorisce le infezioni che, probabilmen-
attacchi
te, sono agevolate dalle foglie cadute al suolo nell’autunno precedente. Sembra anche che alcuni afidi siano vettori della malattia fungina. Lotta Non si conoscono ancora validi tipi di lotta all’infezione. Una buona disinfezione invernale con urea del terreno intorno alla pianta colpita e la rimozione delle foglie cadute possono ridurre notevolmente i pericoli di infezione.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea
fungo
marciumi radicali
Nectria spp. Cerambyx scopolii Fomes spp. Polyporus spp. Ganoderma spp. Cossus cossus (rodilegno rosso) Zeuzera pyrina (rodilegno giallo) Gloeosporium fagi Diaspis pentagona
fungo coleottero fungo fungo fungo lepidottero lepidottero fungo cocciniglia
cancri rameali gallerie e disseccamenti rameali marciumi radicali marciumi radicali marciumi radicali gallerie nel tronco e nei rami gallerie nel tronco e nei rami macchie necrotiche fogliari infestazione di tutta la vegetazione mine fogliari (larve) erosioni fogliari
alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
Orchestes fagi Rhynchaenus fagi
coleottero coleottero punteruolo Phyllaphis fagi afide melata sulla vegetazione Vari lepidotteri provocano defogliazione. Alcuni deperimenti della pianta sono dovuti a inquinamento atmosferico o a ristagni idrici, verso i quali il faggio è particolarmente sensibile.
Alberi
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cAducifogli
GINCO F amiglia : g inkgoaceae • g enere : g inkgo • s pecie : o rigine : c ina e g iappone
biloba
l.
PER RICONOSCERLO Arborea caducifoglia con portamento eretto e slanciato. Chioma piramidale negli esemplari maschili, più espansa in quelli femminili. ALTEZZA Normalmente 20 m, ma può raggiungere anche i 40 m. CRESCITA Molto lenta (c. 30 anni per raggiungere i 10 m). FUSTO Eretto con corteccia grigio-rossastra su cui sono evidenti profonde incisioni. FOGLIE A ciuffi, inserite su corti rametti; dotate di lunghi piccioli, hanno forma a ventaglio con una profonda incisione mediana che praticamente la divide in due lobi. Colore verde chiarissimo che in autunno cambia in giallo intenso dorato. FIORE Pianta dioica con fiori insignificanti. Quelli maschili riuniti in amenti; quelli femminili costituiti in pratica da due ovuli posti alla fine di un lungo peduncolo. FRUTTO Pseudofrutto somigliante a una drupa dalle dimensioni di una grossa ciliegia. Di colore marroncino e a maturazione emana un fortissimo e nauseabondo odore.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Nessuna esigenza particolare. TEMPERATURA Resistente a ogni tipo di clima. TERRENO Si adatta a ogni tipo di terreno. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Non necessarie. POTATURE Solo di risanamento.
A dispetto delle foglie larghe e caduche, il ginco fa parte delle conifere. È considerato un fossile vivente poiché unico rappresentante di una famiglia diffusa ben 150 milioni di anni fa.
Note Elevatissima resistenza all’inquinamento atmosferico.
Avversità attacchi al legnO attacchi alla vegetaziOne
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Polyporus spp. Fomes spp. Glomerella spp.
fungo fungo fungo
carie del legno carie del legno necrosi fogliari
Alberi
cAducifogli
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LIQUIDAMBAR F amiglia : H amamelidaceae • g enere : l iquidambar • S Pecie : O rigine : n ord a merica ( zona orientale )
styraciFlua
l.
PER RICONOSCERLO
FUSTO Diritto, con rami di dimensioni contenu-
Arborea caducifoglia con portamento conicopiramidale. Non sopporta l’inquinamento atmosferico. ALTEZZA Mediamente 15-20 m. CRESCITA Molto lenta. È pianta piuttosto longeva.
te. Corteccia di colore bruno con caratteristiche creste. FOGLIE Semplici, palmate a 5-7 lobi triangolari acuminati e dotate di lungo picciolo; margine leggermente dentato. Di colore verde intenso, in autunno assumono tutte le tonalità del rosso.
Specie caratterizzata da una meravigliosa colorazione autunnale del fogliame.
Alberi
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Avversità Ifantria americana (Hyphantria cunea) Comparso in Italia agli inizi degli anni ’80 attacca numerose specie. Gli adulti, farfalle bianche (c. 2-3 cm) con ali punteggiate di nero, depongono grappoli di uova verdastre sulla pagina inferiore delle foglie; le larve (c. 3-4 cm), molto pelose, verde-bruno striate di giallo, sono gregarie e se attacano un esemplare lo defogliano completamente. Ciò comporta uno stress notevole alla pianta che è costretta a rigermogliare. Il parassita sverna come crisalide nella corteccia PatOgenO attacchi alle raDici Armillaria mellea attacchi al legnO Verticillium spp.
attacchi alla vegetaziOne
o sul terreno; compie due generazioni all’anno. Lotta Di tipo chimico: trattamenti con carbaril e piretrodi in corrispondenza dello stadio giovanile delle larve. Di tipo meccanico: distruzione, dove è possibile, dei nidi pieni di piccole larve. Di tipo biologico: irrorazioni serali con Bacillus thuringiensis mescolato con il fungo Metarhizium anisopliae; altri nemici naturali sono rincoti e imenotteri. Sembra che negli ultimi anni un virus abbia attaccato l’ifantria riducendone la presenza. tiPOlOgia
Danni
fungo fungo
marciumi radicali deperimento; necrosi interna del legno Fomes spp. fungo carie del legno Ganoderma spp. fungo carie del legno Polyporus spp. fungo carie del legno Nectria spp. fungo cancri rameali Cossus cossus (rodilegno rosso) lepidottero gallerie nei tronchi e nei rami Tetranychus urticae acaro arrossamenti e caduta (ragnetto rosso) delle foglie Hyphantria cunea lepidottero gravi defogliazioni Gloeosporium nervisequum fungo necrosi fogliari
FRUTTO Acheni raccolti in infruttescenze globose e ricche protuberanze non spinose.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Pieno sole; sopporta anche un po’ di ombra. TEMPERATURA Resiste bene alle basse tempe-
rature. TERRENO Poco esigente ma teme gli eccessi di
calcare. Sopporta quelli argillosi, profondi, umidi irrigazioni Normali. EVITARE i ristagni idrici concimazioni Una buona concimazione, assieme al terreno adatto, è il segreto per avere le meravigliose colorazioni autunnali del fogliame potature Rimuovere i rami morti o danneggiati. FIORE Pianta monoica; infiorescenze maschili lun-
Note
ghe 6-8 cm e poste all’apice dei rametti; quelle femminili più piccole, globose e pendule.
Non sopporta l’inquinamento atmosferico.
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MAGGIOCIONDOLO F amiglia : l eguminosae o F abacee • g enere : l aburnum • S Pecie : o rigine : e uropa meridionale , i talia in particolare
anagyroides
PER RICONOSCERLO Arborea caducifoglia con portamento arboreo, di piccole dimensioni, quasi arborescente. Con chioma espansa, irregolare. Ramoscelli giovani penduli. ALTEZZA Mediamente 5-6 m. CRESCITA Medio-veloce. FUSTO Eretto, con corteccia liscia e grigia (in età adulta). FOGLIE Composte, trifogliate, con foglioline ellittiche, arrotondate in punta e a margine intero. Di colore verde brillante, glauche nella pagina inferiore. FIORE Ermafroditi. In infiorescenze racemose pendule, lunghe anche più di 20 cm e di colore giallo dorato. Fioritura primaverile. FRUTTO Legume. Baccello di circa 8 cm, di colore verde prima e bruno a maturazione. Note Non sopporta lÕinquinamento atmosferico.
Nei giardini è sicuramente una specie molto decorativa per la splendida fioritura.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Pieno sole TEMPERATURA Resiste bene alle basse tempera-
ture e al caldo terreno Calcarei e alcalini. Poiché molto rustica, sopporta bene anche quelli sabbiosi, leggermente acidi, umidi. IRRIGAZIONI Poco esigente. CONCIMAZIONI Non necessarie. POTATURE Solo di risanamento.
SPECIE E VARIETÀ
Laburnum alpinum, specie presente nei boschi tra i 500 e I 1.600 m di quota, ha racemi molto lunghi e lassi.
● Laburnum × watereri var. Vossii Ibrido fra Cytisus e Laburnum. Con fioritura molto più ricca (infiorescenze molto più dense e lunghe). I frutti e i semi sono velenosissimi.
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Avversità Verticillosi (Verticillium spp.) Funghi che interessano un elevatissimo numero di specie. Sulle arboree si manifestano con diffusi disseccamenti sulla chioma. Gradualmente le foglie cadono; se l’attacco è grave può facilmente e in tempi brevi comportare la morte della pianta. Attaccano il tessuto legnoso, soprattutto quello più giovane con evidenti necrosi e alterazioni di colore (evidenti se si seziona un ramo). Si ha degenerazione completa dell’apparato vascolare con conseguenti PatOgenO attacchi alle raDici Armillaria mellea attacchi al legnO Verticillium spp.
attacchi alla vegetaziOne
disseccamenti ben visibili sulla chioma. Le spore entrano nella pianta con facilità, soprattutto dalle ferite provocate da altri parassiti. Lotta Di tipo chimico (difficilissima): trattamenti con benzinidazolici sia alla pianta sia al tronco con qualche successo solo se effettuati ai primissimi stadi dell’infezione. Di tipo agronomico: indispensabile asportare le parti malate e le piante colpite seriamente per impedire il diffondersi della malattia. Il terreno va poi disinfettato con fumiganti.
tiPOlOgia
Danni
fungo fungo
marciumi radicali deperimento; necrosi interna con attacco ai vasi linfatici infestazione dei giovani rami infestazione dei giovani rami infestazione dei giovani rami infestazione di rametti e germogli abbondante melata e secrezioni cerose su tutta la vegetazione macchie fogliari e caduta delle foglie ruggine fogliare macchie necrotiche fogliari mine fogliari (larve) mine fogliari (larve)
Diaspis pentagona Eulecanium corni Chionaspis salicis Aphis craccivora (afide nero) Metcalfa pruinosa
cocciniglia cocciniglia cocciniglia afide
Tetranychus urticae (ragnetto rosso comune) Uromyces spp. Cercospora spp. Leucoptera laburnella Phytomyza cytisi
acaro
rincote
fungo fungo lepidottero dittero
Per una fioritura ottimale, il maggiociondolo necessita di un terreno fertile e umido, e di posizioni soleggiate.
Alberi
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MELO DA FIORE F amiglia : r osaceae • g enere : m alus • S Pecie : O rigine : g iappone
Floribunda
PER RICONOSCERLO Arborea caducifoglia con portamento simile a un piccolo albero con chioma globoso-espansa (4-5 m). ALTEZZA Normalmente 4-5 m, ma può raggiungere i 6-8 m. CRESCITA Molto rapida. FUSTO Eretto, con corteccia grigio-rossastra, liscia. FOGLIE Semplici, ellittiche, terminano con punta leggermente arrotondata, margini dentati. Di colore verde scuro. FIORE Ermafrodita. Fiori riuniti in infiorescenze a corimbo; quando sono chiusi di colore rosso vivo, poi aprendosi assumono colore bianco rosato. La
Malus Eleyi ha fiori singoli rosso scuro, cui seguono frutti rosso porpora.
Alberi
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fioritura è primaverile e prima dell’emissione delle foglie. FRUTTO Pomo di piccole dimensioni, di un bel colore giallo e persistente anche dopo la caduta delle foglie.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Buona luminosità. TEMPERATURA Resiste bene al freddo e alle
gelate. TERRENO Poco esigente. Preferisce quelli argillosi
e ricchi in humus. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo di risanamento. Consigliata la
rimozione dei rami che tendono a fuoriuscire dalla chioma.
SPECIE E VARIETÀ
● M. coronaria var. Charlottae Con fiori di colore rosa, doppi. Adatta per piccoli giardini. ● M. f. var. Golden Hornet Fioritura primaverile con fiori bianchi e frutti autunnali di colore giallo intenso. ● M. halliana Fiori di colore rosa carico dotati di un lungo peduncolo, caratteristica che, durante la fioritura, conferisce alla pianta il tipico aspetto “pendente”. ● M. yellow siberiana, M. sargentii, M. × lemoinei Specie e ibridi coltivati per le bellissime
Specie di origine giapponese, il melo da fiore ha chioma espansa che da fine estate si riempie di decorativi frutti gialli.
Alberi
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Avversità Ticchiolatura del melo (Venturia inaequalis e Fusicladium dendriticum) L’attacco avviene soprattutto su foglie e germogli. Compaiono macchie sulla pagina inferiore della foglia che tendono a confluire tra loro, si evidenziano e infine si ricoprono di una muffa bruna polverulenta; la foglia dissecca e poi cade. La stessa sintomatologia si presenta anche sui germogli.
attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla
Lotta Di tipo chimico: prodotti di copertura (ditiocarbammati) miscelati con prodotti endoterapici (pirimidine e triazoli) in primavera, con trattamenti successivi dopo ogni pioggia fino a maggio-giugno. In inverno è bene distribuire un po’ di urea sulle foglie cadute per accellerarne la marcescenza e distruggere così gli organi svernanti del fungo.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Agrobacterium tumefaciens Phytophtora cactorum Nectria galligena Cylindrocarpon mali Eriosoma lanigerum Quadraspidiotus perniciosus (cocciniglia di S.Josè) Conopia hyopaeformis
fungo fungo batterio fungo fungo fungo afide cocciniglia
marciumi radicali marciumi radicali marciumi radicali e del colletto marciume del colletto cancri rameali cancri rameali tumori rameali su rami e foglie
lepidottero
gallerie sotto corteccia (piante già deboli per attacchi di altri patogeni) gallerie nel tronco e nei rami gallerie nel tronco e nei rami
Cossus cossus (rodilegno rosso) lepidottero Zeuzera pyrina (rodilegno lepidottero giallo) Anthonomus pomorum coleottero lepidottero lepidottero lepidottero afide afide afide virus fungo
infestazione di germogli, foglie e fiori mine fogliari mine fogliari mine fogliari deformazione dei germogli galle rosse fogliari infestazione delle foglie alterazioni fogliari necrosi di germogli e foglie
fungo
necrosi di germogli e foglie
fungo
necrosi di germogli e foglie
fungo
necrosi di germogli e foglie
vegetaziOne
Nepticula malella Leucoptera malifoliella Lithocolletis blancardella Dysaphis plantaginea Dysaphis spp. Aphis pomi (afide verde) Mosaico del melo Venturia inaequalis (ticchiolatura del melo) Fusicladium dendriticum (ticchiolatura del melo) Podosphaera leucotricha (mal bianco) Oidium farinosum (mal bianco)
fioriture primaverili e per i piccoli frutti (non eduli) di colore giallo-rosso intenso che persistono sulla pianta fino all’autunno, permettendo di conservare bellissime macchie di colore nel giardino.
● M. × purpurea Fiori rosso porpora e frutti persistenti di colore rosso carico. ● M. × scheideckeri Fiori bianchi e frutti gialli.
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PAULONIA F amiglia : s cropHulariaceae • g enere : p aulownia • S Pecie : O rigine : c inae PER RICONOSCERLA Arborea caducifoglia a portamento arboreo; chioma regolare, tendenzialmente globosa. ALTEZZA Mediamente 7-8 m; può raggiungere i 15 m. CRESCITA Rapida. FUSTO Diritto, con corteccia grigio-verdastra, leggermente rugosa. Le ramificazioni iniziano abbastanza in alto. FOGLIE Semplici, cuoriformi-ovoidali di grandi dimensioni (anche più di 30 cm), con apice acuminato e margine intero. Il colore verde scuro Note Non gradisce ambienti ventosi a causa della fragilitˆ dei rami.
tomentosa
diviene più chiaro nella pagina inferiore. FIORE Ermafroditi, riuniti in infiorescenze a pannocchia lunghe anche 30 centimetri. Hanno corolla tubolosa lunga circa 5 cm e di colore violetto-bluastro. Fiorisce in aprile. FRUTTO Capsule ovoidali di circa 4-5 cm di lunghezza, deiscenti contenenti numerosi semi alati.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Pieno sole. TEMPERATURA Molto rustica, resiste bene ai
climi freddi. TERRENO Non è esigente, soffre quelli asfittici. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo di risanamento. Non soffre i
tagli.
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Avversità Cocciniglia bianca del pesco (Diaspis pentagona) Attacca indifferentemente fruttiferi, piante ornamentali e forestali. Vive protetta da un follicolo biancastro di circa 2 mm di lunghezza. La femmina è attera e color arancio-giallo; il maschio, più piccolo, è provvisto di ali somiglianti a pennacchi biancastri. Presenta 2 o 3 generazioni l’anno e sverna come adulto, protetto dai follicoli. Le punture ai giovani rami e lo spesso PatOgenO attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
strato di follicoli sovrapposti provocano asfissia e deperimento generale della pianta. Lotta Di tipo chimico: trattamenti alla caduta delle foglie con oli bianchi o con metidation (fosforganico). Di tipo meccanico: spazzolatura dei rami e dei tronchi dove appare evidente la presenza dei follicoli (sempre prima del trattamento chimico). Di tipo biologico: i coccinellidi e, soprattutto, l’imenottero Prospaltella berlesei sono i nemici naturali di questa cocciniglia. tiPOlOgia
Armillaria mellea fungo Rosellinia spp. fungo Cossus cossus (rodilegno rosso) lepidottero Diaspis spp. cocciniglia Phyllosticta paulowniae fungo Asccochyta paulowniae fungo Alternaria spp. fungo
Danni marciumi radicali marciumi radicali gallerie nel tronco e nei rami infestazione degli organi legnosi macchie necrotiche fogliari macchie necrotiche fogliari macchie necrotiche fogliari
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PIOPPO BIANCO F amiglia : s alicaceae • g enere : p opulus • S Pecie : O rigine : e uropa centrale e meridionale
alba
l.
PER RICONOSCERLO
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO
Arborea caducifoglia con portamento eretto e chioma tendenzialmente globosa. ALTEZZA Può anche raggiungere i 30 m. CRESCITA Molto rapida. FUSTO Diritto, con corteccia (tronco e rami) biancastra e liscia. Più scura e solcata alla base. FOGLIE Semplici, di due tipi: sui corti rami fioriferi sono di forma ovoidale (5 cm) con picciolo corto e margine sinuoso, verde intenso con pagina inferiore glauca; all’apice e sui rami più vigorosi sono di forma lobata (5 lobi) con lungo picciolo, margine dentato, quasi biancastre sulla pagina inferiore. FIORE Pianta dioica; le infiorescenze maschili sono amenti giallo-rossastri; quelle femminili hanno l’aspetto di grappoli piumosi lunghi circa 5-7 cm. FRUTTO Capsule raccolte in infruttescenze pendule contenenti semi dotati di un vistoso piumino.
LUCE Pieno sole. TEMPERATURA Molto rustica, si adatta a ogni
Il tronco del pioppo bianco è molto chiaro e, a volte, viene confuso con quello della betulla.
clima. TERRENO Adattabile ma predilige quelli profondi
e ben asciutti (non tollera i ristagni d’acqua). IRRIGAZIONI Buone irrigazioni. CONCIMAZIONI Non necessarie. POTATURE Solo di risanamento. Necessita di spollonature.
Il pioppo cipressino è considerato una delle più belle specie fastigiate.
Alberi
cAducifogli
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Avversità Crisomela del pioppo (Melasoma populi) Coleottero crisomelide che attacca il pioppo e il salice. L’adulto, lungo più di un centimetro, ha corpo ovale con elitre di colore rosso. La larva è biancastra con caratteristiche lunghe file dorsali di puntini neri. Depone gruppi di uova di colore arancio sulla pagina inferiore delle foglie. Sia gli adulti sia le larve sono potenti defogliatori. Se l’attacco è grave può provocare anche
attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
complete defogliazioni. Iniziano gli adulti in primavera e poi il danno è completato dalle larve. Sverna come adulto al suolo e compie da 2 a 3 generazioni all’anno. Lotta Di tipo chimico: contro le larve si effettuano trattamenti primaverili a base di carbammati (carbaril) o fosforganici o piretroidi; in genere s’interviene comunque esclusivamente se l’attacco è massiccio e soprattutto se la pianta è giovane.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Agrobacterium tumefaciens Phloeomyzus passerinii (afide lanigero) Fomes spp. Ganoderma spp. Polyporus spp. Saperda carcharias Cossus cossus (rodilegno rosso) Zeuzera pyrina (rodilegno giallo) Cryptorrhynchus lapathi (punteruolo del pioppo) Paranthrene tabaniformis (tarlo-vespa del pioppo) Hyphantria cunea Limantria dispar Melasoma populi (crisomela del pioppo) Venturia populina (ticchiolatura del pioppo) Gypsonoma aceriana
fungo fungo batterio afide
lepidottero
marciumi radicali marciumi radicali tumori radicali infestazione del fusto e delle grosse branche carie del legno carie del legno carie del legno gallerie nel tronco e nei rami gallerie nel tronco e nei rami gallerie nel tronco e nei rami gallerie nel legno e infestazione della corteccia gallerie nel legno
lepidottero lepidottero coleottero
gravi defogliazioni gravi defogliazioni defogliazioni
fungo
necrosi fogliari
lepidottero
infestazione dei giovani germogli
SPECIE E VARIETË
● P. canescens o pioppo grigio Sembra essere un incrocio tra P. tremula e P. alba. Molto rustico, può essere impiegato sia in zone a clima continentale sia in zone rivierasche. ● P. lasiocarpa Di origine cinese, è riconoscibile per i caratteristici frutti pelosi. ● P. nigra var. Italica o pioppo cipressino A crescita rapida, è specie di grosse dimensioni: può
fungo fungo fungo coleottero lepidottero lepidottero coleottero
raggiungere e superare anche i 40 m di altezza. Portamento tipicamente colonnare, con i rami strettamente addossati al tronco. Adatto a grandi giardini o in posizione di confine. ● P. tremula Con piccole foglie, lunghe e sottili, che conferiscono alla chioma la caratteristica della specie: il movimento continuo delle fronde anche in assenza di vento.
Alberi
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cAducifogli
PRUNO DA FIORE F amiglia : r osaceae • g enere : p runus • O rigine : a sia PER RICONOSCERLO Arborea caducifoglia con portamento arboreo e grande chioma globosa. Rami ascendenti. ALTEZZA Mediamente 7-8 m, ma può raggiungere e superare i 20 m. CRESCITA Medio-veloce. FUSTO Eretto, con corteccia bruno-rossastra che si stacca in striscioline sottili e orizzontali; diviene rugosa negli esemplari adulti. FOGLIE Semplici, di forma obovata, appuntita e con margine marcatamente dentato. Di colore verde scuro. FIORE Ermafroditi, riuniti in gruppi e dotati di un lungo picciolo. Generalmente di colore bianco, compaiono in primavera. FRUTTO Drupa, con diverse colorazioni: dal rosso-giallastro al rosso quasi nero.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Buona luminosità. TEMPERATURA Resiste bene al freddo, anche
occidentale
riate dimensioni, con colori che variano dal verde chiaro al rosso cupo (P. cerasifera var. Pissardi e var. Nigra); frutti solitamente di modeste dimensioni, non eduli e di colore rosso scuro, quasi nero; portamento ad alberello, con dimensioni che vanno da nana a qualche metro di altezza, variamente conformate in funzione del tipo di potatura d’allevamento. Di seguito diamo alcune specie e ibridi più comunemente allevati nei nostri giardini. ● P. kanzan Fiori doppi, porpora e fogliame con intense colorazioni autunnali. ● P. padus Abbondantissima fioritura bianca. ● P. shirotae Fiori bianchi semplici e foglie dentate. ● P. triloba florepleno Fioritura primaverile e fiori multipli, molto abbondanti e di colore rosa. ● P. × hillieri var. Spire Abbondante fioritura rosa primaverile e foglie di colore rosso chiaro in autunno.
alle gelate. TERRENO Molto adattabile. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo di risanamento.
SPECIE E VARIETÀ Innumerevoli sono le specie di ciliegio da fiore ottenute sia da incroci sia da selezioni di pruni europei o cino-giapponesi. Le caratteristiche peculiari di queste piante – a sviluppo limitato e adatte a ogni zona climatica italiana – sono: una fioritura abbondante e variamente colorata (crema, rosa, rosso antico, bianco) con fiori a corolla semplice o doppia o plurima; i fiori si presentano quasi sempre a fine inverno-primavera, prima o contemporaneamente all’emissione delle foglie (alcune varietà fioriscono anche in autunno come P. subhirtella var. Autumnalis); foglie dalle più sva-
I pruni ornamentali in genere fioriscono generosamente da fine marzo a maggio.
Alberi
cAducifogli
I fiori di Prunus triloba sono rosati, doppi, con forma simile a piccole rose.
Nell’Atropurpurea la foglia è rosso porpora scuro. In primavera la pianta si ricopre letteralmente di fiori.
Avversità Afide nero del ciliegio (Myzus cerasi) Afide di colore nero lucido (bruno negli stadi giovanili) che vive in colonie numerose e attacca preferibilmente i giovani germogli non disdegnando le foglie (con conseguenti vistosi accartocciamenti ed evidenti deformazioni); quasi sempre l’attacco provoca la perdita (disseccamento) del germoglio. L’abbondante produzione di melata imbratta tutta la vegetazione e rende poco piacevole sostare sotto le piante infestate da questo afide. Sverna al-
attacchi alle raDici
attacchi
lo stadio di uovo sulle gemme del ciliegio. Il periodo di massima infestazione va da aprile a giugno. Lotta Di tipo chimico: aficidi specifici come pirimicarb (carbammati) o acefate (fosforganici); il periodo migliore per i trattamenti è fine aprile. Di tipo biologico: nemici naturali sono i coccinellidi, i ditteri e gli imenotteri del genere Aphidius. Si stanno sperimentando sistemi di lotta microbiologica con l’uso di funghi parassiti del genere Verticillium ed Entomophtora.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Scolytus rugulosus spp.
fungo fungo coleottero
Diaspis pentagona (cocciniglia bianca) Corynuem beijerinckii
cocciniglia
Myzus cerasi (afide nero)
afide
Giallume del ciliegio Puccinia cerasi Gnomonia erythrostoma Libertina stipata Monosteira unicostata
virus fungo fungo fungo cimice
marciumi radicali e del colletto marciumi radicali e del colletto gallerie nei giovani rami e in tutte le altre parti legnose infestazione degli organi legnosi disseccamento dei rametti e buchi sulle foglie infestazione soprattutto dei germogli macchie fogliari ruggine delle foglie macchie, necrosi e seccume fogliare macchie, necrosi e seccume fogliare infestazione delle foglie
al legnO
attacchi
fungo
alla vegetaziOne
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Alberi
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QUERCIA ROSSA F amiglia : F agaceae • g enere : q uercus • S Pecie : O rigine : a merica settentrionale
rubra
l.
PER RICONOSCERLA Arborea caducifoglia con portamento arboreo e chioma conico-piramidale. Ramificazioni regolari e orizzontali. ALTEZZA Supera tranquillamente i 20 m. CRESCITA Medio-lenta. FUSTO Diritto, con corteccia liscia e di colore grigio scuro, rugosa in età adulta. FOGLIE Semplici, lunghe fino a 20 cm; di forma obovata, con lobi marcati e spigolosi e apice appuntito. Il colore è inizialmente verde chiaro, poi verde intenso e infine, in autunno, presenta tutte le tonalità del rosso. FIORE Pianta monoica; fiori maschili riuniti in amenti penduli piuttosto lunghi; quelli femminili in piccoli gruppi (o isolati) all’ascella delle foglie. FRUTTO Ghianda ovoidale di circa 2-3 cm, di colore verde con una piccola guaina basale marroncina e rugosa.
La splendida chioma autunnale di un esemplare adulto.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO
IRRIGAZIONI Normali. Soffre i ristagni idrici CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo di risanamento.
LUCE Pieno sole TEMPERATURA Predilige climi temperati. Teme
SPECIE E VARIETÀ
gelate intense e prolungate. TERRENO Preferibilmente acidi, non compatti e non calcarei.
Esistono moltissime querce italiane coltivate a scopi ornamentali, tutte a sviluppo medio-lento e di dimensioni ragguardevoli.
Le foglie della quercia rossa in autunno mutano il loro verde cupo in colorazioni rosso rubino, giallo, bruno.
Alcune querce, come la sughera o il leccio, presentano fogliame sempreverde.
Alberi
cAducifogli
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Avversità Oidio o mal bianco della quercia (Oidium quercinum) Fungo che attacca tutte le specie del genere Quercus. Inizialmente si insedia sulle foglie per poi interessare anche i giovani germogli. Le foglie si ricoprono di muffa biancastra e farinosa, soprattutto sulla pagina superiore. Si deformano, assumono colorazioni brunastre e compaiono vistose necrosi; infine cadono. I germogli si incurvano, necrotizzano e spesso disseccano. I danni più gravi si riscontrano sulle PatOgenO attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
piante più giovani. Fonti di contagio sono le parti colpite e cadute a terra o i residui della potatura, quindi la loro rimozione deve essere tempestiva. Anche nella corteccia del tronco si insinuano i miceli e i conidi del fungo, pronti all’attacco nella primavera successiva. Lotta Di tipo chimico: prodotti a base di zolfo con antioidici specifici (triazoli); solitamente questi trattamenti vengono effettuati in vivaio per cui le piante poste a dimora nel giardino non dovrebbero essere infette. tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea fungo marciumi radicali e del colletto Phytophtora spp. fungo marciumi radicali e del colletto Rosellinia necatrix fungo marciumi radicali e del colletto Cossus cossus (rodilegno rosso) lepidottero gallerie nel legno (larve) Zeuzera pyrina (rodilegno giallo) lepidottero gallerie nel legno (larve) Ganoderma spp. fungo carie del legno Fomes spp. fungo carie del legno Coriolus spp. fungo carie del legno Polyporus spp. fungo carie del legno Xylella fastidiosa fungo deperimento generale Cerambyx cerdo coleottero gallerie nel tronco e nei rami Dorcus spp. coleottero gallerie nel tronco e nei rami Limantria dispar lepidottero defogliazioni (larve) Tortrix spp. lepidottero defogliazioni (larve) Thaumetopoea processionea lepidottero defogliazioni (larve) Melolontha melolontha coleottero defogliazioni (adulto) Cynips kollari imenottero galle fogliari Oidium quercinum fungo macchie necrotiche fogliari Microsphaera alphitoides fungo macchie necrotiche fogliari Apiognomonia quercina fungo macchie necrotiche fogliari Phylloxera quercus afide macchie e necrosi fogliari Lachnus roboris afide macchie e necrosi fogliari Necrosi e ingiallimenti ai bordi fogliari causati da inquinamento atmosferico. Clorosi ferriche causate da terreno calcareo. Deperimenti generali provocati dalla siccità.
● Q. cerri o cerro ● Q. coccinea A crescita rapida e a foglie rosse. ● Q. palustris A foglie rosse, molto resistente al
● Q. pubescens o roverella ● Q. robur o farnia ● Q. robur var. Fastigiata Molto slanciata e con
freddo e ai terreni pesanti e umidi. ● Q. petraea o rovere ● Q. piramidalis Con tipica forma piramidale.
chioma strettissima. ● Q. suber o sughera Alcune specie si distinguono per portamento o per colore del fogliame.
Alberi
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ROBINIA O FALSA ACACIA F amiglia : l eguminosae o F abacee • g enere : r obinia • S Pecie : O rigine : n ord a merica ( zona orientale ) PER RICONOSCERLA
pseudoacacia
l.
FRUTTO Legume. Sono baccelli penduli di circa 8-10 cm, coriacei e di colore rosso bruno a maturazione.
Arborea caducifoglia a portamento eretto; chioma leggera e tendenzialmente globosairregolare. ALTEZZA Mediamente 10-15 m, ma può raggiungere anche i 25 m. CRESCITA Molto rapida. FUSTO Diritto, spesso biforcato; corteccia marrone da giovane e bruno-grigiastra da adulta, rugosa. I rami sono spinosi e spine si trovano anche sul tronco nei giovani esemplari. FOGLIE Composte, imparipennate (9-21 foglioline), di forma ovoidale e a margine intero; raggiungono i 30 centimetri. Di colore verde chiaro. FIORE Ermafroditi. Infiorescenze a grappolo (racemi penduli). Sono bianchi e leggermente profumati, con corolla papilionacea e in numero di 20-25 per grappolo. Fioriscono in primavera inoltrata.
● R. hyspida o acacia rosa Molto rustica ma con legno facile alle rotture. Ha comunque una notevole capacità di ricaccio e quindi accetta an-
La robinia ha rapida crescita ed è molto tollerante all’inquinamento.
I fiori, che compaiono in maggio-giugno, hanno odore e sapore dolciastro.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Pieno sole. TEMPERATURA Molto rustica, presenta tra l’altro
buona resistenza al freddo. TERRENO Preferibilmente acidi, ma adattabile a ogni tipo. IRRIGAZIONI Abbondanti; data la rusticità è però in grado di sopportare periodi siccitosi. CONCIMAZIONI Non necessarie. POTATURE Non patisce i tagli.
SPECIE E VARIETÀ
Alberi
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che potature vigorose. I fiori, in grappoli penduli, presentano diverse tonalità di rosa. Fiorisce in primavera. ● R. p. var. Bessoniana Varietà priva di spine, a chioma arrotondata. ● R. p. var. Frisia Foglie giallo dorate in primavera, che divengono aranciate in autunno. ● R. p. var. Semperflorens Fioritura continua e molto decorativa. ● R. p. var. Umbraculifera Portamento eretto con chioma ombrelliforme, a palla. Fiorisce raramente.
Note Pianta poco longeva.
L’Unifolia ha fogliame caratterizzato da una foglia di grandi dimensioni accompagnata da due più piccole.
Avversità Cocciniglia del corniolo (Eulecanium corni) Colpisce numerosi fruttiferi e molte specie ornamentali, sia arboree sia erbacee. La femmina è lunga circa 0,5 cm, di colore bruno con il corpo che presenta una tipica forma ovale; il maschio, più piccolo, è di colore giallastro. Attacca soprattutto la pagina inferiore delle foglie e, se l’infestazione è massiccia, provoca deperimenti anche gravi dovuti soprattutto ad asfissia per
attacchi
l’abbondante produzione di melata. La sua presenza facilita fumaggini e attacchi di coleotteri. Sverna come neanide sui rami. Lotta Di tipo chimico (in presenza di attacchi consistenti): oli bianchi attivati in autunno, alla caduta delle foglie; in primavera carbammati (carbaril). Di tipo biologico: coccinelle e imenotteri sono i più importanti nemici naturali di questo parassita.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea
fungo
marciumi radicali e del colletto
Cossus cossus (rodilegno rosso) Eleucanium corni
lepidottero cocciniglia
alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
gallerie nel legno (larve) infestazione dei rami; deperimento Ganoderma spp. fungo carie del legno Fomes spp. fungo carie del legno Coriolus spp. fungo carie del legno Polyporus spp. fungo carie del legno Aphis craccivora (afide nero) afide infestazione di germogli e rametti Nectria cinnabarina fungo cancri dei giovani rami Phyllosticta robiniae fungo macchie necrotiche fogliari Erysiphe polygoni (mal bianco) fungo necrosi di germogli e foglie Parectopa robiniella lepidottero mine fogliari (larve) Clorosi e deperimenti dovuti a ristagni idrici, a terreni calcarei o a lunga siccità.
Alberi
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SALICE BIANCO F amiglia : s alicaceae • g enere : s alix • S Pecie : O rigine : e uropa , a Frica , a siae PER RICONOSCERLO Arborea caducifoglia; chioma molto ampia formata da lunghi rami con andamento verticale. ALTEZZA Può superare i 20 m. CRESCITA Rapidissima. FUSTO Diritto, con corteccia che da liscia e di colore grigio chiaro, con il passare degli anni diviene screpolata e grigio scura. FOGLIE Semplici, ovato-lanceolate, lunghe fino a 10 cm e con margine seghettato. Colore verde-grigio che nella pagina inferiore diventa bian-
alba
l.
co argenteo a causa della notevole tomentosità. FIORE Pianta dioica; le infiorescenze maschili sono amenti lunghi fino a 7 cm, quelle femminili amenti notevolmente più corti. FRUTTO Capsula glabra con semi lanuginosi.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Posizioni soleggiate. TEMPERATURA Non soffre particolarmente né il
freddo né il caldo. TERRENO Freschi e profondi. Non sopporta quelli argillosi e soffre i ristagni idrici.
Alberi
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IRRIGAZIONI Abbondanti irrigazioni. CONCIMAZIONI Non necessarie. POTATURE Solo di risanamento.
SPECIE E VARIETË
● S. a. var. Tristis Aspetto “piangente”, con foglie giallo-verdastre. Molto rustica.
● S. a. var. Vitellina Ramificazioni di colore giallo, molto evidenti alla caduta delle foglie. ● S. dorato var. Sericea Fogliame argenteo e amenti di colore giallo intenso. ● S. glauco var. Daphnoides Rami di colore viola-rossastro, molto ornamentali soprattutto nella stagione invernale.
Avversità Bombice del salice (Leucoma salicis) Lepidottero di medie dimensioni (c. 4-5 cm) che attacca principalmente i salici e i pioppi. La farfalla è bianca, il bruco di colore rossastro con tipiche e inconfodibili macchie bianche longitudinali sul dorso. Le larve sono potenti defogliatrici (nervature delle foglie comprese) e un loro attacco massiccio può portare a grave deperimento
attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
della pianta. Sverna come uovo in caratteristiche placche verdastre ricoperte da secrezioni di colore bianco sporco sulla corteccia. Solitamente compie una sola generazione all’anno. Lotta Di tipo chimico (solo in caso di gravi attacchi): in primavera prodotti a base di piretroidi contro le larve. Di tipo biologico: Bacillus thuringiensis ha dato ottimi risultati.
PatOgenO
tiPOlOgia
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Cossus cossus (rodilegno rosso) Zeuzera pyrina (rodilegno giallo) Ganoderma spp. Fomes spp. Polyporus spp. Paranthrene tabaniformis
fungo fungo lepidottero lepidottero fungo fungo fungo lepidottero
Danni
marciumi radicali marciumi radicali gallerie nel tronco e nei rami gallerie nel tronco e nei rami carie del legno carie del legno carie del legno gallerie nella zona midollare delle giovani piante Eriophyes triradiatus acaro galle pendule Saperda carcharias coleottero al legno Melasoma populi coleottero al legno Cryptorrhynchus lapathi coleottero su rametti e piccole branche Uncinula salicis (oidio o mal bianco) fungo necrosi di germogli e foglie Verticillium spp. fungo deperimenti, anche gravi Stereum spp. fungo deperimenti, anche gravi Aculops tetanothrix acaro galle fogliari Leucoma salicis lepidottero defogliazione (larve) Molti altri funghi provocano macchie necrotiche e rugginose.
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SALICONE O SALICE DELLE CAPRE F amiglia : s alicaceae • g enere : s alix • S Pecie :
caprea
l. • O rigine : e uropa , a sia
PER RICONOSCERLO
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO
Arborea caducifoglia, spesso con portamento anche arbustivo. La ramificazione inizia dalla base e i rami formano una chioma rada e di forma irregolare. ALTEZZA Può superare i 10 m. CRESCITA Molto rapida. FUSTO Contorto e sinuoso, con corteccia grigiastra e lievemente solcata. FOGLIE Semplici, di forma ovoidale con la parte terminale a punta obliqua; margine intero o finemente seghettato. Colore verde carico, più chiaro nella pagina inferiore. FIORE Pianta dioica; maschili in corti amenti di un bel giallo carico; femminili, poco appariscenti, in amenti più lunghi e biancastri. Fiorisce prima di emettere le foglie, a inizio primavera. FRUTTO Capsula ricoperta di peluria che a maturazione libera semi piumati.
LUCE Posizioni soleggiate. TEMPERATURA Non soffre né il freddo né il caldo. TERRENO Non ha esigenze particolari. Non gra-
La varietà Pendula a fine inverno, prima della comparsa delle foglie, si ricopre di amenti rotondi e vellulati, prima grigi poi giallo oro.
disce quelli argillosi e i ristagni idrici. IRRIGAZIONI Abbondanti (non però come nel
salice bianco). CONCIMAZIONI Non necessarie. POTATURE Solo di risanamento.
SPECIE E VARIETÀ
● S. c. var. Pendula Alberello con ramificazioni pendule. D’aspetto molto elegante, soprattutto in prefioritura per i vistosi amenti argentei o dorati.
Avversità Rodilegno rosso (Cossus cossus) Lepidottero di notevoli dimensioni (l’adulto può raggiungere anche i 9 cm di apertura alare). Attacca molte specie arboree, dai fruttiferi a quasi tutte le forestali e le ornamentali legnose. Le farfalle sono grigiastre con evidenti striature scure; le larve, di colore rosso intenso con la testa tipicamente nera, provocano gravi danni al tronco e alle grosse branche scavando profonde gallerie che rendono la pianta molto sensibile alle rotture, la indeboliscono e la espongono agli attacchi di altri patogeni come i funghi (carie del legno e cancri rameali). Lotta Di tipo meccanico (più semplice): raggiungere ed estrarre le larve all’interno delle gallerie utilizzando un comune filo di ferro. All’interno delle gallerie è poi possibile utilizzare insetticidi spray, chiudendo tempestivamente il foro con stucco o argilla dopo il trattamento. Di tipo biologico: nematode Neoaplectana carpocapse. I nemici naturali del rodilegno rosso sono alcuni imenotteri e alcuni ditteri del genere Phorocera.
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SALICE PIANGENTE F amiglia : s alicaceae • g enere : s alix • S Pecie : O rigine : a sia centrorientale
babylonica
l.
IRRIGAZIONI Abbondanti; data la rusticità è però in grado di sopportare bene periodi siccitosi. Non TEME i ristagni idrici. CONCIMAZIONI Non necessarie. POTATURE Solo di risanamento.
SPECIE E VARIETÀ
● S. matsudana var. Tortuosa A crescita rapida, con rami contorti e attorcigliati molto decorativi soprattutto in assenza di fogliame. Particolarmente ornamentale anche nella fase vegetativa in quanto ha foglie contorte e sinuose. ● S. × chrysocoma Rami penduli di colore giallo dorato.
PER RICONOSCERLO Arborea caducifoglia con rami ad andamento ascendente: quelli più giovani, molto lunghi e ricadenti fino a terra, conferiscono alla pianta un aspetto inconfondibile. ALTEZZA Solitamente non supera i 10-12 m. CRESCITA Rapidissima. FUSTO Eretto e leggermente contorto. Corteccia grigio-bruno, molto solcata. FOGLIE Semplici; estremamente lanceolate, con margine finemente seghettato e lunghe fino a 15 cm. Colore verde intenso, molto più chiaro sulla pagina inferiore per l’accentuata tomentosità. FIORE Pianta dioica; le infiorescenze maschili sono amenti lunghi 4-5 cm di colore giallo; le femminili amenti più piccoli e verdastri. Fiorisce in primavera. FRUTTO Capsule conico-allungate, riunite in un’infruttescenza a spiga.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Pieno sole. TEMPERATURA Molto rustica, si adatta a ogni
clima. TERRENO Poco esigente. Preferisce comunque quelli freschi e profondi.
Avversità Tarlo vespa (Paranthrene tabaniformis) Piccolo lepidottero che ricorda una vespa per la caratteristica colorazione dell’addome, nera con strisce gialle orizzontali; le ali sono poco appariscenti, brune, quasi trasparenti. Le larve, biancastre e con il capo rossiccio, attaccano soprattutto pioppi e salici, scavando gallerie nella zona midollare dei rami, e provocano la facile rottura delle giovani branche. Prima di arrivare al midollo, le larve scavano gallerie sotto corteccia provocando reazioni della pianta che si manifestano con caratteristici rigonfiamenti. Aprono la strada ad attacchi fungini (cancri e carie del legno). Sverna allo stadio di larva all’interno delle gallerie e compie il suo ciclo vitale in 1-2 anni. Lotta Di tipo chimico: nei giardini si interviene con insetticidi spray specifici direttamente nelle gallerie e richiudendo tempestivamente il foro d’ingresso con stucco. Di tipo biologico: è in fase di sperimentazione l’utilizzo del fungo Beauveria bassiana. Nemici naturali sono i picchi, alcuni imenotteri e il dittero Leskia aurea che parassitizza le larve.
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SOFORA F amiglia : l eguminosae • g enere : s opHora • S Pecie : O rigine : c ina , a sia orientale
japonica
l.
PER RICONOSCERLA Arborea caducifoglia con chioma densa, tondeggiante e molto espansa. ALTEZZA Mediamente 8-10 m, ma può raggiungere anche i 15 m. CRESCITA Rapida. FUSTO Eretto, molto caratteristico per le nodosità e la conformazione contorta. La corteccia è ruvida e di colore bruno scuro. FOGLIE Composte; imparipennate, con 7-9 foglioline di forma lanceolata e con apice acuminato; margine intero e lunghezza di circa 5 centimetri. Di colore verde intenso tendente allo scuro. FIORE Ermafroditi; riuniti in pannocchie di circa 20 cm di lunghezza, di colore giallo-crema. Fioritura estiva. Note Resiste molto bene anche in zone ad alta densitˆ di inquinamento.
La sofora predilige posizioni soleggiate e terreni fertili.
In giugno-luglio gli esemplari adulti si ricoprono di fiori gialli riuniti in pannocchie.
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Avversità Rodilegno giallo (Zeuzera pyrina) Lepidottero che attacca il legno dei fruttiferi e della maggior parte delle latifoglie sia forestali sia ornamentali. Farfalle della dimensione di 5-6 cm con ali bianche punteggiate di nero; larve gialle con punti neri disposti in file longitudinali sul dorso. Le larve, partendo dai germogli, passano nei rami più giovani ed è facile infine ritrovarle anche in quelli più grandi e vecchi. Scavano gallerie nella parte centrale dell’organo legnoso rendendolo molto fragile e facilmente soggetto
attacchi
a rotture; creano inoltre condizioni estremamente favorevoli all’attacco di funghi e altri patogeni. I germogli e i giovani rami disseccano e, se la pianta è di dimensioni limitate, si può avere un grave deperimento generale. Sverna come larva e solitamente compie il suo ciclo in 2 anni. Lotta Di tipo chimico: trattamenti tempestivi con fosforganici (azinfos-metile) in primavera, quando gli attacchi sono concentrati sui germogli. Di tipo biologico: sempre in primavera contro le larve, con Bacillus thuringiensis.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea
fungo
marciumi radicali
Cossus cossus (rodilegno rosso) Zeuzera pyrina (rodilegno giallo) Diaspis pentagona (cocciniglia bianca) Saissetia oleae Nectria cinnabarina Tetranychus urticae (ragnetto rosso) Icerya purchasi (cocciniglia cotonosa) Microsphaerella alni (mal bianco) Phyllosticta spp.
lepidottero lepidottero cocciniglia
gallerie nel tronco e nei rami gallerie nel tronco e nei rami infestazione dei rami
cocciniglia fungo acaro
infestazione dei rami cancri rameali infestazione delle foglie
cocciniglia
infestazione di ogni parte vegetale necrosi di germogli e foglie necrosi e disseccamenti fogliari
alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
fungo fungo
FRUTTO Legume; baccello di 8-10 cm, inizialmente verde e poi bruno scuro.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Pieno sole e posizioni riparate. TEMPERATURA Non gradisce le basse tempe-
rature. TERRENO Abbastanza rustica, si adatta a tutti i tipi. Preferisce però quelli sciolti e ben drenati. IRRIGAZIONI Non particolarmente esigente. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo di risanamento.
SPECIE E VARIETË
● S. j. var. Pendula Presenta dimensioni ridotte, chioma compatta e ricadente, con rami variamente contorti e spesso attorcigliati su se stessi.
La varietà Pendula è un piccolo albero con chioma fitta, composta da numerose foglioline verde scuro.
Alberi
152
cAducifogli
TAMERICE F amiglia : t amaricaceae • g enere : t amarix • S Pecie : O rigine : e uropa meridionale PER RICONOSCERLA Arborea caducifoglia con portamento spesso arbustivo; chioma espansa e irregolare. Ha rami spioventi e chioma ad alberello se opportunamente allevata. ALTEZZA Di piccole dimensioni; mediamente 3-4 m, può raggiungere al massimo i 6 m.
gallica
l.
CRESCITA Medio-rapida. FUSTO Contorto, spesso ramificato fin dalla base.
Corteccia liscia e di colore grigio scuro. FOGLIE Semplici; quasi squamiformi, lanceolate.
Di colore verde glauco. FIORE Ermafroditi; piccolissimi e riuniti in racemi, in numero elevatissimo soprattutto all’apice dei
Alberi
cAducifogli
153
giovani rami dove formano lunghi pennacchi di colore rosa o rossastro. La fioritura avviene tra maggio e agosto. FRUTTO Piccole capsule lunghe meno di 1 cm.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Pieno sole TEMPERATURA Molto rustica. Buona resistenza
sia al freddo sia al caldo. TERRENO Si adatta bene a ogni tipo di terreno. Soffre solo il calcare. IRRIGAZIONI Non necessarie. Non teme la siccità. CONCIMAZIONI Non necessarie. POTATURE Solo di risanamento.
SPECIE E VARIETË
● T. pentandra A fioritura estiva. ● T. tetranda A fioritura primaverile. Note Non soffre la salsedine, né i venti salmastri, si adatta quindi molto bene agli ambienti costieri.
Avversità Oidio o mal bianco (Sphaerotheca macularis) Appartenente al gruppo degli oidi, è un fungo che attacca soprattutto le fragole ma spesso si può riscontrare anche su piante e arbusti ornamentali. Si evidenzia sulle foglie ricoprendole di una patina bianca e polverulenta; le parti si deformano e possono anche assumere colorazioni brunastre. Disseccamenti e necro-
attacchi al legnO
attacchi
si sono il risultato di attacchi massicci. L’infezione si diffonde a partire dalla vegetazione infetta lasciata sul terreno e da condizioni ambientali favorevoli (temperatura media e alta umidità). Lotta Di tipo chimico (principalmente preventiva): prodotti pirimidinici (fenarimol), fosforganici (pirazofos), o a base di zolfo.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Cossus cossus (rodilegno rosso) Zeuzera pyrina (rodilegno giallo) Ganoderma spp. Fomes spp. Coriolus spp. Polyporus spp. Metcalfa pruinosa
lepidottero lepidottero fungo fungo fungo fungo rincote
Sphaerotheca macularis (mal bianco)
fungo
gallerie nel tronco e nei rami gallerie nel tronco e nei rami carie del legno carie del legno carie del legno carie del legno abbondante produzione di melata e secrezioni cerose necrosi di germogli e foglie
alla vegetaziOne
Arbusti
154
dA cespuglio
AZALEA F amiglia : E ricacEaE • g enere : r hododEndron • O rigine : G iapponE PER RICONOSCERLA
FOGLIE Semplici, di forma ovale con margine in-
Arbusto da cespuglio a foglia caduca o semipersistente; aspetto globoso-assurgente con chioma molto fitta. Le ramificazioni partono dalla base di un fusto breve ed eretto. ALTEZZA Mediamente non supera i 2 m, ma dipende dalle varietà.
tero. L’apice, la dimensione e le tonalità del verde cambiano a seconda della varietà. FIORE Ermafroditi e riuniti in infiorescenze ombrelliformi molto dense, poste all’estremità dei rami. Campanulati e variamente colorati secondo le varietà. Compaiono in tarda primavera. FRUTTO Capsula verdastra di forma oblunga.
Arbusti
dA cespuglio
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Con substrato umido vive bene anche in pie-
no sole. In condizioni normali deve essere posta in mezz’ombra temperatura Soffre il clima continentale (eccessi di freddo e di caldo). TERRENO Deve essere torboso-acido, fresco e umido. Deperisce vistosamante in terreni compatti e calcarei. IRRIGAZIONI Frequenti ma evitando i ristagni idrici. Teme molto l’aridità. CONCIMAZIONI Frequenti se si desidera una buona fioritura. POTATURE Negli esemplari giovani una periodica cimatura permette di allargare la vegetazione e aumentare la fioritura.
SPECIE E VARIETË Vedi rododendro a pag. 186
Avversità Septoriosi (Septoria azaleae) Genere di fungo che colpisce principalmente il sedano (Septoria aphicola). La specie S. azaleae si manifesta, sia sui rododendri sia sulle azalee, con necrosi fogliari inizialmente di colore giallastro e in seguito PatOgenO attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
Armillaria mellea Pythium spp. Otiorrhhynchus sulcatus
bruno rugginoso. Le foglie disseccano e l’esemplare colpito, notevolmente indebolito, presenta una marcata diminuzione della produzione fiorale. Lotta Essenzialmente di tipo chimico: sali rameici ai primi sintomi della malattia.
tiPOlOgia
Danni
fungo marciumi radicali fungo marciumi radicali coleottero le larve attaccano le radici e gli adulti le foglie Differenti specie di nematodi infestano le radici. Eleucanium corni cocciniglia infestazione dei rami con conseguenti deperimenti Metcalfa pruinosa rincote infestazione di tutta la vegetazione. Abbondante produzione di melata e secrezioni cerose Pseudococcus spp. cocciniglia infestazione di tutta la pianta (cocciniglia farinosa) Cylindrocarpon radicicola fungo cancri rameali e del fusto Exobasidium rhododendri fungo ruggini fogliari e dei germogli Gloeosporium rhododendri fungo macchie necrotiche fogliari Septoria azaleae fungo macchie fogliari Stephanytis rhododendri rincote macchie fogliari chiare Tetranychus urticae acaro bronzature clorotiche fogliari e caduta (ragnetto rosso) delle foglie Alcuni tripidi infestano i fiori.
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Arbusti
156
dA cespuglio
CALICANTO F amiglia : c alycanthacEaE • g enere : c alycanthus • S Pecie : O rigine : c ina PER RICONOSCERLO Arbusto da cespuglio a foglia caduca con portamento arbustivo; chioma irregolare, espansa, soprattutto nella parte alta della pianta. Può anche essere allevato ad alberello. ALTEZZA Normalmente fino a 2-3 m. FOGLIE Semplici, di forma ovata-lanceolata, a margine intero, lunghe fino a 20 centimetri. Molto rugose al tatto, di colore verde chiaro brillante. FIORE Ermafroditi, a forma stellata, intensamente profumati e di colore giallo pallido sfumato di rosso; piccoli, distribuiti singolarmente o a coppie su tutto l’asse dei rami di un anno. La fioritura è invernale (dicembre-febbraio), sui rami nudi. FRUTTO Acheni lunghi 2-3 cm di colore verde-bruno, legnosi a maturità.
praEcox
SPECIE E VARIETÀ
● C. floridus o calicanto estivo Fiorisce da maggio a luglio con bellissimi fiori a rosetta, larghi circa 3-4 cm, di colore rosso mattone e intensamente profumati.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Predilige zone soleggiate o a mezz’ombra. TEMPERATURA Buona resistenza al freddo. Sof-
fre l’eccessiva ventosità. TERRENO Molto rustica, ben si adatta a ogni tipo di substrato. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Annuale, di contenimento, dopo la fioritura.
I fiori compaiono dopo qualche anno dalla messa a dimora.
Avversità attacchi alle raDici attacchi al legnO
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea
fungo
marciumi radicali
Agrobacterium tumefaciens
batterio
marciumi radicali
Botryosphaeria calycanthi
fungo
cancri rameali
Arbusti
dA cespuglio
Le foglie, lanceolate e lucide, ricordano quelle del salice.
157
Arbusti
158
dA cespuglio
CAMELIA F amiglia : t hEacEaE • g enere : c amElia • O rigine : G iapponE , c ina , i ndia PER RICONOSCERLA Arbusto da cespuglio sempreverde con forma piramidale non molto compatta. Breve fusto ramificato alla base con radi rami eretti. ALTEZZA In piena terra raggiunge nel tempo anche i 3-4 m e oltre. FOGLIE Semplici e di forma ovale, appuntite e lucide; coriacee con margine seghettato. Di colore verde intenso le più vecchie e verde brillante quelle nuove. FIORE Ermafroditi, grandi e singoli, con petali semplici o plurimi; numerosissimi e posti alle estremità dei germogli. Compaiono da fine inverno a primavera inoltrata.
FRUTTO Capsula delle dimensioni di una noce, di colore verde-rossastro.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Predilige posizioni ombreggiate oppure a
mezz’ombra e riparate dai venti. Può essere posta in pieno sole solo in ambienti freschi. TEMPERATURA Predilige clima mite. Soffre soprattutto il caldo e la siccità estiva.
Note Adatta anche alla coltivazione in vaso, in particolare le varietà a fioritura precoce.
I fiori possono essere singoli, semidoppi o doppi, con tonalità che spaziano dal bianco al rosa, al rosso. A sinistra, fiore di camelia Adolphe Audusson; a destra, fiore della varietà Contessa Lavinia Maggi.
Arbusti
dA cespuglio
Avversità Nematodi galligeni (Meloidogyne spp.) Organismi terricoli di piccole dimensioni, vermiformi, che attaccano le radici provocando vistose tumefazioni (galle). Sono favoriti dalla presenza di umidità ambientale in quanto attaccano le radici “nuotando” nel velo d’acqua presente all’interno del terreno. La pianta attaccata manifesta sofferenza con appassimenti fogliari e innaturali curvature dei rami; a lungo andare i nematodi determinano
attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Phytophtora cinnamoni Meloidogyne spp. Otiorrhhynchus sulcatus
fungo nematode coleottero
Botryosphaeria ribis Aspidiotus camelliae Hemiberlesia camelliae Aphis fabae (afide nero)
fungo cocciniglia cocciniglia afide
Myzus spp.
afide
Sclerotinia camelliae Alternaria camelliae Exobasidium camelliae Tetranychus urticae (ragnetto rosso)
fungo fungo fungo acaro
marciumi radicali e del colletto galle radicali le larve attaccano le radici e gli adulti le foglie cancri rameali infestazione di rami e foglie infestazione di rami e foglie infestazione di foglie e fiori con abbondante produzione di melata infestazione di foglie e fiori con abbondante produzione di melata necrosi e appassimenti dei boccioli fiorali macchie fogliari ipertrofie fogliari e formazione di galle bronzature clorotiche fogliari e caduta delle foglie
alla vegetaziOne
la distruzione dell’apparato radicale e conseguente morte della pianta. Lotta Soltanto di tipo preventivo: è necessario acquistare piante provviste di garanzia di terreno immune. Se nel giardino si sono già verificati attacchi di nematodi, prima della messa a dimora dell’arbusto è bene procedere con trattamenti al terreno a base di tionazin o altri nematocidi specifici.
Molti tipi di virus possono attaccare le foglie.
TERRENO Torboso-acido, fresco e umido. Soffre molto i terreni calcarei e compatti. Il substrato deve essere ben drenato. IRRIGAZIONI Frequenti ma evitando i ristagni idrici. CONCIMAZIONI Frequenti soprattutto prima della fioritura. POTATURE La potatura è necessaria per dare forma alla pianta e migliorare la fioritura e deve essere effettuata in primavera accorciando i rami dopo la scomparsa dei fiori. Quando si vogliono ottenere fiori più grandi si procede con la “sbocciolatura”, pratica di potatura verde che consiste nello staccare manualmente i boccioli più piccolio mal posizionati.
SPECIE E VARIETË
● C. japonica var. Latifolia Con fiori rossi, semidoppi che compaiono a marzo. ● C. japonica var. Nobilissima Con fiori bianchi, multipli che compaiono da febbraio a maggio. Buona resistenza al freddo. ● C. reticulata Con fiori rossi da febbraio ad aprile. Predilige climi miti e posizioni a mezz’ombra. ● C. sinensis È la pianta del tè che, in alcune zone a clima mite, è usata anche a scopi ornamentali. ● C. × williamsii Ibrido che da novembre ad aprile porta fiori di color rosa-porpora o bianchi. Buona resistenza al freddo ma patisce le gelate a causa della precocissima fioritura.
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Arbusti
160
dA cespuglio
COTOGNO DA FIORE F amiglia : r osacEaE • g enere : c ydonia o c haEnomElEs • S Pecie : O rigine : G iapponE PER RICONOSCERLO Arbusto da cespuglio a foglia caduca. Ha aspetto pollonante, con numerosi fusti che fuoriescono dal terreno. Chioma irregolare con grossi rami ben rivestiti, a volte spinosi. ALTEZZA Mediamente 1-2 m. FOGLIE Semplici, di forma ovale, con apice arrotondato e margine leggermente seghettato. Colore verde intenso. FIORE Ermafroditi, singoli o a gruppi distribuiti su tutti i rametti di un anno. A cinque petali e solitamente di colore rosso. Compaiono in primavera appena prima o in corrispondenza dell’emissione delle foglie.
japonica
FRUTTO Falsi frutti tipo pomo, piccoli e giallo-rossastri. In alcune varietà persistono dopo la caduta delle foglie.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Preferisce posizioni in pieno sole. TEMPERATURA Si datta a ogni clima, ben sop-
portando anche quelli molto rigidi.
Note Molto resistente all’inquinamento atmosferico.
Arbusti
dA cespuglio
TERRENO Molto rustica e quindi adattabile a qualsiasi tipo di substrato. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Annuali dopo la fioritura.
SPECIE E VARIETË Esistono molte varietà, tutte a fioritura primaverile, con fiori semplici o doppi di colori diversi (bianco, rosa, rossastro). ● Chaenomeles speciosa A fioritura primaverile. Presenta varietà con fiori rosso-arancio o rosso scarlatto o bianchi candidi. ● C. × superba Ibrido estremamente diffuso, con fiori di colore rosso sangue che compaiono da gennaio ad aprile. Presenta buona resistenza al freddo e sopporta bene anche posizioni ombreggiate.
La varietà Crimson and Gold presenta vistosi fiori cremisi con antere gialle.
Avversità Cicalina (Typhlocyba spp.) Piccolo insetto rincote dalle ali bianche e tipicamente spioventi; compie 2 generazioni all’anno e sverna come uovo sui rametti. Attacca numerose latifoglie ornamentali, fruttiferi e rose. Il danno si manifesta su foglie e PatOgenO attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
germogli con maculature giallastre in prossimità delle nervature. Difficilmente provoca defogliazioni. Lotta Di tipo chimico solo quando si evidenziano attacchi massicci: prodotti a base di diazinone e piretroidi.
tiPOlOgia
Danni
Monilia laxa fungo disseccamenti e cancri rameali Nectria spp. fungo disseccamenti e cancri rameali Varie cocciniglie infestano i rami (vedi melo da fiore pag. 133). Tiphlocyba spp. rincote infestazione di tutta la vegetazione Aphis pomi afide infestazione dei germogli Erwinia amilovora batterio arrossamenti necrotici e morte (colpo di fuoco) improvvisa della pianta
161
Arbusti
162
dA cespuglio
COTONEASTER F amiglia : r osacEaE • g enere : c otonEastEr • S Pecie : O rigine : c ina occidEntalE
horizontalis
PER RICONOSCERLO Arbusto da cespuglio a foglia caduca, sempreverde, con aspetto eretto o procombente o strisciante. Rami orizzontali tozzi e contorti. ALTEZZA Supera raramente 1 m. FOGLIE Semplici, opposte, di forma ovale, con apice appuntito e a margine intero. Il colore verde intenso diviene rossastro nella stagione autunnale. FIORE Ermafroditi, piccoli, biancastri o rosati, poco appariscenti. Numerosi e posti all’ascella delle foglie su tutta la lunghezza del ramo. Compaiono in giugno. FRUTTO Pomo (volgarmente chiamato bacca) di forma ovoidale, rosso brillante. Caratteristica decorativa dell’arbusto, i frutti persistono sulla pianta per tutto l’inverno.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Posizione soleggiata. Vive bene anche a
mezz’ombra TEMPERATURA Pianta rustica ma preferisce climi
temperati. Soffre i freddi intensi
TERRENO Predilige substrati sciolti e profondi. Si adatta anche a quelli calcarei IRRIGAZIONI Normali CONCIMAZIONI Normali POTATURE A fine inverno e limitate al contenimento della chioma.
La vegetazione ricadente e decorativa di C. horizontalis si presta particolarmente a scarpate, pendii e per la copertura di muretti di delimitazione.
Arbusti
dA cespuglio
Avversità Tingide (Stephanitis pyri) Insetto rincote lungo circa 3 mm di colore nerastro. Vive sulla pagina inferiore della foglia provocando una diffusa punteggiatura nera, evidente anche sulla pagina superiore; questi punti si ampliano fino a interessare tutta la superficie fogliare che necrotizza. Compie 3-4 generazioni
attacchi alle raDici attacchi al legno attacchi alla vegetazione
all’anno e sverna come adulto nella rugosità della corteccia. Colpisce anche il biancospino, altre piante ornamentali e molti fruttiferi. Lotta Di tipo chimico: sulle neanidi di prima generazione (maggio-giugno) distribuire prodotti azotorganici o fosforganici (amitroz e fenitrotion).
Patogeno
tiPologia
Armillaria mellea Eriosoma lanigerum Erwinia amilovora (colpo di fuoco) Aphis pomi Stephanytis pyri
fungo afide batterio
Eleucanium corni
Danni
marciumi radicali infestazione degli organi legnosi arrossamenti necrotici e morte improvvisa della pianta afide infestazione di tutta la vegetazione rincote macchie clorotiche, argentature e caduta delle foglie cocciniglia infestazione di tutta la vegetazione
SPECIE E VARIETË
● C. salicifolius A rami penduli, con foglie
Sono circa 40-50 le specie in commercio. ● C. conspicuus Arbustiva, sempreverde, molto compatta. Le foglie sono verde brillante, lunghe circa 3 centimetri. A maggio compaiono fiori bianchi. Le bacche sono rossastre. ● C. dammeri Tappezzante, sempreverde, con foglie di colore verde intenso che diventa giallo-arancio in autunno. Fiori bianchi estivi e bacche color arancio autunnali. ● C. microphyllus Tappezzante (non supera i 30 cm di altezza); caratteristiche le piccolissime foglie, non più grandi di 0,5 centimetri. ● C. rotundifolius Arbustivo, con ramificazioni a ventaglio. Fiori bianco rosati (in giugno) e bacche rosse.
grandi (7-8 cm) e sempreverdi. Fioritura bianca in giugno; bacche autunnali di color rosso vivo. ● C. × watereri Sempreverde, può raggiungere i 3 m di altezza. A fiori bianchi che compaiono in giugno; bacche di color rosso vivo.
La varietà Cornubia presenta frutti rossi, grandi e abbondanti, raccolti in grappoli penduli.
C. salicifolius Repens ha fogliame sottile e fitto ed è un’ottima tapezzante.
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Arbusti
164
dA cespuglio
CRIPTOMERIA NANA F amiglia : t axodiacEaE • g enere : c ryptomEria • S Pecie : O rigine : G iapponE
japonica
PER RICONOSCERLA Arbusto sempreverde d’aspetto cespuglioso e chioma globosa e compatta. ALTEZZA A seconda delle cultivar, ma in genere non supera i 2-3 m. FOGLIE Aghiformi e disposte a spirale sui rametti; ricurve, lunghe circa 1-2 cm e non pungenti. Di colore verde scuro, lucenti. FIORE Pianta monoica. I fiori maschili sono riuniti in piccoli amenti posti all’apice dei rametti; quelli femminili sono coni tondeggianti del diametro di 1-2 cm. FRUTTO Tipici strobili sferici di circa 2 cm di diametro, con numerosi uncini ricurvi presenti su tutta la superficie.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Predilige posizioni in pieno sole. TEMPERATURA Buona resistenza al freddo ma
teme le gelate. Ideale è il clima temperato. TERRENO Fertile e tendenzialmente acido. Soffre terreni calcarei e compatti. IRRIGAZIONI Predilige zone ad alta piovosità e buona umidità. Richiede sostanziosi apporti d’acqua ma non sopporta i ristagni idrici. CONCIMAZIONI Frequenti.
Nella varietà Elegans l’ampiezza della chioma non supera i 50 cm a 10 anni dall’impianto; le foglie, grigio bluastre in estate, arrossano in inverno.
POTATURE Sopporta molto bene i tagli. Servono interventi annuali per regolare lo sviluppo e la forma.
Avversità PatOgenO attacchi alle raDici attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea fungo marciumi radicali Ganoderma spp. fungo carie del legno Fomes spp. fungo carie del legno Coriolus spp. fungo carie del legno Polyporus spp. fungo carie del legno Leucaspis spp. cocciniglia disseccamento fogliare Mycosphaerella sequoiae fungo macchie necrotiche e avvizzimenti Cercospora sequoiae fungo macchie necrotiche e avvizzimenti I danni maggiori sono causati da ristagni idrici e da terreni asfittici e calcarei che provocano gravi deperimenti all’intera pianta.
Arbusti
dA cespuglio
165
FIOR D’ANGELO F amiglia : s axifraGacEaE • g enere : p hiladElphus • S Pecie : O rigine : a mErica sudoriEntalE PER RICONOSCERLO Arbusto a foglia caduca d’aspetto cespugliosoarbustivo, con numerosi rami assurgenti che possono partire dal terreno. Negli esemplari adulti la corteccia si stacca dai fusti in piccoli nastri. ALTEZZA Raggiunge anche i 3-4 m. FOGLIE Semplici, opposte, di forma ovale, con apice appuntito e margine dentato. Colore verde chiaro intenso. FIORE Singoli o in grappoli terminali, radi. Corolla formata da quattro petali di colore bianco. Molto profumati, compaiono da maggio a luglio. FRUTTO Piccole capsule, brunastre a maturità.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Posizioni soleggiate ma vegeta bene anche a mezz’ombra.
inodorus
l.
TEMPERATURA Resiste bene al freddo e alle avversità atmosferiche. TERRENO Molto rustica, si adatta a ogni tipo di substrato. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Sopporta bene i tagli. Attenzione: se troppo drastici impediscono alla pianta di fiorire per almeno due anni.
SPECIE E VARIETÀ
● P. coronarius var. Aureus A fiori bianchi, semplici, riuniti in grappoli. Fogliame di color giallo-oro. ● P. limonei Ibrido con fiori color crema e molto profumati. ● P. virginalis Con fiori bianchi, doppi, riuniti in piccoli grappoli.
Arbusti
166
dA cespuglio
Avversità Mosca bianca (Trialeurodes vaporariorum) Piccolo rincote che si manifesta normalmente in ambienti caldo-umidi (quindi nelle serre); nei periodi estivi si presenta anche all’esterno. È una piccola farfalla dalle ali bianche e polverose che si raccoglie a gruppi sulla pagina inferiore delle foglie e si alza in volo al minimo movimento. La sottrazione di linfa e l’abbondante produzione di melata causano alterazioni simili a ustioni e asfissia dovuta all’occlusione degli stomi: le foglie diventano giallastre e poi caattacchi
dono. Presenta diverse generazioni nell’arco dell’anno. Lotta Di tipo chimico: numerosi interventi ravvicinati nel tempo e condotti all’inizio dell’infestazione, con prodotti chimici a base di cloroderivati (endosulfan) o piretroidi. Di tipo biologico: nemici naturali della mosca bianca (in grado di controllarne lo sviluppo) sono Crysoperla carnea e Encarsia formosa; quest’ultimo è un imenottero che non si è ben adattato ai climi freddi.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Metcalfa pruinosa
rincote
Phyllactinia guttata (mal bianco)
fungo
infestazione della vegetazione con abbondante produzione di melata e secrezioni cerose avvizzimento dei germogli e patina biancastra sulle foglie
Gloeosporium spp. Lachnea sexpunctata Trialeurodes vaporariorum (mosca bianca) Cetonia spp. Tropinota spp. Oxythyrea spp.
fungo coleottero rincote
al legnO
attacchi alla vegetaziOne
macchie necrotiche fogliari erosioni fogliari infestazione delle foglie che prima appassiscono e poi cadono coleottero gli adulti di tutti e tre i coleotteri citati si nutrono degli organi fiorali coleottero e del polline rovinando l’aspetto coleottero estetico della pianta. Differenti tipi di afidi (neri e verdi) infestano foglie e getti
Arbusti
dA cespuglio
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FORSIZIA F amiglia : o lEacEaE • g enere : f orsythia • S Pecie : O rigine : c ina PER RICONOSCERLA Arbusto a foglia caduca d’aspetto cespuglio-espanso, con rami eretti che partono dal terreno raggiungendo anche i 3 m di lunghezza. ALTEZZA Mediamente 1-2 m, ma può raggiungere anche i 3 m. FOGLIE Di forma ovale-lanceolata, opposte sui rami, con apice appuntito e margine seghettato; lunghe fino a 10 centimetri. Di colore verde chiaro, spuntano dopo la fioritura. FIORE Singoli o riuniti a gruppi di 2-3, tubulosi con quattro lobi terminali; si distribuiscono fittamente su tutti i rami di un anno formando una nuvola di colore giallo intenso. Compaiono a inizio primavera. FRUTTO Capsule poco appariscenti, legnose a maturità.
viridissima
POTATURE Sopporta bene i tagli per cui può essere sagomata come si desidera. Si interviene annualmente dopo la fioritura con tagli abbondanti per favorire lo sviluppo dei germogli che produrrano fiori l’anno successivo.
SPECIE E VARIETÀ
● F. suspensa Con fiori di color giallo limone. ● F. × Beatrix Farrand Con fiori molto grandi e di color giallo-oro.
● F. × intermedia Ibrido tra F. viridissima e F. suspensa, è molto rustica, con foglie seghettate. Particolarmente vigorosa e resistente ai tagli. ● F. × intermedia var. Spectabilis A fiori gialli, con buona resistenza al freddo e alle zone ombrose.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Per una buona fioritura richiede posizioni in pieno sole. TEMPERATURA Rustica, resiste bene sia al freddo sia alla siccità. TERRENO Si adatta bene a ogni tipo di substrato. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali.
Avversità PatOgenO attacchi alle raDici
attacchi al legnO attacchi alla vegetaziOne
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Otiorrhhynchus sulcatus
tiPOlOgia
Danni
fungo marciumi radicali fungo marciumi radicali coleottero infestazione delle radici (larve) e delle foglie (adulti) Agrobacterium tumefaciens batterio tumori radicali Botryosphaeria spp. fungo cancri rameali Phomopsis spp. fungo cancri rameali Gloeosporium spp. fungo macchie necrotiche fogliari
Arbusti
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dA cespuglio
GINEPRO F amiglia : c uprEssacEaE • g enere : j unipErus • S Pecie : communis l. O rigine : E uropa , a mErica , a sia ( in pratica tutto l ’ EmisfEro n ord ) PER RICONOSCERLO Arbusto da cespuglio sempreverde, d’aspetto eretto con chioma conica tendente ad assumere forme irregolari. Fusto esile, con ramificazioni basali. I rami sono particolarmente fragili. Corteccia grigio-bruna. ALTEZZA Mediamente 2-3 m ma può superare anche i 6 m. FOGLIE Aghiformi, lunghe circa 1-2 cm, rigide e molto pungenti; disposte in modo caratteristico: in gruppi di 3, sullo stesso piano, ortogonali al rametto su cui sono inserite. Di colore verde glauco. FIORE Pianta dioica. Le infiorescenze maschili, alla base delle foglie sono coni di color giallo dorato; quelle femminili sono piccoli coni verdastri, globosi. FRUTTO Pseudobacca detta galbulo, di colore blu scuro ricoperta di pruina. Giunge a maturazione dopo 2 o 3 anni.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Posizione soleggiata. TEMPERATURA Molto resistente al freddo e al ge-
lo. Si adatta bene anche a climi temperato-caldi. TERRENO Cresce bene ovunque. IRRIGAZIONI Poco frequenti. Resiste molto bene
alla siccità. CONCIMAZIONI Non necessarie. POTATURE Solo di risanamentoe di sfoltimento.
SPECIE E VARIETÀ È fra le piante che annoverano il maggior numero di specie affini e di varietà. ● J. chinensis Specie arborea con foglie aghiformi e squamiformi presenti contemporaneamente e di colore glauco argentato. Alcune varietà hanno fogliame dorato o verde-giallo. Note Ottima resistenza al vento
Arbusti
dA cespuglio
Avversità attacchi al legnO
attacchi
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Cinara spp. Cupressobium juniperi Phloesinus spp. Coryneum cardinale (cancro del cipresso)
afide afide coleottero fungo
Pestalotia funerea Phomopsis juniperovora Carulaspis carulei
fungo fungo cocciniglia
Gymnosporangium sabinae Oligonychus ununguis (ragnetto delle conifere)
fungo acaro
infestazione di tutta la pianta infestazione di tutta la pianta gallerie negli organi legnosi alterazioni cromatiche sui giovani fusti che poi si fessurano. La pianta dissecca e muore disseccamenti rameali e necrosi fogliari disseccamenti ramealie necrosi fogliari infestazione degli aghi (vedi Leucaspis pini in pino nero) ruggini delle fronde arrossamenti e disseccamenti fogliari
alla vegetaziOne
● J. horizontalis var. Bar Harbor Varietà nana con foglie glauche e grigio-verdi, con ramificazioni parallele al terreno. ● J. oxycedrus, J. phoenicea Specie adatte a climi rivieraschi. Hanno infruttescenze di color rosso vivo molto ornamentali. ● J. sabina Varietà fra le più diffuse con portamento arbustivo.
● J. squamata Specie nana adatta per giardini rocciosi, con fogliame blu argentato.
● J. × media var. Pfitzeriana aurea Ibrido nano (non supera i 40 cm di altezza) con aspetto caratteristico dovuto a una larghezza che raggiunge anche i 60 centimetri. Questa varietà presenta foglie gialle in estate e giallo-verdi in autunno.
In questa pagina, due varietà di J. squamata, la Blue Star (sinistra) e la Blue Carpet (destra).
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Arbusti
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dA cespuglio
GINESTRA DEI CARBONAI F amiglia : l EGuminosaE
o
f abacEE • g enere : c ytisus • S Pecie : O rigine : E uropEa
scoparius
l.
PER RICONOSCERLA Arbusto a foglia caduca d’aspetto cespuglioso, disordinato e di piccole-medie dimensioni. Numerosi fusti ramificati solo nella parte terminale conferiscono alla chioma un aspetto globoso. ALTEZZA Non supera i 2 m. FOGLIE Composte, trifogliate; le singole foglioline sono ovaliformi, a margine intero e di colore verde chiaro. FIORE Ermafroditi, di colore giallo intenso (esistono varietà bianche e rosse), distribuiti all’ascella delle foglie e lungo i rami di un anno. Compaiono in maggio-giugno. FRUTTO Legume contenente molti semi che persiste a lungo sulla pianta. Di colore verde chiaro, brunastro a maturazione.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Posizione soleggiata. TEMPERATURA Necessita di climi temperati. Non
sopporta il gelo. TERRENO Particolarmente rustica, si adatta a
molti tipi di terreno pur preferendo quelli sabbiosi. Substrato acido. IRRIGAZIONI Normali. Teme i ristagni idrici. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Energiche dopo la fioritura.
SPECIE E VARIETÀ Esistono molte varietà di C. scoparius, caratterizzate da colorazioni dei fiori molto diversificate (arancio, rossastro, giallo dorato). ● C. battandieri Fiori gialli con gradevole profumo di ananas, compaiono in maggio-giugno. Esige pieno sole ed è una specie adatta a climi miti. ● C. × praecox var. Allgold Ottima resistenza al freddo e agli inquinanti atmosferici. Con fioritura precocissima.
Avversità Afide nero (Aphis fabae) Afide che attacca soprattutto le leguminose, non disdegnando altre ornamentali erbacee e arbustive. Vive in colonie sulle parti terminali dei giovani rami o anche sui rami fioriferi. La sua colorazione nera lo rende facilmente individuabile. Provoca alterazioni deformanti particolarmente vistose e deperimenti generali della pianta. Sverna come uovo su piante infestanti vicine all’arbusto (per esempio il romice). Lotta Di tipo chimico: alle prime manifestazioni si deve intervenire con aficidi specifici, se necessario, ripetendo più volte il trattamento. La coccinella è il suo principale nemico naturale.
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KERRIA f amiGlia : r osacEaE • G EnErE : K Erria • s pEciE : o riGinE : c ina , G iapponE PER RICONOSCERLA
japonica
SPECIE E VARIETÀ
Arbusto da cespuglio a foglia caduca; aspetto arbustivo con numerosi fusti che partono dal terreno e conferiscono un aspetto voluminoso e irregolare. ALTEZZA Può raggiungere i 3 m. FOGLIE Semplici, quasi triangolari, a margine notevolmente dentato e lunghe circa 10 centimetri. Di colore verde intenso. FIORE Ermafroditi, semplici, formati da 5 petali di colore giallo intenso o aranciati. Le varietà ornamentali presentano anche fiori doppi o plurimi. FRUTTO Piccoli acheni di colore bruno-verdastro riuniti in infruttescenze.
● K. j. var. Picta Foglie variegate e argentate. Non supera i 60 cm di altezza. È molto rustica e vegeta in modo soddisfacente anche in zone ombreggiate. Fiorisce in aprile-maggio. ● K. j. var. Pleniflora A fiori doppi e di color arancio.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Predilige posizioni a pieno sole. Sopporta
bene anche quelle parzialmente ombreggiate. TEMPERATURA Adatta ai climi temperati anche se presenta discreta resistenza a quelli rigidi. TERRENO Pianta molto rustica che tollera bene ogni tipo di terreno. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo di risanamento o di formazione.
La varietà Pleniflora ha rami verdi molto decorativi anche d’inverno. I fiori doppi e gialli compaiono in primavera.
Avversità attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Phomopsis spp. Coryneum spp. Nectria spp. Coccomyces kerriae
fungo fungo fungo fungo
disseccamento dei rami disseccamento dei rami cancri rameali macchie fogliari
Arbusti
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LAGERSTROEMIA F amiglia : l ythracEaE • g enere : l aGErstroEmia • S Pecie : O rigine : c ina , G iapponE , a ustralia
indica
l.
PER RICONOSCERLA
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO
Arbusto da cespuglio a foglia caduca, con chioma surgente, conica, compatta, piuttosto irregolare. Invecchiando tende ad assumere forma ad alberello. Come tale può essere allevato fin da giovane: in questo caso la chioma prende una caratteristica forma ombrelliforme. ALTEZZA In genere arriva ai 3-4 m ma può raggiungere anche i 6-7 m. FOGLIE Semplici, di forma ovale e a margine intero. Abbastanza coriacee e di colore verde intenso. FIORE Ermafroditi, riuniti in lunghe pannocchie terminali su rami di un anno. Il colore, normalmente rosso intenso, può essere anche rosa o violetto. Compaiono in estate e a scalare. FRUTTO Capsula sferica prima verde, a maturazione legnosa. Sono riunite in infruttescenze terminali.
LUCE Predilige posizioni molto soleggiate. TEMPERATURA Teme i climi rigidi ma sopporta
bene gli inverni delle zone continenentali. TERRENO Predilige quelli leggeri e ricchi di sostanze organiche. Soffre i calcarei. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Primaverili, con tagli consistenti a 2030 cm da terra che lascino solo le ramificazioni principali.
SPECIE E VARIETÀ Vi sono molte varietà con fiori a colorazioni diversificate, dal bianco al rosa, dal lilla al violetto. Le pannocchie possono essere più o meno dense e consistenti, sempre in funzione delle diverse varietà.
Arbusti
dA cespuglio
● L. i. var. Nivea A fiori bianchissimi. ● L. i. rosea A fiori rosa intenso. ● L. rosea var. Nana Varietà nana a fiore rosa.
● L. i. rubra var. Magnifica A fiori rossi. ● L. violacea A fiore viola chiaro.
Avversità attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
PatOgenO
tiPOlOgia
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Metcalfa pruinosa
fungo fungo rincote
Danni
marciumi radicali marciumi radicali infestazioni della vegetazione con abbondante produzione di melata e secrezioni cerose Eryosiphe lagerstroemiae fungo avvizzimento dei germogli (mal bianco) e patina biancastra sulle foglie Phyllosticta lagerstroemiae fungo macchie necrotiche fogliari Molti tipi di afidi (verdi e neri) attaccano i giovani germogli. Calcare e terreni asfittici provocano vistose clorosi.
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LANTANA F amiglia : v ErbEnacEaE • g enere : l antana • S Pecie : camara O rigine : r EGioni tropicali dEl c Entro E s ud a mErica FIORE Ermafroditi, piccoli, tubulari e riuniti in
corimbi terminali; di colore diverso nell’ambito dello stesso corimbo. Normalmente compaiono da maggio a settembre ma nei climi caldi anche tutto l’anno. FRUTTO Bacca piccola e nerastra a maturità.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Esposizione soleggiata. TEMPERATURA Climi temperato-caldi. Nelle re-
I colori dei fiori variano dal bianco al giallo, al rosso mattone.
PER RICONOSCERLA Arbusto sempreverde d’aspetto cespuglioso con chioma irregolare e sottili rami, alcuni orizzontali, altri eretti. Può essere coltivata all’aperto per bordure e macchie, spesso allevata in vaso. ALTEZZA Libera di svilupparsi può raggiungere anche i 2 m. FOGLIE Semplici, opposte, di forma ovoidale appuntita, margine dentato; di circa 6-7 centimetri. Ruvide al tatto e di colore verde intenso, scuro.
gioni settentrionali è bene allevarla in vaso per poterla riparare nei mesi più freddi. TERRENO Tendenzialmente acido. Può essere utilizzato ogni substrato purché fertile. IRRIGAZIONI Normali. concimazioni Normali. POTATURE A fine inverno deve essere tagliata a 10-15 cm da terra in quanto la fioritura è portata dai rami dell’anno.
SPECIE E VARIETÀ Le numerose varietà in commercio presentano diverse colorazioni dei fiori e dimensioni.
Avversità Fusariosi (Fusarium spp.) Funghi che attaccano piante ornamentali come il garofano e il ciclamino. All’instaurarsi di questo patogeno la lantana presenta ingiallimenti generalizzati e rallentamento dello sviluppo; tutta la pianta assume quindi un aspetto avvizzito e successivamente muore. Sono i tessuti vascolari a essere attaccati con vistose necrosi PatOgenO attacchi al legnO Fusarium spp. attacchi Alternaria spp. alla vegetaziOne Phyllosticta spp. Puccinia lantanae
nerastre (alterazioni molto evidenti anche nelle radici). Lotta Di tipo agronomico: evitare ristagni idrici con opportuni interventi colturali ed eliminare dal giardino le piante che si suppongono infette. Di tipo chimico: se l’infezione è in atto si può tentare di trattare il terreno utilizzando benzimidazoli (con esiti comunque incerti).
tiPOlOgia
Danni
fungo fungo fungo fungo
infestazione del colletto e degli organi legnosi necrosi fogliari necrosi fogliari rugginosi delle foglie
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LAVANDA F amiglia : l abiatE O l amiacEE g enere : l avandula • S Pecie : O rigine : r EGionE mEditErranEa , i solE c anariE PER RICONOSCERLA Arbusto da cespuglio sempreverde adatto a bordure o macchie con fusto corto a corteccia nastriforme di colore marrone scuro. Provvisto di numerosissimi rami contorti, flessibili e assurgenti. ALTEZZA Può raggiungere al massimo 1 m. FOGLIE Lanceolate, quasi aghiformi, opposte, piccole e di colore verde glauco. FIORE Riuniti in spighe lunghe 4-5 cm (possono arrivare anche a 10 cm) provviste di un proprio gambo (asse fiorale). Di colore azzurro-violetto, sono intensamente profumati (lo è leggermente tutta la pianta). Compaiono di continuo per tutta l’estate. FRUTTO Piccoli acheni grigiastri.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Tipica pianta mediterranea, predilige esposizioni molto soleggiate. TEMPERATURA Resiste bene anche a freddo intenso.
spica
l.
TERRENO Si adatta a ogni terreno, anche a quelli
poveri, sassosi e aridi. IRRIGAZIONI Normali; non teme la siccità. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Un intervento che dimezzi la vegeta-
zione a fine inverno predispone a una abbondante fioritura per l’estate successiva.
SPECIE E VARIETÀ
● L. angustifolia A fiori blu chiaro. Raggiunge anche i 120 cm di altezza. ● L. stoechas A fiori porpora scuro, molto profumata. Non supera i 60 cm di altezza. Fiorisce da maggio a luglio. ● L. vera A fiori blu-porporini. Di taglia limitata, non supera i 40-50 cm di altezza. Fiorisce da luglio a settembre e predilige posizioni in pieno sole. Note Resiste bene allÕinquinamento atmosferico.
In L. stoechas all’apice delle infiorescenze si forma un ciuffo di bratee violacce che persistono a lungo.
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MELOGRANO F amiglia : p unicacEaE • g enere : p unica • S Pecie : Granatum l. O rigine : r EGioni dEll ’a sia occidEntalE PER RICONOSCERLO Arbusto da cespuglio a foglia caduca; molto voluminoso (spesso è allevato ad alberello), con numerosi fusti sinuosi e contorti che fuoriescono dal terreno. Chioma globosa molto fitta. ALTEZZA Può raggiungere mediamente i 3-4 m. FOGLIE Semplici, di forma ovale, a margine intero e leggermente ondulato. Colore verde brillante lucido. FIORE Ermafroditi, di forma tubulosa, tipicamente rossi o aranciati. Lunghi 3-4 cm, sono isolati o a piccoli gruppi. A seconda della varietà hanno petali semplici o doppi. FRUTTO Balausta (falsa bacca) voluminosa (può raggiungere i 12-14 cm di diametro), variamente colorata ed edule.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Ama il pieno sole. TEMPERATURA Predilige climi temperati. Ha
buona resistenza al freddo e tollera bene la siccità. TERRENO Non ha particolari esigenze. Resiste bene anche in quelli calcarei. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE A fine inverno, per equilibrare la chioma, si accorciano i rami che sono fioriti e si eliminano quelli vecchi e deboli.
SPECIE E VARIETÀ Esistono in commercio molte varietà con fiori semplici o doppi. Le varietà nane sono adatte per vaso in terrazze e balconi ● P. g. var. Legrellei Con abbondante fioritura estiva e fiori doppi. ● P. g. var. Nana Solitamente non supera i 50 cm di altezza e i 40 cm di larghezza della chioma. Presenta fiori penduli e fiorisce in giugno-agosto. Può essere allevata in vaso. Ha buona resistenza al freddo.
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Avversità Metcalfa (Metcalfa pruinosa) Rincote di origine americana, giunto in Italia da pochi anni. Gli adulti sono di colore biancastro e alati (6-7 mm). Le forme giovani sono bianco candido e producono un’abbondante secrezione cerosa, bianca e cotonosa che con la melata imbratta la pianta. Di prefePatOgenO attacchi alle raDici Armillaria mellea attacchi al legnO Ceroplastes spp. attacchi alla Aphis fabae (afide nero) vegetaziOne Sphaceloma punicae Micosphaerella lythracearum Metcalfa pruinosa
renza vengono infestati i rametti ancora erbacei da primavera a luglio inoltrato. Sverna come uovo nelle screpolature della corteccia. Compie una sola generazione all’anno. Lotta Principalmente di tipo chimico: trattamenti primaverili con piretroidi e endosulfan. I nemici naturali: coccinellidi e Chrysopa carnea. tiPOlOgia Danni fungo fungo afide fungo fungo rincote
marciumi radicali infestazione di tutta la pianta infestazione di tutta la pianta macchie e necrosi fogliari macchie e necrosi fogliari infestazione di tutta la vegetazione. Abbondante produzione di melata e secrezioni cerose
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OLEANDRO F amiglia : a pocynacEaE • g enere : n Erium • S Pecie : O rigine : b acino dEl m EditErranEo
olEandEr
l.
PER RICONOSCERLO Arbusto cespuglioso sempreverde, d’aspetto pollonifero, con chioma espansa e irregolare. I rami, che si dipartono dal terreno, sono particolarmente flessuosi ALTEZZA Può raggiungere anche i 3 m. FOGLIE Lanceolate, lunghe anche 10 cm e particolarmente coriacee. Di colore verde brillante le giovani e verde-grigiastro quelle più vecchie. FIORE Ermafroditi, tubulosi, con cinque lobi, raccolti in cime terminali. Sono variamente co-
Note Adatto a zone ventose, sopporta bene la siccità e la salsedine. Resiste altrettanto bene agli inquinamenti atmosferici.
Di oleandro esistono numerose varietà con fiori semplici o doppi.
Il fiore di oleandro varia dal bianco al rosa, al rosso a seconda della varietà.
Arbusti
dA cespuglio
Avversità Cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae) Rincote che attacca molte ornamentali come il pittosporo, l’evonimo, le palme e fruttiferi come gli agrumi e l’olivo. L’areale di diffusione è la zona temperata-mediterranea. Di colore marrone scuro, raggiunge circa 0,5 cm di circonferenza. Il danno è provocato dalle punture della cocciniglia e si manifesta sui giovani rami e sulle foglie. attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
La sottrazione di linfa provoca deperimento generale e disseccamenti; l’abbondante produzione di melata provoca inoltre dannosi fenomeni di asfissia. Lotta Di tipo agronomico: potature di sfoltimento riducono umidità e ombra (fattori che favoriscono l’espandersi dell’infezione); evitare eccessi di azoto nella concimazione. Di tipo chimico: in caso di gravi infestazioni trattare con oli bianchi e carbaryl.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea Agrobacterium tumefaciens Botryosphaeria obtusa Pseudomonas savastanoi-nerii Aspidiotus hederae Ascochyta heteromorpha Septoria oleandrina Saissetia oleae Gloeosporium spp. Myzus persicae Alcuni tripidi attaccano i fiori.
fungo batterio fungo batterio cocciniglia fungo fungo rincote fungo afide
marciumi radicali tumori radicali cancri rameali tumori rameali infestazione di rami e foglie necrosi fogliari e dei germogli macchie necrotiche fogliari deperimento generale necrosi fogliari infestazione di tutta la vegetazione
lorati e compaiono ininterrottamente da maggio a settembre. FRUTTO Follicoli allungati di colore verde-brunastro. A maturazione si aprono lasciando intravedere (e poi uscire) semi piumati.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Esige il pieno sole TEMPERATURA Pianta tipicamente mediterra-
nea, quindi soffre i climi rigidi. Nelle zone continentali deve essere coltivata in vaso per poter essere posta al riparo durante l’inverno. TERRENO Abbastanza rustica, si adatta bene a ogni tipo substrato. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Si interviene dopo la fioritura accorciando i rami sfioriti.
SPECIE E VARIETË
● N. o. var. Album A fiore semplice, di colore bianco candido.
● N. o. var. Atropurpureum A fiore semplice, La potatura primaverile favorisce la ramificazione e quindi la fioritura.
di colore rosso intenso. ● N. o. var. Carneum A fiori doppi, grandi e pieni, di colori diversi.
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ORTENSIA F amiglia : s axifraGacEaE • g enere : h ydranGEa • S Pecie : O rigine : c ina , G iapponE PER RICONOSCERLA Arbusto a foglia caduca d’aspetto cespuglioso, con numerosi fusti eretti che si dipartono dal terreno e formano una massa globosa molto fitta. ALTEZZA In media raggiunge 1-2 m. FOGLIE Semplici, di forma ovale-elittica, appuntite con margine dentato e lunghe anche 20 centimetri. Di colore verde giallastro. FIORE Ermafroditi e quasi tutti sterili, riuniti in infiorescenze sferiche che possono raggiungere anche i 25 cm di diametro. Alcune varietà presentano un’infiorescenza ombrelliforme costituita da una corona di fiori sterili che circonda una parte centrale ricca di piccoli fiori fertili. I colori vanno dal rosa al blu, al bianco, con tutte le loro sfumaNote Ottima resistenza al vento
macrophylla
ture. La fioritura è molto persistente e a scalare dalla primavera fino all’autunno. FRUTTO Capsule verdastre poco appariscenti.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Predilige posizioni luminose ma a mezz’ombra. Non ama i raggi diretti del sole. TEMPERATURA Adatta ai climi temperati, soffre le gelate. TERRENO Deve essere tendenzialmente acido, ricco di humus e ben drenato. Soffre molto quelli calcarei. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Frequenti. Opportune distribuzioni di sali ferrici portano alla variazione di colore dell’infiorescenza verso il blu. POTATURE Annuale, a fine inverno, riducendo i rami che hanno fiorito a un terzo della loro lunghezza. Con interventi alla base si eliminano i fusti più vecchi o più deboli.
L’ortensia offre una bellissima fioritura, ed è di facile coltivazione.
Arbusti
dA cespuglio
● H. petiolaris Con fiori bianchi è la più diffusa fra le ortensie rampicanti. Può essere posizionata contro muri esposti a Nord. ● H. quercifolia Fiori bianchi in pannocchie erette che compaiono in piena estate. Foglie con 5-7 lobi. ● H. villosa arbustiva e H. sargentiana arbustiva Possono raggiungere anche 2,5 m di altezza.
Il colore dei fiori di ortensia varia anche in relazione al pH del terreno.
SPECIE E VARIETË
● H. paniculata Fiori bianco rosati disposti in lunghe pannocchie a forma di cono. Va potata corta nel mese di marzo. Richiede frequenti concimazioni organiche.
La Hamburg è una varietà di H. macrophylla caratterizzata da fogliame grande e fiori rosa-rosso.
Avversità Pulvinaria (Epulvinaria hydrangeae) Rincote che attacca le foglie e i germogli. L’attacco si manifesta sulla pagina inferiore della foglia dove le femmine hanno deposto le uova protette da un contenitore vistoso, bianco ceroso. Oltre all’alterazione estetica, in caso di attacco massiccio, si ha la caduta delle foglie in maggio e giugno, un indebolimento generale dell’arbusto che apre la strada ad altre infezio-
attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
PatOgenO
tiPOlOgia
Armillaria mellea Phythium spp. Eleucanium corni Metcalfa pruinosa
fungo fungo rincote rincote
ni. Notevoli danni possono essere causati anche dall’abbondante melata. L’insetto compie una generazione all’anno e sverna come neanide. Lotta Di tipo chimico: solamente in caso di grave infestazione è opportuno intervenire nel mese di giugno (quando fuoriescono le neanidi) con prodotti quali oli bianchi (che distruggono le parti cerose) addizionati a fosforganici (diazinone). Danni
marciumi radicali marciumi radicali e del colletto infestazione dei giovani rami infestazione di tutta la vegetazione. Abbondante produzione di melata e secrezioni cerose Eupulvinaria hydrangeae rincote infestazione di foglie e giovani germogli Heliothrips spp. tisanottero infestazione dei fiori, soprattutto in serra o comunque in ambienti caldo-umidi Erysiphe polygoni fungo avvizzimento dei germogli e patina (mal bianco) biancastra sulle foglie Oidium hortensiae fungo avvizzimento dei germogli e patina (mal bianco) biancastra sulle foglie Phyllosticta hydrangeae fungo macchie necrotiche fogliari Molti lepidotteri defogliatori (larve) attaccano le foglie.
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Arbusti
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PALLA DI NEVE F amiglia : c aprifoliacEaE • g enere : v iburnum • S Pecie : O rigine : E uropa PER RICONOSCERLA Arbusto da cespuglio a foglia caduca, di forma irregolare. In fioritura i rami assumono aspetto ricadente per l’abbondanza e il peso delle formazioni fiorali. Spesso viene impiegato come siepe. ALTEZZA Mediamente 1-2 m ma può raggiungere anche i 4 m. FOGLIE Semplici, trilobate con lobi appuntiti, voluminose e lunghe fino a 10 cm, con margine dentato. Di colore verde scuro che diventa bronzo prima della loro caduta.
opulus
l.
FIORE Ermafroditi e raccolti in infiorescenze di colore bianco e a forma di “palla”, pesanti e voluminosi (6-8 cm). Come nelle ortensie coesistono fiori sterili appariscenti e fertili più piccoli. Compaiono in maggio. FRUTTO Drupa di colore rosso o nero a maturità. Riunite in voluminose infruttescenze.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Predilige esposizioni a mezz’ombra. TEMPERATURA Abbastanza rustica, sopporta
bene il freddo.
Arbusti
dA cespuglio
TERRENO Leggermente acido. Non sopporta il calcare. IRRIGAZIONI Frequenti. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Interventi annuali a fine inverno per contenere la chioma.
SPECIE E VARIETË
● V. davidii Varietà nana (non supera normalmente i 7080 cm di altezza) sempreverde, a fiori bianchi, adatta per giardini rocciosi. Fiorisce in giugno e sopporta bene anche posizioni di mezz’ombra. Ha una buona resistenza al freddo. ● V. × boduantense var. Dawn A foglia caduca, non supera i 3 m in altezza e in larghezza. Fiorisce da dicembre a febbraio con fiori bianco-rosa. Presenta buona resistenza al freddo e sopporta molto bene i terreni argillosi. La varietà Flore Pleno in maggiogiugno si ricopre di fiori bianco crema raccolti in cime globulari.
Avversità PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
al legnO
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Agrobacterium tumefaciens Eleucanium corni Verticillium albo-atrum
fungo fungo batterio cocciniglia fungo
attacchi
Aspidiotus hederae Aphis fabae (afide nero)
cocciniglia afide
marciumi radicali marciumi radicali tumori radicali infestazione dei rami deperimento generale e necrosi interne con infestazione dei vasi linfatici infestazione di rami e foglie infestazione di germogli, foglie e infiorescenze ruggini fogliari avvizzimento dei germogli e patina biancastra sulle foglie defogliazioni (adulti)
attacchi alle raDici
attacchi
alla vegetaziOne
Puccinia spp. fungo Microsphaera alni fungo (mal bianco) Otiorrhynchus spp. coleottero Alcuni tripidi attaccano i fiori.
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PEONIA ARBOREA F amiglia : r anunculacEaE • g enere : p aEonia • S Pecie : O rigine : c ina , rEGioni h imalayanE
suffruticosa
PER RICONOSCERLA Arbusto a foglia caduca con aspetto di cespuglio di dimensioni ridotte, poco ramificato, con forma tondeggiante e rami particolarmente contorti. ALTEZZA Normalmente non supera 1 m. FOGLIE Composte, imparipennate con 3-5 foglie variamente incise, a margine intero. Di colore verde scuro, biancastre nella pagina inferiore. FIORE Singoli, molto voluminosi; semplici o con numerosissimi petali secondo le varietà. Compaiono in primavera e hanno vita piuttosto breve. FRUTTO Follicoli verdastri e pelosi, di piccole dimensioni, imbruniscono a maturità.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO
SPECIE E VARIETÀ
LUCE Posizione soleggiata. TEMPERATURA Buona resistenza al freddo. Sof-
● P. s. var. Beni Tukasa A fiore scarlatto. Fiorisce
fre le gelate tardive. TERRENO Senza particolari esigenze, ma non gradisce quelli calcarei. IRRIGAZIONI Frequenti evitando i ristagni idrici. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Non accetta tagli ma solo interventi di risanamento.
● P. s. var. Comtesse de Tudor Con fiori color
a maggio. rosa salmone. Fiorisce a maggio.
● P. s. var. Lactea A fiori bianchi screziati di porpora. Fiorisce a maggio.
● P. lutea var. Ludlowi A fiori gialli. Fiorisce in giugno. Buona resistenza al calcare e alle posizioni di mezz’ombra.
Avversità attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
PatOgenO
tiPOlOgia
Metcalfa pruinosa
rincote
Danni
infestazione di tutta la vegetazione. Abbondante produzione di melata e secrezioni cerose Diaspis pentagona cocciniglia infestazione di fusti e rami Phyllosticta spp. fungo necrosi fogliari e caduta delle foglie Botrytis spp. fungo marciumi dei fiori Cladosporium spp. fungo necrosi fogliari e caduta delle foglie Erysiphe polygoni fungo avvizzimento dei germogli e patina (mal bianco) biancastra sulle foglie Aphelenchoides spp. nematode su germogli e infestazione delle foglie Molti tipi di afidi attaccano tutta la vegetazione, con abbondanti produzioni di melata.
Arbusti
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PINO MUGO O MONTANO F amiglia : p inacEaE • g enere : p inus • S Pecie : muGo O rigine : E uropa cEntromEridionalE
var .
r ostrata
PER RICONOSCERLO Arbusto da cespuglio, sempreverde, con portamento prostrato, sdraiato, con fusto di dimensioni ridotte da cui partono numerose ramificazioni fin dalla base, parallele al terreno. I rami, flessibili e sinuosi, sono praticamente sdraiati sul terreno con gli apici rivolti verso l’alto. Corteccia bruno grigiastra. ALTEZZA Solitamente 1-2 m, ma può raggiungere anche i 4 m. FOGLIE Aghiformi, riunite a coppie, coriacee e appuntite (pungenti); lunghe circa 5-6 centimetri. Di colore verde scuro. FIORE Pianta monoica. Le infiorescenze maschili sono coni ovoidali, gialli, posti all’apice dei nuovi germogli; quelle femminili (6-7 cm di lunghezza) sono rossastre e tendenzialmente tondeggianti. FRUTTO Pigna conico-globosa pendula, di colore bruno rossiccio a maturazione.
Avversità Vedi avversitˆ delle conifere a pag. 80
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Buona luce ma cresce bene anche se posizionata a mezz’ombra. TEMPERATURA Ottima resistenza al freddo e alle gelate. TERRENO Si adatta bene a ogni tipo di terreno, ma predilige substrati acidi. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo di risanamento.
SPECIE E VARIETÀ
● P. m. var. Uncinata Varietà a portamento
Note Ottima resistenza in ambienti ventosi.
arboreo, con chioma o colonnare-fastigiata o piramidale stretta, poco espansa. Presente nelle Alpi europee centro-occidentali, è utilizzata per macchie o per giardini rocciosi. Sopporta molto bene i tagli. Gli aghi sono raccolti in fascetti di 2.
Arbusti
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RODODENDRO F amiglia : E ricacEaE • g enere : r hododEndron O rigine : z onE montanE dEll ’E uropa cEntralE PER RICONOSCERLO
FRUTTO Piccola capsula ovoidale di colore ver-
Arbusto da cespuglio sempreverde, con aspetto irregolare; breve fusto eretto e ramificazioni molto contorte. Chioma molto densa e fitta. ALTEZZA Varia a seconda delle varietà. Mediamente è di 1-1,5 m. FOGLIE Semplici, di forma ovoidale, molto consistenti e a margine intero. Dimensione e forme dipendono dalle varietà. Di colore verde scuro lucente, brunastre nella pagina inferiore. FIORE Ermafroditi, tipicamente campanulati e riuniti in infiorescenze ombrelliformi molto fitte e poste all’apice dei rametti. Di colori differenziati in funzione della varietà, compaiono in primavera.
dastro.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Predilige zone ombreggiate, meglio a
mezz’ombra. TEMPERATURA Resiste al freddo (a eccezione
delle varietà orientali). Soffre l’eccessiva ventosità. TERRENO Torboso-acido. Deperisce e muore in
terreni calcarei, compatti o alcalini in genere. IRRIGAZIONI Frequenti, cercando di evitare i ristagni idrici. Patisce molto la siccità. CONCIMAZIONI Frequenti, per favorire vistose fioriture. POTATURE Solo di risanamento. I tagli possono provocare la mancata fioritura per alcuni anni.
Arbusti
dA cespuglio
SPECIE E VARIETË Esistono infinite varietà le cui dimensioni variano dal grande arbusto alle piante nane. Grandi arbusti ● R. arboreum Sempreverde, a fiori gialli (fioritura ad aprile). Può superare i 10 metri. Adatto a climi miti. ● R. falconeri Sempreverde, a fiori bianco rossastri (fiorisce a maggio). Può arrivare ai 5-6 m di altezza. ● R. thomsonii Sempreverde, a fiori rossi (fioritura a marzo-aprile). Raggiunge i 3-4 m di altezza.
Avversità Vedi azalea a pag. 154
Arbusti medi
● R. coccinea speciosa Fiori rosso-arancio (in maggio). Raggiunge i 2 m di altezza. ● R. mollis Fiori giallo-arancio (in maggio) che spuntano prima delle foglie. Può arrivare a 2 m. Piccoli arbusti ● R. blue diamond Azalea a fiori blu violaceo (fiorisce in aprile). Non supera il metro di altezza. ● R. japonica Fiori rosa intenso (in aprile-maggio). Non supera il metro di altezza. Ne esistono infiniti ibridi. Arbusti nani ● R. chikor Azalea a fiore giallo (fiorisce in aprile-maggio). Adatta per giardini rocciosi, non supera i 30-40 cm di altezza. ● R. ptarmigan Azalea nana, a fiori bianchi (fiorisce in aprile). Adatta per giardini rocciosi, non supera i 30-50 cm di altezza.
187
Arbusti
188
dA cespuglio
SANTOLINA F amiglia : c ompositE O a stEracEE • g enere : s antolina • S Pecie : chamaEcyparissus • O rigine : s ud E uropa PER RICONOSCERLA Arbusto sempreverde, ramificato alla base, a sviluppo estremamente compatto e globoso, usato per bordure e giardini rocciosi. ALTEZZA Non supera i 60 cm. FOGLIE Piccole, strettamente ravvicinate e intensamente profumate. Di colore bianco-grigiastro. FIORE Ermafroditi e riuniti in capolini gialli, numerosissimi, con asse fiorale proprio. Si presentano in estate. La profumazione non è particolarmente gradevole. FRUTTO Acheni di aspetto paglioso.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Pieno sole. TEMPERATURA Soffre l’umidità e il gelo ma è
abbastanza rustica. TERRENO Vive ovunque, anche in substrati poveri e aridi.
IRRIGAZIONI Non necessarie CONCIMAZIONI Normali. POTATURE In autunno, dopo la fioritura, si ac-
corciano i germogli. Se usata per siepi basse e bordure, conviene intervenire anche prima della fioritura per impedire la stessa perché rallenta lo sviluppo vegetativo.
SPECIE E VARIETÀ
● S. c. var. Nana A fiori gialli e foglie glauche. Non supera i 50 cm di altezza. Ottima resistenza alla siccità, al calcare e al salino. Adatta per zone rivierasche e giardini rocciosi. ● S. c. var. Virens Sempreverde, a fiori gialli e foglie filiformi di colore verde intenso. Si espande anche oltre il metro ma non supera i 60 cm di altezza. Fiorisce in luglio e cresce bene in terreni sabbiosi. Ottima resistenza alla siccità, al calcare e al salino. Adatta per costituire siepi di taglia bassa.
Adatta per bordure e giardini rocciosi ma anche per formare basse siepi arbustive.
Arbusti
dA cespuglio
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SERENELLA O LILLÀ F amiglia : o lEacEaE • g enere : s yrinGa • S Pecie : O rigine : E uropa sudoriEntalE
vulGaris
l.
PER RICONOSCERLA
FRUTTO Capsula triangolare, verdastra, poi nera
Arbusto da cespuglio a foglia caduca, con portamento arbustivo, voluminoso con uno o più fusti basali. La chioma è particolarmente espansa. ALTEZZA Può raggiungere anche i 5 m. FOGLIE Semplici, opposte, di forma allungata, vagamente cuoriformi, con apice acuto e margine solitamente intero. Di colore verde brillante. FIORE Ermafroditi, piccoli e riuniti in grandi pannocchie terminali lunghe anche 20 centimetri. Di colore bianco o violaceo, sono profumati. Compaiono in aprile-maggio.
e legnosa a maturità. Si sviluppano in numero notevolmente inferiore rispetto ai fiori.
Note Non richiede alcuna potatura.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Preferisce il pieno sole ma vive bene anche
in zone ombrose. TEMPERATURA Rustica, resiste bene ai freddi.
Soffre la siccità. TERRENO Predilige quelli calcarei, profondi o anche argillosi. Si adatta bene comunque a ogni substrato. IRRIGAZIONI Necessarie durante l’estate. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Non necessità di tagli, ma sopporta anche interventi pesanti per il contenimento. In genere si eliminano esclusivamente le infiorescenze sfiorite a giugno.
La varietà Michel Buchner ha portamento espanso e fiori doppi, color lavanda, dolcemente profumati.
Arbusti
190
dA cespuglio
La Charles Joly ha fiori doppi, di un bel color rosso porpora scuro.
SPECIE E VARIETË
● S. microphylla A fiori di colore lilla. ● S. microphylla var. Superba A fiori di colore rosa carico da maggio a ottobre. Non supera i 120 cm di altezza. Ottima resistenza al freddo, adatta per giardini rocciosi e per piccole siepi. ● S. v. var. Maud Notcutt A fiori bianchi che
compaiono a maggio-giugno. Adatta per posizioni isolate, anche a mezz’ombra. Raggiunge i 3 m di altezza. ● S. v. var. Blue Hyacinth A fiori blu carico. ● S. × josiflexa var. Bellicent A fiori color rosa carico in maggio-giugno. Raggiunge i 3,5 m di altezza. Ottima resistenza al freddo.
Avversità Piticchia del limone (Pseudomonas syringae) Batterio che attacca moltissime specie (agrumi, ortive, drupacee, pomacee ornamentali come le rose). Si evidenziano piccole depressioni necrotiche sui rami all’inserzione delle foglie. Se l’infezione è grave si può arrivare al disseccamento di interi rami e ad abbondante caduta delle foglie. attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
Lotta Di tipo agronomico: concimazioni razionali senza eccedere in azoto. Non dimenticare l’asportazione della vegetazione attaccata. Di tipo chimico: solo se in presenza di attacchi massicci si può ricorrere a trattamenti invernali ripetuti con prodotti a base di rame.
PatOgenO
tiPOlOgia
Armillaria mellea Agrobacterium tumefaciens Eleucanium spp. Pseudomonas hederae Aspidiotus hederae Microsphaera alni (mal bianco)
fungo batterio cocciniglia batterio cocciniglia fungo
Danni
marciumi radicali tumori radicali infestazione di rami e foglie tumori rameali infestazione di rami e foglie avvizzimento dei germogli e patina biancastra sulle foglie Gracillaria syringella lepidottero mine fogliari (larve) Gloeosporium spp. fungo macchie fogliari Molti tipi di afidi attaccano tutta la vegetazione, con abbondanti produzioni di melata.
Arbusti
dA cespuglio
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YUCCA F amiglia : a GavacEaE • g enere : y ucca • S Pecie : O rigine : n ord a mErica PER RICONOSCERLA Arbusto sempreverde d’aspetto simile a un alberello arbustiforme con chioma ben delimitata e globosa. Fusto più o meno sviluppato a seconda dell’età. ALTEZZA Raggiunge anche alcuni metri. FOGLIE Semplici, grandi, spesse, nastriformi, appuntite, anche di 1 m di lunghezza. Si sviluppano
Gloriosa
l.
solo nella parte terminale del fusto che con gli anni si spoglia alla base. FIORE Ermafroditi, sono campanelle bianche distribuite rade su un’asse fiorale eretto lungo più di 1 metro. Compaiono in luglio-agosto. FRUTTO Piccole capsule che nei nostri climi difficilmente giungono a maturazione.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Solo in pieno sole. TEMPERATURA Sopporta anche basse tempe-
rature. TERRENO È pianta di zone rocciose e scoscese ma si adatta a ogni tipo di terreno. IRRIGAZIONI Non indispensabili. CONCIMAZIONI Normali POTATURE Assolutamente no, se non di rimonda.
SPECIE E VARIETÀ
In zone con clima favorevole la yucca può raggiungere dimensioni notevoli.
● Y. filamentosa Sempreverde con fiori di color bianco crema. Non supera i 60 cm di altezza. Fiorisce in piena estate e necessita di posizioni in pieno sole. Adatta per zone rivierasche. ● Y. recurvifolia Sempreverde con fiore bianco crema. Fiorisce da agosto ad ottobre e può raggiungere 1,5 m di altezza. Resiste bene al freddo e ai venti salmastri.
Avversità PatOgenO attacchi alle raDici
attacchi alla vegetaziOne
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea fungo marciumi radicali Phytophtora spp. fungo marciumi radicali Aphis fabae (afide nero) afide infestazione della vegetazione Coniothyrium concentricum fungo necrosi fogliari di forma circolare Gloeosporium spp. fungo macchie necrotiche fogliari Eleucanium spp. cocciniglia infestazione della vegetazione Puccinia spp. fungo rugginosi fogliare Cercospora spp. fungo macchie necrotiche fogliari Marciumi alla base del fusto provocati da ristagni idrici.
Arbusti
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dA siepe
AGRIFOGLIO F amiglia : A quifoliAceAe • g enere : i lex • O rigine : e uropA M eridionAle ; regioni tropicAli e teMperAte
del globo
PER RICONOSCERLO Arbusto da siepe sempreverde che tende ad assumere portamento arboreo. Fusto eretto, diritto, con chioma conica, non molto regolare, fitta e densa. ALTEZZA In alcune specie e varietà può superare anche i 10 m. FOGLIE Semplici, di forma ellittica, con margine intero oppure dentato, munito di protuberanze spinose più o meno accentuate. Di consistenza coriacea e colore verde brillante, lucido. In alcune varietà si presentano bordate o completamente gialle e anche rossastre (quelle dei germogli). FIORE Pianta dioica. I fiori maschili, piccoli, bianchi o gialli, con leggere sfumature rosse, sono
I. aquifolium Argenteo marginata
all’ascella delle foglie; quelli femminili, completamente bianchi, riuniti in piccoli gruppi sono pure abbastanza insignificanti. Spuntano in primavera sui rami dell’anno precedente. FRUTTO Drupa, piccola, di colore rosso che compare sulle piante femminili in autunno inverno ed è molto persistente. Riunite in infruttescenze particolarmente decorative.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Posizioni a mezz’ombra ma luminose. TEMPERATURA Non teme il freddo ma gli sbalzi
termici. Si adatta bene in tutte le regioni italiane. TERRENO Acido, sabbioso e particolarmente umido. Non sopporta terreni calcarei IRRIGAZIONI Frequenti. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Pianta ad accrescimento molto lento per cui, soprattutto nei primi anni, non richiede Note Nella varietà Silver Queen i giovani rami hanno colore porpora e il margine delle foglie è bianco crema.
Ottima resistenza all’inquinamento atmosferico
Arbusti
dA siepe
193
tagli. Se allevato a siepe va regolarmente potato a fine inverno. Nelle varietà con foglie variegate vanno eliminati dalla base eventuali germogli solo verdi.
SPECIE E VARIETË Esistono in commercio anche varietà a bacche gialle. ● I. aquifolium var. Argenteo Marginata Sempreverde, con foglie variegate bianco argenteo. Bacche rosse. Molto resistente agli inquinamenti ambientali. ● I. aquifolium var. Pyramidalis Sempreverde, con foglie di colore verde cupo. Bacche rosse. Si adatta in pieno sole e a mezz’ombra. ● I. crenata Arbusto di dimensioni contenute. Bacche nerastre. Adatta per piccole siepi. ● I. crenata var. Golden Gem Simile al precedente ma con fogliame giallo. ● I. × altaclarensis var. Golden King A bacche rosso scarlatto, foglie con margine giallo-oro. Resiste in aree inquinate e in zone costiere anche particolarmente esposte al salmastro.
Le foglie del Golden King sono di colore verde scuro, con una macchia grigio-verde centrale e margine giallo.
Avversità Cocciniglia elmetto (Ceroplastes sinensis) Più diffusa nelle zone calde e costiere. Polifoga e con un accentuato dimorfismo sessuale: la femmina è ricoperta di una patina cerosa bianca; il maschio, più piccolo, è di colore bruno-rossastro. Il danno è dovuto alle punture e si manifesta sui rametti e sulla pagina superiore delle foglie; provoca deperimento generale della pianta e può degenerare fino alla morte. attacchi alle raDici attacchi al legno
attacchi alla vegetazione
Sverna come neanide e compie una sola generazione all’anno. Lotta Di tipo chimico: trattamenti estivi con oli minerali leggeri, fosforganici e carbammati, prima che gli adulti possano ricoprirsi della patina cerosa protettiva. Nemici naturali sono alcuni lepidotteri (larve), imenotteri, coccinelle e funghi del genere Verticillium.
Patogeno
tiPologia
Danni
Armillaria mellea Eleucanium corni
fungo cocciniglia
Nectria spp. Ceroplastes sinensis Gloeosporium aquifolium Cercospora ilicis
fungo cocciniglia fungo fungo
marciumi radicali e del colletto infestazione di rami con conseguente deperimento cancri rameali gravi infestazioni di rami e foglie macchie necrotiche fogliari macchie necrotiche fogliari
Arbusti
194
dA siepe
ALLORO F amiglia : l AurAceAe • g enere : l Aurus • S Pecie : O rigine : b Acino del M editerrAneo PER RICONOSCERLO Arbusto da siepe sempreverde con portamento tendente all’arboreo. Chioma espansa, irregolare, molto voluminosa e fitta. Tronco eretto e ramificato fin dalla base. ALTEZZA Allevato in forma libera può raggiungere anche i 6-7 m. FOGLIE Semplici, alterne, di forma ovale allungata. A margine intero, molto coriacee e intensamente profumate. Di colore verde scuro, lucide. FIORE Pianta dioica. Sia i fiori maschili sia quelli femminili sono biancastri riuniti in infiorescenze Note Sopporta molto bene gli ambienti rivieraschi, ventosi e salmastri.
nobilis
l.
ombrelliformi. Compaiono da gennaio a marzo. FRUTTO Bacca piccola e nerastra autunnale.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Preferisce posizioni soleggiate, ma ben si adatta anche alla mezz’ombra. TEMPERATURA Buona resistenza al freddo. Non sopporta gelate intense. TERRENO Richiede substrati particolarmente fertili. Si adatta comunque facilmente a ogni tipo di terreno. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE A crescita molto lenta, sopporta bene i tagli. Può essere potato più volte nell’anno per orientare lo sviluppo ed eliminare rami a crescita irregolare.
Arbusti
dA siepe
Avversità Mal dell’esca (Sphaeropsis malorum) Fungo che presenta una sintomatologia simile al mal dell’esca della vite e provoca attacchi a foglie, legno e frutti. L’infezione si instaura attraverso ferite (p.e. provocate da una forte gelata o da una grandinata) della parte legnosa: clorosi fogliare giallastra e disseccamenti, disgregazione del legno con formazione di canPatOgenO attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Eleucanium corni
tiPOlOgia
cri e spaccature longitudinali sono i sintomi più frequenti. Dopo alcuni anni questa patologia può portare la pianta alla morte. Lotta Non esistono trattamenti chimici efficaci. È soltanto possibile intervenire con drastiche potature per eliminare le parti infette (si faccia sempre molta attenzione a non lasciare residui vegetali infetti sul terreno). Danni
fungo marciumi radicali e del colletto fungo marciumi radicali e del colletto cocciniglia infestazione dei rami con conseguente deperimento Aonidia lauri cocciniglia infestazione dei rami con conseguente deperimento Verticillium albo-atrum fungo disseccamento dei giovani rami Sphaeropsis malorum fungo cancri rameali Triioza alacris rincote galle fogliari e successiva caduta delle foglie Pseudococcus spp. rincote infestazione dei germogli
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Arbusti
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dA siepe
AUCUBA F amiglia : c ornAceAe • g enere : A ucubA • S Pecie : O rigine : g iAppone
jAponicA
PER RICONOSCERLA
FOGLIE Semplici, opposte. di grandi dimensioni
Arbusto da siepe sempreverde, con forma globosa. Non di grandi dimensioni, con rami eretti e chioma molto compatta. ALTEZZA Mediamente 2-3 m.
(possono raggiungere anche i 20 cm) a margine dentato. Molto coriacee, lucide, di colore verde brillante. La maggior parte delle varietà coltivate presentano foglie con abbondanti maculature gialle o bianche. FIORE Pianta dioica. Fiori maschili riuniti in infiorescenze a pannocchie di circa 10 cm, quelli femminili in pannocchie molto più ridotte e meno appariscenti. FRUTTO Bacca di colore rosso intenso a maturità che permane a lungo.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Preferisce zone ombreggiate. TEMPERATURA Molto resistente al freddo e an-
che alle gelate (così come all’inquinamento e alla salsedine). TERRENO Si adatta a tutti i tipi di terreno preferendo comunque quelli argillosi e umidi.
Avversità Cocciniglia bianca degli agrumi (Aspidiotus hederae) Tipica delle zone mediterranee, si presenta con scudetti tondeggianti biancastri. Attacca foglie e rami causando deperimento generale della pianta e disseccamenti fogliari seguiti dal distac-
attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi
co delle foglie. Sverna come femmina adulta e compie 3 o più generazioni all’anno. Lotta Di tipo chimico: in estate contro gli stadi giovanili (neanidi) o in inverno con oli bianchi e fosforganici. Nemici naturali: coccinelle e imenotteri predatori.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Otiorrhynchus rugosostriatus Phomopsis aucubae Verticillium albo-atrum Eupulvinaria hydrangeae
coleottero
erosioni radicali (larve) e fogliari (adulti)
fungo fungo cocciniglia
Phyllosticta aucubae Aspidiotus hederae Eleucanium spp. Gloeosporium spp.
fungo rincote cocciniglia fungo
necrosi dei rami degenerazione di rami e vegetazione abbondante produzione di melata e secrezioni cerose macchie necrotiche fogliari infestazione di tutta la vegetazione infestazione di tutta la vegetazione macchie necrotiche fogliari
alla vegetaziOne
Arbusti IRRIGAZIONI Frequenti. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Non necessita di particolari interventi
cesori ma sopporta bene i tagli. Rigermoglia in tempi brevissimi.
SPECIE E VARIETÀ Pianta dioica, per ottenere le bacche occorre piantare un maschio ogni 4-5 piante femminili.
dA siepe
● A. j. var. Crotonoides Con foglie punteggiate in giallo-oro. ● A. J. var. Fructu-Albo Con foglie verdi e bacche di colore bianco giallastro. ● A. J. var. Longifolia Con foglie più allungate, di colore verde brillante e bacche rosso scarlatto. ● A. J. var. Maculata È la più diffusa. Ha foglie lucide con macchie gialle e produce bacche rosso scarlatto. Sopporta bene l’ombra e la salsedine.
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Arbusti
198
dA siepe
BIANCOSPINO F amiglia : r osAceAe • g enere : c rAtAegus S Pecie : oxyAcAnthA l. • O rigine : e uropA e più in generAle l ’ eMisfero n ord PER RICONOSCERLO Arbusto da siepe a foglia caduca; aspetto arbustivo, di medie dimensioni e con forma irregolare. Ramifica alla base; il fusto e i rami sono spinosi. ALTEZZA Mediamente 2-3 m, ma può raggiungere i 5-6 m. FOGLIE Semplici, alterne, ovali, intensamente lobate; margine dentato e apice arrotondato. Di colore verde chiaro. FIORE Ermafroditi, riuniti in corimbi larghi 7-8 cm posti all’apice dei rametti. Di colore bianco, ma ci sono varietà rosa o rosso porpora. FRUTTO Pomo di piccole dimensioni, inizialmente verde poi, a maturità, rosso, giallo o variegato.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Può essere posizionato sia in pieno sole sia
in zone ombreggiate. TEMPERATURA Resiste bene ai climi rigidi con-
tinentali. TERRENO Particolarmente rustico, si adatta a ogni tipo di substrato. IRRIGAZIONI Normali.
CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Invernali, solo di sfoltimento e di con-
tenimento. Non teme i tagli. Tende a spogliarsi alla base: in questo caso conviene potare a fine inverno a pochi centimetri da terra; il ricaccio è immediato e abbondante.
SPECIE E VARIETÀ
● C. azarolus o azzeruolo Si alleva ad alberello ed è tipico negli areali meridionali.
● C. laevigata Da molti viene considerata una sottospecie di C. oxyacantha. Fiorisce a maggio. Adatta per siepi miste, anche in ambienti urbani. Ne esistono molte varietà, tra queste segnaliamo: Paul’s Scarlet, a fiori doppi con petali tendenti al rosso; Rosea, con fiori doppi e di color rosa; Albo-plena, a fiori doppi e bianchi. ● C. crus-galli Fiorisce in giugno con fiori bianchi. Il fusto e i rami sono estremamente spinosi. ● C. prunifolia Spesso usato come alberello, ha foglie che in autunno diventano rosse. Fiorisce in giugno. ● C. × lavallei Allevato ad alberello. Fiorisce in giugno con fiori bianco rosati.
C. laevigata Paul’s Scarlet ha fogliame verde lucente e si ricopre di una miriade di fiori doppi di colore rosso.
Arbusti
dA siepe
Una volta ben stabilizzati nel terreno in cui sono posti, i Crataegus resistono bene sia al secco sia all’umido.
Avversità Ragna del melo (Yponomeuta padellus 199 padellus). Lepidottero di circa 2 cm, con ali anteriori bianche punteggiate di nero. Le larve sono prima verdastre con il corpo punteggiato lateralmente di nero, poi diventano gialle grigiastre. Gregarie, si nutrono di foglie e germogli riparandosi all’interno di una fitta ragnatela che ingloba notevoli parti del ramo attaccato. L’attacco prosegue su altri germogli che vengoattacchi
no completamente defogliati in breve tempo. Compie una sola generazione all’anno e sverna come giovane larva. Lotta Di tipo chimico: al risveglio delle gemme, trattare contro le giovani larve con oli bianchi attivati. Anche di tipo biologico: prodotti a base di Bacillus thuringiensis. Altri nemici naturali sono alcuni imenotteri e alcuni ditteri.
Patogeno
tiPologia
Danni
Armillaria mellea
fungo
marciumi radicali e del colletto
Eleucanium coryli
cocciniglia
Erwinia amylovora
batterio
Metcalfa pruinosa
rincote
Anthonomus pomorum
coleottero
Venturia crataegi Aphis pomi
fungo afide
Lithocolletis blancardella Dysaphis crataegi Hyponomeuta padellus
lepidottero afide lepidottero
infestazione dei rami e di tutta la vegetazione con conseguenti deperimenti arrossamenti e improvvisa morte della pianta infestazione di tutta la vegetazione. Abbondante produzione di melata e secrezioni cerose infestazione dei boccioli fiorali (larve); anche gli adulti provocano danni rodendo foglie e gemme a fiore macchie necrotiche fogliari danni ai germogli con accartocciamento delle foglie mine fogliari galle fogliari defogliatore molto aggressivo
alle raDici
attacchi al legno
attacchi alla vegetazione
199
Arbusti
200
dA siepe
BOSSO F amiglia : b uxAceAe • g enere : b uxus • s pecie : seMpervirens l. O rigine : e uropA ; regioni del n ord A fricA e A siA o ccidentAle PER RICONOSCERLO Arbusto da siepe sempreverde, spesso allevato ad alberello, da sempre però usato per siepi. Se lasciato libero assume forma globosa, espansa ed estremamente compatta per le numerose ramificazioni che partono dalla base del breve tronco. ALTEZZA Può facilmente raggiungere anche a 5-6 m. FOGLIE Semplici, opposte, ovoidali, bombate, di piccole dimensioni (più grandi in alcune varietà), con margine intero e apice arrotondato. Abbastanza coriacee, di colore verde scuro, brillante. FIORE Pianta monoica. Le infiorescenze sono miste, con il fiore femminile in posizione cen-
trale, circondato da quelli maschili. Poco appariscenti, compaiono in aprile-maggio, all’ascella delle foglie. FRUTTO Capsula, piccola e di colore verdastro.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Posizioni soleggiate o a mezz’ombra. TEMPERATURA Buona resistenza al freddo e alle
gelate. Non teme la siccità. TERRENO Si adatta bene a ogni tipo di terreno, anche a quelli poveri e sassosi. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE È fra le piante che meglio sopportano i tagli, anche ripetuti. Primavera e autunno sono i periodi in cui si procede agli interventi di
Arbusti
sagomatura tipici dell’arte topiaria. La crescita del legno è molto lenta.
SPECIE E VARIETË
● B. s. var. Elegantissima Con foglie a margine argentato. ● B. s. var. Handsworthensis Presenta vegetazione eretta e resiste bene ai forti venti. ● B. s. var. Latifolia maculata Adatta come
dA siepe
tappezzante (non supera i 15-20 cm). Ha foglie variegate di giallo. ● B. s. var. Suffruticosa È la più diffusa varietà nana. A crescita lenta, non supera i 30 cm di altezza. Note Resiste bene allÕinquinamento atmosferico.
Avversità attacchi alle raDici
attacchi
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Eleucanium corni
fungo fungo cocciniglia
Metcalfa pruinosa
rincote
Fusarium buxicola Puccinia buxi Psylla buxi Monarthropalpus buxi Tetranychus urticae
fungo fungo rincote dittero acaro
marciumi radicali e del colletto marciumi radicali e del colletto infestazione dei rami e conseguente deperimento infestazione di tutta la vegetazione. Abbondante produzione di melata e secrezioni cerose cancri rameali macchie fogliari accartocciamenti fogliari mine fogliari bronzature e caduta delle foglie
al legnO
attacchi alla vegetaziOne
201
Arbusti
202
dA siepe
ELEAGNO F amiglia : e lAeAgnAceAe • g enere : e leAgnus • S Pecie : O rigine : Z one AsiAtiche teMperAte
AngustifoliA
l.
PER RICONOSCERLO
FRUTTO Drupa, piccola e giallo brunastra a ma-
Arbusto da siepe a foglia caduca, con chioma globoso-tondeggiante, anche di notevoli dimensioni. Può essere allevato ad alberello. ALTEZZA Varia a seconda delle specie. Può raggiungere anche i 6 m nelle forme arborescenti. FOGLIE Semplici, alterne, di forma ovale, con apice acuminato. Dimensioni e colore della lamina sono legate alla varietà. In particolare, la colorazione della foglia può essere uniformemente verde, gialla bordata di verde oppure verde bordata di giallo; esistono infine anche varietà con foglie argentee. La consistenza è sempre coriacea. FIORE Ermafroditi, posti all’ascella delle foglie, di colore giallastro, tubulari, con 4 lobi. Profumati e piccoli possono essere singoli o a gruppi poco numerosi. Sbocciano da maggio a luglio.
turità.
a zone ombreggiate. TEMPERATURA Pianta rustica che predilige climi temperati. Resiste bene a climi continentali. TERRENO Preferisce terreni leggeri e sciolti. Si adatta comunque a ogni substrato. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE In aprile-maggio interventi di contenimento e sfoltimento. Nelle varietà variegate è
E. pungens Goldrim, originata dalla cultivar Maculata, ha fogliame verde ampiamente bordato in giallo-oro.
E. × ebbingei, con fiori profumati, è particolarmente adatto al clima marino.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Posizioni soleggiate. Si adatta bene anche
Note Sopporta bene climi e terreni salmastri.
Arbusti
dA siepe
203
bene eliminare i rami con foglie tutte verdi. Le siepi si potano a fine inverno e si pareggiano in estate.
SPECIE E VARIETË
● E. macrophylla Con foglie persistenti, grandi e coriacee. Fiori bianchissimi. ● E. pungens Molto più usata di E. angustifolia a scopo ornamentale. Ne esistono numerose varietà, tra le quali: Maculata, con colorazione gialla nella parte centrale della foglia; Variegata, con colorazione gialla sui bordi delle foglie; Silver Lining con la pagina inferiore argentata. ● E. umbellata Con foglie caduche, di colore verde chiaro. Fiori biancastri. ● E. × ebbingei Ibrido sempreverde, con foglie lucide e argentate. Adatto ad ambienti rivieraschi.
E. pungens Maculata è vigorosa, a lenta crescita e con fiori molto profumati.
Avversità Cancro del pesco o fusicocco (Fusicoccum spp.) Fungo che provoca cancri ai giovani rami. Si evidenziano inizialmente macchie necrotiche ovoidali che successivamente tendono a espandersi longitudinalmente con fuoriuscita di secreto gommoso. Cause dell’infezione possono essere potature effettuate con strumenti infetti, o insetti che provocano ulcerazioni agli organi legnosi o,
attacchi
infine, minuscole lesioni prodotte da eventi naturali (distacco di foglie e frutti, agenti atmosferici). Lotta Principalmente di tipo agronomico: eliminazione delle parti colpite e loro distruzione con fuoco. Di tipo chimico: in autunno alla caduta delle foglie e in primavera prima dell’emissione delle stesse con prodotti chinonici o benzamidazolici (benomyl).
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Otiorrhynchus rugosostriatus
coleottero
Agrobacterium tumefaciens Eleucanium spp.
batterio cocciniglia
Nectria spp. Fusicoccum elaeagni Phyllosticta spp.
fungo fungo fungo
erosioni radicali (larve) e fogliari (adulti) cancri radicali e al colletto infestazione dei rami con conseguente deperimento cancri rameali cancri rameali macchie fogliari
alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
Arbusti
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dA siepe
EVONIMO F amiglia : c elAstrAceAe • g enere : e uonyMus • S Pecie : O rigine : g iAppone PER RICONOSCERLO Arbusto da siepe sempreverde con aspetto tondeggiante. Rami eretti a sviluppo consistente, soprattutto nella parte mediana. ALTEZZA Mediamente 2 m, ma può raggiungere anche i 3 m. FOGLIE Semplici, opposte, a 90° tra un palco e l’altro; con margine seghettato e apice arrotondato. Di colore verde-giallastro o maculate. FIORE Ermafroditi, riuniti in infiorescenze a cime biforcate, poco appariscenti e di colore verdognolo. Compaiono da maggio a luglio. FRUTTO Capsula carnosa di colore rosso.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Si adatta bene sia in pieno sole sia a
mezz’ombra. TEMPERATURA Abbastanza rustica, si adatta
bene a ogni zona climatica. TERRENO Non ha particolari preferenze. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali.
jAponicus
l.
POTATURE Più volte in primavera ed estate per mantenere la forma voluta.
SPECIE E VARIETÀ
● E. alatus Caducifoglia molto resistente al freddo. Le foglie in autunno sono rosse. ● E. fortunei Di origine giapponese. Usata come tappezzante, può anche essere rampicante. ● E. fortunei var. Aurea Con foglie maculate di giallo che assumono tonalità rossastre in autunno. ● E. j. var. Aureo-pictus Sempreverde, con foglie variegate di giallo-oro. Adatta per siepi in zone rivierasche. Molto sensibile al mal bianco. ● E. j. var. Macrophylla Alba Con margine fogliare biancastro. ● E. j. var. Microphylla Aurea Varietà nana con foglioline piccolissime (1 cm) e dorate. Non supera i 30 cm di altezza. ● E. j. var. Microphylla Variegata Con foglie molto variegate. Può essere usata come pianta tappezzante.
Arbusti
dA siepe
Avversità Marciume radicale lanoso (Rosellinia necatrix) Fungo diffusissimo che causa degenerazioni simili a quelle di Armillaria mellea. Colpisce infatti le piante che vivono in terreni estremamente asfittici o indebolite da attacchi di altri patogeni. La parte aerea della pianta presenta
attacchi alle raDici
attacchi
solo una sofferenza diffusa, mentre il danno è localizzato alle radici con evidenti necrosi e presenza di una fitta muffa bianca e lanosa. I tempi di diffusione della malattia sono abbastanza lunghi. Lotta Vedi Armillaria mellea (pag. 85).
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Metcalfa pruinosa
fungo fungo rincote
Chionaspis evonymi
cocciniglia
Ceroplastes sinensis
cocciniglia
Hyponomeuta padellus (ragna del melo) Cercospora evonymi Aphis fabae (afide nero) Mycrosphaera alni (mal bianco) Oidium evonymi (mal bianco)
lepidottero
marciumi radicali e del colletto marciumi radicali e del colletto infestazione di tutta la vegetazione con abbondante produzione di melata e secrezioni cerose grave infestazione dei rami e di tutta la vegetazione. È la più grave malattia dell’evonimo grave infestazione dei rami e di tutta la vegetazione defogliazione (larve)
al legnO
attacchi alla vegetaziOne
fungo afide fungo fungo
macchie necrotiche fogliari infestazione di tutta la vegetazione avvizzimento dei germogli e patina biancastra sulle foglie avvizzimento dei germogli e patina biancastra sulle foglie
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Arbusti
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dA siepe
FOTINIA F amiglia : r osAcee • genere : p hotiniA • S Pecie : p.x frAseri O rigine : ibrido dA giArdino nAturAliZZAto in e uropA PER RICONOSCERLA
IRRIGAZIONI Le giovani piante richiedono qual-
ARBUSTO compatto a sviluppo eretto presenta
che intervento durante l’estate, sulle adulte è sufficiente intervenire nei casi di forte siccità CONCIMAZIONI In autunno o primavera con letame ben maturo o concime chimico a lenta cessione. POTATURE Sopporta benissimo i tagli, se allevata a siepe in ogni periodo si può intervenire per regolare la massa in altezza e lateralmente.
foglie giovani di colore rosso porpora, quelle adulte verde scuro molto coriacee. ALTEZZA Raggiunge rapidamente i 5 metri. FOGLIE Ovali o più facilmente lanceolate disposte alternativamente sui rami,da giovani sono rosse, con la maturità assumono una colorazione verde cupo. FIORE A maggio si presentano in abbondanza radunati in corimbi bianchi. I singoli fiori, piccoli, presentano 5 petali ben differenziati. FRUTTO Si tratta di bacche inizialmente gialle poi rossastre che non rimangono a lungo sulla pianta.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Ama il pieno sole ma cresce bene anche
in mezz’ombra TEMPERATURA Molto resistente al freddo, sop-
porta abbassamenti termici consistenti TERRENO Vuole terreni soffici sciolti ricchi di so-
stanza organica, soffre moltissimo quelli compatti e i ristagni di acqua.
SPECIE E VARIETÀ L’ibrido da giardino è quello che presenta i migliori risultati estetici e di coltivazione e si ammala molto difficilmente. È quello più consigliato dai vivaisti invece delle specie P.serrulata e P. glabra. ● P. Red robin È quella più diffusa e commercializzata. ● P. Pink marble ® Varietà brevettata con foglie di 3 colori: verdi variegate di bianco e rosa e rosso e sviluppo più contenuto. ● P. Birmingham Il colore delle foglie tende al rosso rame ● P. Robusta Ha un accrescimento molto veloce ed è più rustica e resistente.
Arbusti
dA siepe
GELSOMINO CINESE O FALSO GELSOMINO F amiglia : A pociynAceAe • g enere :t rAchelosperMuM più conosciuto r ynchosperMuM S Pecie : jAsMinoides • O rigine : cino - giApponese
coMe
PER RICONOSCERLO Arbusto sempreverde rampicante che produce abbondanti fiori intensamente profumati. ALTEZZA Da adulto, i tralci terminali possono raggiungere anche i 10-12 m in una sola stagione. FOGLIE Opposte, semplici e ovato-oblunghe verde intenso e di spessore consistente. FIORE I fiori, di colore bianco puro, sono ermafroditi, tubulari e si aprono a forma di stella; sono riuniti in rade ma abbondantissime cime terminali o ascellari, prodotte quasi totalmente sui germogli dell’anno. Intensamente profumati, si presentano a partire dal mese di maggio e la fioritura si prolunga per quasi tutta l’estate. FRUTTI Non hanno alcun valore ornamentale, assomigliano a piccoli legumi oblunghi e si riscontrano solo su piante adulte.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Richiede pieno sole per avere abbondante
fioritura, a mezz’ombra si ha un maggior sviluppo della vegetazione e minore fioritura. TEMPERATURA Specie molto rustica che resiste bene al freddo, anche fino ai -10 °C; teme comunque i venti invernali. TERRENO Ama terreni leggeri, ben drenati, leggermente acidi e ricchi di sostanza organica. IRRIGAZIONI Necessita di acqua specialmente nel tempo della fioritura; conviene distribuirla frequentemente ma in piccole dosi quando il terreno al piede si presenta asciutto. CONCIMAZIONI Per favorire la fioritura sono necessarie concimazioni frequenti, almeno una volta al mese con prodotti liquidi per piante da fiore. POTATURE Non teme i tagli; è meglio intervenire dopo la fioritura per eliminare i residui dei fiori e regolare lo sviluppo in altezza e di lato della siepe. Quando la pianta invecchia si può tagliare
drasticamente fino ad arrivare al legno vecchio per favorire l’emissione di nuovi rami.
SPECIE E VARIETÀ La specie Asiaticum ha una forma più compatta e fiori di colore giallo pallido delicatamente profumati. Presenta due fioriture, una estiva e una autunnale. Le varietà di Jasminoides più comuni sono: ● R. Japonicum Molto vigoroso in inverno; le foglie tendono a diventare rosse. ● R. Variegatum Le foglie presentano il margine irregolarmente bordato di bianco crema. ● R. Luteum Ha fiori giallo intenso e profumo più forte. Nell’Asiaticum la cv. è la più diffusa. Note Tutta la pianta è considerata tossica in particolare per gli animali domestici, che però difficilmente se ne cibano.
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Arbusti
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IBISCO F amiglia : M AlvAceAe • g enere : h ibiscus • O rigine : i ndiA ; c inA ; g iAppone PER RICONOSCERLO Arbusto da siepe a foglia caduca (alcune varietà sono a foglie persistenti), spesso coltivato ad alberello. Si sviluppa liberamente con forme a ventaglio, piuttosto irregolari. ALTEZZA Mediamente 2-3 m (alcune varietà arrivano anche a 8-10 m). FOGLIE Semplici, alterne; in alcuni casi triangolari-trilobate con apice acuto (I. syriacus), in altri ovoidali a margine seghettato e persistenti (I. rosa-sinensis). Colore verde scuro, brillante. FIORE Ermafroditi, all’ascella delle foglie, di grandi dimensioni (anche 20 cm) caratterizzati da una lunga colonna staminale variamente colorata che fuoriesce dalla corolla. Il colore è estremamente variabile. Compaiono scalarmente da maggio a
settembre; nei climi temperato-caldi anche tutto l’anno. FRUTTO Capsula, inizialmente verde poi bruna, contenente numerosi piccoli semi neri.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Pieno sole per le varietà meno rustiche.
I. syriacus si adatta bene anche a posizioni di mezz’ombra temperatura Soffre facilmente il freddo (I. rosa-sinensis), ma alcune varietà si adattano bene anche ai climi continentali TERRENO Predilige terreni umidi e freschi, ben drenati. Nel complesso non presentano difficoltà di crescita in alcun tipo di substrato irrigazioni Frequenti, evitando i ristagni idrici CONCIMAZIONI Normali
Arbusti
dA siepe
POTATURE I. syriacus va potato annualmente
● H. rosa-sinensis Coltivato in piena terra solo
in modo energico a fine inverno. I. rosa-sinensis va solo accorciato leggermente, sempre a fine inverno.
nelle zone a clima mite, altrimenti va tenuto in vaso e al riparo nei mesi freddi. I fiori, grandi e dai colori svariati, sono poco persistenti, ma la fioritura è continua fino all’autunno. ● H. syriacus var. Dorothy Crane Fiori doppi color rosa-porpora. Soffre i venti freddi. Fiorisce da luglio a ottobre. ● H. syriacus var. William R. Smith A fiori bianchi, diffuso.
SPECIE E VARIETÀ
● H. palustris, H. coccineus, H. militaris Ibiscus erbacei di origine americana. A fine autunno la parte aerea dissecca e rispunta a tarda primavera. Fiori molto grandi di colore rosso, bianco o rosa.
Avversità attacchi
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea
fungo
Phytophtora parasitica
fungo
Metcalfa pruinosa
rincote
Colletotrichum hibisci Aspidiotus hederae Aphis fabae (afide nero) Myzus persicae Cercospora hibisci Trialeurodes vaporariorum (mosca bianca) Tetranychus urticae
fungo cocciniglia afide afide fungo rincote
marciumi radicali con improvviso deperimento della pianta marciumi radicali con improvviso deperimento della pianta infestazione di tutta la vegetazione. Abbondante produzione di melata e secrezioni cerose cancri rameali infestazione di foglie e rametti infestazione di tutta la vegetazione infestazione di tutta la vegetazione macchie necrotiche fogliari infestazione di foglie e fiori
acaro
bronzature e caduta delle foglie
alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
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Arbusti
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dA siepe
LAUROCERASO F amiglia : r osAceAe • g enere : p runus • S Pecie : lAurocerAsus l. O rigine : A siA o ccidentAle ; e uropA sudorientAle PER RICONOSCERLO Arbusto da siepe sempreverde, particolarmente voluminoso, con chioma globosa, molto densa e compatta. Lasciato libero ha aspetto di grande cespuglio. È molto vigoroso e cresce con estrema rapidità. ALTEZZA Mediamente raggiunge i 4-5 m, ma può raggiungere anche i 6-7 m. FOGLIE Semplici, alterne, di forma ovata-ellittica, più grandi nella parte terminale; il margine è leggermente dentato e possono raggiungere i 20 cm di lunghezza. Molto coriacee, di colore verde scuro, brillanti e lucide. FIORE Ermafroditi, di colore biancastro e gradevolmente profumati; riuniti in infiorescenze
a pannocchia, erette e di dimensioni notevoli (anche 10-12 cm), situate all’ascella delle foglie. Compaiono in aprile-maggio. FRUTTO Drupa, nero brillante a maturità. Riuniti in infruttescenze rade.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Pieno sole. Ben si adatta anche a zone di mezz’ombra. TEMPERATURA Resiste molto bene ai freddi invernali. Teme le gelate, soprattutto se prolungate. TERRENO Si adatta a ogni substrato. Soffre i terreni asfittici. IRRIGAZIONI Normali. Teme i ristagni idrici. CONCIMAZIONI Normali.
Arbusti
dA siepe
POTATURE Tollera benissimo gli interventi cesori. Si effettuano in primavera i tagli di formazione e in agosto eventuali correzioni.
SPECIE E VARIETË
● P. l. var. Caucasica Sempreverde, forma siepi impenetrabili. Può raggiungere i 5-6 m altezza. Prospera al sole ma sopporta bene anche la mezz’ombra. ● P. padus Alcune varietà sono coltivate per formare siepi ornamentali. È il migliore nei terreni umidi. ● P. spinosa o prugnolo Usato per la bella fioritura bianca primaverile. Adatto per essere coltivato a siepe, può anche essere allevato ad alberello.
Avversità Oidio o mal bianco (Sphaerotheca pannosa e Oidium leucoconium) Funghi diffusissimi su ornamentali e sui fruttiferi. Si presentano con una muffa biancastra sui germogli e le giovani foglie e provoca alterazioni della struttura, deformazioni e bruciature. Solitamente si manifesta a temperature
attacchi
medio-alte e si blocca quando si raggiungono i 30 °C. Lotta Di tipo chimico: alla comparsa dei primi sintomi con triazoli addizionati a zolfo (anche come prevenzione alla ripresa vegetativa qualora si siano manifestati attacchi nell’anno precedente).
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea
fungo
marciumi radicali e del colletto
Aspidiotus hederae Aonidia lauri Eleucanium coryli
cocciniglia cocciniglia cocciniglia
Coryneum beijerinckii Verticillium albo-atrum
fungo fungo
Metcalfa pruinosa
rincote
infestazione di rametti e foglie infestazione di rametti e foglie infestazione dei rami con conseguente deperimento cancri del legno disseccamento dei vasi di trasporto della linfa e degenerazione del legno infestazione di tutta la vegetazione con abbondante produzione di melata e secrezioni cerose erosioni radicali (larve) e fogliari (adulti) necrosi dei germogli e delle giovani foglie. È la malattia più grave del lauroceraso
alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
Otiorrhynchus rugosostriatus coleottero Sphaerotheca pannosa
fungo
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Arbusti
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dA siepe
LIGUSTRO F amiglia : o leAceAe • g enere : l igustruM • O rigine : e uropA ; A siA
FIORE Ermafroditi, di colore bianco e profumo
intenso; riuniti in pannocchie (anche di 20 cm). Compaiono in primavera-estate (L. vulgare) o da estate fino a settembre (L. lucidum). FRUTTO Bacche di piccole dimensioni, nere a maturità, riunite in pannocchie piramidali.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE In pieno sole. Non soffre la mezz’ombra. TEMPERATURA Buona resistenza al freddo in
L. vulgare; più sensibile L. lucidum. TERRENO Sopporta bene terreni aridi e calcarei. Si adatta bene a ogni substrato. IRRIGAZIONI Normali. Ottima resistenza alla siccità. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Due potature all’anno (primavera e autunno) se allevato a siepe. Nelle altre forme i tagli per il mantenimento della forma si possono effettuare in ogni stagione. I fiori compaiono in estate riuniti in pannocchie e sono delicatamente profumati.
PER RICONOSCERLO Arbusto da siepe sempreverde (alcune specie hanno fogliame caduco in zone fredde e persistente in quelle temperate), ramifica dalla base e assume aspetto cespuglioso globoso. Può essere allevato anche in forma arborea essendo pianta di dimensioni voluminose (L. lucidum). Chioma espansa e molto fitta. ALTEZZA Mediamente 3-4 m, ma può anche superare i 5 m. FOGLIE Semplici, opposte, di forma ovoidale ma anche lanceolata sullo stesso esemplare. Abbastanza coriacee, a margine intero. Dimensione e colore dipendono da varietà e specie (frequenti quelle con foglie bordate di giallo o bianco). Il verde è comunque intenso, lucido.
SPECIE E VARIETÀ
● L. lucidum È il classico ligustro ornamentale, a foglia persistente. Teme il freddo. Fiorisce in piena estate con pannocchie bianche e profumate. ● L. ovalifolium A portamento basso e arrotondato. Foglie persistenti. I fiori, con profumo gradevole e molto intenso, compaiono nel mese di giugno. ● L. ovalifolium var. Aureo-marginatum Foglie verdi con bordo dorato. Fiorisce a luglio e in inverno porta bacche nerastre. ● L. vulgare Perde le foglie nelle zone a clima freddo.
Note Ottima resistenza all’inquinamento atmosferico.
Arbusti
dA siepe
Se lasciato sviluppare, L. lucidum Excelsum Superbum pu˜ assumere le dimensioni di un piccolo albero.
Avversità Tignola dell’olivo (Prays oleae) Farfalla di piccole dimensioni con ali frangiate di colore argentato (il primo paio è punteggiato di nero). La larva è di forma cilindrica, marrone chiaro, con striature verdi. Il danno è provocato dalle larve che si nutrono di foglie e fiori, e attaccano anche i germogli facendoli PatOgenO attacchi alle raDici
attacchi
alla vegetaziOne
tiPOlOgia
Armillaria mellea fungo Rosellinia necatrix fungo Otiorrhynchus rugosostriatus coleottero Agrobacterium tumefaciens Eleucanium corni
al legnO
attacchi
disseccare. Possono anche penetrare all’interno della foglia. Compie 3 generazioni all’anno e sverna come larva. Lotta Di tipo chimico: solo se l’infestazione è grave, in giugno-luglio quando nascono le larve di seconda generazione, con prodotti fosforganici (azinfosmetile, dimetoato).
Ganoderma spp. Fomes spp. Diaspis pentagona Prays oleae Dialeurodes citri Sphinx ligustri Glomerella cincta
Danni
marciumi radicali marciumi radicali erosioni radicali (larve) e fogliari (adulti) batterio cancri radicali e al colletto cocciniglia infestazione dei rami con conseguente deperimento fungo carie del legno fungo carie del legno cocciniglia infestazione dei rami lepidottero infestazione di foglie e fiori rincote punture trofiche fogliari lepidottero erosioni fogliari fungo macchie fogliari
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Arbusti
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dA siepe
MAONIA F amiglia : b erberidAceAe • g enere : M AhoniA • S Pecie : O rigine : A MericA settentrionAle PER RICONOSCERLA Arbusto da siepe sempreverde di aspetto arbustivo-cespuglioso, con forma globosa, regolare, di dimensioni contenute. I fusti partono dal terreno, rinnovandosi tutti gli anni. ALTEZZA Solitamente non supera 1-2 m. FOGLIE Composte, imparipennate, di forma ovoidale, lunghe 6-8 cm, solitamente in numero di 7 o 9. Molto coriacee, con margini ondulati e ricchi di aculei particolarmente pungenti. Il colore è verde scuro, lucido e brillante; in autunno si colorano di un bel rosso bronzeo. FIORE Ermafroditi, riuniti in infiorescenze di forma racemica, voluminose (più di 10 cm), erette, molto dense. Leggermente profumati e di un intenso colore giallo. Compaiono in aprile-maggio (alcune varietà hanno fioriture precoci).
AquifoliuM
FRUTTO Bacca, di colore blu scuro, con evidente strato di pruina. Riunite in infruttescenze erette, molto numerose.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Può essere posta in pieno sole e anche in zone ombreggiate (che predilige). TEMPERATURA Discreta la resistenza al freddo. Teme gelate prolungate. TERRENO Soffre quelli con eccesso di calcare. Predilige suoli freschi e umidi. IRRIGAZIONI Normali. Non sopporta i ristagni idrici.
Note Mal sopporta i ristagni idrici. Pu˜ essere coltivata in vaso.
Arbusti
dA siepe
CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Eliminare i fusti vecchi e spogliati per
dare spazio a quelli giovani. Richiede qualche intervento di formazione e risanamento.
SPECIE E VARIETË
● M. japonica A fioritura invernale, con lunghe
● M. lomariifolia Fogliame molto decorativo e persistente tutto l’anno. Fiori di colore giallo, a spiga. Le bacche, con colore che varia dal porpora al blu-nero, si presentano nella stagione estiva. Ideale per la coltivazione in vaso. ● M. pinnata A fogliame verde glauco. Infiorescenze gialle a ombrella.
infiorescenze gialle e pendule.
Avversità Argide (Arge berberidis) Piccolo imenottero con ali trasparenti, simile a una piccola mosca. Le larve, verdi con il capo rosso, hanno atteggiamento gregario e possono talvolta defogliare completamente la pianta. Le femmine adulte invece danneggiano i giovani germogli all’atto dell’ovoposizione, provocando ferite longitudinali con conseguen-
attacchi
te accrescimento deforme del germoglio, che può evolvere fino al completo disseccamento. Compie due o tre generazioni all’anno e sverna come pupa o come larva nei residui della vegetazione caduta sul terreno. Lotta Di tipo chimico: si tratta con piretroidi e carbammati (carbaryl) all’inizio dell’estate (contro le larve) ma solo in caso di gravi infestazioni.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea
fungo
marciumi radicali
Metcalfa pruinosa
rincote
Oidium spp. (mal bianco)
fungo
Limantria dispar Orgyia antiqua Arge berberidis Comminsiella sanguinea
lepidottero lepidottero imenottero fungo
infestazione di tutta la vegetazione con abbondante produzione di melata e secrezioni cerose avvizzimento dei germogli e patina biancastra sulle fogliev defogliazione (larve) defogliazione (larve) erosioni fogliari macchie necrotiche fogliari
alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
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Arbusti
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dA siepe
NANDINA F amiglia : b erberidAcee • genere : n AndinA • S Pecie : O rigine : cino - giApponese
doMesticA
PER RICONOSCERLA Arbusto sempreverde dai numerosi fusti leggeri, a portamento cespuglioso: in autunno le foglie assumono una intensa e vivace colorazione rossastra. Durante l’inverno spiccano abbondanti grappoli di frutti. ALTEZZA Da adulta raggiunge i 150-180 cm, non supera i 2 metri. FOGLIE Composte da 3-7 foglie pennate di consistenza coriacea, rigide al tatto e molto ornamentali, di colore verde chiaro intenso, arrossano con i primi freddi. Le foglie giovani presentano occhiature rosse. FIORE I fiori bianchi, singolarmente poco appariscenti, sono raccolti in grandi pannocchie erette che si presentano in luglio-agosto. FRUTTO Sono bacche piriformi di colore inizialmente verde poi rosso vivo, sono riunite in grappoli penduli che persistono per tutta la stagione invernale e anche oltre, fino alla nuova fioritura.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Richiede pieno sole, coltivata a mezz’ombra
POTATURE Ogni anno, solo risanamento dei fu-
sti secchi e delle parti malandate. Se lo sviluppo negli anni risulta eccessivo conviene (ogni 5-10 anni) tagliare tutta la vegetazione alla base, in primavera rispunteranno fusti nuovi.
la colorazione rossa perde di intensità.
SPECIE E VARIETÀ
TEMPERATURA Specie molto rustica resiste bene
La domestica è l’unica specie appartenente al genere Nandina ma si trovano almeno 60 varietà adatte a tutte le esigenze come piante singole, cespugli o nane da bordura fra queste: ● N. Atropurpurea nana Adatta per bordure perché bassa e molto compatta. ● Nandina domestica var. Alba Dal fogliame verde e con bacche bianco alabastro, estremamente elegante. ● N.d. var. Fire power Di dimensioni limitate (max. 60 cm.) e con foglie e frutti rosso acceso. ● Nandina domestica var. San Gabriel o filamentosa Bassa e molto compatta, ha foglie lunghe lanceolate e strettissime, in estate le foglie sono verde chiaro in autunno diventano aranciate e bronzee; non fiorisce e non fruttifica.
al freddo, abbassamenti termici consistenti possono far cadere le foglie ma la pianta reagisce prontamente rigermogliando in primavera. TERRENO Ama terreni freschi e profondi poco calcarei, ma è facilmente adattabile. IRRIGAZIONI Sopporta bene la carenza di acqua, le piante giovani all’impianto necessitano di acqua nelle stagioni di maggior siccità. Teme i ristagni. CONCIMAZIONI Preferisce quella organica (letame maturo o compost) da distribuire a fine inverno. Note Nei luoghi di origine è chiamata Bambù sacro e considerata pianta sacra portafortuna.
Arbusti
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NOCCIOLO F amiglia : c orylAceAe • g enere : c orylus • S Pecie : O rigine : e uropA ; A siA o ccidentAle PER RICONOSCERLO Arbusto da siepe a foglia caduca, pollonifero, di notevoli dimensioni. Chioma fitta e densa, irregolare, tendenzialmente globosa e ad ampio sviluppo. ALTEZZA Allevato normalmente a 2-3 m, può raggiungere anche i 5-6 m. FOGLIE Semplici, alterne, con forma rotondeggiante, apice appuntito e margine seghettato. Al tatto rugose e di colore verde o rosso bronzeo scuro. FIORE Pianta monoica. Fiori maschili raccolti in Particolarmente decorativa la varietà Purpurea di C. maxima con fogliame di colore porpora scuro e amenti penduli rossastri.
AvellAnA
l.
lunghi amenti penduli (circa 10 cm) compaiono a fine inverno a pianta spoglia; sono gialli a maturità. Quelli femminili sono piccoli, simili a gemme, compaiono in primavera all’ascella delle foglie e sono caratterizzati da un breve ciuffo rosso. FRUTTO Noce avvolta da brattee verdi o rosse a forma di cuffia, molto frastagliata all’estremità. Il frutto a maturazione è bruno rossiccio.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Posizioni a mezz’ombra. TEMPERATURA Buona resistenza al freddo. Teme
l’umidità e la nebbia che può provocare la degenerazione del polline. TERRENO Leggermente calcarei e freschi. Non tollera substrati acidi.
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SPECIE E VARIETË
● C. a. var. Aurea Con fogliame tendente a una colorazione dorata.
● C. a. var. Contorta Con branche contorte,
IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Leggere, ogni anno a fine inverno.
Eliminare l’eccesso di polloni.
a spirale. Questa caratteristica la rende molto elegante anche in inverno. In primavera si ricopre di lunghi amenti gialli. ● C. a. var. Fusco-rubra A portamento normale. Nei mesi primaverili le foglie assumono colorazioni rossastre. ● C. a. var. Pendula I giovani rami ricadenti danno alla pianta un originale aspetto piangente. ● C. colurme o nocciolo di Costantinopoli Molto rustico e resistente al freddo. Ottima adattabilità agli ambienti inquinati. ● C. maxima var. Sanguigna Nocciolo a foglie rosso porpora. Soffre particolarmente le basse temperature.
Avversità Mal dello stacco (Cytospora corilicola) Fungo che colpisce i germogli basali (polloni) i quali presentano evidenti necrosi e si ricoprono di una sostanza rossastra di consistenza mucillaginosa. Con l’andar del tempo la pianta deperisce, le foglie ingialliscono e i rami colpiti si spezzano facilmente. Molti insetti sono vettori di questo patogeno. Lotta Di tipo agronomico: eliminare le parti in-
attacchi alle raDici
attacchi
fette con attrezzi preventivamente disinfettati per evitare il diffondersi del fungo. La presenza di ferite dovute a eventi meteorici (grandine, vento…) o a tagli di potatura favorisce l’instaurarsi della malattia, per cui è necessario esercitare azioni preventive disinfettando le zone colpite. Di tipo chimico: si dimostra utile la distribuzione di prodotti rameici quando temperatura e umidità sono particolarmente elevate.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Eleucanium corni
fungo fungo cocciniglia
Agrilus viridis Cytospora corylicola Myzocallis coryli Corylobium avellanae Palomena prasina Gonocerus acuteangulatus Tetranychus urticae Phytocoptella avellanae Microsphaera alni (mal bianco) Cercospora spp.
coleottero fungo afide afide rincote rincote acaro acaro fungo
marciumi radicali marciumi radicali infestazione dei rami con conseguente deperimento gallerie nel tronco e nei rami lesioni agli organi legnosi infestazione di tutta la vegetazione infestazione di tutta la vegetazione infestazione di tutta la vegetazione infestazione di tutta la vegetazione bronzature e caduta delle foglie infestazione delle gemme avvizzimento dei germogli e patina biancastra sulle foglie macchie necrotiche fogliari
al legnO
attacchi alla vegetaziOne
fungo
Arbusti
dA siepe
PIRACANTA F amiglia : r osAceAe • g enere : p yrAcAnthA • S Pecie : coccineA O rigine : A siA occidentAle ; e uropA sudorientAle PER RICONOSCERLO
FIORE Ermafroditi, di colore bianco e riuniti in
Arbusto da siepe sempreverde, d’aspetto arbustivo-cespuglioso, con chioma espansa e disordinata. Numerose ramificazioni partono dalla base. Tronco e rami sono molto spinosi. ALTEZZA Mediamente è allevato non oltre 1-2 m, ma può raggiungere anche i 4 m. FOGLIE Semplici, alterne, di forma ellittica, con apice arrotondato e margine intero o leggermente dentato; lunghe 3-4 centimetri. Di consistenza coriacea e colore verde intenso.
infiorescenze a corimbo larghe 3 o 4 cm, nella parte mediana e all’apice dei rami. Compaiono a maggio-giugno e sono sempre particolarmente abbondanti. FRUTTO Piccolo pomo (meno di 1 cm di diametro) molto persistente. Riuniti in numerosissime infruttescenze che assumono colori diversi (rosso, giallo, arancione) a seconda della varietà.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Posizioni soleggiate, ma si adatta bene
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dA siepe
anche in zone ombreggiate. TEMPERATURA Resiste molto bene alle basse temperature. Alcune varietà sono più delicate. TERRENO Cresce bene ovunque. IRRIGAZIONI Frequenti. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Tollera benissimo i tagli. Si possono eseguire, a fine inverno, interventi di formazione, di svecchiamento e di rimonda. In estate si può effettuare una potatura verde per eliminare i rami che fuoriescono dalla siepe.
SPECIE E VARIETË
● P. angustifolia A fiori bianco crema profumati e bacche arancioni. Tollera benissimo terreni calcarei e argillosi. ● P. atalantioides var. Aurea Con caratteristiche bacche gialle. ● P. c. var. Lalandei Con foglie persistenti e rami spinosi. In estate porta fiori bianchi profumati e in inverno si ricopre fittamente di bacche color arancio. ● P. crenulata Con diverse varietà che si differenziano per il colore delle bacche (dal giallo all’arancio).
Avversità Colpo di fuoco (Erwinia amylovora) Batteriosi relativamente recente che colpisce fruttiferi e piante ornamentali. Si manifesta con imbrunimenti fiorali e deformazioni dei peduncoli (compaiono gocce giallastre e dense); sulle foglie si formano macchie necrotiche triangolari di colore rossastro. I germogli appassiscono progressivamente, necrotizzano e s’incurvano. attacchi attacchi attacchi
alle raDici al legnO
alla vegetaziOne
Sul legno si formano dei cancri con essudato mucillaginoso. Quando arriva ad attaccare le radici, la pianta muore in brevissimo tempo. Lotta Di tipo chimico: effettuare trattamenti a base di composti rameici a scopo preventivo. In realtà, una volta insorta la batteriosi, l’unica cosa da fare è quella di estirpare la pianta e bruciare ogni residuo vegetale.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea Eriosoma lanigerum Aphis pomi Fusicladium pyracanthae
fungo afide afide fungo
Erwinia amylovora (colpo di fuoco)
batterio
marciumi radicali infestazione degli organi legnosi infestazione di tutta la vegetazione macchie scure sulle foglie e loro caduta morte improvvisa della pianta con iniziali sintomi su fiori, foglie, germogli, organi legnosi
Arbusti
dA siepe
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PITTOSPORO F amiglia : p ittosporAceAe • g enere : p ittosporuM • S Pecie : O rigine : A siA orientAle
tobirA
PER RICONOSCERLO
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO
Arbusto da siepe sempreverde, con forma globosa, abbastanza allargata e irregolare. Può essere allevato ad alberello. Ha sviluppo molto lento. ALTEZZA Normalmente 2-2,5 m, ma può raggiungere i 4 m. FOGLIE Semplici, alterne, a forma ovoidale con margini interi e rivolti verso il basso; possono essere riunite in verticilli. Coriacee, di colore verde intenso e brillante. FIORE Ermafroditi, possono essere singoli o riuniti in corimbi. Molto profumati e di colore bianco crema o giallognolo. Compaiono da aprile a giugno. FRUTTO Capsula piccola, poco appariscente. Riuniti in infruttescenze di colore brunastro scuro.
LUCE Ama posizioni molto soleggiate. TEMPERATURA Predilige climi temperato-caldi. ADATTA all’ambiente mediterraneo. TERRENO Molto rustica, sopporta bene siccità e
Note Molto resistente alla salinitˆ e ai forti venti.
quindi suoli aridi e sabbiosi. IRRIGAZIONI Non necessarie. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Sopporta bene i tagli. Si interviene a fine inverno quando la pianta è ancora in riposo per ripristinare la forma voluta. Anche di ringiovanimento perché ricaccia con facilità dal legno vecchio.
SPECIE E VARIETÀ
● P. t. var. Tenuifolium Coltivato ad alberello, presenta una bella chioma globosa. Fiorisce a maggio ed è adatto alle zone costiere. ● P. t. var. Variegatum Foglie a margine biancastro e con maculature giallastre.
Arbusti
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dA siepe
Avversità Cocciniglia farinosa (Planococcus citri) Attacca soprattutto gli agrumi ma anche molte ornamentali. Bianca e d’aspetto polveroso, si propaga quando la vegetazione è particolarmente folta, formando vistose colonie; è favorita da elevata umidità e zone ombrose. L’abbondante produzione di melata provoca attacchi di fumaggini e deperimento della pianta. A seconda dell’andamento stagionale si posso-
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
no anche avere 5 generazioni all’anno. Sverna come neanide, di colore giallastro e lunga circa 5 millimetri. Lotta Di tipo biologico: coccinelle. Di tipo agronomico: alleggerire la chioma e asportare le parti colpite; una razionale concimazione rende la pianta più resistente. Di tipo chimico: in estate, oli bianchi anche attivati con fosforganici.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Verticillium albo-atrum Icerya purchasi (anche altre specie) Planococcus citri Metcalfa pruinosa
fungo cocciniglia
degenerazione del legno infestazione di germogli e rami
rincote rincote
infestazione di germogli e rami infestazione di tutta la vegetazione. Abbondante produzione di melata e secrezioni cerose Phyllosticta spp. fungo maculature necrotiche fogliari Cercospora spp. fungo maculature necrotiche fogliari Aphis craccivora afide infestazione dei germogli Alcuni virus attaccano le foglie provocando alterazioni di colore e forma.
Arbusti
dA siepe
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SOMMACO AMERICANO f AMigliA : A nAcArdiAceAe • genere : r hus • o rigine : nord A MericA
specie :
t yphinA
PER RICONOSCERLO
POTATURE I tagli favoriscono la produzione di un
Arbusto a foglia caduca che può essere allevato ad alberello a fusto corto liscio, spesso a sviluppo contorto, con chioma molto ramificata. Molto pollonifero. ALTEZZA Raggiunge anche gli 8 metri. FOGLIE Caduche, imparipennate composte da 10-15 fino a 31 foglioline lanceolate ed appuntite di colore verde chiaro, leggere, lunghe fino a 50 cm. In autunno, prima della caduta, si colorano di rosso, arancio e bruno molto brillante, conferendo alla pianta un bellissimo aspetto ornamentale. Sono portate da giovani rami ricoperti da un’abbondante peluria rossastra. FIORE I fiori bianco-verdastri sono riuniti in voluminose (anche 20 cm) pannocchie erette, compaiono nei mesi di giugno-luglio. FRUTTO Piccole drupe, ricoperte di peli, sono riunite in pannocchie e si colorano alla fine dell’estate di un rosso intenso e permangono sulla pianta per tutto l’inverno.
maggior numero di polloni che possono spuntare, grazie alle radici rizomatose, anche a 10 metri dal fusto principale. Conviene quindi intervenire solo per regolare la chioma e asportare, a fine inverno, le pannocchie dei frutti che iniziano a sgranare.
SPECIE E VARIETÀ Il genere Rhus comprende circa 160 specie distribuite in tutte le aree del mondo, solo la specie Typhina è però utilizzata a scopo ornamentale e la varietà più diffusa e consigliata è la laciniata caratterizzata da un portamento più contenuto (non supera i 2 m) e dalle foglie finemente divise. Esiste anche la laciniata Tiger eyes®, brevettata, sempre di dimensioni ridotte, con foglie finemente divise di colore inizialmente giallo poi bronzeo e verde, rametti rossi e colori più brillanti dei frutti e delle foglie.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Richiede pieno sole, ma accetta anche la
semiombra. TEMPERATURA Estremamente resistente agli abbassamenti termici invernali (fino anche a -20 °C) sopporta bene anche le alte temperature e i venti salmastri. Specie molto rustica. TERRENO Si adatta a qualsiasi tipo di terreno, anche se predilige quelli in cui non vi è ristagno di acqua. IRRIGAZIONI Si accontenta dell’acqua di pioggia, e anche in periodi molto siccitosi non necessita di interventi irrigui. CONCIMAZIONI Si avvantaggia di concimazioni azotate preferibilmente con un prodotto a lenta cessione.
Note Ideale per rivestire scarpate o terreni declivi, In Svizzera è considerata “pianta esotica invasiva” e quindi ne è sconsigliata la messa a dimora nei parchi e nei giardini.
Arbusti
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dA siepe
SPIREA F amiglia : r osAceAe • g enere : s pirAeA • O rigine : c inA , g iAppone PER RICONOSCERLA Arbusto da siepe a foglia caduca, con aspetto arbustivo-cespuglioso, pollonifero con chioma globosa e sviluppo a ventaglio. Di dimensioni medio-piccole. ALTEZZA Normalmente 1-1,5 m. FOGLIE Semplici, alterne, di piccole dimensioni, con forma ovale-lanceolata e margine dentato. Di colore verde intenso. FIORE Ermafroditi, piccolissimi e riuniti in pannocchie terminali di forma piramidale o tondeggiante, lunghe anche 8-10 cm (anche 15 cm in alcune varietà). Compaiono in primavera o in estate a seconda delle varietà. Di norma molto persistenti. FRUTTO Capsula, poco appariscente.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Esposizioni soleggiate. Si sviluppa bene
anche in mezz’ombra. TEMPERATURA Rustica, si adatta ai climi con-
tinentali. TERRENO Richiede terreno fertile e ben drenato. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE In funzione delle varietà: in quelle a
fioritura precoce e sui rami di 1 anno si interviene dopo la fioritura accorciando fino a circa la metà i rami che hanno fiorito. Nelle spiree tardive (che fioriscono sui rami dell’anno) si interviene a fine inverno con tagli di accorciamento e di svecchiamento.
SPECIE E VARIETÀ Ci sono circa un centinaio di specie, tra cui molti ibridi. ● S. cantoniensis Grandi corimbi di fiori bianchi in mezzo e all’apice dei rami. Fiorisce a fine primavera. ● S. thunbergii Fiorisce in aprile con fiori bianchi riuniti in corimbi.
● S. × arguta Ibrido di S. cantonensis, a foglie caduche e fiori bianchi che si presentano a maggio. ● S. × van houttei Ibrido di S. cantoniensis, fiorisce in giugno. ● S. × bumalda Ibrido di S. japonica, presenta molte varietà con fiori di diverso colore, altre a portamento nano ● S. × bumalda var. Anthony Waterer A fiori cremisi brillante e foglie variegate.
Arbusti
dA siepe
Avversità attacchi alle raDici
attacchi
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea Phymatotrichum omnivorum Metcalfa pruinosa
fungo fungo rincote
Erwinia amylovora (colpo di fuoco) Aphis pomi Tetranychus urticae Microsphaera alni (mal bianco) Podosphaera oxycanthae (mal bianco)
batterio
marciumi radicali e del colletto marciumi radicali e del colletto infestazione di tutta la vegetazione con abbondante produzione di melata e secrezioni cerose morte improvvisa della pianta
al legnO
attacchi alla vegetaziOne
afide acaro fungo fungo
infestazione di tutta la vegetazione bronzature e caduta delle foglie avvizzimento dei germogli e patina biancastra sulle foglie avvizzimento dei germogli e patina biancastra sulle foglie
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Arbusti
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rAmpicAnti
BIGNONIA F amiglia : b ignoniAceAe • g enere : c AMpsis • S Pecie : O rigine : A MericA nordorientAle PER RICONOSCERLA Arbusto rampicante a foglia caduca, a rapido sviluppo, con chioma molto espansa e lussureggiante. I rami, che sono contorti e sinuosi, si aggrappano ai sostegni per mezzo di radici avventizie. FOGLIE Composte, imparipennate; foglioline in numero di 9-11, di forma ovale-appuntita, opposte e con margine seghettato. Di colore verde chiaro. FIORE Ermafroditi, molto vistosi, conformati a trombetta, e raccolti in pannocchie terminali molto grandi e composte di numerosi fiori.
rAdicAns
Di colore arancio intenso, compaiono sui rami dell’anno, da giugno a settembre. FRUTTO Capsula di forma lanceolata-allungata, di notevoli dimensioni. Di colore inizialmente verde e poi bruno. Si apre a maturità.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Esige il pieno sole. In ombra fiorisce sten-
tatamente. TEMPERATURA Predilige climi temperati, ma si
adatta abbastanza bene anche a quelli temperato-freddi. TERRENO Senza particolari esigenze.
Arbusti IRRIGAZIONI Relativamente frequenti. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Inizialmente è necessario un inter-
vento a 15 cm dal terreno per poter ottenere le ramificazioni principali. In seguito, la vegetazione che si svilupperà su questi tralci verrà potata energicamente in autunno o alla fine dell’inverno lasciando solo 2-3 gemme.
rAmpicAnti
SPECIE E VARIETË
● C. grandiflora A fiori rosso-arancio. Fiorisce da luglio a settembre. Meno resistente al freddo di C. radicans, è bene posizionarla contro un muro esposto a sud. I tralci possono raggiungere anche i 12 m di lunghezza. ● C. × tagliabuana A fiori color rosa salmone, che compaiono da luglio a ottobre. Predilige posizioni in pieno sole e ha una discreta resistenza al freddo.
Avversità attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
PatOgenO
tiPOlOgia
Eleucanium corni
cocciniglia
Danni
infestazione dei rami con conseguente deperimento Metcalfa pruinosa rincote infestazione di rami e foglie, con abbondante produzione di melata Erysiphe cichoracearum fungo avvizzimento dei germogli e patina (mal bianco) biancastra sulle foglie Oidium tabaci (mal bianco) fungo avvizzimento dei germogli e patina biancastra sulle foglie Gloeosporium spp. fungo necrosi fogliari Molti afidi (verdi e neri) possono infestare la vegetazione. Diverse larve di lepidotteri attaccano le foglie.
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Arbusti
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rAmpicAnti
BUGANVILLEA F amiglia : n yctAgynAceAe • g enere : b ougAinvilleA • S Pecie : O rigine : b rAsile
glAbrA
PER RICONOSCERLA Arbusto rampicante sempreverde nelle regioni tropicali, semispogliante in Italia; estremamente vigoroso e di grande sviluppo. Necessita di supporti ai quali sostenersi e può essere allevato anche a cespuglio o ad alberello con continui interventi di potatura. FOGLIE Semplici, alterne, di forma ovale-allungata molto variabile; con margine intero, lamina ondulata e apice appuntito. Il colore è verde intenso, più o meno scuro a seconda delle varietà. FIORE Ermafroditi, piccoli e di forma tubulosa. Poco appariscenti, sono circondati da brattee fogliari vistosamente colorate (rosso, giallo, viola, arancio, rosa ecc.) che vengono dai più erroneamente considerate fiori. Molto persistenti, compaiono da maggio all’autunno inoltrato. FRUTTO Piccolo achenio.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Esige esposizioni molto soleggiate. TEMPERATURA Necessita di climi temperato-cal-
di. Soffre e muore in zone a clima freddo. TERRENO Si adatta a qualsiasi tipo di substrato. Non soffre la siccità. IRRIGAZIONI Non frequenti. CONCIMAZIONI Normali.
Splendido arbusto rampicante, può essere allevato in piena terra solo nelle regioni con clima mite.
POTATURE Non necessita di particolari interventi, se non a fine inverno per alleggerire la massa fogliare. Su cespugli e alberelli gli interventi devono essere continui per mantenere la conformazione voluta.
SPECIE E VARIETÀ
● B. g. var. Buttiana I diversi ibridi presentano brattee rosse, arancio, rosate, lilla ecc. ● B. g. var. Sanderiana Con brattee fogliari di colore violetto. ● B. spectabilis Con foglie lucenti e colorazione delle brattee diversa a seconda delle varietà.
Avversità attacchi
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Eleucanium corni
cocciniglia
Metcalfa pruinosa
rincote
infestazione dei rami e conseguente deperimento infestazione di rami e foglie con abbondante produzione di melata infestazione dei germogli
al legnO
attacchi alla vegetaziOne
Planococcus spp. pseudococcide (cocciniglia farinosa) Phytophtora parasitica fungo marciumi del colletto Vari funghi provocano macchie necrotiche fogliari. Vari afidi infestano la vegetazione.
Arbusti
rAmpicAnti
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CAPRIFOGLIO F amiglia : c AprifoliAceAe • g enere : l onicerA • S Pecie : O rigine : e uropA
cAprifoliuM
l.
PER RICONOSCERLO Arbusto rampicante a foglia caduca; ha notevole sviluppo e può assumere anche aspetto ricadente o strisciante. Presenta una folta e voluminosa vegetazione fogliare. I rami, simili a liane, necessitano di sostegni naturali o artificiali cui aggrapparsi. Alcune specie possono essere allevate con portamento cespuglioso. FOGLIE Semplici, opposte, sprovviste di peduncolo (sessili), di forma ovata, quasi tondeggiante, con margine intero. Di colore verde scuro, più chiare nella pagina inferiore. FIORE Ermafroditi, tubicini allungati terminanti in 5 lobi da cui fuoriescono lunghi organi riproduttivi; riuniti in gruppi apicali o all’ascella delle foglie. Sono intensamente profumati, di colore bianco rosato o giallastro. Compaiono da aprile a estate inoltrata. FRUTTO Bacche rosse o gialle, poco appariscenti.
I fiori di caprifoglio compaiono per tutta estate e sono intensamente profumati.
TEMPERATURA Resiste bene al clima rigido con-
TERRENO Non ha particolari esigenze di substrato. Preferisce comunque terreni freschi e umidi. IRRIGAZIONI Necessaria. Teme molto la siccità. La mancanza di acqua riduce o annulla la fioritura. CONCIMAZIONI Normali.
tinentale. Alcune specie necessitano di ambienti riparati o di climi temperato-caldi.
Dopo la fioritura maturano piccole bacche poco appariscenti.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Si adatta bene in posizioni di mezz’ombra.
Non disdegna il pieno sole.
Arbusti
230
rAmpicAnti POTATURE Le varietà che fioriscono sui rami dell’anno vanno sfoltite dopo l’inverno, tagliando energicamente i rami giovani per favorire l’emissione di germogli fioriferi laterali. Quelle che fioriscono sui rami di un anno vengono potate in autunno, dopo la fioritura, recidendo i rami sfioriti.
SPECIE E VARIETË
● L. japonica A foglie persistenti con profumatissimi fiori color crema. ● L. periclymenum Con fiori candidi e appariscenti frutti rossi. ● L. sempervirens A foglie persistenti e abbondante fioritura estiva di colore arancio-rosso. ● L. × brownii A foglie caduche e fiori rosso aranciato. ● L. × heckrottii A foglie caduche e fiori rosa.
L. × telmanniana ha fiori intesamente colorati di gialloarancio raccolti all’apice dei rami.
Avversità Mal del piombo parassitario (Stereum purpureum) Fungo che si manifesta con sintomi estremamente chiari: le foglie assumono improvvisamente una colorazione argenteo plumbea, con riflessi azzurro metallici. Le foglie si deformano accartocciandosi e divenendo bollose. La pianta reagisce producendo nuovi germogli stentati, deformi, con internodi corti e foglie necrotizzate di piccole dimensioni. La rapida diffusione è dovuta alla presenza del fungo
attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
nelle parti legnose che progressivamente degenerano portando la pianta alla morte. Gli stessi sintomi si riscontrano nel mal del piombo non parassitario, provocato cioè da mancate irrigazioni abbinate a un andamento climatico particolarmente caldo. Lotta Di tipo agronomico: poiché non esistono prodotti chimici in grado di curare questa patologia, è necessario eliminare le piante colpite e sterilizzare la buca dopo l’estirpazione delle radici a scopo preventivo.
PatOgenO
tiPOlOgia
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Agrobacterium tumefaciens Metcalfa pruinosa
fungo fungo batterio rincote
Danni
marciumi radicali e del colletto marciumi radicali e del colletto marciumi radicali infestazione di foglie e rami, con abbondante produzione di melata Stereum purpureum fungo colorazione argenteo-metallica delle (mal del piombo parassitario) foglie, accartocciamento, necrosi e morte della pianta Diaspis pentagona cocciniglia infestazione di tutta la vegetazione Aspidiotus hederae cocciniglia infestazione di tutta la vegetazione Erysiphe polygoni fungo avvizzimento dei germogli e patina (mal bianco) biancastra sulle foglie Tetranychus urticae acaro infestazione di tutta la vegetazione Molti afidi possono infestare i germogli.
Arbusti
rAmpicAnti
CLEMATIDE F amiglia : r AnunculAceAe • g enere : c leMAtis • O rigine : e uropA ; A siA PER RICONOSCERLA
TEMPERATURA Adatta a climi temperati. I rami
Arbusto rampicante a foglia caduca. Elegante, fragile, con fusti semilegnosi, sottili; la vegetazione è piuttosto rada. Necessita di sostegni. FOGLIE Composte, imparipennate. Con foglioline che variano molto per numero, forma e colore in funzione delle specie. FIORE Ermafroditi, abbastanza grandi, di forma e colori molto variabili, sempre eleganti. Molti sono gli ibridi creati dall’uomo, soprattutto per selezionare lo sviluppo e la bellezza del fiore. Compaiono da aprile a fine estate, secondo le specie. FRUTTO Piccoli acheni con resta piumosa, poco appariscenti.
possono soffrire per il gelo, ma il fusto ricaccia con estrema facilità. TERRENO Richiede substrato leggero, umido e fresco. IRRIGAZIONI Necessarie e frequenti. Evitare i ristagni idrici. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Di norma si interviene molto leggermente dopo la fioritura, per sfoltire e risanare la vegetazione. Ogni 4-5 anni è necessaria una potatura di rinnovo.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO
● C. montana Si arrampica facilmente. È consi-
LUCE Posizioni soleggiate per la chioma, mentre
gliabile non posizionarla contro muri esposti a sud. Predilige comunque il pieno sole. Con fioritura bianca o rosa nel mese di maggio.
SPECIE E VARIETÀ
● C. alpina Non supera i 100-120 cm di altezza. Fiorisce in aprile-maggio, con fiori blu-violetto.
la base del fusto deve essere in ombra o almeno protetta da eccessiva insolazione.
231
Arbusti
232
rAmpicAnti
● C. viticella A fiori porpora in luglio-settembre. Gli ibridi di C. viticella sono innumerevoli e caratterizzati da grandi fiori che si presentano solo in estate-autunno. Si distinguono in precoci (fioritura maggio-giugno) e tardivi (fioritura giugno-settembre) Pur essendo piante da pieno sole, la radice necessita di ombra.
Fra i precoci ricordiamo: Barbara Jackman con fiori rosso porpora; Belle of Woking con fiori lilla; Marie Boisselot con fiori bianchi; Lasurstern con fiori blu. Fra i tardivi ricordiamo: Duchess of Albany con fiori rosa; Ville de Lyon con fiori rossi; Perle d’Azur con fiori blu.
Avversità attacchi
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Puccinia spp.
fungo
Erysiphe polygoni (mal bianco) Ascochyta clematidina Metcalfa pruinosa
fungo
ruggine su vegetazione e giovani rami avvizzimento dei germogli e patina biancastra sulle foglie necrosi fogliari infestazione di rami e foglie, con abbondante produzione di melata mine fogliari
al legnO
attacchi alla vegetaziOne
fungo rincote
Phytomyza vitalbae dittero Vari tipi di afidi attaccano le foglie. Spesso la pianta dissecca alla base (colletto) e muore. Due sono le cause: o forte gelata (spesso però la pianta ricaccia) o eccesso di insolazione. È sempre bene quindi proteggere il colletto.
Arbusti
rAmpicAnti
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GELSOMINO BIANCO F amiglia : o leAceAe • g enere : j AsMinuM • S Pecie : o rigine : c inA , h yMAlAyA PER RICONOSCERLO Arbusto rampicante a foglia caduca d’aspetto voluminoso, intricato, con rami fitti che necessitano di sostegni per potersi sviluppare in altezza (fino a 3-4 m). Può avere anche aspetto ricadente. FOGLIE Composte, imparipennate, da 5 a 9 foglioline, ovaliformi-allungate ed estremamente appuntite (non pungenti), a margine intero verde intenso; la foglia apicale è normalmente più grande rispetto alle altre. FIORE Ermafroditi, tubulosi, a 5 lobi, riuniti in grappoli. Intensamente e piacevolmente profu-
officinAle
l.
mati, di colore bianco candido. La fioritura è scalare: inizia a maggio e procede per tutta l’estate. FRUTTO Piccole capsule poco appariscenti.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Esige il pieno sole. TEMPERATURA È rustica, ma non sopporta le ge-
late invernali intense e prolungate. Alcune specie resistono bene al gelo (J. nudiflorum), mentre altre sono molto sensibili e sopravvivono all’esterno solo in zone climatiche temperato-calde. TERRENO Senza particolari esigenze. IRRIGAZIONI È fra le piante che meglio resistono
Arbusti
234
rAmpicAnti
alla siccità (anche per periodi prolungati). CONCIMAZIONI Normali POTATURE Leggera a fine inverno. Eventuali danni da gelo alla vegetazione possono essere rimediati con energici tagli alla base del fusto che, con estrema facilità, rigermoglia.
SPECIE E VARIETË
● J. nudiflorum o gelsomino d’inverno Fiori gialli (non profumati) da novembre ad aprile, prima dell’emissione delle foglie. Molto rustico, si adatta bene in zone fredde e con poco sole. ● J. grandiflorum A foglie persistenti, con fiori estivi bianchi o rosati molto profumati. Adatta per coltivazioni in vaso, su terrazze, in posizioni riparate. ● J. polyanthum A fiori bianchi con sfumature rosate che compaiono da primavera fino a estate inoltrata. A foglia caduca. Sensibile al freddo. ● J. primulinum Sempreverde con fiori semidoppi, gialli e non profumati, in marzo-aprile. Richiede posizioni riparate. Adatto solo a climi molto miti.
Il gelsomino bianco prolunga la sua fioritura per tutta la stagione estiva.
Avversità attacchi alle raDici
attacchi
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea Rosellinia necatrix Agrobacterium tumefaciens Phomopsis spp.
fungo fungo batterio fungo
marciumi radicali e del colletto marciumi radicali e del colletto tumori radicali e del colletto cancri rameali
Diaspis pentagona Aspidiotus hederae Elsinoe spp. Dialeurodes citri
cocciniglia cocciniglia fungo rincote
infestazione di tutta la vegetazione infestazione di tutta la vegetazione macchie fogliari punture trofiche fogliari
al legnO
attacchi alla vegetaziOne
Arbusti
rAmpicAnti
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GLICINE F amiglia : l eguMinosAe o f AbAcee • g enere : W isteriA • S Pecie : O rigine : A siA orientAle (c inA ) PER RICONOSCERLO Arbusto rampicante a foglia caduca con fusto più o meno allungato, sinuoso e contorto; vegetazione folta. Si avvolge ai sostegni emettendo abbondanti ramificazioni. Spesso usato per pergolati. Raggiunge lunghezze anche di 12-15 metri. FOGLIE Composte, imparipennate, da 7 a 15 foglioline di forma ovale e appuntite; distribuite sul ramo in modo alterno, spuntano dopo la fioritura. Di colore verde chiaro, tendono poi a scurirsi. FIORE Ermafroditi, piccoli e di forma tipicamente papilionata; riuniti (anche in numero di 30) in lunghi grappoli violacei o più raramente bianchi.
sinensis
Estremamente profumati, campaiono abbondanti prima delle foglie riempiendo la pianta in maggio e giugno. FRUTTO Breve legume ingrossato nella parte terminale, legnoso a maturità.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Richiede pieno sole. A mezz’ombra la fio-
ritura risulta limitata. TEMPERATURA Rustica, resiste molto bene ai
freddi invernali. TERRENO Predilige quelli umidi e pesanti, ma si
adatta bene a ogni tipo. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali.
Arbusti
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POTATURE Quando la pianta è già impalcata, per ottenere bellissime fioriture è necessario intervenire subito a inizio estate, al termine della fioritura. Si accorciano leggermente i germogli. A fine inverno, quando è passato il pericolo di gelate, si taglia più drasticamente per favorire lo sviluppo dei rametti fioriferi, corti e tozzi.
rAmpicAnti
● W. s. var. Alba Con fiori bianchi in piccoli grappoli.
● W. floribunda A fioritura tardiva, presenta lunghissimi grappoli di fiori color rosa chiaro.
● W. multijuga var. Alba A fiori bianchi riuniti in lunghi grappoli.
● W. multijuga var. Rosea I fiori dei lunghi grappoli sono bianchi punteggiati di rosso.
SPECIE E VARIETË
● W. s. var. Plena Con fiori doppi di colore lilla
● W. venusta I fiori sono bianchi macchiati di giallo, leggermente profumati.
intenso.
Avversità PatOgenO attacchi
tiPOlOgia
Danni
Armillaria mellea fungo marciumi radicali e del colletto alle raDici Agrobacterium tumefaciens batterio tumori radicali e del colletto attacchi Nectria spp. fungo cancri rameali al legnO Vari tipi di cocciniglie infestano rami e vegetazione. attacchi Metcalfa pruinosa rincote infestazione di foglie e rami con abbondante produzione di melata alla vegetaziOne Tetranychus urticae acaro infestazione di tutta la vegetazione Vari tipi di afidi infestano tutta la vegetazione. Spesso si verificano gravi clorosi dovute a terreno eccessivamente calcareo.
Arbusti
rAmpicAnti
IPERICO F amiglia : g uttifere • g enere : h ypericuM O rigine : e uropA MeridionAle , A siA PER RICONOSCERLO Arbusto sempreverde pollonifero strisciantetappezzante, con aspetto voluminoso. Sviluppo fogliare molto consistente, orizzontale, a crescita rapida e disordinata. FOGLIE Semplici, opposte, di forma ovoidale-allungata. Di un intenso colore verde scuro. FIORE Ermafroditi, singoli, grandi 3-4 cm, con 5 petali e parte centrale ricchissima di stami che conferiscono al fiore un aspetto piumoso. Di colore giallo intenso. Compaiono sui rami dell’anno da primavera a tutta estate. FRUTTO Capsula, bruna a maturità.
PER COLTIVARLO CON SUCCESSO LUCE Preferisce l’ombra ma sopporta bene anche posizioni in pieno sole. TEMPERATURA Generalmente rustiche e idonee ai climi continentali. Alcune specie sono sensibili al freddo e quindi non adatte in zone settentrionali. TERRENO Tendenzialmente acido, ma cresce bene su ogni tipo.
IRRIGAZIONI Frequenti. CONCIMAZIONI Necessarie. POTATURE A fine inverno un drastico taglio a
pochi centimetri da terra favorisce l’emissione di polloni e germogli fioriferi.
SPECIE E VARIETÀ
● H. calicinum Tappezzante sempreverde con fiori giallo dorati che compaiono da giugno a settembre. Le foglie sono piccole e ricoprono il terreno come un tappeto. ● H. patulum Adatto per terreni calcarei. Ha foglie caduche e fiori grandi, giallo intenso. Fiorisce da luglio a settembre È coltivato a cespuglio in quanto raggiunge 1,5-2 m di altezza. ● H. patulum var. Hidcote Tra luglio e settembre si riempie completamente di fiori diventando una massa dorata per almeno 4-5 settimane. ● H. × rowallane Ibrido sempreverde nei climi caldi ma, soffrendo il freddo, perde facilmente le foglie nelle regioni settentrionali. Fiorisce da aprile a ottobre.
Alcune specie di iperico si dimostrano poco durature nelle regioni più fredde.
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Arbusti
238
rAmpicAnti
PASSIFLORA F amiglia : p AssiflorAceAe • g enere : p AssiflorA • S Pecie : O rigine : A MericA del s ud PER RICONOSCERLA Arbusto rampicante sempreverde, vigoroso, a crescita rapida, con rami lunghi e sottili, provvisti di viticci. Il fusto lianoso necessita di sostegni ai quali si avvolgono strettamente i viticci. FOGLIE Semplici, alterne, di forma palmata, con 5-7 lobi profondamente incisi e a margine intero. Sono grandi (10-15 cm) e, spesso sulla stessa pianta, la forma risulta molto variabile. Consistenti e di colore verde scuro brillante. FIORE Ermafroditi, grandi, singoli o a coppie, all’ascella delle foglie; gli organi riproduttivi sono molto appariscenti e conferiscono al fiore un particolare aspetto geometrico. Delicatamente profumati, di colore bianco-azzurrino, con sfumature gialle e viola. Presenti da maggio ad autunno inoltrato. FRUTTO Voluminosa bacca arancione o gialla, di forma ovoidale. In alcune varietà è edule.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE In pieno sole. Può anche essere messa a
dimora a mezz’ombra.
coeruleA
l.
TEMPERATURA Resiste bene alle basse temperature, specialmente se addossata a muri esposti a sud. Alcune specie devono essere necessariamente coltivate solo in zone a clima temperato-caldo. TERRENO Rustica, si adatta a ogni substrato. Meglio acido e ben drenato. IRRIGAZIONI Normali. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE Solo leggeri interventi a fine inverno di sfoltimento della vegetazione e accorciamento dei rami.
SPECIE E VARIETÀ
● P. c. var. Costance Elliott Fiorisce in giugno-settembre con bellissimi fiori color bianco candido. ● P. quadrangularis Con fiori color bianco-rosato. ● P. racemosa Infiorescenze rosse o bianche, pendule. ● P. umbellicata Fiori di color rosso-bronzeo in luglio-settembre. Richiede zone riparate.
Arbusti
rAmpicAnti
Avversità Mosaico del cetriolo (ciclo mega virus o cmv) Alla comparsa della malattia sulle foglie, in prossimità delle nervature, si presentano macchie giallastre ben evidenti e di varie dimensioni. Le piante presentano una crescita stentata che si ripercuote sulla fioritura. Il veicolo principale dell’infezione sono le infestazione di afidi.
attacchi
Lotta Di tipo chimico: eliminare la fonte d’infezione intraprendendo una consistente lotta ai vettori con aficidi specifici. Di tipo agronomico: altra buona norma è estirpare e distruggere le piante infette per impedire che la virosi possa trasmettersi alle piante vicine
Patogeno
tiPologia
Danni
Phymatotrichum spp.
fungo
marciumi radicali
Mosaico del cetriolo (cmv) Phyllosticta spp. Gloeosporium spp. Tetranychus urticae Eulecanium spp. Planococcus spp.
virus fungo fungo acaro cocciniglia cocciniglia
infestazione delle foglie macchie necrotiche fogliari necrosi fogliari infestazione di tutta la vegetazione infestazione di tutta la vegetazione infestazione di tutta la vegetazione
alle raDici
attacchi alla vegetazione
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Arbusti
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rAmpicAnti
VITE DEL CANADA F amiglia : V itaceae • g enere : P arthenocissus • S pecie : O rigine : n ord a merica PER RICONOSCERLA Arbusto rampicante a foglia caduca con aspetto sarmentoso-lianoso a rapido e imponente accrescimento. I rami, molto lunghi, si aggrappano ai sostegni mediante viticci muniti di ventose, che si trovano sul ramo in posizione opposta alle foglie. FOGLIE Composte, rappresentate da 5 lamine fogliari inserite alla sommità di un lungo picciolo; di forma obovata, con margine dentato. Di colore verde intenso, nella stagione autunnale assumono una vivace colorazione rossa. FIORE Ermafroditi, piccoli, verdastri, poco appariscenti; riuniti in pannocchie rade. Si presentano in estate. FRUTTO Bacca sferica di colore blu nerastro, rivestita da un’evidente patina di pruina.
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Posizioni soleggiate. TEMPERATURA Richiede clima temperato ma
ben si adatta anche a fredde temperature continentali. TERRENO Molto rustica, vive anche su terreni aridi e sassosi. IRRIGAZIONI Resiste bene alla siccità. CONCIMAZIONI Normali. POTATURE A fine inverno occorre accorciare le branche secondarie a 2 -3 gemme, per favorire la ramificazione. È soggetta al fenomeno “del pianto” (si ha una perdita cospicua di linfa in corrispondenza della parte tagliata) se potata quando è gia iniziata la ripresa vegetativa.
SPECIE E VARIETÀ
● P. henryana Predilige climi miti o posizioni riparate. Il colore delle foglie è più ornamentale se la pianta è posizionata a mezz’ombra. ● P. himalayana È la più delicata e la più contenuta come dimensioni.
quinquefolia
l.
● P. tricuspidata o vite americana I viticci sono dotati di formazioni terminali a ventosa per cui non necessita di sostegni per tappezzare muri o pareti verticali. Tollera bene terreni calcarei. ● P. tricuspidata var. Veitchii Le foglie in estate presentano una patina argentea. Le bacche sono di colore blu scuro.
Arbusti
rAmpicAnti
Avversità Oidio o mal bianco (Uncinula necator e Oidium tuckeri) Fungo che aggredisce tutte le parti verdi della pianta. Sulle foglie compaiono macchie chiare variamente strutturate, ed esse si ricoprono, su entrambe le pagine, di una leggera muffa biancastra. Sui giovani germogli si notano macchie necrotiche longitudinali che deformano e intristiscono la vegetazione e che permangoattacchi
no anche quando i tessuti lignificano. L’oidio è favorito da temperature intorno ai 25 °C e da umidità atmosferica relativamente bassa ma non dalle precipitazioni, a differenza di altri funghi. Lotta Di tipo chimico: zolfo e suoi composti come prevenzione; la lotta vera e propria viene eseguita con prodotti citotropici (fenarimol) e sistemici (benomyl) distribuiti più volte.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Eleucanium spp.
cocciniglia
Pulvinaria spp. Cercospora ampelopsidis Guignardia bidwelli Uncinula necator (mal bianco)
cocciniglia fungo fungo fungo
Oidium tuckeri (mal bianco)
fungo
infestazione dei rami con conseguente deperimento infestazione dei rami macchie necrotiche fogliari macchie necrotiche fogliari avvizzimento dei germogli e patina biancastra sulle foglie avvizzimento dei germogli e patina biancastra sulle foglie
al legnO
attacchi alla vegetaziOne
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Rose
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ROSA F amiglia : r osAcee • g enere : r osA • O rigine : t utti
i continenti
PER RICONOSCERLA
FOGLIE Composte, imparipennate, formate da
In origine arbusto da cespuglio. I ripetuti incroci, ibridazioni e innesti fra tutte le specie originarie dei diversi continenti hanno portato alla creazione di rosai rampicanti, sarmentosi, tappezzanti, ad alberello e a cespuglio di tutte le dimensioni. Solitamente con sviluppo notevole e vegetazione lussureggiante. Le varietà a cespuglio raggiungono anche qualche metro in altezza e quelle rampicanti possono avere branche lunghe più di 10 metri. Quelle sarmentose, tappezzanti e i mini arbusti presentano invece rami sottili, flessibili e a sviluppo più contenuto pur con fioriture più abbondanti e molto persistenti. Tutte sono provviste di spine, con l’unica eccezione di R. inermis (che però se incrociata con altre specie origina individui spinosi)
3-5-7 foglioline ovali a margine seghettato. Di colore verde scuro, lucente. FIORE Ermafroditi, in origine a 5 petali, oggi anche doppi e multipli. Sono singoli e terminali in alcune specie, in altre riuniti in mazzetti, corimbi o cime. Le dimensioni dipendono dal tipo di arbusto: di piccole dimensioni nelle rose tappezzanti o lillipuziane, grandi e con stelo lungo per gli ibridi da fiore reciso. In alcune specie sono profumati più o meno intensamente. Molte selezioni presentano una sola fioritura annuale, altre sono rifiorenti. FRUTTO Falso frutto chiamato cinorrodo, contenente numerosi acheni. In alcune specie (R. rugosa) rimangono sulle ramificazioni alla caduta delle foglie assumendo carattere ornamentale per la vistosa colorazione giallo-aranciata-rossa e le
Pascali, rosa a cespuglio rifiorente con fiore grande e bianco.
Real Minuetto, rosa a cespuglio polyanta a fiore bicolore.
Rose
Solo, rosa rampicante con fiori a mazzi, color rosso cremisi.
Virgo, rosa a cespuglio polyanta a fiore bianco puro.
considerevoli dimensioni. I cinorrodi hanno un elevato contenuto in vitamina C e sono utilizzati nella farmacopea e in cucina.
vegetazione per consentire la riduzione del surriscaldamento (dovuto al riverbero del muro) e impedire l’appassimento della parte aerea. Le rose possono essere innestate su portainnesti resistenti alla siccità e gli ibridi tappezzanti richiedono interventi irrigui solo nel primo anno di vita. CONCIMAZIONI Le somministrazioni di fertilizzanti devono seguire le fasi fenologiche della pianta: alla ripresa vegetativa, in marzo, si dovrà utilizzare un concime ternario con maggior apporto in azoto (NPK 2:1:1) per favorire lo sviluppo dei germogli che porteranno i fiori; nei mesi della fioritura, in maggio-giugno, sarà bene aumentare la dose di potassio (1:1:2) che consente una miglior colorazione dei petali ed esalta il profumo del fiore. Appena prima del riposo vegetativo, in luglio-agosto, un quantitativo superiore di fosforo (1:2:1) permetterà ai tessuti di lignificare meglio e uniformemente, e quindi di sopportare maggiormente i rigori invernali. Basta distribuire sul terreno intorno al tronco una piccola manciata
PER COLTIVARLA CON SUCCESSO LUCE Per l’abbondanza e la continuità nella
produzione dei fiori è ottimale il pieno sole. La coltivazione riesce bene anche a mezz’ombra. TEMPERATURA Eccellente resistenza al freddo, sopporta anche brevi gelate invernali. Necessita però di almeno 12-15 °C per entrare in fioritura. TERRENO Ideale è quello di medio impasto: non sopporta suoli umidi e compatti e quelli troppo sassosi. L’uso del portainnesto ha però eliminato il problema per tutte le specie di rose. Più esigenti sono le specie non innestate. IRRIGAZIONI Per una piena fioritura sono indispensabili irrigazioni costanti. La distribuzione dell’acqua deve avvenire alla base dell’arbusto. Solo nel caso di rose rampicanti, addossate ai muri, conviene, al calar del sole, irrorare tutta la
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Rose
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Cactus Blanc, rosa a cespuglio polyanta a fiore bianco puro.
Carla, rosa a cespuglio rifiorente con fiore grande rosa salmone chiaro; da recidere.
di fertilizzante granulare o in polvere. Durante il riposo invernale attorno al cespuglio si distribuisce del letame bovino maturo in dosi di 3-4 kg per pianta. POTATURE A cadenza annuale, in genere verso fine febbraio-inizio marzo, e a seconda del tipo di vegetazione che la pianta sviluppa e della forma di allevamento scelta. ● Rose ad alberello Si eliminano eventuali produzioni legnose sul fusto e si mantiene la forma ad alberello, spuntando le branche a circa 8-10 cm ed eliminando totalmente quelle più brutte, interne o eccessivamente esili. Negli alberelli ricadenti si procede invece lasciando i rami più lunghi, limitandosi a una leggera cimatura, ed eliminando totalmente le branche in soprannumero. ● Rose a cespuglio Si potano sempre basse, a non più di 10 cm di distanza dall’inserzione del ramo sul tronco. Il numero delle branche da
lasciare dipende dall’età dell’arbusto (di regola poche); si eliminano alla base quelle più deboli, mal posizionate o troppo vecchie, nonché i rami che nascono direttamente dal terreno. Il taglio non deve essere orizzontale ma obliquo per evitare ristagni d’acqua e l’ultima gemma che rimane dovrebbe sempre trovarsi all’esterno del cespuglio. ● Rose lillipuziane o minirose Raggiungono al massimo i 60 cm di altezza e la dimensione di tutti gli organi, fiori compresi, è estremamente ridotta. In compenso presentano fioriture persistenti e prolungate. Si interviene come per le rose a cespuglio, eliminando alla base la vegetazione debole o morta e spuntando i rametti a 4-5 gemme. ● Rose rampicanti Le rose non possiedono organi che permettono loro di aggrapparsi ai sostegni ma è necessario orientare e legare i rami a seconda della necessità e dell’effetto decorativo
Rose
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Avversità Ruggine (Puccinia spp.) Fungo che si manifesta sulle foglie con punteggiature clorotiche che tendono a raggrupparsi sulla pagina superiore, mentre assumono colorazioni giallastre su quella inferiore. Il decorso dell’infezione porta alla caduta delle
attacchi alle raDici
attacchi al legnO
attacchi alla vegetaziOne
foglie colpite. Lotta Essenzialmente di tipo chimico: trattamenti con sali rameici quando si scorgono i primi sintomi dell’infezione. Si tenga presente che le foglie colpite e cadute a terra sono il principale serbatoio di spore del patogeno.
PatOgenO
tiPOlOgia
Danni
Agrobacterium tumefaciens
batterio
marciumi radicali e del colletto
Coniothyrium fuckelii (cancro della rosa)
fungo
cancri e seccumi rameali; sulle piante vecchie si localizza vicino al colletto
si elimina con potature adeguate e con in terventi a base di sali rameici
Peronospora sparsa (peronospora della rosa)
fungo
macchie giallastre sulle foglie che poi necrotizzano, disseccano e cadono
trattare con prodotti rameici o endoterapici (acetamidici)
macchie nerastre fogliari con alone sfumato e intense defogliazioni soprattutto sulle minirose
trattare con sali rameici o ditiocarbammati fino alla scomparsa dei sintomi
Diplocarpon rosae fungo (ticchiolatura della rosa)
interventi
Puragmidum subcorticium (ruggine della rosa)
fungo
pustole giallo-arancio sulla pagina inferiore, che confluiscono fra loro e portano alla caduta delle foglie
trattare con triazoli nei periodi piovosi e umidi
Sphaerotheca pannosa (mal bianco)
fungo
muffa biancastra sulle foglie, sui giovani germogli e anche sui boccioli chiusi
trattare con zolfo e suoi derivati
Macrosiphum rosae (afide della rosa)
afide
colonie di insetti verdastri si localizzano sui germogli e sui boccioli chiusi
intervenire con aficidi specifici e con la lotta biologica (coccinellidi)
Arge rosae (argidi della rosa)
imenotteri defogliazioni (larve) e incisioni dei giovani rametti (adulti per la deposizione delle uova) che provocano necrosi e deformazioni
Typhlocyba rosae rincote (cicalina della rosa)
punture di foglie e germogli che creano punteggiature bianco giallastre
trattare, sulle larve e solo per gravi infestazioni, con carbammati
non è particolarmente dannoso
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Rose sibile mantenerla, cimandola, per aumentare la distribuzione della vegetazione o per sostituire una branca principale ormai troppo vecchia. ● Rose sarmentose Presentano rami sottili, flessibili, a sviluppo limitato e di colorazione verde anche dopo alcuni anni. Si potano subito dopo la fioritura, accorciando solo i rametti che hanno portato i fiori. Eventuali altri tagli vengono praticati per favorire una distribuzione regolare della vegetazione. ● Rose tappezzanti La distribuzione orizzontale della vegetazione consente di non intervenire per anni con potature. Nei giardini però è necessario eliminare annualmente i rami che irrompono verso l’alto e le parti morte o deperite.
SPECIE E VARIETË Elencare tutti gli ibridi, le varietà e le specie di rosa diffuse nei giardini di tutto il mondo richiederebbe un volume a parte, finito il quale sarebbe necessario ricominciare con le nuove selezioni create e brevettate nel frattempo. Ci limitiamo quindi a segnalare solo le specie da cui hanno preso origine tutti gli esemplari oggi in commercio. Rose selvatiche di origine europea ancora presenti e spontanee nelle nostre regioni ● R. canina A fiore semplice, con 5 petali, bianco-rosati; R. centifolia A fiore multiplo; R. gallica A fiore semplice, con 5 petali rossi; R. sempervirens Rifiorente. Red Pinocchio, rosa a cespuglio polyanta con fiore rosso scuro; ha fioritura intensa e prolungata.
che si vuole ottenere. Di enorme sviluppo laterale e in altezza, sono già commercializzate con almeno 2-3 branche voluminose e ben lignificate che devono essere disposte e legate lungo la parete, sulla recinzione o sui sostegni predisposti. Trattandosi di formazioni permanenti, ogni anno dovranno essere solo spuntate all’estremità. Il taglio interesserà tutte le formazioni, distribuite su queste branche, che verranno ridotte fino a pochi centimetri dall’inserzione (4-5 gemme). Se qualcuna si presenta robusta e in salute è pos-
Rose selvatiche di origine asiatica, utilizzate per incroci e ibridazioni con le europee R. indica Da cui si origina la profumatissima Tea e i suoi ibridi; R. lutea A fiore giallo; R. multiflora Da cui si originano le Polyantha; R. rugosa Con foglie increspate e grossi frutti; R. semperflorens Rifiorente. Rose selvatiche che comprendono specie naturali e ibridi, coltivate nei parchi o nei roseti botanici e dagli amatori Rose beggeriane; rose borboniane; rose damascene; rose di Cina; rose di Portland; rose di Provenza; rose di Scozia.
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Erbacee ornamentali
L
a parte speciale dedicata alle piante erbacee è articolata in schede esattamente come la precedente ma, a differenza di quest’ultima, è stata impostata al fine di stimolare la curiosità e la voglia di scoprire cose nuove. Molto più agile e breve, la scheda di una pianta erbacea può essere letta in pochi secondi: la trattazione è stata ulteriormente snellita rispetto a quella di alberi e arbusti per rispondere in maniera più consona alle esigenze di praticità del lettore. Infatti, proprio perché si tratta di erbacee per aiuole a coltura annuale, sembrava controproducente appesantire e rendere noiosa la lettura con descrizioni di malattie, patogeni, sistemi di lotta e lunghe liste di sottospecie e varietà. Si è preferito piuttosto soffermarsi sull’esposizione delle caratteristiche ornamentali, affiancando alla descrizione botanica consigli sulla destina-
zione e brevi note sulle esigenze colturali e di adattamento. Si tenga tra l’altro presente che anche piante perenni, bulbose e biennali sono quasi sempre utilizzate nei nostri giardini come annuali. Anzi, nuovi individui vengono posti a dimora anche più volte nel corso di una stessa stagione: cambiare il “colore” di un angolo del giardino famigliare è forse la pratica più diffusa tra coloro che amano dedicare parte del proprio tempo libero alla sua cura. Questa rapida rotazione ha permesso di non dare eccessiva importanza (in questo contesto) a malattie o attacchi parassitari; decisamente più rilevante invece il lato estetico delle scelte effettuate, la combinazione di colori, l’utilizzo di varietà particolari, nuove e sempre diverse e anche di specie non tipicamente locali, frutto di incroci e ibridazioni sempre più avanzate.
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ErbacEE
ornamEntali
ACHILLEA A chilleA
sp .
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
ESIGENZE Dopo la messa a dimora questa pian-
Pianta perenne, rustica, sopporta bene le basse temperature. Raggiunge anche il metro di altezza. Fiorisce da maggio a settembre e i fiori sono capolini riuniti in fitte infiorescenze a corimbo molto dense e compatte. Le foglie sono simili a quelle di una felce, in alcune varietà tomentose. COLORE Il fiore è bianco, bianco rosato o rosso (A. millefolium), bianco candido (A. ptarmica), giallo intenso (A. filipendulina). USO Per bordure, aiuole, giardini rocciosi (quelle a taglia piccola). Può formare piccole macchie isolate. Coltivata inoltre per fiore reciso. I fiori di A. filipendulina vengono anche essiccati per formare composizioni invernali, particolarmente profumate. ADATTABILITÀ Ottima in ogni situazione. Predilige comunque posizioni in pieno sole e terreni di medio impasto anche se vegeta egregiamente anche in terreni asciutti e tendenzialmente alcalini.
ta necessita di poco lavoro. Le irrigazioni non devono essere frequenti ed è sufficiente una somministrazione di torba, sostanza organica o terricciato da effettuarsi in maggio. Si propaga mediante divisione, da ottobre a marzo. Facile è anche ottenere piantine da seme (marzo) che vanno trapiantate in primavera. Per assicurarsi buone fioriture è opportuno eliminare gli steli che non portano fiori. In tardo autunno poi, occorre eliminare tutta la vegetazione fino alla base.
Note Le specie a maggior sviluppo necessitano spesso di supporti. Dopo alcuni anni la dimensione dei fiori può risultare più piccola e più rada: è il momento di intervenire con la divisione dei cespi.
ErbacEE
ornamEntali
AGAPANTO A gApAntus CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne tuberosa, abbastanza delicata, sempreverde. Raggiunge un’altezza di 70-80 cm. Steli molto lunghi portano una grande quantità di fiori imbutiformi riuniti in ombrelle sferiche che compaiono in piena estate. Le foglie – di forma lanceolata, molto lunghe e di colore verde brillante – si allargano a formare una macchia di circa 60-70 cm di larghezza. COLORE Il fiore è celeste con tutte le sue sfumature, fino al blu intenso. Esistono varietà a fiori bianchi. USO Per macchie isolate, possibilmente a ridosso di muri o con protezioni; anche adatta a bordure imponenti. Si coltiva per il fiore reciso che ha la particolarità di essere molto persistente. ADATTABILITÀ Pianta che necessita di climi temperati (è di origine sudafricana), esposizione a mezz’ombra e terreni di medio impasto (predilige comunque quelli soffici e ricchi di sostanze organiche). Spesso si coltiva in vaso, le cui dimensioni devono essere abbastanza grandi per non limitarne lo sviluppo. ESIGENZE Si piantano in aprile giovani piantine di almeno due anni. Necessita di abbondanti irrigazioni soprattutto nei periodi più caldi, ma non sopporta i ristagni idrici: il terreno deve sempre essere ben drenato. In maggio-giugno si somministra un’abbondante concimazione a base di torba e sostanza organica. In primavera si può moltiplicare per divisione dei cespi. Nelle regioni settentrionali è indispensabile provvedere a protezioni con pacciamatura nella stagione invernale.
Note I semi (capsule) si possono essiccare e usare a fini ornamentali.
orientAlis
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ErbacEE
ornamEntali
AGERATO A gerAtum
houstoniAnum
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne, non rustica, a taglia variabile, secondo le varietà. Vigorosa e prolungata fioritura, da maggio-giugno fino ai primi geli. I fiori sono riuniti in capolini fitti simili a piumini, molto numerosi e persistenti. Le foglie sono cuoriformi a margine dentato, tomentose. COLORE Il fiore è blu, bianco o rosa; la colorazione rimane uniforme e persistente e anche sui fiori vecchi non sbiadisce. USO Per bordure, in aiuole miste e anche in vaso. ADATTABILITÀ Raggiunge il miglior effetto decorativo in pieno sole o a mezz’ombra; si adatta anche a terreni umidi ma soffre il gelo invernale. ESIGENZE Dopo la messa a dimora richiede poco lavoro: i fiori nuovi nascondono quelli vecchi,
quindi non necessita di pulizia; lo sviluppo in larghezza impedisce la crescita delle infestanti. Pur essendo perenne è a coltivazione annuale perché raggiunge il massimo della fioritura al primo anno; negli anni seguenti perde la forma compatta e i capolini si diradano. Non richiede concimazioni e si irriga solo quando il terreno sottostante si presenta asciutto. Note Le piantine – messe in commercio già in incipiente fioritura – provengono da varietà F1. Per la produzione di seme è necessaria l’impollinazione incrociata perché il polline non germina sugli stimmi della pianta che l’ha prodotto. È possibile ottenere piantine da talea invernale in ambiente caldo.
ErbacEE
ornamEntali
ALISSO A lyssum CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne a cespuglio (alcune specie sono annuali) di taglia differente (ne esistono circa 80 specie). I fiori sono piccoli e raccolti in corti racemi terminali. Fiorisce da marzo-aprile fino a settembre (a seconda delle varietà). Le foglie sono alterne e lanceolate, di colore verde intenso o glauco. COLORE Il fiore è bianco candido (A. maritimum), rosa (A. procumbens), rosa carminio fino al violetto. Esistono varietà di colore giallo (A. maritimum Corbeille d’Or). USO Per bordure (solitamente le varietà in commercio sono a taglia bassa, striscianti o procombenti), non supera i 30 cm. Può essere utilizzato in giardini rocciosi e fenditure di muri a secco. ADATTABILITÀ Molto resistente alla salsedine. Teme il gelo e predilige zone in pieno sole. Alcune
sp .
varietà si adattano alla mezz’ombra (A. argenteum). Non ha particolari esigenze di terreno e sopporta la siccità. ESIGENZE Richiede pochi interventi irrigui e nessuna concimazione. I racemi sfioriti devono essere eliminati per favorire la continuazione della fioritura. In autunno inoltrato si interviene con una potatura leggera dei germogli terminali. Conviene mettere a dimora piantine in incipiente fioritura (marzo-aprile). Note Pianta mellifera, con un delicato e gradevole profumo. In zone a clima particolarmente rigido si predispongano protezioni invernali (pacciamatura). Si consiglia di sostituire le piantine ogni anno.
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ErbacEE
ornamEntali
ANEMONE A nemone CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne, rustica, con piccolo rizoma sotterraneo e radici fascicolate. Solitamente non supera i 30 cm. I fiori sono singoli, a corolla semplice o doppia con evidenti e numerosissimi stami; compaiono in primavera. Le foglie, molto decorative, sono pennatosette e divise, di colore verde brillante. COLORE Il fiore è bianco, rosso, viola, azzurrino e rosaceo. Le numerose specie spesso presentano varietà che si differenziano per il colore e la forma dei petali. USO Per giardini rocciosi e zone ombreggiate (A. apennina); per balconi ombrosi (A. japonica); per aiuole e bordure (A. coronaria e A. fulgens). Spesso coltivata anche per il fiore reciso. ADATTABILITÀ Buona sia in pieno sole sia in zone ombrose. Richiede terreno fertile, tenden-
coronAriA
zialmente acido. Presenta ottima resistenza al freddo. ESIGENZE Soffre i ristagni idrici per cui necessita di interventi irrigui limitati ma sufficienti a mantenere umido il terreno. Per una bella fioritura è consigliabile ricorrere a una buona concimazione organica primaverile. A fine fioritura è bene intervenire con il taglio della vegetazione a livello del suolo. I rizomi si mettono a dimora in autunno e nei climi temperati la fioritura può avvenire anche a fine inverno (nei climi freddi bisogna ricorrere a protezioni). Note Soffre spesso l’attacco degli afidi che combattono efficacemente con semplici aficidi specifici. Più difficile è la lotta ai nematodi che attaccano i rizomi: conviene ricorrere al trapianto e alla disinfezione del suolo.
ErbacEE
ornamEntali
AQUILEGIA A quilegiA
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne, molto rustica. Varia dai 10-20 cm delle specie nane, ai 70 cm di altezza per A. hybrida, agli 80 cm di A. vulgaris, fino al metro e oltre per A. chrysantha. I fiori sono molto particolari, a forma di corno con un evidente sperone allungato. Esternamente sono presenti 5 petali più grandi spesso di colore diverso a formare una stella molto decorativa. Fiorisce dalla tarda primavera fino all’inizio dell’estate. Le foglie, verde chiaro, non rivestono particolare valore ornamentale. COLORE Variabilissimo nell’ambito dello stesso fiore e tra le diverse specie: azzurro, violaceo o bianco, rosa, crema o giallo, rosso, porpora ecc. USO Le specie nane sono tipiche dei giardini rocciosi delle zone montane. Altre si utilizzano per bordure miste e per coltivazioni in vaso (terrazze e balconi). ADATTABILITÀ Ottima resistenza al freddo. Molto esigente nei confronti dell’umidità, poco
vulgAris
esigente rispetto al terreno anche se predilige substrati fertili, freschi e tendenzialmente alcalini. Richiede posizioni soleggiate, ma non soffre eccessivamente le zone ombrose. ESIGENZE Dalla semina occorrono due anni per avere piante pronte per un buon effetto colturale e decorativo. È meglio quindi acquistare piantine già sviluppate, da mettere a dimora in autunno o in primavera. Le irrigazioni devono essere frequenti, soprattutto nei periodi caldi, evitando i ristagni idrici. A fine primavera è bene intervenire con una leggera concimazione organica e minerale. È bene eliminare gli steli fiorali sfioriti tagliandoli alla base. Note È pianta velenosa. Spesso le piante acquistate sono ibridi: se si lasciano vegetare le piantine nate dai semi caduti sul terreno si avranno produzioni fiorali diversissime e spesso deludenti.
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ErbacEE
ornamEntali
ASTRO A ster CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Genere che comprende oltre 250 specie diverse, con taglie, portamento, forma, fiori e resistenza alle condizioni climatiche estremamente variabili. Esistono specie perenni e specie annuali. I fiori, comunque simili a margherite, possono essere isolati o molteplici su assi terminali. Nelle varietà più diffuse la fioritura è settembrina; si hanno anche varietà che fioriscono a inizio estate. COLORE Le differenti specie e varietà offrono fiori di ogni colore; particolarmente interessanti sono quelli con delicate colorazioni pastello. Il cuore del fiore è sempre giallo-arancio. USO Particolarmente adatto per isolate macchie di colore, grazie all’abbondante fioritura. Può essere coltivato anche in vaso per balconi e terrazze. Frequente è l’utilizzo in bordure variopinte. ADATTABILITÀ Piante molto rustiche e poco esigenti, si adattano a ogni tipo di terreno.
sp
Le numerose varietà consentono la coltivazione in zone a climi diversi e con esposizioni dal pieno sole all’ombra. ESIGENZE Una buona concimazione all’impianto è la premessa per un’abbondante fioritura. Necessita di irrigazioni abbondanti, soprattutto prima della comparsa dei fiori. Si seminano a marzo e si trapiantano a inizio estate. Le varietà più alte necessitano di sostegni. Gli steli dei fiori appassiti vanno eliminati alla base. Note Non è conveniente coltivare per due anni di seguito gli astri sullo stesso terreno per la spiccata sensibilità verso Fusarium e Verticillium. Sono inoltre molto sensibili al fotoperiodo, quindi i tempi di fioritura variano in funzione dell’andamento climatico stagionale. Molto sole comporta una fioritura tardiva.
ErbacEE
ornamEntali
AUBREZIA A ubretiA
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Piccola pianticella erbacea, sempreverde perenne ma spesso a coltivazione annuale, ha portamento strisciante anche ricadente e forma vistosi cuscinetti compatti di foglie verde chiaro brillante e successivamente di fiori a grappoli fitti, che coprono tutta la vegetazione. Nei garden viene commercializzata in primavera già in fiorita, in piccoli vasetti per consentire una messa a dimora rapida nelle aiuole. Ideale per bordure e per giardini rocciosi. Fiorisce in aprile-maggio e giugno ed è particolarmente rustica ed adattabile a qualsiasi terreno; non è soggetta a particolari malattie anche se teme il ristagno di acqua che può causare marciume radicale. COLORI Violetto, azzurro rosso e bianco. USO Si presta per decorare bordure, aiuole, giardini rocciosi e muretti a secco ma anche ai piedi
deltoideA
di piccoli alberi ed arbusti. Si espande in altezza solo di 10-15 cm. ADATTABILITÀ Pur richiedendo il pieno sole è pianta rustica che si adatta a qualsiasi tipo di terreno. Richiede irrigazioni frequenti in piena fioritura, con l’accortezza di distribuire poca acqua ma di frequente. Non soffre il freddo. ESIGENZE Dopo la fioritura richiede il taglio dei fusti fioriferi per consentire un miglior sviluppo della vegetazione. Prima dell’inverno conviene tagliare tutta la vegetazione rasoterra. Note Si riproduce facilmente per seme in primavera, ma l’utilizzo avviene nell’anno seguente, meglio riprodurla per talea (agosto-settembre) o per divisione dei cespi.
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ErbacEE
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BEGONIETTA b egoniA
semperflorens
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne ma a coltivazione strettamente annuale. Di taglia molto piccola, non supera i 30 cm di altezza. I fiori, semplici o doppi, riuniti in steli numerosi e folti, compaiono da aprile all’autunno inoltrato. Molto ornamentale è anche il fogliame, verde lucido e pigmentato, a forma espansa e tondeggiante, di consistenza carnosa. COLORE Il fiore è bianco, rosso e rosa, e tutte le tonalità intermedie. Alcune varietà presentano petali bianchi con bordo sfumato di rosso. USO Tipicamente per bordure o aiuole monospecie in cui forma tappeti colorati. ADATTABILITÀ Non sopporta esposizioni soleggiate, in particolare le varietà a fiore rosa. Va sempre posizionata a mezz’ombra o ombra leggera,
poiché il sole danneggia fiori e foglie. Data la coltivazione annuale, il clima influisce notevolmente sullo sviluppo e la fioritura. Chiede terreno soffice e ricco di sostanze nutritive. ESIGENZE Si trapianta in marzo-aprile. Necessita di concimazioni liquide durante tutto il periodo vegetativo e di frequenti ma non abbondanti irrigazioni (la pianta è molto fragile e marcisce con facilità). Note Specie dioica, in cui sono ben distinguibili i fiori maschili da quelli femminili. Il fiore maschile presenta numerosi stami giallo vivo, mentre il fiore femminile è caratterizzato dall’avere alla base dei petali l’ovario, un ingrossamento verdastro ben visibile.
ErbacEE
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BOCCA DI LEONE A ntirrhinum
mAjus
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
ADATTABILITÀ Preferisce esposizioni in pieno
Pianta con buona rusticità, annuale o perenne a seconda delle specie. A portamento eretto, anche la taglia è in funzione delle varietà (da 20 cm a oltre il metro). I fiori, con corolla tipicamente lobata, sono riuniti in lunghi racemi. La fioritura dipende dalle specie: A. majus e i suoi ibridi fioriscono da inizio estate a inverno inoltrato, altre specie hanno la fioritura invernale o primaverile. Il fogliame è verde chiaro nelle piante con fiori chiari, e verde scuro in quelle con tonalità più scure. COLORE I fiori presentano un’ampia gamma di colore. Predominante è il giallo, ma è facile trovare varietà rosse, rosa, bianche e una gamma innumerevole di tonalità intermedie. USO Le varietà nane sono adatte ai giardini rocciosi (A. pumila). Le altre per bordure, aiuole e spesso per fiore reciso.
sole, ma vegeta bene anche a mezz’ombra. Necessita di terreno umifero e leggermente acido. Buona resistenza al freddo. ESIGENZE È preferibile coltivare piantine acquistate, trapiantandole in marzo-aprile. Buona norma è procedere con concimazioni a base di perfosfato minerale alla messa a dimora e successivamente con concimi ammoniacali. Le innaffiature devono essere molto frequenti. Si cimano gli steli sfioriti per favorire rifioriture nella stessa stagione. Note Le varietà di taglia maggiore necessitano spesso di sostegni, soprattutto in zone ventose o non riparate. Attacchi di ruggine sulle foglie si manifestano con macchie di colore brunastro; nel caso, si interviene con prodotti rameici.
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BUCANEVE g AlAnthus
nivAlis
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
ADATTABILITÀ Esige temperature basse per
Bulbosa perenne che può rimanere nel terreno per molti anni. Di piccola taglia (20-30 cm), presenta fiori penduli protetti da tre tepali lunghi e tre più corti. Fiorisce da gennaio a inizio primavera, al disgelo. Le foglie sono solitamente due, di forma lineare-lanceolata di colore verde glauco, lunghe 10-20 cm. COLORE Il fiore è sempre bianco, con i tepali interni maculati di verde. USO Distribuito nel prato o sotto gli arbusti caducifogli. È il primo fiore a colorare e ravvivare il prato.
poter fiorire. Richiede terreni ricchi di humus e quindi soffici, particolarmente fertili e umidi. Preferisce posizioni soleggiate, ma cresce bene anche a mezz’ombra. ESIGENZE Non presenta alcuna necessità di cure. I bulbi si mettono a dimora in autunno. Note È una pianta spontanea delle zone montane, dove, essendo piuttosto rara, è protetta (è proibita la raccolta dei bulbi).
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ornamEntali
CALENDULA c AlendulA
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta annuale o biennale. Molto rustica e di taglia ridotta (da 20 a 50 cm di altezza). I fiori sono tipo margherita a cuore pieno, con corolla semplice o doppia che a volte raggiunge i 10 cm di diametro; compaiono da luglio a ottobre. Ornamentale è anche il fogliame, fitto e di un bel verde brillante. COLORE Il fiore è giallo oro, giallo limone, arancio o rosa; raramente bianco crema. Il cuore del fiore ha di solito lo stesso colore dei petali. In alcune varietà può essere bruno, nero e anche verde. USO Per bordure, per aiuole e per macchie di colore. Le varietà a taglia piccola sono spesso presenti nei giardini rocciosi. Può essere alleva-
officinAlis
Note Si semina direttamente sull’aiuola, in quanto il trapianto ritarda la fioritura di almeno un mese. Esistono varietà che possono fiorire per quasi tutto l’anno (in zone a clima mite).
ta in vasi e cassette: è quindi adatta a balconi e terrazze. ADATTABILITÀ Resiste fino ai primi geli continuando a fiorire. Necessita di terreno soffice e ricco di sostanze nutritive. Va posizionata in zone soleggiate o leggermente in ombra. ESIGENZE Pianta di facile coltivazione. Richiede innaffiature normali. In un buon terreno non necessita di concimazioni.
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CALLA Z AntedeschiA
AethiopicA
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
Note
Rizomatosa perenne, piuttosto delicata, di taglia media (70-80 cm di altezza). I fiori sono solitari, leggermente profumati, formati da un asse centrale (spatice) con un’unica foglia (spata) che lo avvolge a imbuto. Fiorisce per tutta la stagione estiva. Le foglie sono voluminose, sagittate, verdi o maculate di bianco. COLORE Lo spatice è di colore giallo o bianco. La spata può essere bianca (Z. aethiopica), gialla (Z. ellottiana) oppure bianco rosata o rosa intenso in alcuni ibridi. USO Spesso coltivata per fiore reciso. In giardino trova la sua collocazione più naturale in aiuole prossime a piccole zone ricche di acqua. Può essere allevata in vaso su balconi e terrazze.
Se coltivata in vaso è indispensabile mantenere il sottovaso sempre rifornito di acqua.
ADATTABILITÀ Soffre il freddo. Nelle zone a in-
verno mite può rimanere in piena terra per anni, mentre nei climi freddi si raccolgono i rizomi in autunno e si ripiantano in aprile-maggio. Il terreno deve essere leggero e ben drenato. Predilige posizioni a mezz’ombra, possibilmente protette. Esigenze Nelle zone fredde si può evitare l’espianto dei rizomi a patto di ricoprire il terreno con protezioni. Necessita di abbondantissime irrigazioni, soprattutto in prossimità della fioritura. Richiede frequenti concimazioni liquide.
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CELOSIA c elosiA
ArgenteA
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
Note
Pianta annuale di buona vigoria e di taglia variabile (normalmente non supera i 60-70 cm). I fiori hanno differenti caratteristiche nelle due forme coltivate: C. argentea piumosa con ricca infiorescenza a piumette e C. argentea cristata con infiorescenza a ventaglio su un solo stelo appiattito. Entrambe fioriscono da luglio a ottobre. Il fogliame è decorativo, spesso di colore bronzeo. COLORE Le spighe presentano colorazioni diverse a seconda delle varietà (dal giallo al rosso) ma sempre molto brillanti. USO Le varietà di piccola taglia sono ideali per costituire macchie coloratissime al margine del prato. Le varietà più sviluppate sono utilizzate anche per fiore reciso.
C. argentea piumosa è spesso utilizzata per composizioni secche, perché ha la prerogativa di mantenere inalterata e vivace la colorazione per lunghi periodi.
ADATTABILITÀ Pianta rustica che predilige posizioni in pieno sole. Non gradisce climi troppo rigidi. Non ha particolari esigenze di substrato. ESIGENZE Di facile coltivazione. Va seminata in vivaio precocemente e trapiantata quando si è certi che non vi sia più il pericolo di gelate tardive. Le irrigazioni devono essere regolari, non eccessive.
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CICLAMINO c yclAmen
neApolitAnum
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Tuberosa (tubero sferico) perenne, di taglia molto piccola (non supera i 15-20 cm). I fiori, molto profumati, sono singoli alla sommità di un esile stelo che spunta direttamente da terra; la corolla tubolare è formata da 5 petali rovesciati. Fiorisce in primavera, estate o autunno prima dell’emissione delle foglie. Queste ultime nascono dal terreno e sono molto ornamentali; sono cuoriformi, verde scuro maculate e la pagina inferiore è rossastra. COLORE Il fiore è rosa nelle varietà spontanee; lilla, rosa chiaro e bianco in quelle selezionate. USO Per sottobosco, per giardini rocciosi ombreggiati e per vasi fioriti in terrazze e balconi non esposti al sole. ADATTABILITÀ Predilige climi freddi, ma non sopporta le gelate. Non è adatto a zone particolarmente calde. Il terreno deve essere leggero e organico (terricciato acido o miscuglio di sabbia e torba); si adatta anche a terreni umidi, soffre il gelo invernale. Deve svilupparsi in posizione ombreggiata, fresca e umida. ESIGENZE Se il substrato è quello adatto, non necessita di ulteriori interventi. Richiede abbondanza di acqua. I tuberi si mettono nel terreno in autunno avanzato. La riproduzione è poi spontanea. Note È pianta protetta in tutte le regioni italiane in cui è presente spontanea: è quindi vietata la raccolta dei tuberi, reperibili però in commercio. Si riproduce spontaneamente per seme: il frutto viene interrato direttamente dalla pianta che arrotola lo stelo fino a penetrare nel terreno.
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CINERARIA c inerAriA CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne coltivata come annuale. Esistono altre specie di taglie diversissime. C. maritima è un piccolo cespuglio coltivato per la vegetazione di colore bianco argenteo estremamente decorativa. Le foglie sono inoltre frastagliate, a margine lobato. I fiori, riuniti in capolini, in piena fioritura ricoprono tutta la pianta; Compaiono in estate e hanno scarso valore estetico (spesso sono cimati per lasciare in evidenza il fogliame). COLORE I fiori in genere sono di colore giallo oro; in alcune specie sono porpora o violetti. Rimane comunque preponderante il bianco argentato delle foglie tomentose.
mAritimA
Note Pianta che negli ultimi anni ha incontrato il favore degli appassionati.
USO Per bordure non fiorite, per giardini rocciosi e in aiuole per creare variazioni cromatiche. ADATTABILITÀ Pianta poco rustica, adatta a climi temperati. Vegeta bene anche in zone fredde solo nei mesi estivi (coltivazione annuale). Si adatta a ogni terreno e predilige il pieno sole. ESIGENZE Dopo la messa a dimora della piantina (aprile-maggio), non sono necessarie cure particolari.
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COLEUS c oleus CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne in serra, annuale in giardino; di taglia medio-piccola (non supera i 50 cm di altezza). È caratterizzata da fogliame molto decorativo e spesso vistoso, denso e compatto, colorato, frastagliato e striato. Il fusto è eretto e particolarmente ramificato. COLORE Interessante è solo quello delle foglie: possono presentarsi con pigmentazione rossa, gialla, bianca, viola, porpora e verde di diverse tonalità. USO Per bordure di zone erbose, di aiuole e come macchie di colore in posizione isolata o a gruppi. In vaso per appartamenti, terrazze e balconi. ADATTABILITÀ È abbastanza rustico, ma non resiste al freddo invernale. Necessita di terreno leggero e fertile e di posizioni a mezz’ombra.
blumei
Note Le varietà nane, a foglie piccole, sono usate per decorazioni a mosaico nei giardini all’italiana. La luce intensa, ma non diretta, mantiene la colorazione delle foglie vivace e brillante.
ESIGENZE Si semina in serra in primavera e si ripicchetta in vasi sempre più grandi 1-2 volte prima della collocazione definitiva in piena terra (maggio). Le piantine vanno cimate per favorire lo sviluppo delle ramificazioni laterali. Frequenti e abbondanti devono essere le innaffiature, soprattutto nei periodi caldi. Leggere e ripetute concimazioni azotate favoriscono lo sviluppo fogliare. Si cimano le infiorescenze, poco appariscenti, non appena si formano.
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CONVALLARIA G enere : c onvAllAriA • s pecie : CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Non si tratta di una specie da fiore ma di una pianta erbacea diventata estremamente diffusa in sostituzione del prato nei piccoli giardini. La varietà nana raggiunge al massimo i 30 centimetri. Può essere usata anche come bordura. Pianta perenne rizomatosa, presenta ciuffi di foglie lanceolate molto compatte, verde brillanti, adatte a rivestire il terreno. La crescita è molto lenta e, rispetto a un classico prato, non richiede alcuna cura. L’unica difficoltà si presenta all’atto della messa a dimora, in quanto necessita di particolari attenzioni nella preparazione del terreno (che deve essere soffice e ben drenato) e nell’interramento delle pianticelle, da distanziare tra loro almeno una decina di centimetri per permettere al rizoma di espandersi.
jAponicA
Dopo l’attecchimento non sono generalmente necessari altri interventi. USO Per bordure, in sostituzione del prato o come tappezzante dove solitamente non cresce l’erba del prato. ADATTABILITÀ Sopporta il caldo e il freddo, il sole e particolarmente l’ombra. Necessita di pochissime cure, anche se soffre l’eccessivo calpestio, e richiede poca acqua da distribuire sul terreno. ESIGENZE Non ha particolari esigenze di concimazione e non richiede interventi di potatura. Note Se i fiori risultano quasi inesistenti, i frutti, bacche blu ben evidenti e brillanti, sono particolarmente decorativi.
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CRISANTEMO c hrysAnthemum
sp .
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
ADATTABILITÀ I crisantemi a margherita sono
Pianta perenne a coltivazione annuale. Ne esistono infinite specie e varietà che si differenziano per la taglia, la forma e il colore dei fiori e per l’epoca di fioritura, compresa comunque tra maggio e novembre. Le specie da fiore reciso (fioritura ottobre-novembre) non vengono solitamente coltivate in giardino. Le foglie sono verde glauco o brillante, ovali-lobate. COLORE Nei fiori singoli o doppi di questa specie si possono trovare tutte le tonalità dei differenti colori. USO Per aiuole fiorite, per bordure e per vasi in terrazze e balconi.
coltivati ovunque. Sopportano bene ogni tipo di clima e si adattano a ogni terreno. Preferiscono zone a mezz’ombra, ma fioriscono in modo soddisfacente anche in pieno sole. ESIGENZE Abbondanti irrigazioni in fioritura e in periodi siccitosi. È consigliabile acquistare piante in incipiente fioritura. Se si vuole procedere alla semina è necessario calcolare che la fioritura si avrà solo nella stagione successiva: le piantine ottenute con la semina di giugno vanno trapiantate in vaso nel mese di ottobre e daranno una vivace fioritura nel maggio dell’anno successivo.
ErbacEE
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CROCO c rocus
sp .
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
ADATTABILITÀ Ottima resistenza al freddo; te-
Bulbosa perenne (bulbo ovoidale), molto rustica e di taglia estremamente piccola (mai oltre i 15 cm). I fiori sono caliciformi con sei petali. Le differenti varietà possono avere fioritura invernale, primaverile o autunnale. Le foglie sono filiformi con un’evidente nervatura centrale chiara. Spuntano sempre a ciuffi dopo o alla fine della fioritura. COLORE Il fiore è bianco, viola, arancio, giallo, porpora, celeste e blu scuro, molto spesso striato (ibridi), o con tonalità chiare. USO Principalmente usato per sottobosco o per dare colore ai tappeti erbosi. Spesso coltivato in aiuole di sole bulbose. Frequente è anche l’uso in giardini rocciosi.
me i climi caldi e le zone rivierasche (salinità). Richiede terreno fresco e leggero, anche ghiaioso. Predilige zone ombrose, ma spesso vegeta nel mezzo dei prati, in pieno sole. ESIGENZE Necessita di abbondanti quantità d’acqua. I bulbi si pongono a dimora a fine estate-inizio autunno e possono rimanere nel terreno per diversi anni. Note I piccoli bulbi, che prendono origine alla base del bulbo principale, impiegano circa due anni per giungere a fioritura.
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DALIA D ahlia CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta con radici tuberiformi. Annuali le varietà nane e biennali o poliannuali le altre. Di dimensioni variabili (alte circa 30 cm le varietà nane, superano il metro quelle giganti). Anche i fiori si presentano con le forme più svariate: semplici, doppi, a palla, a forma di margherita o somiglianti a peonie, anemoni ecc. Sono sempre terminali. La fioritura può essere estiva o autunnale. Le foglie sono grandi, numerose, molto ornamentali, aromatiche e di colore verde brillante lucido. COLORE Il colore giallo o rosso nei fiori è predominante, ma anche tutti gli altri colori sono presenti nei numerosissimi ibridi diffusi in commercio. Non mancano varietà a petali screziati o con colori sfumati, particolarmente attraenti. USO Per bordure, grandi e piccole aiuole, e spesso anche come macchia isolata. Utilizzata per fio-
sp .
Note A fine vegetazione i tuberi, tolti dal terreno, si conservano in letti di sabbia asciutta per poter essere riutilizzati nella primavera successiva.
re reciso. Può essere collocata anche nei giardini rocciosi, su balconi e terrazze (varietà nane). ADATTABILITÀ Richiede posizioni in pieno sole. Piante poco rustiche e abbastanza delicate, soffrono il gelo e sono esigenti nei confronti del terreno: prediligono quello fresco, profondo e ricco di sostanze organiche. ESIGENZE I tuberi si mettono a dimora a inizio primavera, mentre le piantine in vaso vanno interrate nel mese di maggio. Richiedono abbondanti e continue irrigazioni e concimazioni periodiche sia minerali sia organiche. Le piante di taglia considerevole vanno sostenute a causa del peso eccessivo dei fiori.
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DELFINIO D elphinium CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Le piante coltivate solitamente nei giardini sono annuali, ma molte specie sono biennali, altre perenni. Sono erbacee vigorose che possono raggiungere anche i 2 m di altezza; i tipi coltivati sono alti mediamente tra i 50 e gli 80 cm. I fiori, semplici o doppi, sono speronati e raccolti in una voluminosa spiga terminale molto densa, compatta e ramificata. Fioriscono da aprile fino alla fine di settembre. Le foglie sono molto incise e formano una rosetta alla base dei lunghi steli fiorali. COLORE I fiori delle specie perenni (D. elatum e suoi ibridi) sono sempre di colore blu o violaceo. Quelle annuali (D. ajiacis, D. consolida e innumerevoli ibridi da questi derivati) sono caratterizzate da colori vivaci e brillanti: rosa, rosso, blu, celeste. Esistono anche bellissimi Delphinium di colore bianco candido. USO Per bordure di dimensioni considerevoli e per macchie di colore in grandi aiuole o in gruppi isolati per creare piacevoli contrasti con il verde della vegetazione circostante. Spesso è coltivato per fiore reciso. ADATTABILITÀ Non ha particolari esigenze di substrato anche se è meglio non coltivarlo su terreni calcarei. Predilige esposizioni a mezz’ombra o anche in pieno sole. Buona resistenza al freddo al punto da essere seminato in autunno o a fine inverno. Predilige climi umidi e zone continentali. Note La semina precoce consente alla pianta di vegetare e svilupparsi prima che la temperatura ambientale si innalzi troppo: ciò favorisce un’ottima e abbondante fioritura. Viceversa, temperature troppo elevate (sopra i 13 °C) nella fase di sviluppo iniziale comportano una fioritura precoce, limitata e stentata.
sp
ESIGENZE Necessita di buone concimazioni e mal sopporta i trapianti per cui è buona norma procedere con la semina direttamente a dimora. Abbastanza esigente dal punto di vista idrico.
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ELLEBORO O ROSA DI NATALE G enere : h elleborus • s pecie : CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Piante perenni semiarbustive con radice rizomatosa. I numerosi ibridi fioriscono in dicembre, gennaio e febbraio, presentando fiori simili a rose, variamente colorati. Le poche foglie sono palmate di un bel verde brillante e solitamente si presentano in autunno. Durante la stagione estiva raramente si osserva la vegetazione. COLORI Bianco, verde, porpora, rosa, giallo crema e diversamente variegati. USO Sono tipiche piante da sottobosco, vivono bene in zone ombreggiate, sotto alberature o lungo i muretti. Ideali per avere giardini fioriti in inverno.
niger
Note Sono piante molto longeve e presentano un apparato radicale molto esteso. I fiori possono essere raccolti come fiore reciso quando sono ancora in boccio.
ADATTABILITÀ Sono di facile coltivazione e si
adattano a qualsiasi tipo di terreno, anche se preferiscono quelli ben drenati. Richiedono poche cure, qualche irrigazione nei periodi più siccitosi e concimazione con materiale organico da distribuire ai piedi delle piante a fine inverno. ESIGENZE Nessuna in particolare, è preferibile la messa a dimora in autunno.
ErbacEE
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ERICA G enere : e rica • s pecie :
spp
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
Note
Piccoli arbusti sempreverdi, tappezzanti a fioritura autunnale. Se ne conoscono centinaia di specie e cv. In genere non superano i 50 centimetri, ma alcune varietà raggiungono il metro. I fiori, piccoli e campanulati, raccolti in spighe, persistono a lungo sulla pianta anche quando le corolle sono appassite. Si presentano solitamente sui rami vecchi di un anno. Le foglie sono aghiformi, verde brillante o verde muschiato. COLORI Dal bianco al rosso, dal violaceo al rosa, dall’azzurro all’arancio, ma si trovano anche fiori variegati o bicolor. USO Principalmente come bordura, ma anche per aiuole autunnali, piccole siepi o in vaso sui balconi. ADATTABILITÀ Pianta tipica dei climi freddi, richiede posizioni ombreggiate e terreni acidi.
Si riproduce facilmente per talea primaverileestiva messa a radicare in un substrato di sabbia e torba che deve essere mantenuto sempre umido. I fiori secchi, che mantengono la colorazione, sono utilizzati per composizioni decorative.
È comunque adatta a ogni regione italiana purché vengano rispettate le sue esigenze di luce e temperatura. ESIGENZE Come si è detto, vuole terreni acidi (usare terriccio per acidofile) e ben drenati. Nelle regioni fredde può essere coltivata al sole, in quelle più calde meglio l’ombra. Richiede annaffiature frequenti con acqua povera di calcare (meglio quella piovana). La potatura si effettua dopo la fioritura, a fine inverno.
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ESCOLZIA e schscholtzia
californica
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta annuale molto rustica. Di piccole dimensioni (al massimo 50 cm di altezza) ma con rigoglioso sviluppo a cespuglio. I fiori, semplici o doppi, sono a forma di coppa, con i petali divisi alla base. La fioritura è molto abbondante e prolungata: inizia nel mese di giugno e si protrae fino a settembre inoltrato. Molto decorative sono anche le foglie, estremamente frastagliate, elegantissime e di un delicato colore verde glauco. COLORE Fiore giallo-arancio brillante. USO Per piccole aiuole e per bordure di dimensioni limitate. Può essere coltivata in vaso su terrazze e balconi con bellissimi effetti decorativi grazie all’abbondante e vivace fioritura. ADATTABILITÀ È molto rustica per cui si adatta a ogni clima. Non ha esigenze di terreno e vegeta bene anche su substrati poveri e sabbiosi. Predilige esposizioni in pieno sole. ESIGENZE Può essere seminata scalarmente da marzo a maggio, direttamente a dimora. Necessita di abbondanti e frequenti innaffiature.
Note I fiori, raccolti ancora in bocciolo, si aprono facilmente se messi in acqua, in piccoli vasi, e possono rallegrare gli interni per tutta la stagione estiva.
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FLOX p hlox CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta annuale o perenne. L’altezza varia a seconda delle specie: a portamento strisciante e di piccola taglia P. subulata (non supera i 15-20 cm di altezza), può superare il metro di altezza P. paniculata e mediamente raggiunge i 40-50 cm P. drummondii. In comune le varie specie hanno fiori a stella, i quali possono essere isolati e abbondanti o riuniti in vistose pannocchie. Variabili anche le epoche di fioritura: da aprile ad agosto e in alcuni casi fino a ottobre. COLORE Fiore bianco, rosso, porpora, lilla, salmone; a tinta unita o variegato e striato. USO Nei giardini rocciosi, fra i sassi dei muretti a secco, lungo scalinate scoscese e ai bordi dei sentieri, si utilizzano le varietà a portamento strisciante. Per aiuole sono adatte le specie che si sviluppano in altezza. Per terrazze e balconi meglio le varietà di taglia media che hanno fioritura abbondante e prolungata (molto utilizzate anche le specie prostrate).
sp .
Note Le varietà tappezzanti e striscianti, se ben irrigate, formano durante tutta la stagione primaverile-estiva veri e propri tappeti di fiori molto densi e compatti. Per questo motivo si stanno sempre più diffondendo e incontrano il crescente favore degli appassionati.
ADATTABILITÀ Predilige il pieno sole, ma può
anche essere coltivata a mezz’ombra. Vegeta bene su qualsiasi tipo di substrato, meglio se sciolto. La grande variabilità di specie consente la coltivazione in ogni ambiente climatico. ESIGENZE Di facilissima coltivazione, necessita di abbondanti e frequenti innaffiature. Anche le concimazioni devono essere costanti e ripetute per poter ottenere ottime fioriture. Le varietà annuali si seminano all’aperto, in aprile-maggio. Le altre si riproducono per divisione dei cespi o per talea.
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FRESIA f reesia CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Bulbosa perenne di piccole dimensioni (20-30 cm di altezza), molto delicata, gradevolmente e intensamente profumata. I fiori, raccolti in numero di 6-12 in esili ed eleganti spighe, hanno forma campanulata aperta e corolla molto grande rispetto alle dimensioni della pianta (ibridi). Fioriscono da fine inverno a inizio estate. Le foglie sono nastriformi e poco appariscenti, di colore verde chiaro. COLORE Fiore dal bianco al blu, dal rosso al giallo, dal porpora al violetto. Spesso sulla stessa spiga i fiori hanno colori differenti. USO Come fiore reciso nelle zone rivierasche. In vasi per fioriture precoci (gennaio) e in aiuole o bordure per fioriture primaverili. ADATTABILITÀ È specie tipica di zone a clima mite e teme il freddo; i nuovi ibridi consentono la
sp .
Note Per la riproduzione si utilizzano i bulbilli che si formano alla base del bulbo principale. La fioritura si presenta dopo almeno 2 anni.
coltivazione primaverile anche in zone temperate. Richiede terreno leggero, soffice e ricco di humus. Predilige esposizioni soleggiate, ma cresce bene nelle zone rivierasche anche in luoghi parzialmente ombreggiati. ESIGENZE Se coltivata al Nord va sempre posizionata in luoghi riparati o addossata a muri. Meglio in vaso per poterla ricoverare durante l’inverno. Necessita di abbondanti irrigazioni e concimazioni liquide durante il periodo vegetativo. I bulbi s’interrano in autunno nelle zone a clima temperato e ad aprile nelle regioni più fredde.
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GAROFANINO DA BORDURA D ianthus
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Genere che comprende numerosissime specie annuali, biennali e perenni. Il nostro interesse è orientato verso le specie da giardino a fiore piccolo, singolo (D. chinensis) o riunito in gran numero in corimbi terminali (D. barbatus). Tipicamente di taglia medio-bassa ha foglie lunghe, strette, di colore verde argentato. Fiorisce da marzo ad agosto a seconda delle zone. COLORE Fiore di tutti i colori a eccezione del giallo e del blu. Si presenta anche in colori misti, striati, macchiati, occhiellati, cerchiati di bianco. Ha petali frangiati, laciniati, e a volte è intensamente profumato. USO Per la decorazione di aiuole, di bordure e per la formazione di intense macchie di colore. Le varietà a taglia ridotta sono adatte anche per giardini rocciosi o per vaso. ADATTABILITÀ È una pianta sensibile al freddo e sopporta male gli inverni rigidi e soprattutto
sp .
Note Sopporta bene anche terreni a forte carica salina, venti salmastri e zone urbane ad atmosfera particolarmente inquinata. A fine estate, tolto dal terreno, può essere messo in vaso e conservato in ambiente caldo e luminoso: continuerà a fiorire per tutto l’inverno.
umidi. Il terreno più adatto per la sua coltivazione è quello calcareo, fresco e ben concimato. Necessita di esposizione in pieno sole, ma può essere coltivata con successo anche in zone a mezz’ombra. ESIGENZE Nelle zone temperato-calde, si semina in piena terra a gennaio. In quelle a clima freddo si mettono a dimora le piantine in incipiente fioritura nei mesi di maggio-giugno. Trattandosi di pianta annuale, richiede irrigazioni nel periodo della fioritura e concimazioni liquide solo se il terreno risulta estremamente povero.
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GAZANIA g azania CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne, ma a coltivazione annuale nelle zone fredde. Di taglia media (40-50 cm) o nana. Presenta vistosi fiori con corolla a margherita che compaiono da luglio a settembre. Le foglie sono lucide, consistenti e di forma ovato-lanceolata. COLORE Fiore giallo e arancio con la parte basale dei petali sfumata in colori più scuri (marrone). Le tonalità sono sempre vivacissime e particolarmente brillanti. USO In aiuole, in bordure, in giardini rocciosi e anche in ciotole o vasi con effetti sempre molto appariscenti.
splenDens
Note La semina si effettua in gennaio-febbraio, anche all’aperto nei climi rivieraschi, mentre si opterà per il semenzaio in quelle zone dove la temperatura è più rigida.
ADATTABILITÀ Pianta piuttosto delicata in quan-
to sensibile al freddo, e particolarmente alle gelate. Ama il pieno sole e i terreni sciolti e asciutti. Trova il suo ambiente ideale fra le roccaglie e le scogliere scoscese delle zone rivierasche. ESIGENZE Sono molto limitate. Non teme la siccità anche se in fioritura conviene irrigare spesso per migliorare la vivacità dei colori.
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GERANIO p elargonium
sp .
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne; nelle zone a clima rigido è a coltivazione annuale se messa a dimora in piena terra. Le moltissime varietà possono essere distinte in 2 grandi gruppi: i gerani zonali (P. zonale) con foglie pelose, cuoriformi, a margine lobato, con una fascia più scura su entrambe le pagine fogliari; i gerani edera o ricadenti (P. peltatum) con foglie lucide, verde brillante, somiglianti all’edera. In altre specie le foglie sono molto frastagliate o profumate. I fiori – che compaiono da maggio fino ai primi geli – sono raccolti in corimbi terminali, più densi negli zonali e più lassi e numerosi in quelli ricadenti; le corolle possono essere semplici o doppie. COLORE Fiore con tutte le tonalità del rosso, del rosa, del bianco e del viola. Bellissime sono le varietà striate e variegate. USO Essenzialmente per balconi e terrazze: il tipo ricadente può formare cascate imponenti che conferiscono ai balconi, specialmente nelle zone montane, un aspetto festoso e multicolore. Può anche essere coltivato in piena terra, in aiuole molto soleggiate. ADATTABILITÀ Soffre il freddo, per questo la coltivazione classica è in vaso, in modo da poterlo facilmente ricoverare in inverno. Predilige posizioni in pieno sole e terreni leggermente acidi, torbosi e ricchi. Rifugge il calcare. ESIGENZE Si semina in febbraio sottovetro, con terriccio composto da almeno il 30% di torba; si picchetta in vaso dopo circa 10 giorni e si ripicchetta dopo un paio di mesi. Si porta all’esterno solo quando si ha la certezza che non sopraggiungano più gelate. Necessita, durante tutto il periodo vegetativo, di regolari e costanti apporti idrici che vanno poi interrotti nel periodo invernale. La concimazione è importantissima: va effettuata almeno con cadenza mensile utilizzando fertilizzanti liquidi a base di N e K. È necessario
asportare i corimbi sfioriti per favorire ulteriori fioriture. Durante l’inverno le piante in vaso vanno riposte in ambienti chiusi e bui riducendo al minimo le cure. In primavera, quando si ricollocano all’esterno, è necessario effettuare un taglio deciso, a 10 cm da terra, per favorire l’emissione di giovani e più robusti germogli. Note Il metodo di riproduzione più comune è quello per talea. In primavera si asportano i giovani germogli erbacei, si interrano e, in breve tempo, si ha l’emissione di nuove radici. Regola fondamentale nella coltivazione dei gerani è che la pianta non deve mai subire arresti di vegetazione, fino alla fioritura: ciò si ottiene in condizioni di temperatura medio-elevata, non facendo mai mancare acqua e fertilizzanti.
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GIACINTO h yacinthus
orientalis
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
Note
Bulbosa perenne, di piccole dimensioni (non supera i 30-35 cm). I fiori sono tubolari, semplici o doppi, riuniti in un voluminoso grappolo eretto, portato da un unico stelo carnoso; compaiono precocemente a inizio
I bulbi producono lateralmente piccoli bulbilli adatti alla riproduzione (sono però necessari almeno 3-4 anni per poter avere fioriture soddisfacenti). Durante l’inverno si possono ottenere fioriture forzate in ambienti interni utilizzando la coltura idroponica, cioè immergendo la base del bulbo in acqua e mantenendolo a temperatura e luce costanti. I bulbi intaccati da larve terricole vanno eliminati.
primavera (marzo-aprile). Al vistoso effetto cromatico uniscono la pregevole caratteristica di essere tra i fiori più intensamente profumati. Le foglie sono nastriformi, carnose e di colore verde chiaro, lucide, lunghe fino a 30 cm; terminano il loro effetto decorativo con l’inizio della fioritura. COLORE Fiore disponibile in vari colori, tutti molto brillanti: bianco, crema, giallo, rosso, porpora, blu, azzurro, salmone, rosa, lilla. USO Per sottobosco, aiuole di sole bulbose, bordure. Anche in cassette per abbellire terrazze e balconi. ADATTABILITÀ Predilige terreno leggero e sabbioso; non tollera quelli compatti. Resiste bene ai freddi invernali e vegeta per anni in posizioni a mezz’ombra, anche se non disdegna il tiepido sole primaverile. ESIGENZE I bulbi, grossi e sferici, si mettono a dimora in ottobre-novembre. Richiedono costante apporto idrico, anche dopo la fioritura, finché le foglie non ingialliscono. In terreni poveri è necessaria una concimazione con concime ternario per poter ottenere fioriture abbondanti e di dimensioni consistenti.
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GIGLIO l ilium CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Bulbosa perenne molto rustica. Le differenti specie e varietà consentono la coltivazione in ogni ambiente climatico e in ogni angolo del giardino. Le altezze variano dai 50 cm di L. cernuum agli 1,5 m di L. candidum e di L. tigrinum. I fiori – imbutiformi, con petali a volte retroflessi e di grandi dimensioni – sono riuniti in infiorescenze terminali lasse e fioriscono scalarmente in estate (giugno-agosto). Le foglie sono lanceolate nella rosetta basale e assumono altre fogge sullo stelo fiorale. COLORE Bianco candido è il colore classico del fiore. Esistono specie a fiore monocromatico: giallo, rosso, porpora, arancio o rosa, e altre con fiore variegato, striato, punteggiato o bordato con colori diversi. USO In aiuole o in gruppi isolati per la sua grande eleganza. Molto usato anche per fiore reciso e in vaso per abbellire terrazze e balconi. ADATTABILITÀ La quasi totalità delle specie è molto resistente al freddo. Predilige terreni legge-
sp .
ri, freschi e ricchi di sostanza organica; presenta crescita stentata in quelli calcarei. La posizione ideale è a mezz’ombra, anche se vegeta bene in pieno sole (il piede della pianta deve però sempre essere in ombra). ESIGENZE I bulbi si mettono a dimora in autunno o a inizio primavera, prima della ripresa vegetativa. Richiede abbondanza di acqua, senza però creare ristagni idrici, e leggere concimazioni primaverili con sostanza organica matura. Note Si può riprodurre per divisione dei bulbi. Alcune specie (L. tigrinum e L. bulbiferum) si moltiplicano interrando i piccoli bulbilli bruno rossicci che spuntano all’ascella delle foglie. L. bulbiferum è specie spontanea protetta ed è severamente proibito raccogliere sia i fiori sia i bulbi. Nemico principale del giglio è Lilioceris lilii, un coleottero che attacca le parti aeree, provocando danni non solo estetici; si elimina semplicemente raccogliendo manualmente uova e adulti.
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GIPSOFILA g ypsophila CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Erbacea perenne, molto rustica, a portamento cespuglioso e di taglia medio-piccola (non supera i 40 cm nelle varietà più slanciate). I fiori, singoli o doppi, sono di forma stellata, piccoli e numerosissimi; compaiono dalla primavera all’autunno formando un cuscino compatto e denso di particolare pregio ornamentale. Le foglie, piccole, sono di colore verde glauco. COLORE Fiore bianco, rosa e rosa carico. USO Per bordure tappezzanti (G. elegans), per giardini rocciosi e per anfratti (G. aretioides)
sp .
Note Esiste una specie che raggiunge il metro di altezza: è G. paniculata con bellissimi fiori bianchi.
ADATTABILITÀ Ottima resistenza a salsedine,
freddo e aridità. Si adatta a ogni tipo di terreno e predilige posizioni molto soleggiate. ESIGENZE Va messa a dimora in primavera o in autunno. Non necessita di cure particolari o frequenti. È bene tagliare la vegetazione a livello del terreno in autunno inoltrato.
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GIRASOLE h elianthus
annuus
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne e annuale. Nei giardini sono coltivati in prevalenza gli ibridi che raggiungono anche i 2 m di altezza. Il fiore, che compare da luglio a settembre, è una grande margherita con un ampio bottone centrale. Si sviluppa all’apice di un voluminoso e imponente stelo fiorale su cui si distribuiscono foglie grandi, fittamente dentate e di colore verde scuro. COLORE Fiore da giallo carico a giallo dorato, fino al rosso scuro di alcuni ibridi. USO Contro muri e sempre sul fondo delle aiuole, viste le considerevoli dimensioni che ombreggerebbero le altre piante. Molto adatto per zone con terreno povero e degradato. ADATTABILITÀ Pianta estremamente rustica, ha un’ottima resistenza al freddo e si adatta a ogni tipo di terreno (preferisce comunque quelli di medio impasto). Va posizionato sempre in pieno sole. ESIGENZE Estrema facilità di coltivazione, tanto che alcune specie perenni (H. tuberosa o topinambur) possono addirittura essere considerate infestanti. Non richiede particolari interventi irrigui né fertilizzanti. Si semina in primavera (aprile-maggio) direttamente a dimora, in gruppi, eliminando poi le piantine più deboli.
Note Il fiore segue il movimento giornaliero del sole e china il capo al tramonto. La fioritura è molto prolungata. Esistono varietà coltivate in agricoltura (H. annuus) per la produzione di semi da cui si ottiene olio per alimentazione e per usi combustibili.
( ibridi )
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GLADIOLO g laDiolus
sp .
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Bulbosa perenne coltivata come annuale. Poco rustica e di dimensioni che variano dai 30 cm al metro di altezza. I fiori, riuniti in una singola spiga per bulbo (lunga anche 60 cm), sono tubulari e di tutte le dimensioni, a fioritura scalare lungo l’asse fiorale: inizia in primavera e termina in autunno, a seconda dell’epoca di piantagione dei bulbi. COLORE Il fiore può essere a tinta unita, ma più spesso a 2-3 colori diversi. L’unghia del petalo è più scura e poi, via via, la tonalità si attenua verso l’apice. Nei giardini sono coltivati solo ibridi e ne esistono di ogni colore e tonalità. USO Pianta molto elegante e utilizzata principalmente per fiore reciso. Nei giardini si adopera per bordure miste e alte o per aiuole di bulbose, soprattutto le varietà a piccolo fiore e a taglia bassa (che possono essere usate anche per balconi e terrazze). ADATTABILITÀ Estremamente sensibile al freddo. Richiede posizioni in pieno sole e terreno molto fertile, sciolto e ben drenato. ESIGENZE I bulbi, conservati in luogo asciutto e riparato, vanno messi a dimora in primavera. Va costantemente irrigato, ma con modiche quantità di acqua e, dopo la fioritura, questa operazione va continuata per favorire l’ingrossamento dei bulbi. Necessita di concimazioni organiche prima dell’impianto. È consigliabile, nelle specie a fiore grande e spighe molto lunghe, una leggera rincalzatura. Le piante vanno estirpate non appena disseccano.
Note I bulbilli laterali usati per la riproduzione fioriscono già a partire dal secondo anno dopo il distacco dal bulbo principale.
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IBERIS G enere : i beris • s pecie : CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne di origine mediterranea, cespugliosa e coltivata per i suoi abbondantissimi fiori, che hanno i petali disposti a croce e riuniti in grappoli appiattiti (dei quattro petali due si presentano molto più lunghi degli altri). I fiori sono leggermente profumati. Fiorisce da ottobre a maggio e anche, in alcune varietà, da giugno ad agosto. Il fusto si presenta prostrato o eretto, di colore verde e raggiunge al massimo i 20 centimetri. Con l’invecchiamento tende a imbrunire e diventare legnoso. Le foglie sono piccole, ordinate e coriacee, di un bel verde scuro. Pur essendo pianta perenne viene spesso coltivata come annuale. COLORI Bianco puro, leggermente rosato o rosa carico tendente al violetto. USO Ideale nei giardini rocciosi dove forma ampi cuscini di fiori. Può entrare come componente
sempervirens
nelle aiuole multi- specie, come bordura e può essere coltivato in vaso su terrazze e balconi. ADATTABILITÀ Pianta particolarmente rustica, resistente e semplice da coltivare, vive bene nelle zone temperate dove richiede un’esposizione al sole, mentre nelle regioni più calde si adatta alla mezzombra. ESIGENZE Non ha preferenze nei confronti del terreno, sopporta bene il freddo invernale e non richiede irrigazioni, se non in periodi molto siccitosi, né concimazioni particolari. Si pota solo per eliminare le parti secche, mal cresciute o danneggiate. Si avvantaggia, dopo la fioritura, di cimature per stimolare lo sviluppo del fogliame e mantenere compatto il cespuglio. Note: nella tradizione popolare francese viene denominato “il bouquet della sposa”, mentre in alcune regioni italiane le piante di iberis spontanee sono considerate “flora spontanea protetta in modo rigoroso”.
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IMPAZIENS i mpatiens CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta annuale molto diffusa, poco rustica e di taglia medio-piccola. Il fusto è acquoso. Le foglie sono di colore verde chiaro brillante o anche bronzee; hanno forma ovale, acuminate e con la pagina inferiore maculata di porpora. I fiori, che compaiono in estate all’ascella delle foglie, sono formati da 5 petali o multipli, delicati e numerosissimi. Moltissime le varietà a fiori doppi. Nella specie I. balsamina o begliuomini il fusto si sviluppa in verticale, mentre nella specie I. walleriana o fior di vetro i rami, disposti orizzontalmente, portano un maggior numero di fiori. I. walleriana e i suoi ibridi presentano fiori semplici. COLORE Fiore con tutte le sfumature di rosa e rosso, arancio, bianco, cremisi, e varietà bicolori bianco-rosso e sfumati. USO Per bordure e aiuole parzialmente ombreg-
sp .
Note È soggetto ad attacchi fungini, soprattutto a inizio coltura, se le condizioni atmosferiche sono troppo basse e il terreno è troppo compatto e umido.
giate. Particolarmente adatto per balconi e terrazze e come pianta da appartamento. ADATTABILITÀ Predilige posizioni a mezz’ombra (I. holstii fiorisce bene solo in piena ombra). È sensibile alle basse temperature e soffre gli sbalzi termici giornalieri troppo elevati. Richiede terreno soffice e ricco di sostanza organica. I nuovi ibridi possono essere posizionati anche in pieno sole. ESIGENZE Si propaga per seme, in primavera. Richiede frequenti irrigazioni, non abbondanti in quanto patisce i ristagni idrici. Necessita di una buona concimazione prima della semina.
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IRIS i ris CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta rizomatosa, di taglia media (ma può anche raggiungere il metro di altezza.) Fiori eleganti e delicati, su lunghi steli rigidi e a 6 petali, setosi e vellutati: tre superiori saldati a formare un vessillo e tre inferiori che si aprono come ali e portano formazioni a barba. Uno stesso stelo porta più fiori che si aprono in successione: da maggio (I. versicolor) a giugno, fino a settembre (I. levigata). Le foglie sono a spada, rigide, erette e di colore verde chiaro. COLORE Tutti a eccezione del rosso brillante (anche bicolore o multicolore). Quasi sempre con tonalità delicate e tenui. USO Per bordure di vialetti, scale e luoghi scoscesi. Forma macchie di colore in gruppi singoli, poiché i rizomi si sviluppano con estrema facilità e invadono il terreno circostante. Le varietà nane sono adatte anche per balconi, terrazze e giardini rocciosi. ADATTABILITÀ Pianta rustica, resiste bene al freddo e predilige esposizioni in pieno sole. Spesso vegeta bene anche in zone a mezz’ombra. Richiede terreno fertile, ben drenato; non si adatta a quelli troppo compatti e asfittici. ESIGENZE Si piantano i rizomi a circa 10 cm di profondità nei mesi primaverili, in tarda estate o nei mesi autunnali, a seconda delle varietà. Necessita di poche innaffiature prima della fioritura, più abbondanti in prossimità e durante l’antesi. Gli apporti idrici si devono poi Note Per rinvigorire la coltivazione, ogni 4-5 anni conviene estirpare i rizomi, eliminare le parti vecchie e utilizzarli per il reimpianto a fine estate. Esistono varietà adatte ad ambienti acquatici (I. kaempferi) o palustri molto sensibili al freddo.
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interrompere a fine fioritura lasciando le piante all’asciutto; si riprenderà a bagnare allo spuntare delle prime foglioline. Non richiede concimazioni particolari.
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LANTANA l antana CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Cespuglio perenne di carattere arbustivo. Negli ultimi anni è diventato fra le più comuni essenze da vaso per colture annuali nelle zone a clima temperato-freddo. I fiori sono riuniti in numerosissimi corimbi terminali, molto ornamentali. La fioritura inizia a fine primavera, esplode nel periodo estivo e si prolunga fino all’autunno inoltrato. Le foglie, anch’esse di notevole valore decorativo, sono ovoidali, dentate e di un bellissimo colore verde scuro. COLORE Giallo, arancio, rosso porpora, bianco, azzurro, rosa, viola e tutte le sfumature e tonalità di questi colori possono ritrovarsi nei fiori delle diverse varietà di Lantana. I corimbi possono essere di diversi colori, spesso differenti anche all’interno dello stesso corimbo. Non di rado si assiste a variazioni di colore e di tonalità nel corso della giornata (in funzione dell’intensità luminosa). USO In aiuole e bordure nei giardini a clima mediterraneo. Nelle aiuole di annuali nei giardini a
camara
Note Alcune specie possono essere allevate ad alberello. In vaso si mantengono vitali per anni se adeguatamente ricoverate durante i mesi più freddi.
clima continentale. Le varietà nane sono frequentemente utilizzate per colorare i giardini rocciosi. ADATTABILITÀ Specie che ben si adatta ai diversi climi pur risultando sensibile ai geli invernali (per questo al Nord è coltivata soprattutto come annuale). Poco esigente nei confronti del terreno, ma predilige substrati ricchi e ben concimati con sostanza organica. Va sempre posizionata in pieno sole per esaltarne la fioritura. ESIGENZE Pianta di facile coltivazione. Richiede solo costanti e abbondanti innaffiature. Nei climi caldi si propaga per talea nel mese di agosto o per seme a febbraio. Nelle zone fredde è consigliabile l’acquisto di piantine in vasetto in incipiente fioritura, da mettere a dimora in aprile-maggio.
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LOBELIA l obelia
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta annuale di piccole dimensioni (non supera i 20 cm di altezza); alcune specie sono perenni e a carattere arbustivo. Presenta fiori piccoli e numerosissimi, che occupano tutto lo spazio vegetativo; compaiono da aprile fino all’autunno inoltrato. COLORE Il colore caratteristico del fiore è il blu brillante (L. erinus). Vi sono però anche specie scarlatte (L. cardinalis), rosa-lilla (L. holstii), rosso-porpora (L. fulgens), bianco (L. erinus var. White Gem). USO Per aiuole e bordure. Spesso coltivata in vaso su terrazze e balconi per la caratteristica vegetazione ricadente.
erinus
Note Specie diffusa in tutto il mondo, particolarmente apprezzata nel Nord Europa.
ADATTABILITÀ È molto sensibile al freddo. Pre-
dilige climi freschi con una distribuzione uniforme delle piogge. Necessita di terreno fertile, soffice, che mantenga bene l’umidità. Va posizionata a mezz’ombra anche se sopporta bene le zone soleggiate, ma con luce diffusa e mai diretta. ESIGENZE Si semina in febbraio-marzo sottovetro e si trapianta all’aperto in piccoli gruppi nel periodo di aprile-maggio. Richiede irrigazioni regolari, quotidiane.
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LUPINO L upinus
poLyphyLLus
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
Note
Pianta perenne, a coltivazione annuale nei giardini. L’infiorescenza a spiga – composta da fiori papilionati, molto fitti, compatti e appariscenti – raggiunge altezze anche di 120 cm emergendo da una fitta vegetazione basale a rosetta, molto ornamentale. Fiorisce dalla tarda primavera a luglio. COLORE Le bellissime spighe fiorali hanno colore bianco, giallo oro, arancio, rosa, viola, blu, bianco e rosso. Esistono varietà a fiori striati e maculati. USO Per macchie di colore ai bordi dei prati. Molto usata per il fiore reciso. ADATTABILITÀ Predilige i climi freschi e le estati umide delle zone continentali. Necessita di ter-
Si possono fare talee basali di germogli in marzo-aprile.
reno acido, torboso, ben concimato con letame maturo; non sopporta assolutamente quelli calcarei e compatti. Va posizionata a mezz’ombra: i fiori soffrono il pieno sole. ESIGENZE Si semina direttamente a dimora in aprile-maggio. L’eliminazione delle spighe sfiorite agevola la nuova fioritura. Richiede abbondanti concimazioni con concime ternario, e innaffiature regolari, evitando i ristagni idrici.
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MUGHETTO C onvaLLaria
majaLis
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta rizomatosa, stolonifera, di piccole dimensioni (al massimo 20 cm). I fiori, molto delicati, tipicamente penduli, sono raccolti su un asse fiorale eretto; profumatissimi, di forma campanulata con bordi dentati, compaiono in aprile-maggio. Le foglie sono relativamente grandi, carnose, lucide, di forma ovato-lanceolata e di colore verde chiaro. COLORE Il fiore è normalmente bianco candido. Esistono varietà di colore rosa chiaro. USO Per aiuole, bordure a fioritura scalare e per sottobosco. Spesso utilizzato per fiore reciso. Adatto anche per giardini rocciosi.
ADATTABILITÀ Pianta molto rustica. Richiede
Note Particolarmente velenosa in tutte le sue parti: dal rizoma alle foglie, dal fiore al frutto. Cresce spontaneo fino ai 1.200 m di quota, ma è assente nel Sud Italia e nelle Isole maggiori.
posizioni ombreggiate o a mezz’ombra. Non soffre il freddo e richiede terreno sciolto, soffice e ben drenato. ESIGENZE I rizomi si mettono a dimora in autunno o in primavera e rimangono nel terreno per parecchi anni, fino al momento di intervenire con un indispensabile diradamento. Necessita di abbondanti innaffiature fino alla fioritura. Una carenza di fertilizzante riduce lo sviluppo fiorale, quindi conviene distribuire in primavera terriccio di foglie e concime minerale completo.
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MUSCARI m usCari CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Bulbosa perenne, di ridotte dimensioni (al massimo 25 cm). Coltivata per le belle infiorescenze erette e compatte, formate da fiori tubulari-tondeggianti, gradevolmente profumati. Fiorisce in primavera da marzo a giugno, a seconda delle varietà. Le foglie sono nastriformi, carnose, di colore verde chiaro. COLORE Le specie più diffuse hanno fiore di colore azzurro o violaceo, ma se ne trovano anche di colore bianco e giallo brillanti. Meno appariscenti, ma profumatissimi quelli di colore giallo verdastro. USO Ideale per giardini rocciosi, ma anche per piccole aiuole, per bordure, per vasi e ciotole. ADATTABILITÀ Molto rustico. Si sviluppa bene sia in pieno sole sia a mezz’ombra. Non presen-
sp .
Note È fra le prime bulbose a fiorire nel giardino e quindi il suo colore brillante risulta ancora più appariscente. Spontaneo nelle regioni mediterranee.
ta problemi di adattabilità climatica, ma richiede terreni leggeri e dotati di una buona capacità di sgrondo per le acque. ESIGENZE I bulbi vengono piantati in agosto-settembre e rimangono nel terreno per anni diffondendosi lentamente. L’irrigazione deve essere praticata fino all’appassimento delle foglie per consentire l’ingrossamento dei bulbi. Se il terreno di coltivazione è fertile non servono apporti fertilizzanti.
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NARCISO n arCissus
sp .
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Bulbosa perenne di dimensioni medie: normalmente le specie più comuni e maggiormente diffuse raggiungono i 40-45 cm di altezza, ma vi sono forme nane che non superano i 15 cm (N. triandrus albus). I fiori, semplici o doppi, sono formati da una corolla saldata a stella, al centro della quale spuntano altri petali riuniti, di forma cilindrica; sono quasi sempre unici alla sommità dello scapo fiorale che spunta direttamente dal terreno (le giunchiglie invece – N. jonquilla – portano più fiori sullo stesso stelo, di dimensioni più piccole) e compaiono molto precocemente (da febbraio ad aprile) a seconda dell’andamento climatico. Le foglie sono erette, nastriformi, consistenti, disposte a formare piccoli cespugli molto decorativi. COLORE La colorazione classica presente nel singolo fiore è il giallo con tutte le sue tonalità. Esistono specie a fiore arancio, bianco, albicocca, rosso, bordate nei vari colori. Sempre si hanno fiori con colori e tonalità diverse nello stesso esemplare. USO Per aiuole e bordure. Spesso usato come sottobosco, disposto a macchie. Facile anche trovarlo in ciotole e cassette su balconi e terrazze e in appartamento. Le forme nane spiccano nei giardini rocciosi e nelle zone più scoscese dei giardini. ADATTABILITÀ Pianta rustica che non presenta particolari esigenze di temperatura. Richiede terreni soffici, torbosi e leggeri; si adatta a substrati sabbiosi e ciottolosi. Cresce bene a mezz’ombra, Note Spesso è spontaneo (con esclusione di Sicilia e Sardegna) e si ritrova sia al livello del mare sia in zone montane fino ai 1.500 m di quota. È specie velenosa.
ma non rifugge anche l’ombra completa. Se posizionata in pieno sole (è del resto il sole di inizio primavera) vegeta senza subire danni notevoli. ESIGENZE I bulbi, che vanno interrati in autunno a circa 15 cm di profondità, rimangono nel terreno a lungo e si moltiplicano facilmente. Richiede irrigazioni costanti e soffre particolarmente i ristagni idrici. È buona norma procedere a concimazioni annuali con concime ternario e a distribuzioni di materiale torboso.
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NON TI SCORDAR DI ME G enere : M yosotis • S pecie :
Spp .
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
Note
Pianta erbacea biennale o perenne, dai classici fiorellini di diverso colore che spuntano in primavera e permangono fino all’autunno inoltrato. I fiori sono raccolti in cime e raggiungono un’altezza massima di 30 centimetri. Le varietà da giardino sono state selezionate dai fiori di campo. COLORI Il classico azzurro cielo, ma anche bianchi, blu e rossi. USO Ideali per le zone marginali umide e nascoste dei giardini, necessitano di poche ore di sole e sono coltivabili anche in vaso. I fiori possono essere recisi e utilizzati nelle composizioni con fiori di campo.
La fioritura è continua per tutto l’anno anche se dà il meglio in primavera. Per mantenerla costante conviene asportare i fiori secchi. Il fiore è stato adottato a livello internazionale come fiore ufficiale della festa dei nonni, che si celebra il 2 ottobre.
ADATTABILITÀ Ideale nei climi temperati, resi-
ste bene alle base temperature, mentre non ama l’eccessivo caldo. ESIGENZE Richiede terreno fertile ricco di humus, senza ristagni di acqua, anche se necessita di irrigazioni frequenti ma solo quando il terreno si presenta asciutto. Non ha bisogno di concimazioni.
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PAPAVERO p apaver
spp .
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
Note
Ci si riferisce qui a numerose varietà orticole annuali, biennali o perenni del papavero da oppio in cui la percentuale di alcaloide è estremamente limitata. I colori delle corolle, sempre brillanti, e le dimensioni delle piante (da pochi centimetri a più di un metro di altezza) sono estremamente variabili, per cui possono trovare spazio in qualsiasi zona del giardino o anche in vaso. La fioritura è sempre abbondante e anche i frutti (capsule) sono particolarmente ornamentali. COLORI Rosso, viola, arancio, rosa, azzurro pallido o intenso, nero, variegato, corolle a 4 petali lisci o frastagliati, a fiore doppio o multiplo. USO Le varietà nane per bordure o giardini rocciosi, le taglie più alte per aiuole multicolori o per aiuole multi specie. ADATTABILITÀ Piante rustiche, le annuali e le
Tutte le varietà patiscono il trapianto, per cui devono essere collocate a dimora solo con la semina. I semi sono piccolissimi e spesso si distribuiscono sul terreno naturalmente. Le piantine spuntano in primavera e successivamente è necessario procedere con il diradamento. In alcune regioni d’Italia i semi contenuti nelle capsule sono utilizzati in cucina.
biennali soffrono il freddo e scompaiono con i primi abbassamenti termici. Le perenni resistono invece anche a inverni molto rigidi. Tutte si riproducono facilmente per seme. ESIGENZE Si adattano a ogni terreno e a ogni ambiente. Vivono benissimo anche su terreni poveri. Di facile coltivazione, non necessitano di cure di alcun tipo, né di irrigazioni o concimazioni.
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PERVINCA G enere : v inCa • s pecie
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CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
Note
in origine pianta tappezzante per eccellenza, riveste velocemente il terreno. Perenne, ha foglie ovali, lanceolate e di un bel verde brillante. I fusti striscianti ricoprono il terreno tanto da diventare spesso invadenti. In primavera-estate si ricopre di singoli fiorellini, normalmente azzurro-violetto. Le varietà considerate annuali, invece, assumono forme ad alberello ramificato alla base oppure ricadenti, con colorazioni estremamente variate. Fiorisce per tutta l’estate. COLORI Il tipico colore pervinca, ma anche bianco, rosa con il centro rosso, rosso e violaceo. USO Come tappezzante, per bordure decorative e aiuole miste.
La varietà tappezzante viene potata abbondantemente a fine inverno, mentre quella ad alberello richiede solo una leggera cimatura e l’asportazione dei fiori secchi per favorire la rifioritura. ADATTABILITÀ Si adatta a ogni ambiente e non
ha problemi di terreno, irrigazione e concimazione. Ama però il pieno sole e resiste al caldo eccessivo. Teme il freddo: se coltivata in piena terra in autunno muore con le prime gelate. ESIGENZE Per evitare che i fiori appassiscano rapidamente, nei periodi molto siccitosi conviene intervenire con l’irrigazione di soccorso.
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PETUNIA p etunia
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Esistono specie perenni e specie annuali, ma nei giardini viene coltivata sempre come annuale. Normalmente raggiunge i 40-50 cm di altezza, ma ve ne sono di tutte le taglie. I fiori, abbondantissimi, sono imbutiformi, con petali dai bordi lisci, ondulati e anche arricciati; spesso sono penduli e compaiono da giugno all’autunno inoltrato. È specie rifiorente. La pianta assume aspetto cespuglioso per la grande capacità di emissione di germogli all’ascella delle foglie. COLORE Il fiore presenta tutte le tonalità e le sfumature del rosso e del blu. Esistono varietà con fiore bianco, giallo, crema, spesso multicolore, variegato, striato. USO Principalmente per bordure di ogni tipo. Usata anche per formare macchie di colore ai bordi dei prati. La collocazione ideale è sui balconi, in cassette (specialmente per le varietà ricadenti). ADATTABILITÀ È rustica, non teme il freddo se
sp .
Note Un temporale estivo può danneggiare facilmente le tenere corolle, ma in pochi giorni la pianta è in grado di riprendersi efficacemente e produrre nuovi fiori. Caratteristica principale delle petunie è avere un lunghissimo periodo di fioritura. Per ottenere antesi precoci è necessario avere periodi di luce molto lunghi, ottenibili solo in serra. Esistono alcune specie che raggiungono anche i 2 m di altezza e sono usate per formare magnifiche siepi addossate a muri o divisorie.
posizionata in pieno sole. Il terreno deve essere di medio impasto e non calcareo. ESIGENZE Si semina in gennaio-febbraio, sottovetro; dopo un mese è pronta per il trapianto in vaso o in piena terra. Richiede innaffiature regolari, senza eccessi poiché soffre particolarmente i ristagni idrici. Si concima regolarmente con concimi liquidi per ottenere fioriture esplosive.
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PORTULACCA p ortuLaCa CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta annuale o perenne, succulenta, tappezzante, di taglia piccola (non supera i 20 cm). Ha steli rossi, carnosi, che la rendono simile a una pianta grassa. Presenta fiori a 5 petali, semplici o doppi, che ricordano la rosa canina che compaiono in modo abbondante e prolungato da maggio ad autunno inoltrato. Le foglie sono piccole, cilindriche e carnose, di colore verde intenso. COLORE I colori del fiore sono vivacissimi; i più diffusi (spesso in miscuglio) sono il rosso, il bianco, il giallo, il giallo oro, il salmone, il lilla, il viola e il rosso-porpora. USO Forma veri e propri tappeti multicolori e viene tipicamente utilizzata per bordure e giardini rocciosi. Si colloca anche in piccoli spazi marginali e dove risulta difficoltosa ogni altra coltivazione.
grandifLora
Note I fiori aprono le corolle solo in presenza di luce intensa. Può essere coltivata anche su ghiaia e la riproduzione avviene spontaneamente con la caduta dei semi sul terreno.
ADATTABILITÀ Pianta molto rustica, adatta a
terreni poveri e sciolti. Preferisce il pieno sole e presenta ottima resistenza al freddo. ESIGENZE Si semina in semenzaio in gennaio-febbraio e direttamente in piena terra a partire da marzo. Non necessita di irrigazioni, se non quando il periodo di siccità è eccessivamente prolungato. È bene procedere a una leggera concimazione prima della semina per incrementare la già abbondante fioritura.
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POTENTILLA p otentiLLa
sp .
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
Note
Pianta perenne di aspetto cespuglioso, a volte erbacea altre arbustiva, d’altezza variabile (da 4050 cm a 1 m). Alcune specie hanno portamento strisciante e sono stolonifere. I fiori sono roselline a fiore semplice terminale, sempre presenti in gran numero; si manifestano a partire dal mese di maggio e poi per tutta l’estate. Le foglie sono composte e di colore verde argenteo. COLORE Fiore bianco, giallo, rosato, cremisi, arancio brillante, ma sempre con tonalità delicate. USO Come cespuglio, come tappezzante, in aiuole, bordure e giardini rocciosi. ADATTABILITÀ Pianta molto rustica, adatta a climi temperato-freddi. Predilige esposizioni in
P. ternata ha foglie trifogliate e fiori gialli riuniti in ombrelle caratteristiche. Molto usate le specie nane nei giardini rocciosi di montagna.
pieno sole e terreni soffici e ben drenati. Presenta un’ottima resistenza al vento. ESIGENZE Si propaga per seme o per divisione dei cespi, anche se con questa tecnica si ottengono piante di breve durata. Se coltivata a siepe, conviene trapiantare le piantine da ottobre a marzo a 50 cm di distanza l’una dall’altra per facilitare lo sviluppo in larghezza. Richiede abbondanti innaffiature soprattutto nei periodi siccitosi e concimazioni con sostanza organica e terriccio.
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PRIMULA p rimuLa CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne, annuale o biennale a seconda delle specie. P. veris è spontanea e si trova sulle scarpate, nei prati e lungo le strade di tutte le zone temperato-fredde. Di taglia piccola (15 cm di altezza) è forse la prima a fiorire, già nel mese di febbraio. I fiori sono tubulari, con corolla aperta, solitari su un brevissimo stelo e si raggruppano al centro della rosetta di foglie a formare un caratteristico bouquet. Le foglie sono grandi, ovate, rugose e di colore verde chiaro. COLORE Il fiore è di colore giallo pallido o bianco. I numerosi ibridi oggi in commercio presentano fiori con colorazioni vivacissime e molto varie: rosso, blu notte, mattone, giallo intenso, salmone, rosa… Ne esistono anche con bordi sfumati o di colore diverso. USO Come sottobosco, come macchia di colore nei prati invernali, come essenza coloratissima e precoce nei giardini rocciosi. Spesso coltivata in vaso per interni. ADATTABILITÀ Tipica dei climi temperato-freddi è molto rustica, anche se gli ibridi soffrono i freddi intensi (-5° C) e prolungati. Cresce bene in ombra e predilige terreno acido e ben drenato (non vegeta in quelli calcarei). ESIGENZE Pianta rustica, si mette a dimora a inizio primavera acquistando i vasetti già in fioritura. Lasciata nel terreno ha la possibilità di mantenersi vitale anche per più anni (se gli inverni Note Esistono specie da serra e da fiore reciso che hanno steli fiorali molto lunghi alla cui sommità si trova un corimbo compatto formato da numerosi fiori (P. obconica).
veris
non sono eccessivamente rigidi). Non richiede particolari cure: eliminazione dei fiori appassiti per stimolare ulteriori fioriture e irrigazioni solo quando il terreno si presenta asciutto.
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RUDBECKIA G enere : r udbeCkia • s pecie CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta perenne a radice rizomatosa dallo sviluppo a cespuglio. Può raggiungere anche un metro di. A partire dalla primavera, durante tutta la stagione estiva e fino all’autunno inoltrato produce moltissimi e voluminosi fiori a margherita (Capolini), tipicamente gialli con il cuore scuro e i petali che tendono a rivolgersi verso il basso. COLORI Il suo colore è tipicamente giallo, ma esistono varietà dai petali aranciati, rosso porpora e variamente screziati. USO Per aiuole monospecie, per contorno di vialetti (le varietà a taglia bassa), per giardini rocciosi e anche in vaso. ADATTABILITÀ Dalle due specie più comuni, la “hirta” e la “bilobata”, si sono ottenuti numerosi ibridi dalle caratteristiche più disparate
spp .
Note D’inverno la pianta secca completamente, ricompare in primavera e inizia subito la fioritura. Non richiede potatura, se non l’asportazione delle parti secche.
di colore e altezza, adatte a ogni condizione climatica e ambientale ESIGENZE Cresce bene sia al caldo che al freddo, non ha preferenze per il suolo, fiorisce abbondantemente in pieno sole (un po’ meno a mezzombra), non richiede concimazioni e va irrigata solo quando il terreno al piede è asciutto. Note: d’inverno la pianta secca completamente, ricompare in primavera e inizia subito la fioritura. Non richiede potatura, se non l’asportazione delle parti secche.
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SALVIA s aLvia CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Specie annuale (ve ne sono anche perenni) alta fino a 50 cm. Molte varietà sono a foglie piccole (20-30 cm). I fiori, tipici delle labiate, sono uniti in spighe dense, erette e molto appariscenti e compaiono dalla primavera all’autunno. Le foglie sono ovali, lucide, a margine seghettato e di colore verde brillante. COLORE Il fiore è rosso scarlatto. Altre specie presentano fiori azzurri (S. patens) o violacei (S. officinalis). Interessante è anche l’effetto cromatico del fogliame. USO In aiuole miste con colori contrastanti, per bordure e in vaso. ADATTABILITÀ Esige pieno sole e terreno ben drenato ricco di sostanza organica soffice e asciutto. Buona resistenza al freddo anche se la sua coltivazione annuale rende questa caratteristica ininfluente. ESIGENZE Si semina in primavera, sottovetro in
spLendens
Note Le piogge insistenti danneggiano irreparabilmente le corolle delicate dei fiori. Fra le specie più diffuse (usata anche come ornamentale nei giardini rocciosi) troviamo S. officinalis o salvia comune, molto apprezzata dal punto di vista alimentare e diffusa in tutta la Penisola; ci sono varietà a foglie rosse, molto ornamentali, a foglie grandi o di piccolissime dimensioni. Le foglie sono carnose, pelose e ricche di oli aromatici.
gennaio-febbraio e direttamente a dimora in marzo. Necessita di abbondanti concimazioni organiche prima dell’impianto e abbondanti innaffiature distanziate nel tempo. Un eccessivo ristagno di acqua comporta marcescenza basale e delle foglie con grave deprezzamento ornamentale. Le spighe sfiorite devono essere asportate per favorire l’emissione di nuovi fusti fioriferi.
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TAGETE T ageTes sp . CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta annuale di dimensioni medio-piccole (fino a 50-60 cm) con varietà nane, molto ridotte (alcune non superano i 15 cm di altezza). I fiori sono capolini terminali con petali tubulari o piatti, singoli o doppi; compaiono da giugno alle prime gelate novembrine. Le foglie sono frastagliate e formano una corona intorno al fiore, di colore verde scuro. COLORE Fiore giallo, arancione brillante e scuro, mattone. Spesso bicolore con la parte esterna più scura (marrone-rosso) e quella più interna di colore giallo, a volte giallo limone. USO Per aiuole miste o per bordure. Spesso usato, nelle forme nane, per giardini rocciosi. Altra utilizzazione è in ciotole o vasi su balconi e terrazzi. ADATTABILITÀ Presenta una spiccata resistenza a siccità e salsedine. Esige posizioni in pieno sole, ma vegeta discretamente anche a mezz’ombra. Richiede terreno fertile e ben drenato, ma la sua rusticità consente la coltivazione in ogni substrato e in ogni zona climatica anche se la sua resistenza al freddo è piuttosto ridotta. ESIGENZE Non presenta particolari difficoltà di coltivazione. Si semina in vivaio in gennaio-febbraio e si trapianta in piena terra a inizio primavera (marzo-aprile). Non richiede particolari concimazioni e le innaffiature possono essere estremamente limitate. Conviene eliminare costantemente i fiori appassiti per favorire nuove fioriture.
Note Le foglie emanano un caratteristico e sgradevole odore. Oggi questo inconveniente è superato dalla presenza sul mercato di varietà inodori.
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TULIPANO t uLipa
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CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
Note
Bulbosa perenne, diffusissima per la decorazione primaverile dei giardini. Sono presenti in commercio centinaia di varietà caratterizzate da fiori semplici o doppi e di taglia estremamente variabile. I fiori primaverili (aprile-maggio) sono singoli, portati da un solo asse fiorale, terminali; formati da petali grandi, carnosi, disposti a coppa, con margine terminale liscio, frastagliato, appuntito, arrotondato. Le foglie sono sessili, rade, basali (presenti anche sull’asse fiorale), di forma ovato-lanceolata, molto consistenti, di colore verde glauco, a volte screziate. COLORE Fiore di tutti i colori, dal bianco al viola scurissimo. Può essere screziato, variegato e multicolore. USO Per aiuole monospecie: si dispone scalarmente, utilizzando specie nane (15 cm) davanti a quelle medie e a quelle più alte (anche oltre 1 m). Usato spesso per bordure, può anche essere coltivato in vaso o in cassette sia per giardini sia per terrazze e balconi. Comune è l’utilizzo come fiore reciso.
L’aiuola di tulipani si esaurisce in breve tempo: all’inizio dell’estate all’atto dell’estrazione dei bulbi dal terreno si procede con la vangatura e la messa a dimora di altre annuali estive. Esistono alcune varietà che portano più fiori sullo stesso stelo, altre hanno una fioritura precocissima (in marzo).
ADATTABILITÀ I bulbi hanno buona resistenza al
freddo. Predilige terreni ben lavorati, fertili, ricchi di sostanza organica ben matura, leggeri e soffici. Richiede posizioni in pieno sole, ma ben si adatta anche a mezz’ombra. ESIGENZE Si piantano i bulbi in settembre-ottobre e si tolgono dal terreno quando sono appassite le foglie. La riproduzione avviene per mezzo dei bulbilli che spuntano lateralmente al bulbo principale. Dopo la piantumazione occorrono 3 anni per ottenere la fioritura (quelli in commercio sono già pronti). Sfrutta la concimazione delle colture precedenti e necessita di irrigazioni anche dopo la fioritura, fino all’appassimento pianta.
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VERBENA v erbena
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta annuale che comprende numerose varietà, solitamente nane. Assume spesso forma a cespuglio, ma la cimatura ripetuta dei germogli favorisce la distribuzione della vegetazione a tappeto. I fiori, simili a quelli della primula, sono riuniti in gruppi terminali e si presentano da giugno all’autunno inoltrato. COLORE Fiore bianco, blu, rosa, rosso, viola; solitamente in miscuglio. Esistono anche varietà a fiore screziato. USO Per bordi misti, come tappezzante fiorita per piccole superfici, per giardini rocciosi. Su terrazze e balconi è spesso utilizzata in vasi appesi per il caratteristico e molto decorativo aspetto ricadente.
hybrida
Note Esistono specie perenni, nane e tappezzanti che si utilizzano spesso per giardini rocciosi in zone temperato calde.
ADATTABILITÀ Pianta adatta a climi temperati,
non resiste agli inverni rigidi. Preferisce posizioni in pieno sole e temperatura alta e costante. Nelle regioni settentrionali deve essere trapiantata alla fine dell’epoca delle gelate tardive. Si adatta a qualsiasi terreno purché ben concimato. ESIGENZE Si semina in semenzaio sottovetro a febbraio-marzo. Non presenta particolari problemi di coltivazione. Teme molto i ristagni d’acqua per cui l’irrigazione deve essere frequente, ma non abbondante.
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VIOLA DEL PENSIERO v ioLa
sp .
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI
Note
Perenne a coltivazione annuale, non supera i 25 cm di altezza. I fiori sono singoli, numerosi, anche di grosse dimensioni e compaiono all’inizio della primavera; l’antesi si prolunga fino al sopraggiungere dei primi caldi. Forma cespuglietti di foglie verde intenso, con margine dentato o lobato. COLORE Fiori in genere bicolori, con cuore scuro e corolla variabile. Molti gli assortimenti di colore. USO Fin dall’inizio della primavera in aiuole, sui bordi dei vialetti, anche in vaso. Alcune specie a fiore piccolo sono usate in giardini rocciosi e come tappezzanti. ADATTABILITÀ Rustica, fiorisce già a basse temperature. Richiede terreno soffice, sciolto, ma ricco di concime organico. Predilige i punti in ombra o al massimo il mezzo sole: alcune varietà si
Specie tipiche da sottobosco: la viola mammola (V. odorata), di colore violetto o bianco e molto profumata; V. bicolor con fiori giallo-viola; V. cornuta, di colore viola o bianco, adatta per giardini rocciosi.
adattano anche a posizioni soleggiate. Irrigazioni frequenti, senza ristagni idrici. ESIGENZE Si semina in primavera-estate in semenzaio, si ripicchettano almeno 2 volte le piantine che, a ottobre-novembre, saranno pronte per essere conservate in serra fredda fino al momento della messa a dimora. Per questo è consigliabile acquistare piantine già pronte e fiorite, sistemarle nel terreno immediatamente, a febbraio-marzo o anche, nelle zone a clima mite, in autunno.
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ZINNIA Z innia
CARATTERISTICHE ORNAMENTALI Pianta annuale (esistono anche specie perenni) di varie dimensioni: sono stati selezionati ibridi nani e ultranani (al massimo 15 cm di altezza) e altri che possono raggiungere il metro. I fiori – semplici a margherita, o doppi a pon pon – sono singoli, all’estremità di un più o meno lungo stelo provvisto di foglie. La fioritura, estiva, si protrae fino ai primi freddi. Le foglie sono sessili, ovale-acuminate e verde chiaro; come il fusto sono pelose e ispide. COLORE È una delle specie il cui fiore presenta la maggior variabilità di colori, sempre comunque monocromatico e brillante; in alcuni casi si possono avere petali screziati. USO Per aiuole e bordure, per angoli e macchie multicolori. Spesso usata per fiore reciso e non di rado in vaso per terrazze e balconi. ADATTABILITÀ Predilige posizioni soleggiate e
eLegans
Note Le piogge intense possono danneggiare i petali particolarmente delicati; si riprende comunque velocemente. Eliminare gli steli sfioriti per favorire nuove formazioni a fiore ed evitare che i semi, cadendo sul terreno, infittiscano eccessivamente l’aiuola.
calde e acqua in abbondanza. È molto sensibile al clima: freddo e siccità deprimono lo sviluppo vegetativo del fiore e dell’intera pianta. Non è invece molto esigente sulla qualità e composizione del terreno. ESIGENZE Si semina in letto caldo a marzo e si trapianta a dimora in aprile-maggio. Per una fioritura compatta conviene concimare con fertilizzanti ricchi di fosforo e potassio durante tutto il periodo vegetativo. Le irrigazioni in fioritura devono essere frequenti e abbondanti.
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Glossario Achenio Frutto secco contenente generalmente un solo seme. Tipici acheni sono le ghiande delle querce e i frutti alati di olmi e frassini. Acido, terreno Terreno che esprime valori di pH inferiori a 7 (in una scala che va da 0 a 14). I terreni moderatamente acidi sono generalmente tollerati dalla maggior parte delle piante coltivate. Acidofila, pianta Sinonimo di organismo vegetale che predilige terreni con pH inferiore a 7. Sono piante acidofile le azalee e i rododendri (pH 4-4,5), le ortensie e le conifere in genere. Aghiforme Tipica conformazione delle foglie delle conifere. Sono simili ad aghi più o meno appuntiti e caratterizzate da superfici molto piccole, con una sola nervatura. Albero Individuo vegetale in cui sono facilmente riconoscibili un fusto o una chioma formata da rami. Alcalino, terreno Terreno che esprime valori di pH compresi tra 7 e 14. È alcalino un terreno ricco di calcare. Amento Infiorescenza unisessuale a forma di spiga pendula. Tipici amenti sono i fiori maschili di noce, nocciolo, pioppo… Viene chiamato anche “gattino”. Antesi È sinonimo del termine fioritura. È il fenomeno della schiusa dei boccioli fiorali. Ascella È la zona compresa tra la base del peduncolo fogliare e il ramo su cui lo stesso è inserito. Si parla comunemente di fiori e di gemme ascellari riferendosi a quelli che spuntano in tale zona. Balausta Frutto del melograno. È una bacca caratterizzata internamente da una divisione in setti trasversali. A maturità si apre evidenziando semi carnosi di colore rosso. Branca Indica la ramificazione principale che si diparte dal tronco di una pianta arborea. Brattea Si tratta di una foglia, solitamente modificata, che avvolge gli organi fiorali. So-
no brattee le foglie rosse della stella di Natale (Poinsettia pulcherrima), la spata bianca della calla e dello spatifolium, o quella rossa dell’anturio. Caducifoglio Albero o arbusto che perde le foglie in autunno e trascorre la stagione fredda con i rami nudi. È sinonimo di “spogliante”. Calcareo, terreno Terreno ricco di calcare e ossidi di calcio. Di solito un terreno calcareo è anche alcalino. Capolino Tipica infiorescenza della famiglia delle composite. Molti fiori piccoli e di forma tubulare sono riuniti all’interno del “cuore”, mentre brattee variamente colorate li circondano come una corona (es. margherite, crisantemi, astri, girasoli ecc.). Carota di terra Campione di terra, prelevato con apposito strumento, che permette un’analisi stratigrafica del suolo. Cono v. Pigna. Cordolo Bordo sopraelevato che delimita un’aiuola o un vialetto. Solitamente costituito da calcestruzzo o laterizi. Corimbo Infiorescenza in cui i peduncoli fiorali sono di lunghezza diversa in modo che tutti i singoli fiori si presentino alla stessa altezza formando all’apice dell’infiorescenza una superficie piatta (es. pero). Deiscente Caratteristica di alcuni frutti secchi che a maturità si aprono spontaneamente per far uscire i semi. Disamara Frutto secco indeiscente provvisto di due ali membranose e leggere ognuna delle quali porta un seme. È il tipico frutto dell’acero. Drupa Frutto carnoso contenente un seme avvolto da un nocciolo (endocarpo) legnoso. Esempi classici sono le drupacee: susino, ciliegio, albicocco, pesco. Edule Sinonimo di commestibile. Viene usato per indicare le parti dei vegetali che si utilizzano per l’alimentazione.
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Ermafrodito Specie vegetale (o animale) che presenta nello stesso individuo organi riproduttori maschili e femminili. Fasi fenologiche Insieme degli eventi che avvengono nella vita della pianta: germogliamento, fioritura, allegagione, fruttificazione ecc. Fastigiato Tipico portamento delle specie arboree e arbustive caratterizzato da un angolo particolarmente acuto di inserzione dei rami sul fusto. Questo comporta la formazione di una chioma conica e affusolata (es. pioppo cipressino, cipresso, ecc.). Fissazione È la capacità di captare da parte delle piante (e di alcuni microrganismi) elementi o composti presenti sottoforma gassosa nell’atmosfera (azoto, anidride carbonica). Fotosintesi È la funzione più importante ai fini della vita vegetale. Consiste nella capacità di assorbire (fissare) l’anidride carbonica atmosferica, quella sciolta in acqua e l’acqua, elaborarle e trasformarle in composti organici, in prevalenza carboidrati. Questo fenomeno avviene solo in presenza di luce e clorofilla (pigmento verde che conferisce la colorazione a foglie e giovani germogli). Fungo saprofita Organismo che vive a spese di altri individui morti e in decomposizione. Galbulo Frutto squamoso, conico-tondeggiante, costituito da una serie di membrane coriacee sovrapposte all’interno delle quali si trovano i semi. È tipico del cipresso e della tuja. Giacitura Indica la posizione in cui si trova un terreno: in piano o inclinato. È importante la conoscenza della giacitura di un terreno per gli effetti che può avere sulla produttività e sullo sviluppo dei vegetali. Indeiscente Si dice del frutto, secco o carnoso, che non si apre al momento della maturazione. È un frutto che solitamente contiene uno o pochi semi, che possono germinare dopo la decomposizione (es. noce, noccioli di pesca ecc.)
Infiorescenza L’insieme di più fiori presenti su uno stesso asse inserito sul ramo. Questo asse prende il nome di rachide. Infruttescenza L’insieme di più frutti, uniti in un unico complesso tale da apparire come un frutto unico (es. fico, mora). Lamina Superficie della foglia. Può presentare forma e consistenza diversa. In essa si distinguono le nervature e il bordo, che può essere intero o variamente deformato. Lenticelle Sono formazioni presenti sui fusti e sui rami e servono per garantire lo scambio gassoso tra l’esterno e l’interno della pianta. Sono di forma lenticolare e il numero varia nelle diverse piante e nelle diverse condizioni ambientali. Lobo Parte tondeggiante di un organo vegetale. In genere è riferito alla conformazione dei margini fogliari. Ombrella Infiorescenza caratterizzata da un asse fiorale che porta numerosi fiori i cui peduncoli partono dallo stesso punto e raggiungono la stessa altezza. È semplice quando un peduncolo porta un solo fiore (es. edera), è composta quando ogni peduncolo porta un’altra ombrella (es. finocchio). Pagina fogliare v. Lamina. Palco Identifica le ramificazioni in ordine all’età e alla distanza dal tronco o dalla branca. Pane di terra Porzione di terreno o terriccio localizzato intorno alle radici e così mantenuto per proteggerle nelle fasi di estirpazione dal vivaio e di trapianto. Pannocchia Infiorescenza che presenta un asse principale eretto, sul quale sono inseriti fiori (e successivamente frutti) provvisti di peduncolo di lunghezza decrescente dalla base all’apice (es. serenella o lillà). Pigna L’infiorescenza e poi il frutto di molte conifere. È costituito da squame di forme e grandezze diverse inserite variamente su un unico asse. È sinonimo di strobilo e di cono.
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Pollone Ramo che si sviluppa dalle radici di molte piante arboree e arbustive. È sempre molto vigoroso e robusto. Pruina Patina cerosa di spessore molto limitato che riveste foglie e frutti di molte specie vegetali. Ha la funzione di proteggere i frutti e le foglie dall’evaporazione, dall’eccessiva concentrazione dei succhi, dalla penetrazione di acqua e dai colpi di sole. Pseudofrutto Frutto che non deriva dall’ingrossamento dell’ovario. È sinonimo di falso frutto (es. fragola, mela, pera, pigna ecc.). Racemo Infiorescenza formata da un asse principale pendulo (es. rachide) che porta numerosi fiori peduncolari (es. glicine, maggiociondolo). È sinonimo di grappolo. Resta (o arista) Prolungamento rigido e filiforme della punta della parte esterna (glumella) del fiore di alcune graminacee (es. orzo, avena, frumento). Ripicchettamento Tecnica vivaistica che consiste nel trapiantare giovani pianticelle una o più volte in spazi sempre più grandi. Ciò consente un migliore sviluppo radicale e di conseguenza una miglior crescita della vegetazione. Rizoma Fusto sotterraneo o strisciante in superficie considerato organo di riserva e utilizzato per la riproduzione agamica perché porta gemme e radici. Samara Frutto secco indeiscente munito di un appendice leggera e alata che permette una migliore disseminazione a opera del vento. Contiene un solo seme. Scerbatura Operazione manuale con la quale si eliminano le erbe infestanti da una superficie coltivata. Sciolto, terreno Terreno caratterizzato dalla presenza di particelle di dimensioni abbastanza grosse (sabbia, ghiaia, ciotoli). Questo comporta
la presenza di numerosi spazi vuoti (macropori) che determinano un rapido sgrondo delle acque. Scudetto In entomologia rappresenta lo strato ceroso a forma di scudo che ricopre, proteggendole, il corpo delle cocciniglie. Semenzaio Contenitore o piccolo appezzamento di terreno destinato alla semina fitta di ortaggi o piante annuali per ottenere piantine da trapiantare o ripicchettare. Sempreverde Termine che identifica quelle specie arboree e arbustive che presentano foglie anche nella stagione invernale. Il ricambio avviene quando sulla pianta è già presente la nuova vegetazione. Sgrondo Passaggio rapido dell’acqua attraverso il terreno che evita dannosi ristagni idrici. Stami Organi riproduttivi maschili dei fiori. Presentano due parti essenziali: il filamento (organo di sostegno) e le antere contenenti il polline. Stomi Microscopiche aperture presenti in tutti gli organi verdi e in particolare sulla pagina inferiore delle foglie. Hanno la funzione di mettere in comunicazione i tessuti interni con l’atmosfera esterna. Si aprono e si chiudono in funzione del clima (che ne determina anche il numero). Strobilo v. Pigna. Termofilo Indica la capacità di vivere a temperature più elevate rispetto alla media degli organismi viventi. Letteralmente il termine significa “amico del caldo”. Tomentoso Organo vegetale (foglia, fusto, frutto) provvisto di spessa e folta peluria con funzione protettiva. Trofico Aggettivo che identifica lo stato di nutrizione di un organismo nel suo complesso o nei diversi organi. Xerofitica Si dice di pianta che sopporta bene la siccità ed è strutturata per vivere in ambienti estremamente aridi.
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Indice delle piante I numeri di pagina in nero si riferiscono alla scheda di trattazione specifica, quelli in corsivo a didascalie non presenti nella scheda di trattazione abete 6, 47, 48, 50, 51, 50, 51, 58, 53 - argentato (Picea pungens var. Kosteri) 79 - bianco (Abies alba) 85-86, 114 - del Caucaso (Abies nord manniana) 79 - del Colorado (Abies concolor) 79 - delle Montagne Rocciose (Picea pungens) 20 - di Spagna (Abies pinsapo) 79 - greco (Abies cephalonica) 79 - nobile (Abies procera) 79 - rosso (Picea excelsa) 81 Abies 78 - alba v. abete bianco - balsamea 79 - cephalonica v. abete greco - concolor v. abete del Colorado - nordmanniana v. abete del Caucaso - pinsapo v. abete di Spagna - procera v. abete nobile Acacia 47, 48, 49 - dealbata v. mimosa - retinoides 96 acacia di Costantinopoli v. albizzia - rosa (Robinia hyspida) 145 Acer 111 - japonicum 114 - negundo v. acero americano - palmatum v. acero del Giappone - rubrum v. acero rosso - saccharinum v. acero bianco acero (Acer sp.) 17, 34, 40, 41, 46, 65, 75, 91 - americano (Acer negundo) 110-111
- bianco (Acer saccharinum) 112 - campestre (Acer campestris) 115 - del Giappone (Acer palmatum) 17, 34, 41, 42, 44, 45, 46, 53, 114 - negundo v. acero americano - rosso (Acer rubrum) 43, 50, 53, 115 achillea (Achillea sp.) 41, 43, 248 Achillea 248 - filipendulina 248 - millefolium 248 - tarmica 248 - tomentosa 64 aconito (Aconitum sp.) 74 agapanto (Agapantus orientalis) 48, 53, 249 Agapantus orientalis v. agapanto agave (Agave sp.) 15 agerato (Ageratum houstonianum) 45, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 250 Ageratum houstonianum v. agerato agrifoglio (Ilex sp.) 16, 20, 20, 34, 41, 42, 43, 44, 46, 51, 192-193 agrostide (Agrostis sp.) 61 Agrostis 62 - alba 61 - palustris 61 - stolonifera 61 - tenuis 61 Ajuga reptans 64 albero dei rosari (Melia azedarach) 47, 48, 49, 118 - della morte v. tasso
- di Giuda (Cercis siliquastrum) 15, 19, 20, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 65, 116 albicocco (Prunus armeniaca) 53 albizzia (Albizzia julibrissin) 15, 20, 20, 44, 45, 46, 52, 65, 120-121 Albizzia julibrissin v. albizzia alisso (Alyssum sp.) 15, 41, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 251 alloro (Laurus nobilis) 12, 15, 47, 48, 49, 194 aloe (Aloe sp.) 15 Alyssum 251 - argenteum 251 - maritimum 251 - procumbens 251 anemone (Anemone coronaria) 53, 252 Anemone apennina 252 - coronaria v. anemone - fulgens 252 - japonica 252 Antirrhinum majus v. bocca di leone - pumila 257 aquilegia (Aquilegia vulgaris) 53, 253 Aquilegia chrysantha 253 - hybrida 253 - vulgaris v. aquilegia Arabis alpina 64 araucaria (Araucaria araucana = A. imbricata) 44, 45, 47, 48, 82 Aster 254 - novi-belgii 64 astro (Aster sp.) 41,42, 43, 73, 254
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aubrezia (Aubretia deltoidea) 255 aucuba (Aucuba japonica) 20, 41, 42, 47, 48, 49, 51, 196 Aucuba japonica v. aucuba azalea (Rhododendron sp.) 12, 15, 16, 17, 40, 41, 42, 43, 44, 46, 50, 52, 53, 69, 154 azzeruolo (Crataegus azarolus) 198 begliuomini (Impatiens balsamina) 43, 284 Begonia semperflorens v. begonietta begonietta (Begonia semperflorens) 42, 43, 44, 45, 46, 48, 50, 73, 256, 256 Betula alba v. betulla bianca - pendula v. betulla bianca - verrucosa v. betulla bianca - pubescens 123 betulla (Betula sp.) 16, 34, 41, 42, 43, 65, 75, 123, 138 - argentata v. betulla bianca - bianca (Betula alba = B. pendula = B. verrucosa) 20, 121-122 biancospino (Crataegus oxyacantha) 163, 198-199 bignonia (Campsis radicans) 40, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 51, 52, 53, 226 bocca di leone (Antirrhinum majus) 257 bosso (Buxus sempervirens) 12, 12, 20, 44, 51, 200-201 Bougainvillea glabra v. buganvillea - spectabilis 227
bucaneve (Galanthus nivalis) 47, 48, 49, 53, 258 buganvillea (Bougainvillea glabra) 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 58, 227 Buxus sempervirens v. bosso calendula (Calendula officinalis) 48, 50, 73, 259 calicanto (Calycanthus praecox) 17, 53, 156 - estivo (Calycanthus floridus) 40, 44, 156 calla (Zantedeschia aethiopica) 44, 50, 53, 260 Calycanthus floridus v. calicanto estivo - praecox v. calicanto Camelia 158, 159 - japonica 159 - reticulata 159 - sinensis 159 - × williamsii 159 camelia (Camelia sp.) 15, 16, 40, 53, 69, 158-159 Campsis grandiflora 227 - radicans v. bignonia - × tagliabuana 227 caprifoglio (Lonicera caprifolium) 17, 44, 46, 229-230 carpino bianco (Carpinus betulus) 20, 41, 42, 43, 44, 45, 65, 124-125 Carpinus betulus v. carpino bianco castagno (Castanea sativa) 42 cedro (Cedrus sp.) 16, 34, 44, 45, 101 - dell’Atlante (Cedrus atlantica) 34, 47, 83, 84
- deodara (Cedrus deodara) 41, 42, 85 Cedrus atlantica v. cedro dell’Atlante - deodara v. cedro deodara celosia (Celosia argentea) 50, 51, 52, 261 Celosia argentea v. celosia Ceratostigma plumbaginoides 64 Cercis siliquastrum v. albero di Giuda cerro (Quercus cerri) 143 Cersatium tomentosum 64 Chaenomeles japonica v. cotogno da fiore - speciosa 160 Chamaecyparis 41, 42, 51 - lawsoniana v. cipresso di Lawson - nootkatensis 88 - obtusa 88 - pisifera 88 Chamaerops humilis 15 Cheirantus 73 Chrysantemum 266 ciclamino (Cyclamen neapolitanum) 41, 42, 53, 73, 74, 174, 262 ciliegio da fiore (Prunus sp.) 19, 40 cineraria (Cineraria maritima) 42, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 73, 263, 263 Cineraria maritima v. cineraria cipresso 12, 15, 16, 47, 48, 52, 85, 88, 109 - calvo (Taxodium distichum) 44 cipresso comune (Cupressus sempervirens) 85-87
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cipresso di Lawson (Chamaecyparis lawsoniana) 41, 42, 43, 44, 45, 46, 52, 71, 88 clematide (Clematis sp.) 17, 40, 44, 45, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 231-232 Clematis 231-232 - alpina 232 - montana 232 - viticella 232 convallaria (Convallaria japonica) 265 colchico (Colchicum sp.) 17, 73, 74 coleus (Coleus blumei) 42, 43, 45, 46, 48, 50, 51, 52, 73, 264 Coleus blumei v. coleus Convallaria majalis v. mughetto corbezzolo (Arbutus unedo) 15 Cornus 16, 34 Corylus avellana v. nocciolo - colurme v. nocciolo di Costantinopoli - maxima 217, 218 cotogno da fiore (Cydonia japonica = Chaenomeles japonica) 20, 44, 160 cotoneaster (Cotoneaster horizontalis) 162-163 Cotoneaster 40, 41, 42, 43, 45, 46, 50, 51, 53 - conspicuus 163 - dammeri 163 - horizontalis v. cotoneaster - microphyllus 163 - rotundifolius 163 - salicifolius 163, 163 - × watereri 163 Crataegus 13, 16, 17, 41, 43, 46, 47, 48, 49, 51, 199 - azarolus v. azzeruolo - crus-galli 198
- laevigata 198, 198 - oxyacantha v. biancospino - prunifolia 198 - × lavallei 198 criptomeria nana (Cryptomeria japonica) 50, 164 crisantemo (Chrysanthemum sp.) 266 croco (Crocus sp.) 16, 41, 47, 48, 49, 53, 73, 74, 267 Crocus 267 Cryptomeria japonica v. criptomeria nana Cupressocyparis × leylandii 86 Cupressus arizonica 85, 86 - glabra 86 - macrocarpa 86 - sempervirens v. cipresso Cyclamen neapolitanum v. ciclamino Cydonia japonica v. cotogno da fiore - × superba 160 Cynodon 62 - dactylon 61 Cytisus 132 - battandieri 170 - scoparius v. ginestra dei carbonai - × praecox 170 Dahlia 268 dalia (Dahlia sp.) 42, 44, 45, 268 delfinio (Delphinium sp.) 269 Delphinium 269 - ajiacis 269 - consolida 269 - elatum 269 Dianthus 275 - barbatus 275 - chinensis 275 Dichondra repens 61 edera 43, 58, 64
eleagno (Eleagnus angustifolia) 45, 47, 48, 49, 202-203 - macrophylla 203 - pungens 202, 203, 203 - umbellata 203 - × ebbingei 202, 203 elleboro o rosa di Natale (Helleborus niger) 270 emerocallide (Hemerocallis aurantiaca) 53, 270 Epimedium 64 erica (Erica sp.) 16, 271 Erica carnea 64 - vulgaris 64 Eriobotrya japonica v. nespolo del Giappone Eschscholtzia californica v.escolzia escolzia (Eschscholtzia californica) 21, 46, 73, 272 eucalipto (Eucalyptus globulus) 15, 20, 47, 48, 90-91 - rosso (Eucalyptus camaldulensis) 90 - cinerea 91 - citriodora 91 - crucis 91 - globulus v. eucalipto - gunnii 91 - niphophila 91 - populifolia 91 Eucalyptus camaldulensis v. eucalipto rosso Euonymus alatus 204 - fortunei 204 - japonicus v. evonimo evonimo (Euonymus japonicus) 16, 45, 47, 48, 49, 179, 204-205 faggio (Fagus sylvatica) 16, 20, 34, 41, 42, 43, 44, 45, 50, 65, 126-127 Fagus sylvatica v. faggio falsa acacia v. robinia falso gelsomino 207
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farnia (Quercus robur) 143, 143 Festuca arundinacea 61 - pratensis 61 - rubra 61 fico (Ficus carica) 15 fico d’India (Opuntia ficus-indica) 15 fiordaliso (Centaurea cyanus) 44, 45 fior d’angelo (Philadelphus inodorus) 17, 41, 45, 46, 165 fiore di vetro (Impatiens walleriana) 41, 42, 284 flox (Phlox sp.) 48, 273 fotinia (Photinia fraseri) 206 forsizia (Forsythia viridissima) 17, 19, 40, 41, 45, 167 Forsythia 167 - suspensa 167 - viridissima v. forsizia - × intermedia 167 frassino (Fraxinus sp.) 43, 110 Freesia 274 fresia (Freesia sp.) 49, 51, 52, 74, 274 fucsia (Fuchsia sp.) 51, 52 fritillaria (Fritillaria sp.) 74 Galanthus nivalis v. bucaneve garofanino da bordura (Dianthus sp.) 41, 43, 46, 47, 48, 49, 174, 275 gazania (Gazania splendens) 46, 47, 48, 49, 51, 52, 276 Gazania splendens v. gazania gelsomino (Jasminum sp.) 19, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53 - bianco (Jasminum officinale) 234 - cinese (Rynchospermum) 207 - d’inverno (Jasminum nudiflorum) 17, 41, 42, 46, 234 geranio (Pelargonium sp.) 42, 47, 48, 49, 73, 277
- zonato (Pelargonium zonale) 277 - edera (Pelargonium peltatum) 16, 51, 52, 277 - parigino v. geranio edera Geranium sanguinum 64 giacinto (Hyacinthus orientalis) 16, 50, 51, 52, 53, 74, 278 giglio (Lilium sp.) 16, 44, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 74, 279 ginepro (Juniperus communis) 41, 53, 71, 168-169 - rosso 15, 47, 48, 49 ginestra 15, 34, 40 - dei carbonai (Cytisus scoparius) 20, 44, 46, 47, 48, 49, 52, 170 ginco (Ginkgo biloba) 17, 20, 44, 45, 128 Ginkgo biloba v. ginco gipsofila (Gypsophila sp.) 46, 280 girasole (Helianthus annuus) 281 giunchiglia (Narcissus jonquilla) 291 gladiolo (Gladiolus sp.) 282 Gladiolus 282 glicine (Wisteria sinensis) 12, 17, 40, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 235 Globularia cardifolia 64 Gypsophila 280 - aretioides 280 - elegans 280 - paniculata 280 Hedera 64 Helianthus annuus v. girasole - tuberosa v. topinambur 281 Helleborus niger v. elleboro o rosa di Natale Hemerocallis aurantica v. emerocallide Hibiscus 208 - coccineus 209
- militaris 209 - palustris 209 - rosa-sinensis 209 - syriacus 209 Hyacinthus orientalis v. giacinto Hydrangea macrophylla v. ortensia - paniculata 181 - petiolaris 181 - quercifolia 181 - sargentiana arbustiva 181 - villosa arbustiva 181 Hypericum 64, 237 - calicinum 237 - patulum 237 - × rowallane 237 iberis (Iberis sempervirens) 283 ibisco (Hibiscus sp.) 44, 45, 53, 208 Ilex 192, 193 - aquifolium 193 - crenata 193 - × altaclarensis 193 Impatiens 284 - balsamina v. begliuomini - holstii 285 - walleriana v. fiore di vetro impaziens (Impatiens sp.) 73, 284 iperico (Hypericum sp.) 41, 45, 50, 53, 237 ippocastano (Aeusculus hippocastanum) 34 iris (Iris sp.) 41, 44, 74, 285 Iris 285 - kaempferi 285 - levigata 285 - versicolor 285 Jasminum grandiflorum 234 - nudiflorum v. gelsomino d’inverno - officinale v. gelsomino bianco
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- polyanthum 234 - primulinum 234 Juniperus chinensis 169 - communis v. ginepro - horizontalis 169 - oxycedrus 15, 169 - phoenicea 15, 169 - sabina 169 - squamata 169, 169 - × media 169 kerria (Kerria japonica) 16, 44, 45, 46, 51, 53, 171 Kerria japonica v. kerria kiwi (Actinidia sinensis) 58 Laburnum 40, 132 - alpinum 131 - anagyroides v. maggiociondolo - × watereri 132 lagerstroemia (Lagerstroemia indica) 46, 47, 48, 49, 172-173 Lagerstroemia 15 - indica v. lagerstroemia - indica rubra 173 - rosea 173 - violacea 173 lampone (Rubus idaeus) 44 lantana (Lantana camara) 15, 45, 46, 47, 48, 49, 51, 174, 286 Lantana camara v. lantana larice (Larix sp.) 16, 17, 42 lauroceraso (Prunus laurocerasus) 40, 41, 43, 44, 45, 46, 50, 51, 210-211 Laurus nobilis v. alloro lavanda (Lavandula spica) 15, 17, 20, 44, 45, 47, 48, 49, 52, 175 Lavandula angustifolia 175 - spica v. lavanda - stoechas 175, 175 - vera 175
leccio (Quercus ilex) 12, 15, 20, 47, 92, 142 lentisco (Pistacia lentiscus) 15, 47, 48, 49 ligustro (Ligustrum sp.) 12, 12, 20 40, 43, 45, 46, 50, 51, 212-213 Ligustrum 176, 211 - lucidum 176, 211 - ovalifolium 211 - vulgare 211, 211 Lilium 279 - bulbiferum 279 - candidum 279 - cernuum 279 - tigrinum 279 lillà v. serenella Lippia 64 - repens 61 liquidambar (Liquidambar styraciflua) 17, 34, 41, 42, 43, 65, 129 Liquidambar styraciflua v. liquidambar lobelia (Lobelia erinus) 44, 287 Lobelia cardinalis 287 - erinus v. lobelia - fulgens 287 - holstii 287 loietto (Lolium sp.) 61 Lolium italicum 61 - perenne 61 Lonicera caprifolium v. caprifoglio - japonica 230 - periclymenum 230 - sempervirens 230 - × brownii 230 - × heckrottii 230 - × telmanniana 230 lupino (Lupinus polyphyllus) 44, 47, 48, 49, 288 Lupinus polyphyllus v. lupino maggiociondolo (Laburnum anagyroides) 17, 17, 19, 40,
44, 51, 131-132 magnolia (Magnolia sp.) 41, 43, 46, 48, 52, - bianca (Magnolia grandiflora) 44, 45, 47, 48, 94-95 - giapponese (Magnolia hypoleuca) 95 Magnolia denudata 95 - grandiflora v. magnolia bianca - hypoleuca v. magnolia giapponese - liliflora 95 - soulangeana 50, 95 - stellata 41, 51, 95 - tripetala 95 - wilsonii 95 Mahonia aquifolium v. maonia - japonica 215 - lomariifolia 215 - pinnata 215 Malus 133 - coronaria 135 - floribunda v. melo da fiore - halliana 135 - sargentii 135 - × lemoinei 135 - × purpurea 135 - × scheideckeri 135 - yellow siberiana 135 mandorlo (Prunus communis) 15 maonia (Mahonia aquifolium) 16, 17, 20, 40, 41, 42, 44, 45, 46, 51, 214 margheritina (Bellis perennis) 56 Melia azedarach v. albero dei rosari melo (Malus sp.) 53, 95 - da fiore (Malus floribunda) 17, 42, 43, 44, 45, 47, 48, 49, 52, 160, 133-135 melograno (Punica granatum) 47, 48, 49, 53, 176 Mentha requienii 64
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Mespilus germanica v. nespolo comune mimosa (Acacia dealbata) 15, 47, 48, 49, 52, 65, 96 Mimosa pudica 96 mirto (Myrtus communis) 12, 15, 47, 48, 49 mughetto (Convallaria majalis) 16, 40, 53, 289 muscari (Muscari sp.) 16, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 74, 290 Myosotis v. non ti scordar di me nandina (Nandina domestica) 216 narciso (Narcissus sp.) 16, 41, 44, 50, 51, 52, 74, 291 Narcissus 291 - jonquilla 291 - triandus albus 291 Nepeta mussinii 64 nerina (Nerine sp.) 74 Nerium oleander v. oleandro nespolo 47, 48, 49 - comune (Mespilus germanica) 99 - del Giappone (Eriobotrya japonica) 98 nocciolo (Corylus avellana) 41, 42, 43, 44, 45, 46, 69, 110, 217-218 - di Costantinopoli (Corylus colurme) 218 non ti scordar dime (Myosotis spp.) 292 oleandro (Nerium oleander) 15, 20, 47, 48, 49, 178-179 olivo (Olea europea) 15, 47, 48, 49, 179 ontano (Alnus sp.) 110 orchidea terrestre 40 ortensia (Hydrangea macrophylla) 12, 41, 44, 45, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 69, 180-181
Pachysandra terminalis 64 Paeonia lutea 184 - suffruticosa v. peonia arborea palla di neve (Viburnum opulus) 182-183 palma 15, 17, 47, 48, 179 papavero (Papaver spp.) 293 Parthenocissus henryana 240 - himalayana 240 - quinquefolia v. vite del Canada - tricuspidata v. vite americana Paspalum 61 passiflora (Passiflora coerulea) 44, 45, 46, 238 Passiflora coerulea v. passiflora - quadrangularis 238 - racemosa 238 - umbellatica 238 paulonia (Paulownia tomentosa) 44, 45, 136 Paulownia tomentosa v. paulonia peccio v. abete rosso Pelargonium 277 - zonale v. geranio zonato - peltatum v. geranio edera peonia (Paeonia sp.) 12, 17, 19 - arborea (Paeonia suffruticosa) 41, 43, 44, 53, 184 - erbacea 53 Permisetum 61 pero (Pyrus communis) 53, 95 pervinca (Vinca sp.) 44, 50, 53, 294 pesco (Prunus persica) 53 petunia (Petunia sp.) 16, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 73, 295 Photinia 206 - red robin 206 - pink marble® 206 - Birmingham 206 - Robusta 206
Philadelphus coronarius 165 - inodorus v. fior d’angelo - limonei 165 - virginalis 165 Phleum pratense 61 Phlox 231 - drummondii 273 - paniculata 273 - subulata 273 Phoenix canariensis 15 Picea 78 - excelsa v. abete rosso - pungens v. abete delle Montagne Rocciose pino 16, 50, 51, 100, 101, 102, 105 - austriaco v. pino nero - bianco del Giappone (Pinus parviflora) 104 - cembro (Pinus cembra) 44, 45, 100 - d’Aleppo (Pinus halepensis) 104 - da pinoli (Pinus pinea) 15, 47, 48, 104 - del Cile v. araucaria - dell’Himalaya (Pinus wallichiana) 44, 45, 101 - di Scozia v. pino silvestre - marittimo (Pinus pinaster) 15, 47, 48, 101 - montano v. pino mugo - mugo (Pinus mugo) 50, 52, 53, 103, 158 - nero (Pinus nigra) 41, 42, 44, 45, 102 - siberiano v. pino cembro - silvestre (Pinus sylvestris) 41, 42, 103 - strobo (Pinus strobus) 41, 42, 44, 105 Pinus - cembra v. pino cembro - halepensis v. pino d’Aleppo - mugo v. pino mugo - nigra v. pino nero
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Indice delle piante
- parviflora v. pino bianco del Giappone - pinaster v. pino marittimo - pinea v. pino da pinoi - pumila 104 - strobus v. pino strobo - sylvestris v. pino silvestre pioppo (Populus sp.) 34, 38, 43, 91, 123, 146, 149 - bianco (Populus alba) 34, 138-139 - grigio (Populus canescens) 138, 139 - tremulo (Populus tremula) 34, 44, 138, 139 piracanta (Pyracantha coccinea) 17, 20, 34, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 48, 51, 219-220 pistacchio (Pistacia vera) 15 pittosporo (Pittosporum tobira) 47, 48, 49, 179, 221-222 Pittosporum tobira v. pittosporo platano (Platanus sp.) 34, 91 Plumbago 64 poa (Poa sp.) 61 Poa pratensis 61 Populus alba v. pioppo bianco - canescens v. pioppo grigio - lasiocarpa 139 - nigra 139 - tremula v. pioppo tremulo portulacca (Portulaca grandiflora) 296 potentilla (Potentilla sp.) 17, 41, 42, 43, 297 Potentilla 297 - ternata 297 primula (Primula veris) 41, 42, 43, 46, 50, 51, 52, 73, 298 Primula obconica 298 - veris v. primula prugnolo (Prunus spinosa) 211
pruno da fiore (Prunus sp.) 17, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 52, 72, 140-141 Prunus 15, 71, 140, 140, 141 - cerasifera 141 - kanzan 141 - laurocerasus v. lauroceraso - padus 141, 211 - shirotae 141 - spinosa v. prugnolo - subhirtella 141 - triloba 141 - × hillieri 141 Punica granatum v. melograno Pyracantha angustifolia 15, 219 - atalantioides 219 - coccinea v. piracanta - crenulata 219 quercia (Quercus sp.) 16, 34, 42, 47, 65 - rossa (Quercus rubra) 17, 34, 41, 142-143 Quercus 143 - cerri v. cerro - coccinea 143 - ilex v. leccio - palustris 143 - petraea v. rovere - piramidalis 143 - pubescens v. roverella - robur v. farnia - rubra v. quercia rossa - suber v. sughera Rhododendron 154, 186 - arboreum 186 - blue diamond 186 - chikor 186 - coccinea speciosa 186 - falconeri 186 - japonica 186 - mollis 186 - ptarmigan 186 - thomsonii 186
ribes (Ribes sp.) 44 robinia (Robinia pseudoacacia) 17, 65, 42, 44, 45, 46, 144145 Robinia hyspida v. acacia rosa - pseudoacacia v. robinia rododendro (Rhododendron sp.) 15, 16, 17, 40, 41, 42, 43, 44, 46, 50, 52, 53, 69, 186 rosa (Rosa sp.) 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 160, 190, 242-246 Rosa 242, 243, 245, 246 - canina 246 - centifolia 246 - gallica 246 - indica 246 - inermis 242 - lutea 246 - multiflora 246 - rugosa 242, 246 - semperflorens 246 - sempervirens 246 rosa di Natale (Helleborus niger) v. elleboro rosmarino (Rosmarinus officinalis) 15, 47, 48, 49, 52 rovere (Quercus petraea) 143 roverella (Quercus pubescens) 143 rovo senza spine (Rubus sp.) 44 rudbekia (Rudbekia sp.) 73, 299 Rhus Typhina v. sommaco americano ruta (Ruta graveolens) 15 Sagina subulata 61, 64 salice (Salix sp.) 34, 34, 43, 44, 45, 123, 139, 146, 149 - bianco (Salix alba) 147, 146 - delle capre v. salicone - piangente (Salix babylonica) 41, 42, 149
Indice delle piante
salicone (Salix caprea) 147 Salix 146 - alba v. salice bianco - babylonica v. salice piangente - caprea v. salicone - dorato 146 - glauco 146 - matsudana 149 - × chrysocoma 149 salvia (Salvia splendens) 34, 41, 46, 47, 49, 51, 52, 73, 300 Salvia officinalis 300 - patens 300 - splendens v. salvia santolina (Santolina chamaecyparissus) 16, 47, 48, 49, 288 Santolina chamaecyparissus v. santolina Saxifraga crassifolia 64 scilla (Scilla sp.) 47, 48, 49, 74 Sedum acre 64 semprevivo (Sempervivum sp.) 42 sequoia 34 serenella (Syringa vulgaris) 40, 41, 50, 51, 189-190 sofora (Sophora japonica) 20, 150-151 sommaco americano (Rhus Typhina) 223 Sophora japonica v. sofora sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) 16, 42, 43 Spiraea 224 - cantoniensis 224 - thunbergii 224 - × arguta 224 - × bumalda 224 - × van houttei 224 spirea (Spiraea sp.) 16, 44, 45, 46, 224 stella alpina (Leontopodium alpinum) 41
Stachys sp. 64 sughera (Quercus suber) 15, 142, 143 Syringa microphylla 190 - vulgaris v. serenella - × josiflexa 190 tagete (Tagetes sp.) 41, 42, 43, 45, 47, 48, 49, 50, 73, 301 Tagetes 301 Tamarix gallica v. tamerice - pentandra 152 - tetrandra 152 tamerice (Tamarix gallica) 15, 34, 46, 47, 48, 49, 52, 152 tasso (Taxus baccata) 16, 41, 42, 43, 45, 50, 52, 106-107 Taxus baccata v. tasso Thuja occidentalis 109 - orientalis v. tuja - plicata 109 Thymus serpyllum 64 tiglio (Tilia sp.) 34 timo (Thymus sp.) 15 topinambur v. Helianthus tuberosa Trifolium repens 61 tuja (Thuja orientalis) 16, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 51, 52, 71, 108-109 Tulipa 302 tulipano (Tulipa sp.) 44, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 74, 302 uva spina (Ribes grossularia uva-spina) 44 Verbena 64 Verbena hybrida v. verbena verbena (Verbena hybrida) 303 veronica (Veronica sp.) 44, 47, 48, 49, 50 Viburnum 15, 17, 40, 47, 48, 49, 51
- davidii 183 - opulus v. palla di neve - × boduantense 183 Vinca minor 64 viola (Viola sp.) 73 - del pensiero (Viola sp.) 304 - mammola (Viola odorata) 304 Viola 41, 42, 43, 47, 48, 49, 304 - bicolor 304 - cornuta 304 - odorata v. viola mammola vite 15, 58 - americana (Parthenocissus tricuspidata) 240 - del Canada (Parthenocissus quinquefolia) 17, 41, 42, 43, 58, 240 Vittadinia triloba 64 Wisteria floribunda 236 - multijuga 236 - sinensis v. glicine - venusta 236 yucca (Yucca gloriosa) 15, 47, 48, 49, 191 Yucca filamentosa 191 - gloriosa v. yucca - recurvifolia 191 Zantedeschia aethiopica v. calla - ellottiana 259 zinnia (Zinnia elegans) 41, 42, 304 Zinnia elegans v. zinnia Zoysia japonica 61
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Indice delle malattie Diamo di seguito elencazione delle pagine in cui sono state trattati crittogame e parassiti delle piante.
afide del cedro 83 - del cipresso 88 - dell’abete rosso 81 - lanigero dei pini 105 - nero 170 - nero del ciliegio 141 antracnosi del faggio 127 Aphis fabae 170 Arge berberidis 215 argide 215 Armillaria mellea 85 Aspidiotus hederae 196
Cossus cossus 147 crisomela del pioppo 139 croste nere dell’acero 115 Cytospora corilicola 218 Diaspis pentagona 137 Epulvinaria hydrangeae 181 Erwinia amylovora 220 Eulecanium corni 145 Euproctis chysorrhoea 125 euprottide 125 evetria v. tortricide del pino
bombice del salice 147 cancro del cipresso 86 - del pesco 203 - delle pomacee 95 carie del legno 85, 91 Ceroplastes sinensis 193 Chermes abietis 81 - viridis 81 cicalina 161 ciclo mega virus v. mosaico del cetriolo Cinara cedri 83 Cinara cupressi 88 cmv v. mosaico del cetriolo cocciniglia - bianca degli agrumi 196 - bianca del pesco 137 - cotonosa degli agrumi 97 - del corniolo 145 - del pino nero 102 - di San José 99 - elmetto 193 - farinosa 222 - mezzo grano di pepe 179 colpo di fuoco 220 Coryneum cardinale 86
Fhloeosinus thujae 109 fillossera della quercia 92 floesino della tuja 109 Fomes gen. 85 fusariosi 174 Fusarium gen. 174 Fusicladium dendriticum 135 fusicocco v. cancro del pesco Fusicoccum gen. 203 Ganoderma lucidum 91 Gloeosporium fagi 127 Hyphantria cunea 130 Icerya purchasi 97 ifantria americana 130 Leucaspis pini 102 Leucoma salicis 147 limantria 113 Limantria dispar 113 mal bianco v. oidio - bianco dell’acero v. oidio dell’acero
- bianco della quercia v. oidio della quercia - del piombo parassitario 230 - dell’esca 195 - dello stacco 218 marciume radicale fibroso 85 - radicale lanoso 205 Melasmia acerina 115 Melasoma populi 139 Meloidogyne gen. 159 meatcalfa 177 Metcalfa pruinosa 177 mosaico del cetriolo 239 mosca bianca 166 Myzus cerasi 141 Nectria galligena 95 nematodi galligeni 159 Neodiprion sertifer 100 oidio 153, 211, 241 - dell’acero 111 - della quercia 143 Oidium gen. 110 - leucoconium 211 - quercinum 143 - tuckeri 241 Oligonycus ununguis 81 Otiorrhynchus rugosostriatus 107 oziorrinco 107 Paranthrene tabaniformis 149 Phylloxera quercus 92 Pineus pini 105 pissode del pino 101 Pissodes notatus 101 piticchia del limone 190 Planococcus citri 222 Polyporus gen. 85
Indice delle malattie
Prays oleae 213 processionaria del pino 104 Pseudomonas syringae 190 Puccinia spp. 245 pulvinaria 181 Quadraspidiotus perniciosus 99 ragna del melo 199 ragnetto delle conifere 78 - rosso 117 Rhytisma acerinum 115 rodilegno giallo 151 - rosso 147 Rosellinia necatrix 205 ruggine 245 Ryacionia euoliana 103
Saissetia oleae 179 saperda 123 Saperda carcharias 123 Septoria ozaleae 155 septoriosi 155 Sphaeropsis malorum 195 Sphaerotheca macularis 152 - pannosa 211 Stephanitis pyri 163 Stereum purpureum 230
tortricide del pino 103 Trialeurodes vaporariorum 166 Typhlocyba gen. 161
tarlo vespa 149 tentredine del pino 100 Tetranychus urticae 117 Thaumetopoea pityocampa 104 ticchiolatura del melo 135 tignola dell’olivo 213 tingide 163
Yponomeuta padellus 199
Uncinula aceris 110 - necator 241 Venturia inaequalis 135 Verticillium gen. 132 verticillosi 132
Zeuzera pyrina 151
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