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Italian Pages 121 [126] Year 1951
STUDI E TESTI ----------------1 5 7 -----------------
ANGELO
MERCATI
DALL’ ARCHIVIO VATICANO I.
UNA CORRISPONDENZA FRA CURIALI DELLA PRIMA METÀ DEL QUATTROCENTO
IL
DIARII DI CONCISTORI DEL PONTIFICATO DI ADRIANO VI
CITTA DEL VATICANO BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA M DCCCCLI
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STUDI
E TESTI
--------------- 1 5 7 ------------------
ANGELO
MERCATI
DALL’ ARCHIVIO VATICANO I.
UNA CORRISPONDENZA FRA CURIALI DELLA PRIMA METÀ DEL QUATTROCENTO
II.
DIARII DI CONCISTORI DEL PONTIFICATO DI ADRIANO VI
CITTÀ DEL VATICANO BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA M DCCCCLI
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Imprimatur : Die 1 Octobris 1951. t P . Ca n i s i u s
van
L ie r d e
Vie. Gen. Civ. Vat.
R istam pa anastatica T ipo-Litografia D in i s.n.c. - M odena 1992
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I. U N A C O R R ISP O N D E N ZA F R A C U R IA LI D E L L A P R IM A M E T À D E L QUATTROCENTO
Le lettere confidenziali fra amici e colleghi di officio hanno su quelle di carattere più o meno ufficiale e su le redatte con in tento prevalentemente letterario i grandi vantaggi della since rità e della fiducia scambievole, che inducono a comunicazioni bene spesso non molto importanti in sé stesse, ma che illuminano molto bene l’indole, gli stati d’animo, le condizioni di vita e le preoccupazioni degli scrittori, aggiungendosi talvolta notizie di natura più generale, che servono a confermare e completare quanto risulta da altre fonti. Tutto questo si verifica anche nelle 47 let tere latine originali1 riunite nei tre numeri 7249, 6459 e 6469 del fondo I n s t r u m e n t a m i s c e l l a n e a 2 nell’Archivio V a ticano, delle quali una (la 25a) è diretta al cardinale Lodovico Fieschi e 39 (cioè 36 delle 37 del n° 7249 e le tre del n° 6459) lo sono a Bartolomeo de Monte : fra queste, 10 sono di J a c o b i n u s d e R u b e i s , a cui poi sono indirizzate le 7 del n° 6469: appartengono agli anni 1407-1413, 1415-1417, 1428-1435, agli ul timi anni, quindi, del deplorevole scisma di Occidente, a quelli del concilio di Costanza ed ai primi dell’altro di Basilea e con modesti personaggi vi compaiono pure individui di notevole im portanza. Dei tre destinatari, il 'Fieschi era della nobile famiglia ge novese ed era stato creato cardinale da Urbano V I il 17 dicem bre 1384 ricevendo la diaconia di S. Adriano, che conservò sem pre; ebbe poi il vescovado di Vercelli (30 luglio 1387) e quello 1 II n° 3 però non è una lettera, ma una dichiarazione di assoluzione da ogni debito. 2 Su questo fondo, che finora (luglio 1951) è salito a numeri 7,729, v. A. M e r c a t i in Q u ellen u n d F o r sc h u n g e n a us Ita lien . A r c h iv e n u n d B ib lio X X V II (1936-37), 135 ss.
th eken ,
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Dall’Archivio Vaticano
di Carpentras (31 ottobre 1406), ma intanto era passato (nel 1405) dall’obbedienza romana di Innocenzo V II all’avignonese di Benedetto X I I I , che abbandonò nel 1409 aderendo al papa pi sano Alessandro V . Sotto Giovanni X X I I I fu nominato legato di Bologna, ove, partito da Roma il 19 ottobre 1412, arrivò il 30 dello stesso mese, avendo come cancelliere il Bartolomeo de M onte3. In seguito andò al concilio di Costanza, dove ebbe segretario Bar tolomeo Guasco, quello delle lettere 26 e 2 7 4, e fu tra gli elet tori di Martino V . Morì in Roma addì 3 aprile 1423 5. Il Fieschi f u i l d o m i n u s c o m m u n i s (n.i 2, 6, 9, 19, 22-24, 26 : d o m i n u s n o s t e r nei n.i 21 e 2 2 ; d o m i n u s m e u s e t t u u s nel n° 27) d’alcuni degli scrittori delle lettere e specialmente del secondo destinatario i l m a g i s t e r Bartolomeo de Monte, che sia come segretario del Fieschi sia come l i t t e r a r u m a p o s t o l i c a r u m s c r i p t o r e a b b r e v i a t o r 6 — tale è il titolo costantemente datogli — era dagli altri considerato m a i o r (n.i 11, 16, 27), segno di posizione alta in Curia, che deve giudi
3 NeH’ Universitaria di Bologna si conserva il registro delle lettere e dei mandati del cardinale durante detta legazione dal 5 novembre 1412 all’8 no vembre 1413 (L. P r a t i , La legazione del cardinale Lod. Fieschi a Bologna, in Archivio storico italiano, serie V, t. X L I [1908], 144-151. « Un altro codice della Biblioteca Universitaria di Bologna, che contiene interessanti docu menti per la vita del Card. Lodovico Fieschi, dal giugno 1394 al 1413, è la Miscellanea n° 694 », nella quale trovansi varie cose relative a persone della nostra corrispondenza: una donazione del Fieschi a maestro Arpino, quello delle lettere 19 e 20, del 22 giugno 1404; il conto dei denari ricevuti e spesi « per me Johannem de Putheo [quello dei nostri numeri 1, 3, 7] pro eundo in Pedemontium, Parisiis et alia loca.... incipiendo die V.ta novembris 1409.... pro.... Card, de F lisco»; «varie lettere originali a Bartolomeo Dal Monte segretario del card. Fieschi scritte da Jacopino de’ Bossi [quello delle nostre lettere], a Bartolomeo de’ Guasti [il Guasco], e ad altri » (ibid. 150, 151). 4 V. presso H. F i n k e , Acta conditi Oonstanciensis, IV, Münster i. W. 1928, 108. B Vedi A . C ia c o n iu s -A . O l d o in d s , Vitae, et ree gestae Pontiflcum etc., II, Bomae 1677, 660 s. e i suoi copiatori L. C a r d e l l a , Memorie storiche de’ cardinali, II, Roma 1793, 302 s. e G. M o r o n i , Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, X X I V , Venezia 1844, 253: per le date C. E u b e L, Hierarchia catholica medii aevi 2, I, Monasterii 1913, 25, 168, 521. Per il suo sigillo riprodotto a tav. V v. P. S e l l a - M.-H. L a u r e n t , I sigilli dell’Archivio Vati cano, I, Città del Vaticano 1937, 38, n° 142: per altro tipo e di lui al tempo della legazione a Bologna, v . ibid., 39, n° 143. 6 Su q u esti uffici v . W. v . H o f m a n n , Forschungen zur Geschichte der kurialen Behörden vom Schisma bis zur Reformation, Bom 1914 (Bibliothek des kgl. preuss. histor. Instituts in Bom, X II e X III), passim.
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I . - U n a corrispondenza f r a cu riali
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carsi ben meritata in considerazione della stima, in cui egli fu tenuto dal cardinale genovese e dal celebre cardinale Zabarella (n.i 17 e 19), degli elogi tributati da un umanista come Bar tolomeo Guasco (n.i 26, 27) e della grande fiducia riposta in lui da tante persone continuatasi per anni e anni. Egli era di Tor tona e nel 1418 erangli già morti il padre Pietro ed i fratelli Lazzarino e Cristoforo 7. Nel 1412 (n° 6) era prevosto di S. Maria di Castello in Genova8, titolo che non gli viene più dato e pertanto
7 Come risulta dalla minuta di una procura per adire eredità paterna, materna e fraterna, redatta in un primo tempo il 15 marzo 1418 «in domo habitationis dicti constituti sita in regione Parionis in via pape » e in un secondo il 25 luglio 1425 « in ecclesia domus sancti Augustini de Urbe or dinis fratrum beremitarum eiusdem sancti, in qua tenetur ad presens can cellarla Romane curie » (Instrumenta miscellanea, n° 4772). È degna di nota l’indicazione del luogo ove al tempo di Martino V risiedeva la cancelleria apostolica. Per il rione di Parione e la via pape v. U. G n o l i , Topografia e toponomastica di Roma medioevale e moderna, Roma 1939, 207, 205. Prima di seguire il Piescbi a Bologna nel 1412, Bartolomeo abitava in Roma » in domo habitationis domini Roberti de Fronzola advocati oonsistorialis » (n° 8), che doveva essere quella del cardinale Fieschi indicata pochi giorni dopo (n.i 9, 10). 8 Antica collegiata, ohe Eugenio IV concesse nel 1441 ai Domeni cani (P. F. K e h k , Italia pontificia, VI 2, Berolini 1914, 293 ss. Nel 1426 ne era canonico anche l’amico Giacomino de Rubeis. — Instr. misceli. n° 5247 è una « informatio super facto de Britania pro B. de Monte » e riguarda la chiesa parrocchiale « de Plevigner », Pluvigner nella diocesi di Vannes in Francia (v. abbó Luco, Pouillé historique de l'ancien diocèse de Vannes2, Vannes 1908, 599-608) da lui «litterarum apostolicarum scri ptor et abbreviator, prepositus ecclesie beate Marie de Castello Januen. » accettata vigore quarundam litterarum apostolicarum in data del 25 maggio dell’anno primo domini nostri pape moderni e di cui (« sous le rapport du tem porei », una « des meilleures du diocèse»: Luco, loc. cit. 599) il suo procu ratore non aveva potuto prendere possesso « impediente quodam Gerardo de Hoya [sarà il « magister artium » ricordato in una bolla di Eugenio IV dell’ 11 marzo 1432 presso IL D e n i f l e - A e . C h a t e l a i n , Chartularium uni versitatis Parisiensis, IV, Parisiis 1897, 539, n° 2409 ?], contro il quale, come contro Bartolomeo, si faceva poi valere la costituzione « qua cavetur, ne aliquis ignorans ydioma patrie possit recipere et retinere in illis partibus ecclesiam parrochialem », ma il de Monte aveva chiesto e ottenuto dispensa come pure per l’incompatibilità di più benefici. Altri tre, Oliverius Salomonis clericus brito galicus ignorans ydioma.... Silvester de Rodham clericus brito britonnas non ignorans ydioma.... et Theobaldus Guibon [che Luco, op. cit., 606, dà come rettore: « 1427. Thébaud Guiho »] qui clericus brito galicus ignorans ydioma, asserit se esse de universitate parisiensi », di che si dubita [ma realmente ai 23 di ottobre 1403 un Teobaldo Guiho « clericus Maclovien. dioc. bacalarius in artibus » figura nel rotolo destinato all’anti papa Benedetto X III: D e n i f l e - C h a t e l a i n , loc. cit., 118, n° 1799] hanno
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egli deve avere abbandonato la carriera propriamente ecclesia stica poiché nell’ottobre del 1431 (n° 33) sono ricordati suoi figli ( f i l i o s v e s t r o s ) . Nel 1416 il de Monte doveva recarsi al concilio di Costanza, ma il cardinale Zabarella lo dissuase per il momento (n° 18). Poiché nei n.i 8-10 l’avvocato concistoriale Eoberto de Pronzola lo appella proprio compare, deve conclu dersi che Bartolomeo tenne a battesimo un figlio (forse la Bian china di n° 9, e v. n.i 38-40) di Roberto, la cui moglie, la c o m a r e di Bartolomeo, dev’essere la Margherita dei n.i 10 e 21. Come il suo padrone cardinale Fieschi egli seguì l’obbedienza pisana e il suo nome si legge in margine alle bolle dei R e g i s t r a l a t e r a n e n s i a di Giovanni X X I I I 9. Il 28 febbraio 1459 Pio II conferì al ferrarese Antonio de Tuscanis suo famigliare l’ufficio d e c o n s u e t i s nella cancelleria apostolica vacante p e r o b i tu m q u o n d a m B a r t h o l o m e i de M o n t e u l t i m i i l l i u s p o s s e s s o r i s 10: s e è i l nostro, bisogna fissarne in quel torno la data di m orte11. Più copiose corrono le notizie sul terzo destinatario delle let tere, Jacobinus de Bubeis (conservo questo cognome, che in ita liano avrà potuto suonare de’ Rossi o Rossi: v. n° 46), il quale in uno degli indirizzi è detto « de Tericula » (n° 45) ed in un al tro «e x dominis Tericule » (n° 46): era dunque un nobile (ed egli stesso nel n° 30 si occupa della propria nobiltà) di Terrugfatto eccezione contro il de Hoya e Teobaldo ha ottenuto una sentenza contro il medesimo « horum omnium inscio dicto B[artholomeo], quia tantummodo nuper fuit, avisatus a dicto procuratore suo, qui nuper venit ad curiam, de aceeptatione et provisione predictis prò eo factis, propter quod non potuit prò se tacere committi causam, nec alias cautelas adhibere prò tutela iuris sui » e perciò « petitur prò eodem B. salubre consilium super premissis ». La lettera del 25 maggio dev’essere dell’anno 1411 (primo di Gio vanni X X III) e allora fin da quella data era prevosto a S. Maria di Castello. — Anche nella procura del 1418 e 1425 ricordata a n. 7 il de Monte è detto elerieus Januensis e sempre secretarius del Fieschi, ma essendo questi morto nel 1423, la titolazione dev’essere giusta per la minuta preparata nel 1418 e perciò anche in quest’anno egli era ancora nella carriera ecclesiastica. 9 Veggansi vari esempi nel voi. VII di H. V. S a u e r l a n d , TJrkunden und Begesten zur Geschichte der Bheinlande aus dem Vatikanischen Archiv
(Publikationen der Gesellschaft tur Rheinische Gesehichtskunde, X X III), Bonn 1913, ai luoghi notati nell’indice a p. 500. 10 Beg. Vatic. t. 472, f. 63' e vedi v o n H o f m a n n , op. cit., I, 46, n. 5. 11 II f. 39 di Instr. misceli. 7249 è una rado rerum, venditarum d. B. de Monte (specialmente vino, anche di quello che seiebat de mofa), che, ricordandovisi Messe per la buona memoria domini Boberti, il de Fronzola, dev’essere della fine del 1412, data della partenza di Bartolomeo da Roma per Bologna (v. n. a n° 21).
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già ( T e r r i c u l a ) in quel di Casal Monferrato, dove nel 1379 incontriamo fra i deputati un Matteo Eubeo e uno Stefano Eubeo e dei Eossi negli anni 1483-1533 12. Aveva un fratello13 Giovanni Bartolomeo canonico di Albenga, al quale rinunziò il diritto che aveva ad una prebenda in Breslavia, concessagli certamente dopo la sua andata in Polonia. Da una supplica14 accolta da Eugenio I Y il 15 febbraio 1432 risulta che egli « de nobili genere procreatus » era stato « familiaris continuus commensalis » del Papa « dum cardinalatus fungeretur honore » 15 (e Giacomino nel n° 33 espri mendo il vivo desiderio di visitare la Curia romana ne dà il mo tivo con « quia scio prò certo » che il novello Papa » erit mihi benignus p r o u t s e m p e r f u i t » e nel 36 può permettersi di far pregare Eugenio I Y perché scriva in suo favore al re di Po lonia), ma non ne sappiamo altro. Ai 23 di gennaio 1426 Gia comino prestò il giuramento consueto relativo all’ufficio conferi togli da Martino Y di c o l l e c t o r i n r e g n o Polonie e t p r o v i n c i a G n e z n e n s i a c c i v i t a t e et d i o c e s i C u l m e n s i 16 ed allora egli era anche canonico di S. Maria di Castello in Genova17, titolo che teneva ancora nel febbraio 1432 quando Eugenio I Y sotto il giorno 12 tornò a nominarlo a quel l ’ufficio 18 ed anche nel 1434 quando nei due esemplari, di ' sua mano, del conto dei denari, che come collettore aveva spediti alla Camera apostolica (in tutto fiorini 7802) dal 28 ottobre 1426 al 17 febbraio 1434, egli scrive: «E go Jacobinus de Eubeis oano12 G. C a s a l i s , Dizionario geografico eco. degli Stati di S. M. il Be di Sardegna, X X , Torino 1850, 847 s.; P . G u a s c o , Dizionario feudale degli an tichi Stati Sardi, III, Pinerolo 1911 (Biblioteca della società storica Subal pina, LVII), 1624. Il sigillo di Giaoomino non porta scritto e presenta uno scudo con un leone: P. S e l l a , I sigilli dell'Archivio Vaticano II, Città del Vaticano 1946, 149, n° 1752, che si riferisce alle nostre lettere. 13 Sarà stato un altro fratello il Pietro Buheus, che si dichiara frater vester e scrive a lui fratri honorando nel n° 46 i se si, non si comprende perché firmandosi aggiunga « condam Matey ». 14 Registrata da R. A r n o l d , Bepertorium germanicum. Begesten aus den päpstlichen Archiven zur Geschichte des deutschen Beichs und seiner Ter ritorien im X IV . und X V. Jahrhundert. Pontifikat Eugens IV ., I, Berlin 1897, 432, n° 2695 ( = Beg. Suppl. t. 275, f . 89). 16 Gabriele Condulmer era stato creato cardinale dallo zio Gregorio X II il 9 maggio 1408 (E u b e l , loc. cit., 31). 16 Diversorum Cameralium t. 3, f. 177'. 17 Di cui era stato prevosto l’amico Bartolomeo de Monte: v. nota 8. 18 V. in A r n o l d , loc. cit., 429, n° 2676 (che è pubblicato integralmente in A . T h e i n e r , Vetera monumenta Poloniae et Lithuaniae, II, Romae 1861, 39 s., n° LIY) e v. anche, ivi, il ricordato n° 2695.
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nicus sancte Marie de Castello Ianuen. » 19, come in un codice bo lognese, in cui sono elenchi di denari da lui ricevuti quale collet tore in Polonia, si legge « pecunie recepte per me Jacobum de Rubeis canon. S. Marie de Castello » 20. Non fu però questo l’unico benefìcio ecclesiastico ottenuto da Giacomino, che anzi egli può an noverarsi fra i non pochi cacciatori di benefìci in quel tempo, ciò che gli procurò parecchi grattacapi, persino nel concilio di Ba silea, che lo turbò benanco nella sua funzione di collettore. Già nel 1431 Eugenio I V gli concedeva l’aspettativa per un canoni cato a GDesen e per un altro a Breslavia21 e nella lettera 45 (set tembre del 1434) egli viene detto prevosto di Fiesole, dignità, della quale non ho trovato altra testimonianza per lui, ma fino dal gennaio 1428 Giacomino, saputo che per la nomina di Sta nislao Ciolek vicecancelliere di Polonia a vescovo di Posen22) 19 Sono alla fine delle lettere a lui dirette in Instr. misceli. n° 6469. — Per gli anni 1426-1428 i pagamenti sono fatti Oddoni de Variis camere apostolice thesaurario (sul quale v. G . G a k a m p i , Saggio di osservazioni sul valore delle antiche monete pontificie, s. 1. et a., Appendice di documenti, 79 s., n. 2 e 102, n. 2; v o n H o f m a n n , op. cit., II, 186; P. M. B a u m g a r t e n , Oddo Polii de Varris de ßenazzano, päpstlicher Schatzmeister, und sein Notar Laurentius Dominici de Botellis, in Histor. Jahrbuch, X X X I [1910], 771-786; come protonotario apostolico comparirà non di rado nel concilio di Basilea agli anni 1434-1437, come può vedersi nei volumi I, III, IV e VI del Concilium Basiliense ed. J. H a l l e r ) ; fino al 31 gennaio 1430 nobili viro Anthonio de Piscia pecuniarum ipsius camere depositario, che fu tale negli anni 14291431 (A. G o t t l o b , A u s der Camera Apostolica, Innsbruck 1889, 111); per il 1431 nobili viro Francisco de Boscollis mercatori fiorentino (che sarà depo sitario dal 1431 al 1436: G o t t l o b , loc. cit.); per 1432-1434 ad Angelo vescovo di Arbe (dal 1428), poi di Parenzo (dal 7 gennaio 1433 alTll aprile 1440 quando fu trasferito a Traù morendo poi nel maggio 1450: E u b e l , loe. cit., 101 e II2, 212, 253) in thesaurariatus officio domini nostri pape locumtenenti (v. an che G a r a m p i , loc. cit., 103, n. 2 di 102) e per manus o honorabilium virorum heredum Veri de Guadagnis et sociorum (tre volte) o nobilis viri Johannis Orlandi procuratoris mei (due volte) o Cosme et Laurencii de Medicis (sette volte, due delle quali coll’Orlandi) o del nostro Bartolomeo de Monte (due volte) o honorabilis viri Bardi Nerii mercatoris fiorentini in Romana curia c ommorantis (una volta) oppure (una volta) venerabilis viri domini Nicolai Gramis canonici Wratislawiensis, col quale, come vedremo, più tardi si metterà in urto. 20 L. F r a t i , Indice dei codici latini conservati nella r. biblioteca univer sitaria di Bologna, in Studi italiani di filologia classica, XVI (1908), 103 ss., pp. 326 s. pel cod. n° 673. V. anche in fine della n. 30. 21 Beg. Vatic. t. 366, f. 10 s. 22 Stanislao venne infatti nominato vescovo il 21 maggio 1428 e mo rirà nel novembre 1437: E u b e l , op. cit., I2, 408; II2, 219; G . S a p p o k , Die Anfänge des Bistums Posen und die Reihe seiner Bischöfe von 968-1498 (Deut schland und der Osten, 6), Leipzig 1937, 134-136. II 16 febbraio 1427 Mar-
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I . - U n a corrispondenza fra cu riali
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verrebbero a vacare la cantoria di Cracovia, un canonicato e prebenda a Posen e parimenti un canonicato e prebenda a W ladislavia23, prega l’amico de Monte d i c o r d i a l i t e r 1 a b o r a r e perché siano conferiti a lui (n° 28). Nel gennaio dell’anno seguente, terminata una contesa con Paolo Siszige scolastico di Cracovia a proposito di un canonicato e prebenda cracoviense (n.i 29, 31), certo dell’imminente morte di Giovanni Stralicz24 prepositus W r a t i s l a v i e n s i s , egli interessa i suoi amici in Curia perché gli ottengano quella prevostura (n° 30 con 31), pronto a rinunciare l ’arcidiaconato i n G l o g o v i a maiori (Grossglogau), che non sappiamo quando l’avesse ottenuto, come ignoriamo la data in cui ebbe la prevostura O p o l i e n s i s (O p peln nella Slesia), che egli ricorda nel n° 31 del 15 gennaio 1429 25. tino V aveva scritto Jacobino de Rubeis in regno Polonie nuntio et collectori nostro contro mene per la promozione del Ciolek alla sede di Posen (Reg. Vatic. t. 359, f. 30, ripetuta a f. 213’). 23 Wladislavia o Wloclawek, detta anche Leslau, non Wratislavia = Breslavia. Giacomino qui scrive chiaramente Wla. mentre tutte le altre volte altrettanto chiaramente Wra. e che realmente si tratti di Breslavia appare dal fatto che egli si trovò poi a questionare per la prepositura Wra tislaviensis con Nicola Gramis, che fuor di dubbio fu prevosto di Breslavia dal 1434 al 1447 (B. H ä r t e l , Die Prälaten des Breslauer Domstiftes bis zum Jahre 1500, in Zeitschrift des Vereins für Geschichte und Alterthum Schlesiens, X X IV [1890], 279-290, p. 281). Nei protocolli del concilio di Basilea si trova una deliberazione del 2 marzo 1436 « super supplicatione domini Nicolai Gramis canonici et prepositi Wratislawiensis petentis quod cum lis in hoc concilio inter eum et quendam Jacobum de Bubeis assertum clericum de et super dieta prepositura.... super qua pro se unam sententiam reportavit et contra dictum Jacobum», nel caso che nessuno dei due vi avesse diritto (Goncilium Basileense cit., IV, 68). Non può quindi accettarsi l’asserzione di W. A l t m a n n (Acta Nicolai Gramis, in Codex diplomaticus Silesiae, XV, Breslau 1890, 13) che « Jacobinus war nicht Propst und Domherrin Breslau, sondern in Leslau ». 24 Deve essere il Giovanni von Strehlen presso G. S c h i n d l e r , Das Breslauer Domkapitel von 1311-1417 (Zur Schlesischen Kirchengeschichte herausgeg. von H . H o f f m a n n , Nr. 33) Breslau 1938, 6 , 356, che f u prevosto d i Breslavia 9 ottobre 1416.-5 marzo 1429; è detto G. Strelin presso C. K u c h e n d o r f , Das Breslauer Kreuzstift in seiner persönlichen Zusammensetzung von der Gründung (1238) bis 1456, Zur Schles. Kirchengesch., Nr. 29), Breslau 1937, 135 s. La prevostura vacò i l 15 agosto 1429, come scrive Gia comino il 26 settembre seguente (n.° 32). 25 Prepositus s. Crucis Oppolien. lo dice Eugenio IV nella concessione f attagli il 16 febbraio 1432 (v. n. 14) e prepositus Oppolien. si dichiara Gia comino nei n.i 29 (27 dicembre 1428), 33 (18 ottobre 1431), 34 (8 dicembre 1433) e prep. ecclesie Oppolien. lo dice il suo procuratore Senftleben nel n.° 42 (20 ottobre 1433) e nel codice 673 dell’ Universitaria di Bologna (v. n. 20) sono Informafiones mei Jacobini de Rubeis prepositi Opolien.
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Morto poi addì 1 febbraio 1432 Tommaso Mas d e c a n u s e c c l e s i e W r a t i s l a v i e n s i s 26, Giacomino, proponendo che non ostassero gli altri benefizi cioè la cantoria di Cracovia, la prevostura di Oppeln e una prebenda di Breslavia, scongiura il de Monte q u a t e n u s t o t i s v i r i b u s l a b o r a r e v e l i t i s perché il Papa gli conferisca con m o t u p r o p r i o detto decanato (n° 35), ma non fu contentato perché per gli anni 1432 e seguenti troviamo altri decani27). Ottenne la prevostura di Bre slavia poiché nel n° 37 (26 agosto 1435) egli si sottoscrive p r e p o s i t u s e t c a n o n i c u s W r a t i s l a v i e n s i s e tale lo dice il 26 marzo 1436 il tesoriere del concilio di Basilea, Matteo del Carretto vescovo d’Alhenga, nominandolo s p e c i a l e m c o l lectorem, c o m m i s s a r i u m , e x q u i s i t o r e nT, r e c e p t o r e m , e x e c u t o r e m per la camera del concilio i n regnis Polonie et Bohemie ac provinciis G n e z n e n s i e t P r a g e n s i 28, ma per essa ebbe a litigare con un competitore, già suo amico ed agente, Nicola Gramis, che un suo procuratore dichiara prevosto e canonico Wratislaviense e collettore c a m e r e sacrosancti Concili i Basil i e n s i s in un documento datato da Breslavia il 9 aprile 143 6 29. Le questioni dei suoi benefizi, specialmente di questa prevostura e della collettoria 30 occupano gran parte delle sue lettere e di
26 Sul quale v. S c h in d l e r , op. cit., 284-286: compare come decano dal 21 ottobre 1427 ed è ricordato come tale l’ultima volta ai 22 di novem bre del 1431, venendo qualificato come già morto il 13 marzo 1432: Gia comino ci fa sapere che la morte cadde il 1° febbraio 1432. 27 V. i nomi dei successori al Mas presso H a r t e l , loc. cit., 283. 28 Presso A l t m a n n , loc. cit., 12 s. 29 Ibid. 11 e v. la nostra nota 23. Anche ai 25 di gennaio 1435 il con cilio la qualifica prevosto di Breslavia: A l t m a n n , 7. 30 Oltre ai documenti ricordati a note 19, 20 e 25 si riferiscono alla collettoria condotta da Giacomino I n s t r . m i s c e l i . n° 4790 (dichiarazione sua relativa a somme’ per « census denarii sancti Petri » e « introitus mediorum fructuum » raccolti in Polonia dal sottocollettore Pietro de Lambruga [che dev’essere il P. de Lamburga o de Cracovia o de Polonia, più volte figurante nel concilio di Costanza: v. l’indice del voi. IV di F i n k e , A d a cit., 958; J. D l u g o s s i H i s t o r i a e p o l o n i c a e l i b r i X I I , Francofurti 1711, 500 del lib. XI, lo ricorda come sollecitatore presso Martino V nel 1427 della nomina del nuovo vescovo di Wloclawek, e nella nuova edizione IV, Cracoviae 1877, 350, è qua lificato collettore della Camera apostolica] « post ultimam rationem nuper Pome factam scilicet de anno millesimo CCCCXXV quintodecimo mensis iunii » fino al 4 aprile 1426) e la dichiarazione della Camera apostolica nell’agosto 1434 di essere debitrice verso il de Rubeis di 965 fiorini a u r i d e c a m e r a ( D i -
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quelle a lui, che vengono illuminate da una bolla di Eugenio IY fatta conoscere da li. Y alois31. I malumori dei basileesi contro il Papa nel 1433 32 trovarono uno sfogo anche nella pretesa « de se substituer pour les recouvrements à la Chambre apostolique. Un collecteur de Pologne [il nostro Giacomino] fut invité par l’évèque d’Albenga, trésorier du concile, à lui rendre ses comptes, et, sur son refus, se vit excommunié, privé de ses benefices » ed Euge nio IV in data di Firenze del 27 ottobre 1434 (si noti che dai n.i 44-46 risulta dall’aprile al settembre 1434 la permanenza in patria di Giacomino, che avrà avuto occasione di presentarsi al Papa) ri volse ai presidenti del Concilio « plaintes amères », il cui risultato, rimasto ignoto al Yalois, può considerarsi la restituzione del de Bubeis fatta dal vescovo tesoriere il 26 marzo 1436. Non deve trascurarsi che dai nostri n.i 41 e 43 (confermati anche da 42) sia il legato del concilio Bernuzzi, sia il tesoriere vescovo d’A l benga, pur procedendo contro di lui, si mostrano deferenti al de Bubeis, col quale erano stati in buona relazione. Non ho trovato notizie su di esso oltre il 1436 ed è pertanto da ritenersi che sia morto in quel torno. Bimettendo alle note che accompagnano le singole lettere per cenni su persone e cose (purtroppo non sono riuscito a tro vare notizie su alcuni individui, che rimangono senza alcuna dilucidazione), dò qui alcune inlormazioni sui principali corri spondenti con Bartolomeo de Monte e Giacomino de Bubeis. Viene in primo luogo Boberto da Fronzola colle sue tre lettere da Parigi del 1412 (n.i 8-10). Fronzola è un luogo in quel di Poppi (Arezzo) 33 e sono tentato a ritenere ch’egli fosse di là e ne prendesse come il nome di famiglia, non di Pavia, dove un Fronzola Boberto insegnò i u r a c a n o n i c a nel 1387-1388 e tenne la lettura del libro sesto e delle Clementine nel 1403-1404 ed è detto,[senza indicarne la fonte, « di nobile casato e molto potente presso i Visconti » e « fu beneficiato in S. Lorenzo d e C a n i -
versorum Cameralium, t. 19, f. 14), deducendone poi (ibid., f. 15) 100 « prò solutione annate canonicatus et prebende ac prepositure Wratislavien. sibi auctoritate apostolica collatorum » : anche qui Giacomino è detto canonico di S. Maria de Castello. 31 Le Pape et le concile, I, Paris 1909, 367. 32 Vedi C.-J. H e f e l e - H . L e c l e r c q , Histoire des conciles, VII 2, Pa ris 1916. 33 E. R e p e t t i , Dizionario geografico fisico storico della Toscana, I I , Firenze 1835, 347.
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b u s 34, che però presso G. Robolini35 è detto anche « Franzola » e « de Fronzulis », mentre nel 1383 si fa il nome di Roberto de Fronzola in un atto di Giovan Galeazzo Visconti36. Il nostro era avvo cato concistoriale37, venendo « receptus ad officium advocationis in Romana curia.... et iuravit » il 7 giugno 13 9 8 38. Addi 6 gen naio 1400 Bonifacio I X concesse un salvacondotto a « Robertus de Fronzula decretorum doctor ac nostri consistorii advocatus » 39, che « pro quibusdam nostris et Romane ecclesie negotiis ad non nullas partes habebit personaliter se conferre ». In seguito R o berto si occupò ripetutamente della spinosa questione dell’unione da ristabilirsi nella Chiesa lacerata dallo scisma. Nel luglio 1405 pubblicò in Genova un t r a c t a t u s a tal fine, conservato in un codice della Nazionale di Parigi, in cui nell’intitolazione R. è an che detto J a n u e n s i s 40, direi per errata deduzione del copi sta dal luogo di pubblicazione41. Un altro suo trattato d e u n i o n e e c c l e s i a e 42 in undici capitoli è in un codice della biblioteca del Capitolo di Magonza 43 ed in un altro della Marciana di Venezia44 e finalmente nel giugno 1409 alla dieta di Francoforte
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Pavia 1878, 19. Presso Z. V o l t a , D e i g r a d i a c c a d e m ic i c o n f e r i t i n e llo « S tu d io g e n e r a le » d i P a v ia so tto il d o m in io v is c o n te o , in A r c h i v i o s t o r i c o L o m b a r d o , serie seconda, anno X VII (1890), 517-584, a p. 533 sotto l ’anno 1389 è notato il D o c t o r a t u s i n j u r e c a n o n i c o u o m
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V 2, Pavia 105 e 116.
36 Bepertorio diplomatico visconteo, II, Milano 1918, 370, n° 3121: « 1383
2 sept. Jo. Galeaz Koberto de Fronzola auctoritatem concedit exhimendi quos libet bannitos Terdone de eorum bannis ut concordia flat inter terdonenses ». 37 Non è noverato in A d v o c a t o r u m s a c r i c o n s i s t o r i i C . C a r t h a k i u s s y l la b u m e x a r a b a t [Roma 1656], né presso O. P. C o n t i , E l e n c o d e i d e f e n s o r e s d e g li a v v o c a t i c o n c is to r ia li, Roma 1905. 38 G. E r l e k , D e r L i b e r c a n c e l l a r i a e a p o s t o l i c a e v o m J a h r e 1 3 8 0 u n d d e r S t ilu s p a l a t ii a b b r e v ia tu s D i e t r i c h s v o n N i e h e im , Leipzig 1888, 211. 39 B e g . V a t i e , t. 316, f. 304: è ricordato in D e u t s c h e B e i c h s t a g s à k t e n , VI, D e u ts c h e B e ic h s ta g s a k te n u n t e r B u p p r e c h t , III, h e r a u s g e g . von J. W e i z s a c k e r , Gotha 1888, 422, n. 1. 40 Vedi W e i z s a c k e r , loc. cit. e K. R. K ò t z s c h k e , B u p r e c h t v o n d e r P f a l z u n d d o s R o n z ì i v o n P i s a , Jena 1889, 44, n. 2. 41 Genovese quindi lo dice V a l o i s , op. cit., I li, 394 e IV, 73. 43 Che il K ò t z s c h k e , loc. cit., fissa nella seconda metà del 1408. 43 Ne diede l’indice V. F. d e G u d e n u s , C o d e x d i p l o m a t i c u s , II, Franco furti et Lipsiae 1747, 610-612. 44 Vedi J. V a l e n t i n e l l i , B i b l i o t h e c a m a n u s c r i p t a a d S . M a r c i V e n e t ia r u m , II, Venetiis 1869, 328, ove il nome dell’autore è dato con « Roberti de Sanctozola ».
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Roberto d e c r e t o r u m d o c t o r et sacri pallacii c o n s i s t o r i a l i s a d v o c a t u s lesse certe sue c o n c l u s i o n e s contro certe note g l o s a s s e u p o s t i l l a s a q u o d a m sine n o m i n e f a b r i c a t a s c o n t r a et s u p r a l i t teras conv ocacionis concilii generalis pro parte sacri c o l l e g i i . . . . emanatas, ad v e r i t a t e m et j u s t i c i a m d i c t o r u m d o m i n o r u m c a r dinalium manifestissime declarandam, cbe, rese di pubblica ragione alla nostra e tà 45, rivelano l’erudizione e l’acutezza dell’ingegno del de Fronzola. Questa sua attività per l’unione spiega la sua presenza a Parigi nel 1412 al seguito, come pare, del legato di Giovanni X X I I I Alemanno Adimari, arcive scovo di Pisa, che nelle lettere del 10 e 25 febbraio 1412 (n.1 8 e 9) egli chiama d o m i n u s m e u s 46. Deve essere morto alla fine di quello stesso anno, poiché penso che il b o n e m e m o r i e d o m i n u s R o b e r t u s , pel quale D. Andrea de Montenigro (n.° 21) sotto il 10 gennaio 1413 dichiara d’aver celebrato le Messe di S. Gregorio 47, sia proprio lui, che non ho più incontrato in documenti posteriori, e la cui vedova Margherita, c o m a r e rispetto a Bartolo meo de Monte, s’era recata con costui a Bologna. Le sue tre lettere in bella e chiara scrittura, non brillano in fatto di latino, ma offrono parecchio di interessante: notizie di famiglia, sulla frequenza delle comunicazioni fra Roma e Parigi, sul caro dei cambii, sulla c a r i s t i a i n t o l l e r a b i l i s v i g e n s R o m e , e specialmente sullo svolgimento della missione Adimari: quella progettata an data in Spagna e segnatamente quelle decisioni dell’università di Parigi « quod omnes cause beneficiales de isto regno tollantur de curia Romana et amplius non litigetur in Urbe et ex nunc fiet su spensio ipsarum in statu quo sunt ut ultra non procedatur, vo lentes quod dominus noster constituat in Avinione vicarium quem volet cum aliquibus auditoribus ut ibi tractentur, alioquin ordi
45 W e i z s à c k e r , loe. cit., 422-444, n° 269. Nel maggio 1409 B. de Fron zola decretorum, doctor.... advocatus venerabilis et egregius doctor nomine et pro parte procuratorum.... era intervenuto al concilio di Pisa: J. W i n c k e , Acta Concilii Pisani, in Bômische Quartalschrift, XLVI (1938), 81-331, pp. 147, 150, 151, 160. 46 SulPAdimari creato cardinale il 6 giugno 1411, che morirà a Tivoli il 17 settembre 1422, v. A. Y o g t in Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques I, Paris 1912, 565 s.; per la sua missione in Francia V a l o i s , op. cit., IV, passim (era arrivato a Parigi il 26 settembre 1410 e ne ripartì nell’autunno 1412 rientrando a Roma il 20 novembre). 47 V. anche la n. 11.
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nabunt quod ordinarii cognoscant », sicché Eoberto prospetta per sé l’eventualità di c o n s t i t u e r e il l a r e m suo i n A v i n i o n e , ove sarebbe una p a t r i a f e r t i l i s , t u t a e t g a u d i o s a , alla quale invita anche il de Monte, sono particolari in sostanza nuovi e dei quali deve tenersi conto anche se in parte si trattasse più di voci che di realtà. Come un fratello carissimo è trattato Bartolomeo de Monte dallo scrittore dei n.i 38-40, Simone da Teramo, della famiglia Belli o de Lellis, dalla quale deriverà il santo istitutore dei Ministri de gli infermi, Camillo. Argomento delle lettere è la passione che una vedova con figlie ( f i l i a b u s scandalosum, pie memorie eiusque reliquiarum causa dectract i v u m: n° 39) aveva concepita per lui, che da Eoma, ove l’aveva conosciuta se l ’era vista arrivare a Costanza mettendolo in grande imbarazzo (« non memini mihi aliquid tam obvenisse molestum sicut fuit suus huc adventus honorem suum et meum diligenter circumspiciens »). Egli la chiama d o m i n a M . e mi sorge il sospetto che sia la Margherita vedova di Eoberto di Fronzola. Ad ogni modo Simone, che fu anche in trattative per andare al ser vizio del re di Polonia, pur' confessando di non essere del tutto innocente, proclama di essersi comportato correttamente e rivendica la sua libertà intendendo seguire la carriera ecclesiastica, (n° 38). Simone è persona abbastanza nota, ile ha scritto il Palma traendo da storici predecessori4 *48 e più recentemente il Savini49, sfuggendo 6 però a tutti le relazioni che il Lelli ebbe col famoso Poggio Brac ciolini, che lo dice « vir doctissimus, et mei amantissimus » 50 ed al quale diresse da Eoma una lettera per giustificarsi di incolpazioni fattegli contro verità », « nam cum agitur de tuenda fama, de con servando honore, de infamia propulsanda, nemini parcendum est » 51. È giusta certamente la cronologia data dal TonelJi alle lettere poggiane, che ci presentano Simone collector o qiiaestor in Inghilterra nel 1420 e 1421 52 come provano i documenti
46 N. P a l m a , c e s i
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in A r c h i v i o s t o r . i t a l . cit., L X X II (1914), 114-125: v. i varii documenti vaticani che lo riguardano per gli anni 1422-1423 e 1437 pubbli cati dallo stesso S a v i n i in S e p t e m d i o e c e s e s A p r u t i e n s e s m e d i i a e v i i n V a t i c a n o ta b u la r io , Romae, 1912. 50 T h . d e T o n e l l i s , P o g g i i e p i s t o l a e , I, Florentiae 1832, 67. 51 Ibid., 105-107. 52 Ibid., 48 ss., 51, 52, 55, 58, 67.
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della stessa missione affidatagli da Martino Y illustrata dal Sa vini, che però finì malamente col fatto reso noto soltanto dopo le pubblicazioni del Savini, che il Lelli «ipsum officium deseruit atque discessit ac loca petiit sue congruentia voluntati, nulla hactenus de levatis gestis et administratis in dicta Camera prestita racione immo verius bona et iura dicte Camere contra iusiurandum et contra legalitatem fidelium Oflfitialium usurpavit hacte nus ac detinet usurpata in anime sue periculum et Camere predicte preiudicium non modicum pariter et gravamen », come si esprime Benedetto Guidalotti chierico della Camera apostolica il 28 luglio 1425 dando commissione « de mandato domini nostri pape, super hoc nobis facto oraculo vive vocis » al successore in quella carica di Simone, Giovanni de Opitzis, di provvedere in proposito53. Nel maggio precedente era corsa voce che Simone aveva contratto matrimonio « cum quadam muliere per verba legiptime de presenti », derivandone una supplica al Papa relativa mente alla chiesa parrocchiale di Mezzacorona, diocesi di Trento, di cui Simone pretendeva le entrate54. Qui il Lelli è appellato « advocatus consistorialis », come già da Martino Y nel nominarlo (6 settembre 1420) «nuncium apostolicum ac in regno Anglie et in singulis eiusdem regni civitatibus et diocesibus generalem fruc tuum, reddituum, proventuum, censuum et aliorum iurium nobis, ecclesie Romane et Camere apostolice debitorum55 et debendorum nostrum et sedis apostolice collectorem et receptorem » 56 e come è ricordato al tempo del concilio di Costanza57, dalla quale città 53 Presso E. W a l s e r , Poggius Florentinus. Leben und Werke (Bei träge zur Kulturgeschichte des Mittelalters und der Renaissance herausgeg. von W. GtOe t z , 14), Leipzig-Berlin 1914, 336 s., n° 22, Aveva accennato al caso J. H a l l e r , England und Rom unter Martin V., in Quellen und Forschungen cit., V ili (190S), 249-304, p. 266, n° 4. — Per il matrimonio di Simone reca luce Pobbligazione fatta da Martino V il 26 luglio 1425 per un canonicato e prebenda a Liegi vacante per il matrimonio contratto da Simone di Te ramo che li aveva ottenuti il 23 gennaio 1421 (F. B a i x , La chambre apostolique et les « Libri annatarum » de Martin Y, voi. X IV di Analecta VaticanoBélgica, Bruxelles-Rome 1947, 76, n° 232). Per l’ Obizzi v. la n. 42 al n.° 17. 64 Ibid., 336, n° 21. In Concilium Basiliense cit., V, 108 è data la notizia nel novembre 1434 che « Symon de Teramo volens obviare uxori, que de Veneeiis venit, inter Constaneiam et Sehofhusen fuit captus et incarceratus », di che non si sa altro. 55 Non « d e b i t o r i b u s », c o m e d à i l S a v i n i . 56 S a v i n i , Septem dioceses cit., 492-494. Simone non figura nei citati elenchi del Cartari e del Conti. 57 V. i luoghi ai quali rimanda l’indice del voi. IV di H. F i n k e , Acta concila Constanciensis, Münster i. W. 1928, 1001. 2.
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sono datate le nostre tre lettere, mentre nel concilio di Basilea egli compare « advocatus » di varii58, ma poi lo ritroviamo tale nella bolla, con cui Eugenio IV da Bologna 17 settembre 1437 conferma e ratifica « certam remissionem, et indulgentiam ac ple nariam securitatem » concesse a Simone e suoi dai cardinali pre sidenti del concilio di Basilea59. Era dunque intervenuta la conciliazione fra il Papa e l’avvocato, che forse fin dall’incidente del 1425 fu in urto colla Curia 60 e che nel concilio si schierò aper tamente contro Eugenio IV , come attesta quella bell’anima di Ambrogio Traversari, che, inviato dal Papa a Basilea, così ne scri veva « ex Babylone occidua » il 4 ottobre 1435 all’amico Cri stoforo di S. Marcello vescovo allora di Cervia 61: «Simon de Teramo pulsatus saepe ab amicis, ut redire vellet ad gremium inclinatur; seque id satis cupere ostendit, si fiat sibi iustitia a sanctissim, Domino nostro. Is, quia infestissimus adversarius, et potentissimuo causidicus est, multumque miscere potest omnia, iudicio nostros nedum admittendus, verum adtrahendus quoque videtur. Orat, ut calculum ipsius ponant praesidentes nostri, ac si quidem sacro fisco debeat, solvere se velle adseverat; si autem creditor inve niatur, omni cum habilitate sibi fiat satis, sive in Anglia, sive in Germania, sive in Polonia. Iusta videtur postulare, atque ideo
58 V. i luoghi ai quali rimandano sotto il suo nome per ì’Historia gestorum generalis synodi Basiliensis di G i o v a n n i d a S e g o v i a nel voi. II, dove (360, 395) Simone è detto « advocatus eonsistorialis ab antiquo » l’indice in t. IV di Monumenta eonciliorum generalium seculi decimi quinti, Basileae 1935, 305 e gli indici dei volumi II-V d i I I a l l e r , Concilium Basiliense cit. In V ili, Basel 1936, 354, « messire Simon do Thesamo », intervenuto alle conferenze tenute a Ginevra nel novembre 1447 per porre fine allo scisma, sostenendovi il suo mandatario, l’antipapa Felice V, non potrà essere il no stro Simone di Teramo. Per lui come avvocato nel concilio del re d’Inghil terra v. A. Z e l l f e l d e r , England und das Basler Ronzìi (Ilistorische Studien d e l l ’ E B E R iN G , 113) Berlin 1913, 162, 258, 277. 59 Pubblicata da S a v i n i , Septem dioceses cit., 511-516, ove v. pure, 517-521, le tre bolle del 1° ottobre 1437 a favore di Simone. 60 Lo deduco dalla natura f i s c a l e delle pretese che avanzava il Simone secondo quanto dice il Traversari e dal fatto che nel 1425 fu isti tuito contro di lui processo della Camera apostolica per la collettoria d’In ghilterra ( H a l l e r , England und Bom unter Martin V. cit., 266, n. 4). 61 A m b r o s i i T r a v e r s a m i generalis Camaldulensium latinae epistolae, a P. C a n n e t o , Florentiae 1759, 161-165 (lib. III, ep. XLIV). V. anche la ep. L (c. 175 s.) del 6 novembre seguente: «Plus nocent rebus nostris Itali, quam Galli, atque Germani.... Simon uterque de Valle, et de Teramo.... multa egerunt improba; licet meliorem de se spem Teramensis, et Perusinus dare inciperint ».
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ipsum etiam commendo piotati tuae; quia perutile fore arbitror, si propugnator accedat Sedis Apostolicae, qui hanc obpugnavit bactenus acerbe». Il suggerimento di Ambrogio di guadagnare il Lelli alla causa curiale ebbe buon esito e col rappacificamento del 1437 si chiudono le notizie cbe ho potuto raccogliere intorno a lui, del quale non va dimenticato, che fu padre di quel degno pre lato, uditore della Bota, referendario delle due Segnature, che fu Teodoro Lelli vescovo di Feltre dal 15 febbraio 1462, trasferito a Treviso il 17 settembre 1464, nominato ma non pubblicato car dinale da Paolo II e morto a soli 37 anni, 11 mesi e 12 giorni nel 1465 62). Colle due lettere del cardinale Zabarella (n.i 17, 18) si distin guono dalle altre, molto sciatte e trascurate, 63 per ciò che concerne la lingua e lo stile, le due (n.i 26, 27) dell’umanista genovese Bar tolomeo Guasco 64 che nella sua bella calligrafia si sottoscrive « de Guastis secretarius », tutto lieto per essere stato assunto nella cancelleria del cardinale Pieschi, e che ora consta essere rimasto a Costanza, interessandosi alle cose del concilio, anche nei primi mesi del 1417 65).
62 Vedi P a l m a - S a v i n i , op. cit., V, 76-82; E u b e l , Hierarchia cit., II2, 153, 248; E. .Cerchiasi, Capellani Papae.... seu Sacra Romana Rota. II, Roma 1920, 59; B. K a t t e r b a c h , Referendarii utriusque signaturae (Studi e Testi, 35) Bibl. Ap. Vaticana 1931, 34, 40; L. P a s t o r , Storia dei Papi II, Roma 1911, ai luoghi indicati nell’indice a p. 795; A. M e r c a t i , Per la storia letteraria di Reggio-Emilia, in Atti e Memorie della R. Deput. di Storia pa tria per le Provincie Modenesi, serie V, voi. X II (1919), 37-116, p. 101 (ora in A. M e r c a t i , Saggi di storia e di letteratura, I, Roma 1951, 41-114, n. 218 a p. 97 s. 63 Giacomino de Rubeis usa comunemente « sicut » per la congiunzione «qu od»: «retulit mihi sicut dominus noster», «recepi litteram in qua con tinetur sicut.... non procedetur », « aviso vos sicut » ecc. 64 V. il riassunto delle ultime indagini sul Guasco — che indubbiamente è i l nostro Guasti — in R. S a b b a d i n i , Epistolario di Guarino Veronese, III (Miscellanea di storia veneta, serie terza, XIV), Venezia 1919, 229-232, 336-337. V. anche la n. 3 di questa prefaz. Fu n< taio al concilio di Costanza ( S t u h r , op. cit., 43, 45). 65 E vi rimase fino al settembre almeno dello stesso anno, poiché una lettera dell’ambasciata aragonese in data del 25 di detto mese fa parola di « Bartomeu de Guaschis secretari del cardenal de Flisco » (presso F inke, Acta cit. IV, 108: a p. 949, nell’indice, v. altri luoghi riferentisi a lui). È il B. de Ernastis della sessione 29a del concilio di Costanza (8 marzo 1417) presso H . v o n b e r H a r d t , Corpus actorum et decretorum magni Constantiensis Concilii, IV, Francofurti et Lipsiae 1699, 1144: v. S t u h r , op. cit., 45.
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D all’A rchivio V atican o
Ho riprodotto colla maggiore possibile fedeltà gli originali coi loro difetti di ortografia ed errori di grammatica e colla spro positata sintassi di alcuni di essi, inserendo qua e là qualche (sic), indicando con punto interrogativo (?) le lezioni dubbie e con punti (....) passi che non ho potuto decifrare e tralasciando in alcuni passi ogni interpunzione non avendo trovato fondamenti decisivi per l’una o l ’altra possibile.
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I. - U n a corrispondenza f ra cu riali
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IN S T R U M E N T A M IS C E LLA N E A , n° 7249.
1. Il cardinale Lodoyico Fieschi v e n e r a b i l i v i r o m [ a gistro] B [ a r t h o 1o m e o ] de M o n t e secretarlo n o s t r o c a r i s s i m o , da Genova 25 ottobre 1407. — Si in teressi presso gli officiali della Camera perché sia prolungato a Giovanni de Putheo 1 del n° 3 il termine per il pagamento di 20 fiorini, che dovrebbe sborsare per l ’Ognissanti. Il cardinale poi in tendeva mandare il de Putheo « in brevi ad nonnullas partes prò certis meis negotiis ». — Sigillo, sotto carta, male impresso. 2. Giovanni de Godi 2 v e n . v i r o B a r t h . d e M o n t e de T e r d o n a c a n z e l a r i o r e v . p a t r i s d . L . c a r d i n a l i s d e F l i s c o , da Genova 30 luglio [1409], — Lo in forma che p a r u m a u t n i c h i l r e s t a t r e c i p i e n d u m dei suoi redditi: ha riscosso pel 1407 13 lire, 19 soldi e 4 denari, non che 20 fiorini da Rinaldo de Montegualdono per le bolle d’un figlio. Desidera d’avere notizie d o m i n i n o s t r i c o m m u n i s (il cardinale Fieschi), al quale dica « mei parte quod veniat Januam si non vult perdere castra sua quia facta sua in periculo stant ». — Traccia del sigillo. 3. Il cardinale Fieschi dichiara che B . de Monte l i t t e r a r u m a p o s t o 1i c a r u m s c r i p t o r e t a b b r e v i a t o r , 1 È colui che fa la dichiarazione del n° 3 e che scrive la lettera n° 7. A n. 3 della prefazione v. per una missione affidatagli dal Fieschi. 2 Nulla ho potuto trovare su questo personaggio al servizio del Car dinal Fieschi né su Binai do de Montegualdono. L ’anno della data (1409) risulta dall’appello al cardinale « quod veniat Januam si non vult perdere castra sua quia facta sua in periculo stant»: nel luglio di quell’anno il go vernatore di Genova per la Francia, Giovanni le Maingre de Boucicault, pel quale stavano i Fieschi « partì da Genova per muovere verso Milano, di cui sperava farsi padrone; i fuorusciti genovesi profittarono di quella par tenza per rientrare in Genova e consegnarla al marchese Teodoro di Monfer rato, che riuscì a impedire il ritorno del Boucicault e a cacciare i Francesi dalla Liguria » (Enciclopedia italiana V II, 601 e v. in C. V a r e se , Storia della repubblica di Genova, I I I , Genova 1836, 152 le disgrazie dei Fieschi in seguito al cambiamento politico intervenuto).
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Dall'Archivio Vaticano
s e c r e t a r i u s e t f a m i l i a r i s n o s t e r «de omnibus et singulis pecuniarum summis et quantitatibus per eum nomine nostro a quibuscunque personis de toto tempore preterito usque in presentem diem quacunque ratione exactis et receptis nobis bonum reddidit computum et plenariam rationem, et quia omnes illas ab eodem recepimus, ideo eundem quittamus, liberamus et absolvimus ». Perpignano3 13 maggio 1409. Il documento è fir mato «Johannes de Putheo ». — Sigillo sotto carta in parte scom parso. 4. Agostino de Codio4 B . d e M o n t e d e T e r d o n a s e c r e t a r l o etc. m a i o r i v e n e r a n d o B o n o n i e in c u r i a r. d. d. 1 e g a t i . Verrà a Bologna m a g i s t e r A n dreas natus egregii doctoris domini m a g i s t r i J o h a n n i s d e B e r r u t i s d e T e r d o n a « prò recuperatione quorundam librorum quos dimixit cuidam socio » che li affidò ad un altro, il quale fa difficoltà alla restituzione. Del fatto possono far testimonianza m a g i s t e r P h i l i p u s d e M e d i o l a n o , e g o e t q u a m p l u r e s . Presti aiuto al suo c o m p a t r i o t a m a m o r e p a t r i e q u o d h a b e a t dictos libros. Faccia poi quel che può per il recupero di certi denari « quos resto habere Bononie tam prò tempore do mini nostri pape quam etiam pro tempore populi » come sa certo prete Gerardo. — Parma 21 marzo [1413], giacché il Fieschi fu legato a Bologna dall’ottobre 1412. — Sigillo sotto carta. 5. Aragono m a r c h i o M a l [ a s p i n a ] p r o t h o n o t a r i u s 56 v e n e r a b i l i e t c i r c u m s p e c t o v i r o m a g i s t r o B a r t o l o m e o de M o n t e s c r i p t o r i a p o s t o lico amico carissimo, da Genova 25 ottobre 14.... « Mitto vobis procurationem presbyteri Jacobi in personam ve stram ad faciendum prorogari terminum etc. » possibilmente « usque 3 Dalla n. 3 della prefazione risulta un viaggio del de Putheo per il car dinale, in Piemonte, a Parigi « et alia loca » e si noti che il Pieschi era allora anche vescovo di Carpentras. 4 Nulla so di costui (in V olta, Dei gradi eco. cit., 540, è notato al 1307 il doctoraius in artibus d’un magistri Augustini de Codio) e di quanto si dice nella lettera. L ’Agostino sarà un parente del G. de Godi del n° 2 ? E v. n° 13. 6 Del ramo di Bagnone (v. E. Gerini , Memorie storiche d’illustri scrit tori e di uomini insigni dell’antica e moderna Lunigiana, II, Massa 1829, 195198; P. L itta , Famiglie nobili d'Italia: Malaspina, tav. X). Coi fratelli Bar tolomeo, Riccardino, Alberto e Carlo, il nostro Aragono il 17 maggio 1395
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I. - Una corrispondenza fra curiali
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ad annum » e « quicquid promiseritis in termino si deberem ven dere que habeo infallanter observabo »: « Hodie vado versus Lunisianam pro factis ecclesie mee et si non dimitto florenos Y , in quibus teneor vobis, non miremini quia vere ad presens male fulcitus sum pecunijs et sum in motu, sed in reditu meo qui erit infra mensem non solum vestri (sic) sed omnes quos haberem in mondo essent et erunt ad vestrum beneplacitum». — Sigillo sotto carta, indecifrabile. 6. Andrea d e B u r g a r o d e J a n u a a r t i u m e t m e dicine doctor6 * ven. viro domino Barth. de Monte preposito sancte Marie de C [ a -
ottenne in feudo da Bonifacio IX (che sotto il 18 dicembre 1401, mandandolo « ad nonnulla» Italie et alias mundi partes », gli fornisce un salvacondotto anche per 16 compagni » Beg. Vatic., t. 317, f. 172) il castello di Montefalcone, ch’era del vescovo di Bobbio (la bolla relativa era in un volume de diversis formis dei Beg. Lateran. ora perduto, di cui fortunatamente dà l’indice il cod. Vatic. lat. 6952 della Biblioteca Vatioana, f. 166'). Il 22 settembre 1407 l’antipapa Benedetto X III costituì Aragono, ch’era arciprete d’Albenga e notaio apostolico, amministratore del vescovado di Luni, mentre lo stesso anno Innocenzo VII vi trasferiva Giacomo de Bossi vescovo di Verona (E ubel , op. cit. I2, 318, nota). Nel 1411 e nel 1412 lo troviamo collettore «in regno Trinacrie {Beg. Vatic., t. 341, f. 177 e t. 344, f. 50), anzi anche «in temporalibus generalis reformator » con ampie facoltà {Beg. Vatic., t. 343, ff. 111-131 con grandi elogi per lui « potentem opere et sermone», mandato come «pa ci» angelum» Beg. Vatic., 344, f. 176), nel 1413 gli viene concesso un salvacon dotto dovendo recarsi « nuncius ad Venetiarum, Longbardie et nonnullas alias mundi partes » (Obligationes communes, t. 2, f. 82) ed anche nel gen naio 1414 è mandato in Lombardia da Giovanni X X III {Beg. Vatic., t. 346, p. 131), che il 9 febbraio 1415 lo nominò arcivescovo di Brindisi, donde Martino V lo trasferì il 23 febbraio 1418 ad Otranto, morendo nel 1424 (E ubel , ’ oc. cit., 149 e 280). Era stato come protonotario al concilio di Pisa (J. D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova, et amplissima colleelio, X X V I, Venetiis 1784, 1242) e nella sessione prima del concilio di Costanza (16 novembre 1413) era stato nominato primo fra i sei notari (Mansi, op cit., X X V II, 540: H. von b e r H ardt , Corpus cit. IV, 19 e v. F. Stuhr , Die Organisation cit., 17 e 39). E v. le lettere n.1 9, 13 e 39. 6 Magister Andreas de Burgaro de Janua doctor in medicinis è trai testi moni interrogati alla fine di maggio del 1409 nel concilia di Pisa per le accuse contro Gregorio X II e Benedetto X III: J. W inck-e , Acta Concila Fisani, in Bómische Quartalscrift cit., 182, 201 s. Il cardinale « Aniciensis », nella cui casa di Roma abitava, era Pietro Gerardi (v. in J.-H. A lbanès - U. Chevalier , Gallia Christiana novissima: Marseille, 1899, 808-816 vari documenti che lo riguardano dalla nomina a prevosto 27 maggio 1374 alla traslazione a La Puy) che da prevosto di Marsiglia era stato fatto vescovo di Lodève il 17 ot tobre 1382, trasferito a Le Puy-en-Velay (Anicium) il 17 luglio 1385, creato
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Dall’Archivio Vaticano
s t e l l o ] J a n u e n . et c a n c e l l a r i o [ r . m i d o m i ] n i l e g a t i B o n o n i e n s i s , da Eoma « in hospitio rev.mi do mini d. cardinalis Aniciensis » 25 ottobre 1412 « V .ta noctis hora festinantissime » et « detur Bononie in palatio ». — Ha ricevuto da Genova lettere sue e d o m i n i n o s t r i c o m m u n i s , al quale prega che sia raccomandato il latore. Trovi la copia d’un istrumento che forse andrà redatta in forma pubblica con danno del vescovo di Famagosta*7, povero, che ha ricevuto m i n i m u m s u b s i d i u m ab a m i c i s in q u i b u s s p e r a b a t in g en te r nec r e p e r t u m fuit v e r u m quod a f f i r m a b a t c o n s t a n t i s s i m e J o h a n n e s A n d r e a s 8 qui m e p o s u i t i n h o c d a m n o . I canonici v e s t r i (cioè di S. Maria di Castello) hanno mandato a Bartolomeo ed a Gio vanni de Scribanis9 s c r i p t u r a s m u l t i p l i c e s c o p i o s a s e Giovarmi ha promesso s e t o t i s l a b o r a t u r u m v i r i b u s in d i c t o r u m , qui iam e x c o m m u n i c a t i v i d e n t u r , a u x i l i u m . Il de Burgaro infine saluta Gio vanni de Flisco, Tommaso de Villa e t r e l i q u o s s a l u t a n d o s . — Traccia di sigillo. 7. Giovanni de Putheo a B. de Monte l i t t e r a r u m a p o to l i c a r u m s c r i p t o r i ac s e c r e t a r i o a c m a i o r i h o n o r a n d o , da Genova 25 ottobre 1407. Lo fa procuratore cardinale il 17 ottobre 1390 col titolo di S. Pietro in Vincoli, donde passò il 13 giugno 1405 alla sede suburbicaria del Tuscolo e morirà ad Avignone il 9 novembre 1415 (E ubel , loc. cit., 310, 91, 28; St . B aluzius -G. Mollat , Vitae Paparum avenionensium, II, Paris 898-900). Fu penitenziere maggiore (v. E. Göller, Die päpstliche P önitentiarie I 1 [Bibliothek des Kgl. preuss. histor. Instituts in Eom, III], Rom 1907, 95 s.; in I 2, 110 s. è riprodotto un interessante accordo, che avrebbe dovuto essere approvato in data di Roma 1 dicembre 1412 da Giovanni X X III, che invece lo lacerò e molto disapprovò, fra il Gerardi e il cardinale Giordano Orsini sull’esercizio della Penitenzieria alla partenza dall’Urbe del Gerardi). 7 Vescovo di Famagosta nell’isola di Cipro era stato nominato da Gio vanni X X III il 26 maggio 1412 il frate minore Giovanni de Montenigro (E ubel , loo. cit., 245; Bullarium Franciscanum, VII, Romae 1904, 452, n° 1261), per il quale l’ i l agosto 1395 Bonifacio IX ebbe « ratum et gratum quod honorem magisterii in theologia, licet extra capitulum generale, receperit » (Bull. Frane, cit., 54 s., n° 170). 8 Lo incontreremo anche nei n.i 11-15, ma nulla ne so. 9 Di Piacenza, procurator -fisci camere apostolice almeno dal 1408, f nell’ottobre 1428, sul quale v. una mia nota in Divista di storia della Chiesa in Italia, II (1948), 160, n. 1 ; Stuhr , op. cit. 15, 47 e W incke , Acta conc. Pisani, cit., ai luoghi indicati a p. 330 (de Scrivanis); ricorre anohe nel n° 15.
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I. - Una corrispondenza fra curiali
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« ad petendum terminos et dillaciones a dominis de Camera » quanto più lunghe possibili « quia, prout scitis, nichil percepi nec per cepturus sum nisi Deus provideat et si bis excomunicarer milies non possem solvere unum denarium». Il padrone gli aveva detto di ricordargli che destinasse a Bartolomeo a l i q u a s p e c u nias per p r i m u m o c c u r r e n t e m f i d u m et sic faciam ad q u e c u m q u e v o b i s grata paratus. — Sigillo indecifrabile. 8. Boberto de Fronzola.... s a p i e n t i v i r o d o m i n o B . de M . s c r i p t o r i apostolico etc. com patri C a r i s s i m o E o m e in d o m o h a b i t a t i o n i s domini Boberti de F r o n z o l a advocati consistoria1 i s , da Parigi 10 febbraio [1412]. — « Egregie compater carissime post salutationem. « Admiratus non parum merito fui et sum quia per litteras vestras nulla nova de vobis post litteram vestram mihi portatam per Johannem, qui morabatur nobiscum, habui, cum tamen cotidie veniant multi de curia. Est verum quod do minus Symon de Perusio 10 in duabus litteris scripsit domino meo Pisano 11 omnes de familia mea bene valere et hoc ipsum certi noti mei advenientes verbo retulere, sed mihi non sufficiunt· hec cum a vobis litteras non habeam. Bogo non sitis ita remissus et ut per alias vos avisavi non potestis erare deinceps mittere lit teras ad Vinionem ligatas cum aliqua que dirigatur domino meo Pisano que dentur Avinione domino camerario. Videtis quod adhuc sum Parisius et video nostrum iter ad Ispanias in longum trahi et adhuc si usque illuc ibimus certi non sumus. Datus est ordo quod vadamus usque Tolosam vel forte Navaram, et am basciata regia ac universitatis precedent ad regnum Castelle et conabuntur quod habeamus salvum conductum, quem credo non obtinebimus et secundum hoc cito retrocederemus. Unum aliud sciatis quod hic iam conclusum est per universitatem et statim concludetur per prelatos Francie et per consequens postea per 10 Simone da Perugia, cioè de’ Quattropani (v. G. B. V ermigligli, Bio grafia degli scrittori Perugini, II 2, Perugia 1829, 261, n. 1), avvocato con cistoriale (Cartari , op. cit., x x s.), avvocato del concilio nei sinodi di Pisa e di Costanza (Stuhr , op. cit., 16 e 50). Martino V da Costanza 26 dicem bre 1417, conferì ad Agostino de Lante di Pisa 1’officium advocationis fisci essendo morto extra Romanam Curiam il titolare Simone da Perugia che l’aveva esercitato sotto Alessandro V e Giovanni X X III (Reg. Vatic., t. 438, f. 30’ s.). 11 V. la nota 46 della prefazione.
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Dall’Archivio Vaticano
regem, quod omnes cause beneficíales de isto regno tollantur de curia Eomana et amplius non litigetur in Urbe et exnunc fiet suspensio ipsarum in statu quo sunt ut ultra non procedatur, vo lentes quod dominus noster constituat in Avinione vicarium quem volet cum aliquibus auditoribus ut ibi tractentur, alioquin ordi nabunt quod ordinarii congnoscant, et iuxta hoc videtis non expe dire mihi morari in curia; cogitavi tamen, si dominus noster hoc faciet, si cuti videre meo facere ipsum opportebit, constituere larem meum in Avinione, et licet hoc mihi non placeat propter............... domini nostri et curie tamen spero quod michi utilius hoc valde redundabit multis respectibus et vere p[atria erit? 0]mnia que in ea sunt, mihi placent, nam est patria fertilis tuta et gaudiosa. Cogitetis modo si adveniente casu possetis etiam vos ibi fructum querere, quod certe mihi placeret. Ista tamen extra domum divulganda non sunt. V a leo et Janninus 12 pariter. Est verum quod cambia sunt hic adeo cara quod non attento mittere pecunias, verumtamen dicatis commatri vestre quod ante quam deficiat ei municio, vel reversus ero vel ut expediet providebo, ipsamque recommcndo vobis et par vulos. Eecommendatis me domino meo de Flisco, salutando vi cinos et alios ut alias scripsi. Eecommandetis me domino Symeoni predieto, cui bene potestis dicere de novitatibus causarum antedictis, tacendo tamen quod facere cogitavi. Valete in Christo. Parisius X februarii». Traccia dei sigillo. 9. Eoberto de Fronzola v e n e r a b i l i e t e g r e g i o c o m patri carissimo domino B. de M . scriptori apostólico in domo domini cardinalis de F l i s c o , da Parigi 25 febbraio 1412. — Egregie compater et tanquam frater honorande. Unde negligentia tanta provenerit quod exceptis duabus litteris quarum ultima fuit X X V I octubris nullam aliam post recessum meum de vestris habuerim, satis ad miror, cum cottidie dominus meus Pisanus litteras de curia re cipiat: forsan credebatis nos iam ulterius elongatos, sed per Dei gratiam adhuc Parisius nos incolas detinet et ut video tenebit. Posset tamen tam in longum hec mora protrahi quod viam re meandi elligerem. Si tamen promissa mihi serventur satis pacienter tollerabo, sic tamen quod ad minus finis estatis future me reducem habeat, et forte non transibit mensis quod cercius vel de mora vel reversione vel progressu ulteriori per litteras meas scietis et an 12 Questo Giannino, ohe ricorre anche nella lettera seguente, era forse un figlio del Fronzola ?
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I. - Una corrispondenza fra curiali
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tequam labatur provisionis vestre tempus, si non venero, commatri vestre providebo. Audivi quod dominus Paulus de Maglicciis reversus sit et gaudeo de liberatione sua: me et familiam sibi recommendetis. Scio quod domum suam in fine termini volet, sed per prius valde vos avisabo et forte ibi ero, si Deo placebit. Sanus sum et Janninus pariter, utinam sic de vobis nova scirem. Aliam litteram eiusdem date prolixiorem scribo, quam vel ante vel post istam in paucis diebus habebitis, ideo et hic finem facio. Audivi quod dominus episcopus Caphensis13 nescio quo destinatus fuerit et iam diu dominus Aragonus 14 abscessit, et sic in domo comunis domini nostri cardinalis solus d[ominus] abbas sancti Marciani15 cathene caput remansit: ideo me sibi recommandetis et salutetis compatrem meum magistrum Oliverium16 cui bene regracior de solicita cura quam adhibuit Blanchine nostre17. Aliud quod 13 Dev'essere quel domenicano Girolamo da Genova (J. Quetif - J. E ciiakd , Scriptores ordinis Praedicatorum, I, Lutetiae Parisiorum 1719, 749; M. le Quien , Oriens Christianus, III, Parisiis 1740, 1106), che ebbe successore a Gaffa per obitum il 23 dicembre 1417 il minore Giffrido Cigalla (E ubel , loc. cit., 155). Trattandosi d’un genovese non fa meraviglia che si interessino di lui persone dipendenti da un cardinale genovese. 14 II Malaspina, pel quale v. la n. 5. 15 Si tratterà dell’abbazia di S. Marziano di Tortona fondata nel X se colo (K eh r . loc. cit., 224-226) e delPultimo abbate residenziale Agostino de Curte, che è documentato dal 1406 al 1441 (F. Savio , L'abazia di S. Mar ziano di Tortona nel periodo medioevale, in Bivista di storia, arte, archeol. della provincia d'Alessandria V [1896], 343-360, p. 353): anche lui, dunque, abi tava a Roma in casa del cardinale Fieschi. 16 Dev’essere quel « magister Oliverus de concilio, familiaris cardinalis de Flisco, magister in medicina et procurator plurium abbatum Britanie », che al principio di maggio del 1417 fu fatto carcerare a Costanza dal patriarca d’Antioehia (Giovanni Mauroux eletto dall’antipapa Benedetto X III il 13 no vembre 1408, ricevendo anche l’amministrazione del vescovado di Asti: E ubel , loc. cit., 94 e 114: v. su di lui H. F in k e , Zur Gharalcteristik der Patriarchon Johannes Maurosii von Antiochien, in Bòni. Quartalschrift fiir christl. Alter tumskunde und fiir Kirchengeschichte, II [1894], 165-174) «per odium, quia plura promoverat contra eum in nacione Gallicana de mandato nacionis», « quo capto cardinales protendentes, quod sui familiares non subiciebantur camerario neque auditori camere, miserunt ad deputatos generales in loconationis Germanice et factis multis sermonibus satis asperis dicto patriarche per cardinales et aliquos de nacione Gallicana illum captum eciam per Germanos et alios de aliis nacionibus reddere compulsus est et reddidit car dinali. Et fuit magna commocio de dicta capcione et volebant, quod patriar cha de facto caperetur; nec dubium, si non restituisset, fuisset contra eum ad vitam processum », come racconta nelle sue Gesta concilii Oonstantiensis il cardinale Guglielmo Fillastre presso F in k e , Acta cit., II, 102 e v. 114 con III, 73. 17 Forse figlia di Roberto: v. anche n.i 38-40.
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Dall’Archivio Vaticano
scribam ultra nescio. Obsculemini omnes de domo. Servate et regite quia tota spes in vobis est. Vivite lete in Dei timore et caute in omnibus ambulate. Vicinos nostros salutate et valete. Parisius X X V februarii. — Traccia dei sigillo. 10. Eoberto de Fronzola v e n . et s a p i e n t i viro d o m i n o B . de M. de T e r d o n a s c r i p t o r i apos t o l i c o , c o m p a t r i et s o c i o c a r i s s i m o in d o m o domini cardinalis de F l i s c o , da Parigi 29 febbraio 1412. — Egregie compater et frater honorande, post scriptas alias litteras deliberavi mittere commatri uestre scuta vigintiquinque pro aliquali subsidio contra caristiam intollerabilem vi gentem Eome ut intellexi, maxime quia dubito si plebanus Vade 18 sibi misserit aliquid. Itaque miles inclitus dominus Nicolaus de Eobertis 19 qui vel cum presenti littera vel post infra X X dies ibi 18 La pieve di Vada neH’arohidiocesi di Pisa, ora in diocesi di Livorno:
R epetti , op. cit., V, 616-619. 19 È il « generosus et potens miles dominns N. de R. de Tripoli », che ai 29 di giugno del 1408 a Livorno, quale procuratore di Pietro Filargo arcive scovo di Milano, cardinale dei X II apostoli (il futuro Alessandro V) e di Bal dassarre Cossa cardinale di S. Eustachio (il futuro Giovanni X X III) s’accorda con altri cardinali staccatisi da Benedetto X III e da Gregorio X II per trovar modo di porre fine allo scisma (E. Martene -U. D urand , Veterum scriptorum et monumentorum.... amplissima collectio, VII, Parisiis 1723, 798-803; Mansi [ove «de Tupoli » 3], op. cit., X X V II, 101-103), il « nobilis vir N. de R. de Trippolis miles regine diocesis hospicii nostri magister », come lo chiama Giovanni X X III l ’8 giugno 1410 quando lo manda coll’arcivescovo di Pisa Adimari (v. n. 46 della prefazione) in Francia a notificare la propria elezione (Reg. Vatic., t. 342, f. 2’ » V alois , op. cit., IV, 184 s.). Da Lucca il 12 giu gno 1408 Gregorio X II aveva imposto sotto comminazione di gravissime pene nobili viro N. de Rubertis militi ed ai famosi giuristi Antonio da Budrio e Pietro d’Ancarano di recarsi da lui (Reg. Vatic., t. 336, f. 228’ ; G. F an tuzzi , Notizie degli scrittori Bolognesi, I, Bologna 1781, 234, n° 12; in una precedente lettera ai medesimi, del 1 giugno, Reg. Vatic. cit., f. 223’ , si proi biva loro di recarsi a Pisa, dove si riunivano i cardinali secessionisti) ed essi risposero colle rispettose osservazioni pubblicate recentemente da J. W incke , Briefe zum Pisaner Ronzìi, Bonn 1940, 46-50. Stato già nelle grazie di Bal dassarre Cossa, il futuro Giovanni X X III, che quando si recò al conclave per la morte d’Innocenzo (novembre 1406) lasciò a Bologna, ove era legato, « loco sui dominum Guasparrum Cossam, suum fratrem et dominum Nicolaum de Robertis militem » (Matthaei de Griffonibus , Memoriale histor. de re bus Bononiensibus, in nuova ed. dei Rerum itàlic. scriptores del Muratori [XV III, parte II], Città di Castello 1902, 96), il Roberti seguì il papa pisano al concilio di Costanza e nel Liber gestorum di Giacomo Cerretani (presso F in k e , Acta cit., II, 171-348) più volte si ricorda la sua presenza al ricevi mento di illustri personaggi (206, 208, 213, 217) ed è riferito (p. 237) il
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I. - Una corrispondenza fra curiali
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erit ipsa vobis vel Margarite tradi faciet, cui totidem propter hoc numeravi: cum ergo sciveritis eum Eomam aplicuisse, visitabitis eum et cum eo loquemini. Alia non occurrunt, nisi quod quasi certum teneo nos non ituros Ispaniam, ita quod satis cito remeare spero cum Dei auxilio. Scivi mortem condam domini Aquiligensis 202 , que mihi displicuit: Deus misereatur eius. Yalete in Christo. 1 Parisius X X Y I I I I februarii 1412. — Sigillo. 11. Monte
Giovanni K u s t 81 v e n . viro magistro B. l i t t . a p o s t . s c r i p t o r i s ecr e t ari o que et c.
de
preparativo militare ch’egli aveva disposto pel suo signore prima della fuga di lui, che s’avverò poi il 25 aprile 1415 (v. anche V alo is , loc. cit., 302 ss.). In data 5 maggio seguente Giovanni X X III lo inviava all’università e parlamento di Parigi (F in k e , Acta cit., Ili, 270 s., ove è certo cattiva le zione de Neapoli per de Tripoli), ma nulla si sa di questa missione, che forse non fu eseguita, dato lo svolgimento delle co 3e contrarie a Giovanni nel con cilio (v. V al o is , loc. cit., 307 ss.; C.-J. H e f e l e -H . L eclercq , Histoire des conciles, VII 1, Paris 1916, 227 ss.). La Oronaca A di Bologna (che dà anche altre notizie su Roberto, v. indice a p. 645) informa che correva voce « ch’el cardinale legato de Bologna mandò misser Nicolò de’ Ruberti a farli [i car dinali] partire, cum denari che li promisse, perché lo dicto cardinale de Bo logna li voleva male a papa Gregorio » (A. S o r be lli , Corpus chronicorum Bononiensium, III in nuova ed. dei Ber. it. script., XVIII, parte I, 526). Roberto è ricordato qualche volta (F in k e , Acta cit., IV, 786, 825 s., 831 e fors’anche 789) nelle deposizioni del maggio 1415 contro Giovanni X X III, ma poi non ne trovo più notizie. Era della nota famiglia di Reggio-Emilia (un ramo della quale s’appellava de Tripoli) e vari membri sono ricordati nel Trecento presso Salimbene e nelle cronache di Reggio: vedine le edizioni nei volumi X X X I e X X X II dei Monumenta Germaniae historica, Scriptores). Il G r if f o n i , op. cit., 102 fa sapere che il 5 giugno 1413 Niccolò si sposò facendosi grandi feste « et non recordatur quod diebus alicuius viventis fuerit in Bononia pulcrius festum ». 20 Antonio Caetani, della celebre famiglia romana, da Bonifacio IX eletto patriarca di Aquileia il 27 febbraio 1395 e creato cardinale il 27 feb braio 1402, f a Roma 11 gennaio 1412 (v. P. P asc h in i , Il patriarca A. Cae tani, in Memorie storiche Forogiuliesi, X X V II [1931], 73-205 e A. Caetani cardinale Aquileiese, in Archivio della r. Società Bomana di Storia patria, LII [1929], 147-222). 21 Appare l’incaricato dell’amministrazione della casa di Bartolomeo de Monte a Roma, che nell’aprile 1413 lo dice suo procuratore (v. a n° 16). Nel maggio 1411 figura abbreviator qui in registro supplicationum laborat, nel 1414 magister scriptor litterarum apostolicarum (Bepertorium Germanicum, herangeg, von dem Preuss. histor. Inslitut in Bom, III, Berlin 1925, 203 s., ove v. per benefici che aveva e per la dispensa ripetutamente concessa dall’obbligo di farsi ordinare sacerdote) e come tale è ricordato anche quale testimonio a Costanza il 5 maggio 1415 (v. d e r H a r d t , op. cit., IV, 846). Compare anche nella racio indicata in n. 11 della prefazione.
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Dall’Archivio Vaticano
m a i o r i suo h o n o r a n d o , in B o n o n i a in c u r i a d . l e g a t i , da Roma 15 dicembre 1412. — Ieri ricevette una lettera sua del 15 novembre22 notificante la ricevuta di lettere d’Ermanno de Ratinghen23 e sue circa le faccende di Bartolomeo commesse a viva voce e poi per lettera a Giovanni Andrea24. Né lui né Ermanno poterono a l i q u i d facere in fa ct o h u i u s m o d i non ostante tutta la diligenza usata con Giovanni Andrea. « Vix potui locare domum uni auditori, qui sine consensu hospitis nullatenus voluit intrare. Ut ipse intraret et hospes con sentiret oportebat pro ultimo mense recipere duos ducatos.... Etiam alia erat causa videlicet Johannes Andreas vendiderat vi num Johanni speciario de Francia, qui non poterat habere aliam buttam remanentem in domo..., timendum enim erat ut idem Jo. an., quod non credo, biberet vinum et reimpleret.... Plures pecunias non possum habere ab eo quam V III ducatos de omni bus et cum illis V III expediam illi bullas suas ». Se desidera danaro, glielo manderà volentieri e se qualcuno avesse da trat tare cose in Roma, ne ritiri i denari necessarii e scriva. Per le novità rimanda a lettera mandata al cardinale a mezzo di A r pino25 che pare andrà a Bologna per tutto il mese di gennaio. A mezzo del cursore Puccio gli manda «litteras bene expeditas
22 Nell’originale sta veramente « dicembre ». 23 Dev’essere quell’Ermanno Kokenbecher de Ratingen, un famigliare del
cardinale Fieschi favorito da Bonifacio IX il 2 gennaio 1403 di diversi benefici (Sauerland , loc. cit., 134, n. 335 e v. per lui ibid., 168, 223, n.i 434, 556, e v. Reperì. German. cit., II, 501 s.) « subdiaconus Coloniensis diocesis, qui Oddoni diaoono cardinali s. Georgii ad Velum aureum [il futuro Martino V] servit et in negotio unionis ecclesie universalis fideliter scribendo plures labores sustinuerat », come si esprime Giovanni X X III il 25 maggio 1410 (Sauer i.and , ibid., 330 s., n.i 823, 824; e III, 170 s.), che sotto Martino V «in re gistro supplicationum a tempore assumptionis pape scribit » e riceve molte grazie (Repertorium, Germanicum cit., IV, Martin V, bearbeitet von K. A. F inis, Zweite Lieferung, Berlin 1943, 1411-1413) fino al 21 marzo 1429: in documenti di Eugenio IV è detto litterarum apostolicarum, abbreviator ed è indicato come già morto il 31 luglio 1431 (A rnold , Repertorium German. cit. 228, n° 1394: v. anche 305, 337, 406, n.i 1880, 2082, 2530). Difficilmente è l’ Ermanno notaio curie camere del n° 12, ma forse l’ E. segretario del n° 15, e l’E. dei n* 20 e 21 e l’Arm[annus] della rado indicata in n. 11 della pre fazione. 24 Sempre a corto di denaro, questo Giovanni Andrea, che ricorre anche nelle lettere seguenti, pare che si occupasse un po’ anche degli affari romani di Bartolomeo. 25 Arpino de Collis di Alessandria, di cui sono le lettere n.i 19 e 20: vedi ivi. È ricordato nei n.i 13-16.
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familiaris vestri una cum processibus inde secutis »: ha dovuto faticare prima d’ottenere la segnatura ( h a b e b a m s a t i s f a ti g a m a n t e r e f e r r e m s u a m s i g n a t u r a m ) . D o minum A[ntonium] de Luschis 26 satis solicito, qui respondit semper feciet » ed « aliud non sequitur ». Mandò lettere di F. de Puth eo 27 ad Odorico 28 per mezzo di uno di Genova. A l i a n o n o c c u r r u n t . Scriptum Eom e die X Y decembris per minorem vestrum et servitorem Jo. Kust ». Sigillo indecifrabile. 12. Giovanni Kust a B. de M. l i 1 1 . a p o s t . s c r i p t o r i a c s e c r e t a r i o r. p. c a r d i n a l i s de F l i s c o l e g a t i Bononiensis etc. domino s u o , da Eoma 11 gen naio [1413]. — Giovanni Andrea ammonito secondo il tenore delle lettere ricevute ha risposto « non habere obulum in mundo et moreretur fame et sic inanis est accio quem (sic) debitorum inopia excludit et sic secum nichil possum facere sed relinquo vobis eum cum ad vos venerit. Litteras suas per me scriptas non potui expe dire propter defectum fructuum non positorum in supplicatione sua ». Nel mese di ottobre, ai 18 del quale B. era partito29, un o f f i c i u m s c r i p t o r i e i n g r a t i a 30 valeva sette fiorini mentre un simile o f f i c i u m i n i u s t i t i a nel settembre e ottobre importò due ducati; in novembre un « o f f i c i u m i n gratia valuit Y I I I et de mense decembris officium de gratia va luit YTII fìorenos et de iusticia de illis novembris et decembris valuit grossos X Y ». Ha poi ricevuto pel vino venduto da Giovanni d’Andrea otto fiorini e due fiorini per la casa con un fiorino e un quarto per certe legne, il cui resto fu trattenuto dal detto Gio vanni d’Andrea « et dixit de voluntate vestra. Quid modo volue-
26 II notissimo umanista, nominato segretario apostolico da Gregorio X II prima del 1 gennaio 1407, passato all’obbedienza dei papi pisani, continuando nel servizio pontificio fin sotto Eugenio IV, ritirandosi negli ultimi anni alla patria Vicenza, ove morì nel 1441: v o n I I o f f m a n n , op. cit., II, 107; L. B ekt a l o t , Gincius Romanus, in Quellen und Forschungen cit., X X I (1929-30) 236, n. 1; E. S a b b a d i n i in Enciclopedia italiana X X I, 513. È da notarsi la caratteristica che di lui dà il Kust qui e nei n.i 13 e 16: il Luschi riceveva incarichi e diceva che se ne sarebbe occupato, ma poi non faceva nulla. 27 Forse un parente del Giovanni dei n.i 3 e 7. Eicorre anche nel n° se guente. 28 L’ Odorico de Eagonia, che scrisse i n.i 22-25; v. ivi. 29 Alla volta di Bologna, ove andava come segretario del cardinale Fiesehi nominato legato: v. la prefazione, p. 6. 30 Sono molto interessanti le notizie che seguono sul prezzo dei vari uffici in Curia.
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Dall’Archivio Vaticano
ritis fieri de pecuniis istis faciam libenter prout mandabitis salvis expositis » e qui segue un elenco di spese fatte per il de Monte, nelle quali compaiono Ermanno notaio della curia della camera, il Francesco de Putheo del n° 11, un Giovanni Quarantani e un chierico T. Kestler, un m a g i s t e r A n s e l m u s « pro minutis Andree de Carraria ». Mandò l i t t e r a s f a m i l i a r i s v e s t r i a mezzo di un Francesco « qui erat familiaris domini Arragoni » 31. « Nichil novi est et si sunt aliqua michi aliena » Ermanno ne darà avviso a mezzo dell’Arpino 32. « A Johannino nichil adhuc habui sed petit omni die dilacionem. Ammodo compellitur ad solven dum ». — Traccia del sigillo. 13. Giovanni Kust al medesimo, da Roma 27 gennaio [1413]. — « Heri hora tarda recepi litteras vestras per manus Antonii fami liaris domini vicecancellarii33 continentes inter cetera de factis do mini Johannis Andree, de quibus etiam dominum Arp[inum] alias reddidistis attentum » com’egli m ’ha detto avvertendomi anche di usare ogni diligenza per avere quel denaro, ciò che facemmo io ed Arpino « sed revera nichil habet et sic nichil potest dare, etiam si vocaretur ad iudicium auditoris camere nichil prodesset », ma verrà a Bologna e lo potrà udire. H a ricevuto sei ducati « a magistro Johannino sartore compulso ad hoc cui auditor camere dedit terminum ad solvendum alios tres ducatos per totam adve nientem septimanam ». H a avuto l’arpa di B. 34 « quam magister H u g o 35 alia die voluit vendere pro ducato uno cum dimidio et dixit tantum constitisse et non ultra ». È poi vero che la camera era affittata « pro quatuor florenis, sed dominus hospes noluit con sentire et sic illi curtisani non intrarunt tunc sed postea una cum voluntate hospitis: locata orat pro vestro interesse pro duobus du catis et hospes dedit eis totam domum pro X X X ducatis in anno ». Mandò una lettera del de Putheo a mezzo di Agostino di Alessandria 31 II Malaspina, pel quale v. la nota 5. 32 A. de Collis: v. nota 25. 33 Vicecaneelliere era Giovanni de Brognv, creato
cardinale da Cle mente VII il 12 luglio 1385, f il 16 febbraio 1426: v. B a l u z iu s -M o l l a t , Vitae eco., loc. cit., 867-870; G. M o l l a t , in Dictionnaire d'histoire et de géo graphie ecclésiastiques, II, Paris 1914, 475-477, sotto Allarmet. Il suo digillo, preso da altro documento dell’Archivio Vaticano, è riprodotto a tav. IV di S e l l a -L a u r e n t , I sigilli cit., n° 140. 34 Si vede che il de Monte era amante della musica: 1’« arpa vestra » è menzionata anche nella lettera seguente e nella rado ricordata a n. 11 della prefazione. 33 Porse il Yvo Hugonis, pel quale v. a n. 76.
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ben noto ali’Arpino, che disse di volerla presentare all’Odorico. De litera domini Theoderi niehil possum scribere quia A . de Luschis dicit continue f a c i a m et niehil aliud sequitur, cum tamen idem factum solicitudine non carebit nec caruit usque nunc ». Manda il conto degli i n t r o i t u s e t e x i t u s . Quando vorrà ch’egli faccia dei pagamenti, scriva « manu propria alias non da rem nisi esset persona bene nota aut fide digna ». Dica al suo fami gliare che scriva se ha ricevuto le lettere mandategli per un fami gliare d o m i n i A r r a g o n i . G l i manderà denaro, se così gli piace, « per cambium in banco de Albertis » 38. Mandi poi la quie tanza per il sarto Giovanni scritta di sua mano perché così gli ha promesso. — Sigillo indecifrabile. 14. Giovanni Kust al medesimo, da Eoma 24 marzo [1413]. — Ricevute le lettere ed anche per mandato di Arpino aveva co minciato a « facere racionem cum domino Joandree de per eum venditis presente Petro de Laiatte3 37, qui ita et taliter se habuit 6 quod ego sine fine remansi et in quacunque parte racionis faciende produxit vestram litteram sub data Bononie I I die novembris in qua concessistis sibi quod rebus et pecuniis vestris uteretur pro necessitate sua residuumque michi presentaret et sic niehil poteram facere secum ». « Officium scriptoris de ianuario valuit ducatos Y IIII.'... De pecuniis hic penes me disponatis ut placet.... Dominus Arpinus sanus est. Arpam vestram habui, sed non possum nisi pro uno ducato cum dimidio.... ». — Sigillo indecifrabile. 15. Giovanni Kust al medesimo, da Roma 24 marzo [1413]. — « Recepi pridie litteras vestras per manus Laurentii Butoti fa miliaris r. p. d. legati etc. deinde certas alias cum quitantia Johannini sartoris »: In una lettera poi si parlava « de quodam fascio litterarum penes Adoardum Damiani dimisso, cui in sua domo reperto dixi quid fecit de huiusmodi litteris, qui respondens dixit eas misisse per quemdam cursorem qui metu ductus, ut idem Adoardus dixit, retrocessit et reversus est sic quod huiusmodi lit tore adhuc penes eundem Adoardum sunt: voluit tamen eas michi 36 Una delle compagnie mercantili e bancarie di Firenze in rapporto colla Curia (v. A. S a p o r i , in E n ciclop ed ia italiana, II, 178). Il dom inus A r ragonius è il Malaspina del n° 5. 37 Probabilmente della famiglia parmigiana Laiatta tuttora continuantesi (V. S p r e t i , E n ciclop ed ia storico-nobiliare italiana, IV, Milano 1931, 22-24: per l’inizio del Quattrocento v. I. A p p o , M em orie degli scrittori e letterati P a r m igia n i, IV, Parma 1793, 145). 3.
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dedisse et non audebam recipere nisi per vos avisatus ». Pagò ducati ventiquattro al segretario Ermanno ed ha chiesto a Giovanni de Scrivanis « an habuit instrumentum cuiusdam procure, de quo nec etiam de Cremonensi per quem forsan misistis, ut scribitis, scio aliquid.... Officium de gratia valuit de mense preterito ducatos V IIII, in iusticia vero II et sic sunt X I . De factis domini Johannis Andree nescio ultra alias scripta quid scribere: littera sua expedita est, nichilominus idem Johannes nunc recedere proponit: eciam alius familiaris vester scripsit michi se habuisse a dicto domino Johanne litteratorie quod idem Joan. debebat michi de disse grossos papales X X I I I I , de quibus nichil scio »: poi lo stesso Giovanni dichiarò che « quod non dedit, dabit. Quitquid sit, essem contentus quod haberet unum ducatum quem impignoravit Salameno quem volo redimere.... ad occurrentia me non extendo cum sim certus vos satis avisatum per dominum Arpinum cui cetera nota sunt.... si indigetis pecuniis.... scribatis michi, solvam hic et libenter et si necesse fuerit ultra vestra addam de meis.... ». — Sigillo indecifrabile. 16. Giovanni Kust B. de Monte d o m i n o e t m a i o r i s u o . D e n t u r i n B o n o n i a , da Boma, 28 ottobre [1413]. — « Hactenus tantum impeditus in factis domus nostre in qua morabamur, nil scribere potui.... Litteras vestras feci indicarentur, quarum sic indicatarum unam presentavi domino et magistro Jo. Montani 38, cui eciam de recepta nomine vestri carta dixi, qui ridens dixit se nichil scire nec eciam se posse pro se, ergo minus pro alio, quod curandum non est quia rescribam ambas et mittam vobis una cum supplicatione resignata ad biennium de non promo vendo ». Ora è « expeditus rolus familiarium domini signatus ante reverendissimum vestrum: super supplicatione H. fami liaris vestri dedi domino Arpino reformacionem super dispensa to n e etatis, quam adhuc non habui signatam.... De domo neque de vino nichil est dispositum neque factum cum.... de presenti et post pacem publicatam, que publica fuit eadem die recessus vestri, boni fori et non possum ven[dere n]isi pro bucta duc. quin que et sic vendidi tres buctas de vino domini Arpini: fatiam tamen melius quod possum, una cum consilio domini Arpini...;*il
38 Un Giovanni Montani fu nominato scrittore delle lettere apostoliche il 3 gennaio 1425 (E. v o n O t t e n t h a l , Regulae cancellariae apostolicae, Inns bruck 1888, 227): il medesimo, prepositus vivariensis nel gennaio 1431 fece l’obbligazione per l ’annata d’un altro beneficio (Baix , op. cit., 401, n° 1075).
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solicito quantum possum litteram Theoderi penes A . de Luschis, qui dicit omni die f a t i a m f a t i a m etc. »: segue il f. 17 colla dichiarazione, che dev’essere di mano di Bartolomeo de Monte : « M C C C O X III die prima aprilis scripsi magistro Johanni Kust procuratori meo quod solveret Paulocie uxori Cole Pratarelli de Roma tubicinis et familiaris r.mi d. mei legati etc. florenos duo decim auri de camera, quia totidem ab eodem recepi hic Bononie, que uxor moratur in parochia sancte Marie grote pinete prope Campum florum39 ». 17. F [ r a n c i s c u s ] c a r d i n a l i s f l o r e n t i n u s [Zabarella]40 v e n . v i r o - m a g i s t r o B . d e M . l i t t . a p o s t . scriptori amico nostro c a r i s s i m o , da Costanza 13 luglio [1416]. — H a ricevuto le sue tre lettere del 3, 5 e 7 giugno « nova plurima Ytalie continentes », di che « immensas grates refe rimus » e lo prega di continuare a tenerlo informato « quia illud cedet nobis ad complacentiam singularem. De facto autem vestro reminiscemur in tempore. In spe optima unionis celeriter conse quende persistimus, quoniam, ut per litteras » del re di Aragona 41 e di Giovanni de Oppizis42 oratore dei concilio presso di lui abbiamo
39 V. su S. Maria di Grottapinta C. H ü l s e n , L e chiese di Bontà nel medio evo,
Firenze, 1927, 328 s.
40 II celebre F. Z., nato 10 agosto 1360, vescovo di Firenze 18 luglio 1410, creato cardinale da Giovanni X X III il 6 giugno 1411 f a Costanza 26 settem
bre 1417 (G. Z o n t a , F . Zabarella, Padova 1915). Questa e la seguente lettera furono da me comunicate al F i n k e , che le pubblicò in A cta cit., IV, x xx n s. ; sono munite del picoolo sigillo del cardinale, catalogato da questi documenti presso P. S e l l a , I sigilli ecc. cit., II, Città del Vaticano 1946, 7, n° 1277. 41 Alfonso V il magnanimo successo il 2 aprile precedente al padre Fer dinando, il futuro Alfonso I re di Napoli (1442), f 27 luglio 1458 (N. C o r t e s e , in E n cicloped ia italiana, II, 399-401), al quale il concilio di Costanza aveva mandato una deputazione per la causa dell’unione. 42 G. de Oppizis o de Obizis (Obizzi) m agister, decretorum doctor, d om ini nostri p a p e cappellanus, sacri palatii apostolici causarum auditor, canonicus a Ferrara, fructuum , reddituum et proventuum aliorum que iu riu m in regno A n g lie cam ere apostolico debitorum collector generalis et nun cius, come è appellato in diversi
documenti dell’Archivio Vaticano, di buona parte dei quali è dato il regesto da J. A . T w e m l o w nei volumi VII e V ili (anni 1417-1447) di Calendar of entries in thè pap a l registers relating to Great B ritain and Irelan d . P a p a l let tere, London 1906, 1909, era con ogni probabilità della nota famiglia di Lucca-
Ferrara spentasi nel 1803 con Tommaso, il proprietario del famoso Catajo in quel di Padova. Giovanni, che, ancor vivente nel 1445 (E. C e r c iiia r i C apelloni P a p a e.... seu sacra R om ana R ota, II, Komae 1920, 43), era già,
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saputo, sette oratori del re dovevano partire da Barcellona il 16 di giugno ed essere a Costanza il 15 di luglio. Da tempo altri ora tori del re sonosi recati dal re di Castiglia per affrettare la venuta dei suoi oratori, « qui cum hic fuerint ad expedicionem negotii unionis celerem procedetur. Valete ». — Sigillo sotto carta. 18. Il medesimo al medesimo, B o n o n i e , da Costanza 12 settembre [1416]. — Lo ringrazia « de novis Lombardie et terrarum ecclesie » mandate con lettere dell’l l e 14 agosto, « ro gantes ut similiter velitis in futurum facere. De adventu autem vestro huc respondemus quod nundum videtur nobis tempus esse. Nam , licet oratores serenissimi domini regis Aragonum die quinta mensis huius Constantiam ingressi fuerint hicque sin t43, nundum tamen oratores alii de obediencia Petri de Luna, quorum adventum prestolamur in brevi, huc venerunt. Ita quod, si huc ita celeriter veniretis, vobis inutiles cumularetis expensas »; quando « sensero vobis fore utile hic adesse », glielo farò sapere. — Sigillo sotto carta.*il
morto l’ i l giugno 1450 quando Niccolò V diede a un canonico di Ferrara il mandato di conferire a Manuele Guarino, figlio del celebre Battista, il ca nonicato e prebenda ferraresi da lui rinunziati (T w e m lo w , op. cit., IX , 209), prese parte al concilio di Costanza e il 3 gennaio 1416 egli compare in un atto come legato del medesimo insieme a vescovi in trattative fatte a Narbona per l’unione con aderenti di Benedetto X III (Archivio Vaticano, AA. Arm. I-X V III, 5007: è il documento sunteggiato da V alois , loc. cit., 356, n. 1) e allo stesso fine fu mandato altra volta in Aragona, verso la quale partì da Costanza il 22 febbraio (Gesta del Fillastre cit. in F in k e , Acta cit., II, 57 : Liber gestorum del Cerretani, ibid., 275): di là potè dare notizie favorevoli (in F in k e , loc. cit., 278 s., 281, 290 s., 323-325: a p. 320 il Cerretani rife risce l’elogio fatto il 4 luglio 1416 dal cardinale Zabarella nella congregazione generale del concilio, che « transmisit ad easdem partes insignem et nobilem civem d. Johannem de Opizis, decretorum doctorem et sacri apostolici palatii auditorem.... qui etiam d. Johannes diligenter executus est sibi iniuncta.... »), rientrando a Costanza il 31 agosto (ibid., 337). Nel 1425 fu dato successore a Simone da Teramo nella collettoria di Inghilterra ed anche in seguito ebbe missioni in quel regno con qualche incidente sgradevole, ciò che si trova esposto presso A. Z e l l f e l d e r , England und das Basler Ronzìi (Historische Studien d ell’ EBERiNG, 1131), Berlin 1913; J. H a l le r , England und Borri unter Martin V, in Quellen und Forschungen cit., V ili (1905), 249-303; J. II a l I.ER, Piero da Monte (Bibliothek des deutschen histor. Instituts in Rom, X IX ), Rom 1941. E v. sopra p. 17. 48 II solenne ricevimento fatto il 5 settembre 1416 agli ambasciatori di Aragona è ricordato tanto dal F illa str e quanto dal Ce r r e t a n i (in F in k e , loc. cit., 66 e 339).
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19. Arpino de Cellis da Alessandria 44 a B. de Monte litt. ap. scriptori et f r a t r i h o n o r a n d o , da Roma 24 febbraio [1413]. Yen. vir et carissime frater. In recessu domini mei de urbe recommendavi vobis illum affinem meum de B rem ide45, qui sub mei fiducia Bononiam accessit, et per Johannem de Misco 46 fuit 44 Semplicemente « vester Arpinus » si sottoscrive in questa e nella se guente lettera e semplicemente « dominus Arpinus » Io appella Giovanni Kust nei n.i 13-16, come Odorico nel n° 23 e Giacomino de Rubeis nei n.i 29 e 30, ma, date le relazioni coi Fieschi e gli uffici avuti, non può essere che lMrp in u s de A lexa n d ria, che ai 21 di gennaio del 1386 « fuit receptus in scriptorem litterarum apostolioarum » (presso G. Ee l e e , B e r L ib er cancellariae apostolicae vom Jaltre 1380 und der Stilus p a la ta abbreviatile D ietrich s von N ieh eim , Leipzig 1888, 206) e il m agister A . de Collis de A lexa n d ria , che com
pare scrittore delle lettere apostoliche, cubiculario, famigliare, maestro del registro delle suppliche fino al 1428 e morto prima dell’aprile 1429 ( v o n H o f m a n n , op. cit., II, 84 e 109; B. K a t t e e b a c i i , In v en ta rio dei registri delle su p plich e, Città del Vaticano 1932, xn, n. 2; V A rp in u s registrator su pplicationu m nelle testimonianze contro Giovanni X X III a Costanza del procuratore del l’ Ordine teutonico in F i n k e , loc. cit., 865, non può essere che lui), quell’Arp in u s suus, al quale Leonardo Bruni d’Arezzo, il celebre segretario apo stolico, diresse un bigliettino (presso L. M e h ijs , L e o n a r d i B r u n i epistolarum libri V i l i , pars secunda, Florentiae 1741, 167 s.), che H. B a r o n , L eonardo B ru n i aretino (Q uéllen zu r Geistesgeschichte der M ittelalters und der R en aissan ce herausgeg. von W. G o e t z , I), Leipzig-Berlin 1928, 218, fissa
aH’ottobre-novembre 1407. Innocenzo VII, che ai 18 di dicembre del 1404 (R eg. V a tic., t. 333, f. 108) gli aveva confermato e ratificato una donazione di grano ed altre cose, che aveva « in urbe seu extra urbem », fattagli dal cardinale Fieschi, il 10 gennaio seguente spedendolo « ad partes Lombardie et nonnullas alias partes prò nonnullis nostris et Romane ecclesie negociis » lo raccomandava ai vescovi (ibid., f. 143'). Anche Giovanni X X III lo inviava « prò nonnullis magnis et arduis nostris et Romane ecclesie negotiis ad Venetiarum, Longbardie et nonnullas alias mundi partes » come risulta da una littera passu s dell’8 agosto 1413 (Obligationes com m unes, t. 2, f. 82’ ): due giorni prima, il 6 agosto, figurò come procuratore di Aragono Malaspina (v. n. 5) obbligantesi per il nipote Spinetta (su costui v. L i t t a , loc. cit. e L. C. B o l l e a , L ’abbazia di S an P ietro di P recip ia n o , in Iu lia D ertona, X X X III [1912], 35-37) canonico di Verona, (O blig. com m . cit., f. 188'). Per benefici ecclesiastici concessi ad Arpino ofr. Oblig. com m . cit., fi. 123' s. ; R epertorium Germ anicum cit., I li, 58; IV (Martino V), 166; A r n o l d cit., 272, n° 1676. Sarà lui o un omonimo quell’A lp in u s (ed. A l p i n i s 9) de Collis de A llexa n d ria can onicus J a n u en sis eletto il 23 marzo 1409 con tre altri come deputato del clero genovese al concilio di Pisa per promuovere la fine dello scisma (J. W i n c k e , B r ie fe zum P isa n er K o n z il cit., 184)? E v. anche la nota 3. 46 Sarà Breme in diocesi di Pavia: K e h r , loc. cit., 232-236; C a s a l i s , op. cit., II, 614-624. L ’affine è forse lo studente Gabriele ricordato in fine della lettera. 40 Da F. F e d e r i c i , D ella fam iglia F iesca , Genova s. a., non si ricava chi possa essere questo Giovanni Fieschi tanto impertinente.
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ignominiose tractatus, et ultra hoc ipse Johannes me verbis vilipendere non ommisit, ac si cum communi domino nil conversa tionis seu familiaritatis hactenus habuissem: male cognovit sevicia per me eidem facta, qui fui causa principalis ut in obsequiis domini mei predicti esset, de quo Deum et ipsum dominum meum testor; conqueror vobiscum domestice de predictis, ut in omnibus occurrentibus eius ingratitudinem presciatis, meque excusare pos sitis, si ei eciam non servirem, non dico si eum offenderem, quia ab offensione mea, eciam si commode possem, tutus est intuitu domus et dicti domini mei respectu et amore, ac patris sui, qui gratior eo est et longe discretior. Sum contentus quod ei hanc litteram ostendatis. De familia domini mei hic multa mala di cuntur. Obsecro vos ut more solito actendatis ad tonum (?) et que potestis corrigatis verbis et facto. Solicitetis Gabrielem ut studeat et si qua possum michi mandate. Vester Arpinus ». — Traccia di sigillo. 20. Arpino de Collis al medesimo, da Eoma 24 marzo [1413]. — « Eecepi litteras vestras urbanitate et caritate refertas, de quibus vobis Deus ipse retribuat, cum non sit opis mee satisfacere vobis, precor tamen ut continuetis solicitare nepotem meum quod stu deat, cui dicatis quod feci signari illam supplicationem de Placentia, que expediri non poterit nisi habeatur procuratorium impetrantis ad obligandum se camere in forma consueta. De pecuniis autem, quas recepi a predicto impetrante, si non habebit pecuniam de Placentia, retinere poterit, si vero habebit eas michi mittat quia me reperio quasi sine pecuniis. De illis facultatibus, de quibus scribitis, nichil spero facere, cum dominus noster in talibus, et male, durus sit et quia tangitis de beneficiis domini Johannis de Godiliasco 47, notifico vobis, quod ipse in manibus domini nostri canonicatus et prebendas maioris et sancte Marie de Vineis48 ecclesiarum Januen. pure et libere resignavit, qui collati fuerunt uni de Fogletis, cuius frater hic fuit et litteras ad partes portavit. A d factum Hermanni49 regratior vobis de pecuniis sibi missis; operemur quod deinceps habeat partem suam, prout iustum est 47 Godiasco in quel di Tortona: C a s a l is , op. cit., V i l i , 176-180. Un Giovanni de Godiliascio canonico di Genova era stato nominato dall’antipapa Benedetto X III vicario generale a Genova avendone rimosso l’arcivescovo Pileo de Marini, che fu restituito da Alessandro V l ’8 agosto 1409 ( E u b e l , loc. cit., 282). 48 Altra chiesa collegiata in Genova: K ehr, op. cit., VI 2, 299. 49 L’ Ermanno di n° 11 ? (v. nota 23).
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quia hic laborat forsan tantum quantum aliquis secretarius, qui ibidem in serviciis domini mei sit, vobis exceptis: sic credo fore intencionis domini mei. Valete ad votum ». — Traccia del sigillo. 21. Prete Andrea de Montenigro60 v e n e r a b i l i viro domino B. de M o n t e honorando secretario r . m i d. d. card, de F l i s c h o l e g a t o (sic) etc., da Som a 10 gennaio 1413. — « f In Christi nomine amen anno M°CCC0X I I I ° die X ianuarii in Roma. Reverende carissime domine recomendatione premixa. Plures litteras vobis scripssi et unam vestram recepi scripta [sic] in Bononia primis diebus ................. set multum miror nullam vestram et scio scripistis (sic) et vidi certum capitulum potest esse scripistis (sic) et date mihi non fuerunt. A d hoc pacientia est bona, scrip tum est n e c e s s e e s t q u o d s c a n d a l a v e n i a t (sic): eciam scriptum e s t : f a c q u o d d e b e s e t n o l i t i m e r e r e g e s e t c . » . Usò buona diligenza, come Dio sa, circa le faccende di B. H a redatto un inventario della vendita delle cose dell’amico, che l’avrà ricevuto.... Dedi magistro Johanni*51 in peccunia nu merata de vino venduto (sic) due. V i l i . Eciam ipse habuit ligna, acetum cum barrili ed agrestum cum barrili.... Ego sum homo et non puer quia eciam Deus mihi dedit gratiam esse sacerdos: ideo discretio est bona, sapienti paucha. Placeat me recommendare re.mo d. d. nostro domino cardinali.... Andreas de Montenigro presbyter ». Rei verso continua parlando, pare, di « linteamina » venduti per « bolodinos romanos L X X X sive fìorenos duos : entor erat Armanus 52 procurator d. nostri ... voluit dare ducatum unum et ego nolui. A d vestram racionem deponam pro florenis duo ca mere. — bol[oninos] L X X V . Faciam ad posse. Eciam salutetis cum recommendatione d[ominam] Margaritam olim bone memorie d. R oberti53 sicut debetis et sitis et dicatis quod ego celebravi pro anima ipsius d[omini] b[one] m[emorie] Roberti missas sancti Gregorii in magna parte in ecclesia sancti Petri, principium et finis in altare sancti Gregorii54.... — Traccia di sigillo.
60 Nulla ho trovato su questo sacerdote, ohe maneggiava tanto male il latino. 51 Forse il Giovanni Andrea del n° 11: v. nota ivi. 52 V. nota 23. 53 Dev’essere il de Fronzola: v. nella prefazione pp. 13-16. 54 Sono (e v. a p. 8 la n. 11) le così dette 30 Messe gregoriane da celebrarsi per un defunto in 30 giorni consecutivi : vedi A. F ranz, Die Messe im deutschen
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22. Odorico [de Ragonia] *55 v e n . v i r o d o m i n o B . M. s e c r e t a r i o e t c . f r a t r i h o n o r a n d o B o n o n i e i n d o m o r . m i d o m i n i l e g a t i , da Genova in f r e q u e n t i a , 11 gennaio [1413]. — « Recepi litteram vestram per quam dabo illis de Ginisiis quidquid habeo de vestro et subito vobis scribam quantum: plus non possum pro tempore venturo quia expecto quid sequatur de illa abatia 56 pro me de qua vos et frater meus mihi scripsistis, quamvis mihi videatur impossibile ut for tuna mihi in tantum faveat. Sum etiam vacuus quia exposui anno preterito omnia mea pro factis domini communis et ab ipso debeo habere multas pecunias pro salariis etc. Misi per Baldinum ratio nes vestras sicut videbitis : pey alias latius scribam. Si dominus abas sancti S yri57 nondum discessit pro veniendo huc, dicatis sibi
de
M ittelalter, Freiburg i. Br. 1902, 244-247. Per l’altare di S. Gregorio Magno nel l’antica basilica di S. Pietro, v. M. C e k r a t i , T. A l p h a r a n i de basilicae V aticanae antiquissim a et nova struetura (Studi e T esti, 26), Roma 1914, 86 s. 55 Questa e le tre seguenti lettere sono sottoscritte semplicemente con « vester Odoricus » o «Odoricus»: la rarità del nome m’ha fatto pensare a Odorico de Ragonia decretorum doctor, che il 5 maggio 1386 era stato « receptus in auditorem » (presso E r l e r . op. cit.. 172). Dev’ essere un friulano (come suggerisce già col nome l’aspirazione ad un’abbazia aquileiese) di Ragogna, B agonea, pieve in diocesi d’Aquileia (ora di Udine); v. B ation es decim arum Ita lia e, Y en etia e-H isiria -D a lm a tia , a cura di P. Se l l a e G. V a l e ( Studi e T esti, 96), Città del Vaticano 1941, x x v i i , 20, n° 258; 43, n° 591 e 51, n° 637; A n n u a rio delle diocesi e del clero d ’Ita lia , Roma 1924, 1124- Trovo notato in G. O c c io n i -B o n a f f o n s , B ib liog ra fia storica friu lan a , Udine 1899, 418 s., n° 2159. « I sign ori di B agogna, di T opp o e di P in za n o, note storiche di E. D e g a n i , Udine 1894 ». Ad ogni modo si tratta di un cliente del cardi nale Fieschi, che molto si interessa per bolle di benefici ecclesiastici per altri ed anche per ottenere a sé l’abbazia di Rosazzo cercando anche di fare all’uopo lavorare sul re dei Romani e sul Papa, ma non riuscì ad ottenerla. Gli « illi de Ginisiis » di questo n° e del 23 saranno membri genovesi della compagnia commerciale dei Guinigi di Lucca, che già nel 1372 contava a Genova due soci (S. B o n g i , D i P a olo G u in igi e delle sue ricchezze. Lucca 1871, 6 , nota) : Sulla famiglia Guinigi, che ebbe parte notevole nella storia della patria Lucca e mantenne ottime relazioni coi Papi Gregorio X I, Urbano VI e Gregorio X II, v. E. L a z z a r e s c h i in E n ciclop ed ia italia n a , X VIII, 264 s. e in E n ciclop ed ia cit. dello Sp r e t i , III, 648 s. Per Odorico v. anche n.° 11. 58 Quella di Rosazzo: v. lettera seguente. 57 « Primum loqum inter monasteria Januensis urbis abbatia S. Syri olim obtinuit, quam Landulfus episcopus Januensis a. 994.... condidit » e « anno 1383.... in commendam oessit, primo commendatario Ludovico oard. de Fliseo » ( K e h r , loc. cit., 303). L ’abbate, di cui parla Odorico, era un Giovanni, che il 13 luglio 1412 aveva fatto la promessa pel pagamento alla Camera apostolica del servitium com m une e dei quinque m inu ta servitia (Oblig. com m . 2 , f. 114').
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quod veniat usque ad Cervariam vel Rapallum et aviset me ante quam veniat in civitate propter aliqua que post recessum Baldini [sunt] innovata. Spero tamen facta sua bene succedent, avisans vos quod fui sibi in tantum amicus et necessarius quod per solicitudinem et opera mea et non alterius spero habebit possessionem quamvis aliter fuerit opinatum contra omnem veritatem. Yalete felix. Recommendo vobis istum sacerdotem coram r. domino nostro in his que poteritis. Yester Odoricus etc. ». — Sigillo indecifrabile. 23. II medesimo al medesimo a Bologna, da Genova i n f r e q u e n t i a , 14 gennaio [1413]. — « Per litteras vestras et fratris mei percepi ipsum ivisse domum pro pecunia habens spem ad factum abatie R osacii58 pro me, de qua hucusque parum vel nil speravi non videns mihi in curia aliquem favorem et me nudum amicis, absente domino communi et vobis maxime, sed ne negligenter et pusilanimis videar ista contepnere, respuens que for tuna aliquando etiam non merentibus ministrat, disposui intendere toto posse ad factum si possibile erit, de quo iam scripsi Rome Jacobo dei B en e59 aliqua et domino Arpino cuius, opera oportet requirere nec possem evitare quin sentiat et forsan melius faciet quam alias. Feci etiam scribi domino nostro pape per r. dominum generalem, qui hic est ambasiator, et interim preparo pecuniam habere mutuo usque in ducatos Y ° quia de meis paucas habeo quas exposui anno nunc preterito in agendis pro domino communi, et istud inconveniens nunc mihi sequitur. Quare vos precor ut si frater meus cito revertitur ipsum de predictis avisetis et si habet pecuniam ducat. M ., sicut mihi scripsit, vadat subito Romam si nondum fuerit alteri provisum de abatia illa et exequatur sicut poterit, quia ab hinc spero inveniam summam suprascriptam mutuo et de meis si deberem obligarem personam: non venio personaliter illuc quia nil plus operaretur persona mea quam frater meus et dimitterem facta domini mei in magno dispendio sine guberna tore nunc in principio exactionum, nec possem invenire et cumu lare pro me pecunias suprascriptas nisi stem hic ad exigendum. Sufficit quod frater meus exequatur et si obtinebit subito ero 58 Di S. Pietro di Rosazzo nel patriarcato di Aquileia ora arcidiocesi di Udine, fondata nel secolo X I (K e h r , op. cit., VII 1, 57), che nel 1413 trovo data in commenda al cardinale Pisano, l’Adimari della nota 46 della prefazione (Obligationes et solutiones, t. 56, ff. 138 e 145')· 59 Probabilmente della famiglia fiorentina di mercanti di panni e ban chieri sulla quale v. A. Sapo r i , Una compagnia di Galimala ai primi del Tre cento (Biblioteca storica Toscana, VII), Firenze 1932. Ricorre anche nel n° 24.
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paratus cum persona et pecuniis suprascriptis. Precor igitur vos ut adveniente casu, si expediet, non deficiatis mihi in his que poteritis, quia centuplum accipietis et amico servietis in ne cessitate. Litteras reverendi domini communis in favorem pro me s[anctissimo] domino nostro pape precor obtineatis si frater meus procedet illuc et consulatis sicut expedit et videbitur et scribatis fratri meo in Foroiulii si apparet nuncius aliquis ut solicitet venire et cum sit novum quod imperator est Utini 60 et ibi esset dominus Placentinus 61 impetret ipsius litteras et cum auxi lio suo litteras a serenissimo domino imperatore quas spero obti nebit et super hoc loquatur Bartolomeo Musche Ianuen. qui est cum imperatore magnus 62 et mihi amicus. Subito dabo pecunias vestras illis de Ginisiis sicut scripsistis. Baldinus portavit vobis librum rationum vestrarum ; ordinetis pro isto anno quem vultis procuratorem in casu quo hinc discedam. Dicatis etiam domino abati sancti Syri quod veniat usque prope Januam et ante quam intret me aviset de Bapallo vel Becho. Spero facta sua bene procedent. — Sigillo indecifrabile. 24. Il medesimo al medesimo a Bologna, da Genova 21 gen naio [1413], — « Si frater meus revertitur Bononiam cum illis ducatis M. sicut mihi scripserat quod sperabat habere, vadat R o mam pro executione illius abatie si possibile erit secundum spem sibi datam, nec est necesse ut subito veniam illuc vel ad cu riam personaliter, quia oportet me esse hic pro cumulando pecu nias quas debeo recipere cum alias paucas habuissem paratas, sed adveniente casu, quod promittatur abatia ipso habente du-
60 Realmente Sigismondo di Lussemburgo re dei Romani, che sarà coronato imperatore il 31 maggio 1433, si trovava ad Udine dal 16 dicem bre 1412, rimanendo là e in quelle parti (Belluno e Peltre) fino al giugno 1413 (W. A l t m a n n , D ie U rkunden K a is e r Sigm unds [Regesta Imperli, XI], I, Innsbruck 1896-97, 24 ss.). 61 II ben noto Branda da Castiglione, ch’era stato eletto vescovo di Piacenza da Bonifacio IX , destituito da Gregorio X II e creato cardinale da Giovanni X X III il 6 giugno 1411: morirà il 3 febbraio 1443 e verrà se polto nella collegiata di Castiglione d’ Olona (Varese), che colla cappella a S. Clemente in Roma è testimone dell’amore per l’arte di quel degno por porato, ohe fu occupato in varie legazioni: v. L. P a s t o r , Storia dei P a p i, versione ital. di A. M e r c a t i , I, Roma 1910, 247 s. con Supplem ento ai v o lum i I e I I I , Roma 1931, 66 s.; G. B. P ic o t t i in E ncicloped ia italian a, IX , 376. 62 Nulla so dire di questo Bartolomeo Mosca, che sarebbe stato in grande auge presso Sigismondo.
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catos M. et scribat mihi de Eoma, subito mittam usque in du catis Y c de meis et mutuo et si potero plures et pro his cum solicitudine procurandis abhinc misi Eomam quemdam amicum meum Johannem Furianum avisando Jacobum del Bene de om nibus oportunis. In adventu autem fratris mei mihi scribat huc quid fecit et vadat confestim Eomam quamvis in veritate p a rum sperem quia non videtur mihi quod possem esse tam for tunatus, sed moveor incitatione fratris mei et affinium, ne un quam possint dicere quod negligenter et pusilánime per me defeceret (sic) omnia probasse. Si etiam recessissem abhinc dubito displicuissem communi domino in istis novis exactionibus cum nullus sit hic et in dubio melius est non venisse et pro inve niendo pecunias, quas de meis haberem nisi expendissem pro do mino. Dabo infra dies I I I pecunias vestras mercatoribus illis si cut scripsistis et distuli pro mutatione monete pro non dando vobis dampno et pro exigendo pagas aliquas locorum si potero ut plus dem. Scripsistis mihi quod misistis bulam pro fratre Johanne de Ponzano, pro qua faciam mihi solvi: respondeo quod nunquam recepi bulam nec responsionem aliquam a vobis pro fratre Johanne predicto, pro quo pluries scripsi vobis et nunquam habui respon sum, sed recordemini per quem misistis bulam predictam ut possit recuperari et scribatis expensam quia frater Johannes subito solvet. Similiter niehil unquam habui a presbytero Zanino de Arborio pro preposito Casalis 63 : vos talibus garulis non concedatis vestrum quia tarde solvent. Bene recepi pridie per quendam monacum A le xandrinum bulam pro fratre Francischino de Terdona quam eidem misi. Aviso ulterius vos quod hic in sacristía sancti Laurentii64 inveni illas bulas beneficiorum Januen. quas miseratis alias de Perpignano, que nunquam fuerant mihi presentate quando m i sistis: credo quod d. Johannes de Godelassio65 vel alius ha buerit et in principio guerre posuit in sacristía. Ipsas bulas habeo, sed a nemine possum aliquid habere pro redemptione, exceptis flor. II a quodam fratre Ugolino, quos posui in ratio nibus quas misi vobis per Baldinum. Si frater meus ibit Bomam abatía nondum expedita pro alio, vos precor operemini secum ut habeat litteras favorabiles r. domini communis pro me ad s, dominum nostrum papam. Domine Bartolomee, si fortuna in 63 La collegiata di S. Evasio a Casale Monferrato che diverrà cattedrale coll’erezione di questa città a vescovado compiuta da Sisto IV nel 1474 ( K e h r , op. cit., VI 1, 41 ss.). 64 La cattedrale di Genova (v. K e h r , op. cit., VI 2, 277 ss.). 65 V. nota 47.
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hoc me sublevaret, possetis esse inter omnes amicos meos con tentus quia haberetis hominem et domum perpetuo vestram, et essem satis sufficiens tunc servire amicis. Valete felix. E t si d. abas sancti Syri nondum recessit, dicatis sibi quod spero ipso adveniente facta sua bene procedent respectu parochianorum sed persensi bulas suas esse Eome transmissas de Lucha, eo quia non recuperavit ipsas in tempore promisso. Pluries sibi scripsi». — Sigillo indecifrabile. 25. Odorico [de Eagonia] r e v e r e n d i s s i m o domino meo singularissimo L. cardinali de F l i s c o a p o s t o l i c e s e d i s l e g a t o e t c . B o n o n i e , da Ge nova, i n f r e q u e n t i a , 16 maggio [1413]. — « Eev.me domine mi singularissime. Senciens expeditionem d. Jacobi de Imperia libus 66 et meam, de qua quantam gratiam habeam a d[ominatione] vestra in futurum effectus demonstrabit, super quibus pro nunc non verbis pluribus insistam, sed pronunc solum aviso d[ominationem] vestram sicut alias scripsi, quod resta monasterii sancti Stefani67 ascendunt ad summam librarum MDC vel circa computis bonis et malis, que spero esse plus de malis, et propterea consulebam alias ut ibi componeretis cum dicto domino Jacobo, sed postmodum cogitavi quod melius est ut miehi comittatis istam compositionem, mihi scribendo usque ad quantam summam vi detur sibi dimittere, et ego illam et melius si potero servabo et hoc dico quia dubito per monacos aliqua latere que forte pas sem interim recuperare. Istam avisationem unus amicus dedit mihi secrete, quod sit penes d. vestram, ne d. Jacobus habeat me odio, quamvis tenear facta vestra cum fidelitate recordare. Datum Ianue die X V I maij frequentia. Dignemini scribere unam litteram domino archiepiscopo 68 et aliam capitulo me eidem recommen dando in possessione habenda et in aliis ut habeant causam me bene tractandi ». — Traccia del sigillo. 68 Forse quel Giacomo Imperiali che, nominato all’arcivescovado di Ge nova da Eugenio IV, fece la sua obbligazione il 23 dicembre 1439 e morì nel 1452 (E u b e l , op. cit., II2, 167; F. U g h e l l i , Italia sacra, ed. N. C o l e t i , IV, Venetiis 1719,895-898). Alla nomina ad arcivescovo era abbate di S. Stefano. 67 II monastero benedettino di S. Stefano de Porta a Genova, eretto nella seconda metà del secolo X e dato in commenda da Bonifacio IX nel 1401 ( K e h r , loc. cit., 308-312). E v. la nota precedente. 88 Arcivescovo di Genova era Pileo de Marini (v. n. 47) nominato da Bonifacio IX il 30 novembre 1400, al quale Martino V darà successore per obitum il 4 novembre 1429 Pietro de Georgiis (E u b e l , op. cit., I2, 282) traslato da Novara.
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26. Bartolomeo d e G u a s t i s 69i a n u e n s i s s e c r e t a riu s v e n , et e g r e g i o v i r o domino magistro B . de M . l i t t . a p o s t . s e r i p t . et a b b r e v i a t o r i secretario etc . , Bononie, da Costanza 1 febbraio 1417. — « Etsi admiraturum te pernoverim, cum nomen insolitum mittentis litteram videris, non tamen desinendum a scri bendo esse constitui, ne quod honestum putavi, negligentia omis sum sit. Urgent ut scribam due legitime rationes, quarum altera te, altera me conspicit. Prima enim tua est virtus, cuius radijs perculsus tam facto quam fama ad eam michi propinquam et meo animo domesticam familiaremque agendam, sero quamvis, nunc insum. Secunda est mentis mee conceptus, qui me tibi adiunctum sorte ut premio nature et humanitatis associer, hortatus est. De prima ne assentari velle videar et blandiri, nichil tecum disseram, cum honestius sit de ipsa cum alijs disceptare. Po stremam tantum attingam, et quam fieri quanto brevius poterit expediam. Humani ingenij quippe officium esse semper animaverti, quoscunque hominum, virtutum potissimum vita inbuta si fuerit, socios in amore et caritate perquirere, magis tamen atque magis eos qui quodam fortune cursu in nos sepe maximis cum effectibus laborantis in unum coniuncti offitio sunt. Inde est ut noscas benivolentia largissima et ceterorum dominorum quos un quam viderim, quos audiverim, r.mi in Christo patris et domini nostri communis perpetuo colendissimi uberrima, ad cancellarie sue ministerium me vocatum esse, meque vobis omnibus primio ribus additum et annexum. Erat autem pernecessarium nostre inchoande amicicie, ut tempestivius tibi hec prorsus indicassem et eo quasi die id agere debui, quo tibi ceterisque datus sum comes, sed ut non infitiar quod verum est, distuli ignavia quadam et tepiditate mentis non solite tuis in benivolentijs obversari, quam tamen nunc minus comodam fuisse pernosco, et ideo serius aut citius sedem properamus ad unam, ad tuam silicet tenaci dilec tione festino, exorans ut tuo in animo locum concedas idoneum in quo meus in posterum cum unaquaque amoris integritate sicuti vetustissimorum amicorum interest, possit devote et tran quille quiescere. Dicito atque tunc cum tue fores caritatis ape rueris, felices nobis dies consimilis adipiscatur adventus. Nam iti dem ut agant sororias parcas orabo, que mentes et annos homi num nutu fatigant et versant. iTon dabit plura ex me calamus meus tibi verba, aut dicta: tuam morabor litteris nosce mentem 6 6S V. nella prefazione e lo noto relative 64, 65.
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post quam felicius prosequemur : vale et responde si libet. Datum Constantie die prima februarii MCCCCXVII. Nuper associatus tibi offitio et amore Bartholomeus de Guastis Januen. secretarius etc. semper tuus ». — Traccia del sigillo. 27. B a r t h o l o m e i B a r t h o l o m e u s de G u a s t i s c o n s p i c u i i n g e n i j et m u l t e d o c t r i n e v ir o m a g i s t r o B . de M. l i t t . a p o s t . scriptori e t d. m e i r . m i d. c a r d i n a l i s de F l i s c o s e c r e t a r i o suo a m a n t i s s i m o f r a t r i m a i o r i , Bononie, da Costanza p r o v i n c i e M a g u n t i n e , 19 aprile 1417, i n d i c t i o n e X . — « Quaternas litteras tuas uniformes, quattupliciter (sic) autem missas varijs diebus accepi. Edocuit itaque ani mum tùum erga amicum ea tua diligentia, qua in illis mittendis uti voluisti. Quid ergo ex hac promptitudine aliud possum documen evellere, quam quod velim et debeam idem tibi esse fierique qui mihi es et factus iam. Sponte profecto ad eiusmodi consuetudinem propero, ex nunc animo imponens meo, ut similis tibi sit corde, qualis sum nomine. Nec te minus moveor exhortari, permanere cupias in ipso, quod tam liberaliter inchoasti. Trahit verisimiliter si bene circumspicimus ad unum agendum indissolubilem amicitie nodum ambos plurima ratio. In primis se effert nominum conve nientia, que etiam nunquam visos compescit amare; in secundis offltij quo versaturi, comite Deo, sumus, unitas, que nos duos effi cere debet unos: addo virtutem, qua tu plenus es et ad quam, ut ego vacuus implear, festino: subticeo ceteras, que multiplices sunt rationes: sufficiant ad persuadendum he memorate ut in amicitia perpetuanda iungamur. Ceterum ut reiectis de amicitia sermocinationibus, ex amicitia aliquid exprimamus. Quia te tuis in litteris sepe vidi r.mum d[ominum] meum et tuum ex animo rogitare ut cum temporis cerneret aptitudinem s i l i c e t e l e c t i o n e m s u m m i v i c a r i j p r o x i m a m 70 te ad sacrum concilium advocaret. Ego non monitu suo, sed meo affectu, tue cupidus utilitatis, te arcesso et tempus instare pronuntio, et si inde discesseris in fine madij sive in principio iunij, venies tem pestivus. Res is te 71, ne verum occulam, quam multum fluctuant, sed non tantum quim (sic) pendeat aliqua spes salutis. Yspani agi tant dubitationes diversissimas quas sillogizare, esset non litteras 70 Queste parole in s p a z i a t o sono aggiunte in margine. 71 È molto interessante il giudizio, che dà qui il Guasco sulla situazione
a Costanza.
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mittere sed processus. Sat sit ergo nosce quod laudabilis erit finis, nam dietim animos plicant ad desideria nostra. Audeo tamen di cere quod nisi cereiorentur prius de modo electionis agende, quod summopere postulatur, nunquam unientur concilio nec adherebunt ei. Mitto capitula, que in primis ingressibus porrexerunt, leges, et tu ipse considerabis. Amicum habes indissociabilem et tibi facto et cogitatu similem, operi committas eum, ut lib et». — Traccia dei sigillo. 28. Jacobinus d e R u b e i s 72 C a m e r e a p o s t o lice co lle c to r ven. et e g r . viro domino B. de M o n t e l i t t . a p o s t . s c r i p t o r i et a b r e v i a tori tamquam fratri honorando, da Cracovia 13 gennaio 1428. — Venerabilis et egregie tamquam frater hono rande, recommendacione premissa. Retulit mihi dominus Petrus Ungarus ambasiator serenissimi domini regis Polonie sicut s[anctissimus] d[ominus] noster promovit r.dum p[atrem] dominum Stanislaum Czoleck vicecancellarium huius regni ad episcopatum Poznaniensem73 de quo regratior altissimo quia maximam consolacionem et complacenciam fecit prelibato domino regi et quia dominus et benefactor meus dominus Johannes Orlandi74 pluries mihi scripsit sicut intencionis s[anctissimi] d[omini] nostri erat mihi velle providere de beneficiis illius qui erit promotus ad dic 72 V. la prefazione pp. 8-13 e le note relative. 73 V. nota 22 della prefazione. 74 Ricorre anche nei n.i 30, 31 (de Orlandis, come in questo n.° più sotto)
e dovette essere un attivo e influente impiegato in Curia a Roma e dovrà identificarsi con quel « Johannes Orlandi Romanus, ut dicebatur », che « vo lens accedere concilium circa Rabisburg [Ravensburg nel Württemberg] fuit captivatus per Jacobum Dapifer militem et diucius detentus ad instanciam cujusdam vidue, cujus maritus per patrem et cognatos Johannis Orlandi in Italia fuit spoliatus et occisus in castris ecclesie Romane. Propter quod exinde pluribus diebus fuit disputatum laboratum per Italicos pro illius re laxatione, sed modicum profecerunt. Finaliter oportuit eum concordare » (così al novembre 1434 negli appunti pel concilio di Basilea per gli anni 14311435 in Concilium Basiliense cit., V, 108: a p. 123 è detto «nobilis civis de Roma » e si afferma che era successo a colui che aveva derubato il predetto individuo di 1800 fiorini, «in dominio per collacionem pape Martini sub condicione, quod satisfacere deberet uxori et liberis illius interfecti »). Nello stesso Cone. Bas., V, ai luoghi segnati nell’indice a p. 663 per i protocolli del concilio di Basilea degli anni 1434 e 1435 si potranno seguire le discus sioni al concilio interno alla carcerazione dell’ Orlandi. V. a nota 19 della prefazione, dove il nobilis vir Giovanni Orlandi compare procuratore di Gia comino.
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tam ecclesiam Poznanienrem, nunc vero promocio est facta, qua propter rogo vos precibus quibus possum quatenus accedere velitis ad dominos meos Bartholomeum de Montepollizano75 et Johannem de Orlandis eis humiliter supplicando quatenus cordialiter instare velint cum s[anctissimo] d[omino] nostro quod de bene ficiis dicti promoti ad dictam ecclesiam Poznaniensem mihi di gnetur nunc providere et dictis dominis meis presentare litteras presentibus alligatos et quia nunc est tempus velitis pro me cor dialiter laborare prout in vobis spero. Nomina beneficiorum dicti promoti sunt hec: primo cantoria Cracoviensis valoris X V marcarum argenti; item canonicatus et prebenda Poznanien. valoris V I marcarum argenti; item canonicatus et prebenda Wladislavien. valoris V I marcarum argenti, que quidem beneficia sunt modice (sic) valoris, nichilominus velitis ad habendum pro me cordialiter laborare. Item pridie vobis misi litteram cambii de X X X ta florenis et plures vobis mittam si erit necesse. Et si qua pro vobis possum mihi mandetis, paratus ad singula vobis grata », a tergo: « Becepta die x v m februarii». — Sigillo. 29. II medesimo p r e p o s i t u s O p p o l i e n . e t c a m . apost. c o l l e c t o r al medesimo, da Cracovia 27 dicembre 1428. — « Hodie recepi litteram in qua continetur sicut ex defectu pecuniarum non proceditur in facto meorum beneficio rum, pro quibus littigo, de quo multum doleo. Et quia intendo causas istas sequi in quantum mea possibilitas se extendit, idcirco vobis mitto litteram cambii de X X X florenis presentibus introclusam et rogo vos precibus quibus possum quatenus in facto istorum duorum beneficiorum velitis bonam diligentiam adhibere prout in vobis spero in tantum quod isti adversarii mei contra me ullam possint victoriam obtinere quia ullum ius habent sed volunt
75 B. di Francesco da Montepulciano segretario apostolico già nel 1414, continuando in tale ufficio fino alla morte avvenuta poco prima del 9 lu glio 1429 (von H o f m a n n , loc. cit., 109), come risulta dalla lettera in tal data del Poggio al Nicoli da Anagni (ed. T o n e l l i cit., I, 283-285). È l’Aragazzi compagno del Poggio stesso nelle scoperte dei codici, che commise a Donatello ed a Michelozzo la costruzione del proprio sepolcro monumen tale a Montepulciano, dove nella cattedrale nuova se ne « trovano dispersi in vari luoghi sette pezzi principali » essendo stato scomposto il monumento (v. W a l s e r , Poggio Fior, cit., ai luoghi indicati nell’indice a p. 565 ed A. V e n t u r i , Storia dell'arte italiana, V I , La scultura del Quattrocento, Milano 1908, 350-359 colle figure 213-221). V. anche n° 47.
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me decipere cum falsitatibus. Item mitto Y v o n i76 licteram cambii de sex florenis: etiam pridié sibi misi aliam de octo florenis et sibi dicatis quod velit in factis meis bonam diligentiam adhibere prout spero quia pecunie sibi non deficiant (sic). Si qua etc. paratus ad singula vobis grata. Placeat me recommendare domino Arpino et alijs recomendandis ». — Sigillo. 30. Il medesimo al medesimo, de Cracovia 5 gennaio 1429, i n f r e q u e n c i a , ( manca il foglio che doveva contenere la prima parte della lettera e nell’ultima pagina l’indirizzo). — « Insuper s[anctissimo] d[omino] nostro mitto duas pelles coloris rubei de animali tigro77 quas sue sfanctitati] presentare velitis cum armelinis78 si reperietis me fore in gracia sue sanctitatis. Insuper dominus Johannes Stralicz prepositus W ratislavien.79 laborat in extremis et nullo modo potest evadere et sic michi scribit succollector meus in Wrat[islavia] et ob hanc causam ad vos mitto Nicolaum L on gi80 familiarem meum latorem presentium et rogo vos quatenus subito accedere velitis ad dominum Jo[hannem] de Orlandis eidem supplicando quatenus dictam preposituram pro me impetrare velit et sum contentus dimittere
76 Ricorre anche nei n.i 30, 32, 33, 34 e 36, e doveva essere un agente presso gli uffici di Curia e uomo di fiducia del de Rubeis e forse è l’ivo Hugonis del n° 34 che nell’ultimo f. (il 40°) del nostro Instr. mise. 7249 elenca quanto ha ricevuto « post redditum meum de Britannia » (a proposito della parroc chia di Pluvigner in diocesi di Vannes, di cui v. a n. 8 della prefazione ?) » a magistro B. de Monte », comparendovi in primo luogo sette fiorini « pro habendo quitanciam domini mei domini Jacobini [cioè il nostro Giacomino de Rubeis] a camera apostolica de VII 0 e V° florenis auri de camera » e altra somma pagata « notario qui perquisivit in suis scripturis litteram subseriptam manu bo[ne] mefmorie] domini cardinalis de Fliseo », probabilmente la ce dola menzionata da Giacomino nella lettera del’8 dicembre 1431 (n° 34). Ed è forse anche il magister Ugo ricordato nella rado indicata in n. 11 della prefazione. 77 Latino di Giacomino. In quelle parti i negozianti tedeschi tenevano attivo commercio con la Russia per le pelliccerie; v. W. H e y d , Hìstoire dw commerce du Levant, ed. franc, par F u b c y R a y n a u d , II (réimpression) Leip zig 1923, 770. 78 Che da n° 31 risulta essere stati ben 250: nel n° 34 Giacomino si di mostra lieto che le pelli siano state presentate al Papa e nel n° 32 parla di « peììes parate pro complemento fodrature » di Bartolomeo. 79 V. la n. 24 della prefazione. 83 Nei cit. Aeta Nicolai Gramis, 33, 60, 88, compare nel 1437 un Nico laus Longi, un canonico di Breslavia. V. anche sotto, al n° 35. 4.
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archi diaconatum meum in Glogovia maiori81 et quando ibitis ad ipsum cum litteris s[anctissimi] d[omini] nostri et suis cum lit teris cambii et balista vobiscum portetis supplicationem pro pre positura motu proprio, que prepositura est valoris marcarum 1. argenti et in hoc rogo facere velitis summam dilligenciam prout in vobis spero et casu quo dominus Jo[hannes] de Or[landis] non esset accedatis ad dominum Antonium Bucii, cui super hoc scribo et sibi presentetis balistam et una secum accedatis cum litteris meis ad s. d. nostrum et cum supplicatione et vobiscum portetis armelinos et- illas duas pelles rubeas que omnia presentetis sue sanctitati mei parte et eo tempore poteritis pro prepositura sup plicare et in hoc rogo facere velitis dilligenciam. Item supplicare velitis dicto domino Jo[hanni] de Or[landis] quatenus nullo modo velit sustinere quod per istos ribaldos sim ita diffamatus ymo supplicare velit s. d. nostro quatenus committere et mandare di gnetur archiepiscopis et episcopis in regno isto quatenus quilibet ipsorum in sua civitate et diócesi de gestis per me se informet et sue sanctitati referat et si s[anctitas] sua reperiet me in aliqua minima re defecisse, non solumodo officio sed beneficiis et honore me privet et in hoc velitis cum prefato domino Jo[hanne] cordialiter laborare et prout reperietis negocia disposita me ad plenum in formetis et faciatis quod dominus Jo[hannes] aliquid mihi scribat. Item sciatis pro certo quod si s[anctissimus] d[ominus] n[oster] me ad requixicionem istorum ribaldorum ita turpiter deponet et sine causa conabuntur mihi peiora facere, avisando vos sicut di xerunt domino nostro regi quod nixi fuissent littere sue quas pro me scripsit s[anctissimo] d. nostro sua sanctitas me ad perpe tuas carceres condampnasset, quod falsum est et pro tanto fa ciatis quod s. d. noster in facto cantorie mee scribat cordialiter prelibato d[omino] nostro regi scribat et pro habendo plenam informacionem de gestis per me in regno isto scribat dominis prelatis et omnes istas litteras per dictum Xic[olaum] subito mihi mittatis. Item per primum vobis mittam instrumenta acceptacionis et provisionis et insinuacionis facte de anno M °CCCCXXV de mense novembris per dominum Paulum Siszige scolasticum Crac[oviensem]82 de canonicatu et prebenda, que illo tempore vacarunt
81 Glogau, Grossglogau, in Slesia, a N 0, di Breslavia. Già nella pre fazione ho notato che non si sa quando Giacomino abbia ottenuto l’arcidiaconato di Grossglogau, sul quale v. anche nota 118. 82 II 30 gennaio 1432 Eugenio IV accoglierà una supplica di Paolo de Gysitze, scolastico di Cracovia e di nobile famiglia per essere provvisto d’un
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in ecclesia Crac[oviensi] per mortem domini Clementis Radoniski. Item aviso vos sicut prefatus d. Paulus ad curiam Romanam mit tebat per unum canonicum Crac[oviensem] omnia iura sua que habet in prebenda mea, pro qua meus intendeba[t] littigare, sed ille canonicatus est sumersus et omnia iura sua etiam sunt sumersa et dictus d. Paulus in manibus meis iuxavit nunquam dare mihi impedimenta, idcirco expediatis vos contra Globoczianum*83. Item mihi scribitis sicut testes in facto nobilitatis mee 84 pro ducti non sufficienter deposuerunt, eapropter alios producere fa ciatis et precipue magistrum Gulliermum or[dinis] fratrum mi norum qui bene est informatus 85 et casu quod hoc non sufficiat comittatis in partibus domino preposito ecclesie collegiate in Cassali Vercelen. diocesis 86 qui de nobilitate mea se informet et referat prout moris est, quia pro isto succumbere non debeo. Inter alia rogo velitis facta mea habere recomissa prout semper habuistis quia in vobis pendent leges et profete. Item Y vo debet presentare unam supplicationem domino meo domino cardinali de Ursinis 87, qua signata faciatis expedire bullas et illa cito michi mittatis si qua etc. Placeat me recommendare domino meo domino Jo[-hanni] de Orlandis et in absencia sui recursum habeatis ad dominum Antonium Bucii si qua etc. paratus ad singula vobis grata.
canonicato e prebenda di Posen, non ostante la scolastria di Cracovia e ca nonicato e prebenda di Gnesen e di Plock (A r n o l d , op. cit., 416, n° 2588). V . anche n° 31. 83 È il Glamboczki del n° 31, il contendente con Giacomino per la pre benda di Cracovia. 84 Come ho rilevato nella prefazione, Giacomino era della famiglia dei Signori di Terruggia. 85 Probabilmente è Guglielmo di Casalmonferrato « theologiae doctor eximius » che nel 1430 fu eletto ministro generale dell’ordine e morì a Fi renze l’ i l febbraio 1442, venendo sepolto in S. Croce (J. H . S b a r a l e a , S upplem entum et castigatio ad Scriptores trium Ordinum s. F ra n cisci, ed. nova, I, Romae 1908, 336; H . H o l z a p f e l , M an uale historiae ord. F r . M in oru m , Friburgi Brisg. 1909, 100, 105, 190, 587, 620). 88 V. nota 63. 87 Giordano della famosa schiatta romana degli Orsini, arcivescovo di Napoli dal 1400, creato cardinale da Innocenzo VII 12 giugno 1405 f ve scovo di Sabina e penitenziere maggiore ai Bagni di S. Filippo di Petriolo nel Senese 29 maggio 1438, lasciando la sua biblioteca di ben 348 codici alla basilica di S. Pietro « ut.... in dieta ecclesia S. Petri necnon in urbe Romana multiplicentur quantum fieri potest viri litterati et scientifici » (E u b e l , op. cit., I, 360, 26; E. K ö n ig , K ard . G iordano O rsini [ Studien und D arstellun gen aus dem Gebiete der Geschichte herausgeg. von H. G r a u e r t , V, 1, Frei burg i. Br. 1906]).
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Dall· Archi vio Vaticano
Placeat me recommendare domino Arpino et si casus con tingat aliquod beneficium vacare in Janua, rogo sitis memor de me ». 31. II medesimo al medesimo, da Cracovia 15 gennaio 1429. — « Noveritis sicut dominus Paulus Giszicze scolasticus Crac[oviensis] et adversarius meus in facto prebende mee Crac[oviensis] amplius non vult esse adversarius sed bonus amicus et quod verum sit ad requixicionem meam revocavit omnes et quoscunque procuratores per ipsum in facto dicte prebende constitutos et anullat omnia per ipsos procuratores acta et actitata in facto dicte prebende. Item renunciavit omni iuri quod sibi competeret in dicta prebenda et omnia videre poteritis in instrumento quod vobis mitto presentibus alligato tam de revocacione quam eciam de renunciacione, et pro tanto rogo vos, attento quod renunciavit iste dominus Paulus iuri suo, subito faciatis quod s[anctissimus] d[ominus] noster me surroget in iure dicti Pauli et cum consilio d. Jo[hannis] Jaqueti procuratoris mei sine mora formetis supplicationem in bona forma et per dominum Jo[hannem] de Orlandis dictam porigere et ponatis quod sit valoris X X 4i marcarum et in hoc summam facere velitis dilligenciam et nullo modo tardare. Item istud instrumentum in iudicio producere faciatis nullo modo nixi prius supplicacio sit signata pro me et omnia iura istius d. Pauli sint per procuratores suos in iudicio producta et casu quo non producere possent quia sunt omnia proditata per illum canonicum Crac[oviensem] qui fuit sumersus tunc utamini iure meo et non indigetis de isto instrumento quod nunc vobis mitto. Item per primum vobis mittam instru menta acceptacionis, provisionis et insinuacionis facte de anno Domini M°ccccxxvto de mense novembris per prefatum domi num Paulum Giszicze de prebenda que vacavit per mortem do mini Clementis Radoniski et taliter per Dei gratiam faciam quod iste Glamboczki cum iure alterius non poterit se defendere, idcirco cogitetis quod amodo sit finis in facto istius prebende. Item in facto archidiaconatus pro quo littigo nichil facere possum quia isti malledicti Usite sunt in Slesia prope Wratislaviam ad V . mi liaria et destruunt totam patriam, sed conabor toto posse super hoc laborare. In facto propositure Wrat[islaviensis]88 pro qua ad vos missi Nicolaum familiarem meum, summam facere velitis dilligenciam prout in vobis confido et est valoris L X X marcarum ar 88 Che vacö il IS agosto 1429 (n° 32) per la morte di Giovanni von Streh len (v. n. 24 della prefazione).
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genti et faciatis supplicationem motu proprio, avisando vos sicut de propositura mea Opoliensi non habebo isto anno flor, x x quia omnia sunt combusta et isto dicere potestis domino meo domino Jo[hanni] de Orlandis. Item c c l armelinos et illas duas pelles rubeas s[anctissimo] d[omino] nostro presentare poteritis quando prefatus d. Jo[hannes] ordinabit. Item rogo cito expedire velitis Nicolaum familiarem meum et in facto mee cantorie mihi mittatis omnes litteras necessarias tam s[anctissimis] d[omini] nostri quam dominorum cardinalium. Eogo velitis me et facta mea habere recomissa prout semper habuistis, et prout sum in gratia domino rum meorum de camera pro facto istius officii mihi intimare velitis si qua etc. paratus ad singula vobis grata. Altissimus vos et fa miliam vestram conservare dignetur feliciter et longeve ». — Traccia dei sigillo. 32. II medesimo al medesimo, da Breslavia 26 settembre 1429. — « Quia in facto prepositure Wrat[islaviensis] que vacavit die X V mensis augusti ad vos duos nuncios proprios cum litteris meis destinavi quorum unus ex me recessit die X Y I augusti, alter X Y I I eiusdem mensis et per ipsos vobis ad plenum scripsi, per istam non est necesse replicare, quia sum certus quod in factis meis illam dilligenciam facitis quam egomet facerem si presens essem et si Deo placeret quod s[anctissimus] d[ominus] noster mihi de dicta prepositura provideret prout sto in bona spe cito faciatis bullas extrahere et illas mihi per nuncium meum mittatis et si est necesse obligacionem facere in camera, rogo promittere velitis pro me. Insuper quia dicta prepositura vivente preposito fuit pro me impetrata, idcirco sum inabilis, quapropter me habilitare faciatis. Item in facto me[e] prebende crac[oviensis] rogo dare velitis ope ram quod cito sit finis attento quod mihi bonum ius competit. Item mihi scripsit Y v o sicut adversarius meus impetravit unum rescriptum contra me, de cuius rescripti tenore ignoro idcirco per primum mihi in Wrat[islavia] mittatis copiam: a rescripto ap pellavi iam diu est. Item in facto prebende Wrat[islaviensis] quam acceptavi noveritis sicut illa prebenda vacavit die ultima mensis decembris de nocte intrante mense ianuarii et doctores in partibus istis tenent quod vacaverit de mense ianuarii et non de mense decembris et quod cadit in turno graciali et non ordinarii, tamen super hoc dubium habeo: idcirco rogo vos quatenus accedere ve litis ad dominum Johannem de M iliis89 et ab ipso super hoc con89 Probabilmente della famiglia nobile bresciana Emigli (de Miliis), che al tempo di Martino V ebbe due suoi membri in Curia nell’alto ufficio di re-
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scilium habere et prout vobis dicet mihi intimare per litteras ve stras. Item audio quod facultas concessa ordinariis quod possint in i in .or mensibus anni conferre beneficia usque ad certum tem pus, illud tempus expiravit, nichilhominus super hoc habeatis con silium. Item vobis mitto instrumentum monieionis per me facte, quod velitis penes vos tenere quousque aliud vobis scribam et in ista causa nichil temptare nixi aliud vobis scribam. Item toto posse laborare velitis quod s. d. noster decernat dictam prehen dam vacasse de turno suo et non de turno ordinarii. Item dicatis Yvoni quod in causa Januensi nichil faciat quousque ero in curia nixi illi adversarii velint aliqua contra me temptare. Item missi Cosme et Laurentio de Medicis 90 et sociis in Veneciis florenos DCCC auri et eis scripsi quatenus illos mittere velint in curia Ro mana et ordinare cum sociis suis, qui sunt in curia, quod dictos dent domino Johanni de Orlandis: idcirco dicere velitis prefato domino Johanni quod dictos fi. dccc recipiat et illos solvat ca mero apostolice prout alias solvit. Item suplicare velitis prefato domino mei parte quod me dignetur in isto officio conservare quous que assecutus fuero possessionem me[e] cantorie et me defendat contra istos proditores. Item habeo pelles paratas pro complemento vestre fodrature quas vobis mittam quantocius potero. Rogo soli citare velitis Yvonem in factis meis. Si qua etc. paratus ad sin gula! vobis g ra ta ....». — Sigillo. 33. II medesimo al medesimo, da Breslavia 15 ottobre 1431. — « Pluries vobis scripsi intimando sicut camere apostolice post creacionem s. d. n. pape misi per litteras cambii florenos MDC et vos pluries litteris meis rogavi quatenus me scriptis vestris avisare veletis si dicti flor. MDC sunt camere apostolice nomine meo soluti et si a prefata camera habuistis quitancias prout moris est et prout alias habuistis, et de premissis a vobis responsum habere non potui, de quo satis doleo quia mihi imminet pericu lum, nunc vero per istam replico rogando vos quatenus sine mora me de premissis avisare velitis. Item me avisare velitis quid in facto prebende Wrat[islaviensis], pro qua littigo cum domino ferendarii, Pietro, f 26 settembre 1426, e Marco, f nel 1430 (B. K a t t e r b a c h , Referendarii uiriusque signaturae, Città del Vaticano 1931, 3 s.). Questo Gio vanni non è nelle notizie che dà su Le carte Rimigli della Biblioteca Queriniana di Brescia P. G u e r r in i in Rivista araldica X X (1922), 57-65,92-97 ecc. 90 I due fratelli banchieri fiorentini, dei quali Cosimo saprà prendere in mano la cosa pubblica di Firenze iniziando una nuova signoria. V. anche nota 19 della prefazione.
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Stephano W o lff91 factum sit. Item rogo mihi impetrare velitis in ecclesia ista Wrat[islaviensi] ad collationem episcopi, prepositi, decani, archidiaconi, cantoris, scolastici et custodis ac canonico rum unam gratiam expectativam et motu proprio ad dignitates et quecunque alia beneficia in civitate et diocesi Wrat[islaviensi] et bullas conficere in bona forma et illas cito mihi mittere. Item non admiremini si ad pedes s. d. n. pape adhuc non accessi quia non fui ausus nec presumo pro presenti pedem extra istam civi tatem ponere et non solummodo timeo Usitas, sed etiam timeo Christianos, qui pro parte dediti sunt ad predam et sic nulla se curitas est in partibus istis et nixi Deus per suam gratiam mi sereatur isti patrie sumus omnes in magno periculo 92: idcirco quibus necesse est faciatis excusacionem meam et Deus sit mihi testis quod nunquam tantum dexideravi visitare curiam Roma nam sicut nunc quia scio pro certo quod s[anctissimus] d[ominus] n[oster] erit mihi benignus prout semper fuit et spero cum adiutorio Dei vos in brevi visitare prout dexidero. Insuper tam [de] novitatibus Curie romane quam tocius Ytalie rogo pro consola tione mea me avisare velitis. Etiam dicere velitis mei parte Yvoni quod in factis meis velit esse dilligens et solicitus prout in ipso spero, et cum ero in Curia romana sibi pro laboribus suis provi debo quod erit contentus. Item multum doleo quia est annus elapsus quod a vobis nullam habui [litteram] et penitus ignoro quid in factis meis fiat; idcirco ex vestri bonitate me sepe cum litteris vestris visitare velitis quia mihi facietis singularem gratiam. Et si qua pro vobis possum mihi rescribatis paratus semper ad singula vobis grata. Altissimus vos et filios vestros ac omnes amicos et parentes vestros conservare dignetur feliciter et longeve. Item litteram presentibus alligatam rogo presentare ve litis domino Nicolao Gramis canonico Wrat[islaviensi]93 et ipsum 91 Decano di S. Croce a Breslavia dal 1426 alla morte l ’8 marzo 1446 (K u ch en do rf,
op. cit., 145 s.; compare di frequente nelle Acta N. Gramis).
92 Col « quia isti malledicti Usite sunt in Slesia prope Wratislaviam ad V.
miliaria et destruunt totam patriam » e « omnia sunt combusta » ad Oppeln del n° 31, questo sfogo fa comprendere le tristi condizioni, nelle quali versa vano quei territorii. 93 È il N. G. ricordato nella prefazione, che gli diventò poi emulo nell’affare della prevostura di Breslavia (v. ivi n. 23) e che egli tratta di versamente nelle lettere seguenti. Le Acta pubblicate dall’ A l t m a n n infor mano in modo preciso sui casi di lui dopo che dal concilio di Basilea egli fu nominato collettore generale (gennaio 1435), sulla sua attività in tale ufficio, sugli urti col vescovo di Breslavia favorevole a Papa Eugenio IV, sulla de stituzione di Nicola da collettore (ottobre 1442) e sulla privazione dei suoi
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rogare quod velit in factis meis dilligenciam adhibere prout de ipso confido. Si qua etc. Datum in summo Wrat[islaviense]94 die X V mensis octobris 1431 per vestrum Jacobinum de Eubeis prepositum Oppoliensem et camere apostolice collectorem». « In Eoma presentetur »: « E[ecepta] die x v n decembris». — Traccia di sigillo. 34. II medesimo al medesimo, da [Bres’ avia] 8 dicembre [143]1. — « Venerabilis et egregie tamquam frater honorande, die x x men sis novembris 1431 recepi litteram vestram mihi presentatam per venerabilem virum dominum Nicolaum Gramis canonicum Wrat[islaviensem] et sane intellecto tenore ipsius, vobis per istam re spondeo sicut pro certo credo quod pluries mihi scripsistis pro factis meis sed de litteris vestris post recessum Mathie a vobis non habui nisi duas et totidem ab Yvone, de quo summe admi rabar et malledicantur illi mali homines qui a vobis receperunt litteras promittentes mihi presentare et non presentarunt. Item sum contentus quod ille pelles mee de Lanciciis que penes vos erant sint presentate s[anetissimo] d[omino] nostro mei parte prout mihi scribitis. Insuper quia r.mus dominus meus dominus F[ranciscus] vicecamerarius 95 per prefatum dominum Nicolaum mihi scribit sicut velim summam dilligenciam adhibere ad mittendum sine mora camere apostolice pecunias, idcirco per Mathiam fami liarem meum lattorem presencium vobis mitto duas litteras cam b ii; una est de fi. VT° et secunda de fi. V IP et ambe diriguntur domino Francisco Boschuli96 et sociis in Eoma, que quidem Iittere cambii sunt presentibus introcluse, et sic receptis dictis dua bus litteris cambii de dictis fi. MCCC, rogo subito et sine mora accedere velitis cum dictis litteris que sunt in persona vestra ad prelibatum reverendum dominum meum dominum vicecamerabenefizi, finalmente sul suo passaggio (1448) daH’obbedienza al concilio a quella di Eugenio IV. V. presso A r n o l d , op. cit., 218, n° 1331 l’ordine del vicecamerlengo F. Condulmer (17 luglio 1431) perché sia rispettata l’esen zione spettante al Gramis come sottocollettore a Breslavia. E v. anche C onciliu m B asilien se cit., IV, 68, 56, 129, 134. 94 Unter « sum m um W ratislaviense », welcher A u sd ru ck sich wohl zuerst, w ie m ir H err P rofessor M arkgraf mitteilt, 1350 Septbr. 29 findet ist die nächste Um gebung des D om es zu verstehen: A l t m a n n , op. c it., 27. 96 Francesco Condulmer, nipote di Eugenio IV, creato cardinale il 19 settembre 1431, f 30 ottobre 1453 (E tjbel , op. cit., IIS, 7; C ia c o n iu s O l d o in u s , loc. cit., 894 s.; G o t t l o b , op. oit. 268). Il M athias fa m iliaris di Giacomino è menzionato nelle A cta cit. del Gramis ed. A l t m a n n , 117, 123. 96 F. Boscoli, fiorentino, che dal 1431 al 1436 fu depositarius pa p a e (G o t t l o b , op. cit., I l i ) : v. n. 19 della prefazione.
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rium, et ei mei parte intimare sicut habetis duas litteras cambii de fl. MCCC, de quibus habetis a me in comissione disponere prout d[ominatio] sua mandabit, avisando vos, sicut in dictis litteris cambii continetur, sicut prefatus dominus Franciscus Boschuli et socii dictos fl. MCCO vobis nomine mei Jacobini de Rubeis pre positi Oppoliensis et canonici Wrat[islaviensis] vobis solvere de bent de numeratis et non nomine camere apostolice, idcirco prout prefatus dominus vicecamerarius vobis de dictis fl. MCCC man daverit faciatis et non aliter et si mandaverit quod dictos fl. MCCC sibi portare debeatis de numeratis sine mora sibi portetis et si mercatores vos interrogabunt si sunt pecunie camere apostolice, dicatis quod non, sed sunt pecunie mee vel vestre prout vobis melius videbitur, et solutis dictis fl. MCCC per vos nomine meo camere apostolice recipiatis a prefata camera quitancias prout moris est et dictas quitancias conservetis cum aliis meis. Item terciam litteram cambii de fl. quinquaginta vobis mitto mihi (sic) eciam presentibus introclusam, quos fl. L nomine meo recipiatis et dictos penes vos retineatis quousque aliud vobis scribam, salvo quod sum conten tus quod de dictis florenis quinquaginta nomine meo dare velitis honorabili viro domino Yvoni Hugonis pro sustentacione status sui fiorenos decem et de ipsis velit esse contentus quousque perso naliter sibi melius potero facere, quia spero in brevi ad vos accedere et rogo prefatum dominum Yvonem rogare velitis quod in factis meis pro quibus nunc sibi scribo velint (sic) dilligenciam adhibere prout de ipso confido. Insuper dominus episcopus Wrat[islaviensis] 97 auctoritate ordinaria mihi contulit unam prehendam in ecclesia Wrat[islaviensis], que prout dicitur vacavit de mense setembris 1431 per mortem magistri Johannis Heling 98 procuratoris in Curia et quia dubium habeo in ista collatione, rogo sine mora supplicare velitis s[anctissimo] d[omino] nostro quod dignetur mihi de dicta prebenda providere pro fortificatione iuris mei quia in ea sum pacificus possessor et signata supplicatione motu pro prio si possibille sit antequam extrahantur bule quod Y vo cum summa dilligentia laboret in registro supplicacionum si dicta pre-
97 Corrado von Öls, già prevosto di Breslavia, eletto a questa sede da Martino Y il 17 dicembre 1417, f 9 agosto 1447 (S c h in d l e r , op. cit., 192-195; F. X. S e p p e l t , Geschichte des Bistums Breslau, Breslau 1929, 43. 98 Gr. Helling: il 10 maggio 1431 Eugenio IY concedendone un nuovo fa l’elenco di parecchi benefizi tenuti dallo Helling decano di Osnabrück, canonico in varie chiese: A r n o l d , op. cit., 165, n° 1002;· ibid. (v. p. 552) concessione degli stessi ad altri nello stesso anno per morte di Giovanni.
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benda esset alicui alteri collata quia si esset per antea alteri collata non esset necesse pro me bullas extrahere. Item ius habui in una prebenda Wrat[islaviensi] resignavi Johannibartholomeo de Rubeis canonico Albinganensi fratri meo prout in instrumento resignationis quod vobis mitto evidenter aparet et item ad plenum scribo Yvoni de omnibus prout videre poteritis: rogo igitur facta resignacione per vos nomine meo faciatis prefatum Johannembartholomeum in iure meo surrogare et super hoc non tardate. Item Nicolaus Laseczki nullo iure se intrusit in cantoria mea Cra>c[oviensi], qui monitus cum processibus apostolicis quod de beret mihi cedere apellavit et quia intendo uti iure meo in facto dicte cantorie contra dictum Nicolaum vobis mitto processum cum instrumentis monicionis et procuracionis, quapropter rogo faciatis comittere causam et recipiatis bonum procuratorem pro me, quo facto procedatis in causa et cito faciatis finem quia causa ista est clara et pecunie necessarie in premissis exponatis prout faceretis in factis propriis. Item me scriptis vestris certificare ve litis si s[anctissimus] d[ominus] nfoster] concessit prelatis ecclesie Dei turnum in collationibus beneficiorum prout habuerunt tem pore fe[licis] re[cordationis] domini M artini" ) . Item si s. d. n. papa intendit venire ad concilium generale ad Basileam et quando intendit recedere quia vellem ipsum prevenire. Item si gratia expectativa de qua mihi est promissum per s. d. nostrum adhuc non est expedita, rogo dictam expedire faciatis in tali forma prout spero in vobis quod per eam non sim destructus prout sum destruc tus per gratiam expectativam domini Martini et expedita una cum aliis premissis mihi mittatis per Mathiam. Item mihi scribit Y vo, sicut vos in factis meis ita cordialiter laboratis ac si essent facta vestra propria: admiror satis de fatuitate sua quod ipse similia mihi scribat cum sim certissimus sicut Deus est quod facta mea melius expediuntur per vos quam si personaliter interessem vel melius quam ego scirem expedire, de quo vobis regracior quantum pos sum et rogo quod [Deus] mihi dignetur prestare gratiam quod possim vobis servire prout cordialiter dexidero. Item per certos probos viros sum informatus sicut prefatus dominus Nicolaus Gramis fuit in Curia romana multum mihi contrarius et quid in camera facere contra me fecit, quod si verum sit proditorie fecit quia sibi multa bona feci, idcirco me scriptis vestris rogo infor-*1 2 5
99 Forse si riferisce ai concordati di Costanza circa la riserva e colla zione dei benefizi: v. in A. M e r c a t i , Raccolta di concordati, Roma 1919, 145 s., 152 s., 158 s.
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mare velitis si verum sit quia mihi facietis singularem complacenciam et de gestis per ipsum dominus Ludovieus de Garsiis 100 vos ad plenum poterit informare, idcirco ipsum tacite velitis interro gare et me sibi recommendare et sibi presentare litteram meam presentibus alligatam. Item litteram praesentibus [allijgatam rogo mei parte presentare velitis r.mo domino meo domino vicecamerario me sibi humiliter recommendando [ipsum] d. supplicando quatenus me capellanum suum aput pedes s. d. nostri dignetur habere recomissum et [mini]me vos tedeat ire ad ipsum cum lit teris cambii quia sum certus quod leta facie vos videbit quia [ei] scribo quod dignetur vos habere recomissum, attento quod vos estis in Curia pro me director negociorum [camere] apostolice. Item cedulam meam de fi. CCC subscriptam101 de manu bo[ne] me[morie] domini cardinalis de Flisco [rogo ut b]ene custodire velitis cum quitanciis meis quod non destruatur. Item prefato domino Mc[olao] Gramis cum fuit [in c]uria sibi misi litteram cambii de fl. CCC per ipsum nomine meo solvendis camere apo stolice de quibus [non sol]vit nixi fl. CCL et residuum retinuit pro se, de quo mihi maximam f[ecit displice]nciam et prout hoc [fecit ?] timeo quod et maiora co[gi]tavit facere. Si qua etc. pa ratus semper ad singula [vobis grata. D ata Wratislavie] die y m [men]sis de[cembris] 143]1 per vestrum Jacobinum de Eubeis [. .]...». A tergo « E[ecepta] de mense ianuarii m c c c c x x x i i ». 35. II medesimo al medesimo, in s u m m o W r a t [ i s l a v i e ] , 1 febbraio 1432. — « Per presentes vobis notifico sicut venerabilis vir dominus Thomas M as102 decanus ecclesie Wrat[islaviensis] et abreviator die prima mensis februarii diem suum clausit extremum prout Nicolaus Longi familiaris meus lattor presentium vobis oretenus explicabit et quia nullum beneficium habeo
100 Che, fin dal 1434 luogotenente dell’uditore delle cause della curia della Camera apostolica, nel 1446 verrà nominato chierico della Camera, e il 27 ottobre 1449 vescovo di Rimini, morendo poi a Narni nel giugno 1450 ( v o n H o f m a n n , loc. cit., 91; L. N a r d i , G ron d a ssi dei pastori della 8 . Chiesa B im in ese, Rimino 1813, 227-229). Si correggano TJghelli-Coleti, Cappelletti ed anche Eubel, che danno il cognome de G rassis invece di de G arsiis (v. N a r d i loc. cit.). Varie incombenze a lui presso A r n o l d , op. cit., 515, e pel concilio di Basilea v. il voi. II del G oncilium B asilien se cit. In B a i x , op. cit., 41 s. compare per gli anni 1427-1430 tra gli ufficiali della Camera apostolica, che registrano le obbligazioni. 101 V. nota 76. 102 V. n. 26 della prefazione.
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de quo possim fl. X X . 41 habere ad vos recurro tamquam ad bonum amicum et pro motorem meum rogando precibus quibus possum quatenus totis viribus laborare velitis, quod s. d. noster dictum decanatum tamquam beneficium reservatum vacantem (sic) per mortem prefati domini Thome Mas mihi conferre dignetur et motu proprio si possibille est, et super hoc rogo conficiatis sup plicationem in plena forma et ponatis in supplicatione quod sit valoris marcarum L X X .ta argenti secundum co[mmunem] e x t i mationem] et si aliter fieri non potest sum contentus pro isto decanatu dimittere cantoriam Cracoviensem. Et si s. d. noster vellet mihi conferre sed non motu proprio tunc non obstancie mee sunt iste: primo cantoria Crac[oviensis] valoris marcarum X X . 4i; item prepositura Oppoliensis valoris marcarum X X . U et prebenda Wrat[islaviensis] valoris marcarum X V et quia mihi erit ma gnus honor et utilitas si obtinere potero dictum decanatum, idcirco ad vos recurro rogando humiliter quatenus in hoc totis viribus laborare velitis quod s. d. noster dictum decanatum mihi conferat quia si hoc mihi obtinebitis, prout per gratiam Dei spero, volo toto tempore vite mee esse vobis obligatus et non esse immemor accepti beneficij, sed bene memor; idcirco me recomissum habere velitis, si qua etc.... ». — Traccia dei sigillo. 36. Jacobinus de E u b e i s canonicus Wrat[islaviensis] e t c a m e r e a p o s t o l i c e c o l l e c t o r al medesimo da « in summo Wrat[islaviej 15 dicembre 1432. — « Prout pluries vobis scripsi per istam replico sicut in civitate Cracoviensi est unus mercator Florentinus nomine Albieius de Medicis103 et de societate Cosme et Laur[entii] de Medicis et sociorum penes quem de pecuniis camere apostolice deposui florenos V IC auri, quos iam sunt tres anni elapsi mihi solvere debuisset si facere voluisset sicut bonus mercator. Videns vero ipsum fore rebellem et non esse in via solucionis, dubitans ne per fraudes et malicias suas cameram deciperet, ipsum monere procuravi ut mihi dictos fl. V IC restitueret, qui mandatis apostolicis minime obtemperare curavit: dubitans ne cum bonis suis fugam arriperet, omnia bona sua auctoritate apostolica feci sequestrare et in sequestrum iacent·. Insuper s[ua] d[ominatio] rex Polonie per certos malos sinistre in formatus fecit etiam per suos officiales bona dicti Albicii arestare ad impediendum ne camera habere posset quod suum est a praefato Albicio recuperare et quia fraudulenter agunt nisi s. d. n. 103 N on è n elle ta v o le del L i t t a , op . cit.
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papa prelibato domino regi scribat ipsum cum suis litteris hortando quatenus de bonis dicti Albicii nullo modo se impediat nisi prius camere apostolice sit de dictis fl. V I C integre satisfactum, offi ciales prelibati domini regis omnia bona recipient et camera lló renos Y I° perdet, et esset contra bonam iusticiam: quapropter ad vos recurro rogando quatenus me humilitar recomendare, ve litis r.mo domino meo domino vicecamerario et litteram presentibus alligatam mei parte sibi presentare sibi supplicando quod cum effectu et cito dignetur dare operam quod s. d. n. papa se rióse scribat prelibato domino regi ut de bonis dicti Albicij nullo modo se impediat nisi prius sue camere sit per Albicium satisfa ctum , et dictas litteras procuretis cito mihi mittere quia offi ciales prelibati domini regis per vias indirectas laboraut quod dicta bona ad usus ipsorum convertantur. Insuper r[everendus] in Christo pater dominus A[lbertus] archiepiscopus Gneznensis 104 pluries mihi scripsit quod si s. dominus noster papa suas benignas litteras prelibato domino regi scriberet ut me ad pacificam posses sionem mee cantorie Crac[oviensis] admitteret sua serenitas sine contrarietate aliqua me gratiose reciperet; idcirco rogo vos quod cum dilligencia laborare velitis quod s. d. n. papa sue serenitati in facto dicte mee cantorie gratiose scribat et dictas litteras rogo cito mihi mittere procuretis, quia mihi singularem facietis complacenciam. Item in facto prebende mee Wrat[islaviensis] noveritis sicut unus me citare procuravit et immediate postquam fui citatus feci mihi dare copiam citationis et dictam copiam una cum littera collacionis mihi facte de dicta prebenda per r. in Christo patrem dominum episcopum Wrat[islaviensem] per unum presbyterum de ducatu Rathiboriensi diócesis Wrat[islaviensis] qui in Curia ro mana littigat et quem dominus Henricus Senftleben105 bene co gnoscit, destinavi ut cum bono iure meo quod habeo in dicta pre benda me posset’ s contra adversarios meos defendere prout cum gratia Dei me defendetis et precipue quia adversariis meis nullum ius competit, attento quod non fuit beneficium reservatum sed vacavit in turno ordinarij et ex collacione ordinaria sum in pos sessione. Et quia dubius est adventus litis, considerato quod prefatus dominus Henricus est intimus amicus adversaria mei, sibi scribo litteram presentibus alligatam ipsum rogando quatenus ve
104 Alberto Jastrzembiec eletto a Posen nel 1399, trasferito a Cracovia 9 agosto 1412 ed a Gnesen 9 luglio 1423, f 2 settembre 1436 (E u b e l , op. eit. I2, 408, 214, 265; II2, 160). 105 V. la lettera n° 42.
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lit adversarium meum mecum amicabiliter componere et ipsum rogare quod velit dimittere me uti pacifica possessione dicte mee prebende: eapropter rogo velitis dictam litteram meam presentare prefato domino Henrico et ipsum rogare quod in facto dicte pre bende mee -wrat[islaviensis] me recomissum habere velit et adver sarium meum amicabiliter mecum concordare prout de ipso con fido. E t si a casu adversarius meus non vellet mecum amicabilem compositionem habere sed procedere per viam iuris, tunc fiat iusticia. Et quia vos oportet vacare circa officium vestrum, si Y vo est in Curia velitis sibi presentare mei parte litteram presentibus alligatam et ipsum rogare quatenus velit facta mea habere recomissa et una cum prefato domino Henrico causam meam de fendere contra adversarium meum in facto prebende Wrat[islaviensis] et similiter contra adversarios meos in facto cantorie Crac[oviensis], ad quam mihi ius canonice est quesitum. E t si prefatus dominus Henricus pro solicitando istas duas causas meas vos re quiret de pecunijs, sibi providere velitis ut melius poteritis quousque vobis plures vobis (sic) mittam. Item rogo dare velitis operam cum effectu quod tam iri facto.cantorie Crac[oviensis] quam in prebenda Wrat[islaviensi] cito sit finis. Item scriptis vestris me certifficare velitis si littera cambii de fi. V I.1', quam nuper vobis misi per dominum Nicolaum Broda est sortita effectum et si dictos fi. VI® nomine meo camere apostolice solvistis prout vobis scripsi, et si non sunt soluti, cito mihi intimare velitis quia periculum est in mora. Item cum summa dilligentia laborare velitis quod s. d. n. papa regi Polonie scribat et cito prout superius continetur et casu quo solicitare personaliter non potestis rogetis Yvonem mei parte quod illa cum dilligentia solicitet prout sibi scribo, quia si Deo placuerit non frustra laborabit. Item rogo non tedeat vos me sepe de novitatibus Italie informare quia mihi facietis singularem complacenciam. Item circa premissa facta mea ex vestra bonitate velitis tallem dilligenciam adhibere prout de vobis ad plenum confido, quod vobis possim gratiarum acciones referre. Et si contingeret casus aliquod bonum beneficium vacare in Janua rogo me recomissum habere velitis. Si qua etc. paratus semper ad singula vobis grata.... ». — Traccia dei sigillo. 37. J a c o b i n u s de E u b e i s p r e p o s i t u s et c a n o n i c u s W r a t i s l a v i e n s i s al medesimo, da « in summo Wratislaviensi » 26 agosto 1435. — « Venerabilis tamquam frater carissime. In die sancti Bartholomei proxime preteriti recessit abhinc Martinus Boheupt per quem vobis destinavi tercium pro-
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I. - Una corrispondenza fra curiali
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cessnm in facto mee prepositure Wratislaviensis. Item per eumdem vobis destinavi tam in facto prepositure quam in facto computorum instrumenta procuracionum in plena forma. Item per eum dem vobis destinavi aliud instrumentum in quo evidenter appa ret sicut ego domino Thome Mas de numeratis concessi marcas viginti latorum grossorum et dictas viginti marcas non sibi con cessit dominus Mcolaus Gramis prout in suis foliis (?) computorum continetur. Insuper ut iste due cause, videlicet prepositure et com putorum cito sortirentur effectum noveritis me vobis per diversos nunccios destinasse tres processus mihi decretos per dominum abbatem in Arena in facto prepositure. Item in facto prepositure“ et computorum sex instrumenta procurationis eiusdem tenoris vo bis destinavi. Etiam vobis destinavi tres copias computorum inter me et dominum M colaum Gramis, que quidem computa seu copie ipsorum pro informacione vestra vobis misi de manu mea propria glozatas ut eo melius sciretis quid facere deberetis in dictis computis. E t quia penitus ignoro utrum premissa sint vobis presentata, idcirco me per litteras vestras certificare velitis utrum premissa recepistis vel non, et quia quanto cicius fiet finis in istis duabus causis erit mihi maior honor et utilitas, idcirco rogo vos tamquam fratrem et verum amicum quatenus in istis duabus causis ve litis cito facere finem quia mihi facietis singularem complacen tiam. E t e x defectu pecuniarum rogo circa expeditionem dicta rum causarum nulla fiet dilacio quia omnes pecunias quas in factis meis exponetis vobis cum gratiarum accione restituam. Insuper ad gaudium vobis notifico sicut dominus Mcolaus Gra mis tam per sanctissimum dominum nostrum papam quam per sacrumsanctum concilium Basiliense de officio collectoris turpiter et verecundose est privatus et expulsus et officium collectoris mihi solo remanet cum plena potestate et sine impedimento. Si qua etc. paratus ad singula vobis grata.... ». — Sigillo sotto carte e traccia d’un altro.
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Dall’Archi vio Vaticano
IN S T R U M E N T A M ISC ELLA N EA , n° 6459.
38. Simone Lelli da Teramo 106 a B. de Monte l i t t e r a r u m a p o s t o 1i ca r u m s c r i p t o r i f r a t r i c a r i s s i m o et h o n o r a n d o e t c . B o n o n i e , da Costanza 22 ot tobre 1415. — « Egregie et circumspecte vir tanquam frater hono rande. Cum alias dubitassem an vobis hoc animo foret, videlicet quod promissionibus, suggestionibus et aliis modis circumventivis d[ominam] M. subduxissem et ex hoc caritatem et affectum benivolum, quem michi alias ostendistis, in amorem [sic: dovrà essere « rancorem » come più. avanti si legge « rancoris et odii »] et odium fore mutatum, licet ex vestris litteris aliquam accepissem, rescribere non curavi, ne displicerem ubi alias placere studerem, verum, cum, uti sentio ex ore ipsius d[omine] M., mee, quas sibi scribebam, littere vobis exhibite patuere, ex quibus, sicut estimo, me non bilinguem sed verbis semper congruum et conformem clare vi distis, verba namque mea vobiscum et ceteris collata litteris et econtra littere verbis uniformiter corresponderunt, nil penitus si mulando, dixi evidenter et clare domino Jo[hanni] Francisco de Mediolano ipsius d[omine] M. primo nuncio me ad uxoratum pro tempore illo minime intendere et quod me de illo temptare super vacuum [esset]. Hoc idem bina vice d[omino] Augustino respondi, hoc idem d[omino] Arogono 107 et per d[ominum] cardinalem Flo rentinum108 de cuius mandato sic respondebam responsum per me responsum extitit. Dixi vobis et d[omino] Augustino109 ipsa 106 Y. nella prefazione, pp. 16-19. 107 A. Malaspina : v. n° 5. G. Fr. de Mediolano era un cursor della Sede apostolica come appare da v . d e b H a r d t cit., IV (v. indice in F i n k e , Acta cit., IV, 967). 193 II cardinale Zabarella: v. n. 40 a n° 17. 109 Penso che sia (anche in n° 39) Agostino de Lante da Pisa avvocato •concistoriale nominato da Gregorio X II nel 1407 advocatus fisci, come tale anche nel concilio di Costanza: C a r t a r i , op. cit., x x i ; von H o f m a n n , op. cit., I l , 9 4 : e v. ai luoghi indicati in F i n k e , op. cit., IV, 959 con S t u h r , op. cit., 51 (v. qui addietro la nota 10 a p. 25). Il secondo « responsum » •col « dixi » è in margine.
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I. - Una corrispondenza fra curiali
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d[omina] M. in orto domus prope s. Luciam 110, cuidam Januensi, qui alias vobis in eadem domo cohabitabat, ipsimet d[omine] M. vicibus plurimis quinymo infinitis et aliis quibuscunque me super hoc alloquentibus idem respondi; hiis corresponderunt littere quas post meum inde recressum scripsi et quas, uti sentio, perlegistis, quinymo plus subdebant littere: ex ipsis ali que videlicet quod ab uxoratu ex toto animum diverteram, illi clericatum omnimodo preferens, suadens et caritatem in eisdem d[ominam] M. exortans ut se daret honestati sibi indicando quid mihi ut faceret videre tur honestum, dixi namque ut ad lares se conferret avitos, ibi enim parentum amorem, salubre sue vite conscilium inveniret et si id timore gestorum metueret, staret ibidem quam honestius foret et pro caritatis preterite premio sibi de ducatis Y I in mensibus singulis facerem provideri aut alias ne impius apparerem, si horum neutrum vellet amplecti disponeretque me velle utique sequi, quod utique pro suo honore et meo dissuadebam, quia hoc clerica lem statum non decorat, sed maculat et infamat, eam, licet do lenter, susciperem. Ne autem ad iter se disponeret misi dicendo per Jo[hannem] de Teramo, scripsi etiam hoc idem pluries et sepe licet raro. U t sentio ex ordine civitatis fuerunt exhibite littere quod ad servicia regis Polonie disposueram, cum utique licet fuerim in tractatu ni^ tamen conclusum protunc fuerat, quod per alias plures litteras ratificavi, nec illud repetere obmittens quod ad ordines clericales proponebam, ex quibus arguere potest argumen tis evidentissimis quod nulla arte cum ipsa sum usus, sed pocius cuncta temptavi per que possem sibi, a capite fantasia semota, honorem debitum preservare: erogabam ad id quantum facultas dabat et vere (?) adhuc plus erogassem dummodo impense eam in honesto servassent. E t ex hoc credo ipsius domine fantasiam mihi vos vel alius ad dolum ascribere nequid nullamque causam ran coris et odii adversus me habebitis vos vel alter, et maxime huius rei attento principio, nam absque quod d[ominam] ipsam cogno scerem et unquam eam vidissem me bono zelo ad prandium prima vice invitastis, ipsius tamen, ut credo, impulsu et invitatus nil unquam premeditatus in eam honoremve eius extiti et plus cum perpendissem quod me amare cepisset, ne cresceret in amore eam minime solicitabam, ymo eam vitabam. Petrus autem d[omini]
110 Ben 10 chiese dedicate in Soma a S. Lucia sono illustrate da C. H u l s e n , Le chiese di Roma nel medio evo, Firenze 1927, 300-306 e v. M. A r m e l l i n i , Le chiese di Roma, nuova ed. a cura di C. C e c c h e l l i , Roma 1942, indice a pp. 1333-1335. 5.
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D all’A rchivio V atican o
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archiepiscopi R o d i111 nuntius et successive nuntii quamplures me deinde pluries invitum traxerunt ad eam, et recolo vobis et d[omino] Augustino dixisse in dicto orto domus cum dixissetis quod mea ibi conversatio, ex quo sibi nubere non intendebam, non erat honesta, quod nunquam deinceps ad eam intrarem etiam si ipsa me impe teret nisi vester foret assensus et quod ex me nunquam venissem nec venire intenderem: tamen expost per vestrum familiarem fui invitatus ad cenam. Deus qui scrutator est cordium scit quod non memini mihi aliquid tam obvenisse molestum sicut fuit suus huc adventus honorem suum et meum diligenter circumspiciens : institi apud eam ad statim verbis et facto acerbis ut ex quo suum im pleverat appetitum huc veniendo suo deferret honori rediretque unde venerat; et cito ne in noticiam transeat suus adventus plu rimorum. Dixi iterum quod non speraret ex mora quam traheret mecum voluntate morarer. Respondit mirabiliter, eius non refero re sponsum. Spero quod si vos venire continget una mecum convin cetis eandem. E t cum optem nedum vestri, quem michi amicum honorabilem reputo sed cuiuscunque minimi (?) amicitiam con-*1 7 9 111
Nel 1415 arcivescovo di Kodi (R hodien. : in Curia si diceva anche di dal famoso colosso all’entrata dei porto, Colossen. o C olocen., da non confondersi con C olocen = E alocsa in Ungheria) era un Antonio de Fremajariis; stando a ll’ EuBEL, op. cit., I2, 198, ad Antonio fatto arcivescovo di Rodi da Gregorio X I il 28 gennaio 1376, fu dato successore agli 11 di maggio 1425 per obitum di lui, Boezio da Tolentino degli Eremitani di S. Agostino, che avrà per successore addì 2 maggio 1431 (E u b e l , op. cit., II2, 132) il domeni cano Andrea di Pera, grande fautore dell’unione fra l’ Oriente e Roma nei concili di Basilea e Ferrara-Firenze, che parecchi (J. Q u e t if -J. E c h a r d , S cripto res O rdinis P raedicatorum , I , Lutetiae Par. 1719, 801-805, M. l e Q u ie n , Oriens Christianus, III, Parisiis 1740, 1051-1053; R. C o u l o n . in JDictionnaire d’hist. et de géogr. ecclés. cit·, I, 1096-1700) fanno erroneamente partecipare al concilio di Costanza confondendolo con Andrea arcivescovo di Kalocsa che in L ex ik o n fiir Theologie und K irch e del B u c h b e r g e r , I, Freiburg i. Br. 1930, 418, è indicato come domenicano e arcivescovo di Rodi, mentre è quell’Andrea de Gualdo, che Gregorio X II aveva fatto arcivescovo di Spalato (v. protesta del Papa da Rimini 14 agosto 1414 presso F i n k e , A cta cit., I l i , 318: in E u b e l , op. cit., I2, 459, egli però compare arcivescovo di Spalato già nel 1389), che divenne arcivescovo di Kalocza 4 gennaio 1413 (E u b e l , ibid., 197) e consigliere di re Sigismondo (v. la lettera di questi a Giovanni X X III del 25 novembre 1414 ed a lui stesso del 28 luglio 1415 riferite dal Cerretani presso F i n k e , op. cit., I I , 198, 255) e rappresentante della natio germ anica a Costanza (v. l’atto del 3 maggio 1416 presso v. d e e H a r d t , I oc . cit., 722). Era A. di Pietro di Gionta dei Benzi di Gualdo Tadino (E u b e l , ibid., 197 e 459 «A. Benzis de Goalda») bene illustrato da R. G u e r r i e r i , Storia civile ed eccle siastica del com une di Gualdo T adino, Gubbio 1933, 728-738: morì a Sion nel Vallese, ove amministrava il vescovado, il 17 aprile 1437. Colossi
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I . - U n a corrispondenza fra cu riali
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servare, rogo vos et quemlibet, quem huius d[omine] tangit honor, opinionem ipsius, quam minime laudo, mihi ascribere non velitis, quia per Deum nil mihi acceptius foret et erit quod ab opinione ipsa divertat, velitque honeste alteri nubere, quod si obtineri po terit, nulli parcam expense; video namque me esse ex ea totaliter impeditum et spem quam habeo mihi subverti si mecum diu sta tura erit: opus erit ut aut ipsa aut ego in Curia stemus; ecce scan dalum quod non ad modicum reputo infortunium. Alia pro nunc non dico nisi quod michi compati vos et quisque tenetur, cum ubi prius nil mihi honoris et comodi deerat nunc autem (?) sta tum meum nubilum pertimesco. Dixit mihi novissime Henricus olim familiaris vester et nunc meus quod velletis unam abiudicationem ut salva maneret vobis gratia. Miror quod de talibus mihi nos scribitis. Ero cum magistro Oliverio 112 et illud pro vobis faciam quod pro me alias facturus forem. Insuper d[ominus] car dinalis Florentinus mihi dixit quod vos scripsissetis de facto offi cii etc. et ad id ero attentus et ad alia que ad honorem et com modum vobis cedant et hoc a certo tenete. Alia non dico nisi quod salutate Jo[hannam] et Blanchinam113 et illam puellam vo bis recommitto. E t in summa quicquid fortuna dederit, vosin meum amicum omni suasione reiecta preservare intendo. Loquor vobis cum sinceritate et ex corde nullis utens blandis et ita credite. Si scribetis 'rescribam infallanter, si indicabitis que per me ad vestrum honorem et comodum cedant, illa animo gratissimo, si facultas aderit, adimplebo. Yalete. Oonstantie die x x n octubris 1415. Yester uti frater Sy[mon] de Teramo etc. propria manu subscripsi ». A tergo: « R[ecepta] die v ii novembris in Bononia ab Antonio filio domine Ghyse ». 39. Simone da Teramo a d v o c a t u s egregio viro e t d o c t i s s i m o d o m i n o B . de M. l i t t e r . a p o s t . s c r i p t o r i f r a t r i c a r i s s i m o et h o n o r a n d o e t c . B o n o n i e , da Costanza 18 gennaio 1416. — « Egregie vir. Pri dem a vobis meis litteris gratum subscepi responsum. Yidi per illud vos verum fore amicum quia cum amico doletis et patimini secum. Letor animum vestrum patuisse mihi, nec minus letor 112 Forse il magister Oliverus, sul quale v. la n. 16 a pag. 27. 113 Forse figlia di Koberto de Fronzola, v. n. 17. Nei n.i 39 e 40 risalta il grande affetto e la grande cura che Simone aveva per questa Bianchina. La Giovanna qui nominata e che è ricordata anche nel n° 40, come la Catelina dei n.i 39 e 40 debbono essere state persone dell’entourage di B. de Monte e del Fronzola.
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Dall’Archivio Vaticano
quod et meus vobis innotuerit ut refertis, vosque recordari quod vobis et d[omino] Augustino explicaverim illum nec minus et aliis, licet de hoc tanquam de re vobiscum non habita vobis tam aperte non constet. Constat utique vobis et plurimis me illam subdolis artibus minime ad illicita provocasse, sed e contra me illa, et vos quem ut ad patientiam alliceret, me sibi plura polli citum allegabat. Verum affecto quod mecum non utamini blandis, nec mea gesta laudetis que culpanda existant, sed illa iuxta merita increpetis: tunc enim vestros sermones pro salutaribus mo nitionibus summam iliaque servabo consciderans quod ex cordis sin ceritate et amicitie vere cultu proveniant. Fateor uti frater ca rissime me non fore insontem: licet enim delicto non dederim cau sam licet que ad delinquendum non invitaverim quemquam, atta men arguendus, ut dicitis, cum viderim proximum facinus incur rere, ab illo non revocaverim illum. Unum vobis cupio non latere quod Deo teste tam crebres et mutuas conversaciones tamquam subspectas pluries dissuasi, vicibus infinitis constanter asserui quod amore concepto cessaret desisteretque a ceptis, allegans, ut a pro posito diverterem eam, quod aut amore citra spem coniugii du cebatur ad illa et hoc illicitum, sibi verecundum et mihi suisque actinentibus et amicis pariter (?) et molestum, filiabus scandalosum, pie memorie eiusque reliquiar[um] causa detractivum; aut spe coniugii et tunc totaliter frustabatur intentu fructus perditura laborum, aperiens sibi mei cordis intima et quid mihi foret animo quantamque Deus mihi constantiam dederit, videlicet quod non facile revocor a proposito quod mihi ad felicitatem ascripsi: si revocor, non per unum vel unam sed per plures et plurimos, nec per illos nisi diutina et matura collatione premissa ad finem ut con ferendo et hincinde disputando quid mihi felicius aut ab illo di vertere vel insistere optima ratione discernam, maxime cum illud mihi insit proposito, videlicet quod meum concernat conti nuum statum: dicebam igitur et concludebam mihi votum animi fore clericandi potius quam laycandi, licet illud non firmassem ex toto, illud firmaturus cum ecclesie statum videro reformari, aut, quod absit, infirmari. Dicebam insuper quod, hiis actentis, quicunque mecum agere (sic) ut cum ea concurrerem cedebat invanum: hec sibi pluries attestatus eam a proposito nunquam valui amovere, quinymo tunc potius incalebat in illud. Hec licet allevient, non plene tamen purgant: licet enim suberat causantia (?) quedam necessitas tamen precisa cessabat: vitare enim debui et sue ostinate voluntatis vestigia non sequi. Yerum et cum illud propone rem, tamen, ut vobis constat, me illa insequebatur ubique, et
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domo et locis ad que me sciret accedere. Scitis quantum difficile iuveniles arcere calores etiam si non temptentur, nixus fui quam plurimum potui compescere illos, humana tamen fragilitate obvia, id nequivi; scitis quod in quoquo humano licet annoso spiritus promptus caro vero infirma: mitius agendum cum illo qui pre nimio stimulo excedit assiduo: quicquid sit, vere et si deliqui mihi pro pena suppletum est. Mallem pro excexu in substantia vel persona puniri dummodo de fine pene sperarem priusquam hoc honus hancque sequelam assidue pati. Ingnoro quando ab eo liber fiam cum ignorem nostrum ad Ytaliam redditum. Hic autem inter has gentes a me eam abdicare piget, nec facerem un quam, pietate, non carnali desiderio, Deo teste, permotus, nisi id contingeret quod tetigistis, videlicet quod cum alio legitime nuberet, si hec pena fuisset prescia mihique Deus dedisset ab stinuissem cohibendo spiritum et naturam et si ex me id nequissem Deum cum omni devocione rogassem ut eius favori (sic) clementie fuissem a talibus omnino aversus. E t de hoc satis sit: ex querelis nocentia non purgatur et si deliqui defleo penam: pro solamine placet post hec omnia vos mihi remansisse amicum et vos mihi ut amico compati et misereri. Consciderans fragilitates humanas ad peccandum provocatas flexibiles esse, quinymo quin ymo sepe non invitatas perduci ad illud, subest etiam fortior i l i . . . . no scendi quem assiduus stimulus et vigor iuvenilis inpellit. Opta tis, uti credo, ut notificem quid nobis esse speratur, quomodo et quando erit huius rei finis, quorum cum ignorem utrumque non est quid explicem. Incerti sumus omni incertitudine, videlicet an et quando: res multis in tedium cedit nimiaque continuatione vilescit: factum Petri de Luna nobis ignotum 114. Sunt ibidem ambaxiatores conscilii, pro mortuis habentur ex quo nil referunt. Sunt etiam de Fezzan, nam nec veniunt nec redheunt. Rex etiam, ut dicitur, curat in Franciam ire: infecta ecclesie pace cepit alterius pacis subire (?) tractatum, non sine nostro dolore pariter temporis et rerum dispendio. Effectus est quod nondum cepimus refor mationem ecclesie dare, quinymo nec materia se taliter exhibuit quod sine magno temporis intervallo possit ad formam deduci. Mora hic longeva fiet. Amicitia fixus cum karitate loquar: nescio quid ibi vos antiquum cortesanum teneat alligatum hoc nido di misso in quorum p r o p ......................... aliorum curialium domicilium 114 Si tratta del processo iniziato nella seconda metà del 1416 dal con cilio di Costanza contro Benedetto X III, che terminerà colla deposizione di lui compiuta poi il 26 luglio 1417: vedi H e f e l e -L e c l e r c q , loc. cit., 419 ss.
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Dall’Archivio Vaticano
consuetum. Noveritis quod licet de puplico statu incerti, non est quin (?) de multis privatis seu verius puplicis licet non auctoritate sed utilitate disponant. Agitur permaxime de statu scriptorum et circa illum altercacio non modica. Id provenit ex concursu creocianorum (?), plus quod nedum sisma inter illos et nostre obedientie surgit sed inter nostros discedent ab amicis (?) antiqui, discedent qui verum ingrexum et titulum in officio habent ab illis qui per privacionem aggrationem (?) vel alias non per hostium intrarunt. Scio hoc quia antiquorum sum advocatus et illorum qui debite intrasse dicuntur, quapropter, quia reiectis simulationibus vobis sincere ami cari intendo, vellem vos hic esse ex quo et de vestro agitur statu. E t si hic vobis non correspondet officium, nec ibi, et si hic non nutriremini gratis, nec, uti credo, et ibi. Reficiemini hic satis cortesanorum sotiorum mutua conversatione, succederet ad gratum, ut opinor, reformationis status vestri preesse tractatibus. Non im putetis nec dicatis me nimius curiosum quia hec moverim quia vere ex amicitia, vobis facultatem prebens et vos rogans ut in ta libus et similibus, in quibus me exorbitari videbitis, bonis reeordijs et monitionibus assistatis. Salutate pro mei parte Johannam, recomicto vobis Blanchinam, quam summe revidere desidero. Recommendo etiam vobis Catelinam, cui si quid deesse videritis, Alderocto nuctiate: ipse iuxta exigentiam providebit. Valete. Facta vestra que alias mihi explicavit Henricus, videlicet officij et cause, propria puto: non expedit ut operas meas uberius offeram ne blandiri videar, quod abhominor. Iterum valete. Oonstantie die x v m ianuarii 1416. Frater vester Sy[mon] de Teramo advoca tus etc. ». — 40. II medesimo al medesimo, da Costanza 20 dicembre 1416. — « Rescribo domino Jacobo de Salliceto super facto conscilii iuxta relationem vestram etc. Sollicito eundem quod ex quo collegij subscriptio tantam exigit expensam quod curare velit habere sub scriptionem aliquorum notabilium doctorum et magis famoso rum etc. Spero faciet: eum rogo sollicitare velitis diciteque sibi quod cum papa (?) nobis erit ponam ad eius manus lucra et có moda maiora. Intellexi quantum dixistis de Blan[ehina Jo[hanna et Catelina: caritatem et bonum zelum vestros laudo et inde vo bis obligor. Rogo, licet non expediat, karitatem et affectum pro sequi velitis quia non deficiet retributio, saltem desuper. Me autem scitis vestrum: non expedit in oblationibus insistere. Valete. Constantie X X decembris 1416.
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Scripsi alias abbatisse et monialibus monasterii super facto Blanchine, satis dando intelligere quid et quantum mihi esset quod bene tractarent illam puellam, quam displicens etiam si secus facerent, dicendo eis quod non curabam quod ibi staret quia nec merentur talem habere in sotiam et quod haberem unde nutrirem illam et ita dico, quod si videritis illam non debite tractari, auda cter ponite ipsam meis sumptibus in loco honesto et placido, non enim intendo illi deficere penitus. Vester Sy[mon] de Teramo e t c . ». — Traccia dei sigillo.
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Dall’Archivio Vaticano
INSTETJMENTA M ISCELLAN EA, n° 6469.
41. A n t o n i u s d e B e r n u c i i s d e P a r m a u5 d e cretorum doctor et legatus sacri concilii p r e d i c t i [di Basilea] a d p a r t e s P o l o n i e e t P r u sie e t c . u n a c u m c o l e g i s , ac c l e r i c u s c a m e r e venerabili et circumspecto viro domino J a c o b i n o de E u b e i s c a n o n i e h o i n W r a t i s l a v i a et c o l l e c t o r i a p o s t o l i c o t a n q u a m f r a t r i c a r i s s i m o , da P o x o n a n i a 116 5 1 7 1 28 aprile 1433. ·— Vene rabilis ac circumspecte vir tanquam frater carissime. Jam plures litteras scripssi vobis, quod deberetis vos ad me transiere in Poxonaniam, quia habebam vobiscum aliqua confere ex parte sacri concilii Basiliensis occaxione collectarie camere apostolice, et quod nichilhominus de pecuniis per vos collectis et coligendis nomine dicte camere nulli responderetis sine mei licentia, etc., prout in ipsis litteris plenius continetur: iterato idem scribo et rescribo, et si forte vos venire non possetis aliquo iusto impedimento, om nino mittatis michi nuncium vestrum cum litteris vestris super premissis responsivis, qui si me hic non reperiverit a casu, informet se cum venerabili viro domino plebano sancti U7 subcolleetori in civitate ista, qui avisabit ipsum quid facere debeat et illud faciet. Porro intelexi vos per certam personam molestari in dicto officio collectarie et ad racionem redendam requiri. Quare precipio vobis tenore presencium sub pena indignacionis dicti sacri
115 Negli anni 1432-1435 più volte compare come clericus camerae e non che vicarius del vescovo di Parma (Delfino della Pergola : v. A. S c h ia v i , L a diocesi di P arm a, Parma 1925, 92), col quale anzi (II, 302, 2 gennaio 1433) fu deputato come ambasciatore « ad regem Polonie ad re quirendum eum, ut adhereat sacro concilio, et cum potestate componendi pacem vel treugas inter ipsum regem Prutenos et Lituanos », questo A. Bernuzzi che mostra tanto buone disposizioni per Giacomino, in C oncilium B asilien8e cit., voi. II e III. La lettera è munita del suo sigillo catalogato da S e l l a , I sigilli, cit., II, 263, n° 2076. V. anche il n° 43. 116 Posen. 117 Lo spazio bianco è nell’originale. iu d ex
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concilii, et centum marcharum auri usibus dicti sacri concilii appli candarum, quatenus nemini de dicto officio respondeatis nec racionem redatis nisi mihi, aut sine mea licentia, certificans vos, quod si aliter feceritis, quod tamen non credo, oportebit me aliter con tra vos providere. E t si monitis meis, ymo verius dicti sacri con cilii, parueritis, uti spéro vos facturum, potestate mihi a dicto sacro concilio concessa vobis talle servicium in predicta causa faciam, quod merito contentari poteritis. Has autem litteras meas pro deffensione vestra ostendere poteritis cuicunque vos in premissis molestare volenti, a quo paratum me offero vos tueri po testate mihi concessa ut supra et de qua cuicunque dubitanti paratus sum plenissimam fidem facere. Valete in Yesu Christo et dicti sacri concilii monitis obtemperate ut fidelis quilibet tenetur ». Sigillo sotto carta
an·
42. Enrico Senftleben u8 arcidiacono di Grossglogau v e n e r a b i l i et c i r c u m s p e c t o v i r o d o m i n o [ J a] c o bi n o de Eubeis in provincia [Gn]eznensi fructuum c a m e r e a p o s t o l i c e [ c o l l e c j t o r i p r e posito ecclesie Opoliensis et fautori spe cialissimo. Wratislavie detur, da Basilea: V e l o c i s s i m e , 20 ottobre [1433]. — « Premissa recommendacione, venerande pater, post recepcionem litterarum vestrarum visis instrumentis et aliis, expediens videbatur primo dominum thesau-1 8
118 In A r n o l d , B epert. Germ án, cit., il n° 410 (p. 73) è l’accoglimento in data 28 marzo 1431 da parte di Eugenio IV d’una supplica di Enrico Senftelebin clericus W ra tislavien . dioe. per essere nuovamente provvisto dell’arcidiaconato della chiesa di S. Maria di Grossglogau ottenuto da Martino V per surrogazione nei diritti di un rinunziante, che ebbe in proposito un pro cesso con certo Enrico Eoli e con Giacomino de Eubeis, che, come abbiamo visto, nel gennaio del 1429, se si tratta dello stesso beneficio, era di Gia comino. Nove mesi dopo, il 28 dicembre, Eugenio IV, ordinò che ad E. archidiacon o B . M a rie M aiorisglogovie (e tale è detto anche il 5 giugno: ibid., 194, n° 1190) si conferisse un altro benefizio (ibid., 370, n° 2294). Il Gramis (A cta cit., ed. A l t m a n n , v . indice a pp. 277 s.) lo nomina in parecchi luoghi. Per la questione di un beneficio v. C onciliu m B a silien se cit., VI, 382. Come de cano del capitolo di Breslavia (dal 1431 al 1463: v. H a r t e l , op. cit., 283) compare spesso negli anni 1459-1463 in S criptores rerum Silesiacarum , V ili, P olitisch e Correspondenz B reslaus im Z eitalter George von P odiebrad, herausgeg. von H . M a r k g r a f , Breslau 1873. Come in A r n o l d cit., 185, 194, n.i 1124,
1190, si presta a favore di altri, così in questa lettera Enrico Senftleben si dimostra un attivo agente pel suo Giacomino de Eubeis.
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Dall’Archivio Vaticano
rarium119 fore accedendum, quem unacum vestro familiari accessi, litteram sibi sonantem presentavi reeommendans, nichilominus ve stram dominacionem qua valui diligencia. Littera enim perlecta dixit: J a c o b i n u s s c r i b i t q u a l i t e r s i t m o n i t u s et c e t e r a a l i a , sed ad f a c t u m v e r u m n i e h i l . Doleo quod ipse ita t a r d u s fuit in f a c i e n d o debitum suum prout tenebatur; utique m e lius fuisset ipsum huiusmodi officium no mine concilii exe rcu isse t quam etc.; non v a l e o i p s u m b e n e i u v a r e . Demum in presencia vestri fa miliaris iuxta posse v[estram] d[ominationem] excusavi, primo quod non paruistis litteris sacri concilii ex eo cum paulo ante omnem pe cuniam ad cameram apostolicam spectantem per litteras cambii ad Eo[manam] Cu[riam] direxissetis, prout ista et alia in certa appella tione posita proculdubio suo tempore bene verificare velletis et si quid tunc temporis habuissetis in pecunijs paratissimus fuissetis satisfacere et parere mandatis sacri concilij. Secundo, qua ad paricionem termini quadraginta quinque dierum dixi, vos omnino di spositum ad iter fuisse et coram sua p[aternitate] omparuisse, sede quia supervenit impedimentum oppressionis cinfirmitatis qua di hodierna tenemini, et quod impedimentum legitimum et racionabile obtuli me probaturum per dominum prepositum ecclesie Wratislaviensis et suos familiares, eciam adversarios in ea parte. Similiter de inhibicione vobis facta per dominos Pergamenses 120 et alios ad dendo nichilominus plura alia. Intelligens igitur causa non fruc tuosa pecii ab eodem domino thesaurario quatenus vellet vobis prefigere terminum trium aut quatuor mensium infra quem legitime comparere debetis. Respondit idem: n i e h i l p o s s u m ; v e n i a t i s die p r i m a ad c a m e r a m c o n c i l i i e t pro ponatis ista dominis d e p u t a t i s . Demum cum 119 È Matteo del Carretto, dei marchesi del Finale di Savona, quello della lettera n° 43. Fu abbate di Subiaoo (v. C. Mrazio, Cronaca sublacense, Roma 1885, 480-487; J a n n u c e l l i , Memorie di Subloco e sua badia, Genova 1856, 214-217) e fatto vescovo di Albenga non di Tivoli, come dice il M i r z i o ) da Martino V il 2 dicembre 1429, f nel 1448 (E u b e l , op. cit., I2, 82). In Concilium Basiliense cit., II-IV, trovansi molte cose che lo riguardano come tesoriere del concilio (e v. anche Z e l l f e l d e b , op. cit., 141, 145, 263). Era molto ben disposto verso Giacomino. C’è una lettera a lui del Poggio da Firenze 31 marzo 1439 (T o n e l l i , II, 207 s.) nella quale esorta l’amico, che stava al concilio di Basilea cogli oppositori di Eugenio IV, « ut Italorum nomini et gloriae consulas, ncque te, vel odium, vel amor cujusvis eo impellat, unde pedem non possis, cum volueris, referre ». 120 Non comprendo che sieno questi « domini Pergamenses ».
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vestro familiari accessi domum r.mi patris domini cardinalis Bono niensis 1212 1 quem valde destitutum viribus repperi et litteram v[estre] p[aterm tatis] sibi per suum secretarium assignare disposui et ea audita fecit me ad cameram suam vocare, cui post recomendacionem vestram intencionem et peticionem deserte (sic) explicavi flagitans quatenus sua p[aternitas] vices interponere vellet ne v[estra] d[ominatio] ex minime iustis causis sententiis involveretur et post plura alia respondit sua p[aternitas] hoc factum con cilii fore et quia detentus infirmitate dixit v[estram] d[ominationem] in ista materia domino cardinali Firmano 322 velle recommendare assigna[n]s litteram vestram suo secretario ad portandum dicto domino cardinali iniungens eidem secretario reeommendacionem faciendi. Ivimus ergo simul ad domum dicti cardinalis et ipso non reperto ex eo quia dominus imperator cum dominis cardinalibus et aliis deputatis quasi in cottidianis conciliis existunt. Quapropter idem secretarius michi sequentem diem assi gnavit qua litteram presentare et recommendacionem facere vel let. Considerans ergo ego ex talibus non posse sequi utilis expedicio maxime cum dominus cardinalis Firmanus contrarius sit ope ribus domini pape, capellum enim a sacro concilio habuit contra omnem voluntatem pape, de aliis non scribo, volens igitur facere execucionem vestrarum scriptuarum, scientificum virum magistrum Wilhelmum de Brede123 in utroque licentiatum procuratorem excel lentem in vestrum recepi defensorem et consultorem, quem de singulis debite informavi. Pendente igitur termino comparicionis in camera, eciam dominum prepositum Wratpslaviensem] accessi volens supplicare quatenus propter bonum pacis et racionabiles cau sas contrarietates ac rancorem postergare vellet, sed dum in loco
121 Antonio Correr, nipote di Gregorio X II, vescovo di Bologna 31 marzo 1407, creato cardinale 9 maggio 1408, f 19 gennaio 1443 (E u b e l , op. cit., I2, 31, 141). 122 L ’eccellente Domenico Capranica vescovo di Fermo, creato cardi nale da Martino V il 24 maggio 1426 e pubblicato l ’8 novembre 1430, ma non riconosciuto in principio da Eugenio IV, col quale si mise in urto, se guendone dopo anni la riconciliazione: f 14 agosto 1458 (v. L. P a s t o r , S toria dei P a p i, I, Roma 1910, passim): sono degne di nota le notizie e con siderazioni di Enrico che seguono. 123 Fuori di dubbio il G. de Brede clericus C olon ien sis in utroque iu re licentiatus dei n.i 66, 2429, 2487 di A r n o l d , op. cit. e di p. 279 di C oncilium B a silien se cit. II (de Berede) e III, 651. Egli aveva tenuto nel 1429-1430 la lettura di diritto canonico nell’università di Pavia ( M em . e doc. cit. p er la storia dell'univ. di P a v ia , 42), ove era stato licenziato in diritto civile nel 1428 ( V o l t a , D ei grad i eoe. cit., 560).
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D all’A rchivio V atican o
essem repperi eum eodem Angelum de Pisis 124 notarium camere, similiter Augustinum Moer et Silium de Conceptis. Fuit michi postea per notarium exhibita minnuta littere aggravacionis contra vos et sencio plura instrumenta esse producta specialiter ubi ad requisicionem dicere habuistis c o n c i l i u m t a n t u m a m e h a b e b i t s i c u t i n A v i n i o n e h a b u i t et cetera alia de quibus scribere non curo. Adveniente igitur termino compari ción! s in camera, videbatur vestro procuratori appellacionem nullo modo esse producendam cum propria causa ut ita dicam iudicis fuit, et cetera alia verba in eadem posita. Quare procura tor vester coram deputatis comparuit excusando et allegando ra ciones que merito utilitatem importasse debuissent, sed ipsi do mini presidentes minime attendentes ad illa dixerunt, vos iure dudum huiusmodi officio privatum esse necnon excommunicatum et aggravari debere. Habitis autem super hiis multis altercationibus iuris et facti, videbantur nobis omnino contrarii. Habita de liberatione, petita fuit absolucio ac prefixio termini trium aut quatuor mensium infra quem eciam sub maioribus penis compa rere legitime deberetis ad respondendum de obiciendis. Su per hoc diu deliberantes responderunt dudum in provincia Gn[e]znensi alium collectorem pro parte concilii posuisse — et estimo quod sit dominus Nicolaus Gramis 125 — , cui scribere vellent et sibi facultatem, mediante bulla concilii, dare de absolucione vobis impendenda et racione de singulis perceptis recipienda. Verum post quam intelleximus responsum fuit per vestrum procuratorem quod placeret et ita volebant nos esse intentus [sic] ad expeditio nem huiusmodi bulle, et ita credunt nos eandem velle expedire et per familiarem vestrum dirigere. Absit autem hoc, quod vester familiaris litteras Urie vobis portaret126, maxime cum a tali collectori asserto, qui in exercicio huiusmodi officio [sic] nondum fuit absolucionem petere deberetis et in suam pretensam pote statem et iurisdiccionem consentire. E x iis et multis aliis videtur procuratori vestro et michi, postponendo et disponendo alia, ad sacrum concilium cogitetis vos ·— quanto cicius tanto melius — in propria persona transferre. Consulo ut michi consulere vellem — 124 Che Eugenio IV nel 1440 destituirà perché, trasferito il concilio, era rimasto a Basilea (von H o f m a n n , op. cit., II, 198). Se la stessa persona col canonico Angelo di Pisa, ricorre in Concilium Basiliense cit. II, 392; III, 443, 445: IV, 363; VI (v. p. 755) e V ili. (v. p. 495). 125 II Gramis della n. 93. 126 Uria, il marito di Bersabea, del quale David procurò la morte colla lettera prescrivente di collocarlo in luogo pericoloso (II libro dei Re, XI).
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facies enim hominis facies leonis — multum rigidi domini de concilio in talibus et similibus movente racione procedunt. De hiis et aliis valeat d[ominationem] v[estram} familiaris vester multo lacius infor mari. De concurrentiis vero essent I I I mirabilia scribenda, que prop ter adventum vestrum omitto. Fuerunt tamen dominus imperator, ambasiatores regum Francie, Anglie, Aragonie, Scocie, Dacie necnon domini nostri pape ac principum Burgundie, Sabaudie, et niultorum aliorum ac electorum et Yenetorum una cum dominis car dinalibus et aliis per concilium deputatis in laudabili tractatu concordie, sed heu emanavit, ut a multis notabilibus asseritur et profertur una scandalosa bulla, ymo que heresim sapit, a domino papa nunc proximo x h i die mensis septembris 127 que miro modo materiam concordie infecit. Quare heri in generali congregatione ad instantissimam peticionem predietorum dominorum iterum pro rogatus est terminus pape ad V I I I dies: quid autem erit in futurum scietis et audietis per gratiam Dei salvus et sanus. Becommendo me d[ominationi] v[estre]. Scriptum Basilee x x mensis octobris per vestrum Henricum Senftelebin archidiaconum Maiorisglogovie, velocissime, vere valde nunc sum impeditus in certis propriis ne gotiis in cancellaria imperatoris expediendis, ideo parcetis nec aliis scribere valui. — Traccia dei sigillo. 4 3 .MatteodeiCarretto, vescovo di Albenga, s a c r i c o n c i l i j baxilliensis thesaurarius venerabili et e g r e g i o v i r o d o m i n o J a c h o b o de E n b e i s , in W r a t [ i s l a v i a ] d e t u r , daBasilea2 0 ottobre[1433]. — « Venerabilis et egregie vir uti frater honorande. Becepi litteras vestras et voluissem libenter ante ipsas recipere et pocius optassem quod iam a diu vos per sonaliter venissetis et si fecissetis id quod vobis alias scripxi et venissetis, bonum fuisset pro vobis. A d hoc sumus, quod ad instantiam multorum existencium in isto sacro concilio, qui malam rellationem de vobis fecerunt, fui compulssus ad instituendum unum alium collectorem nomine camere huius sacri concilii in illis partibus et iam facultas officii ad eum missa est, quod factum non fuisset si vos voluissetis ipsum vestrum officium pro ista camera exercere vel si personaliter huc venissetis. Tamen si iterum huc veniretis, possent multa bona fleri, et sic laudo faciatis: ad ipsum collectorem per nos institutum mito facultatem quod ab excom127 È la bolla I n arcano, sulla quale come sull’altra Dws n ovite di con danna della posizione presa dal concilio e di certi suoi decreti contro Euge nio IV e la curia redi H e f e l e -L e c l e r c q , op. oit., Y II 2, 823 ss.
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D all’A rchivio V atican o
municacione quam incurristis non parendo mandatis domini Nicolay Czeizemester128 vos ad cautelam absolvat. Ubi tamen infra duos mensses huc personaliter in ista camera compareatis rationes rediturus de officio vestro, et sic ortor pro bono vestro faciatis 1291 . 0 3 Patria nostra nunc per gratiam Dei bene stat et totum territorium quod tenebat illustriximus dominus dux Mediolani restituit i[dem] d[ominus] domino marchioni: ipse tamen dominus marchio est iterum Veneciis sed in brevi redire debet in Monteferato. Domi nus dux Sabaudie iterum non restituit ad quod ipse tenere[tur] [o « id quod ipse teneret »]. Ortor vos pro bono vestro quod huc veniatis et quia scripxistis mihi quod ipse dominus Mcholaus multas pecunias camere et a multis personis recepit, vos rogo quod me informetis plene a quibus et quantum recepit et similiter dico de domino Antonio de Bernuciis. Valete ». — Sigillo. 44. Sigismondo de Bellonis al medesimo c o n s a n g u i n e o t a m q u a m p a t r i h o n o r a n d o , da Chieri 6 aprile [1434], in V [ a l e n t i ] a d e n t u r 13°. « f Yhesus f Venerabilis do mine my singularissime, humili recomendaccione premissa. No veritis nos omnes fore sanos per Dei gratiam. Audivi felicissimum adventum vestrum ad Valentiam, de cuius adventu quantum ga visus fuerim lingua nec calamus sufficerent ad dicendum, visitaremque ut deceret reverentiam vestram sed inscio r[everendo] d[omino] meo patrono vestro nullo modo auderem facere et eciam quia aliquantulum a studio canonum deviarem quia tempora la128 N. Czeiselmeister prevosto di Breslavia negli anni 1432-1434, a cui successe il Gramis (H a r t e l , op. cit., 281), ma si tenga presente ohe anche Giacomino aspirò a tale ufficio e ne portò il titolo (v. la prefazione). In due documenti del 1435 riportati dal Gramis nelle sue Acia, ed. A l t m a n n cit., 8s., è detto N. Czeysilmeistir. Presso A r n o l d , op. cit., 41, n° 200, ai 17 di marzo del 1431 Eugenio IV concede a N. Csiselmeister decretorum doctor, cappellanus et auditor s. p a la ta una parrocchia. 129 Molto interessanti sono le comunicazioni che seguono riguardanti particolari sugli ultimi anni del governo nel Genovesato di Filippo Maria Visconti di Milano. Marchese del Monferrato era Giangiacomo Paleólogo (1418-1445). 130 Le lettere 44-46 sono del tempo, nel quale Giacomino era tornato in Italia. S. Belloni decretorum doctor e archipresbiter Q u eriensis il 25 ottobre 1439 sarà incorporato al concilio di Basilea (C onc. B a sii, cit., VI, 664; il 14 maggio 1440 egli fu eletto membro della deputazione pro pace come doctor d om in i T au rin en sis, ibid., VII, 142 e v. anche 147 e 204). V. anche nell’elenco degli arcipreti di Chieri in B. V a l i m b e r t i , S p u n ti sto rico -relig io si sopra la città d i C M eri. I, Chieri 1928, 328: il fratello Azino (Atinio) fu canonico a Chieri, e morì intorno al 1476 (ibid., 357).
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et
1. - Una corrispondenza fra curiali
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buntur etc. Preterea noveritis me velle famulum ecclesie Dei facere, idcircho meipsum vobis recomissum facio ut si quid boni prò me operare (sic) possetis rogo ut dignemini laborare ut possim me et fratrem meum Azinum in studio manutenere, attente quod r[everendus] d[ominus] meus pro factis laboribus et espensis quam plurimum fatigatur, scilicet nunc a nobis nunc a Johanne Simone ac eciam a concilio etc. Kbn alia pro presenti nisi quod si qua possu mus precipiatis. Altissimus vos conservare dignetur feliciter et lon geve. Scripta in Cherio die Y I taaprilis. Sigismondus de Bellonis in omnibus vester ». 45. J o h a n n e s de S a n c t a M a r i a l e g u m d o c t o r v e n e r a n d o e t e g r e g i o v i r o d. J a c o b i n o d e R u b e i s de T e r i c u l a p r e p o s i t o P e s u l a n o s u b e o lectori appostolico C o l o n i e 131 m a i o r i hono r a n d o , da Terruggia 26 settembre 1434. — « Yhesus. Venerande et egregie maior frater. Ut aliqua senciatis ex hiis que secuta fuere post discessum vestrum ab hinc super facto Pauli de Maglano et Prancisci Gaverne debetis scire quod ipse Paulus opere Ludo vici Canis tantum operatus fuit quod videns se ex instrumento fraternitatis nichil consequi posse, illustris d[ominus] noster vo luit quod omnino inter se bona more fraterno dividantur. Credo tamen quod si ipse Prancischus constanter disiset se iuri stare velle, prefactus dominus aliud non fecisset, sed me non intelligo in tallibus viris. Ego enim obtuleram eum tuerj velle frustra amore vestri, at ipse non confidens predictis ordinatis ascensit. Insuper, amantissime domine, occurrit mihi causa, obtinendi bullas a summo pontifice super causa tali in qua precor operemini et si bullas obtinebitis et eas miseritis Petrino huc solvam quidquid scribetis. Quidam frater Zaninus de Sancto iTazario ordinis sancti Agustini obtinuit beneficium plebis sancti Michaelis Mede de Mon tebello diocesis Vercellensis per bullas d[omini] Y[bleti] episcopi Vercellensis 132 et possessionem pacifficam adeptus fuit, post inde ipse d. episcopus sine cause cognicione sed de facto ipsum bene ficium contulit alii, qui impedit ipsum fratrem Zaninum. Ipse frater Zaninus vellet litteras confirmacionis bullarum dicti d. epi scopi et novam collationem a d. papa, ideo obtineatis ipsas, queso. In frequentia. Terricule die x x v i Septembris 1434 ». 131 Evidente errore per « Polonie ». 132 Ibletto Fieschi, genovese, eletto vescovo di Vercelli da Giovanni X X III il 26 agosto 1412, f nel 1437 (E u b e l , op. cit., I2, 5 2 1 ; II2, 265).
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D all’A rchivio V a tican o
46. P i e t r o E o s s i 133 v e n e r a b i l i e t e g r e g i o d o m i n o J a c o b i n o de R u b e y s e x d o m i n i s T e r i c u l e M o n t i s f e r r a t i e t c . c o l l e c t a l i s (sic) a p o s t o l i c o in p a rtibu s P o l o n i e f r a t r i h o n o r a n d o in F l o r e n t i a i n c u r i a a p o s t o l i c a , daTerruggia2 6 settembre 1434. — « Venerabilis frater honorande, recomendacione premissa. Audivi nova de statu vestro per litteras quas scripsistis illustrissimo domino nostro et miror cur mihi aliquid non scripsistis. Aviso tamen vos quod nos sani sumus et equi vestri bene stant et de vestro statu bono granditer mihi et aliis amicis complacuit et complacet, rogans vos quod velitis scribere mihi aliqua de ve stro statu per quem scribetis in partibus istis per nostram conso lationem: scribentes etiam mihi quia magna caristia est feni in istis partibus quid placet sim facturus de equis istis, et si vultis faciam provixionem pro ista yeme. Alia nisi quod Yhesus Christus vos conservet et si qua paratus. Datum Tericule x x v i Septem bris M ccccxxxnn. Frater vester Petrus Rubeus condam d[omini] M a te i». 47. N . ZtST. a Giacomino de Rubeis: «Domine Jacobine parcatis si non visitavi aut visito vos. Mitto vobis ra tionem pecuniarum que est inter vos et me. In ultimis autem expensis addi debet expensa minute facte super gratia cantorie, ascendens quantum fuerunt littere taxate, que taxa vobis, non mihi nota est. Voluissem libenter videre copia litterarum prepositure vestre antequam plumbarentur littere cantorie ut essemus certiores si narratio dispensationum que fit in litteris cantorie est verax, nam feci eam quasi divinando, et si esset in illo passu ali qualiter corrigenda possemus eam reformare. Habuistis enim fe stinantiam in habendo dictam minutam et quamvis petierimus dictam copiam non tamen fuit mihi data. Est bene verum quod illa narratio generalis est et potest applicari generali intellectui, sed ut animus vester et meus melius pausarent vellem oculata fide illum passum intueri si esset possibile. Littera insuper validationis gratiarum expectativarum quam indicavit rescribendam d[ominus] B. de Montepolitiano 134, volens eam reformare ad mo dum suum, nondum rescripta est et est bonum illius expeditionem
133 Un fratello di Giacomino ? v. n. 13 della prefazione. 134 L’Aragazzi: v. nota 75. La lettera è pertanto del 1429, anno in cui vacò la prevostura di Breslavia (v. n. 24 della prefazione) e morì anche l’Aragazzi prima del 9 luglio.
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differri donec obtinueritis signaturam extensionis super qua vobis misi supplicationem in forma motu proprio, nam propter ipsam extensionem si eam obtinueritis oportet reformari ipsam litteram validationis quia loco gratia de V I, que cassa remanebit, validabitur dicta gratia extensionis et de ea mentio expressa flet, alias esset surreptitia propter gratiam de anno primo, de qua in litteris ipsius extensionis nulla mentio fleri potest, cum de ea in priori gratia de V II, a qua dicta extensio dependet et cuius formam imitari oportet nulla mentio facta extiterit».
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II. D IA R II D I CONCISTORI D E L PO N TIFICATO D I A D R IA N O V I
Nel fondo concistoriale dell’Arcliivio Segreto Vaticano1 co stituiscono i n.i 54 e 70 della serie A c t a m i s c e l l a n e a due volumi, che nei fogli anteriori di guardia hanno, di mano di Sil vio Antoniano, il futuro cardinale, le notizie, rispettivamente: « Liber fragmentorum ex libris propositionum sacri Collegii a Fr. Onophrio Panvinio collectus et mihi Silvio Antoniano eiusdem sacri Collegii clerico dono datus a R. P. Josepho Pamphilo sanctissimi D[omini] N[ostri] sacrista, ut inter reliquos sacri Collegii libros repo natur. A[nno] D[omini] M .D .L X IX » e « Huiua libri fragmenta collegit frater Onuphrius Panvinius vir ecclesiasticae historiae peritissimus et in conquirenda antiquitate diligentissimus, quem librum. . . . 2 mihi Silvio Antoniano sacri cardinalium collegii clerico dono dedit rever[endus] Pater Josephus Pamphilus smi D. N. sacriste, ut a me cum ceteris eiusdem collegii libris repo neretur. A. D. M .D .L X IX »3. 1 Vedi S ussid i p er la consultazione d ell'A rch ivio V aticano, I (Studi e 45), Roma 1926, 203 ss. 2 Una colatura di ceralacca rossa non permette di rilevare la breve parola che occupa questo spazio. 3 Ha riprodotto le due notizie A. K o l s k u d a pp. 216, 217 del suo arti colo Blodbladet i Stockholm aar 1520, in KyrJcohistorisk A rssk rift, X L (1940), 175-237, che erroneamente dà al Panfilo il nome di Jacopo. — I personaggi sono ben noti: T esti,
1° L ’ A n ton ia n o, il poetino, originario di Castelli in diocesi di Penne, nacque in Eoma il 31 dicembre 1540, fu chierico del sacro Collegio per la nazione italiana dal 1568 al 1592, poi maestro di camera di Clemente V ili, che lo creò cardinale il 3 marzo 1599 (non 1598): morì il 16 agosto 1603 e fu sepolto a S. Maria della Vallicella, dove lo ricordano due brevi iscrizioni pubblicate in V. F o r c e l l a , Iscriz io n i delle ch iese.... di R om a, IV, Eoma 1874, 150 e 153, n.i 355 e 364 (vedi P. R ic h a r d in D iction n aire d'histoire
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Dall’Archivio Vaticano
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Nell’uno e nell’altro volume molti fogli sono copie di mano dello stesso Panvinio, come in 70 un diario concistoriale per gli anni 1409-1417 e in 54 un altro per gli anni 1417-1433, dei quali preparo la pubblicazione, ambedue derivati da codici non più esistenti, ciò che s’avvera anche per le due informazioni con cistoriali del pontificato di Adriano che pubblico ora e che sono tanto più da pregiarsi perché scarse sono le fonti storiche su que sto P ap a4. Veramente la seconda è di mano d’uno, che o non sapeva ben leggere nell’originale o era molto distratto, ma per fortuna i suoi errori possono correggersi con facilità. È poi da notarsi la deficienza dell’ordine cronologico in ambedue i diarii e l’errore in fine del secondo di attribuire ad Adriano V I azioni di Leone X , che non riesco a spiegare.1
III, Paris 1924, 841-844; E n c ic lo p e d ia ita III, 553; E n c ic lo p e d ia ca tto lica , I, 1525 s. ; P. G a u c h a t , H ie r a r c h ia ca th o lica dell’EuBEL, IV, Monasterii 1935, 6 e 59 con H ie r a r c h ia ca th . cit., I l i 2, 87 s.; A. N ic o d e m i , I l c a rd in a le S . A n to n ia n o d i C a stelli, Teramo 1949). 2° Per l’eruditissimo Panvinio, nato a Verona 3 febbraio 1530, f a Palermo 7 aprile 1568, vedi D. A. P e r i n i , O n o fr io P a n v i n i o e le s u e o p e r e , Roma 1899 e B ib lio g ra fia a u g u stin ia n a , III, Firenze 1935, 53-65. Una vera rarità dev’es sere un foglio stampato « Romae apud Antonium Bladum Impressorem Cameralem » col titolo « Omnium Francorum ducum et regum quorum apud veteres autbores memoria est epilogus a Priamo duce primo usque ad Regem Heinricum secundum Valesium », in fondo al quale si legge: « Onophrius Panvinius Veronensis fecit Romae anno Christi M.D.LII ». Ne ho trovato un esemplare nel tomo 20 dell’Arm. I della M iscella n ea , ove ora è il f. 12; è ignoto agli Agostiniani e non compare in G. F u m a g a l l i , G. B e l l i , E. V a c c a r o - S o f ia , C a ta logo delle e d iz io n i ro m a n e d i A . B ia d o a so la n o ed ered i, Roma 1891, 1896 e 1942. 3° Giuseppe Panfilo era egli pure di Verona ed agosti niano; il 10 febbraio 1570 verrà nominato vescovo di Segni, ove si ritirerà nel 1574, e morirà in patria nel 1581: fu sagrista dal 1568 al 1574, quando gli fu dato successore Agostino Molari da Fivizzano (vedi A. R o c c a , G hronh ìsto ria d e a p o sto lic o sa cra rio , Romae 1605, 94 s., 99 s. ; H ie r a r c h ia cathol. cit., I l i 2, 300; P e r i n i , B ib lio g r. a u g u stin . cit., I li, 501; G. M o n t i , I l s a g r is ta d el P a la z z o a p o sto lic o , Firenze 1937, 24). 1 Per Adriano VI nell’attuale fondo ooneistoriale c’è materiale soltanto nel tomo 2 delle A c ia v ice ca n cella rii (B e r u m c o n s is to r ia liu m L e o n e d ecim o et de g éo g ra p h ie ecclésia stiq u es, lia n a ,
■et A d r ia n o
VI
p o n tificib u s
m a x im is
ex p e d ita r u m p e r m e J u liu m
de
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il futuro Clemente VII), di cui è copia nei fE. 133-152 di A c t a m isce lla n ea t. 31 e che è stato adoperato da L. v o n P a s t o r ( v . la sua S to ria d ei P a p i , IV 2, Roma 1912, 701 ss.). Anche il diario del maestro delle cerimonie Biagio Martinelli da Cesena è molto «carso per il pontificato di Adriano VI e perciò è più che giustificata la pub blicazione dei brani di altre relazioni salvati dalle compilazioni del Pan vinio, che danno notizie e particolari altrimenti non noti. d icis 8 . B fom a n a e'] E [c c le s ia e ] v ice ea n cella riu m ,
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II. - Diarii di concistori del pontificato di Adriano V I
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A*. Conclave Hadriani Papae V I ex libro Collegii Reverendissimorum Cardinalium B. Die veneris 27 decembris 1521 cardinales numero 39 8 intrarunt Conclave apud S. Petrum in capella Sixti et die iovis I X ianuarii ele gerunt in summum Pontificem R.mum D. Hadrianum Florentium na tione Flandren. ex civitate Traiecto, tituli sanctorum Joannis et Pauli presbyterum cardinalem episcopum Dertusen. absentem in Hispania in civitate Victoria et publicatus fuit eadem die hora X V II per reve rendissimum dominum cardinalem Cornelium. Bernardinus Carvaglialus episcopus Ostiensis dictus car dinalis sanctae f 7.
i
Dominicus Grimanus Portuensis 8. Franciscus Soderinus Volaterranus Praenestinus 9. Nicolaus de Flisco Sabinensis 10. Alexander Farnesius Tusculanus11. Antonius de Monte Albanensis12.
* Archivio Segreto Vaticano, Fondo concistoriale, A cta m iscellan ea, t. 70, ff. 62-70 (già 27-35). 6 Per la storia del pontificato di Adriano VI vedi le tre più recenti espo sizioni di L. v o n P a s t o k , Storia cit., IV 2, 3-148, 692-710; G. P a s o l in i , A d ria n o VI, Roma 1913 ed E. H o c k s , D er letzte deutsche P a p s t A d ria n VI. Freiburg i. Br. 1939. Le date sui cardinali, che seguono, sono secondo E u b e l , op. cit., II 2 * e III2. 2 L’elenco che segue dà 40 nomi figurandovi anche quello del futuro Papa, che non poteva essere nella fonte della nostra copia. I nomi dei car dinali partecipanti al conclave sono dati anche dal senese Tizio presso v o n P a s t o r , loc. cit., 10, n. 3 e da M a r in o S a n u t o , I diarii, X X X II, Venezia 1892, 329 s., ove però si legge un secondo C olonna invece di Cortona. 7 B. Carvajal creato da Alessandro VI 20 settembre 1493, del titolo di S. Croce, da cui fu poi sempre denominato, dal 2 febbraio 1495 al 3 ago sto 1507, quando passò alla sede suburbicaria d’Albano per indi optare successivamente a quelle di Tuscolo, Palestrina, Sabina ed Ostia, f in Roma 16 dicembre e 1523. 8 D. Grimani, v. nota 73. 9 F. Soderini, v. nota 68. 10 Niccolò Fieschi creato da Alessandro VI 31 maggio 1503, che morirà vescovo di Ostia il 15 giugno 1524. 11 A. Farnese, creato da Alessandro VI 30 settembre 1493, il futuro Paolo III. 12 A. Maria Ciochi del Monte S. Savino, creato da Giulio II, 10 marzo 1511, f 20 settembre 1533.
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Dall’Archivio Vaticano
I Mattheus tituli sanctae Potentianae Sedunensis Helvetius13. I Petrus Accoltus Anconitanus tituli sancti Eusebii14. I Achilles tituli sanctae Mariae in Transtiberini de Gras sis cardinalis Bononiensis15. Laurentius Puccius Florentinus tituli sanctorum quatuor maior paenitentiarius16. Iulius Medices, Florentinus tituli sancti Laurentii in Damaso vicecancellarius17. Joannes Picolomineus Senensis tituli sanctae Balbinae18. Joannes Dominicus Bomanus tituli sancti Joannis ante Portam Latinam Tranensis19.
Ì
Baphael tituli sanctae Susannae cardinalis Petruccius Se nensis 20. Andreas Vallensis Bomanus tituli sanctae Priscae21. Bonifacius Iporigiensis tituli sanctorum Nerei et Achilei 22. Joannes Baptista Palavicinus tituli sancti Apolinaris Cavallicensis 23. Scaramuccia Trivultio Mediolanensis tituli sancti Oyriaci [in] Termis Comensis24. Pompeius Columna tituli XTT Apostolorum25. Dominicus Jacobatius Bomanus tituli sancti Bartholomei 13 M. Seh.iner,inv.Insula nota 26. 51. 14 P. Accolti, aretino, nato a Firenze, creato da Giulio II IO marzo 1511, detto anconitano dal vescovado d’Ancona conferitogli nel 1504, f H di cembre 1532. 16 Achille de Grassi, creato da Giulio II 10 marzo 1510, f 22 novem bre 1523. 16 L. Pucci, v. nota 11 di B. 17 G. de’ Medici, creato da Leone X 23 settembre 1513, il futuro Cle mente VII. 18 G. Piceolomini, creato da Leone X 1 luglio 1517, che morirà vescovo di Ostia 21 novembre 1537. 19 G. D. de Cupis, creato da Leone X 1 luglio 1517 f 10 dicembre 1553. Ebbe dal 1517 in amministrazione l’areidiocesi di Trani. 20 R. Petrucci, v. nota 54. 21 Andrea della Valle, creato da Leone X 1 luglio 1817, f 4 agosto 1534. 22 B. Ferreri, vescovo di Ivrea, la seconda volta, dal 17 settembre 1511 al maggio 1518, creato cardinale da Leone X 1 luglio 1517, f 2 gen naio 1543. 23 G. B. Pallavicino, vescovo di Cavaillon dal 22 novembre 1507, creato cardinale da Leone X 1 luglio 1517, f 13 agosto 1524. 24 S. Trivulzio, vescovo di Como dal 4 aprile 1504 fino al 1518, creato cardinale da Leone X 1 luglio 1517, f 3 agosto 1527. 25 P. Colonna, v. nota 58. 26 D. Giacobazzi, creato da Leone X 1 luglio 1517, f nel 1528.
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II. - Diarii di concistori del pontificato di Adriano V I
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i Laurentius Oampegius Bononiensis tituli sanctae Anastasiae 27. Adrianus Florentinus tituli sanctorum Johannis et Pauli Dertonensis erat absens qui fit pontifex 28. Ferdinandus Ponzettus Neapolitanus tituli sancti Pancra tii 29. Sylvius Pasiarinus Cortonensis tituli sancti Laurentii in Lucina 30. Franciscus Armellinus Perusinus tituli sancti Calisti31. Guillelmus Bamundus Vik Hispanus tituli sancti Marcelli32. Thomas de Vio ord. Praed. Caietanus tituli sancti Sixti33. Presbiteri Egidius Viterbiensis34 ord. heremit. s. Augustini tituli sancti Matthei. Ohristophorus Foroliviensis ord. minorum sancti Francisci de observantia tituli sanctae Mariae de Araceli35. Marcus Cornelius venetus sanctae Mariae in Via Lata36. Sigismundus Gonzaga tituli sanctae Mariae Novae cardi nalis Mantuanus37. Innocentius Cibo Genuensis sanctae Mariae in Dominica 38. Franciottus Ursinus sanctae Mariae in Cosmedin394 . 0 Diaconi
\ Paulus Cesius sancti EustachiiM. I Alexander Oaesarinus Bomanus sanctorum Sergii et Bachi41.
27 L. Campeggi, v. nota 2 al diario seguente. 28 A. Florensz, il futuro Adriano VI, vescovo di Tortosa dal 18 agosto
1516, creato da Leone X 1 luglio 1517. 29 F. Ponzetti, creato egli pure da Leone X nella grande creazione del 1 luglio 1517. 30 S. Passerini, di Cortona, di cui ebbe anche il vescovado dal 15 no vembre 1521, creato da Leone X il 1 luglio 1517, f 20 aprile 1529. 31 F. Armellini, creato nel medesimo concistoro, f io Roma 8 gen naio 1528. 32 G. R. de Vioh, altra creatura del concistoro 1 luglio 1517, f 27 lu glio 1525. 33 T. de Vio, il famoso O a eta n o o ca rd in a le d i 8. S isto , v. nota 67. 34 E. Canisio da Viterbo, altro famoso teologo, creato nel solito con cistoro del 1 luglio 1517, f 11 novembre 1532. 35 C. Numai di Forlì, generale dei Frati Minori, creato 1 luglio 1517, f 23 marzo 1528. 36 M. Corner, creato da Alessandro VI 28 settembre 1500, che morirà vescovo di Palestrina 24 luglio 1524. 37 S. Gonzaga, creato da Giulio II 1 dicembre 1505, t 3 ottobre 1525. 38 I. Cibo, creato dallo zio Leone X 23 settembre 1513, f 14 aprile 1550. 39 F. Orsini, creato da Leone X 1 luglio 1517, | gennaio 1534. 40 P. Cesi, creato da Leone X 1 luglio 1517, t 5 agosto 1536. 41 A. Cesarini, creato da Leone X 1 luglio 1517, che morirà vescovo di Palestrina 13 febbraio 1542.
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Joannes Salviatus Florentinus sanctorum Cosmae et Da miani42. Nicolaus Rodulphus Florentinus sancti Viti434 . Diaconi