145 32 102MB
Italian Pages 527 Year 2016
TG641UA
Marco Capiluppi
3 I casi per favorire il passaggio
dalle conoscenze alle competenze
3 Esempi e schemi
per capire e memorizzare
3 Strumenti didattici inclusivi
2
classe quarta OPENBOOK
EXTRAKIT
COMPETENZE
DIDATTICA INCLUSIVA
corso di diritto per il triennio AFM e SIA
SOGNARE IL FUTURO COSTRUENDO IL PRESENTE Il progetto RCS Education per la scuola
LO STUDENTE AL CENTRO Ogni studente è diverso dagli altri perché è un individuo unico, con un proprio processo cognitivo e relazionale: valorizzare le differenze è un filo rosso che colora tutto il progetto per la scuola di RCS Education.
IL PATTO CON LE FAMIGLIE Il successo formativo è frutto della sinergia tra docenti, studenti e genitori; RCS Education propone materiali speciali gratuiti a corredo dei propri corsi per supportare e affiancare le famiglie.
INNOVAZIONE DIGITALE VERSO IL TRAGUARDO
Coinvolgere, condividere e innovare: le piattaforme e i prodotti digitali RCS Education sono progettati sui bisogni della scuola, utilizzando la tecnologia come facilitatore didattico.
Il compito della scuola è accompagnare i ragazzi nel proprio percorso di crescita e formazione, guidando i talenti verso le scelte che li porteranno alla realizzazione del successo formativo.
IL PERCORSO RCS EDUCATION IN EUROPA E OLTRE Conoscere le lingue è un obiettivo curricolare e un modo per avvicinarsi alle culture di altri Paesi; RCS Education collabora con i migliori editori stranieri a supporto degli studenti italiani in questo percorso.
Un progetto unico per la scuola, che parte dalla primaria fino alla maturità, con una particolare attenzione alle delicate fasi di passaggio tra i cicli scolastici.
FORMAZIONE ED ECCELLENZA I PARTNER CERTIFICATI Per proporre un’ offerta editoriale completa, efficace e innovativa, RCS Education si avvale delle competenze dei migliori partner, tra i quali il Centro Studi Erickson, Oxford University Press, l’Università Ca’ Foscari e Alphatest.
Non si smette mai di imparare: RCS Education crede fermamente nella formazione dei docenti come strumento di eccellenza e per questo offre corsi ed eventi per il loro aggiornamento.
MYSTUDIO L’ambiente digitale interattivo per la scuola
new !
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OPENBOOK Interattivo, multimediale e inclusivo OpenBook è il libro digitale di RCS Education arricchito da video, animazioni, audio, mediagallery e verifiche interattive. Puoi sfogliare le pagine del libro, attivare i contenuti multimediali e utilizzare gli strumenti integrati con cui studiare, prendere appunti e registrare note vocali. Le pagine accessibili, ove presenti, sono un efficace strumento per l’inclusione: è possibile impostare la dimensione e il tipo di carattere - fra cui EasyReading®, il font ad alta leggibilità e attivare la lettura automatica del testo. OpenBook è utilizzabile su computer (PC, Mac e Linux) e tablet (Android e iOS) ed è ottimizzato per LIM e videoproiettori. Il libro è fruibile anche offline. openbook.rcseducation.it
EXTRAKIT Espandere, approfondire, integrare! ExtraKit è l’espansione online del libro di testo e contiene tutti gli oggetti che compongono l’offerta digitale del corso. In ExtraKit sono disponibili approfondimenti, contenuti e materiali didattici presenti in OpenBook, accompagnati da eventuali integrazioni e aggiornamenti effettuati lungo il corso dell’anno scolastico. Grazie all’integrazione con MyStudio puoi utilizzare i contenuti ExtraKit per creare ricerche e percorsi personali. Puoi trovare velocemente i contenuti che ti interessano e filtrarli per tipologia (video, audio, animazioni e altri contenuti multimediali). extrakit.rcseducation.it
I materiali digitali di questa opera e relativi aggiornamenti sono disponibili sul sito www.rcseducation.it ISBN 978-88-233-4898-1 © 2016 RCS Libri S.p.A. – Milano
Prima edizione: febbraio 2016 Chiuso in redazione: gennaio 2016 Ristampe 2016 2017 1 2 3 4
2018 5 6
2019 7 8
Stampa: Lito Terrazzi s.r.l., Cascine del Riccio (FI) Maria Giovanna D’Amelio è autrice delle rubriche: Dalle conoscenze alle competenze, CLIL, Fatti un’idea Hanno collaborato alla realizzazione dell’opera: Coordinamento editoriale: Marina Atteritano Coordinamento redazionale: Arianna Flamminio Redazione e prestampa: Emmegi Group s.r.l., Milano Progetto grafico interni: Studio Mizar, Bergamo Realizzazione copertina: Studio Cappellato e Laurent s.r.l., Milano Controlli e traduzioni dei testi in inglese: Contextus s.r.l., Pavia
I diritti di traduzione e riproduzione, totali o parziali anche a uso interno e didattico con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941, n. 633. Le riproduzioni per uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail: [email protected] La realizzazione di un libro presenta aspetti complessi e richiede particolare attenzione nei controlli: per questo è molto difficile evitare completamente errori e imprecisioni. L’editore ringrazia sin da ora chi vorrà segnalarli alle redazioni. Per segnalazioni o suggerimenti relativi al presente volume scrivere a: Direzione Editoriale RCS Libri S.p.A. – Divisione Education – Via Rizzoli, n. 8 – 20132 Milano L’editore è presente su Internet all’indirizzo: http://www.rcseducation.it L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti dei brani o delle illustrazioni riprodotte nel volume. L’editore si scusa per i possibili errori di attribuzione e dichiara la propria disponibilità a regolarizzare. Le immagini utilizzate in questo libro non vanno interpretate come una scelta di merito da parte dell’editore, né come invito all’acquisto di prodotti. Le illustrazioni o riproduzioni sono state riportate a scopo esclusivamente didattico, anche nel caso in cui vengano nominate imprese o banche esistenti; sempre al solo scopo didattico sono state immaginate sia le operazioni descritte negli esempi, nelle esercitazioni svolte e negli esercizi da svolgere, sia quelle risultanti da riproduzioni di titoli di credito e di documenti commerciali e bancari; pertanto non rappresentano situazioni o rapporti reali e non indicano prezzi, tassi, valute e altre condizioni effettivamente applicati. Inoltre, i testi tratti da articoli di giornale, libri, riviste sono stati liberamente rielaborati dall’autore a fini didattici. Il processo di progettazione, sviluppo, produzione e distribuzione dei testi scolastici di RCS Libri S.p.A. – Divisione Education è certificato UNI EN ISO 9001:2008 (n. 100801) da Lloyd’s Register Quality Assurance.
Guida all’uso del corso Il corso Dal caso alla norma è proposto sia in versione cartacea, integrata da un ricco apparato di materiali digitali (ExtraKit), sia in versione digitale (OpenBook).
1
L’imprenditore
Prerequisiti Distinguere il diritto pubblico
Identificare i rapporti giuridici
dal diritto privato e, nell’ambit
o del diritto privato,
L’impresa e l’azienda
Il primo modulo del secondo volume ha come oggetto lo studio dell’impresa.
all’interno di una famiglia
u1 L’imprenditore
Nella prima unità, dopo avere definito il concetto giuridico dell’imprenditore, ci soffermeremo su alcuni tipi di impresa (l’impresa agricola, la piccola impresa e l’impresa cosiddetta
Conoscenze
competenze Individuare nei casi concreti i caratteri
u2 L’imprenditore commerciale
u1)
La seconda unità è dedicata all’imprenditore commerciale e alla disciplina che la legge prevede, a tutela dei creditori,
La natura e la disciplina dell’impre
sa familiare
Abilità
Riconoscere l’esistenza di un’impresa familiare u1)
Comprendere la funzione delle norme in materia di contabilità e pubblicità delle imprese u2) Applicare a casi concreti le classificazioni u2) Distinguere gli effetti legali derivanti u3) Cogliere l’importanza e la funzione economica u3) Evidenziare il ruolo dell’iniziativa economica privata e della libertà della concorrenza u4) Esaminare i comportamenti di imprese concorrenti e valutare se costituiscano o meno atti di concorrenza sleale (u4)
u3 L’azienda
Individuare la disciplina dell’impre
sa familiare e i rapporti giuridici
La terza unità riguarda l’azienda, cioè l’insieme dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio della sua attività: in particolare, dopo avere visto in quale modo e con quali effetti è possibile il trasferimento di un complesso aziendale, studieremo la disciplina giuridica dei segni distintivi di
relativi
u4 Le imprese e la concorrenza
Nella quarta unità del modulo considereremo l’attività di un’impresa in relazione alla concorrenza con le altre imprese, sotto l’aspetto sia della repressione degli atti di concorrenza sleale sia della normativa nazionale e comunitaria diretta a tutelare la libertà della concorrenza.
Parole chidasve Keywor Italiano
Inglese
Diritto commerciale
Commercial law, mercant ile law
Impresa Enterprise Imprenditore
Entrepeneur
Professionalità
Professionalism
Economicità
Efficiency
Organizzazione
Organization
Imprenditore agricolo
Agricultural entrepen
eur, farmer
Piccolo imprenditore
Small entrepeneur
Imprenditore artigiano
Artisan, craftsman
Impresa familiare
20
Family enterprise
In apertura di ogni unità vengono riportati i prerequisiti, le conoscenze e le abilità ed elencate le principali parole chiave utilizzate nel testo con la relativa traduzione in inglese.
Il corso si propone di insegnare il diritto attraverso lo studio dei casi. Ogni paragrafo si apre con la presentazione di un semplice caso giuridico, continua con l’esposizione della norma e prosegue con la soluzione del caso stesso. Le principali classificazioni delle obbligazioni in base a diversi elementi distintivi.
esempio Se quattro fratelli concedono in affitto un terreno agricolo a un contadino ciascuno di loro, in mancanza di una diversa indicazione, può chiedere al contadino soltanto la sua parte del canone di affitto.
Solidarietà passiva
l’intero debito anche soltanto da
Le obbligazioni parziarie e solidali
A tuo parere, l’impiegato può agire nei confronti dell’amico per ottenere coattivamente l’intera somma di denaro?
m
Un’obbligazione è un rapporto giuridico tra due o più persone e, in quanto tale, richiede la presenza almeno di un creditore e di un debitore; in una obbligazione, però, vi possono essere anche più creditori o più debitori oppure, insieme, più creditori e più debitori.
2
Obbligazioni parziarie
Quale è la differenza tra un’obblig azione parziaria e un’obbligazione solidale? In relazione alle loro modalità di adempimento, le obbligazioni con più creditori e/o più debitori si dividono in obbligazion i parziarie, cioè divisibili in più parti, e solidali. Un’obbligazione è parziaria quando ciascun creditore ha il diritto di pretendere soltanto la sua parte della prestazione e, a sua volta, ciascun debitore ha l’obbligo di eseguire soltanto la sua parte della prestazione. esempio Se Aldo e Bruno sono creditori in parti uguali di 60.000 euro nei confronti scuno di loro potrà pretendere soltanto di Carlo, cia30.000 euro da Carlo; se Aldo e Bruno sono debitori in parti uguali di 60.000 euro nei confronti di Carlo, invece, ciascuno di loro sarà obbligato soltanto per 30.000 euro verso Carlo.
Obbligazioni solidali
Un’obbligazione è solidale quando ciascun creditore ha il diritto di pretendere l’intera prestazione verso il comune debitore e, a sua volta, ciascun debitore ha l’obbligo di eseguire l’intera prestazione verso il comune creditore.
esempio Se Andrea deve consegnare delle merci a Luca e a Giulia la solidarietà è attiva; se Marco e Matteo devono effettuare un trasloco per Sara la solidarietà è passiva; se Silvia e Chiara devono una somma di denaro a Matteo e a Davide la solidarietà è mista.
Solidarietà attiva
La solidarietà attiva rende più facile la riscossione e l’esecuzione della prestazione, perché:
tutti i debitori, ma può pretendere
anche l’altro debitore o gli altri creditore. Al riguardo è prevista presunzione di solidarietà passiva (che però è efficace soltanto fino a prova contraria, cioè fino a quando non si dimostra il contrario): se la legge o il titolo dal quale deriva l’obbligazio ne non dispongono diversamente, pertanto, una obbligazione con più debitori si presume solidale (art. 1294). La presunzione in esame favorisce il creditore, che può scegliere il debitore che ritiene più solvibile e, se non è in grado di pagare, può sempre pretendere l’intera prestazione (o la parte che non ha ancora ricevuto) dall’altro o dagli altri debitori in solido. debitori nei confronti del comune
Presunzione di solidarietà passiva
lasoluzione • Se non è stato stabilito diversamente , l’obbligazione è solidale e quindi l’impiegato può pretendere indifferentem ente da ciascuno degli amici l’intera somma dovuta.
Che cosa accade se un debitore in solido paga il creditore? Rapporti Nei rapporti tra condebitori in solido, però, un’obbligazione tra condebitori senso che è sempre parziaria, nel ciascun debitore è obbligato verso gli altri debitori soltanto per la sua e, se non è stabilito diversamente, parte le parti dei debitori si presumono uguali (art. 1298). Azione Se uno dei debitori in solido paga l’intero debito, libera anche gli di regresso fronti del creditore altri debitori nei conma poi, a sua volta, può esercitare un’azione di regresso verso gli altri debitori, per ottenere il rimborso della parte o quota dovuta da ciascun debitore. Nel caso di insolvenza di un debitore in solido, inoltre, si deve procedere alla ripartizione proporzionale della parte del debitore insolvente fra tutti gli altri debitori, compreso anche colui o coloro che hanno effettuato il pagamento (art. 1299). esempio Se Aldo, Bruno e Carlo sono debitori in solido e in parti uguali di 60.000 euro, dopo avere pagato il debito Carlo potrà pretendere da Aldo e Bruno 20.000 euro ciascuno; se però Aldo non è in grado di pagare, la sua parte deve essere ripartita tra gli altri debitori e Carlo potrà pretendere 30.000 euro da Bruno (in questo modo, infatti, Bruno e Carlo pagheranno ciascuno la propria parte, più la metà della parte di Aldo).
esempio Se Aldo e Bruno sono creditori solidali di 60.000 euro nei confronti di Carlo, uno qualsiasi di loro potrà pretendere l’intera somma da Carlo; se Aldo e Bruno sono debitori solidali di 60.000 euro nei confronti di Carlo, invece, ciascuno di loro sarà obbligato per 60.000 euro verso Carlo.
La solidarietà può essere: • attiva, quando vi sono più creditori; • passiva, quando vi sono più debitori; • mista, quando vi sono più creditori e più debitori insieme.
l’adempime
uno dei
debitori; • il debitore che adempie l’intera obbligazione libera
ilcaso •
Un impiegato, che ha venduto un camper a due amici, chiede il pagamento dell’intero prezzo a uno dei due, ma l’amico sostiene di essere obbligato a pagare soltanto la sua parte.
Anche la solidarietà passiva facilita
nto • il creditore non deve richiedere l’adempimento a della prestazione, in quanto:
pluralità di debitori
in presenza di una volontà espressa delle parti
obbligazione parziaria
in mancanza di una diversa volontà delle parti e nei casi previsti dalla legge
u
1
Il rapporto giuridico obbliga torio
3
Le obbligazioni possono essere classificate
Guida all’uso del corso
u1
m
Il volume cartaceo è strutturato in moduli, a loro volta suddivisi in unità. Ogni modulo si apre con l’indicazione delle unità di cui è composto, una breve illustrazione degli argomenti trattati e l’elenco delle competenze da acquisire.
obbligazione solidale
• non è necessario che tutti i creditori richiedano
il pagamento al comune debitore, ma la richiesta può essere fatta anche soltanto • il debitore non deve effettuare il pagamento a da uno dei creditori; tutti i creditori e, se paga l’intero debito a uno dei creditori, è liberato anche nei confronti dell’altro creditore o degli altri creditori.
136
È da notare che la solidarietà attiva deve essere prevista espressamente dalla volontà delle parti interessate o dalla legge: se vi sono più creditori e non è stabilito diversamente, infatti, un’obbligazione è parziaria (art. 18401).
• ogni debitore è responsabile nei confronti del creditore soltanto per la sua parte • per ottenere l’adempimento il creditore si deve rivolgere a tutti i debitori • se uno o più debitori sono insolventi, il creditore non può pretendere la loro parte dagli altri debitori • l’adempimento da parte di un debitore non produce la liberazione degli altri debitori verso il creditore • il debitore che adempie soltanto la sua parte non ha alcun diritto verso gli altri debitori
• ogni debitore è responsabile nei confronti del creditore per l’intero debito • per ottenere l’adempimento il creditore può rivolgersi a uno o più debitori • se uno o più debitori sono insolventi, il creditore può pretendere l’intera prestazione dagli altri debitori • l’adempimento integrale da parte di un debitore produce la liberazione degli altri debitori verso il creditore • il debitore che adempie l’intero debito ha un’azione di regresso verso gli altri debitori
137
7
Chiude il paragrafo la rubrica Giudice per un giorno in cui vengono presentate le tesi dell’attore e del convenuto in una situazione reale, chiedendo allo studente di stabilire chi ha ragione.
relativi pretendere il pagamento dei debiti Di regola, pertanto, i creditori possono Tuttavia: dall’alienante e/o dall’acquirente. sia all’azienda ceduta, a loro scelta, dai debiti, se ritengono che l’acquirente i creditori possono liberare l’alienante
•
in grado di pagare i debiti;
contabili
scritture soltanto per i debiti risultanti dalle • l’acquirente è responsabile debiti nei confronti dei lavoratori (per i quali è respon 2 obbligatorie, a eccezione dei scritture contabili; art. 2112 ). sabile anche se non risultano dalle
nei confronti di un forninon è obbligato a pagare un debito esempio L’acquirente di un’azienda di straordinario ai dipendenti obbligato comunque a pagare le ore tore che non è stato registrato, ma è perché tali ore non dell’azienda non ne era a conoscenza dell’impresa, anche se al momento dell’acquisto contabili. erano state riportate nelle scritture
forma
• atto scritto (ai fini della prova) • atto pubblico o scrittura privata autenticata (ai fini dell’iscrizione)
effetti
• divieto di concorrenza • succesione nei contratti • cessione dei crediti • accollo dei debiti
m
trasferimento dell’azienda
1
iu i r un
iorno
proposta, Dopo avere esaminato la situazione te la tua decisione decidi chi ha ragione e motiva brevemen
Il fatto di abbigliamento, ll fornitore di una catena di negozi le, chiede che è stata ceduta a una società multinaziona forniture precedenti alla società il pagamento di alcune le si rifiuta di pagare alla cessione, ma la multinaziona dalla conta sostenendo che le forniture non risultano bilità aziendale. la multina Il fornitore allora cita davanti al tribunale a pagare zionale, chiedendo che venga condannata
dell’azienda che con l’alienante soltanto per i debiti contabili e quindi, sono stati annotati nelle scritture è obbligata a pagare in base alla legge, la società non cessione del com all’attore le forniture precedenti alla registrati. non e aziendale plesso
quanto gli è dovuto.
La tesi dell’attore per i debiti nei La società convenuta è responsabile trasferimento del confronti del fornitore anteriori al non risultano dalle l’azienda in quanto, anche se era stata informata scritture contabili, la società ne dell’acquisto prima via mail dallo stesso fornitore dell’azienda. La tesi della convenuta in solido L’acquirente di un’azienda è responsabile
2
I segni distintivi dell’impresa
titolare del ristorante «Non solo elicibo» pretende che un nuovo concorrente «Cibo e mini il termine “cibo” dalla sua insegna altro» nella medesima città. tore sia fonRitieni che la pretesa dell’imprendi data dal punto di vista giuridico?
ilcaso • Il
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Alla didattica CLIL sono dedicate due rubriche in inglese: Il diritto in pratica, un vademecum su come affrontare situazioni giuridiche frequenti e Il diritto degli altri, una rubrica di diritto comparato. Alla fine di ogni rubrica vengono proposti allo studente un’attività di comprensione del testo e un esercizio di traduzione dei termini inglesi.
CLIL
Thelawinpractice
The choice of types of business organization
CLIL
Someoneelserightissues
m
Antitrust legislation in the United States
1
of them. a market share for each , profit margin and word have already adopted was achieved by the milMany countries in the But the first real cartel Laws most powan antitrust legislation. ler, member of one of the or are about to adopt, firms ex- lionaire Rockfel between ition States. compet the United for the protection of for erful families of ng to the Organisation ler devised and put in ist in all countries belongi In 1876, John D. Rockfel . used and Development (OECD) nt system between firms, Economic Co-operation in practice an agreeme axon trust system, t law and its counterpart years later in the Anglo-s The Canadian antitrus ons to prohibit again legislati received all the rights first the trustee a been to which the Usa have ly orient- according from each firm monopo es and nts executiv and agreeme anti competitive related to the firms, parboards of all the firms ed behaviors. could sit and vote in the nt. ticipating in the agreeme of all the firms comIn this way, representatives The birth of antitrust sit in each board of would market given a legislation in the Usa States has peting ins, achieving a system of cross control over director of the United d. The antitrust legislation of all the firms involve be adopted, in the second the activity successful, and so it spread been one of the first to Soon, this strategy was century. transports, sugar, half of the nineteenth price to other markets, such as oil, railway the firms, after fighting a materials, allowing for In facts, the main Us raw more to many trying and grain that century, began ic power. war in the first half of that creation of monopolies with huge econom d ves to reach a strategy d greatly the firms involve agree between themsel enriche times. system le This profitab of the peaceful and time, the middle class would allow for more same the railat by but, it in reached nts was above all The first of such agreeme grew progressively poorer, the pooling system, ac- United Stated products at very ways firms, that devised traders, that sold their would and that farmers subject a chose cording to which they a pool of firms by defining guarantee the whole
Decision-making autonomy, that is the possibility to make autonomous decisions, increases progressively from the individual enterprise to companies and from companies to partnerships. In an individual enterprise, the business owner can make all management decisions in total autonomy. In a company, unless there is a sole director, decision-making is managed by the administration system chosen by the members: the separate system promotes the autonomy of the individual partners but does not always allow control over the management, whereas the joint system guarantees greater control over management but reduces the autonomy of the single partners. Generally speaking, in a partnership, the administration is not connected to an individual partner’s position and is devolved to one single administrator (the sole director) or
strong protests that became This situation caused the electoral campaign for an important issue in the s. 1888 presidential election
management board), whereas the control over the administration is entrusted to the partners themselves or to the controlling body, when there is one.
From the point of view of the estate autonomy, what differences are there between the various types of business organization? In the individual enterprise, the owner of the business is liable with his own personal property for all debts deriving from the business and its activities. In a company, partners are usually liable for all company debts, unlimitedly and jointly with their
sale; ition and misleading compet • engage in unfair
practices. itive behaviors can Accusations of anti compet ent itself (through either be made by the Governm sion or the Department ln is still today acknow the Federal Trade Commis Ohio senator John Sherma suffered damages who on supporter of a legislati of Justice), or by privates edged as the first and best ers), who may ask to of monopoly. (competing firms or consum against trusts and all forms equal to three time the this kind of powers is be compensated with a sum He maintained that fighting ). It’s the duty of damage deof (treble matter but also a damage suffered not just an economic matter, to pass judgment. name) ordinary courts of law d a law (that took his mocracy, so he propose d with heavy economic cies Such violations are punishe s, associations and conspira for firms) and, in that banned all contract dollars d million punishe ten and to hinder trade, sanctions (up between firms that could on up to three years. lies with monetary and the worst cases, with convicti attempts to create monopo the dissolution of the firm. criminal sanctions, up to : majority largest the with Enforcement The law was approved ns of competition legjust one vote against. Judges can consider violatio es: n Act were: g to two possible principl The purposes behind Sherma mo- islation accordin an anti competitive bereduce the presence of per se rule, applied when • eliminate or at least • rs; behavio that it’s not possiitive serious nopolies and of anti compet havior is considered so it’s not cases such in way; ble to justify it in any • protect small firms; of any investigation concern l system from the power necessary to conduct • protect the politica that are able to limit the damage to the market large private groups, ing the existence of actual the firm opposing the and r ly behavio effective se, such of freedom of enterpri or the motivations so important nities” opportu case; any principle of “equal is sentenced in actions according to which ecoapplied when the firm’s in American culture, al • rule of reason, competition in some be based upon individu nomic success should may contribute to reduce red to prevail on the market. r must be first conside merits and a fair chance way, but such behavio claimant must prove the case, this In by the judge. antitrust laws, while the such a violation of the Other sources of law followed by an economic justificaprove to try may was nt defenda d in 1880, Sherman Act, approve judges will then conduct which 1914 Clayton Act tion for his actions. The its more legislation, among behavior in question, curban investigation on the t rules to competition im(that extended antitrus on competition and its sion reasons, its relevance Federal Trade Commis r ing mergers) and 1914 and will then decide whethe sion, an ers, Commis consum on Trade pact Act (that created the Federal g anpertaining sanctions. the enforcin of apply to duty not the or independent agency with titrust rules). cases, and represent the These laws covered more t e for the American antitrus body of law of referenc system. the core of the origiLater actions didn’t change of n Act is still the basis nal legislation, and Sherma on. American antitrust regulati mentioned laws, in the According to the various n to: United States it is forbidde ints that can impede compet • establish agreeme tion between firms; • create monopolies; cusprevent that nts e agreeme • establish exclusiv other firms; tomers from contacting g at significantly reducin create mergers aimed
102
8
u
1
Comprehension 1. What are the elements that allow to choose the most appropriate type of business organization? 2. What kind of financial liability is characteristic of a partnership? 3. Why is it easier for a company to get financial backing?
Comprehension to the birth of antitrust 1. Which motivations brought legislation in the Usa? Act about? 2. What is the Sherman by American judges applied s principle 3. What are the disputes? in competition related
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Financial liability Management Partnership Management costs
4
Vocabulary ion of the English terms Complete the translat proposed Competition Agreement Monopoly Merger
........................................ ........................................ ........................................ ........................................
33
u
Banned behaviors
competition;
Generally speaking, the management costs for individual enterprises and for companies (which do not require minimum initial investments and whose constitutional deed does not require the intervention of a notary) are lower than those necessary for founding a partnership, which does require a minimum initial capital, whose constitutional deed must be in the form of a public deed, and also requires the appointment of a controlling body and the deposit of the company’s financial statement every year.
of based upon the price • cause discriminations
Sherman Act
•
Are the effective costs for founding and managing individual enterprises and collective enterprises the same?
L’imprenditore
1
In abstract, there is not a single type of business organization (individual, company or partnership) which is more appropriate from a legal and economic point of view: the choice must be made on a case-to-case basis, according to certain elements (decision-making autonomy, estate liability, financial powers, management and tax costs etc.) that can contribute to the assessment of the functionality offered by the different types of business organization in relation to the characteristics of the range of business activities. The choice of the legal form is extremely important since, if not chosen carefully or correctly, it may give rise to the adoption of a legal framework inadequate for the requirements of the business, and may even result in being anti-economic, in that it may result in an oversized or undersized organization of the business which may, in turn, create
From the point of view of decisionmaking autonomy, what differences are there between the various types of business organization?
concorrenza Le imprese e la
m
From a legal and economic point of view, which type of business organization is more appropriate?
. ....................................... . ....................................... . ....................................... . .......................................
103
Ripassafacile è la rubrica di didattica inclusiva presente alla fine di ogni unità: è una sintesi grafica e testuale che riprende i concetti appresi facilitando il ripasso. Ripassafacile
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Concetti chiave
Simulazione della verifica orale
Facendo tap/clic sull’icona Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
English summary
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
definizione definizione attività
Imprenditore agricolo attività
m
u
1 L’imprenditore
L’imprenditore Impresa familiare
definizione
Piccolo imprenditore
natura
diritti dei familiari
caratteristiche
definizione
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35
Ulteriori strumenti appositamente studiati per facilitare la comprensione e il ripasso dello studente sono: Simulazione della verifica orale
Concetti chiave
le flashcard con i concetti chiave
un’audio simulazione della verifica orale
English summary
l’English summary Ripassafacile
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Concetti chiave
Simulazione della verifica orale
English summary
Guida all’uso del corso
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si apre una pagina predisposta per la lettura facilitata. Cliccando poi sull’icona in alto a destra, oppure toccando/ cliccando due volte la pagina, lo studente può passare alla versione accessibile del testo. Queste pagine possono essere visualizzate in modo personalizzato, consentendo una lettura fluida e facilitata.
caratteri
concorrenza sleale
consorzio
Consorzio e Geie
Geie
m
Concorrenza
u
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Le imprese e la concorrenza
Limitazioni della concorrenza
Legislazione antimonopolistica
e privatizzazioni
contenuto convenzionali
legali caratteri dell’impresa pubblica
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privatizzazione di un’impresa pubblica
Le imprese e la concorrenza
Caratteristiche dell’imprenditore
105
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La didattica per casi trova applicazione anche nell’apparato esercitativo, volto a favorire il continuo coinvolgimento dello studente. La verifica formativa di ogni unità si chiude con la presentazione di un altro caso da risolvere. On line si trova un’altra verifica in autovalutazione.
Vuoi testare la tua preparazione? Fai il test in autovalutazione
1. Risposte multiple
7.
a non possono essere tenute con modalità informatiche
8.
b sono obbligatorie per tutti gli imprenditori c sono obbligatorie soltanto per gli imprenditori commerciali non piccoli
3.
4.
7.
62
Un agente di commercio:
V
......................................................................................................
F
......................................................................................................
......................................................................................................
V
F
4. Vocabulary
La procura institoria è necessaria soltanto per ampliare o limitare i poteri dell’institore. V
Find the term or terms corresponding to the definition 1. Entrepreneur not engaged in an agricultural enterprise.
F
......................................................................................................
V
......................................................................................................
F
2.
Advertisement system allowed by the law for commercial enterprises.
3.
Documents containing information pertaining a firm’s finances and assets.
4.
A subordinate of the entrepreneur in direct contact with customers.
5.
A representative of the entrepreneur with the task of promoting business.
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
V
dell’imprenditore.
......................................................................................................
F
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
10. L’agente di commercio assume il rischio dell’attività che svolge per conto dell’imprenditore.
d agisce per conto dell’imprenditore ma in nome proprio e agisce per conto e in nome dell’imprenditore
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
......................................................................................................
10. Un mediatore:
......................................................................................................
a ha diritto in ogni caso a una provvigione per l’attività svolta
a riguarda tutti gli imprenditori che svolgono un’attività commerciale
b ha diritto a una provvigione soltanto per gli affari conclusi per effetto del suo intervento
b può essere disposta soltanto su richiesta del soggetto interessato
c può essere anche un dipendente dell’imprenditore
c di solito ha un’efficacia costitutiva d è una condizione essenziale per essere considerato un imprenditore
d può garantire il cosiddetto star del credere e è responsabile in caso di inadempimento del contratto che è stato concluso
u
2
...................................................................................................... ......................................................................................................
ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande Un imprenditore commerciale muore lasciando una somma di denaro alla moglie e l’azienda all’unico figlio, che ha appena compiuto quindici anni e che ha già iniziato a lavorare nell’impresa. Il figlio decide di continuare l’attività del padre e, a tale fine, presenta una richiesta all’ufficio del registro delle imprese presso cui è iscritta l’impresa, per ottenere la modificazione della titolarità dell’impresa.
2. Vero o falso Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta L’attività di intermediazione dei servizi è sempre un’attività commerciale.
Collaboratore incaricato di concludere per conto dell’imprenditore un contratto di trasporto e le operazioni accessorie.
La contabilità può essere tenuta anche, alle condizioni previste dalla legge, con modalità informatiche.
essere iscritte nel registro delle imprese.
c non può avere un obbligo di esclusiva verso un imprenditore
1.
5.
L’obbligo di tenuta della contabilità ha un contenuto uguale per tutti gli imprenditori commerciali.
......................................................................................................
L’iscrizione nel registro generale delle imprese:
c è opponibile ai terzi soltanto se è stata iscritta nel registro generale delle imprese
Dirigente preposto all’esercizio dell’impresa, di una sede secondaria o di un ramo particolare.
......................................................................................................
......................................................................................................
a è la persona che mette in relazione le parti per la conclusione di un affare
a è sempre opponibile ai terzi b è opponibile ai terzi soltanto dimostrando che ne erano effettivamente a conoscenza
4.
......................................................................................................
......................................................................................................
b non può avere un diritto di esclusiva verso un imprenditore
La revoca della procura al rappresentante di un imprenditore commerciale:
Scrittura contabile nella quale devono essere riportate in ordine cronologico le operazioni dell’impresa.
F
......................................................................................................
e può essere ordinata d’ufficio 6.
Ente pubblico incaricato della tenuta del registro delle imprese.
3.
V
......................................................................................................
d deve essere compilato in ordine cronologico e è obbligatorio anche per i piccoli imprenditori
d non è soggetta a obblighi particolari e deve essere inviata con modalità informatiche
Una società commerciale che svolge un’attività agricola deve iscriversi in una sezione speciale.
......................................................................................................
6.
La corrispondenza di un imprenditore commerciale:
c deve essere conservata fino al termine dell’impresa
5.
5.
A differenza dell’institore, il procuratore di un imprenditore commerciale:
e ha un potere di rappresentanza limitato soltanto a determinati atti
a deve essere conservata per dieci anni b deve essere inviata attraverso un sistema di posta certificata
Insieme di diritti e di obblighi che si applicano a un imprenditore commerciale.
2.
F
......................................................................................................
d non ha la rappresentanza processuale dell’imprenditore
9.
1. V
......................................................................................................
c può ipotecare beni immobili anche senza una apposita procura
a è obbligatorio soltanto per le imprese di produzione e scambio di beni b deve essere compilato alla fine di ogni giorno c non è soggetto a formalità particolari
4.
a può alienare beni immobili anche senza una apposita procura
Il libro giornale:
Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione
......................................................................................................
Il registro delle imprese è tenuto dalla cancelleria commerciale del Tribunale.
......................................................................................................
b può compiere soltanto atti di ordinaria amministrazione
d devono essere vidimate e bollate annualmente e non possono mai essere mezzi di prova a favore dell’imprenditore
m
1
L’institore di un imprenditore commerciale:
e ha un potere di rappresentanza generale dell’imprenditore
Le scritture contabili:
F
......................................................................................................
c è un collaboratore autonomo dell’imprenditore d di regola non può acquistare beni immobili per conto dell’imprenditore
e è soggetto in ogni caso al fallimento in caso di insolvenza
V
......................................................................................................
3.
a deve essere munito di un’apposita procura b non può essere un dipendente dell’imprenditore
c non può svolgere anche un’attività agricola d deve svolgere un’attività destinata al mercato
2.
3. Lessico consultabile da qualunque interessato.
e è opponibile ai terzi se è stata iscritta nel registro delle imprese o in mancanza se si dimostra che i terzi ne erano a conoscenza
Un imprenditore commerciale: a non può essere un piccolo imprenditore b è sempre soggetto all’iscrizione nel registro generale delle imprese
Verificaformativa
d è opponibile ai terzi soltanto se è stata iscritta in una sezione speciale del registro delle imprese
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
Vuoi testare la tua preparazione? Fai il test in autovalutazione
L’imprenditore commerciale
Verificaformativa
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
1.
Un minorenne è un soggetto legalmente capace di agire?
2.
A quali condizioni un incapace può esercitare un’impresa commerciale?
3.
L’ufficio del registro delle imprese accoglierà la richiesta del minorenne?
63
Alla fine di ogni modulo la verifica sommativa invita lo studente a mettere in pratica ciò che ha imparato: la presentazione di un caso complesso da risolvere lo accompagna nel passaggio dalle conoscenze alle competenze.
Verificasommativa 1. Domande a risposta singola
3. Problemi a soluzione rapida
Rispondi alle domande proposte in un massimo di tre-cinque righe
Dopo avere esaminato la situazione, rispondi alle domande proposte in un massimo di cinque righe
Quando si verifica una malattia professionale o un infortunio sul lavoro?
3.
Come vengono classificati tradizionalmente i lavoratori dipendenti di un’impresa?
4.
In quali casi il licenziamento di un lavoratore è, rispettivamente, inefficace o illegittimo?
5.
Che cosa si intende per “dati personali” nell’ambito della disciplina della privacy?
1.
...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
2.
2. Trattazione sintetica di argomenti
4
2.
Spiega i limiti previsti dalla legge per l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.
3.
Illustra lo schema del contratto di somministrazione di lavoro.
4.
Descrivi gli obblighi principali a carico del datore di lavoro a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
5.
Indica i diritti riconosciuti al soggetto interessato nel caso di raccolta o trattamento di dati che lo riguardano.
L’impresa e il lavoro
m
Tratta l’argomento proposto in un massimo di dodiciquindici righe, motivando le tue affermazioni 1.
Un impiegato, che è stato assunto da un’impresa di spedizioni come responsabile dell’ufficio amministrativo, dopo alcuni mesi, per problemi organizzativi, viene addetto all’incarico di magazziniere. L’impiegato può opporsi legittimamente al cambiamento di mansioni?
Esponi i princìpi costituzionali in materia di diritto del lavoro.
Un operaio, che ha aggredito un caporeparto al termine di una discussione ed è stato immediatamente licenziato dal datore di lavoro, impugna il licenziamento sostenendo che il datore di lavoro avrebbe dovuto dargli un preavviso. L’opposizione dell’operaio è fondata dal punto di vista giuridico? ...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
3.
...................................................................................................... ......................................................................................................
Durante un incendio, che sta distruggendo un capannone industriale, il caporeparto ordina ad alcuni operai di entrare nel capannone per recuperare alcuni materiali particolarmente costosi. Gli operai sono obbligati a eseguire l’ordine? ...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
Un ingegnere, che è stato appena assunto da un’industria automobilistica, viene a sapere che il responsabile del personale ha ottenuto delle informazioni, senza informarlo al riguardo, dal suo precedente datore di lavoro. Quali diritti sono riconosciuti dalla legge all’ingegnere? ...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
480
Volontari, stage e contratti a tempo determinato, italiane. Paese che vai, organizzazione e trattamendai 30 giorni ai 6 mesi. Ragazzi italiani selezionati to dei lavoratori che trovi. da agenzie interinali e coetanei da ogni parte del Un capitolo a parte va dedicato alla controversia tra mondo, arrivati a Milano con accordi siglati nei i sindacati e Manpower Solutions. La partecipata di Paesi di provenienza. Tra le eleganti vele bianche del decumano e le colorate installazioni di Expo 2015 vanno in scena tutte le formule possibili e immaginabili di gestione del lavoro, con variazioni di salario tra un padiglione e l’altro che arrivano fino al 30%. La Babele nella Babele è quella dei lavoratori stranieri, con centinaia di ingaggi e regole diverse, che aggirano qualunque controllo sindacale. Ognuno ha fatto come meglio credeva. Ci sono padiglioni che hanno preferito dotarsi di personale locale, altri si sono affidati alle agenzie interinali
Verificasommativa verificadellecompetenze
Il commesso di un negozio di abbigliamento viene assunto con un contratto a termine della durata di due anni che, alla scadenza, viene prorogato per altri due anni. Quale effetto giuridico produce la proroga sul contratto di lavoro a termine? ......................................................................................................
4.
Expo 2015, i contratti per lavorare: volontari, stage, tempo determinato...
competenze L’ingaggio di Sebastian, padiglione Argentina, dura un mese. «Ma ci hanno assicurato il rinnovo fino alla fine di Expo». Maple è stata inviata a Milano dalla sua impresa cinese e a luglio sarà sostituita da una collega. Jules è uno stagista, niente paga, solo rimborso spese e il primo agosto volo di ritorno in Olanda. Il decumano meglio di un saggio sul precariato: nella distesa di stand e installazioni dell’Esposizione Universale si fa fatica a trovare un lavoratore che abbia il contratto uguale a un altro. Lucrezia e Riccardo sorridono e invitano a entrare. Lei da Milano, lui da Varese vantano l’assunzione dalla durata più originale: un mese e mezzo. «Ma abbiamo i buoni pasto». In Giappone, per dire, il ticket è privilegio dei dipendenti del ristorante.
Analizzare il valore, i limiti e i rischi delle varie soluzioni tecniche per la vita sociale e culturale con particolare Orientarsi nel mercato dei prodotti assicurativo-finanziari, anche per collaborare nella ricerca di soluzioni economicamente vantaggiose
Comprensione del testo A. Leggi il testo dell’articolo di cronaca e rispondi alle seguenti domande Qual è l’ente pubblico protagonista del caso presentato? 2. Qual è il suo ruolo nella vicenda raccontata? 3. A cosa si riferiscono i risarcimenti richiesti dai cittadini? 4. Quante richieste sono arrivate nel 2014, e per quale ammontare? 5. Che cosa fa il Comune per far fronte a questa situazione? 1.
m
In che senso il mercato del lavoro dal punto di vista economico è un monopolio bilaterale?
2.
1 L’impresa e l’azienda
1.
Verificasommativa Dalleconoscenze allecompetenze
Conoscenze L’assicurazione per responsabilità civile
3. 4. 5. 6.
alle seguenti domande In che cosa consiste un contratto di assicurazione? Quali sono i soggetti di un contratto di assicurazione? Quanti tipi di assicurazioni esistono? Quale funzione svolge l’assicurazion e contro i danni? Quali obblighi ha l’assicurato? In che cosa consiste l’assicurazione per responsabilità civile?
Abilità Reperire autonomamente le norme
nel sistema
Ricercare le norme relative a una categoria di argomenti e individuare le parti che Applicare le disposizioni normative
a situazioni
Analizzare, interpretare e utilizzare
schemi
Riconoscere le caratteristiche giuridiche dei principali prodotti dei mercati finanziari
336
10
D. Fai una ricerca e rispondi alle seguenti domande 1. Che tipo di assicurazione è quella indicata nell’articolo di cronaca raccontato? Che ruolo svolge la compagnia di assicurazione in questo contratto? 3. Che tipo di danno può essere rimborsato ai cittadini? 4. Secondo quanto previsto dal codice civile l’assicuratore è tenuto a rimborsare direttamente i cittadini danneggiati? 5. Quale obbligo potrebbe venire contestato al Comune da parte della compagnia di assicurazione? 2.
B. 1. 2.
C. Fai una ricerca e rispondi alle seguenti domande 1. Quale parte del codice civile (Libro, titolo, capo) si occupa del contratto di assicurazione ? Quali sono gli articoli di riferimento? Quale sezione si occupa dell’assicuraz ione contro i danni? 4. Quale articolo si occupa della assicurazione per responsabilità civile? Che cosa prevede la norma? Trovala e trascrivine il contenuto. 2. 3.
E. Esprimi un’opinione Nella città in cui vivi esistono situazioni simili a quella descritta nell’articolo? Hai notizie di incidenti o danni ai cittadini per la situazione delle strade? Relaziona brevemente in merito alla questione posta. F. Redigi un testo Immagina che un tuo conoscente abbia subìto un danno dovuto alla situazione delle strade dissestate della tua città. Scrivi per suo conto una richiesta di danni al Comune in cui indichi: le generalità di chi richiede il risarcimento; una narrazione dell’accaduto; come è avvenuto il sinistro; l’entità dei danni subiti alle cose allegando i preventivi per le riparazioni; se sono intervenute autorità di pubblica sicurezza, i relativi verbali; i nominativi dei testimoni.
Fatti un’idea con l’aiuto di stralci di giornale, grafici e tabelle presenta un argomento di attualità e invita lo studente ad approfondirlo scaricando i contenuti del dossier on line. I contratti atipici: il contratto di sponsorizzazione
I numeri dello sport in Italia
I contratti atipici sono contratti non disciplinati in modo specifico dall’ordinamento giuridico, ma creati dalle parti in base alle loro particolari esigenze di negoziazione. Anche se non previsti né disciplinati dalla legge, essi sono ammessi purché leciti e diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela.
Atleti tesserati
5.000.000 4.000.000
4.500.327 3.481.090
3.415.305
1993
2003
3.000.000 2.000.000
Fifa, Sony dice addio alla sponsorizzazione degli eventi ta presentata
re l’offer incaricata di valuta
città di Bari.
Colosseo, il Codacons: dal Tribunale dubbi su
(e cioè per il reperimento di fondi
False fatture per sponsorizzare il ciclismo: recuperati oltre 700.000 euro La Guardia di Finanza di Pistoia ha concluso quattro verifiche fiscali nei confronti di altrettante associazioni sportive dilettantistiche «dedite all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, recuperando a tassazione oltre
La prima stazione del metrò sponsorizzata: festa con giocatori di Inter e Milan Metrò M5 San Siro Stadio: sponsor Mediaset Premium con giocatori di Inter e Milan. Milano ha la prima stazione del metrò sponsorizzata: Mediaset Premium ha “scelto” San Siro Stadio, che dal 29 aprile 2015 è il nuovo capolinea della M5, con il pagamento di 600mila euro in due anni...
Per i contratti atipici la norma di riferimento è l’articolo 1322 del codice civile che, nel disciplinare l’autonomia contrattuale delle parti, stabilisce al secondo comma che queste «possono anche concludere contratti che non appartengano ai tipi aventi una disciplina particolare, purché siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico». Costituiscono forme di contratti atipici il contratto di leasing, il contratto di franchising, il contratto di sponsorizzazione, il contratto di ristorazione, di catering e molti altri. Uno dei contratti molto diffusi nella realtà commerciale è il contratto di sponsorizzazione, attraverso cui un’impresa si impegna a finanziare un’attività sportiva, uno spettacolo, una manifestazione artistica o culturale a scopi pubblicitari, al fine di ottenere visibilità per la propria azienda e i propri prodotti. Si possono sponsorizzare eventi di vario tipo, e da qualche anno il Codice dei beni culturali (decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) ha previsto anche la possibilità di realizzare anche forme di sponsorizzazione per il restauro dei beni culturali. La casa di moda Fendi, per esempio, ha stanziato due milioni e mezzo di euro per il restauro della Fontana di Trevi; Diego Della Valle, proprietario della Tod’s, uno dei più noti brand di calzature a livello mondiale, ha deciso di investire oltre 25 milioni di euro per il recupero del Colosseo; il gioielliere Bulgari ha stanziato un milione e mezzo di euro per la scalinata di Piazza di Spagna, e tanti altri ancora.
332
2013
1993
62.549
64.829
2003
2013 Fonte: CONI
il la realizzazione e
decidendo in merito a un esposto presentato dall’associazione dei consumatori, pur archiviando il procedimento penale perché
0
Società sportive
66.877
Tra i contratti di sponsorizzazione quello che ancora oggi risulta il più diffuso è il contratto di sponsorizzazione sportiva.
La rilevanza dello sport, dal punto di vista sia sociale sia economico, è sotto gli occhi di tutti ed è confermata dall’analisi di alcuni dati statistici, che evidenziano sia la diffusione della pratica sportiva, sia la rilevanza economica del settore, considerato che l’industria sportiva può essere considerata la quinta del nostro Paese per giro di affari. Secondo un’indagine realizzata dal CONI, nel 2014 in Italia i praticanti sportivi sono stati stimati in quasi 18 milioni, gli atleti tesserati Coni in oltre 4.500.000, le società sportive affiliate al CONI sono oltre 64mila, e in tutto il mondo le trasmissioni televisive più seguite sono quelle sportive.
L’evento sportivo più sponsorizzato nel 2015 Club
Sponsor Maglia
Competizione
M. United
Chevrolet (GM)
Premier League
Arsenal
Emirates
Premier League
Milioni di euro 63,6 32,4
Barcelona
Qatar Airways
Liga
32,0
Bayern Munich
Deutsche Telekom
Bundesliga
30,0
Real Madrid
Emirates
Liga
Samsung
Premier League
25,0
Emirates
Ligue 1
25,0
Standard Chartered
Premier League
3
27,0
Chelsea PSG Liverpool
m
alle Culture per
1.000.000
Sony dice addio a Fifa e Mondiali di calcio: il gruppo, secondo i media giapponesi, ha deciso di non rinnovare il contratto di sponsorizzazione e di
80.000 70.000 60.000 50.000 40.000 30.000 20.000 10.000 0
25,0
M. City
Etihad Airways
Premier League
25,0
Milan
Emirates
Serie A
21,0
Tottenham
AIA
Premier League
20,0
Questa attenzione per lo sport ha generato Wolfsburg Volkswagen Bundesliga 20,0 un crescente interesse da parte del monSchalke ’04 Gazprom Bundesliga 17,5 do imprenditoriale, che ha investito molto B. Dortmund Evonik Bundesliga 17,0 in questo settore, contribuendo anche alla Juventus Jeep Serie A 17,0 sua ulteriore crescita. I grandi eventi, quali le Olimpiadi o i CamFonte: www.tifosobilanciato.it pionati Mondiali, soprattutto quelli di calcio e football americano, rappresentano ormai delle mentre la squadra che ha ottenuto maggiori finanziagrandi iniziative economiche con giri di affari estrema- menti è stata l’inglese Manchester United, che ha racmente elevati, sia per il numero degli spettatori negli colto circa 64 milioni di euro. stadi o davanti agli apparecchi televisivi, ma anche per il turismo che ne deriva, e per tutte le attività indotte Dossier da tali eventi. Sono soprattutto i produttori di attrezzature e abbiTrova la risposta alle tue domande gliamento sportivo coloro che investono in maniera 1. Perché esistono i contratti atipici? (I contratti atipici e massiccia nella promozione del proprio marchio e nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni tecniche che l’autonomia privata) possano portare i loro prodotti all’avanguardia nel suc- 2. La sponsorizzazione costituisce una forma di comunicesso internazionale, raggiungendo, negli ultimi anni, cazione? (Il contratto atipico di sponsorizzazione) 3. Qual è il contenuto di un contratto di sponsorizzaziocifre da capogiro. ne sportiva? (fac simile contratto di sponsorizzazione) Secondo un’indagine realizzata nel 2015 dal sito www. 4. La sponsorizzazione di eventi culturali è molto diffusa tifosobilanciato.it l’evento sportivo che ha attratto maggiormente gli sponsor è stata la Premier League,
L’impresa e i contratti
Fatti un’idea
333
Cliccando direttamente i testi sottolineati nella pagina si accede ai contenuti del dossier.
Trova la risposta alle tue domande 1. Come sono organizzati i gruppi societari? (I gruppi di società e le holding) 2. Come è organizzata una holding? (Il profilo di una holding privata: Edizione s.r.l.) 3. Come nasce una holding? (Storia di una holding di famiglia: Exor s.p.a.) 4. Quali norme regolano l’organizzazione dei gruppi societari? (La holding nel diritto societario e nel sistema degli enti locali)
Avvertenze e abbreviazioni
Per una migliore lettura, accenniamo brevemente ad alcuni accorgimenti usati nella preparazione del testo, nonché alle abbreviazioni delle voci più ricorrenti utilizzate. È stato sempre omesso il riferimento al codice civile, pertanto ogniqualvolta non sia citata la fonte di un articolo, esso si intende del codice civile. Quando vengono citate più fonti relative a una norma è stato utilizzato il “punto e virgola” per differenziare una fonte da un’altra. Il trattino posto fra due articoli indica che si fa riferimento a tutti quelli contenuti fra di essi; la virgola, al contrario, indica che si intendono solo quelli citati. I commi sono indicati con il relativo numero a esponente dell’articolo. art./artt. c.c. Cost. c.p. c.p.c. c.p.p. disp. att. e trans. disp. prel.
= articolo/articoli = codice civile = Costituzione della Repubblica italiana = codice penale = codice di procedura civile = codice di procedura penale = disposizioni per l’attuazione del codice civile e disposizioni transitorie = disposizioni sulla legge in generale (preliminari al codice civile)
Guida all’uso del corso
Dossier
= decreto legge = decreto legislativo = decreto del Presidente della Repubblica l. = legge l. cost. = legge costituzionale r.d. = regio decreto s./ss. = seguente/seguenti t.u. = testo unico
d.l. d.lg. d.p.r.
11
I materiali digitali Le integrazioni digitali del libro (ExtraKit) e la sua versione digitale (OpenBooK) offrono numerosi materiali aggiuntivi che sono richiamati nel testo con apposite icone: dossier di attualità, letture, documenti; percorso breve ad alta accessibilità in modalità semplificata, con carattere EasyReading e lettura automatica; simulazione della verifica orale, in formato audio; la sintesi audio in inglese (English summary); i concetti chiave (flashcard), per facilitare il ripasso; verifiche in autovalutazione; dizionario italiano/inglese dei principali termini utilizzati.
Il libro digitale Il libro di testo è integrato da una ricca offerta digitale che si compone di due strumenti: l’ExtraKit e l’OpenBook. L’ExtraKit è l’insieme dei contenuti interattivi che approfondiscono e integrano la trattazione del volume cartaceo, testi di approfondimento accompagnano la trattazione per offrire un approccio completo alla materia. Un ricco corredo di verifiche in autovalutazione offre la possibilità di verificare la progressiva acquisizione di conoscenze e abilità. L’OpenBook è invece la versione digitale del libro, fruibile su pc e su tablet. Ai contenuti offerti dal volume cartaceo e dall’ExtraKit, tutti presenti nell’OpenBook, quest’ultimo aggiunge alcuni strumenti pensati per favorire l’inclusione. In particolare, la rubrica Ripassafacile alla fine delle unità è disponibile in una versione ad alta accessibilità, nella quale è possibile modificare il formato del testo, la dimensione dei caratteri e la loro interlinea, per rendere la lettura più agevole. Ciascuno dei materiali che compone l’offerta digitale allegata al corso è identificato da un’icona che aiuta a riconoscerne la tipologia.
COME SI ATTIVA Collegati al sito www.rcseducation.it, registrati o effettua il login
12
Accedi alla tua area personale MyStudio, attiva OpenBook inserendo il codice PIN
OpenBook apparirà automaticamente nella tua libreria
Hai bisogno di aiuto? Accedi alle guide online per le istruzioni passo passo
Indice Materiali digitali
Modulo 1 L’impresa e l’azienda Unità 1 L’imprenditore
20
1 L’imprenditore in generale
21
2 Il piccolo imprenditore
24
3 L’imprenditore agricolo
26
4 L’impresa familiare
29 31
Il documento • Atto costitutivo di impresa familiare CLIL
The law in practice The choice of types of business organization
32
Ripassa facile
34
Verifica formativa
36
Unità 2 L’imprenditore commerciale
38
1 L’imprenditore commerciale e il suo “statuto”
39
2 La pubblicità legale
41
3 La contabilità
43
4 I collaboratori dell’imprenditore commerciale
47 48 52
Il documento • Procura institoria Il documento • Contratto di commissione CLIL
58
Ripassa facile
60
Verifica formativa
62
Unità 3 L’azienda
64
1 L’azienda e il suo trasferimento
65 68
Il documento • Atto di cessione di azienda
2 I segni distintivi dell’impresa
70
3 La ditta e l’insegna
73
4 Il marchio
75
CLIL
La funzione giuridica delle scritture contabili • La documentazione informatica • Contratto di agenzia
Document Exclusive territory of sales agency
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
Indice
Il diritto commerciale • L’evoluzione storica della figura dell’imprenditore • La definizione dell’imprenditore • La disciplina fiscale dell’impresa familiare
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
L’azienda e l’esercizio dell’impresa • Domanda per la registrazione di un marchio • Il marchio collettivo e le denominazioni geografiche
Someone else right issues Trademarks in China
79
13
Materiali digitali
Ripassa facile
80
Verifica formativa
82
Unità 4 Le imprese e la concorrenza
84
1 La concorrenza sleale
85
2 Le limitazioni della concorrenza
87 89
Il documento • Patto di limitazione della concorrenza
3 La legislazione antimonopolistica
91
4 I consorzi e il Gruppo europeo di interesse economico
94
5 Le imprese pubbliche e le privatizzazioni
99
CLIL
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
La pubblicità ingannevole e comparativa • Contratto costitutivo di consorzio • Le privatizzazioni e il mercato • L’impresa sociale
Someone else right issues Antitrust legislation in the United States
Ripassa facile
102 104
Verifica formativa
106
Fatti un’idea La tutela della proprietà intellettuale
108
Verifica sommativa
110
Dalle conoscenze alle competenze
111
Verifica delle competenze
112
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
Dossier
Modulo 2 Le società Unità 1 La società e le società di persone
114
1 La società in generale
115
2 La società semplice
121
3 La società in nome collettivo
136
4 La società in accomandita semplice
146
CLIL
Someone else right issues Professional companies in European countries
14
Brevi osservazioni in tema di impresa e società • Contratto di associazione in partecipazione • Dichiarazione di scioglimento di una società semplice • L’esclusione facoltativa del socio nelle società di persone • Richiesta di annullamento della deliberazione di esclusione da una società semplice • Funzione del capitale sociale nella società in nome collettivo • Richiesta di dichiarazione di esclusione di un socio • Le caratteristiche della società in accomandita semplice come tipo sociale • Revoca dell’amministratore di una società in accomandita semplice • L’origine storica e la funzione economica delle società di persone
152
Ripassa facile
154
Verifica formativa
156
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
Materiali digitali
Unità 2 La società per azioni
158
1 La società per azioni e il rapporto sociale
159
2 Gli organi della società per azioni
166
3 Le azioni e le obbligazioni
180
4 Le variazioni del capitale sociale e la sua tutela
188 190
Il documento • Ricorso per riduzione del capitale sociale
5 La contabilità e il bilancio CLIL
194
The law in practice Incorporation of a joint stock company
204
Ripassa facile
206
Verifica formativa
208
Unità 3 Le altre società di capitali e le società mutualistiche
210
1 La società in accomandita per azioni
211
2 La società a responsabilità limitata
213
3 Le società mutualistiche
220
CLIL
227
Ripassa facile
228
Verifica formativa
230
Unità 4 Le modificazioni delle società di capitali
232
1 Lo scioglimento e la liquidazione
233
2 La trasformazione
236 238
Il documento • Verbale di assemblea straordinaria
3 La fusione CLIL
Modello standard di atto costitutivo e statuto s.r.l. semplificata • Atto costitutivo di una s.r.l. unipersonale • La cooperazione e la globalizzazione • I controlli sulle società cooperative
Someone else right issues Company law in France
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
Indice
L’evoluzione storica della società per azioni • Atto costitutivo di una società per azioni • La disciplina dei patti parasociali • Dichiarazione di recesso di un socio • Le competenze degli organi sociali • La rappresentanza del voto e il voto di corrispondenza • Convocazione e verbale dell’assemblea • Domanda di annullamento di una delibera assembleare • La responsabilità civile e penale degli amministratori della s.p.a. • L’organo di controllo nelle società quotate • I controlli esterni sull’amministrazione • La riduzione del capitale sociale per perdite • La responsabilità sociale dell’impresa • Sintesi del bilancio sociale di una società
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
Lo scioglimento e la liquidazione delle società di capitali • Deliberazione di trasformazione • Atto di fusione per incorporazione
240
Someone else right issues Cross-border mergers of limited liability companies
243
Ripassa facile
244
Verifica formativa
246
Fatti un’idea Holding e gruppi di società
248
Verifica sommativa
250
Dalle conoscenze alle competenze
251
Verifica delle competenze
252
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
Dossier
15
Materiali digitali
Modulo 3 L’impresa e i contratti Unità 1 I contratti di fornitura di beni e servizi
254
1 I contratti commerciali
255
2 La somministrazione
255 257
Il documento • Contratto di somministrazione
3 L’appalto
Il documento • Contratto di appalto
263
5 Il deposito
266
6 Il factoring, il franchising e il leasing
269
The law in practice The protection of air travellers
273
Ripassa facile
274
Verifica formativa
276
Unità 2 I contratti bancari
278
1 La banca in generale
279
2 Il deposito bancario
280
3 L’apertura di credito e l’anticipazione bancaria
282
4 Lo sconto
285
5 Il conto corrente e il conto corrente bancario
287
6 Le operazioni accessorie
289
CLIL
Il riporto • Conto corrente bancario
292
Ripassa facile
294
Verifica formativa
296
Unità 3 Il contratto di assicurazione
298
1 L’impresa di assicurazione
299
2 Il contratto di assicurazione in generale
300
3 L’assicurazione contro i danni
303
4 Le assicurazioni sulla vita
306
CLIL
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
The law in practice Transparency of banking contractual conditions
The law in practice Insuring a motor vehicle
16
258 261
4 Il trasporto
CLIL
Contratto di franchising • I contratti informatici
310
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
La ripartizione del rischio e il contratto di riassicurazione • Contratto di assicurazione
Materiali digitali
Ripassa facile
312
Verifica formativa
314
Unità 4 I contratti di borsa
316
1 L’organizzazione e il funzionamento della borsa
317
2 Le operazioni di borsa
321
3 I fondi comuni e l’investimento in valori mobiliari
323
La trasparenza del mercato borsistico • I fondi immobiliari
The law in practice Distortive behaviour of the financial market
327
Ripassa facile
328
Verifica formativa
330
Fatti un’idea I contratti atipici: il contratto di sponsorizzazione
332
Verifica sommativa
334
Dalle conoscenze alle competenze
335
Verifica delle competenze
336
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
Dossier
Indice
CLIL
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
Modulo 4 L’impresa e il lavoro Unità 1 Il lavoro
338
1 Il mercato del lavoro
339
2 Il lavoro subordinato e il lavoro autonomo
343
3 Il diritto del lavoro
347
4 Lo sciopero
352
5 La legislazione sociale
358
CLIL
Someone else right issues The employment market in China
367
Ripassa facile
368
Verifica formativa
370
Unità 2 Il rapporto di lavoro
372
1 La costituzione del rapporto di lavoro
373 378
II sistema di collocamento • Contratto d’opera • L’evoluzione storica del diritto del lavoro • L’organizzazione e il ruolo dei sindacati • La riforma del sistema previdenziale • Altri strumenti a sostegno del reddito • Altre forme di ammortizzatori sociali
Il documento • Lettera di assunzione
2 Lo svolgimento del rapporto di lavoro
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
La certificazione del contratto di lavoro • Un esempio di CCNL • I licenziamenti collettivi
379
17
Materiali digitali
3 Il contratto di lavoro a termine
Il documento • Lettera di assunzione a tempo determinato
388 389
4 Il lavoro femminile e il lavoro minorile
392
5 I diritti e gli obblighi delle parti
397
6 La sospensione e la cessazione del rapporto di lavoro
404
414
Il documento • Contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato CLIL
The law in practice New rules for working hours in the health sector 420
Ripassa facile
422
Verifica formativa
424
Unità 3 I contratti speciali di lavoro
426
1 Il contratto di somministrazione di lavoro
427 430
Il documento • Contratto di somministrazione di lavoro
2 I contratti di lavoro a orario ridotto e flessibile
Il documento • Contratto di lavoro intermittente
3 Il contratto di apprendistato
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
433 438 442
Il documento • Contratto di apprendistato professionalizzante 444 CLIL
Someone else right issues The rules and regulations of temporary employment in France, Holland and the United Kingdom 448
Ripassa facile
450
Verifica formativa
452
Unità 4 L’impresa e la sicurezza
454
1 La sicurezza sul lavoro
455
2 Il trattamento e la protezione dei dati personali
465
CLIL
L’obbligo di tutela della privacy dei lavoratori • Le misure di sicurezza della privacy • Modulo per l’esercizio dei diritti • Modulo di informativa
The law in practice The protection of personal data
18
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
473
Ripassa facile
474
Verifica formativa
476
Fatti un’idea Il mercato del lavoro in Italia
478
Verifica sommativa
480
Dalle conoscenze alle competenze
481
Verifica delle competenze
482
Che cosa farò dopo la scuola superiore
483
Concetti chiave • Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità • Simulazione della verifica orale • English summary • Test in autovalutazione
Dossier
m
1
L’impresa e l’azienda
Il primo modulo del secondo volume ha come oggetto lo studio dell’impresa.
u1 L’imprenditore Nella prima unità, dopo avere definito il concetto giuridico dell’imprenditore, ci soffermeremo su alcuni tipi di impresa (l’impresa agricola, la piccola impresa e l’impresa cosiddetta
u2 L’imprenditore commerciale La seconda unità è dedicata all’imprenditore commerciale e alla disciplina che la legge prevede, a tutela dei creditori,
u3 L’azienda La terza unità riguarda l’azienda, cioè l’insieme dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio della sua attività: in particolare, dopo avere visto in quale modo e con quali effetti è possibile il trasferimento di un complesso aziendale, studieremo la disciplina giuridica dei segni distintivi di
u4 Le imprese e la concorrenza Nella quarta unità del modulo considereremo l’attività di un’impresa in relazione alla concorrenza con le altre imprese, sotto l’aspetto sia della repressione degli atti di concorrenza sleale sia della normativa nazionale e comunitaria diretta a tutelare la libertà della concorrenza.
competenze Individuare nei casi concreti i caratteri u1) Riconoscere l’esistenza di un’impresa familiare u1)
Comprendere la funzione delle norme in materia di contabilità e pubblicità delle imprese u2) Applicare a casi concreti le classificazioni u2) Distinguere gli effetti legali derivanti u3) Cogliere l’importanza e la funzione economica u3) Evidenziare il ruolo dell’iniziativa economica privata e della libertà della concorrenza u4) Esaminare i comportamenti di imprese concorrenti e valutare se costituiscano o meno atti di concorrenza sleale (u4)
u1
L’imprenditore
Prerequisiti Distinguere il diritto pubblico dal diritto privato e, nell’ambito del diritto privato,
Identificare i rapporti giuridici all’interno di una famiglia
Conoscenze
La natura e la disciplina dell’impresa familiare
Abilità
Individuare la disciplina dell’impresa familiare e i rapporti giuridici relativi
iave Parole cohrds Keyw
20
Italiano
Inglese
Diritto commerciale
Commercial law, mercantile law
Impresa
Enterprise
Imprenditore
Entrepeneur
Professionalità
Professionalism
Economicità
Efficiency
Organizzazione
Organization
Imprenditore agricolo
Agricultural entrepeneur, farmer
Piccolo imprenditore
Small entrepeneur
Imprenditore artigiano
Artisan, craftsman
Impresa familiare
Family enterprise
1
L’imprenditore in generale
ilcaso • Un artigiano sostiene di non essere un imprenditore perché la sua attività non è economica, in quanto dall’inizio dell’attività ha avuto solo perdite. A tuo parere, l’artigiano è da considerarsi un imprenditore?
Approfondimento L’evoluzione storica della figura dell’imprenditore
Imprenditore
Lettura La definizione dell’imprenditore
Professionalità
Chi è dal punto di vista giuridico l’imprenditore? Dal punto di vista giuridico l’impresa è un’attività, consistente in una serie di atti collegati per un determinato scopo, e l’imprenditore è il soggetto titolare dell’impresa. La definizione della figura dell’imprenditore, che sostituisce quella del commerciante (inteso come speculatore o uomo d’affari) su cui si basava il codice di commercio abrogato del 1882, è contenuta nell’articolo 2082 del codice civile del 1942. È imprenditore colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi. Gli elementi che individuano la figura giuridica di un imprenditore sono:
• la professionalità; • l’economicità; • l’organizzazione; • la produzione o lo scambio di beni o servizi. L’attività dell’imprenditore deve essere esclusiva? In primo luogo l’attività di un imprenditore deve essere un’attività professionale, cioè deve essere esercitata in modo abituale e non occasionale, anche se non necessariamente in modo continuativo. esempio Sono imprenditoriali anche le attività stagionali (come la gestione di un albergo al mare o il servizio di spazzaneve) e, più in generale, le attività che si svolgono soltanto in alcuni periodi dell’anno (come il confezionamento di pacchi regalo durante le feste natalizie o la compravendita di libri usati all’inizio dell’anno scolastico).
u
1 L’imprenditore
Approfondimento Il diritto commerciale
In base al requisito della professionalità: • non è un imprenditore chi compie un singolo atto produttivo o di scambio o anche più atti, ma del tutto isolati e non collegati tra loro; • è un imprenditore chi svolge anche un’altra attività, perché l’attività di produzione o di scambio non deve essere necessariamente la sua attività esclusiva o principale. esempio Non è un imprenditore una persona che restaura e vende una moto d’epoca; è un imprenditore, invece, un impiegato che nel fine settimana gestisce una bancarella ambulante di frutta e verdura.
Economicità
L’attività di un imprenditore deve avere necessariamente uno scopo di lucro? In secondo luogo l’attività di un imprenditore deve essere un’attività economica, cioè deve essere idonea a coprire i costi di produzione con i ricavi delle vendite. Non danno luogo a un’impresa, quindi, le attività svolte da soggetti o enti che offrono beni o servizi gratuitamente o a un prezzo inferiore al loro costo di produzione. esempio Un ente di beneficienza, che raccoglie fondi per fornire beni e servizi alle persone bisognose, non è un imprenditore dal punto di vista giuridico.
Impresa e scopo di lucro
Di solito un imprenditore ha uno scopo di lucro o di profitto, cioè mira a realizzare ricavi superiori ai costi, ma per essere un imprenditore è sufficiente avere uno scopo economico, cioè avere come obiettivo almeno il pareggio tra costi e ricavi.
lasoluzione • L’artigiano è un imprenditore perché è sufficiente che un’attività sia gestita in base a un principio di economicità, cioè che non sia già destinata in partenza a operare in perdita, anche se poi, in concreto, subisce perdite.
21
In particolare, sono imprenditori anche se hanno uno scopo non lucrativo: • le associazioni, che perseguono fini ideali, sociali, assistenziali ecc. (artt. 14 ss.); • le imprese pubbliche [❯ m1 u4], che sono dirette a soddisfare bisogni pubblici (come lo sviluppo di aree depresse o la ricerca scientifica; art. 2201); • le società mutualistiche [❯ m2 u3], come le società cooperative e di mutua assicurazione, che hanno lo scopo di fornire ai soci beni o servizi oppure occasioni di lavoro a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle del mercato (artt. 2511 ss.). esempio Sono imprenditori un’associazione musicale che organizza un festival, un’impresa pubblica che fornisce servizi di trasporto e una cooperativa sociale che gestisce una casa di riposo.
Lo scopo di lucro è essenziale, invece, nelle società lucrative [❯ m2 u1], nelle quali i soci esercitano un’attività in comune «allo scopo di dividerne gli utili» (art. 2247). esempio Una società che costruisce immobili e li assegna ai soci a un prezzo uguale al loro costo di produzione non è una società lucrativa, ma una cooperativa.
Organizzazione
In che senso l’attività di un imprenditore deve essere organizzata? In terzo luogo l’attività di un imprenditore deve essere un’attività organizzata, cioè deve essere formata da un’organizzazione di elementi personali (i lavoratori dipendenti e/o i collaboratori autonomi) e/o reali (il capitale e i beni).
m
esempio È un imprenditore sia una società multinazionale che gestisce fast food, con migliaia di dipendenti e centinaia di locali, sia un idraulico che effettua piccole riparazioni a domicilio, senza dipendenti e con la borsa degli attrezzi.
Produzione o scambio
1
Infine l’attività svolta da un imprenditore deve essere un’attività produttiva, cioè deve essere diretta alla produzione o allo scambio di beni o servizi. esempio Non è un imprenditore chi cura i propri animali domestici o colleziona opere d’arte, mentre è un imprenditore un allevatore di cani o un antiquario.
Destinazione al mercato
Un’attività di autoconsumo può essere considerata un’attività di impresa? In altri termini, l’attività di un imprenditore deve essere destinata al mercato, cioè a soddisfare i bisogni di altre persone (i consumatori e gli utenti) attraverso uno scambio economico: non dà luogo a un’impresa, pertanto, un’attività di produzione di beni o servizi per conto proprio, cioè per l’autoconsumo personale o familiare. esempio È un imprenditore l’autista di un taxi, mentre non lo è chi accompagna a scuola i propri figli o trasporta al lavoro alcuni colleghi dell’ufficio.
professionalità
attività stabile o ripetuta (non in modo saltuario o occasionale)
economicità
attività non in perdita (almeno copertura dei costi con i ricavi)
organizzazione
attività organizzata (fattori personali e/o reali)
produzione o scambio di beni o servizi
attività destinata al mercato (soddisfazione di bisogni altrui)
imprenditore
Attività imprenditoriali
22
Dal punto di vista giuridico, un’impresa può avere come oggetto un’attività di: • produzione e scambio di beni (imprese agricole, industriali ecc.); • produzione e scambio di servizi (imprese di trasporti, bancarie, assicurative ecc.); • scambio di beni (imprese mercantili o commerciali in senso stretto); • scambio di servizi (imprese di somministrazione di lavoro).
produzione e scambio di beni produzione e scambio di servizi
attività di impresa scambio di beni
scambio di servizi
Esercizio di fatto dell’impresa
Un’attività illecita può dare luogo a un’impresa? Salvo l’applicazione delle sanzioni previste dalla legge, è considerato imprenditore colui che esercita di fatto un’attività d’impresa, anche se: • l’attività viene svolta senza le eventuali autorizzazioni amministrative richieste dalla legge o in una condizione di incompatibilità; l’attività esercitata è un’attività illecita, cioè vietata dalla legge. • esempio È un imprenditore, sottoposto in quanto tale agli obblighi relativi e in caso di insolvenza al fallimento, anche chi apre una sala giochi prima di avere la licenza o chi importa illecitamente dall’estero merci vietate.
Può accadere che un’attività venga esercitata da una persona attraverso un prestanome, cioè facendo apparire come titolare dell’impresa un’altra persona, per non rispondere con il proprio patrimonio per i debiti o per aggirare un divieto legale. In questo caso, secondo la giurisprudenza, sono responsabili in solido per i debiti dell’impresa: • l’imprenditore apparente, cioè colui che risulta titolare dell’impresa nei confronti dei terzi e a nome del quale vengono compiuti gli atti relativi all’impresa; • l’imprenditore occulto o nascosto, cioè colui che dirige l’impresa e che si appropria degli eventuali profitti. esempio Una persona esercita di fatto un’attività d’impresa facendo apparire come titolare una persona nullatenente oppure un conoscente che non si trova in una condizione di incompatibilità con l’esercizio dell’impresa.
Liberi professionisti e impresa
u
1 L’imprenditore
Imprenditore apparente e occulto
In quali casi un libero professionista è un imprenditore? Dalla figura degli imprenditori è necessario distinguere quella dei liberi professionisti (come un medico o un avvocato), che svolgono un’attività di natura intellettuale. In base alla legge infatti, pur svolgendo un’attività economica e organizzata diretta a produrre servizi, i liberi professionisti hanno una condizione di privilegio in quanto: • di regola sono considerati lavoratori autonomi [❯ m4 u1] e non imprenditori, con la conseguenza che non sono soggetti alla relativa disciplina giuridica (e, in particolare, al fallimento in caso di insolvenza); • sono considerati imprenditori soltanto quando la loro professione costituisce l’elemento di un’attività organizzata in forma di impresa (art. 22381). esempio Un medico che visita i pazienti nel suo ambulatorio o a domicilio non è un imprenditore, ma lo diventa se gestisce una casa di cura, perché in questo caso la sua attività professionale si inserisce in una organizzazione d’impresa.
Un libero professionista, che svolge attività di natura intellettuale, è considerato imprenditore solo se la sua professione è organizzata in forma di impresa
professionista intellettuale
svolge un’attività intellettuale
è un lavoratore autonomo
svolge un’attività come elemento di un’attività di impresa
è un imprenditore
23
iu i r un
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un Comune sostiene che un’associazione di volontari, che organizza un servizio di guide turistiche in un museo per raccogliere fondi destinati alla sua ristrutturazione, svolge un’attività di impresa ed è soggetta al versamento delle imposte comunali, ma l’associazione ritiene di non essere obbligata a pagare le imposte. L’associazione cita in giudizio il Comune, chiedendo che venga accertato che la sua attività non è un’attività di impresa.
prenditore, in quanto svolge un’attività economica diretta a ottenere un’entrata (costituita dal costo dei biglietti), a nulla rilevando sotto tale profilo la circostanza che il profitto dell’attività sia destinato a uno scopo di interesse sociale e non a essere diviso tra gli associati.
m
La tesi dell’attrice L’attività dell’associazione è un’attività professionale e organizzata ma non è un’attività economica, in quanto si basa sul volontariato degli associati e non ha uno scopo di lucro, perché il ricavo dei biglietti pagati dai turisti che visitano il museo è destinato a finanziare la ristrutturazione del museo. La tesi del convenuto Dal punto di vista giuridico l’associazione è un im-
1
2
Il piccolo imprenditore
ilcaso • Un pasticciere vende paste e gelati di sua produzione in un bar, annesso al laboratorio, che gestisce nella piazza principale di una città. A tuo parere, la gestione del bar esclude la natura artigianale della sua attività? In relazione alle dimensioni della sua attività, un imprenditore può essere un piccolo imprenditore (art. 2083) oppure un imprenditore ordinario o non piccolo. Piccolo imprenditore
È un piccolo imprenditore, in generale, chi esercita un’attività d’impresa organizzata in prevalenza con il lavoro proprio ed eventualmente dei suoi familiari. esempio Sono piccoli imprenditori, se operano con lavoro prevalentemente proprio e dei familiari, i coltivatori diretti, gli artigiani, i piccoli commercianti ecc.
Criterio della prevalenza
In che senso il lavoro di un piccolo imprenditore deve essere prevalente nell’impresa? L’attività lavorativa dell’imprenditore e dei suoi familiari deve essere prevalente sia sui fattori personali (i lavoratori), sia sui fattori reali (il capitale e i beni) e deve essere valutata in concreto, caso per caso, dal giudice. esempio Non può essere considerato piccolo un imprenditore che ha molti dipendenti o collaboratori (come una società telefonica) oppure che ha investito un capitale elevato nella sua attività (come un orefice).
piccolo imprenditore
24
prevalenza del lavoro del titolare ed eventualmente dei familiari
• sul lavoro altrui • (lavoratori dipendenti) • sul capitale • (denaro investito nell’attività)
Disciplina del piccolo imprenditore
In base alla legge il piccolo imprenditore non è sottoposto alla disciplina dell’imprenditore commerciale [❯ m1 u2], anche se esercita un’attività commerciale, cioè in considerazione delle dimensioni della sua impresa è esonerato da una serie di obblighi. esempio Un piccolo imprenditore non è soggetto alla pubblicità legale, cioè all’obbligo di iscrizione nel registro generale delle imprese.
Artigiano
Una figura di piccolo imprenditore, abbastanza diffusa in Italia, è l’artigiano. L’impresa artigiana è definita da una legge-quadro sull’artigianato dello Stato (l. 8 agosto 1985, n. 443), ma è disciplinata da leggi regionali, in quanto l’artigianato è una materia di competenza concorrente tra lo Stato e le Regioni (art. 117 Cost.). esempio La Regione Puglia può regolamentare le imprese artigiane, nell’ambito dei princìpi della legge statale e in relazione alle caratteristiche dell’artigianato locale, in modo in parte diverso rispetto alla Regione Veneto.
Quali sono i caratteri di un’impresa artigiana? Un’impresa è considerata artigiana quando ricorrono i seguenti requisiti: • l’impresa viene esercitata personalmente dall’artigiano, che deve svolgere il proprio lavoro «anche manuale» (e non soltanto di direzione e coordinamento) nel processo produttivo e può essere titolare di una sola impresa artigiana (art. 2 l. cit.); • i dipendenti dell’impresa sono diretti personalmente dal titolare e non superano, compresi i familiari, determinati limiti massimi, variabili in relazione al settore produttivo e alle caratteristiche dell’attività (art. 4 l. cit.); esempio Le imprese di trasporti (che effettuano investimenti elevati per gli automezzi) possono avere fino a otto addetti, mentre le imprese di lavorazioni artistiche, tradizionali e di abbigliamento su misura (che di solito effettuano investimenti limitati per le attrezzature) possono avere fino a trentadue dipendenti.
L’imprenditore artigiano può essere titolare di una sola impresa artigiana
• l’impresa ha come scopo prevalente l’esercizio di un’attività di produzione di beni oppure di prestazione di servizi (art. 31 l. cit.).
In base alla legge, infatti, non danno luogo a un’impresa artigiana le attività agricole, di prestazione di servizi commerciali, di intermediazione nella circolazione di beni e di somministrazione al pubblico di bevande o alimenti, a meno che non siano attività strumentali o accessorie rispetto a un’attività principale di natura artigianale.
lasoluzione • L’attività di somministrazione al pubblico di bevande e alimenti (la gestione del bar) è accessoria rispetto all’attività principale (la produzione di paste e gelati) e quindi il pasticciere, se ricorrono le altre condizioni previste dalla legge, può essere qualificato come un artigiano.
u
1 L’imprenditore
Impresa artigiana
lavoro personale del titolare nell’impresa (anche manuale)
artigiano
dipendenti diretti dal titolare ed entro limiti massimi
attività prevalente di produzione di beni o prestazione di servizi
Società artigiane
Albo delle imprese artigiane
Un’impresa artigiana può essere costituita nella forma di una società? Un’impresa artigiana può essere anche una società, a condizione che (art. 3 l. cit.): • sia una società in nome collettivo [❯ m2 u1], una società in accomandita semplice [❯ m2 u1], una società a responsabilità limitata [❯ m2 u3] o una cooperativa [❯ m2 u3]; • la maggioranza dei soci (o, se i soci sono due, almeno uno) svolga il proprio lavoro, anche manuale, nel processo produttivo e il lavoro sia prevalente sul capitale. Gli artigiani devono essere iscritti in un apposito albo delle imprese artigiane, tenuto dalla Camera provinciale di commercio (art. 5 l. cit.). L’iscrizione nell’albo ha un’efficacia costitutiva, nel senso che un’impresa non iscritta
25
non è un artigiano, ed è necessaria per usufruire delle agevolazioni (creditizie, contributive, fiscali ecc.) e degli incentivi previsti da leggi speciali a favore dell’artigianato. esempio Un imprenditore deve dimostrare di essere iscritto nell’albo delle imprese artigiane per ottenere un prestito agevolato a favore dell’artigianato.
Piccolo imprenditore e artigiano
Un artigiano è sempre un piccolo imprenditore? La nozione di piccolo imprenditore contenuta nel codice civile e quella di artigiano contenuta nella legge sull’artigianato non coincidono perché: • da un lato vi sono piccoli imprenditori che non sono artigiani, in quanto non svolgono un lavoro manuale all’interno dell’impresa; • dall’altro lato vi sono artigiani che non sono piccoli imprenditori, in quanto il loro lavoro non è prevalente all’interno dell’impresa. esempio Un imprenditore che opera nel settore dei trasporti con otto dipendenti può essere qualificato come artigiano, ma non è un piccolo imprenditore, perché il suo lavoro personale non prevale sul capitale investito nell’impresa e sul lavoro dei dipendenti.
m
piccolo
iu i r un
iorno
artigiano
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
1
la somma di denaro che ha ricevuto in prestito e a pagare gli interessi. La banca, allora, si rivolge al tribunale e chiede la dichiarazione di fallimento del sarto.
La tesi dell’attrice Il convenuto è un imprenditore ordinario o non piccolo, in quanto tale soggetto alla dichiarazione di fallimento in caso di insolvenza, perche la sua attività personale (consistente nel dirigere e coordinare i lavoratori alle sue dipendenze) non può ritenersi prevalente rispetto al numero degli operai che lavorano all’interno del suo laboratorio. Il fatto Un sarto, che gestisce un laboratorio artigianale di abiti su misura con una trentina di dipendenti, ottiene un prestito da una banca per ampliare la sua attività ma, a causa della difficile situazione economica e della concorrenza di altre imprese, non riesce a restituire
3
La tesi del convenuto L’attore, che è iscritto nell’albo provinciale delle imprese artigiane come impresa operante nel settore dell’abbigliamento su misura, è un artigiano e quindi è da considerarsi un piccolo imprenditore a tutti gli effetti, compresa anche la non soggezione al fallimento e alle altre procedure concorsuali in caso di insolvenza.
L’imprenditore agricolo
ilcaso • Una cooperativa svolge l’attività di manutenzione (annaffiatura, potatura, diserbatura e simili) di aree verdi di proprietà pubblica e privata. Secondo te, la cooperativa è un imprenditore agricolo o commerciale?
26
In quali casi un imprenditore è qualificabile come agricolo? In relazione alla natura dell’attività esercitata, un imprenditore può essere un imprenditore agricolo (art. 2135) oppure un imprenditore commerciale (art. 2195).
Al riguardo è da notare che, se non è un imprenditore agricolo, un imprenditore è necessariamente per esclusione un imprenditore commerciale. esempio Un imprenditore che produce fertilizzanti destinati all’agricoltura è un imprenditore commerciale e non agricolo.
La distinzione è importante in quanto, in considerazione del rischio naturale al quale è esposto, un imprenditore agricolo non è soggetto agli obblighi e alle responsabilità che formano il cosiddetto statuto dell’imprenditore commerciale [❯ m1 u2]. esempio Un imprenditore agricolo non è obbligato a tenere la contabilità ai fini civilistici e non è soggetto al fallimento in caso di insolvenza.
Imprenditore agricolo
È un imprenditore agricolo colui che svolge un’attività di coltivazione di un fondo o di un bosco, di allevamento di animali o un’altra attività connessa. Le attività agricole, pertanto, si distinguono in:
• principali, in quanto per essere considerato un imprenditore agricolo è necessario e sufficiente svolgere almeno una di queste attività;
• connesse, in quanto chi svolge queste attività è considerato un imprenditore agricolo soltanto se sono collegate e accessorie rispetto a un’attività agricola principale.
Attività agricole principali
Quali sono le attività agricole principali? Le attività agricole principali comprendono la coltivazione di un fondo o di un bosco (cosiddetta selvicoltura) e l’allevamento di animali (art. 21351). esempio Sono agricoltori coloro che coltivano un vigneto o un orto e che allevano bestiame (bovini, equini, suini, ovini e caprini) e altri animali (polli, conigli, api ecc.)
lasoluzione • La cooperativa è un imprenditore commerciale, perché l’attività svolta non consiste nella coltivazione di un fondo e non è un’attività agricola.
Le attività di coltivazione e allevamento sono considerate agricole quando (art. 21352): Ciclo biologico
• consistono nella cura e sviluppo di un ciclo o di una fase di un ciclo biologico, di na-
u
1 L’imprenditore
esempio Non è un imprenditore agricolo, e quindi è commerciale, chi esercita soltanto un’attività connessa (l’industriale che acquista i pomodori dagli agricoltori per produrre la conserva) o un’attività connessa indipendente dall’attività agricola (l’allevatore di bovini che vende il formaggio pecorino acquistato dai pastori).
tura vegetale o animale (art. 21352), cioè producono una trasformazione biologica;
esempio È un imprenditore agricolo chi coltiva frutti o alleva cavalli, mentre non è un imprenditore chi si limita a raccogliere funghi o a catturare animali selvatici per poi rivenderli.
Utilizzo di risorse naturali
• «utilizzano o possono utilizzare» come fattori produttivi le risorse naturali (come un fondo, un bosco o anche l’acqua).
esempio Rientrano nelle attività agricole anche le coltivazioni artificiali di piante o di fiori e gli allevamenti “in batteria” o industriali, mentre non sono considerate agricole le coltivazioni chimiche o gli allevamenti “in laboratorio”.
Attività agricole per connessione
... e le attività connesse? Le attività agricole per connessione comprendono le attività dirette alla (art. 21353): • manipolazione, conservazione, trasformazione e alienazione di prodotti agricoli, a condizione che abbiano come oggetto prodotti prevalentemente propri, cioè ottenuti in modo esclusivo o prevalente da un’attività agricola principale; esempio È un imprenditore agricolo chi produce vino dall’uva che coltiva oppure formaggio prodotto in prevalenza dal latte degli animali che alleva e, in parte, dal latte acquistato da altri agricoltori.
• fornitura di beni o servizi, a condizione che venga realizzata utilizzando in modo prevalente attrezzature e risorse impiegate normalmente nell’attività agricola.
esempio Sono imprenditori agricoli un vivaista che, oltre a coltivare le piante, cura un parco e un allevatore che, oltre ad allevare i cavalli, gestisce un maneggio.
27
principali
• coltivazione del fondo • selvicoltura • allevamento di animali
connesse
• manipolazione, conservazione, trasformazione e alienazione di prodotti agricoli • altre attività accessorie di fornitura di beni o servizi
attività agricole
Altre attività agricole
Infine, sono attività agricole a tutti gli effetti le attività indicate espressamente da alcune leggi speciali. esempio Sono considerate attività agricole la coltivazione dei funghi (l. 5 aprile 1985, n. 126) e dei tartufi (l. 16 dicembre 1985, n. 752); l’apicoltura (l. 24 dicembre 2004, n. 313) e l’agriturismo, consistente nel fornire vitto e alloggio all’interno di un’azienda agricola e organizzare attività dirette a valorizzare il territorio e il patrimonio rurale (l. 20 febbraio 2006, n. 96).
È da rilevare che sono imprenditori agricoli anche le società cooperative [❯ m2 u3] e i consorzi [❯ m1 u4] di imprenditori agricoli, quando impiegano prevalentemente i prodotti dei soci o forniscono prevalentemente beni o servizi ai soci per svolgere un’attività agricola (art. 12 d.lg. 18 maggio 2001, n. 228).
m
esempio È un imprenditore agricolo una società cooperativa che produce il vino utilizzando in prevalenza l’uva prodotta dagli agricoltori soci della cooperativa.
1
Imprenditore agricolo professionale e società agricola
iu i r un
iorno
Che cosa si intende per imprenditore agricolo professionale? Ricordiamo che il d.lg. 29 marzo 2004, n. 99 ha introdotto la figura dell’imprenditore agricolo professionale, cioè di colui che svolge in modo professionale (in quanto vi dedica almeno il 50% del suo tempo lavorativo e ne ottiene almeno il 50% del suo reddito) un’attività agricola principale o connessa. Il provvedimento citato ha inserito anche l’obbligo, per le società che hanno come oggetto esclusivo un’attività agricola, di inserire l’indicazione «società agricola» nella loro ragione o denominazione sociale. Le qualificazioni in esame, tuttavia, sono rilevanti soltanto ai fini delle agevolazioni creditizie e fiscali previste da leggi speciali.
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto L’INPS ritiene che una società, che svolge in modo esclusivo l’attività di aratura di terreni per conto terzi, sia un imprenditore commerciale e applica una sanzione pecuniaria a carico degli amministratori della società, che hanno versato i contributi agricoli per i dipendenti anziché i contributi ordinari. La società cita l’INPS davanti al giudice e chiede di accertare l’illegittimità della sanzione nei suoi confronti. La tesi dell’attrice La sanzione è illegittima, in quanto la società è qualificabile giuridicamente come un imprenditore agricolo: la sua attività
28
infatti, consistente nel provvedere con le proprie attrezzature all’aratura di terreni agricoli, è una attività agricola per connessione avente come oggetto la prestazione di servizi a favore di altri imprenditori agricoli.
La tesi del convenuto La sanzione è del tutto legittima, in quanto la società è un imprenditore commerciale e non agricolo: la prestazione di servizi, infatti, può essere considerata un’attività agricola soltanto se viene esercitata da un soggetto che è già un imprenditore agricolo, perché svolge un’attività di coltivazione di un fondo o di allevamento di animali.
4
L’impresa familiare
ilcaso • Il titolare di un’impresa familiare sposta un dipendente da un impiego a un altro senza chiedere il consenso dei familiari che partecipano all’impresa. Ritieni che il comportamento dell’imprenditore sia corretto sotto il profilo giuridico? In quali casi in base alla legge ricorre un’impresa familiare? Una figura particolare di impresa è l’impresa familiare (art. 230 bis), che è stata introdotta con la riforma del diritto di famiglia (l. 19 maggio 1975, n. 151) ed è diretta a garantire una tutela giuridica ai familiari che lavorano all’interno di un’impresa. L’impresa familiare ricorre quando i familiari più stretti del titolare di un’impresa (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado) svolgono di fatto un lavoro continuativo nell’impresa o nella famiglia.
Ambito di applicazione
Le norme sull’impresa familiare, pertanto, si applicano soltanto se tra il titolare dell’impresa e i suoi familiari non vi è un diverso rapporto giuridico, cioè quando l’attività dei familiari all’interno dell’impresa non è stata disciplinata diversamente. esempio Se tra l’imprenditore e i suoi familiari è stato concluso un contratto di lavoro subordinato o di collaborazione autonoma, i diritti e gli obblighi dei familiari sono quelli che derivano dal relativo contratto.
Natura giuridica
Approfondimento La disciplina fiscale dell’impresa familiare
Che tipo di impresa è un’impresa familiare? Nei rapporti esterni (con i dipendenti, i fornitori, le banche ecc.) l’impresa familiare è una impresa individuale, nel senso che imprenditore è soltanto il titolare, che è responsabile con il suo patrimonio per i debiti dell’impresa e ne ha la rappresentanza. esempio È il titolare dell’impresa familiare che può concludere contratti con i terzi, assumere obbligazioni, agire ed essere convenuto in giudizio e così via.
lasoluzione • Il comportamento dell’imprenditore è legittimo in quanto, come «capo dell’impresa» (art. 2086), ha un potere direttivo sui dipendenti e sui collaboratori familiari.
u
1 L’imprenditore
Impresa familiare
Il riconoscimento dell’esistenza di un’impresa di tipo familiare è indipendente dalle dimensioni e dalla natura dell’attività esercitata, in quanto un’impresa familiare può essere un’impresa piccola o ordinaria e un’impresa agricola o commerciale. esempio Se ricorrono le condizioni indicate dalla legge, le norme sull’impresa familiare si applicano sia se l’imprenditore è un coltivatore diretto di un fondo, sia se è titolare di una catena di supermercati.
Quali diritti sono riconosciuti ai collaboratori familiari? La legge riconosce ai collaboratori familiari i seguenti diritti: Mantenimento
• il diritto di essere mantenuti dall’imprenditore secondo la condizione patrimoniale della famiglia, cioè in relazione al tenore di vita familiare e in misura uguale per tutti i familiari indipendentemente dal lavoro svolto;
esempio L’imprenditore deve provvedere alle spese necessarie per i bisogni personali (vitto, alloggio, abbigliamento ecc.) della moglie e del figlio che lavorano nell’impresa familiare.
Partecipazione agli utili
• il diritto di partecipare agli utili dell’impresa, ai beni acquistati con gli utili non
distribuiti e agli incrementi di valore dell’azienda, compreso anche l’avviamento, in proporzione alla quantità e alla qualità del loro lavoro;
esempio La moglie del titolare, che lavora a tempo parziale come operaia, avrà diritto a una quota degli utili inferiore a quella del figlio, che lavora a tempo pieno come dirigente, ma entrambi non riceveranno nulla se l’impresa non avrà utili.
29
• il diritto di partecipare alle decisioni più importanti relative alla gestione dell’impre-
Partecipazione alle decisioni
sa, che devono essere deliberate dalla maggioranza numerica dei familiari in quanto ogni familiare, qualunque sia la sua quota nell’impresa, ha diritto a un voto;
esempio Devono essere deliberati dai familiari gli atti eccedenti l’ordinaria amministrazione (come l’impiego degli utili e degli incrementi aziendali, gli indirizzi produttivi e la cessazione dell’attività), mentre gli atti di ordinaria amministrazione sono decisi dal titolare dell’impresa.
Liquidazione della quota
• il diritto di liquidazione della quota, che può essere trasferita soltanto a favore di
Diritto di prelazione
• il diritto di prelazione sull’azienda, cioè di acquistarla con preferenza rispetto ad
un altro familiare e con il consenso di tutti gli altri collaboratori familiari, nel caso di cessazione della collaborazione familiare oppure di alienazione dell’azienda;
altri, nel caso di divisione ereditaria oppure di trasferimento dell’azienda.
Ricordiamo che nell’impresa familiare, in attuazione dell’articolo 371 della Costituzione, il lavoro della donna è considerato equivalente a quello dell’uomo (art. 230 bis2).
m
• coniuge • parenti • (entro il terzo grado) • afåni • (entro il secondo grado)
impresa familiare
1
attività lavorativa continuativa nell’impresa o nella famiglia
iu i r un
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto
La tesi del convenuto
Durante il periodo estivo uno studente universitario lavora come cameriere nel ristorante gestito dal padre e, al termine degli studi, chiede di partecipare agli utili dell’impresa; il padre, però, si rifiuta di dividere gli utili con il figlio, sostenendo che si tratta di un’impresa individuale e quindi che gli utili spettano in modo esclusivo al titolare. Il figlio allora cita in tribunale il padre e chiede al giudice di accertare l’esistenza tra loro di un’impresa familiare.
Tra il figlio e il padre non è configurabile un’impresa di tipo familiare, perché il figlio ha lavorato nell’impresa soltanto per un periodo limitato ogni anno e, in ogni caso, nel corso degli anni dell’Università l’attività principale del figlio non è stata quella di cameriere del ristorante, ma quella di studente a tempo pieno.
La tesi dell’attore
L’attività svolta dal figlio nell’impresa di cui è titolare il padre dà luogo dal punto di vista giuridico a un’impresa familiare, in quanto il figlio ha lavorato per alcun anni durante l’estate nel ristorante del padre, senza essere assunto come dipendente e senza che venisse regolarizzata la sua posizione all’interno dell’impresa.
30
t diritto al mantenimento t diritto di partecipazione agli utili t e agli incrementi aziendali t diritto di partecipazione alle decisioni t diritto di liquidazione della quota t diritto di prelazione sull’azienda
Il o u
nto
Atto costitutivo di impresa familiare Compila il documento proposto con dati a tua scelta
SCRITTURA PRIVATA
Contenuto dell’attività prestata
Rapporto di parentela tra le parti
Impresa familiare
– che la signora ....................................., coniuge del titolare, e il sig. ............ ........................., figlio del titolare, si impegnano a prestare in modo continuativo la loro attività lavorativa nella suddetta impresa; si stabilisce quanto segue: 1. fra i sottoscritti ....................................., ..................................... e ............ ......................... viene costituita, ai sensi e per gli effetti dell’art. 230 bis del codice civile, un’.....................................;
Partecipazione agli utili
2. gli utili e gli incrementi della suddetta impresa verranno ripartiti come segue: .....% (................................) al signor ....................................; .....% (............ ....................) alla signora .....................................; .....% (.......................) al signor .....................................;
Rinvio alla disciplina legale
3. per quanto non è diversamente disposto, si rinvia alla disciplina prevista nel codice civile. Letto, approvato e sottoscritto. Luogo e data ............................
u
1 L’imprenditore
Individuazione delle parti
Tra i sottoscritti ....................................., nato a ........................ il .................. e ivi residente in ....................................... n. ......, titolare, cod. fisc. ......................................; ...................................., nata a .................................... il .................. e residente a ........................................ in ....................................... n. ......., collaboratrice, cod. fisc. ...........................................; ................................., nato a ........................ il ........................... e ivi residente in .......................... n. ......, collaboratore, cod. fisc. ......................................; premesso – che il signor ..................................... è titolare dell’impresa individuale omonima, con sede a ................................ in .................. n. ......., iscritta nel registro delle imprese presso la CCIAA di ............................... al n. .............. e avente come oggetto l’attività di commercio al minuto;
Firmato ............................ ............................ ............................
Repertorio n. 4324
Scrittura privata autenticata
Autentica di firme Il sottoscritto notaio dott. ....................................., iscritto nel Collegio notarile di ..................... e con studio a ........................... in ......................... n. ......, certifica che i sigg.ri ....................................., nato a ..................................... il ................................, ....................................., nata a ................................. il ........................... e ....................................., nato a ................................... il ..........................., tutti residenti a ........................... in ................................ n. ...... e della cui identità personale sono certo, hanno sottoscritto l’atto che precede in mia presenza, dopo avere rinunciato con il mio consenso all’assistenza dei testimoni. Luogo e data ................................
Firmato dott. ............................, notaio
31
CLIL
Thelawinpractice
The choice of types of business organization
m
From a legal and economic point of view, which type of business organization is more appropriate?
1
32
In abstract, there is not a single type of business organization (individual, company or partnership) which is more appropriate from a legal and economic point of view: the choice must be made on a case-to-case basis, according to certain elements (decision-making autonomy, estate liability, financial powers, management and tax costs etc.) that can contribute to the assessment of the functionality offered by the different types of business organization in relation to the characteristics of the range of business activities. The choice of the legal form is extremely important since, if not chosen carefully or correctly, it may give rise to the adoption of a legal framework inadequate for the requirements of the business, and may even result in being anti-economic, in that it may result in an oversized or undersized organization of the business which may, in turn, create additional management costs.
From the point of view of decisionmaking autonomy, what differences are there between the various types of business organization? Decision-making autonomy, that is the possibility to make autonomous decisions, increases progressively from the individual enterprise to companies and from companies to partnerships. In an individual enterprise, the business owner can make all management decisions in total autonomy. In a company, unless there is a sole director, decision-making is managed by the administration system chosen by the members: the separate system promotes the autonomy of the individual partners but does not always allow control over the management, whereas the joint system guarantees greater control over management but reduces the autonomy of the single partners. Generally speaking, in a partnership, the administration is not connected to an individual partner’s position and is devolved to one single administrator (the sole director) or to several administrators (the board of directors or
From the point of view of the estate autonomy, what differences are there between the various types of business organization? In the individual enterprise, the owner of the business is liable with his own personal property for all debts deriving from the business and its activities. In a company, partners are usually liable for all company debts, unlimitedly and jointly with their propriety, in a concurrent or subsidiary way compared to that of the company. Therefore, on the one hand it is necessary to assess the degree of trust in people with whom one intends to set up a business, but on the other hand, if one has a big capital, it is not a good idea to set up a company with partners whose capital is more limited and restricted (unless one also has a very high share in the business), because of the risk of being accounted for the share of company debts with one’s own goods or estate. In a partnership, however, partners are not liable with their own personal property for company debts, unless the financial backers have not asked for specific estate guarantees from one or more partners before granting a loan to the company.
What type of business organization could be the most appropriate as far as financial backing is concerned? From this point of view, it is necessary to gather substantial capitals for all the business activities, and in general, it is preferable to opt for a partnership, in that the shares (or quotas) are usually easily transferable and in this way it is possible to create a wider base for the company.
Are the effective costs for founding and managing individual enterprises and collective enterprises the same? Generally speaking, the management costs for individual enterprises and for companies (which do not require minimum initial investments and whose constitutional deed does not require the intervention of a notary) are lower than those necessary for founding a partnership, which does require a minimum initial capital, whose constitutional deed must be in the form of a public deed, and also requires the appointment of a controlling body and the deposit of the company’s financial statement every year.
u
1 L’imprenditore
management board), whereas the control over the administration is entrusted to the partners themselves or to the controlling body, when there is one.
Comprehension 1. What are the elements that allow to choose the most appropriate type of business organization? 2. What kind of financial liability is characteristic of a partnership? 3. Why is it easier for a company to get financial backing?
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Financial liability Management Partnership Management costs
........................................ ........................................ ........................................ ........................................
33
Ripassafacile
definizione
attività
m
Caratteristiche dell’imprenditore
1
L’imprenditore
Piccolo imprenditore caratteristiche
definizione
34
Concetti chiave
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Simulazione della verifica orale
English summary
definizione
attività
Imprenditore agricolo
u Impresa familiare
definizione
natura
diritti dei familiari
L’imprenditore
1
35
Verificaformativa 1. Risposte multiple
8.
Non è un elemento necessario per individuare un imprenditore: a l’organizzazione b lo scopo di lucro c la professionalità
c non può avere dipendenti d è un’impresa individuale e non può essere un’impresa commerciale 9.
d la produzione o lo scambio di beni o di servizi e l’economicità
m
2.
3.
È un imprenditore: a un avvocato b un medico
c devono essere decise a maggioranza numerica dal titolare e dai collaboratori familiari
c una persona che coltiva il proprio orto d un dirigente di un’impresa
d devono essere decise a maggioranza economica dal titolare e dai collaboratori familiari
e un’agenzia di viaggi
e devono essere decise dal titolare ma con il consenso di tutti i collaboratori familiari
L’attività svolta dall’imprenditore deve essere:
10. Il diritto di partecipazione all’impresa familiare: a non è mai trasferibile b è trasferibile soltanto per causa di morte
c ininterrotta d esclusiva
c è trasferibile soltanto per atto tra vivi d è trasferibile soltanto a favore di un altro familiare e con il consenso di tutti gli altri partecipanti
e occasionale 4.
Un’attività è economica quando:
e è trasferibile soltanto a favore di un altro familiare e con il consenso della maggioranza degli altri partecipanti
a non è destinata a operare in perdita b non ha uno scopo di lucro c mira a ottenere dei profitti dalla vendita di beni o di servizi
5.
d è un’attività gratuita e è destinata ad avere dei ricavi inferiori ai costi
2. Vero o falso
È un imprenditore agricolo chi esercita:
Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta
a almeno un’attività agricola principale b almeno un’attività agricola per connessione
1.
c almeno un’attività agricola principale e un’attività agricola per connessione d almeno due attività agricole per connessione e almeno due attività agricole principali 6.
2.
36
Un’impresa deve essere necessariamente destinata al mercato.
V
F
......................................................................................................
3.
Per essere professionale l’attività economica dell’imprenditore deve essere esclusiva V o comunque prevalente.
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
4.
a non può avere dipendenti b deve avere dipendenti
e può essere un imprenditore agricolo o commerciale
F
......................................................................................................
e la coltivazione biologica
c non può avere uno scopo di lucro d deve avere uno scopo di lucro
V
......................................................................................................
c l’allevamento di visoni d la coltivazione artificiale di piante Un piccolo imprenditore:
L’organizzazione è un elemento soltanto eventuale della definizione dell’imprenditore.
......................................................................................................
Non dà luogo all’esercizio di un’impresa agricola: a l’allevamento di pecore b la raccolta di prodotti del bosco
7.
Le decisioni di straordinaria amministrazione relative a un’impresa familiare: a spettano esclusivamente al titolare b devono essere decise all’unanimità dal titolare e dai collaboratori familiari
a prevalente b abituale
1
L’impresa familiare: a è un’impresa collettiva b è una piccola impresa
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
Vuoi testare la tua preparazione? Fai il test in autovalutazione
Un artigiano è sempre un piccolo imprenditore.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
La nozione di piccolo imprenditore è contenuta in una legge speciale.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
Verificaformativa Un imprenditore può essere non agricolo e non commerciale.
3. V
F
......................................................................................................
...................................................................................................... ......................................................................................................
7.
La selvicoltura è un’attività agricola principale.
V
4.
F
......................................................................................................
Al coniuge che lavora nell’impresa di cui è titolare il marito si applicano sempre le norme sull’impresa familiare.
5.
V
F
......................................................................................................
Gli utili di un’impresa familiare devono essere ripartiti tra i collaboratori familiari in parti uguali.
Diritto economico riconosciuto ai collaboratori familiari in parti uguali. ......................................................................................................
......................................................................................................
9.
È un’attività agricola principale come la coltivazione di un terreno o di un bosco. ......................................................................................................
......................................................................................................
8.
Imprenditore che svolge un’attività prevalentemente con il lavoro suo e dei suoi familiari.
V
F
4. Vocabulary Identify the terms or terms corresponding to the definitions 1.
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
10. Nelle decisioni relative a un’impresa familiare ogni collaboratore familiare ha diritto V a un voto.
......................................................................................................
2. F
Purpose consisting in covering production costs with revenues from sales. ......................................................................................................
...................................................................................................... ......................................................................................................
Individual that professionally exercises an organized productive economic activity.
......................................................................................................
3.
Entrepreneur engaged in a non commercial activity. ...................................................................................................... ......................................................................................................
3. Lessico Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione 1.
Impresa nella quale titolare è una singola persona fisica. ......................................................................................................
2.
È l’elemento della definizione di imprenditore che si riferisce ai fattori personali e reali.
4.
Entrepreneur engaged in an activity including manual craftsmanship. ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
Enterprise in which spouses and closest relatives work together. ...................................................................................................... ......................................................................................................
u
1 L’imprenditore
6.
......................................................................................................
ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande In un’impresa individuale collaborano, di fatto, due sorelle del titolare: una tiene la contabilità dell’impresa con un impegno part time, mentre l’altra lavora tutti i giorni come cassiera. Dopo alcuni anni di lavoro nell’impresa, le due sorelle decidono di mettersi in proprio e si rivolgono a un legale per sapere quali diritti possono fare valere nei confronti del fratello. 1.
Quale rapporto giuridico è configurabile nel caso in esame?
2.
In che misura devono essere determinati il diritto al mantenimento e il diritto di partecipazione agli utili spettanti ai familiari?
3.
Quali diritti sono riconosciuti ai familiari nel caso di cessazione della loro attività nell’impresa?
37
u2
L’imprenditore commerciale
Prerequisiti
Conoscere l’istituto giuridico della rappresentanza diretta e indiretta
Conoscenze
I collaboratori subordinati e autonomi dell’imprenditore commerciale
Abilità
Individuare e confrontare le diverse figure di collaboratori di un imprenditore
iave Parole cohrds Keyw
38
Italiano
Inglese
Imprenditore commerciale
Commercial entrepeneur, trader
Scritture contabili
Accounting books, records
Registro delle imprese
Business register, register of companies
Fallimento
Bankruptcy
Commesso
Clerk
Commissionario
Commission agent
Spedizioniere
Forwarding agent, courier
Agente di commercio
Commercial agent
Mediatore
Broker
Provvigione
Commission
1
L’imprenditore commerciale e il suo “statuto”
ilcaso • La società Workplus fornisce temporaneamente lavoratori (operai, impiegati, dirigenti ecc.) ad altre imprese in cambio di un corrispettivo. Secondo te, che tipo di imprenditore è la società in esame? In quali casi un imprenditore è qualificabile come commerciale? In relazione alla natura o al tipo di attività che svolge, un imprenditore può essere agricolo o commerciale (art. 2195). È un imprenditore commerciale chi esercita un’attività industriale diretta alla produzione di beni o servizi, un’attività di intermediazione nella circolazione dei beni o un’attività ausiliaria.
Produzione industriale di beni o servizi
La produzione industriale di beni o servizi comprende, in senso ampio, qualsiasi attività di produzione di beni o servizi non rientrante nelle attività agricole. esempio Producono beni le imprese di costruzioni, tessili, automobilistiche ecc., mentre producono servizi le imprese di trasporti, di assicurazioni, telefoniche ecc.
Intermediazione nella circolazione dei beni
L’intermediazione nella circolazione dei beni consiste nell’attività di acquisto di beni per rivenderli o, più in generale, nell’attività di scambio di beni, anche se non è preceduta da un acquisto finalizzato alla loro successiva vendita. esempio Scambiano beni le imprese mercantili o commerciali nel senso comune del termine, nelle diverse forme che possono assumere (dal piccolo negozio all’ipermercato, dalla vendita a domicilio a quella per telefono o per corrispondenza, dal commercio ambulante a quello elettronico via Internet ecc.).
È un’attività di intermediazione dei beni anche l’attività bancaria: una banca, infatti, opera come intermediaria tra l’offerta di denaro (costituita da chi ha disponibilità di denaro ed è disposto a concederlo in prestito in cambio di un interesse) e la domanda di denaro (costituita da chi ha bisogno di denaro ed è disposto a pagare un interesse). esempio Una banca riceve in prestito il denaro risparmiato da alcune famiglie (pagando un interesse) e, a sua volta, lo concede in prestito ad altre famiglie o a imprese (ricevendo un interesse).
Intermediazione di servizi
È da notare che, in seguito all’introduzione della somministrazione del lavoro [❯ m4 u3], è un’attività commerciale anche l’intermediazione di servizi, consistente nell’attività di un’agenzia per il lavoro che mette temporaneamente a disposizione di altre imprese l’attività lavorativa di alcune persone.
u
2 L’imprenditore commerciale
Imprenditore commerciale
lasoluzione • La società svolge un’attività di scambio di servizi, in quanto fornisce temporaneamente lavoratori ad altre imprese che hanno bisogno di specifiche figure professionali.
Attività ausiliarie
Infine sono considerate commerciali anche le attività ausiliarie, cioè le imprese che producono beni o servizi per altre imprese, commerciali o anche agricole. esempio Sono imprese commerciali le agenzie di viaggi o pubblicitarie, le imprese di consulenza aziendale o di elaborazione dati e così via.
Che cos’è lo statuto dell’imprenditore commerciale? Gli imprenditori che esercitano un’attività commerciale sono sottoposti, a tutela dei creditori e dei terzi, al cosiddetto statuto dell’imprenditore commerciale. Statuto dell’imprenditore commerciale
Lo statuto dell’imprenditore commerciale comprende l’insieme degli obblighi che si applicano agli imprenditori che esercitano un’attività commerciale.
39
In base alla legge, infatti, un imprenditore commerciale è sottoposto: • alla pubblicità legale, per rendere giuridicamente conoscibili ai terzi i principali fatti e atti relativi all’impresa (artt. 2188 ss.); • alla tenuta della contabilità, per documentare in modo continuativo l’attività dell’impresa attraverso apposite scritture contabili (artt. 2214 ss.); • al fallimento e alle altre procedure concorsuali, per garantire il concorso di tutti i creditori sul patrimonio dell’imprenditore in caso di insolvenza (art. 2221).
statuto dell’imprenditore commerciale
pubblicità legale
iscrizione nel registro generale delle imprese
contabilità
tenuta delle scritture contabili
insolvenza
soggezione al fallimento e alle altre procedure concorsuali
m
Inoltre a un imprenditore commerciale si applicano alcune norme specifiche per quanto riguarda la capacità per l’esercizio dell’impresa e la rappresentanza verso i terzi.
1
Esercizio di un’impresa e capacità di agire
A quali condizioni un soggetto incapace di agire può esercitare un’impresa commerciale? In linea generale un imprenditore commerciale deve essere pienamente capace d’agire, cioè deve essere in grado di intendere e di volere, in quanto l’esercizio di un’impresa commerciale richiede un’attività giuridica complessa. Tuttavia anche un incapace d’agire può esercitare un’impresa commerciale, a condizione che abbia ottenuto l’autorizzazione del tribunale su parere del giudice tutelare.
Incapaci d’agire ed esercizio di un’impresa
In particolare: • un minorenne, un interdetto o un inabilitato può essere autorizzato soltanto a continuare un’impresa commerciale già esistente (artt. 3205, 3712, 4241, 425); • un emancipato può essere autorizzato non soltanto a continuare ma anche a iniziare una nuova impresa commerciale (art. 3975).
Effetti dell’autorizzazione
Con l’autorizzazione l’incapace assume la titolarità dell’impresa; riguardo alla gestione dell’impresa, invece, è necessario distinguere le diverse situazioni di incapacità: • il minorenne e l’interdetto, che sono incapaci assoluti, sono sostituiti dal loro rappresentante legale, cioè dai genitori o dal tutore che esercitano l’impresa in nome e per conto dell’incapace sotto il controllo del tribunale; l’inabilitato può compiere da solo gli atti di ordinaria amministrazione, mentre • per gli atti di straordinaria amministrazione è necessaria l’assistenza del curatore; • l’emancipato, infine, può, compiere da solo qualsiasi atto, di ordinaria o di straordinaria amministrazione, anche estraneo all’esercizio dell’impresa.
minorenne
• può continuare un’impresa commerciale • è sostituito dal rappresentante legale
interdetto
• può continuare un’impresa commerciale • è sostituito dal rappresentante legale
inabilitato
• può continuare un’impresa commerciale • è assistito dal curatore per gli atti • di straordinaria amministrazione
emancipato
• può iniziare o continuare un’impresa • commerciale • può compiere da solo tutti gli atti giuridici • anche estranei all’impresa
autorizzazione del tribunale
imprenditore commerciale
incapace di agire
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Un minorenne emancipato, che è stato autorizzato dal tribunale a continuare un’impresa gestita in precedenza dal padre, acquista un’autovettura sportiva da un concessionario, ma il suo curatore sostiene che l’acquisto richiedeva il suo consenso essendo un atto di straordinaria amministrazione. Il curatore cita in giudizio il concessionario, chiedendo l’annullamento della vendita conclusa dall’emancipato. La tesi dell’attore Un emancipato, anche se è stato autoriz-
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zato dall’autorità giudiziaria all’esercizio di un’impresa, è un incapace di agire relativo e deve essere assistito da un curatore per gli atti di straordinaria amministrazione, a maggiore ragione se si tratta di atti estranei all’impresa.
La tesi del convenuto Per effetto dell’autorizzazione a esercitare un’impresa commerciale un emancipato acquista di fatto una piena capacità d’agire e, quindi, può compiere da solo qualsiasi atto giuridico, anche estraneo all’impresa, senza l’assistenza del curatore.
La pubblicità legale
ilcaso • Gli amministratori di una società, che è stata costituita per l’esercizio di un’attività di import/export, non iscrivono la società nel registro delle imprese. A tuo parere chi può provvedere, anche in mancanza di una richiesta, all’iscrizione?
Sistema di pubblicità legale
Registro delle imprese
In che modo viene realizzata la pubblicità legale delle imprese commerciali? Gli imprenditori che esercitano un’attività commerciale sono sottoposti a un sistema di pubblicità legale. La pubblicità legale, che consente ai terzi (banche, fornitori, enti pubblici, dipendenti ecc.) di conoscere i fatti principali che riguardano un’impresa commerciale, si attua attraverso l’iscrizione nel registro delle imprese. Il registro delle imprese è tenuto dall’ufficio del registro delle imprese, che è istituito presso la Camera provinciale di commercio e opera sotto la vigilanza di un giudice delegato dal presidente del Tribunale.
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2 L’imprenditore commerciale
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Il registro delle imprese è pubblico, in quanto può essere consultato da qualunque interessato, ed è formato da un registro generale (che realizza il sistema di pubblicità legale) e da alcune sezioni speciali, con finalità soltanto statistiche e amministrative.
Soggetti obbligati all’iscrizione
Quali soggetti sono obbligati all’iscrizione nel registro generale delle imprese? In base alla legge, sono obbligati a iscriversi nel registro generale delle imprese: • gli imprenditori commerciali individuali [❯ m1 u1], esclusi però i piccoli imprenditori (artt. 2195, 2202); • le società commerciali e le società mutualistiche [❯ m2 u1], anche se svolgono un’attività agricola (art. 2200); • gli enti pubblici economici [❯ m1 u4], cioè gli enti pubblici che hanno come oggetto esclusivo o principale l’esercizio di un’attività commerciale (art. 2201); • i consorzi con attività esterna [❯ m1 u4], cioè le organizzazioni di imprenditori dirette a coordinare la produzione e gli scambi delle imprese consorziate e che operano anche con terzi estranei al consorzio (art. 2612), e le società consortili.
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Modalità e termini dell’iscrizione
In che modo avviene l’iscrizione nel registro delle imprese? Un imprenditore, obbligato a iscriversi in base alla legge, deve presentare una domanda di iscrizione all’ufficio del registro delle imprese nella cui Provincia ha stabilito la sede principale (o una sede secondaria; artt. 2196, 2197). La domanda deve essere presentata entro trenta giorni dall’inizio dell’attività e deve contenere tutti gli elementi indicati dalla legge (art. 2189). esempio La domanda di un imprenditore individuale deve contenere le generalità (cognome e nome, luogo e data di nascita, cittadinanza ecc.) del titolare dell’impresa, la ditta, l’oggetto e la sede dell’impresa, il cognome e nome degli eventuali rappresentanti.
Altri atti soggetti all’iscrizione
In seguito nel registro delle imprese devono essere iscritte anche, entro trenta giorni dal momento in cui si sono verificate, le eventuali modificazioni dell’impresa e la cessazione della attività dell’imprenditore. esempio L’imprenditore deve procedere all’iscrizione del cambiamento dell’oggetto dell’impresa e della nomina o della revoca di un rappresentante.
Iscrizione d’ufficio
Quando un’iscrizione è obbligatoria e non viene richiesta dall’imprenditore, il giudice del registro può ordinarla d’ufficio (art. 2190) e condannare l’imprenditore al pagamento di una somma di denaro come sanzione amministrativa (art. 2194). esempio Il giudice può disporre con un proprio decreto l’iscrizione di una nuova impresa o del trasferimento della sede di un’impresa iscritta nel registro.
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lasoluzione • L’iscrizione della società, che è un imprenditore commerciale, può essere dispo-
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sta d’ufficio, cioè su iniziativa del giudice del registro delle imprese.
Efficacia dichiarativa dell’iscrizione Lettura La funzione giuridica delle scritture contabili
Quali effetti giuridici producono l’iscrizione o la mancata iscrizione nel registro? Di regola l’iscrizione nel registro ha un’efficacia dichiarativa, in quanto (art. 2193): • i fatti che sono stati iscritti sono sempre opponibili ai terzi, cioè sono efficaci nei loro confronti, senza che i terzi possano provare che in realtà non ne erano a conoscenza (cosiddetta efficacia positiva dell’iscrizione o presunzione assoluta di conoscenza dei fatti iscritti); esempio Se l’imprenditore revoca un rappresentante e iscrive la revoca, questa è efficace nei confronti di un fornitore con il quale l’ex rappresentante ha concluso un contratto, senza che il fornitore possa provare che non ne era a conoscenza, e quindi il contratto non è vincolante per l’imprenditore.
• i fatti che non sono stati iscritti non sono opponibili ai terzi, cioè non sono efficaci
nei loro confronti, a meno che l’imprenditore non provi che in realtà i terzi ne erano a conoscenza (cosiddetta efficacia negativa dell’iscrizione o presunzione relativa di ignoranza dei fatti non iscritti).
esempio Se l’imprenditore revoca un rappresentante e non iscrive la revoca, questa non è efficace nei confronti del fornitore, a meno che l’imprenditore non riesca a dimostrare che il fornitore ne era ugualmente a conoscenza al momento della conclusione del contratto.
pubblicità legale
soggetti
• imprenditori commerciali individuali e non piccoli • società commerciali e mutualistiche • enti pubblici economici • consorzi con attività esterna
modalità
registro generale delle imprese
termini
entro 30 giorni dal momento in cui si è veriåcata la causa
oggetto
effetti
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• inizio dell’impresa • modiåcazione dell’impresa • cessazione dell’impresa • presunzione assoluta di conoscenza dei fatti iscritti • presunzione relativa di ignoranza • dei fatti non iscritti
Pubblicità dell’iscrizione
La legge, allo scopo di agevolare la consultazione del pubblico registro, impone all’imprenditore l’obbligo di indicazione, negli atti e nella corrispondenza relativi all’impresa, dell’ufficio del registro delle imprese presso il quale è iscritto (art. 2199). esempio Nei documenti di un imprenditore commerciale devono essere indicati il registro delle imprese dove è iscritta l’impresa e il numero dell’iscrizione.
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un fornitore, che ha concluso un contratto con il dirigente di un’impresa, spedisce le merci che sono state ordinate, ma il titolare dell’impresa si rifiuta di pagarle, sostenendo che poco prima della conclusione del contratto ha revocato il potere di rappresentanza al dirigente e ha provveduto a iscrivere la revoca nel registro delle imprese. Il fornitore cita in giudizio l’imprenditore e chiede che venga condannato a pagare le merci acquistate a suo nome. La tesi dell’attore Il contratto concluso dal dirigente in nome e per conto dell’imprenditore è valido ed efficace, in quanto il fornitore ha consultato il registro delle imprese alcuni giorni prima della conclusione del contratto e nel registro non risultava alcuna revoca della rappresentanza, che è stata iscritta soltanto il giorno precedente alla firma del contratto.
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La contabilità
ilcaso • Un commerciante, che ha scritto per errore nel libro giornale “500 stampanti”, annulla con una riga la registrazione e la sostituisce con “50 stampanti”. Ritieni che il comportamento dell’imprenditore sia corretto giuridicamente? Scritture contabili
Un imprenditore commerciale non piccolo [❯ m1 u1] deve documentare in modo continuativo l’attività dell’impresa, mediante apposite scritture contabili. Al riguardo è da notare che anche le disposizioni tributarie prevedono alcuni obblighi contabili, ma gli adempimenti fiscali svolgono una funzione diversa e riguardano anche alcuni soggetti che non sono imprenditori commerciali.
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2 L’imprenditore commerciale
La tesi del convenuto Il contratto concluso dall’ex rappresentante non produce alcun effetto giuridico nei confronti dell’imprenditore, in quanto il fornitore avrebbe dovuto accertarsi dell’esistenza dei poteri rappresentativi del dirigente nel momento stesso della conclusione del contratto, essendo del tutto irrilevante un accertamento effettuato nei giorni precedenti.
esempio Di regola un libero professionista (come un architetto o un avvocato) ha l’obbligo di tenere i registri IVA (cioè il registro degli acquisti, delle fatture e dei corrispettivi) al fine dell’adempimento degli obblighi fiscali.
Quali sono le scritture contabili obbligatorie per un imprenditore commerciale? In base al codice civile, un imprenditore commerciale non piccolo è obbligato a tenere il libro giornale e il libro degli inventari (art. 22141). Libro giornale
Il libro giornale è un registro nel quale devono essere indicate «giorno per giorno», cioè in ordine cronologico, tutte le operazioni riguardanti l’esercizio dell’impresa.
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esempio Nel libro giornale devono essere annotati gli acquisti e le vendite, gli incassi e i pagamenti, i crediti e i debiti verso terzi ecc.
Le annotazioni nel libro giornale, però, possono riguardare anche un gruppo di operazioni omogenee (anziché singole operazioni) e, fermo restando l’ordine cronologico, possono essere registrate anche in un giorno successivo. esempio Un commerciante non deve annotare separatamente le vendite di un giorno, ma può registrare l’incasso complessivo, e non deve annotare le vendite il giorno stesso, ma può registrarle in seguito (tuttavia non può registrare le vendite di un giorno dopo avere registrato già le vendite di un giorno precedente).
Inventario
Il libro degli inventari deve contenere l’indicazione e la valutazione delle attività e passività dell’impresa. Nell’inventario di un’impresa individuale devono essere annotati anche i beni personali dell’imprenditore che, in base ai principi generali sulla responsabilità patrimoniale, è responsabile per i debiti dell’impresa con tutto il suo patrimonio (art. 2740). esempio I creditori di un imprenditore possono chiedere la vendita dei macchinari o dei locali dell’impresa, ma anche dell’automobile o della villa dell’imprenditore.
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L’inventario deve essere redatto e sottoscritto dall’imprenditore all’inizio dell’attività (cosiddetto inventario iniziale o d’apertura) e poi, in seguito, al termine di ogni anno. L’inventario annuale si chiude con il bilancio e con il conto economico, che deve dimostrare «con evidenza e verità» i profitti ottenuti o le perdite subite dall’impresa. Per i criteri di valutazione da osservare la legge rinvia, in quanto applicabili, ai criteri previsti per il bilancio della società per azioni [❯ m2 u2] (art. 2426).
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esempio L’imprenditore deve effettuare l’ammortamento delle immobilizzazioni, cioè dei beni utilizzati in più esercizi (impianti, edifici ecc.), in base alla loro residua possibilità di utilizzazione.
Altre scritture obbligatorie
L’obbligo di tenuta della contabilità non ha lo stesso contenuto per tutte le imprese commerciali, in quanto l’imprenditore deve tenere anche le altre scritture contabili richieste dalla natura o dalle dimensioni dell’impresa (art. 22142). esempio Il libro magazzino è obbligatorio soltanto per gli imprenditori che compiono operazioni di carico e scarico di merci, mentre il libro unico del lavoro è obbligatorio solamente per gli imprenditori che hanno dipendenti.
Fascicolo della corrispondenza
L’imprenditore deve formare anche un fascicolo della corrispondenza contenente, suddivisi in modo ordinato per ciascun affare, gli originali della corrispondenza ricevuta (come fatture o lettere) e le copie della corrispondenza inviata (art. 22142).
Scritture facoltative
L’imprenditore, infine, può tenere le altre scritture contabili che ritenga utili per una ordinata gestione dell’impresa (cosiddette scritture facoltative o ausiliarie). esempio Un commerciante può tenere uno scadenzario, con l’indicazione delle date delle somme da riscuotere e da pagare. per tutti • libro giornale gli imprenditori • libro degli commerciali inventari non piccoli
obbligatorie altre scritture contabili
scritture contabili
facoltative
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in relazione alla natura o alle dimensioni dell’attività esercitata
in relazione alle esigenze di gestione dell’impresa
Formalità di tenuta Approfondimento La documentazione informatica
In che modo devono essere tenute le scritture contabili? Le scritture contabili sono sottoposte ad alcune formalità, per garantirne la regolarità e impedirne eventuali alterazioni successive, in quanto l’imprenditore: • deve procedere alla numerazione progressiva in ogni pagina dei libri e delle altre scritture contabili prima di iniziare a utilizzarli (art. 2215); • deve tenere le scritture «secondo le norme di un’ordinata contabilità» (art. 2219), con un rinvio ai princìpi tecnico-contabili elaborati dalle discipline aziendalistiche. In particolare, non vi devono essere spazi in bianco, interlinee o riporti a margine; inoltre non si possono fare abrasioni e le eventuali correzioni, quando siano necessarie, devono essere fatte «in modo che le parole cancellate siano leggibili».
lasoluzione • Il
comportamento dell’imprenditore è corretto, in quanto la correzione non cancella completamente la registrazione che viene sostituita.
Obbligo di conservazione
Sanzioni per la mancata o irregolare tenuta della contabilità
Le scritture contabili possono essere tenute anche con sistemi meccanografici o informatici, a condizione che le registrazioni siano aggiornate e possano essere stampate in qualsiasi momento (l. 8 agosto 1994, n. 489).
Per quanto tempo devono essere conservate le scritture contabili? L’imprenditore ha l’obbligo di conservazione delle scritture contabili e della corrispondenza per dieci anni dalla data dell’ultima registrazione: l’eventuale perdita o distruzione prima di questo termine equivale, di fatto, alla loro mancata tenuta. La contabilità, però, può essere conservata anche sotto forma di «registrazioni su supporti di immagini», come microfilm o dischi a lettura ottica non riscrivibili, a condizione che le registrazioni corrispondano ai documenti e siano immediatamente leggibili (art. 2220, modificato dalla l. 8 agosto 1994, n. 489). È da rilevare che la mancata o irregolare tenuta della contabilità obbligatoria da parte di un imprenditore commerciale dà luogo a sanzioni, a carico dell’imprenditore inadempiente, nel caso in cui venga sottoposto al fallimento o a un’altra procedura concorsuale. esempio L’imprenditore è responsabile del reato di bancarotta semplice o fraudolenta se, rispettivamente, non tiene in modo completo o regolare le scritture contabili oppure sottrae, distrugge o falsifica i documenti contabili.
formalità di tenuta
scritture contabili obbligo di conservazione
• numerazione progressiva in ogni pagina • prima dell’utilizzazione • secondo le norme di una ordinata contabilità per dieci anni
Le scritture contabili di un’impresa sono documenti che possono costituire mezzi di prova in un processo.
Prova contro l’imprenditore
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2 L’imprenditore commerciale
Semplificazioni contabili
A quali condizioni le scritture contabili sono un mezzo di prova contro l’imprenditore? In primo luogo, le scritture contabili fanno prova contro l’imprenditore, anche se sono tenute in modo irregolare (art. 2709). Chi afferma di avere un diritto nei confronti di un imprenditore, pertanto, non deve fornirne la prova, se risulta dalle scritture contabili, ed è l’imprenditore che ha l’onere di dimostrarne l’eventuale inesistenza (cosiddetta inversione dell’onere della prova). esempio Il fornitore che pretende il pagamento di una partita di merci non deve provarne la consegna, se è stata registrata nelle scritture contabili dell’acquirente, ma l’imprenditore può dimostrare che le merci sono state già pagate oppure che sono state restituite al venditore perché erano difettose.
Prova a favore dell’imprenditore
... e a favore dell’imprenditore? In secondo luogo, le scritture contabili possono fare prova a favore dell’imprenditore, ma soltanto se (art. 2710): • sono tenute in modo regolare; • si riferiscono a rapporti con altri imprenditori e relativi all’esercizio dell’impresa.
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esempio Le scritture contabili non possono costituire un mezzo di prova a favore di un imprenditore se non sono numerate o se non sono tenute secondo le norme di una ordinata contabilità oppure se riguardano i rapporti con un cliente o con la badante dell’anziana madre dell’imprenditore.
In ogni caso, secondo la giurisprudenza, l’utilizzazione delle scritture contabili come mezzi di prova è soggetta alla libera valutazione del giudice. esempio Il giudice potrebbe ritenere non attendibili i dati contenuti nelle scritture di un imprenditore, in base ad altri elementi che emergono in un processo.
prova contro l’imprenditore
in ogni caso
prova a favore dell’imprenditore
solamente: • se tenute regolarmente • nei rapporti d’impresa con altri imprenditori
scritture contabili
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In che modo può avvenire l’acquisizione in giudizio delle scritture contabili? Quando sono utilizzate come mezzi di prova, le scritture contabili devono essere prodotte in un processo: l’acquisizione in giudizio della contabilità di un’impresa può avvenire in seguito a un ordine di comunicazione o di esibizione del giudice (art. 2711). Comunicazione in giudizio
Il giudice può ordinare la comunicazione integrale delle scritture contabili soltanto nelle cause, indicate in modo tassativo dalla legge, che richiedono un accertamento complessivo del patrimonio di un imprenditore in quanto riguardano: • lo scioglimento di una società; • la comunione dei beni tra i coniugi; • una successione a causa di morte.
Esibizione in giudizio
Nelle altre cause il giudice può ordinare soltanto l’esibizione dei libri contabili o di singoli documenti (anche mediante un estratto autentico di un notaio; art. 212 c.p.c.). In questo modo la legge tutela da un lato l’interesse dei creditori di produrre le scritture contabili in un processo come mezzi di prova, dall’altro l’interesse dell’imprenditore di mantenere la riservatezza sulle informazioni aziendali estranee al processo.
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scritture contabili
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acquisizione in giudizio
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un impiegato consegna un computer a un imprenditore, che gestisce un laboratorio di riparazioni: dopo qualche giorno, non avendo ricevuto alcuna comunicazione, il cliente sollecita la restituzione del computer ma l’imprenditore sostiene di averglielo già restituito, come risulta da una annotazione nel registro di “carico e scarico merci”. L’impiegato cita davanti al tribunale l’imprenditore, chiedendo la restituzione del computer e il risarcimento dei danni. La tesi dell’attore L’imprenditore ha preso in consegna il computer, come risulta dalla ricevuta in possesso dell’impiega-
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• comunicazione integrale: – scioglimento della società – comunione dei beni tra i coniugi – successione a causa di morte • esibizione (anche per estratto) negli altri casi
to, e non lo ha ancora restituito: l’annotazione contenuta nel registro, infatti, è priva di qualsiasi valore come prova della avvenuta restituzione, in quanto si tratta di una prova a favore dello stesso imprenditore non consentita dalla legge.
La tesi del convenuto L’imprenditore ha già restituito il computer al cliente e la prova della avvenuta restituzione è data dal registro di carico e scarico delle merci, regolarmente compilato dall’impiegato addetto alla ricezione e alla consegna, nel quale risulta la data e l’ora dell’avvenuta consegna al cliente, con l’indicazione del numero di serie del computer.
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Collaboratori dell’imprenditore
I collaboratori dell’imprenditore commerciale
In che modo possono essere classificati i collaboratori di un imprenditore commerciale? Di solito nell’esercizio della sua attività un imprenditore commerciale si avvale di collaboratori, che possono essere: • collaboratori subordinati o lavoratori dipendenti [❯ m4 u1], quando operano «alle dipendenze e sotto la direzione» dell’imprenditore (art. 2094); • collaboratori autonomi o ausiliari, quando agiscono per conto dell’imprenditore ma non sono suoi dipendenti. esempio È un lavoratore subordinato un operaio o un impiegato, mentre è un collaboratore autonomo un consulente o un pubblicitario.
collaboratori dell’imprenditore autonomi
• lavoratori dipendenti • operano alle dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore • lavoratori autonomi • agiscono per conto dell’imprenditore
I collaboratori subordinati dell’imprenditore ilcaso • Il direttore di un ipermercato conclude un contratto con un fornitore abituale, senza dichiarare di acquistare le merci per l’ipermercato. A tuo parere, nei confronti di chi può agire il venditore per ottenere il pagamento?
In particolare, ad alcuni lavoratori subordinati viene riconosciuto il potere di rappresentanza, cioè il potere di agire con i terzi in nome e per conto dell’imprenditore. esempio Un rappresentante dell’imprenditore può concludere contratti, sottoscrivere cambiali, ricevere o effettuare pagamenti e così via.
I rappresentanti di un imprenditore commerciale, che hanno un potere di rappresentanza più o meno ampio a seconda della posizione che occupano all’interno dell’organizzazione aziendale come dipendenti dell’imprenditore, sono: • l’institore; • il procuratore; • il commesso.
Chi è e quali poteri ha l’institore di un imprenditore commerciale? Institore
L’institore, o preposto, è la persona posta dall’imprenditore a capo dell’impresa, di una sede secondaria o di un ramo particolare (art. 2203).
Poteri dell’institore
L’institore è il dirigente di grado più elevato all’interno di un’impresa e, in quanto tale, ha un potere di rappresentanza generale dell’imprenditore. In base alla legge infatti l’institore, senza che sia necessaria una procura, può (art. 2204): • compiere tutti gli atti giuridici relativi all’impresa (ma, se non è stato autorizzato per iscritto, non può alienare o ipotecare beni immobili dell’imprenditore); • rappresentare in giudizio l’imprenditore, come attore e come convenuto.
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2 L’imprenditore commerciale
subordinati
esempio L’institore può acquistare o vendere merci, assumere lavoratori o emettere assegni e può citare in giudizio un cliente o essere citato in giudizio da un fornitore per un mancato pagamento.
Procura institoria
L’institore deve essere munito di un’apposita procura? L’imprenditore però può limitare o ampliare i poteri dell’’institore con una procura institoria, che deve essere iscritta nel registro delle imprese. esempio L’imprenditore può disporre che l’institore non possa concludere contratti di valore superiore a un dato ammontare oppure può autorizzarlo a vendere uno stabilimento.
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Procura institoria Compila il documento proposto con dati a tua scelta
SCRITTURA PRIVATA AUTENTICATA Con la presente scrittura privata autenticata il signor ......................................, nato a ................................................ il ................................ e ivi residente in ................................ n. ............, premesso
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Rapporto tra l’imprenditore e l’institore
L’impresa e l’azienda
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– che il signor ............................... è titolare dell’impresa omonima .............., con sede a ......................................................... in ..................................... n. .........., avente per oggetto la produzione di cavi elettrici, iscritta nel registro delle imprese presso la CCIAA di ................................ al numero .............; – che il signor ................................ ha assunto come direttore generale della suddetta impresa il dott. ................................, nato a................................ il ................................ e ivi residente in ................................ n. .............; tutto ciò premesso, dispone e dichiara quanto segue:
Limitazioni dei poteri dell’institore
Clausola d’uso
1. il signor ................................ può compiere qualsiasi atto, in nome e per conto del titolare dell’impresa, eccetto il rilascio di cambiali o di altri effetti e salvo quanto disposto dai successivi numeri 2 e 3; 2. il signor ................................ può stipulare contratti per un valore superiore a ................................ (................................) euro soltanto previa autorizzazione scritta del sig. ................................; 3. il signor ................................ non può alienare o ipotecare i beni immobili dell’impresa; 4. il presente atto è da farsi valere a tutti gli effetti di legge. Luogo e data ............................
Firmato ............................
Autentica di firma
Autenticazione della firma
Io sottoscritto notaio dott. ................................, iscritto al Collegio notarile di ................................ e con studio a ................................ in ........................... n. ........, certifico che il signor ................................, nato a ............................ il ................................ e ivi residente in ................................ n. ........, della cui identità personale sono certo, ha sottoscritto l’atto che precede in mia presenza.
Luogo e data ............................
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Firmato dott. ............................, notaio
Limitazioni e revoca della rappresentanza
Le limitazioni o la revoca dei poteri dell’institore sono opponibili ai terzi soltanto se sono state iscritte nel registro delle imprese o, in mancanza di iscrizione, se l’imprenditore prova che i terzi ne erano effettivamente a conoscenza (artt. 2206, 2207).
Pluralità di institori
Se in un’impresa vi sono più institori ogni institore può agire disgiuntamente, a meno che nella procura non sia stabilito diversamente, e può compiere da solo qualsiasi atto relativo all’impresa (art. 22033).
Spendita del nome
Chi è responsabile per gli atti compiuti dall’institore? L’institore deve effettuare la cosiddetta spendita del nome dell’imprenditore, cioè dichiarare ai terzi di agire in suo nome e per suo conto. In mancanza di questa dichiarazione l’institore è responsabile personalmente per le obbligazioni assunte ma i terzi, quando si tratta di atti relativi all’esercizio dell’impresa, possono agire anche nei confronti dell’imprenditore (art. 2208).
lasoluzione • Il fornitore può pretendere il pagamento del prezzo delle merci dal titolare dell’ipermercato, anche se l’institore non ha fatto il suo nome al momento della conclusione del contratto.
Chi è e quali poteri ha il procuratore di un imprenditore commerciale? Il procuratore è un dipendente dell’imprenditore che, pur senza essere posto a capo dell’impresa, ha il potere di compiere gli atti giuridici relativi all’impresa (art. 2209). All’interno dell’organizzazione aziendale il procuratore è un dirigente intermedio, con un’autonomia gestionale (cioè di prendere decisioni) e un potere di rappresentanza (cioè di compiere atti giuridici) meno ampi rispetto a quelli di un institore. esempio È un procuratore il responsabile dell’ufficio commerciale, incaricato delle vendite, o il direttore delle risorse umane, incaricato della gestione del personale.
Poteri del procuratore
Anche il procuratore ha un potere di rappresentanza generale dell’imprenditore, ma più limitato rispetto a quello di un institore in quanto: • è soggetto alle stesse limitazioni, perché senza un’autorizzazione scritta del titolare non può alienare o ipotecare beni immobili; • non ha la rappresentanza processuale dell’imprenditore, salvo che il relativo potere gli sia stato attribuito espressamente per iscritto, a meno che non sia necessario compiere atti urgenti o chiedere misure cautelari (art. 77 c.p.c.). esempio Un procuratore può chiedere il sequestro conservativo di alcuni beni di un debitore, per impedire che il debitore possa vendere i beni e sottrarli, in questo modo, dalla garanzia patrimoniale.
Limitazioni e revoca della rappresentanza
Al procuratore si applicano le disposizioni stabilite per l’institore in materia di pubblicità delle limitazioni e della revoca del potere di rappresentanza (art. 2209). Tuttavia per gli atti compiuti dal procuratore a proprio nome, cioè senza dichiarare il nome dell’imprenditore, è responsabile personalmente soltanto il procuratore e i terzi non possono agire nei confronti dell’imprenditore.
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Procuratore
esempio Se il direttore dell’ufficio acquisti compra merci da un grossista a proprio nome, il grossista non può chiederne il pagamento all’imprenditore.
Chi è il commesso di un imprenditore commerciale? Commesso
Il commesso è un dipendente dell’imprenditore commerciale che opera a contatto con la clientela ordinaria dell’impresa. esempio Sono commessi l’impiegato di un’assicurazione, l’addetto alle vendite di un negozio, il cameriere di un ristorante e la cassiera di un cinema.
Un commesso ha un potere di rappresentanza limitato in quanto di solito, se non è stabilito diversamente nella procura, può compiere soltanto gli atti che sono collegati normalmente alle operazioni che è incaricato di svolgere (art. 22101). esempio Il cassiere di una banca può ricevere il versamento di un deposito o effettuare il pagamento di un assegno, ma non può concedere un prestito o sponsorizzare un’iniziativa sportiva.
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Quali poteri ha il commesso di un imprenditore commerciale? In particolare i commessi, che non hanno un’autonomia decisionale e svolgono funzioni prevalentemente esecutive, se non sono stati autorizzati espressamente dall’imprenditore non possono concedere: • dilazioni di pagamento o sconti, salvo che siano d’uso (art. 22102); • deroghe alle condizioni generali del contratto o alle clausole contenute nei moduli prestampati dell’impresa (art. 2211). esempio Di regola il commesso di un negozio di telefonia non può concedere sconti non previsti dal venditore e non può modificare le condizioni generali di pagamento previste nei contratti.
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Per quanto riguarda la riscossione del prezzo delle merci da parte dei commessi incaricati della vendita, invece, è necessario distinguere due situazioni: • quando il pagamento viene effettuato nei locali dell’impresa, i commessi possono esigere il prezzo delle merci vendute soltanto se non vi è una cassa per la riscossione (art. 22131); • quando il pagamento viene compiuto fuori dai locali dell’impresa, i commessi possono riscuotere il prezzo soltanto nel caso di consegna delle merci o di un’autorizzazione espressa da parte dell’imprenditore oppure di consegna di una ricevuta del pagamento firmata dal titolare dell’impresa (artt. 22102, 22132).
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Limitazioni e revoca della procura
La procura rilasciata a un commesso da parte di un imprenditore commerciale non è soggetta all’obbligo di iscrizione nel registro delle imprese. Le limitazioni e la revoca dei poteri di un commesso, perciò, sono opponibili ai terzi soltanto se sono state pubblicizzate con mezzi idonei o, in mancanza, se l’imprenditore dimostra che i terzi stessi ne erano effettivamente a conoscenza. esempio In un negozio di vendita di pezzi di ricambio viene affisso un cartello con l’indicazione che “gli addetti alla distribuzione non possono ricevere pagamenti”.
institore
rappresentanti dell’imprenditore
• dirigente preposto all’esercizio dell’impresa (o di una sede secondaria o di un ramo particolare) • potere generale di rappresentanza • anche processuale (salvo limitazioni nella procura)
procuratore
• quadro intermedio • potere generale di rappresentanza • non processuale (salvo limitazioni nella procura)
commesso
• dipendente a contatto con la clientela ordinaria dell’impresa • potere limitato di rappresentanza • (solo atti rientranti normalmente nelle sue funzioni)
I collaboratori autonomi dell’imprenditore ilcaso • Un commissionario, che è stato incaricato di acquistare un terreno “al meglio”, compra per conto dell’imprenditore un terreno di cui è proprietario. A tuo parere, il commissionario ha diritto ugualmente alla commissione?
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Dai lavoratori subordinati si distinguono i collaboratori autonomi di un imprenditore, che devono rispettare le eventuali istruzioni o direttive dell’imprenditore, ma non operano alle sue dipendenze e sotto la sua direzione. È da notare che, se svolgono la loro attività in modo professionale e organizzato, i collaboratori autonomi sono a loro volta imprenditori commerciali, in quanto esercitano un’attività ausiliaria.
I principali collaboratori autonomi di un imprenditore commerciale sono: • il commissionario; • lo spedizioniere; • l’agente di commercio. La prima figura di collaboratore dell’imprenditore è il commissionario (art. 1731).
Chi è e quali funzioni svolge il commissionario? Commissionario
Il commissionario è colui che si obbliga ad acquistare o a vendere alcuni beni per conto del committente, ma in nome proprio. Il contratto di commissione è un mandato senza rappresentanza, che ha come oggetto la conclusione di uno o più contratti di vendita. In base ai princìpi generali sulla rappresentanza indiretta, il commissionario acquista i diritti e assume gli obblighi che derivano dal contratto di compravendita e poi, a sua volta, deve trasferirli al committente con un contratto successivo. esempio Se il commissionario acquista merci per conto del committente, ma senza dichiararlo al venditore, nei confronti del venditore è il commissionario che ha diritto di ricevere le merci e ha l’obbligo di pagare il prezzo.
Sul valore di ogni affare che ha concluso il commissionario ha diritto a una provvigione, cioè a una somma di denaro, nella misura determinata dalle parti o dagli usi o, in mancanza, nella misura stabilita dal giudice secondo equità (art. 1733). esempio In un contratto di commissione può essere stabilita una provvigione uguale al 5% del prezzo di acquisto o di vendita delle merci.
Revoca dell’incarico
Il committente può decidere la revoca dell’incarico, prima che l’affare sia stato concluso, ma il commissionario ha ugualmente diritto a una parte della provvigione (in relazione alle spese che ha sostenuto e all’opera che ha prestato; art. 1734). esempio Il commissionario incaricato di acquistare materie prime all’estero ha diritto a una somma di denaro per le spese di trasporto e per il tempo impiegato per le trattative.
Il commissionario può acquistare da se stesso o vendere a se stesso? Di solito, per evitare un conflitto di interessi, il commissionario non può comprare da se stesso o vendere a se stesso, cioè essere acquirente o venditore per conto del committente e al tempo stesso venditore o acquirente in proprio o per conto di altri. In base alla legge, tuttavia, questo divieto non si applica quando (art. 1735): • il contratto di acquisto o di vendita riguarda beni che hanno un prezzo corrente; • il prezzo di acquisto o di vendita è stato fissato preventivamente dal committente. esempio Il commissionario viene incaricato di acquistare titoli il cui prezzo risulta da quotazioni di borsa oppure di vendere beni il cui prezzo è indicato in un catalogo del committente.
Commissionario contraente in proprio
Se ricorre una di queste condizioni il commissionario può acquistare egli stesso le cose che deve vendere o vendere egli stesso le cose che deve acquistare (cosiddetto commissionario contraente in proprio) e ha diritto ugualmente alla provvigione.
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2 L’imprenditore commerciale
Provvigione
lasoluzione • Il commissionario non ha diritto alla provvigione in quanto il suo comportamento, non ricorrendo una delle condizioni indicate dalla legge che gli consentirebbero di acquistare da se stesso, non è legittimo.
«Star del credere»
In che cosa consiste il cosiddetto «star del credere»? Di regola il commissionario non è responsabile verso il committente in caso di inadempimento del terzo con il quale ha concluso il contratto di acquisto o di vendita. Il commissionario però può assumere la garanzia del buon fine dell’affare, in base al contratto o agli usi (cosiddetto star del credere), e se il contratto viene regolarmente eseguito ha diritto a un compenso o a una maggiorazione della provvigione (art. 1736). esempio Il commissionario deve risarcire i danni al committente, se l’acquirente non paga il prezzo concordato o il venditore non consegna la cosa venduta, soltanto se il contratto o gli usi prevedono la garanzia a suo carico.
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Il o u
nto
Contratto di commissione Compila il documento proposto con dati a tua scelta SCRITTURA PRIVATA
Con la presente scrittura privata, da farsi valere a tutti gli effetti di legge, tra i signori:
Individuazione delle parti
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Incarico di vendita
L’imprea e l’azienda
1
................................, titolare dell’impresa individuale omonima, con sede a .............................. (................................) in ................................ n. ..........., di seguito indicata come “committente”, e ........................................, nato a ................................ il ................................ e ivi residente in ......................... n. ................., di seguito indicato come “commissionario”, si conviene e si stipula quanto segue. 1. La ................................ dà incarico al ................................, che accetta, di vendere per suo conto e in nome proprio i seguenti beni: lampadari artistici in vetro di lavorazione artigianale.
Condizioni di vendita
2. La vendita dovrà essere effettuata “al meglio” e comunque il prezzo di vendita non potrà essere ................................ a quello comunicato di volta in volta dalla committente al commissionario. 3. Il commissionario, previa comunicazione alla committente della persona del sostituto, potrà farsi sostituire nell’incarico da un’altra persona di sua fiducia e sotto la sua responsabilità.
Misura della provvigione
4. Per ogni affare concluso viene riconosciuta al commissionario una provvigione pari al ........ (................................) sul prezzo di vendita defiscalizzato. 5. Le spese sostenute dal commissionario nell’adempimento dell’incarico sono a carico della committente per il ........... (................................), purché debitamente documentate e comunque in misura annua non superiore a ............... (................................) euro.
Ingresso del commissionario nel contratto
6. Viene espressamente riconosciuta al commissionario la facoltà di acquistare egli stesso i beni che formano l’oggetto del presente contratto, al prezzo di cui al precedente n. 2), restando comunque fermo l’obbligo della committente di corrispondere al commissionario la provvigione di cui al punto 4).
«Star del credere»
7. Per i contratti di importo non superiore a ................ (................................) euro il commissionario assume una responsabilità diretta, nei confronti della committente, per l’esatto adempimento da parte dei terzi delle obbligazioni derivanti dai contratti da lui conclusi nell’interesse della committente. Per tali contratti, qualora siano andati a buon fine, la provvigione verrà riconosciuta nella maggiore misura del ................. (................................).
Spese
8. Le spese del presente contratto sono a carico della committente e del commissionario in parti uguali.
Rinvio alle norme di legge e agli usi
9. Per quanto non è diversamente disposto dal presente contratto, si applicano le norme previste dal codice civile e dagli usi in materia. Luogo e data ............................
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Firmato ............................ ............................
Contratto di concessione
Una figura diversa è il contratto di concessione: si tratta di un contratto atipico, con il quale il concessionario acquista alcuni beni dal produttore, di regola con una clausola di esclusiva reciproca per una determinata zona, per rivenderli in nome e per conto proprio. Di solito, inoltre, il concessionario fornisce ai clienti anche la garanzia di buon funzionamento dei prodotti venduti e l’assistenza nel caso di eventuali difetti di funzionamento. esempio Il concessionario di una casa automobilistica non si limita alla vendita degli automezzi, ma svolge anche una serie di servizi post vendita (come l’immatricolazione, i tagliandi di controllo, la revisione delle autovetture ecc.).
Un altro collaboratore dell’imprenditore è lo spedizioniere (art. 1737).
Quale compito assume lo spedizioniere? Spedizioniere
Lo spedizioniere è colui che, in base a un contratto, assume l’incarico di spedire delle merci, cioè di concludere un contratto di trasporto di merci, in nome proprio ma per conto di un’altra persona (committente) e di compiere tutte le operazioni accessorie al trasporto. Dal punto di vista giuridico il contratto di spedizione è un mandato senza rappresentanza, avente come oggetto la stipulazione di un contratto di trasporto e il compimento delle operazioni complementari.
Revoca dell’incarico
Fino a quando lo spedizioniere non ha concluso il contratto di trasporto con il vettore, cioè con l’impresa incaricata di effettuare il trasporto delle merci, il committente può comunicargli in qualsiasi momento la revoca dell’incarico che gli ha dato. In caso di revoca, però, il committente deve (art. 1738): • rimborsare le spese che lo spedizioniere ha sostenuto; • pagare un equo compenso allo spedizioniere per l’opera che ha svolto.
Diritti e obblighi dello spedizioniere
Nell’esecuzione dell’incarico lo spedizioniere deve seguire le eventuali istruzioni che ha ricevuto dal committente o, in mancanza di indicazioni, deve operare secondo il migliore interesse del committente (art. 17391). esempio Lo spedizioniere deve scegliere il percorso, il mezzo di trasporto e le modalità di spedizione più adatti alla natura delle merci, per evitare che vengano danneggiate o deteriorate.
Retribuzione
Entrata nel contratto
Per la sua attività lo spedizioniere ha diritto a una retribuzione, che viene determinata nella misura indicata nel contratto o, se nel contratto non è stabilito nulla al riguardo, in base alle tariffe professionali o secondo gli usi in materia (art. 17401).
In quale caso si verifica l’entrata dello spedizioniere nel contratto di trasporto? Può accadere che lo spedizioniere si assuma l’impegno di eseguire personalmente il trasporto, in tutto o in parte, con mezzi propri o altrui (cosiddetta entrata dello spedizioniere nel contratto). In questo caso lo spedizioniere-vettore ha gli stessi diritti e obblighi del vettore nel contratto di trasporto [❯ m3 u1] (art. 1741).
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2 L’imprenditore commerciale
esempio Per il trasloco di alcuni mobili che si trovano all’estero un professionista incarica uno spedizioniere, che deve concludere il contratto con un’impresa di trasporti e compiere tutte le operazioni di imballaggio, assicurazione, carico e scarico, sdoganamento ecc.
esempio Una ditta di spedizioni, che è stata incaricata dal venditore, si impegna a consegnare al compratore alcuni prodotti acquistati via internet.
Tra i collaboratori dell’imprenditore rientra anche l’agente di commercio (art. 1742).
Quale funzione svolge un agente di commercio? Agente di commercio
L’agente di commercio è una persona che, in base a un contratto, assume l’incarico di promuovere la conclusione di contratti per conto di un’altra persona (imprenditore o preponente), in una zona determinata e in cambio di una provvigione.
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esempio Sono agenti di commercio coloro che promuovono la vendita dei prodotti di un’impresa (commessi viaggiatori) o la stipulazione di polizze assicurative (agenti di assicurazione).
È da notare che l’agente sopporta in proprio i costi e rischi dell’attività che svolge, in quanto non ha diritto al rimborso delle spese di agenzia. esempio Un agente di assicurazione non può pretendere dall’impresa di assicurazioni il rimborso delle spese che ha sostenuto per l’affitto dei locali, per la retribuzione di eventuali subagenti ecc.
Forma del contratto
Il contratto di agenzia richiede la forma scritta, ma soltanto ai fini della prova in giudizio: ciascun contraente ha diritto di ottenere un documento, con il contenuto dell’accordo e le eventuali clausole aggiunte, sottoscritto dall’altra parte (art. 17422).
Diritto di esclusiva
Se i contraenti non dispongono diversamente, dal contratto di agenzia deriva un diritto di esclusiva a favore di entrambe le parti in quanto (art. 1743): • un imprenditore non può dare l’incarico contemporaneamente a più agenti nella stessa zona e per lo stesso ramo di attività; • l’agente non può assumere l’incarico di promuovere o concludere affari per conto di più imprenditori concorrenti (cosiddetto agente monomandatario).
Documento Contratto di agenzia
esempio Di regola un’impresa che commercializza prodotti per la casa non può avvalersi di più commessi viaggiatori nella stessa zona e a sua volta un commesso viaggiatore non può operare nella stessa zona per conto di un’altra impresa che vende prodotti uguali o simili.
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Dal contratto di agenzia derivano alcuni diritti e obblighi stabiliti dalla legge e non derogabili da una diversa volontà delle parti, che devono agire con lealtà e buona fede nell’esecuzione del contratto.
1
Obblighi dell’agente
Quali sono i diritti e gli obblighi dell’agente? In particolare, nell’adempimento dell’incarico ricevuto l’agente deve (art. 1746): • tutelare gli interessi del preponente; • osservare le istruzioni ricevute dal preponente; • fornire al preponente le informazioni opportune; • osservare gli obblighi stabiliti dalla legge a carico del commissionario, esclusi quelli incompatibili con la natura o con il contenuto del contratto di agenzia. esempio L’agente deve informare il preponente sulle condizioni del mercato (come la presenza di nuovi concorrenti) nella zona che gli è stata assegnata in base al contratto di agenzia e su qualsiasi altra circostanza (come la solvibilità dell’altro contraente) che possa risultare utile al preponente per potere valutare la convenienza dei singoli affari.
Diritto alla provvigione
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In quali casi l’agente di commercio ha diritto al pagamento di una provvigione? L’agente ha diritto a una provvigione, cioè a una somma di denaro, per gli affari conclusi per effetto del suo intervento (art. 1748). Se nel contratto non è stato stabilito diversamente, il diritto alla provvigione è riconosciuto anche per gli affari conclusi direttamente dal preponente con: • clienti già acquisiti dall’agente per affari dello stesso tipo; • clienti appartenenti alla zona oppure alla categoria o al gruppo di clienti riservati all’agente in base al contratto di agenzia.
L’agente ha diritto alla provvigione anche per gli affari conclusi dopo lo scioglimento del contratto di agenzia
L’agente ha diritto alla provvigione anche per gli affari conclusi dopo lo scioglimento del contratto di agenzia, se la proposta del cliente è precedente a tale momento oppure se vengono conclusi «entro un termine ragionevole» dallo scioglimento del contratto di agenzia e per effetto prevalentemente dell’attività svolta in precedenza dall’agente. Di regola, salvo una diversa disposizione contenuta nel contratto di agenzia, l’agente ha diritto alla provvigione dal momento e nella misura in cui il preponente ha eseguito o avrebbe dovuto eseguire la prestazione in base al contratto che è stato concluso con il terzo.
Al più tardi, con una norma non derogabile dalla volontà delle parti, il diritto alla provvigione spetta dal momento e nella misura in cui il terzo ha eseguito o avrebbe dovuto eseguire la sua prestazione se, a sua volta, il preponente avesse eseguito regolarmente la prestazione a suo carico.
Diritti e obblighi del preponente
L’agente ha l’obbligo di restituzione della provvigione ricevuta soltanto nel caso di mancata esecuzione del contratto per cause non imputabili al preponente ed è nullo qualsiasi patto più sfavorevole all’agente. Se il preponente e il terzo si accordano per non dare più esecuzione al contratto, in tutto o anche soltanto in parte, l’agente ha ugualmente diritto a una provvigione, che viene ridotta nella misura determinata dagli usi o, in mancanza, dal giudice secondo equità.
Quali sono i diritti e gli obblighi del preponente? A sua volta, in base alla legge, il preponente ha l’obbligo di (art. 1749): • fornire all’agente la documentazione e le informazioni necessarie per la regolare esecuzione del contratto (riguardanti, in particolare, l’accettazione o il rifiuto di accettazione della proposta e la mancata esecuzione di un affare); • consegnare un estratto conto delle provvigioni dovute ogni tre mesi, indicando gli elementi in base ai quali sono state liquidate, e pagare le provvigioni. Per potere verificare l’esatto importo delle provvigioni liquidate dal preponente, l’agente di commercio ha il diritto di avere tutte le informazioni necessarie e, in particolare, di ottenere un estratto conto dei libri contabili dell’imprenditore.
Diritto di recesso
Se il contratto di agenzia è stato stabilito a tempo indeterminato, o è stato continuato tacitamente dopo la scadenza, ciascuna parte può esercitare in qualsiasi momento il diritto di recesso dal contratto dando un preavviso all’altra parte nel termine (variabile, a seconda della durata del contratto, da uno a sei mesi) stabilito dalla legge. Le parti possono anche prevedere nel contratto un termine più lungo per l’esercizio del recesso ma, in ogni caso, il termine che deve osservare il preponente non può essere più breve di quello previsto per l’agente (art. 1750). esempio Se le parti prevedono un termine di preavviso di un anno per l’agente e di nove mesi per il preponente, anche il preponente è obbligato a rispettare il termine di un anno.
Indennità per la cessazione del rapporto
Al momento dello scioglimento del contratto di agenzia l’agente (o, nel caso di morte, i suoi eredi) ha diritto a un’indennità per la cessazione del rapporto se si verifica una di queste condizioni (art. 1751): • l’agente ha procurato nuovi clienti al preponente o ha prodotto un sensibile aumento degli affari con i clienti già esistenti; • il pagamento dell’indennità risulta equo in relazione alle circostanze del caso tenendo conto, in particolare, delle potenziali provvigioni che l’agente perde.
Misura dell’indennità
In ogni caso l’indennità non può superare l’ammontare annuo delle provvigioni liquidate mediamente all’agente nel corso degli ultimi cinque anni o, se il contratto ha avuto una durata minore, dall’inizio del contratto.
Esclusione dell’indennità
L’indennità per la cessazione del rapporto, però, non è dovuta quando: • il contratto di agenzia si scioglie per inadempimento o recesso dell’agente, a meno che il recesso avvenga per motivi (come l’età o una malattia) che rendano impossibile di fatto la prosecuzione del rapporto di agenzia; • l’agente, in base a un accordo con il preponente, ha effettuato la cessione a un terzo dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto di agenzia.
Patto di non concorrenza
Che cosa significa che in un contratto di agenzia è inserito un patto di non concorrenza? Le parti possono inserire nel contratto di agenzia un patto di non concorrenza [❯ m1 u4], che deve essere stipulato per iscritto, con il quale l’agente si obbliga a non fare concorrenza al preponente dopo lo scioglimento del contratto. Se l’agente accetta il patto in esame, che limita la sua libertà di iniziativa economica, ha diritto a un’indennità nella misura stabilita dalla legge.
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2 L’imprenditore commerciale
Restituzione della provvigione
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Il patto di non concorrenza deve riferirsi alla medesima zona e clientela e al medesimo genere di beni o servizi oggetto del contratto di agenzia e non può avere una durata superiore a due anni dalla cessazione del rapporto di agenzia (art. 1751 bis1).
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esempio È nullo il patto con il quale il titolare di un’agenzia di assicurazioni si impegna, nei confronti del preponente, a non promuovere la vendita di immobili dopo la conclusione del contratto di agenzia.
L’agente con rappresentanza può stipulare contratti in nome e per conto del preponente
Rappresentante di commercio
Di solito l’agente di commercio può soltanto raccogliere gli ordini dei clienti (con la clausola «salvo approvazione della casa» o simili) e trasmettere gli ordini al preponente, che è libero di accettare o meno le proposte irrevocabili provenienti dai clienti. Se ha anche il potere di rappresentanza dell’imprenditore in base a un’apposita procura, però, l’agente è un rappresentante di commercio e può stipulare contratti in nome e per conto del preponente (art. 1752).
Procacciatore di affari
Dall’agente di commercio si distingue il procacciatore d’affari, che opera saltuariamente per conto di un imprenditore in base a una lettera di incarico su una zona determinata, senza un’organizzazione autonoma e, di regola, anche senza l’esclusiva. esempio È un procacciatore di affari e non un’agente di commercio una persona incaricata di promuovere “porta a porta” la conclusione di contratti di utenza telefonica.
1
Quale ruolo economico svolge un mediatore? Dai collaboratori di un imprenditore si distingue il mediatore (art. 1754). Mediatore
Il mediatore è la persona che, in base a un contratto, mette in relazione due o più parti per la conclusione di un determinato affare, senza essere legato a nessuna delle parti da un rapporto di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza. I caratteri distintivi della figura del mediatore, pertanto, sono i seguenti: • l’indipendenza e imparzialità nei confronti delle parti in quanto il mediatore, anche quando ha ricevuto l’incarico da una delle parti di promuovere la conclusione di un contratto, è un intermediario neutrale e non opera mai nell’interesse di una parte; • l’occasionalità e saltuarietà del rapporto con le parti, che riguarda solo singoli affari.
Diritto alla provvigione
In quali casi il mediatore ha diritto al pagamento della provvigione? Se l’affare viene concluso per effetto del suo intervento, il mediatore ha diritto a una provvigione, cioè al pagamento di una somma di denaro, da entrambe le parti. La provvigione è dovuta nella misura stabilita dagli accordi delle parti o, in mancanza, dalle tariffe professionali o dagli usi; se anche gli usi non dispongono nulla al riguardo, la misura della provvigione è determinata dal giudice secondo equità (art. 1755). È da notare che il mediatore ha diritto alla provvigione anche se le parti si accordano in modo fraudolento per non pagargli quanto gli spetta in base alla legge. esempio Le parti, che sono state messe in contatto dal mediatore, fingono di abbandonare le trattative in corso e poi concludono di nascosto un contratto di compravendita.
Rimborso delle spese
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Quando ha ricevuto l’incarico di ricercare l’altro contraente da una delle parti, il mediatore, salvo accordi o usi diversi, ha diritto al rimborso delle spese che ha sostenuto anche se l’affare non viene concluso (art. 1756). esempio Se un imprenditore incarica un mediatore di trovare un acquirente dell’azienda e in seguito decide di non vendere più l’azienda, di regola l’imprenditore deve rimborsare al mediatore le spese che ha sostenuto per una perizia, per l’avviso pubblicato su alcuni quotidiani, per la stampa di materiale pubblicitario ecc.
Obblighi del mediatore
In base alla legge, infine, il mediatore ha l’obbligo di (art. 1759): • informare le parti su tutte le circostanze di fatto o di diritto, relative alla valutazione e alla sicurezza dell’affare che stanno per concludere, delle quali è a conoscenza; • garantire l’autenticità della sottoscrizione delle parti sul contratto che viene concluso, cioè l’identità delle persone che sottoscrivono il contratto. esempio Il mediatore deve avvisare il potenziale compratore se viene a sapere che un capannone industriale è pericolante oppure che un terreno non è edificabile.
acquista o vende beni per conto dell’imprenditore ma in nome proprio
spedizioniere
conclude un contratto di trasporto e compie le operazioni accessorie per conto dell’imprenditore ma in nome proprio
agente di commercio
promuove stabilmente la conclusione di contratti in una zona determinata per conto dell’imprenditore
mediatore
mette in relazione due o più parti per la conclusione di un affare senza essere legato da vincoli di collaborazione, dipendenza o rappresentanza
collaboratori autonomi dell’imprenditore
iu i r un
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto
Una casalinga sottoscrive un “modulo d’ordine” che le ha presentato l’agente di commercio di un imprenditore, incaricato di promuovere le vendite porta a porta di oggetti per la casa, ma in seguito, nonostante i ripetuti solleciti, l’imprenditore si rifiuta di eseguire l’ordine. La casalinga allora si rivolge al giudice e chiede di condannare l’imprenditore a risarcire i danni causati dall’inadempimento del contratto.
commercio non ha la rappresentanza dell’imprenditore e quindi può promuovere la conclusione di affari di terzi con l’imprenditore (raccogliendo proposte contrattuali da potenziali acquirenti), ma non può concludere direttamente contratti vincolanti per l’imprenditore.
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2 L’imprenditore commerciale
commissionario
La tesi dell’attrice
Il “modulo d’ordine” che è stato sottoscritto dalla casalinga costituisce un vero e proprio contratto, in quanto l’agente di commercio è un rappresentante dell’imprenditore e agisce nel suo interesse, e quindi è giuridicamente vincolante per l’imprenditore, che è obbligato a eseguirlo. La tesi del convenuto
In mancanza di un’esplicita procura un agente di
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CLIL
Document
Exclusive territory of sales agency Fill in the blanks with data of your choice
This agreement is made ................................ (Date), between ................................ (Principal), a corporation organized and existing under the laws of ................................ (State) having its principal place of business at ................................ (Address) here referred to as principal, and ............................. (Agent), of ................................ (Address) here referred to as salesperson. The principal and salesperson agree to the following:
m
PART I. APPOINTMENT OF SALESPERSON
1
The principal hereby appoints salesperson as an exclusive agent within the territory described. This appointment follows the terms and conditions set forth in this agreement, for the solicitation and acceptance of orders for the described products. PART II. EXCLUSIVE SALES TERRITORY
The exclusive sales territory of this agreement is ................................ (Describe Territory). PART III. SALESPERSONS RIGHT TO SOLICIT AND TAKE ORDERS
Salesperson shall have the exclusive right to solicit and take orders in the territory for all ........................ ........ ................................ (Products). PART IV. PRICES AND TERMS OF ORDERS; CONFIRMATION
Salesperson shall solicit and take orders, within the territory, for products at the prices specified by principal. All orders solicited and taken by salesperson shall be subject to acceptance and confirmation in writing by an authorized representative of principal. PART V. COMMISSIONS ON SALES
Unless otherwise stated, principal will pay commission on all uncancelled customer orders received from territory, amounts equal to percent of the net selling price of products that are sold within the territory by salesperson. Commissions will also take into account and be calculated as follows: ............................ (include any factors affecting commission such as: payment schedule, outside territory sales and refunds). PART VI. DEVOTION OF TIME AND SKILL
The salesperson agrees to use their best efforts to promote the sale and use of the products within the territory. The salesperson shall respect the policy that regards the sale of products. The parties expressly agree that salesperson shall not become interested in the sale of any product that competes with the products of this agreement, or that would conflict with the best interests of principal. PART VII. ARBITRATION
Any and all claims and disputes to this agreement will be subject to arbitration. The arbitration will be in accordance with the Arbitration Rules of the American Arbitration Association for ................................ (Principals Industry). Written notice of arbitration shall be filed with the other party and with the American Arbitration Association, within ................................ (Days).
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As a condition to the appointment of a salesperson under this agreement, the salesperson agrees to maintain a public liability insurance policy with minimum limits of ................................ ($.................) with an insurance carrier licensed to do business in ................................ (State). Proof of salespersons procurement of insurance is required no later than ................................ days from the execution of this agreement. PART IX. GOVERNING LAW
This agreement and any disputes relating to it are governed by the laws of the state of ......................... (State). PART X. TERMS OF AGREEMENT EXCLUSIVE
This is the agreement between the parties. The parties understand and agree that neither of them has made any representation with respect to the subject matter of the agreement except those specifically set forth. In witness whereof, the parties have executed this agreement at ................................ (Place of Execution) on ................................ (Date). ................................ Signature
................................ Date
................................ Signature
................................ Date
Comprehension 1. Who are the two parties signing the agreement? 2. How will disputes concerning the sales agency agreement be resolved? 3. What kind of insurance is regulated in section VIII?
u
2 L’imprenditore commerciale
PART VIII. SALESPERSONS LIABILITY INSURANCE
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Sales person Agreement Commission Liability
........................................ ........................................ ........................................ ........................................
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Ripassafacile
definizione
statuto attività commerciali
m
Nozione e disciplina
1
L’imprenditore commerciale
contenuto
soggetti
60
Pubblicità legale
modalità e termini
effetti
Concetti chiave
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Simulazione della verifica orale
English summary
scritture contabili
formalità, modalità ed efficacia
u
Collaboratori dell’imprenditore subordinati
L’imprenditore commerciale
2
autonomi
61
Verificaformativa 1. Risposte multiple
d è opponibile ai terzi soltanto se è stata iscritta in una sezione speciale del registro delle imprese
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
e è opponibile ai terzi se è stata iscritta nel registro delle imprese o in mancanza se si dimostra che i terzi ne erano a conoscenza
Un imprenditore commerciale: a non può essere un piccolo imprenditore b è sempre soggetto all’iscrizione nel registro generale delle imprese
7.
c è un collaboratore autonomo dell’imprenditore d di regola non può acquistare beni immobili per conto dell’imprenditore
e è soggetto in ogni caso al fallimento in caso di insolvenza
e ha un potere di rappresentanza generale dell’imprenditore
Le scritture contabili: a non possono essere tenute con modalità informatiche
8.
b sono obbligatorie per tutti gli imprenditori c sono obbligatorie soltanto per gli imprenditori commerciali non piccoli
3.
b può compiere soltanto atti di ordinaria amministrazione c può ipotecare beni immobili anche senza una apposita procura
Il libro giornale:
d non ha la rappresentanza processuale dell’imprenditore
a è obbligatorio soltanto per le imprese di produzione e scambio di beni b deve essere compilato alla fine di ogni giorno c non è soggetto a formalità particolari
4.
e ha un potere di rappresentanza limitato soltanto a determinati atti 9.
Un agente di commercio:
d deve essere compilato in ordine cronologico e è obbligatorio anche per i piccoli imprenditori
a è la persona che mette in relazione le parti per la conclusione di un affare
La corrispondenza di un imprenditore commerciale:
b non può avere un diritto di esclusiva verso un imprenditore
a deve essere conservata per dieci anni b deve essere inviata attraverso un sistema di posta certificata
c non può avere un obbligo di esclusiva verso un imprenditore d agisce per conto dell’imprenditore ma in nome proprio
c deve essere conservata fino al termine dell’impresa d non è soggetta a obblighi particolari e deve essere inviata con modalità informatiche 5.
A differenza dell’institore, il procuratore di un imprenditore commerciale: a può alienare beni immobili anche senza una apposita procura
d devono essere vidimate e bollate annualmente e non possono mai essere mezzi di prova a favore dell’imprenditore
m
1
L’institore di un imprenditore commerciale: a deve essere munito di un’apposita procura b non può essere un dipendente dell’imprenditore
c non può svolgere anche un’attività agricola d deve svolgere un’attività destinata al mercato
2.
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e agisce per conto e in nome dell’imprenditore 10. Un mediatore:
L’iscrizione nel registro generale delle imprese:
a ha diritto in ogni caso a una provvigione per l’attività svolta
a riguarda tutti gli imprenditori che svolgono un’attività commerciale
b ha diritto a una provvigione soltanto per gli affari conclusi per effetto del suo intervento
b può essere disposta soltanto su richiesta del soggetto interessato
c può essere anche un dipendente dell’imprenditore
c di solito ha un’efficacia costitutiva d è una condizione essenziale per essere considerato un imprenditore
d può garantire il cosiddetto star del credere e è responsabile in caso di inadempimento del contratto che è stato concluso
e può essere ordinata d’ufficio 6.
La revoca della procura al rappresentante di un imprenditore commerciale: a è sempre opponibile ai terzi b è opponibile ai terzi soltanto dimostrando che ne erano effettivamente a conoscenza
62
c è opponibile ai terzi soltanto se è stata iscritta nel registro generale delle imprese
2. Vero o falso Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta 1.
L’attività di intermediazione dei servizi è sempre un’attività commerciale.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
Verificaformativa 3. Lessico
2. V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
3.
Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione 1.
Insieme di diritti e di obblighi che si applicano a un imprenditore commerciale.
......................................................................................................
2.
Una società commerciale che svolge un’attività agricola deve iscriversi in una sezione speciale.
Ente pubblico incaricato della tenuta del registro delle imprese.
3.
Scrittura contabile nella quale devono essere riportate in ordine cronologico le operazioni dell’impresa.
4.
Dirigente preposto all’esercizio dell’impresa, di una sede secondaria o di un ramo particolare.
5.
Collaboratore incaricato di concludere per conto dell’imprenditore un contratto di trasporto e le operazioni accessorie.
Il registro delle imprese è tenuto dalla cancelleria commerciale del Tribunale.
V
F
......................................................................................................
......................................................................................................
4.
......................................................................................................
V
F
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......................................................................................................
......................................................................................................
5.
L’obbligo di tenuta della contabilità ha un contenuto uguale per tutti gli imprenditori commerciali.
V
F
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......................................................................................................
......................................................................................................
6.
La contabilità può essere tenuta anche, alle condizioni previste dalla legge, con modalità informatiche.
......................................................................................................
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
7.
La procura institoria è necessaria soltanto per ampliare o limitare i poteri dell’institore. V
F
4. Vocabulary Find the term or terms corresponding to the definition 1. Entrepreneur not engaged in an agricultural enterprise.
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
8. essere iscritte nel registro delle imprese.
V
F
2.
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......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
3.
9. dell’imprenditore.
V
F
......................................................................................................
......................................................................................................
4. V
F
A subordinate of the entrepreneur in direct contact with customers. ...................................................................................................... ......................................................................................................
...................................................................................................... ......................................................................................................
Documents containing information pertaining a firm’s finances and assets. ......................................................................................................
......................................................................................................
10. L’agente di commercio assume il rischio dell’attività che svolge per conto dell’imprenditore.
Advertisement system allowed by the law for commercial enterprises.
5.
A representative of the entrepreneur with the task of promoting business.
u
2 L’imprenditore commerciale
consultabile da qualunque interessato.
...................................................................................................... ......................................................................................................
ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande Un imprenditore commerciale muore lasciando una somma di denaro alla moglie e l’azienda all’unico figlio, che ha appena compiuto quindici anni e che ha già iniziato a lavorare nell’impresa. Il figlio decide di continuare l’attività del padre e, a tale fine, presenta una richiesta all’ufficio del registro delle imprese presso cui è iscritta l’impresa, per ottenere la modificazione della titolarità dell’impresa. 1.
Un minorenne è un soggetto legalmente capace di agire?
2.
A quali condizioni un incapace può esercitare un’impresa commerciale?
3.
L’ufficio del registro delle imprese accoglierà la richiesta del minorenne?
63
u3
L’azienda
Prerequisiti
Conoscere la distinzione tra forma essenziale e forma probatoria
Conoscenze
La nozione, la funzione e la disciplina dei segni distintivi dell’impresa
Abilità
Valutare la funzione pratica e il contenuto concreto del diritto di esclusiva Esporre la tutela giuridica della ditta, dell’insegna e del marchio
iave Parole cohrds Keyw
64
Italiano
Inglese
Azienda
Firm, business, company
Avviamento
Start-up
Clientela
Clientele, customers
Segni distintivi
Distinguishing marks
Diritto di uso esclusivo
Right of exclusive use
Ditta
Trade name, firm
Insegna
Sign
Marchio
Trademark
Marchio registrato
Registered trademark
Licenza di marchio
Trademark licence
1
L’azienda e il suo trasferimento
ilcaso • Nel contratto di vendita di un’azienda viene inserita la clausola in base alla quale “il venditore si impegna per dieci anni a non svolgere un’attività concorrente”. Ritieni che la clausola sia valida dal punto di vista giuridico? Che cos’è, dal punto di vista giuridico, un’azienda? Dall’impresa si distingue l’azienda (art. 2555). L’azienda è, dal punto di vista giuridico, il complesso dei beni organizzati da un imprenditore per l’esercizio dell’impresa.
Impresa e azienda
Per il diritto quindi i termini “azienda” e “impresa”, che nell’economia sono sinonimi, indicano due concetti diversi: l’azienda infatti è il mezzo attraverso il quale viene realizzata l’attività dell’impresa, che è lo scopo dell’imprenditore.
Lettura L’azienda e l’esercizio dell’impresa
Elementi dell’azienda
esempio Un’impresa alberghiera consiste nell’attività diretta a fornire alloggio, vitto e altri servizi accessori ai clienti, mentre l’azienda alberghiera è formata dall’albergo, dall’arredamento, dalla cucina, dalla piscina e così via.
impresa
azienda
attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi
complesso dei beni organizzati da un imprenditore per l’esercizio di un’impresa
u
3 L’azienda
Azienda
L’azienda è composta da beni e anche da rapporti giuridici, con i quali l’imprenditore si procura i fattori reali (i beni) e personali (i servizi) necessari per la sua attività. esempio Un’azienda è formata da beni mobili (come le scorte), immobili (come gli stabilimenti) e immateriali (come i segni distintivi), ma anche dai contratti di leasing dei macchinari e dai contratti di lavoro con i dipendenti.
Azienda e proprietà
I beni aziendali non devono essere necessariamente di proprietà dell’imprenditore, ma possono essere anche di proprietà di altre persone. È necessario quindi distinguere la titolarità dell’impresa dalla proprietà dell’azienda, perché l’imprenditore può non essere proprietario ma avere soltanto un diritto di godimento su alcuni beni aziendali o anche, al limite, su tutti i beni aziendali. esempio Un dipendente pubblico, che ha ricevuto in eredità un albergo, può concedere in affitto l’albergo e cedere la gestione dell’impresa a un’altra persona.
In che cosa consiste l’avviamento di un’azienda? Di regola un’azienda ha un valore superiore alla somma monetaria degli elementi che la compongono e questo plusvalore costituisce l’avviamento dell’azienda. Avviamento
L’avviamento è la capacità di un’azienda di produrre o realizzare profitti. Secondo la giurisprudenza l’avviamento non è un bene in sé, ma una qualità dell’azienda e, in quanto tale, non può essere trasferito separatamente dall’azienda.
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In caso di cessione l’avviamento incide sul prezzo dell’azienda che, a parità di valore degli altri beni aziendali, sarà tanto più elevato quanto maggiore è l’avviamento, perché chi acquista un’azienda già ben avviata ha più probabilità di ottenere profitti. esempio Un ristorante nella piazza principale di una città e con un fatturato annuo di alcuni milioni di euro avrà un valore superiore a una pizzeria delle stesse dimensioni, ma situata in periferia e con un fatturato di un centinaio di migliaia di euro.
Avviamento soggettivo e oggettivo
L’avviamento di un’azienda può essere: • un avviamento soggettivo, quando dipende dalle qualità personali (l’iniziativa, l’a bilità, la professionalità ecc.) dell’imprenditore e non è trasferibile insieme all’azienda; • un avviamento oggettivo, quando dipende dall’organizzazione e dalla qualità dei beni aziendali e si trasferisce in modo automatico con la cessione dell’azienda. Nella maggior parte dei casi, però, l’avviamento di un’azienda è un fenomeno com plesso ed è formato, insieme, da elementi soggettivi e oggettivi.
m
esempio L’avviamento di un’officina è prevalentemente soggettivo (in quanto si basa soprattutto sulla fiducia nel meccanico), mentre l’avviamento di un bar è in prevalenza oggettivo (in quanto è dovuto soprattutto alla sua posizione).
Tutela dell’avviamento
1
In che modo viene tutelato l’avviamento dalla legge? La legge protegge l’avviamento aziendale, per incentivare lo svolgimento delle attivi tà produttive, stabilendo: • un divieto di concorrenza a carico dell’alienante, per evitare che possa sottrarre clientela all’acquirente, nel caso di cessione di un’azienda (art. 2557); • un’indennità per la perdita dell’avviamento a favore del conduttore di un locale aperto al pubblico, nel caso di cessazione del contratto di locazione per una causa a lui non imputabile (artt. 34, 35 l. 27 luglio 1978, n. 392). esempio Colui che acquista l’officina può perdere clienti se il meccanico apre un’altra officina nella stessa città, mentre il barista può perdere clienti se deve trasferire la sua attività in un luogo diverso.
Trasferimento dell’azienda
In che modo e con che forma può avvenire il trasferimento di un’azienda? Un’azienda può essere trasferita da una persona a un’altra persona a causa di morte, cioè per successione ereditaria, oppure per atto tra vivi, cioè con un contratto. esempio Un figlio eredita la falegnameria di cui era proprietario il padre oppure un fornaio vende il laboratorio dove svolgeva la sua attività.
In particolare, il trasferimento di un’azienda tra vivi può avere come oggetto la proprietà (vendita, permuta o donazione d’azienda) oppure un diritto di godimento reale (usufrutto di azienda) o personale (affitto di azienda). È da notare che la cessione di un’azienda non richiede un’elencazione dettagliata di tutti i beni che vengono ceduti, mentre è necessario indicare uno per uno gli eventuali beni che si vogliono escludere dal trasferimento. In ogni caso, però, i beni che vengono esclusi non devono essere così numerosi o im portanti da trasformare la cessione di un’azienda, di fatto, nel semplice trasferimento di alcuni beni aziendali considerati separatamente. esempio Nell’atto di vendita di un’azienda tessile si può stabilire che il venditore conservi la proprietà di alcuni beni aziendali (come un computer o un’automobile), ma non è possibile escludere dalla vendita tutti gli impianti produttivi perché, altrimenti, non si tratterebbe più della cessione di un’azienda ma soltanto dei locali.
Forma del trasferimento
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Di regola il trasferimento di un’azienda non richiede una forma determinata. Tuttavia se il trasferimento di alcuni beni aziendali o il tipo di contratto richiedono una forma essenziale, la stessa forma è richiesta a pena di invalidità anche per l’atto di cessione dell’azienda.
esempio La vendita di un’azienda può avvenire anche in modo verbale o tacito se comprende soltanto beni mobili, mentre è necessaria la forma scritta se produce il trasferimento della proprietà o di un diritto reale su beni immobili (art. 1350) oppure la forma di un atto pubblico se è una donazione (artt. 782, 783).
Per le imprese soggette all’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2], inoltre, il trasferimento dell’azienda richiede (art. 2556): • un atto scritto per la prova del contratto (o, in mancanza, non è possibile dimostrare il trasferimento ricorrendo a testimoni o a presunzioni; artt. 2725, 27292); • un atto pubblico o una scrittura privata autenticata per l’iscrizione nel registro delle imprese o, in mancanza, il trasferimento è opponibile ai terzi soltanto provando che ne erano effettivamente a conoscenza.
Effetti della cessione dell’azienda
esempio La vendita di un esercizio commerciale conclusa con una semplice scrittura privata non è opponibile a un cliente, che ha pagato un debito al precedente titolare anziché al nuovo titolare, a meno che l’imprenditore non dimostri che il cliente era a conoscenza della cessione dell’azienda.
In base alla legge, il trasferimento di un’azienda produce i seguenti effetti: • il divieto di concorrenza; • la successione nei contratti; • la cessione dei crediti; • l’accollo dei debiti.
Quale contenuto ha il divieto di concorrenza previsto a carico dell’alienante dell’azienda? Il primo effetto della cessione di un’azienda è il divieto di concorrenza (art. 2557). Divieto di concorrenza
Colui che cede un’azienda non può iniziare per cinque anni una nuova impresa che, in relazione alle circostanze, sia idonea a sviare la clientela dell’azienda ceduta. esempio Il titolare di una pizzeria dopo averla ceduta non può aprire una nuova pizzeria nella stessa città, ma può farlo in un’altra città oppure può iniziare un’attività diversa (come la gestione di una lavanderia o di una sala giochi) anche nella stessa città, perché non vi è alcun rischio di sottrazione della clientela.
u
3 L’azienda
Il trasferimento di un’azienda di regola non richiede una forma determinata
È da notare, però, che il divieto di concorrenza previsto dalla legge riguarda soltanto l’inizio di una nuova impresa e non anche la continuazione di un’altra impresa già esistente, che l’alienante esercitava già prima della cessione dell’azienda. esempio Se il titolare di un ristorante e di una pizzeria nella stessa città vende soltanto il ristorante, può continuare a gestire la pizzeria, anche se si tratta di un’attività che può sottrarre clienti all’acquirente del ristorante.
Patto di non concorrenza
Le parti possono anche concludere un patto di non concorrenza [❯ m1 u4], per ampliare oppure per limitare o escludere il divieto legale di concorrenza, ma il patto incontra alcuni limiti inderogabili in quanto: • non può impedire qualsiasi attività economica all’alienante o, in caso contrario, è nullo e non produce alcun effetto giuridico; • non può avere una durata superiore a cinque anni o, se è stato stabilito per un periodo più lungo o a tempo indeterminato, è valido ma soltanto per cinque anni. esempio Un imprenditore che cede un’azienda agroalimentare può impegnarsi nei confronti dell’acquirente, per un periodo non superiore a cinque anni, a non farsi assumere come dirigente da imprese dello stesso settore.
lasoluzione • La clausola inserita nel contratto di vendita dell’azienda è valida dal punto di vista giuridico, ma è efficace soltanto per il periodo di cinque anni dal momento del trasferimento dell’azienda.
Quale effetto produce il trasferimento dell’azienda sui contratti aziendali? Un altro effetto della cessione di un’azienda è la successione nei contratti (art. 2558).
67
Il o u
nto
Atto di cessione di azienda Compila il documento proposto con dati a tua scelta
SCRITTURA PRIVATA Con la presente scrittura privata autenticata, redatta in duplice originale e da valere tra le parti a ogni effetto di legge, i signori
Indicazione delle parti
Cessione dell’azienda
m
Patrimonio aziendale
L’imprea e l’azienda
1
Corrispettivo Deroga al divieto di concorrenza Successione nei contratti
Accollo dei debiti
Cessione dei crediti
Allegati
Spese
....................................., nato a .................................. il .................. e ivi residente in ..................................... n. ....., di professione commerciante, e ....................................., nato a ....................... (...............) il .................. e residente a ..................................... in ....................... n. ....., di professione commerciante, convengono quanto segue. 1. Il signor ..................................... vende al signor ..................................... l’azienda avente sede a .................., in ..................................... n. ....., nei locali di proprietà del medesimo venditore. 2.) La vendita è comprensiva di tutti gli elementi che concorrono a formare il patrimonio aziendale e, in particolare, dei beni indicati nell’inventario allegato al presente contratto, redatto in duplice originale e sottoscritto da entrambi i contraenti. 3. Il prezzo convenuto è di .................. (......................) euro, da pagarsi in due rate: la prima, di .................. (......................) euro, all’atto della firma del presente contratto e la seconda, di .................. (......................) euro, entro e non oltre ....... giorni dalla data della suddetta firma. 4. Il ..................................... è espressamente esonerato dal divieto di concorrenza di cui all’articolo 2557 del codice civile. 5. Il ..................................... subentra in tutti i contratti non aventi carattere personale stipulati dal ..................................... per l’esercizio dell’impresa, con espressa esclusione del contratto di fornitura di materie prime concluso dal ..................................... con l’impresa .................... di .................., esonerando sin da ora l’alienante da qualsiasi responsabilità nel caso di recesso dal contratto da parte degli altri contraenti. 6. Il ..................................... si accolla il pagamento di tutti i debiti relativi all’azienda ceduta e si obbliga a tenere indenne il ..................................... da tutti i pagamenti che dovesse eseguire per i debiti predetti. 7. Il ..................................... cede all’acquirente i crediti relativi all’azienda ceduta e si impegna a versare al medesimo l’importo dei crediti predetti a lui eventualmente pagati dai debitori; il ....................................., inoltre, si obbliga a portare a conoscenza dei clienti, dei debitori e dei fornitori l’avvenuta cessione dell’azienda entro ..... giorni dalla conclusione del presente contratto. 8. Il ..................................... si impegna a trasmettere all’acquirente l’elenco dei clienti e dei fornitori e tutta la documentazione che li riguarda. 9. Forma parte integrante del presente contratto l’inventario dei beni aziendali, redatto in duplice originale e sottoscritto da entrambe le parti. 10. Le spese del presente atto e tutte quelle relative alle pratiche di trasferimento dell’azienda sono a carico del ....................................... Luogo e data ..................................... N. 5678 Repertorio
Autentica delle firme
AUTENTICAZIONE DI FIRME Io sottoscritto dott. ....................................., notaio in .................. e iscritto al Collegio notarile di .................., senza la presenza di testimoni per avervi i comparenti rinunciato con il mio consenso, certifico vere e autentiche le premesse firme dei signori: .............. ......................., nato a ....................... il ................... e ivi residente in .............................. n. ...., commerciante; ...................................., nato a ................................ (.............) il ....................... e residente a ....................... in via ....................... n. ...., commerciante, persone della cui identità personale io notaio sono certo, le quali hanno firmato alla vista e presenza mia. (Luogo e data) .....................................
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Firmato ..................................... .....................................
Firmato dott. ..................................... notaio
Successione nei contratti
Chi acquista un’azienda subentra automaticamente, senza necessità di una dichia razione espressa, nei contratti stipulati dall’alienante per l’esercizio dell’impresa. esempio L’acquirente subentra nei contratti che garantiscono il godimento dei beni aziendali (come i contratti di affitto dei locali o di fornitura delle materie prime) e, più in generale, in tutti i contratti riguardanti l’esercizio dell’impresa (come i contratti di lavoro e i contratti con la clientela).
La successione, che consente a colui che acquista un’azienda di conservarne la ca pacità produttiva, si verifica di diritto e non richiede il consenso dell’altro contraente. Il contraente ceduto, però, può esercitare la facoltà di recesso dal contratto, entro tre mesi dalla notizia del trasferimento dell’azienda, se ricorre una giusta causa. esempio Un fornitore può recedere dal contratto che aveva concluso con l’alienante se l’acquirente dell’azienda non è affidabile o non dà sufficienti garanzie.
In ogni caso, la successione nei contratti: • non si applica ai contratti strettamente personali, salvo un diver so accordo delle parti, cioè ai contratti che si basano in misura determinante sulla fiducia nelle qualità (personali, professionali, patrimoniali ecc.) di uno dei contraenti o di entrambi; • può essere esclusa da una diversa volontà delle parti, che possono stabilire che l’acquirente non subentri nei contratti o in alcuni contratti conclusi dall’alienante.
Nel caso di trasferimento di azienda i dipendenti hanno diritto alla conservazione dei diritti maturati in precedenza
La successione però non può essere esclusa per i contratti di lavoro in quanto, nel caso di trasferimento di un’azienda, i dipendenti hanno diritto alla continuazione del rapporto di lavoro e alla conservazione dei diritti maturati in preceden za (art. 21121).
u
3 L’azienda
esempio Sono contratti personali o fiduciari un contratto di organizzazione aziendale (con il quale un esperto si impegna a migliorare la gestione di un’impresa) e un contratto di appalto (con il quale un’impresa si obbliga, con propria organizzazione e a proprio rischio, a compiere un’opera o a fornire un servizio).
esempio In seguito alla cessione di un’azienda automobilistica a una società straniera, gli operai e gli impiegati hanno diritto di mantenere il posto di lavoro e di conservare lo stesso trattamento retributivo che avevano in precedenza.
... e sui crediti e debiti relativi all’azienda ceduta? Il trasferimento di un’azienda produce anche la cessione dei crediti (art. 2559). Cessione dei crediti
Colui che acquista un’azienda acquista anche i crediti relativi all’azienda ceduta, cioè i diritti di credito nei confronti dei terzi. esempio L’acquirente di un negozio di elettrodomestici acquista il diritto di riscuotere le rate che devono essere ancora pagate da alcuni clienti.
La cessione dei crediti si verifica di diritto, cioè automaticamente, e per le imprese commerciali è efficace verso i debitori dal momento dell’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2] del trasferimento dell’azienda. In base alla legge, però, l’eventuale pagamento in buona fede all’alienante produce la liberazione del debitore, fatto salvo il diritto dell’acquirente di agire nei confronti dell’alienante per ottenere la restituzione di quanto ha ricevuto indebitamente. esempio I clienti devono pagare le rate non ancora scadute al nuovo titolare del negozio che, in ogni caso, può pretendere la restituzione delle rate che vengono pagate in buona fede al titolare precedente.
Infine la cessione di un’azienda commerciale produce l’accollo dei debiti (art. 2560). Accollo dei debiti
L’acquirente di un’azienda commerciale è responsabile in solido con l’alienante, nei confronti dei creditori, per i debiti precedenti al trasferimento dell’azienda.
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Di regola, pertanto, i creditori possono pretendere il pagamento dei debiti relativi all’azienda ceduta, a loro scelta, dall’alienante e/o dall’acquirente. Tuttavia: • i creditori possono liberare l’alienante dai debiti, se ritengono che l’acquirente sia in grado di pagare i debiti; • l’acquirente è responsabile soltanto per i debiti risultanti dalle scritture contabili obbligatorie, a eccezione dei debiti nei confronti dei lavoratori (per i quali è respon sabile anche se non risultano dalle scritture contabili; art. 21122). esempio L’acquirente di un’azienda non è obbligato a pagare un debito nei confronti di un fornitore che non è stato registrato, ma è obbligato comunque a pagare le ore di straordinario ai dipendenti dell’impresa, anche se al momento dell’acquisto dell’azienda non ne era a conoscenza perché tali ore non erano state riportate nelle scritture contabili.
forma
• atto scritto (ai fini della prova) • atto pubblico o scrittura privata autenticata (ai fini dell’iscrizione)
effetti
• divieto di concorrenza • succesione nei contratti • cessione dei crediti • accollo dei debiti
m
trasferimento dell’azienda
1
iu i r un
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto ll fornitore di una catena di negozi di abbigliamento, che è stata ceduta a una società multinazionale, chiede alla società il pagamento di alcune forniture precedenti alla cessione, ma la multinazionale si rifiuta di pagare sostenendo che le forniture non risultano dalla conta bilità aziendale. Il fornitore allora cita davanti al tribunale la multina zionale, chiedendo che venga condannata a pagare quanto gli è dovuto.
con l’alienante soltanto per i debiti dell’azienda che sono stati annotati nelle scritture contabili e quindi, in base alla legge, la società non è obbligata a pagare all’attore le forniture precedenti alla cessione del com plesso aziendale e non registrati.
La tesi dell’attore La società convenuta è responsabile per i debiti nei confronti del fornitore anteriori al trasferimento del l’azienda in quanto, anche se non risultano dalle scritture contabili, la società ne era stata informata via mail dallo stesso fornitore prima dell’acquisto dell’azienda. La tesi della convenuta L’acquirente di un’azienda è responsabile in solido
2
I segni distintivi dell’impresa
ilcaso • Il titolare del ristorante «Non solo cibo» pretende che un nuovo concorrente elimini il termine “cibo” dalla sua insegna «Cibo e altro» nella medesima città. Ritieni che la pretesa dell’imprenditore sia fondata dal punto di vista giuridico?
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Segni distintivi
Diritto di uso esclusivo
Quali sono i segni distintivi di un’impresa e quale funzione svolgono? I segni distintivi di un’impresa sono beni immateriali che servono a distinguere un imprenditore rispetto agli altri imprenditori e comprendono: • la ditta, che identifica l’imprenditore; • l’insegna, che segnala i locali dove si svolge l’attività dell’impresa; • il marchio, che contraddistingue i prodotti (cioè i beni o i servizi) di un’impresa. L’imprenditore ha un diritto di uso esclusivo sui propri segni distintivi, nel senso che è l’unico soggetto che può utilizzarli e può impedire ad altri soggetti di usare segni uguali o simili, che possono essere confusi dai consumatori. esempio Il titolare del marchio «Nutella» può opporsi all’uso, da parte di imprenditori concorrenti, di marchi come «Supernutella», «Nutella +», «Nutella vera» e così via.
individua la persona dell’imprenditore
segni distintivi
insegna
individua i locali in cui si svolge l’attività dell’impresa
diritto di uso esclusivo
marchio
individua i beni o i servizi prodotti o scambiati dall’imprenditore
Quali caratteristiche devono avere, in base alla legge, i segni distintivi? In generale, i segni distintivi di un’impresa sono tutelati e attribuiscono un diritto di esclusiva al loro titolare soltanto se sono: • nuovi, in quanto non sono uguali o anche soltanto simili a quelli utilizzati già da altri imprenditori per lo stesso tipo di attività o per lo stesso genere di prodotti; • originali, in quanto non consistono nella denominazione o descrizione generica dell’attività svolta oppure dei beni o servizi prodotti; • veritieri o non ingannevoli, in quanto non contengono indicazioni non vere o comunque idonee a ingannare il pubblico sulla persona dell’imprenditore, sulla sua attività o sulle caratteristiche (la natura, la qualità, l’origine ecc.) dei suoi prodotti; • leciti, in quanto non sono formati da parole, simboli o figure in contrasto con la legge, l’ordine pubblico o il buon costume.
u
3 L’azienda
Requisiti dei segni distintivi
ditta
esempio Una nuova casa editrice italiana non può utilizzare i marchi «Mondadori» (mancanza di novità), «libro» (mancanza di originalità), «made in USA» (mancanza di veridicità) e «Ministero dell’Interno» (mancanza di liceità).
lasoluzione • La pretesa del titolare del ristorante non è fondata dal punto di vista giuridico, in quanto il termine “cibo” è un termine del linguaggio comune e manca del requisito dell’originalità.
novità
non devono essere uguali o simili ai segni usati da altri imprenditori
originalità
non devono essere generici
veridicità
non devono essere ingannevoli
liceità
non devono essere contrari alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume
segni distintivi
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Tutela dei segni distintivi
In che modo viene tutelato il diritto all’uso esclusivo di un segno distintivo? Se un altro imprenditore utilizza segni identici o simili, che possono creare confusio ne, il titolare di un segno distintivo può chiedere al giudice: • la cessazione dell’uso del segno illegittimo, che deve essere modificato o integrato in modo tale da non essere più confondibile; • la rimozione degli effetti degli atti già compiuti, quando è possibile; • il risarcimento dei danni, in forma monetaria o anche sotto forma di pubblicazione della sentenza di condanna su uno o più giornali. esempio Il giudice, oltre al divieto di continuare a usare un marchio contraffatto e alla condanna a risarcire i danni, può ordinare il ritiro dal commercio delle merci sulle quali è stato riprodotto illegittimamente il marchio.
È da notare, tuttavia, che il rischio di confusione non esiste quando le imprese che utilizzano segni uguali o simili operano in settori del tutto diversi oppure in mercati così distanti da escludere qualsiasi possibilità di sviamento o perdita della clientela. esempio Non sono confondibili tra loro l’impresa alimentare «Barilla» e l’impresa edile «Barilla» oppure un salone di bellezza «Ricci&Capricci» a Firenze e uno omonimo a Venezia.
m
cessazione dell’uso illegittimo
1
tutela dei segni distintivi
rimozione degli effetti degli atti compiuti
risarcimento dei danni
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un commerciante di articoli da regalo, che è titolare di una catena di negozi contraddistinti da un’insegna formata da una conchiglia stilizzata e dalla scritta «Il mondo dei regali», viene a sapere che un altro impren ditore ha aperto un nuovo negozio nella stessa città, utilizzando come insegna la figura di una stella e le parole «Un mondo di regali». Il commerciante cita in giudizio il concorrente e chiede al giudice di ordinare la cessazione dell’uso del segno confondibile. La tesi dell’attore L’insegna del convenuto è confondibile, sia nella com ponente figurativa (l’immagine della conchiglia) sia nella parte linguistica (le parole «Un mondo di regali» al posto di «Il mondo dei regali»), con quella utilizza ta legittimamente dall’attore; il convenuto, pertanto, deve essere condannato a modificare l’insegna e a ri sarcire all’attore i danni subìti. La tesi del convenuto La domanda dell’attore deve essere respinta perché la
72
scritta «Il mondo dei regali» non è originale, in quanto indica in modo generico la natura dei prodotti venduti dall’imprenditore e quindi, in base alla legge, non può costituire oggetto di un diritto di esclusiva a favore di un imprenditore.
3
La ditta e l’insegna
ilcaso • Paolo Rossi, titolare dell’impresa omonima, cede l’azienda a Giulio Bianchi, che continua l’attività dell’impresa utilizzando la stessa ditta. Secondo te, il comportamento dell’acquirente dell’azienda è legittimo? Quali sono gli elementi che costituiscono la ditta? Il primo segno distintivo di un’impresa è la ditta. La ditta è il nome commerciale di un imprenditore, cioè il nome con il quale agi sce e compie atti giuridici con i terzi nell’esercizio della sua attività.
Ditta nominativa e di fantasia
Una ditta può essere nominativa, quando è formata dal nome civile dell’imprenditore (che, in base alla legge, comprende il prenome e il cognome; art. 6), o di fantasia.
Elemento patronimico
In ogni caso, però, la ditta deve contenere almeno il cognome o la sigla dell’imprenditore che l’ha creata (cosiddetto elemento patronimico; art. 25632). Questo elemento dovrebbe consentire ai terzi di individuare il titolare dell’impresa, ma spesso è difficile o quasi impossibile risalire dalla sigla (cioè dalle iniziali del suo nome) alla sua identità. esempio Mario Conti, titolare di un’impresa di arredamento, può utilizzare la ditta denominativa «Mario Conti» oppure una ditta di fantasia «Progetto arredo di Mario Conti», «Emmeci design», «C.M. arredamenti» e così via.
Ditta irregolare
Se non contiene il cognome o la sigla di colui che l’ha creata, una ditta non è regolare: l’imprenditore che utilizza una ditta irregolare non ha un diritto di uso esclusivo, ma è tutelato comunque dalle norme sulla concorrenza sleale [❯ m1 u4]. esempio Andrea Verdi crea un’impresa di produzione di software scegliendo come ditta Digital Lab oppure G.B. solution (con le iniziali della moglie).
Ditta originaria e derivata
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3 L’azienda
Ditta
Una ditta può essere originaria, quando viene utilizzata dallo stesso imprenditore che l’ha creata, oppure derivata, quando viene utilizzata da un altro imprenditore. Chi acquista una ditta, infatti, può inserirvi il proprio cognome o la propria sigla, in sostituzione o in aggiunta (cosiddetta doppia ditta) a quelli che vi sono già contenuti, ma può anche continuare a utilizzare la ditta precedente senza modificarla. esempio Giorgio Neri, che ha acquistato dall’omonimo imprenditore la ditta «Carlo Dolci», può modificare la ditta, chiamandola «Neri» o «Carlo Dolci di Giorgio Neri», oppure può mantenere la ditta «Carlo Dolci».
Trasferimento della ditta
In che modo può essere trasferita la ditta? In base alla legge, la ditta non può essere trasferita separatamente dall’azienda (art. 25651); l’azienda, invece, può essere trasferita anche senza la ditta, perché un impren ditore può cedere l’azienda ad altri e conservare la ditta per sé. esempio La ditta «Carlo Dolci», che identifica una pasticceria, non può essere ceduta separatamente dalla azienda (il negozio), ma il suo titolare può cedere l’azienda e mantenere la ditta per utilizzarla per un’altra attività di impresa.
In particolare: • nella cessione di un’azienda per atto tra vivi il trasferimento della ditta all’acqui rente si produce soltanto con il consenso dell’alienante (art. 25652) e, in questo modo, può costituire oggetto di una contrattazione separata rispetto all’azienda; esempio Il titolare della discoteca «Marabù di Marcella Bella» può vendere l’azienda, cioè il locale e l’arredamento, per un milione di euro oppure l’azienda e la ditta, comprensiva anche dell’avviamento, per un milione e mezzo di euro.
73
• nella successione in un’azienda a causa di morte il trasferimento della ditta al suc cessore avviene automaticamente, salvo una diversa volontà testamentaria (art. 25653).
lasoluzione • Il comportamento dell’acquirente è illegittimo in quanto, se nell’atto di vendita dell’azienda non è stato stabilito nulla al riguardo, l’acquirente di un’azienda non può utilizzare la ditta del precedente titolare.
Diritto di uso esclusivo
In che modo si acquista il diritto di uso esclusivo su una ditta? L’imprenditore ha un diritto di esclusiva sulla ditta di cui è titolare (art. 25631) e, se un altro imprenditore utilizza una ditta uguale o simile che può creare confusione con la sua, può pretenderne l’integrazione o la modificazione (art. 25641). esempio Il titolare dell’impresa di autonoleggio «Freschi» può impedire a un parente, che inizia un’attività nello stesso settore, di utilizzare come ditta il suo cognome e può obbligarlo a integrarla (per esempio con l’aggiunta del nome «Andrea Freschi» o con l’indicazione «Noleggio Freschi») oppure a modificarla (per esempio con la sigla «Effe» o «AF» ecc.).
m
Il diritto all’uso esclusivo di una ditta si acquista (art. 25642): • con l’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2] della ditta, per le imprese sog gette alla pubblicità legale; • con l’utilizzazione di fatto della ditta, per le altre imprese.
ditta
1
individua l’imprenditore
• deve contenere il cognome o la sigla dell’imprenditore • diritto di uso esclusivo con l’iscrizione nel registro delle imprese o con l’utilizzazione di fatto
Un altro segno distintivo è l’insegna, costituita spesso da indicazioni molto appari scenti (come immagini luminose o scritte intermittenti) per attirare la clientela.
Quale funzione svolge l’insegna e da quali elementi è costituita? Insegna
L’insegna individua i locali nei quali l’imprenditore svolge la sua attività economica, diretta alla produzione e allo scambio di beni o servizi. L’insegna, che a differenza della ditta non deve contenere necessariamente il cogno me o la sigla dell’imprenditore, può essere: • denominativa, quando è formata da parole o nomi; • figurativa, quando è costituita da immagini o simboli; • mista, quando è composta insieme da parole e figure. esempio È denominativa la scritta «Osteria Francescana» come insegna di un ristorante; è figurativa l’insegna con il disegno di una baguette per un forno; è mista l’insegna di un veterinario con l’immagine di due animali e le parole «Cani & Gatti».
Il diritto d’uso esclusivo su un’insegna si può acquistare soltanto con il suo uso di fatto, perché l’insegna non è mai soggetta all’iscrizione nel registro delle imprese. Come per la ditta, l’imprenditore che ha il diritto di esclusiva su un’insegna può impedire ad altri imprenditori di usare un’insegna uguale o simile e può obbligar li ad apportare le integrazioni o modificazioni necessarie per differenziarla (art. 2568). Secondo l’opinione prevalente l’insegna può essere trasferita soltanto con l’azienda ma, se non è stabilito diversamente, il suo trasferimento non richiede il consenso dell’alienante e avviene automaticamente per effetto della cessione dell’azienda.
insegna
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individua i locali dell’impresa
• può essere costituita da elementi scelti liberamente • diritto di esclusiva con l’uso di fatto
Emblema
Un segno distintivo di un’impresa abbastanza diffuso nella pratica è l’emblema, che non è disciplinato dalla legge e spesso è uguale alla ditta e/o al marchio. L’emblema è il contrassegno che viene applicato sui beni e sugli strumenti dell’impresa, per distinguersi dai concorrenti e per farsi pubblicità. esempio È un emblema la scritta in stampatello «TNT» sugli automezzi di un’impresa di trasporti, sulla divisa degli addetti alla consegna, sulla corrispondenza ecc.
r un
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Il pensionato Mauro Baldi, omonimo di un noto im prenditore che è titolare da alcuni anni della ditta «Mauro Baldi» operante nel settore turistico, apre una nuova agenzia di viaggi utilizzando, come ditta, il suo nome e cognome. Il titolare dell’impresa «Mauro Baldi» cita in giudizio il pensionato, chiedendo la modificazione della ditta che risulta confondibile con la sua.
di un’attività economica, anche se lo stesso nome è già utilizzato da un suo omonimo, in quanto non è possibile che una persona abbia un diritto di esclusiva sul proprio nome civile.
La tesi dell’attore L’utilizzazione di una ditta esattamente uguale a quella legittimamente usata da un altro imprendito re, anche se costituita dalla semplice riproduzione del nome e cognome del titolare, e per lo stesso settore di attività costituisce una violazione del diritto di uso esclusivo sul segno distintivo. La tesi del convenuto Una persona ha il diritto al nome e può utilizzare li beramente il suo nome e cognome nello svolgimento
4
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3 L’azienda
iu i
Il marchio
ilcaso • Un’impresa,
che sta per aprire un ipermercato, registra il proprio marchio, ma un concorrente si oppone alla registrazione perché l’attività non è stata ancora iniziata. A tuo parere, l’ufficio incaricato concederà la registrazione del marchio?
L’ultimo segno distintivo di un’impresa è il marchio.
Che cos’è il marchio di un’impresa? Marchio
Il marchio, indicato anche nel linguaggio comune come “marca”, individua i prodotti di un imprenditore, cioè i beni o i servizi che produce. La disciplina del marchio, oltre ad alcune disposizioni del codice civile (artt. 2569 ss.), è contenuta nel codice della proprietà industriale (d.lg. 10 febbraio 2005, n. 30).
Marchio di fabbrica e di commercio
Dal marchio di fabbrica, che viene apposto dal produttore e indica la provenienza di un prodotto, si distingue il marchio di commercio, che può essere applicato dal distri butore o dal rivenditore di un prodotto. Colui che commercializza un prodotto, infatti, può aggiungervi il proprio marchio ma, per non ingannare il pubblico sull’origine dei prodotti, non può nascondere o eliminare il marchio del produttore (art. 2572; art. 203 cod. prop. ind.).
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esempio Una cooperativa di consumo può commercializzare i prodotti dei soci aggiungendo sulle confezioni, accanto al marchio del produttore, il proprio logo.
Tipi di marchi
In base alla legge un marchio può avere come oggetto «tutti i segni suscettibili di essere rappresentati graficamente» (art. 7 cod. prop. ind.). In particolare, un marchio può essere: • denominativo, quando è costituito da un nome, da una parola o da un numero; • figurativo, quando è rappresentato da un’immagine, da un disegno o da un simbolo; • misto, quando è formato insieme da elementi linguistici e figurativi; • tridimensionale, o di forma, quando consiste nella forma caratteristica del prodotto o del suo involucro. esempio Sono denominativi i marchi «Samsung», «Levi’s» e «Sky»; sono figurativi i marchi rappresentati dalle tre strisce parallele e inclinate dell’Adidas, dalla mela morsicata della Apple e dal panda del WWF; sono misti i marchi costituiti da una conchiglia con la scritta «Shell», da due tori rossi contro il sole con le parole «Red Bull» e da una margherita con la scritta «Conad»; sono tridimensionali, invece, i marchi costituiti dalla forma particolare delle praline Ferrero Rocher, della bottiglia di vetro della Perrier e dell’accendino della Zippo.
m
Marchi forti e marchi deboli
1
Quali marchi sono forti o deboli? In relazione al grado diverso di originalità che presentano, i marchi si distinguono in: • marchi forti, o di pura fantasia, quando non contengono alcun riferimento al tipo o alla natura del prodotto; • marchi deboli, quando consistono nell’alterazione o nella combinazione di parole di uso comune che indicano il tipo o la natura di un prodotto. esempio Sono forti i marchi «Fiat», «Dixan» o «Tramontana», mentre sono deboli i marchi «Luxottica», «Panem» o «Amplifon».
Mentre un marchio forte gode di una tutela molto ampia contro ogni tentativo di imi tazione, il titolare di un marchio debole non può impedire che in seguito altri impren ditori utilizzino un marchio simile, apportandovi alcune modificazioni anche minime. esempio Sono stati considerati leciti il marchio «Brillo» per un lucido da scarpe, pur in presenza di un precedente marchio «Brill» per lo stesso prodotto, e il marchio «Lemonzeta» per una bevanda simile alla «Lemonsoda»; viceversa sono stati ritenuti confondibili i marchi «Coca soda» e «Coca-Cola», «Bel mondo» e «Bel Paese», «Supergomma» e «Superga».
Marchi celebri
... e celebri? La legge prevede una disciplina particolare per i cosiddetti marchi celebri, cioè per i marchi che «godono di rinomanza» nel territorio dello Stato. Questi marchi, infatti, vengono protetti anche contro l’eventuale utilizzazione, da parte di altri imprenditori, di marchi identici o simili per prodotti diversi e non sol tanto, come avviene per gli altri marchi, per i prodotti registrati o per prodotti affini. esempio Il titolare del marchio «Barilla» o «Benetton» può impedire che il marchio venga utilizzato, sfruttando in questo modo la sua notorietà presso il pubblico, per contraddistinguere biciclette o casse acustiche, anche se non vi è alcun rischio di confusione con i prodotti del titolare del marchio.
Diritto di uso esclusivo
In relazione alle modalità di acquisto e alla sua tutela, un marchio si distingue in: • marchio registrato, quando il diritto sul marchio deriva dalla sua registrazione; • marchio di fatto, o non registrato, quando il diritto sul marchio deriva dal suo uso. esempio È registrato il marchio «Fruit of the loom», mentre è di fatto il marchio «Shirts and Co.», utilizzato per lo stesso genere di prodotti.
Marchio registrato
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Documento Domanda per la registrazione di un marchio
In che modo viene tutelato il titolare di un marchio registrato? A sua volta, un marchio registrato può essere: • un marchio nazionale, quando viene registrato presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi ed è tutelato soltanto nello Stato italiano; un • marchio comunitario, quando viene registrato presso l’Ufficio per l’armoniz
zazione del mercato interno di Alicante ed è tutelato in tutti i Paesi dell’Unione europea; • un marchio internazionale, quando viene registrato presso l’Organizzazione mon diale della proprietà intellettuale di Ginevra (previa registrazione di un marchio na zionale o comunitario) ed è tutelato in tutti gli Stati aderenti a tale organizzazione. Ambito del marchio
La registrazione può essere domandata per una classe di prodotti o per più classi di prodotti indicate dalla legge e la richiesta può essere presentata anche prima della produzione e/o vendita dei prodotti a cui si riferisce. esempio Sono classi merceologiche distinte per la registrazione di un marchio la classe «Tessuti e prodotti tessili» e la classe «Articoli di abbigliamento, scarpe e cappelleria».
lasoluzione • L’ufficio concederà la registrazione, in quanto la registrazione di un marchio può essere chiesta anche prima di iniziare l’attività dell’impresa.
Durata del diritto sul marchio
Il diritto di uso esclusivo su un marchio registrato ha una durata di dieci anni ma in base alla legge è rinnovabile anche più volte, con la medesima durata, a ogni scaden za successiva (artt. 15, 16 cod. prop. ind.). esempio Il marchio «Coca-Cola» è stato registrato negli Stati Unti nel 1886 e da allora è stato sempre rinnovato, a livello internazionale, a ogni scadenza decennale.
In quali casi si verifica la decadenza del diritto sul marchio? Il titolare, però, può perdere il diritto su un marchio registrato se si verifica la decadenza del marchio per una delle seguenti cause (art. 26 cod. prop. ind.): • il mancato rinnovo alla scadenza del termine di durata del diritto, cioè dopo dieci anni dalla prima registrazione o dall’ultimo rinnovo; • la mancata utilizzazione del marchio entro cinque anni dalla sua registrazione o la sospensione dell’utilizzazione del marchio per cinque anni, a meno che non siano dovute a un motivo legittimo indipendente dalla volontà del titolare; • la volgarizzazione del marchio, quando un termine che era stato creato come mar chio dei prodotti di un’impresa diviene nel linguaggio comune il termine che indi ca in modo generico tutti i beni o i servizi di un certo tipo. esempio Le parole «biro», «nylon», «cellophane» e «thermos», che in origine erano marchi di impresa, sono divenute parole di uso comune per indicare un certo tipo di prodotto.
Secondary meaning
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3 L’azienda
Decadenza del diritto sul marchio
Un fenomeno opposto alla volgarizzazione del marchio è il cosiddetto secondary meaning, che si verifica quando un termine, che in precedenza costituiva l’indicazione generica di un certo tipo di beni o di servizi, acquista nell’uso comune un nuovo significato e individua in modo esclusivo i prodotti di una determinata impresa. esempio La giurisprudenza ha riconosciuto l’esistenza del secondary meaning nel caso del termine «Eurochocolate» poiché, in seguito all’uso e alla pubblicità di cui è stato oggetto, ha finito per individuare in modo esclusivo, per i consumatori, una nota manifestazione fieristica.
Marchio di fatto e preuso
In che modo viene tutelato il titolare di un marchio di fatto? Un marchio di fatto viene tutelato dalla legge soltanto nei limiti del cosiddetto preuso. Se un altro imprenditore chiede la registrazione dello stesso marchio, infatti, il titolare del marchio di fatto non può opporsi, ma può continuare a utilizzarlo per gli stessi prodotti e nello stesso ambito territoriale in cui lo utilizzava in precedenza e in cui ha acquistato notorietà presso il pubblico (art. 2571; art. 12 cod. prop. ind.). esempio Se un imprenditore tessile utilizza il marchio di fatto «Fili d’oro» per le proprie camicie su misura diffuse in un ambito locale e un altro imprenditore registra lo stesso marchio per la categoria «Articoli di abbigliamento, scarpe e cappelleria», il primo imprenditore non può opporsi alla registrazione e può continuare a utilizzare il marchio ma soltanto per le camicie (e non anche per abiti da sposa o per tute da ginnastica) e soltanto nello stesso ambito locale in cui lo usava in precedenza.
marchio
individua i beni o i servizi dell’mpresa
• può essere formato liberamente • diritto di esclusiva con registrazione (per dieci anni) o con uso di fatto (nei limiti del preuso)
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Trasferimento del marchio
Come può avvenire il trasferimento di un marchio? Un marchio può essere trasferito o concesso in uso anche separatamente dall’azienda, ma la cessione non deve trarre in inganno sui «caratteri dei prodotti o servizi che sono essenziali nell’apprezzamento del pubblico» (art. 25731; art. 234 cod. prop. ind.). esempio Un artigiano, che produce scarpe fatte a mano, può trasferire o concedere in uso il proprio marchio a un altro artigiano, ma non può cedere il marchio a un calzaturificio, che produce scarpe in serie e in modo industriale.
Cessione dell’azienda e trasferimento del marchio
m
Licenza di marchio
1
Di regola, se non risulta una diversa volontà delle parti, la cessione dell’azienda produce anche il trasferimento del marchio; se il marchio contiene il nome o la ditta del titolare dell’azienda, però, il suo trasferimento richiede il consenso del cedente. esempio Se il cedente non stabilisce diversamente, la cessione dell’azienda di costruzioni «Ediltetti» comprende anche il marchio omonimo mentre, se il cedente non vi acconsente espressamente, la cessione dell’azienda metalmeccanica «Valli» non produce il trasferimento del marchio omonimo.
In che cosa consiste la licenza di marchio? Il titolare di un marchio registrato può concedere a un altro imprenditore una licenza di uso del marchio, cioè il diritto di utilizzare il marchio per tutti o anche per una parte dei prodotti per i quali è stato registrato. La licenza di marchio può essere: • esclusiva, se il concedente si impegna a non concedere la licenza ad altri imprenditori e a non utilizzare egli stesso il marchio per i beni o servizi indicati nella licenza; • non esclusiva, se il concedente si riserva di concedere altre licenze ad altri imprenditori e/o di utilizzare egli stesso il marchio per lo stesso genere di beni o servizi. esempio Un imprenditore, titolare di un marchio nel settore della moda diffuso in ambito nazionale, concede una licenza per la sua commercializzazione all’estero ma continua a utilizzarlo in Italia.
Approfondimento Il marchio collettivo e le denominazioni geografiche
Quando la licenza di marchio è una licenza non esclusiva, sul mercato vi possono essere beni o servizi con lo stesso marchio ma provenienti da imprese diverse e, quindi, con differenti caratteristiche e/o con diversi standard di qualità. Per tutelare i consumatori, pertanto, la legge stabilisce che il titolare della licenza si deve obbligare a utilizzare il marchio per prodotti uguali a quelli commercializzati dallo stesso titolare del marchio o dai titolari di altre licenze (art. 232 cod. prop. ind.). esempio Un imprenditore, che ha ottenuto dal suo titolare una licenza di uso non esclusiva del marchio «Naturalmente», non può utilizzare il marchio per commercializzare prodotti alimentari ottenuti con fertilizzanti chimici.
iu i r un
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto L’imprenditore Rossi, che produce serrature di sicurezza, ottiene la registrazione del marchio «Safeguard» che l’imprenditore Bianchi utilizza già di fatto, come marchio non registrato, per le proprie casseforti; qualche tempo dopo, però, l’imprenditore Bianchi mette in vendita una linea di serrature di sicurezza con il marchio «Safeguard». Rossi cita in giudizio Bianchi per violazione del suo diritto di esclusiva sul marchio registrato. La tesi dell’attore Il titolare di un marchio di fatto è tutelato dalla legge, nel caso di registrazione
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del marchio da parte di un altro imprenditore, soltanto nei limiti del preuso: il convenuto, pertanto, può continuare a utilizzare il marchio «Safeguard» per le casseforti ma non può estenderne l’uso alle serrature di sicurezza, che costituiscono un prodotto diverso.
La tesi del convenuto In base alla legge sui marchi, le casseforti e le serrature di sicurezza rientrano entrambe nella classe 6 «Prodotti metallici non compresi in altre classi»: l’utilizzazione del marchio «Safeguard» da parte del convenuto, pertanto, non costituisce un ampliamento dell’uso precedente ed è del tutto legittimo.
CLIL
Someoneelserightissues
Trademarks in China For example, Cocacola had at first been called Ke kou Kela, meaning “pleasantpowersmoked”. This meaning was not too appropriate to the product, so it was later changed to Kekou KeLe, meaning “pleasant for the mouth”. Pepsicola adopted a name, BaiShi Kele, that means “makes everything happy”, while Carrefour used Jia le fu, meaning “happy house”.
How to register a trademark
In most cases transliteration is made trying just to reproduce the sound of the original name, without worrying about the meaning, as in Fendi (FenDi), Fiat (FeiYaTe), Ferrari (FaLaLi), Motorola (Motuolu ola), whose characters have no meaning at all. Moreover it’s not allowed to register trademarks that are just descriptive in their nature, containing the banner of the People’s Republic of China, or that have an offensive or insulting meaning.
The authority in charge of trademark registration is the Chinese trademark Office, which is part of the State Administration for Industry and Com merce (Saic), while the jurisdiction for the violation of copyrights belongs to the Saic itself, and to local governments. There are two possible procedures to register a trademark in China. • National registration: foreign citizens who reside or have their business in China can file a request in Chinese language directly to the Trademark Office; nonetheless, this procedure is generally entrusted to consultants or international lawyers’ offices. • International registration: the quickest and more efficient way, managed by the World Intellectual Property Organization, a United Nations organi zation. The essential requirement is the registra tion of the trademark in the country in which the company is based. This procedure offers the advantage of granting copyright protection in all countries who signed the Madrid protocol through the filing of a single request. It’s important to note, however, that internation al registration does not grant in itself copyright protection in all countries who signed the Madrid protocol: this procedure simply avoids multiple registration requests, one for each country, since a single request is sent to the Wipo, who will register the copyright in all countries desired by the requesting company.
Trademark contents If the trademark contains words in a foreign lan guage, their meaning must be specified in the re quest. Moreover, it’s necessary to transliterate the trademark in Chinese characters, so that it will be easy to read and captivating in meaning. In facts, Chinese language is written in ideograms, graphic symbols corresponding to words or concepts.
Effectiveness of copyright protection National copyright protection begins with the ac tual registration of the trademark, requiring at least eighteen months since the application. After a preliminary approval, trademarks must be published in the Trademark Journal and, from that moment anyone can oppose to its registration. If three months without opposition pass, the trademark is approved and registered. Trademark registration lasts ten years and can be renewed every ten years.
u
3 L’azienda
Chinese laws for trademarks protection are similar to those present in many other countries, including Italy, with two main differences: protection is granted from the moment of the registration of the trademark (and not from the moment the trademark begins to be used, as is the case in Italy), and its contents require some form of quality approval from the Government.
Comprehension 1. Where can the international registration of a trademark be made? 2. What is transliteration? 3. How long does the protection of a trademark last?
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Trademark Registration Ideogram Protection
........................................ ........................................ ........................................ ........................................
79
Ripassafacile
caratteri
avviamento
Azienda e suo trasferimento
m
trasferimento
1 L’azienda
Segni distintivi dell’impresa
caratteri
80
tutela
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Concetti chiave
Simulazione della verifica orale
English summary
ditta
Ditta e insegna
insegna
u L’azienda
3 Marchio
tipi
registrazione, utilizzazione e trasferimento
81
Verificaformativa 1. Risposte multiple
d non contiene il nome o cognome del titolare e consiste nel nome di un’attività o di un prodotto
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
Il termine “azienda”:
7.
c indica l’insieme dei beni di proprietà dell’imprenditore
b l’oggetto dell’attività esercitata c il luogo dove viene svolta l’attività
d indica l’insieme degli elementi personali e reali organizzati dall’imprenditore
d il cognome o la sigla dell’imprenditore che l’utilizza
e comprende soltanto beni materiali
e l’eventuale indicazione che si tratta di un’impresa individuale
L’avviamento di un’azienda: a è la capacità di un’azienda di produrre utili o profitti
8.
m
d è soltanto oggettivo e è soltanto soggettivo
1
d notorio e figurativo 9.
a richiede sempre la forma scritta essenziale b deve essere redatto per atto pubblico
c è tutelato su tutto il territorio nazionale d è tutelato solo nei limiti in cui lo utilizza
c non può essere redatto per iscritto d richiede la forma scritta probatoria
4.
Il titolare di un marchio non registrato: a non può registrarlo successivamente b non è tutelato dalla legge
Il contratto di trasferimento di un’azienda:
e deve essere redatto con una scrittura privata autenticata
Un marchio forte è un marchio: a registrato b di fantasia c di fatto
b è il valore complessivo dei beni aziendali c prima dell’inizio dell’attività dell’impresa è uguale al valore dei beni aziendali
3.
La ditta originaria deve contenere: a il cognome o la sigla dell’imprenditore che l’ha creata
a è sinonimo di “impresa” b indica lo scopo o fine di un’impresa
2.
Vuoi testare la tua preparazione? Fai il test in autovalutazione
e non può essere un imprenditore commerciale 10. Il marchio “Computer” utilizzato per un portatile: a è illecito b non è nuovo c non è originale
Il patto di non concorrenza previsto all’atto del trasferimento di un’azienda: a può impedire all’acquirente qualsiasi attività professionale
d è ingannevole e è di fantasia
b può impedire all’alienante qualsiasi attività professionale
5.
c deve essere scritto d può riguardare anche la continuazione di un’altra attività
2. Vero o falso
e può avere una durata superiore a cinque anni
1.
Per i debiti dell’azienda ceduta sono responsabili (2 risposte esatte): a l’alienante, in ogni caso b l’acquirente, se ne era a conoscenza
Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta
Un segno distintivo non è originale quando: a è uguale o simile a un altro segno distintivo b è contro la legge
82
c non è di fantasia
F
......................................................................................................
2.
Il trasferimento di un’azienda commerciale deve essere iscritto nel registro delle imprese.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
3.
Colui che cede un’azienda può continuare un’altra attività che svolgeva in precedenza. V
F
......................................................................................................
e l’alienante, salvo che l’acquirente lo liberi espressamente 6.
V
......................................................................................................
c l’acquirente, se i debiti risultano dalle scritture contabili obbligatorie d l’alienante, salvo che i creditori lo liberino espressamente
Un’azienda può essere trasferita soltanto per atto tra vivi.
......................................................................................................
4.
La successione dell’acquirente nei contratti aziendali richiede il consenso del contraente V ceduto.
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
Verificaformativa
6.
Il trasferimento di un’azienda produce anche la cessione dei crediti verso i terzi.
......................................................................................................
Caratteristica di un segno distintivo in base alla quale non deve essere uguale o simile a quello di un concorrente.
......................................................................................................
......................................................................................................
Un segno distintivo non deve essere confondibile con i segni distintivi utilizzati da un concorrente.
3. V
F
4. V
F
......................................................................................................
......................................................................................................
5.
......................................................................................................
7.
L’imprenditore non può utilizzare come ditta il proprio nome civile.
F
......................................................................................................
4. Vocabulary
Il rivenditore può sostituire il marchio di fabbrica con un marchio di commercio.
Find the term or terms corresponding to the definition
V
F
......................................................................................................
1.
......................................................................................................
9.
Marchio che consiste nella modificazione o alterazione di un termine generico. ......................................................................................................
V
......................................................................................................
8.
Ditta che contiene il nome di colui che l’ha creata e di colui che l’ha acquistata.
Un marchio può essere registrato solamente se l’imprenditore ha già iniziato a utilizzarlo. V
.....................................................................................................
F
......................................................................................................
.....................................................................................................
2.
......................................................................................................
10. Un marchio può essere ceduto soltanto insieme all’azienda o a un suo ramo.
The whole of the assets managed by the entrepreneur.
The ability of a firm to produce profits. ...................................................................................................... ......................................................................................................
V
F
3.
...................................................................................................... ......................................................................................................
Distinguishing mark that identifies a firm’s establishments. ...................................................................................................... ......................................................................................................
3. Lessico
4.
Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione
Amount of money paid by the holder of a copyright license. ...................................................................................................... ......................................................................................................
1.
Accordo che limita o estende il divieto di 5. concorrenza nel caso di trasferimento di un’azienda.
Decadence of the right of exclusive use of a copyright due to the loss of its originality.
......................................................................................................
......................................................................................................
2.
Responsabilità dell’acquirente di un’azienda per i debiti in solido con l’alienante.
......................................................................................................
u
3 L’azienda
5.
......................................................................................................
ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande Il titolare di due discoteche, che si trovano una a Milano e l’altra a Rimini, decide di vendere il locale di Milano e di continuare a gestire la discoteca di Rimini. Dopo la vendita, però, l’acquirente della discoteca sostiene che, in base alla legge, l’alienante non può più svolgere un’attività concorrente nei suoi confronti. 1.
Quale contenuto ha il divieto di concorrenza previsto dalla legge a carico dell’alienante di un’azienda?
2. 3.
La pretesa dell’acquirente della discoteca è fondata dal punto di vista giuridico?
83
u4
Le imprese e la concorrenza
Prerequisiti
Essere in grado di classificare le imprese in base al soggetto che le esercita
Conoscenze
L’imprenditore privato e l’imprenditore pubblico
Abilità
Indicare i motivi e le modalità della privatizzazione delle imprese pubbliche
iave Parole cohrds Keyw
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Italiano
Inglese
Iniziativa economica privata
Private economic iniziative
Concorrenza
Competition
Concorrenza sleale
Unfair competition
Patto di limitazione della concorrenza
Agreement on restriction of competition
Monopolio
Monopoly
Nazionalizzazione
Nazionalization
Consorzio
Consortium
Geie
European Economic Interest Grouping (EEIG)
Impresa privata
Private entreprise
Impresa pubblica
Public entreprise
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La concorrenza sleale
ilcaso • Un operatore turistico cita in giudizio per concorrenza sleale un’altra impresa, che ha riprodotto nel suo sito web la pagina principale del sito del ricorrente. A tuo parere, il tribunale accoglierà la richiesta di risarcimento dei danni?
Libertà dell’iniziativa economica
In che modo viene riconosciuta e regolata dalla legge la libertà della concorrenza? Di regola, in base al principio di libertà dell’iniziativa economica privata contenuto nell’articolo 41 della Costituzione, chiunque può svolgere un’attività di produzione e/o scambio di beni o servizi e diventare, in questo modo, un imprenditore. esempio Qualsiasi persona, nel rispetto delle eventuali prescrizioni stabilite dalla legge (come autorizzazioni, licenze o permessi), può gestire un bar, produrre vestiti, aprire un call center, vendere prodotti ortofrutticoli e così via.
Una conseguenza del principio in esame è la libertà della concorrenza, in quanto una persona può iniziare un’attività economica anche se la stessa attività è esercitata già da altri imprenditori, con i quali il nuovo imprenditore si pone in concorrenza. esempio Un ex insegnante può creare una scuola privata, per il recupero degli anni scolastici, facendo concorrenza ad altre scuole già esistenti.
Di regola, quindi, la concorrenza tra imprenditori è libera, ma deve svolgersi nel rispetto di alcune regole e di alcuni limiti che vengono stabiliti dalla legge per garantire, a tutela di interessi generali, un corretto svolgimento della competizione economica. Innanzitutto un imprenditore non può compiere atti di concorrenza sleale (art. 2598).
Quali atti sono considerati atti di concorrenza sleale? Concorrenza sleale
Sono atti di concorrenza sleale gli atti o comportamenti con i quali un imprenditore si avvantaggia in modo illecito a danno degli imprenditori concorrenti. Al riguardo è da notare che la legge reprime gli atti di concorrenza sleale nell’interesse degli altri imprenditori, e non dei consumatori e/o degli utenti, perché vieta soltanto i comportamenti che possono danneggiare in concreto altri imprenditori.
Atti di confusione
In primo luogo sono sleali gli atti idonei a creare confusione, nel pubblico dei consumatori o degli utenti, con i prodotti e/o con l’attività di altri imprenditori, in modo tale da sfruttare indebitamente la loro notorietà o il loro successo commerciale. In particolare, secondo la giurisprudenza, rientrano nella categoria in esame: • l’uso di nomi o segni distintivi [❯ m1 u3] confondibili con quelli di altri imprenditori e tali da ingannare il pubblico riguardo alla natura o alla provenienza dei prodotti; • l’imitazione servile, che consiste nel copiare esattamente la forma o le caratteristiche che distinguono il prodotto di un altro imprenditore; • la concorrenza parassitaria, che ricorre quando un imprenditore riproduce in modo sistematico le iniziative (produttive, pubblicitarie ecc.) di un concorrente.
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4 Le imprese e la concorrenza
Libertà della concorrenza
esempio È stato considerato un atto di concorrenza sleale per confusione l’uso del marchio «Guccini», da parte di un produttore di capi di abbigliamento, in quanto confondibile con il marchio «Gucci»; costituisce un’imitazione servile la riproduzione della forma esteriore o del colore di un paio di scarpe; dà luogo a una concorrenza parassitaria il comportamento di un’impresa automobilistica che lancia lo stesso identico tipo di concorso a premi ideato da un’impresa concorrente.
lasoluzione • Il tribunale accoglierà la richiesta di risarcimento dei danni, poiché la riproduzione della pagina principale del sito di un’altra impresa, nel sito di un’impresa concorrente, costituisce una forma di concorrenza parassitaria.
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Atti di denigrazione
In secondo luogo sono sleali gli atti di denigrazione, con i quali un imprenditore diffonde notizie o apprezzamenti sull’attività e/o sui prodotti di un altro imprenditore allo scopo di danneggiarne la reputazione. È considerata denigratoria non soltanto la divulgazione di fatti falsi, cioè non corrispondenti al vero, ma anche di fatti veri, se esposti in modo scorretto o distorto. esempio Un’industria farmaceutica pubblica la notizia che un medicinale prodotto da un concorrente può causare allergie, senza precisare che si tratta di un evento molto raro e soltanto in pazienti con patologie particolari.
In base alla legge, perché ricorra un atto di concorrenza sleale è necessaria la “diffusione”, cioè la comunicazione a più persone, di informazioni negative su un imprenditore: non rientra in questa figura, pertanto, un giudizio negativo formulato in via personale o confidenziale oppure in un ambiente ristretto e a scopi non commerciali. esempio Un imprenditore comunica a un fornitore che un concorrente è in difficoltà economiche oppure un relatore espone le controindicazioni di un integratore dietetico durante un congresso scientifico.
Atti di vanteria
In terzo luogo sono sleali gli atti di vanteria, che consistono nell’appropriarsi di qualità o caratteristiche dei prodotti di un altro imprenditore.
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esempio Il titolare di un ristorante afferma falsamente di avere ottenuto il riconoscimento da una rivista del settore oppure un’industria di pneumatici sostiene falsamente di essere il fornitore ufficiale di una nota scuderia automobilistica.
Costituisce un atto di vanteria anche la pubblicità per riferimento, che ricorre quando un imprenditore dichiara che un prodotto è simile a quello di un altro imprenditore allo scopo di sfruttarne la notorietà presso il pubblico.
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esempio Un commerciante mette in vendita un telefono “tipo iPhone” oppure un’impresa produce delle scarpe sportive “modello Adidas”.
Atti contrari alla correttezza professionale
Sono sleali, infine, tutti gli altri atti contrari ai princìpi della correttezza professionale, cioè alle regole di comportamento osservate generalmente dagli operatori di un determinato settore economico. In particolare, sono state considerate scorrette le seguenti pratiche: • lo storno di dipendenti, consistente nella sottrazione sistematica del personale (direttivo, amministrativo, tecnico ecc.) di un altro imprenditore; • lo spionaggio industriale o commerciale, consistente nell’appropriazione di segreti di fabbrica o di notizie riservate; • il boicottaggio, realizzato mediante la stipulazione di accordi con altri imprenditori diretti a escludere un imprenditore da alcuni rapporti contrattuali o ad applicare a un imprenditore condizioni contrattuali più gravose; • il cosiddetto dumping, cioè la vendita temporanea di un prodotto sottocosto per provocare una “guerra dei prezzi” e fare uscire dal mercato uno o più imprenditori concorrenti. esempio Un imprenditore assume tutti i manager di un concorrente (storno di dipendenti) o ottiene in modo illecito i disegni dei prodotti di un concorrente (spionaggio); i titolari di alcuni ristoranti si impegnano a non comprare il pane da un fornaio extracomunitario (boicottaggio); un imprenditore concede sistematicamente uno sconto svendendo un prodotto a un prezzo inferiore al suo costo (dumping).
Rimedi contro gli atti di concorrenza sleale
Quali rimedi sono previsti contro gli atti di concorrenza sleale? L’imprenditore che ha subìto un atto di concorrenza sleale può chiedere al giudice di ordinare la cessazione dell’atto illecito (cosiddetta azione inibitoria) e, quando è possibile, la rimozione degli effetti dell’atto che è stato compiuto (art. 2599). Se vi è stato dolo o colpa dell’altro imprenditore, inoltre, può chiedere il risarcimento dei danni, che può avvenire anche mediante la pubblicazione della sentenza di condanna, a spese del concorrente, in uno o più giornali (art. 26001, 2). esempio Il giudice può ordinare la distruzione o il ritiro dal mercato degli oggetti che costituiscono un’imitazione servile dei prodotti di un’altra impresa, il pagamento di una somma di denaro come risarcimento dei danni e la pubblicazione della sentenza di condanna in un quotidiano.
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Al riguardo è da notare che la legge, allo scopo di scoraggiare l’impiego di metodi disonesti nell’esercizio di un’attività economica, stabilisce una presunzione relativa di colpa a carico di chi ha posto in essere un atto di concorrenza sleale (art. 26003). In altri termini, non è il danneggiato che deve provare la colpa del danneggiante ma è il danneggiante che, se vuole evitare di risarcire i danni, deve dimostrare di avere osservato la diligenza richiesta in concreto dal tipo di attività esercitata (cosiddetta inversione legale dell’onere della prova).
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Il titolare di un negozio decide di cessare la sua attività a causa delle difficoltà economiche e, per liquidare le merci in magazzino, procede a una vendita straordinaria di tutti i prodotti a un prezzo inferiore al loro costo di acquisto, ma un imprenditore concorrente ritiene che tale comportamento sia illecito. L’imprenditore pertanto cita in giudizio il commerciante per ottenere dal giudice il risarcimento dei danni. La tesi dell’attore La vendita sottocosto dei prodotti da parte di un’impresa è contraria ai princìpi della
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correttezza professionale e costituisce un atto di concorrenza sleale, in quanto espone le altre imprese a una concorrenza che non possono sostenere se non operando in perdita.
La tesi del convenuto La vendita sottocosto non può essere considerata un atto di concorrenza sleale, in quanto la concorrenza presuppone la continuazione dell’attività di un’impresa mentre, nel caso in esame, la vendita dei prodotti a un prezzo inferiore al loro costo di acquisto viene fatta allo scopo di liquidare l’attività.
Le limitazioni della concorrenza
ilcaso • Due imprese di abbigliamento concludono un accordo, con il quale si impegnano per dieci anni a produrre una solo abiti maschili e l’altra solo abiti femminili. Secondo te, l’accordo concluso dalle imprese è valido giuridicamente? La concorrenza può essere limitata solo dai soggetti interessati? La libertà della concorrenza può subire in concreto alcune limitazioni, per effetto della volontà degli imprenditori interessati (limitazioni convenzionali della concorrenza) o della legge (limitazioni legali della concorrenza). Limitazioni convenzionali della concorrenza
Le limitazioni convenzionali della concorrenza derivano da un accordo tra gli imprenditori interessati, che riducono o escludono del tutto la concorrenza tra loro.
Intese e cartelli
Che differenza esiste tra un’intesa e un cartello? Dal punto di vista economico, gli accordi tra concorrenti possono dare luogo a: • intese, quando gli imprenditori si impegnano a non farsi concorrenza in un dato settore e/o in una data zona per ripartirsi un mercato; esempio Sono intese gli accordi con i quali un’industria alimentare si impegna a produrre soltanto pasta e un’altra soltanto riso oppure un’industria automobilistica si impegna a vendere i propri prodotti in Europa e un’altra in Giappone.
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4 Le imprese e la concorrenza
Approfondimento La pubblicità ingannevole e comparativa
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• cartelli, quando gli imprenditori si obbligano a osservare determinate regole comuni per avere profitti più elevati.
esempio Sono cartelli gli accordi con i quali alcune banche si impegnano reciprocamente a praticare un prezzo minimo per i propri servizi o a inserire nei contratti determinate condizioni standard oppure alcune società petrolifere si impegnano a ridurre la quantità prodotta per potere applicare prezzi più alti.
Patto di non concorrenza
A quali condizioni è valido un patto di non concorrenza? Dal punto di vista giuridico un patto di non concorrenza è soggetto ad alcuni limiti, a tutela della libertà di iniziativa economica privata, in quanto (art. 2596): • deve risultare da un atto scritto, ma soltanto ai fini della prova dell’accordo (che, in mancanza di un atto scritto, è valido ma non può essere provato per testimoni); • deve riguardare, a pena di nullità, una zona determinata o un’attività determinata; • può avere una durata massima di cinque anni oppure, se è stabilito per un periodo più lungo o a tempo indeterminato, si riduce automaticamente a cinque anni.
lasoluzione • L’accordo costituisce un patto di limitazione della concorrenza ed è valido, ma è efficace soltanto per il periodo massimo di cinque anni previsto inderogabilmente dalla legge.
Effetti della violazione del patto
Se non rispetta un patto di non concorrenza, un imprenditore è responsabile per il risarcimento dei danni verso gli altri imprenditori con i quali ha concluso l’accordo, ma gli eventuali atti giuridici che ha compiuto con i terzi sono pienamente validi.
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esempio Se vende dei beni o fornisce dei servizi nella zona riservata a un concorrente in base a un accordo commerciale, un imprenditore è obbligato a risarcire i danni causati al concorrente, ma le cessioni o le prestazioni eseguite in violazione dell’accordo producono i loro effetti giuridici.
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In alcuni casi è la stessa legge che limita la concorrenza, perché l’iniziativa economica privata non può svolgersi «in contrasto con l’utilità sociale» (art. 41 Cost.). Limitazioni legali della concorrenza
Le limitazioni legali della concorrenza sono divieti o restrizioni della libertà di concorrenza tra imprenditori stabiliti dalla legge per motivi di interesse generale. Nel nostro ordinamento i principali limiti legali della concorrenza sono: • le nazionalizzazioni; • i monopoli legali; • le autorizzazioni amministrative; • i divieti legali di concorrenza.
Nazionalizzazioni
In quali casi è consentita, in base alla Costituzione, l’espropriazione di un’impresa? Innanzitutto la legge può riservare originariamente o trasferire successivamente determinate imprese o categorie di imprese allo Stato oppure a enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti (cosiddetta nazionalizzazione). In base alla Costituzione, però, l’espropriazione di un’attività economica può essere disposta soltanto (art. 43 Cost.): • per motivi di preminente interesse generale; • per imprese riguardanti servizi pubblici essenziali, fonti di energia o situazioni di monopolio; • il cambio del pagamento di un indennizzo. esempio All’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso in Italia è stata istituita l’Enel (Ente nazionale per l’energia elettrica), a cui sono stati riservati in via esclusiva, fino alla liberalizzazione del settore energetico attuata al termine degli anni Novanta, la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica su tutto il territorio nazionale.
Monopoli legali
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La legge può stabilire anche monopoli legali, cioè prevedere che alcune attività siano esercitate soltanto, per motivi economici o sociali, da imprese pubbliche o a partecipazione pubblica oppure da imprese private in base a una concessione amministrativa che attribuisce loro un diritto di esclusiva (art. 2084). I monopoli legali però sono diminuiti e sono destinati a scomparire del tutto con la piena attuazione della normativa comunitaria in materia di libertà di insediamento delle imprese, che favorisce la libera concorrenza all’interno del mercato unico.
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Patto di limitazione della concorrenza Compila il documento proposto con dati a tua scelta
scrittura privata Con la presente scrittura privata, da farsi valere a ogni effetto di legge e redatta in due originali sottoscritti da entrambe le parti, tra:
Indicazione delle parti
– la società ................................................................, con sede a .................. in ............................... n. ....., in persona del suo legale rappresentante dottor ................................, nato a ........................................ il ............................ e residente a ................................ in ............................................. n. ....., e – la società ................................, con sede a ................................ in ............. ......................... n. ....., nella persona del suo amministratore unico ............. ..................., nato a .................................................. il ................................ e ivi residente in ................................ n. .....; premesso
si conviene e si stipula quanto segue.
Accordo di non concorrenza
1. La ................................................................ si impegna nei confronti della ................................................................ a non svolgere la propria attività, direttamente o per interposta persona, per conto di imprese aventi la sede legale o amministrativa a ................................ e provincia.
Corrispettivo dell’accordo
2. Come corrispettivo dell’obbligazione assunta al punto precedente, la ................................................................. versa alla controparte la somma di ....................................................... (...........................................) euro, che il dottor ................................. dichiara di avere ricevuto integralmente rilasciandone quietanza con la firma del presente atto.
Clausola penale
3. Nel caso di violazione degli obblighi assunti la ............................................. .................... dovrà versare alla ................................................................, a titolo di penale per l’inadempimento, la somma di ......................................... (...........................................) euro salvo il risarcimento dell’eventuale danno maggiore subìto dalla controparte.
Durata dell’accordo
4. L’impegno di cui al presente accordo avrà la durata di anni ........ (............) a decorrere dalla data della sua sottoscrizione.
Spese
5. Le spese relative a questo atto e alla sua registrazione sono interamente a carico della ............................................
Foro competente
6. Per qualsiasi controversia relativa al presente contratto, le parti indicano come foro competente quello di ........................... Luogo e data .........................................
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che la ................................ e la ................................ esercitano un’attività di elaborazione dati per conto terzi;
Firmato ................................... (per la .........................................................) ................................... (per la ...................................)
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esempio Sono stati a lungo monopoli legali i servizi postali gestiti dalle Poste italiane s.p.a., i servizi ferroviari gestiti dalle Ferrovie dello Stato s.p.a., i servizi di trasporti di linea gestiti da aziende consorziate costituite da più Comuni e così via.
Quali sono gli obblighi a carico di un monopolista legale? Quando vi è una situazione di monopolio legale, la legge impone alcuni obblighi specifici a carico del monopolista, per evitare possibili abusi o discriminazioni da parte dell’unico soggetto che fornisce sul mercato un determinato bene o servizio. In particolare, il monopolista legale ha l’obbligo di (art. 2597): • contrarre con chiunque ne faccia richiesta, nei limiti dei mezzi ordinari dell’impresa (art. 1679, in materia di servizi pubblici di linea); • osservare la parità di trattamento. In altri termini, il monopolista non può rifiutarsi di fornire i propri beni o servizi oppure praticare condizioni diverse ad alcuni consumatori o utenti rispetto ad altri. Autorizzazioni amministrative
La legge può subordinare l’esercizio di alcune attività economiche, in considerazione della loro importanza e del loro interesse economico e sociale, a una autorizzazione amministrativa, diretta ad accertare il possesso di specifici requisiti.
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esempio Le attività bancarie devono essere autorizzate dalla Banca d’Italia, mentre le attività assicurative sono sottoposte all’autorizzazione dell’Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo).
Divieti legali di concorrenza
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In altri casi, infine, la legge impone alcuni divieti legali di concorrenza perché, a causa della loro condizione personale, non ritiene opportuno che determinati soggetti svolgano un’attività d’impresa. I principali divieti di concorrenza stabiliti dalla legge italiana riguardano: • l’alienante dell’azienda [❯ m1 u3], che deve astenersi per cinque anni dall’iniziare una nuova attività idonea, per l’oggetto o l’ubicazione, a sviare o sottrarre la clientela dell’azienda che ha ceduto (art. 2557); • i lavoratori subordinati [❯ m4 u1], che in base all’obbligo di fedeltà nei confronti del datore di lavoro non devono trattare affari per se stessi o per altri soggetti in concorrenza con l’imprenditore (art. 2105); • i soci illimitatamente responsabili [❯ m2 u1] di una società commerciale di persone e gli amministratori delle società di capitali [❯ m2 u2] (art. 2390), che di regola non possono esercitare un’attività concorrente con la società, per conto proprio o di terzi, né partecipare come soci illimitatamente responsabili in una società concorrente.
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un commerciante di articoli da regalo, che ha concluso un patto con un concorrente in base al quale si è impegnato a “non iniziare una nuova impresa per dieci anni”, ritiene che l’accordo sia illecito in quanto limita in misura eccessiva la sua libertà di iniziativa economica. Il commerciante cita in giudizio il concorrente e chiede al giudice di dichiarare la nullità del patto. La tesi dell’attore Il patto di non concorrenza è contrario alla legge in quanto è indeterminato nel contenuto, nel senso che non indica quale tipo di attività economica viene impedita, ed eccessivo nella durata, in quanto in base alla legge non può avere una durata superiore a cinque anni. La tesi del convenuto Il patto che è stato concluso è pienamente valido perché si riferisce evidentemente all’inizio di una nuova
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impresa nello stesso settore nel quale opera l’imprenditore che lo ha sottoscritto e in base alla legge, anche se è stato concluso per un periodo di dieci anni, è efficace ma soltanto per cinque anni.
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La legislazione antimonopolistica
La normativa antitrust comunitaria ilcaso • Un’impresa italiana si fonde con un’impresa tedesca in un settore nel quale la concorrenza è costituita da un’impresa americana di grandi dimensioni. A tuo parere, la Commissione europea può autorizzare la concentrazione tra le due imprese?
esempio Sono restrittive della concorrenza le intese e/o le pratiche dirette a fissare i prezzi di acquisto o di vendita di determinati prodotti; a ripartirsi i mercati e le fonti di approvvigionamento; a discriminare alcuni clienti o fornitori e così via; è un abuso di posizione dominante l’imposizione dell’acquisto di un software da parte di una impresa leader nella produzione e vendita di computer.
Procedura
Come si svolge la procedura davanti alla Commissione europea? L’accertamento delle infrazioni della normativa antitrust è di competenza della Commissione europea, che può iniziare un’istruttoria d’ufficio, cioè di propria iniziativa, o su richiesta delle imprese interessate o di altri soggetti interessati. Le intese tra imprese sono nulle di pieno diritto, cioè non producono automaticamente alcun effetto giuridico, quando hanno come oggetto o come effetto, anche solo indirettamente, di impedire, restringere o falsare la concorrenza nel mercato comune. La Commissione, tuttavia, può dichiarare l’inapplicabilità del divieto alle intese che sono compensate da effetti positivi e non comportano una sostanziale eliminazione della concorrenza all’interno del mercato comune.
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Intese restrittive della concorrenza Abuso di una posizione dominante
Quali comportamenti sono vietati dalla normativa europea sulla concorrenza? L’articolo 3 del trattato istitutivo della Comunità europea indica, tra i suoi obiettivi primari, la creazione di un regime diretto a «garantire che la concorrenza non sia falsata nel mercato interno». Per realizzare questo obiettivo il trattato vieta, in quanto incompatibili con il mercato comune, i seguenti accordi o comportamenti da parte di una o più imprese (o di associazioni di imprese) quando sono idonei a pregiudicare gli scambi tra gli Stati membri: • le intese, cioè gli accordi e le pratiche concordate tra imprese, restrittive della concorrenza (art. 81 del trattato Ce); • l’abuso di una posizione dominante sul mercato comune o su una parte sostanziale di esso (art. 82 del trattato Ce).
esempio La Commissione europea può autorizzare espressamente accordi di specializzazione, di ricerca e sviluppo, di concessione di know how ecc., se hanno come effetto il miglioramento della produzione o della distribuzione dei prodotti e la promozione del progresso tecnico o economico.
lasoluzione • La Commissione può autorizzare una concentrazione tra due imprese comunitarie quando può avere effetti positivi sulla competitività delle imprese coinvolte.
Nel caso di una posizione dominante, un’impresa può chiedere alla Commissione: • un’esenzione individuale, se la sua condizione non elimina del tutto la concorrenza dal mercato comune e produce anche effetti positivi; • un’attestazione negativa, se la sua situazione non dà luogo a uno sfruttamento abusivo di una posizione dominante a livello comunitario. Poteri di indagine e istruttori
I funzionari della Commissione europea hanno ampi poteri di indagine e istruttori che possono esercitare anche coattivamente, se le imprese interessate si rifiutano di collaborare, con l’assistenza delle autorità nazionali.
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esempio I funzionari europei possono richiedere informazioni a soggetti pubblici o privati, controllare le scritture contabili e gli altri documenti delle imprese, accedere ai locali e agli uffici delle aziende ecc. e, se un imprenditore si oppone, possono ottenere un ordine o mandato dal giudice.
Diritto di difesa
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Concentrazioni tra imprese
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La normativa europea in alcuni casi vieta la concentrazione di imprese
Durante lo svolgimento dell’istruttoria le imprese hanno un ampio diritto di difesa: la Commissione, infatti, deve comunicare per iscritto gli eventuali addebiti alle imprese che, dopo avere preso visione della pratica, possono inviare memorie scritte e chiedere un’audizione individuale, con l’assistenza di un legale. La controversia tra la Commissione e le imprese o l’impresa può terminare con: • una composizione amichevole, se le imprese interrompono spontaneamente le intese o pratiche vietate oppure l’abuso della posizione dominante; • una decisione formale, con la quale la Commissione può accertare la violazione della normativa comunitaria e applicare le relative sanzioni pecuniarie (che possono arrivare, per ciascun’impresa coinvolta, fino al 10% del volume d’affari).
In quali casi la normativa europea vieta la concentrazione tra imprese? La Commissione europea esercita un controllo anche sulle concentrazioni tra imprese, in quanto la concorrenza può essere limitata da operazioni economiche di: • fusione tra due o più imprese concorrenti; • acquisizione del controllo di un’impresa concorrente; costituzione di un’impresa comu• ne. Le concentrazioni tra imprese sono vietate quando sono di dimensioni comunitarie, in relazione al fatturato delle imprese coinvolte, e quando creano o rafforzano una posizione dominante che ostacola in modo significativo la concorrenza all’interno del mercato comune o in una sua parte significativa (regolamento del Consiglio n. 1/2003 del 16 dicembre 2002 e successive modificazioni). esempio Danno luogo a un’operazione di concentrazione l’acquisto di una partecipazione rilevante nel capitale di una società o la conclusione di uno o più contratti (di fornitura, di assistenza tecnica, di esclusiva delle vendite ecc.) quando consentono a un’impresa di esercitare un’influenza determinante, di diritto o anche soltanto di fatto, su un’altra impresa o su altre imprese.
Decisione
In seguito al controllo, la Commissione europea può dichiarare che un’operazione: • non è soggetta alla normativa comunitaria, in relazione alle sue dimensioni, oppure non è incompatibile con il mercato comune; • è incompatibile con il mercato comune. In questo ultimo caso la Commissione applica le sanzioni alle imprese coinvolte oppure, se la concentrazione è stata già realizzata, ordina la separazione delle imprese o la cessazione del controllo (nonché ogni altra misura idonea a ripristinare la concorrenza).
Impugnazione della decisione
La decisione adottata dalla Commissione deve essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea (con l’indicazione delle parti interessate e del suo contenuto essenziale) e può essere impugnata con un ricorso davanti alla Corte di giustizia. È da rilevare, infine, che le norme generali sulla concorrenza non si applicano ad alcuni settori particolari nei quali esistono disposizioni specifiche. esempio L’agricoltura e i trasporti sono soggetti a disposizioni particolari, a livello comunitario, in materia di tutela della concorrenza.
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La legge antitrust italiana ilcaso • Due imprese italiane, operanti nel settore della telefonia mobile, decidono di fondersi tra loro per controllare oltre due terzi del mercato nazionale. Secondo te, quali provvedimenti può adottare al riguardo l’Autorità garante? Quando è stata introdotta in Italia una legge antitrust? La legge n. 287 del 10 ottobre 1990 ha introdotto anche in Italia una legislazione antitrust, sul modello degli altri Paesi industrializzati, e ha creato un’Autorità garante della concorrenza e del mercato, autonoma e indipendente rispetto al potere esecutivo. La legge in esame vieta, dandone una definizione analoga a quella contenuta nelle fonti comunitarie, i seguenti comportamenti (artt. 2 ss. l. cit.): • le intese restrittive della libertà della concorrenza; • l’abuso di una posizione dominante; • le concentrazioni tra imprese, a date condizioni. È da notare che l’Autorità garante, tenendo conto anche della «necessità di assicurare alle imprese la necessaria concorrenzialità sul piano internazionale» (art. 4 l. cit.), può concedere un’autorizzazione temporanea alle intese o alle categorie di intese vietate in astratto dalla legge quando producono, in concreto, un miglioramento o ampliamento delle condizioni dell’offerta sul mercato nazionale.
La normativa antitrust si applica anche alle imprese pubbliche o a prevalente partecipazione statale con esclusione, però, delle imprese che gestiscono servizi di interesse generale o che operano in regime di monopolio legale (art. 8 l. cit.). Disposizioni specifiche riguardano alcuni settori particolari (come la radiodiffusione, l’editoria e il credito), nei quali esiste un’autonoma autorità garante: in questo caso i poteri previsti dalla legge vengono esercitati, sentito il parere del garante della concorrenza e del mercato, dall’organo di vigilanza sul settore. esempio Nel settore radiotelevisivo il controllo sulle intese o sulle concentrazioni tra imprese è affidato all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Intese e abuso di una posizione dominante
Quali poteri sono riconosciuti all’Autorità garante in materia di concorrenza? Il garante può iniziare un’istruttoria su un’intesa o su una posizione dominante, per accertare eventuali infrazioni, d’ufficio o su istanza di chiunque vi abbia interesse (comprese le associazioni dei consumatori; art. 12 l. cit.), oppure in seguito alla comunicazione da parte dell’impresa o delle imprese interessate (art. 13 l. cit.). È da segnalare che le notizie, le informazioni e i dati riguardanti le imprese oggetto dell’istruttoria da parte del garante sono coperti dal segreto d’ufficio anche nei confronti della Pubblica amministrazione (art. 14 l. cit.). Nel corso dell’istruttoria l’Autorità garante, che può adottare anche misure cautelari quando vi sia il rischio di un danno grave e irreparabile, ha poteri analoghi a quelli della Commissione europea. Al termine dell’istruttoria il garante può pronunciare una diffida e intimare alle imprese di eliminare, entro un certo termine, le infrazioni commesse (art. 15 l. cit.).
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esempio Il garante può autorizzare una intesa tra produttori di elettrodomestici diretta a rendere più competitivi i prodotti italiani rispetto a quelli provenienti da Paesi extracomunitari.
esempio L’Autorità garante può intimare alle imprese di cessare un accordo diretto a limitare la produzione allo scopo di produrre un aumento dei prezzi sul mercato.
Operazioni di concentrazione
Le concentrazioni tra due o più imprese sono soggette all’obbligo di comunicazione preventiva al garante soltanto quando l’operazione, in relazione al fatturato dei soggetti coinvolti, supera i limiti stabiliti dalla legge (aggiornati automaticamente ogni anno in base all’inflazione; art. 16 l. cit). L’Autorità garante procede all’esame della concentrazione e al termine dell’esame, se accerta che la concentrazione produce la creazione o il rafforzamento di una posizione dominante all’interno del mercato nazionale, può imporre (art. 18 l. cit.): • il divieto di eseguire l’operazione;
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• le misure opportune per ripristinare le condizioni di effettiva concorrenza, se l’operazione è stata già realizzata.
Sanzioni amministrative
Nel caso di violazione degli obblighi previsti dalla legge, o di mancata osservanza delle diffide o dei divieti imposti, il garante può applicare sanzioni amministrative pecuniarie, che possono arrivare fino al 10% del fatturato, nell’ultimo esercizio, di ciascun soggetto coinvolto nell’operazione (artt. 15, 19 l. cit.).
lasoluzione • L’Autorità garante può ordinare di separarsi alle due imprese, che si sono unite dando luogo a un’unica impresa che ha una posizione dominante sul mercato, e nel caso in cui non vi provvedano può applicare una sanzione pecuniaria a loro carico.
Ricorsi contro le decisioni del garante
In base alla legge, gli eventuali ricorsi contro le decisioni dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che devono essere pubblicate in un apposito bollettino, sono di competenza del giudice amministrativo (art. 33 l. cit.).
Relazione del garante
Il garante deve presentare ogni anno una relazione sull’attività che ha svolto al Gover-
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divieto di: • intese e pratiche concordate tra imprese • abuso di una posizione dominante • concentrazioni tra imprese dirette o idonee a escludere, limitare o falsare la concorrenza tra imprenditori
legislazione antimonopolistica
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Una ditta, che è titolare del diritto su un software all’interno del mercato nazionale, conclude un accordo con il principale produttore europeo di computer impegnandosi a fornire in modo esclusivo al produttore il software in esame. Un altro produttore di computer si rivolge al giudice e chiede di condannare la ditta al risarcimento dei danni per violazione delle norme antimonopolistiche.
software dà luogo allo sfruttamento abusivo di una posizione dominante sul mercato nazionale e danneggia gli imprenditori concorrenti del produttore al quale viene garantita la fornitura esclusiva del software.
La tesi dell’attore Il comportamento del titolare del
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I consorzi e il Gruppo europeo di interesse economico
ilcaso • Un’impresa, che ha aderito a un consorzio per la valorizzazione di un’area turistica, recede dal consorzio e chiede la divisione del fondo consortile. A tuo parere, il consorzio deve procedere alla divisione del fondo?
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La tesi del convenuto In base al principio della libertà della iniziativa economica privata un imprenditore è del tutto libero di concludere un accordo di esclusiva con un altro imprenditore anche se, di fatto, tale accordo esclude dal mercato altri imprenditori concorrenti.
Gli imprenditori che svolgono un’attività economica possono realizzare una cooperazione tra loro costituendo un consorzio (artt. 2602 ss.) o un Gruppo europeo di interesse economico.
Consorzio
Documento Contratto costitutivo di consorzio
In che cosa consiste un consorzio tra due o più imprenditori? Il consorzio è il contratto con il quale più imprenditori creano un’organizzazione comune per disciplinare o svolgere in comune alcune fasi della loro attività. esempio Un consorzio agricolo, per sostenere il profitto dei produttori, può fissare il prezzo di vendita o gestire la commercializzazione dei prodotti degli imprenditori aderenti al consorzio.
A differenza delle intese e dei cartelli i consorzi non prevedono soltanto alcune regole comuni, che i partecipanti devono osservare, ma anche un’organizzazione comune, formata dall’assemblea dei consorziati, con funzioni deliberative, e da altri organi incaricati della gestione del consorzio (come il presidente e il direttore). Organi del consorzio
In particolare gli organi del consorzio, che sono responsabili verso i consorziati secondo le norme sul mandato (art. 2608), hanno il compito di: • coordinare l’attività delle imprese consorziate; • accertare l’adempimento degli obblighi da parte delle imprese consorziate (e, a tale fine, possono compiere ispezioni o controlli; art. 2605). esempio Il consorzio può verificare periodicamente, attraverso i propri organi di controllo, che gli agricoltori consorziati non mettano in vendita i loro prodotti a un prezzo più basso di quello deciso dall’assemblea.
Il contratto con il quale si costituisce un consorzio, che deve contenere gli elementi indicati dalla legge, richiede la forma scritta essenziale o a pena di nullità (art. 2603). Il contratto non può avere una durata superiore a dieci anni, ma può essere prorogato all’unanimità prima della scadenza (art. 2604).
Deliberazioni del consorzio
In mancanza di una diversa indicazione, le deliberazioni di un consorzio richiedono il voto favorevole della maggioranza dei consorziati (art. 2606); per modificare il contratto costitutivo del consorzio, però, è necessaria l’unanimità dei consorziati, cioè il consenso di tutte le imprese aderenti al consorzio (art. 2607). esempio La nomina di un amministratore può essere approvata a maggioranza, mentre il trasferimento della sede del consorzio deve essere deciso all’unanimità.
In che senso un consorzio può essere con attività interna o esterna? I consorzi possono essere (art. 2612): • consorzi con attività interna, che disciplinano soltanto i rapporti interni tra i consorziati e non danno luogo a un soggetto autonomo e separato; • consorzi con attività esterna, che svolgono in comune determinate fasi dell’attività dei consorziati e compiono alcuni atti giuridici con i terzi nel loro interesse. esempio Un consorzio con attività esterna può provvedere per conto delle imprese consorziate ad acquistare le materie prime, a vendere i prodotti finiti, a promuovere iniziative pubblicitarie, a stipulare accordi con altri soggetti e così via.
Responsabilità del consorzio e dei consorziati
Se i rappresentanti del consorzio assumono delle obbligazioni verso i terzi è necessario distinguere (art. 2615): • per le obbligazioni assunte in nome del consorzio è responsabile soltanto il consorzio stesso con il suo fondo; • per le obbligazioni assunte per conto dei singoli consorziati, invece, sono responsabili con il loro patrimonio i consorziati, ma in solido con il consorzio con il suo fondo.
Fondo consortile
Il consorzio infatti non è una persona giuridica ma ha un fondo consortile, formato dai contributi dei consorziati e dai beni eventualmente acquistati in seguito. Finché dura il consorzio, i consorziati non possono chiedere la divisione del fondo consortile e i loro creditori personali non possono agire su di esso (art. 2614).
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4 Le imprese e la concorrenza
Contratto del consorzio
lasoluzione • Il consorzio non può procedere alla divisione del fondo consortile che è destinato, per sua stessa natura, alla realizzazione dello scopo comune degli imprenditori consorziati.
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Situazione patrimoniale
Società consortile
Joint venture
Al termine di ogni esercizio gli amministratori del consorzio devono compilare la situazione patrimoniale del consorzio, che deve essere osservare le norme relative al bilancio delle società per azioni [❯ m2 u2] ed è soggetta a pubblicità legale [❯ m1 u2] mediante il deposito presso l’ufficio del registro delle imprese (art. 2615 bis).
Che cosa sono, rispettivamente, una società consortile e una joint venture? Anziché un consorzio gli imprenditori interessati possono costituire anche una società consortile, nella forma di una società commerciale di persone [❯ m2 u1] o di una società di capitali [❯ m2 u1], avente come oggetto l’attività del consorzio (art. 2615 ter). La società in esame, che è sottoposta alla disciplina giuridica del tipo di società prescelta, si distingue dalle altre società perché non ha come scopo lo svolgimento di un’attività economica, ma il coordinamento delle attività delle imprese che ne fanno parte. Un’altra forma di collaborazione tra imprenditori è la joint venture, o contratto di associazione temporanea tra imprese, con il quale due o più imprenditori si impegnano reciprocamente a collaborare o realizzare un affare di interesse comune. A differenza del consorzio, però, ciascun imprenditore partecipante all’accordo ha una responsabilità individuale per le obbligazioni assunte nell’esercizio della sua attività.
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esempio Se un “pool” di imprese costituisce un’associazione temporanea per la costruzione di un’opera pubblica in un Paese in via di sviluppo, ciascun’impresa è responsabile individualmente per il pagamento dei salari ai propri dipendenti, per il versamento delle imposte dovute ecc.
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Che cos’è un Gruppo europeo di interesse economico? Dal consorzio si distingue il Gruppo europeo di interesse economico (Geie), che è stato introdotto in Italia all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso in attuazione della normativa dell’Unione europea. Geie
Il Gruppo europeo di interesse economico è una forma particolare di associazione tra imprenditori o anche tra liberi professionisti. Il Geie è disciplinato da un regolamento comunitario (regolamento del Consiglio n. 2137 del 25 luglio 1985) e, per quanto non è disposto, dalla legge nazionale dello Stato nel quale viene stabilita la sede del gruppo (art. 1 d.lg. 23 luglio 1991, n. 240).
Forma e contenuto del contratto
Il contratto costitutivo del Geie richiede, a pena di nullità, una forma scritta essenziale (la stessa forma è necessaria anche per modificarne in seguito il contenuto; art. 2 d.lg. cit.) e deve contenere le seguenti indicazioni: • le generalità dei membri, cioè gli imprenditori o i professionisti che formano il gruppo; • la denominazione, che deve essere preceduta o seguita dall’espressione “Gruppo europeo di interesse economico” o dall’abbreviazione “Geie”; • la sede principale e le eventuali dipendenze del gruppo, che possono essere costituite nello stesso Stato membro o anche in altri Stati membri dell’Unione europea; • l’oggetto, cioè l’attività per il quale viene costituito il gruppo, che non può essere un’attività di natura finanziaria o di investimento; • la durata, cioè il termine finale dell’accordo concluso tra gli imprenditori o i professionisti, se il gruppo non viene costituito a tempo indeterminato. A differenza di una società di capitali [❯ m2 u1], per costituire un Geie non è necessario un capitale minimo iniziale.
Membri del gruppo
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Chi può essere membro di un Geie? Il Geie, che non si sostituisce ai suoi membri ma gestisce alcuni servizi comuni, è un organismo transnazionale, in quanto può essere costituito soltanto da: • due o più società o enti, di diritto pubblico o di diritto privato, con sede sociale o amministrativa in due o più Stati diversi dell’Unione europea;
• due o più persone fisiche che esercitano la loro attività principale (industriale, commerciale, artigianale, agricola, professionale o di servizi) in due o più Stati diversi dell’Unione europea.
È da notare che le persone che formano un Geie possono essere cittadini comunitari o anche cittadini extracomunitari, in quanto non è richiesto il possesso della cittadinanza di uno degli Stati membri dell’Unione europea. Due o più società con sede sociale o amministrativa in due o più Stati dell’Unione europea possono dar vita a un Geie
Attività vietate
esempio Un’impresa dolciaria italiana può creare un Gruppo europeo di interesse economico con un’impresa francese e un architetto italiano può costituire un Geie con un suo collega turco che ha uno studio in Germania.
Quali attività non possono essere esercitate dal Geie? Un Geie non può (art. 3 regolamento citato): • svolgere un’attività di direzione o controllo, anche in modo indiretto, sull’attività dei propri membri (dei quali non può detenere quote o azioni) o di altre imprese; • essere membro di un altro Gruppo europeo di interesse economico. Quando viene costituito tra professionisti, inoltre, il Geie non può svolgere un’attività “protetta”, cioè riservata per legge agli iscritti a determinati albi o registri, ma soltanto attività ausiliarie e di supporto rispetto a quella svolta dai singoli professionisti.
Deliberazioni del gruppo
Se il contratto costitutivo del Geie non dispone diversamente, le decisioni relative a un gruppo devono essere prese all’unanimità da tutti coloro che lo compongono. Di regola ogni membro ha diritto a un voto, ma il contratto costitutivo può attribuire più voti ad alcuni membri (fermo restando che un membro non può mai avere da solo la maggioranza dei voti del gruppo; art. 17 regolamento citato).
Trasferimento della quota
Il membro di un Geie può disporre il trasferimento della quota di partecipazione a favore di un altro imprenditore o di un altro professionista, per la totalità o anche per una parte della quota, ma il trasferimento richiede l’autorizzazione di tutti gli altri membri del gruppo (art. 22 regolamento citato).
Responsabilità per le obbligazioni del gruppo
Amministrazione del gruppo
Chi è responsabile per le obbligazioni di un Geie? Per le obbligazioni del Geie sono responsabili il gruppo e anche i suoi membri, illimitatamente e solidalmente, ma, prima di poter agire nei confronti dei partecipanti, i creditori devono intimare agli amministratori del gruppo di adempiere entro un termine «congruo» (art. 24 regolamento citato). La responsabilità dei membri di un Geie è disciplinata da norme rigorose, a tutela dei creditori, in quanto: • riguarda anche le obbligazioni precedenti all’ingresso nel gruppo, salvo patto contrario, e le obbligazioni estranee all’oggetto del gruppo (a meno che non si provi che i terzi erano o avrebbero dovuto essere a conoscenza, con la normale diligenza, che i rappresentanti agivano per uno scopo estraneo a quello del gruppo); • si applica inderogabilmente, per un periodo di cinque anni, a tutte le obbligazioni precedenti all’uscita dal gruppo; • nei contratti conclusi dai rappresentanti del gruppo può essere stabilita una limitazione o esclusione della responsabilità, ma soltanto per un affare specifico e per uno o più membri determinati e non per tutti i membri del gruppo. In che modo viene amministrato un Geie? L’amministrazione del Geie può essere affidata a una persona fisica o anche a una persona giuridica (che però deve nominare una persona fisica come rappresentante responsabile della gestione; art. 5 d.lg. cit.).
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4 Le imprese e la concorrenza
esempio Se un avvocato italiano costituisce un Geie con un collega belga e un collega spagnolo, il gruppo può svolgere un’attività di coordinamento e sostegno dei singoli professionisti, ma non può difendere in giudizio i loro clienti.
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Obblighi degli amministratori
Gli amministratori di un Geie hanno l’obbligo di: • provvedere entro trenta giorni al deposito presso l’ufficio del registro delle imprese [❯ m1 u2] e alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dei fatti principali relativi al gruppo (se gli amministratori non provvedono alla pubblicità legale, ciascun membro può effettuarla a spese del gruppo; artt. 3, 4 d.lg. cit.); • tenere la contabilità [❯ m1 u2] prevista per gli imprenditori commerciali (art. 71 d.lg. cit.) qualunque sia l’attività, commerciale o anche non commerciale, del gruppo; • redigere il bilancio [❯ m2 u2] del gruppo, che deve essere approvato a maggioranza dai suoi membri e depositato (entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio; art. 72 d.lg. cit.) presso l’ufficio del registro delle imprese.
Diritto di informazione
Ai membri di un Geie è riconosciuto un ampio diritto di informazione: ciascun membro del gruppo, infatti, ha il diritto di chiedere notizie agli amministratori sugli affari che stanno svolgendo e di consultare i libri e i documenti relativi.
Rappresentanza del gruppo
La rappresentanza del Geie è attribuita all’amministratore o, se vi sono più amministratori e non è stabilito diversamente, a tutti gli amministratori disgiuntamente. Al riguardo è da notare che, anche se sono state pubblicate, le eventuali limitazioni dei poteri dei rappresentanti non sono opponibili ai terzi con i quali hanno operato gli amministratori del Geie (art. 20 regolamento citato).
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esempio Il Geie è obbligato nei confronti dei terzi da un atto giuridico compiuto da un amministratore da solo anche se è stato stabilito che gli amministratori devono agire congiuntamente.
Fallimento del gruppo
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In quali casi il Geie può essere soggetto al fallimento? Se esercita un’attività commerciale [❯ m1 u2], un Geie può essere sottoposto al fallimento o a un’altra procedura concorsuale e i suoi membri sono responsabili, nella misura indicata nel contratto o in mancanza di indicazioni in parti uguali, per le perdite del gruppo. Allo stesso modo gli eventuali profitti derivanti dall’attività di un gruppo devono essere ripartiti tra i suoi componenti secondo i criteri indicati nel contratto o, se il contratto non dispone nulla al riguardo, in parti uguali (art. 9 d.lg. cit.).
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un’impresa turistica, che ha aderito a un consorzio per la valorizzazione di un’area montana, decide di cessare di fare parte del consorzio e chiede agli amministratori di procedere alla divisione del fondo del consorzio, per liquidare la sua quota, ma gli amministratori si rifiutano di procedere alla divisione. L’imprenditore allora cita in giudizio il consorzio e chiede al giudice di ordinare la divisione del fondo consortile. La tesi dell’attore Le imprese consorziate possono esercitare in qualsiasi momento il diritto di recesso dal consorzio e il consorzio è obbligato, in base alla legge, a procedere alla divisione dei beni che fanno parte del fondo consortile per liquidare la quota a coloro che cessano di fare parte del consorzio. La tesi del convenuto Il consorzio non può procedere alla divisione del fondo consortile, che è destinato per sua stessa natura
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alla realizzazione dello scopo comune degli altri imprenditori i quali, non esercitando il recesso, intendono continuare a svolgere in comune l’attività che costituisce l’oggetto del consorzio.
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Le imprese pubbliche e le privatizzazioni
ilcaso • Un piccolo Comune, che svolge l’attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi, non paga alcun fornitori, che chiedono il fallimento dell’ente pubblico. Ritieni che il tribunale accoglierà la richiesta dei fornitori? A seconda del suo titolare un’impresa può essere privata, quando è esercitata da una o più persone fisiche, oppure pubblica. Impresa pubblica
Un’impresa pubblica ricorre quando un ente pubblico gestisce un’attività d’impresa, cioè un’attività economica diretta alla produzione o allo scambio di beni o servizi, per soddisfare bisogni pubblici o collettivi. Al riguardo è necessario distinguere tra enti pubblici economici o non economici.
Enti pubblici non economici
In base alla legge gli enti pubblici economici sono enti pubblici che hanno come oggetto esclusivo o principale lo svolgimento di un’attività commerciale (art. 2201). Gli enti economici sono considerati imprenditori commerciali a tutti gli effetti e sono sottoposti, di regola, allo statuto dell’imprenditore commerciale [❯ m1 u2]. In caso di insolvenza, tuttavia, non sono sottoposti al fallimento ma a una procedura concorsuale particolare (la liquidazione coatta amministrativa; art. 2221; art. 1 l. fall.). Gli enti pubblici non economici sono enti politici per i quali l’esercizio di un’attività economica può costituire un’attività strumentale o accidentale, rispetto al loro scopo istituzionale, ma non costituisce la loro attività esclusiva o principale. Gli enti non economici sono soggetti alla disciplina per le imprese commerciali, ma limitatamente alle imprese pubbliche che esercitano (art. 20932); in caso di insolvenza, inoltre, non sono sottoposti ad alcuna procedura concorsuale (art. 2221; art. 1 l. fall.). esempio Se un Comune costituisce un’impresa per la gestione dei trasporti pubblici deve rispettare le norme e adempiere gli obblighi (in materia di sicurezza sul lavoro, di tutela dei segni distintivi, di divieto di atti di concorrenza sleale ecc.) previsti in generale per le imprese commerciali.
lasoluzione • Il tribunale respingerà la richiesta dei fornitori perché il Comune è un ente politico e, come tale, non è soggetto al fallimento e alle altre procedure di tipo concorsuale.
economici
hanno come oggetto esclusivo o principale lo svolgimento di un’attività economica
non economici
non hanno come oggetto esclusivo o principale lo svolgimento di un’attività economica
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4 Le imprese e la concorrenza
Enti pubblici economici
enti pubblici
Società a partecipazione pubblica
Sono soggette interamente alla disciplina del diritto privato, invece, le società per azioni a partecipazione pubblica, cioè le società per azioni il cui capitale sociale è detenuto (in maggioranza o anche soltanto in parte) dallo Stato o da altri enti pubblici. esempio Una società a partecipazione pubblica che esercita un’attività commerciale è obbligata a iscriversi nel registro delle imprese, a tenere la contabilità ed è soggetta al fallimento e alle altre procedure concorsuali in caso di insolvenza.
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Negli ultimi anni le imprese pubbliche sono state caratterizzate da profondi cambiamenti e da un ampio processo, non ancora del tutto completato, di privatizzazione.
In che cosa consiste la privatizzazione di un’impresa? Privatizzazione
Lettura Le privatizzazioni e il mercato
Privatizzazione formale
La privatizzazione di un’impresa pubblica consiste nel trasferimento di un’impresa dallo Stato, o da un altro ente pubblico, ai soggetti privati. In Italia la privatizzazione delle imprese “in mano pubblica” è cominciata all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, sul modello di analoghe esperienze realizzate su larga scala in altri Paesi europei come la Gran Bretagna e la Francia. La privatizzazione di un’impresa può essere formale o sostanziale.
Che differenza esiste tra una privatizzazione formale o sostanziale di un’impresa? La privatizzazione formale consiste nella trasformazione di un’impresa pubblica in una società per azioni [❯ m2 u2], cioè nell’adozione di una forma giuridica privatistica che consente una maggiore flessibilità ed efficienza nella gestione dell’impresa. esempio A partire dai primi anni Novanta del secolo scorso il legislatore italiano ha imposto la trasformazione dei principali enti pubblici economici allora esistenti (come l’Eni e l’Enel) in società per azioni, inizialmente con un capitale sociale posseduto soltanto dallo Stato.
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È da notare che la “trasformazione” in esame, è diversa dalla trasformazione [❯ m2 u4] in senso stretto di una società (artt. 2498 ss.), che si verifica quando i soci deliberano di cambiare il tipo di società (per esempio, da una società a responsabilità limitata in una società per azioni o viceversa). Le due ipotesi, però, hanno in comune il fatto che il cambiamento della forma giuridica di un soggetto viene effettuato senza il trasferimento del patrimonio a un altro soggetto.
1 Privatizzazione sostanziale
Approfondimento L’impresa sociale
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La privatizzazione sostanziale consiste nella cessione a soggetti privati (risparmiatori, utenti, dipendenti ecc.) della totalità o della maggioranza del capitale delle imprese pubbliche trasformate in società per azioni. In molti casi la privatizzazione sostanziale è successiva alla privatizzazione formale ed è soltanto con questo tipo di privatizzazione che si raggiunge l’obiettivo di ridurre la gestione pubblica delle attività economiche e di sostituirla con una gestione privata. esempio Dopo averle trasformate in società per azioni, lo Stato italiano ha venduto sul mercato le azioni delle società privatizzate (come l’Eni s.p.a. e l’Enel s.p.a.), cedendo quote del loro capitale a investitori privati.
La privatizzazione delle imprese pubbliche però richiede alcune cautele, soprattutto quando offrono servizi di pubblica utilità (come l’energia elettrica o l’acqua potabile), per evitare la concentrazione delle imprese e la formazione di monopoli privati. Ricordiamo infine che la privatizzazione ha dato luogo, in concreto, a diversi problemi di natura giuridica ed economica riguardanti: • la cosiddetta golden share (letteralmente “partecipazione d’oro”), cioè il riconoscimento allo Stato o all’ente pubblico di una partecipazione qualificata, che attribuisce poteri specifici di controllo e di veto sulla gestione dell’impresa; • il cosiddetto “nucleo stabile” nelle imprese che operano in settori strategici (come gli idrocarburi o le telecomunicazioni), cioè l’individuazione di un gruppo ristretto di soggetti o investitori nazionali che si impegnano a rilevare e a mantenere una quota di controllo della società.
trasformazione di un ente pubblico economico in una società per azioni (privatizzazione formale)
imprese pubbliche
privatizzazione
cessione ai privati del capitale sociale della società per azioni (privatizzazione sostanziale)
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Una società per azioni, che è stata costituita da alcuni Comuni per gestire un acquedotto e il cui capitale è detenuto interamente dagli stessi Comuni, subisce una perdita a causa di alcuni investimenti sbagliati compiuti dagli amministratori e non è più in grado di pagare gli stipendi ai propri dipendenti. I dipendenti allora si rivolgono al tribunale e chiedono la dichiarazione di fallimento della società. La tesi degli attori La società è un imprenditore privato ed è soggetta al fallimento, in quanto esercita un’attività commerciale e si trova in una situazione di insolvenza, a nulla rilevando il fatto, sotto tale profilo, che il capitale sociale sia interamente in mano pubblica e che i soci della società siano soggetti pubblici. La tesi della convenuta La società ha la forma di una società per azioni di di-
ritto privato ma, avendo come soci soltanto i Comuni che l’hanno costituita, è un ente pubblico economico e in quanto tale, in base alla legge, in caso di insolvenza non è soggetta al fallimento ma alla procedura della liquidazione coatta amministrativa.
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4 Le imprese e la concorrenza
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Antitrust legislation in the United States
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Many countries in the word have already adopted, or are about to adopt, an antitrust legislation. Laws for the protection of competition between firms exist in all countries belonging to the Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD). The Canadian antitrust law and its counterpart in the Usa have been the first legislations to prohibit anti competitive agreements and monopoly oriented behaviors.
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The birth of antitrust legislation in the Usa The antitrust legislation of the United States has been one of the first to be adopted, in the second half of the nineteenth century. In facts, the main Us firms, after fighting a price war in the first half of that century, began trying to agree between themselves to reach a strategy that would allow for more peaceful and profitable times. The first of such agreements was reached by railways firms, that devised the pooling system, according to which they chose a subject that would guarantee the whole pool of firms by defining a
profit margin and a market share for each of them. But the first real cartel was achieved by the millionaire Rockfeller, member of one of the most powerful families of the United States. In 1876, John D. Rockfeller devised and put in practice an agreement system between firms, used again years later in the Anglo-saxon trust system, according to which a trustee received all the rights related to the firms, and executives from each firm could sit and vote in the boards of all the firms participating in the agreement. In this way, representatives of all the firms competing in a given market would sit in each board of directors, achieving a system of cross control over the activity of all the firms involved. Soon, this strategy was successful, and so it spread to other markets, such as oil, railway transports, sugar, grain and many more raw materials, allowing for the creation of monopolies with huge economic power. This system enriched greatly the firms involved in it but, at the same time, the middle class of the United Stated grew progressively poorer, above all farmers and traders, that sold their products at very
Sherman Act Ohio senator John Sherman is still today acknowledged as the first and best supporter of a legislation against trusts and all forms of monopoly. He maintained that fighting this kind of powers is not just an economic matter, but also a matter of democracy, so he proposed a law (that took his name) that banned all contracts, associations and conspiracies between firms that could hinder trade, and punished attempts to create monopolies with monetary and criminal sanctions, up to the dissolution of the firm. The law was approved with the largest majority: just one vote against. The purposes behind Sherman Act were: • eliminate or at least reduce the presence of monopolies and of anti competitive behaviors; • protect small firms; • protect the political system from the power of large private groups, that are able to limit the freedom of enterprise, effectively opposing the principle of “equal opportunities” so important in American culture, according to which economic success should be based upon individual merits and a fair chance to prevail on the market.
Other sources of law Sherman Act, approved in 1880, was followed by more legislation, among which 1914 Clayton Act (that extended antitrust rules to competition curbing mergers) and 1914 Federal Trade Commission Act (that created the Federal Trade Commission, an independent agency with the duty of enforcing antitrust rules). These laws covered more cases, and represent the body of law of reference for the American antitrust system. Later actions didn’t change the core of the original legislation, and Sherman Act is still the basis of American antitrust regulation.
• cause discriminations based upon the price of sale; • engage in unfair and misleading competition practices. Accusations of anti competitive behaviors can be made by the Government itself (through either the Federal Trade Commission or the Department of Justice), or by privates who suffered damages (competing firms or consumers), who may ask to be compensated with a sum equal to three time the damage suffered (treble damage). It’s the duty of ordinary courts of law to pass judgment. Such violations are punished with heavy economic sanctions (up to ten million dollars for firms) and, in the worst cases, with conviction up to three years.
Enforcement Judges can consider violations of competition legislation according to two possible principles: • per se rule, applied when an anti competitive behavior is considered so serious that it’s not possible to justify it in any way; in such cases it’s not necessary to conduct any investigation concerning the existence of actual damage to the market or the motivations of such behavior and the firm is sentenced in any case; • rule of reason, applied when the firm’s actions may contribute to reduce competition in some way, but such behavior must be first considered by the judge. In this case, the claimant must prove such a violation of the antitrust laws, while the defendant may try to prove an economic justification for his actions. The judges will then conduct an investigation on the behavior in question, its reasons, its relevance on competition and its impact on consumers, and will then decide whether or not to apply the pertaining sanctions. Comprehension 1. Which motivations brought to the birth of antitrust legislation in the Usa? 2. What is the Sherman Act about? 3. What are the principles applied by American judges in competition related disputes?
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4 Le imprese e la concorrenza
This situation caused strong protests that became an important issue in the electoral campaign for the 1888 presidential elections.
Banned behaviors According to the various mentioned laws, in the United States it is forbidden to: • establish agreements that can impede competition between firms; • create monopolies; • establish exclusive agreements that prevent customers from contacting other firms; • create mergers aimed at significantly reducing competition;
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Competition Agreement Monopoly Merger
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Ripassafacile
caratteri
concorrenza sleale
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Concorrenza
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Le imprese e la concorrenza
Limitazioni della concorrenza
Legislazione antimonopolistica contenuto
convenzionali
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legali
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Concetti chiave
Simulazione della verifica orale
English summary
consorzio
Consorzio e Geie
Geie
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e privatizzazioni
caratteri dell’impresa pubblica
privatizzazione di un’impresa pubblica
Le imprese e la concorrenza
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Verificaformativa 1. Risposte multiple
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La libertà dell’iniziativa economica privata: a è una conseguenza della libertà della concorrenza b non può essere sottoposta a controlli o limiti c deve svolgersi nel rispetto di determinate regole d è un diritto inviolabile dell’uomo e è assoluta Gli atti di concorrenza sleale sono vietati per tutelare l’interesse: a degli altri imprenditori b dei consumatori c degli utenti d del mercato e dello Stato Un atto di denigrazione dei prodotti di un concorrente: a è vietato soltanto se consiste nell’affermazione di fatti non veri b è consentito se rimane nei limiti della correttezza professionale c può consistere anche nell’affermazione di fatti veri ma in modo non corretto d è un atto di confusione e può essere vietato soltanto se causa un danno al concorrente È un atto di concorrenza sleale la vendita di un prodotto: a a un prezzo inferiore a quello praticato da un concorrente b a un prezzo inferiore al suo costo di produzione c a un prezzo scontato d in saldo e a un prezzo superiore al suo costo di produzione Un patto di non concorrenza concluso tra due o più imprenditori: a è nullo se non viene concluso con un atto scritto b non può essere stabilito a tempo indeterminato c è soggetto al controllo dell’autorità garante della concorrenza e del mercato d è vietato e può avere al massimo la durata di cinque anni Una concentrazione tra due o più imprese: a è un atto di concorrenza sleale b è sempre lecita c deve essere sempre autorizzata preventivamente d deve essere autorizzata preventivamente se riguarda imprese di interesse nazionale e può essere vietata quando crea o rafforza una posizione dominante sul mercato
Un consorzio: a ha personalità giuridica b ha un’autonomia patrimoniale perfetta
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
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c è un’associazione temporanea tra imprese d deve essere costituito a pena di nullità con un atto scritto e non ha un’organizzazione comune 8.
Un Gruppo europeo di interesse economico: a non può essere stabilito a tempo indeterminato b non dispone di un proprio patrimonio c non ha un’organizzazione comune d è un’associazione transnazionale tra imprenditori o professionisti e può essere con o senza personalità giuridica
9.
Gli enti pubblici economici: a svolgono un’attività privata b hanno uno scopo di lucro c non esercitano un’attività di impresa d esercitano un’attività commerciale come attività principale o esclusiva e non sono imprenditori
10. La privatizzazione formale di un’impresa pubblica consiste: a nella trasformazione dell’impresa in una società b nella cessione a privati del capitale dell’impresa c nella cessione a privati del patrimonio dell’impresa d nella trasformazione dell’impresa in un ente pubblico non economico e nell’affidamento a privati della gestione dell’impresa
2. Vero o falso Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta 1.
L’imprenditore che subisce un atto di concorrenza sleale può chiedere soltanto il risarcimento V F dei danni. ......................................................................................................
2.
Lo storno dei dipendenti di un imprenditore concorrente è un atto di concorrenza sleale. V
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......................................................................................................
3. è vietato soltanto a livello comunitario.
V
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......................................................................................................
4.
Le concentrazioni tra imprese sono soggette V a controlli a garanzia dei consumatori.
F
......................................................................................................
5.
La procedura per la violazione delle norme antimonopolistiche non può iniziare d’ufficio.
V
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......................................................................................................
Verificaformativa 6.
4. comune tra due o più imprenditori.
V
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......................................................................................................
7.
Per le obbligazioni assunte dai rappresentanti a nome del consorzio sono responsabili V anche le imprese consorziate.
Accordo tra imprenditori diretto a svolgere insieme un’attività mediante un’organizzazione comune. ......................................................................................................
5. F
Organismo economico creato tra imprenditori o professionisti di Stati diversi dell’Unione europea. ......................................................................................................
......................................................................................................
8. V
F
......................................................................................................
9.
Le limitazioni dei poteri dei rappresentanti di un Geie non sono opponibili ai terzi.
V
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......................................................................................................
10. Un Geie non può essere soggetto al fallimento. V
4. Vocabulary Find the term or terms corresponding to the definition 1.
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......................................................................................................
......................................................................................................
2.
3. Lessico Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione 1.
Pratica commerciale consistente nella vendita sottocosto di un prodotto. Organo incaricato a livello nazionale di controllare il rispetto della normativa antimonopolistica.
......................................................................................................
3.
Organo comunitario con competenze in materia di concorrenza e mercato. ......................................................................................................
ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande L’amministratore di un consorzio, che è stato costituito da un gruppo di industriali per acquistare all’ingrosso delle materie prime e per commercializzare all’estero i loro prodotti, assume un impiegato per la gestione delle pratiche amministrative e conclude un contratto di fornitura per conto di un’impresa consorziata. In seguito però, a causa del mancato pagamento della fornitura da parte dell’impresa consorziata, il fornitore cita in giudizio il consorzio, chiedendo il pagamento della somma dovuta e il risarcimento dei danni. 1.
Chi è responsabile per le obbligazioni assunte dagli organi del consorzio?
2.
Per le obbligazioni assunte dal consorzio in nome delle imprese consorziate i creditori possono agire sul fondo consortile?
3.
Il giudice accoglierà o respingerà la richiesta del fornitore dell’impresa consorziata?
Enterprise managed by the State or by some public authority. ...................................................................................................... ......................................................................................................
4.
Transfer of a private enterprise to the State. ...................................................................................................... ......................................................................................................
......................................................................................................
3.
An economic activity reserved by the law to the State or to a public authority. ......................................................................................................
......................................................................................................
2.
Entrepreneur’s behaviors contrary to professional fairness.
5.
Transfer of a public enterprise to a private subject. ...................................................................................................... ......................................................................................................
u
4 Le imprese e la concorrenza
devono essere approvate all’unanimità.
107
Fatti un’idea
La tutela della proprietà intellettuale Per opera intellettuale si intende una qualunque realizzazione di carattere sonoro, audiovisivo, fotografico, videoludico, editoriale e letterario, inclusi i programmi applicativi e i sistemi operativi per elaboratore, tutelata dalla legge sul diritto d’autore.
Feste di matrimoni e comunioni senza il “permesso Siae”: indagati albergatori I finanzieri del Comando Provinciale di Napoli hanno notificato, su disposizione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, 46 avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di altrettanti titolari di prestigiose strutture ricettive ed alberghiere della penisola sorrentina e della zona
Frosinone, un “cinema” nell’hotel: albergatore
giorni di reclusione per aver proiettato in una sala per i clienti film destinati all’uso
Scoperto supermarket di pirateria informatica, arrestato 49enne di Agropoli Aveva venduto illecitamente il database di 300mila utenti iscritti a siti pirata dai quali era possibile scaricare files di prodotti cinematografici, libri,
aver violato la legge sui diritti d’autore.
Violazione dei diritti d’autore Sky e Mediaset, scatta la denuncia Durante l’intero mese di maggio gli agenti hanno effettuato controlli serrati, in occasione degli incontri sportivi previsti dal campionato di Serie A, presso bar, ristoranti, pizzerie e circoli ricreativi nell’agro nocerino sarnese. Dalle indagini è emerso che ventotto esercizi commerciali utilizzavano, per la diffusione in pubblico di partite di calcio trasmesse dalle emittenti tv a pagamento (Sky e Mediaset), schede intestate a singoli utenti, dunque, destinate ad uso domestico e non commerciale.
trasmesso.
zione nel mercato interno) nell’ambito della ricerca Intellectual property rights intensive industries: contribution to economic performance and employment in the European Union (ottobre 2013), la proprietà intellettuale determina il 39% dell’economia europea e il 26% dei posti di lavoro nell’Unione europea. La diffusione delle nuove tecnologie e la facilità con cui si possono scambiare contenuti attraverso i canali digitali rende il problema della tutela della proprietà intellettuale sempre più attuale, stante la crescente difficoltà di attuare un controllo sulla diffusione dei contenuti delle opere intellettuali, mettendo a rischio, in questo modo, la redditività di un settore così importante per l’economia europea. In gioco vi sono gli opposti interessi tra il diritto degli utenti di accedere liberamente a tutti i contenuti e il diritto dell’autore di essere remunerato per la creazione e l’utilizzo delle sue opere. Distribuzione della larghezza di banda in Europa All other 18% Nntp 2,3%
BitTorrent 28,4%
Skype 2,4% iTunes 3,1% Ssl 3,1%
Flash Video 3,4% Http 18,1%
Rtmp 3,9% Bbc iPlayer 5,5%
YouTube 11,9% Fonte: Envisional Ltd
108
Secondo una recente indagine condotta da un’importante azienda inglese, la Envisional Ltd (Studio sullo stato della pirateria digitale), che ha analizzato i dati relativi alla circolazione di opere intellettuali senza l’autorizzazione del legittimo titolare, i contenuti pirata ammontano al 24% del consumo mondiale di opere su internet, derivanti per la maggior parte da BitTorrent (il protocollo usato per la condivisione di file), seguito dai cosiddetti cyberlockers, cioè siti per l’archiviazione di file che possono essere poi scaricati da altri utenti (il caso più famoso è quello di MegaUpload), e dalla fruizione illegale di streaming video.
Distribuzione dei fruitori di spettacoli cinematografici in Italia Film al cinema
290.000 (2%)
Film su pay Tv (Ppv extra) Film su pay Tv (pacchetti)
In Italia la legge attribuisce alla Siae (Società Italiana Autori ed Editori) l’attività di intermediazione nel settore della proprietà intellettuale, cioè la possibilità di concedere licenze e autorizzazioni per l’utilizzazione economica di opere tutelate, la percezione dei proventi derivanti da tali autorizzazioni e la ripartizione dei proventi tra gli aventi diritto. La Siae, inoltre, può esercitare anche compiti connessi alla protezione delle opere di ingegno. La crescente diffusione del fenomeno della pirateria digitale ha spinto il nostro Paese a emanare apposite norme per la tutela del diritto d’autore on line, che si sono concretizzate con l’approvazione da parte dell’Agcom (Autorità garante per la concorrenza e il mercato) del "Regolamento in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica e procedure attuative ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70", emanato nel dicembre 2013. La finalità del Regolamento è principalmente quella di promuovere la cultura della legalità nella fruizione delle opere digitali, contrastando la pirateria, senza incidere sulla libertà degli utenti finali. Fra le novità più significative introdotte dal Regolamento vi è l’attribuzione di nuovi poteri di intervento
128.000 (1%)
202.000 (1%)
Film noleggiati (supp. fisico)
256.000 (2%)
287.000 (2%) Film scaricati o in streaming o Dvd non originali
10.957.000 (68%)
2.743.000 (17%)
Film acquistati (supp. fisico)
1.239.000 (8%)
Fonte: Anica/Univideo/Anec/Agis
e sanzionatori dell'Agcom, nelle ipotesi in cui un'opera digitale o un programma audiovisivo siano stati resi disponibili su una pagina internet o trasmessi in rete in violazione della legge sul diritto d'autore (legge 22 aprile 1941, n. 633). Sulla base delle segnalazioni ricevute, la Direzione servizi media può avviare un procedimento istruttorio, nel corso del quale verifica la sussistenza della violazione contestata, nel rispetto del principio del contraddittorio, che può portare o all’archiviazione della segnalazione oppure a un ordine dato ai prestatori di servizi affinché impediscano o pongano fine alla violazione accertata, attraverso la rimozione selettiva dell’opera o la disabilitazione dell’accesso al sito che l’ha illecitamente diffusa. Per fornire informazioni e tutela agli autori l’Autorità ha creato un apposito sito a cui potersi collegare: http://www.ddaonline.it
m
Film su generaliste e/o canali digitali free
Film su offerte legali Vov/Svod
1 L’impresa e l’azienda
Anche a livello italiano diversi studi dimostrano quanto sia diffuso il fenomeno della violazione dei diritti legati alla proprietà intellettuale. Tra le tante indagini si può citare la ricerca Sala e salotto 2014, realizzata da Anica/Univideo/Anec/ Agis, secondo cui sono stimate in 1.239.000 le visioni illecite di contenuti audiovisivi ogni giorno in Italia.
Dossier
Trova la risposta alle tue domande 1. Che cosa sono i diritti sulle creazioni intellettuali? (Il diritto d’autore e il diritto dell’inventore) 2. Che cosa prevede il riconoscimento del diritto d’autore? (Diritto d’autore e Siae: domande e risposte) 3. Anche i programmi informatici hanno diritto di tutela? (La tutela giuridica del software) 4. Si possono tutelare i dati personali diffusi su internet? (Le banche dati) 5. Che cosa prevede la normativa italiana sulla pirateria digitale? (Il regolamento sul diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica) 6. Come posso segnalare la violazione dei diritti su un’opera intellettuale? (Istanza violazioni on line)
109
Verificasommativa 1. Domande a risposta singola
3. Problemi a soluzione rapida
Rispondi alle domande proposte in un massimo di tre-cinque righe
Dopo avere esaminato la situazione rispondi alle domande proposte in un massimo di cinque righe
1.
Chi sono, rispettivamente, l’imprenditore apparente e l’imprenditore occulto?
2.
Quali sono i familiari che possono essere considerati collaboratori di un’impresa familiare?
3.
Quali scritture contabili sono obbligatorie per tutti gli imprenditori commerciali?
4.
In che modo viene tutelato dalla legge il titolare di un segno distintivo?
1.
I familiari di un imprenditore, che lavorano in modo continuativo nell’impresa, decidono all’unanimità di trasformare l’impresa individuale in una società, nonostante l’opposizione del titolare dell’impresa. In caso di rifiuto dell’imprenditore di procedere alla trasformazione, i familiari possono rivolgersi al tribunale e ottenere la sua condanna a trasformare la società? ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
Quali sono i principali limiti legali della concorrenza tra imprese?
......................................................................................................
2.
m
2. Trattazione sintetica di argomenti
L’impresa e l’azienda
1
Tratta l’argomento proposto in un massimo di dodiciquindici righe, motivando le tue affermazioni 1. 2.
Descrivi gli elementi della nozione giuridica dell’imprenditore.
...................................................................................................... ......................................................................................................
Esponi i diritti riconosciuti dalla legge a favore di coloro che collaborano in un’impresa familiare.
3.
Confronta gli effetti dell’iscrizione e della mancata iscrizione di determinati atti nel registro delle imprese.
4.
Spiega quali caratteri deve avere un segno distintivo per potere essere tutelato dalla legge con il riconoscimento di un diritto di esclusiva al suo titolare.
5.
Illustra la funzione e la disciplina giuridica del contratto di consorzio.
Un minorenne emancipato, che alla morte dei genitori ha ereditato un’azienda, viene autorizzato dal tribunale a continuare l’esercizio di un’impresa commerciale ma, in seguito all’autorizzazione, decide di liquidare l’azienda e di vendere in blocco i beni che ne fanno parte, senza chiedere il consenso del curatore. Il comportamento dell’emancipato è legittimo?
......................................................................................................
3.
Il titolare di un marchio registrato concede una licenza di utilizzazione, su tutto il territorio nazionale, a un altro imprenditore, che produce beni dello stesso tipo e di qualità simile. Se nel contratto di concessione della licenza non è stato stabilito diversamente, il titolare del segno distintivo può continuare a utilizzare il marchio per contraddistinguere i suoi prodotti? ...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
4.
Il contratto di un consorzio agrario, che è stato costituito dagli agricoltori di un Comune, prevede espressamente una clausola in base alla quale «le deliberazioni relative alla gestione straordinaria del consorzio devono essere decise all’unanimità da tutte le imprese consorziate». La clausola è valida dal punto di vista giuridico? ...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
Alcuni autotrasportatori italiani costituiscono un Gruppo europeo di interesse economico con altri autotrasportatori francesi, allo scopo di rendere più efficiente lo svolgimento delle rispettive attività. Dopo alcuni mesi però, in seguito alle difficoltà economiche del gruppo (che non è in grado di adempiere regolarmente le obbligazioni nei confronti di alcuni istituti di credito), i creditori chiedono la dichiarazione di fallimento del Geie. Chi è responsabile, in questo caso, per le perdite del gruppo? ......................................................................................................
110
...................................................................................................... ......................................................................................................
Verificasommativa Dalleconoscenze allecompetenze
non aver mai avuto sospensioni di patente, essere in possesso di un’auto intestata e immatricolata non più di 8 anni fa di dimensioni medie o grandi (con almeno 4 posti e in ottime condizioni), essere in possesso di una copertura assicurativa per i passeggeri. Roba che accomuna la maggior parte degli automobilisti di tutto il mondo, insomma. La tariffa base è di 2 euro, più 0,20 euro al minuto o 0,35 euro per chilometro, con una tariffa minima di 5 euro. Sempre 5 euro anche per l’eventuale cancellazione di una corsa prenotata. Ma proprio la semplicità di queste caratteristiche di UberPop ha scatenato in molti Paesi le proteste dei tassisti. Proteste che non si sono fermate ai blocchi stradali, ma sono finite nelle aule dei tribunali. In Italia le organizzazioni sindacali dei tassisti, assistite da un team di legali composto dagli avvocati [...], qualche settimana fa avevano presentato, un I REQUISITI PER FARE L’AUTISTA DI UBER. Il ricorso cautelare urgente per concorrenza sleale per concetto base di UberPop è semplicissimo: hai chiedere, da una parte, l’oscuramento della app e, un’automobile e vuoi fare l’autista per Uber? Gra- dall’altra, l’inibitoria del servizio. Ricorso accolto. zie a “Pop” ti bastano pochi requisiti: fedina penaFonte: http://www.ilsole24ore.com le immacolata, patente di guida da almeno 3 anni,
1 L’impresa e l’azienda
26 maggio 2015 È un giorno amaro per Uber. Il Tribunale di Milano ha disposto il blocco del servizio UberPop su tutto il territorio nazionale, accogliendo il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti che la accusavano di «concorrenza sleale». Una sentenza destinata a entrare nella storia di questa eterna querelle fra i tassisti e la società californiana. UberPop è uno dei servizi messi a disposizione dalla start-up con sede a San Francisco. Il servizio più innovativo, probabilmente, perché trasforma in autista chiunque. Originariamente Uber offriva servizi di trasporto con auto guidate da autisti professionisti. UberPop è stato il passaggio chiave che, in pratica, ha fatto esplodere la app, trasformando un’intuizione in un’azienda che vale oltre 40 miliardi di dollari.
m
Bloccato il servizio UberPop in tutta Italia. Vittoria per i tassisti. Codacons: danno enorme per gli utenti
111
Verificasommativa verificadellecompetenze
competenze Utilizzare le reti e gli strumenti informatici nelle attività di studio, ricerca e approfondimento disciplinare
m
Comprensione del testo
L’impresa e l’azienda
1
A. Leggi il testo dell’articolo di cronaca e rispondi alle seguenti domande 1. In che cosa consiste il servizio offerto da Uber? 2. Quali sono i requisiti richiesti per lo svolgimento del servizio di trasporto? 3. Chi ha protestato contro l’attività svolta dall’impresa americana? 4. Cosa ha deciso il giudice?
Conoscenze Gli atti di concorrenza sleale e i relativi rimedi
B. Sulla base degli argomenti studiati rispondi alle seguenti domande 1. Quali sono gli elementi che consentono a un soggetto di poter essere considerato imprenditore? 2. Quali sono gli obblighi a cui è sottoposto un imprenditore commerciale? 3. Che cosa si intende per libertà di concorrenza? 4. In quali casi la concorrenza può essere considerata sleale? 5. Quali strumenti ha a disposizione un imprenditore che subisce atti di concorrenza sleale?
Abilità Reperire autonomamente le norme nel sistema Ricercare le norme relative a una categoria di argomenti e individuare le parti che afferiscono Applicare le disposizioni normative a situazioni Distinguere gli obblighi a cui sono sottoposti Saper riconoscere le situazioni di violazione delle Argomentare sulle conseguenze dell’applicazione di norme giuridiche a situazioni concrete
112
C. Fai una ricerca e rispondi alle seguenti domande 1. Qual è la legge quadro che regola il servizio di taxi in Italia? 2. Di quali argomenti si occupa? Da quanti articoli è composta? 3. Come viene definito il servizio di taxi? 4. A tuo avviso perché il servizio taxi è considerato un servizio pubblico? 5. A quale delle ipotesi di concorrenza sleale è riconducibile il caso Uber? 6. Quale rimedio contro gli atti di concorrenza sleale hanno utilizzato i soggetti ricorrenti indicati nell’articolo? D. Confronta le seguenti situazioni Per andare da Roma a Fiumicino si percorre un tratto di strada di circa 35 km con un tempo di percorrenza di 40-50 minuti. Il costo medio applicato per un servizio di taxi su questa tratta è pari a circa 50 euro. Quanto spenderebbe una persona attraverso il servizio UberPop, con le tariffe indicate nell’articolo? E. Fai una ricerca Cerca il testo dell’ordinanza del Tribunale di Milano che ha ordinato la sospensione del servizio. All’interno dell’ordinanza cerca il riferimento indicato dal giudice in cui egli indica quali sono i maggiori costi che gli autisti di taxi devono sostenere rispetto ai soggetti privati contattati tramite Uber. F. Esprimi la tua opinione Il caso presentato costituisce un’ipotesi tipica di contrasto tra le esigenze dei consumatori, che richiedono servizi sempre più efficienti ed economici, e quelle dello Stato e delle imprese, che devono garantire servizi professionali e sicuri per i cittadini. Con riferimento al caso specifico, a tuo avviso, la sentenza emanata è giusta? Quale dei due interessi dovrebbe prevalere? Motiva le tue affermazioni.
m
2
Le società
Questo modulo ha come oggetto lo studio delle società, che costituiscono la forma di impresa più diffusa, in quanto consentono l’unione di più forze e il frazionamento del rischio economico.
u1 La società e le società di persone Nella prima unità, dopo avere esaminato la definizione normativa e le principali classificazioni delle società, studieremo la disciplina legale delle società di persone, evidenziandone analogie e differenze.
u2 La società per azioni La seconda unità ha come oggetto la società per azioni: studieremo come si costituisce la società, i diversi organi sociali, come può finanziarsi con azioni o obbligazioni e quali sono le norme in materia di capitale sociale e bilancio.
u3 Le altre società di capitali e le società mutualistiche Nella terza unità studieremo la disciplina della società in accomandita per azioni e della società a responsabilità limitata; l’ultimo paragrafo è dedicato alle società cooperative e di mutua assicurazione.
u4 Le modificazioni delle società di capitali Nell’ultima unità, dopo avere studiato lo scioglimento e la liquidazione delle società di capitali, esamineremo la disciplina della trasformazione e della fusione di una società.
competenze Individuare l’importanza delle società dal punto u1) Confrontare la funzione e la struttura u1) Comprendere il ruolo e la funzione economica u2) Applicare la disciplina giuridica della società u2) Confrontare la disciplina dei diversi tipi di società u3) Individuare le caratteristiche distintive u3) Spiegare le modalità di scioglimento u4) Analizzare le diverse forme di modificazioni delle società (u4)
u1
La società e le società di persone
Prerequisiti
Descrivere gli effetti giuridici dell’iscrizione nel registro delle imprese
Conoscenze
La disciplina giuridica dei diversi tipi di società di persone
Abilità
Individuare i caratteri distintivi dei diversi tipi di società di persone
iave Parole cohrds Keyw
114
Italiano
Inglese
Impresa individuale
Individual enterprise
Impresa collettiva
Collective enterprise
Società semplice
Simple partnership
Società in nome collettivo
General partnership
Società in accomandita semplice
Limited partnership
Atto costitutivo
Certificate of incorporation
Amministrazione
Administration
Rappresentanza
Representation
Soci accomandatari
General partners
Soci accomandanti
Limited partners
1
La società in generale
In che senso un’impresa è individuale o collettiva? Un’impresa può essere individuale, quando è diretta da una sola persona, o collettiva. Impresa collettiva Lettura Brevi osservazioni in tema di impresa e società
Un’impresa collettiva è un’impresa nella quale più persone partecipano alla gestione dell’attività e alla divisione dei risultati (profitti o perdite) che ne derivano. esempio In un’impresa individuale tutte le decisioni relative all’attività economica vengono prese dal titolare, che si appropria degli utili ed è responsabile per le eventuali perdite; in un’impresa collettiva, invece, le decisioni riguardanti l’attività produttiva di regola vengono prese insieme dalle persone che vi partecipano, che si dividono gli utili e sono responsabili per le perdite.
Nell’epoca attuale l’impresa di tipo collettivo è più diffusa rispetto a quella individuale, soprattutto per le attività di medie e grandi dimensioni, in quanto consente l’unione di più forze e il frazionamento del rischio tra coloro che vi partecipano. individuale
imprenditore: singola persona
collettiva
imprenditore: pluralità di persone
impresa
Il contratto di società ilcaso • Nell’atto costitutivo di una società è stabilito espressamente che uno dei soci «non è obbligato a eseguire alcun conferimento a favore della società». Quali effetti giuridici produce, a tuo parere, la clausola in esame? Di solito una società si costituisce con un contratto (art. 2247), cioè con un accordo tra due o più parti; soltanto per alcuni tipi di società, infatti, l’atto costitutivo può essere un atto unilaterale, cioè una dichiarazione di volontà di una sola parte (cosiddetta società unipersonale [❯ m2 u2] per azioni o a responsabilità limitata). Contratto di società
Elementi del contratto di società
Pluralità di persone
Con il contratto di società «due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili».
1 La società e le società di persone
La forma più importante di impresa collettiva è costituita dalla società.
u
Quali sono gli elementi del contratto di società? Dalla definizione normativa risulta che gli elementi del contratto di società sono: • la pluralità di persone; • il conferimento di beni o servizi; • l’esercizio in comune di un’attività economica; • lo scopo di divisione degli utili. Di regola una società è un’impresa collettiva e richiede la presenza di due o più soci. L’esistenza di una pluralità di persone è sempre necessaria nel momento della costituzione di una società (con l’unica eccezione della società unipersonale) e, per alcuni tipi di società, anche durante lo svolgimento dell’attività sociale.
115
esempio Se in una società di persone rimane un unico socio (a causa del recesso, dell’esclusione o della morte degli altri soci), è necessario che entri a fare parte della società almeno un nuovo socio o, altrimenti, la società si estingue.
Conferimento
Che cos’è e in che cosa può consistere il conferimento in una società? Con il contratto sociale i soci si obbligano a effettuare un conferimento, cioè a mettere a disposizione della società i mezzi necessari per svolgere un’attività economica. Il conferimento è necessario per acquistare la qualità di socio, perché non si può partecipare a una società senza effettuare o impegnarsi a effettuare un conferimento.
lasoluzione • La mancanza del conferimento da parte di un socio produce la sua esclusione dalla società, in quanto per fare parte di una società è necessario effettuare o impegnarsi a effettuare un conferimento.
In linea generale, un socio può conferire in una società beni oppure servizi. Conferimento di beni
Il conferimento di beni può avere come oggetto una somma di denaro o anche diritti, crediti e beni in natura. esempio Un socio può conferire un capitale oppure merci, beni immobili, aziende, brevetti industriali, marchi d’impresa e così via.
m
I beni che vengono conferiti in una società possono essere dati: • in proprietà, se il socio trasferisce alla società la proprietà dei beni; • in godimento, se la società ha soltanto il diritto di utilizzazione dei beni.
2
I beni che vengono conferiti in proprietà non appartengono più ai soci, ma diventano di proprietà della società e vanno a formare il patrimonio sociale. Conferimento di servizi
Il conferimento di servizi, che come vedremo è ammissibile soltanto in alcuni tipi di società, consiste nello svolgimento di un’attività lavorativa a favore della società. esempio Un socio può impegnarsi a coltivare un terreno di proprietà della società oppure a gestire un ristorante che è stato preso in affitto dalla società.
Esercizio in comune di un’attività economica
I conferimenti dei soci sono diretti all’esercizio in comune di un’attività economica (art. 2247), cioè un’attività organizzata per la produzione o lo scambio di beni o servizi. L’esercizio di un’attività economica in comune distingue la società da una comunione di godimento (art. 2248), che ha solamente lo scopo del «godimento di una o più cose» ed è disciplinata dalle norme sulla comunione (artt. 1100 ss.). esempio L’acquisto di una stampante da parte di alcuni amici può dare luogo a una società (se la stampante viene impiegata per fotocopie a pagamento) o a una comunione (se la stampante viene utilizzata personalmente dai comproprietari).
Società occasionale
Di solito una società ha come oggetto più atti produttivi, cioè una vera e propria attività organizzata in forma di impresa [❯ m1 u1], ma può essere costituita anche per un singolo affare o per singoli atti produttivi (cosiddetta società occasionale). esempio Alcune persone acquistano un terreno allo scopo di costruire un parcheggio e di vendere i posti auto, ripartendo tra loro gli utili.
Una società occasionale è una società ma non è un’impresa, perché manca il requisito della professionalità, e quindi non è soggetta alle norme (in particolare in materia di fallimento) che riguardano la società come forma di impresa collettiva.
Scopo di divisione degli utili
116
Che cosa si intende per scopo di divisione degli utili? Lo scopo di divisione degli utili, cioè dell’eventuale differenza positiva tra i ricavi ottenuti e i costi sostenuti, costituisce la causa del contratto di società ed è uno scopo di lucro: • in senso oggettivo, in quanto la società deve mirare a realizzare un profitto; • in senso soggettivo, in quanto i soci devono mirare a ottenere una quota dei profitti. esempio Non dà luogo a una società un’attività esercitata in comune da più persone con l’obiettivo di arrivare a coprire i costi con i ricavi oppure a destinare gli eventuali utili per fini (culturali, religiosi, assistenziali ecc.) estranei alla società.
Dalle società lucrative però si distinguono le società mutualistiche [❯ m2 u3], nelle quali ricorrono tutti gli altri elementi delle società ma manca lo scopo di divisione degli utili, perché sono dirette a fornire ai soci beni o servizi oppure occasioni di lavoro. esempio Una cooperativa edilizia costruisce un edificio e assegna ai soci le singole unità immobiliari a un prezzo uguale al costo di produzione oppure una cooperativa di traslochi effettua trasporti con il lavoro dei soci.
conferimento di beni o servizi
società
Società e associazione
due o più soci (salvo società unipersonale)
• denaro • diritti • beni in natura (in proprietà o in godimento) • attività
esercizio in comune di un’attività economica
attività di produzione e/o scambio di beni o servizi
scopo di divisione degli utili
scopo di lucro in senso oggettivo e soggettivo
Pertanto se l’esercizio in comune di un’attività economica non è diretto a ottenere degli utili, oppure è diretto a ottenere degli utili ma non a ripartirli tra i soci, non vi è una società ma un’associazione (artt. 14 ss.). esempio Danno luogo a un’associazione e non a una società le attività di assistenza a favore di persone bisognose (mancanza dello scopo di lucro in senso oggettivo) oppure di organizzazione di un concerto per raccogliere fondi a favore della ricerca medica (mancanza dello scopo di lucro in senso soggettivo).
Le principali classificazioni delle società ilcaso • Alcune persone costituiscono una società in nome collettivo avente come oggetto l’importazione dall’estero e la successiva vendita di frutta esotica. Secondo te, la società in esame è una società commerciale e un’impresa agricola? Qual è la differenza tra società lucrative e società mutualistiche? Nell’ambito delle società vengono operate tradizionalmente alcune classificazioni. In primo luogo, in base allo scopo, le società si distinguono in lucrative e mutualistiche. Società lucrative
Le società lucrative hanno come scopo la divisione tra i soci degli utili, cioè dei profitti ottenuti dall’esercizio della loro attività.
u
1 La società e le società di persone
pluralità di persone
Le società lucrative comprendono: • la società semplice; • la società in nome collettivo; • la società in accomandita semplice; • la società per azioni; • la società in accomandita per azioni; • la società a responsabilità limitata. Società mutualistiche
Le società mutualistiche hanno come scopo di garantire ai soci un risparmio di spesa, cioè una spesa minore per l’acquisto di beni o servizi, oppure una retribuzione più alta, cioè un corrispettivo maggiore per il loro lavoro.
117
Sono società mutualistiche: • la società cooperativa; • la società di mutua assicurazione. esempio Una cooperativa di consumo acquista alcuni prodotti all’ingrosso e li rivende direttamente ai propri soci a un prezzo più basso rispetto a quello di un’impresa privata o una mutua assicurazione fornisce la copertura di un rischio ai propri soci in cambio di un premio ridotto; una cooperativa di lavoro assume l’incarico di pulire una scuola pagando ai propri soci un salario più alto rispetto a quello di un datore di lavoro privato.
scopo di divisione degli utili
lucrative
• società semplice • società in nome collettivo • società in accomandita semplice • società per azioni • società in accomandita per azioni • società a responsabilità limitata
società mutualistiche
• società cooperativa • società di mutua assicurazione
m
scopo solidaristico
2
Tipicità delle società
In che senso le società sono tipiche? In deroga al principio dell’autonomia contrattuale, in materia di società sono ammessi soltanto i tipi previsti e disciplinati dalla legge (cosiddetta tipicità delle società) e, quindi, non si possono creare: • società atipiche, cioè diverse (per struttura o organizzazione) dai modelli legali; • società miste, cioè risultanti dalla combinazione di due o più modelli legali. esempio Non è possibile costituire una società “anonima” oppure una società “a responsabilità limitata e per azioni”, perché sarebbe difficile individuare la disciplina applicabile alle società in esame.
Quale è la differenza tra società commerciali e non commerciali? In secondo luogo, in relazione all’oggetto sociale, le società lucrative si distinguono a loro volta in commerciali e non commerciali. Società commerciali
Le società commerciali possono avere come oggetto qualsiasi attività, di natura commerciale o anche agricola. Sono commerciali tutte le società diverse dalla società semplice, cioè la società in nome collettivo, la società in accomandita semplice, la società per azioni, la società in accomandita per azioni e la società a responsabilità limitata. esempio Una società in nome collettivo o a responsabilità limitata può essere costituita per gestire sia un negozio di articoli sportivi (attività commerciale) sia una serra per la coltivazione di fiori (attività agricola).
Società non commerciali
Le società non commerciali possono avere come oggetto soltanto un’attività di natura agricola. Nel nostro sistema l’unico tipo di società non commerciale è la società semplice. esempio Una società semplice può essere costituita per l’allevamento di animali (attività agricola), ma non per la vendita di terreni (attività commerciale).
118
Da quanto abbiamo detto risulta che: • per l’esercizio di un’attività commerciale [❯ m1 u2] si deve ricorrere necessariamente a una società commerciale (art. 22491) e, in questo caso, si avrà una società commerciale sia come forma sia come oggetto sociale; • per l’esercizio di un’attività agricola [❯ m1 u1] si può utilizzare una società semplice o anche una società commerciale (art. 22492) e, in questo ultimo caso, si avrà una società commerciale come forma, ma non come oggetto sociale.
lasoluzione • La società che è stata costituita è una società commerciale (in quanto ha la forma di una società in nome collettivo) ed è anche un’impresa commerciale (perché ha come oggetto un’attività commerciale e non agricola).
La distinzione in esame è importante in quanto le società commerciali sono soggette: • a formalità speciali, perché è richiesta una forma particolare per la loro costituzione; • all’iscrizione nel registro generale delle imprese [❯ m1 u2] (art. 2200); • al fallimento e alle altre procedure concorsuali, ma soltanto se esercitano un’attività commerciale e sono insolventi (art. 2221). Scelta del tipo di società
Di regola coloro che iniziano insieme un’attività economica sono liberi di scegliere qualunque tipo di società ritengano più adatto alle loro esigenze, ma per alcune attività sottoposte a controlli pubblici la legge impone un determinato tipo di società. esempio Di regola per svolgere un’attività bancaria o assicurativa è necessaria la forma di una società per azioni o di una società cooperativa.
oggetto: attività solo agricola non commerciali
società semplice
società commerciali
• società in nome collettivo • società in accomandita semplice • società per azioni • società in accomandita per azioni • società a responsabilità limitata oggetto: attività commerciale o agricola
Infine, in relazione alla diversa autonomia patrimoniale che presentano, le società lucrative si distinguono in società di capitali e società di persone. Di regola, in base ai princìpi sulla responsabilità patrimoniale, ogni soggetto ha un’au tonomia patrimoniale nel senso che: • è responsabile con tutto il suo patrimonio (cioè con tutti i suoi beni presenti e futuri; art. 2740) per l’adempimento delle sue obbligazioni personali; • non è responsabile con il suo patrimonio per le obbligazioni altrui. Di solito, pertanto, il patrimonio di una società, che è costituito dai conferimenti iniziali dei soci e dagli eventuali beni acquistati in seguito dalla società, è destinato all’esercizio dell’attività economica in comune ed è riservato a garantire i creditori sociali. A loro volta i creditori dei soci, cioè coloro che hanno un credito nei loro confronti per motivi estranei all’attività sociale, possono agire soltanto sul patrimonio dei soci ma non su quello della società, che è un soggetto distinto dai singoli soci. esempio Se un socio ha assunto una badante per assistere un anziano genitore e non versa i contributi dovuti in base alla legge, l’ente previdenziale non può pretendere dalla società il pagamento di quanto è dovuto dal socio.
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1 La società e le società di persone
In genere, coloro che decidono di iniziare insieme un’attività economica, sono liberi di scegliere qualunque tipo di società
L’autonomia patrimoniale di una società può essere perfetta o imperfetta.
Che cosa significa che una società ha un’autonomia patrimoniale perfetta? Autonomia patrimoniale perfetta
Una società ha un’autonomia patrimoniale perfetta quando è una persona giuridica, cioè un soggetto del tutto distinto dai soci, e ha un patrimonio completamente separato rispetto al patrimonio dei singoli soci. Nelle società con personalità giuridica per le obbligazioni sociali è responsabile soltanto la società con il suo patrimonio e non anche i singoli soci, che hanno una re sponsabilità limitata in quanto rischiano soltanto il loro conferimento nella società.
119
Nelle società in esame, pertanto, esiste una distinzione assoluta tra il patrimonio della società e il patrimonio dei soci, perché: • i creditori sociali possono agire soltanto sul patrimonio della società; • i creditori dei soci possono agire soltanto sul patrimonio personale dei soci.
Quali società hanno un’autonomia patrimoniale perfetta? Società di capitali
Le società di capitali sono dotate di personalità giuridica e, in quanto tali, hanno un’autonomia patrimoniale perfetta. Le società di capitali, nelle quali di regola i soci hanno il beneficio della responsabilità limitata per i debiti sociali, sono: • la società per azioni; • la società a responsabilità limitata; • la società in accomandita per azioni, che però presenta una responsabilità mista perché i soci accomandatari, a differenza dei soci accomandanti, rispondono per le obbligazioni sociali con il loro patrimonio personale (e nei loro riguardi, quindi, l’autonomia patrimoniale della società è soltanto imperfetta).
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Che cosa significa che una società ha un’autonomia patrimoniale imperfetta? Autonomia patrimoniale imperfetta
L’autonomia patrimoniale di una società si dice imperfetta quando alla società non viene riconosciuta la personalità giuridica. Nelle società senza personalità giuridica per le obbligazioni sociali è responsabile in primo luogo la società con il suo patrimonio; se il patrimonio sociale è insufficiente, però, per i debiti sociali sono responsabili anche i singoli soci, che hanno una respon sabilità illimitata in quanto rischiano nella società il loro patrimonio personale. Nelle società in esame, pertanto, non esiste una distinzione assoluta tra il patrimonio della società e il patrimonio dei soci, perché: • i creditori sociali possono agire anche, a determinate condizioni, sul patrimonio personale dei singoli soci; • i creditori dei soci possono agire anche, a determinate condizioni, sulla parte del patrimonio della società spettante ai singoli soci.
2
Quali società hanno un’autonomia patrimoniale imperfetta? Società di persone
Le società di persone sono società che non hanno personalità giuridica e hanno un’autonomia patrimoniale soltanto imperfetta. Sono società di persone: • la società semplice; • la società in nome collettivo; • la società in accomandita semplice, nella quale però la responsabilità dei soci è mista in quanto i soci accomandanti, a differenza dei soci accomandatari, rispondono per le obbligazioni sociali soltanto con i loro conferimenti (e nei loro confronti, quindi, la società ha un’autonomia patrimoniale perfetta). con personalità giuridica e autonomia patrimoniale perfetta
di capitali
• società per azioni • società a responsabilità limitata • società in accomandita per azioni
di persone
• società semplice • società in nome collettivo • società in accomandita semplice
società
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Documento Contratto di associazione in partecipazione
senza personalità giuridica e con autonomia patrimoniale imperfetta
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Una figura diversa dalla società è il contratto di associazione in partecipazione (art. 25491), con il quale una parte (associante) attribuisce all’altra parte (associato) una partecipazione agli utili di un’impresa, o anche di singoli affari, in cambio di un determinato apporto economico.
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Una società in nome collettivo, che è stata costituita da alcuni allevatori allo scopo di esportare all’estero il formaggio ottenuto dal latte prodotto dai soci, a causa di difficoltà economiche da diversi mesi è in ritardo nel pagamento dei salari ai propri dipendenti. I lavoratori citano la società davanti al tribunale e ne chiedono la dichiarazione di fallimento.
ne del formaggio) che è da considerarsi un’attività commerciale in quanto, in considerazione del mercato di riferimento, non rientra nell’esercizio normale dell’agricoltura.
La tesi della convenuta La società ha la forma di una società commerciale ma è un imprenditore agricolo, in quanto svolge un’attività agricola per connessione (la trasformazione in formaggio del latte prodotto dai soci e la successiva commercializzazione, sia pure all’estero, del formaggio) e non è soggetta alla procedura concorsuale.
La tesi degli attori La società è soggetta al fallimento perché ha la forma di una società commerciale e ha come oggetto un’attività (l’esportazio-
2 Oggetto della società
La società semplice
Che tipo di società è una società semplice? Come abbiamo visto, la società semplice (artt. 2251 ss.) è l’unico tipo di società non ❯ m1 u1]. società semplice
non può svolgere un’attività commerciale ma soltanto agricola
La disciplina e la costituzione della società ilcaso • Due fratelli si accordano verbalmente per creare una società semplice, impegnandosi a conferire uno una somma di denaro e l’altro alcuni animali. A tuo parere, la società costituita soltanto verbalmente è valida? Disciplina della società
La disciplina della società semplice, che svolge un’attività agricola e di solito ricorre in misura minore al credito, è semplificata rispetto a quella delle altre società. In particolare la società in esame non è soggetta allo statuto dell’imprenditore commerciale [❯ m1 u2], che si applica a coloro che esercitano un’attività commerciale.
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1 La società e le società di persone
Società e associazione in partecipazione
esempio Una società semplice non ha l’obbligo di iscrizione nel registro generale delle imprese, non deve tenere le scritture contabili e non può essere dichiarata fallita in caso di insolvenza.
Ambito di applicazione della disciplina
Perché è importante la disciplina della società semplice? Di fatto la figura della società semplice non è molto frequente, ma la sua disciplina giuridica ha una notevole importanza sul piano giuridico in quanto: • è il modello generale di tutte le società di persone, la cui disciplina è formata da alcune norme specifiche relative al tipo particolare di società e, per tutto il resto, dal rinvio alle norme in materia di società semplice;
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• si applica ai rapporti tra i terzi e le società irregolari, cioè a tutte le società commerciali di persone che non sono iscritte nel registro generale delle imprese.
Atto costitutivo
Forma dell’atto costitutivo
In che modo si può costituire una società semplice? Una società di persone si forma con un atto costitutivo, che è il contratto con il quale due o più persone dichiarano di volere esercitare insieme un’attività economica allo scopo di dividerne gli eventuali utili (art. 2247). L’atto costitutivo di una società semplice di solito non richiede una forma particolare; se la legge richiede una forma essenziale per il trasferimento di alcuni beni conferiti dai soci, tuttavia, la stessa forma è necessaria anche per il contratto sociale (art. 2251). esempio Se un socio conferisce un bene immobile (come un terreno o un edificio), l’atto costitutivo della società deve essere in forma scritta a pena di nullità.
Società di fatto
Di solito quindi una società semplice si può costituire anche verbalmente, con un semplice accordo verbale tra i soci, o tacitamente, quando due o più persone si comportano di fatto come soci (cosiddetta società di fatto).
lasoluzione • La società è valida in quanto, dato che il conferimento da parte dei soci non ha come oggetto beni immobili, può essere costituita anche con un semplice accordo verbale.
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La società semplice è l’unico tipo di società che non ha l’obbligo di iscrizione nel registro generale delle imprese (art. 22001), ma soltanto in una sezione speciale del registro, e quindi non può mai essere una società irregolare.
2
Modificazioni del contratto sociale
Dopo la costituzione d una società possono essere decise alcune modificazioni del contratto sociale: di regola, a meno che non sia stabilito diversamente, l’atto costitutivo di una società di persone deve essere modificato all’unanimità (art. 2252). In questo modo viene tutelato l’interesse del singolo socio di non dovere subire, senza o contro la sua volontà, modificazioni delle condizioni che ha accettato espressamente nel momento in cui è entrato a fare parte della società. esempio Il cambiamento dell’oggetto sociale, cioè del tipo di attività, richiede il consenso di tutti i soci e anche un singolo socio si può opporre al cambiamento, a meno che l’atto costitutivo non preveda la sua modificabilità a maggioranza.
forma
• scritta • verbale • tacita
atto costitutivo modificazioni
all’unanimità (salvo a maggioranza se previsto)
I rapporti tra i soci ilcaso • Il socio di una società conferisce nella società la propria attività lavorativa, ma dopo qualche tempo rimane invalido a causa di un incidente stradale. Quali effetti produce, a tuo parere, l’impossibilità del conferimento da parte del socio?
Obbligo di conferimento Determinazione dei conferimenti
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Quale è la disciplina dei conferimenti in una società semplice? Dalla costituzione di una società deriva l’obbligo fondamentale, a carico di tutti i soci, di eseguire un conferimento di beni o servizi (art. 22531). Di solito i conferimenti iniziali dei singoli soci sono indicati nel l’atto costitutivo, ma la società semplice è l’unico tipo di società nel quale i conferimenti possono anche non essere indicati al momento della costituzione della società. In questo caso, si presume che i soci siano obbligati a conferire in parti uguali tra loro «quanto è necessario per il conseguimento dell’oggetto sociale» (art. 22532).
esempio Se si rende necessario acquistare un terreno e la società non ha disponibilità liquide, la spesa relativa deve essere sostenuta da tutti i soci in parti uguali.
Conferimento di denaro
Spesso il conferimento di un socio è costituito da una somma di denaro, che è destinata a essere utilizzata dagli amministratori per svolgere l’attività sociale (cioè per acquistare le materie prime, per affittare un terreno, per pagare i dipendenti ecc.).
Conferimento di crediti
Il conferimento può consistere anche in un credito, cioè nel diritto di ottenere una determinata prestazione, e in questo caso il socio deve garantire alla società l’esisten za del credito e la solvibilità del debitore, cioè la sua capacità di pagare (art. 2255). esempio Se un socio ha conferito un credito verso lo Stato per il rimborso di un’imposta o verso un inquilino per il pagamento di un canone di affitto e in seguito il credito di imposta risulta inesistente o l’inquilino non versa il canone, il socio è responsabile verso la società per il mancato pagamento.
Il conferimento può avere come oggetto anche uno o più beni (come una stalla, un gregge o delle sementi), che possono essere conferiti in proprietà o in godimento.
Conferimento in proprietà
Se un bene viene conferito in proprietà, il socio deve dare alla società le garanzie della vendita (relative all’evizione e ai vizi) e il rischio della perdita fortuita del conferimento, per una causa non imputabile al socio, passa a carico della società dal momento in cui la società acquista la proprietà del bene (art. 22541).
Conferimento in godimento
Se un bene viene conferito in godimento, invece, il socio deve dare alla società le garanzie della locazione (relative al pacifico godimento e ai difetti) e il rischio della perdita fortuita del conferimento resta sempre a carico del socio (art. 22542). esempio Se un socio ha conferito un trattore in proprietà e un altro una stalla in godimento, l’eventuale perdita fortuita dei conferimenti (dovuta al furto del trattore o al crollo della stalla) non obbliga il socio che ha conferito il bene in proprietà a eseguire un nuovo conferimento, mentre il socio che ha conferito il bene in godimento deve eseguire un nuovo conferimento per non essere escluso dalla società.
Conferimento del lavoro
In una società di persone, infine, il conferimento di un socio può consistere anche in un’attività lavorativa, quando un socio (cosiddetto socio d’opera) si impegna a svolgere un’attività non retribuita a favore della società. Il socio d’opera ha gli stessi diritti e obblighi degli altri soci, ma può essere escluso dalla società se per qualsiasi causa non è più in grado di svolgere la sua attività (art. 22862). esempio Un socio, il cui conferimento consiste nella coltivazione di un fondo, può essere escluso dalla società se, a causa di un infortunio, non può più svolgere l’attività di coltivazione.
lasoluzione • Gli altri soci possono deliberare l’esclusione del socio che non è più in grado di conferire la sua attività lavorativa nella società.
denaro
crediti
conferimenti
rischio a carico del socio (salvo buon fine)
in proprietà
rischio a carico della società e garanzie della vendita
in godimento
rischio a carico del socio e garanzie della locazione
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1 La società e le società di persone
Conferimento di beni
beni
lavoro
rischio a carico del socio (socio d’opera)
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Diritto agli utili
In che senso ogni socio di una società semplice ha diritto agli utili? La società semplice è una società lucrativa, che ha come scopo di dividere tra i soci gli eventuali utili prodotti dalla sua attività: di regola quindi, se non è stabilito diversamente, ogni socio ha il diritto di ricevere la sua parte degli utili risultanti dal rendiconto (art. 2262). A differenza delle società di capitali pertanto, nelle quali i soci decidono a maggioranza sulla distribuzione degli utili, nelle società di persone ciascun socio può pretendere la sua quota di utili anche contro la volontà della maggioranza o di tutti gli altri soci. esempio I soci di una società semplice possono decidere di non distribuire gli utili per investirli nell’attività sociale ma, se anche un solo socio si oppone alla decisione, gli altri soci devono liquidare al socio la sua quota degli utili.
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Patto contrario
Il diritto agli utili però è disponibile da parte dei soci, che possono prevedere all’u nanimità (nel contratto sociale o con un accordo successivo) che una parte degli utili non sia distribuita ai soci o che sulla distribuzione degli utili decida la mag gioranza dei soci. Non è ammissibile invece una clausola che escluda del tutto la distribuzione degli eventuali utili ai soci, perché sarebbe una clausola incompatibile con lo scopo di lucro della società e la trasformerebbe, di fatto, in un’associazione. esempio Una società semplice nel cui atto costitutivo sia previsto che gli eventuali utili ottenuti siano destinati a finanziare attività di beneficienza non è una società ma un’associazione.
2 Partecipazione ai guadagni e alle perdite
In base a quali criteri i soci partecipano ai guadagni e alle perdite? In primo luogo, la partecipazione nei guadagni e nelle perdite dei singoli soci può avvenire nella misura indicata nell’atto costitutivo della società. esempio Nell’atto costitutivo di una società formata da due soci può essere stabilito che gli utili vengano distribuiti in misura uguale a entrambi i soci oppure per il 60% a un socio e per il restante 40% all’altro socio.
Divieto del patto leonino
I soci sono del tutto liberi di determinare le parti spettanti a ciascuno di loro, ma con il limite del divieto del patto leonino: è nullo, infatti, un accordo che preveda l’esclusione di uno o più soci da qualsiasi partecipazione agli utili o alle perdite (art. 2265). esempio L’atto costitutivo di una società può prevedere che gli utili e le perdite della società spettino per il 99% a un socio e soltanto per l’1% all’altro socio, ma non che gli utili e/o le perdite della società appartengano soltanto a un socio e che l’altro socio sia escluso del tutto, rispettivamente, dagli utili e/o dalle perdite.
Criteri di partecipazione
Se nell’atto costitutivo non è stato stabilito nulla al riguardo, per determinare le parti dei soci nei guadagni e nelle perdite si applicano i seguenti criteri (art. 2263): • le parti si presumono proporzionali ai conferimenti o, quando in una società semplice il valore dei conferimenti non è stato determinato, si presumono uguali; esempio Se un socio ha conferito nella società 40.000 euro e l’altro socio un terreno del valore di 60.000 euro, la parte del primo socio sarà del 40% e quella del secondo socio del 60%; se i conferimenti dei due soci non sono stati indicati nell’atto costitutivo, invece, la parte di ciascun socio sarà del 50%.
• la parte spettante al socio d’opera deve essere stabilita dal giudice secondo equità e, in ogni caso, deve essere «sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia una esistenza libera e dignitosa» (art. 361 Cost.).
Infine se nel contratto sociale è stata stabilita soltanto la partecipazione ai guadagni di ogni socio, nella stessa misura si presume anche la partecipazione alle perdite.
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partecipazione ai guadagni e alle perdite
è stabilita nel contratto sociale?
NO
un socio è escluso dalla partecipazione ai guadagni o alle perdite?
i conferimenti dei soci sono determinati nel contratto sociale?
la ripartizione è fatta in parti uguali
u la ripartizione è fatta in base agli accordi dei soci
Uso dei beni sociali
la ripartizione è fatta in proporzione ai conferimenti
Di regola l’uso dei beni sociali da parte del socio di una società di persone è vietato, a meno che non vi sia il consenso degli altri soci, che possono autorizzare un socio a utilizzare per fini personali i beni destinati all’attività della società (art. 2256). esempio I soci di una società semplice possono consentire a un socio di utilizzare una irrigatrice della società per innaffiare un suo terreno privato ma, senza il loro consenso, l’uso da parte del socio è illegittimo.
I rapporti con i terzi ilcaso • Nell’atto costitutivo di una società semplice viene inserita una clausola, in base alla quale un socio “non è responsabile per i debiti sociali”. A tuo parere, la clausola è valida dal punto di vista giuridico? In base alla legge una società semplice «acquista diritti e assume obbligazioni» (art. 22661), che sono diritti e obbligazioni della società e non dei singoli soci.
Responsabilità della società
1 La società e le società di persone
SÌ
Chi è responsabile per le obbligazioni di una società semplice? Per le obbligazioni di una società semplice è responsabile in primo luogo la società stessa con il suo patrimonio, costituito dai conferimenti iniziali e dai beni acquistati in seguito, e i creditori della società possono agire sul patrimonio sociale (art. 22671). La responsabilità in esame riguarda sia le obbligazioni contrattuali, che derivano dall’attività dei rappresentanti della società, sia le obbligazioni extracontrattuali, che derivano dai fatti illeciti compiuti nell’esercizio dell’attività sociale. esempio La società è responsabile con il suo patrimonio sia per il pagamento dei salari ai lavoratori, sia per i danni causati ingiustamente ad altre persone.
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Responsabilità dei soci
In secondo luogo per le obbligazioni di una società semplice rispondono anche i singoli soci e, di regola, la loro responsabilità è: • illimitata, perché ogni socio è responsabile con tutto il suo patrimonio; • solidale, perché ogni socio è responsabile per l’intero debito e i creditori sociali possono pretenderne il pagamento da uno qualsiasi dei soci (ma poi il socio può agire nei confronti degli altri soci, con l’azione di regresso, per il rimborso della loro quota). esempio In una società, formata da due soci, entrambi i soci sono responsabili con il loro patrimonio per un debito della società e i creditori della società possono pretenderne il pagamento, indifferentemente, da un socio o dall’altro socio.
La responsabilità dei soci è sempre illimitata e solidale? Tuttavia l’atto costitutivo di una società semplice può prevedere a favore di uno o più soci un: Patto di limitazione della responsabilità
• patto di limitazione della responsabilità, con il quale si stabilisce che la loro responsabilità non può superare un determinato ammontare;
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esempio È un patto di limitazione della responsabilità l’accordo in base al quale alcuni soci rispondono per le obbligazioni sociali solamente fino a 50.000 euro.
Patto di esclusione della solidarietà
• patto di esclusione della solidarietà, con il quale si stabilisce che la loro responsabilità riguarda soltanto una parte o frazione dei debiti sociali.
esempio È un patto di esclusione della solidarietà l’accordo con il quale si stabilisce che alcuni soci sono responsabili soltanto fino a un terzo dei debiti sociali.
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lasoluzione • La clausola inserita nell’atto costitutivo della società non è valida, in quanto la responsabilità di un socio per le obbligazioni sociali può essere limitata, in base a un accordo tra i soci, ma non può essere completamente esclusa.
Il patto in esame però incontra alcuni limiti inderogabili, a tutela dei creditori sociali, in quanto (art. 22671, 2): • non può mai riguardare i soci che hanno agito in nome e per conto della società, cioè che hanno compiuto atti giuridici con i terzi come rappresentanti della società; • deve essere portato a conoscenza dei terzi con mezzi idonei o, in mancanza, è opponibile ai terzi soltanto provando che ne erano effettivamente a conoscenza. esempio Una società semplice può inviare ai propri fornitori e alle banche una circolare, una comunicazione scritta o una copia dell’atto costitutivo contenente il patto che limita la responsabilità o esclude la solidarietà di alcuni soci.
società
responsabilità per le obbligazioni sociali soci
Responsabilità concorrente Beneficio di escussione preventiva
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con il patrimonio sociale
• illimitata (con tutto il patrimonio) • solidale (per l’intero debito)
salvo patto di: • limitazione della responsabilità • esclusione della solidarietà
In che senso la responsabilità dei soci di una società semplice è concorrente? In una società semplice i soci hanno una responsabilità concorrente con quella della società per i debiti sociali, in quanto i creditori della società si possono rivolgere indifferentemente prima nei confronti della società o nei confronti dei soci. I soci di una società semplice però godono di un beneficio di escussione preventiva del patrimonio sociale, in quanto possono richiedere che i creditori agiscano prima sul patrimonio della società, ma devono indicare i beni sociali sui quali i creditori si possano soddisfare «agevolmente», cioè facilmente o rapidamente (art. 2268).
esempio Sono considerati beni sui quali i creditori della società si possono soddisfare «agevolmente» il denaro e, più in generale, i beni mobili facilmente vendibili (come i beni di largo consumo o i titoli di credito); non sono tali, invece, i beni mobili non aventi un mercato o i beni immobili (come i terreni o gli edifici).
obbligazioni della società
il creditore sociale agisce nei confronti di uno o più soci?
il creditore sociale agisce nei confronti della società?
il socio o i soci indicano i beni sociali sui quali il creditore può agevolmente soddisfarsi?
u
1
il patrimonio della società è sufficiente? SÌ
il creditore si soddisfa solo sul patrimonio della società
Utili e atti conservativi della quota
il creditore si soddisfa sul patrimonio del socio o dei soci
il creditore si soddisfa solo sul patrimonio della società
Quali diritti hanno i creditori dei soci sul patrimonio della società? Il patrimonio di una società semplice è destinato all’esercizio in comune di un’attività economica da parte dei soci e a garantire l’adempimento delle obbligazioni sociali. Fino a quando dura la società, pertanto, i creditori di un socio non possono agire sul patrimonio della società, ma possono soltanto agire sugli utili spettanti al loro debitore e compiere atti conservativi sulla sua quota del patrimonio sociale (art. 22701). esempio I creditori di un socio possono chiedere al giudice il sequestro conservativo della quota del socio, che non può più disporne a favore di altre persone e sottrarla, in questo modo, ai suoi creditori.
Liquidazione della quota
Se gli altri beni del socio di una società semplice risultano insufficienti, però, i suoi creditori possono chiedere in ogni momento la liquidazione in denaro della quota del socio e la società deve provvedervi entro tre mesi (o nel termine maggiore che si renda necessario qualora venga deliberato lo scioglimento della società; art. 22702).
La società e le società di persone
I creditori di una società si possono rivolgere indifferentemente nei confronti della società o nei confronti dei soci
ha diritto di percepire gli utili spettanti al socio
obbligazioni personali del socio
creditore del socio
può compiere atti conservativi sul patrimonio sociale può chiedere la liquidazione della quota del socio se il suo patrimonio personale è insufficiente
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Esclusione della compensazione
In considerazione dell’autonomia patrimoniale sia pure imperfetta di una società semplice, è stabilita espressamente l’esclusione della compensazione di un debito ver so la società con un credito nei confronti di un socio (art. 2271). esempio Se un terzo è allo stesso tempo debitore della società e creditore di un socio, dovrà pagare il suo debito alla società e, separatamente, potrà pretendere il pagamento del suo credito dal socio.
L’amministrazione e la rappresentanza della società ilcaso • L’amministratore di una società semplice, nel cui atto costitutivo non è stabilito nulla riguardo alla rappresentanza, acquista un terreno in nome della società. Secondo te, l’atto compiuto dall’amministratore è vincolante per la società? In che cosa consiste l’amministrazione di una società? Amministrazione della società
L’amministrazione di una società consiste nel dirigere l’attività sociale, cioè gestire l’attività economica per il cui esercizio in comune è stata costituita la società.
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In altri termini, gli amministratori di una società hanno il compito di prendere tutte le decisioni necessarie per l’esercizio dell’impresa sociale. esempio Gli amministratori di una società costituita per l’allevamento di animali devono decidere quali animali allevare, se impiegare mangimi naturali o artificiali, quali animali utilizzare per la riproduzione, quando procedere alla vaccinazione del bestiame ecc.
2
L’amministrazione di una società di persone può essere: • disgiuntiva, quando i soci possono amministrare la società separatamente; • congiuntiva, quando i soci devono amministrare la società insieme; • mista, quando per alcuni atti i soci possono amministrare la società separatamente e per altri atti devono amministrare la società insieme.
Amministrazione disgiuntiva
Come è disciplinata l’amministrazione disgiuntiva di una società semplice? Nell’amministrazione disgiuntiva, che si applica se l’atto costitutivo non dispone diversamente, ogni socio è anche amministratore della società e può (art. 2257): • compiere da solo qualsiasi atto di amministrazione, ordinaria o anche straordinaria, senza bisogno di comunicarlo prima agli altri soci o di avere il loro consenso; • opporsi a un atto di amministrazione che un altro socio intende compiere, se ne viene a conoscenza prima che sia compiuto, e sull’opposizione decidono tutti i soci in base alla maggioranza economica (cioè alla quota di partecipazione agli utili). Se l’atto costitutivo di una società riserva l’amministrazione ad alcuni soci, tuttavia, il diritto di veto può essere esercitato soltanto da un altro socio amministratore, ma sull’eventuale opposizione deliberano tutti i soci (compresi anche quelli che, in base all’atto costitutivo, non partecipano all’amministrazione). esempio Se in una società formata dai soci Agnelli, Bianchi e Conte l’amministrazione è attribuita disgiuntamente ad Agnelli e Bianchi, soltanto Bianchi può opporsi a un atto che Agnelli vuole compiere ma, se Bianchi esercita il diritto di veto, anche Conte è chiamato a decidere sull’opposizione.
Amministrazione congiuntiva
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… e l’amministrazione congiuntiva o mista? Nell’amministrazione congiuntiva, invece, un socio può compiere un atto di ammi nistrazione soltanto con il consenso di tutti gli altri soci oppure, quando è previsto nell’atto costitutivo, della maggioranza degli altri soci (art. 2258). Se vi è urgenza di evitare un danno alla società, però, un socio può compiere un atto di amministrazione anche da solo. esempio L’amministratore di una società, anche se nell’atto costitutivo è previsto un sistema di amministrazione congiuntiva, può decidere da solo di fare vaccinare gli animali di un allevamento per impedire la diffusione di un’epidemia.
Anche in questo modello l’amministrazione della società può essere riservata soltanto ad alcuni soci, in base all’atto costitutivo, distinguendo così tra soci amministratori e soci non amministratori. esempio L’amministratore di una società, anche se nell’atto costitutivo è previsto un sistema di amministrazione congiuntiva, può decidere da solo di fare vaccinare gli animali di un allevamento per impedire la diffusione di un’epidemia.
Amministrazione mista
Nell’amministrazione mista, infine, il potere di gestione della società è affidato a tutti i soci o a più soci in modo disgiuntivo per alcun atti e in modo congiuntivo per altri atti. esempio L’atto costitutivo di una società può prevedere che gli amministratori possono compiere disgiuntamente gli atti di ordinaria amministrazione e congiuntamente gli atti di straordinaria amministrazione.
Nomina e revoca degli amministratori
• tutti i soci o alcuni soci • da soli
congiuntiva
• tutti i soci o alcuni soci • insieme
mista
• tutti i soci o alcuni soci • da soli o insieme
La nomina di un amministratore di una società di persone può essere contenuta nell’atto costitutivo oppure in un atto separato, anche successivo all’atto costitutivo. L’eventuale revoca di un amministratore può avvenire con modalità diverse a seconda delle diverse modalità con le quali è stato nominato, in quanto (art. 2259): • un amministratore nominato nell’atto costitutivo può essere revocato soltanto per giusta causa e la revoca, in mancanza di un accordo tra i soci, può essere dichiarata anche dall’autorità giudiziaria su richiesta di uno o più soci; • un amministratore nominato con un atto separato, invece, può essere revocato con un rinvio alle norme sul mandato e la revoca può avvenire con il consenso di tutti gli altri soci e anche senza giusta causa. esempio È una giusta causa di revoca una situazione oggettiva che incide in modo negativo sulla fiducia da parte degli altri soci (come la cattiva amministrazione della società) oppure che impedisce all’amministratore di svolgere le sue funzioni (come una infermità).
nominati nell’atto costitutivo
revoca solo per giusta causa
nominati con atto separato
revoca anche senza giusta causa
amministratori
Quali sono gli obblighi e i diritti degli amministratori di una società semplice? Gli obblighi e i diritti degli amministratori di una società semplice sono disciplinati con un rinvio alle norme sul mandato (art. 22601). Obblighi degli amministratori
In particolare, gli amministratori hanno l’obbligo di: • svolgere le loro funzioni con la diligenza media o normale (che la legge definisce tradizionalmente come la diligenza del «buon padre di famiglia»; art. 1710); • presentare agli altri soci non amministratori un rendiconto dell’attività che hanno svolto, cioè un documento contabile con i risultati della gestione sociale (art. 1713).
Compenso degli amministratori
Gli amministratori hanno diritto a un compenso, a meno che non abbiano accettato espressamente l’incarico a titolo gratuito (artt. 1709, 1720), che può essere stabilito nell’atto costitutivo della società o risultare da un accordo successivo. esempio Nell’atto costitutivo di una società semplice può essere stabilito per i soci-amministratori un compenso in misura fissa (2.000 euro al mese) oppure in misura variabile, in relazione ai risultati ottenuti dalla società (5% degli utili).
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1 La società e le società di persone
amministrazione
disgiuntiva
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Responsabilità degli amministratori
Gli amministratori sono responsabili per i danni causati alla società e possono essere revocati per giusta causa se: • non adempiono con la diligenza normale gli obblighi a loro carico (responsabilità diretta); • non esercitano una vigilanza adeguata sull’attività degli altri amministratori (re sponsabilità indiretta). La responsabilità degli amministratori è una responsabilità solidale, in quanto ogni amministratore è responsabile per l’intero danno, salvo il diritto di agire con l’azione di regresso verso gli altri amministratori per ottenere il pagamento della loro parte. esempio Un amministratore è responsabile se causa un danno alla società con un comportamento negligente oppure se non si oppone a un atto dannoso per la società che un altro amministratore comunica di volere compiere.
Quando l’amministrazione di una società di persone è attribuita soltanto ad alcuni soci, all’interno della società vi sono alcuni soci amministratori, che gestiscono la società, e alcuni soci non amministratori, che sono esclusi dalla gestione.
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Poteri di controllo dei soci non amministratori
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Quali poteri sono riconosciuti dalla legge ai soci non amministratori? I soci che non partecipano all’amministrazione hanno alcuni poteri di controllo sull’attività dei soci amministratori e, in particolare, hanno il diritto di (art. 2261): • informazione, in quanto possono chiedere notizie agli amministratori sullo svolgimento degli affari sociali e consultare i documenti relativi all’amministrazione; • rendiconto, in quanto gli amministratori devono presentare ogni anno (o, se la società dura meno di un anno, al termine dell’affare o degli affari per i quali è stata costituita) un prospetto contabile da cui risultino gli utili ottenuti o le perdite subite. esempio I soci non amministratori possono chiedere agli amministratori per quale motivo hanno deciso di vendere un immobile di proprietà della società o di licenziare alcuni lavoratori, quale retribuzione è stata riconosciuta a un dirigente, in che modo è stato effettuato l’ammortamento di alcuni beni aziendali e così via.
In che cosa consiste la rappresentanza di una società? Dall’amministrazione di una società, che riguarda l’attività interna di gestione dell’impresa sociale, si distingue la rappresentanza della società, che riguarda invece l’atti vità esterna nei confronti dei terzi (come la conclusione di contratti, l’assunzione di lavoratori, l’emissione di assegni o cambiali, il ricevimento di pagamenti ecc.). Rappresentanza della società
La rappresentanza di una società consiste nel potere di agire con i terzi, cioè di compiere atti giuridici in nome e per conto della società.
Regime legale
Se nell’atto costitutivo non è disposto diversamente, la rappresentanza di una società di persone spetta disgiuntamente a ciascun socio amministratore, che può compiere da solo tutti gli atti giuridici che rientrano nell’oggetto sociale (art. 22662).
lasoluzione • L’atto compiuto dall’amministratore è vincolante per la società perché, in mancanza di una diversa indicazione nell’atto costitutivo, ciascun socio amministratore di una società semplice può agire da solo come rappresentante della società.
Di regola il potere di rappresentanza di una società, che comprende anche la rappresentanza processuale, è una conseguenza della qualità di amministratore: ciascun so cio amministratore infatti è anche automaticamente un rappresentante della società, senza bisogno di una nomina, e può “spendere” il nome della società con i terzi. esempio Il rappresentante di una società può assumere dipendenti, può concludere un contratto con un fornitore o con un cliente, può agire contro un imprenditore concorrente o essere convenuto in giudizio da un cliente per il risarcimento dei danni ecc.
Regime convenzionale
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L’atto costitutivo di una società di persone, però, può attribuire la rappresentanza sol tanto ad alcuni o a uno solo degli amministratori (operando una separazione tra chi ha il potere di gestire all’interno la società e chi ha il potere di agire all’esterno con i terzi) oppure può prevedere una rappresentanza congiuntiva o mista.
esempio Nell’atto costitutivo di una società può essere stabilito che gli atti relativi a beni mobili possono essere compiuti disgiuntamente dai rappresentanti, mentre gli atti relativi a beni immobili devono essere compiuti congiuntamente.
regime legale
• tutti i soci amministratori • disgiuntamente
rappresentanza regime convenzionale
Limitazioni, modificazioni e revoca della rappresentanza
• alcuni soci amministratori o un socio amministratore • congiuntamente o in modo misto
Le eventuali limitazioni, modificazioni o revoca dei poteri dei rappresentanti di una società semplice sono regolate con un rinvio alle norme sulla procura (art. 22663). Per opporre queste circostanze ai terzi, pertanto, la società deve portarle a loro conoscenza con mezzi idonei (è sufficiente, però, che siano iscritte nella sezione speciale del registro delle imprese) o, in mancanza, deve provare che ne erano a conoscenza.
Lo scioglimento della società e del rapporto di un socio
In relazione a una società è necessario distinguere lo scioglimento della società, quando cessa l’esercizio in comune di un’attività economica da parte dei soci, dallo scioglimento del rapporto di un socio, quando cessa la partecipazione di un socio o anche di più soci alla società, che però continua con gli altri soci.
Cause di scioglimento
Per quali cause si può verificare lo scioglimento di una società semplice? Una società di persone si può sciogliere, cioè cessare di esistere come società, per una delle seguenti cause, stabilite in modo tassativo dalla legge (art. 2272): • la scadenza del termine finale, a meno che i soci non decidano di continuare la società anche dopo la scadenza del termine indicato nell’atto costitutivo della società; • la realizzazione dell’oggetto sociale, quando la società è stata costituita per uno o più affari determinati; • l’impossibilità sopravvenuta di realizzare l’oggetto sociale, per cause esterne (come il divieto legale di svolgere un’attività) o interne (come un disaccordo grave e insanabile tra i soci) alla società; • la volontà di tutti i soci o, se l’atto costitutivo della società può essere modificato a maggioranza, della maggioranza dei soci; • la mancanza successiva della pluralità dei soci, quando rimane un unico socio, a meno che non entri nella società almeno un altro socio entro sei mesi; • le altre cause eventuali previste nel contratto sociale.
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ilcaso • I liquidatori di una società semplice provvedono a liquidare il patrimonio sociale e, subito dopo, a ripartire tra i soci la somma ricavata dalla liquidazione. Secondo te, a quali condizioni il comportamento dei liquidatori è legittimo?
esempio L’atto costitutivo di una società semplice può prevedere lo scioglimento della società se non si realizzano utili per alcuni esercizi o non si ottiene una concessione amministrativa, oppure se cessa di fare parte della società un socio la cui partecipazione è considerata essenziale da parte degli altri soci.
Proroga della società
Per quanto riguarda la scadenza del termine finale, i soci possono anche decidere di continuare la società dopo il termine stabilito nel contratto sociale. La proroga di una società può essere: • una proroga espressa, quando i soci dichiarano esplicitamente di volere continuare l’esercizio in comune di un’attività economica; • una proroga tacita, quando i soci tengono un comportamento dal quale risulta in modo inequivocabile la loro volontà di non sciogliere la società.
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esempio I soci di una società che gestisce un allevamento continuano la loro attività (consistente nell’acquistare mangimi, nel vendere gli animali, nell’assumere dipendenti ecc.) anche dopo che è scaduto il termine della società.
Divieto di nuove operazioni
Dal momento in cui si verifica una causa di scioglimento gli amministratori non possono più compiere nuove operazioni ma, fino a quando non vengono nominati i liquidatori, conservano il potere di amministrazione per gli affari urgenti (art. 2274). esempio Gli amministratori non possono acquistare nuovi macchinari o concludere nuovi contratti di lavoro, ma possono vendere le scorte di magazzino e i prodotti finiti o facilmente deperibili.
Quali funzioni svolge la liquidazione di una società? Quando si verifica una causa di scioglimento una società non si estingue automaticamente, ma entra nella fase di liquidazione. Liquidazione della società Documento Dichiarazione di scioglimento di una società semplice
La liquidazione di una società è diretta, nell’ordine, a: • convertire in denaro il patrimonio sociale, mediante la vendita dei beni e la riscossone dei crediti, se la società ha un patrimonio sociale; • pagare i creditori della società, se la società ha debiti verso terzi; • ripartire tra i soci l’eventuale residuo, dopo che sono stati pagati i creditori sociali.
lasoluzione • Il comportamento dei liquidatori, che procedono immediatamente alla divisio-
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ne tra i soci del denaro ottenuto dalla liquidazione, è legittimo soltanto se non vi sono creditori sociali, cioè se la società non ha debiti verso terzi.
È da notare che se in una società di persone il patrimonio sociale non è sufficiente per pagare i creditori sociali, in quanto le passività (debiti) sono superiori alle attività (beni e crediti), i liquidatori devono chiedere ai soci di pagare i debiti della società.
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esempio Se dalla liquidazione di una società semplice si ricavano 100.000 euro e i debiti della società verso terzi ammontano a 300.000 euro, i soci sono responsabili con il loro patrimonio personale per la differenza.
Procedura di liquidazione Nomina dei liquidatori
In che modo si svolge la procedura di liquidazione di una società semplice? La procedura di liquidazione di una società semplice si svolge con le modalità indicate nell’atto costitutivo o, in mancanza, concordate dai soci; se i soci non raggiungono un accordo, la liquidazione avviene secondo le regole stabilite dalla legge (artt. 2275 ss.). La liquidazione di una società inizia con la nomina di uno o più liquidatori, che possono essere anche in tutto o in parte gli amministratori della società. La nomina deve essere effettuata all’unanimità da tutti i soci, con una disposizione non derogabile dal contratto sociale; se i soci non si accordano sulla persona o sulle persone da nominare, la nomina viene compiuta dall’autorità giudiziaria (art. 22751). esempio In una società formata da due soci ciascun socio può rivolgersi al tribunale, in mancanza di un accordo con l’altro socio, e chiedere la nomina dei liquidatori.
Obblighi dei liquidatori
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Quali sono gli obblighi dei liquidatori? I liquidatori sono soggetti agli stessi obblighi degli amministratori (art. 2276) e non possono iniziare nuove operazioni; se violano questo divieto, assumono una respon sabilità solidale verso i terzi per le obbligazioni che possono derivarne (art. 2279). In particolare i liquidatori, che hanno anche la rappresentanza della società, devono: • prendere in consegna dagli amministratori i beni e documenti sociali e redigere con gli amministratori l’inventario, o bilancio iniziale di liquidazione, dal quale devono risultare le attività e passività della società in liquidazione (art. 2277); • compiere tutti gli atti necessari per la liquidazione del patrimonio della società; • provvedere al pagamento dei debiti sociali e in seguito, se le attività sono maggiori delle passività, effettuare la ripartizione tra i soci dell’attivo residuo. Se non è stato stabilito diversamente nell’atto di nomina, i liquidatori possono anche procedere alla vendita in blocco dei beni sociali e concludere transazioni o compromessi (cioè accordi per chiudere una controversia o farla decidere da un arbitro; art. 2278).
In base alla legge i liquidatori devono pagare soltanto i debiti certi, liquidi ed esigibili (cioè non contestati, già determinati nel loro ammontare e scaduti) e hanno l’obbligo di accantonare le somme necessarie per pagare eventuali debiti futuri (art. 22801). esempio Quando un credito nei confronti della società in liquidazione è sottoposto a una condizione, è necessario provvedere all’accantonamento di una somma di denaro per potere pagare i creditori se e quando si verificherà la condizione.
Attività dei liquidatori
Se le passività della società (debiti) superano le sue attività (beni e crediti), la somma ricavata dalla liquidazione non è sufficiente per pagare tutti i debiti della società. In questo caso i liquidatori devono richiedere ai soci l’esecuzione degli eventuali conferimenti [❯ m2 u1] ancora dovuti e, se necessario, il versamento di quanto occorre per il pagamento dei debiti sociali (in proporzione alla partecipazione alle perdite; art. 22802). Se invece le attività superano le passività i liquidatori, dopo avere pagato i debiti sociali e avere accantonato le somme per pagare eventuali debiti futuri, devono procedere al rimborso dei conferimenti e alla ripartizione dell’attivo residuo tra i soci (in proporzione alla partecipazione ai guadagni; art. 22821).
Estinzione della società
Quando è terminata la liquidazione si verifica automaticamente l’estinzione della società, cioè la sua cessazione come soggetto di diritto, senza necessità di ulteriori adempimenti (in quanto la società semplice non è soggetta all’iscrizione e quindi alla successiva cancellazione dal registro generale delle imprese) [❯ m1 u2].
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scioglimento della società
pagamento dei debiti sociali liquidazione della società
estinzione della società eventuale restituzione dei conferimenti ai soci e ripartizione dell’attivo residuo
Cause di scioglimento del rapporto di un socio
In quali casi si può verificare lo scioglimento del rapporto di un socio? In una società di persone lo sciogli mento del rapporto di un socio si può verificare per una delle seguenti cause, indicate in modo tassativo dalla legge: • la morte; • il recesso; • l’esclusione.
La società e le società di persone
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Innanzitutto, il rapporto sociale si può sciogliere in seguito alla morte di un socio. Morte di un socio
La morte di una persona, cioè la fine della sua esistenza in vita, produce la cessazione della partecipazione a una società come socio.
Quali diritti hanno gli eredi di un socio defunto? La partecipazione di un socio a una società di persone ha un carattere strettamente personale, per l’importanza che assumono le sue capacità (in quanto di solito i soci sono anche gli amministratori della società) e il suo patrimonio (in quanto di regola i soci rispondono in modo illimitato e solidale per i debiti sociali).
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Di regola, pertanto, nel caso di morte di un socio:
• gli eredi del socio defunto non hanno diritto di subentrare nella società al suo posto;
• gli altri soci possono decidere di continuare la società, ma devono liquidare agli
eredi la quota del socio defunto (cioè il valore della sua partecipazione; art. 2284).
Nell’atto costitutivo di una società, però, può essere previsto che la morte di uno o più soci produca automaticamente lo scioglimento della società oppure la continua zione della società con gli eredi del socio defunto. In ogni caso, anche se il contratto sociale non dispone nulla al riguardo, in seguito alla morte di un socio gli altri soci possono decidere di sciogliere la società o, se gli eredi vi acconsentono, di continuare la società con gli eredi del socio defunto.
morte di un socio
liquidazione della quota degli eredi salvo: • scioglimento della società • continuazione della società con gli eredi
Il rapporto sociale si può sciogliere anche per il recesso di un socio dalla società. Recesso dalla società
A quali condizioni si può recedere da una società semplice? Il recesso di un socio da una società semplice è disciplinato in modo diverso a seconda che la società sia a tempo indeterminato (o per tutta la durata della vita di uno o più soci) oppure a tempo determinato, cioè con l’indicazione di un termine finale.
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Il recesso consiste nella dichiarazione di volontà unilaterale, da parte di un socio, di non volere più fare parte di una società.
Recesso e società a tempo indeterminato
Quando una società è costituita a tempo indeterminato ogni socio può recedere dalla società in qualsiasi momento, ma deve dare un preavviso agli altri soci almeno tre mesi prima (se il contratto sociale non prevede un termine più breve; art. 22851, 3). Se un socio recede dalla società senza dare il preavviso, o senza rispettare il termine di preavviso previsto dalla legge o dall’atto costitutivo, il recesso è valido ugualmente, ma il socio è obbligato al risarcimento dei danni.
Recesso e società a tempo determinato
Quando una società è a tempo determinato, invece, di regola un socio può recedere soltanto per le cause previste nel contratto sociale o per giusta causa (art. 22852). Per “giusta causa” di recesso si intende, secondo la giurisprudenza, una situazione oggettiva che faccia venire meno il rapporto di fiducia di un socio con gli altri soci o che renda impossibile di fatto la continuazione della sua partecipazione alla società. esempio Possono giustificare il recesso di un socio un dissidio insanabile tra i soci che impedisca lo svolgimento dell’attività sociale, la cattiva amministrazione da parte degli altri soci amministratori, la decisione di un socio d’opera di cessare di prestare la sua attività lavorativa per motivi di età o in seguito a un infortunio ecc.
società a tempo indeterminato
in qualsiasi momento e per qualsiasi causa, salvo preavviso
società a tempo determinato
solo per le cause previste nel contratto sociale o per giusta causa
recesso di un socio
Esclusione dalla società
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Infine lo scioglimento del rapporto di un socio può verificarsi per la sua esclusione dalla società, che può essere facoltativa o di diritto.
Esclusione facoltativa Approfondimento L’esclusione facoltativa del socio nelle società di persone
In quali casi si verifica l’esclusione facoltativa di un socio da una società semplice? L’esclusione facoltativa di un socio può essere deliberata dagli altri soci quando ricorre una delle cause previste tassativamente dalla legge. In particolare, possono giustificare l’esclusione di un socio (art. 2286):
• gravi inadempimenti delle obbligazioni stabilite dalla legge o dal contratto sociale; esempio Un socio si rifiuta di effettuare il conferimento promesso o agisce come rappresentante della società senza averne il potere.
• l’incapacità legale o una condanna penale, quando comporta come pena accessoria l’interdizione dai pubblici uffici (cioè il divieto di svolgere alcune funzioni), perché possono fare venire meno la fiducia verso il socio o verso la società;
esempio Un socio viene interdetto o inabilitato oppure condannato all’interdizione dai pubblici uffici per un reato in materia tributaria.
• l’incapacità sopravvenuta di prestare l’attività lavorativa, quando si tratta di un
socio d’opera, oppure la perdita del conferimento, quando il bene conferito è perito per una causa non imputabile agli amministratori (se è stato dato in godimento) o prima che la società ne abbia acquistato la proprietà (se è stato dato in proprietà).
Documento Richiesta di annullamento della deliberazione di esclusione da una società semplice
L’esclusione di un socio deve essere deliberata dalla maggioranza numerica degli altri soci ed è efficace soltanto dopo trenta giorni dalla comunicazione al socio escluso. Entro questo termine il socio può proporre un’opposizione contro l’esclusione davanti al tribunale, ma di regola l’opposizione non sospende la deliberazione di esclusione (a meno che il tribunale non ne disponga temporaneamente la sospensione; art. 22871, 2). Il contratto sociale può disciplinare in modo diverso il procedimento di esclusione, ma deve garantire in ogni caso al socio escluso la possibilità di ricorrere al tribunale: in sede di opposizione il tribunale deve limitarsi a verificare la legittimità dell’esclusione, cioè l’esistenza di uno dei presupposti indicati dalla legge e la regolarità della procedura. In una società composta da due soci, invece, l’esclusione di un socio può essere pronunciata dal tribunale su richiesta dell’altro socio (art. 22873), che deve poi provvedere a ricostituire la pluralità dei soci entro sei mesi o, in mancanza, la società si scioglie.
… e l’esclusione di diritto? Come abbiamo detto, l’esclusione di un socio può essere anche di diritto. Esclusione di diritto
L’esclusione di diritto di un socio si verifica automaticamente, in seguito alla dichiarazione di fallimento del socio o alla liquidazione della quota a favore di un suo creditore. In questi due casi, infatti, non è richiesta una deliberazione degli altri soci e non è possibile che gli altri soci decidano ugualmente di mantenere il socio nella società.
facoltativa
può essere deliberata dagli altri soci a maggioranza
di diritto
si produce automaticamente nei casi previsti dalla legge
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Procedimento di esclusione
esclusione di un socio
Liquidazione della quota
In che modo deve avvenire la liquidazione della quota di un socio? Nel caso di scioglimento del rapporto di un singolo socio, il socio o gli eredi del socio defunto hanno diritto alla liquidazione della quota, vale a dire a una somma di dena ro corrispondente al valore della sua partecipazione alla società (art. 22891).
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La liquidazione deve essere effettuata in base alla situazione patrimoniale della società nel giorno in cui si verifica lo scioglimento del rapporto sociale, tenendo conto anche degli utili e delle perdite che possono derivare da operazioni in corso (art. 22892, 3). In seguito all’uscita di un socio dalla società, pertanto, i beni sociali rimangono di proprietà degli altri soci, mentre il socio uscente o i suoi eredi divengono creditori di una somma di denaro verso la società. esempio Se al momento del recesso di un socio, che ha una quota del 10% in una società semplice, le attività sociali sono uguali a 700.000 euro e le passività a 200.000 euro, al socio uscente spettano 50.000 euro come liquidazione della quota.
Responsabilità per le obbligazioni sociali
Inoltre i soci che cessano di fare parte di una società (o, nel caso di morte di un socio, i suoi eredi) rimangono responsabili illimitatamente e solidalmente per le obbligazio ni sociali anteriori al verificarsi della morte, del recesso o dell’esclusione del socio, e la loro uscita dalla società deve essere portata a conoscenza dei terzi con mezzi idonei (art. 2290). liquidazione della quota (al socio o agli eredi)
scioglimento del rapporto di un socio continuazione della società tra gli altri soci (salvo scioglimento della società)
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• morte • recesso • esclusione
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Il socio di una società semplice, il cui conferimento è costituito dalla coltivazione di un terreno, in seguito all’invalidità provocata da un incidente stradale causato da un’altra persona non è più in grado di lavorare e gli altri soci ne deliberano all’unanimità l’esclusione dalla società per l’inadempimento dell’obbligo di eseguire il conferimento. Il socio però cita la società in giudizio e chiede al giudice di annullare la delibera di esclusione. La tesi dell’attore L’impossibilità di continuare a effettuare il conferimento
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consistente nella prestazione dell’attività lavorativa è dovuta a una causa (l’incidente stradale) che non è imputabile al socio e quindi il socio non può essere escluso legittimamente dalla società da parte degli altri soci.
La tesi della convenuta Il socio d’opera di una società di persone si obbliga a eseguire in modo continuativo una determinata attività lavorativa, come conferimento, e quindi può essere escluso dalla società se il suo conferimento diviene giuridicamente o materialmente impossibile per qualsiasi causa, anche non imputabile al socio.
La società in nome collettivo
Un altro tipo di società di persone [❯ m2 u1], diverso dalla società semplice, è la so cietà in nome collettivo o s.n.c. (artt. 2291 ss.).
La società in nome collettivo come tipo di società ilcaso • Alcuni allevatori costituiscono una società in nome collettivo per svolgere la loro attività, ma in seguito la società non è in grado di pagare un fornitore. Il fornitore può chiedere la dichiarazione di fallimento della società?
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Che tipo di società è una società in nome collettivo? A differenza di una società semplice, una società in nome collettivo è una società commerciale, nel senso che può essere costituita per l’esercizio di un’attività agricola [❯ m1 u1] o anche di un’attività commerciale [❯ m1 u2]. esempio Alcune persone possono costituire una società in nome collettivo per coltivare un terreno o per gestire un’agenzia di pubblicità.
Disciplina della società
La disciplina giuridica della società in nome collettivo è costituita (art. 2293): • da alcune norme specifiche, relative al tipo particolare di società; • dal rinvio alle norme sulla società semplice, in quanto compatibili, per tutti gli aspetti non previsti espressamente. esempio Sono disciplinati quasi integralmente dalle disposizioni relative alla società semplice i conferimenti dei soci, i criteri di ripartizione degli utili, la partecipazione dei soci ai guadagni e alle perdite, le regole sull’amministrazione e sulla rappresentanza della società, lo scioglimento della società e del rapporto di un socio.
lasoluzione • Il creditore non può chiedere il fallimento della società che, svolgendo un’attività agricola, non è un imprenditore commerciale e non è soggetta alla procedura fallimentare.
La costituzione della società in nome collettivo ilcaso • Due persone costituiscono una società in nome collettivo formando la ragione sociale con il nome di un famoso calciatore. La ragione sociale che è stata scelta dai soci è valida? L’atto costitutivo di una società in nome collettivo è disciplinato da norme particolari, diverse dalla società semplice, per quanto riguarda la forma e il contenuto.
Forma dell’atto costitutivo
Quale forma è richiesta per l’atto costitutivo di una s.n.c.? In primo luogo, una società in nome collettivo deve essere costituita con una scrittu ra privata autenticata o con un atto pubblico, cioè con l’intervento di un notaio che autentica le sottoscrizioni dei soci o redige l’atto costitutivo e lo sottoscrive con i soci. La forma in esame, tuttavia, è richiesta soltanto per l’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2]: se viene costituita in una forma diversa, pertanto, una società in nome collettivo è ugualmente valida ma, come vedremo, è una società irregolare. esempio Una società in nome collettivo costituita con una scrittura privata non autenticata o con un semplice accordo verbale è una società irregolare ed è sottoposta a una disciplina particolare.
Contenuto dell’atto costitutivo
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In particolare, in una s.n.c. i soci devono avere la capacità per l’esercizio di una impresa commerciale [❯ m 1 u2], cioè devono essere soggetti capaci di agire o, se sono incapaci di agire, devono avere un’autorizzazione del giudice (art. 2294). Inoltre se esercita un’attività di natura commerciale una società in nome collettivo è sottoposta allo statuto dell’imprenditore commerciale [❯ m1 u2] e, in caso di insolvenza, è soggetta al fallimento e alle altre procedure concorsuali.
Quale contenuto deve avere l’atto costitutivo di una s.n.c.? In secondo luogo, l’atto costitutivo di una società in nome collettivo deve contenere alcuni elementi elencati in modo analitico dalla legge. In particolare, nell’atto costitutivo devono essere indicati (art. 2295): • le generalità dei soci (cognome e nome, luogo e data di nascita, domicilio e cittadinanza); • la ragione sociale, cioè il nome della società, che deve essere formata dal nome di almeno uno dei soci con l’indicazione del rapporto sociale (art. 22921); esempio La ragione sociale di una società in nome collettivo, della quale sono soci Mario Bianchi e Alberto Rossi, può essere «Mario Bianchi & Alberto Rossi s.n.c.», «Rossi e Bianchi s.n.c.» o «Mario Bianchi e C.» (dove l’abbreviazione indica il termine “compagni” e risale alle antiche compagnie medievali dalle quali deriva storicamente questa forma di società) o, ancora, «Alberto Rossi e soci» e così via.
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lasoluzione • La ragione sociale che è stata scelta dai soci al momento della costituzione della società è invalida, in quanto deve contenere il nome di almeno uno dei soci.
• i soci ai quali sono attribuite l’amministrazione e la rappresentanza della società o,
in mancanza, si applica il regime legale previsto per la società semplice e l’amministrazione e la rappresentanza spettano in modo disgiuntivo a tutti i soci; • la sede sociale, che indica il luogo dove si svolge in prevalenza l’attività direttiva e amministrativa della società (e che può anche coincidere con il luogo dove si svolge l’attività produttiva), e le eventuali sedi secondarie, cioè le sedi alle quali è preposto un rappresentante stabile o institore [❯ m1 u2] (art. 2299); • l’oggetto sociale, cioè l’attività economica esercitata dalla società; • il valore dei conferimenti [❯ m2 u1] di ciascun socio, con l’indicazione dei criteri che sono stati seguiti per valutare gli eventuali conferimenti diversi dal denaro; esempio Se il conferimento di un socio è un edificio, nell’atto costitutivo devono essere specificati i criteri utilizzati per determinarne il valore, come il fatto che sia nuovo o da ristrutturare, che si trovi in una zona centrale o periferica e così via.
• le prestazioni che devono eseguire i soci d’opera, se il conferimento di uno o più soci è dato dallo svolgimento di un’attività lavorativa;
• i criteri di ripartizione degli utili tra i soci o, in mancanza di una diversa indi-
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cazione, ogni socio ha diritto all’integrale distribuzione degli utili risultanti dal rendiconto;
esempio L’atto costitutivo può disporre che una parte degli utili di una società in nome collettivo non sia distribuita ai soci e venga investita nella società o che sulla distribuzione degli utili deliberi, alla fine di ogni esercizio, la maggioranza dei soci.
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• la partecipazione ai guadagni e alle perdite di ciascun socio o, in mancanza di una
diversa indicazione, si applica il criterio generale in base al quale la partecipazione dei soci avviene in proporzione al valore dei rispettivi conferimenti (che, a differenza della società semplice, devono essere indicati necessariamente nell’atto costitutivo); • la durata della società, con l’indicazione del termine finale dell’attività sociale.
Pubblicità legale
In che cosa consiste la pubblicità legale di una s.n.c. e quali effetti giuridici produce? Entro trenta giorni dalla costituzione gli amministratori della società (o anche il notaio, se è stata costituita con un atto pubblico) devono provvedere ai seguenti adempimenti (art. 22961): • il deposito dell’atto costitutivo presso l’ufficio del registro delle imprese, cioè presso la Camera provinciale di commercio dove la società ha stabilito la sua sede legale; • la richiesta di iscrizione della società nel registro generale delle imprese [❯ m1 u2]. Se i soggetti che sono obbligati non vi provvedono, ciascun socio può provvedere personalmente a questi adempimenti a spese della società oppure può rivolgersi al giudice e chiedere la condanna degli amministratori a effettuarli (art. 22962). atto costitutivo s.n.c.
Altri atti soggetti all’iscrizione
Effetti dell’iscrizione degli atti
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• stipulazione (forma e contenuto) • deposito presso l’ufåcio del registro • iscrizione nel registro delle imprese
società regolare
relativi alla società, riguardanti: • la nomina e revoca degli amministratori della società (con l’indicazione delle eventuali limitazioni dei poteri di rappresentanza; art. 2298); • le modificazioni dell’atto costitutivo della società (art. 2300); • lo scioglimento della società e la nomina dei liquidatori (artt. 2308 ss.). L’iscrizione nel registro delle imprese di questi fatti svolge una funzione di pubblicità dichiarativa [❯ m1 u2]: i fatti iscritti infatti sono sempre opponibili ai terzi, mentre i fatti non iscritti sono efficaci nei confronti dei terzi soltanto se la società riesce a pro vare che ne erano ugualmente a conoscenza.
La società in nome collettivo irregolare ilcaso • Una banca, che ha concesso un prestito a una società in nome collettivo irregolare, chiede la restituzione della somma a uno dei soci, ma il socio si oppone sostendo che prima la banca deve agire nei confronti della società. La pretesa del socio è fondata dal punto di vista giuridico?
Disciplina della società irregolare
In mancanza di iscrizione nel registro delle imprese (che non è stata richiesta o è stata rifiutata) una società in nome collettivo è una società irregolare.
Quale disciplina si applica a una società irregolare? Una società in nome collettivo irregolare è valida ed efficace dal punto di vista giuridico ma, a differenza di una società regolare, è disciplinata (art. 2297): • dalle norme sulla società in nome collettivo per i rap porti interni tra i soci; • dalle norme sulla società semplice per i rapporti ester ni con i terzi, ferma restando la responsabilità illimitata e solidale di tutti i soci per le obbligazioni sociali. esempio In una società in nome collettivo irregolare i soci sono soggetti al divieto di concorrenza nei confronti della società e gli amministratori sono obbligati a tenere le scritture contabili previste dalla legge.
mancata iscrizione nel registro delle imprese
rapporti con i terzi
disciplina della società semplice (salvo responsabilità illimitata e solidale di tutti i soci)
rapporti tra i soci
disciplina della società in nome collettivo
s.n.c. irregolare
Nei rapporti esterni con i terzi, quindi, una società in nome collettivo irregolare ha un’autonomia patrimoniale più limitata rispetto a una società regolare, in quanto: • i creditori sociali non hanno l’obbligo di agire prima sul patrimonio della società e sono i soci che, se non vogliono pagare i debiti della società, hanno l’onere di indicare i beni sociali sui quali i creditori si possano soddisfare agevolmente (art. 2268);
lasoluzione • La pretesa del socio è infondata, in quanto nei rapporti con i terzi la società irregolare è disciplinata dalle norme sulla società semplice e quindi è il socio che, se non vuole essere obbligato a pagare un debito della società, deve indicare i beni sociali sui quali la banca possa soddisfare agevolmente il suo credito.
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1 La società e le società di persone
Società irregolare
• il creditore di un socio, se i suoi beni personali sono insufficienti, può chiedere in
qualsiasi momento la liquidazione della quota del socio (art. 22702); • si presume che i soci che agiscono in nome della società ne abbiano la rappresentanza e le eventuali limitazioni dei poteri di rappresentanza sono opponibili ai terzi soltanto se la società prova che ne erano effettivamente a conoscenza (art. 22972). È da notare che una società in nome collettivo irregolare può divenire in seguito una società regolare, se viene iscritta nel registro delle imprese (cosiddetta regolarizzazio ne della società), o viceversa una società in nome collettivo regolare può divenire una società irregolare, se alla scadenza del termine finale viene prorogata tacitamente.
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Società irregolare e società di fatto
Che cos’è una società di fatto? Dalla società irregolare bisogna distinguere la società di fatto, che ricorre quando due o più persone esercitano un’attività economica in comune senza un atto costitutivo anche solo verbale, in quanto: • una società di fatto è sempre una società irregolare quando svolge un’attività commerciale perché, non avendo un atto costitutivo, non può essere iscritta nel registro delle imprese; • una società irregolare può anche non essere una società di fatto, quando ha un atto costitutivo (scritto o anche soltanto verbale). esempio Alla morte del padre i figli continuano l’esercizio dell’attività commerciale che, in precedenza, veniva svolta dal padre (società di fatto); alcune persone costituiscono con un atto scritto o verbale una società per svolgere un’attività commerciale ma, per motivi fiscali, decidono di non iscrivere la società nel registro delle imprese (società irregolare).
irregolare
società (con o senza atto costitutivo) non iscritta nel registro delle imprese
di fatto
società senza atto costitutivo scritto o verbale
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s.n.c.
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Ambito di applicazione della disciplina
La legge considera la società in nome collettivo come il tipo normale di organizzazione di una società avente come oggetto lo svolgimento di un’attività commerciale. La sua disciplina, infatti, si applica sia quando i soci dichiarano espressamente di volere costituire una società di questo tipo, sia quando più persone esercitano di fatto un’attività commerciale senza scegliere un tipo specifico di società commerciale. esempio Se alcune persone importano dall’estero prodotti artigianali per rivenderli sul mercato interno danno luogo di fatto a una società alla quale si applicano, in mancanza di una forma diversa scelta dai soggetti interessati, le norme sulla società in nome collettivo.
I rapporti tra i soci e verso i terzi ilcaso • I soci di una società in nome collettivo, costituita fino al 31 dicembre di un anno, continuano l’attività economica anche dopo la scadenza del termine finale. Secondo te, un creditore sociale può opporsi alla proroga della società? Una società in nome collettivo si distingue dalle altre società per la particolare responsabilità dei soci per le obbligazioni della società (art. 2291).
Quali caratteri presenta la responsabilità dei soci di una s.n.c.? Responsabilità dei soci
In una società in nome collettivo tutti i soci sono responsabili illimitatamente (con il loro patrimonio) e solidalmente (per l’intero debito) per le obbligazioni sociali. L’eventuale patto contrario, con il quale viene limitata la responsabilità o esclusa la solidarietà di uno o più soci, è efficace soltanto nei rapporti interni con gli altri soci, mentre è inefficace nei confronti dei creditori. esempio Se ha dovuto pagare ai creditori sociali un debito di 100.000 euro, ma in base all’atto costitutivo è responsabile per i debiti sociali soltanto fino a 25.000 euro (limitazione della responsabilità) o fino a un decimo di un debito (esclusione della solidarietà), un socio può pretendere dagli altri soci la restituzione della somma che ha pagato in più rispetto ai loro accordi interni.
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società in nome collettivo
responsabilità di tutti i soci per le obbligazioni sociali
• illimitata • solidale
Una società in nome collettivo è una società di persone e quindi ha un’autonomia patrimoniale imperfetta, ma più ampia rispetto a quella di una società semplice.
Responsabilità sussidiaria
In che senso la responsabilità dei soci di una società in nome collettivo è sussidiaria? In primo luogo la responsabilità dei soci per le obbligazioni di una società in nome collettivo è una responsabilità sussidiaria rispetto a quella della società: i creditori della società, infatti, possono pretendere il pagamento dei debiti sociali dai singoli soci soltanto dopo avere agito inutilmente sul patrimonio della società (art. 2304).
Diritto di escussione preventiva
Il socio di una società in nome collettivo, pertanto, ha un diritto di escussione preven tiva del patrimonio sociale in quanto, per potere agire nei suoi confronti, i creditori sociali devono dimostrare di avere già agito sul patrimonio sociale. esempio Se una società in nome collettivo ha un debito nei confronti di un fornitore per la vendita di alcune merci, il fornitore deve procedere prima alla vendita dei beni che fanno parte del patrimonio sociale e soltanto in seguito, se il patrimonio sociale non è sufficiente, può pretendere il pagamento dai singoli soci.
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obbligazioni della società
il creditore sociale agisce nei confronti di uno o più soci?
NO
SÌ
SÌ
i soci possono rifiutarsi di pagare se il creditore non ha agito sul patrimonio della società
SÌ il patrimonio della società è sufficiente?
NO
il creditore può soddisfarsi anche sul patrimonio dei soci
SÌ il creditore si soddisfa solo sul patrimonio della società
Creditore di un socio
Proroga della società
La società e le società di persone
il creditore sociale agisce nei confronti della società?
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In secondo luogo in una società in nome collettivo il creditore di un socio può agire sugli utili e può compiere atti conservativi sulla quota spettante al socio ma, a differenza della società semplice, non può chiedere la liquidazione della quota fino al termine della società (art. 2305).
Quali effetti produce la proroga di una s.n.c.? Nel caso di proroga della società, cioè di continuazione dell’attività economica oltre il termine indicato nell’atto costitutivo, è necessario distinguere (art. 2307): • se la proroga è espressa, in quanto i soci deliberano di continuare l’attività e modificano l’atto costitutivo della società, il creditore di un socio può presentare un’op posizione al giudice (entro tre mesi dalla deliberazione dei soci) e, se l’opposizione viene accolta, può chiedere la liquidazione della quota del suo debitore;
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• se la proroga è tacita invece, in quanto risulta dal comportamento dei soci che continuano di fatto l’attività economica in comune, il creditore di un socio può pretendere in qualsiasi momento la liquidazione della quota del suo debitore.
lasoluzione • Il creditore non può opporsi alla proroga, in quanto non è possibile presentare un’opposizione contro un comportamento di fatto, ma può agire immediatamente sul patrimonio sociale per soddisfare il suo credito. ha diritto di percepire gli utili spettanti al socio
obbligazioni personali del socio
creditore del socio
può compiere atti conservativi sulla quota del patrimonio sociale può chiedere la liquidazione della quota del socio solo al termine della società (salvo proroga della società)
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L’amministrazione e la rappresentanza della società ilcaso • Il rappresentante di una società in nome collettivo, che gestisce un’agenzia pubblicitaria, acquista un’auto sportiva in nome e per conto della società. L’atto compiuto dal rappresentante è vincolante giuridicamente per la società?
2 Amministrazione e rappresentanza
Quali obblighi particolari hanno gli amministratori di una s.n.c.? La disciplina dell’amministrazione e della rappresentanza di una società in nome collettivo riproduce, con alcune modificazioni, quella prevista per la società semplice.
Obblighi degli amministratori
In particolare, gli amministratori di una s.n.c. sono soggetti all’obbligo di: • indicare negli atti e nella corrispondenza relativi alla società la sede legale e l’ufficio del registro delle imprese nel quale la società è stata iscritta (art. 22501); • adempiere le formalità pubblicitarie [❯ m1 u2] indicate dalla legge (consistenti nel deposito dell’atto costitutivo e nella richiesta di iscrizione della società e, in seguito, dei fatti principali che la riguardano; artt. 2296, 2300); • tenere, con le formalità stabilite dalla legge, le scritture contabili [❯ m1 u2] previste per gli imprenditori commerciali (art. 2302).
Rappresentanza della società
I rappresentanti della società, inoltre, possono compiere tutti gli atti che rientrano nell’oggetto sociale, ma devono rispettare le eventuali limitazioni contenute nell’atto costitutivo o nella procura (art. 2298).
lasoluzione • L’atto compiuto dal rappresentante non vincola la società, in quanto è del tutto estraneo all’oggetto sociale.
A differenza della società semplice, però, le limitazioni dei poteri dei rappresentanti di una società in nome collettivo devono essere iscritte nel registro generale delle imprese [❯ m1 u2] o, in mancanza, sono efficaci nei confronti dei terzi soltanto se la società riesce a dimostrare che i terzi ne erano ugualmente a conoscenza. esempio È soggetta a pubblicità legale la deliberazione con la quale si stabilisce che gli amministratori di una s.n.c. possono compiere disgiuntamente gli atti giuridici fino a un determinato valore e solo congiuntamente gli atti di valore superiore.
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In che cosa consiste il divieto di concorrenza a carico dei soci di una s.n.c.? In base alla legge i soci di una società in nome collettivo sono soggetti, indipendentemente dalla natura dell’attività esercitata, a un divieto di concorrenza (art. 2301).
Divieto di concorrenza
Il socio di una società in nome collettivo non può esercitare in proprio o per conto di un’altra persona un’attività concorrente con quella della società o assumere la qualità di socio illimitatamente responsabile in una società concorrente. esempio Il socio di una s.n.c. che gestisce un negozio di abbigliamento non può essere titolare di un’impresa o rappresentante di un imprenditore nello stesso settore o divenire socio di un’altra società in nome collettivo concorrente.
Derogabilità del divieto
Il divieto in esame è diretto a tutelare un interesse della società, in quanto impedisce che un socio possa utilizzare notizie o informazioni riservate, ed è derogabile dalla volontà degli altri soci. Il consenso dei soci può essere espresso o anche presunto quando, prima della costituzione della società in nome collettivo, un socio svolgeva già un’attività concorrente e gli altri soci erano a conoscenza di tale circostanza.
Violazione del divieto
In caso di violazione del divieto di concorrenza, il socio è responsabile per i danni subiti dalla società e gli altri soci possono decidere la sua esclusione dalla società per giusta causa. esercitare un’attività concorrente con quella della società un socio non può (senza il consenso degli altri soci) divenire un socio illimitatamente responsabile in una società concorrente
Il capitale sociale ilcaso • Un fornitore, che ha un credito di un centinaio di euro verso una s.n.c., si oppone a una riduzione del capitale sociale esuberante da 2 a 1 milione di euro. I soci possono procedere ugualmente alla riduzione? Da che cosa è formato il capitale sociale di una s.n.c.? A differenza di una società semplice, una società in nome collettivo ha un proprio capitale sociale. Capitale sociale
Il capitale sociale di una società è formato dal valore in denaro dei conferimenti eseguiti o promessi dai soci e indicati nell’atto costitutivo della società. esempio Se nell’atto costitutivo di una società in nome collettivo è stabilito che un socio si impegna a versare 40.000 euro e l’altro socio a conferire alcuni animali con un valore di 10.000 euro, il capitale della società è uguale a 50.000 euro.
Il capitale di una società, che risulta dall’atto costitutivo (nel quale deve essere indicato il valore dei conferimenti dei singoli soci) ed è soggetto a pubblicità legale [ ❯ m1 u2], è una parte del patrimonio sociale e costituisce una garanzia per i creditori sociali.
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1 La società e le società di persone
divieto di concorrenza
Quali norme sono previste dalla legge a tutela del capitale sociale di una s.n.c.? La legge, pertanto, stabilisce alcune norme a tutela del capitale sociale riguardanti: • la riduzione del capitale sociale esuberante; • il divieto di distribuzione di utili fittizi; • la perdita del capitale sociale. Riduzione del capitale esuberante
In primo luogo, se i conferimenti dei soci sono eccessivi per le esigenze dell’attività sociale, la società può deliberare una riduzione del capitale sociale esuberante, mediante la liberazione dei soci dai versamenti ancora dovuti o il rimborso parziale ai soci dei conferimenti già eseguiti.
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esempio Se nell’atto costitutivo di una s.n.c. è stato indicato un capitale sociale di 300.000 euro, formato da conferimenti in parti uguali dei tre soci, la società può deliberare di diminuire il capitale sociale a 90.000 euro riducendo da 100.000 a 30.000 euro il conferimento che deve essere ancora eseguito dai singoli soci oppure restituendo a ogni socio 70.000 euro. Lettura Funzione del capitale sociale nella società in nome collettivo
A garanzia dei terzi, però, che hanno concesso credito alla società facendo affidamento sul capitale sociale indicato nell’atto costitutivo, la deliberazione di riduzione può essere eseguita soltanto dopo tre mesi dall’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2], se entro questo termine nessun creditore sociale si oppone alla riduzione. Se uno o più creditori presentano un’opposizione contro la riduzione, in quanto ritengono di esserne danneggiati, la deliberazione di riduzione non può essere eseguita e viene sospesa fino alla decisione del tribunale (a meno che il giudice non l’autorizzi ugualmente, imponendo alla società un’idonea garanzia; art. 2306).
lasoluzione • In seguito all’opposizione la riduzione del capitale sociale deve essere sospesa, ma il tribunale può autorizzarla ugualmente in quanto, anche dopo la riduzione, il patrimonio della società è una garanzia sufficiente per il fornitore.
Divieto di distribuzione di utili fittizi
esempio Se una società in nome collettivo, che ha un capitale sociale di 80.000 euro, nel primo esercizio ha ottenuto profitti per 10.000 euro e distribuisce utili ai soci per 30.000 euro, il valore del suo patrimonio scende a 60.000 euro, in quanto la differenza tra gli utili distribuiti e quelli effettivamente realizzati (20.000 euro) viene prelevata dai conferimenti eseguiti dai soci.
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In secondo luogo, per evitare che la società restituisca indirettamente i conferimenti ai soci senza diminuire il capitale sociale indicato nell’atto costitutivo, è stabilito che: • non si possono distribuire utili inesistenti, cioè somme di denaro che in realtà non costituiscono profitti realizzati dalla società nell’esercizio della sua attività (divieto di distribuzione di utili fittizi; art. 23031);
Perdita del capitale sociale
• se si è verificata una perdita del capitale sociale, cioè se il patrimonio sociale è inferiore al capitale sociale, non si possono distribuire utili fino a quando non si proceda alla reintegrazione del capitale o alla riduzione del capitale della società in misura corrispondente (art. 23032).
Con la reintegrazione si aumenta il patrimonio sociale, non distribuendo utili ai soci o chiedendo ai soci nuovi versamenti per coprire la perdita, fino a riportarlo al valore del capitale sociale; con la riduzione, all’opposto, si diminuisce il capitale indicato nell’atto costitutivo fino a farlo coincidere con il nuovo valore del patrimonio sociale. esempio Se una s.n.c. ha un capitale sociale di 50.000 euro e, a causa del furto di alcune macchine non assicurate, il patrimonio sociale è sceso a 20.000 euro, la società può distribuire utili ai soci soltanto dopo che il patrimonio sociale è aumentato di nuovo a 50.000 euro oppure dopo che l’atto costitutivo della società è stato modificato riducendo il capitale sociale a 20.000 euro.
tutela del capitale sociale
riduzione del capitale sociale esuberante
solo se i creditori non fanno opposizione
divieto di distribuire utili fittizi
utili che non sono stati effettivamente realizzati
perdita del capitale sociale
divieto di distribuire utili (fino alla reintegrazione o alla riduzione del capitale sociale)
Lo scioglimento della società e del rapporto di un socio ilcaso • Dopo la cancellazione di una società in nome collettivo, un creditore si rende conto che il suo credito non è stato pagato per un errore dei liquidatori. Secondo te, il creditore può agire in giudizio nei confronti della società?
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Cause di scioglimento della società
Procedimento di liquidazione
Una società in nome collettivo si scioglie per le stesse cause della società semplice (la scadenza del termine, la realizzazione dell’oggetto sociale, la volontà dei soci e così via); se esercita un’attività commerciale, inoltre, la società si può sciogliere per effetto della dichiarazione di fallimento (art. 2308).
Come si svolge il procedimento di liquidazione di una società in nome collettivo? Anche il procedimento di liquidazione di una società in nome collettivo si svolge, in linea di massima, con le stesse modalità stabilite per la società semplice integrate però, a tutela dei creditori e degli stessi soci, da alcune norme particolari. La deliberazione di nomina dei liquidatori o il provvedimento giudiziale di nomina e le loro eventuali modificazioni sono soggetti a pubblicità legale [❯ m1 u2], in quanto devono essere depositati in copia autentica presso l’ufficio del registro delle imprese, a cura degli stessi liquidatori, per l’iscrizione (art. 2309). Dal momento dell’iscrizione della loro nomina, inoltre, i liquidatori hanno la rappre sentanza della società, anche dal punto di vista processuale (art. 2310). esempio I liquidatori di una società in nome collettivo possono agire in giudizio nei confronti di alcuni debitori per riscuotere coattivamente un credito della società.
Cancellazione della società
Quando hanno terminato la liquidazione del patrimonio sociale i liquidatori devono redigere il bilancio finale di liquidazione, con l’indicazione delle operazioni che hanno compiuto, e il piano di riparto tra i soci dell’eventuale attivo che residua dopo il pagamento dei creditori sociali. I documenti in esame devono essere comunicati ai soci con una raccomandata e si intendono approvati, con la conseguente liberazione dei liquidatori, se non vengono presentate opposizioni dai soci entro due mesi dalla comunicazione (art. 2311). Dopo l’approvazione del bilancio finale, i liquidatori devono chiedere la cancellazio ne della società dal registro generale delle imprese [❯ m1 u2] (art. 23121); secondo la giurisprudenza, tuttavia, l’estinzione di una società in nome collettivo si verifica soltanto con il pagamento integrale dei debiti sociali. scioglimento della società
pagamento dei debiti sociali liquidazione della società
cancellazione della società eventuale restituzione dei conferimenti ai soci e ripartizione dell’attivo residuo
Responsabilità dei soci e dei liquidatori
estinzione della società
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1 La società e le società di persone
Bilancio finale e piano di riparto
Dopo la cancellazione della società, i creditori rimasti eventualmente insoddisfatti possono agire nei confronti dei soci e anche, se la mancata soddisfazione dei crediti è imputabile a loro, nei confronti dei liquidatori (art. 23122).
lasoluzione • Il creditore non può agire nei confronti della società, che è stata cancellata dal registro delle imprese, ma può chiedere il risarcimento dei danni ai liquidatori, perché il mancato pagamento del suo credito è dovuto a un loro errore.
A garanzia dei creditori, inoltre, è previsto che le scritture contabili e gli altri documenti riguardanti la società (art. 23123, 4): • devono essere depositati presso una persona (di solito uno dei liquidatori) designata dalla maggioranza dei soci; devono essere conservati per dieci anni dalla data della cancellazione della società. •
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Scioglimento del rapporto di un socio Documento Richiesta di dichiarazione di esclusione di un socio
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Anche lo scioglimento del rapporto di un singolo socio di una società in nome collettivo è disciplinato in linea generale dal rinvio alle disposizioni in materia di società semplice, ma con le seguenti particolarità: • di regola il recesso di un socio è consentito soltanto per giusta causa, in quanto la società deve essere costituita a tempo determinato (se vi è stata una proroga tacita, però, ciascun socio può recedere in qualsiasi momento previo preavviso; art. 23073); • l’esclusione facoltativa di un socio può essere deliberata anche per violazione del divieto di concorrenza.
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
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Il fatto Una società in nome collettivo, che non è iscritta nel registro generale delle imprese, non restituisce il prestito che ha ottenuto da una banca; l’istituto di credito si rivolge a uno dei soci, per ottenere il pagamento di quanto dovuto, ma il socio si rifiuta di pagare il debito della società. La banca cita in giudizio il socio, chiedendo al tribunale di condannarlo a pagare il debito della società.
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sussidiaria rispetto a quella della società e quindi i creditori sociali, indipendentemente dal fatto che si tratti di una società regolare o irregolare, possono agire sul patrimonio dei soci soltanto se il patrimonio della società è insufficiente.
La tesi dell’attrice In una società in nome collettivo irregolare la responsabilità dei soci per le obbligazioni sociali è disciplinata con un rinvio alle norme sulla società semplice e, quindi, i creditori possono pretendere direttamente dai soci il pagamento dei debiti sociali, senza dovere prima agire sul patrimonio della società. La tesi del convenuto In una società in nome collettivo la responsabilità dei soci per le obbligazioni sociali è una responsabilità
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La società in accomandita semplice
L’ultimo tipo di società di persone, dopo la società semplice e la società in nome collettivo, è la società in accomandita semplice o s.a.s. (artt. 2313 ss.).
La società in accomandita semplice come tipo di società ilcaso • Due soci di una società in accomandita semplice, uno accomandatario e l’altro accomandante, svolgono un’attività concorrente con quella della società. A tuo parere, i due soci possono essere esclusi dalla società per giusta causa? Quali caratteri distintivi presenta una società in accomandita semplice? La società in accomandita semplice è caratterizzata dalla presenza di due categorie di soci che, in base alla legge, hanno una diversa responsabilità. Soci accomandatari e accomandanti
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In una società in accomandita semplice i soci accomandatari hanno una responsabilità illimitata e solidale per le obbligazioni sociali, mentre i soci accomandanti hanno una responsabilità limitata, nei limiti della loro quota.
Lettura Le caratteristiche della società in accomandita semplice come tipo sociale
I soci accomandatari di una s.a.s., inoltre, hanno gli stessi diritti e obblighi dei soci di una società in nome collettivo (art. 23181). In particolare: • sono soggetti al divieto di concorrenza, che non si applica ai soci accomandanti; • hanno una responsabilità sussidiaria rispetto a quella della società e godono del diritto di escussione preventiva del patrimonio sociale.
Quale ruolo hanno in una s.a.s. i soci accomandatari e i soci accomandanti? In una società in accomandita semplice quindi i soci accomandatari (che rischiano il loro patrimonio personale) hanno una posizione analoga a quella dei soci di una società di persone, mentre i soci accomandanti (che rischiano soltanto il loro conferimento) sono assimilabili ai soci di una società di capitali. Come abbiamo detto la s.a.s. è una società di persone e, in quanto tale, non è una persona giuridica e ha un’autonomia patrimoniale imperfetta. A ben vedere, in realtà, l’autonomia patrimoniale della società in esame è imperfetta verso i soci accomandatari, che sono responsabili illimitatamente e solidalmente con il loro patrimonio per i debiti della società, mentre è perfetta verso i soci accomandanti, che sono responsabili soltanto nei limiti del loro conferimento.
lasoluzione • Soltanto il socio accomandatario può essere escluso dalla società per giusta causa, consistente nella violazione del divieto di concorrenza, in quanto il socio accomandante non è soggetto al divieto di svolgere un’attività concorrente con la società.
accomandatari
• responsabilità illimitata per le obbligazioni sociali • stessi diritti e obblighi dei soci di una società in nome collettivo
soci accomandanti
responsabilità limitata per le obbligazioni sociali
A differenza della società in accomandita per azioni [❯ m2 u3], che studieremo più avanti, la società in accomandita semplice è una società di persone perché: • le quote di partecipazione dei soci non possono essere rappresentate da azioni (art. 23132); • è disciplinata con un rinvio alle norme sulla società in nome collettivo, in quanto compatibili e per quanto non è disposto diversamente (art. 2315).
società in accomandita semplice
presenza di soci accomandatari e di soci accomandanti
quote di partecipazione dei soci non rappresentate da azioni
La costituzione e la disciplina della società in accomandita semplice
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1 La società e le società di persone
Diritti e obblighi dei soci accomandatari
ilcaso • Il socio accomandante di una società in accomandita semplice conclude il preliminare di acquisto di un immobile in nome e per conto della società. A tuo parere, il comportamento del socio è legittimo? Una società in accomandita semplice è una società commerciale e, in quanto tale, è soggetta all’iscrizione nel registro generale delle imprese [❯ m1 u2].
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Società irregolare Una società in accomandita semplice irregolare non può mai essere una società di fatto
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Forma e contenuto dell’atto costitutivo
Ragione sociale
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Quale disciplina giuridica si applica a una s.a.s. irregolare? In mancanza di iscrizione la società in esame è una società irregolare e, ferma restando la diversa responsabilità dei soci accomandatari e accomandanti, è disciplinata con un rinvio alle norme sulla società in nome collettivo irregolare (art. 2317). Una società in accomandita semplice irregolare ha un’autonomia patrimoniale minore rispetto a una società regolare, o registrata, in quanto: • nei rapporti esterni tra la società e i terzi si applicano le norme sulla società semplice (art. 22971) ma, in ogni caso, tutti i soci accomandatari sono sempre responsabili illimitatamente e solidalmente verso i creditori sociali; • la legge presume che i soci che agiscono in nome della società ne abbiano la rap presentanza e gli eventuali accordi, che attribuiscono la rappresentanza soltanto ad alcuni soci o che limitano i poteri dei rappresentanti, sono opponibili ai terzi soltanto provando che ne erano effettivamente a conoscenza (art. 22972). È da notare che una società in accomandita semplice irregolare non può mai essere una società di fatto, perché richiede sempre un atto costitutivo, anche non scritto, da cui risulti quali sono i soci accomandatari e quali sono i soci accomandanti. L’atto costitutivo di una società in accomandita semplice deve avere la stessa forma (atto pubblico o scrittura privata autenticata) e il medesimo contenuto dell’atto co stitutivo di una società in nome collettivo, con l’aggiunta dell’indicazione dei soci accomandatari e dei soci accomandanti (art. 2316).
Come deve essere formata la ragione sociale di una s.a.s.? Nell’atto costitutivo, che è soggetto al deposito presso l’ufficio del registro delle imprese [❯ m1 u2], deve essere indicata anche la ragione sociale della società, che deve contenere il nome di uno o più soci accomandatari seguito dal tipo di società (art. 23141). Tuttavia, per effetto del rinvio alle norme sulla società in nome collettivo, anche nella società in esame gli altri soci possono mantenere nella ragione sociale, con il consenso suo o dei suoi eredi, il nome di una persona che non è più un socio accomandatario. esempio La ragione sociale di una società in accomandita semplice, della quale sono soci accomandatari Luciano e Marco Ligabue, mentre socio accomandante è Vasco Rossi, potrà essere «Luciano Ligabue società in accomandita semplice» o «Luciano Ligabue s.a.s.» o, ancora, «Marco e Luciano Ligabue s.a.s.» e così via, ma non «Vasco Rossi s.a.s.».
Inserzione del nome di un socio accomandante nella ragione sociale
Che cosa accade se nella ragione sociale vi è il nome di un socio accomandante? Se la ragione sociale di una società in accomandita semplice è formata dal nome di un socio accomandante, i terzi possono ritenere in buona fede che sia un socio accomandatario e che risponda con tutto il suo patrimonio per i debiti della società. Per tutelare i creditori della società, pertanto, la legge stabilisce che un socio accomandante assume una responsabilità illimitata e solidale se consente, anche solo in modo tacito, l’inserimento nella ragione sociale del suo nome (art. 23142). esempio La ragione sociale di una società in accomandita semplice, nella quale Andrea Forti è il socio accomandatario e Giorgio Chiari è il socio accomandante, non può essere «Giorgio Chiari s.a.s.» o, in caso contrario, il socio accomandante Giorgio Chiari assumerà una responsabilità illimitata e solidale per i debiti sociali.
A chi può essere data l’amministrazione di una s.a.s.? L’amministrazione di una società in accomandita semplice è disciplinata dal rinvio alle norme sulla società in nome collettivo ma, con una norma che non è derogabile dai soci, può essere attribuita soltanto ai soci accomandatari (art. 23182). Amministrazione e soci accomandatari
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L’amministrazione di una società in accomandita semplice, salvo una diversa disposizione dell’atto costitutivo, è attribuita disgiuntamente a tutti i soci accomandatari. L’atto costitutivo di una società in accomandita semplice, infatti, può riservare l’amministrazione soltanto a un socio accomandatario o ad alcuni soci accomandatari oppure può prevedere una forma di amministrazione congiuntiva o di amministrazione mista (cioè disgiuntiva per alcuni atti e congiuntiva per altri atti).
esempio Nell’atto costitutivo della «Paolo e Giovanni Rossi s.a.s.» può essere stabilito che amministratore della società è soltanto il socio Paolo Rossi oppure che alcuni atti di gestione devono essere compiuti insieme dai soci amministratori Paolo Rossi e Giovanni Rossi.
Documento Revoca dell’amministratore di una società in accomandita semplice
Divieto di ingerenza
Fondamento del divieto
La nomina degli amministratori di una società in accomandita semplice può essere contenuta nell’atto costitutivo, approvato da tutti i soci, o anche in un atto separato. Quando sono contenute in un atto separato, la nomina e l’eventuale revoca successiva degli amministratori richiedono il consenso di tutti i soci accomandatari (esclusi il socio o i soci che devono essere revocati) e di tanti soci accomandanti che rappresen tino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto (art. 2319).
Che cosa accade se un socio accomandante si intromette nella gestione sociale? Come detto, amministratori di una società in accomandita semplice possono essere soltanto uno o più soci accomandatari. La legge, infatti, stabilisce un divieto di ingerenza dei soci accomandanti nell’amministrazione della società, disponendo che i soci accomandanti non possono: • compiere atti di amministrazione; • concludere o anche soltanto trattare affari in nome e per conto della società. Se vìola il divieto in esame, un socio accomandante assume una responsabilità illimi tata e solidale per tutte le obbligazioni sociali, anche precedenti alla sua ingerenza, e gli altri soci possono deliberarne l’esclusione dalla società per giusta causa (art. 23201). Il divieto di ingerenza crea un collegamento necessario tra il potere di amministrazione di una società e la responsabilità illimitata e solidale per le obbligazioni che ne derivano e in questo modo tutela l’interesse, non soltanto degli altri soci e dei terzi ma anche della collettività, a una gestione responsabile di un’impresa sociale.
lasoluzione • Il comportamento del socio è illegittimo, in quanto un socio accomandante non può impegnare la società, anche concludendo un semplice contratto preliminare, nei confronti dei terzi.
È da notare che, anche quando diviene illimitatamente e solidalmente responsabile per i debiti sociali (in quanto consente che il suo nome sia inserito nella ragione sociale o si ingerisce nella gestione della società), un socio accomandante non diviene un socio accomandatario e quindi non acquista i diritti e gli obblighi relativi. consenso anche tacito all’inserimento del proprio nome nella ragione sociale responsabilità illimitata e solidale per le obbligazioni sociali
socio accomandante ingerenza nell’amministrazione della società
Attività del socio accomandante
Quali sono le attività e i poteri dei soci accomandanti di una s.a.s.? Secondo la legge un socio accomandante, senza violare il divieto di ingerenza, può: • trattare o concludere singoli affari con una procura speciale, cioè come rappresentante della società e in base alle direttive degli amministratori (art. 23201); • svolgere un’attività lavorativa alle dipendenze della società e sotto la direzione del socio o dei soci accomandatari che amministrano la società; • dare pareri o autorizzazioni riguardo a una o più operazioni e compiere atti di ispe zione o di sorveglianza, a condizione che siano previsti nell’atto costitutivo della società e non attribuiscano di fatto veri e propri poteri decisionali (art. 23202).
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1 La società e le società di persone
Nomina e revoca degli amministratori
esempio Gli amministratori possono incaricare un socio accomandante di stipulare un contratto di affitto; un socio accomandante può essere assunto come operaio o come impiegato; i soci accomandanti possono dare un parere sulla vendita di alcuni immobili aziendali o verificare l’adempimento degli obblighi fiscali e contabili da parte degli amministratori.
149
Poteri di controllo del socio accomandante
Ai soci accomandanti vene riconosciuto un potere di controllo sull’attività degli amministratori, che non può essere escluso o derogato dall’atto costitutivo della società, in quanto in base alla legge hanno il diritto di (art. 23203): • ricevere dagli amministratori il bilancio annuale della società, dal quale devono risultare i profitti ottenuti o le perdite subite; • consultare i libri sociali e gli altri documenti contabili, ma soltanto allo scopo di controllare l’esattezza dei dati contenuti nel bilancio della società. I poteri riconosciuti ai soci accomandanti, che hanno una responsabilità limitata per le obbligazioni sociali, sono meno ampi rispetto a quelli attribuiti ai soci non ammi nistratori delle altre società di persone. In particolare, i soci accomandanti non possono chiedere informazioni agli amministratori sulla gestione sociale e hanno diritto di controllare la contabilità della società soltanto per verificarne la corrispondenza al bilancio presentato dagli amministratori. può compiere singoli affari con una procura speciale
m
può svolgere un’attività lavorativa alle dipendenze della società
socio accomandante
2
può dare pareri o autorizzazioni su singoli atti
I soci accomandanti hanno un potere di controllo sull’attività degli amministratori
può controllare l’operato degli amministratori
Diritto agli utili
Inoltre, come i soci non amministratori delle altre società di persone, i soci accomandanti hanno diritto agli utili e non sono obbligati a restituire gli eventuali utili fittizi riscossi in buona fede in base al bilancio regolarmente approvato (art. 2321).
Modificazioni dell’atto costitutivo
È da ricordare, infine, che i soci accomandanti sono esclusi dall’amministrazione, ma partecipano a tutte le altre decisioni sociali. In particolare le modificazioni dell’atto costitutivo della società, se non è stabilito diversamente (art. 2252), devono essere approvate all’unanimità da tutti i soci e quindi anche dai soci accomandanti. esempio L’eventuale cambiamento dell’oggetto sociale, cioè dell’attività per il cui esercizio è stata costituita la società, non può essere deciso dagli amministratori ma, in mancanza di una diversa indicazione, richiede il consenso di tutti i soci.
Quale causa di scioglimento particolare si applica alla s.a.s.? Lo scioglimento di una società in nome collettivo può avvenire, innanzitutto, per le stesse cause di scioglimento di una società in nome collettivo, compresa anche l’eventuale dichiarazione di fallimento se svolge un’attività commerciale.
150
Mancanza dei soci accomandanti o accomandatari
Inoltre la società in esame si scioglie se viene meno una delle categorie di soci, in quanto (a causa della morte, del recesso o dell’esclusione degli altri soci) rimangono soltanto soci accomandatari o accomandanti ed entro sei mesi non entra nella società almeno un socio, rispettivamente, accomandante o accomandatario (art. 23231).
Amministratore provvisorio
Durante questo periodo i soci accomandanti, quando non ci sono soci accomandatari, possono nominare un amministratore provvisorio, che può compiere solo atti di ordi naria amministrazione e non assume la qualità di socio accomandatario (art. 23232).
Approfondimento L’origine storica e la funzione economica delle società di persone
L’amministratore provvisorio diviene illimitatamente e solidalmente responsabile per le obbligazioni sociali, però, se compie atti eccedenti l’ordinaria amministrazione o se rimane in carica per più di sei mesi.
venire meno di tutti i soci accomandanti ingresso entro sei mesi di uno o più soci accomandatari o accomandanti
società in accomandita semplice venire meno di tutti i soci accomandatari
SÌ
continuazione della società
NO
scioglimento e liquidazione della società
u r un
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Un commerciante chiede il pagamento di una fornitura a una società in accomandita semplice, effettuata alla fine di marzo, a un socio accomandante, che all’inizio di aprile ha concluso un contratto di affitto di un capannone industriale, ma il socio si rifiuta di pagare il debito sociale. ll commerciante cita in giudizio il socio, chiedendo al giudice di condannarlo a pagare il debito della società. La tesi dell’attore Il socio accomandante, che ha compiuto un atto di ingerenza nella gestione della
società, è divenuto illimitatamente e solidalmente responsabile per tutti debiti della società, anche per quelli precedenti al compimento dell’atto in nome e per conto della società.
La tesi del convenuto L’ingerenza nella gestione sociale da parte del socio accomandante di una società in accomandita semplice comporta una responsabilità illimitata e solidale del socio per le obbligazioni sociali, ma soltanto per quelle successive alla illegittima intromissione nell’amministrazione della società.
1 La società e le società di persone
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151
CLIL
Someoneelserightissues
Professional companies in European countries
m
Italian legislation
2
152
With the entry into force of inter-ministerial decree no. 34 of 2013, the possibility of incorporating Professional Companies was introduced in Italy, in line with that envisaged by most countries in the European Union. According to Art. 10 of Law no. 183 of 12 November 2011 (Stability Law 2012), in fact, «the incorporation of companies for the exercise of professional activities regulated by the legal system according to the corporate models regulated by Titles 5 and 6 of Book V of the Italian Civil Code» is allowed. To incorporate professional companies, the activity must be carried out exclusively by the sharehold ers, but also non-professionals can be shareholders, limited, however, to services of a technical nature or for investment purposes. Essentially, with this legislation it is possible to combine the professional skills of members of registers and orders with those of commercial entrepreneurs, who can be shareholders of the company. The law provides for freedom of choice as to the type of company to be incorporated (both partnerships as well as limited liability companies are allowed, including cooperatives), but the allocation of capital is constrained, since two-thirds of the capital must be owned by the professional shareholders and a maximum of one-third by the financing shareholders, who must meet the same require-
ments of integrity required for inclusion in the order in which the company is registered, as well as other personal requirements. The company may be incorporated to carry out a professional activity for which registration in the relevant order is required, or also multidisciplinary activities; the exercise of business activities is, however, excluded. Unlike other types of companies, the professional companies are not subject to bankruptcy laws, and the shareholders have a financial liability related to the chosen company model. Among the peculiarities of this type of company is the obligation of information on the part of the professional vis-a-vis the customer, to whom he must notify in writing the list of the individual professional shareholders constituting the company, with an indication of the title and related professional qualifications, as well as the list of the financing shareholders, informing the customer of the right to request that execution of the task entrusted to the company be assigned to a specific professional chosen by the customer.
Professional companies in France The first European legal system to envisage specific legislation for professional companies was the French one.
The French freelance professional has the possibility to choose between associative and corporate forms of contract. In the first category are the Convention d’exercice conjoint (CEC), the Contrat d’exercice à frais com muns (CEFC) and the Contrat de collaboration. In the second group we find, in addition to the Société de moyens, the Société civile professionnelle (SCP) and the more recent Société d’exercice libéral (SEL). The Société d’exercice libéral was introduced into the French legal system in 1990: the professionals are free to choose the type of company to be incorporated, but they must hold more than half of the share capital and the majority of the voting rights. Professional shareholders, unlike in Italy, are liable for the debts of the company to the extent of the contribution of each to the share capital.
Professional companies are defined by Art. 1 of the law as «companies that have as their business purpose the joint practise of professional activities (...) i.e. is an activity that requires an official degree diploma and subsequent registration with the relevant Professional Association (Colegio Profesional)». The majority of the capital and voting rights, or the shareholders’ equity and their number (in non-limited liability companies) must be possessed by professional shareholders, and at least half plus one of the members of the Board of Directors must be composed of professional shareholders and, if the Board of Directors consists of one person, the latter must be a professional shareholder.
German legislation
u
In 1994, Germany regulated the subject matter by introducing two distinct types of professional organisations, called partnerships, which can be classified as: civil (consisting of simple partnerships with legal status) and professional (constituted for practising the profession, but without legal status, with unlimited joint and several liability for the company’s debts). Incorporation of a partnership requires the presence of at least two natural person shareholders qualified as professionals.
The situation in the United Kingdom In 2000, also the United Kingdom regulated the possibility of incorporating a so-called LLP (Limited Liability Partnership), envisaging the requirement of a minimum of two shareholders, who maintain personal liability for their actions and who share the revenues in proportion to the investments made. In 2007, the Law on Legal Services subsequently came into force, which envisaged the possibility to entrust legal services also to non-lawyers, who can own shares and invest in law firms through Alter native Business Structures (ABS), albeit limited to certain legal areas.
Comprehension 1. Which type of company can a professional company be? 2. What is the difference, in terms of the equity composition, between Italian and French companies? 3. How can German partnerships be classified?
The Spanish sociedades profesionales
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed
Also Spain, in 2007, introduced the so-called Sociedades profesionales (SP), legal entities that have the purpose of joint practise of professional activities, according to a corporate model chosen freely by the parties.
Professional Association Shareholder Company debt
La società e le società di persone
1
........................................ ........................................ ........................................ ........................................
153
Ripassafacile
definizione
m
definizione e atto costitutivo
2
classificazioni
La società in generale
La società semplice
La società in nome collettivo definizione
154
amministrazione e gestione
Concetti chiave
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Simulazione della verifica orale
English summary
rapporti tra i soci e con i terzi
amministrazione e gestione
u
1
definizione
amministrazione e gestione
155
Verificaformativa 1. Risposte multiple
7.
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
a è costituita sempre necessariamente da due o più soci
c concorrente d sussidiaria
b di regola è una forma di impresa collettiva c non può avere uno scopo di lucro
e ausiliaria 8.
Una società non commerciale:
c deve essere previsto nell’atto costitutivo della società
a non può essere una società di persone b non può svolgere un’attività agricola
d si applica soltanto agli amministratori e si applica al socio che cessa di fare parte della società
m
c è una società di capitali d è una società semplice e è una persona giuridica 3.
9.
b il capitale sociale deve essere superiore al minimo indicato dalla legge c è possibile anche la distribuzione di utili fittizi d in caso di perdita non si possono distribuire utili fino alla riduzione o alla reintegrazione del capitale sociale
c deve avere la forma di un atto pubblico o di una scrittura privata autenticata d di regola non richiede una forma particolare e non può essere tacito 4.
e in caso di perdita del capitale sociale la società si scoglie
Se il conferimento di un bene da parte di un socio è in godimento: a il bene rimane di proprietà del socio b il rischio per la perdita fortuita passa a carico della società
10. Il socio accomandante di una società in accomandita semplice: a ha una responsabilità illimitata per i debiti sociali b è di diritto amministratore della società
c la società deve pagare per l’utilizzazione del bene
c ha una responsabilità solidale per i debiti sociali d può essere nominato amministratore della società
d il bene non può essere un bene immobile e il bene deve essere un bene mobile 5.
In una società in nome collettivo: a non si può procedere alla riduzione del capitale sociale esuberante
L’atto costitutivo di una società semplice: a deve avere la forma di un atto pubblico b deve avere la forma di una scrittura privata autenticata
2
In una società in nome collettivo il divieto di concorrenza: a è inderogabile dalla volontà dei soci b si applica a tutti i soci
e non si può mai costituire con un atto unilaterale 2.
La responsabilità dei soci di una società in nome collettivo per le obbligazioni sociali è: a limitata b parziaria
Una società:
d può avere soltanto un’autonomia patrimoniale perfetta
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e non può trattare o concludere affari per la società
I creditori di una società semplice possono agire: a indifferentemente nei confronti della società o dei soci b nei confronti della società soltanto dopo avere agito nei confronti dei soci c soltanto nei confronti della società d soltanto nei confronti dei soci
2. Vero o falso Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta 1. Una società può essere anche occasionale. V F
e nei confronti dei soci soltanto dopo avere agito nei confronti della società 6.
L’esclusione di diritto di un socio da una società semplice si verifica nel caso di (2 risposte esatte): a dichiarazione di fallimento della società b dichiarazione di fallimento del socio c inadempimento degli obblighi del socio d liquidazione della quota del socio da parte dei suoi creditori
156
e deliberazione degli altri soci
...................................................................................................... ......................................................................................................
2.
Una società deve avere sempre uno scopo di lucro.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
3.
Il conferimento di un socio in una società di persone può avere come oggetto denaro, V beni o crediti.
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
Verificaformativa 4.
Se non è stabilito diversamente, l’amministrazione di una società semplice è congiuntiva.
3. Lessico V
F
......................................................................................................
5.
Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione
......................................................................................................
1.
Apporto di un socio in una società.
La liquidazione di una società di persone viene gestita dagli amministratori della società.
2.
Società non iscritta nel registro delle imprese.
......................................................................................................
V
F
......................................................................................................
......................................................................................................
3.
......................................................................................................
6.
7.
In una s.n.c. la ripartizione degli utili tra i soci avviene sempre in parti uguali.
Patto che esclude un socio da qualsiasi partecipazione agli utili o alle perdite. ......................................................................................................
V
F
......................................................................................................
Soci che in una s.a.s. hanno una responsabilità illimitata per le obbligazioni sociali.
......................................................................................................
......................................................................................................
I creditori di un socio di una s.n.c. possono chiedere in ogni momento la liquidazione della sua quota.
4.
5. V
F
Soci che in una s.a.s. hanno una responsabilità limitata per le obbligazioni sociali. ......................................................................................................
...................................................................................................... ......................................................................................................
Al termine della procedura di liquidazione una s.n.c. deve essere cancellata dal registro delle imprese.
4. Vocabulary V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
9.
Una s.a.s. può essere costituta soltanto da soci accomandanti oppure da soci accomandatari.
Identify the term or terms corresponding to the definition 1.
......................................................................................................
V
F
......................................................................................................
......................................................................................................
2.
......................................................................................................
3. V
F
Prohibitions on the shareholders of a general partnership. ......................................................................................................
...................................................................................................... ......................................................................................................
Company consisting of a sole shareholder. ......................................................................................................
......................................................................................................
10. Le modificazioni dell’atto costitutivo di una s.a.s. devono essere approvate da tutti i soci.
Collective enterprise consisting of two or more shareholders.
......................................................................................................
4.
The shareholders’ resolution that generates the dissolution of the relationship of a shareholder. ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
Procedure subsequent to the winding up of a company. ...................................................................................................... ......................................................................................................
ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande
u
1 La società e le società di persone
8.
I soci di una società in nome collettivo, che è stata costituita con una durata di dieci anni, alla scadenza del termine indicato nell’atto costitutivo continuano di fatto l’esercizio in comune dell’attività economica. In seguito alla proroga tacita della società, il creditore particolare di un socio si rivolge al tribunale e chiede la liquidazione della quota del suo debitore. 1.
La pretesa del creditore del socio è fondata?
2.
Che cosa deve dimostrare il creditore?
3.
Se la proroga fosse stata espressa, il creditore avrebbe potuto chiedere la liquidazione della quota?
157
u2
La società per azioni
Prerequisiti
Conoscere il sistema di pubblicità legale delle imprese
Conoscenze
Il bilancio sociale e ambientale
Abilità
Indicare la natura e la funzione del bilancio sociale e ambientale
iave Parole cohrds Keyw
158
Italiano
Inglese
Società per azioni
Joint stock company
Società unipersonale
Sole trader
Assemblea dei soci
Shareholders’ meeting
Consiglio di amministrazione
Board of directors
Collegio sindacale
Board of auditors
Azioni
Shares
Obbligazioni
Bonds
Stato patrimoniale
Balance sheet
Conto economico
Profit and loss account
Bilancio sociale
Social account
1
La società per azioni e il rapporto sociale
La costituzione della società ilcaso • L’ufficio del registro delle imprese rifiuta l’iscrizione di una società per azioni perché il capitale sociale non è stato interamente versato al momento della sua costituzione. Il rifiuto dell’ufficio è corretto dal punto di vista giuridico? La società di capitali [❯ m2 u1] più importante è la società per azioni (artt. 2325 ss.). La società per azioni è una società nella quale «per le obbligazioni sociali risponde soltanto la società con il suo patrimonio» e in cui «la partecipazione sociale è rappresentata da azioni».
Quali caratteristiche presenta una società per azioni? Le caratteristiche essenziali della società per azioni sono: • la limitazione del rischio, in quanto i soci godono del beneficio della responsabilità limitata e non rispondono con il loro patrimonio personale per i debiti sociali; • la raccolta del risparmio, perché la società può ricorrere al mercato finanziario me diante l’emissione di azioni che incorporano i diritti di partecipazione alla società. Queste caratteristiche rendono la società in esame particolarmente adatta allo svolgi mento di attività economiche rischiose o costose, che espongono a una perdita molto elevata e/o richiedono un investimento molto consistente.
società per azioni Approfondimento L’evoluzione storica della società per azioni
Procedimento di costituzione
Formalità preliminari
la società è responsabile con il proprio patrimonio per le obbligazioni sociali la partecipazione dei soci è rappresentata da azioni
Come avviene il procedimento di formazione di una società per azioni? Il procedimento per costituire una società per azioni si articola nelle seguenti fasi: • l’adempimento delle formalità preliminari; • la stipulazione dell’atto costitutivo della società; • il deposito dell’atto costitutivo presso l’ufficio del registro delle imprese; • l’iscrizione della società nel registro delle imprese.
u
2 La società per azioni
Società per azioni
Innanzitutto è necessario compiere alcune formalità preliminari, che devono essere verificate dal notaio che redige l’atto costitutivo (art. 2329): • la sottoscrizione integrale del capitale sociale, in quanto il valore totale dei confe rimenti promessi dai soci deve corrispondere al capitale indicato nell’atto costitu tivo; il • versamento presso una banca almeno del 25% dei conferimenti in denaro; • una relazione giurata di stima dei conferimenti in natura, cioè dei beni conferiti in proprietà o in godimento, da parte di un esperto nominato dal tribunale; • il rilascio delle autorizzazioni amministrative, qualora siano richieste dalla legge in relazione alla natura dell’attività esercitata. esempio La costituzione di una società per azioni avente come oggetto un’attività bancaria richiede un’autorizzazione preventiva della Banca d’Italia.
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lasoluzione • Il rifiuto di iscrizione della società da parte dell’ufficio del registro delle imprese non è corretto in quanto, al momento della costituzione di una società per azioni, non è necessario che il capitale sociale sia interamente versato. integrale sottoscrizione del capitale sociale
società per azioni
adempimento delle formalità preliminari
costituzione
Stipulazione dell’atto costitutivo
versamento almeno del 25% dei conferimenti in denaro relazione giurata di stima dei conferimenti in natura eventuali autorizzazioni amministrative
In secondo luogo, dopo le formalità preliminari, è necessaria la stipulazione dell’atto costitutivo, con il quale i soci dichiarano di volere creare la società.
m
In quali casi una società per azioni è una società unipersonale? Di solito una s.p.a. viene costituita da due o più persone con un contratto, ma può essere costituita anche da una sola persona con un atto unilaterale (art. 23281). Società unipersonale
2
Una società per azioni unipersonale è una società che è stata costituita sin dall’ini zio da un unico socio o che è divenuta, in seguito, con un unico socio. Di regola in una società unipersonale per le obbligazioni sociali risponde solo la società con il suo patrimonio (art. 23252). In caso di insolvenza della società, infatti, l’unico azionista diviene illimitatamente responsabile per le obbligazioni sociali soltanto se non sono stati effettuati: • il versamento integrale dei conferimenti al momento stesso della costituzione della società (o entro novanta giorni da quando il socio è divenuto in seguito l’unico azionista della società); • il deposito di una dichiarazione con le generalità dell’unico socio (entro trenta gior ni dall’iscrizione nel libro dei soci dell’acquisto di tutte delle azioni) presso l’uffi cio del registro delle imprese. A tutela dei creditori sociali, inoltre, la legge stabilisce espressamente che: • il socio fondatore è responsabile, insieme a coloro che hanno agito in nome e per conto della società, per le obbligazioni derivanti da operazioni compiute prima dell’iscrizione della società (art. 23312); • i contratti e le altre operazioni della società a favore dell’unico socio sono opponibi li ai terzi soltanto se sono stati trascritti nel libro del consiglio di amministrazione o se risultano da un atto scritto con data certa anteriore al pignoramento (art. 23625).
società per azioni unipersonale
di regola soltanto limitata (al valore della partecipazione) responsabilità del socio unico
illimitata se inadempimento: • integrale versamento del capitale sociale • obblighi pubblicitari
In che modo si può costituire una società per azioni? La costituzione di una società per azioni può essere simultanea o progressiva. Costituzione simultanea
160
Nella costituzione simultanea, che è la più frequente, il socio o i soci dichiarano davanti a un notaio di volere costituire una società e ne sottoscrivono il capitale. esempio Alcuni operai costituiscono una s.p.a. avente come oggetto l’installazione di condizionatori e si impegnano a versare il capitale della società.
Costituzione progressiva
Nella costituzione progressiva o con pubblica sottoscrizione invece (artt. 2333 ss.): • alcune persone (promotori) depositano presso un notaio un programma, contenen te gli elementi essenziali della società, e invitano il pubblico ad aderirvi; • i soggetti interessati procedono alla sottoscrizione delle azioni e in seguito, a richiesta dei promotori, effettuano i versamenti prescritti dalla legge; • i promotori convocano l’assemblea dei sottoscrittori, che è vali da con la presenza di almeno metà dei sottoscrittori (ciascuno dei quali ha un solo voto) e provvede alla stipulazione dell’atto costitutivo della società. esempio Un gruppo di persone promuove la costituzione di una s.p.a., per creare una nuova emittente televisiva, e invita i cittadini a sottoscrivere le azioni.
Forma e contenuto dell’atto costitutivo
Documento Atto costitutivo di una società per azioni
Ampliamento La disciplina dei patti parasociali
Statuto
costituzione società per azioni
simultanea
stipulazione dell’atto costitutivo e sottoscrizione del capitale sociale
progressiva
sottoscrizione pubblica del capitale sociale e stipulazione dell’atto costitutivo
Quali sono la forma e il contenuto dell’atto costitutivo di una s.p.a.? L’atto costitutivo di una s.p.a. richiede a pena di nullità la forma di un atto pubblico, cioè di un atto scritto da un notaio, e deve contenere gli elementi stabiliti dalla legge. In particolare, l’atto costitutivo deve indicare (art. 2328): • le generalità dei soci (che possono anche non essere persone fisiche) e degli even tuali promotori, con il numero delle azioni assegnate a ciascun socio; • la denominazione sociale, che può essere formata liberamente ma deve contenere l’indicazione di «società per azioni» anche in forma abbreviata (come «Benetton s.p.a.» o «Vodafone s.p.a.»); • il Comune in cui sono poste la sede sociale e le sedi secondarie (ma nella domanda di iscrizione nel registro delle imprese deve essere indicato anche l’indirizzo); • l’attività che costituisce l’oggetto sociale, cioè l’indicazione specifica del tipo di attività per il cui esercizio viene creata la società; • il capitale sottoscritto, che non può essere inferiore a 50.000 euro (art. 2327), e versato, corrispondente al valore dei conferimenti promessi ed eseguiti dai soci; • il numero delle azioni e il loro eventuale valore nominale, con l’indicazione anche delle caratteristiche delle azioni e delle loro modalità di emissione e circolazione; • il valore attribuito ai crediti e ai beni conferiti in natura dai soci; • le regole secondo le quali gli utili devono essere ripartiti tra i soci (o, in mancanza di indicazioni al riguardo, la decisione spetta all’assemblea ordinaria); • gli eventuali benefici riconosciuti ai soci fondatori e/o ai promotori (non superiori al 10% degli utili netti e per un periodo massimo di cinque anni; artt. 2340, 2341); • il sistema di organizzazione della società scelto dai soci o, se non è stabilito nulla al riguardo, si applica il modello tradizionale o legale; • il numero degli amministratori, con l’indicazione dei loro poteri e di coloro che hanno la rappresentanza della società, e dei componenti dell’organo di controllo; • l’importo globale, almeno approssimativo, delle spese per la costituzione a carico della società; • la durata della società o, se è a tempo indeterminato, il termine (non superiore a un anno) trascorso il quale i soci possono esercitare il diritto di recesso dalla società.
u
2 La società per azioni
Nella costituzione progressiva di una s.p.a. i promotori depositano un programma presso un notaio
Di solito l’atto costitutivo di una società per azioni è integrato da uno statuto, che contiene le regole sul funzionamento della società: lo statuto può essere anche un atto separato ma, comunque, è considerato come parte integrante dell’atto costitutivo e, in caso di contrasto, prevale sull’atto costitutivo (art. 23283). esempio Gli elementi essenziali dell’atto costitutivo di una s.p.a. possono essere contenuti anche nel suo statuto e, se il termine finale indicato nello statuto è di 10 anni e nell’atto costitutivo è di 20 anni, la società ha una durata di 10 anni.
161
Deposito dell’atto costitutivo
Iscrizione nel registro delle imprese
A quali adempimenti pubblicitari è soggetta una società per azioni? Entro venti giorni dalla sua stipulazione l’atto costitutivo di una s.p.a. deve essere depositato presso l’ufficio del registro delle imprese [❯ m1 u2] nella cui circoscrizione la società ha la sede legale (nonché, per estratto, dove ha eventuali sedi secondarie). Il deposito deve essere effettuato dal notaio o dagli amministratori oppure, se non vi provvedono, può essere compiuto da qualsiasi socio a spese della società (art. 2330). Al momento del deposito dell’atto costitutivo deve essere richiesta l’iscrizione della società nel registro delle imprese, che viene compiuta dall’ufficio del registro dopo avere verificato la regolarità formale della documentazione presentata. esempio L’ufficio del registro deve controllare che l’atto costitutivo abbia la forma dell’atto pubblico, che il capitale sottoscritto non sia inferiore a 50.000 euro, che siano stati depositati presso una banca almeno il 25% dei conferimenti in denaro ecc.
società per azioni
adempimenti preliminari stipulazione dell’atto costitutivo
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deposito presso l’ufficio del registro delle imprese
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iscrizione nel registro delle imprese
Dopo l’iscrizione la banca depositaria deve provvedere alla consegna dei versamenti agli amministratori che, in seguito, possono effettuare in qualsiasi momento il cosiddetto richiamo dei versamenti mancanti e richiedere ai soci i conferimenti promessi e ancora dovuti. Se però la società non viene iscritta entro novanta giorni dalla firma dell’atto costituti vo (o dal rilascio delle eventuali autorizzazioni richieste dalla legge), l’atto costitutivo diviene inefficace e la banca presso la quale sono stati versati i conferimenti deve pro cedere alla restituzione del denaro ai sottoscrittori.
Efficacia costitutiva dell’iscrizione della società
I soci, se la società non viene iscritta, sono responsabili per le operazioni che decidono, autorizzano o consentono
Iscrizione degli atti societari
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Quali effetti giuridici produce l’iscrizione di una società per azioni? L’iscrizione di una società per azioni nel registro delle imprese ha un’efficacia costitutiva, nel senso che la società acquista la personalità giuridica soltanto con l’iscrizione. In mancanza dell’iscrizione una società per azioni è giuridicamente inesistente, poiché non può mai essere una società irregolare [❯ m2 u1], e pertanto (art. 2331): per le operazioni compiute in nome e per conto della società sono responsabili coloro • che le hanno compiute e i soci che le hanno decise, autorizzate o consentite; • le eventuali azioni emesse prima della costituzione della società sono nulle. … e dei singoli atti societari? L’iscrizione nel registro delle imprese è prescritta anche per gli atti societari più im portanti ma in questo caso, in base ai princìpi generali, la pubblicità ha soltanto una efficacia dichiarativa [❯ m1 u2], nel senso che (art. 24481): • gli atti iscritti sono sempre opponibili o efficaci nei confronti dei terzi (presunzione assoluta di conoscenza dei fatti iscritti); • gli atti non iscritti sono opponibili ai terzi soltanto se la società prova che ne erano ugualmente a conoscenza (presunzione relativa di ignoranza dei fatti non iscritti).
esempio La revoca del potere di rappresentanza di un amministratore è efficace verso un fornitore soltanto se è stata iscritta nel registro delle imprese o, in mancanza, se la società riesce a provare che il fornitore ne era comunque a conoscenza.
Tuttavia, con una deroga rispetto ai princìpi in materia di pubblicità legale, per le operazioni compiute entro quindici giorni dall’iscrizione, o dal deposito presso l’ufficio delle imprese, gli atti pubblicati non sono opponibili ai terzi che provino di essere stati senza colpa nell’impossibilità di averne conoscenza (art. 24482).
società
iscrizione nel registro delle imprese principali atti o fatti relativi alla società
efficacia costitutiva: in mancanza di iscrizione, inesistenza della società
efficacia dichiarativa: • presunzione assoluta di conoscenza • dei fatti iscritti • presunzione relativa di ignoranza • dei fatti non iscritti
La nullità della società
In alcuni casi, previsti tassativamente dal la legge, una società per azioni può essere invalida.
Cause di nullità di una s.p.a.
In quali casi si produce la nullità di una società per azioni? La nullità di una s.p.a. si può verificare per una delle seguenti cause (art. 2332): • la mancata stipulazione dell’atto costitutivo nella forma dell’atto pubblico; • l’illiceità dell’oggetto sociale; • la mancanza di qualsiasi indicazione, nell’atto costitutivo, relativa ad alcuni elementi essenziali della società. esempio Una società è nulla se è stata costituita con una scrittura privata o per ricettare merci rubate oppure se non è indicata la denominazione sociale.
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2 La società per azioni
ilcaso • A causa di un errore del notaio le generalità di uno dei soci fondatori, indicate nell’atto costitutivo di una società per azioni, sono incomplete. La società è ugualmente valida dal punto di vista giuridico?
Le cause di nullità sono tassative e, quindi, qualsiasi altro difetto dell’atto costitutivo viene sanato automaticamente con l’iscrizione nel registro delle imprese. esempio L’eventuale incapacità di agire di uno o più soci o il mancato versamento presso una banca di almeno il 25% dei conferimenti in denaro non possono più essere fatti valere dopo l’iscrizione nel registro delle imprese della società che, pertanto, è pienamente valida.
lasoluzione • La società per azioni è valida, in quanto le cause di nullità previste dalla legge non comprendono anche l’inesatta o incompleta indicazione delle generalità di uno o più soci.
Quali effetti produce la nullità di una società per azioni? Effetti della nullità
La dichiarazione di nullità di una s.p.a., che può essere richiesta al tribunale da qualunque interessato (i soci, gli amministratori, i creditori ecc.), non ha un’efficacia retroattiva e produce lo scioglimento della società [❯ m2 u4], in quanto: • gli atti giuridici che sono stati compiuti in nome della società, dopo l’iscrizione e prima della dichiarazione di nullità, rimangono efficaci; • i soci non sono liberati dall’obbligo di eseguire i conferimenti promessi fino a quan do i creditori della società non sono stati interamente soddisfatti; • la sentenza che dichiara la nullità (che deve essere iscritta dagli amministratori o dai liquidatori nel registro delle imprese) deve provvedere alla nomina dei liquidatori.
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Sanabilità della nullità
La nullità di una s.p.a. inoltre è sanabile, perché i soci possono eliminare la causa di invalidità dell’atto costitutivo e iscrivere la modificazione nel registro delle imprese. esempio Se una società per azioni è nulla per mancanza della forma essenziale o dell’indicazione della denominazione sociale, i soci possono redigere di nuovo l’atto costitutivo nella forma richiesta o inserirvi l’elemento mancante.
cause: • mancanza dell’atto pubblico • oggetto illecito • mancanza di elementi essenziali
società per azioni
nullità
Se l’atto costitutivo di una s.p.a. non è in forma pubblica, la società è nulla
effetti: • rilevabilità da parte di qualunque • interessato • irretroattività • sanabilità
Le modificazioni dello statuto e il recesso dei soci
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ilcaso • Un socio di una s.p.a., che ha votato contro la deliberazione di prorogare la società, comunica di volere recedere dalla società, ma gli amministratori sostengono che il recesso del socio è nullo perché deve essere approvato dall’assemblea dei soci. L’affermazione degli amministratori è fondata dal punto di vista giuridico?
2 Modificazioni dello statuto
Diritto di recesso
Cause di recesso legali
In che modo può essere modificato lo statuto di una società per azioni? Le modificazioni dello statuto di una società per azioni richiedono una deliberazione dell’assemblea straordinaria, approvata a maggioranza dai soci; la deliberazione è soggetta all’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2] ed è efficace soltanto dopo l’iscrizione (cosiddetta efficacia costitutiva dell’i scrizione; art. 2436). Nei casi previsti dalla legge o dallo statuto, però, i soci che non sono d’accordo con le modificazioni possono esercitare il diritto di recesso e uscire dalla società.
In quali casi il socio di una s.p.a. può recedere dalla società? In primo luogo, un socio può recedere dalla società nel caso di (art. 24371): • modificazione sostanziale dell’oggetto sociale, trasformazione del tipo di società o trasferimento della sede sociale all’estero; • revoca della liquidazione, cioè dello scioglimento, della società; • eliminazione di cause di recesso previste dallo statuto della società e cambiamento dei criteri per determinare il valore delle azioni in caso di recesso; • modificazione dei diritti di voto o di partecipazione dei soci. Queste cause di recesso legali sono inderogabili, nel senso che è nullo qualsiasi accor do diretto a escludere o a rendere più gravoso l’esercizio del diritto di recesso. esempio È nulla la clausola dell’atto costitutivo di una società in base alla quale «in caso di trasferimento della sede sociale all’estero i soci non possono recedere dalla società».
In secondo luogo, un socio può recedere da una società nel caso di (art. 24372): • proroga del termine finale della società; • introduzione di limitazioni o vincoli alla circolazione delle azioni. A differenza di quelle precedenti, però, queste cause di recesso legali sono derogabili dallo statuto sociale che può, in tutto o in parte, limitarle o anche escluderle. Cause di recesso statutarie
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Infine nelle società per azioni “chiuse”, cioè nelle società che non fanno ricorso al pubblico risparmio e non hanno un azionariato diffuso, lo statuto può prevedere altre cause di recesso e in ogni caso, se una società è a tempo indeterminato, i soci possono recedere in qualsiasi momento con un preavviso di almeno centottanta giorni.
esempio Lo statuto di una s.p.a. può prevedere come causa di recesso dalla società la riduzione del numero dei soci al di sotto di un certo limite minimo o la modificazione delle disposizioni legislative relative al trattamento fiscale della società.
Modalità e termini del recesso
In che modo avviene e quali effetti produce il recesso di un socio da una s.p.a.? Il recesso di un socio, che può riguardare anche una parte delle azioni, può essere esercitato soltanto dai soci dissenzienti, astenuti o assenti, cioè che hanno votato con tro, non hanno votato o non erano presenti alla votazione sulla modifica dello statuto. La dichiarazione di recesso da parte di un socio è un atto unilaterale, in quanto ri chiede soltanto la volontà del socio, e recettizio, in quanto è efficace dal momento in cui viene comunicato alla società con una lettera raccomandata.
lasoluzione • L’affermazione degli amministratori è priva di qualsiasi fondamento, perché la dichiarazione di recesso di un socio non richiede l’accettazione degli altri soci.
Inefficacia del recesso
La comunicazione deve essere fatta, a pena di decadenza, entro i termini stabiliti dalla legge (quindici o trenta giorni, rispettivamente, dall’iscrizione della deliberazione nel registro delle imprese o dalla conoscenza dei fatti che legittimano il recesso). La società, tuttavia, può impedire o rendere inefficace il recesso di un socio se, entro novanta giorni, decide la revoca della deliberazione che legittimava il recesso del so cio o lo scioglimento della società [❯ m2 u4] (art. 2437 bis). esempio L’assemblea di una società per azioni può revocare la deliberazione con la quale era stato modificato l’atto costitutivo ed era stato previsto un divieto di trasferimento delle azioni prima di tre anni dal loro acquisto.
Per effetto del recesso il socio di una s.p.a. ha diritto di ottenere dalla società il rimborso delle azioni, cioè una somma di denaro corrispondente al loro valore e determi nata con le modalità indicate dalla legge (art. 2437 ter). diritto di recesso: • cause legali • cause statutarie
società per azioni
modificazioni dell’atto costitutivo rimborso delle azioni
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2 La società per azioni
Documento Dichiarazione di recesso di un socio
Dopo avere esaminato la situazione proposta,
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iorno
decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto L’amministratore unico di una società per azioni conclude un contratto con un forni tore, avente come oggetto l’acquisto di un determinato quantitativo di merci, ma in seguito, a causa della dichiarazione di nul lità della società, i liquidatori della società si rifiutano di ricevere le merci e di effettua re il pagamento della somma concordata. Il fornitore cita in giudizio la società in liquidazione e chiede il risarcimento dei danni per l’inadempimento contrattuale. La tesi dell’attore Il contratto che è stato concluso tra la società e il fornitore è precedente alla
dichiarazione di nullità della società e quindi è pienamente valido ed efficace: la società pertanto, anche se è in liquida zione, è obbligata a risarcire i danni deri vanti dall’inadempimento degli obblighi contenuti nel contratto.
La tesi della convenuta I liquidatori della società non sono obbli gati a pagare con il patrimonio sociale i debiti assunti dalla società che è stata di chiarata nulla, in quanto la nullità della società produce automaticamente anche la nullità dei contratti che sono stati con clusi a suo nome, prima della dichiarazio ne di nullità, dall’amministratore unico.
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2 Organi della società Lettura Le competenze degli organi sociali
Gli organi della società per azioni
Che cosa sono e quali sono gli organi di una società per azioni? La società per azioni è una persona giuridica [❯ m2 u1] e agisce nei rapporti giuridici con i terzi per mezzo di organi, formati da persone fisiche, che sono: • l’assemblea; • gli amministratori; • l’organo di controllo. Il modello organizzativo o governance adottato da una s.p.a. può essere (art. 23801, 2): • il sistema legale, che si applica automaticamente in mancanza di una diversa indi cazione nello statuto della società, composto dal consiglio di amministrazione o da un amministratore unico e dal collegio sindacale nominati dall’assemblea dei soci; • il sistema dualistico, costituito da un consiglio di sorveglianza nominato dall’as semblea dei soci che, a sua volta, nomina un consiglio di gestione; • il sistema monistico, formato da un consiglio di amministrazione nominato dall’assem blea dei soci che nomina, al proprio interno, un comitato per il controllo della gestione.
Cambiamento della “governance”
Una s.p.a. può deliberare una modificazione del sistema organizzativo ma, se non è stabilito diversamente, l’eventuale modificazione ha effetto soltanto dalla data dell’assemblea chiamata ad approvare il bilancio dell’esercizio successivo (art. 23803).
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Modelli di organizzazione
sistema legale
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consiglio di amministrazione o amministatore unico assemblea
sistema dualistico
sistema monistico
assemblea
assemblea
consiglio di sorveglianza
consiglio di amministrazione
consiglio di gestione
comitato per il controllo della gestione
collegio sindacale
L’assemblea ilcaso • Durante l’assemblea straordinaria di una s.p.a., chiamata a deliberare una modificazione dello statuto della società e alla quale partecipano tutti i soci, un socio, che detiene da solo oltre il venti per cento del capitale sociale, chiede il rinvio dell’assemblea. In seguito alla richiesta del socio, il presidente deve rinviare l’assemblea? Com’è formata l’assemblea di una società per azioni?
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Assemblea
L’assemblea è l’organo deliberativo di una società per azioni ed è formata dai soci e dai loro rappresentanti.
Formalità di convocazione dell’assemblea
L’assemblea di una s.p.a. deve essere convocata dall’organo amministrativo con un avviso contenente l’indicazione delle modalità dell’assemblea (il giorno, l’ora e il luogo) e l’ordine del giorno, cioè l’elenco degli argomenti in discussione (art. 23661). L’avviso di convocazione deve essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, o in alterna tiva in uno o più quotidiani indicati nello statuto della società, almeno quindici giorni prima dell’assemblea (art. 23662).
Approfondimento La rappresentanza del voto e il voto per corrispondenza
Assemblea totalitaria
Lo statuto delle società “chiuse”, tuttavia, può prevedere che l’avviso sia inviato con altri mezzi di comunicazione e almeno otto giorni prima dell’assemblea (a condizione che sia dimostrabile il suo ricevimento tempestivo da parte di tutti i soci; art. 23663). In ogni caso l’assemblea si considera costituita regolarmente quando è totalitaria, in quanto è rappresentato l’intero capitale sociale ed è presente la maggioranza dei componenti degli organi sociali, ma ciascun intervenuto può opporsi alla discussione degli argomenti su cui ritenga di non essere sufficientemente informato (art. 23664, 5). esempio Un socio può dichiarare di non avere informazioni sufficienti in merito alla proposta di nomina o di revoca di un amministratore.
In quali casi deve essere convocata l’assemblea? Gli amministratori di una s.p.a. devono convocare l’assemblea (art. 2367): • nei casi previsti dalla legge (come l’approvazione annuale del bilancio); • su richiesta, con l’indicazione degli argomenti da trattare, di tanti soci che rappre sentino almeno un decimo del capitale sociale o la percentuale minore prevista nello statuto della società. Nelle società “aperte”, cioè nelle società che fanno ricorso al pubblico risparmio o che hanno un azionariato diffuso, la richiesta di convocazione può essere presentata da tanti soci che rappresentino almeno un ventesimo del capitale sociale. Se gli amministratori non provvedono alla convocazione, la convocazione deve esse re effettuata dall’organo di controllo della società oppure, se anche l’organo di con trollo non vi provvede senza giustificazione, dal tribunale con un proprio decreto.
Svolgimento dell’assemblea
Di regola l’assemblea deve avere luogo nel Comune dove ha sede la società (se nello statuto non è disposto diversamente) e il suo svolgimento è regolato dalla legge. In particolare (artt. 2371 ss.): • il presidente dell’assemblea è la persona indicata nello sta tuto, o in mancanza eletta a maggioranza dagli intervenuti all’assemblea, ed è assistito da un segretario; • il verbale dell’assemblea deve indicare (oltre all’identità dei partecipanti e al capitale rappresentato da ciascun parte cipante) la data, le modalità e il risultato delle votazioni nonché i soci favorevoli, astenuti o dissenzienti. Il verbale, nel quale ciascun socio può chiedere che vengano riassunte le sue dichiarazioni, deve essere firmato dal presidente e dal segretario che lo redige e scritto (o trascritto, se è stato redatto da un notaio per atto pubblico) nel libro delle assemblee, che ciascun socio come vedremo ha il diritto di esaminare (artt. 2421 n. 3, 24221).
Rinvio dell’assemblea
Documento Convocazione e verbale dell’assemblea
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2 La società per azioni
Convocazione dell’assemblea
Nel corso dell’assemblea tanti soci che siano almeno un terzo del capitale rappresentato in assemblea possono chiedere il rinvio dell’assemblea (per un periodo non su periore a cinque giorni e una sola volta per lo stesso argomento), dichiarando di non essere sufficientemente informati sugli argomenti all’ordine del giorno (art. 2374).
lasoluzione • Il presidente non deve rinviare l’assemblea, in quanto la richiesta di rinvio proviene da un socio che possiede una percentuale del capitale sociale presente in assemblea inferiore a quella richiesta dalla legge.
L’assemblea di una s.p.a. può essere ordinaria o straordinaria: non si tratta di due organi diversi, ma del medesimo organo con competenze e maggioranze diverse.
Assemblea ordinaria
Su quali materie delibera l’assemblea ordinaria? Di regola, l’assemblea ordinaria di una s.p.a. delibera in materia di (art. 23641): • approvazione del bilancio predisposto dagli amministratori della società; • provvedimenti (nomina e revoca, azione di responsabilità e, se non è stabilito nello statuto, compenso) riguardanti gli amministratori e l’organo di controllo; • altri oggetti attribuiti alla sua competenza dalla legge (come la distribuzione degli utili ai soci; art. 2433) o dallo statuto della società.
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Nel sistema dualistico, però, l’assemblea ordinaria è competente soltanto per i provvedimenti riguardanti il consiglio di sorveglianza (che, a sua volta, approva il bilancio e delibera tutti i provvedimenti riguardanti il consiglio di gestione) e la distribuzione degli utili ai soci (art. 2364 bis).
Assemblea straordinaria
… e l’assemblea straordinaria? L’assemblea straordinaria di una s.p.a., invece, delibera sui seguenti argomenti (art. 23651): • modificazioni dello statuto e dell’atto costitutivo della società; • provvedimenti (nomina, sostituzione e poteri) relativi ai liquidatori; • altre materie attribuite espressamente dalla legge alla sua competenza. • approvazione del bilancio e distribuzione degli utili • provvedimenti relativi agli altri organi • sociali • oggetti riservati dalla legge • o dallo statuto ordinaria • distribuzione degli utili • provvedimenti relativi al consiglio • di sorveglianza (nel modello dualistico)
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assemblea
straordinaria
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• modiåcazioni dello statuto • provvedimenti relativi ai liquidatori • altre materie riservate dalla legge
Tuttavia lo statuto di una società per azioni può attribuire alcune materie di competenza dell’assemblea straordinaria, indicate in modo tassativo dalla legge, agli amministratori o al consiglio di sorveglianza (art. 23652). esempio Lo statuto di una s.p.a. può attribuire agli amministratori l’emissione di obbligazioni convertibili in azioni, l’aumento del capitale sociale e l’adeguamento dello statuto della società a nuove disposizioni normative.
Assemblea e gestione dell’impresa sociale
È da notare che l’assemblea di una s.p.a. ha una competenza speciale, poiché può deliberare soltanto sulle materie indicate dalla legge o dallo statuto della società: al di fuori di tali materie, pertanto, le deliberazioni dell’assemblea sono invalide e inef ficaci. esempio L’assemblea non può entrare nel merito dell’opportunità di una trattativa commerciale tra gli amministratori della società e un’impresa concorrente.
Quorum costitutivi e deliberativi
Prima e seconda convocazione
Che cosa si intende per quorum costitutivi e deliberativi dell’assemblea? L’assemblea ordinaria e quella straordinaria di una società si differenziano anche per le diverse maggioranze richieste dalla legge o dallo statuto della società per la regolarità della costituzione dell’assemblea (cosiddetto quorum costitutivo o numero legale) e per la validità delle deliberazioni (cosiddetto quorum deliberativo). L’assemblea di una s.p.a. può deliberare in prima convocazione o, se in prima con vocazione non si raggiunge il numero legale, in seconda convocazione; l’avviso della prima convocazione può contenere già la fissazione della data dell’eventuale seconda convocazione, che deve svolgersi in un giorno diverso, o in mancanza l’assemblea deve essere riconvocata dagli amministratori entro trenta giorni (art. 23691, 2). Lo statuto di una s.p.a. può prevedere anche convocazioni successive che, di regola, sono disciplinate dalle stesse disposizioni dell’assemblea in seconda convocazione. esempio Lo statuto di una società per azioni può prevedere un’assemblea straordinaria in terza convocazione su alcune deliberazioni come l’aumento o la riduzione del capitale sociale oppure la trasformazione della società in una società di tipo diverso.
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La legge disciplina analiticamente le maggioranze per i diversi tipi di assemblee ma, di regola (salvo che per l’approvazione del bilancio e per la nomina o la revoca degli organi sociali), lo statuto della società può prevedere maggioranze più elevate.
Assemblea ordinaria
Quali sono i quorum richiesti per l’assemblea ordinaria? In particolare, l’assemblea ordinaria di una società (art. 23681, art. 23693): • in prima convocazione è regolarmente costituita quando è rappresentato almeno metà del capitale sociale e delibera a maggioranza assoluta; • in seconda convocazione delibera sempre a maggioranza assoluta, qualunque sia il capitale sociale rappresentato in assemblea. prima convocazione
• quorum costitutivo: • almeno metà del capitale sociale • quorum deliberativo: • maggioranza assoluta del capitale • rappresentato in assemblea*
seconda convocazione
quorum deliberativo: in ogni caso maggioranza assoluta del capitale rappresentato in assemblea*
assemblea ordinaria
* Salvo maggioranza più elevata prevista dallo statuto
… e per l’assemblea straordinaria? Di regola, invece, l’assemblea straordinaria di una società (art. 23682, art. 23693): • in prima convocazione delibera con il voto favorevole di più della metà del capitale sociale; • in seconda convocazione è regolarmente costituita con la partecipazione di più di un terzo del capitale sociale e delibera con il voto favorevole di almeno due terzi del capitale rappresentato in assemblea o, per alcune deliberazioni più importanti indicate dalla legge, di più di un terzo del capitale sociale. esempio È richiesto più di un terzo del capitale sociale per le deliberazioni in seconda convocazione riguardanti il cambiamento dell’oggetto sociale, la trasformazione della società, lo scioglimento anticipato o la proroga della società, la revoca dello stato di liquidazione e il trasferimento della sede sociale all’estero.
L’assemblea straordinaria delle società “aperte” è disciplinata da disposizioni partico lari, che prevedono quorum diversi per consentire la gestione di società con un azio nariato molto frazionato tra un numero elevato di soci. prima convocazione
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2 La società per azioni
Assemblea straordinaria
quorum deliberativo: più della metà del capitale sociale*
assemblea straordinaria
seconda convocazione
• quorum costitutivo: • più di un terzo del capitale sociale* • quorum deliberativo: • almeno due terzi del capitale • rappresentato in assemblea • (o in alcuni casi più di un terzo • del capitale sociale)*
* Salvo maggioranza più elevata prevista dallo statuto
È da ricordare che i quorum richiesti dalla legge si riferiscono al capitale sociale con diritto di voto, con esclusione, quindi, delle eventuali azioni senza diritto di voto. esempio Nel quorum delle assemblee ordinarie e straordinarie di una s.p.a. non devono essere calcolate le eventuali azioni di risparmio, che non hanno diritto di voto nelle assemblee della società.
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Assemblee speciali
Le disposizioni sull’assemblea straordinaria si applicano anche alle assemblee speciali dei titolari di azioni speciali o di altri strumenti finanziari, che hanno il compito di approvare le deliberazioni dell’assemblea dei soci che possono pregiudicare i loro diritti (art. 2376). esempio I quorum costitutivi e deliberativi dell’assemblea degli azionisti di risparmio di una società per azioni sono i medesimi dell’assemblea straordinaria.
Di regola le deliberazioni dell’assemblea di una s.p.a. sono vincolanti per tutti i soci, anche se assenti, dissenzienti o astenuti (in quanto non sono intervenuti nell’assem blea, hanno votato contro la deliberazione o non hanno votato). Una deliberazione però può essere anche annullabile o, nei casi più gravi, nulla.
In quali casi la deliberazione dell’assemblea è annullabile? Annullabilità delle deliberazioni
Una deliberazione dell’assemblea di una società per azioni è annullabile quando è in contrasto con la legge o con lo statuto della società oppure quando è stata approvata con il voto determinante di uno o più soci in conflitto di interessi con la società.
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esempio È annullabile una deliberazione dell’assemblea di una società che è stata approvata senza le maggioranze richieste oppure la deliberazione di acquistare un immobile di proprietà di un socio a un prezzo superiore a quello di mercato.
Tuttavia una deliberazione non è annullabile nel caso di partecipazione all’assemblea di persone non legittimate o di invalidità di alcuni voti oppure di errore nel calcolo dei voti, a meno che non siano stati determinanti, e di incompletezza o inesattezza del verbale, a meno che non consentano di individuare il contenuto e gli effetti delle decisioni.
2 Effetti dell’annullabilità
Quali effetti produce l’annullabilità di una deliberazione? L’annullabilità di una deliberazione dell’assemblea di una s.p.a. è (art. 2377): • relativa, perché può essere impugnata soltanto dai soci assenti, dissenzienti o astenuti, dagli amministratori, dal collegio sindacale o dal consiglio di sorveglianza; • non rilevabile d’ufficio dal giudice, ma soltanto su domanda delle persone legittimate; • sanabile, o convalidabile, perché i soci possono decidere di sostituire la delibe razione annullabile con un’altra deliberazione conforme alla legge o allo statuto; • prescrittibile, in quanto l’impugnazione deve essere presentata entro novanta giorni dalla data della deliberazione o, se è soggetta a pubblicità legale, dalla data della sua iscrizione o del suo deposito presso l’ufficio del registro delle imprese.
Legittimazione all’impugnazione
Se lo statuto della società non dispone diversamente, l’annullamento di una delibera zione può essere richiesto soltanto da tanti soci che rappresentino almeno il cinque per cento del capitale sociale (o l’uno per mille nelle società “aperte”). I soci che non possono impugnare una deliberazione invalida dell’assemblea di una società, in quanto non raggiungono la percentuale richiesta dalla legge, possono do mandare soltanto il risarcimento dei danni.
Provvedimenti conseguenti all’annullamento
In seguito all’annullamento di una deliberazione gli amministratori o il consiglio di sor veglianza devono adottare i provvedimenti necessari, ma l’annullamento non può pre giudicare i diritti acquistati in buona fede dai terzi in base alla deliberazione annullata. esempio L’annullamento della deliberazione di vendita di un bene immobile è inefficace nei confronti del compratore, che non era e non poteva essere a conoscenza dell’esistenza di un conflitto di interessi da parte di un socio che ha partecipato alla deliberazione.
In quali casi la deliberazione dell’assemblea è nulla? Nullità delle deliberazioni
Una deliberazione dell’assemblea è nulla quando non è stata convocata l’assemblea o non è stato redatto il verbale oppure quando ha un oggetto impossibile o illecito. esempio È nulla la deliberazione di ridurre il capitale sociale al di sotto del minimo legale o la decisione di non rispettare gli obblighi fiscali previsti dalla legge.
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Tuttavia la convocazione e la verbalizzazione non si considerano mancanti nel caso di semplici irregolarità formali; inoltre la mancata convocazione è sanata dal consenso allo svolgimento dell’assemblea da parte dei presenti e la mancata redazione del verbale è sanata dalla compilazione prima dell’assemblea successiva (art. 2379 bis).
Effetti della nullità
Quali effetti produce la nullità di una deliberazione? In base alla legge, la nullità di una delibera zione dell’assemblea è (art. 2379): • assoluta, in quanto può essere fatta valere da qualunque interessato (e quindi anche dai creditori sociali o dai terzi che si riten gano danneggiati dalla deliberazione); • rilevabile d’ufficio dal giudice, anche senza la richiesta dei soggetti interessati; • sanabile, perché di regola i soci possono sostituire la deliberazione nulla con un’al tra deliberazione valida (fermi restando, in ogni caso, i diritti acquistati in buona fede dai terzi in esecuzione della deliberazione che è stata sostituita); • prescrittibile, perché la deliberazione deve essere impugnata entro tre anni dalla sua iscrizione o dal suo deposito presso l’ufficio del registro delle imprese (o dalla sua trascrizione nel libro delle assemblee della società). Le deliberazioni che inseriscono nell’oggetto sociale un’attività illecita o impossibile, però, sono sempre impugnabili senza limiti di tempo.
Documento Domanda di annullamento di una delibera assembleare
L’impugnazione di una deliberazione invalida deve essere presentata davanti al tribunale del luogo dove la società ha la sede legale, con l’eventuale richiesta di sospensione cautelare della sua esecuzione, e viene decisa dal tribunale con una sentenza.
Gli amministratori ilcaso • L’amministratore delegato di una s.p.a., con delega per l’estero, conclude un contratto con un fornitore francese senza chiedere l’autorizzazione del consiglio di amministrazione. L’atto compiuto dall’amministratore è valido dal punto di vista giuridico?
Amministratori
Consiglio di amministrazione e consiglio di gestione Comitato esecutivo e amministratori delegati
Gli amministratori di una società per azioni, che possono anche non essere soci, sono l’organo esecutivo e direttivo della società.
Come può essere formato l’organo amministrativo di una s.p.a.? A seconda del sistema di governance della società, gli amministratori sono: • un consiglio di amministrazione o un amministratore unico, nel sistema legale; • un consiglio di gestione, nel sistema dualistico; • un consiglio di amministrazione, nel sistema monistico.
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2 La società per azioni
Impugnazione di una delibera assembleare
Il consiglio di amministrazione, se è consentito dallo statuto della società o dall’as semblea dei soci, può delegare alcune funzioni a uno o più dei suoi componenti, in modo congiuntivo (comitato esecutivo) o disgiuntivo (amministratori delegati); anche il consiglio di gestione può delegare alcuni compiti, ma soltanto a uno o più amministratori delegati, cioè in modo disgiuntivo. esempio Il consiglio di amministrazione di una s.p.a., costituito da dieci consiglieri, può creare al suo interno un comitato esecutivo di tre consiglieri oppure affidare la gestione finanziaria o del personale a un amministratore delegato.
lasoluzione • L’atto compiuto dall’amministratore è pienamente valido, in quanto un amministratore delegato può compiere da solo l’attività che gli viene delegata.
La delega tuttavia è modificabile o revocabile dallo stesso consiglio, che può sempre dare ordini e direttive vincolanti agli organi delegati o sostituirsi a loro, e non può ri guardare le materie (come la redazione del bilancio) riservate al consiglio dalla legge.
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comitato esecutivo
uno o più amministratori congiuntamente
amministratori delegati
uno o più amministratori disgiuntamente
amministratori delegati
uno o più amministratori disgiuntamente
consiglio di amministrazione
amministratori
consiglio di gestione
un amministratore da solo
amministratore unico
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Amministrazione e rappresentanza della società
Quali funzioni svolgono gli amministratori? Gli amministratori di una s.p.a. hanno una competenza generale, in quanto hanno il potere di compiere tutte le operazioni dirette a realizzare l’oggetto sociale (art. 2368 bis1) che non sono riservate, in base alla legge o allo statuto, agli altri organi sociali. Inoltre agli amministratori, o ad alcuni amministratori, viene attribuito il potere di rappresentanza della società (e l’atto di nomina deve indicare se possono agire in modo disgiuntivo o congiuntivo in nome e per conto della società; art. 23834). esempio Sono gli amministratori che decidono i prezzi di vendita, compiono un investimento, concludono un accordo con un’altra impresa e così via.
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A tutela dei terzi che operano con una società per azioni è stabilito che (art. 2384): • i rappresentanti possono compiere qualsiasi atto in nome della società, anche se non rientra nell’oggetto sociale, salva la loro responsabilità verso la società; le • eventuali limitazioni dei poteri di rappresentanza, anche se sono state iscritte nel registro delle imprese [❯ m1 u2], sono opponibili ai terzi soltanto provando che i terzi hanno agito intenzionalmente a danno della società. esempio Se un rappresentante di una s.p.a. vende un immobile nonostante il divieto contenuto nello statuto o nell’atto di nomina, la vendita è ugualmente efficace, a meno che la società non dimostri un accordo a suo danno tra il rappresentante e il compratore.
atti in nome e per conto della società
rappresentanti limitazioni dei poteri di rappresentanza (anche se iscritte)
Nomina e revoca degli amministratori
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inefficacia verso i terzi, salvo prova che i terzi hanno agito intenzionalmente a danno della società
In che modo sono nominati e revocati gli amministratori? Gli amministratori sono nominati e possono essere revocati dall’assemblea ordinaria o (nel sistema dualistico) dal consiglio di sorveglianza, tranne i primi amministratori che devono essere indicati nell’atto costitutivo della società (artt. 2364 n. 2, 23831). La nomina deve essere a tempo determinato e per un periodo massimo di tre esercizi ma, se non è stabilito diversamente nello statuto della società, gli amministratori pos sono essere rieletti alla scadenza del loro incarico. La revoca può avvenire in qualunque momento, in quanto tra i soci e gli amministra tori (che sono incaricati della gestione sociale) vi deve essere un rapporto di fiducia; se però la revoca avviene senza giusta causa, cioè senza un fatto oggettivo che la giustifichi, gli amministratori hanno diritto al risarcimento dei danni (art. 23832, 3). Le deliberazioni di nomina e di revoca degli amministratori di una s.p.a. sono soggette, entro trenta giorni, all’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2].
esempio Quando un nuovo socio acquista il controllo di una società di solito revoca gli amministratori in carica, che sono stati nominati da chi aveva in precedenza il controllo della società, e nomina nuovi amministratori di sua fiducia.
Cause di ineleggibilità e decadenza
La legge prevede espressamente alcune cause di ineleggibilità e decadenza, in pre senza delle quali una persona non può essere nominata amministratore di una s.p.a. oppure, se è stata già nominata, cessa dall’incarico (art. 2382); effetti analoghi pro ducono gli eventuali requisiti speciali degli amministratori (di onorabilità, professio nalità e indipendenza) previsti nello statuto di una società (art. 2387). esempio Sono cause di ineleggibilità o decadenza l’incapacità legale di agire, la dichiarazione di fallimento, l’interdizione dai pubblici uffici e l’incapacità di esercitare uffici direttivi.
Infine, per garantire la continuità della gestione sociale, sono previste norme partico lari nel caso di cessazione o sostituzione di uno o più amministratori e, se vengono a mancare tutti gli amministratori, il collegio sindacale può compiere gli atti di ordinaria amministrazione fino alla nomina dei nuovi amministratori (artt. 2385, 2386).
Deliberazioni degli amministratori
Riservatezza delle deliberazioni
assemblea ordinaria o consiglio di sorveglianza
durata
al massimo per tre esercizi
revoca
anche senza giusta causa (salvo risarcimento dei danni)
Come vengono approvate le deliberazioni degli amministratori? Se lo statuto non prevede maggioranze più elevate, le deliberazioni del consiglio di amministrazione o di gestione devono essere approvate dalla maggioranza degli amministratori presenti alla riunione (quorum deliberativo) che, a loro volta, devono essere la maggioranza degli amministratori in carica (quorum costitutivo; art. 23881, 2). Il voto degli amministratori è personale e non delegabile, ma le riunioni dell’organo amministrativo possono svolgersi anche a distanza, con l’impiego di mezzi di teleco municazione (come videoconferenze o teleconferenze; art. 23883). Per tutelare il segreto aziendale, le deliberazioni degli amministratori sono riservate: i soci, infatti, non hanno diritto di avere informazioni dagli am ministratori sull’andamento della gestione sociale o su singoli affari e non possono consultare il li bro dell’organo amministrativo.
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2 La società per azioni
amministratori
nomina
esempio Il socio di una s.p.a. non può esaminare i libri sociali per conoscere il contenuto di un accordo commerciale concluso dagli amministratori o chiedere informazioni agli amministratori sull’accordo.
Invalidità delle deliberazioni
Conflitto di interessi
In quali casi le deliberazioni degli amministratori sono invalide? Una deliberazione degli amministratori di una s.p.a. è annullabile quando: • è in contrasto con la legge o con lo statuto della società; • può causare un danno alla società ed è stata approvata, senza l’osservanza delle formalità richieste dalla legge, con il voto determinante di uno o più amministratori che avevano un interesse, per conto proprio o di terzi, in contrasto con la società. In caso di conflitto di interessi, infatti, un amministratore deve darne comunicazione all’organo amministrativo e di controllo e, se è un amministratore delegato, deve aste nersi dal compiere l’operazione; a sua volta l’organo amministrativo deve indicare, nella decisione, i motivi dell’operazione e la convenienza per la società (art. 2391).
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Di regola l’impugnazione contro la deliberazione può essere proposta (entro novanta giorni dalla sua approvazione) dagli amministratori assenti o dissenzienti, dall’organo di controllo o, quando ne siano stati danneggiati, dai singoli soci. In ogni caso l’eventuale annullamento di una deliberazione degli amministratori non pregiudica i diritti acquistati in buona fede dai terzi (art. 23884, 5). esempio Se, a causa della mancanza della maggioranza richiesta, viene annullata la deliberazione con la quale gli amministratori hanno deciso l’acquisto di un immobile, il venditore ha diritto ugualmente al pagamento del prezzo, a meno che la società non provi che era o avrebbe dovuto essere a conoscenza dell’invalidità della deliberazione degli amministratori.
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deliberazioni degli amministratori
Compenso degli amministratori
quorum
presenza della maggioranza degli amministratori e voto a maggioranza
riservatezza
i soci non possono consultare il libro dell’organo amministrativo o chiedere informazioni
impugnazione
• amministratori (assenti o dissenzienti) • organo di controllo • soci (in caso di lesione dei loro interessi)
Gli amministratori di una s.p.a. hanno diritto a un compenso, stabilito all’atto della nomina o, in mancanza, dall’assemblea o dal consiglio di sorveglianza (art. 2389). esempio Il compenso degli amministratori può essere dato da una somma di denaro, fissa o in proporzione alle riunioni dell’organo amministrativo (gettoni di presenza), oppure da una partecipazione agli utili della società.
2 Doveri degli amministratori
Divieto di concorrenza
Responsabilità degli amministratori Approfondimento La responsabilità civile e penale degli amministratori della s.p.a.
Quali sono i doveri degli amministratori? In base alla legge, i principali doveri degli amministratori di una s.p.a. sono: • la convocazione dell’assemblea della società e l’esecuzione delle deliberazioni dell’assemblea (nonché l’impugnazione delle eventuali deliberazioni invalide); • la tenuta dei libri contabili e delle altre scritture obbligatorie in base alla legge; • la redazione del bilancio d’esercizio e della relazione sulla gestione. Gli amministratori inoltre sono soggetti a un divieto di concorrenza, in quanto (a meno che non siano stati autorizzati nell’atto costitutivo o dall’assemblea) non possono divenire soci illimitatamente responsabili, amministratori o direttori generali in una società concorrente o esercitare, per conto proprio o di terzi, un’attività concorrente. L’amministratore che non osserva il divieto in esame è responsabile per i danni even tualmente causati alla società e può essere revocato per giusta causa (art. 2390).
… e le responsabilità degli amministratori? Gli amministratori devono adempiere i loro doveri con la diligenza professionale ri chiesta dalla natura dell’incarico o, in mancanza, sono responsabili: • nei confronti della società, nel caso di violazione dell’obbligo di esercitare le proprie funzioni con la diligenza professionale e di vigilare sull’andamento generale della gestione sociale (anche da parte degli organi delegati; art. 2392); esempio Un membro del consiglio di amministrazione o di gestione è responsabile verso la società sia per le deliberazioni che ha approvato con il suo voto (come il licenziamento illegittimo di un dipendente), sia per le decisioni di un amministratore delegato (come la conclusione di un accordo in violazione di un patto di non concorrenza) che sono state comunicate al consiglio.
• verso i creditori sociali per la mancata conservazione della garanzia patrimoniale
della società, se il patrimonio sociale è divenuto insufficiente per soddisfare i cre ditori a causa di un comportamento degli amministratori (art. 2394);
esempio Un amministratore è responsabile verso i creditori sociali se ha distribuito utili fittizi ai soci o se non ha rivendicato alcuni beni di proprietà della società.
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• verso i singoli soci e verso i terzi per i danni che abbiano causato a loro personalmente, con un comportamento doloso o colposo, nell’esercizio delle loro funzioni.
esempio Gli amministratori sono responsabili verso un socio se gli impediscono di partecipare all’assemblea della società, o si rifiutano di pagargli un dividendo, e verso un terzo se lo inducono ad acquistare delle azioni della società fornendogli false informazioni.
Se viene a conoscenza di atti o fatti che possono danneggiare la società, un ammi nistratore deve fare tutto il possibile per impedirne il compimento o, comunque, per eliminarne o ridurne le conseguenze dannose. Quando non ha partecipato a una decisione, però, l’amministratore non è responsabile se fa risultare senza ritardo il suo dissenso nel libro dei verbali dell’organo ammini strativo e ne dà immediata comunicazione scritta al presidente dell’organo di controllo. esempio Un amministratore, che non era presente alla riunione del consiglio di amministrazione che ha deliberato di non versare un’imposta, può fare annotare il suo dissenso nel libro dei verbali e comunicarlo per iscritto al presidente del collegio sindacale.
La responsabilità degli amministratori verso la società è una responsabilità solidale, in quanto la società può pretendere il risarcimento dei danni da uno qualsiasi degli
amministratori
responsabilità verso la società
inosservanza obblighi di conservazione del patrimonio sociale
responsabilità verso i creditori sociali
comportamenti dolosi o colposi
responsabilità verso i terzi e verso i singoli soci
L’organo di controllo ilcaso • Al termine del primo anno del suo incarico, l’assemblea di una società per azioni delibera di ridurre il compenso dovuto, in base allo statuto, a uno dei componenti del collegio sindacale. La decisone dell’assemblea è legittima? Organo di controllo
Approfondimento L’organo di controllo nelle società quotate
Collegio sindacale
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2 La società per azioni
inosservanza: • diligenza professionale • nell’amministrazione • vigilanza • sull’amministrazione
L’organo di controllo di una società per azioni è l’organo che è incaricato di svol gere un’attività di vigilanza, a tutela dei soci e dei terzi, sugli altri organi sociali.
Come può essere formato l’organo di controllo di una s.p.a.? A seconda del modello organizzativo scelto, l’organo di controllo di una s.p.a. è: • il collegio sindacale, nel sistema legale; • il consiglio di sorveglianza, nel sistema dualistico; • il comitato interno per il controllo, nel sistema monistico. Disposizioni particolari riguardano l’organo di controllo delle società le cui azioni sono quotate nella borsa valori o in un altro mercato regolamentato.
Da chi deve essere composto il collegio sindacale di una s.p.a.? Il collegio sindacale di una società per azioni è formato da tre o cinque sindaci effettivi, in base al suo statuto, e da due sindaci supplenti, che possono sostituire i sindaci effettivi soltanto in caso di morte, rinuncia o decadenza e fino alla nomina dei nuovi sindaci.
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Almeno un sindaco effettivo e un sindaco supplente devono essere revisori legali, mentre gli altri sindaci devono possedere specifici requisiti professionali (in quanto devono essere avvocati, dottori commercialisti o consulenti del lavoro iscritti al rispet tivo albo oppure professori universitari di ruolo in materie economiche o giuridiche).
Nomina e revoca del collegio sindacale
Cause di ineleggibilità e decadenza
In che modo vengono nominati e revocati i sindaci? I componenti e il presidente del collegio sindacale sono nominati dall’assemblea ordinaria dei soci (a eccezione dei primi sindaci, che devono essere indicati nell’atto costitutivo delle società) per tre esercizi e possono essere revocati dalla stessa assem blea, ma soltanto per giusta causa e con l’autorizzazione del tribunale (art. 24002). Ai sindaci si applicano le medesime cause di ineleggibilità e decadenza previste per gli amministratori, alle quali si aggiungono la cancellazione o sospensione dal registro dei revisori legali e la perdita degli altri requisiti richiesti dalla legge. I sindaci, inoltre, non possono avere stretti legami familiari, professionali o patrimoniali con gli amministratori della società. esempio Non può essere sindaco di una società per azioni il figlio dell’amministratore unico della società oppure un dipendente di uno dei componenti del consiglio di amministrazione.
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Lo statuto di una società, oltre ad altre cause di ineleggibilità o decadenza, può stabi lire anche limiti o criteri al cumulo di incarichi sociali in altre società.
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esempio Lo statuto può prevedere che la stessa persona non possa essere sindaco in più di due società insieme oppure in una società concorrente.
Compenso dei sindaci
I sindaci hanno diritto a un compenso, che deve essere stabilito nello statuto della società o, in mancanza, dall’assemblea dei soci, ma al momento della nomina e per l’intera durata dell’incarico (art. 2402).
lasoluzione • La
decisione di ridurre il compenso del sindaco è illegittima in quanto, per evitare condizionamenti o pressioni nei loro confronti, il compenso dei sindaci non può essere modificato nel corso dell’incarico.
Funzioni del collegio sindacale
Quali funzioni svolge il collegio sindacale? Di regola, in base alla legge, il collegio sindacale di una s.p.a. deve (art. 2403, 2406): • verificare l’osservanza della legge e dello statuto da parte degli altri organi sociali e, se necessario, impugnarne le deliberazioni invalide (controllo di legalità); • sorvegliare il «rispetto dei principi di corretta amministrazione» da parte degli am ministratori (controllo sulla gestione); • procedere alla convocazione dell’assemblea e alle pubblicazioni prescritte dalla legge se gli amministratori non vi provvedono o li ritardano ingiustificatamente ovvero se sono emersi fatti censurabili molto gravi e vi è urgente necessità di provvedere (controllo sostitutivo). Nelle società “chiuse”, inoltre, lo statuto della società può affidare al collegio sinda cale il controllo contabile sul bilancio e sulle altre scritture.
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Atti di ispezione e richiesta di notizie
Ogni sindaco può procedere ad atti di ispezione e di controllo, anche tramite propri dipendenti o ausiliari sotto la sua responsabilità (ma la società può rifiutare loro l’ac cesso a informazioni riservate), mentre soltanto il collegio sindacale può chiedere agli amministratori notizie sulla gestione sociale o su determinati affari. I risultati degli accertamenti che sono stati compiuti individualmente dai singoli sin daci o dal collegio devono risultare dal libro del collegio sindacale (art. 2403 bis).
Riunioni e deliberazioni del collegio sindacale
Le riunioni del collegio sindacale devono essere convocate almeno una volta ogni novanta giorni e le deliberazioni devono essere approvate dalla maggioranza dei sindaci presenti, che devono costituire la maggioranza dei componenti del collegio. Le riunioni e le decisioni del collegio sindacale devono essere documentate in un verbale, che deve essere trascritto nell’apposito libro sociale e sottoscritto dagli intervenuti; i sindaci che hanno votato contro una deliberazione hanno diritto, per esonerarsi dalla responsabilità, di fare annotare a verbale i motivi del loro dissenso (art. 24043, 4).
Doveri dei sindaci
Quali sono i doveri dei sindaci? In base alla legge, i sindaci hanno il dovere di (art. 2405): • partecipare alle riunioni del collegio sindacale; • assistere alle riunioni del consiglio di amministrazione (e, se esiste, del comitato esecutivo) e alle assemblee, ordinarie e straordinarie, della società. L’inosservanza di questi doveri può produrre la decadenza dalla carica di sindaco, nei casi previsti dalla legge, a meno che non sia dovuta a un giustificato motivo. esempio Decade automaticamente dal suo incarico il sindaco che non assiste senza giustificazione alle assemblee o, nel corso dello stesso esercizio, a due adunanze consecutive del consiglio di amministrazione o del comitato esecutivo.
I sindaci hanno anche il dovere di garantire la verità delle attestazioni che compiono e la conservazione del segreto aziendale sui fatti e documenti di cui vengono a cono scenza nell’esercizio delle loro funzioni.
… e le responsabilità dei sindaci? Se non osservano i loro doveri con la diligenza richie sta, i sindaci incorrono in una responsabilità verso la società, i creditori sociali, i singoli soci e i terzi con un rinvio, in quanto compatibili, alle norme sulla re sponsabilità degli amministratori (art. 2407). In particolare, i sindaci sono responsabili in solido con gli amministratori (salvo il diritto successivo di rivalsa nei loro confronti) per non avere vigilato adeguatamente sulle azioni o omissioni degli amministratori che abbiano causato danni.
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esempio I sindaci sono obbligati a risarcire i danni alla società o ai creditori sociali se gli amministratori non hanno redatto il bilancio o hanno distribuito utili fittizi ai soci.
Denuncia dei soci
Che cosa accade se i soci presentano una denuncia al collegio sindacale? I soci possono presentare una denuncia al collegio sindacale su specifici fatti censurabili relativi alla gestione della società. Se la denuncia è presentata: • da un singolo socio, il collegio sindacale può effettuare delle indagini e, in ogni caso, deve tenere conto della denuncia nella relazione annuale all’assemblea; • da tanti soci che rappresentino almeno un ventesimo del capitale sociale (o un cin quantesimo nelle società “aperte”), il collegio sindacale deve svolgere senza ritardo le verifiche necessarie e presentare le sue conclusioni e proposte all’assemblea. esempio Nel caso di gravi irregolarità nella tenuta della contabilità della società, il collegio sindacale può proporre all’assemblea la revoca degli amministratori.
Relazione all’assemblea
2 La società per azioni
Responsabilità dei sindaci
Il collegio sindacale deve riferire sui risultati della sua attività nella relazione che pre senta all’assemblea in sede di approvazione del bilancio (art. 24292), fornendo ai soci le informazioni necessarie per potere valutare l’operato degli amministratori. esempio Nella loro relazione i sindaci possono evidenziare che alcune scelte degli amministratori hanno prodotto una riduzione degli utili o un aumento delle perdite.
composizione
• tre o cinque sindaci effettivi • due sindaci supplenti
nomina
assemblea ordinaria
durata
per tre esercizi
revoca
per giusta causa e con autorizzazione del tribunale
collegio sindacale
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Il collegio sindacale può essere sostituito dal consiglio di sorveglianza (nel sistema dualistico) o dal comitato per il controllo sulla gestione (nel sistema monistico).
Consiglio di sorveglianza
Funzioni del consiglio di sorveglianza
Come è composto il consiglio di sorveglianza di una s.p.a.? Il consiglio di sorveglianza è formato da almeno tre componenti, se non è previsto un numero maggiore, e almeno un componente effettivo deve essere un revisore legale. I suoi membri sono nominati dall’assemblea ordinaria inderogabilmente per tre esercizi e possono essere revocati (con il voto di tanti soci che rappresentino almeno un quinto del capitale sociale) in qualsiasi momento e senza autorizzazione del tribunale; se la revoca avviene senza giusta causa, però, hanno diritto al risarcimento dei danni. … e quali funzioni svolge? Le funzioni principali del consiglio di sorveglianza riguardano (art. 2409 terdecies): • i provvedimenti (nomina, revoca ecc.) relativi al consiglio di gestione; • l’approvazione del bilancio della società, predisposto dal consiglio di gestione; • le altre funzioni attribuite, nel modello legale, al collegio sindacale. esempio Il consiglio di sorveglianza esercita il controllo sulla gestione della società, può presentare una denuncia al tribunale se vi è il fondato sospetto di gravi irregolarità e può impugnare le deliberazioni invalide degli altri organi sociali.
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Lo statuto di una s.p.a. però può attribuire l’approvazione del bilancio all’assemblea ordinaria, se non viene approvato dal consiglio di sorveglianza o se ne fanno richiesta almeno un terzo dei membri del consiglio di sorveglianza o del consiglio di gestione. La deliberazione con la quale il consiglio di sorveglianza approva il bilancio è sotto posta alla medesima disciplina prevista dalla legge per le deliberazioni dell’assemblea e, nel caso di invalidità, può essere impugnata anche dai soci.
2
esempio I soci possono impugnare la deliberazione con la quale il consiglio di sorveglianza ha approvato il bilancio senza effettuare l’accantonamento a riserva legale.
Relazione all’assemblea
Il consiglio di sorveglianza deve presentare una relazione scritta all’assemblea almeno una volta all’anno, illustrando i risultati della sua attività e, in particolare, evi denziando eventuali omissioni o altri fatti censurabili riguardanti la gestione sociale.
Doveri e responsabilità
In base alla legge, i componenti del consiglio di sorveglianza: • devono osservare la diligenza professionale richiesta dalla natura del loro incarico; • hanno una responsabilità solidale con i membri del consiglio di gestione per i danni causati da atti o omissioni che avrebbero potuto evitare con una vigilanza adeguata; • hanno il diritto di assistere alle riunioni del consiglio di gestione, per controllarne l’operato, e l’obbligo di partecipare alle assemblee della società.
Norme applicabili
Per tutto il resto al consiglio di sorveglianza si applicano, in quanto compatibili, le norme previste per il collegio sindacale. esempio Se non è stabilito diversamente, le riunioni del consiglio di sorveglianza sono valide con la presenza della maggioranza dei consiglieri e le deliberazioni devono essere approvate dalla maggioranza dei consiglieri presenti.
composizione
almeno tre componenti
nomina
assemblea ordinaria
durata
per tre esercizi
revoca
anche senza giusta causa e senza autorizzazione del tribunale
consiglio di sorveglianza
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Comitato per il controllo sulla gestione
Funzioni del comitato per il controllo
Come è composto il comitato per il controllo sulla gestione? Il comitato per il controllo sulla gestione invece è costituito da almeno due componenti (nelle società “chiuse”) o tre componenti (nelle società “aperte”) e almeno un componente effettivo deve essere un revisore legale (art. 2409 octiesdecies). I membri del comitato sono nominati dal consiglio di amministrazione al suo interno, se lo statuto della società non dispone diversamente, al massimo per tre esercizi e pos sono essere revocati in qualsiasi momento e senza autorizzazione del tribunale. In caso di cessazione dalla carica per qualsiasi causa di uno o più membri del comitato, inoltre, il consiglio di amministrazione deve provvedere subito alla loro sostituzione. … e quali funzioni svolge? Il comitato per il controllo sulla gestione è incaricato di svolgere: • la vigilanza sulla struttura organizzativa e sul sistema amministrativo, contabile e di controllo della società, di cui deve verificare l’adeguatezza e l’idoneità a rappre sentare in modo corretto i fatti di gestione; • le altre funzioni attribuite dal consiglio di amministrazione.
Al comitato di controllo si applicano, in quanto compatibili, le norme sul collegio sindacale riguardanti le riunioni e le deliberazioni, l’intervento alle adunanze del con Approfondimento siglio di amministrazione e alle assemblee della società (esclusa però la decadenza I controlli esterni sull’amministrazione dall’incarico in caso di inosservanza) e la denuncia da parte dei soci.
Norme applicabili
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iorno
almeno due o tre componenti
nomina
consiglio di sorveglianza
durata
al massimo per tre esercizi
revoca
anche senza giusta causa e senza autorizzazione del tribunale
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto L’assemblea straordinaria di una società delibera di modificare l’oggetto sociale da “attività di allevamen to di animali” ad “attività di gestione di apparecchi, funzionanti in moneta o a gettoni, che consentono vincite in denaro”, ma alcuni creditori sociali riten gono che la nuova attività sia più rischiosa e possa danneggiarli dal punto di vista patrimoniale. I creditori citano in giudizio la società e chiedono al tribunale l’annullamento della deliberazione dell’as semblea.
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2 La società per azioni
comitato per il controllo sulla gestione
composizione
La tesi della convenuta La società può decidere legittimamente di modificare il proprio oggetto sociale, con le maggioranze previste dalla legge, in quanto la garanzia per creditori sociali è costituita dal patrimonio sociale e non dal tipo di attività svolta dalla società e, in ogni caso, i creditori sociali sono legittimati a impugnare una deliberazio ne nulla ma non anche una deliberazione annullabile.
La tesi degli attori La deliberazione assembleare è annullabile in quanto è in contrasto con lo statuto della società, che è stata costituita per l’allevamento di animali, e i creditori hanno concesso credito alla società facendo affida mento sullo svolgimento di un’attività (l’allevamento di animali) per sua natura molto meno rischiosa della gestione del gioco d’azzardo.
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Le azioni e le obbligazioni
Le azioni ilcaso • Le azioni di una società, che è stata costituita con un capitale di 100.000 euro conferito in parti uguali dai due soci, hanno un valore nominale di 10 euro e vengono assegnate 8.000 a un socio e 2.000 all’altro socio. Dal punto di vista giuridico, l’assegnazione delle azioni è legittima? Che cosa sono le azioni di una s.p.a.? Azioni
Le azioni sono le quote del capitale sociale che vengono assegnate ai singoli soci. In altri termini, il capitale sociale di una s.p.a. viene suddiviso idealmente in un certo numero di quote o frazioni, che devono avere lo stesso valore (art. 23481).
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esempio Se una società ha un capitale sociale di 400.000 euro, questo potrà risultare da 400.000 azioni del valore di 1 euro ciascuna, da 40.000 azioni del valore di 10 euro ciascuna, da 20.000 azioni del valore di 20 euro ciascuna e così via.
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Emissione dei titoli azionari
Una società può decidere anche di non emettere i titoli azionari, cioè i documenti che rappresentano la partecipazione alla società e che devono contenere le indicazioni stabilite dalla legge, e prevedere tecniche diverse per la legittimazione dei soci e la circolazione delle azioni (cosiddette azioni “dematerializzate”; art. 23461).
Azioni con e senza valore nominale
Le azioni di un s.p.a. possono avere un valore nominale, che è dato dal rapporto tra il capitale sottoscritto e il numero delle azioni e deve essere indicato nello statuto e sul titolo (se viene emesso), o anche essere senza un valore nominale (art. 23462, 3); in questo caso la misura della partecipazione di un socio alla società è data dal rapporto tra il numero delle azioni della società e il numero delle azioni del singolo socio. esempio Se una persona possiede 2.500 azioni su 10.000 azioni senza valore nominale di una società, il socio partecipa alla società nella misura del 25%.
Assegnazione delle azioni
Di regola le azioni vengono assegnate ai singoli soci in proporzione ai loro conferimenti; lo statuto di una società però può prevedere un criterio diverso di assegnazione delle azioni ma, a garanzia dei creditori sociali, il valore dei conferimenti non può essere inferiore complessivamente all’ammontare del capitale sociale (art. 23464,5).
lasoluzione • L’assegnazione delle azioni, che non viene effettuata in modo proporzionale ai conferimenti dei soci, è legittima in quanto il valore complessivo del capitale sociale (costituito da 10.000 azioni con valore nominale di 10 euro ciascuna) corrisponde al valore dei conferimenti dei due soci.
Azioni nominative e al portatore
Trasferimento delle azioni al portatore
In che modo possono essere trasferite le azioni di una società? Se lo statuto o le leggi speciali non stabiliscono diversamente, le azioni di una società possono essere a scelta del socio nominative, quando sono intestate a una persona determinata sul titolo e nel libro dei soci, oppure al portatore (a condizione che siano interamente liberate, cioè che siano già stati effettuati i conferimenti; art. 23541, 2). Il trasferimento delle azioni al portatore avviene mediante la loro consegna materiale all’acquirente, che ottiene la legittimazione a esercitare i diritti sociali che vi sono in corporati in base al semplice possesso del titolo (art. 23552). esempio Il possessore legittimo delle azioni al portatore, a cui sono state trasferire dal precedente titolare, può partecipare alle assemblee della società, riscuotere i dividendi ecc.
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Trasferimento delle azioni nominative
Di regola il trasferimento delle azioni nominative avviene con una girata autenticata, cioè con una dichiarazione sul titolo sottoscritta dall’alienante e convalidata da un notaio, che attribuisce all’acquirente la legittimazione a esercitare i diritti sociali.
Nel caso di più trasferimenti dello stesso titolo azionario, ha diritto di ottenere l’annotazione nel libro dei soci colui che ne risulta il legittimo possessore in base a una serie continua di girate, in quanto in ogni girata il soggetto che trasmette il titolo (girante) è lo stesso a cui il titolo è stato trasmesso nella girata precedente (giratario). esempio Aldo, che ha acquistato i titoli da Giovanni (che a sua volta li aveva acquistati da Giacomo), li rivende a Mario che, in base alla serie continua di girate sul titolo, chiede l’annotazione del trasferimento nel libro dei soci.
al portatore
trasferimento mediante consegna del titolo
nominative
trasferimento mediante girata
azioni • efåcacia tra le parti • efåcacia verso la società • (salvo annotazione nel libro dei soci)
La circolazione delle azioni nominative però può avvenire anche senza girata, con l’annotazione del nome dell’acquirente nel libro dei soci e sul titolo da parte della società o con il rilascio di un nuovo titolo intestato al nuovo socio (artt. 2022, 23553). Il trasferimento delle azioni dematerializzate è efficace nei confronti della società dal momento dell’annotazione nel libro dei soci o, per le azioni negoziate in mercati re golamentati, della scritturazione nei conti in cui vengono registrati i loro movimenti.
Il trasferimento delle azioni di una società può essere limitato o escluso? Limitazioni e divieto di trasferimento
Di solito le azioni sono trasferibili liberamente, ma lo statuto di una società può pre vedere alcune limitazioni al trasferimento delle azioni o anche, ma soltanto per un periodo non superiore a cinque anni, un divieto di trasferimento (art. 2355 bis1). esempio Lo statuto di una s.p.a. può prevedere che i soci devono possedere un titolo professionale o che le azioni non sono trasferibili prima di tre anni.
Clausole di prelazione e di gradimento
In particolare, lo statuto di una società per azioni può contenere: • una clausola di prelazione, con la quale i soci si impegnano reciprocamente a ce dere le loro azioni a terzi soltanto dopo averle offerte agli altri soci; • una clausola di gradimento, con la quale l’acquisto della qualità di socio da parte di un terzo è subordinato al “gradimento” dell’assemblea o degli amministratori. Una clausola di mero gradimento (in base alla quale l’ingresso di un nuovo socio può essere rifiutato senza alcuna motivazione) è efficace soltanto se, in caso di rifiuto, prevede l’obbligo di acquisto delle azioni da parte della società o il diritto di recesso a favore dell’alienante (art. 2355 bis2). A tutela dei terzi acquirenti, inoltre, è disposto che le eventuali limitazioni al trasferimento delle azioni di una società devono risultare sempre sul titolo (art. 2355 bis4).
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2 La società per azioni
Trasferimento delle azioni dematerializzate
Le categorie di azioni ilcaso • Alcuni azionisti di risparmio di una società chiedono agli amministratori di convocare l’assemblea straordinaria per modificare l’atto costitutivo della società. Gli amministratori sono obbligati a convocare l’assemblea richiesta dai soci? Azioni ordinarie e speciali
Lo statuto di una s.p.a. può prevedere la creazione, oltre alle azioni ordinarie che attri buiscono «uguali diritti», di azioni speciali fornite di «diritti diversi» (art. 23482). La legge, inoltre, prevede espressamente le seguenti categorie di azioni speciali: • le azioni di risparmio; • le azioni con prestazioni accessorie; • le azioni a favore dei dipendenti; • le azioni di godimento.
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Quali caratteristiche presentano le azioni di risparmio? Azioni di risparmio
Le azioni di risparmio sono azioni di una società che attribuiscono alcuni vantaggi di carattere economico, nella misura indicata nello statuto della società, ma sono prive del diritto di voto. esempio Le azioni di risparmio possono essere privilegiate nella partecipazione agli utili della società oppure nella liquidazione della quota al termine della società.
lasoluzione • Gli amministratori possono rifiutarsi di convocare l’assemblea della società in quanto, non avendo dritto di voto, gli azionisti di risparmio non hanno neppure il diritto di chiedere la convocazione dell’assemblea.
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Se il valore complessivo delle azioni di risparmio e delle azioni a voto limitato supera metà del capitale sociale, la società entro due anni deve riportare tale valore non oltre questo limite mediante l’emissione di nuove azioni ordinarie o, in mancanza, si veri fica lo scioglimento della società (art. 145 d.lg. 24 febbraio 1998, n. 58). Le azioni di risparmio possono essere emesse soltanto da società quotate e possono essere al portatore a condizione che siano interamente liberate e non appartengano agli amministratori, ai sindaci o ai direttori generali della società. I possessori delle azioni di risparmio hanno un’organizzazione comune costituita da un’assemblea speciale, che delibera sulle questioni di interesse comune, e un rappresentante comune, che tutela i loro interessi verso la società (artt. 146 ss. d.lg. cit.). esempio L’assemblea speciale deve approvare le deliberazioni dell’assemblea della società che, modificando i loro diritti, possono pregiudicare gli azionisti di risparmio.
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Che cosa sono le azioni con prestazioni accessorie? Azioni con prestazioni accessorie
Le azioni con prestazioni accessorie sono azioni che prevedono a carico di alcuni soci l’obbligo di eseguire, oltre al conferimento, prestazioni aggiuntive. esempio Nello statuto di una società per azioni può essere previsto che uno o più soci svolgano un’attività di consulenza o lavorativa a vantaggio della società.
Le azioni in esame, che devono contenere l’indicazione degli obblighi particolari che vi sono collegati, hanno un carattere strettamente personale e di regola possono es sere trasferite soltanto con il consenso degli amministratori (artt. 2345, 2354 n. 5).
… e le azioni a favore dei lavoratori? Azioni a favore dei lavoratori
Le azioni a favore dei lavoratori sono azioni che vengono emesse quando una società delibera un’assegnazione gratuita di azioni ai dipendenti, come forma di partecipazione agli utili dell’attività sociale. L’assegnazione delle azioni viene realizzata con un aumento gratuito del capitale sociale, mediante l’imputazione a capitale di utili non distribuiti e accantonati a riserva. Le azioni in esame devono essere attribuite ai singoli lavoratori e sono disciplinate da norme particolari per la forma e le modalità del loro trasferimento (art. 23491). esempio Lo statuto di una società può prevedere che le azioni a favore dei lavoratori possano essere trasferite soltanto a favore di altri dipendenti.
In quali casi una società può emettere azioni di godimento? Azioni di godimento
Le azioni di godimento possono essere emesse se la società ha deliberato una riduzione volontaria del capitale sociale, con il rimborso delle azioni al loro valore nominale. Il rimborso delle azioni al valore nominale può danneggiare i soci, quando il valore reale è superiore, e la società può assegnare loro delle azioni di godimento.
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esempio Una società per azioni, con un capitale sociale di 500.000 euro e un patrimonio netto di 2 milioni di euro, può decidere di ridurre il capitale a 250.000 euro eliminando metà delle azioni ordinarie, mediante un’estrazione a sorte e il rimborso al valore nominale (che è uguale a un quarto del loro valore reale).
I possessori di azioni di godimento hanno alcuni diritti limitati, in quanto (art. 2353): • partecipano alla distribuzione degli utili e alla liquidazione del patrimonio sociale soltanto dopo che i possessori delle azioni ordinarie hanno ricevuto, rispettiva mente, un dividendo pari al tasso legale di interesse e il rimborso del loro valore nominale; • di regola, salvo che lo statuto o l’atto costitutivo non dispongano diversamente, non hanno diritto di voto nelle assemblee (ordinarie e straordinarie) della società.
I diritti e gli obblighi dei soci ilcaso • Una società, formata da due soci, delibera un aumento del capitale sociale a pagamento, ma soltanto uno dei soci esercita il diritto di opzione sulle nuove azioni. Le azioni che non sono state optate possono essere acquistate da un terzo? Dalla partecipazione a una società per azioni deriva una serie di diritti e obblighi.
Quali diritti economici hanno i soci di una s.p.a.? In primo luogo, ogni socio ha diritto in proporzione alle proprie azioni (art. 23501): • a una parte degli utili netti (dividendo) risultanti dall’attività sociale; • a una quota del patrimonio netto in sede di liquidazione della società o nel caso di esercizio del diritto di recesso dalla società. A differenza delle società di persone [❯ m2 u1], il socio di una s.p.a. non ha un diritto alla distribuzione integrale degli utili perché, se lo statuto non dispone diver samente, è l’assemblea ordinaria che delibera se e in che misura ripartire gli utili tra i soci della società (art. 24331). Inoltre una società per azioni può emettere anche alcune categorie di azioni che at tribuiscono ai loro possessori diritti patrimoniali collegati ai risultati economici della società in un determinato settore (art. 23502). esempio Una società può emettere delle azioni con diritti economici dipendenti dai risultati della vendita dei propri prodotti su un mercato estero.
Divieto di distribuzione degli utili
Diritto di opzione
Esclusione o limitazioni del diritto di opzione
A tutela dei creditori, la legge stabilisce un divieto di ripartizione degli utili (art. 24332, 3): • se si tratta di utili fittizi, cioè di profitti che in realtà la società non ha ottenuto; • se vi è stata una perdita del capitale sociale, fino a quando la società non procede alla reintegrazione o alla riduzione del capitale in misura corrispondente. In ogni caso i soci non sono tenuti a restituire gli utili che hanno ottenuto in buona fede, in base a un bilancio della società che è stato regolarmente approvato (art. 24334).
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2 La società per azioni
Diritto agli utili e a una quota del patrimonio netto
In che cosa consiste il diritto di opzione di un socio? In secondo luogo, in caso di emissione di nuove azioni o di obbligazioni convertibili in azioni i soci hanno un diritto di opzione, cioè il diritto di acquistarle in proporzione alle azioni possedute (in concorso, in base al rapporto di cambio, con gli eventuali possessori di obbligazioni convertibili; art. 24411). L’offerta di opzione deve essere depositata presso l’ufficio del registro delle imprese [❯ m1 u2] con l’indicazione del termine, non inferiore a trenta giorni (o a quindici giorni, per le società quotate in borsa), entro il quale il diritto può essere esercitato. Tuttavia il diritto di opzione dei soci: • è escluso per le azioni o per le obbligazioni convertibili in azioni destinate a essere liberate con conferimenti di determinati beni in natura (art. 24414); • può essere escluso o limitato se vi è un interesse della società e la deliberazione è approvata da tanti soci che detengono più della metà del capitale sociale (art. 24415). esempio Una società può deliberare un aumento del capitale sociale per ottenere il conferimento di un brevetto da parte del suo titolare o per concludere un accordo con un’altra società, a cui vengono riservate le azioni di nuova emissione.
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Diritto di prelazione
… e il diritto di prelazione? Se lo richiedono, inoltre, i soci che esercitano il diritto di opzione hanno anche un diritto di prelazione, sempre in proporzione alle azioni possedute, sulle eventuali azioni o obbligazioni convertibili che non vengano acquistate dagli altri soci (art. 24413).
lasoluzione • Le azioni che non sono state optate da un socio possono essere acquistate da un terzo soltanto se l’altro socio non esercita il diritto di prelazione che gli viene riconosciuto dalla legge.
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Diritto di intervento e di voto
Quali diritti di partecipazione hanno i soci di una s.p.a.? Di regola i soci hanno il diritto di intervento e di voto nelle assemblee della società (art. 2370): ogni azione, di regola, attribuisce un voto. Tuttavia, lo statuto di una s.p.a. può prevedere (art. 2351): • azioni con voto plurimo (fino a un massimo di tre voti per cia scuna azione) «anche per particolari argomenti o subordinato al verificarsi di particolari condizioni»; • azioni senza diritto di voto e azioni con voto limitato o condizionato, ma il valore di queste azioni complessivamente non può superare metà del capitale sociale; • la limitazione del numero massimo di voti che può avere un singolo socio oppure lo scaglionamento del voto, cioè la ridu zione progressiva dei voti in base al numero delle azioni pos sedute. esempio Lo statuto di una società può prevedere azioni con diritto di voto soltanto nell’assemblea ordinaria oppure che un socio non può avere più del 10% dei voti o che può esercitare il diritto di voto soltanto per il 50% della sua partecipazione nella società.
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Sono connessi al diritto in esame anche il diritto di convocazione dell’assemblea e il diritto di impugnazione delle deliberazioni che, come abbiamo visto, spettano a uno o più soci che hanno una data percentuale del capitale sociale (artt. 2367, 2377).
Diritto di ispezione e controllo
Quali diritti di ispezione e controllo hanno i soci di una s.p.a.? Ogni socio, infine, ha alcuni diritti di ispezione e controllo, in quanto può: • esaminare il libro dei soci e il libro delle assemblee e ottenerne estratti (art. 24221); • prendere visione del progetto di bilancio e delle relazioni annesse (art. 24293); • presentare una denuncia al collegio sindacale su fatti censurabili, relativi alla ge stione della società, da parte degli amministratori (art. 2408). Inoltre uno o più soci, che rappresentano una data percentuale del capitale sociale, possono presentare una denuncia al tribunale per gravi irregolarità (art. 2409). diritto agli utili
dividendo
diritto alla quota di liquidazione
patrimonio sociale netto
diritto di opzione
azioni di nuova emissione
diritto di prelazione
azioni non optate
diritto di intervento e di voto in assemblea
di regola ogni azione attribuisce un voto
diritto di ispezione e controllo
denuncia al collegio sindacale e al tribunale
azionista
Obbligo di conferimento
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L’obbligo fondamentale dei soci è l’obbligo di conferimento, cioè di effettuare i confe rimenti promessi, a richiesta degli amministratori o dei liquidatori della società.
Le obbligazioni ilcaso • Un risparmiatore, che ha acquistato alcune obbligazioni emesse da una società per azioni, pretende di intervenire nell’assemblea di approvazione del bilancio. Gli amministratori della società possono impedirgli di partecipare all’assemblea? Per finanziare la sua attività una società per azioni può emettere anche delle obbligazioni.
Che cosa sono le obbligazioni di una s.p.a.? Obbligazioni
Le obbligazioni sono titoli di credito che contengono l’impegno della società di restituire una somma di denaro, che ha ricevuto in prestito, e di pagare gli interessi.
Caratteri delle obbligazioni
A differenza delle azioni, le obbligazioni: • rappresentano una quota o frazione di un debito e non del capitale sociale; • sono titoli monetari, in quanto attribuiscono la qualità di creditore della società e incorporano il diritto di riscuotere una somma di denaro, e non di partecipazione; • sono titoli a reddito fisso, costituito dagli interessi, e non a reddito variabile.
lasoluzione • Gli amministratori possono impedire al titolare delle obbligazioni di interveni-
Obbligazioni indicizzate
Le obbligazioni sono titoli che hanno come oggetto una somma di denaro e sono esposti al rischio della svalutazione provocato dall’inflazione, in quanto un aumento dei prezzi determina una riduzione del loro valore reale o potere d’acquisto. Per evitare questo fenomeno, nella prassi sono state create le obbligazioni indicizzate, nelle quali la somma che deve essere restituita al termine del prestito viene adeguata in modo automatico all’andamento dell’inflazione, cioè all’aumento dei prezzi. esempio Una società può emettere obbligazioni indicizzate al costo della vita calcolato dall’ISTAT oppure al prezzo di alcune materie prime (come l’oro o il petrolio).
Contenuto delle obbligazioni
Le obbligazioni emesse da una società, che possono essere nominative o al portatore, devono contenere i seguenti elementi (art. 2414): • la società emittente, con il capitale sociale e le riserve al momento dell’emissione; • la data della deliberazione di emissione e dell’iscrizione nel registro delle imprese; • l’ammontare complessivo e le condizioni del prestito. esempio Il titolo obbligazionario deve indicare il suo valore, il tasso di interesse, i diritti dell’obbligazionista, le modalità di pagamento e di rimborso ecc.
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2 La società per azioni
re all’assemblea della società, in quanto le obbligazioni non sono titoli di partecipazione e non attribuiscono la qualità di socio.
Se si tratta di obbligazioni convertibili in azioni, inoltre, devono essere indicati il rapporto di cambio e le modalità di conversione (art. 2420 bis6).
Procedura di emissione delle obbligazioni Limiti all’emissione delle obbligazioni
Quale è la procedura di emissione delle obbligazioni? L’emissione delle obbligazioni è di competenza degli amministratori della società, salvo una diversa previsione della legge o dello statuto, e la deliberazione di emissione, che deve risultare da un verbale redatto da un notaio, può essere eseguita soltanto dopo l’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2] (art. 2410). Di regola, salvo alcune eccezioni previste dalla legge, una società non può emettere obbligazioni per una somma complessiva superiore al doppio del valore del capitale sociale e delle riserve (legali e disponibili) risultanti dall’ultimo bilancio (art. 2412). Il limite del doppio del capitale più le riserve si applica anche nel caso di una riduzione volontaria del capitale sociale (o di una distribuzione delle riserve ai soci) e, per quanto riguarda il divieto di distribuire utili, nel caso di una riduzione obbligatoria del capitale sociale (o di una diminuzione delle riserve per perdite; art. 2413). esempio Se una società per azioni ha emesso obbligazioni per un valore di 150.000 euro, avendo un capitale di 400.000 euro e riserve di 200.000 euro, non può decidere di ridurre il capitale sociale al di sotto di 100.000 euro.
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Diritti degli obbligazionisti
Quali sono i diritti degli obbligazionisti? I principali diritti degli obbligazionisti, che risultano incorporati nel titolo, sono: • il pagamento degli interessi, nella misura stabilita e indicata sul titolo; • il rimborso del capitale, a una data scadenza o in seguito a un sorteggio (secondo il piano di ammortamento predisposto dall’emittente); • la conversione in azioni, in base al rapporto di cambio indicato nella deliberazione di emissione, se si tratta di obbligazioni convertibili in azioni. Tuttavia una società può subordinare i diritti degli obbligazionisti alla preventiva soddisfazione di altri creditori e può collegare il pagamento degli interessi a parametri oggettivi (relativi anche all’andamento della gestione sociale; art. 2411). esempio Una società può prevedere che il rimborso del capitale agli obbligazionisti avvenga dopo il pagamento dei dipendenti o che le obbligazioni maturino interessi in misura non superiore al doppio del dividendo pagato agli azionisti.
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obbligazionista
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diritto agli interessi
nella misura stabilita nella deliberazione
diritto al rimborso del capitale
alla scadenza prestabilita o in seguito a un sorteggio
diritto alla conversione in azioni
nel caso di obbligazioni convertibili in azioni
In che senso gli obbligazionisti hanno un’organizzazione comune? La legge prevede un’organizzazione comune degli obbligazionisti, a tutela dei loro interessi, costituita da un’assemblea e da un rappresentante comune. Assemblea degli obbligazionisti
L’assemblea degli obbligazionisti delibera sugli argomenti di interesse comune e, in particolare, sulle seguenti materie (art. 2415): • la nomina del rappresentante comune (o, in mancanza, vi provvede il tribunale su domanda degli obbligazionisti o degli amministratori) e la sua eventuale revoca; • la creazione di un fondo comune per le spese e l’approvazione del rendiconto; • le modificazioni delle condizioni del prestito proposte dalla società, che devono essere approvate dalla maggioranza economica degli obbligazionisti (cioè da tanti obbligazionisti che rappresentino più della metà delle obbligazioni emesse). esempio La società può proporre agli obbligazionisti, nel caso di difficoltà economiche, una riduzione del tasso di interesse o un rinvio del termine di pagamento o di rimborso.
Le deliberazioni dell’assemblea degli obbligazionisti sono disciplinate dalle stesse norme previste per l’assemblea straordinaria della società (in particolare per i quorum costitutivi e deliberativi) e devono essere iscritte nel registro delle imprese [❯ m1 u2]. Analogamente, le deliberazioni nulle o annullabili sono impugnabili con un rinvio alle norme sulle deliberazioni invalide dell’assemblea dei soci (art. 2416). Rappresentante comune degli obbligazionisti
In base alla legge, il rappresentante comune (art. 2418): • provvede all’esecuzione delle deliberazioni dell’assemblea degli obbligazionisti; • tutela gli interessi collettivi degli obbligazionisti, di cui ha anche la rappresentanza processuale, nei rapporti con la società emittente; • assiste, a pena di nullità, alle operazioni di sorteggio dei titoli da rimborsare prima della loro scadenza (ma può essere sostituito da un notaio; art. 2428); • può assistere alle assemblee della società e può consultare il libro delle obbligazioni e il libro delle assemblee dei soci (art. 24223). È da notare che, nonostante l’esistenza di un’organizzazione comune, ogni obbli gazionista conserva le azioni individuali come creditore della società e può sempre agire individualmente a tutela dei suoi interessi (art. 2419). esempio Un obbligazionista può agire nei confronti di una società per ottenere il pagamento degli interessi che non gli sono stati pagati.
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Che cosa sono le obbligazioni convertibili in azioni? Una società per azioni può emettere anche obbligazioni convertibili in azioni. Le obbligazioni convertibili in azioni attribuiscono all’obbligazionista la facoltà di sostituire le obbligazioni con azioni della società, in base a un dato rapporto di cambio.
Obbligazioni convertibili
In altri termini l’obbligazionista può scegliere di divenire socio della società anziché chiedere il rimborso del capitale e, in questo caso, il suo conferimento è costituito dalla somma di denaro che aveva concesso in prestito alla società. La deliberazione di emissione di obbligazioni convertibili (art. 2420 bis): • richiede una deliberazione di aumento del capitale sociale in misura corrisponden te, che verrà eseguita soltanto se e nella misura in cui gli obbligazionisti decideran no di esercitare il diritto di conversione; • è di competenza dell’assemblea straordinaria e non degli amministratori; • può essere approvata soltanto se il capitale sociale è stato interamente versato. esempio Se una società emette obbligazioni convertibili per 200.000 euro con un rapporto di cambio di un’azione ogni due obbligazioni e soltanto metà degli obbligazionisti esercita il diritto di conversione, il capitale sociale dovrà essere aumentato di 50.000 euro.
Se la conversione avviene con azioni di un’altra società o con azioni proprie acqui state dalla società emittente, però, l’emissione di obbligazioni convertibili non è sot toposta a formalità particolari, perché non richiede un aumento del capitale sociale.
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il creditore esercita la facoltà di conversione?
NO l’obbligazionista diventa socio della società
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iorno
la società deve rimborsare il prestito all’obbligazionista
La società per azioni
obbligazioni convertibili in azioni
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto In sede di approvazione del bilancio l’assemblea di una società per azioni delibera a maggioranza, con il voto di un socio che detiene da solo oltre la metà del capitale sociale, di non distribuire utili ai soci ma gli altri soci, che nell’assemblea si sono opposti alla deli berazione, ritengono che la deliberazione sia invalida. I soci citano in giudizio la società, chiedendo l’annul lamento della deliberazione dell’assemblea.
La tesi della convenuta Se lo statuto di una società per azioni non stabilisce diversamente, il diritto dei soci di ottenere la quota di utili derivanti dall’esercizio in comune dell’attività economica è un diritto disponibile, in quanto l’assem blea ordinaria della società può deliberare a maggio ranza se e in che misura distribuire gli utili.
La tesi degli attori La decisione di non distribuire dividendi ai soci è in contrasto con la nozione stessa di società lucrativa, che in base alla legge ha come scopo la divisione degli utili tra i soci, e, disponendo di un diritto economico dei singoli soci, in deroga alle norme generali sull’as semblea di una società per azioni deve essere appro vata all’unanimità dai soci.
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Le variazioni del capitale sociale e la sua tutela
Le variazioni del capitale sociale ilcaso • Lo statuto di una società per azioni contiene una clausola in base alla quale «Gli amministratori possono sempre procedere, se necessario, a un aumento del capitale sociale». La clausola in esame è valida dal punto di vista giuridico? Le variazioni, cioè l’aumento o la riduzione, del capitale sociale di una società per azioni costituiscono una modificazione dell’atto costitutivo; di regola, pertanto, sono di compe tenza dell’assemblea straordinaria e sono sottoposte alla pubblicità legale [❯ m1 u2], cioè all’iscrizione nel registro delle imprese. esempio L’assemblea straordinaria di una s.p.a. può deliberare un aumento del capitale sociale, per finanziare la costruzione di un nuovo stabilimento, oppure una riduzione del capitale sociale, perché ritenuto eccessivo rispetto all’attività svolta.
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L’aumento del capitale di una società per azioni può essere gratuito o a pagamento. Aumento gratuito del capitale
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In che senso un aumento di capitale di una s.p.a. è gratuito? L’aumento del capitale sociale è gratuito quando non richiede nuovi conferimenti, e quindi non vi è un aumento del patrimonio sociale, poiché deriva dall’imputazione a capitale di riserve o di fondi disponibili formati da utili non distribuiti. Un aumento gratuito si può realizzare con l’emissione di nuove azioni, che devono essere assegnate ai soci in proporzione alle azioni già possedute, o attraverso l’aumento del valore nominale delle azioni in circolazione (art. 2442). esempio Una società per azioni, con un capitale sociale di 200.000 euro formato da 40.000 azioni con il valore nominale di 5 euro, può deliberare un aumento gratuito del capitale sociale ed emettere altre 40.000 azioni con lo stesso valore nominale oppure aumentare da 5 euro a 10 euro il valore nominale delle azioni già in circolazione.
Aumento a pagamento del capitale
… e a pagamento? L’aumento del capitale sociale è a pagamento quando comporta nuovi conferimenti da parte dei soci, che vanno ad aumentare il patrimonio della società, e si realizza mediante l’emissione di nuove azioni, che devono essere offerte in opzione ai soci (e ai possessori di obbligazioni convertibili) in proporzione alle azioni già possedute. L’aumento del capitale di una s.p.a. può essere effettuato soltanto se le azioni emesse sono interamente liberate, cioè se i soci hanno già eseguito i conferimenti (art. 2438). Lo statuto di una società può attribuire agli amministratori la facoltà di aumentare il capitale sociale o di emettere obbligazioni convertibili in azioni, in una o più volte, fino a un determinato ammontare e per il periodo massimo di cinque anni.
lasoluzione • La clausola dello statuto della società è invalida, in quanto la delega agli amministratori non può essere in bianco (cioè senza indicazione di un limite) e a tempo indeterminato.
Il verbale della deliberazione di aumento del capitale sociale da parte degli ammini stratori deve essere redatto da un notaio ed è soggetto alle medesime formalità pre viste dalla legge per le modificazioni dello statuto della società (artt. 2443, 2420 ter). senza nuovi conferimenti capitale sociale gratuito
assegnazione ai soci delle nuove azioni
a pagamento
diritto di opzione dei soci sulle nuove azioni
aumento
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con nuovi conferimenti
La riduzione del capitale di una società per azioni, che si può realizzare attraverso una riduzione proporzionale del valore delle azioni in circolazione o mediante il sorteggio delle azioni da annullare, può essere obbligatoria o volontaria.
Diminuzione del capitale di oltre un terzo
Lettura La riduzione del capitale sociale per perdite
In quali casi la riduzione del capitale di una s.p.a. è obbligatoria? La riduzione obbligatoria del capitale sociale è necessaria nel caso di gravi perdite della società ed è diretta a adeguare il valore nominale del capitale, sul quale fanno affida mento i creditori della società e i terzi, al valore reale del patrimonio sociale. In particolare, la riduzione del capitale sociale è obbligatoria quando si verifica: • una diminuzione del capitale di oltre un terzo; • una diminuzione del capitale al di sotto del minimo legale. Che cosa succede se il capitale sociale scende di oltre un terzo? In primo luogo se il capitale della società è diminuito di oltre un terzo per perdite, in quanto il patrimonio sociale è sceso a meno di due terzi del capitale sociale, gli ammi nistratori (o, se non vi provvedono, l’organo di controllo) devono (art. 24461): • procedere senza indugio alla convocazione dell’assemblea dei soci per i provvedi menti opportuni; sottoporre all’assemblea una relazione sulla situazione patrimoniale della società, • con le osservazioni dell’organo di controllo. L’assemblea può decidere di non deliberare subito la riduzione del capitale sociale (se ritiene che la perdita sia soltanto temporanea), ma la riduzione diviene obbligatoria se, entro la fine dell’esercizio successivo, la perdita non è diminuita a meno di un terzo. In questo caso infatti l’assemblea o il consiglio di sorveglianza, in sede di approva zione del bilancio, devono deliberare la riduzione del capitale in misura corrispon dente alle perdite accertate o, in mancanza, la riduzione è ordinata con un decreto del tribunale (su richiesta degli amministratori o dell’organo di controllo; art. 24462). esempio La riduzione del capitale sociale diviene obbligatoria se una s.p.a. ha un capitale di 600.000 euro e il suo patrimonio, che è diminuito per perdite a meno di 400.000 euro, non aumenta almeno a 400.000 euro entro la fine dell’esercizio successivo.
Nelle società con azioni prive di valore nominale, la deliberazione di riduzione del capitale sociale per perdite può essere attribuita agli amministratori dallo statuto o dall’assemblea (con la maggioranza per le assemblee straordinarie; art. 24463).
Diminuzione del capitale al di sotto del minimo legale
… e se scende al di sotto del minimo legale? In secondo luogo, se il capitale diminuisce al di sotto del minimo legale, gli ammini stratori (o, in caso di inerzia, l’organo di controllo) devono convocare senza indugio l’assemblea, che deve deliberare la riduzione del capitale sociale e il contemporaneo aumento del capitale sociale, attraverso nuovi conferimenti dei soci, almeno al mini mo legale oppure la trasformazione della società in una società di un altro tipo.
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Riduzione obbligatoria del capitale
esempio Una società per azioni può essere trasformata in una società a responsabilità limitata, che ha un capitale minimo soltanto di 10.000 euro, o in una società in nome collettivo, nella quale non esiste un capitale minimo obbligatorio.
Se l’assemblea non provvede a ricostituire il capitale sociale, o a trasformare la società, si verifica lo scioglimento [❯ m2 u4] della società (artt. 2447, 2484 n. 4).
capitale sociale
riduzione
diminuzione superiore a un terzo
salvo diminuzione al di sotto di un terzo entro la fine dell’esercizio successivo
diminuzione al di sotto del minimo legale
con contemporaneo aumento almeno al minimo legale o trasformazione della società
obbligatoria
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Il o u
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Ricorso per riduzione del capitale sociale Compila il documento proposto con dati a tua scelta
TRIBUNALE DI VICENZA
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Legittimazione ad agire del ricorrente
Presupposti della domanda
2 Richiesta di riduzione del capitale sociale
Allegati
Il sottoscritto ................................................................ nato a .......................... il ....................... e residente a ........................................... in ............................., nella sua qualità di presidente del consiglio di amministrazione della società ...... ........................................, con sede a .......................... in ..........................., e domiciliato elettivamente ai fini di questo atto a .......................................... in ..................... ...... presso lo studio dell’avv. ........................................., che lo rappresenta e lo assiste in base alla procura in calce al presente atto, espone quanto segue: premesso – che il bilancio della società .........................., chiuso al 31 dicembre del ..........., ha evidenziato una perdita di oltre .......................... euro, superiore a un terzo del capitale sociale ammontante complessivamente a .......................... euro; – che la perdita suddetta era stata già rilevata nel corso dell’esercizio precedente e che, nonostante il fatto che la perdita non risulti diminuita a meno di un terzo, in sede di approvazione del bilancio l’assemblea dei soci non ha deliberato la riduzione del capitale sociale in misura corrispondente; domanda che codesto Ill.mo Tribunale voglia provvedere all’emissione di un apposito decreto di riduzione del capitale sociale in ragione delle perdite risultanti dal bilancio. Si allegano: 1. copia autentica del bilancio; 2. deliberazione del consiglio di amministrazione in data .......................; 3. copie della deliberazione di approvazione del bilancio in data .......................; 4. copia della relazione del consiglio di amministrazione e delle osservazioni del collegio sindacale. Luogo e data ..........................
Elezione di domicilio speciale
Firmato ..........................
PROCURA Delego a rappresentarmi e a difendermi nel presente giudizio l’avv. ....................., conferendogli ogni più ampia facoltà di legge, e dichiaro di eleggere domicilio presso il suo studio .................... in ......................................................... Luogo e data ..........................
Firmato ..........................
È autentica Firmato avv. ..........................
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Riduzione facoltativa del capitale
In quali casi la riduzione del capitale di una s.p.a. è facoltativa? Dalla riduzione obbligatoria si distingue la riduzione facoltativa del capitale sociale che, in base alla legge, si può verificare nel caso di perdite non gravi del patrimonio sociale oppure per volontà dei soci.
Diminuzione del capitale inferiore a un terzo
Se la perdita subita dalla società non supera un terzo del capitale sociale, la riduzione è soltanto facoltativa ma, fino a quando la società non provvede alla riduzione o alla reintegrazione del capitale, non possono essere distribuiti utili ai soci (art. 24333).
Volontà dei soci
L’assemblea straordinaria di una s.p.a. può deliberare una riduzione del capitale sociale anche per altri motivi, che devono essere indicati nell’avviso di convocazione. esempio Una società può decidere una riduzione del capitale sociale perché è eccessivo rispetto alle esigenze dell’impresa sociale oppure per motivi di convenienza fiscale.
La riduzione può essere realizzata liberando i soci dall’obbligo di eseguire i conferimen ti ancora dovuti o restituendo ai soci una parte dei conferimenti eseguiti (art. 24451, 2). Entro novanta giorni dall’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2] della delibe razione di riduzione volontaria del capitale sociale, che diminuisce le loro garanzie patrimoniali, i creditori della società possono fare opposizione contro la deliberazione. La società, pertanto, può eseguire la riduzione soltanto dopo novanta giorni dall’iscri zione, se non sono state presentate opposizioni o se il tribunale autorizza ugualmente l’operazione in quanto ritiene che non vi sia pericolo per i creditori (art. 24453, 4).
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capitale sociale
riduzione
diminuzione inferiore a un terzo
divieto di distribuzione di utili fino alla reintegrazione o alla riduzione del capitale
volontà dei soci
salvo opposizione dei creditori sociali
facoltativa
L’integrità del capitale sociale ilcaso • L’amministratore unico di una società per azioni accetta la donazione alla società di alcune azioni della società, da parte di un socio, senza chiedere l’autorizzazione dell’assemblea. Il comportamento dell’amministratore è corretto dal punto di vista giuridico?
2 La società per azioni
Opposizione dei creditori sociali
Una società per azioni può acquistare le proprie azioni? Una società per azioni può acquistare azioni proprie o di altre società e può sottoscri vere il capitale sociale o gli aumenti del capitale sociale di un’altra società. esempio Una società può decidere di acquistare azioni proprie per contrastare una scalata azionaria da parte di un concorrente o per sostenere la quotazione dei titoli sul mercato azionario.
Le partecipazioni azionarie sono disciplinate in modo analitico dalla legge per evitare che possano produrre, attraverso una riduzione nascosta del capitale sociale o la crea zione di capitali fittizi, una diminuzione delle garanzie patrimoniali per i creditori.
Limiti all’acquisto di azioni proprie
A quali condizioni è consentito l’acquisto di azioni proprie? Innanzitutto la legge pone alcuni limiti all’acquisto di azioni proprie da parte di una so cietà, anche attraverso un’altra società o per interposta persona, in quanto (art. 2357): • l’acquisto può avvenire solo con un’autorizzazione dell’assemblea, che ne stabili sca le modalità (la durata dell’operazione, il numero massimo di azioni acquistabi li, il prezzo minimo e massimo), e può riguardare solo azioni interamente liberate;
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• le azioni, per impedire una restituzione occulta dei conferimenti ai soci, devono
essere acquistate con utili distribuibili o con riserve disponibili (esclusa la riserva legale) risultanti dall’ultimo bilancio regolarmente approvato; • il valore complessivo delle azioni proprie acquistate da una società “aperta” che fa ricorso al mercato del capitale di rischio, anche attraverso altre società controllate, non può superare un quinto del capitale sociale. esempio Se una società potesse acquistare dai soci tutte le azioni emesse, subito dopo essere stata costituita con un capitale iniziale di 50.000 euro interamente versato dai soci, per acquistare le azioni utilizzerebbe di fatto i conferimenti dei soci e quindi, dopo avere acquistato le proprie azioni, avrebbe un capitale sociale di 50.000 euro ma un patrimonio sociale uguale a zero.
Deroghe all’acquisto di azioni proprie
Questi limiti però non si applicano, perché non vi è il rischio di una riduzione occulta del capitale sociale, quando l’acquisto delle azioni proprie avviene (art. 2357 bis): • in seguito a una deliberazione di riduzione volontaria del capitale sociale, mediante il riscatto di una parte delle azioni e il loro successivo annullamento; • a titolo gratuito, per atto tra vivi o a causa di morte; • per effetto di una fusione [❯ m2 u4] o di una scissione con un’altra società.
lasoluzione • Il comportamento dell’amministratore è corretto in quanto, trattandosi di un atto a titolo gratuito, non è necessaria l’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie da parte dell’assemblea dei soci.
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Nel caso di acquisto di azioni proprie in violazione delle norme stabilite dalla legge, gli amministratori di una società devono procedere entro un anno, con le modalità indicate dall’assemblea straordinaria, alla alienazione delle azioni. Se le azioni non vengono cedute, l’assemblea straordinaria o il tribunale (su istanza degli amministratori o dell’organo di controllo) devono procedere senza indugio al loro annullamento e alla riduzione del capitale sociale in misura corrispondente.
2 Disciplina delle azioni proprie
La legge, per evitare che gli amministratori possano abusare per fini personali delle azioni della società acquistate con i fondi sociali, stabilisce (art. 2357 ter1, 2): • il divieto di disposizione delle azioni da parte degli amministratori, senza un’auto rizzazione dell’assemblea che ne stabilisca le modalità; • la sospensione del diritto di voto delle azioni fino a quando appartengono alla so cietà; • la ripartizione proporzionale degli utili e del diritto di opzione, spettanti alle azioni proprie, a favore delle altre azioni. È da notare che l’acquisto di azioni proprie da parte di una società comporta l’obbligo di procedere a una riduzione del patrimonio netto di eguale importo mediante l’iscri zione, nel passivo del bilancio, di una specifica voce con segno negativo.
Divieto di sottoscrizione di azioni proprie
Una società può sottoscrivere le proprie azioni? In ogni caso è stabilito un divieto di sottoscrizione di azioni proprie, da parte della società emittente, in sede di costituzione di una società o di successivo aumento del capitale sociale. Le eventuali azioni emesse in violazione del divieto in esame si intendono sottoscritte personalmente dai soci fondatori, o in caso di aumento del capitale sociale dagli amministratori della società, che sono obbligati a eseguire i conferimenti corrispondenti se non dimostrano la mancanza di colpa da parte loro (art. 2357 quater).
acquisto
azioni proprie sottoscrizione
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è ammesso soltanto: • con autorizzazione dell’assemblea • con utili netti o riserve disponibili • fino a un massimo di un quinto del capitale sociale (nelle società aperte)
è vietata
Le partecipazioni societarie ilcaso • Una società italiana conclude un contratto in base al quale tutta la sua produzione viene sempre venduta, al termine della sua realizzazione, a una società americana. Come è configurabile, dal punto di vista giuridico, il rapporto tra le due società? La legge prevede una disciplina specifica, a tutela dei creditori sociali, in materia di partecipazioni societarie e, in particolare, di società controllate e società collegate.
Società controllate
In quali casi una società è controllata da un’altra società? Sono considerate società controllate le società nelle quali (art. 23591, 2): • un’altra società dispone della maggioranza dei voti o di un numero di voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria (calcolando anche i voti spettanti ad altre società controllate o fiduciarie oppure a interposte persone); • un’altra società esercita un’influenza dominante per particolari vincoli contrattuali.
lasoluzione • Dal
punto di vista giuridico il rapporto tra le due società è un rapporto di controllo in quanto la società americana, che è l’unico acquirente dei suoi prodotti, esercita un’influenza dominante sulla società italiana.
Se sono state acquistate azioni in violazione delle prescrizioni legali, l’assemblea della società controllata deve deliberarne l’alienazione entro un anno oppure l’assem blea della società controllante (o, in mancanza, il tribunale) deve disporne l’annullamento e la riduzione del capitale sociale in misura corrispondente (art. 2359 ter). In ogni caso, per evitare conflitti di interesse, è disposto che la società controllata non può mai esercitare il diritto di voto nelle assemblee della società controllante, neppure per le azioni che sono state acquistate regolarmente (art. 2359 bis5).
Società collegate Divieto di sottoscrizione reciproca di azioni
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… e in quali casi è collegata a un’altra società? Sono ritenute società collegate le società nelle quali un’altra società esercita un’influenza notevole e questa influenza si presume quando dispone di almeno un quinto dei voti nell’assemblea ordinaria (o un decimo nelle società quotate; art. 23593). Infine, per evitare la creazione di società con un capitale sociale “gonfiato”, la legge stabilisce un divieto di sottoscrizione reciproca di azioni con un’altra società, anche per mezzo di una società fiduciaria o di una terza persona, al momento della costitu zione della società o in sede di aumento del suo capitale sociale (art. 2360).
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2 La società per azioni
Le partecipazioni incrociate tra società controllante e società controllata sono soggette dalla legge ad alcuni limiti, in quanto la società controllata: • può acquistare azioni o quote della società controllante soltanto alle stesse condizioni stabilite per l’acquisto di azioni proprie e, se si tratta di una società “aperta”, in mi sura non superiore a un quinto del capitale della società controllante (art. 2359 bis); • non può sottoscrivere azioni o quote della società controllante (art. 2359 quinquies).
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Gli amministratori di una società per azioni, che sono stati revocati anticipatamente dal loro incarico perché hanno acquistato azioni proprie della società senza chiedere prima l’autorizzazione dell’assemblea, pre tendono il risarcimento dei danni per la revoca, ma la società si rifiuta di risarcirli. Gli amministratori allora si rivolgo no al giudice e chiedono di condan nare la società a risarcire i danni. La tesi degli attori La revoca decisa dall’assemblea dei soci è priva di giustificazione, per ché gli amministratori hanno agito
nell’interesse dei soci, acquistando sul mercato le azio ni il cui valore stava diminuendo sensibilmente a causa di vendite speculative, e quindi la società è obbligata a risarcire i danni agli amministratori.
La tesi della convenuta L’acquisto delle azioni proprie della società da par te degli amministratori è avvenuto senza rispettare gli adempimenti imposti dalle legge e quindi, dato che la revoca è avvenuta per giusta causa, la società non è obbligata a risarcire i danni agli amministrato ri per la revoca anticipata dal loro incarico.
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La contabilità e il bilancio
Le scritture contabili e i libri sociali ilcaso • Lo statuto di una società per azioni prevede la creazione, all’interno del consiglio di amministrazione, di un comitato esecutivo più ristretto. Il comitato è tenuto a documentare le sue decisioni in un apposito libro sociale? Una società per azioni è soggetta a una serie di obblighi contabili, che sono previsti dalla legge a tutela dei creditori sociali e anche de gli stessi soci.
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Scritture contabili
Libri sociali
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Quali sono le scritture contabili di una società per azioni? In primo luogo una s.p.a., qualunque sia la natura dell’attività esercitata, deve te nere le scritture contabili obbligatorie per gli imprenditori commerciali (art. 2214): • il libro giornale [❯ m1 u2]; • il libro degli inventari; • le altre scritture contabili richieste dalla natura o dalle dimensioni dell’impresa. … e i libri sociali? Inoltre una s.p.a. deve tenere i seguenti libri sociali, che servono a documentare in modo continuativo i principali atti e/o fatti riguardanti la sua attività (art. 2421): • il libro dei soci, nel quale devono essere indicati il numero delle azioni emesse, le generalità dei titolari delle azioni nominative, i trasferimenti o i vincoli sulle azioni (pegno e usufrutto) e i versamenti già eseguiti; • il libro delle obbligazioni, che deve indicare l’ammontare complessivo delle obbligazioni emesse e di quelle già rimborsate, le generalità dei titolari delle obbli gazioni nominative e gli eventuali trasferimenti o vincoli relativi, e il libro delle adunanze e deliberazioni delle assemblee degli obbligazionisti; • il libro delle adunanze e deliberazioni delle assemblee dei soci, in cui devono essere riportati i verbali delle assemblee ordinarie e trascritti i verbali delle assemblee straordinarie redatti da un notaio nella forma di un atto pubblico; • il libro delle adunanze e deliberazioni degli amministratori (cioè del consiglio di amministrazione o del consiglio di gestione e, se è stato nominato, del comitato esecutivo) oppure il libro delle deliberazioni dell’amministratore unico; • il libro delle adunanze e deliberazioni dell’organo di controllo (cioè del collegio sin dacale, del consiglio di sorveglianza o del comitato per il controllo sulla gestione); • il libro degli altri strumenti finanziari eventualmente emessi dalla società.
lasoluzione • Il comitato esecutivo deve tenere un libro delle adunanze e delle deliberazioni, separato rispetto a quello del consiglio di amministrazione, nel quale deve riportare le decisioni che vengono prese.
Modalità di tenuta
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Quali sono le modalità e le formalità di tenuta dei libri sociali? Di regola i libri sociali sono tenuti dagli amministratori, a eccezione di quelli relativi all’organo di controllo e all’assemblea degli obbligazionisti che sono tenuti dallo stesso organo di controllo e dal rappresentante comune degli obbligazionisti (art. 24212).
Formalità di tenuta
Prima di essere messi in uso i libri sociali sono soggetti, a cura degli amministratori, alla numerazione progressiva in ogni pagina e alla bollatura in ogni foglio da parte dell’uf ficio del registro delle imprese o di un notaio, con l’attestazione nell’ultima pagina del numero dei fogli che li compongono (art. 24213).
Controllo dei soci
I soci di una s.p.a. hanno un diritto di ispezione e di controllo molto limitato, per tutelare la riservatezza aziendale, sui libri sociali. Ogni socio, infatti, può esaminare soltanto il libro dei soci e il libro delle assemblee, nonché gli atti depositati presso la sede sociale prima delle assemblee, e ottenerne estratti a proprie spese (art. 24221).
Un diritto analogo è riconosciuto, rispettivamente sul libro delle assemblee degli obbligazionisti e sul libro degli strumenti finanziari, ai titolari delle obbligazioni e di altri strumenti finanziari eventualmente emessi dalla società (art. 24222).
Il bilancio di esercizio ilcaso • Gli amministratori di una s.p.a. decidono di non riportare nel bilancio alcuni investimenti, che non rientrano nell’oggetto sociale della società. Il comportamento degli amministratori della società è legittimo dal punto di vista contabile? Da quali documenti è formato il bilancio di una società per azioni? Il bilancio d’esercizio o consuntivo di una società è un documento che evidenzia gli elementi attivi e passivi del patrimonio della società alla chiusura di ogni esercizio e i risultati economici e finanziari derivanti dalla gestione sociale.
Documenti del bilancio
Il bilancio di una società per azioni, che ha la funzione di fornire ai soci e ai terzi una serie di informazioni sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria della so cietà, deve essere redatto in unità di euro e comprende i seguenti documenti (art. 24231): • lo stato patrimoniale; • il conto economico; • il conto finanziario; • la nota integrativa. stato patrimoniale
conto economico
bilancio di esercizio conto finanziario
nota integrativa
Clausola del “quadro fedele”
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2 La società per azioni
Bilancio
Che cos’è la clausola del “quadro fedele”? In base alla legge il bilancio di una s.p.a. deve essere redatto «con chiarezza» e rappre sentare «in modo veritiero e corretto» la situazione patrimoniale e finanziaria della so cietà e il risultato economico, cioè l’utile o la perdita, dell’esercizio (cosiddetta clausola del quadro fedele; art. 24232). Se non consentono di dare un “quadro fedele” della società, le disposizioni previste dal codice civile devono essere integrate da informazioni aggiuntive o non devono essere applicate (indicandone nella nota integrativa i motivi e gli effetti sul bilancio).
lasoluzione • Il comportamento degli amministratori è illegittimo, in quanto la mancata contabilizzazione di alcuni investimenti vìola il principio del “quadro fedele” e non consente di conoscere la situazione patrimoniale effettiva della società.
Princìpi del bilancio
Quali sono i princìpi fondamentali in materia di bilancio? La legge stabilisce i seguenti i princìpi contabili in materia di bilancio (art. 2423 bis): • il principio della prudenza e il principio della continuità della gestione: le valuta zioni del bilancio devono essere compiute dagli amministratori «secondo pruden za» e «nella prospettiva della continuazione dell’attività», tenendo conto della sostanza delle singole operazioni; • il principio di competenza: nel bilancio si deve tenere conto di tutti gli atti e fatti di competenza dell’esercizio (indipendentemente dalla data dell’effettivo incasso
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o pagamento), compresi anche i rischi e le perdite di cui la società sia venuta eventualmente a conoscenza dopo la chiusura dell’esercizio; • il principio della costanza dei criteri di valutazione: i criteri di valutazione non pos sono essere modificati da un esercizio all’altro, salvo casi eccezionali (con l’obbli go di motivare la deroga nella nota integrativa e indicarne l’influenza sul bilancio). principio di prudenza e di continuità della gestione
bilancio
quadro fedele
principio di competenza
principio della costanza dei criteri di valutazione
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Schema del bilancio
Lo schema del bilancio di una s.p.a. è vincolante? Lo schema del bilancio di una società per azioni è suddiviso in una serie di aggregati o raggruppamenti che sono costituiti, nell’ordine, da: • sezioni; • categorie, contrassegnate da lettere maiuscole (A, B, C ecc.); • classi, individuate da numeri romani (I, II, III ecc.); • voci e sottovoci, con numeri arabi (1, 2, 3 ecc.) e lettere minuscole (a, b, c ecc.). Le singole “voci” del bilancio, per ciascuna delle quali deve essere indicato anche l’importo dell’esercizio precedente, devono essere iscritte nell’ordine indicato e separatamente, in quanto sono vietate le compensazioni tra valori attivi e passivi.
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esempio Se un credito verso un cliente (attività) comporta un onere di riscossione (passività), le due voci devono essere riportate separatamente in bilancio e non è possibile riportare soltanto il credito al netto del costo di riscossione.
Modificazioni dello schema del bilancio
Lo schema legale del bilancio però non è rigido, perché è possibile: • una suddivisione delle voci (senza eliminare le singole voci e il loro importo com plessivo) o, all’opposto, un raggruppamento delle voci (indicando le singole voci nella nota integrativa), quando non pregiudicano la verità o favoriscono la chiarez za del bilancio; • l’adattamento o l’aggiunta di voci, quando sono necessari per la particolare natura dell’attività o per l’impossibilità di inserire alcune voci nelle classificazioni legali. esempio Una società che svolge un’attività di trasporti può evidenziare gli automezzi nelle immobilizzazioni materiali separatamente dagli “altri beni”, in quanto lo schema del bilancio non prevede una voce specifica per gli “automezzi aziendali”.
Il primo documento che forma il bilancio di esercizio è lo stato patrimoniale.
Stato patrimoniale
Attivo dello stato patrimoniale
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Come è formato lo stato patrimoniale del bilancio? Nello stato patrimoniale del bilancio, che deve rappresentare la situazione patrimoniale e finanziaria della società alla chiusura dell’esercizio, viene adottato un sistema “a sezioni contrapposte”, costituite dall’attivo e dal passivo (art. 2424). Quali sono le voci dell’attivo dello stato patrimoniale? La sezione dell’attivo dello stato patrimoniale comprende: • i crediti verso soci per eventuali versamenti ancora dovuti; • le immobilizzazioni immateriali (come i brevetti industriali e l’avviamento azienda le), materiali (come i terreni e i fabbricati) e finanziarie (come le azioni proprie o di altre società e i crediti verso altre imprese); • l’attivo circolante, costituito principalmente dal valore delle rimanenze, dai crediti verso terzi (clienti, consumatori ecc.) e dalle disponibilità liquide; • i ratei e risconti attivi (cioè, rispettivamente, i proventi di competenza dell’esercizio in corso ma esigibili solamente in esercizi successivi e i costi sostenuti durante l’e sercizio in corso ma di competenza di esercizi successivi).
Le voci dell’attivo patrimoniale devono essere iscritte al netto delle «rettifiche di valore», cioè delle variazioni contabili effettuate in sede di redazione del bilancio per tenere conto della diminuzione del loro valore nel corso del tempo. esempio Il costo di un impianto, destinato a essere utilizzato per più anni, deve essere ammortizzato in ogni esercizio in base alla sua residua possibilità di utilizzo.
Passivo dello stato patrimoniale
… e del passivo? La sezione del passivo dello stato patrimoniale, invece, comprende: • il patrimonio netto; • i fondi per rischi e oneri (come il fondo per oneri fiscali e per rischi non assicurati); • il trattamento di fine rapporto per i lavoratori subordinati, cioè per i dipendenti; • i debiti verso terzi (come banche o fornitori) e verso soci per finanziamenti; • i ratei e risconti passivi (cioè, rispettivamente, i costi di competenza dell’eser cizio ma esigibili soltanto in esercizi successivi e i proventi percepiti durante l’esercizio ma di competenza di esercizi successivi). Stato patrimoniale Passivo A Patrimonio netto B Fondi per rischi e oneri C Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato D Debiti E Ratei e risconti
In sintesi possiamo dire che i valori contabili dell’attivo rappresentano gli impieghi del capitale (cioè i diritti e crediti della società), mentre i valori contabili del passivo rappresentano le fonti del capitale (cioè i debiti della società).
Patrimonio netto della società
Da quali elementi è formato il patrimonio netto di una s.p.a.? In particolare il patrimonio netto della società, iscritto nel passivo, è formato da: • i risultati dell’esercizio, cioè l’utile o la perdita, risultanti dal conto economico; • il capitale sociale, dato dal valore dei conferimenti dei soci; • le riserve, costituite dagli utili non distribuiti e accantonati per essere reinvestiti nell’attività sociale, che vengono suddivise in legale, statutaria e facoltativa.
Riserva legale
La riserva legale è imposta dalla legge nel senso che, prima di potere distribuire even tuali dividendi ai soci, una società deve dedurre almeno un ventesimo degli utili netti fino a quando la riserva non arriva a un quinto del capitale sociale (art. 2430).
Riserva statutaria
La riserva statutaria può essere prevista nell’atto costitutivo della società e, pertanto, l’eventuale decisione di non procedere all’accantonamento relativo richiede una deli berazione dell’assemblea straordinaria.
Riserva facoltativa
La riserva facoltativa infine può essere decisa ogni anno dall’assemblea ordinaria, in sede di deliberazione sulla distribuzione degli utili ai soci.
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2 La società per azioni
Attivo A Crediti verso soci B Immobilizzazioni I Immobilizzazioni immateriali II Immobilizzazioni materiali III Immobilizzazioni finanziarie C Attivo circolante I Rimanenze II Crediti III Attività finanziarie IV Disponibilità liquide D Ratei e risconti
esempio Lo statuto di una società può prevedere che ogni anno una parte degli utili venga accantonata come riserva o l’assemblea ordinaria può deliberare di non distribuire utili per uno o più esercizi per autofinanziare la società.
Dallo stato patrimoniale si distingue, come abbiamo detto, il conto economico.
Conto economico
Come è formato il conto economico del bilancio? Il conto economico del bilancio, che deve rappresentare il risultato economico dell’ulti mo esercizio, è strutturato “in forma scalare” (art. 2425).
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Contenuto del conto economico
In base al codice civile, concorrono a formare il conto economico: • il valore della produzione, costituito dai ricavi delle vendite di beni e servizi (inte grati dalle variazioni in aumento o in diminuzione delle rimanenze di prodotti), da incrementi delle immobilizzazioni per lavori interni e da altri ricavi e proventi; • i costi della produzione, classificati secondo la loro natura economica (spese per l’acquisto di materie prime, di consumo e di merci; spese per i servizi e per il per sonale; quote di ammortamento; variazioni delle rimanenze di materie prime ecc.); • i risultati della gestione finanziaria, costituiti dai proventi e oneri finanziari (cioè interessi, rispettivamente, attivi e passivi) e dalle rettifiche di valore delle attività finanziarie (cioè rivalutazioni e svalutazioni) al termine dell’esercizio; • i proventi e oneri straordinari, cioè le sopravvenienze attive o passive e le plusvalenze o minusvalenze derivanti da alienazioni non iscrivibili nei valori della produzione. È da rilevare che i valori indicati nel conto economico devono essere iscritti in bilancio al netto di resi, sconti e simili e al netto delle imposte indirette (art. 2425 bis).
Risultato prima delle imposte e risultato dell’esercizio
La differenza tra il valore e i costi della produzione, aumentata o diminuita dai risul tati della gestione finanziaria, dà il risultato prima delle imposte; sottraendo da questo risultato le imposte sul reddito dell’esercizio si ottiene il risultato dell’esercizio, cioè l’utile ottenuto o la perdita subita dalla società. Conto economico
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A Valore della produzione B Costi della produzione – Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) C Proventi e oneri finanziari D Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie – Risultato prima delle imposte (A – B ± C ± D) 20 Imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate 21 Utile (perdite) dell’esercizio
2 Conto finanziario
Bilancio in forma abbreviata
Criteri di valutazione del bilancio
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Che cos’è il conto finanziario? Un altro documento che forma il bilancio è il rendiconto finanziario (introdotto dal d.lg. 18 agosto 2015, n. 139), dal quale devono risultare l’ammontare e la composizio ne delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine dell’esercizio precedente e di quello a cui si riferisce il bilancio, e i flussi finanziari dell’esercizio (art. 2425 ter). Il rendiconto finanziario fornisce informazioni utili per valutare la situazione finanziaria della società nell’esercizio di riferimento e la sua evoluzione negli esercizi successivi evidenziando le cause delle variazioni delle disponibilità liquide (distinte a seconda che derivino dall’attività operativa, di investimento o di finanziamento). Le società non quotate “minori” (in relazione ai parametri indicati dettagliatamente dalla legge e relativi all’attivo patrimoniale, al fatturato e al numero medio dei dipen denti) possono redigere il bilancio in forma abbreviata, cioè in modo più sintetico.
Quali sono i principali criteri di valutazione del bilancio? La legge stabilisce una serie di criteri di valutazione che gli amministratori devono osservare, a tutela dei soci e dei terzi, nella redazione del bilancio. In particolare (art. 2426): • le immobilizzazioni devono essere iscritte al costo di acquisto o di produzione e con ammortamento sistematico in ogni esercizio, «in relazione con la loro residua pos sibilità di utilizzazione», delle immobilizzazioni il cui impiego è limitato nel tempo; • gli oneri pluriennali (come i costi di sviluppo) possono essere iscritti nell’attivo dello stato patrimoniale soltanto con il consenso del collegio sindacale e con un ammortamento non superiore a cinque anni; • i crediti verso terzi devono essere iscritti in base al valore presumibile di realizzo; • le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie possono essere iscritti al costo di acquisto o di produzione oppure al minore valore desumibile dall’andamento del mercato. Le rimanenze di beni fungibili possono essere calcolate con il metodo della media ponderata dei costi di acquisto oppure con il metodo fifo (first in, first out: “primo entrato, primo uscito”) o lifo (last in, first out: “ultimo entrato, primo uscito”).
Nota integrativa
Che cos’è la nota integrativa? Infine il bilancio è costituito dalla nota integrativa, che può essere redatta in migliaia di euro ed è diretta a illustrare i dati contenuti nel bilancio. In particolare, la nota integrativa deve precisare i criteri di valutazione adottati nel le voci del bilancio e fornire le altre informazioni richieste dalla legge (art. 2427). esempio Nella nota integrativa devono essere indicati il numero medio dei dipendenti, ripartiti per categorie, le partecipazioni in imprese controllate o collegate e gli effetti contabili delle imposte ritardate o anticipate (cosiddetta fiscalità differita).
Relazione sulla gestione
Al bilancio deve essere allegata una relazione sulla gestione degli amministratori. La relazione deve evidenziare, con «un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente», la situazione della società e l’andamento della gestione sociale nel suo complesso e nei diversi settori in cui la società ha operato, anche indirettamente, con particolare ri guardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti (art. 24281).
Il procedimento di formazione, approvazione e pubblicazione del bilancio
Quale procedura deve essere seguita per il bilancio di una s.p.a.? La legge disciplina in modo analitico il procedimento di formazione, approvazione e pubbli cazione del bilancio di una società per azioni. Progetto di bilancio
Il progetto di bilancio di una s.p.a. deve essere redatto ogni anno dagli amministratori della società dopo la chiusura dell’esercizio sociale (art. 24231).
Relazione dell’organo di controllo
Gli amministratori devono provvedere alla comunicazione del progetto del bilancio e della relazione sulla gestione all’organo di controllo, e al soggetto incaricato della revi sione contabile, almeno trenta giorni prima della data dell’assemblea o della riunione del consiglio di sorveglianza (nel modello dualistico) incaricati di approvarlo. L’organo di controllo e il soggetto incaricato della revisione contabile, a loro volta, de vono predisporre una relazione sui risultati dell’esercizio sociale e sulla attività svolta, facendo le osservazioni e le proposte che ritengano opportune sul progetto di bilancio.
Deposito del progetto e degli allegati
In seguito gli amministratori devono provvedere al deposito presso la sede della società di una copia del progetto di bilancio, con le relazioni allegate, almeno quindici giorni prima dell’assemblea o della riunione del consiglio di sorveglianza. I documenti devono rimanere depositati presso la sede sociale fino a quando il bilan cio non viene approvato e i soci possono prenderne liberamente visione (art. 2429). Presso la sede sociale devono essere depositate anche, per lo stesso periodo di tem po, una copia integrale dell’ultimo bilancio delle società controllate e un prospetto riepilogativo dell’ultimo bilancio delle società collegate.
Approvazione del bilancio
Se l’assemblea ordinaria o il consiglio di sorveglianza approvano il progetto di bilan cio, anche con eventuali modifiche, il bilancio stesso diviene giuridicamente efficace; se lo respingono, invece, gli amministratori dovranno modificarlo e ripresentarlo.
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2 La società per azioni
ilcaso • L’assemblea ordinaria di una società per azioni delibera di non approvare il bilancio predisposto dagli amministratori, ritenendo che non rispetti la clausola del quadro fedele. Quali effetti produce il rifiuto di approvazione del bilancio da parte dell’assemblea?
lasoluzione • Il rifiuto dell’assemblea di approvare il bilancio obbliga gli amministratori della società a modificarlo per rispettare la clausola del quadro fedele.
Termine per l’approvazione del bilancio
Di regola il bilancio di una s.p.a. deve essere approvato entro il termine previsto dallo statuto o, al più tardi, entro centoventi giorni dalla chiusura dell’esercizio sociale. Lo statuto può prevedere un termine maggiore, se la società è obbligata a redigere il bilancio consolidato o presenta esigenze particolari, ma in ogni caso il bilancio deve essere approvato entro centottanta giorni dalla chiusura dell’esercizio (art. 23642).
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La deliberazione di approvazione del bilancio può essere annullabile, se il bilancio è irregolare, o nulla, se il bilancio è falso, ma non può più essere impugnata dopo che è stato approvato il bilancio dell’esercizio successivo (art. 2434 bis1). Pubblicazione del bilancio e degli allegati
Entro trenta giorni dall’approvazione gli amministratori devono effettuare il deposito presso l’ufficio del registro delle imprese [❯ m1 u2] di una copia del bilancio, con le relazioni allegate e il verbale di approvazione dell’assemblea ordinaria o del consiglio di sorveglianza (nonché, se è una società non quotata in un mercato regolamentato, dell’elenco dei soci; art. 2435).
Il bilancio consolidato ilcaso • Una società in nome collettivo, che produce macchinari individuali, ottiene il controllo di una società a responsabilità limitata che costruisce pezzi di ricambio. La società in nome collettivo è obbligata a presentare un bilancio consolidato?
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Le società che appartengono allo stesso grup po devono redigere anche, oltre al bilancio di esercizio, un bilancio consolidato (artt. 25 ss. d.lg. 9 aprile 1991, n. 127), che svolge soprattutto una funzione informativa più che giuridica in senso stretto.
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In quali casi deve essere redatto un bilancio consolidato? Bilancio consolidato
Il bilancio consolidato è un bilancio che espone la situazione patrimoniale ed economica di un gruppo di imprese considerate, dal punto di vista contabile, come un’unica impresa.
Soggetti obbligati
Il bilancio consolidato deve essere redatto dalla società holding o capofila, cioè dalla società a capo di un gruppo di imprese attraverso la partecipazione nel loro capitale. L’obbligo di consolidamento del bilancio, però, riguarda soltanto i seguenti soggetti: • le società di capitali [❯ m2 u1] quando, in base alle azioni o quote possedute o per effetto di accordi con altri soci, hanno il controllo di un’altra impresa o di altre imprese; • gli enti pubblici economici [❯ m1 u2], aventi come oggetto esclusivo o principale lo svolgimento di un’attività economica, e le società mutualistiche [❯ m2 u3] quando hanno il controllo di una o più società di capitali.
lasoluzione • La società in nome collettivo non è obbligata a presentare un bilancio consolidato, anche se controlla una società di capitali, in quanto è una società di persone.
Se non hanno emesso titoli quotati in un mercato regolamentato sono esonerate dall’ob bligo in esame le società controllanti che, insieme con le società controllate, non supe rano per due esercizi consecutivi i limiti previsti dalla legge (art. 27 d.lg. cit.). Struttura e contenuto del bilancio consolidato
In generale la struttura e il contenuto del bilancio consolidato sono gli stessi pre visti dalla legge per il bilancio di esercizio delle singole imprese (art. 32 d.lg. cit.). Tuttavia la redazione del bilancio consolidato richiede alcuni adeguamenti contabili, resi necessari dall’esistenza di un gruppo di società e dai rapporti al suo interno: così, in particolare, devono essere eliminati gli elementi di conto (crediti/debiti, utili/per dite) derivanti da rapporti o da operazioni tra le imprese del gruppo. esempio Nel bilancio consolidato delle società A (controllante) e B (controllata) non devono essere indicati, rispettivamente, il ricavo e il costo di una vendita fatta dalla società A alla società B o viceversa.
Controllo e approvazione del bilancio consolidato
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Il bilancio consolidato di una s.p.a. è sottoposto al controllo del collegio sindacale o dell’organo di controllo (e anche, per le società quotate, al controllo della società di revisione), il cui esito deve risultare da un’apposita relazione sul bilancio, e all’approvazione dell’assemblea ordinaria o del consiglio di sorveglianza.
Il bilancio sociale e ambientale ilcaso • Gli amministratori di una società per azioni vengono revocati dall’assemblea, per violazione dei loro obblighi, perché non hanno predisposto il bilancio sociale. Gli amministratori possono chiedere il risarcimento dei danni alla società? Impresa e ambiente sociale
In che senso un’impresa ha una responsabilità sociale? Le imprese sono operatori economici e anche, in senso più ampio, istituzioni sociali, cioè organizzazioni di beni e persone che operano all’interno di una data società. Nell’esercizio della sua attività economica, infatti, un imprenditore può produrre effetti sociali positivi e/o effetti sociali negativi. esempio Sono effetti positivi la riduzione della disoccupazione, il riciclo di materiali, il risparmio energetico e così via; sono effetti negativi, invece, lo sfruttamento dei lavoratori, lo spreco di risorse naturali, l’inquinamento ambientale e cosi via.
Un’impresa pertanto deve essere valutata sia per i risultati economici, cioè per gli utili o le perdite che realizza, sia per i risultati sociali della sua attività. esempio L’immagine di una casa automobilistica può essere danneggiata, con conseguente effetto negativo sulle vendite e sui profitti, dalla notizia che l’impresa ha truccato il sistema di controllo delle immissioni prodotte dalle automobili.
Lettura La responsabilità sociale dell’impresa
Al riguardo si parla anche di responsabilità sociale dell’impresa, per indicare il fatto che un’impresa deve svolgere la sua attività economica (che di solito ha come scopo la realizzazione di un profitto) in modo coerente con il contesto socio-ambientale, cioè con il sistema dei valori e delle aspettative della collettività nella quale opera. esempio Un’impresa può adottare un codice etico oppure può ottenere una certificazione di sostenibilità aziendale.
Che cos’è il bilancio sociale? Uno strumento fondamentale di controllo e di comunicazione della responsabilità sociale di un’impresa è costituito dal cosiddetto bilancio sociale. Bilancio sociale
Il bilancio sociale è un documento di rendicontazione che fornisce un quadro complessivo dell’attività di un’impresa e dei suoi risultati in relazione alle diverse categorie di soggetti (cosiddetti stakeholders) coinvolti dalla sua attività.
Stakeholders
Con il termine stakeholders si indicano i soggetti che hanno un interesse nell’attività di un’impresa e senza il cui supporto l’impresa non è in grado di sopravvivere. Tradizionalmente, gli stakeholders si distinguono in: • primari, che sono i soggetti dai quali un’impresa dipende per la sua stessa esi stenza, in quanto forniscono all’imprenditore le risorse necessarie per il processo produttivo o acquistano i beni o i servizi prodotti dall’impresa; • generali, che sono i soggetti che si relazionano a diverso titolo con l’organizzazio ne di un’impresa e possono in qualche modo influenzare l’attività dell’impresa o essere condizionati, a loro volta, dalla sua attività.
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2 La società per azioni
Impresa e responsabilità sociale
esempio Sono portatori di interessi primari i dipendenti dell’impresa, gli azionisti della società, i clienti, i fornitori, le banche e il sistema finanziario ecc.; sono portatori di interessi generali, invece, i sindacati, i singoli cittadini e le associazioni, lo Stato e gli altri enti pubblici, le imprese concorrenti, i mezzi di comunicazione ecc.
Possiamo anche definire gli stakeholders come gli interlocutori sociali di una impresa, cioè i soggetti con i quali l’impresa entra in una relazione di “scambio” in senso ampio.
Funzioni del bilancio sociale
Quali funzioni svolge il bilancio sociale? Il bilancio sociale è un documento che svolge una funzione informativa, consistente nel fornire agli interlocutori di un’impresa una serie di informazioni utili per potere valutare le performance aziendali, cioè i risultati o gli effetti della sua attività. Inoltre, il bilancio sociale costituisce uno strumento di: • comunicazione, in quanto realizza la trasparenza dell’impresa verso l’esterno, pro
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muovendo la partecipazione degli stakeholders ai processi gestionali e il dialogo tra l’imprenditore e il contesto socio-ambientale nel quale svolge la sua attività; • gestione, perché fornisce una serie di informazioni dettagliate sui risultati aziendali che possono essere utili al management per operare le scelte strategiche e, facen do conoscere al personale gli obiettivi e i valori dell’impresa (cosiddetta mission aziendale), consolida la motivazione e il senso di appartenenza all’organizzazione e alla cultura dell’impresa, favorendo la partecipazione dei dipendenti; • verifica sociale, nel senso che da un lato consente di controllare la coerenza tra gli obiettivi iniziali (input) e i risultati finali (output) della gestione aziendale e, dall’altro lato, migliora la coesione sociale tra i diversi soggetti. Bilancio sociale e bilancio contabile
esempio Per quanto riguarda i dipendenti dell’impresa, devono essere illustrate le politiche relative alle assunzioni, la composizione del personale, l’attuazione delle pari opportunità tra uomini e donne, le attività di formazione ecc.; per quanto riguarda i clienti dell’impresa, invece, devono essere descritti il sistema di qualità, l’accertamento della soddisfazione dei consumatori, le politiche di marketing ecc.
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2
Che rapporto esiste tra il bilancio sociale e il bilancio contabile? Il bilancio sociale è un documento complementare e non sostitutivo rispetto al bilancio di esercizio e all’eventuale bilancio consolidato, nei quali devono essere indicati i risultati patrimoniali, economici e finanziari di un’impresa. In altri termini, il bilancio sociale contiene alcune informazioni aggiuntive rispetto al bilancio in senso civilistico e consente di valutare in una prospettiva più ampia i risultati della gestione di un’impresa. Il bilancio sociale, infatti, è un rendiconto qualitativo e quantitativo dell’attività di un’impresa che consente di evidenziare, e quindi di conoscere, il vantaggio particolare che l’impresa ha procurato a ciascuna categoria di interlocutori.
Caratteri del bilancio sociale
Quali caratteristiche presenta il bilancio sociale? Il bilancio sociale è un documento: • consuntivo e programmatico, in quanto contiene una valutazione dei risultati otte nuti in relazione agli obiettivi prefissati ma, al tempo stesso, indica anche le linee programmatiche dell’attività dell’impresa per il futuro; • pubblico, perché per la sua stessa natura è rivolto agli interlocutori sociali specifici di un’impresa (stakeholders) e, più in generale, alla collettività nel suo complesso; • periodico, in quanto di regola deve essere redatto alla fine di ogni esercizio. A differenza di altri Paesi Europei, in Italia il bilancio sociale è un documento volontario e non obbligatorio; si tratta quindi di uno strumento di comunicazione che ogni impresa è libera di adottare o meno, nell’ambito della propria autonomia.
lasoluzione • Se lo statuto della società non prevede l’obbligo di redigere un bilancio sociale, la sua redazione è soltanto facoltativa e quindi gli amministratori possono chiedere il risarcimento dei danni perché la loro revoca è avvenuta senza giusta causa.
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Modelli di bilancio sociale
Nel corso degli anni tuttavia alcuni enti hanno elaborato modelli o linee guida del bilancio sociale che possono essere osservati, su base volontaria, dalle imprese che intendono redigere il bilancio in modo standardizzato e confrontabile con altri bilanci sociali della stessa impresa o di altre imprese.
Schema del bilancio sociale
Secondo il modello predisposto dall’Istituto europeo per il bilancio sociale, il bilancio sociale di un’impresa deve essere costituito da cinque parti, che sono precedute da una premessa metodologica (nella quale devono essere indicati i princìpi di redazione adottati) e seguite da un’attestazione di conformità (che svolge una funzione analoga al giudizio sul bilancio da parte di una società di revisione). Le parti che formano il bilancio sociale di un’impresa comprendono: • l’esplicitazione dell’identità aziendale, con la descrizione della storia dell’impresa, dello scenario sociopolitico ed economico nel quale opera, della struttura istitu zionale e organizzativa, della cosiddetta mission aziendale, delle principali scelte strategiche e programmatiche ecc.; • il rendiconto, con una riclassificazione dei dati contenuti nel conto economico del bilancio di esercizio per evidenziare il processo di formazione e di distribuzione del valore aggiunto (come differenza tra il valore iniziale degli input e il valore finale degli output) tra tutti coloro che hanno rapporti con l’impresa;
• la relazione sociale, con la valutazione quantitativa e qualitativa delle relazioni
Documento Sintesi del bilancio sociale di una società
tra l’impresa e i diversi soggetti (dipendenti, azionisti, clienti, fornitori, Stato e altri enti pubblici centrali o locali, collettività) con i quali l’impresa effettua atti di “scambio” in senso economico e anche in senso sociale; • il sistema di rilevazione, con l’indicazione delle metodologie applicate dall’impresa (interviste, questionari, forum ecc.) per rilevare i bisogni e le aspettative dei suoi interlocutori e per verificare il livello di consenso raggiunto; • le proposte di miglioramento, con l’individuazione delle strategie e degli obiettivi per la gestione dell’attività futura nell’ottica di un continuo miglioramento dei risultati economicosociali dell’impresa.
Che cos’è il bilancio ambientale? Dal bilancio sociale in senso stretto si distingue il bilancio ambientale. Il bilancio ambientale è un documento di rendicontazione che contiene una serie di dati e informazioni, di natura quantitativa e qualitativa, relativi all’impatto ambientale dell’attività produttiva di un’impresa. In particolare, nel bilancio ambientale di un’impresa devono essere riportati: • il conto delle risorse, che contabilizza gli input fisici del pro cesso produttivo (i consumi energetici, le risorse naturali rinnovabili e non rinnovabili impiegate, la composizione dei prodotti finali ecc.); • il conto delle emissioni, che contabilizza gli output fisici del processo produttivo (come i rifiuti, le emissioni at mosferiche, gli scarichi idrici, le immissioni rumorose ecc.); • il conto delle spese ambientali, che contabilizza i costi monetari sostenuti dall’impre sa per la protezione dell’ambiente (come le spese per lo smaltimento dei rifiuti, per il riciclo di materiali, per i sistemi di riduzione delle immissioni ecc.). Si tratta di un documento che si è diffuso in epoca abbastanza recente nella prassi aziendale, in quanto è collegato alla crescente attenzione da parte dell’opinione pub blica e dei governi verso i problemi ambientali connessi alle attività produttive. Anche il bilancio ambientale, come quello sociale, è un documento informativo e volontario, in quanto la sua redazione non è imposta da norme giuridiche. bilancio sociale
impresa
responsabilità sociale
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2 La società per azioni
Bilancio ambientale
bilancio ambientale
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Alcuni soci di una società per azioni chiedono all’am ministratore di consultare il libro degli obbligazio nisti, per valutare l’indebitamento della società, ma l’amministratore non concede loro il permesso. I soci citano in giudizio l’am ministratore chiedendo di con dannarlo a concedere loro l’ac cesso al libro sociale. La tesi degli attori I soci hanno un interesse, tu telato dalla legge, di conosce
re la situazione patrimoniale della società, in quanto tale situazione incide sul valore economico della loro partecipazione nella società, e quindi di visionare il libro degli obbligazionisti.
La tesi del convenuto I soci non possono consulta re i libro degli obbligazionisti perché la legge, per tutelare la riservatezza sociale, indica in modo tassativo i libri contabi li che i soci possono consulta re e non comprende anche il libro in esame.
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CLIL
Thelawinpractice
Incorporation of a joint stock company How is a joint stock company incorporated? To incorporate a joint stock company it is neces sary that the shareholders contact a notary, since the certificate of incorporation of the company must have the form of a public deed.
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What is a public deed and what are its legal effects?
2
Pursuant to Article 2699 of the Italian Civil Code, a public deed is a “document drawn up, with the required formalities, by a notary or other public of ficial authorised to attribute public trust to the same in the place where the deed is executed”. The term “public trust” indicates a particular ef fectiveness of the notary deed as evidence, since what the notary declares to have taken place in his presence can only be disputed (affirming, for ex ample, that certain shareholders were not present at the drafting of the certificate of incorporation or that the share capital has not been fully subscribed by the shareholders) with a special procedure. The form of public trust therefore, used for all legal deeds of most importance (such as buying and selling property and donations of significant value), guaran tees the shareholders and also third parties with re gard to the veracity of the information contained in the certificate of corporation of a joint stock company.
Is any control or approval by the Court or Register of Companies Office envisaged with regard to the certificate of incorporation of a joint stock company?
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The Italian Civil Code of 1942 envisaged that, at the time of filing the certificate of incorporation of a joint stock company and application for registra tion in the public register of companies, the Court should carry out an approval ruling, i.e. verification of the legality of the certificate of incorporation of the company in order to verify that it was not in conflict with mandatory legislation. The approval ruling was repealed in order to sim plify the formalities required to start or change a business activity managed in the form of a limited liability company.
stock company, therefore, the Register of Compa nies Office only verifies the mere formal validity of the certificate of incorporation.
What formalities must the shareholders carry out before incorporation of a joint stock company? Before stipulating the certificate of incorporation of a joint stock company, those concerned, in addition to obtaining any administrative authorisations re quired in relation to the nature of the activity carried out, must deposit at least 25% of the share capital of the company they intend to incorporate at a bank. In the case of a single member company, consist ing of a single shareholder, the sole shareholder must deposit the entire share capital at a bank before in corporating the company or, otherwise, lose the ben efit of limited liability and become fully liable, with his/her personal assets, for the company’s debts. The money deposited at the bank can be only be “released” by the directors after incorporation of the company and registration in the register of companies or, if the company is not incorporated or is not regis tered within the deadline required by law, may be “re leased” by the person or persons having deposited it.
At what point must the shareholders pay the contributions promised in the certificate of incorporation and not yet carried out? As a rule, when incorporating a joint stock com pany, contributions are made only in part, to the extent specified by law.
Can professional or other services be contributed to a joint stock company? The contributions of shareholders to a joint stock company may consist only of providing something (money, goods, rights etc.) and not doing some thing, since the contribution of a shareholder must become part of the company’s equity which, being a legal entity, constitutes the only guarantee for the company’s creditors. The provision of professional services by a share holder, however, may constitute an ancillary, i.e additional service, with respect to the main one of providing a contribution.
Must the directors of a joint stock company necessarily be shareholders of the company? Unlike partnerships, in a joint stock company in which the shareholders are not liable for the com pany’s debts with their personal assets, the direc tors need not be shareholders of the company. In large joint stock companies, in fact, the use of managers, who are indicated in the certificate of incorporation or appointed by the shareholders’ meeting and perform in a professional manner the organisational and management activities of the company, is frequent.
Is the company’s duration an essential element of the certificate of incorporation of a joint stock company? Before the reform of company law, a key element of the certificate of incorporation of a joint stock company was constituted by the indication of the term of duration of the company: the corporate con tract, therefore, was always necessarily with a fixed term and, at the time of incorporation of the com pany, the shareholders had to indicate until when they undertook to exercise a joint business activity. Following the reform, the term of duration is no longer an essential element of the corporate con tract of a joint stock company, but only possible
since the shareholders, within the scope of their autonomy, can give rise to a company with a fixed term (i.e. with the indication of a duration) or also indefinite term (i.e. no indication of duration).
In what way can the certificate of incorporation of a joint stock company be subsequently amended? The certificate of incorporation of a joint stock company, which was unanimously approved at the time of incorporation of the company, can be sub sequently amended by the majority shareholders of the company by a resolution of the extraordinary shareholders’ meeting which, as such, must be con tained in a public or notary deed.
What are the advantages and disadvantages of incorporating a joint stock company? The incorporation of a joint stock company has, on the one hand, the advantage of limiting risk (since the shareholders do not risk their person al assets in the company) and collecting savings (since the shares and bonds issued enable the com pany to obtain funding directly from investors); on the other, however, a joint stock company has the disadvantage of high costs of incorporation (the cost of the notary deed, the preliminary formalities, etc.), as well as company management (as regards, in particular, the overall organisation the company, bookkeeping, preparation of financial statements etc.).
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2 La società per azioni
The socalled “call” for contributions promised and not yet carried out by the shareholders can be done by the directors, after incorporation of the company, according to the financial needs of the company or by the liquidators, if the existing equity is not sufficient to pay the company’s creditors, on liquidation of the company. The law, however, does not indicate a specific deadline for the request on the part of the directors who, if not necessary to finance the company’s ac tivities, may also not request shareholders to sup plement the contributions promised.
Comprehension 1. Why must the incorporation of a joint stock company take place by public deed? 2. How much capital must the shareholders deposit before the incorporation of a joint stock company? 3. Is it possible in our legal system to incorporate a company with an indefinite duration?
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Public trust Certificate of incorporation Contributions Directors
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Ripassafacile
contenuto
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statuto e recesso
La società per azioni e il rapporto sociale
2 Le società
La società per azioni Gli organi della società per azioni contenuto
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modello organizzativo
Concetti chiave
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Simulazione della verifica orale
English summary
obbligazioni azioni
Le azioni
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del capitale sociale e la sua tutela
La società per azioni
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Verificaformativa 1. Risposte multiple
b sono frazioni del capitale sociale c sono titoli monetari
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
d possono avere anche un valore diverso e vengono emesse a copertura di un prestito concesso alla società
Una società per azioni: a ha un’autonomia patrimoniale imperfetta b è una società di persone c si costituisce con l’iscrizione nel registro delle imprese
8.
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3.
e per aumentare il capitale sociale 9.
a è un documento contabile allegato al bilancio b coincide con il conto economico
e vi siano due o più soci
c è posto in calce allo stato patrimoniale d indica i flussi finanziari relativi a due esercizi
L’assemblea ordinaria di una società per azioni:
c è un organo diverso dall’assemblea straordinaria d può essere convocata su richiesta dei soci
e contiene le attività e le passività della società 10. Sono obbligate a redigere un bilancio consolidato (2 risposte esatte): a tutte le società per azioni b le società per azioni “aperte” c le società di capitali che controllano un’altra impresa
e è presieduta dall’organo amministrativo 4.
La nullità di una deliberazione dell’assemblea di una s.p.a.:
d tutte le società che controllano un’altra impresa e le società mutualistiche che controllano un’altra impresa
a si verifica quando la deliberazione è in contrasto con la legge o con lo statuto b è rilevabile d’ufficio dal giudice c può essere fatta valere soltanto dai soggetti indicati dalla legge d di regola è imprescrittibile e non può essere sanata 5.
2. Vero o falso Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta 1.
c devono essere un organo collegiale d possono essere revocati anche senza una giusta causa
privata autenticata.
In una società per azioni il collegio sindacale: a è previsto nel modello monistico b è previsto nel modello dualistico c deve essere formato da sindaci con il titolo di revisori legali
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2.
e possono essere revocati soltanto con l’autorizzazione del tribunale
7.
L’atto costitutivo di una s.p.a. può avere
Gli amministratori di una società per azioni: a devono essere soci b non possono essere soci
6.
Il conto finanziario:
c il capitale sociale sia superiore a 50.000 euro d la società svolga un’attività commerciale
a è un organo eventuale della società b richiede l’intervento personale dei soci
2
c per finanziarsi d fino al valore del capitale sociale
Per costituire una società per azioni è necessario che: a il capitale sociale sia interamente versato b il capitale sociale sia interamente sottoscritto
Una società per azioni può emettere obbligazioni: a soltanto se è quotata b soltanto se il suo capitale è interamente versato
d può essere una società di fatto e si può costituire anche in modo tacito 2.
Vuoi testare la tua preparazione? Fai il test in autovalutazione
Il socio che esercita il diritto di recesso da una società ha diritto al rimborso delle azioni.
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3.
L’assemblea ordinaria in seconda convocazione non richiede un quorum costitutivo.
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4. V
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d di regola è incaricato del controllo contabile della società
non può essere un amministratore unico.
e di regola svolge un controllo di legalità e sulla gestione sociale
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Le azioni di una s.p.a.: a devono avere un valore nominale
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5. nomina il consiglio di gestione.
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Verificaformativa 6.
Le azioni nominative si trasferiscono mediante una semplice girata.
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3.
Quota di utili attribuita a un socio.
4.
Obbligazioni che attribuiscono il diritto di divenire socio di una società per azioni.
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7.
Nel caso di un aumento del capitale a pagamento i soci hanno un diritto di opzione.
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5.
Bilancio di un gruppo di società. ......................................................................................................
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8.
Una s.p.a. non quotata può sottoscrivere azioni proprie in misura non superiore a un quinto V F del capitale sociale. ...................................................................................................... ......................................................................................................
9.
Il bilancio deve essere approvato entro la fine dell’esercizio a cui si riferisce.
4. Vocabulary Identify the term or terms corresponding to the definitions 1.
......................................................................................................
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......................................................................................................
2.
......................................................................................................
10. Il bilancio sociale è un documento volontario.
Document with which a joint stock company incorporated.
Body of a joint stock company composed of the shareholders or their representatives. ......................................................................................................
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3.
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Unit or part of the share capital of a joint stock company. ...................................................................................................... ......................................................................................................
3. Lessico Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione 1.
2.
Documento contenente le regole di funzionamento di una società per azioni.
4.
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Unit of a loan obtained from a joint stock company. ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
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Accounting document that contains the assets and liabilities of a company.
Autonomia patrimoniale di una società per azioni.
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ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande Un professionista, che ha investito una parte dei suoi risparmi nell’acquisto di alcune obbligazioni convertibili di una società per azioni, nel termine previsto esercita il dritto di conversione delle obbligazioni in base al rapporto di cambio e chiede agli amministratori della società di essere iscritto nel libro dei soci; gli amministratori della società, però, si rifiutano di iscrivere il suo nome nel libro dei soci e pretendono che il professionista, per diventare socio della società, effettui un conferimento come gli altri soci. 1.
In che cosa consistono le obbligazioni convertibili in azioni?
2.
Nel caso di esercizio del diritto di conversione, quale funzione svolge la somma di denaro concessa in prestito alla società?
3.
La pretesa degli amministratori è legittima?
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Le altre società di capitali e le società mutualistiche
Prerequisiti
Conoscere la struttura e la disciplina giuridica della società per azioni
Conoscenze
La disciplina delle società cooperative e di mutua assicurazione
Abilità
Distinguere i diversi tipi di società mutualistiche
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Italiano
Inglese
Società in accomandita per azioni
Limited joint stock partnership
Responsabilità mista
Mixed liability
Soci accomandatari
General partners
Soci accomandanti
Limited partners
Società a responsabilità limitata
Limited-liability company
Quota sociale
Shareholding
Polizza assicurativa
Insurance policy
Fideiussione bancaria
Bank guarantee
Titoli di debito
Debt securities
Decisioni dei soci
Shareholders’ decisions
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La società in accomandita per azioni
ilcaso • In una società in accomandita per azioni in base all’atto costitutivo l’amministrazione è riservata soltanto ad alcuni soci accomandatari. Gli altri soci accomandatari non sono responsabili della gestione della società? Un altro tipo di società di capitali, che di fatto però non è molto diffusa, è la società in accomandita per azioni (artt. 2452 ss.).
In che senso la s.a.p.a. è una società a responsabilità mista? La società in accomandita per azioni è una società nella quale i soci accomandatari sono responsabili illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali, mentre i soci accomandanti sono responsabili soltanto nei limiti della loro quota. La società in esame può essere considerata come una variante della società per azioni [❯ m2 u2], modificata dalla presenza di uno o più soci accomandatari, in quanto le quote di partecipazione dei soci sono rappresentate da azioni (art. 2452) e alla società si applicano, in quanto compatibili, le norme sulla società per azioni (art. 2454). Disciplina applicabile
In particolare, la disciplina della società in accomandita per azioni riproduce quasi integralmente quella della società per azioni [❯ m2 u2] per quanto riguarda: • il procedimento di formazione (il deposito dell’atto costitutivo e l’iscrizione della società nel registro generale delle imprese); • il capitale sociale minimo di 50.000 euro e le norme che ne regolano l’aumento o la riduzione; • gli organi sociali, salvo per quanto riguarda l’amministrazione della società e la posizione dei soci accomandatari; • l’emissione di azioni e obbligazioni; • l’obbligo di tenuta delle scritture contabili e dei libri sociali; • la redazione, l’approvazione e la pubblicazione del bilancio della società.
accomandatari
rispondono illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali
accomandanti
rispondono limitatamente alla loro quota per le obbligazioni sociali
soci
società in accomandita per azioni capitale sociale
è rappresentato da azioni
Quali sono le caratteristiche della società in accomandita per azioni? I principali caratteri distintivi della società in esame, oltre alla diversa responsabilità dei soci accomandatari e accomandanti, riguardano: Denominazione sociale
• la denominazione sociale, che deve contenere il nome di uno o più soci accoman-
Amministrazione della società
• l’amministrazione, che spetta di diritto, cioè automaticamente, e a tempo indeter-
datari e l’indicazione di società in accomandita per azioni o s.a.p.a. (art. 2453);
minato a tutti i soci accomandatari (art. 2455) che, quindi, sono necessariamente amministratori della società.
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3 Le altre società di capitali e le società mutualistiche
Società in accomandita per azioni
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lasoluzione • La clausola dell’atto costitutivo è nulla, in quanto tutti i soci accomandatari sono amministratori della società e, quindi, sono responsabili della sua gestione.
Revoca e sostituzione degli amministratori
Modificazioni dell’atto costitutivo
L’eventuale revoca dell’amministratore di una s.a.p.a. richiede la maggioranza per l’assemblea straordinaria di una società per azioni [❯ m2 u2] e, se non ricorre una giusta causa, obbliga la società a risarcire i danni (art. 2456). Se un amministratore cessa dal suo incarico per qualsiasi causa, l’assemblea dei soci deve provvedere alla sua sostituzione con la medesima maggioranza e, se vi sono più amministratori, con il consenso di tutti i soci accomandatari. L’amministratore uscente cessa di essere socio accomandatario e non risponde più per le obbligazioni successive all’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2] della cessazione dal suo incarico, mentre il nuovo amministratore diviene un socio accomandatario dal momento stesso in cui accetta la nomina (artt. 24572, 24612).
In che modo si può modificare l’atto costitutivo di una s.a.p.a.? A ciascun socio accomandatario viene riconosciuto un diritto di veto anche sulle modificazioni dell’atto costitutivo della società che, come la nomina di un nuovo amministratore, devono essere approvate dall’assemblea con la maggioranza per l’assemblea straordinaria e da tutti i soci accomandatari (art. 2460).
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esempio Se una s.a.p.a. è formata con quote uguali da un socio accomandatario e da tre soci accomandanti, il cambiamento dell’oggetto sociale o la proroga della società richiedono il consenso di almeno tre soci (che insieme rappresentano più della metà del capitale sociale) e, comunque, del socio accomandatario.
Poteri dei soci accomandanti
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I soci accomandanti non hanno un potere di controllo sull’attività degli amministratori, in quanto non possono consultare le scritture contabili della società, ma, come i soci di una società per azioni, possono presentare una denuncia all’organo di controllo (o, nei casi più gravi, al tribunale) per sollecitare un’ispezione sull’amministrazione. esempio Un socio accomandante può presentare una denuncia al collegio sindacale se gli amministratori hanno utilizzato riserve non disponibili della società.
Scioglimento della società
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In quali casi si verifica lo scioglimento di una s.a.p.a.? Lo scioglimento di una società in accomandita per azioni, oltre che per le altre cause previste per la società per azioni [❯ m2 u4], si verifica anche nel caso di cessazione dall’ufficio di tutti gli amministratori, se non si provvede entro centottanta giorni alla loro sostituzione con uno o più nuovi soci accomandatari. Durante tale periodo l’organo di controllo deve nominare un amministratore provvisorio, per il compimento degli atti di ordinaria amministrazione, che però non assume la qualità e la responsabilità di un socio accomandatario (art. 2458). A differenza della società in accomandita semplice [❯ m2 u1], invece, l’eventuale venire meno di tutti i soci accomandanti non produce lo scioglimento della società.
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto I soci accomandanti di una società in accomandita per azioni chiedono di potere consultare le scritture e i libri sociali per verificare eventuali irregolarità contabili nell’amministrazione della società ma, nonostante la richiesta, l’amministratore della società non consente ai soci di visionare la documentazione richiesta. I soci citano l’amministratore e chiedono al giudice di condannarlo a consentire loro l’accesso ai documenti sociali.
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La tesi degli attori I soci accomandanti di una società in accomandita per azioni hanno diritto, analogamente ai soci accomandanti di una società in accomandita semplice, di chiedere informazioni agli amministratori sullo svolgimento degli affari sociali e di esaminare i documenti relativi all’amministrazione.
La tesi del convenuto A differenza di una società in accomandita semplice, i soci accomandanti di una società in accomandita per azioni possono presentare una denuncia per irregolarità amministrative, ma non hanno un potere di controllo diretto sull’attività degli amministratori, che quindi possono rifiutare loro l’accesso ai documenti sociali.
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La società a responsabilità limitata
ilcaso • Nell’atto costitutivo di una società a responsabilità limitata è stabilito che «l’organizzazione della società è disciplinata da un apposito statuto». La società è valida dal punto di vista giuridico? L’ultimo tipo di società di capitali è la società a responsabilità limitata (artt. 2462 ss.).
Quali sono le caratteristiche della s.r.l. come tipo di società? La società a responsabilità limitata è una società nella quale per le obbligazioni sociali è responsabile soltanto la società con il suo patrimonio e nella quale le partecipazioni dei soci non possono essere rappresentate da azioni. A differenza di una società per azioni, inoltre, nella società in esame di regola il capitale sociale minimo è di 10.000 euro e le partecipazioni dei soci non possono essere oggetto di offerta al pubblico di prodotti finanziari (artt. 2463 n. 4, 24681). La società a responsabilità limitata ha un carattere più personale rispetto a una s.p.a., in quanto di solito si basa su un gruppo ristretto di soci, che sono legati da un rapporto di fiducia e che finanziano in misura prevalente la società. Il modello di società in esame, quindi, risulta adatto soprattutto a imprese sociali di dimensioni limitate, che non richiedono capitali elevati, e quando una società a responsabilità limitata si espande spesso viene trasformata in una società per azioni, per potere ricorrere in misura maggiore al mercato finanziario. la società è responsabile con il proprio patrimonio per le obbligazioni sociali
società a responsabilità limitata la partecipazione dei soci non è rappresentata da azioni
Società a responsabilità limitata semplificata Documento Modello standard di atto costitutivo e statuto s.r.l. semplificata
Atto costitutivo della società
Una figura particolare di s.r.l. è la società a responsabilità limitata semplificata (art. 2463 bis, introdotto dalla l. 24 marzo 2012, n. 27), che può essere costituita e formata soltanto da una o più persone fisiche. Le caratteristiche della società in esame sono le seguenti: • l’atto costitutivo della società, che richiede la forma di un atto pubblico, deve essere redatto secondo un apposito modello ministeriale, che non può essere modificato o integrato; • la denominazione sociale deve contenere l’indicazione di «società a responsabilità limitata semplificata»; • il capitale sociale minimo è di 1 euro (e, in ogni caso, deve essere inferiore al capitale sociale minimo previsto per la costituzione di una s.r.l. ordinaria), che deve essere in denaro e deve essere versato interamente agli amministratori al momento della costituzione della società.
Quali sono la forma e il contenuto dell’atto costitutivo di una s.r.l.? Una società a responsabilità limitata può essere costituita con un contratto o anche con un atto unilaterale (cosiddetta società unipersonale).
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3 Le altre società di capitali e le società mutualistiche
Società a responsabilità limitata
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Documento Atto costitutivo di una s.r.l. unipersonale
L’atto costitutivo della società deve avere la forma di un atto pubblico e un contenuto simile a quello di una società per azioni, salvo per quanto riguarda l’indicazione dei conferimenti e della quota di partecipazione di ciascun socio e l’indicazione, nella denominazione sociale, di «società a responsabilità limitata» o s.r.l. (art. 24631, 2). Nell’atto costitutivo di una società a responsabilità limitata, inoltre, devono essere contenute le norme relative al funzionamento della società, che in una società per azioni di regola sono previste nello statuto.
lasoluzione • La società a responsabilità limitata non è valida, in quanto le norme sull’organizzazione della società devono essere contenute nell’atto costitutivo della società.
Procedimento di costituzione della società
Il procedimento per la costituzione di una s.r.l. è disciplinato da un rinvio alle disposizioni in materia di società per azioni [❯ m2 u2] per quanto riguarda (art. 24633): • le condizioni preliminari per la costituzione della società; • il deposito dell’atto costitutivo e l’iscrizione nel registro delle imprese; • l’efficacia costitutiva dell’iscrizione; • la nullità della società.
I conferimenti e le quote di partecipazione
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ilcaso • L’ufficio del registro delle imprese rifiuta l’iscrizione di una s.r.l. perché risulta che un socio non ha ancora effettuato il conferimento di un terreno. Il rifiuto dell’ufficio del registro è legittimo?
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Conferimenti e capitale sociale
Come sono disciplinati i conferimenti in una s.r.l.? In base alla legge in una s.r.l. il valore complessivo dei conferimenti non può essere inferiore all’ammontare del capitale sociale indicato nell’atto costitutivo (art. 24641). I conferimenti da parte dei soci possono avere come oggetto «tutti gli elementi dell’attivo suscettibili di valutazione economica» ma, in mancanza di una diversa indicazione nell’atto costitutivo, devono essere compiuti in denaro (art. 24642, 3).
Versamenti e garanzie
Al momento della costituzione di una s.r.l. il versamento agli amministratori di almeno il 25% dei conferimenti in denaro può essere sostituito da una garanzia, costituita da una polizza assicurativa o da una fideiussione bancaria di uguale valore (art. 24644).
Conferimento di beni in natura e di crediti
Per i conferimenti di beni in natura e di crediti si applicano le norme in materia di società semplice [❯ m2 u1]; in questo caso, inoltre, i conferimenti devono essere effettuati integralmente al momento della costituzione della società e devono essere accompagnati da una relazione giurata di stima del loro valore (artt. 24645, 2465).
lasoluzione • Il rifiuto dell’iscrizione è legittimo, in quanto i beni in natura devono essere conferiti all’atto della costituzione della società.
Conferimento d’opera o di servizi
Finanziamento dei soci
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Il conferimento può consistere anche nella prestazione di un’opera o di un servizio: il socio d’opera deve fornire come garanzia una polizza assicurativa o una fideiussione bancaria oppure, se è consentito dall’atto costitutivo, versare alla società una somma di denaro corrispondente come cauzione (art. 24646).
Un socio di una s.r.l. può finanziare la società? Nella società a responsabilità limitata è consentito il finanziamento, cioè il prestito di somme di denaro, da parte dei soci. In tale caso però, in sede di liquidazione della società, bisogna rimborsare prima i debiti verso i terzi (fornitori, dipendenti, banche ecc.) e soltanto in seguito, se residuano delle attività, i debiti verso i soci (cosiddetta postergazione dei prestiti dei soci). Inoltre se viene dichiarato il fallimento della società e nell’anno precedente alla dichiarazione di fallimento la società ha rimborsato dei prestiti ai soci, i soci sono obbligati a eseguire la restituzione del rimborso a favore dei creditori (art. 2467).
Partecipazione e diritti sociali
Di regola la partecipazione dei soci in una s.r.l. è proporzionale al valore dei conferimenti e i diritti dei soci sono proporzionali alla partecipazione nella società; l’atto costitutivo della società, però, può prevedere l’attribuzione ad alcuni soci di una partecipazione non proporzionale ai conferimenti o di diritti particolari (art. 24682, 3). esempio Due amici possono costituire una società nella quale, nonostante i loro conferimenti siano uguali, a un socio viene attribuita una quota del 70% e all’altro socio una quota soltanto del 30%.
Trasferimento della partecipazione
Efficacia del trasferimento
La quota di una s.r.l. può essere ceduta ad altri? Di regola la partecipazione in una s.r.l. è trasferibile, per atto tra vivi o a causa di morte. Se l’atto costitutivo di una società prevede un divieto di trasferimento della quota o una clausola di mero gradimento, ciascun socio o i suoi eredi possono esercitare il diritto di recesso dalla società (ma l’atto costitutivo può stabilire un termine, non superiore a due anni, prima del quale non può essere esercitato il recesso; art. 2469). Il trasferimento della partecipazione sociale è efficace nei confronti della società soltanto dopo il deposito presso l’ufficio del registro delle imprese; nel caso di conflitto tra più acquirenti, inoltre, prevale colui che ha iscritto per primo in buona fede il trasferimento (anche se il suo titolo è posteriore; art. 2470).
Il recesso e l’esclusione dei soci
Recesso di un socio
In quali casi il socio di una s.r.l. può recedere dalla società? Se una s.r.l. è a tempo determinato, un socio può recedere dalla società soltanto per le cause stabilite dalla legge o previste nell’atto costitutivo. In particolare, la legge riconosce il diritto di recesso ai soci contrari a una decisione di particolare importanza o al compimento di operazioni che trasformano la partecipazione alla società. Tuttavia il recesso non è possibile, o diviene inefficace, se la società revoca la decisione che lo legittimava o se viene deliberato lo scioglimento della società (art. 24731, 6). esempio Un socio può recedere da una s.r.l. se gli altri soci deliberano il cambiamento dell’oggetto o del tipo di società o il trasferimento della sede sociale all’estero oppure se compiono atti che comportano una modificazione sostanziale dell’oggetto sociale o dei diritti dei soci.
Se una s.r.l. è a tempo indeterminato, invece, un socio può recedere in qualsiasi momento ma con un preavviso di almeno centottanta giorni (o con un preavviso maggiore, ma comunque non superiore a un anno, indicato nell’atto costitutivo; art. 24732).
lasoluzione • La clausola che esclude il recesso del socio è valida ma soltanto per la durata massima (un anno) prevista inderogabilmente dalla legge.
Rimborso della partecipazione
Esclusione del socio
Il socio che recede da una s.r.l. ha diritto al rimborso in denaro della partecipazione, cioè a una quota del patrimonio sociale (art. 24733). Il rimborso può avvenire mediante l’acquisto della partecipazione da parte di altri soci o di terzi oppure mediante il riscatto della partecipazione, con riserve disponibili, da parte della società; qualora ciò non sia possibile, si deve procedere alla riduzione del capitale sociale in misura corrispondente o allo scioglimento della società (art. 24734).
… e in quali casi può essere escluso? L’atto costitutivo di una s.r.l. può prevedere l’esclusione di un socio per giusta causa, cioè per situazioni oggettive che non consentono la continuazione della sua partecipazione alla società, fermo restando il diritto del socio al rimborso della sua quota.
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3 Le altre società di capitali e le società mutualistiche
ilcaso • Al momento della costituzione di una s.r.l. a tempo indeterminato viene stabilito che «un socio può recedere dalla società con un preavviso di almeno due anni». La clausola contenuta nell’atto costitutivo è valida dal punto di vista giuridico?
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esempio Un socio d’opera può essere escluso dalla società se, a causa delle condizioni personali, non è più in grado di svolgere la sua attività.
L’amministrazione e i controlli sulla società ilcaso • I soci di una s.r.l., il cui atto costitutivo non contiene disposizioni sull’amministrazione della società, nominano come amministratore un manager esterno alla società. La nomina da parte dei soci è legittima? Amministrazione della società
A chi spetta l’amministrazione di una s.r.l.? Se l’atto costitutivo non dispone diversamente, l’amministrazione di una s.r.l. deve essere attribuita a uno o più soci, nominati con una decisione dei soci (art. 24751).
lasoluzione • La deliberazione è illegittima in quanto in una s.r.l. gli amministratori possono anche non essere soci, ma soltanto se è previsto nell’atto costitutivo.
L’atto di nomina è soggetto all’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2] (con le generalità degli amministratori e l’indicazione di coloro ai quali è attribuita, in modo disgiuntivo o congiuntivo, la rappresentanza della società; art. 24752).
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Modelli di amministrazione
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Modalità delle deliberazioni
In base alla legge l’amministrazione di una s.r.l. può essere affidata a un amministratore unico o a un consiglio di amministrazione; l’atto costitutivo tuttavia può prevedere che sia affidata a più amministratori disgiuntamente o congiuntamente (e, in questo caso, si applicano le regole in materia di società di persone; art. 24753) [❯ m2 u1].
In che modo vengono prese le decisioni degli amministratori di una s.r.l.? Se l’atto costitutivo della società lo consente, gli amministratori di una s.r.l. possono deliberare anche mediante una consultazione scritta o in base al consenso scritto dei consiglieri (a condizione che nei documenti sottoscritti dagli amministratori risultino, con chiarezza, l’argomento oggetto della decisione e il loro consenso; art. 24754). esempio Un membro del consiglio di amministrazione può inviare una proposta agli altri amministratori, che possono approvarla con una e-mail senza bisogno di una riunione dell’organo amministrativo.
Rappresentanza della società
Gli amministratori con potere di rappresentanza di una società a responsabilità limitata possono compiere qualsiasi atto giuridico in nome e per conto della società. Le eventuali limitazioni ai poteri di rappresentanza sono opponibili ai terzi, anche se sono stati iscritte nel registro delle imprese, soltanto se la società riesce a provare che i terzi hanno agito intenzionalmente a suo danno (art. 2475 bis). esempio Una società può provare che un rappresentante, che non poteva operare all’estero, si è accordato fraudolentemente con un fornitore per concludere un contratto in nome della società.
Conflitto di interessi
Che cosa accade se un amministratore è in conflitto di interessi con la società? L’amministratore di una s.r.l. può trovarsi in conflitto di interessi con la società, quando ha un interesse per conto proprio o di terzi in contrasto con quello della società. In questo caso, in base alla legge (art. 2475 ter): • la società può chiedere l’annullamento del contratto che è stato stipulato dal rappresentante, ma deve riuscire a provare che il conflitto di interessi era conosciuto o riconoscibile dall’altro contraente; • se il voto dell’amministratore in conflitto di interessi è stato determinante e la decisione può causare un danno alla società, gli altri amministratori, l’organo di controllo o il revisore (se nominati) possono presentare un’impugnazione, entro trenta giorni, contro la decisione del consiglio di amministrazione. In ogni caso, però, l’annullamento non pregiudica i diritti acquistati in buona fede dai terzi in base ad atti compiuti in esecuzione della decisione.
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esempio L’annullamento della decisione in base alla quale un amministratore ha venduto un immobile della società a un parente non produce l’invalidità della vendita successiva dal parente a un amico, a meno che la società non dimostri la mala fede dell’amico.
Responsabilità degli amministratori
Gli amministratori di una s.r.l. sono responsabili illimitatamente e solidalmente, insieme ai soci non amministratori che hanno approvato o consentito il comportamento dannoso (art. 2476): • verso la società, per i danni derivanti dall’inosservanza dei loro doveri; • verso i singoli soci o verso i terzi, per i danni causati direttamente dai loro atti dolosi o colposi. La responsabilità tuttavia non si estende agli amministratori che dimostrino di non avere colpa e che, essendo a conoscenza del fatto che gli altri amministratori stavano per compiere un atto dannoso, hanno fatto risultare per iscritto il loro dissenso al compimento dell’atto. esempio Gli amministratori di una s.r.l. sono obbligati a risarcire i danni causati alla società per non avere effettuato il versamento di un’imposta, a meno che non dimostrino che il mancato versamento è imputabile a un’errata comunicazione da parte dell’amministrazione finanziaria.
esempio I soci che non partecipano all’amministrazione di una s.r.l. possono chiedere notizie agli amministratori della società sul contenuto di un accordo commerciale con un’altra società.
Controllo contabile
Di regola in una s.r.l. la nomina di un organo di controllo (che, se non è stabilito diversamente, è costituito da un solo membro effettivo) o di un revisore è facoltativa, nel senso che può essere prevista nell’atto costitutivo della società (art. 24771). La nomina è obbligatoria, tuttavia, se la società (art. 24772, 3): • è obbligata alla redazione del bilancio consolidato [❯ m2 u2]; • controlla una società obbligata alla revisione legale dei conti; • ha superato almeno due dei limiti previsti dalla legge per la redazione del bilancio in forma abbreviata [❯ m2 u2] (ma l’obbligo in esame cessa se, in seguito, non vengono superati almeno due dei limiti suddetti per due esercizi consecutivi). Nel caso di nomina di un organo di controllo, anche monocratico, si applicano le disposizioni previste per il collegio sindacale [❯ m2 u2] delle società per azioni.
Libri sociali obbligatori
Quali sono le scritture e i libri sociali obbligatori per una s.r.l.? Una s.r.l. deve tenere le scritture contabili [❯ m1 u2] obbligatorie per gli imprenditori commerciali (art. 2214) e, inoltre, i seguenti libri sociali (art. 2478): • il libro delle decisioni dei soci, nel quale devono essere trascritti i verbali delle assemblee dei soci e le decisioni dei soci adottate al di fuori dell’assemblea; • il libro delle decisioni degli amministratori; • il libro delle decisioni del collegio sindacale, se è stato nominato. La tenuta delle scritture e dei libri è affidata agli amministratori, a eccezione del libro delle decisioni del collegio sindacale, la cui tenuta è affidata ai sindaci. esempio Gli amministratori di una società a responsabilità limitata sono obbligati a tenere il libro giornale e il libro degli inventari anche se la società esercita un’attività non commerciale.
Bilancio
La redazione del bilancio di una società a responsabilità limitata deve essere effettuata osservando le disposizioni sul bilancio della società per azioni [❯ m2 u2] e la procedura di presentazione, approvazione e pubblicazione del bilancio è disciplinata in modo analogo a quella prevista per la s.p.a. (art. 2478 bis1, 2).
Distribuzione degli utili
Anche in materia di società a responsabilità limitata è stabilito (art. 2478 bis4, 5): • il divieto di distribuzione di utili fittizi, cioè non realmente conseguiti dalla società; • il divieto di ripartizione di utili nel caso di perdite, fino a quando il capitale sociale non venga reintegrato o ridotto in misura corrispondente.
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Controllo dei soci
In che modo può essere esercitato il controllo sugli amministratori di una s.r.l.? In base alla legge i soci non amministratori di una s.r.l. hanno un potere di controllo sull’amministrazione della società, in quanto hanno il diritto di: • avere informazioni dagli amministratori sull’andamento degli affari sociali; • consultare i libri sociali e i documenti relativi all’amministrazione, avvalendosi anche di professionisti di loro fiducia.
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In ogni caso i soci di una s.r.l. non sono obbligati a restituire gli eventuali utili percepiti in buona fede in base a un bilancio regolarmente approvato (art. 2478 bis6).
Le decisioni dei soci di una s.r.l. ilcaso • I soci di una s.r.l. nominano il nuovo amministratore della società con una consultazione scritta. La decisione può essere adottata al di fuori dell’assemblea? Competenze dei soci
In base alla legge, sono di competenza dei soci le decisioni riguardanti (art. 24792): • l’approvazione del bilancio della società e la distribuzione degli utili ai soci; • la nomina degli amministratori, se prevista nell’atto costitutivo; • la nomina dell’organo di controllo o del revisore legale dei conti, quando la loro nomina è prevista nell’atto costitutivo o è obbligatoria in base alla legge; • le modificazioni dell’atto costitutivo della società; • le operazioni che modificano in modo sostanziale l’oggetto sociale o i diritti dei soci. Inoltre i soci decidono sulle materie riservate dall’atto costitutivo e sugli altri argomenti sottoposti alla loro approvazione dagli amministratori (o da tanti soci che rappresentino almeno un terzo del capitale sociale; art. 24791).
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esempio Gli amministratori possono sottoporre all’approvazione dei soci la decisione di effettuare un investimento straordinario.
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Modalità delle decisioni
In che modo possono essere prese le decisioni dei soci di una s.r.l.? L’atto costitutivo può prevedere che le decisioni dei soci siano adottate con una consultazione scritta o in base al consenso espresso per iscritto dai soci, a condizione che dai documenti risultino «con chiarezza» l’oggetto delle decisioni e il consenso dei soci. Tuttavia è sempre necessaria una deliberazione dell’assemblea dei soci per le decisioni più importanti o quando vi è una richiesta espressa di uno o più amministratori oppure di tanti soci che rappresentino almeno un terzo del capitale sociale (art. 24793, 4). esempio È richiesta una deliberazione dell’assemblea di una società a responsabilità limitata per le modificazioni dell’atto costitutivo o per la riduzione del capitale sociale.
lasoluzione • La decisione di nominare un amministratore può essere presa, in mancanza di una diversa disposizione dell’atto costitutivo, senza una deliberazione dell’assemblea della società.
Voto dei soci
Assemblea dei soci
Quorum costitutivi e deliberativi
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Di regola nelle decisioni di una s.r.l. il voto di ciascun socio ha un valore proporzionale alla partecipazione nella società e per l’approvazione di una decisione è necessario il voto favorevole di almeno metà del capitale sociale (art. 24795, 6). L’atto costitutivo della società, però, può attribuire ad alcuni soci un voto non proporzionale alla loro quota o stabilire una maggioranza diversa per le decisioni sociali.
Come è disciplinata l’assemblea di una s.r.l.? L’assemblea di una s.r.l. deve essere convocata con le modalità stabilite nell’atto costitutivo della società, in modo tale da garantire a tutti i soci un’informazione tempestiva o, in mancanza, con una lettera raccomandata inviata al domicilio dei soci almeno otto giorni prima della riunione (art. 2479 bis1). Di regola, se non è stato stabilito diversamente, l’assemblea si svolge presso la sede sociale e un socio può attribuire la rappresentanza nell’assemblea a un’altra persona (art. 2479 bis2). Se l’atto costitutivo non dispone diversamente, l’assemblea di una s.r.l. (art. 2479 bis3): • è costituita regolarmente con la presenza di tanti soci che rappresentino almeno metà del capitale sociale, compresi i soci presenti per delega (quorum costitutivo); • delibera validamente con il voto favorevole della maggioranza assoluta del capitale presente o, per le decisioni più importanti, con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino almeno metà del capitale sociale (quorum deliberativo).
esempio È richiesto un quorum più elevato per le deliberazioni aventi come oggetto una modificazione dell’atto costitutivo della società o la decisione di compiere un’operazione che comporta una modificazione sostanziale dell’oggetto sociale.
Svolgimento dell’assemblea dei soci
In ogni caso una deliberazione è valida se alla riunione partecipa l’intero capitale sociale, e sono presenti o sono stati informati tutti gli amministratori e i sindaci, a meno che qualcuno si opponga alla trattazione di un argomento (art. 2479 bis5). La regolare costituzione e la validità delle deliberazioni dell’assemblea dei soci devono essere verificate dal presidente dell’assemblea, indicato nell’atto costitutivo o eletto dalla maggioranza degli intervenuti; il presidente ha anche il compito di curare il verbale dell’assemblea, che deve essere redatto secondo le norme stabilite per la società per azioni [❯ m2 u2].
Invalidità delle decisioni dei soci
Una decisione dei soci di una s.r.l. può essere (art. 2479 ter): • nulla, quando ha un oggetto impossibile o illecito oppure quando è stata adottata dai soci «in assenza assoluta di informazione»; • annullabile, quando è in contrasto con la legge o con l’atto costitutivo o quando è stata adottata con il voto determinante di uno o più soci in conflitto di interessi con la società e può causare un danno alla società. esempio È nulla la decisione dei soci di una società a responsabilità limitata di ridurre il capitale sociale al di sotto del minimo legale o la decisione adottata senza che alcuni soci siano stati informati del suo contenuto; è annullabile, invece, una decisione adottata dai soci di una s.r.l. senza rispettare i quorum costitutivi o deliberativi richiesti dalla legge o dall’atto costitutivo.
Le decisioni nulle sono impugnabili da qualunque interessato, quindi anche dai creditori sociali o dai terzi, entro tre anni dalla trascrizione nel libro delle decisioni dei soci (ma le decisioni dirette a inserire nell’oggetto sociale un’attività impossibile o illecita possono essere impugnate senza limiti di tempo). Le decisioni annullabili, invece, sono impugnabili soltanto dai soci dissenzienti, astenuti o assenti, da ciascun amministratore e dal collegio sindacale (se esistente) entro novanta giorni dalla loro trascrizione. Il tribunale però, su richiesta della stessa società o del soggetto che ha presentato l’impugnazione, può concedere alla società un termine non superiore a centottanta giorni per eliminare la decisione invalida e sostituirla con un’altra valida.
Modificazioni dell’atto costitutivo
Come detto le modificazioni dell’atto costitutivo di una s.r.l. devono essere approvate dall’assemblea dei soci e con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino almeno metà del capitale sociale; le relative deliberazioni devono essere verbalizzate da un notaio e sono soggette al deposito e all’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2] (art. 2480). Costituiscono modificazioni dell’atto costitutivo anche le deliberazioni di aumento o riduzione del capitale sociale, che sono disciplinate con norme analoghe a quelle previste per la società per azioni [❯ m2 u2] (artt. 2481 ss.).
Emissione di titoli di debito
Quali caratteristiche hanno i titoli di debito emessi da una s.r.l.? L’atto costitutivo di una società a responsabilità limitata può attribuire ai soci o agli amministratori il potere di emettere titoli di debito, determinandone gli eventuali limiti e le modalità. La decisione di emettere i titoli, che deve indicare le condizioni del prestito e le modalità del suo rimborso, è soggetta all’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2] a cura degli amministratori della società. A differenza delle obbligazioni di una società per azioni, tuttavia, la sottoscrizione dei titoli di debito emessi da una s.r.l. può essere effettuata soltanto da investitori professionali (come banche e imprese di assicurazioni).
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Impugnazione delle decisioni dei soci
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Nel caso di successiva circolazione dei titoli, se la società è insolvente i sottoscrittori (a meno che non siano altri investitori istituzionali o soci della medesima società; art. 2483) sono responsabili nei confronti dei successivi acquirenti.
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
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Il fatto Un imprenditore, che ha acquistato la quota di un socio di una società a responsabilità limitata, chiede agli amministratori della società di procedere all’annotazione del suo trasferimento nel registro delle imprese, ma gli amministratori si rifiutano sostenendo che il trasferimento della quota è illegittimo. L’imprenditore si rivolge al tribunale chiedendo di condannare l’amministratore ad annotare il trasferimento.
in seguito alla richiesta da parte dell’imprenditore che, avendo acquistato la quota dal precedente titolare, è divenuto a tutti gli effetti un nuovo socio della società e ha diritto di essere iscritto nel registro delle imprese.
La tesi dell’attore Gli amministratori devono procedere all’annotazione del trasferimento nel registro delle imprese
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La tesi del convenuto In mancanza di una diversa disposizione nell’atto costitutivo, il trasferimento della quota di una società a responsabilità limitata è efficace, nei confronti della società e degli altri soci, soltanto con una autorizzazione degli amministratori della società, che quindi possono rifiutarsi di annotare un trasferimento che non hanno autorizzato.
Le società mutualistiche
Dalle società lucrative si distinguono le società mutualistiche.
Quale funzione svolgono le società mutualistiche? Società mutualistiche
Le società mutualistiche sono dirette a offrire ai propri soci beni e servizi oppure occasioni di lavoro a condizioni favorevoli. Le società con scopo mutualistico creano un rapporto diretto tra il produttore e il consumatore o tra il committente e il lavoratore che, eliminando il ricarico dell’intermediazione o il profitto del datore di lavoro, consente di garantire ai soci un prezzo inferiore per l’acquisto di beni e servizi o una retribuzione maggiore del loro lavoro. Le società in esame, quindi, non hanno lo scopo di fare ottenere ai loro soci un profitto, cioè un guadagno positivo, ma un risparmio di spesa o una maggiore remunerazione. In particolare, sono società mutualistiche:
• le cooperative di consumo, dirette ad acquistare all’ingrosso beni di largo consumo (come prodotti alimentari, abiti ecc.) per rivenderli al dettaglio ai propri soci;
• le cooperative edilizie, che hanno come scopo la costruzione di edifici o di alloggi e la loro successiva assegnazione, in proprietà o in locazione, ai soci;
• le cooperative di credito (come le banche popolari e le banche di credito cooperati-
Lettura La cooperazione e la globalizzazione
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vo), che concedono prestiti e offrono altri servizi di carattere finanziario ai propri soci; • le cooperative assicuratrici, che forniscono ai propri soci la copertura di alcuni rischi (malattia, invalidità, furti, incendi ecc.) comuni a una data categoria di soggetti; • le cooperative di trasformazione e alienazione di prodotti agricoli (come le cantine sociali, le latterie sociali ecc.), che sono costituite da agricoltori allo scopo di ridurre i costi di gestione delle loro imprese e di trovare accessi diretti al mercato; • le cooperative di produzione e lavoro (come le imprese di pulizie, di traslochi ecc.), che sono formate da soci-lavoratori e, assumendo direttamente l’incarico di svolgere determinate attività, garantiscono occasioni di lavoro ai propri soci. Sono società mutualistiche le società cooperative e le società di mutua assicurazione.
Le società cooperative ilcaso • Nell’atto costitutivo di una cooperativa è stabilito che «per i debiti della società sono responsabili, in solido, la società e i singoli soci». La clausola contenuta nell’atto costitutivo della società è valida dal punto di vista giuridico?
Approfondimento I controlli sulle società cooperative
In che senso una società cooperativa può essere a mutualità prevalente? In base alla legge le cooperative possono essere a mutualità prevalente, e in questo caso sono sottoposte a un regime fiscale e contributivo agevolato, o a mutualità non prevalente.
Cooperative a mutualità prevalente
Sono considerate a mutualità prevalente le cooperative nelle quali l’attività sociale viene svolta, in modo prevalente, a favore dei soci oppure con l’utilizzazione del lavoro dei soci o con l’impiego di beni o servizi da parte dei soci (artt. 25121, 2513). esempio È a mutualità prevalente una cooperativa di lavoro che si avvale in prevalenza del lavoro dei propri soci o una cooperativa di trasformazione che vende in prevalenza i prodotti dei propri soci.
a mutualità prevalente
attività prevalentemente: • a favore dei soci • con il lavoro dei soci • con beni o servizi dei soci
società cooperative attività non prevalentemente: • a favore dei soci • con il lavoro dei soci • con beni o servizi dei soci
Come si costituisce una società cooperativa? Alla costituzione di una cooperativa, la cui denominazione sociale è libera ma deve contenere l’indicazione di «società cooperativa», si applicano le medesime disposizioni di una società per azioni [❯ m2 u2] per quanto riguarda, in particolare, la forma, il contenuto e il deposito dell’atto costitutivo e l’iscrizione della società. Nell’atto costitutivo, però, non deve essere indicato l’ammontare del capitale sociale e l’oggetto sociale deve essere precisato in modo specifico «con riferimento ai requisiti e agli interessi dei soci» (art. 2521). esempio Nell’atto costitutivo di una cooperativa non può essere indicato, in modo del tutto generico, che l’oggetto della società è la «vendita di prodotti all’ingrosso».
Albo delle società cooperative
Le cooperative devono iscriversi nell’albo delle società cooperative, istituito presso il ministero dello Sviluppo economico, e l’iscrizione nell’albo ha un’efficacia costitutiva, ai fini della qualificazione mutualistica e delle agevolazioni previste.
Principio di parità di trattamento
La legge stabilisce espressamente che nello svolgimento della propria attività mutualistica, cioè nei rapporti con i soci, una società cooperativa deve sempre osservare il principio di parità di trattamento tra i suoi soci (art. 2516). esempio Una cooperativa edilizia non può praticare un prezzo a un socio e un prezzo diverso a un altro socio per l’assegnazione di due alloggi uguali.
Responsabilità per le obbligazioni sociali
I soci di una società cooperativa hanno sempre il beneficio della responsabilità limitata verso i terzi per i debiti della società, in quanto per le obbligazioni sociali risponde soltanto la cooperativa con il suo patrimonio (art. 2518).
Le altre società di capitali e le società mutualistiche
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a mutualità non prevalente
Costituzione della società
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lasoluzione • La clausola è invalida in quanto, in base alla legge, una società cooperativa ha un’autonomia patrimoniale perfetta.
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Norme applicabili
Numero minimo dei soci
Categorie particolari di soci
Le cooperative sono disciplinate da alcune disposizioni specifiche e, per quanto non è previsto e in quanto compatibili, dalle disposizioni sulla società per azioni [❯ m2 u2]. Tuttavia l’atto costitutivo delle cooperative “minori” (cioè con meno di venti soci o con un attivo non superiore a un milione di euro; art. 2519) può rinviare, se sono ritenute più adatte, alle disposizioni sulla società a responsabilità limitata.
In una società cooperativa è previsto un numero minimo di soci? Per costituire una cooperativa sono necessari almeno nove soci o, se i soci sono persone fisiche, almeno tre soci (cosiddetta “piccola cooperativa”): se il numero dei soci scende al di sotto del minimo legale deve essere reintegrato entro un anno o, in mancanza, si verifica lo scioglimento e la liquidazione della società (art. 2522). In una cooperativa, accanto ai soci cooperatori o ordinari vi possono essere anche:
• i soci finanziatori; • i cosiddetti soci in formazione; • i soci lavoratori.
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Chi sono i soci finanziatori di una cooperativa? I soci finanziatori o sovventori sono i soci che concedono un prestito alla cooperativa, sottoscrivendo strumenti finanziari o altri titoli di debito emessi dalla società. Ai soci sovventori, ai quali non può essere attribuito più di un terzo dei voti nell’assemblea della cooperativa, viene riconosciuto il diritto di recesso dalla società con un rinvio alle disposizioni sulla società per azioni [❯ m2 u2] (art. 2526). esempio Un socio finanziatore può recedere da una cooperativa, e richiedere il rimborso delle sue azioni o della sua quota, nel caso di modificazioni notevoli dell’atto costitutivo della società.
2
… e soci in formazione? I soci “in formazione” sono nuovi soci cooperatori che, in base all’atto costitutivo della cooperativa, possono essere ammessi in una categoria speciale, in considerazione dell’interesse alla loro formazione professionale e al loro inserimento successivo nell’impresa sociale, per il periodo massimo di cinque anni (art. 25273). In ogni caso il numero dei soci in esame, che hanno diritti e obblighi particolari indicati nell’atto costitutivo della società, non può essere superiore a un terzo del numero complessivo dei soci cooperatori. esempio In una società cooperativa, formata da dieci soci cooperatori, i soci in formazione non possono essere più di tre.
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Nelle cooperative, oltre ai soci ordinari, vi sono soci finanziatori, soci in formazione e soci lavoratori
… e i soci lavoratori? I soci lavoratori, introdotti dalla legge n. 142 del 3 aprile 2001, sono soci che svolgono attività lavorativa nella società. Al riguardo è necessario distinguere il rapporto mutualistico, che si instaura con l’adesione del socio alla cooperativa, dal rapporto di lavoro, che si può instaurare anche in seguito e può avere una forma e una disciplina giuridica diverse (come rapporto di lavoro subordinato, autonomo, atipico ecc.). In base alla legge, il trattamento economico che le società cooperative devono corrispondere ai soci lavoratori deve essere proporzionato alla quantità e qualità del lavoro prestato e in ogni caso non inferiore ai minimi previsti, con riferimento a prestazioni analoghe, dalla contrattazione collettiva nazionale del settore o della categoria. Al socio dipendente di una società cooperativa si applicano le disposizioni del cosiddetto statuto dei lavoratori, ma il socio non ha diritto di essere reintegrato nel rapporto di lavoro se cessa il suo rapporto associativo con la società.
cooperatori
società cooperative
finanziatori soci in formazione lavoratori
In che senso una cooperativa è una società a capitale variabile? Una cooperativa è una società a capitale variabile, nel senso che il capitale sociale non è indicato in misura fissa nell’atto costitutivo e può variare continuamente, per effetto dell’uscita di alcuni soci o dell’entrata di altri soci. In base al cosiddetto principio della “porta aperta”, infatti, in qualsiasi momento un socio può uscire dalla società (ottenendo la liquidazione della sua quota o delle sue azioni) e un’altra persona o altre possono entrare a farne parte (sottoscrivendo una quota o le azioni della società).
Valore delle azioni o quote
Il valore nominale delle azioni o quote di una cooperativa deve essere indicato nell’atto costitutivo della società ma, in ogni caso, non può essere inferiore a 25 euro e, per le azioni, superiore a 500 euro (art. 25251). Alle azioni di una società cooperativa si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni sulle azioni di una società per azioni [❯ m2 u2].
Limite massimo della partecipazione
Di regola, se la legge non dispone diversamente, la partecipazione di un socio in una cooperativa, cioè il valore della quota o delle azioni possedute, non può essere superiore a 100.000 euro (o, nelle cooperative maggiori, al 2% del capitale sociale; art. 25252). esempio Il limite massimo della partecipazione non si applica quando vi sono alcune situazioni paticolari indicate dalla legge (come il conferimento di beni in natura o di crediti) o verso alcune categorie particolari di soci (come i soci diversi dalle persone fisiche).
Trasferimento della partecipazione
Come si può diventare socio di una cooperativa? Se non è vietato dall’atto costitutivo, il trasferimento della partecipazione in una cooperativa è efficace verso la società con l’autorizzazione degli amministratori, che devono accertare la sussistenza dei requisiti per l’ammissione di nuovi soci (art. 25301). esempio Una cooperativa sociale o di consumo possono prevedere che i soci devono essere, rispettivamente, lavoratori disoccupati o persone residenti in una data zona.
Procedura di ammissione di un socio
Scioglimento della società
La legge disciplina in modo analitico la procedura di ammissione dei nuovi soci: • l’interessato deve presentare la domanda di ammissione agli amministratori; • gli amministratori possono deliberare l’ammissione del nuovo socio (entro sessanta giorni dalla richiesta), annotandolo nel libro dei soci, o il rigetto della domanda di ammissione, indicandone i motivi; • in caso di rigetto il soggetto interessato può chiedere (entro sessanta giorni dalla comunicazione) che sulla sua domanda si pronunci l’assemblea dei soci.
In quali casi si può sciogliere una cooperativa? Una società cooperativa può sciogliersi, oltre che per le cause previste per le società di capitali [❯ m2 u4], per il venire meno del numero minimo dei soci o per la perdita integrale del capitale sociale (artt. 2522, 2545 duodecies). esempio Una cooperativa, non avendo un capitale sociale minimo, può continuare a svolgere la sua attività anche se il suo capitale si riduce a pochi euro, ma si scioglie se si annulla completamente.
… e il rapporto di un singolo socio? Lo scioglimento del rapporto sociale di un singolo socio, invece, si può verificare nel caso di recesso, esclusione o morte del socio.
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3 Le altre società di capitali e le società mutualistiche
Capitale variabile e principio della “porta aperta”
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Recesso del socio
Il recesso di un socio è ammesso soltanto nei casi previsti dalla legge o dall’atto costitutivo: gli amministratori devono comunicare al socio l’eventuale mancanza dei requisiti richiesti e, in questo caso, il socio può presentare un’opposizione davanti al tribunale (entro sessanta giorni dalla comunicazione; art. 2532).
Esclusione del socio
Oltre che nei casi indicati nell’atto costitutivo, l’esclusione di un socio può avvenire, con una decisione degli amministratori, in caso di (art. 25331, 2): • gravi inosservanze degli obblighi stabiliti dalla legge o dal contratto sociale; • mancanza iniziale o perdita successiva dei requisiti mutualistici, cioè delle condizioni previste nell’atto costitutivo per potere entrare a fare parte della cooperativa; • sopravvenuta inidoneità a svolgere la propria attività lavorativa oppure perdita del bene conferito per causa non imputabile agli amministratori. esempio Un socio può essere escluso in seguito alla mancata esecuzione del conferimento in denaro, a una invalidità (se è un socio d’opera) o alla distruzione accidentale di un automezzo (se è stato conferito in godimento e non in proprietà).
Se ritiene ingiustificata l’esclusione, il socio può presentare un’opposizione davanti al tribunale (entro sessanta giorni), ma l’eventuale opposizione non sospende l’efficacia dell’esclusione (art. 25333).
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Morte del socio
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Liquidazione della partecipazione
Organizzazione della cooperativa
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Di regola la morte di un socio di una cooperativa produce lo scioglimento del rapporto sociale; l’atto costitutivo, però, può prevedere l’ingresso degli eredi al suo posto nella società (a condizione che possiedano i requisiti mutualistici; art. 2534). In caso di scioglimento del rapporto sociale, il socio o i suoi eredi hanno diritto alla liquidazione della partecipazione, in base al bilancio dell’esercizio in corso. La liquidazione deve avvenire entro centottanta giorni dall’approvazione del bilancio, a meno che l’atto costitutivo non preveda che venga effettuata a rate ma comunque entro cinque anni (art. 2535).
Quali sono gli organi sociali di una cooperativa? L’organizzazione di una società cooperativa, che può scegliere uno dei modelli di governance della società per azioni [❯ m2 u2], è costituita dai seguenti organi: • l’assemblea dei soci; • gli amministratori; • l’organo di controllo, la cui presenza però non è sempre necessaria.
Assemblea dei soci
Nell’assemblea di una cooperativa ogni socio ha diritto a un voto, qualunque sia il valore della quota o il numero delle azioni, ma l’atto costitutivo può attribuire fino a cinque voti alle persone giuridiche che partecipano alla cooperativa (art. 25382, 3). Di solito, quindi, nell’assemblea di una cooperativa ogni socio ha lo stesso “peso” degli altri soci, in quanto le maggioranze vengono calcolate per teste (cosiddetta maggioranza numerica) e non per quote (cosiddetta maggioranza economica). In relazione allo scopo delle cooperative e al numero dei soci, è disposto che: • il voto dei soci può essere dato anche per corrispondenza o mediante altri mezzi di comunicazione a distanza, se è previsto nell’atto costitutivo (art. 25386); • un socio può avere, al massimo, la rappresentanza di dieci soci (art. 2539); • possono essere previste assemblee separate dei soci di una data zona o categoria, che eleggono i propri delegati all’assemblea generale della società (art. 2540).
Amministratori
Gli amministratori di una cooperativa sono nominati dall’assemblea dei soci e devono essere in maggioranza soci cooperatori o rappresentanti dei soci persone giuridiche. Inoltre, se l’atto costitutivo prevede che alcuni amministratori siano scelti tra le diverse categorie di soci o che siano nominati dallo Stato o da altri enti pubblici, la maggioranza degli amministratori deve essere sempre nominata dall’assemblea (art. 2542).
Organo di controllo
In una società cooperativa il collegio sindacale è obbligatorio soltanto negli stessi casi previsti per le società a responsabilità limitata (art. 2543) o nel caso di emissione di strumenti finanziari senza diritto di voto.
Diritti di controllo dei soci
I soci tuttavia, se lo richiedono almeno un decimo o un ventesimo di loro a seconda delle dimensioni della cooperativa, hanno il diritto di esaminare il libro del consiglio di amministrazione (e, se è stato nominato, del comitato esecutivo; art. 2545 bis). In base alla legge, le cooperative possono essere a mutualità pura o spuria.
Mutualità pura
In che senso una cooperativa può essere a mutualità pura o spuria? Nella mutualità pura l’attività della cooperativa è rivolta solo a favore dei soci e non vi è alcuna distribuzione di utili, poiché la società ha uno scopo esclusivamente mutualistico. esempio Sono cooperative “pure” le cooperative di produzione e lavoro e quelle edilizie che, rispettivamente, forniscono occasioni di lavoro o assegnano immobili soltanto a coloro che partecipano alla società cooperativa come soci.
Mutualità spuria
Nella mutualità spuria l’attività della cooperativa è rivolta anche nei confronti dei terzi e può essere prevista una distribuzione parziale di utili a favore dei soci, in quanto è sufficiente che la società abbia uno scopo prevalentemente mutualistico. esempio Sono cooperative “spurie” le cooperative di consumo o di credito che, di regola, vendono beni o concedono prestiti anche a persone estranee alla società.
Ristorni
La legge tuttavia, per evitare che una società mutualistica nasconda di fatto una società lucrativa, pone alcuni limiti alla distribuzione di utili tra i soci in quanto: • ogni anno deve essere imputato a riserva legale almeno il 30% degli utili netti e deve essere corrisposta una quota ai fondi mutualistici per la cooperazione (art. 2545 quater1, 2); • l’atto costitutivo deve indicare in modo specifico le modalità e la percentuale massima di ripartizione di utili tra i soci (art. 2545 quinquies1).
Che cosa sono i ristorni? Se una cooperativa pratica lo stesso prezzo ai soci e ai terzi, deve provvedere periodicamente a rimborsare ai soci la differenza tra il prezzo pagato e il costo effettivo sostenuto dalla società (cosiddetto ristorno). A differenza degli utili, che sono distribuiti in proporzione alla partecipazione al capitale della società, i ristorni devono essere assegnati in proporzione alla quantità e qualità degli scambi mutualistici (cioè al numero e all’ammontare delle operazioni di cessione di beni o di prestazioni di servizi realizzate con la società; art. 2545 sexies1). esempio In una cooperativa creditizia o di consumo un socio riceverà come ristorno una somma più o meno elevata a seconda, rispettivamente, della somma depositata presso la società o della quantità di merci che ha acquistato dalla società.
utili
• differenza tra ricavi e costi • in proporzione ai conferimenti • ripartizione solo parziale
ristorni
• differenza tra prezzo di vendita e costo di produzione • in proporzione alle operazioni compiute con la cooperativa • restituzione anche integrale
società cooperativa
Le società di mutua assicurazione ilcaso • Una società di mutua assicurazione delibera l’esclusione di un socio per l’inadempimento, da parte del socio, dell’obbligo di effettuare il conferimento indicato nell’atto costitutivo. Quali effetti giuridici produce l’esclusione del socio? Sono società mutualistiche anche le società di mutua assicurazione.
Quale funzione svolge una società di mutua assicurazione? Società di mutua assicurazione
Una società di mutua assicurazione è diretta a creare un fondo comune, tra le persone esposte al medesimo rischio, per la reciproca assicurazione contro i danni.
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3 Le altre società di capitali e le società mutualistiche
Limiti alla distribuzione di utili
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esempio Alcuni gioiellieri o proprietari di immobili posso assicurarsi contro il rischio, rispettivamente, di subire una rapina o di causare danni a terzi.
Coincidenza della posizione di socio e di assicurato
In una mutua assicuratrice le posizioni di socio e di assicurato coincidono, poiché la qualità di socio si acquista automaticamente assicurandosi presso la società e si perde automaticamente con l’estinzione dell’assicurazione (art. 25463). Ogni socio è anche un assicurato e la prestazione assicurativa, a differenza delle cooperative di assicurazione, viene erogata soltanto a favore dei soci: i contributi periodici che i soci si obbligano a versare, pertanto, sono sia conferimenti nella società (il cui capitale si forma in più soluzioni successive), sia premi di assicurazione.
lasoluzione • L’esclusione del socio dalla società, per l’inadempimento dell’obbligo di effettuare i conferimenti, produce l’estinzione del contratto di assicurazione.
Quale disciplina si applica alle società di mutua assicurazione? Le mutue assicuratrici sono soggette, per quanto non è previsto espressamente dalla legge e in quanto compatibili, alle disposizioni sulle società cooperative e alle disposizioni sulle imprese di assicurazioni [❯ m3 u3] (art. 2547).
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Disciplina applicabile
2 In una società di mutua assicurazione il fondo comune degli associati serve ad assicurarli reciprocamente contro i danni
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un socio di una cooperativa di produzione e lavoro, che nel corso dell’anno non ha potuto svolgere la sua attività lavorativa a causa di una malattia, non riceve nulla dagli amministratori della società in sede di assegnazione annuale dei ristorni ai soci. Il socio cita la cooperativa in giudizio, chiedendo al tribunale di condannarla a pagargli i ristorni. La tesi dell’attore Il socio non ha potuto svolgere la sua attività lavorativa per una causa a lui non imputabile ma ha diritto comunque, in base al principio mutualistico, al pagamento dei ristorni da parte della società in misura uguale a quella degli altri soci.
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È da ricordare, infine, che l’atto costitutivo di una società di mutua assicurazione può prevedere anche la creazione di soci sovventori, che effettuano conferimenti diretti a costituire fondi di garanzia per il pagamento delle indennità. In ogni caso, però, i voti dei soci sovventori (ciascuno dei quali può averne al massimo cinque) devono essere complessivamente inferiori a quelli degli altri soci e la maggioranza degli amministratori deve essere costituita da soci assicurati (art. 2548).
La tesi della convenuta I ristorni vengono assegnati ai soci in proporzione alla loro attività lavorativa e quindi il socio, anche se il fatto di non avere potuto lavorare non è imputabile a lui, non ha diritto di ottenere i ristorni dalla cooperativa.
CLIL
Someoneelserightissues
Company law in France sist of at least seven shareholders and whose share capital, which cannot be less than that determined by law and may consists of registered shares or bearer shares, must be 50% paid up at the time of incorporation. As regards administration, the shareholders of a société anonyme may appoint a conseil d’administration, which must consist of not less than 3 and not more than 18 shareholders and in turn must appoint a chairman (président directeur général) and possibly one or more directeurs généraux or a conseil de surveillance, which must appoint a directoire of at least 5 members or, in smaller companies, a directeur général unique; management of the company is attributed, respectively, to the conseil d’administration or to the directoire, but under the control of the conseil de surveillance. The s.a., moreover, which is the most important type of company, is subject to the audit of one or more commissaires aux comptes, who are appointed for six years and must be enrolled in a special register, while this type of control is envisaged only for certain s.a.r.l. Finally, another type of limited liability company is the société en commandite par action, which is however not very common and is a company similar to the société anonyme, but in any event is characterised by the existence of two different categories of shareholders as in the société en commandite simple.
Comprehension 1. What is the difference between partnerships and limited liability companies in France? 2. What is the maximum duration for limited liability companies? 3. What does the société anonyme consist of?
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Legal status Limited partners Share capital Administration
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3 Le altre società di capitali e le società mutualistiche
Company law in the countries of the European Union has numerous points in common, mainly as a result of Community directives that have been issued over the past few years, but also some significant differences, which are often an obstacle to the functioning of the single market. Here we will only summarise the essential characteristics of the main types of company in France, a country with which Italy has frequent business and legal relations, highlighting the common and distinctive aspects with respect to company law in our legal system. In the French legal system, all commercial companies (which may engage in any agricultural or also commercial activity and are governed by the Commercial Code) have legal status, or personnalité morale, which they acquire with registration. Also in France there are partnerships and limited liability companies. Partnerships include: • the société en nom collectif, which is managed by one or more directors (gérants) and is subject to an annual audit by an independent body (commissaire aux comptes); • the société en commandite simple, in which certain shareholders (commandites) are directors of the company and have unlimited liability for the company’s obligations, while the other shareholders (commanditaires) have limited liability, if and until they do not participate in management of the company, to the extent of their shareholding or equity investment. It should be noted that in both types of company, shareholders with unlimited liability, who are considered merchants to all intents and purposes, are liable with their personal assets for the company’s debts only if the company’s equity is insufficient, since the company’s creditors must first take action against the company and only subsequently can they take action against the individual shareholders. Limited liability companies, on the other hand, which according to French law cannot be incorporated with a duration exceeding 99 years, include: • the société à responsabilité limitée (or s.a.r.l.), which cannot have more than 100 shareholders and has a share capital, freely established in the bylaws, divided into registered shares which, as a rule, cannot be transferred to third parties without the consent of the majority of the other shareholders; • the société anonyme (or s.a.), which must con-
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Ripassafacile
caratteri e disciplina
Società in accomandita per azioni
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contenuto e costituzione
Società a responsabilità limitata
Le società
2
conferimenti e partecipazione
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Società
scioglimento del rapporto
amministrazione e controlli
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Concetti chiave
caratteri
Simulazione della verifica orale
English summary
società cooperative
Società mutualistiche società di mutua assicurazione
u
decisioni dei soci
modificazioni dell’atto costitutivo
Le altre società di capitali e le società mutualistiche
3
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Verificaformativa 1. Risposte multiple
7.
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
c possono essere sottoscritti soltanto da investitori istituzionali d possono essere ceduti soltanto a investitori istituzionali
d non ha personalità giuridica e presenta una responsabilità mista dei soci I soci accomandanti di una società in accomandita per azioni:
e sono sottoposti alla stessa disciplina delle obbligazioni di una s.p.a. 8.
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c sono amministratori della società, salvo diversa disposizione dell’atto costitutivo
c può distribuire integralmente gli utili a propri soci d deve avere uno scopo esclusivamente mutualistico
d hanno una responsabilità illimitata per i debiti sociali
e può avere anche uno scopo soltanto prevalentemente mutualistico
e hanno una responsabilità limitata per i debiti sociali
9.
c richiede il consenso di tutti i soci accomandanti d richiede il consenso di tutti i soci accomandatari e non può mai riguardare un socio accomandatario
d devono essere persone fisiche e devono essere soci lavoratori 10. In una società di mutua assicurazione: a i soci sono anche assicurati b gli assicurati possono anche non essere soci
Una società in accomandita per azioni non si scioglie:
c i soci possono anche non essere assicurati d l’attività assicurativa non è riservata ai soci
a se il capitale si riduce al di sotto di 50mila euro b se vengono a mancare tutti i soci c se vengono a mancare tutti soci accomandatari
5.
Di regola i soci di una cooperativa: a sono in prevalenza soci finanziatori b devono essere almeno nove c non possono essere persone giuridiche
La revoca di un amministratore di una società in accomandita per azioni: a non è mai ammessa prima della scadenza b richiede il consenso di tutti i soci
4.
Una società cooperativa: a non può distribuire utili ai propri soci b deve assegnare dei ristorni ai propri soci
a possono essere amministratori della società b sono di diritto amministratori della società, salvo rinuncia
3.
I titoli di debito emessi da una società a responsabilità limitata: a non possono essere nominativi b sono convertibili in azioni
Una società in accomandita per azioni: a può essere una società unipersonale b non può svolgere un’attività agricola c può svolgere soltanto un’attività commerciale
2.
Vuoi testare la tua preparazione? Fai il test in autovalutazione
e l’attività assicurativa può essere destinata anche a terzi
d se vengono a mancare tutti i soci accomandanti e se l’oggetto sociale diviene impossibile
2. Vero o falso
In una società a responsabilità limitata:
Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta
a il capitale sociale non può essere superiore a 10mila euro
1.
b i soci devono essere almeno due c il capitale sociale è suddiviso in azioni d gli amministratori sono un organo eventuale e l’organo di controllo è solo eventuale
I soci accomandatari di una s.a.p.a. sono di diritto amministratori della società.
V
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...................................................................................................... ......................................................................................................
2. amministratore provvisorio di una s.a.p.a.
V
F
......................................................................................................
6.
Le decisioni dei soci di una società a responsabilità limitata:
......................................................................................................
3.
a devono essere adottate all’unanimità b devono essere adottate nell’assemblea c devono essere adottate al di fuori dell’assemblea d possono essere adottate sempre al di fuori dell’assemblea
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e in alcuni casi possono essere adottate al di fuori dell’assemblea
Una società in accomandita per azioni può essere anche una società unipersonale.
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...................................................................................................... ......................................................................................................
4.
Una società a responsabilità limitata si costituisce soltanto con l’iscrizione nel registro delle imprese.
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...................................................................................................... ......................................................................................................
Verificaformativa 5.
I conferimenti dei soci di una s.r.l. possono avere come oggetto soltanto denaro, beni o servizi.
2.
Misura della partecipazione di un socio in una s.r.l.
3.
Strumenti di finanziamento emessi da una società a responsabilità limitata.
4.
Somma erogata ai soci da una cooperativa in base al rapporto mutualistico.
5.
Società di tipo mutualistico che opera nel settore assicurativo.
......................................................................................................
V
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...................................................................................................... ......................................................................................................
6.
Le modificazioni dell’atto costitutivo di una s.r.l. devono essere decise dall’assemblea dei soci.
V
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...................................................................................................... ......................................................................................................
7.
I soci non amministratori di una s.r.l. hanno un potere di controllo sugli amministratori della società.
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I soci di una società cooperativa possono essere in prevalenza soci finanziatori.
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
8.
......................................................................................................
V
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......................................................................................................
4. Vocabulary Identify the term or terms corresponding o the definitions 1.
......................................................................................................
9.
Gli amministratori di una cooperativa possono essere soltanto soci cooperatori.
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......................................................................................................
...................................................................................................... ......................................................................................................
2.
......................................................................................................
10. Una cooperativa è a mutualità spuria quando opera anche nei confronti dei terzi. V
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Shareholders of a partnership limited by shares with unlimited liability.
Shareholders of a partnership limited by shares with limited liability. ......................................................................................................
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3.
......................................................................................................
Form of certificate of incorporation of a limited liability company. ...................................................................................................... ......................................................................................................
3. Lessico
4.
Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione 1.
Potere dei soci accomandatari rispetto alle modificazioni dell’atto costitutivo di una s.a.p.a. ......................................................................................................
Principle according to which it is possible to join or leave a cooperative. ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
Purpose of a cooperative or mutual insurance company. ...................................................................................................... ......................................................................................................
ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande I soci di una società a responsabilità limitata decidono a maggioranza, con una semplice consultazione scritta, di distribuire ai soci una riserva volontaria che era stata accantonata negli anni precedenti e iscritta in bilancio. Un socio, che si è espresso contro la distribuzione, sostiene che la decisione è illegittima perché, riguardando il bilancio della società, avrebbe dovuto essere approvata dall’assemblea dei soci e non risultare dalla sottoscrizione di una proposta scritta degli amministratori. 1.
In che modo si può formare la volontà dei soci in una società a responsabilità limitata?
2.
Per quali decisioni o operazioni è necessaria una deliberazione dell’assemblea dei soci?
3.
L’affermazione del socio è fondata dal punto di vista giuridico?
231
u4
Le modificazioni delle società di capitali
Prerequisiti
Individuare i caratteri essenziali dei diversi tipi di società di capitali
Conoscenze
La fusione per unione e per incorporazione delle società
Abilità
Esporre gli effetti della fusione tra società e gli interessi tutelati dalla legge
iave Parole cohrds Keyw
232
Italiano
Inglese
Scioglimento
Winding up
Liquidazione
Liquidation
Liquidatore
Liquidator
Trasformazione
Conversion
Fusione
Merger
Fusione per incorporazione
Merger by acquisition
Fusione per unione
Merger by union
Progetto di fusione
Draft terms of merger, merger plan
Rapporto di cambio
Share-exchange ratio
Nel corso della sua vita una società di capitali può subire le seguenti modificazioni, che incidono sulla sua esistenza o sulla sua disciplina giuridica: • lo scioglimento e la liquidazione; • la trasformazione; • la fusione.
1
Lo scioglimento e la liquidazione
ilcaso • In una società per azioni il capitale sociale è suddiviso in parti uguali tra due soci, che sono in disaccordo su tutte le decisioni relative alla società. Quali effetti giuridici produce il disaccordo dei soci? Il rapporto sociale, che è stato creato al momento della costituzione di una società, può cessare di esistere per effetto dello scioglimento della società e della sua liquidazione.
In quali casi si può verificare lo scioglimento di una società? Lo scioglimento di una società di capitali [❯ m2 u1] si può verificare per una delle seguenti cause (art. 2484): • la scadenza del termine finale, se è previsto nell’atto costitutivo o nello statuto della società, salvo che i soci decidano una proroga della società; • il conseguimento o l’impossibilità successiva di conseguimento dell’oggetto sociale; • l’impossibilità di funzionamento o la continua inattività dell’assemblea, a causa di contrasti non risolvibili tra i soci o dell’inerzia degli amministratori; • la riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo legale, a meno che i soci non ne deliberino la riduzione e il contemporaneo aumento almeno fino al minimo legale o la trasformazione della società in un’altra società di tipo diverso; • la deliberazione dell’assemblea, con la quale i soci decidono di sciogliere la società; • le altre cause eventualmente previste nell’atto costitutivo o nello statuto.
lasoluzione • Il disaccordo insanabile tra i due soci produce lo scioglimento della società per impossibilità di funzionamento dell’assemblea.
Lo scioglimento di una società di capitali si produce anche automaticamente, o di diritto, per effetto della dichiarazione di fallimento, se esercita un’attività di natura commerciale [❯ m1 u2] e si trova in stato di insolvenza.
Obblighi e poteri degli amministratori
Lettura Lo scioglimento e la liquidazione delle società di capitali
Che cosa devono fare gli amministratori quando si verifica una causa di scioglimento? Se si verifica una causa di scioglimento, gli amministratori della società devono (artt. 2485, 2486): • provvedere all’iscrizione presso l’ufficio del registro delle imprese [❯ m1 u2] di una dichiarazione con la quale accertano l’esistenza di una causa di scioglimento o la deliberazione di scioglimento decisa dall’assemblea dei soci (in mancanza, la causa di scioglimento deve essere accertata dal tribunale con un decreto); • continuare la gestione della società, ma soltanto per gli atti necessari per mantenere l’integrità del patrimonio sociale.
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4 Le modificazioni delle società di capitali
Cause di scioglimento
esempio Gli amministratori devono provvedere alla vendita di beni facilmente deperibili e alla riscossione di crediti.
Il verificarsi di una causa di scioglimento non produce l’estinzione di una società, che continua a esistere dal punto di vista giuridico e viene messa in liquidazione.
233
Liquidazione
Nomina e revoca dei liquidatori
La liquidazione di una società è diretta al pagamento dei debiti sociali e alla distribuzione dell’eventuale attivo residuo tra i soci, in proporzione alla loro quota.
Chi è incaricato della liquidazione della società? La liquidazione di una società di capitali è compiuta da uno o più liquidatori nominati dall’assemblea dei soci, con le maggioranze previste per le modificazioni dell’atto costitutivo, o, se l’assemblea non vi provvede, dal tribunale con un proprio decreto. In seguito i liquidatori della società possono essere revocati dall’assemblea con le medesime maggioranze o anche, se ricorre una giusta causa, dal tribunale (su istanza di uno o più soci, dei sindaci o del pubblico ministero). esempio I liquidatori possono essere revocati dal tribunale se non rivendicano presso i terzi dei beni della società o non procedono alla vendita dei beni sociali per pagare i creditori.
Il provvedimento di nomina deve indicare anche i liquidatori ai quali è attribuita la rappresentanza della società e i criteri di svolgimento della liquidazione (art. 2487).
m
esempio Nel provvedimento di nomina può essere autorizzata la continuazione provvisoria dell’esercizio dell’impresa, per evitare una diminuzione del patrimonio sociale, da parte dei liquidatori.
Pubblicità della liquidazione
Per consentire a tutti di conoscere lo stato in cui si trova la società, i liquidatori devono procedere all’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2] della loro nomina e dei loro poteri, nonché di qualsiasi modificazione successiva, e nella denominazione sociale [❯ m2 u2] della società deve essere aggiunta la formula «in liquidazione» (art. 2487 bis1, 2). Dall’iscrizione della nomina dei liquidatori si produce la cessazione degli amministratori, che devono procedere alla consegna ai liquidatori dei libri sociali e degli altri documenti richiesti dalla legge e redigere il verbale di consegna (art. 2487 bis3).
Organi sociali
Durante la liquidazione della società continuano ad applicarsi le disposizioni relative agli altri organi sociali, che quindi rimangono in carica, in quanto compatibili con la funzione della procedura di liquidazione (art. 2488).
Poteri dei liquidatori
Se nello statuto o nell’atto di nomina non è stato stabilito diversamente, i liquidatori possono compiere tutti gli atti utili per la liquidazione della società (art. 24891).
2
esempio I liquidatori possono effettuare o riscuotere pagamenti, concludere o eseguire contratti, recuperare beni presso terzi, vendere i beni sociali e così via.
Obblighi e responsabilità dei liquidatori
Nell’esercizio del loro incarico i liquidatori devono osservare la diligenza professionale e, in caso di inosservanza, sono responsabili (verso la società, i creditori sociali, i singoli soci e i terzi) con un rinvio alle disposizioni sulla responsabilità degli amministratori di una s.p.a. [❯ m2 u2] (art. 24892). esempio I liquidatori sono responsabili nei confronti dei creditori sociali se hanno liquidato la quota ai soci prima di pagare i debiti della società e il patrimonio sociale risulta insufficiente.
Bilancio finale di liquidazione
234
Che cosa deve contenere il bilancio finale di liquidazione? Al termine della liquidazione, i liquidatori devono redigere e sottoscrivere il bilancio finale di liquidazione della società e indicare, nel piano di riparto, l’eventuale percentuale dell’attivo netto spettante a ciascuna azione o a ciascun socio della società. Il bilancio finale, con la relazione dell’organo di controllo e del soggetto incaricato della revisione legale (se previsti), è soggetto al deposito presso l’ufficio del registro delle imprese [❯ m1 u2]. Entro novanta giorni dal deposito ciascun socio può presentare uno o più reclami contro il bilancio, in contraddittorio con i liquidatori, che vengono decisi dal tribunale con una sentenza vincolante per tutti i soci (art. 2492). Se nel termine indicato non sono stati presentati reclami, o i reclami proposti sono stati respinti dal tribunale, il bilancio finale di liquidazione si intende approvato. L’approvazione del bilancio finale produce la liberazione dei liquidatori nei confronti dei soci (art. 2493) e i liquidatori devono procedere alla distribuzione dell’attivo residuo tra i soci (o al deposito presso una banca delle somme non riscosse; art. 2494).
Cancellazione ed estinzione della società
Che cosa accade al termine della liquidazione di una società di capitali? Dopo l’approvazione del bilancio finale i liquidatori devono chiedere la cancellazione della società dal registro delle imprese [❯ m1 u2], che produce l’estinzione della società. Dopo la cancellazione della società, infatti, i creditori che eventualmente non sono stati ancora soddisfatti possono agire nei confronti dei soci, ma soltanto nei limiti di quanto hanno ricevuto al termine della liquidazione, e anche, se il mancato pagamento dei crediti è imputabile a loro, nei confronti dei liquidatori (art. 2495). esempio I creditori sociali possono agire nei confronti dei liquidatori se, nel pagare i debiti della società, hanno omesso intenzionalmente di pagare alcuni debiti.
Terminata la liquidazione i libri sociali devono essere depositati e conservati per dieci anni presso l’ufficio del registro delle imprese [❯ m1 u2], dove qualunque interessato può prenderne visione (art. 2496). conseguimento o impossibilità di conseguimento dell’oggetto sociale
impossibilità di funzionamento o continua inattività dell’assemblea
riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo legale
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4
scioglimento della società
liquidazione
cancellazione dal registro delle imprese
deliberazione dell’assemblea
altre cause previste dall’atto costitutivo o dallo statuto
Dopo avere esaminato la situazione proposta, Il fatto Dopo la cancellazione di una società a responsabilità limitata dal registro delle imprese, un Comune accerta il mancato versamento di un’imposta da parte della società e ne chiede il pagamento ai liquidatori, ma i liquidatori sostengono di non essere responsabili per il debito della società. Il Comune allora cita in giudizio i liquidatori, chiedendo al tribunale di condannarli a pagare l’imposta. La tesi dell’attore I liquidatori sono responsabili per il man-
cato pagamento dell’imposta perché, al momento della chiusura della liquidazione, non avrebbero dovuto distribuire l’attivo residuo tra i soci ma avrebbero dovuto procedere al suo accantonamento prudenziale a garanzia di eventuali debiti futuri della società.
Le modificazioni delle società di capitali
Conservazione dei libri sociali
La tesi dei convenuti I liquidatori non sono responsabili per il mancato pagamento di un debito che non risultava al momento della chiusura della procedura di liquidazione e che è stato accertato soltanto in un momento successivo.
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2
La trasformazione
ilcaso • I soci di un’impresa di trasporti, che è stata costituita nella forma di una s.r.l., decidono di cambiare il tipo sociale e di adottare la forma di una s.p.a. Quali effetti produce la trasformazione della società sui contratti in corso con gli utenti? In che cosa consiste la trasformazione di una società? Trasformazione
La trasformazione di una società ricorre quando una società di un certo tipo assume una forma giuridica diversa, cioè diviene una società di un tipo diverso. Con la trasformazione i soci di una società decidono di adottare un’altra forma giuridica, ritenuta più adeguata (per la sua organizzazione o per la sua disciplina) alle condizioni economiche o finanziarie nelle quali deve operare l’impresa sociale.
m
esempio L’ampliamento dell’attività sociale può rendere conveniente la trasformazione di una società di persone in una società di capitali (con la limitazione della responsabilità dei soci e la possibilità di ricorso al mercato finanziario).
Natura della trasformazione
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Dal punto di vista giuridico la trasformazione non produce lo scioglimento della società, ma soltanto una modificazione dell’atto costitutivo; in altri termini con la trasformazione non si ha la creazione di una nuova società, ma la continuazione della società precedente con una nuova forma e, quindi, con una nuova disciplina giuridica. esempio Se una società a responsabilità limitata viene trasformata in una società per azioni, la società che risulta dalla trasformazione non è una nuova società ma la stessa società, che in precedenza aveva una forma diversa.
Il mutamento della forma giuridica di una società di capitali [❯ m1 u2] richiede l’osservanza di cautele particolari, a tutela dei creditori sociali e anche dei soci.
Effetti della trasformazione
Quali effetti giuridici produce la trasformazione di una società? Innanzitutto la legge stabilisce che la trasformazione produce la conservazione dei diritti e degli obblighi e la continuazione di tutti i rapporti giuridici, di natura sostanziale o anche processuale, precedenti alla trasformazione stessa (art. 2498). esempio La trasformazione di una s.n.c. in una s.r.l. non produce l’estinzione dei diritti di credito o dei debiti che aveva la s.n.c. e la cessazione dei rapporti di lavoro con i dipendenti, che continuano con la s.r.l. risultante dalla trasformazione.
lasoluzione • La trasformazione del tipo di società non produce alcun effetto giuridico sui contratti con gli utenti, che continuano con la nuova società.
Limiti della trasformazione
È da notare che la trasformazione può riguardare anche una società sottoposta al fallimento o a un’altra procedura concorsuale, a condizione che non risulti incompatibile con lo scopo o con lo stato nel quale si trova la procedura concorsuale (art. 2499). esempio I soci di una s.p.a. possono decidere, anche dopo la dichiarazione di fallimento della società, di trasformarla in una s.r.l. per ridurre gli oneri della procedura.
Atto di trasformazione Documento Deliberazione di trasformazione
L’atto di trasformazione di una società, che quando riguarda una società di capitali deve avere la forma di un atto pubblico e deve contenere le indicazioni richieste dalla legge, è sottoposto alle stesse formalità e agli stessi adempimenti pubblicitari previsti dalla legge per l’atto costitutivo del tipo di società prescelto (art. 25001, 2). esempio Se si trasforma una società in accomandita semplice in una società a responsabilità limitata, si devono osservare le norme stabilite dalla legge per l’atto costitutivo di una s.r.l.
Efficacia e invalidità della trasformazione
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Per garantire un’adeguata informazione dei terzi, la trasformazione di una società è efficace dal punto di vista giuridico soltanto dal momento dell’esecuzione dell’ultimo adempimento pubblicitario richiesto dalla legge (art. 25003).
L’iscrizione dell’atto di trasformazione nel registro delle imprese, inoltre, produce la sanatoria delle eventuali cause di invalidità della trasformazione. Di regola, infatti, dopo che è stata effettuata la pubblicità legale non può più essere dichiarata l’invalidità della trasformazione (salvo l’eventuale diritto di coloro che hanno partecipato alla trasformazione, e dei terzi che sono stati danneggiati dalla trasformazione, di ottenere il risarcimento dei danni subiti; art. 2500 bis). esempio Anche dopo l’adempimento degli obblighi pubblicitari imposti dalla legge i creditori sociali possono chiedere il risarcimento dei danni se l’atto di trasformazione è stato adottato senza l’osservanza delle maggioranze richieste dalla legge.
Trasformazione di società di persone
La legge disciplina espressamente: • la trasformazione di una società di persone in una società di capitali oppure di una società di capitali in una società di persone (trasformazione cosiddetta “omogenea”); • la trasformazione di una società di capitali in un ente diverso da una società oppure di un ente in una società di capitali (trasformazione cosiddetta “eterogenea”).
In che modo avviene la trasformazione di una società di persone in una di capitali? Di regola, se l’atto costitutivo della società non dispone diversamente, la trasformazione di una società di persone in una società di capitali può essere decisa dalla maggioranza economica (cioè calcolata in base alla partecipazione agli utili) dei soci. I soci contrari o che non hanno partecipato alla decisione, però, possono esercitare il diritto di recesso dalla società (art. 2500 ter).
Assegnazione di azioni o quote
In seguito alla trasformazione, ciascun socio ha diritto all’assegnazione di un numero di azioni o quote della nuova società in proporzione al valore della sua partecipazione nella società precedente (art. 2500 quater). Se vi è un socio d’opera [❯ m2 u1], l’assegnazione deve essere effettuata in proporzione alla partecipazione che gli era riconosciuta nell’atto costitutivo della società precedente oppure in base all’accordo dei soci; in mancanza di un accordo, le azioni o quote devono essere assegnate al socio d’opera dal giudice secondo equità.
Responsabilità dei soci
Per effetto della trasformazione coloro che erano soci illimitatamente responsabili della società di persone non sono liberati per le obbligazioni sociali anteriori alla trasformazione, a meno che non vi sia il consenso alla trasformazione da parte dei creditori. Il consenso però si presume se i creditori sociali non lo hanno rifiutato espressamente, con una lettera raccomandata o con altri mezzi di comunicazione, entro sessanta giorni dalla comunicazione della trasformazione (art. 2500 quinquies). esempio Se la deliberazione di trasformazione di una società in nome collettivo in una società per azioni viene iscritta nel registro delle imprese il 31 dicembre, per le obbligazioni precedenti a questa data coloro che erano soci della società in nome collettivo continuano a rispondere personalmente, a meno che non risulti (anche in modo tacito) il consenso alla trasformazione da parte dei creditori sociali.
Trasformazione di società di capitali
… e la trasformazione di una società di capitali in una di persone? Se lo statuto della società non dispone diversamente, la trasformazione di una società di capitali in una società di persone può essere decisa dall’assemblea dei soci con la maggioranza richiesta per le modificazioni dello statuto della società. Inoltre è necessaria l’unanimità dei soci che, in seguito alla trasformazione, diventano illimitatamente e solidalmente responsabili per le obbligazioni sociali (comprese anche quelle precedenti alla trasformazione della società; art. 2500 sexies1, 4).
Relazione degli amministratori
Gli amministratori della società devono redigere una relazione sulla trasformazione, per consentire ai soci di valutarne i motivi e gli effetti. La relazione deve essere depositata in copia presso la sede sociale almeno quindici giorni prima dell’assemblea convocata per deliberare la trasformazione e rimanervi depositata fino alla data dell’assemblea, in modo tale che i soci possano prenderne visione e ottenerne gratuitamente una copia (art. 2500 sexies2).
Attribuzione della partecipazione
In seguito alla trasformazione di una società di capitali in una società di persone, inoltre, nella nuova società ciascun socio ha diritto all’attribuzione di una partecipazione proporzionale al valore delle azioni o della quota che aveva nella precedente società (art. 2500 sexies3).
u
4 Le modificazioni delle società di capitali
Tipi di trasformazione
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Il o u
nto
Verbale di assemblea straordinaria Compila il documento proposto con dati a tua scelta
N. 11712 Repertorio
N. 3304 Raccolta REPUBBLICA ITALIANA
Atto pubblico clausola introduttiva
m
Legittimazione del richiedente
2
Verbale dell’assemblea straordinaria
Assemblea totalitaria
Deliberazione di trasformazione
Assegnazione del capitale sociale
Atto pubblico clausola finale
L’anno ........... il giorno ........... del mese di giugno alle ore ........... nel mio studio a .......................... in ................................... n. ......, davanti a me notaio dott. ............................................, iscritto al Collegio notarile di ..................., non assistito da testimoni per espressa rinuncia del richiedente e con il mio consenso, è presente il signor .............................................., nato a ................... il ............................. e domiciliato a ............................ in .................................................... n. ....., della cui identità personale io notaio sono certo, amministratore unico della società .............................................., con sede a .............................................. in ............................. n. .... e capitale sociale interamente versato di ............... (..........................) euro, iscritta al Registro delle imprese di ............... al n. 52252, cod. fisc. 08536570156. Detto comparente mi richiede, nella sua qualità di amministratore, di redigere il verbale dell’assemblea straordinaria dei soci della suddetta società (omissis). Apertasi l’adunanza il presidente, constatato che l’assemblea è validamente costituita ai sensi dell’articolo 23664 c.c. essendo rappresentato l’intero capitale sociale, l’amministratore unico e i componenti del collegio sindacale, dà lettura del seguente ordine del giorno: “Trasformazione della società in una società in nome collettivo e deliberazioni relative”. Aperta la discussione, il presidente riferisce sui motivi che rendono conveniente la trasformazione. Terminata l’esposizione del presidente l’assemblea della società ......................... ....................., preso atto della dichiarazione del collegio sindacale che il capitale sociale è interamente versato, all’unanimità delibera: a. di trasformare la società dalla forma attuale in una società in nome collettivo, con la ragione sociale .........................................................; b. di riconoscere che il capitale sociale di ................ (...................................) euro spetta ai soci in proporzione al valore nominale delle azioni intestate a ciascuno di essi alla data odierna; c. di regolare la vita della società nella nuova forma con i seguenti patti e condizioni (omissis). Di questo atto, scritto di mia mano su ........ fogli e per ......... pagine fino alle firme, ho dato lettura al comparente che ha dichiarato di approvarlo. Luogo e data ..........................
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Firmato .............................................. dott. .............................................., notaio
esempio Se una società per azioni viene trasformata in una società in nome collettivo e un socio aveva il 25% delle azioni della società, al socio in esame dovrà essere riconosciuta una partecipazione uguale a un quarto del capitale sociale della nuova società.
In che cosa consiste una trasformazione eterogenea? Accanto alle trasformazioni cosiddette omogenee, la legge disciplina anche le trasformazioni cosiddette eterogenee, cioè le trasformazioni di una società di capitali in un ente di tipo diverso o viceversa. In primo luogo le società di capitali possono trasformarsi, con la medesima procedura e i medesimi effetti della trasformazione omogenea (in quanto compatibili), in: • consorzi e società consortili [❯ m1 u4]; • società cooperative [❯ m2 u3] e di tipo mutualistico; • comunioni di azienda; • associazioni non riconosciute e fondazioni. La trasformazione in esame comporta una modificazione sostanziale del tipo di impresa e, oltre all’unanimità dei consensi di coloro che diventano illimitatamente responsabili per le obbligazioni del nuovo ente, richiede l’approvazione di una maggioranza qualificata dei soci della società che viene trasformata (due terzi degli aventi diritto al voto; art. 2500 septies).
Trasformazione eterogenea in una società di capitali
In secondo luogo un ente diverso da una società (cioè un consorzio, una società consortile ecc.) può essere trasformato in una società di capitali (art. 2500 opties). A seconda della diversa natura dell’ente che viene trasformato, la deliberazione di trasformazione deve essere adottata dai soggetti interessati all’unanimità (nel caso di una comunione di azienda) o a maggioranza (negli altri casi).
Consenso e opposizione dei creditori
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In una trasformazione di tipo eterogeneo è necessario garantire una particolare tutela ai creditori, in quanto la società o l’ente debitore si trasforma in un soggetto diverso. La trasformazione, pertanto, ha effetto soltanto dopo sessanta giorni dall’ultima iscrizione della deliberazione di trasformazione, a meno che non risulti il consenso dei creditori o il pagamento integrale dei creditori che non hanno dato il loro consenso. Entro questo termine, infatti, i creditori che si ritengano danneggiati possono fare opposizione contro la trasformazione (ma il tribunale può autorizzare ugualmente la trasformazione, se ritiene infondato il pericolo di danno per i creditori oppure se la società o l’ente versa una cauzione adeguata; art. 2500 novies).
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto I dipendenti di una società in nome collettivo, che all’inizio dell’anno è stata trasformata in una società a responsabilità limitata, chiedono a un socio il pagamento degli stipendi arretrati, ma il socio sostiene di non essere più responsabile personalmente per il pagamento dei debiti della società precedenti alla trasformazione. I dipendenti allora, per ottenere il pagamento dei loro stipendi, citano il socio davanti al tribunale. La tesi degli attori Il socio è responsabile illimitatamente e solidalmente, nella sua qualità di socio di una società di persone, per i debiti della società precedenti alla sua trasformazione e non è liberato dalla circostanza che la società sia divenuta una società di capitali, nella quale i soci sono responsabili per i debiti sociali soltanto nei limiti della loro quota.
La tesi del convenuto Per effetto della trasformazione di una società in nome collettivo in una società a responsabilità limitata, i soci della società divengono responsabili soltanto nei limiti della loro quota per tutte le obbligazioni sociali, comprese anche quelle precedenti alla trasformazione della società.
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4 Le modificazioni delle società di capitali
Trasformazione eterogenea di una società di capitali
239
3
La fusione
ilcaso • Una società in nome collettivo e una società a responsabilità limitata si uniscono tra loro, dando vita a una società per azioni. Da quali norme giuridiche è disciplinata l’unione tra le due società? Dalla trasformazione di una società si distingue la fusione di due o più società.
Come si può realizzare la fusione tra due società? Fusione
La fusione si verifica quando due o più società, che in precedenza erano distinte o separate, si uniscono tra loro, formando un’unica società.
Fusione per unione e per incorporazione
Una fusione può avvenire (art. 25011): • per unione, quando due o più società costituiscono una nuova società che sostituisce le società precedenti; • per incorporazione, quando una società (incorporante) assorbe l’altra o le altre società (incorporata o incorporate) che si estinguono per effetto della fusione.
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esempio Le società Alfa e Beta si uniscono tra loro e danno vita alla società Gamma (fusione per unione) oppure la società Alfa assorbe le società Beta e Gamma (fusione per incorporazione).
In seguito alla fusione i soci delle società che si estinguono divengono soci, in base a un dato rapporto di cambio, della società risultante dall’unione o della società incorporante.
2
per unione
due o più società si fondono formando un’unica società
per incorporazione
una società incorpora un’altra società o altre società
fusione
In base alla legge, la fusione può riguardare anche una o più società in liquidazione, a condizione che non sia già iniziata la distribuzione dell’attivo tra i soci (art. 25012), oppure sottoposte al fallimento o a un’altra procedura concorsuale. È da notare che se la fusione riguarda due società di tipo diverso, o dà luogo a una società con una forma giuridica diversa, si applicano anche le norme sulla trasformazione.
lasoluzione • La fusione tra le due società è disciplinata dalle norme sulla fusione e anche, in quanto compatibili, da quelle sulla trasformazione.
Funzione della fusione
Quale funzione può svolgere una fusione? Una fusione può essere utile per motivi fiscali, dati dalla compensazione delle perdite e degli utili delle diverse società, o economici, costituiti dalla razionalizzazione del processo produttivo e dalla riduzione dei costi di gestione. In alcuni casi, però, la fusione può essere diretta a realizzare una concentrazione economica e a ottenere, attraverso la riduzione della concorrenza, un aumento dei profitti. Da questo punto di vista le fusioni possono rientrare nell’ambito di applicazione della normativa antimonopolistica [❯ m1 u4] e, a date condizioni, possono essere vietate. esempio Due società, che hanno la quasi totalità di un mercato, si fondono insieme per realizzare una condizione quasi monopolistica e ottenere profitti maggiori mediante la fissazione di un prezzo unico di vendita.
240
Quali sono le fasi del procedimento di fusione? Il procedimento di fusione è disciplinato dalla legge e comprende le seguenti fasi: • gli adempimenti preliminari; • il deposito del progetto e l’iscrizione del progetto di fusione; • l’approvazione del progetto di fusione; • l’iscrizione della decisione; • l’esecuzione della fusione.
Adempimenti preliminari
In primo luogo è necessario che gli amministratori delle società che partecipano alla fusione predispongano i seguenti documenti (art. 2501 ter, quater e quinquies): • un progetto di fusione, con gli elementi indicati dalla legge (il tipo, la denominazione o ragione sociale e la sede delle società partecipanti, l’atto costitutivo della nuova società o di quella incorporante, il rapporto di cambio ecc.); • la situazione patrimoniale delle società partecipanti alla fusione, che deve essere redatta con l’osservanza delle norme in materia di bilancio e può essere sostituita, se l’esercizio sociale è stato chiuso da non più di sei mesi, dall’ultimo bilancio; • una relazione illustrativa, diretta a spiegare (sotto il profilo giuridico ed economico) il progetto di fusione e il rapporto di cambio che è stato concordato. Inoltre deve essere redatta, da una società di revisione (o anche, nelle società non quotate, da uno o più revisori legali), una relazione giurata sulla congruità del rapporto di cambio (cioè sulla sua adeguatezza; art. 2501 sexies).
Approvazione del progetto
Almeno trenta giorni prima della decisione, salvo che i soci non rinuncino all’unanimità a questo termine, gli amministratori devono procedere al deposito e iscrizione del progetto di fusione presso l’ufficio del registro delle imprese [❯ m1 u2]. Inoltre i documenti relativi alla fusione (con i bilanci degli ultimi tre esercizi e le relazioni annesse) devono essere depositati in copia presso la sede delle società partecipanti e rimanervi sino alla data della decisione sulla fusione (art. 2501 septies).
In che modo deve essere approvato il progetto di fusione? Dopo avere adempiuto queste formalità, ciascuna società partecipante all’operazione deve procedere all’approvazione del progetto di fusione. Di regola, se non sono richieste maggioranze più elevate, il progetto di fusione deve essere approvato (art. 25021): • nelle società di persone dalla maggioranza economica dei soci (salvo il diritto di recesso a favore dei soci che non hanno consentito alla fusione); • nelle società di capitali dall’assemblea dei soci con la maggioranza richiesta per le modificazioni dell’atto costitutivo. esempio In una fusione tra due società in nome collettivo è richiesto il consenso della maggioranza economica o di quota dei soci, mentre in una fusione tra due società per azioni è necessaria la percentuale del capitale sociale stabilita per l’assemblea straordinaria delle società in prima o in seconda convocazione.
Modificazioni del progetto
La legge consente di apportare modificazioni al progetto di fusione, che è stato depositato e iscritto nel registro delle imprese, ma soltanto se non incidono sui diritti dei soci o dei terzi (art. 25022).
Deliberazione di fusione
Entro trenta giorni la decisione o deliberazione sulla fusione è soggetta al deposito, a cura del notaio o degli amministratori, e all’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2]; se la fusione riguarda società di capitali (oppure se la società risultante dall’unione o incorporante è una società di capitali) deve essere osservato il procedimento previsto dalla legge per le modificazioni dell’atto costitutivo di una s.p.a. (art. 2502 bis).
Opposizione dei creditori
Esecuzione della fusione
I creditori si possono opporre alla fusione? Entro sessanta giorni dall’ultima iscrizione possono fare opposizione contro la fusione: • i creditori delle società partecipanti alla fusione, se ritengono di esserne danneggiati (art. 25032); • gli eventuali obbligazionisti, a meno che la fusione non sia stata approvata dall’assemblea speciale che tutela i loro interessi (art. 2503 bis). Se nel termine previsto dalla legge i creditori non hanno presentato opposizioni, si può procedere all’esecuzione della fusione tra le società; se sono state presentate opposizioni, invece, la fusione non può essere eseguita fino alla decisione del tribunale (che però, se ritiene che non vi sia pericolo per i creditori o se la società ha fornito un’adeguata garanzia, può autorizzare ugualmente la fusione; art. 25032). La fusione può essere eseguita anche prima della scadenza del termine, se risulta il consenso di tutti i creditori e/o il pagamento integrale dei creditori che non hanno dato il loro consenso (oppure il deposito presso una banca delle somme corrispondenti).
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4 Le modificazioni delle società di capitali
Deposito e iscrizione del progetto
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fusione
progetto (con documenti allegati)
deliberazione o decisione
iscrizione nel registro delle imprese
opposizione dei creditori?
decisione del tribunale
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Atto di fusione
2
Effetti della fusione
Documento Atto di fusione per incorporazione
Invalidità dell’atto di fusione
esecuzione della fusione
L’atto di fusione richiede la forma di un atto pubblico ed è soggetto, entro trenta giorni, al deposito e all’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2] a cura del notaio o degli amministratori della società risultante dalla fusione (art. 2504).
Quali effetti giuridici produce una fusione? La società risultante dalla fusione o la società incorporante (art. 2504 bis1): • acquista i diritti e assume gli obblighi delle società partecipanti; • subentra in tutti i rapporti giuridici, anche processuali, precedenti alla fusione. Inoltre la fusione non produce la liberazione dei soci illimitatamente responsabili delle società unite o incorporate per le obbligazioni sociali anteriori alla fusione (a meno che i creditori sociali non abbiano dato il loro consenso alla fusione; art. 2504 bis5). È da ricordare, infine, che l’eventuale invalidità dell’atto di fusione è sanata per effetto delle iscrizioni previste dalla legge in quanto, fatto salvo il diritto dei soci o dei terzi di ottenere il risarcimento dei danni subìti, non può più essere dichiarata dopo che sono state eseguite le iscrizioni (art. 2504 quater). esempio Anche se la fusione tra due società non è stata approvata con la maggioranza richiesta dalla legge o dall’atto costitutivo, l’invalidità viene sanata dall’iscrizione della fusione tra le società interessate.
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Un fornitore, che ha venduto alcune merci a credito a una società in nome collettivo, si rivolge agli amministratori della società per azioni che ha incorporato la società in nome collettivo per ottenere il pagamento del suo credito, ma gli amministratori si rifiutano di pagare il debito della società che è stata incorporata. Il fornitore cita in giudizio la società e chiede il pagamento del credito per la fornitura delle merci. La tesi dell’attore In seguito alla fusione per incorporazio-
242
ne tra due società, la società incorporante subentra nella stessa posizione giuridica della società incorporata e quindi anche negli eventuali debiti che la società aveva verso i terzi, che divengono debiti della società incorporante.
La tesi della convenuta La società incorporante non è tenuta a pagare i debiti della società incorporata se, come è accaduto nel caso in esame, tali debiti non erano stati indicati nel progetto di fusione e non erano stati dichiarati al momento dell’approvazione del progetto da parte della società incorporante.
CLIL
Someoneelserightissues
Cross-border mergers of limited liability companies in the merger decides on the approval of the common draft terms of the cross-border merger. Each Member State designates the competent authorities, in order to review the legality of the cross-border merger for the part of the procedure concerning each of the companies involved and that are subject to its national legislation. This authority provides a pre-merger certificate attesting proper fulfilment of the documents and formalities necessary for the merger. After the legality controls, the legislation of the Member State to which to the company resulting from the cross-border merger is subject determines the date from which the cross-border merger takes effect, as well as the arrangements for publishing the merger in the public register. The register for registration of the company resulting from the cross-border merger notifies to the register at which each of the companies was required to file the documents that the cross-border merger has taken effect. Cross-border mergers involve the following effects: • the merged companies, or the companies involved in the merger, cease to exist; • all the assets and liabilities of the companies participating in the merger are transferred to the new company (or the merging company or the new company); • the shareholders of the companies involved in the merger become shareholders of the new company. http://eur-lex.europa.eu
Comprehension 1. What are the objectives of the European directive on cross-border mergers? 2. Which law applies to the company resulting from the merger? 3. What is the pre-merger certificate?
u
4 Le modificazioni delle società di capitali
The European Union has regulated the possibility of putting in place cross-border mergers of limited liability companies with Directive 2005/56/EC of the European Parliament and of the Council of 26 October 2005, adopted in Italy through Legislative Decree no. 108 of 30 May 2008. This directive aims to facilitate cross-border mergers between limited liability companies of the European Union and, in particular, to reduce the cost of such operations, ensure legal certainty and allow more companies to take advantage of this, especially those not wishing to incorporate a European company. Through that indicated in the directive it is possible to identify the law applicable in the event of a merger to each of the companies involved and, once the new entity arising from the merger has been created, only one national legislation is applied: that of the Member State in which the entity has established its registered office. The directive applies to mergers of limited liability companies: • incorporated in accordance with the legislation of a Member State; • having its registered ofåce, central administration or principal place of business within the EU; • if at least two of them are governed by the legislation of different Member States. The management or administrative bodies of each company taking part in a merger must prepare the common draft terms of the cross-border merger. The directive defines the minimum content of the common draft terms of the cross-border merger which must be published in the manner prescribed by the national legislation of each Member State, within one month of the General Assembly that must decide on the matter. The management or administrative bodies must also prepare a report on the draft terms of the cross-border merger, addressed to the shareholders and workers, illustrating and justifying the legal and economic aspects, as well as the consequences of the cross-border merger. Finally, an independent expert report is required to analyse the merger, which must be available within at least one month of the date of the general meeting. On the basis of the documents submitted, the general meeting of each of the companies involved
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Mergers Cross-border Common draft terms Merged companies
........................................ ........................................ ........................................ ........................................
243
Ripassafacile
contenuto
liquidazione
Scioglimento della società
m
Le modificazioni delle società di capitali
Le società
2
244
contenuto
Trasformazione della società tipi
effetti
Concetti chiave
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Simulazione della verifica orale
English summary
contenuto
u
effetti
4 Le modificazioni delle società di capitali
procedimento
della società
245
Verificaformativa 1. Risposte multiple
7.
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
b sono liberati per le obbligazioni precedenti in ogni caso c sono liberati per le obbligazioni precedenti solo con il consenso dei creditori
d si verifica soltanto per una delle cause previste dalla legge
d devono dare il loro consenso alla trasformazione all’unanimità
e si verifica soltanto per una delle cause previste dall’atto costitutivo Quando si verifica una causa di scioglimento di una società gli amministratori:
e non divengono soci della società che si forma con la trasformazione 8.
a rimangono in carica fino allo scioglimento della società
m 3.
4.
5.
c rimangono in carica fino alla nomina dei liquidatori d sono incaricati della liquidazione
c non modifica lo scopo lucrativo della società d può essere effettuata soltanto se i creditori sociali non si oppongono
e devono vendere i beni sociali e pagare i creditori sociali
e può essere effettuata soltanto se la società non ha debitori
I liquidatori di una società di capitali sono nominati:
9.
a si forma una nuova società b si estinguono entrambe le società
c dal tribunale d dal collegio sindacale
c si estingue soltanto la società incorporata d si estingue soltanto la società incorporante
e dall’organo di controllo
e si verifica una trasformazione di entrambe le società
Una società di capitali si estingue:
10. Il progetto di fusione:
a con il pagamento integrale dei debiti sociali b con la cancellazione dal registro delle imprese c con la ripartizione dell’attivo residuo tra i soci
a non può essere modificato b non è soggetto al deposito presso l’ufficio del registro delle imprese
d con l’approvazione del bilancio finale di liquidazione
c deve essere approvato a maggioranza dai creditori delle società
e con la cessazione dall’incarico degli amministratori
d deve essere approvato all’unanimità dai creditori delle società partecipanti alla fusione
La trasformazione di una società:
e deve essere approvato da tutte le società partecipanti alla fusione
b estingue i debiti della società che viene trasformata
2. Vero o falso
c estingue gli obblighi della società che viene trasformata
Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta
d è ammessa soltanto se la società è in liquidazione
1.
La trasformazione di una società di capitali:
e non modifica la disciplina giuridica della società
F
......................................................................................................
2.
a richiede l’autorizzazione del tribunale b può essere disposta anche dopo la cancellazione della società c deve essere approvata dall’assemblea dei soci d deve essere approvata dall’organo di controllo
Una società si scioglie di diritto se il capitale V scende al di sotto del minimo legale.
......................................................................................................
e non produce l’estinzione della società
246
Nella fusione per incorporazione tra due società:
a dagli amministratori b dall’assemblea dei soci
a crea un nuovo soggetto dal punto di vista giuridico
6.
Di regola la trasformazione di una società di capitali in una società cooperativa: a non è ammessa b richiede il consenso di tutti i soci
b rimangono in carica fino alla cancellazione della società
2
I soci di una società di persone che viene trasformata in una società di capitali: a sono responsabili per le obbligazioni successive alla trasformazione
Lo scioglimento di una società di capitali: a è preceduto dalla liquidazione della società b è seguito dalla liquidazione della società c si verifica automaticamente
2.
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Nella denominazione sociale deve essere indicato che una società è in liquidazione.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
3.
I liquidatori devono rimborsare i soci prima di pagare i creditori della società.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
Verificaformativa 4.
Il bilancio finale di liquidazione deve essere approvato dall’assemblea dei soci.
2. V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
Dopo la cancellazione della società i liquidatori sono liberati verso i creditori.
V
......................................................................................................
3.
F
......................................................................................................
La trasformazione di una società può essere V omogenea o eterogenea.
F
Trasformazione di una società di capitali in un ente diverso dalla società. ......................................................................................................
4.
Società che viene assorbita da un’altra società.
5.
Società che assorbe un’altra società.
......................................................................................................
6.
Atto finale della liquidazione di una società di capitali.
......................................................................................................
......................................................................................................
...................................................................................................... ......................................................................................................
7.
La trasformazione è una causa di estinzione V di una società.
4. Vocabulary F
...................................................................................................... ......................................................................................................
8.
L’invalidità della trasformazione è insanabile. V
F
Identify the term or terms corresponding to the definitions 1.
......................................................................................................
...................................................................................................... ......................................................................................................
9.
I creditori delle società partecipanti possono V fare opposizione contro la fusione.
......................................................................................................
2.
F
......................................................................................................
......................................................................................................
3.
Change of the legal status of a company. ......................................................................................................
V
F
......................................................................................................
Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione
4
Merger extinguishing both companies involved. ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
3. Lessico
u
......................................................................................................
4.
......................................................................................................
1.
Persons appointed to sell the assets and pay the debts of a company. ......................................................................................................
......................................................................................................
10. La società incorporata acquista i diritti e assume gli obblighi della società incorporante.
Procedure to pay a company’s creditors.
Merger extinguishing only one of the companies involved. ...................................................................................................... ......................................................................................................
Documento contabile predisposto dai liquidatori al termine della liquidazione. ......................................................................................................
ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande Alcuni soci di una società per azioni, che è stata trasformata in una società a responsabilità limitata, chiedono al tribunale l’annullamento dell’atto di trasformazione, in quanto la relativa deliberazione non è stata approvata con la maggioranza richiesta dalla legge. Gli altri soci, però, si oppongono alla richiesta di annullamento, sostenendo che la trasformazione non può essere impugnata. 1.
Fino a quale momento può essere chiesto l’annullamento dell’atto di trasformazione di una società?
2.
Quali effetti giuridici produce l’iscrizione della trasformazione nel registro delle imprese?
3.
Quali diritti riconosce in ogni caso la legge ai soci se la trasformazione di una società è invalida?
247
Fatti un’idea
Holding e gruppi di società La caratteristica più evidente e più problematica del sistema produttivo italiano è la dimensione molto piccola delle imprese e una struttura proprietaria molto semplice, circostanze che spesso rappresentano un limite alla sostenibilità economica del sistema, alla spinta verso la ricerca e sviluppo e alla possibilità di internazionalizzazione.
addio al Lussemburgo
e La (triste) lista di aziend o italiane cedute all’ester
italiane cedute all’eQuante sono le aziende acquistati da ignari stero? Quanti marchi,
Un pugno di società
m
Google cambia la sua struttura: nasce la holding Alphabet
2
Google ha annunciato una revisione a sorpresa della sua struttura operativa, con la creazione della holding Alphabet, che permetterà di raggruppare le sue numerose sussidiarie e separare il core business della pubblicità sul web dalle nuove iniziative imprenditoriali.
Gruppo Ferrovie ing dello Stato: la hold iario... del trasporto ferrov
finanziario
si rischiano ripercussioni disastrose”.
Da diverso tempo le imprese italiane stanno adottando diverse strategie per superare i limiti della piccola dimensione, ricorrendo alla creazione di gruppi di imprese, con a capo una holding, e all’attivazione di relazioni internazionali. Per holding si intende una società che possiede quote di partecipazioni, in genere in forma di azioni, di altre società. Per gruppo di imprese si intende un insieme di imprese direttamente collegate tra loro sul piano finanziario e organizzativo. Le holding possono essere finanziarie (o pure) quando hanno come unico scopo l’acquisizione della partecipazione in altre società, oppure operative quando svolgono anche attività di scambio di beni o servizi. Il legislatore italiano non dà una definizione organica di gruppo aziendale, ma tratta dell’argomento relativamente al tema del controllo, nel senso che definisce che cosa si intende per società controllante. In particolare sono definite società controllanti: • le società che detengono in un’altra società la maggioranza dei voti dell’assemblea ordinaria; • le società che dispongono di voti sufficienti per esercitare l’influenza dominante nell’assemblea ordinaria; • le società che controllano un’altra società per vincoli contrattuali.
248
Secondo i dati contenuti nella ricerca Istat “I gruppi di impresa in Italia”, nel 2013, i gruppi di impresa in Italia sono oltre 92mila, comprendono più di 212mila imprese attive residenti, occupano oltre 5,5 milioni di addetti e oltre 274mila lavoratori esterni (con contratti di collaborazione o sotto forma di lavoro somministrato o temporaneo).
Valore aggiunto per addetto, costo del lavoro per dipendente e retribuzione lorda per dipendente delle società di capitali industriali e dei servizi appartenenti a gruppi per classe di addetti dell’impresa (Anno 2013, migliaia di euro)
90
Valore aggiunto per addetto
Costo del lavoro per dipendente
80 70
63,5
71,2
67,2
62,8
Retribuzione lorda per dipendente 79,9
60 50 40
37,9 27,4
30
45,5
44,8
41,8
32,3
30,0
44,6 32,7
31,8
20 10 20-99
100-499
500-4.999
5.000 e oltre Fonte: Istat
I gruppi coinvolgono circa un terzo degli occupati delle imprese presenti nel Registro statistico delle imprese attive (Asia). Il 75,2% dei gruppi ha una struttura elementare (1-2 imprese attive); quelli con strutture più articolate (con 10 e più imprese residenti) sono la minoranza ma rivestono un ruolo rilevante dal punto di vista dell’occupazione, con oltre 1,8 milioni di addetti. In media, i gruppi di impresa presentano una struttura organizzativa semplice, svolgono poco meno di due attività diverse e sono presenti in una sola Regione.
Calabria, Puglia e Campania è dedita al commercio, mentre la finanza è concentrata in Lombardia.
L’organizzazione in gruppi permette di superare uno dei principali limiti delle piccole imprese, che è rappresentato dalla bassa produttività, in quanto le imprese appartenenti a gruppi presentano in media un valore aggiunto per addetto molto più alto rispetto alle altre. Sempre secondo la ricerca Istat, la produttività del lavoro, misurata dal valore aggiunto per addetto, è molto più alta di quella riferita al totale delle società di capitali: 70.817 euro contro 55.920. Le imprese appartenenti a gruppi sono dunque molto più produttive di quelle “isolate”, indipendentemente dalla dimensione. La produttività media è però influenzata dalla dimensione del gruppo, in quelli con oltre 5mila addetti sfiora gli 80mila euro per addetto.
Fonte: Istat
Per quanto concerne la distribuzione geografica, le maggiori realtà dell’industria, del commercio e della finanza sono concentrate al Nord sia per numero di addetti sia per numero di imprese. Tuttavia Basilicata, Marche e Abruzzo hanno una vocazione industriale (in termini sia di imprese sia di addetti) superiore alle Regioni del Nord. Un’azienda su quattro in Sicilia,
In Italia molte holding sono gestite a livello familiare, nel senso che viene creata una società holding controllata da componenti di una stessa famiglia, come la Exor della famiglia Agnelli (Gruppo Fiat, Juventus, Alpitour, Gruppo Banca Leonardo), la Fininvest della famiglia Berlusconi (Mediaset, Arnoldo Mondadori Editore, Milan, Gruppo Mediolanum), Edizione s.r.l. della famiglia Benetton (Benetton, Autogrill, Atlantia).
m
0-19
2 Le società
0
Dossier
Trova la risposta alle tue domande 1. Come sono organizzati i gruppi societari? (I gruppi di società e le holding) 2. Come è organizzata una holding? (Il profilo di una holding privata: Edizione s.r.l.) 3. Come nasce una holding? (Storia di una holding di famiglia: Exor s.p.a.) 4. Quali norme regolano l’organizzazione dei gruppi societari? (La holding nel diritto societario e nel sistema degli enti locali) 5. Come funziona una holding pubblica? (Statuto di una holding pubblica)
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Verificasommativa 1. Domande a risposta singola
3. Problemi a soluzione rapida
Rispondi alle domande proposte in un massimo di tre-cinque righe
Dopo avere esaminato la situazione rispondi alle domande proposte in un massimo di cinque righe
1.
In che senso il socio di una società in nome collettivo ha un diritto di escussione preventiva del patrimonio sociale per i debiti della società?
2.
In che modo può essere formato l’organo amministrativo di una società per azioni?
3.
In quali casi è obbligatoria la riduzione del capitale sociale di una società per azioni?
4.
Come si formano le decisioni dei soci in una società a responsabilità limitata?
5.
Come può avvenire, dal punto di vista giuridico, la fusione tra due società?
1.
L’atto costitutivo di una società semplice attribuisce l’amministrazione congiuntamente a tutti e tre i soci ma, durante una breve vacanza all’estero degli altri due soci, un socio decide di sua iniziativa di fare ristrutturare una vecchia casa colonica, di proprietà della società, che alcuni anni prima è stata lesionata da un terremoto. Al rientro dalle vacanze gli altri due soci, che non sono d’accordo sulla ristrutturazione dell’immobile, deliberano di escludere il socio dalla società. La loro decisione è legittima?
2.
All’inizio dell’anno alcuni amici costituiscono una s.n.c., avente come oggetto la gestione di un’agenzia pubblicitaria e un termine di durata di dieci anni. Alla fine dell’anno però un socio comunica agli altri la sua intenzione di recedere dalla società, con una lettera raccomandata, perché nel primo esercizio non sono stati conseguiti utili. La dichiarazione di recesso del socio è valida?
3.
Il consiglio di amministrazione di una società per azioni delibera di acquistare, con otto voti favorevoli e solo due contrari, un immobile da utilizzare come sede della società. Alcuni giorni dopo, però, un sindaco della società viene a sapere che uno dei componenti del consiglio di amministrazione, che ha votato a favore dell’acquisto, è comproprietario dell’immobile che è stato acquistato dalla società. Ritenendo che la deliberazione sia invalida, il sindaco la impugna davanti al tribunale. Il tribunale accoglierà l’impugnazione?
4.
In seguito a un accordo commerciale con una società concorrente, che prevede tra l’altro una sottoscrizione reciproca del 5% del capitale di entrambe le società, l’assemblea straordinaria di una società per azioni delibera in prima convocazione un aumento del capitale sociale, con il voto favorevole di tanti soci che rappresentano più della metà del capitale sociale, riservato per il 50% ai vecchi soci e per il restante 50% all’altra società. Un socio, che nell’assemblea ha votato contro la deliberazione di aumento, si rivolge a un legale per sapere se la decisione è legittima. Che cosa gli risponderà il legale?
5.
Il socio di una cooperativa di produzione e lavoro, che è anche uno degli amministratori della società, dichiara di recedere dalla cooperativa per motivi di salute ma di continuare, fino alla scadenza della nomina, a svolgere le sue funzioni di amministratore. Gli altri amministratori si oppongono alla sua decisione, sostenendo che il socio che ha esercitato il diritto di recesso dalla società non può più essere un amministratore della cooperativa. L’affermazione degli amministratori è corretta?
m
2. Trattazione sintetica di argomenti
Le società
2
250
Tratta l’argomento proposto in un massimo di dodici-quindici righe, motivando le tue affermazioni 1.
Illustra i modelli di amministrazione disgiuntiva, congiuntiva e mista in una società di persone.
2.
Confronta le azioni e le obbligazioni come titoli di credito emessi da una società per azioni.
3.
Esponi la natura e la funzione del bilancio sociale di una società.
4.
Descrivi le fasi della procedura di liquidazione di una società per azioni.
5.
Sintetizza il procedimento di fusione tra due società.
Verificasommativa Dalleconoscenze allecompetenze
quota conferita per le obbligazioni sociali», dunque minima anche, come in questo caso, se la società è stata dichiarata fallita. Un caso oppure una mossa preventiva? Ecco allora che è andando a mettere il naso negli affari dell’amministratore che è possibile associare il suo nome a diverse attività, a cominciare da una impresa individuale “Gestione lavori di I.C.”, attiva dal 1997 a Piombino e che risulta impegnata nella fabbricazione e riparazione di strutture metalliche. C’è poi la Highwood s.r.l., fabbricazione e riparazioni di mobili, nella zona di Peccioli dove I.C. risulta essere amministratore unico dal maggio del 2011. Infine c’è la più curiosa delle attività di questo settantasettenne. Infatti l’uomo è anche l’amministratore unico della 2m s.r.l., una società che gestisce «discoteche, sale da ballo, night club e simili». All’indirizzo di La Spezia al quale I.C. risulta essere residente, sia il tribunale che il curatore hanno inviato tutte le comunicazioni relative alla richiesta di fallimento, chiesta lo scorso anno da un tour operator per un debito da 25mila euro. Ma tutte le comunicazioni, comprese quelle sull’esito dell’udienza, sono tornate indietro. Nessuno infatti ha mai chiesto conto del destino della società, oppure ha avanzato richiesta di concordato. Il prossimo appuntamento è stato fissato dal giudice il prossimo 25 settembre alle 10 in tribunale quando tutti i creditori dovranno mettersi in fila, clienti compresi, nella speranza di riavere indietro i propri soldi.
2 Le società
LIVORNO. Si chiama I.C., è nato a Bengasi, in Libia, la vigilia di Natale di 77 anni fa ed è l’amministratore, per ora fantasma, della società “Il Principe azzurro s.a.s.”, proprietaria di due delle tre agenzie di viaggio omonime finite al centro di un’inchiesta penale per un presunto raggiro ai danni di decine di livornesi. Potrebbe partire da questo nome e soprattutto dal fallimento della società, dichiarato dal tribunale di Livorno lo scorso 20 marzo, un nuovo filone di indagini per ricostruire responsabilità, movimenti di denaro ed eventuali irregolarità in altre diverse attività, ultima quella che si occupava di organizzazione e promozione di viaggi. Al momento alla Procura di Livorno c’è già un fascicolo aperto dal pubblico ministero in seguito alla denuncia dei clienti raggirati per una cifra complessiva di circa 60mila euro. L’accusa nei confronti di C.F. e L.F., gestori di fatto delle agenzie, e di J.B., dipendente poi allontanata, è di appropriazione indebita. Basta leggere la visura camerale della società per far crescere i dubbi. “Il Principe azzurro s.a.s.” risulta essere infatti stata costituita il 16 febbraio 2009. «La società – conferma il legale degli indagati – gestiva due delle tre agenzie (ora chiuse, ndr), mentre l’altra era legata alla L.F. attraverso una ditta individuale». Dunque stessa insegna, ma proprietari diversi, tanto che la donna non compare nella s.a.s.. Di questa società risulta rappresentante e dunque socio accomandatario I.C., che dalla residenza abiterebbe a La Spezia. Nella società C. F. risulta, invece, in possesso del 5% delle azioni ed è inserito come socio accomandante e dunque «ha una responsabilità limitata alla
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Fallito Il Principe azzurro Giallo sull’amministratore
http://iltirreno.gelocal.it – 15 maggio 2013
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Verificasommativa verificadellecompetenze
competenze Utilizzare gli strumenti culturali e metodologici acquisiti per porsi con atteggiamento razionale, critico e responsabile di fronte alla realtà, ai suoi fenomeni e ai suoi problemi
m
Comprensione del testo
Le società
2
A. Leggi il testo dell’articolo di cronaca e rispondi alle seguenti domande 1. Qual è la società protagonista del caso? 2. Perché questa società è finita nel mirino della giustizia? Con quale accusa? 3. Che attività svolgeva la società? 4. Chi gestiva la società, e chi erano i soci? 5. Qual era la loro qualifica e la loro quota di proprietà? 6. Perché l’attenzione degli inquirenti è puntata su I.C.?
Conoscenze La disciplina della società in accomandita semplice
B. Sulla base degli argomenti studiati rispondi alle seguenti domande 1. Che cos’è una società? 2. Come possono essere classificate le società? 3. Quali sono le caratteristiche di una s.a.s.? 4. Quale ruolo svolgono i soci accomandatari in una s.a.s.? 5. Che responsabilità hanno le due diverse categorie di soci?
Abilità Reperire autonomamente le norme nel sistema Ricercare le norme relative a una categoria di argomenti e individuare le parti che afferiscono Applicare le disposizioni normative a situazioni Argomentare sulle conseguenze dell’applicazione Saper distinguere gli elementi caratterizzanti Saper valutare ruolo e responsabilità dei soci Saper redigere documenti relativi ai vari aspetti della vita societaria
252
C. Fai una ricerca e rispondi alle seguenti domande 1. Da quale articolo del codice civile è disciplinata la s.a.s.? 2. In quale parte del codice è posizionato? 3. Quale articolo si occupa del ruolo dei soci accomandatari? Che cosa è previsto al riguardo? 4. Qual è il contenuto dell’atto costitutivo di una s.a.s.? Da quali norme è disciplinato? D. Rispondi alle seguenti domande 1. La composizione societaria della s.a.s. Il Principe azzurro è regolare? 2. La circostanza che le agenzie di viaggio fossero gestite da soggetti diversi dall’amministratore ti sembra regolare? 3. Quali potrebbero essere le conseguenze di questa situazione? 4. Le circostanze indicate nell’articolo in merito alla figura dell’amministratore della società che cosa ti suggeriscono? 5. A tuo avviso perché è stata fatta la scelta di nominarlo amministratore? 6. Il socio C.F. potrebbe avere delle conseguenze da questa situazione? E. Fai una ricerca Fai una ricerca su internet in merito al fallimento della società Il Principe azzurro s.a.s. e verifica a che punto si trova la vicenda giudiziaria. Di che cosa sono accusati i protagonisti? F. Redigi un testo Sulla base dei dati a disposizione e di quelli rintracciabili su internet, e con dati mancanti a scelta, redigi un fac simile dell’atto costitutivo della società Il Principe azzurro s.a.s.
m
3
L’impresa e i contratti
In questo modulo vengono studiati i principali contratti d’impresa, cioè i contratti che vengono utilizzati più frequentemente dagli imprenditori nell’esercizio della loro attività economica.
u1 I contratti di fornitura di beni e servizi La prima unità riguarda i contratti di fornitura di beni e servizi, con i quali le imprese operano sul mercato cedendo i loro prodotti ai consumatori o prestando i loro servizi agli utenti.
u2 I contratti bancari La seconda unità è dedicata ai contratti bancari: l’attività creditizia svolta dalle banche è fondamentale per il sistema economico, in quanto da un lato raccoglie il risparmio e dall’altro concede finanziamenti alle attività produttive.
u3 Il contratto di assicurazione Nella terza unità studieremo il contratto di assicurazione, analizzando la disciplina comune ai diversi tipi di assicurazione e quella, più specifica, che riguarda le assicurazioni contro i danni e le assicurazioni sulla vita.
u4 I contratti di borsa Nella quarta unità, dopo una parte relativa all’organizzazione e al funzionamento del mercato borsistico, vengono trattati i contratti di borsa e i fondi comuni di investimento.
competenze Cogliere l’importanza e la funzione dei contratti u1) Applicare la normativa in materia di contratti u1) Essere consapevoli della centralità della funzione creditizia nell’ambito di un sistema economico Essere in grado di scegliere la tipologia contrattuale più adatta alle esigenze di finanziamento o di investimento u2) Comprendere la funzione economica u3) Identificare le tipologie e le funzioni dei diversi u3) Individuare la natura e le caratteristiche u4) Distinguere i diversi tipi di investimenti in valori mobiliari (u4)
u1
I contratti di fornitura di beni e servizi
Prerequisiti
Essere in grado di applicare le principali classificazioni in materia di contratti
Conoscenze
I contratti “nuovi”
Abilità Descrivere la funzione, gli elementi distintivi e la disciplina essenziale dei principali contratti
Individuare la disciplina giuridica applicabile ai contratti di factoring, franchising e leasing
iave Parole cohrds Keyw
254
Italiano
Inglese
Somministrazione
Supply
Esclusiva
Exclusivity agreement
Appalto
Service agreement, contract
Appaltatore
Contractor
Committente
Principal, owner
Subappalto
Subcontract
Trasporto
Carriage, shipment
Vettore
Transporter, carrier
Documenti di viaggio
Travel documents
Deposito
Deposit
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I contratti commerciali
Quali sono i contratti commerciali? Nello studio del diritto commerciale è compresa una parte relativa ai contratti commerciali o d’impresa. Fino alla prima metà del Novecento la categoria dei contratti commerciali individuava i contratti nei quali interveniva un «commerciante» e che, di conseguenza, erano disciplinati dal codice di commercio. La distinzione tra contratti civili e contratti commerciali dunque non si basava sul tipo di contratto, ma sulla circostanza che almeno uno dei contraenti fosse un operatore economico professionale. esempio Accanto a una compravendita “civile” tra soggetti privati, regolata dal diritto civile, vi era anche una compravendita “commerciale” che interveniva tra commercianti, o tra un commerciante e un privato, ed era regolata dalle norme del diritto commerciale, più agili e più adatte alle esigenze della nuova classe borghese.
contratti commerciali
secondo il codice di commercio
contratti nei quali interveniva un commerciante
secondo il codice civile
contratti utilizzati prevalentemente dagli imprenditori
È importante sottolineare, al riguardo, che i contratti cosiddetti commerciali: • non comprendono tutti i contratti che può stipulare un imprenditore; • in prevalenza sono contratti normalmente commerciali, nel senso che di solito vengono conclusi con l’intervento di uno o più imprenditori, ma possono essere conclusi anche tra soggetti che non esercitano un’attività economica; • soltanto in parte sono contratti necessariamente commerciali, nel senso che richiedono che almeno uno dei contraenti sia un imprenditore. esempio Un imprenditore può concludere anche un contratto di vendita o di locazione, che non sono contratti commerciali; un contratto di trasporto, che è un contratto commerciale, può essere concluso con un imprenditore o tra due soggetti non imprenditori; i contratti bancari e assicurativi richiedono sempre la presenza di un imprenditore (la banca o l’impresa di assicurazioni).
In questa unità studieremo i contratti che hanno come oggetto la fornitura di beni e/o servizi.
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La somministrazione
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1 I contratti di fornitura di beni e servizi
Il codice civile vigente, invece, ha unificato la materia del diritto privato e ha disciplinato in modo sostanzialmente uniforme tutti i contratti, indipendentemente dalla qualità professionale o meno di coloro che vi prendono parte. La categoria dei contratti “commerciali”, pur avendo perso il suo fondamento normativo, conserva un valore descrittivo, in quanto consente di individuare i contratti che vengono utilizzati più frequentemente dagli imprenditori nell’esercizio della loro attività.
ilcaso • In un contratto di fornitura mensile di gasolio a un condominio da parte di un’impresa non è stato stabilito l’ammontare della fornitura. In caso di contrasto, in che modo viene determinata la quantità di gasolio che deve essere fornita al condominio? Un contratto di uso abbastanza frequente è la somministrazione (artt. 1559 ss.).
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In che cosa consiste il contratto di somministrazione? Somministrazione
La somministrazione è il contratto con il quale una parte (somministrante) si obbliga, in cambio di una somma di denaro, a eseguire prestazioni periodiche o continuative di alcune cose a favore dell’altra parte (somministrato). esempio È una somministrazione il contratto di fornitura di pane a un ristorante da parte di un fornaio o di materiale sanitario a un ospedale da parte di un’impresa.
somministrazione
esecuzione di prestazioni periodiche o continuative di cose
Nel contratto di somministrazione assumono particolare importanza due aspetti: l’ammontare della prestazione dovuta e le modalità di pagamento del corrispettivo.
Entità della somministrazione
In che modo viene stabilito l’ammontare della somministrazione? L’entità o quantità della somministrazione può essere determinata: • nel suo preciso ammontare; • in un limite minimo e massimo e, in questo caso, è il somministrato che può stabilire di volta in volta, entro tali limiti, la quantità di cui ha bisogno.
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Quando nel contratto non è stata determinata la sua entità, la somministrazione si intende pattuita per una prestazione corrispondente al fabbisogno normale del somministrato al momento della conclusione del contratto (art. 15601, 2).
lasoluzione • La quantità di gasolio che deve essere consegnata dall’impresa corrisponde a
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quella di cui può avere mediamente bisogno il condominio.
Pagamento del corrispettivo
Come avviene il pagamento del corrispettivo nella somministrazione? In mancanza di una diversa indicazione nel contratto, il somministrato deve pagare il corrispettivo della somministrazione (art. 1562): • al momento dell’esecuzione delle singole prestazioni, in proporzione di volta in volta al loro ammontare, quando la fornitura è periodica; • secondo le scadenze d’uso, quando la fornitura è continuativa. esempio Se non è stato fissato espressamente un termine per il pagamento, il corrispettivo di un contratto di somministrazione di acqua minerale a un bar deve essere pagato ogni volta che viene eseguita una consegna; in mancanza di un’indicazione nel contratto, invece, in un contratto di fornitura di acqua potabile il pagamento del prezzo deve essere effettuato nel termine previsto dagli usi.
entità della prestazione
• nella misura indicata nel contratto (nel suo preciso ammontare o in un limite minimo e massimo) • in relazione al normale fabbisogno del somministrato (se non è determinata nel contratto)
somministrazione pagamento del prezzo
Patto di esclusiva
• al momento dell’esecuzione delle singole prestazioni (se le prestazioni sono periodiche) • secondo le scadenze d’uso (se le prestazioni sono continuative)
Nella somministrazione può essere previsto un patto di esclusiva? Nella somministrazione può essere previsto un patto di esclusiva relativo a una zona determinata, con il quale il somministrante si impegna a eseguire le prestazioni oggetto della fornitura soltanto a favore del somministrato e il somministrato, a sua volta, si impegna a ricevere le prestazioni soltanto dal somministrante (artt. 1567, 1568). esempio Un laboratorio artigianale può impegnarsi a fornire i propri prodotti di pasticceria soltanto a un determinato negozio.
Recesso dal contratto
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Se la somministrazione è stata stabilita a tempo indeterminato, cioè senza un termine finale, ciascuna parte può esercitare in qualsiasi momento il diritto di recesso dal contratto (con l’obbligo di darne tempestivamente il preavviso all’altra parte; art. 1569).
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Contratto di somministrazione Compila il documento proposto con dati a tua scelta
Descrizione dell’utenza
alla .............................................., con sede a ............................................ in ............................. n. ...., di seguito indicata semplicemente come “Società”, la fornitura dell’acqua dichiarando le seguenti condizioni di utilizzo: a) appartamenti: n. 1, sito a ............................., in via ............................. n. ....; b) uso: abitazione; c) scarichi idrici: di tipo civile confluenti nelle pubbliche fognature. L’utente accetta sin d’ora le seguenti condizioni.
Obblighi dell’utente
1. Si impegna a comunicare alla Società, entro ....................., qualsiasi modifica rispetto a quanto dichiarato sull’utilizzo e recapito finale dell’acqua.
Accettazione delle condizioni generali
2. Dichiara di accettare e osservare tutte le norme che regolano la fornitura dell’acqua, il regolamento di distribuzione e fornitura, il regolamento degli scarichi fognari immessi in pubblica fornitura, nonché tutte le presenti clausole e condizioni. 3. Si impegna a inviare, su conforme invito (scheda di lettura) e nel termine richiesto dalla Società, la lettura del contatore. In difetto la Società si riserva di rilevare il valore della lettura con proprio personale o di determinarlo induttivamente. 4. Dichiara di avere ricevuto dalla Società copia dei regolamenti vigenti e delle norme integrative e di averne preso visione.
Cauzione
5. Versa come cauzione per il pagamento dei canoni dovuti la somma di .......... (..........) euro non produttiva di interessi; tale somma verrà restituita all’utente alla scadenza del contratto, subordinatamente all’esatta osservanza degli obblighi contenuti nel presente contratto. Firmato ............................. (l’utente)
Accettazione delle clausole vessatorie
Dichiaro di accettare espressamente, ai sensi e per gli effetti dell’art. 1341 del codice civile, gli artt. 11 (durata e disdetta del contratto), 12 e 13 (tariffe di vendita e pagamenti), 24 (contestazioni giudiziarie) del regolamento per la distribuzione dell’acqua. Firmato ............................. (l’utente) La Società, vista la documentazione presentata dal richiedente il servizio a norma delle leggi vigenti, accetta di somministrare l’acqua per gli usi sopra specificati. Luogo e data .............................
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1 I contratti di fornitura di beni e servizi
Generalità dell’utente
Il sig. .............................................., nato a ............................. il ...................... e residente a ............................................. in ..................................... n. ...., con documento di identificazione carta d’identità n. .............. rilasciata dal Comune di ......................, cod. fisc. ............................., di seguito indicato come “utente”, chiede
Firmato (il direttore) ...............................
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un commerciante stipula un contratto di fornitura di abbigliamento per bambini con l’impresa Young e poco dopo conclude un accordo analogo con l’impresa concorrente Bimbo&bimbi, che produce abiti per bambini, ma il titolare dell’impresa Young ritiene che il suo comportamento costituisca una violazione degli obblighi contrattuali. Il titolare dell’impresa Young cita in giudizio il commerciante e chiede al tribunale di condannarlo a risarcire i danni.
La tesi del convenuto Nel contratto che è stato concluso non è stato previsto un obbligo di esclusiva a carico delle parti e quindi in base alla legge il convenuto, in mancanza di una diversa indicazione nel contratto di fornitura, non è obbligato a vendere esclusivamente capi di abbigliamento per bambini prodotti dall’attore.
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La tesi dell’attore Il contratto che è stato concluso comporta, in considerazione del segmento particolare di mercato al quale si riferisce, un obbligo di esclusiva a carico del convenuto, che non può mettere in vendita nello stesso esercizio commerciale capi di abbigliamento prodotti da imprese concorrenti dell’attore.
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L’appalto
ilcaso • Una cooperativa assume l’incarico di pulire gli uffici di una banca ma, a causa della malattia di alcuni dipendenti, non è in grado di effettuare le pulizie. La cooperativa è responsabile nei confronti della banca per l’inadempimento dell’obbligazione assunta? Un altro contratto di fornitura di beni o servizi è l’appalto (artt. 1655 ss.).
In che cosa consiste il contratto di appalto? Appalto
L’appalto è il contratto con il quale una parte (appaltatore) assume l’obbligo verso l’altra parte (appaltante o committente) di compiere un’opera o un servizio, in cambio di un corrispettivo, con organizzazione propria e a proprio rischio. esempio Un imprenditore si impegna con il proprietario di un terreno a costruire una villa o una società assume la gestione del deposito bagagli in una stazione ferroviaria.
Organizzazione e rischio
Quali elementi caratterizzano la figura dell’appaltatore? Dal punto di vista giuridico la figura dell’appaltatore è caratterizzata da due elementi: • l’organizzazione dei fattori produttivi (il capitale, i lavoratori, i materiali ecc.; art. 1658) necessari per realizzare l’opera o per eseguire il servizio; • l’assunzione del rischio di non riuscire a compiere l’opera o il servizio (rischio materiale) e a coprire i costi con i ricavi (rischio economico). L’elemento dell’organizzazione distingue il contratto di appalto dal contratto d’opera [❯ m4 u1], nel quale una parte si obbliga a eseguire un’opera o un servizio con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione (art. 2222). esempio Un’impresa che assume l’incarico di progettare e realizzare gli impianti idraulici di un edificio conclude un contratto di appalto, mentre un idraulico che si impegna a riparare un rubinetto conclude un contratto d’opera.
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L’appaltatore assume un’obbligazione di risultato perché è responsabile in ogni caso, salvo che provi l’esistenza di un caso fortuito o di forza maggiore, se non riesce a fare ottenere al committente il risultato previsto, cioè l’opera o il servizio.
lasoluzione • La cooperativa è responsabile nei confronti della banca per la mancata pulizia degli uffici, in quanto nel caso in esame non ricorre un caso fortuito o di forza maggiore. esecuzione di un’opera o di un servizio con propria organizzazione e a proprio rischio
appalto
Divieto di subappalto
L’appaltatore può dare a sua volta in appalto l’opera o il servizio? L’appalto è un contratto personale, in quanto si basa sulla fiducia del committente nella persona e nell’organizzazione dell’appaltatore (per quanto riguarda le capacità tecniche, l’efficienza, la qualità dei beni o servizi ecc.). L’appaltatore pertanto deve eseguire personalmente l’opera o il servizio oggetto del contratto e, se non è stato autorizzato dal committente, non può appaltarne a sua volta l’esecuzione ad altre persone (divieto di subappalto; art. 1656). esempio Un’impresa, che ha stipulato un contratto d’appalto per la gestione di una mensa universitaria, non può dare in subappalto la gestione a un’altra impresa senza il consenso dell’Università.
esempio Nella realizzazione dell’impianto di un appartamento un elettricista deve rispettare le regole tecniche e la normativa vigente.
Variazioni del progetto
• può apportare variazioni al progetto, o alle istruzioni ricevute, soltanto con l’auto-
rizzazione scritta del committente o quando siano necessarie per eseguire l’opera a regola d’arte (artt. 1659, 1660).
esempio Un’impresa edile, che ha concluso un contratto di appalto con una società sportiva per la costruzione di una palestra, può eseguire alcune varianti alle fondamenta della struttura se accerta che il terreno sul quale deve essere costruito l’impianto sportivo è poco sicuro dal punto di vista idro-geologico.
subappalto
è vietato (salvo autorizzazione del committente)
esecuzione dell’opera
a regola d’arte
appalto
Poteri del committente
Il committente invece può decidere di variare il progetto in qualsiasi momento, a condizione che le variazioni non superino un sesto del prezzo concordato, ma è obbligato a corrispondere un compenso all’appaltatore per i lavori in più (art. 1661). Il committente inoltre ha un diritto di controllo, in quanto può sorvegliare lo svolgimento dei lavori, anche attraverso una persona di fiducia, e verificarne in ogni momento lo stato a proprie spese (art. 1662).
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1 I contratti di fornitura di beni e servizi
Esecuzione dell’opera
Quali sono gli obblighi e i diritti dell’appaltatore? In base alla legge l’appaltatore: • ha l’obbligo di eseguire l’opera a regola d’arte, rispettando le modalità e i termini stabiliti nel contratto, che di solito viene stipulato con un atto scritto (chiamato capitolato d’appalto);
esempio Un Comune, che ha incaricato un’impresa di realizzare un parco, può fare controllare l’esecuzione dei lavori da un proprio tecnico.
appaltatore
solo con un’autorizzazione scritta o se sono necessarie per l’esecuzione dell’opera a regola d’arte
committente
in qualsiasi momento (salvo pagamento di un supplemento)
variazioni del progetto
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Ammontare del corrispettivo
In che modo può essere determinato il corrispettivo dell’appalto? Il corrispettivo del contratto di appalto può essere: • a corpo, o a forfait, quando viene fissato globalmente per l’intera opera o per l’intero servizio; • a misura, quando viene stabilito in proporzione a una determinata unità di misura oppure alla quantità del lavoro e dei materiali impiegati. esempio È a corpo un compenso di 30.000 euro all’anno per un servizio di vigilanza notturna, mentre è a misura un compenso di 100 euro a infisso per la tinteggiatura di alcune finestre.
In assenza di indicazioni nel contratto, si applica il corrispettivo risultante dalle tariffe professionali o dagli usi o, in mancanza, il corrispettivo deciso dal giudice (art. 1657). Revisione del corrispettivo
Se il costo dei materiali o della manodopera aumenta o diminuisce, a causa di circostanze imprevedibili, ciascuna parte può chiedere la revisione del prezzo concordato: la revisione, però, è consentita soltanto quando la variazione dei costi è superiore a un decimo del prezzo complessivo e per la differenza che supera il 10% (art. 1664).
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esempio Se è stato stabilito un corrispettivo di 15.000 euro per la realizzazione di un intervento edilizio e, a causa di un aumento improvviso del costo delle importazioni, il costo di alcuni prodotti semilavorati passa da 5.000 euro a 9.000 euro con un aumento di 4.000 euro, l’appaltatore può pretendere la revisione del prezzo, ma solamente per la parte (2.500 euro) che supera il 10% del prezzo complessivo.
Collaudo dell’opera
Salvo accordi o usi diversi il committente deve pagare il corrispettivo subito dopo l’accettazione dell’opera, che di solito è preceduta dalla verifica o collaudo (art. 1665). esempio Un imprenditore che gestisce una pescheria procede al collaudo dell’impianto di refrigerazione delle celle frigorifere che ha dato in appalto a una azienda specializzata.
3 Garanzie per difformità o vizi
Quali garanzie deve dare l’appaltatore al committente? L’appaltatore deve garantire al committente che l’opera che ha realizzato non presenta difformità rispetto al progetto concordato dalle parti o vizi, cioè difetti o anomalie. esempio Un artigiano, che ha assunto l’incarico di realizzare l’impianto elettrico di un edificio, lo deve fare in modo conforme al progetto concordato con il committente (per quanto riguarda il numero e il tipo delle prese di corrente, la predisposizione dei punti-luce, i dispositivi antifurto ecc.) e a regola d’arte (con la messa a terra e il rispetto delle norme di legge in materia di sicurezza).
Perdita della garanzia
Il committente, tuttavia, decade dalla garanzia in caso di (art. 1667): • accettazione dell’opera se, quando l’ha accettata, era o avrebbe dovuto essere a conoscenza delle difformità o dei vizi (a meno che l’appaltatore ne abbia taciuto l’esistenza in mala fede); • mancata denuncia delle difformità o dei vizi all’appaltatore entro sessanta giorni dalla scoperta (a meno che l’appaltatore ne abbia riconosciuto l’esistenza o li abbia nascosti intenzionalmente) o mancato esercizio dell’azione entro due anni dalla consegna dell’opera.
Contenuto della garanzia
Quando l’opera che è stata eseguita presenta difformità o difetti il committente, oltre al risarcimento dei danni nel caso di dolo o colpa, può chiedere a sua scelta: • l’eliminazione dei vizi o difetti a spese dell’appaltatore; • una riduzione del prezzo in misura proporzionale. Se le difformità o i vizi sono tali da rendere l’opera inidonea all’uso al quale è destinata, però, il committente può chiedere la risoluzione del contratto (art. 1668). contenuto
l’opera non deve presentare difformità o vizi
effetti
eliminazione delle difformità o dei vizi (oltre al risarcimento dei danni) o riduzione del prezzo
garanzie dell’appaltatore
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Contratto di appalto Compila il documento proposto con dati a tua scelta
Oggetto del contratto
1. Il .............................................. incarica l’.......................... di costruire un .........................., conforme al progetto dell’ing. ........................................... (che si allega al presente contratto), su un terreno di proprietà dello stesso ... .................................... e sito a .........................., in .............................. n. .....
Corrispettivo del contratto
2. Il prezzo dell’opera viene determinato complessivamente in euro ................. (........................) da versarsi come segue: – il .....% al momento della firma del presente contratto; – il .....% al momento del completamento delle fondazioni; – il .....% al momento del completamento della copertura; – il .....% al momento della consegna dell’opera.
Termine di esecuzione e clausola penale
3. L’opera dovrà essere conclusa entro e non oltre ....... (.........) mesi dalla data della sottoscrizione del presente contratto; nel caso di ritardo nella consegna, le parti stabiliscono una penale a carico dell’......................., da detrarsi dal saldo finale del prezzo dovuto, nella misura di euro ....... (..................) al giorno.
Autorizzazione del subappalto
4. Il ....................... autorizza il subappalto totale o parziale dell’opera, da parte dell’......................., che rimarrà comunque responsabile nei confronti del ....................... per il rispetto delle clausole del presente contratto.
Esclusione della garanzia per vizi
5. Le parti stabiliscono espressamente l’esclusione della garanzia da parte dell’....................... nel caso di vizi della costruzione, salvo comunque il limite di cui all’art. 1229 del codice civile. 6. L’....................... si impegna a rispettare tutte le norme edilizie vigenti e si assume la responsabilità di eventuali danni causati, nell’esecuzione dei lavori, a cose o a persone.
Rinvio a norme di legge
7. Per quanto non è diversamente disposto nel presente contratto, le parti rinviano alle norme di legge vigenti e agli usi in materia.
Spese del contratto
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1 I contratti di fornitura di beni e servizi
Indicazione delle generalità delle parti
Tra i sottoscritti .............................................., nato a ........................ il ..................................... e ivi residente in ...................... n. ...., titolare dell’impresa ................................., di seguito indicato anche come committente e ..........................................................., nato a ................................... (..........) il .............................................. e residente a .................................... in ............... ............................... n. ...., nella sua qualità di legale rappresentante della ditta “..............................................”, iscritta nel registro delle imprese presso la Camera di commercio di ........................ al n. .................., di seguito indicato anche come appaltatore si conviene e si stipula quanto segue.
8. Le spese del presente contratto saranno divise a metà tra le parti. Luogo e data .......................
Firmato ....................... .......................
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Garanzia per gli edifici
Per i beni immobili sono previste garanzie particolari? Se l’appalto riguarda un edificio o un altro bene immobile, destinato per sua stessa natura a durare a lungo nel tempo, la garanzia prevista dalla legge è più ampia perché l’appaltatore è responsabile (art. 1669): • nel caso di rovina o evidente pericolo di rovina dell’opera, anche solo parziale, e di gravi difetti causati da un vizio del suolo o da un difetto della costruzione; • per dieci anni dal compimento dell’opera; • nei confronti non solo del committente ma anche dei suoi aventi causa, cioè di coloro che hanno acquistato diritti da lui a causa di morte o per atto tra vivi. La denuncia deve essere presentata, a pena di decadenza, entro un anno dalla scoperta del vizio e si prescrive se l’azione non viene esercitata entro un anno dalla denuncia. esempio L’appaltatore è responsabile anche verso gli eredi o verso l’acquirente ai quali il committente, rispettivamente, ha lasciato o ha venduto l’immobile.
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Recesso del committente
A quali condizioni il committente può recedere dal contratto? Il committente può recedere dal contratto in qualsiasi momento, anche dopo che ne è iniziata l’esecuzione, ma con l’obbligo di rimborsare all’appaltatore le spese sostenute, di pagargli i lavori già eseguiti e di risarcirlo per il mancato guadagno (art. 1671). esempio Se un circolo recede da un contratto di appalto, con il quale aveva affidato la gestione di una piscina a una impresa, è obbligato a risarcire all’altra parte le spese per l’acquisto di un sistema di controllo della temperatura dell’acqua e a rimborsarla per avere rinunciato ad altre occasioni di lavoro.
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Una figura particolare di appalto è l’appalto di opere pubbliche, che viene disciplinato da leggi speciali allo scopo di tutelare gli interessi collettivi.
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un’impresa edile conclude un contratto di appalto con un consorzio per la ristrutturazione di un edificio e, in corso d’opera, apporta alcune modifiche al progetto originario per adeguarlo agli obblighi imposti dalla nuova legge antisismica, ma il consorzio si rifiuta di rimborsare le spese relative perché sono state effettuate senza il suo consenso. L’imprenditore cita il consorzio davanti al tribunale chiedendo che venga condannato a rimborsare le spese effettuate. La tesi dell’attore L’appaltatore è obbligato, in base alla legge, a realizzare l’opera a regola d’arte: nel caso di cambiamento delle norme che impongono di rispettare determinati requisiti tecnici nello svolgimento della sua attività, pertanto, l’appaltatore deve apportare le variazioni che si rendano necessarie e ha diritto al rimborso delle spese relative. La tesi del convenuto L’appaltatore è obbligato a eseguire l’opera in modo conforme al progetto che è stato approvato dal com-
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mittente e può apportare variazioni soltanto con una preventiva autorizzazione scritta dello stesso committente: l’appaltatore, pertanto, non ha diritto di essere rimborsato delle spese che ha sostenuto per effettuare variazioni non autorizzate.
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Il trasporto
ilcaso • L’autista di un’impresa di trasporti, concessionaria in esclusiva di un mezzo di trasporto pubblico, non consente a una donna di colore di salire su un autobus. Il comportamento dell’autista è legittimo? Un altro contratto di prestazione di servizi è il contratto di trasporto (art. 1678).
In che cosa consiste il contratto di trasporto? Trasporto
Il contratto di trasporto è il contratto con il quale una parte (vettore) si obbliga nei confronti dell’altra parte (viaggiatore o mittente), in cambio di un corrispettivo, a trasferire persone o cose da un luogo a un altro. esempio Concludiamo un contratto di trasporto quando viaggiamo in treno o in autobus o saliamo su un taxi e quando spediamo un pacco.
Servizio pubblico di linea
Secondo il mezzo utilizzato, il trasporto può essere per terra, per acqua o per aria: mentre il trasporto terrestre è disciplinato dal codice civile (a esclusione del trasporto ferroviario, che è regolato da alcune leggi speciali), il trasporto marittimo, lacustre o fluviale e quello aereo sono disciplinati dal codice della navigazione.
Quali obblighi ha l’imprenditore che gestisce un servizio di trasporto di linea? Quando un servizio di trasporto viene effettuato con orari e percorsi prestabiliti da un soggetto pubblico, o da un soggetto privato in base a una concessione amministrativa, costituisce un servizio pubblico di linea. In questo caso, se opera in condizioni di monopolio legale (in quanto è l’unico soggetto che può fornire quel servizio), l’impresa di trasporti ha (art. 1679): • l’obbligo di contrarre, perché deve accettare tutte le richieste di trasporto compatibili con i mezzi ordinari dell’impresa; • l’obbligo di garantire la parità di trattamento, in quanto deve applicare le medesime condizioni contrattuali a tutti gli utenti e non deve fare discriminazioni.
trasporto
trasferimento di persone o cose da un luogo a un altro
lasoluzione • Il comportamento dell’autista non è legittimo, in quanto ha l’obbligo di applicare le stesse condizioni contrattuali a ogni utente, senza alcuna discriminazione.
Trasporto di persone
Responsabilità del vettore
La prima figura di contratto di trasporto che dobbiamo esaminare è il trasporto di persone (si pensi, per esempio, al pullman che trasporta gli studenti in gita scolastica).
Quali responsabilità ha il vettore nel trasporto di persone? Nel trasporto di persone il vettore è responsabile nei confronti del viaggiatore: • per i sinistri o incidenti che colpiscano la persona del viaggiatore; • per la perdita o per l’avaria, cioè il danneggiamento, delle cose che il viaggiatore porta con sé durante il viaggio.
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1 I contratti di fornitura di beni e servizi
Tipi di trasporto
esempio Un taxista deve risarcire i danni subiti da un cliente e dai suoi bagagli a causa di un incidente che si è verificato durante il trasporto.
Presunzione di colpa
Per tutelare il viaggiatore la legge stabilisce una presunzione relativa di colpa a carico del vettore, che però può liberarsi dall’obbligo del risarcimento se riesce a provare di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno (art. 16811).
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esempio Il taxista coinvolto in un incidente deve dimostrare di avere osservato le norme in materia di circolazione stradale, di avere fatto eseguire da un meccanico la manutenzione del veicolo, di avere preso tutte le precauzioni possibili, di avere rispettato la distanza di sicurezza ecc.
Clausole di limitazione della responsabilità
Le parti possono inserire nel contratto una clausola di limitazione della responsabilità del vettore per gli eventuali danni alle cose trasportate. Sono nulle invece, perché l’integrità fisica di una persona è un bene indisponibile, le clausole dirette a escludere o a limitare la responsabilità del vettore per gli eventuali danni alla persona del viaggiatore (art. 16812). esempio In un contratto di trasporto può essere previsto un “massimale” del risarcimento per il furto dei bagagli, ma non per le lesioni delle persone trasportate.
Trasporto gratuito
In che cosa consiste il trasporto gratuito? Viene qualificato come un contratto, con la conseguente applicazione delle norme sulla responsabilità contrattuale del vettore, anche il trasporto gratuito, che viene compiuto da una persona per un proprio interesse ma senza chiedere un corrispettivo. esempio È gratuito il trasporto dei propri clienti all’aeroporto o sulle piste da sci da parte di un albergatore.
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Trasporto di cortesia
… e il trasporto di cortesia? Dal contratto di trasporto gratuito si distingue il trasporto di cortesia, che viene compiuto in modo del tutto disinteressato da una persona e che non viene considerato come un vero e proprio contratto. esempio È di cortesia il trasporto di un automobilista che dà un passaggio a un autostoppista o di un impiegato che accompagna una collega al lavoro.
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Nel trasporto di cortesia, pertanto, colui che effettua il trasporto ha una responsabilità extracontrattuale per gli eventuali danni causati alle persone trasportate (artt. 2043 ss.); anche in questo caso, però, il guidatore è obbligato a risarcire i danni, a meno che non riesca a dare la prova di avere fatto tutto il possibile per evitare il danno (art. 20541). trasporto di persone
Trasporto di cose
vettore
responsabilità
• danni ai viaggiatori • perdita o deterioramento delle cose dei viaggiatori
salvo prova liberatoria
adozione di tutte le misure idonee
In che cosa consiste il trasporto di cose? Il contratto di trasporto di cose è concluso tra il vettore, che si impegna a eseguire il trasporto, e il mittente, che gli affida l’incarico di effettuare il trasporto, ma produce effetti giuridici a favore del destinatario, cioè di un terzo indicato nel contratto al quale devono essere consegnate le cose trasportate. Il mittente ha l’obbligo di indicare con esattezza al vettore tutti gli elementi necessari per potere eseguire il trasporto (art. 1683). esempio Il mittente deve indicare il nome del destinatario e il luogo della consegna, le caratteristiche delle cose da trasportare, le avvertenze relative al trasporto ecc.
Documenti delle merci trasportate
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Quali sono i documenti relativi al trasporto di merci e quale funzione svolgono? A richiesta del vettore il mittente ha l’obbligo di compilare e sottoscrivere una lettera di vettura, che deve contenere le indicazioni e le condizioni del trasporto; a sua volta il vettore deve consegnare al mittente, se lo richiede, un duplicato della lettera di vettura o, se non è stata emessa la lettera di vettura, una ricevuta di carico (art. 1684). Il duplicato della lettera di vettura e la ricevuta di carico sono documenti rappresentativi delle merci: attraverso il trasferimento di questi titoli, pertanto, è possibile trasferire ad altre persone i diritti sulle cose oggetto del contratto di trasporto (cosiddetta vendita su documenti; artt. 1527 ss.).
esempio Il mittente può cedere ad altri i diritti derivanti dal contratto di trasporto attraverso una semplice girata del duplicato della lettera di vettura o della ricevuta di carico.
Diritti del destinatario e del mittente
Quali sono i diritti del destinatario e del mittente? Il destinatario acquista i diritti sulle cose che vengono trasportate dal momento in cui, dopo che sono arrivate a destinazione o che è scaduto il termine entro il quale sarebbero dovute arrivare a destinazione, richiede al vettore la consegna delle cose. Fino a questo momento, pertanto, il mittente può revocare l’ordine dato al vettore e pretendere, salvo l’obbligo di rimborsare le spese sostenute e di risarcire gli eventuali danni, la restituzione delle cose o la consegna a un’altra persona (artt. 1685, 16891). esempio Il mittente può revocare l’ordine di consegna delle merci perché l’assegno, con il quale il destinatario ha pagato le merci, è risultato scoperto.
Responsabilità del vettore
Per quali avvenimenti è responsabile il vettore? Dal momento in cui riceve le merci dal mittente, e fino al momento in cui le consegna al destinatario, il vettore è responsabile per l’eventuale perdita o avaria delle cose. Il vettore tuttavia non è obbligato a risarcire i danni se prova che la perdita o l’avaria sono dovute a un caso fortuito, alla natura o ai vizi delle cose o del loro imballaggio oppure a un fatto imputabile al mittente o al destinatario (art. 1693). trasporto di cose
vettore
u salvo prova liberatoria
caso fortuito
iu i r un
iorno
natura o vizi delle cose
natura o vizi dell’imballaggio
fatto del mittente o del destinatario
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un’impresa di trasporti conclude un contratto avente come oggetto la consegna dei prodotti surgelati di un’impresa alimentare ma, a causa del difettoso funzionamento dell’impianto di refrigerazione di alcuni vecchi autocarri, una parte dei prodotti viene deteriorata durante il trasporto e l’impresa di trasporti si rifiuta di pagarne il valore. L’impresa alimentare allora cita in giudizio l’impresa di trasporti chiedendo il risarcimento dei danni subiti.
La tesi della convenuta Il vettore non è responsabile se l’avaria è dovuta a un evento fortuito e, nel caso in esame, il difettoso funzionamento dell’impianto di refrigerazione non era prevedibile o evitabile: il vettore, quindi, non è tenuto a risarcire i danni in quanto le merci sono state danneggiate per una causa a lui non imputabile.
1 I contratti di fornitura di beni e servizi
responsabilità
perdita o avaria delle cose trasportate
La tesi dell’attrice In base alla legge nel trasporto di cose il vettore è responsabile verso il mittente nel caso di avaria delle cose trasportate e quindi l’impresa di trasporti è obbligata a risarcire i danni subiti dall’impresa alimentare, in quanto i prodotti sono stati irrimediabilmente danneggiati durante il trasporto per una causa imputabile al vettore.
265
5
Il deposito
ilcaso • Al momento del ritiro di una valigia, che è stata consegnata all’albergatore prima della partenza, un turista si rifiuta di pagare il corrispettivo richiesto dall’albergatore, sostenendo che il deposito è gratuito. La pretesa del turista è fondata dal punto di vista giuridico? Nei contratti di fornitura di servizi rientra anche il deposito (art. 1766), che svolge la funzione economica di garantire la custodia temporanea di una cosa.
In che cosa consiste il contratto di deposito? Deposito
Il deposito è il contratto con il quale una parte (depositario) riceve una cosa mobile dall’altra parte (depositante) e si obbliga a custodirla e restituirla in natura. esempio Dà luogo alla stipulazione di un contratto di deposito la consegna di pelliccia al guardaroba di un teatro o di un casco all’addetto di una discoteca.
m
deposito
3
Caratteri del contratto
custodia di cose mobili
Il deposito è un contratto reale e a effetti soltanto obbligatori, perché si perfeziona solamente con la consegna materiale della cosa e non produce il trasferimento della proprietà o di un altro diritto reale. Inoltre il deposito fino a prova contraria è un contratto gratuito, in quanto si presume gratuito a meno che dalla qualità del soggetto che riceve in consegna le cose o da altre circostanze non si debba desumere una diversa volontà delle parti (art. 1767). esempio È gratuito il deposito di una bicicletta nel garage di un amico, mentre è oneroso il posteggio di un’automobile in un’autorimessa custodita.
lasoluzione • La pretesa del turista è fondata in quanto, trattandosi di un deposito di cortesia, è un contratto a titolo gratuito e non oneroso.
Obblighi del depositario
Quali obblighi ha colui che ha ricevuto in deposito le cose? In base alla legge, il depositario ha l’obbligo di: • custodire le cose con la diligenza normale (ma nel deposito gratuito la responsabilità per colpa del depositario è valutata con minore rigore; art. 17682); • non utilizzare o dare in deposito le cose ad altre persone, senza il consenso del depositante (art. 17701); • restituire le cose non appena colui che le ha depositate lo richiede, se nel contratto non è stato stabilito un termine a favore del depositario (art. 17711). esempio Il titolare di un parcheggio custodito deve restituire l’automobile quando gli viene richiesto dalla persona che gli ha consegnato l’autovettura.
Responsabilità del depositario
Inoltre il depositario è responsabile per la perdita della cosa se non prova, denunciandolo subito al depositante, che è dovuta a un fatto a lui non imputabile (art. 1780). obblighi
deposito
depositario
responsabilità
266
• custodia • divieto di utilizzazione • restituzione
perdita delle cose in custodia
Dal deposito in senso stretto si distingue il cosiddetto deposito irregolare (art. 1782), che ha come oggetto una somma di denaro o altri beni fungibili.
Che cosa è il deposito irregolare e in che cosa si distingue da quello regolare?
Trasferimento della proprietà
Nel deposito irregolare il depositario acquista la proprietà delle cose che gli vengono consegnate e deve restituire altrettante cose dello stesso genere e qualità. Il deposito irregolare è un contratto reale e a effetti reali, perché produce un duplice trasferimento della proprietà: prima dal depositante al depositario, al momento della conclusione del contratto, e poi dal depositario al depositante alla scadenza. Mentre il deposito regolare svolge una funzione di custodia per il depositante, il deposito irregolare svolge soprattutto una funzione di finanziamento per il depositario, che può disporre del denaro o delle cose fungibili che gli vengono consegnate. Nel deposito in esame pertanto, a differenza del deposito regolare, il compenso è dovuto dal depositario e non dal depositante. La figura più importante di deposito irregolare è il deposito bancario (artt. 1834 ss.). deposito irregolare
• ha come oggetto denaro o beni fungibili • produce il trasferimento della proprietà
Una contratto di deposito particolare, nel quale il depositario è necessariamente un imprenditore, è il deposito in albergo.
Responsabilità dell’albergatore
In che modo è disciplinata la responsabilità dell’albergatore per le cose dei clienti? L’albergatore è responsabile in caso di deterioramento, distruzione o sottrazione delle cose portate nell’albergo dal cliente, ma può liberarsi da tale responsabilità dimostrando che sono dovuti a un fatto dello stesso cliente o delle persone che lo accompagnano, a una causa di forza maggiore oppure alla natura delle cose (art. 1785). esempio Il titolare dell’albergo può provare che il danneggiamento del vestito di una cliente non è dovuto al difettoso funzionamento di un ferro da stiro in camera ma alla disattenzione della stessa cliente, che ha lasciato inavvertitamente acceso il ferro da stiro mentre era impegnata al telefono.
Limitazione della responsabilità
Sono consentite clausole di limitazione della responsabilità dell’albergatore? La responsabilità dell’albergatore è una ipotesi di responsabilità oggettiva perché l’albergatore è sempre responsabile, anche se da parte sua non vi è stata alcuna colpa, per il rischio d’impresa che assume per l’attività esercitata. Di regola però la legge, per non esporre l’albergatore al rischio di risarcimenti eccessivi o del tutto sproporzionati, limita la sua responsabilità a una somma massima uguale a cento volte il prezzo giornaliero dell’alloggio (art. 1783). esempio Se una cliente subisce il furto di una collana del valore di alcune decine di migliaia di euro e il prezzo dell’alloggio è di 80 euro al giorno, l’albergatore è obbligato a risarcire soltanto 8.000 euro.
Responsabilità illimitata
In quali casi l’albergatore ha una responsabilità illimitata? La limitazione della responsabilità non si applica, e quindi l’albergatore risponde illimitatamente nei confronti dei clienti, nei seguenti casi: • per le cose che sono state consegnate all’albergatore o che l’albergatore ha rifiutato di ricevere in custodia pur essendovi obbligato per legge (in quanto si trattava di carte di credito, di denaro contante oppure di altri oggetti non ingombranti o pericolosi e di valore non eccessivo; art. 1784); • quando il deterioramento, la distruzione o la sottrazione delle cose del cliente sono imputabili a una colpa dell’albergatore o dei suoi familiari o ausiliari (art. 1785 bis).
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1 I contratti di fornitura di beni e servizi
Deposito irregolare
267
esempio L’albergatore è responsabile illimitatamente se un dipendente dell’albergo lascia incustodite le valigie che gli sono state affidate da un cliente e le valigie vengono rubate da alcuni sconosciuti.
La responsabilità dell’albergatore è prevista da norme inderogabili, a tutela dei clienti, e quindi sono nulli i patti o le dichiarazioni diretti a escluderla o a limitarla preventivamente (art. 1785 quater). Infine la medesima disciplina del deposito in albergo si applica anche, in base alla legge, al deposito in stabilimenti o locali assimilati agli alberghi (art. 1786). esempio Sono responsabili per il deterioramento, la distruzione e la sottrazione delle cose dei clienti anche i titolari di case di cura, stabilimenti di pubblici spettacoli o balneari, pensioni, trattorie, carrozze-letto e simili.
deposito in albergo
albergatore
perdita, deterioramento o sottrazione delle cose dei clienti
m
responsabilità
3 limitata
iu i r un
iorno
• cose consegnate all’albergatore • fatto imputabile all’albergatore o ai suoi dipendenti
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un collezionista straniero viene derubato in un albergo di un prezioso dipinto antico, acquistato a un’asta a un prezzo di quasi un milione di euro, che il titolare dell’albergo dove alloggia si è rifiutato di prendere in consegna sostenendo di non avere un locale adeguato per garantirne la custodia. Il collezionista cita in giudizio l’albergatore e chiede al tribunale di condannarlo a risarcire il valore del dipinto. La tesi dell’attore L’albergatore, che di solito ha una responsabilità limitata per la perdita o la sottrazione delle cose portate dai suoi clienti all’interno dell’albergo, assume una responsabilità illimitata se si rifiuta di custodirle e, nel caso in esame, l’albergatore non ha accettato di ricevere in consegna il dipinto. La tesi del convenuto L’albergatore è tenuto a risarcire i danni subiti dal cliente a causa del furto all’interno dell’albergo,
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illimitata
ma soltanto nella misura massima di cento volte il prezzo giornaliero dell’alloggio, perché il suo rifiuto di prendere in consegna il prezioso dipinto è stato legittimo, in quanto si trattava di un bene di valore molto elevato.
6
Il factoring, il franchising e il leasing
ilcaso • Un commerciante di elettrodomestici cede a una società finanziaria i suoi crediti nei confronti di alcuni clienti, ammontanti complessivamente a 55.000 euro, per il corrispettivo di 50.000 euro. Se in seguito i clienti non pagano, fino a che limite è responsabile il commerciante? Due contratti che sono stati disciplinati da leggi speciali, per la loro diffusione di fatto, sono il factoring (l. 21 febbraio 1991, n. 52) e il franchising (l. 6 maggio 2004, n. 129).
In che cosa consiste il contratto di factoring? Il factoring è il contratto con il quale un imprenditore (cedente) cede i crediti derivanti dall’esercizio della sua attività a un altro imprenditore (cessionario o factor), in cambio di una somma di denaro.
Funzione economica
Dal punto di vista economico il contratto in esame è utile: • per il cedente, in quanto gli consente di ottenere un finanziamento e di semplificare la gestione dei crediti, perché la riscossione viene svolta dal cessionario; • per il cessionario, perché dall’importo del credito anticipato viene detratta una somma che, oltre all’interesse per il finanziamento concesso, comprende anche una commissione per il rischio assunto e per le spese sostenute.
Impresa di factoring
Chi può concludere un contratto di factoring? In base alla legge l’attività di cessione dei crediti commerciali può essere esercitata soltanto da un’impresa di factoring, che deve essere una banca o un altro intermediario finanziario, disciplinato dal testo unico in materia di intermediazione finanziaria e avente come oggetto sociale l’attività di acquisto di crediti d’impresa. I crediti che non derivano dall’esercizio di un’attività commerciale possono essere ceduti ad altri soggetti, ma queste cessioni sono regolate dalle disposizioni del codice civile in materia di cessione dei crediti (art. 12 l. cit.). esempio Un imprenditore può cedere un credito nei confronti di un parente per una somma di denaro che gli è dovuta come conguaglio in seguito a una divisione ereditaria.
Effetti della cessione dei crediti
Qual effetti giuridici produce la cessione dei crediti commerciali? La cessione del credito realizzata mediante un contratto di factoring, che può avere come oggetto singoli crediti del cedente o tutti i suoi crediti (anche futuri; art. 3 l. cit.), si intende «salvo buon fine» o pro solvendo. In altri termini, il cedente è responsabile dell’adempimento da parte del debitore ceduto, se il cessionario non rinuncia in tutto o in parte a questa garanzia, ma soltanto nei limiti del corrispettivo che ha ricevuto (art. 4 l. cit.).
lasoluzione • Salvo una diversa disposizione contenuta nel contratto di factoring, il commer-
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1 I contratti di fornitura di beni e servizi
Factoring
ciante è responsabile nei confronti della finanziaria per l’inadempimento da parte dei debitori, ma soltanto fino al limite di 50.000 euro.
Durata del contratto
Se ha come oggetto la cessione di tutti i crediti futuri di una impresa, il factoring non può avere una durata superiore a ventiquattro mesi (art. 3 l. cit.). Il contratto però può contenere una clausola di rinnovazione tacita nel caso di mancata disdetta alla scadenza, entro un dato termine, da parte di uno dei contraenti.
Clausola di esclusiva
Di solito il contratto di factoring viene predisposto dal cessionario e prevede spesso una clausola di esclusiva a suo favore, con la quale il cedente si impegna a non cedere i propri crediti commerciali ad altre imprese di factoring.
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esempio Il contratto di factoring concluso tra la banca Alfa e l’impresa Beta può contenere una clausola in base alla quale «L’impresa Beta si impegna, a pena di risarcimento dei danni, a cedere tutti i propri crediti futuri alla banca Alfa».
Che cosa è il contratto di franchising? Franchising
Con il franchising, o contratto di affiliazione commerciale, un imprenditore (affiliante) inserisce un altro imprenditore (affiliato) in un sistema di distribuzione, in cambio di un corrispettivo. Il contratto in esame, oltre che nel settore della distribuzione commerciale, ha trovato numerose applicazioni anche nel settore dei servizi. esempio Sono spesso in franchising non soltanto le concessionarie di case automobilistiche, le stazioni di rifornimento di carburante e i grandi supermercati, ma anche alcune catene di ristoranti, alberghi, agenzie immobiliari, istituti linguistici ecc.
Funzione economica Documento Contratto di franchising
Quale funzione economica svolge il contratto in esame? Dal punto d vista economico, il contratto in esame è utile: • per l’affiliante, perché crea una rete autonoma di vendita, riducendo i costi dell’impresa e assicurando una maggiore efficienza nella distribuzione dei suoi prodotti; • per l’affiliato, perché sfrutta la “immagine” e l’esperienza aziendale dell’affiliante.
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esempio L’affiliante deve mettere a disposizione dell’affiliato un complesso di elementi aziendali (segni distintivi, brevetti, know-how ecc.) e fornirgli la propria consulenza tecnica e commerciale.
È da notare che l’affiliante (franchisor) e l’affiliato (franchisee) sono imprese indipendenti dal punto di vista economico e giuridico (art. 1 l. cit.), anche se spesso, nei confronti dei terzi, l’affiliato appare come una filiale dell’impresa leader.
3 Forma e contenuto del contratto
Il contratto di franchising, che richiede la forma scritta a pena di nullità e può essere stabilito a tempo indeterminato o determinato (ma per un periodo non inferiore a tre anni), deve contenere le indicazioni previste tassativamente dalla legge (art. 3 l. cit.). esempio Nel contratto devono essere indicati, tra l’altro, l’ammontare degli investimenti e delle eventuali spese di ingresso a carico dell’affiliato, le modalità di calcolo e di pagamento dei diritti sulle vendite o royalties, il know-how fornito dall’affiliante e i servizi di assistenza tecnica e commerciale.
Obblighi delle parti Ampliamento I contratti informatici
Quali sono gli obblighi giuridici dell’affiliante? Dal contratto in esame derivano una serie di obblighi a carico delle parti. In particolare l’affiliante deve consegnare all’affiliato, almeno trenta giorni prima della sottoscrizione del contratto, una copia del contratto con gli allegati indicati dalla legge (art. 4 l. cit.) nel rispetto delle esigenze di riservatezza dell’affiliante. esempio L’affiliante deve comunicare all’affiliato i suoi dati, i segni distintivi utilizzati, l’elenco degli altri affiliati inseriti nel sistema di distribuzione commerciale dell’affiliante e dei punti di vendita diretti.
… e dell’affiliato? A sua volta, l’affiliato (art. 5 l. cit.): • non può deliberare il trasferimento della sede, se è indicata nel contratto, senza il consenso preventivo dell’affiliante (a meno che non vi sia una causa di forza maggiore); • deve osservare e fare osservare ai propri dipendenti e collaboratori, anche dopo lo scioglimento del contratto, la massima riservatezza sul contenuto dell’attività. Clausola di esclusiva
Il contratto di franchising può contenere anche una clausola di esclusiva, riferita a un determinato ambito territoriale, con la quale l’affiliato e/o l’affiliante si impegnano a non concludere contratti di affiliazione commerciale con altri soggetti. esempio Nel contratto di franchising concluso da un noto produttore con un negozio di vendita di abbigliamento al dettaglio può essere inserita una clausola di esclusiva relativa al territorio del Comune dove è situato il negozio.
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Nell’esercizio della loro attività gli imprenditori si avvalgono sempre più spesso di contratti atipici o innominati, cioè di contratti che non sono previsti e disciplinati dal codice o dalle leggi speciali. Si tratta di figure contrattuali che, riproducendo in gran parte modelli ed esperienze straniere, sono state elaborate dalla prassi commerciale allo scopo di adeguare gli schemi giuridici alle nuove esigenze connesse alla produzione e agli scambi. I contratti atipici sono ammissibili in quanto «diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico» (art. 13222) e, per quanto non è espressamente previsto, sono disciplinati dalle disposizioni generali in materia di contratti (artt. 1321 ss.). Un contratto atipico molto diffuso è il contratto di leasing (il termine deriva dal verbo inglese to lease, che significa letteralmente “dare in affitto o in locazione”).
Quale contenuto ha il contratto di leasing? Il leasing è il contratto con il quale una parte (concedente) concede all’altra (utilizzatore) il godimento di un bene, per un periodo di tempo e in cambio di un corrispettivo, con facoltà alla scadenza di acquistarne la proprietà pagando una somma determinata. La funzione del contratto consiste nella possibilità per l’utilizzatore di godere di alcuni beni costosi o soggetti a una rapida obsolescenza senza dovere anticipare il capitale necessario per il loro acquisto. esempio Un imprenditore può concludere un contratto di leasing relativo a un impianto produttivo, che gli consente di pagare un canone periodico per l’utilizzazione del bene e di decidere, alla scadenza, se acquistarlo o meno.
Nella prassi esistono due tipi di leasing: il leasing operativo e quello finanziario.
Leasing operativo
Che cos’è il leasing operativo? Nel leasing operativo è lo stesso produttore o distributore di determinati beni che li concede in godimento ai propri clienti in cambio di un corrispettivo (o canone) e di solito si impegna anche a fornire alcuni servizi accessori (come l’assistenza e consulenza tecnica o la manutenzione e riparazione). Il leasing in esame, oltre a vantaggi di carattere fiscale (in quanto i canoni sono deducibili come costi inerenti alla produzione del reddito), consente all’utilizzatore di non immobilizzare ingenti capitali nell’acquisto di beni a rapida obsolescenza e di usufruire dei servizi forniti dal concedente. esempio Una casa automobilistica concede in leasing un’autovettura a un rappresentante di commercio oppure un’impresa informatica concede in leasing alcuni computer a un’azienda.
Leasing finanziario
… e il leasing finanziario? Nel leasing finanziario o locazione finanziaria, invece, il concedente acquista un bene direttamente dal produttore o dal distributore e poi lo concede in godimento, a sua volta, all’utilizzatore. Nel leasing in esame di solito il concedente non fornisce servizi accessori, ma svolge esclusivamente una funzione di intermediazione finanziaria tra il produttore o il distributore (dal quale acquista il bene pagandone l’intero prezzo) e l’utilizzatore (al quale dà in godimento temporaneo lo stesso bene in cambio di un canone periodico). esempio Una banca acquista alcune apparecchiature sanitarie molto costose e le concede in leasing a un ospedale.
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1 I contratti di fornitura di beni e servizi
Leasing
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Clausole contrattuali
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Sale and lease back
Di solito nella prassi i contratti di leasing che vengono stipulati dalle parti contengono alcune clausole abbastanza uniformi riguardanti: • il canone dovuto dall’utilizzatore del bene, che è un canone periodico e di solito rimane costante per tutta la durata del contratto (ma nei contratti più lunghi può essere prevista una clausola di indicizzazione o rivalutazione del canone per compensare la perdita del potere d’acquisto della moneta dovuta all’inflazione); • i rischi di furto, deterioramento o distruzione del bene oggetto del contratto, che sono espressamente a carico dell’utilizzatore; • la durata del contratto, che viene determinata in relazione alla presumibile durata fisica ed economica del bene e, di solito, varia da uno a cinque anni (ma in alcuni settori particolari, come quello immobiliare o armatoriale, i termini sono più lunghi); • la facoltà per l’utilizzatore, alla scadenza del contratto, di restituire il bene oppure di esercitare il diritto di proroga del contratto (a un canone inferiore a quello precedente) o il diritto di riscatto, cioè acquistare la proprietà del bene pagando una somma (cosiddetto maxi canone) stabilita al momento della conclusione del contratto.
In che cosa consiste il sale and lease back? Una figura particolare di leasing finanziario è il cosiddetto sale and lease back nel quale un’impresa, che ha bisogno temporaneamente di liquidità, vende alcuni beni strumentali (attrezzature, immobili ecc.) a una società finanziaria, ottenendo una determinata somma di denaro, e contestualmente la società finanziaria le concede in leasing gli stessi beni, in cambio di un determinato canone. Con il contratto in esame, che però non è molto frequente in Italia, di fatto i beni oggetto del leasing non escono dalla disponibilità materiale dell’imprenditore.
3 contratto
iu i r un
iorno
cessione dei crediti commerciali di un’impresa
franchising
distribuzione commerciale di beni o servizi
leasing
concessione in godimento di un bene con facoltà di acquistarlo alla scadenza
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Una società finanziaria concede un prestito a un commerciante, che gestisce in franchising un negozio monomarca avente come oggetto la vendita di divani e poltrone di un noto produttore estero, ma alla scadenza il commerciante, a causa di alcune difficoltà economiche, non restituisce la somma di denaro che ha ricevuto in prestito. La società finanziaria cita in giudizio il produttore estero, chiedendo il rimborso del prestito. La tesi dell’attrice Il produttore, che ha affidato in esclusiva la vendita dei suoi prodotti su
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factoring
tutto il territorio nazionale al commerciante, è responsabile per i debiti del commerciante che, al di là della sua qualificazione formale, dal punto di vista sostanziale costituisce una vera e propria filale o dipendenza del produttore.
La tesi del convenuto Dal punto di vita economico e giuridico il produttore è un soggetto diverso da colui al quale è stata riservata in esclusiva la vendita dei prodotti in Italia, e quindi, in base ai principi generali in materia di responsabilità, non può essere ritenuto responsabile per i debiti di un’altra persona.
CLIL
Thelawinpractice
The protection of air travellers In today’s society, characterised by economic globalisation, air travel is a key factor of economic and social development. A large number of people (3.6 billion passengers in 2016) move daily from one destination to another on the planet, and these numbers necessarily require an intervention to protect the rights of the people involved. The regulation of international air transport is contained in certain international conventions, the most important of which are the Warsaw (1929), Chicago (1944) and Montreal (1999) conventions.
• Long flight delay: the passenger is entitled to receive free assistance from the airline, and if the delay exceeds five hours, he can renounce the flight without having to pay any penalties and obtain a refund of the ticket price for the part of the journey not made; • Baggage: on arrival at destination, in the event of missing or damage to checked baggage, the passenger must fill in a report of the loss or damage and is entitled to compensation; • Damage to travellers: airlines are liable for any damage caused to passengers in the event of death, wounds or bodily injury; • Air transport safety: the protection of travellers is ensured through a system of air transport safety controls, envisaged by a set of international rules (safety standards) and controls on their application.
Comprehension 1. What regulations govern international air transport? 2. What does overbooking consist of? 3. What happens in the event of long delays?
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1 I contratti di fornitura di beni e servizi
The right to travel in comfort and safety in an aeroplane is protected by the European Union, which has included these rights in the Charter of Passenger Rights, a guide which, since 2001 and with various subsequent editions, is the point of reference of air transport legislation and allows the traveller to know what to do in the event of disruptions. Some of the most important aspects concern: • Non-discrimination: i.e. protection from any form of discrimination; • Protection of the disabled: the airline and its agents may refuse to embark a disabled person or one with reduced mobility only when the size of the aircraft or its doors makes it physically impossible to board or if this leads to an infringement of safety obligations. • Right to information: on purchasing an aeroplane ticket, passengers are entitled to be informed of the applicable terms and conditions, as well as the airline operating the flight, the flight schedule, the aircraft type, the prices and any related restrictions and the booking code; • Denied boarding: this condition occurs in cases of “overbooking” (or overbooking), i.e. when the airline accepts a number of bookings higher than the seats available. In this case, the traveller is entitled to receive from the airline either a “re-routing”, i.e. organisation of an alternative trip on a date convenient to him, or a refund of the ticket price for the part of the journey not made; • Flight cancellation: if the flight on which the passenger was to travel is cancelled, he is entitled to receive the same treatment as in the case of denied boarding;
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Passenger Boarding Baggage Safety
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Ripassafacile
disciplina
contenuto
Somministrazione
di beni e servizi
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contenuto
Trasporto diritti e obblighi
contenuto
L’impresa e i contratti
3
Appalto
trasporto di cose
garanzie
274
trasporto di persone
Concetti chiave
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Simulazione della verifica orale
English summary
obblighi e responsabilità
contenuto
deposito irregolare
deposito in albergo
leasing
u franchising
I contratti di fornitura di beni e servizi
factoring
1
275
Verificaformativa 1. Risposte multiple
7.
Un contratto di somministrazione: a richiede necessariamente la forma scritta b è un contratto atipico c è un contratto a prestazioni corrispettive d è un contratto a titolo gratuito e può avere come parti soltanto due imprenditori
2.
In un contratto di somministrazione un patto di esclusiva: a è previsto dalla legge a favore del somministrante e a carico del somministrato
8.
b può essere stabilito a favore di entrambe le parti c non è consentito
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3
e può essere stabilito ma soltanto a favore del somministrante o del somministrato Se non è stata stabilita nel contratto, l’entità di una somministrazione: a non deve essere inferiore a un minimo indicato dalla legge
9.
c viene stabilita dal giudice d viene stabilita dal somministrante 4.
L’appaltatore:
a il concedente si limita a svolgere un’attività di intermediazione finanziaria b l’utilizzatore è necessariamente un imprenditore c il concedente è lo stesso produttore o distributore del bene d l’utilizzatore non può esercitare il diritto di riscatto alla scadenza del contratto e l’utilizzatore diviene automaticamente proprietario del bene alla scadenza del contratto
c assume il rischio dell’attività che esercita d non ha diritto a un compenso e è un prestatore d’opera Il subappalto di un’opera o di un servizio: a è sempre consentito b richiede il consenso scritto del committente
6.
c è consentito soltanto se ha come oggetto un’opera d è consentito soltanto se ha come oggetto un servizio e è vietato dalla legge
2. Vero o falso
Nel contratto di deposito regolare:
1.
Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta
a il depositario acquista la proprietà delle cose che gli vengono consegnate b il depositario deve essere necessariamente un imprenditore
d il depositante ha diritto di ricevere esattamente le stesse cose che ha depositato e il depositario può utilizzare le cose che gli vengono consegnate
Nei contratti commerciali entrambe le parti devono essere degli imprenditori.
V
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...................................................................................................... ......................................................................................................
2.
c il contratto si perfeziona con il semplice accordo delle parti
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non è salvo buon fine, salvo patto contrario è disciplinata dalle norme sulla cessione dei crediti può essere fatta a qualsiasi impresa può avere come oggetto qualsiasi credito può riguardare soltanto crediti commerciali
10. Nel leasing operativo:
a non è un imprenditore b non ha una organizzazione
5.
Nel contratto di factoring la cessione: a b c d e
b non deve essere superiore a un massimo stabilito dalla legge
e viene stabilita dal somministrato
Nel contratto di trasporto il vettore è sempre responsabile: a per i danni subiti dalle persone trasportate b per i danni subiti dalle cose trasportate c per i danni subiti dalle persone e dalle cose trasportate d per l’inadempimento anche se dovuto a un caso fortuito e per l’inadempimento anche se dovuto a una causa di forza maggiore
d è previsto dalla legge a favore del somministrato e a carico del somministrante
3.
L’albergatore: a non è responsabile per la perdita o il deterioramento delle cose dei clienti b è responsabile soltanto per le cose che sono state depositate dai clienti c è responsabile anche se la perdita o il deterioramento delle cose è imputabile a un fatto del cliente d è responsabile illimitatamente per le cose ricevute in custodia non è responsabile per i fatti imputabili e ai suoi dipendenti
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
Vuoi testare la tua preparazione? Fai il test in autovalutazione
La somministrazione può avere come oggetto soltanto la prestazione di beni.
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...................................................................................................... ......................................................................................................
3. deve essere un imprenditore.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
Verificaformativa 4.
L’appaltatore deve avere una organizzazione V propria.
2. F
...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
Nell’appalto il committente può sempre chiedere la risoluzione del contratto se l’opera ha dei difetti.
Verifica finale dell’opera da parte del committente nel contratto di appalto. ......................................................................................................
3.
Situazione che esclude la responsabilità del vettore per danni alle persone o alle cose trasportate. ......................................................................................................
V
F
......................................................................................................
Deposito in cui il depositario acquista la proprietà delle cose ricevute.
......................................................................................................
......................................................................................................
6. del prezzo dell’appalto.
V
F
4.
5.
......................................................................................................
Leasing di un bene concesso dallo stesso produttore del bene. ......................................................................................................
......................................................................................................
7. a titolo oneroso.
V
F
......................................................................................................
8.
4. Vocabulary
......................................................................................................
Identify the term or terms corresponding to the definitions
Il deposito irregolare è un contratto a effetti V reali.
1.
F
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
9. dipendente dall’impresa affiliante.
V
F
......................................................................................................
2.
......................................................................................................
V
F
3.
Person who agrees to carry goods or people from one place to another. ......................................................................................................
4.
3. Lessico
Persona che in base a un contratto si impegna a fornire in modo continuativo o periodico delle cose.
1
......................................................................................................
......................................................................................................
1.
u
......................................................................................................
......................................................................................................
Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione
Assignment of the contract by the contractor to another party. ......................................................................................................
......................................................................................................
10. Alla scadenza del contratto di leasing l’utilizzatore è obbligato a restituire il bene.
Contract dealing with the periodic or continuous provision of goods.
Contract with which a party undertakes to keep the non-property goods of others. ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
......................................................................................................
Contract for the sale of trade receivables of a company to a professional operator. ...................................................................................................... ......................................................................................................
ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande Un Comune conclude un contratto di appalto con un’impresa, che opera nel settore edile, per ristrutturare un impianto sportivo, ma, dopo alcuni mesi, l’impresa viene trasformata da società a responsabilità limitata in società per azioni. Il Comune allora dichiara di recedere dal contratto, sostenendo che il cambiamento della forma giuridica dà luogo giuridicamente alla sostituzione dell’appaltatore originario con un nuovo soggetto e, in questo modo, costituisce una violazione del divieto di subappalto previsto dalla legge. 1.
In che cosa consiste il divieto di subappalto previsto dalla legge?
2.
Quale interesse è diretto a tutelare il divieto in esame?
3.
La trasformazione della forma giuridica dell’appaltatore dà luogo a un subappalto?
277
u2
I contratti bancari
Prerequisiti
Ricordare la distinzione tra deposito regolare e deposito irregolare
Conoscenze
Il contenuto e la funzione delle operazioni bancarie accessorie
Abilità
Confrontare la disciplina del conto corrente ordinario e di quello bancario
iave Parole cohrds Keyw
278
Italiano
Inglese
Banca
Bank
Conto corrente bancario
Bank current account
Assegno bancario
Bank cheque, check
Deposito bancario
Bank deposit
Operazioni attive
Active banking operations, transactions
Operazioni passive
Passive banking operations, transactions
Operazioni accessorie
Neutral banking operations
Apertura di credito bancario
Bank advance, opening of a credit line
Saldo
Balance
Cassette di sicurezza
Security safes, safe deposit boxes
1
La banca in generale
Tra i contratti commerciali rientrano anche i contratti bancari, che vengono conclusi tra una banca e i suoi clienti.
Attività bancaria
Quale funzione economica svolge una banca? La banca è una impresa commerciale [❯ m1 u2] (art. 2195, n. 4) che svolge prevalentemente un’attività di intermediazione tra l’offerta e la domanda di denaro. In particolare, l’attività bancaria comprende due momenti tra loro complementari: • la raccolta del risparmio; • l’esercizio del credito. raccolta del risparmio
banca
esercizio del credito
In base alla legge bancaria (d.lg. 1° settembre 1993, n. 385 e successive modificazioni) queste attività, che in linea di principio sono riservate soltanto alle banche, hanno «carattere d’impresa» (art. 10 d.lg. cit.) e sono sottoposte, a tutela di interessi generali, a specifici controlli e obblighi pubblici.
Operazioni passive e attive
Quali requisiti deve avere una banca? In particolare una banca, che può svolgere qualsiasi attività creditizia o finanziaria (cosiddetta banca universale), deve avere un’autorizzazione della Banca d’Italia e deve essere iscritta in un apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia. L’autorizzazione, che ha carattere costitutivo rispetto all’iscrizione nel registro delle imprese [❯ m1 u2] e nell’albo presso la banca centrale (nel senso che senza questa autorizzazione non è possibile ottenere l’iscrizione), è subordinata: • all’adozione della forma giuridica di una società per azioni o di una società cooperativa; • all’esistenza di un capitale sociale minimo effettivamente versato non inferiore a quello stabilito dalla Banca d’Italia. Come vengono classificate le operazioni bancarie? Dal punto di vista economico, le operazioni bancarie si distinguono in: • passive, quando sono dirette alla raccolta dei fondi o provvista, cioè a procurarsi i mezzi monetari dal pubblico dei risparmiatori o da altri soggetti; • attive, quando consistono nell’impiego dei fondi, cioè nel concedere credito ai soggetti (imprese, famiglie ecc.) che lo richiedono.
u
2 I contratti bancari
Requisiti delle banche
esempio Sono operazioni passive il deposito di denaro e il risconto di titoli presso la Banca d’Italia; sono operazioni attive, invece, l’apertura di credito, l’anticipazione bancaria e lo sconto di titoli.
Mentre con le operazioni passive la banca riceve una somma di denaro e diviene debitrice per la restituzione del capitale e il pagamento degli interessi, con le operazioni passive la banca concede una somma di denaro e diviene creditrice per la restituzione del capitale e il pagamento degli interessi. Operazioni accessorie Ampliamento Il riporto
Di solito una banca compie anche alcune operazioni accessorie, in quanto fornisce ai propri clienti alcuni servizi complementari in cambio di un determinato corrispettivo. esempio Sono operazioni accessorie il deposito di titoli, l’amministrazione dei titoli e il servizio delle cassette di sicurezza.
banca
operazioni passive
raccolta fondi
operazioni attive
impiego fondi
operazioni accessorie
servizi alla clientela
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Contratti bancari
Che cosa sono e come sono disciplinati i contratti bancari? Dal punto di vista giuridico le operazioni bancarie danno luogo alla stipulazione di contratti bancari (artt. 1834 ss.), che sono sottoposti a una disciplina particolare perché uno dei contraenti è necessariamente una banca. Si tratta di contratti standard o per adesione, ai quali si applicano le disposizioni del codice civile in materia di tutela del consumatore (artt. 1341, 1342, 1469 bis ss.). I contratti in esame vengono conclusi mediante moduli o formulari predisposti dalla banca e, di solito, recepiscono le cosiddette norme bancarie uniformi elaborate dall’ABI (Associazione bancaria italiana).
2
Il deposito bancario
ilcaso • In un contratto di deposito a risparmio, concluso tra una banca e un cliente, è inserita la seguente clausola: «I versamenti sono efficaci nei confronti della banca se, oltre all’annotazione sul libretto di risparmio, risultano da una ricevuta rilasciata dalla banca». La clausola del contratto è valida dal punto di vista giuridico?
m
Il deposito bancario (artt. 1834 ss.) è un contratto che ha come oggetto una somma di denaro e costituisce una figura particolare di deposito irregolare [❯ m3 u1].
3
In che cosa consiste il deposito bancario? Deposito bancario
Il deposito bancario è il contratto con il quale la banca acquista la proprietà del denaro depositato dal cliente e si obbliga a restituire una somma equivalente. esempio Se un imprenditore ha depositato in banca 100.000 euro, la banca non deve restituire al cliente le stesse banconote che ha ricevuto, ma altrettante banconote per una somma di 100.000 euro (più gli interessi previsti nel contratto).
deposito bancario
il cliente deposita una somma di denaro presso una banca, che si impegna a restituirla e a pagare gli interessi
In che senso un deposito bancario può essere libero o vincolato? A seconda delle modalità di restituzione del denaro, un deposito bancario può essere libero o vincolato (art. 1834). Deposito libero
Nel deposito libero il cliente può pretendere in qualsiasi momento la restituzione della somma di denaro che ha depositato, ma deve rispettare il termine di preavviso stabilito nel contratto o dagli usi in materia.
Deposito vincolato
Nel deposito vincolato, all’opposto, il depositante può pretendere la restituzione della somma risultante a suo credito solamente alla scadenza prevista nel contratto. In questo tipo di deposito, pertanto, l’interesse della banca (ottenere la disponibilità del denaro per un certo periodo di tempo) prevale su quello del cliente (garantire la custodia del denaro e poterne pretendere la restituzione in qualsiasi momento).
libero
la somma depositata può essere prelevata in qualsiasi momento (salvo preavviso)
vincolato
la somma depositata non può essere prelevata prima della scadenza indicata nel contratto
deposito bancario
280
... e semplice o a risparmio? In relazione alle modalità di attuazione del rapporto, il deposito bancario si distingue in semplice e a risparmio. Deposito semplice
Nel deposito semplice il depositante, al quale la banca rilascia un documento (come una ricevuta di cassa o una lettera di accreditamento) che attesta il versamento che ha effettuato, può ritirare la somma di denaro risultante a suo credito soltanto in un’unica soluzione.
Deposito a risparmio
Nel deposito a risparmio, invece, il cliente può effettuare più versamenti e/o prelievi successivi, aumentando o diminuendo la somma a suo credito presso la banca. esempio Se una persona ha effettuato un deposito semplice di 25.000 euro, può ritirarli soltanto in un’unica volta e non può prelevare un giorno 2.500 euro, un altro 1.500 euro e così via; se il deposito è a risparmio, invece, il depositante ogni volta può ritirare tutta o parte della somma a suo credito.
Quali funzioni svolge il libretto di risparmio? Nel deposito a risparmio il cliente riceve un libretto di risparmio, che ha la funzione di documentare le operazioni compiute con la banca e di individuare il soggetto avente diritto a riscuotere la somma risultante a suo credito. In particolare le annotazioni sul libretto di risparmio fanno piena prova, se sono state firmate dall’impiegato addetto al servizio, nei rapporti tra la banca e il depositante (senza che sia possibile stipulare un patto contrario; art. 1835).
lasoluzione • La
clausola contenuta nel contratto non è valida, in quanto la disposizione sull’efficacia probatoria dell’annotazione sul libretto di risparmio non è derogabile da una diversa volontà delle parti interessate.
Libretti nominativi e al portatore
Un libretto di risparmio emesso da una banca può essere: • nominativo, quando risulta intestato a una persona determinata e i prelievi possono essere effettuati soltanto dall’intestatario del libretto (o da un’altra persona autorizzata espressamente, in base a una procura, dallo stesso intestatario); • al portatore, quando non è intestato a una persona particolare e i prelievi possono essere compiuti da chiunque risulti il possessore legittimo del titolo. In questo caso il pagamento effettuato a favore della persona che presenta il libretto produce la liberazione della banca, anche se colui che presenta il libretto non ne è il titolare, a meno che da parte della banca vi sia stato dolo o colpa grave. La stessa disciplina si applica anche quando il libretto è pagabile al portatore, pur essendo intestato al nome di una determinata persona (reale o anche di fantasia; art. 1836), poiché in questo caso l’intestazione ha soltanto la funzione di contrassegnare e individuare il titolo. Il deposito bancario può essere regolato anche in conto corrente, soprattutto quando si tratta di operatori che eseguono spesso prelievi e/o versamenti sul conto.
Deposito in conto corrente
Interessi
u
2 I contratti bancari
Libretto di risparmio
A quali condizioni il cliente di una banca può emettere assegni? Nel deposito in conto corrente la banca, in seguito alla stipulazione di un’apposito accordo o convenzione di assegno, può autorizzare il depositante a disporre delle somme risultanti a suo credito mediante l’emissione di assegni bancari, che contengono l’ordine da parte del cliente alla sua banca di pagare una determinata somma di denaro al beneficiario. La banca è obbligata a eseguire l’ordine di pagamento soltanto se, nel momento in cui l’assegno viene presentato per la riscossione, esistono fondi disponibili. Se nel contratto non è stato stabilito diversamente, la banca che ha ricevuto in deposito una somma di denaro deve pagare al depositante gli interessi (artt. 17822, 1815), che variano a seconda dell’ammontare della somma e del tipo di deposito.
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Una persona, che si è impossessata illegittimamente di un libretto di deposito bancario di un pensionato, si presenta in banca chiedendo di ritirare l’intera somma e falsifica in modo grossolano la firma del titolare del libretto; l’impiegato della banca non controlla l’autenticità della firma ed effettua il pagamento a suo favore senza controllare la sua identità. Il pensionato cita davanti al tribunale la banca e chiede di essere risarcito del danno che ha subìto.
nei confronti del creditore, a meno che non risulti in modo del tutto evidente che il libretto è stato alterato o falsificato, e quindi la banca non è tenuta a risarcire il danno subìto dal legittimo titolare che è stato privato del possesso del libretto.
m
La tesi dell’attore La banca è obbligata a risarcire il danno subìto dal cliente perché l’impiegato ha effettuato erroneamente il pagamento a una persona diversa dal titolare, che ha presentato il libretto di deposito, senza effettuare alcun controllo sull’autenticità della sua firma e senza controllare la sua identità. La tesi della convenuta Il pagamento effettuato a favore di chi presenta il libretto produce in ogni caso la liberazione della banca
3 3
L’apertura di credito e l’anticipazione bancaria
ilcaso • Un architetto, che ha ottenuto un’apertura di credito di 300.000 euro da una banca dando in pegno un quadro di valore, preleva 200.000 euro dal conto e, dopo alcuni mesi, versa alcuni assegni per un valore di 500.000 euro. Il professionista può chiedere la restituzione del bene concesso in garanzia, in quanto non è più debitore della banca? Le principali operazioni bancarie attive, oltre allo sconto che studieremo nel prossimo paragrafo, sono l’apertura di credito (art. 1842) e l’anticipazione bancaria (art. 1846).
Quale contenuto ha il contratto di apertura di credito? Apertura di credito
L’apertura di credito è il contratto con il quale una banca (accreditante) si obbliga a tenere una certa somma di denaro a disposizione dell’altra parte (accreditato) per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato. A differenza del mutuo, nel quale la somma di denaro viene consegnata materialmente dalla banca al cliente, nell’apertura di credito l’accreditato può: • effettuare di volta in volta prelievi successivi di denaro quando si rendano necessari, nei limiti del credito che gli è stato concesso, e, in questo modo, pagare gli interessi passivi soltanto sulle somme di denaro effettivamente utilizzate; • effettuare versamenti successivi e, in questo modo, ridurre il carico degli interessi passivi dovuti alla banca.
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esempio Un negoziante può chiedere un’apertura di credito a una banca per iniziare la sua attività e in seguito, con gli utili ottenuti, può estinguere o ridurre il suo debito nei confronti della banca.
Nella pratica bancaria la richiesta di concessione di un’apertura di credito da parte di un cliente è seguita da un’istruttoria, diretta ad accertare la consistenza patrimoniale ed economica del richiedente e a valutare le eventuali garanzie offerte.
apertura di credito
la banca si impegna a tenere una somma di denaro a disposizione di un cliente
Apertura di credito allo scoperto e garantita
In che senso un’apertura di credito può essere allo scoperto o garantita? Dal punto di vista giuridico, un’apertura di credito può essere: • allo scoperto, quando non è assistita da una garanzia specifica a favore della banca e si basa esclusivamente sulla fiducia nella persona del debitore e del suo patrimonio; • garantita o coperta, che di fatto è più frequente, quando è assistita da una garanzia reale (pegno o ipoteca) o personale (fideiussione o avallo) a favore della banca.
Estinzione della garanzia
Nell’apertura di credito garantita la garanzia non si estingue fino allo scioglimento del rapporto, anche se l’accreditato non è più debitore della banca (art. 18441). esempio Il pegno che è stato costituito a garanzia di un’apertura di credito non si estingue anche se il cliente della banca restituisce la somma che ha ottenuto in prestito.
lasoluzione • Il proprietario non può ottenere la restituzione del bene concesso in garanzia, In che modo è possibile il recesso da un contratto di apertura di credito? Lo scioglimento del contratto di apertura di credito è disciplinato in modo diverso a seconda che il contratto sia a tempo determinato o a tempo indeterminato. Apertura di credito a tempo determinato
L’apertura di credito a tempo determinato può cessare per la scadenza del termine stabilito nel contratto o se, prima della scadenza, la banca esercita la facoltà di recesso ma soltanto per giusta causa (cioè per una circostanza soggettiva o oggettiva che non consenta più la continuazione del rapporto; art. 18451). esempio Costituiscono una giusta causa di recesso la dichiarazione di fallimento dell’accreditato o le sue precarie condizioni economiche oppure l’emanazione, da parte della Banca d’Italia, di disposizioni restrittive sulla concessione del credito.
Il recesso da parte della banca produce immediatamente la sospensione della facoltà di utilizzazione del credito da parte del cliente, ma la banca deve concedere al cliente un termine non inferiore a quindici giorni per provvedere alla restituzione delle somme utilizzate e al pagamento degli interessi e delle spese (art. 18452). Apertura di credito a tempo indeterminato
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2 I contratti bancari
anche se non è più debitore della banca, fino a quando l’apertura di credito non viene estinta.
Nell’apertura di credito a tempo indeterminato, invece, ciascuna parte può esercitare la facoltà di recesso dal contratto in qualsiasi momento, rispettando il termine di preavviso stabilito nel contratto o dagli usi (o, in mancanza, di quindici giorni; art. 18453). esempio La banca può comunicare al cliente la dichiarazione di recedere dal contratto di apertura di credito (che è un atto unilaterale recettizio e, in quanto tale, è efficace dal momento in cui l’altra parte ne viene a conoscenza) e, a sua volta, il cliente può comunicare alla banca una dichiarazione analoga.
L’apertura di credito è un contratto fiduciario o strettamente personale, in quanto si basa sul patrimonio personale o sulle garanzie prestate dall’accreditato, che si estingue in ogni caso con la morte dell’accreditato e non può essere trasmesso a causa di morte. a tempo determinato
recesso della banca solo per giusta causa
a tempo indeterminato
recesso della banca o del cliente per qualunque motivo (salvo preavviso)
apertura di credito
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Apertura di credito documentario
In che cosa consiste l’apertura di credito documentario? Una apertura di credito particolare è l’apertura di credito documentario, che è collegata alla vendita con pagamento contro documenti e a mezzo banca (art. 1530) e viene utilizzata soprattutto nelle vendite «da piazza a piazza» e in quelle internazionali. Nella vendita in esame il compratore dà incarico alla propria banca, che concede un’apertura di credito per un importo uguale al prezzo delle merci, di pagare il venditore dietro consegna dei documenti rappresentativi delle merci (come il duplicato della lettera di vettura o la ricevuta di carico) e degli altri documenti richiesti. In questo modo il venditore ha la certezza di incassare il pagamento non appena compie la spedizione delle merci e consegna i documenti alla banca, mentre il compratore ha la garanzia che la banca effettuerà il pagamento soltanto dopo avere accertato, tramite i documenti consegnati, l’avvenuta spedizione delle merci. L’apertura di credito documentario può essere: • ordinaria, quando la banca si limita a comunicare al venditore l’incarico che ha ricevuto e il compratore può anche revocare in seguito l’incarico; • confermata, quando la banca si obbliga direttamente nei confronti del venditore con una lettera di conferma e il compratore non può più revocare con un contrordine l’incarico dato alla banca.
ordinaria
• comunicazione della banca al venditore • è ammessa la revoca dell’incarico da parte del compratore
confermata
• obbligazione della banca verso il venditore • non è ammessa la revoca dell’incarico da parte del compratore
m
apertura di credito documentario
3
Un’altra figura di concessione di credito, caratterizzata dal fatto di essere assistita da una garanzia reale, è l’anticipazione bancaria (art. 1846).
Che tipo di apertura di credito è una anticipazione bancaria? Anticipazione bancaria
L’anticipazione bancaria è il contratto con il quale una persona ottiene un’apertura di credito da una banca in base a un pegno di titoli o di merci. esempio Un imprenditore, che ha bisogno di liquidità per pagare un’imposta, può dare in pegno a una banca una parte dei beni che ha prodotto e ottenere in cambio una somma di denaro, come anticipazione del ricavo della loro vendita.
A seconda che il pegno concesso alla banca sia un pegno regolare o irregolare, l’anticipazione bancaria può essere propria o impropria.
Anticipazione propria
Anticipazione impropria
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Quali caratteri presenta una anticipazione bancaria propria? L’anticipazione propria è garantita da un pegno regolare, in quanto i titoli o le merci sono individuati con un apposito documento: la banca, pertanto, non può disporre dei beni e, nel caso di adempimento delle obbligazioni assunte, deve restituire gli stessi beni al cliente (art. 1846). In questo caso la banca, che nel corso del contratto deve provvedere a custodire i beni per conto del cliente (e anche ad assicurarli, quando l’assicurazione risulti opportuna in relazione alle caratteristiche dei beni stessi), ha diritto di ricevere (art. 1848): • il corrispettivo stabilito per il finanziamento che ha concesso; • il rimborso delle spese che ha dovuto sostenere per la custodia dei beni. … e una anticipazione bancaria impropria? L’anticipazione impropria invece è garantita da un pegno irregolare, perché i beni dati in garanzia non sono stati individuati oppure il debitore ha concesso espressamente per iscritto alla banca la facoltà di disporre di tali beni. In questo caso la banca non deve restituire gli stessi beni al cliente, ma soltanto la
parte della somma di denaro oppure delle merci o dei titoli che eccedono l’ammontare del credito garantito (art. 1851).
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A differenza dell’apertura di credito, nell’anticipazione il cliente può effettuare un ritiro parziale delle cose date in garanzia, previo rimborso delle somme anticipate e degli oneri accessori, purché il credito residuo risulti sufficientemente garantito (art. 1849).
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Il titolare di un’impresa ottiene un’apertura di credito da una banca fino al termine dell’anno; a metà anno, tuttavia, la banca dichiara di recedere dal contratto perché ha bisogno di liquidità e chiede all’imprenditore di restituire la somma che risulta a suo debito, ma l’imprenditore si rifiuta di restituirla anticipatamente rispetto alla scadenza prevista. La banca cita in giudizio l’imprenditore e chiede al giudice di condannarlo a restituire la somma dovuta.
La tesi del convenuto In base alla legge una banca può recedere da un contratto di apertura di credito soltanto per giusta causa, cioè per una circostanza oggettiva che non consente la prosecuzione del rapporto con il cliente, ed è nulla qualsiasi clausola che consenta alla banca di recedere in qualsiasi momento dal contratto.
La tesi dell’attrice Il contratto concluso con l’imprenditore contiene una clausola in base alla quale «in deroga a quanto è disposto dal codice civile, la banca può recedere dal contratto in qualsiasi momento e senza obbligo di motivazione» e quindi la banca può pretendere legittimamente dall’imprenditore la restituzione della somma concessa in prestito.
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Lo sconto
ilcaso • Il titolare di un mobilificio sconta presso una banca un pagherò, che è stato emesso da un cliente per l’acquisto dell’arredamento di un appartamento. Se alla scadenza la cambiale non viene pagata, la banca può agire direttamente nei confronti del cliente?
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2 I contratti bancari
Ritiro dei titoli o delle merci
Un’operazione bancaria abbastanza frequente nella pratica commerciale è lo sconto (art. 1858).
In che modo si realizza lo sconto bancario? Sconto
Lo sconto è il contratto con il quale una banca anticipa a un cliente l’importo di un credito non ancora scaduto, previa deduzione di un certo interesse o “sconto”. esempio Un fornitore, che ha venduto alcune merci a credito a un imprenditore con pagamento a tre mesi, può scontare presso una banca il suo credito verso l’imprenditore.
In altri termini, mediante lo sconto un cliente ottiene immediatamente una somma di denaro “vendendo” alla banca un credito a scadenza futura. La somma di denaro che la banca anticipa al cliente viene determinata deducendo dall’importo del credito un dato interesse, o sconto in senso stretto, per il periodo di tempo che intercorre tra l’anticipazione del denaro e la scadenza del credito. esempio Se il fornitore presenta allo sconto un credito di 10.000 euro a tre mesi e il tasso di sconto applicato dalla banca è del 4% all’anno, la banca pagherà al fornitore 9.900 euro, dati dalla differenza tra il valore del credito e gli interessi per il finanziamento, meno le eventuali provvigioni e il rimborso delle spese.
285
sconto
Cessione salvo buon fine Sconto di cambiali
la banca concede a un cliente una somma di denaro anticipando un credito non ancora scaduto
In che senso lo sconto di un credito è una operazione “salvo buon fine”? Lo sconto è una cessione di un credito salvo buon fine (o pro solvendo), perché il cliente deve garantire alla banca l’effettiva riscossione del credito; se alla scadenza il debitore è insolvente, pertanto, la banca può pretendere il pagamento dal cliente. Lo sconto può avere come oggetto anche un credito contenuto in una cambiale: in questo caso lo sconto viene effettato mediante la girata del titolo, cioè con l’ordine da parte del creditore al debitore di pagare alla banca. Nello sconto di una cambiale la banca, se l’obbligato cambiario non paga, può agire nei confronti del cliente in base sia alla cambiale sia al contratto di sconto (art. 18591).
lasoluzione • Nel caso di mancato pagamento del titolo presentato allo sconto, la banca può
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agire direttamente nei confronti del cliente che ha emesso il titolo per l’acquisto dell’arredamento.
sconto
il debitore adempie l’obbligazione a favore della banca?
cessione pro solvendo di un credito
3 Sì
il cliente è liberato verso la banca
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iorno
il cliente non è liberato verso la banca
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un imprenditore sconta presso una banca un credito nei confronti di un Comune relativo a una fornitura di merci: alla scadenza prevista per il pagamento, però, il Comune non paga la somma di denaro alla banca a causa dei tagli alla spesa pubblica e anche l’imprenditore si rifiuta di pagare il debito alla banca. La banca allora cita in giudizio l’imprenditore e chiede la sua condanna a pagare il debito del Comune. La tesi dell’attrice Nello sconto di un credito il cliente della banca, in mancanza di una diversa disposizione contenuta nel contratto, è responsabile nel caso di mancato pagamento da parte del debitore ceduto e quindi la banca ha diritto di ottenere direttamente dal cliente il pagamento della somma dovuta. La tesi del convenuto Lo sconto di un credito presso una banca è una normale cessione di un credito nella quale, in base ai
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NO
princìpi generali, il cedente è responsabile nei confronti del cessionario soltanto per l’esistenza del credito e non anche per la solvibilità del debitore ceduto, a meno che non abbia assunto espressamente tale garanzia, e quindi la banca deve agire nei confronti del Comune.
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Il conto corrente e il conto corrente bancario
ilcaso • Il titolare di un’agenzia di viaggi stipula un contratto di conto corrente con il proprietario di un villaggio turistico, per la durata di un anno, per le reciproche rimesse di dare e avere. È legittimo il comportamento del proprietario del villaggio che, dopo alcuni mesi, pretende il pagamento della somma a suo credito sul conto? Un contratto utilizzato nei rapporti tra privati, ma impiegato con frequenza anche nei rapporti tra le banche e i loro clienti, è il conto corrente (art. 1823).
Quale è il contenuto e la disciplina del contratto di conto corrente? Il conto corrente è il contratto con il quale le parti si obbligano a registrare i loro crediti reciproci in un conto e a considerarli inesigibili e indisponibili, cioè a non pretenderne il pagamento e a non cederli a terzi, fino alla chiusura del conto. esempio Un rappresentante di commercio e un imprenditore possono annotare in un conto i crediti e debiti reciproci relativi alla restituzione, da parte del rappresentante all’imprenditore, della somma ricevuta per la vendita delle merci e al pagamento, da parte dell’imprenditore al rappresentante, della provvigione sulle vendite.
conto corrente Liquidazione del saldo
le parti si impegnano ad annotare in un conto i crediti reciproci e a considerarli inesigibili e indisponibili fino alla scadenza
Il conto corrente semplifica i rapporti tra le parti attraverso una compensazione tra i debiti e crediti reciproci. Anziché effettuare ogni volta il pagamento dei debiti e la riscossione dei crediti, infatti, i correntisti li annotano sul conto e procedono periodicamente alla liquidazione del saldo finale, cioè della loro differenza, a favore di una delle parti.
lasoluzione • Il comportamento è illegittimo perchè, prima della scadenza indicata nel contratto, un correntista non può pretendere la liquidazione della somma a suo credito.
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2 I contratti bancari
Conto corrente
Sono esclusi dal conto corrente i crediti che non sono compensabili per la loro natura o per un’espressa disposizione di legge (art. 18241). esempio Non può essere inserito in un conto corrente il credito nei confronti di un parente relativo al pagamento degli alimenti.
Chiusura del conto
La chiusura del conto, con la liquidazione del saldo, deve avvenire alla scadenza stabilita dal contratto o dagli usi o, in mancanza, ogni sei mesi (art. 18232). Se alla scadenza non viene richiesto il pagamento del saldo, però, il saldo è considerato come la prima rimessa di un nuovo conto e il contratto s’intende rinnovato tacitamente a tempo indeterminato (art. 1831).
chiusura del conto
conto corrente
viene chiesto il pagamento del saldo?
saldo a favore di una delle parti
Sì il conto corrente si estingue
NO il saldo è la prima rimessa del nuovo conto
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Conto corrente bancario
Quali caratteristiche particolari presenta un conto corrente bancario? Le operazioni bancarie (il deposito di denaro, l’apertura di credito, l’anticipazione bancaria ecc.) possono essere “regolate” in un conto corrente bancario con una apposita clausola: il cliente in questo modo può effettuare una serie di prelievi e/o versamenti, che vengono annotati dalla banca sul conto intestato a suo nome.
Disponibilità delle somme a credito
A differenza del conto corrente ordinario, però, nel conto corrente bancario il correntista ha la facoltà di disposizione in qualsiasi momento delle somme a suo credito, salvo l’eventuale termine di preavviso stabilito nel contratto (art. 1852). esempio Il cliente di una banca può prelevare una somma di denaro da un conto corrente oppure, se è stato autorizzato, può emettere un assegno sul conto.
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Documento Conto corrente bancario
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conto corrente bancario
la banca annota in un conto i crediti e i debiti del cliente e le somme risultanti a suo credito sono disponibili da parte del cliente
Conto intestato a più persone
Se un conto corrente bancario è intestato a più persone disgiuntamente, nel senso che possono compiere separatamente le operazioni relative, gli intestatari del conto sono creditori e debitori in solido verso la banca dei saldi attivi e passivi risultanti dal conto corrente (art. 1854).
Facoltà di recesso
Quando un conto corrente bancario è a tempo indeterminato, ciascuna parte può esercitare in qualsiasi momento la facoltà di recesso, comunicandolo per iscritto all’altra parte nel termine stabilito dagli usi o, in mancanza, almeno quindici giorni prima (art. 1855). esempio Se un correntista comunica alla banca di volere recedere da un contratto di apertura di credito in conto corrente, si procederà alla chiusura del conto corrente e alla liquidazione, a favore o a carico del cliente, del saldo finale.
Rinvio alle norme sul conto corrente
Al conto corrente bancario si applicano, per espresso rinvio della legge (art. 1857), le disposizioni generali in materia di conto corrente riguardanti: • l’inclusione nel conto, salvo patto contrario, dei diritti di commissione e delle spese per le singole operazioni (art. 1826); • l’annotazione nel conto dei crediti verso terzi che, se non risulta diversamente, si presumono salvo buon fine e, in caso di mancato pagamento da parte del terzo, devono essere eliminati dal conto tramite uno storno (art. 1829). esempio Nel conto corrente bancario devono essere annotate anche le spese di tenuta del conto a carico del cliente e, salvo incasso, gli assegni a favore del cliente versati sul conto.
Estratto conto
In base alla legge, la banca deve inviare al cliente un estratto conto almeno una volta all’anno; in mancanza di una contestazione scritta entro sessanta giorni dal suo ricevimento, l’estratto conto si intende approvato (art. 119 legge bancaria).
Impugnazione del conto
L’approvazione del conto però non impedisce al cliente di impugnare il conto, nei casi previsti dalla legge, per eventuali errori materiali (art. 1832). esempio È possibile impugnare un conto corrente, anche se non è stato contestato per iscritto nei termini previsti dalla legge, per errori di annotazione o di calcolo oppure per omissioni o duplicazioni nelle registrazioni contabili.
Conto corrente di corrispondenza
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Che cosa è un conto corrente di corrispondenza? Una figura particolare di contratto bancario è il conto corrente di corrispondenza, chiamato così in quanto di solito le operazioni relative al conto vengono ordinate o confermate per iscritto. Nel conto corrente di corrispondenza la banca si impegna a svolgere un servizio di cassa, cioè a eseguire gli incarichi che ha ricevuto dal cliente e ad annotare sul suo conto i crediti e i debiti che ne derivano.
esempio Il cliente può dare l’incarico alla propria banca di incassare alcuni effetti, di acquistare o di vendere dei titoli, di riscuotere dei crediti, di pagare tasse o bollette di utenza e così via.
La banca, che ha diritto a una provvigione per le operazioni eseguite ed è tenuta ad accettare gli incarichi del cliente soltanto se il correntista ha fondi disponibili, risponde dell’esecuzione degli incarichi ricevuti secondo le norme sul mandato (art. 18561).
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Un libero professionista, che ha aperto un conto corrente presso una banca, è costretto a sospendere la sua attività a causa di un incidente stradale, ma dopo alcuni mesi la banca gli invia una comunicazione con la quale dichiara di recedere dl contratto perché non viene non viene più “movimentato” con prelievi o versamenti. Il professionista ritiene che il recesso sia illegittimo e cita la banca davanti al tribunale. La tesi dell’attore Il recesso da parte della banca è ingiustificato in quanto dal contratto di conto
6
corrente, che è stato stipulato a tempo indeterminato, non deriva alcun obbligo a carico del correntista di compiere un numero minimo di operazioni (addebiti o accrediti) sul conto.
La tesi della convenuta La banca può recedere in ogni momento dal contratto e senza l’obbligo di indicarne i motivi; la precisazione che il recesso è dovuto alla mancata effettuazione di operazioni sul conto è stata fatta soltanto per correttezza e, comunque, la decisione se la continuazione di un rapporto è conveniente o meno rientra nella libera valutazione della banca.
Le operazioni accessorie
ilcaso • Un cliente consegna i certificati azionari di una società a una banca, con la quale conclude un contratto di deposito e custodia dei titoli. La banca è obbligata ad avvisare il cliente dell’aumento di capitale a pagamento deciso dalla società?
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2 I contratti bancari
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Le attività accessorie più importanti svolte da una banca sono il deposito di titoli in amministrazione e il servizio delle cassette di sicurezza.
Quale funzione svolge il deposito di titoli in amministrazione? Deposito di titoli in amministrazione
Il deposito di titoli in amministrazione è il contratto con il quale la banca assume l’incarico di custodire e amministrare i titoli (azioni, obbligazioni, titoli del debito pubblico ecc.) depositati da un cliente. Il contratto in esame è un contratto misto che presenta alcuni elementi sia del deposito regolare [❯ m3 u1], perché la banca non acquista la proprietà e la disponibilità dei titoli (e quindi deve restituire al cliente gli stessi titoli che ha ricevuto), sia del mandato. La banca, infatti, si obbliga non soltanto a conservare ma anche a gestire i titoli depositati, cioè a compiere in nome e per conto del cliente gli atti di ordinaria amministrazione indicati dalla legge (art. 18381). esempio La banca deve esigere gli interessi e i dividendi, verificare i sorteggi per l’attribuzione di eventuali premi o il rimborso del capitale prima della scadenza, curare le riscossioni per conto del depositante e, in generale, provvedere alla tutela dei diritti relativi ai titoli depositati.
289
Per il versamento di conferimenti o l’esercizio del diritto di opzione, invece, la banca deve richiedere in tempo utile istruzioni al depositante; in mancanza di istruzioni al riguardo, la banca deve procedere alla vendita, a mezzo di un intermediario autorizzato, dei diritti di opzione che non sono stati esercitati dal cliente (art. 18382). Compenso
Per la custodia e l’amministrazione dei titoli la banca ha diritto a un compenso, oltre al rimborso delle spese anticipate per conto del cliente, nella misura concordata nel contratto o, in mancanza, stabilita dagli usi in materia (art. 18383).
Diligenza
Nell’esercizio della sua attività la banca deve osservare la diligenza ordinaria ed è nullo qualsiasi patto contrario contenuto nel contratto (art. 18384).
Deposito di titoli in custodia
… e il deposito di titoli in custodia? Il deposito di titoli o di altri valori può essere anche soltanto un deposito in custodia: in questo caso la banca assume solo l’impegno di custodire i titoli (di solito azioni), mentre la cura della loro amministrazione o gestione rimane a carico del cliente. esempio Nel deposito di titoli in custodia è il cliente che deve provvedere alla riscossione degli interessi o dei dividendi maturati e, più in generale, a compiere tutti gli atti relativi ai titoli depositati presso la banca.
lasoluzione • La banca non è obbligata ad avvisare il cliente dell’aumento di capitale della
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società, in quanto ha soltanto il compito di custodire i titoli e non anche di amministrarli.
3
deposito in amministrazione
a carico della banca: • custodia dei titoli • gestione dei titoli
deposito in custodia
• gestione dei titoli a carico del cliente • custodia dei titoli a carico della banca
deposito di titoli
Quale funzione svolge il servizio delle cassette di sicurezza? Servizio delle cassette di sicurezza
Il servizio delle cassette di sicurezza è un contratto con il quale la banca mette a disposizione del cliente una cassetta, in cambio del pagamento di un canone periodico, per la custodia di denaro, oggetti di valore o altri beni. Anche il contratto in esame è un contratto misto, che presenta alcuni elementi della locazione, perché attribuisce al cliente il diritto di utilizzare la cassetta, e altri del deposito [❯ m3 u1], in quanto obbliga la banca a custodire la cassetta e il suo contenuto. Il servizio delle cassette di sicurezza svolge una funzione da un lato di conservazione delle cose depositate nella cassetta (gioielli, titoli, documenti ecc.) e dall’altro di segretezza del contenuto della cassetta, anche nei confronti della banca, in quanto l’apertura e la chiusura della cassetta vengono effettuate solo dal cliente in un locale isolato.
Responsabilità della banca
In base alla legge, la banca deve garantire al cliente (art. 1839): • l’idoneità dei locali e la custodia dei locali; • l’integrità della cassetta. La banca pertanto è responsabile verso il cliente nel caso di distruzione, deterioramento o perdita delle cose che sono state depositate, a meno che non riesca a provare l’esistenza di un caso fortuito, cioè di un fatto del tutto imprevedibile o inevitabile. esempio La banca non è responsabile se il tetto del locale dove sono custodite le cassette di sicurezza crolla a causa di un forte terremoto, danneggiando le cassette dei clienti, nonostante nella costruzione dell’edificio siano state rispettate tutte le prescrizioni antisismiche.
290
A volte le banche, per limitare la loro responsabilità, inseriscono nel contratto una clausola con cui dichiarano che l’uso della cassetta viene concesso soltanto entro un limite massimo di valore del suo contenuto, ma queste clausole sono considerate nulle.
Intestazione a più persone
Quando una cassetta di sicurezza è intestata a più persone ciascun intestatario può aprire la cassetta singolarmente, se nel contratto non è stato disposto diversamente, cioè senza che sia necessaria la presenza anche degli altri intestatari (art. 18401). esempio Se una cassetta è intestata a due fratelli, entrambi possono pretendere di aprirla da soli, anche se non è presente l’altro fratello.
Apertura forzata
Al termine del contratto il cliente è obbligato a lasciare libera la cassetta di sicurezza. Se il cliente non vi provvede, la banca, decorsi sei mesi dall’intimazione di liberarla, può procedere all’apertura forzata della cassetta con le modalità stabilite dal giudice e con l’assistenza di un notaio (art. 1841). • idoneità dei locali • custodia dei locali
servizio delle cassette di sicurezza
responsabilità della banca integrità della cassetta
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iorno
Il fatto Un risparmiatore deposita presso una banca le obbligazioni di una società che prevedono il pagamento di un interesse annuo, ma la banca depositaria non procede alla richiesta di pagamento delle somme maturate e il diritto a riscuotere gli interessi si estingue per prescrizione. Il risparmiatore cita in giudizio la banca per inadempimento contrattuale e chiede di essere risarcito dei danni subiti. La tesi dell’attore La banca ha assunto l’obbligo di custodire i titoli e quindi, in base alla legge, deve provvedere alla riscossone periodica degli interessi maturati; il risparmiatore, pertanto, ha diritto di ottenere il risarcimento dei danni causati dal comportamento negligente della banca, che ha colposamente omesso di chiedere il pagamento degli interessi alla società.
La tesi della convenuta In un contratto di deposito titoli la banca è obbligata soltanto a garantire la custodia dei titoli che sono stati depositati dal cliente e quindi non è responsabile della gestione dei titoli, in mancanza di una diversa indicazione, che rimane affidata al cliente: la banca, pertanto, non è obbligata a risarcire il danno subìto dal cliente a causa della mancata riscossione degli interessi.
2 I contratti bancari
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
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CLIL
Thelawinpractice
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Transparency of banking contractual conditions
3
By “transparency of banking and financial transactions and services” is meant a set of rules designed to ensure accurate, clear and comprehensive information to customers in order to facilitate understanding of the characteristics, risks and costs of the financial products offered and to allow them to be easily compared with other offers. It can in fact happen that the documentation produced by intermediaries, although complete in terms of its contents, is difficult to read and understand, especially for those inexperienced in credit or finance, due to the amount of information provided, its complexity and technical nature or the use of language not always easy to understand. The Bank of Italy has issued guidelines on the “Transparency of banking and financial transactions and services. Propriety of relations between intermediaries and customers”. The transparency guidelines apply to the purchase of traditional banking and financial products (e.g. current accounts and other forms of deposits, loans, payment instruments) and in every phase of the relationship between intermediary and customer: the pre-contractual phase, i.e. that which precedes signing the contract, the phase of signing the contract and the post-contractual phase, i.e. the relationship between intermediaries and customers.
General principles The new rules are based on the following principles: • simplification of the documentation made available to customers; • correctness, completeness and comprehensibility of the information to be provided; • comparability of offers.
To which transactions and services does it apply?
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The transparency rules apply, as envisaged by the Consolidated Banking Act (CBA), to all transactions and services of a banking and financial nature, including consumer credit and Bancoposta services, offered by banks (Italian and EU) and financial intermediaries, also outside branches (“off-site”) or by “distance communication means” (e.g. Internet). To ensure compliance with the legislation, the
law gives the Bank of Italy the power to carry out inspections and impose sanctions on intermediaries subject to its supervision.
To which banking and financial intermediaries does it apply? The recipients of the measures are: • authorised banks in Italy and EU banks; • financial intermediaries registered in the general list provided for by Articles 106 and 107 of the CBA; • the Mutual Loan Guarantee Societies registered in the list provided for by Article 107 of the CBA or in the specific section of Article 106; • authorised institutes issuing electronic money (IMEL) in Italy and in the EU; • Poste Italiane s.p.a., for Bancoposta activities; • credit brokers and money changers (who are subject to part of the regulations).
Things to know and do before signing the contract Already when it decides to promote the sale of its banking or financial products and services, the intermediary must abide by transparency rules: advertisements must be clearly recognisable as such and make reference, for the contract terms, to information leaflets, stating how these are made available to customers. If the promotional offer is any form of loan, the advertisement must also immediately indicate the annual percentage rate (APR). Before signing the contract, the customer must be provided with certain important documents in order to understand the characteristics of the transaction of interest or that in any case being proposed, in the sense that the customer can take a copy with him after having requested or directly taken it.
What are the Annual Percentage Rate (APR) and the Summary Cost Indicator (SCI)? This is fundamental cost information to be taken into account and which must be included in the information sheet and summary document. The APR refers to mortgages, bank loans, credit lines and other loans, including consumer credit; the SCI to opening a current account. The APR and
SCI therefore indicatively identify the overall cost of the product, expressed in percentage terms, on an annual basis. Why indicatively? Because these indicators do not cover all the cost items that could affect the relationship (this is the case, for example, of the variable costs relating to interest rate fluctuations or to the activation and use of specific services or transactions). It is therefore always advisable to verify in the information documents made available (for example under “other financial conditions”) to what extent and what additional cost items may be charged in relation to the specific type of product offered or to their operational needs of the individual customer.
Contracts are prepared in writing. In the case of non-compliance with the prescribed form, with some exceptions, the contract is void; nullification may only be enforced by the customer. A copy of the contract, including the terms and conditions, is provided to the customer. Consignment is attested by the customer’s signature for acceptance, in addition to that required for signing the contract, affixed to the contract kept by the intermediary. As regards the content, it is essential that the contract expressly specifies: the interest rate and any other price and condition applied, the expenditure items charged to the customer, the ability to change, unfavourably for the customer, the interest rate and any other price and condition (unconscionable clause), in term contracts the possibility to unilaterally change interest rates, prices and other conditions where there is a justified reason, the capitalisation frequency.
https://www.bancaditalia.it with adaptations
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2 I contratti bancari
Signing the contract
Customers, however, in order to avoid long and costly legal proceedings, can also make recourse to mediation or arbitration bodies that help resolve disputes on issues related to the relationship with the banking or financial intermediary much quicker. The out-of-court settlement is a procedure to settle disputes between consumers and banking and financial intermediaries through the pro-active intervention of a dispute settlement body that proposes (mediation) or imposes (arbitration) a solution, different from legal proceedings that take place before the judicial authorities. Mediation is a dispute settlement tool whereby two or more parties in the dispute voluntarily make recourse to an impartial third party – the mediator – whose task is to assist the parties in the negotiation, facilitating reaching an agreement. With the arbitration clause, the parties to a contract agree to refer the settlement of certain disputes to one or more arbitrators in order to expedite matters.
During the relationship: customer communications In term contracts, customers are entitled to obtain from intermediaries on expiry of the contract, and in any case at least once a year, a detailed communication providing complete and clear information on the progress of the relationship and an update on the financial conditions applied. Periodic communications consists of sending or providing a statement and the summary document of the main financial conditions.
Resolution of disputes with intermediaries It is worth remembering that issues relating to the interpretation and validity of contracts or individual clauses are up to the relationship between bank and customer and, ultimately, the assessment of the judicial authorities.
Comprehension 1. What is meant by transparency of banking and financial transactions? 2. To which transactions do the APR and the SCI refer to? 3. What is the difference between mediation and arbitration?
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Transparency Financial intermediaries Information sheet Out-of-court settlement
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293
Ripassafacile
contenuto
Banca e contratti bancari
I contratti bancari
contenuto
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Deposito bancario
Apertura di credito
L’impresa e i contratti
3 tipi
contenuto
contenuto
tipi
294
bancaria
tipi
Concetti chiave
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Simulazione della verifica orale
English summary
contenuto
contenuto
u disciplina
I contratti bancari
contenuto
2
deposito titoli
cassette di sicurezza
295
Verificaformativa 1. Risposte multiple
d è un’operazione accessoria per la banca e può avere come oggetto anche cambiali
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
2.
I contratti bancari:
7.
a sono esigibili in qualsiasi momento b non sono esigibili e disponibili fino alla scadenza
c sono disciplinati dagli usi d vengono conclusi tra privati non imprenditori
c devono derivare da operazioni omogenee d devono derivare da un’attività di impresa
e riguardano necessariamente la raccolta e l’impiego del denaro
e non possono derivare da operazioni intercorse con terzi
Sono passive per una banca le operazioni di:
8.
b si escludono dal conto i crediti verso terzi c si procede al pagamento di tutti i debiti che sono stati annotati nel conto
m
e deposito e custodia titoli Nel deposito bancario vincolato:
d si riporta sempre il saldo a credito o a debito di una parte nel periodo successivo
a la banca non può disporre del denaro depositato dal cliente b il cliente prima della scadenza non può ritirare la somma depositata
e si procede alla liquidazione del saldo, salvo rinnovazione del contratto 9.
c il cliente può ritirare la somma depositata prima della scadenza, ma solo in un’unica soluzione
d si intende approvato se non viene contestato con un atto scritto
e la banca deve restituire al cliente lo stesso denaro che ha ricevuto
e non può più essere impugnato se è stato approvato
Una apertura di credito a favore di un cliente: a non può essere a tempo indeterminato b produce immediatamente il trasferimento di una somma di denaro al cliente
10. Nel servizio delle cassette di sicurezza la banca: a si limita a concedere in locazione ai clienti le cassette
c può essere solamente a tempo determinato d può essere concessa anche allo scoperto
b è responsabile dell’idoneità dei locali e dell’integrità delle cassette
e deve essere garantita da una cessione di titoli 5.
Nell’anticipazione bancaria:
c conclude un contratto di deposito con il cliente d svolge un’operazione attiva
a la banca mette a disposizione del cliente una somma di denaro su pegno di titoli o di merci
e nel caso di furto del contenuto delle cassette è responsabile solo nel caso di colpa grave
b il contratto si conclude solo nel momento in cui il cliente utilizza in tutto o in parte il credito c la banca può sempre disporre delle merci o dei titoli dati in pegno d la banca diviene proprietaria delle merci o dei titoli dati in pegno se il cliente è inadempiente e il cliente non può ridurre la garanzia fino alla scadenza del contratto 6.
2. Vero o falso Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta 1. L’attività bancaria è una attività di impresa. V F ...................................................................................................... ......................................................................................................
2.
Lo sconto bancario:
b è a titolo gratuito c può avere come oggetto un credito del cliente verso la banca
Il deposito bancario è una forma di deposito V irregolare.
F
......................................................................................................
a consiste nel pagamento di un debito da parte della banca
296
L’estratto del conto corrente inviato dalla banca: a deve essere approvato espressamente dal cliente b deve essere approvato per iscritto dal cliente c deve essere inviato necessariamente ogni mese
d la banca non può investire il denaro depositato dal cliente
4.
Al momento della chiusura periodica del conto corrente: a si compensano soltanto i crediti e i debiti derivanti da operazioni omogenee
c raccolta fondi d consulenza
3
I crediti risultanti in un conto corrente bancario:
a sono contratti standard b di solito sono contratti commerciali
a impiego fondi b fornitura di servizi accessori
3.
Vuoi testare la tua preparazione? Fai il test in autovalutazione
......................................................................................................
3.
Il deposito è un’operazione bancaria passiva.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
Verificaformativa 4.
Le annotazioni sul libretto di risparmio fanno sempre prova nei rapporti tra la banca V e il cliente.
2. F
...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
Un libretto di risparmio al portatore intestato a una persona determinata si trasferisce V mediante una girata.
......................................................................................................
3.
......................................................................................................
Lo sconto consiste nell’anticipazione dell’importo ridotto di un credito futuro.
V
Libretto di risparmio intestato a una persona determinata. ......................................................................................................
F
4.
......................................................................................................
6.
Deposito bancario in cui il cliente può chiedere la restituzione della somma depositata soltanto alla scadenza.
Apertura di credito assistita da una garanzia reale. ......................................................................................................
5.
F
Deposito di titoli nel quale la banca si impegna a gestire i titoli depositati. ......................................................................................................
...................................................................................................... ......................................................................................................
7.
Lo sconto è un’operazione bancaria attiva.
V
F
......................................................................................................
8.
4. Vocabulary
......................................................................................................
Identify the term or terms corresponding to the definitions
Nell’apertura di credito garantita il cliente non può ritirare la garanzia fino alla scadenza. V
1.
F
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......................................................................................................
9.
I crediti verso terzi sono annotati nel conto corrente salvo buon fine.
V
F
......................................................................................................
2.
10. restituire altrettanti titoli dello stesso genere. V
......................................................................................................
3.
F
1.
2
Periodic sum which the bank pays to the customer who has made a deposit. ......................................................................................................
4.
Advance by a bank of the amount of a receivable which is not yet due. ......................................................................................................
3. Lessico Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione
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Activity through which a bank uses financial means. ......................................................................................................
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Activity through which a bank obtains financial means.
......................................................................................................
5.
Deposito bancario in cui il cliente può chiedere in qualsiasi momento la restituzione della somma depositata.
Sum of money in favour of one party and at the expense of the other party upon closure of a current account. ...................................................................................................... ......................................................................................................
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ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande Il titolare di un’impresa di arredamento, che ha un credito a tre mesi nei confronti di una banca per il pagamento dell’arredo degli uffici, deve pagare un fornitore a fine mese ma, a causa di alcuni investimenti, si trova in difficoltà per mancanza di liquidità. Il titolare dell’impresa, allora, si rivolge al direttore della banca per scontare il suo credito, chiedendo di anticipare il pagamento della somma di denaro dovuta dall’istituto di credito, previo sconto della differenza tra il valore futuro e il valore attuale del suo credito. 1.
Che tipo di operazione viene posta in essere tra la banca e l’imprenditore?
2.
L’operazione è definibile, dal punto di vista giuridico, come uno sconto?
3.
L’anticipo del credito concesso dalla banca è, nel caso in esame, un anticipo pro soluto o pro solvendo?
297
u3
Il contratto di assicurazione
Prerequisiti
Ricordare i princìpi in materia di risarcimento dei danni
Conoscenze
La funzione economica e la disciplina giuridica del contratto di assicurazione sulla vita
Abilità
Individuare le diverse forme di assicurazione sulla vita e le loro conseguenze pratiche
iave Parole cohrds Keyw
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Italiano
Inglese
Assicurazione (contratto di)
Insurance policy
Contraente
Policyholder
Assicurato
Insured party
Beneficiario
Beneficiary
Rischio
Risk
Premio
Premium
Indennità
Indemnity
Sinistro
Accident, damage, claim
Denuncia
Accident report
Obbligo di salvataggio
Damage containment of obligation
1
L’impresa di assicurazione
Vi sono alcune categorie di soggetti che, per la loro condizione o per l’attività che svolgono, sono esposte a particolari rischi, cioè alla possibilità che si verifichino alcuni eventi dannosi per il loro patrimonio o per la loro persona. esempio Le banche possono subire una rapina e gli automobilisti possono subire lesioni a causa di un incidente stradale.
Attività assicurativa
Quale funzione economica svolge un’impresa di assicurazione? L’attività di un’impresa di assicurazione, che è un’impresa commerciale [❯ m1 u2], consiste nell’assunzione di un rischio in cambio di un corrispettivo (premio). Se si verificherà l’evento sfavorevole che viene assicurato, l’assicuratore pagherà all’assicurato o a un’altra persona una somma di denaro (indennità), che ha la funzione di risarcirlo del danno subìto. esempio L’assicurazione rimborserà alla banca la somma di denaro che è stata rapinata o verserà una indennità all’automobilista per le ferite o per l’invalidità.
Approfondimento La ripartizione del rischio e il contratto di riassicurazione
A quali vincoli e controlli è sottoposta un’impresa di assicurazione? Le imprese di assicurazione svolgono un ruolo fondamentale nel sistema economico e sono sottoposte a vincoli e controlli pubblici, previsti da leggi speciali. In particolare: • l’esercizio dell’attività di assicurazione è riservato a imprese aventi la forma di una società per azioni, cooperativa o di mutua assicurazione oppure di una società europea e con l’autorizzazione dell’ISVAP (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo; l. 12 agosto 1982, n. 576 e successive modificazioni); • le imprese di assicurazione, che devono avere un capitale sociale minimo compreso tra un milione e mezzo di euro e cinque milioni di euro (a seconda dei rami esercitati), devono costituire una cauzione o riserva a garanzia dei loro assicurati; • le tariffe applicate dalle imprese di assicurazione sono soggette a vigilanza da parte degli organi pubblici, a cui devono essere comunicate. Inoltre le imprese di assicurazione non sono soggette al fallimento, nel caso di insolvenza o di accertamento di gravi irregolarità nella gestione, ma alla procedura concorsuale della liquidazione coatta amministrativa. Le disposizioni in materia di assicurazioni sono contenute nel codice civile e nel Codice delle assicurazioni private (d.lg. 7 settembre 2005, n. 209).
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3 Il contratto di assicurazione
Vincoli e controlli pubblici
premio
impresa di assicurazione assicurato si verifica l’evento assicurato? sì indennità
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2
Il contratto di assicurazione in generale
ilcaso • Il proprietario di un’automobile stipula il 30 dicembre un contratto di assicurazione contro i danni e versa il premio il 1° gennaio. Se la notte di Capodanno l’automobile viene danneggiata da alcuni vandali, l’impresa di assicurazione è obbligata a risarcire i danni? L’impresa di assicurazione stipula con i clienti dei contratti di assicurazione (art. 1882).
In che cosa consiste un contratto di assicurazione? Contratto di assicurazione
L’assicurazione è il contratto con il quale l’assicuratore si obbliga, in cambio del pagamento di un premio, a risarcire l’assicurato se si verifica un dato evento.
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L’assicurazione è un contratto aleatorio, perché il vantaggio o lo svantaggio di ciascuna parte dipende da un evento incerto e imprevedibile e, in quanto tale, non può essere quantificato con precisione al momento della conclusione del contratto. esempio Se viene concluso un contratto di assicurazione contro il furto di un motorino e il motorino non viene rubato, il contratto è vantaggioso per l’assicuratore (che riscuote i premi senza pagare l’indennità); se il motorino viene rubato, invece, il contratto è vantaggioso per il proprietario (che riceve una indennità superiore alla somma dei premi pagati).
3 Contraente, assicurato e beneficiario
Quali sono i soggetti di un contratto di assicurazione? In un contratto di assicurazione, oltre all’assicuratore, bisogna distinguere: • il contraente, che è la persona che stipula il contratto e deve pagare il premio; • l’assicurato, che è la persona esposta al rischio che viene assicurato; • il beneficiario dell’assicurazione, che è la persona alla quale l’assicuratore deve pagare una somma di denaro o indennità se si verifica un dato evento. Di solito il contraente è anche l’assicurato e il beneficiario dell’assicurazione, ma, in alcuni casi, l’assicurato e/o il beneficiario possono essere anche persone diverse. esempio Nell’assicurazione sulla propria vita a favore di un terzo, come una assicurazione conclusa dal padre a favore del figlio, il contraente e l’assicurato sono la stessa persona (il padre) mentre il beneficiario è un’altra persona (il figlio); nell’assicurazione sulla vita altrui invece, come un’assicurazione stipulata da una società sportiva sulla vita di un proprio calciatore, il contraente e il beneficiario sono la stessa persona (la società) mentre l’assicurato è un’altra persona (il calciatore).
Sospensione del contratto
300
contraente
persona che stipula l’assicurazione e che deve pagare il premio
assicurato
persona esposta al rischio che viene assicurato
beneficiario
persona alla quale l’assicuratore deve pagare una somma di denaro se si verifica un determinato evento
Da quale momento si producono gli effetti dell’assicurazione? In base alla legge, gli effetti dell’assicurazione sono sospesi (art. 1901): • fino al pagamento del premio da parte del contraente (o, meglio, fino alle ore ventiquattro del giorno in cui viene effettuato il pagamento); • nel caso di mancato pagamento dei premi successivi, a decorrere dal quindicesimo giorno successivo a quello della scadenza prevista nel contratto di assicurazione.
lasoluzione • L’impresa di assicurazione è obbligata a risarcire i danni soltanto se il contraente riesce a dimostrare che l’incendio si è prodotto dopo mezzanotte, cioè nel nuovo anno.
Forma del contratto
Il contratto di assicurazione deve essere un atto scritto? Un contratto di assicurazione richiede una forma scritta, ma soltanto come forma probatoria, cioè ai fini della prova; se viene concluso in una forma diversa, pertanto, il contratto è valido ma, in caso di contestazione sulla sua esistenza o sul suo contenuto, non può essere provato per testimoni. esempio È valido il contratto con il quale un’impresa di assicurazione si impegna verbalmente ad assicurare una casalinga contro gli eventuali danni nell’esercizio della sua attività domestica.
Polizza di assicurazione
In base alla legge, l’assicuratore è obbligato a consegnare al contraente la polizza di assicurazione, o un altro documento sottoscritto da lui, con tutte le condizioni contrattuali (art. 1888). Al riguardo è da ricordare che i contratti di assicurazione sono contratti standard o per adesione, in quanto vengono predisposti in modo unilaterale dall’assicuratore, e sono sottoposti alla disciplina a tutela del consumatore (artt. 1341 ss., 1469 bis). esempio Le eventuali clausole vessatorie inserite in un contratto di assicurazione, come la rinuncia a opporre eccezioni o la rinnovazione tacita del contratto, sono valide soltanto se sono state approvate per iscritto dal contraente.
Inesistenza del rischio
• l’inesistenza del rischio, al momento della conclusione del contratto di assicura-
Cessazione del rischio
• la cessazione del rischio, dopo la stipulazione dell’assicurazione, causa lo sciogli-
zione, produce la nullità del contratto e il contraente ha il diritto di ottenere la restituzione degli eventuali premi che ha pagato (art. 1895); mento del contratto ma l’assicuratore conserva il diritto di ottenere il pagamento dei premi maturati fino al momento in cui ha ricevuto la comunicazione o è venuto comunque a conoscenza della cessazione del rischio (art. 1896).
esempio Il rischio è inesistente, in quanto l’evento si è già verificato, se viene assicurato contro un furto un bene che è già stato rubato oppure se viene stipulata un’assicurazione sulla vita di una persona defunta; il rischio viene meno invece, in quanto l’evento non può più verificarsi, se un’automobile che è stata assicurata viene rottamata oppure se un medico, che si è assicurato contro gli infortuni nell’esercizio della sua attività professionale, va in pensione.
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3 Il contratto di assicurazione
Rischio e assicurazione
Quali effetti produce l’inesistenza o la cessazione del rischio assicurato? Un elemento essenziale del contratto di assicurazione è il rischio, cioè la possibilità che si verifichi un determinato evento sfavorevole: l’assicurazione, infatti, ha la funzione di trasferire il rischio di un evento (un furto, un incidente, la morte di una persona ecc.) da un soggetto (l’assicurato) a un altro soggetto (l’assicuratore), che se ne assume l’onere in cambio di un corrispettivo. Pertanto:
... e la diminuzione o l’aggravamento del rischio? Inoltre se, dopo la conclusione del contratto di assicurazione, si verifica: Diminuzione del rischio
• una diminuzione del rischio, il contraente ha il diritto di ottenere una riduzione del
Aggravamento del rischio
• un aggravamento del rischio, tale che l’assicuratore non avrebbe concluso il con-
premio, previa comunicazione all’assicuratore che, però, può recedere dal contratto qualora non vi abbia più interesse (art. 1897); tratto o lo avrebbe concluso soltanto per un premio più elevato qualora ne fosse stato a conoscenza, il contraente deve darne immediatamente avviso all’assicuratore, che può esercitare la facoltà di recesso dal contratto (art. 1898).
esempio Un’automobile, che è stata assicurata per i danni derivanti da incidenti stradali, non può circolare tutti i giorni ma soltanto nei giorni feriali (diminuzione del rischio) o viene utilizzata per competizioni sportive (aggravamento del rischio).
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inesistenza
nullità del contratto
cessazione
risoluzione del contratto
diminuzione
diritto di riduzione del premio (salvo recesso dell’assicuratore)
aggravamento
facoltà di recesso dell’assicuratore
rischio
Valutazione del rischio
Di solito l’assicuratore, prima di concludere un contratto di assicurazione e stabilire l’ammontare del premio, compie una valutazione del rischio, cioè della probabilità dell’evento che viene assicurato, in base alle dichiarazioni dell’altro contraente.
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esempio Una persona, sottoscrivendo il modulo predisposto dall’impresa di assicurazione, deve dichiarare che nell’immobile che viene assicurato contro gli incendi non si svolgono attività pericolose (come la fabbricazione di fuochi d’artificio o la lavorazione di materiali infiammabili) oppure, nel caso di un’assicurazione sulla vita, di non essere affetto da alcune patologie (come malattie cardiache, respiratorie, infettive ecc.) o di non avere subìto interventi chirurgici.
Dichiarazioni inesatte o reticenti
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Che cosa accade nel caso di dichiarazioni inesatte o reticenti dell’assicurato? Può accadere, però, che le dichiarazioni dell’altro contraente siano inesatte o reticenti, in quanto espongono fatti non veri o omettono di esporre fatti veri. Quando le inesattezze o reticenze sono gravi (perché l’assicuratore, se avesse conosciuto la verità, non avrebbe dato il suo consenso o lo avrebbe dato ma a condizioni diverse), è necessario distinguere: • se vi è stato dolo o colpa grave del contraente, l’assicuratore può chiedere l’annullamento del contratto entro tre mesi da quando ne è venuto a conoscenza e, se prima di questo termine si verifica un sinistro, non è obbligato a pagare (art. 1892); • se non vi è stato dolo o colpa grave del contraente, invece, l’assicuratore può esercitare il diritto di recesso dal contratto entro tre mesi da quando ne ha avuto conoscenza e, se prima di questo termine si verifica un sinistro, ha diritto a una riduzione dell’indennità che deve pagare (art. 1893). La riduzione viene operata in proporzione alla differenza tra il premio concordato e quello che sarebbe stato applicato se l’assicuratore, al momento della conclusione del contratto, avesse conosciuto il vero stato delle cose.
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Al momento della conclusione di un contratto di assicurazione contro il furto un gioielliere dichiara falsamente all’assicuratore che, negli anni precedenti, non ha subìto furti; qualche giorno dopo il gioielliere viene derubato di una preziosa collana e chiede il risarcimento dei danni all’assicuratore che, però, si rifiuta di pagargli l’indennità. Il gioielliere cita in giudizio l’assicuratore chiedendo la sua condanna a pagare l’indennità prevista nel contratto. La tesi dell’attore L’assicuratore è obbligato a risarcire il danno subìto dall’attore a causa dell’evento che è stato assicurato in quanto, una volta firmato il contratto di assicurazione, è del tutto irrilevante il fatto che l’evento che viene assicurato si sia o non si sia già verificato in passato.
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La tesi del convenuto L’assicurato ha fornito intenzionalmente alcune dichiarazioni false o reticenti all’assicuratore che quindi, in considerazione del maggiore rischio connesso all’assicurazione, può chiedere l’annullamento del contratto di assicurazione e rifiutarsi legittimamente di pagare l’indennità prevista nel contratto.
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L’assicurazione contro i danni
ilcaso • Il proprietario di un edificio, che ha assicurato l’edificio contro i danni, chiede il risarcimento dei danni causati da un terremoto che ha distrutto l’edificio. L’impresa di assicurazione è obbligata a risarcire i danni al proprietario? Il contratto di assicurazione può essere contro i danni oppure sulla vita (di questa figura di assicurazione ci occuperemo nel paragrafo successivo).
Quale funzione svolge un contratto di assicurazione contro i danni? Assicurazione contro i danni
L’assicurazione contro i danni è il contratto con cui l’assicuratore si obbliga a risarcire l’assicurato, nei limiti stabiliti, del danno subìto a causa di un dato evento. esempio Il proprietario di una imbarcazione si assicura contro il rischio di un affondamento o il proprietario di un edificio si assicura contro il rischio di un incendio.
In materia di assicurazione contro i danni si applicano due princìpi fondamentali: il principio dell’interesse e il principio indennitario. In primo luogo il contratto di assicurazione è nullo se l’assicurato, nel momento in cui deve avere inizio, non ha interesse al risarcimento del danno perché l’assicurazione riguarda un bene del tutto estraneo (cosiddetto principio dell’interesse; art. 1904). esempio Un privato non può stipulare un’assicurazione contro il crollo del Colosseo o il furto della Gioconda, in quanto questi eventi non gli causerebbero alcun danno economico.
Principio indennitario
In secondo luogo l’assicuratore è tenuto a risarcire, con le modalità e nei limiti stabiliti nel contratto, soltanto il danno effettivamente sofferto dall’assicurato come conseguenza del sinistro (cosiddetto principio indennitario; art. 19051). L’assicurazione, infatti, deve servire a risarcire l’assicurato del danno che ha subìto e non deve costituire uno strumento di speculazione o guadagno: l’indennità pagata dall’assicuratore, quindi, non può mai superare il valore del bene assicurato. esempio Se il proprietario si è assicurato contro la morte di un cane di razza, nel caso di morte dell’animale non può pretendere un risarcimento maggiore del valore del cane.
principio dell’interesse
vi deve essere un interesse ad assicurare un rischio
principio indennitario
l’indennità non può essere superiore al valore del bene assicurato
assicurazione contro i danni
Danno risarcibile
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3 Il contratto di assicurazione
Principio dell’interesse
Di regola, se nel contratto non è stato stabilito diversamente, l’assicuratore deve risarcire soltanto il danno emergente, cioè la perdita patrimoniale subìta dall’assicurato, ma non anche il mancato guadagno, cioè il profitto ragionevolmente sperato (art. 19052). esempio Se un edificio viene assicurato contro gli incendi, il proprietario può ottenere il risarcimento del danno subìto, costituito dal valore commerciale dell’immobile, ma non può pretendere la somma maggiore che avrebbe potuto ottenere dalla vendita dell’edificio.
Quali effetti produce una sottoassicurazione? Può accadere che il valore assicurato di un bene sia inferiore (cosiddetta sottoassicurazione) o superiore (cosiddetta soprassicurazione) al suo valore effettivo.
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Sottoassicurazione
Nel caso di sottoassicurazione si applica, se non è stabilito diversamente, un principio di proporzionalità: l’assicuratore risponde per i danni soltanto in proporzione alla parte assicurata ed è obbligato a pagare all’assicurato un’indennità ridotta, determinata in base al rapporto tra il valore assicurato e il valore reale del bene (art. 1907). esempio Se un immobile del valore di 400.000 euro viene assicurato per un quarto del suo valore (cioè per 100.000 euro) e il proprietario subisce un danno di 80.000 euro, l’assicuratore è obbligato a pagargli soltanto un quarto del danno (cioè 20.000 euro).
Sovrassicurazione
... e una sovrassicurazione? Nel caso di sovrassicurazione, invece, si possono avere due ipotesi diverse (art. 1909): • se vi è stato dolo del contraente, che ha dichiarato intenzionalmente un valore maggiore, l’assicurazione è nulla ma l’assicuratore in buona fede non è obbligato a restituire i premi già riscossi e ha diritto al pagamento dei premi del periodo in corso; • se non vi è stato dolo, l’assicurazione è valida ma soltanto per il valore reale della cosa assicurata e il contraente ha diritto, per il futuro, a una riduzione del premio. esempio Se un orefice viene rapinato di un gioiello del valore di 2.500 euro, che era stato assicurato per 5.000 euro, l’assicuratore non è tenuto a pagare nel caso di dolo oppure, se non vi è stato dolo, è obbligato a pagare soltanto 2.500 euro.
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In ogni caso, alle cose distrutte o danneggiate non si può mai attribuire un valore superiore al valore che avevano al momento del sinistro (art. 19081). Per evitare contestazioni successive sul risarcimento, inoltre, i contraenti possono inserire nel contratto una stima scritta, accettata da entrambe le parti, con l’indicazione del valore delle cose che vengono assicurate (cosiddetta polizza stimata; art. 19082).
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sottoassicurazione
sovrassicurazione
vi è dolo del contraente?
sì
il contratto è valido (ma l’indennità è ridotta in misura proporzionale)
Obblighi dell’assicurato
il contratto è nullo
NO
il contratto è valido (ma solo per il valore effettivo della cosa)
Quali obblighi ha l’assicurato nei confronti dell’assicuratore? Quando si verifica un sinistro la legge impone a carico dell’assicurato l’obbligo di: • avvisare l’assicuratore entro il termine di tre giorni da quando si è verificato il sinistro o da quando ne ha avuto conoscenza (art. 19131); • fare tutto quanto è possibile per evitare o diminuire il danno (cosiddetto obbligo di salvataggio; art. 19141). L’inadempimento di questi obblighi da parte dell’assicurato produce la perdita del diritto all’indennità, se è doloso, o una riduzione dell’indennità, per il pregiudizio subìto, se è colposo (art. 1915). esempio Se l’assicurato non avverte tempestivamente l’assicuratore della rottura di una tubatura e l’infiltrazione dell’acqua danneggia alcuni mobili, l’assicuratore è obbligato a risarcire i danni per la riparazione ma non anche i maggiori danni (il valore dei mobili) che si sarebbero potuti evitare riparando senza ritardo la tubatura.
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obbligo di avviso
avvertire l’assicuratore del sinistro
obbligo di salvataggio
fare il possibile per evitare o diminuire il danno
assicurato
Documento Contratto di assicurazione
In quali casi è esclusa la responsabilità dell’assicuratore? Se nel contratto non è contenuta una clausola contraria, infine, l’assicuratore non è responsabile per gli eventuali danni derivanti: • da dolo o colpa grave, cioè da una negligenza notevole, dello stesso contraente, dell’assicurato o del beneficiario dell’assicurazione (art. 19001); • da un vizio della cosa assicurata, quando è un difetto intrinseco e non è stato denunciato dal contraente (art. 19061); • da terremoti, guerre, insurrezioni o tumulti popolari (art. 1912). È da notare che in un contratto di assicurazione può essere inserita una clausola di responsabilità dell’assicuratore nel caso di colpa grave delle persone indicate dalla legge ma non anche, per evitare possibili frodi, nel caso di dolo.
lasoluzione • L’impresa di assicurazione non è obbligata a risarcire i danni in quanto, se non è stato stabilito diversamente, l’assicurazione non copre i danni causati da un evento sismico.
Un tipo particolare di assicurazione contro i danni è l’assicurazione della responsabilità civile, conosciuta anche comunemente come r.c.
In che cosa consiste l’assicurazione per la responsabilità civile? Assicurazione per la responsabilità civile
L’assicurazione per la responsabilità civile è il contratto con il quale l’assicuratore si obbliga, contro il pagamento di un premio, a risarcire l’assicurato di quanto deve eventualmente pagare a un terzo per un fatto dipendente dalla responsabilità richiamata nel contratto. La copertura assicurativa può riguardare sia una responsabilità contrattuale, sia una responsabilità extracontrattuale. esempio Un professionista si può assicurare per i danni causati ai clienti nell’esercizio della sua attività professionale e il proprietario di una imbarcazione si può assicurare per i danni causati ai terzi nel corso della navigazione.
A differenza dell’assicurazione generale contro i danni, l’assicurazione in esame: • comprende anche, salvo patto contrario, i danni imputabili all’assicurato per colpa grave (art. 19171); • non riguarda uno o più beni determinati, ma l’intero patrimonio di una persona che costituisce la garanzia generica per i suoi creditori. Rapporti tra l’assicuratore e il terzo
È importante ricordare che il contratto concluso tra l’assicuratore e l’assicurato non produce alcun effetto giuridico nei confronti del terzo danneggiato che, rimanendo estraneo al contratto di assicurazione, non ha un’azione diretta nei confronti dell’assicuratore per ottenere il risarcimento dei danni. L’assicuratore infatti è obbligato a pagare direttamente l’indennità al terzo danneggiato soltanto se vi è una richiesta espressa in tale senso da parte dell’assicurato. In mancanza di una richiesta espressa, l’assicuratore può sostituirsi all’assicurato ma non vi è obbligato (e, se non vi provvede, è l’assicurato che deve risarcire personalmente i danni al terzo e poi deve richiedere il rimborso all’assicuratore; art. 19172). Spesso però le polizze assicurative prevedono un patto di gestione della lite, con il quale l’assicuratore si assume il diritto e l’obbligo di condurre il processo intentato dal terzo danneggiato e anche, eventualmente, di transigere la controversia.
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3 Il contratto di assicurazione
Esclusione della responsabilità dell’assicuratore
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esempio Nel contratto di assicurazione per i danni causati da un immobile può essere previsto che l’assicurato ceda all’assicurato le azioni nei confronti dei terzi danneggiati.
Quando è obbligatorio stipulare un’assicurazione per la responsabilità civile? In alcuni casi la legge, allo scopo di tutelare i terzi danneggiati dall’attività altrui e di garantire loro un risarcimento (che sarebbe impossibile se il patrimonio del danneggiante risultasse insufficiente), impone ad alcune persone un’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile per gli eventuali danni causati ai terzi. Danni derivanti dalla circolazione di veicoli
La forma più importante di assicurazione obbligatoria riguarda i danni derivanti dalla circolazione di veicoli a motore e di natanti (l. 24 dicembre 1969, n. 990 e successive modificazioni). La cosiddetta responsabilità civile auto, o r.c.a., è disciplinata, almeno in parte, in modo diverso rispetto alla responsabilità civile ordinaria in quanto: • il danneggiato ha un’azione diretta, nel limite dei massimali per i quali è stata stipulata l’assicurazione, nei confronti dell’assicuratore; • l’assicuratore non può opporre al danneggiato le eccezioni derivanti dal contratto di assicurazione.
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Inoltre è stato istituito un apposito fondo di garanzia per le vittime della strada, con la funzione di risarcire i danni causati da veicoli non identificati o non assicurati. Il codice della strada, inoltre, ha introdotto una forma di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile anche per la circolazione dei ciclomotori. Altre forme di assicurazione obbligatoria sono quelle previste per il trasporto aereo (art. 941 cod. nav.), per la gestione di impianti nucleari (l. 11 dicembre 1962, n. 1860) e per l’attività venatoria, cioè per l’esercizio della caccia (l. 11 febbraio 1992, n. 157).
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Un insegnante, che ha subìto una invalidità permanente a causa di un incidente stradale, chiede il risarcimento dei danni direttamente all’impresa di assicurazione dell’automobilista che ha provocato l’incidente, ma l’impresa di assicurazione si rifiuta di risarcire i danni causati dall’assicurato. L’insegnante cita in giudizio l’impresa di assicurazione e chiede al giudice di condannarla a risarcire i danni. La tesi dell’attore In base alla legge l’assicurazione per la responsabilità civile per danni derivanti dalla circolazione stradale è una respon-
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sabilità obbligatoria per tutelare i terzi danneggiati e, quindi, l’impresa di assicurazione è responsabile in solido con l’assicurato per il risarcimento dei danni causati a terzi.
La tesi della convenuta Il contratto di assicurazione concluso tra un’impresa e un’automobilista non produce effetti giuridici obbligatori a favore dei terzi, che sono estranei al contratto, a meno che l’assicurato, che in base alla legge è responsabile per il risarcimento dei danni, non chieda all’impresa di assicurazione di procedere direttamente al risarcimento.
Le assicurazioni sulla vita
ilcaso • Un operaio vuole stipulare un’assicurazione sulla vita del suo datore di lavoro. A quali condizioni è valido, dal punto di vista giuridico, il contratto di assicurazione?
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Dall’assicurazione contro i danni si distingue, come abbiamo detto, l’assicurazione sulla vita.
Quale funzione svolge un contratto di assicurazione sulla vita? Assicurazione sulla vita
L’assicurazione sulla vita è il contratto con cui l’assicuratore si obbliga a pagare una somma di denaro se si verifica un evento relativo alla vita di una persona. L’assicurazione sulla vita può essere un’assicurazione per il caso di morte o di sopravvivenza oppure un’assicurazione mista.
Assicurazione per il caso di morte
Nell’assicurazione per il caso di morte l’assicuratore si impegna a pagare una somma di denaro se l’assicurato muore prima del termine indicato nel contratto.
Assicurazione per il caso di sopravvivenza
Nell’assicurazione per il caso di sopravvivenza, invece, l’assicuratore si obbliga a pagare una somma di denaro se l’assicurato è ancora in vita alla scadenza del termine previsto.
Assicurazione mista
Nell’assicurazione mista, infine, l’assicuratore si obbliga a pagare una somma di denaro se l’assicurato muore prima del termine o è ancora in vita alla scadenza del termine.
esempio Se i genitori hanno concluso un’assicurazione sulla propria vita a favore dei figli, nel caso di morte dei genitori l’assicuratore deve pagare un capitale o una rendita ai beneficiari dell’assicurazione.
esempio Se una persona stipula un contratto di assicurazione sulla propria vita nel caso di sopravvivenza dopo il 65° anno di età ed è ancora viva al compimento del 65° anno, l’assicuratore deve pagare al contraente la somma indicata nel contratto.
Di solito quest’ultima forma di assicurazione prevede un premio più elevato a carico del contraente, perché l’assicuratore deve pagare in ogni caso una somma di denaro (alla scadenza del termine o, nel caso di morte dell’assicurato, prima della scadenza). assicurazione sulla vita
in caso di morte
in caso di sopravvivenza
l’assicurato muore prima della scadenza?
l’assicurato è ancora in vita alla scadenza?
sì
NO
l’assicurazione paga al beneficiario la somma assicurata
Assicurazione sulla vita di un terzo
l’assicurazione non paga
sì l’assicurazione paga al beneficiario la somma assicurata
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3 Il contratto di assicurazione
esempio Una persona stipula un contratto di assicurazione decennale che prevede la liquidazione di una somma di denaro ai figli, se l’assicurato muore prima della scadenza dei dieci anni, oppure, se l’assicurato è ancora in vita dopo dieci anni, l’erogazione di una pensione integrativa a favore dello stesso assicurato.
NO
l’assicurazione non paga
A quali condizioni è possibile concludere un’assicurazione sulla vita di un’altra persona? L’assicurazione per il caso di morte può essere stipulata anche sulla vita di una terza persona, ma soltanto se: • vi è il consenso espresso, che richiede la forma scritta probatoria, da parte del terzo o del suo rappresentante legale (art. 1919); • l’eventuale morte del terzo può provocare un danno economico al beneficiario.
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esempio Una persona conclude un contratto di assicurazione sulla vita del coniuge o di un altro parente da cui è mantenuta perché non è economicamente indipendente.
lasoluzione • Il contratto di assicurazione è valido soltanto se il datore di lavoro, la cui morte può avere effetti economici negativi sull’occupazione e sul reddito dell’operaio, dà il suo consenso scritto alla stipulazione del contratto.
Assicurazione a favore di un terzo
Disciplina comune
Che cosa significa che un’assicurazione è a favore di un terzo? Un’assicurazione sulla vita può essere stipulata anche, come accade sempre nell’assicurazione per il caso di morte del contraente, a favore di una terza persona. La designazione del beneficiario dell’assicurazione può essere effettuata nel contratto di assicurazione o con una dichiarazione scritta successiva, comunicata all’assicuratore, oppure nel testamento del contraente (art. 1920). Nei contratti di assicurazione sulla vita, a differenza di quelli contro i danni, non si applica il principio indennitario e quindi, purché vengano pagati i premi relativi, non esistono limiti alla somma che può venire assicurata a favore del beneficiario.
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esempio Un disoccupato può stipulare un’assicurazione sulla propria vita in caso di morte per 5 milioni di euro, anche se la sua morte non produce, per la moglie che è indicata come beneficiaria dell’indennità, un danno economico equivalente.
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Diritto di riscatto Diritto di riduzione
In che cosa consistono il diritto di riscatto e di riduzione di una assicurazione? In base alla legge, nella polizza di assicurazione devono essere previsti espressamente i seguenti diritti dell’assicurato (art. 1925): • il diritto di riscatto, che consiste nel diritto dell’assicurato di recedere anticipatamente dal contratto di assicurazione e di ottenere dall’assicuratore una restituzione parziale dei premi che ha già versato;
• il diritto di riduzione, che consiste nel diritto dell’assicurato di interrompere il pagamento dei premi ma di mantenere in vita il contratto di assicurazione, con una riduzione proporzionale della somma assicurata.
Di solito i diritti in esame possono essere esercitati soltanto se il contratto ha una certa durata minima e se sono state pagate un certo numero (da tre a cinque) di annualità. esempio Un impiegato, che ha concluso un contratto di assicurazione sulla propria vita della durata di venti anni, dopo dieci anni può decidere di chiedere il rimborso di una parte dei premi che ha pagato (e in questo caso il beneficiario dell’assicurazione non otterrà alcuna prestazione nel caso di morte del contraente) oppure di cessare di pagare il premio dell’assicurazione (e in questo caso il beneficiario dell’assicurazione otterrà solamente metà della somma assicurata, perché sono stati pagati soltanto metà dei premi dovuti).
diritto di riscatto
diritto di risolvere il contratto prima della scadenza (con una parziale restituzione dei premi pagati)
diritto di riduzione
diritto di interrompere il pagamento dei premi (con una riduzione proporzionale delle prestazioni erogate)
assicurazione sulla vita
Diritto di recesso
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Il contraente, inoltre, può esercitare il diritto di recesso dal contratto di assicurazione, inviando una raccomandata entro trenta giorni dalla sua stipulazione, e ottenere il rimborso del premio pagato (al netto della parte corrispondente al periodo durante il quale il contratto ha avuto validità e delle spese sostenute dall’assicuratore).
Infine, il contraente ha un diritto di informazione, in quanto l’assicuratore ha l’obbligo di informarlo su una serie di elementi indicati dalla legge (d.lg. 17 marzo 1995, n. 174). esempio L’assicuratore deve informare il contraente sull’ammontare dei premi per la garanzia principale e per quelle complementari, sulle modalità di recesso, sulle regole per presentare eventuali reclami ecc.
Cambiamenti di professione o di attività
L’aggravamento del rischio produce la risoluzione dell’assicurazione sulla vita? I cambiamenti di professione o di attività dell’assicurato possono incidere in modo negativo sul rischio assunto dall’assicuratore, perché possono rendere più probabile l’evento che è stato assicurato. Al riguardo è necessario fare una distinzione (art. 1926): • quando i cambiamenti sono determinanti, nel senso che l’assicuratore non avrebbe dato il suo consenso se le nuove condizioni fossero già esistite al momento della conclusione del contratto, si produce la risoluzione del contratto; • quando i cambiamenti non sono determinanti, invece, l’assicuratore può chiedere una riduzione della somma assicurata o un aumento del premio (ma, se l’assicurato non accetta, il contratto è risolto di diritto). È da notare che qualsiasi altro aggravamento del rischio, dovuto a cause diverse da quelle indicate dalla legge, resta a carico dell’impresa di assicurazione.
Suicidio dell’assicurato
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Infine, la legge stabilisce che, salvo patto contrario, l’assicuratore non è obbligato a pagare la somma assicurata nel caso di suicidio dell’assicurato se il suicidio avviene prima di due anni dalla stipulazione del contratto di assicurazione (art. 1927).
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un assicuratore, che ha concluso con un medico un’assicurazione sulla vita in caso di morte, dichiara di recedere dal contratto di assicurazione per giusta causa in quanto il medico ha deciso di dedicarsi alla cura di una grave malattia contagiosa, che ha prodotto centinaia di decessi, ma il medico si oppone alla risoluzione del contratto. Il medico cita in giudizio l’assicuratore e chiede al giudice di dichiarare l’illegittimità del recesso. La tesi dell’attore L’assicuratore non può recedere dal contratto di assicurazione per giusta causa se, per circostanze diverse dal cambiamento di professione o di attività dell’assicurato, si è venuto a creare un aggravamento del rischio, cioè una maggiore probabilità che si possa produrre l’evento che è stato assicurato.
sone affette da una malattia contagiosa aumenta in misura notevole il rischio al quale si espone e, di conseguenza, la responsabilità dell’impresa di assicurazione, che quindi può decidere legittimamente di recedere dal contratto di assicurazione.
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3 Il contratto di assicurazione
esempio L’assicuratore, che ha concluso un contratto di assicurazione per il caso di morte con un professionista, non può recedere dal contratto se il professionista, che al momento della conclusione del contratto era sano, si ammala di una malattia incurabile.
La tesi del convenuto La decisione da parte dell’assicurato di curare le per-
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CLIL
Thelawinpractice
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Insuring a motor vehicle
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Who must sign a third-party car insurance policy?
What is the so-called bonus/malus system?
According to the law, in order to be driven on the roads, every motor vehicle (car, motorcycle or moped) must be insured with an insurance company for so-called third-party car insurance, i.e. the liability relating to damage that can be caused to persons or property by the vehicle. Driving an uninsured vehicle on the roads involves seizure of the vehicle and application of a financial penalty of an administrative nature on the owner.
The “bonus/malus” system is a tariff system widely used in third-party liability insurance and consists of the fact that the premium to be periodically paid is related to the driving style of the owner over time, through the attribution of a score or merit class. Initially, the highest score and merit class is assigned, corresponding to a higher premium to be paid, and every year, if no accidents have been caused, the score decreases and the merit class goes down one notch until the lowest class is reached, which corresponds to the lowest premium; if accidents have been caused for which the insurance company has had to pay compensation, on the other hand, the score increases and the class goes up.
With whom can an insurance policy be taken out? The law requires the owner of a motor vehicle to insure himself in order to guarantee third parties who may be damaged, but does not impose with whom the insurance policy must be taken out: the person concerned, therefore, can freely choose the insurance company, which must be authorised to carry out its functions and is subject to ISVAP (Private Insurance Supervision Institute) supervision, according to the financial attractiveness of the services offered.
What is the risk certificate? The so-called risk certificate is a document indicating any accidents caused and the merit classes assigned, according to the parameters established by every insurance company, to the owner of the vehicle in the last five years.
u expiry (unless the increase in the annual premium is higher than the planned rate of inflation). To take out the policy with another insurance company, it is necessary to submit the risk certificate, otherwise the highest bonus/malus class will be assigned.
When must the risk certificate be provided? The insurance company must issue the certificate to the policyholder or to the owner of the vehicle at least three working days before the expiry of the insurance policy (but the obligation to issue the document in question does not apply if the insurance policy lasted less than one year); a similar obligation also exists, by forwarding to the domicile of the policyholder, in the case of signing a distance insurance policy, i.e. by phone or via the Internet.
Comprehension 1. What type of insurance policy must be taken out on vehicles? 2. What is the score used for in the bonus/malus system? 3. Within which period can the insured party withdraw from the insurance policy?
3 Il contratto di assicurazione
For cars, the bonus/malus or CIP scale is also indicated since, in order to allow possible transfer of the policy to another insurance company on expiry (with recognition of the prior claims situation), the insurance company must indicate in the risk certificate to which CIP class the merit class assigned to the insured party corresponds.
What must the policyholder wanting to change insurance company do? If there is no provision for automatic renewal, the insurance policy expires on the expiry date and the policyholder can freely take out a policy with another insurance company; if, on the other hand, there is a provision for automatic renewal, with the obligation of the insurance company to communicate the change in price, the insured part is required to communicate the cancellation of contract, by registered letter or fax, at least 30 or 60 days before
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Insured party Merit class Accident Automatic renewal
........................................ ........................................ ........................................ ........................................
311
Ripassafacile
attività vincoli e controlli
m
Il contratto di assicurazione
L’impresa e i contratti
3
312
Impresa di assicurazione
Contratto di assicurazione
contenuto
parti
disciplina
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Concetti chiave
Simulazione della verifica orale
English summary
princìpi
contenuto
Assicurazione contro i danni
sottoassicurazione e sovrassicurazione
obblighi delle parti
u sulla vita
contenuto
tipi
diritti del contraente
Il contratto di assicurazione
3
313
Verificaformativa 1. Risposte multiple
6.
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
c un caso fortuito d dolo o colpa grave del contraente, dell’assicurato o del beneficiario
d si forma l’accordo delle parti e l’assicuratore rilascia la polizza
m
3
Il premio di assicurazione è la somma di denaro che:
e un fatto doloso o colposo dello stesso assicuratore 7.
a il valore reale della cosa è inferiore a quello che viene assicurato
b viene restituita al contraente quando esercita il diritto di riscatto
b l’assicuratore si impegna a pagare soltanto una parte del danno
c viene riconosciuta al contraente quando esercita il diritto di riduzione
c il valore reale della cosa è superiore a quello che viene assicurato
d l’assicuratore si impegna a pagare al beneficiario se si verifica un sinistro
d il contratto è nullo e il contratto è annullabile 8.
L’assicurato è la persona:
c si trasferisce in un’altra città d cambia professione
c che è esposta al rischio che viene assicurato con il contratto di assicurazione d che viene indicata nel contratto come beneficiaria della prestazione assicurativa e che ha diritto di pretendere la prestazione dall’assicuratore se si verifica il sinistro
9.
Nell’assicurazione mista: a il contraente stipula un’assicurazione contro i danni e, insieme, sulla vita b l’assicuratore non è obbligato a pagare nel caso di morte dell’assicurato
a l’assicurazione è nulla b l’assicuratore può chiedere in ogni caso l’annullamento del contratto
c l’assicuratore non è obbligato a pagare nel caso di sopravvivenza dell’assicurato
d il contratto è annullabile se vi è stato dolo o colpa grave e ricorre un caso di sottoassicurazione o di sovrassicurazione
d l’assicuratore è obbligato a pagare nel caso di morte e nel caso di sopravvivenza e l’assicuratore deve pagare alla scadenza sia un capitale sia una rendita 10. In un contratto di assicurazione sulla vita il contraente può (2 risposte esatte):
Nell’assicurazione contro i danni:
a cessare di versare i premi e mantenere la stessa copertura assicurativa
a è risarcibile soltanto il danno emergente, salvo patto contrario
b cessare di versare i premi e avere una copertura assicurativa più limitata
b è risarcibile soltanto il lucro cessante, salvo patto contrario
c chiedere la restituzione dei premi ma perdere la copertura assicurativa
c sono risarcibili sia il danno emergente sia il lucro cessante
d chiedere la restituzione dei premi e mantenere la stessa copertura assicurativa
d il lucro cessante è risarcibile soltanto se è inferiore al danno emergente
e chiedere la restituzione dei premi e avere una copertura assicurativa più limitata
e il danno emergente è risarcibile soltanto se è superiore al lucro cessante
314
e rifiuta le cure mediche necessarie per salvargli la vita
Se il contraente ha fornito informazioni inesatte o reticenti:
c il contraente è obbligato a risarcire i danni all’assicuratore
5.
L’assicuratore può chiedere la risoluzione di un’assicurazione sulla vita se l’assicurato: a si ammala b si sottopone a un intervento chirurgico
a che stipula il contratto di assicurazione b a favore della quale viene stipulato il contratto di assicurazione
4.
Nella sovrassicurazione:
a il contraente si obbliga a pagare all’assicuratore
e l’assicurato può riscuotere dopo un certo numero di anni 3.
L’assicuratore non è responsabile per i danni causati all’assicurato da: a colpa lieve dello stesso assicurato b un fatto doloso o colposo di un terzo
Il contratto di assicurazione si perfeziona quando: a si verifica l’evento dannoso b cessa il rischio che è stato assicurato c il contraente paga il premio
2.
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Verificaformativa 2. Vero o falso
3. Lessico
Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta
Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione
1.
Le imprese di assicurazione sono soggette a controlli pubblici.
V
1.
Impresa che assume un rischio in cambio di un corrispettivo.
2.
Persona alla quale l’assicuratore deve pagare l’indennità.
3.
Assicurazione per i danni causati a terzi.
4.
Obbligo dell’assicurato di evitare o ridurre il danno.
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
2.
Il contratto di assicurazione richiede una forma scritta essenziale.
V
......................................................................................................
F
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
3.
Gli effetti dell’assicurazione sono sospesi fino al rilascio della polizza.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
4.
L’inesistenza del rischio rende nullo il contratto di assicurazione.
V
......................................................................................................
......................................................................................................
5.
Assicurazione sulla vita per il caso di morte e di sopravvivenza. ......................................................................................................
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
Il contraente e l’assicurato devono essere la medesima persona.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
6.
Il beneficiario di un’assicurazione può essere V anche diverso dal contraente.
F
......................................................................................................
4. Vocabulary Identify the term or terms corresponding to the definitions 1.
......................................................................................................
L’assicurato deve avvisare il contraente del danno che si è verificato.
V
F
......................................................................................................
3.
V
F
......................................................................................................
4.
......................................................................................................
L’assicuratore non è obbligato a pagare nel caso di suicidio dell’assicurato.
V
F
......................................................................................................
5.
...................................................................................................... ......................................................................................................
10. L’assicuratore può recedere dal contratto nel caso di aggravamento del rischio.
V
Insurance of goods for a value lower than their actual value. ......................................................................................................
......................................................................................................
9.
Insurance of goods for a value higher than their actual value. ......................................................................................................
......................................................................................................
L’indennità non può essere inferiore al danno subìto dall’assicurato.
Event causing the damage that is insured. ......................................................................................................
......................................................................................................
8.
3
......................................................................................................
2.
......................................................................................................
7.
Amount paid by the insurer in the event of damage.
u
Insurance of the risks of an insurance policy. ...................................................................................................... ......................................................................................................
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande Una scuderia automobilistica, che ha stipulato un contratto di assicurazione contro il furto, viene derubata di alcune autovetture che dovevano partecipare a un rally e chiede all’assicuratore il risarcimento del valore delle automobili e dei premi che avrebbe potuto vincere partecipando alla gara. 1.
Quale tipo di assicurazione è stato concluso?
2.
Di che cosa richiede il risarcimento, dal punto di vista giuridico, la scuderia automobilistica?
3.
Se nel contratto non è stabilito nulla a riguardo, la richiesta della scuderia è fondata?
315
u4
I contratti di borsa
Prerequisiti
Conoscere il concetto di responsabilità e di autonomia patrimoniale
Conoscenze
L’investimento collettivo e i fondi di investimento
Abilità
Esporre la funzione economica e la disciplina giuridica dei fondi comuni
iave Parole cohrds Keyw
316
Italiano
Inglese
Borsa
Stock exchange
Mercato di borsa
Stock market
Mercato regolamentato
Regulated market
Strumenti finanziari
Financial instruments
Prodotto derivato
Derivative
Opzione
Option
Regolamento del fondo
Fund regulations
Quota del fondo
Fund unit
Fondo comune
Common funds
Società di gestione
Management company
1
L’organizzazione e il funzionamento della borsa
ilcaso • Un risparmiatore, che non vuole sostenere spese di intermediazione finanziaria, vorrebbe acquistare direttamente un pacchetto di azioni in borsa, senza rivolgersi ad altri soggetti. Il risparmiatore riuscirà nel suo intento? Che cos’è la borsa? Le borse sono mercati organizzati o regolamentati che, consentendo l’incontro tra la domanda e l’offerta, favoriscono gli scambi di: • titoli di credito o altri strumenti finanziari (borsa valori); • prodotti agricoli, metalli preziosi, minerali ecc. (borsa merci). Nella borsa valori o borsa in senso stretto, di cui ci occuperemo in questa unità, vengono negoziati strumenti o prodotti finanziari, come le azioni e le obbligazioni emesse dalle società, i titoli del debito pubblico e le quote dei fondi comuni di investimento. I titoli pubblici vengono quotati di diritto nella borsa valori, senza che sia necessaria una domanda dei soggetti interessati, mentre gli altri titoli possono essere ammessi in borsa soltanto a richiesta dell’emittente, se ricorrono determinate condizioni. esempio Una società per azioni deve presentare una domanda di ammissione in borsa se vuole che i suoi titoli siano quotati in un mercato regolamentato.
merci
beni: • prodotti agricoli • metalli preziosi • minerali
valori
strumenti finanziari: • azioni • obbligazioni • titoli del debito pubblico • altri titoli
borsa
Riforma del mercato borsistico
Verso la fine del secolo scorso è stata attuata una profonda riforma del mercato borsistico, per sviluppare il nostro mercato mobiliare e renderlo più competitivo rispetto ai mercati esteri. In seguito la riforma è stata completata con il testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria o t.u.i.f. (d.lg. 24 gennaio 1998, n. 158) e con la riforma dei mercati degli strumenti finanziari (d.lg. 17 settembre 2007, n. 164).
Privatizzazione della borsa
La riforma ha realizzato la privatizzazione della borsa sostituendo al precedente regime pubblicistico, caratterizzato da un unico mercato gestito e controllato dallo Stato, un sistema basato sulla concorrenza e sulla autoregolamentazione dei mercati. Per effetto della riforma, quindi, vi possono essere più società di gestione e più mercati regolamentati in concorrenza tra loro, che si differenziano per le modalità delle negoziazioni e/o per la natura dei prodotti negoziati.
u
4 I contratti di borsa
Borsa valori
esempio In un mercato le operazioni devono essere effettuate a contante e in un altro mercato possono essere a premio, in un mercato vengono trattati prodotti derivati o azioni, in un altro titoli industriali o tecnologici oppure titoli pubblici.
La riforma inoltre ha separato le funzioni di gestione da quelle di controllo, in quanto: • l’attività di organizzazione e gestione del mercato (che viene riconosciuta a tutti gli effetti come un’attività di impresa [❯ m1 u1]) è stata affidata a una società privata; • l’attività di vigilanza e di controllo del mercato è stata rafforzata e continua a essere svolta dalla CONSOB (Commissione nazionale per le società e la borsa).
317
Funzioni della società di gestione
Quali funzioni svolge la società di gestione della borsa? In particolare la società di gestione del mercato, che deve avere la forma di una società per azioni [❯ m2 u2] anche senza scopo di lucro e che deve essere autorizzata a svolgere la sua attività dalla CONSOB, stabilisce con un proprio regolamento (art. 62 t.u. cit.): • le condizioni di ammissione, esclusione e sospensione dalle negoziazioni degli operatori e degli strumenti finanziari; • le modalità di svolgimento delle negoziazioni e gli eventuali obblighi a carico degli intermediari e degli emittenti; • le forme di accertamento, pubblicazione e diffusione dei prezzi ufficiali; • i tipi di contratti ammessi nel mercato regolamentato. esempio La società di gestione stabilisce il calendario e l’orario delle contrattazioni, la possibilità di stipulare contratti a contante o a termine, i diversi tipi di contratti a premio e così via.
Funzioni della CONSOB
m
Approfondimento La trasparenza del mercato borsistico
3
Quali funzioni svolge la Consob? La CONSOB, invece, è incaricata della vigilanza sulla società di gestione, sui mercati regolamentati e sugli intermediari che vi operano, allo scopo di tutelare gli investitori e di assicurare: • la trasparenza del mercato; • l’ordinato svolgimento degli scambi; • la correttezza del comportamento degli operatori. In casi estremi e urgenti la CONSOB può anche sostituirsi alla società di gestione e adottare i provvedimenti necessari per garantire i risparmiatori. esempio La ConSoB può disporre la sospensione dal mercato dei titoli di una società quotata che siano oggetto di forti oscillazioni a causa delle speculazioni da parte degli investitori.
Mercati regolamentati
Quotazione in borsa
Quali sono i mercati regolamentati? La borsa valori è gestita dalla Borsa italiana s.p.a., che amministra i seguenti principali mercati regolamentati: • il mercato telematico azionario (MTA), suddiviso nei segmenti Blue Chip (società con capitalizzazione superiore a 1 miliardo di euro), Star (medie imprese ad alti requisiti) e Standard (altre società); • il mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato (MOT), articolato in DomesticMOT, EuroMOT ed ExtraMOT, dove vengono trattati, rispettivamente, le obbligazioni e i titoli italiani, di altri Paesi dell’Unione europea e di altri Stati; • il mercato telematico degli strumenti derivati (IDEM, Italian Derivates Market). In che modo avviene la quotazione in borsa di una società? L’ammissione di una società in un mercato regolamentato richiede i seguenti adempimenti: • una deliberazione dell’assemblea della società interessata, con la quale i soci chiedono la quotazione delle azioni della società; • la pubblicazione di un prospetto di quotazione, con le informazioni per valutare la situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’emittente; • la deliberazione di ammissione, in base ai criteri stabiliti nel proprio regolamento, da parte della società che gestisce il mercato. L’ammissione in borsa comporta l’assoggettamento di una società a una serie di controlli e obblighi stabiliti a tutela degli investitori ma, allo stesso tempo, consente di finanziarsi mediante il ricorso al pubblico dei risparmiatori. È da notare che, in seguito alla privatizzazione della borsa valori, è stata eliminata la “quotazione d’ufficio” di titoli abitualmente e largamente diffusi presso il pubblico che era prevista nel sistema precedente.
Mercato telematico
318
La negoziazione dei titoli quotati nella borsa valori avviene con un sistema di contrattazione continua sul mercato telematico: il sistema, che ha sostituto la precedente contrattazione cosiddetta “alle grida”, garantisce una maggiore trasparenza del mercato borsistico e un controllo più efficace da parte dell’authority di vigilanza.
esempio In ogni momento si può formare l’incontro tra la domanda e l’offerta dei titoli ed è possibile conoscere in tempo reale le quantità e i prezzi praticati.
Intermediari autorizzati
Quali soggetti possono operare nel mercato borsistico? Chi vuole operare in un mercato regolamentato, per acquistare o vendere azioni o altri strumenti finanziari, deve rivolgersi a uno degli intermediari autorizzati a negoziare nel mercato per conto proprio o di terzi.
lasoluzione • Il risparmiatore non può acquistare direttamente le azioni, ma deve rivolgersi a uno dei soggetti abilitati dalla legge a operare nel mercato borsistico.
Al riguardo la legge distingue: • le attività o servizi di investimento, il cui esercizio è riservato in via esclusiva ai soggetti abilitati dalla legge; esempio Sono attività o servizi di investimento la ricezione e la trasmissione di ordini, la negoziazione e il collocamento di strumenti finanziari, la gestione di portafogli di investimento e la consulenza per gli investimenti.
• i servizi accessori, che sono gli altri servizi e che possono essere svolti anche da altri soggetti diversi da quelli abilitati.
esempio Sono servizi accessori i finanziamenti e la custodia o l’amministrazione di titoli.
In base alla legge, sono autorizzati a svolgere professionalmente le attività o servizi di investimento relativi a strumenti finanziari i seguenti soggetti (art. 1 t.u. cit.): • le società di intermediazione mobiliare (SIM); • le imprese di investimento, comunitarie o extracomunitarie; • le banche italiane, comunitarie ed extracomunitarie. Alcuni servizi di investimento inoltre possono essere svolti da altri intermediari finanziari, iscritti in un elenco speciale tenuto dalla Banca d’Italia, e dalle società di gestione del risparmio, autorizzate a gestire il risparmio collettivo attraverso strumenti particolari. esempio Sono società di gestione del risparmio collettivo le società che gestiscono i fondi pensione o i fondi comuni di investimento e le società a capitale variabile o SICAV.
È da notare che, in base al principio della libertà di prestazione dei servizi nel mercato unico, le imprese e le banche comunitarie possono operare liberamente in Italia (salvo l’obbligo di comunicazione alla CONSOB e alla Banca d’Italia) se hanno l’autorizzazione dell’autorità dello Stato di appartenenza. Le imprese e le banche extracomunitarie, invece, per potere operare in Italia devono ottenere un’autorizzazione della CONSOB o della Banca d’Italia. Agenti di cambio
Vigilanza sugli intermediari
u
4 I contratti di borsa
Soggetti abilitati
Fino a esaurimento del loro ruolo professionale, inoltre, possono continuare a operare in borsa, per conto dei clienti ma in nome proprio, gli agenti di cambio che erano in carica al momento dell’entrata in vigore della riforma del mercato borsistico.
Chi vigila sugli intermediari finanziari? Gli intermediari autorizzati a operare nei mercati regolamentati sono sottoposti alla vigilanza esercitata dalla (art. 5 t.u. cit.): • Banca d’Italia, per quanto riguarda il contenimento del rischio e la stabilità patrimoniale; • CONSOB, per quanto riguarda la trasparenza e la correttezza. esempio La Banca d’Italia esercita un controllo sugli intermediari finanziari per evitare situazioni di crisi e di insolvenza, mentre la ConSoB esercita un controllo per garantire un’adeguata informazione e la tutela dei risparmiatori.
319
mercato dei titoli di Stato
mercato azionario
mercato dei prodotti derivati imprese di investimento
borsa
soggetti abilitati
• italiane • comunitarie (con riconoscimento) • extracomunitarie (con autorizzazione)
banche
altri intermediari
m
Obblighi degli intermediari finanziari
3
iu i r un
Quali obblighi hanno gli intermediari finanziari? Il testo unico delle disposizioni sul mercato finanziario (d.l. 24 gennaio 1998, n. 158) prevede specifici obblighi e responsabilità, a tutela dei risparmiatori, a carico dei soggetti abilitati a operare professionalmente in un mercato regolamentato. In particolare: • gli intermediari devono stipulare i contratti relativi ai servizi di investimento o accessori in forma scritta, a pena di nullità, e consegnare un esemplare del contratto ai clienti (ma la CONSOB può stabilire, con un proprio regolamento, che alcuni tipi di contratti possono o devono essere conclusi in una forma diversa); • le società di intermediazione mobiliare, le società di gestione del risparmio e le SICAV sono soggette, nel caso di gravi irregolarità nell’amministrazione o di gravi violazioni delle norme giuridiche che ne disciplinano l’attività oppure di gravi perdite patrimoniali, all’amministrazione straordinaria o, quando si tratta di fatti di eccezionale gravità, alla liquidazione coatta amministrativa; sono puniti con l’arresto da uno a tre anni e con un’ammenda da 5.000 a 100.000 • euro i reati di gestione infedele, che ricorre quando un intermediario danneggia un investitore non osservando le norme in materia di conflitto di interessi, e di confusione dei patrimoni, che si verifica quando un operatore finanziario vìola le norme stabilite a tutela della separazione del suo patrimonio e di quello dei clienti.
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Una banca, che ha acquistato un pacchetto di azioni in borsa per un cliente, chiede al cliente di pagare la somma di denaro che ha anticipato per suo conto ma il cliente si rifiuta di pagare, sostenendo che la banca non ha osservato l’obbligo di consegnargli il contratto e quindi che il contratto è nullo. La banca cita in giudizio il cliente e chiede al giudice di condannarlo a pagare la somma stabilita nel contratto. La tesi dell’attrice Il contratto di investimento è valido, in quanto è stato stipulato nella forma scritta richiesta dalla legge, e la mancata consegna di un esemplare del contratto stesso al cliente costituisce l’inadempimento di un obbligo accessorio che, in quanto tale, può dare luogo a un risarcimento dei danni a favore del cliente, ma non produce l’invalidità del contratto.
320
La tesi del convenuto La legge impone di stipulare i contratti di investimento in forma scritta, a pena di nullità, per tutelare i risparmiatori e quindi anche la mancata consegna di un esemplare del contratto all’investitore produce la nullità di un contratto di investimento, anche se è stato concluso per iscritto.
2
Le operazioni di borsa
ilcaso • Un investitore acquista a 0,50 centesimi una opzione put sulle azioni di una società al prezzo di 4 euro. Alla scadenza dell’opzione che cosa conviene fare all’investitore se il prezzo dell’azione è salito a 5 euro? Le operazioni di borsa vengono compiute mediante contratti di borsa.
Che cosa sono i contratti di borsa? I contratti di borsa sono contratti che sono stipulati in un mercato regolamentato tra intermediari autorizzati e hanno come oggetto titoli o altri strumenti finanziari. La disciplina dei contratti di borsa è contenuta in alcune disposizioni di legge e, soprattutto, nelle deliberazioni della società di gestione del mercato che, come abbiamo visto, ha il compito di determinare i diversi tipi di contratti ammessi. La riforma del mercato borsistico ha cancellato di fatto i cosiddetti usi di borsa, cioè i comportamenti che venivano seguiti in modo costante e uniforme dagli operatori del mercato e pubblicati dalle Camere di commercio in apposite raccolte periodiche.
Contratti a contante
Come avviene la liquidazione dei contratti a contante? I titoli quotati in borsa devono essere negoziati mediante contratti a contante, cioè con contratti la cui liquidazione (consistente nella consegna materiale dei titoli e nel pagamento del prezzo) avviene il terzo giorno lavorativo di borsa successivo a quello in cui è stata conclusa l’operazione. Di fatto, considerando i giorni di chiusura settimanale della borsa (sabato e domenica), la regolazione di un’operazione viene compiuta al massimo il quinto giorno successivo a quello in cui è stato concluso il contratto di acquisto o di vendita dei titoli. esempio Di regola una compravendita conclusa il mercoledì di una settimana viene liquidata materialmente, se nel corso della settimana non vi sono giorni festivi, il lunedì della settimana successiva.
Nel corso degli anni Novanta del secolo scorso sono stati introdotti anche in Italia alcuni contratti a termine su prodotti derivati, allo scopo di adeguare il nostro mercato finanziario ai principali mercati esteri.
Contratti a termine
Prodotti derivati
u
4 I contratti di borsa
Contratti di borsa
... e quella dei contratti a termine? I contratti a termine sono contratti nei quali la liquidazione materiale viene rinviata a una scadenza prefissata; in altre parole, nei contratti in esame la consegna degli strumenti finanziari e il pagamento del corrispettivo non avvengono al momento della conclusione dell’accordo ma in un momento successivo. I prodotti derivati sono strumenti finanziari il cui valore è collegato al prezzo di un bene o al rendimento di un altro prodotto (cosiddetto sottostante o underlying: azioni, indici di borsa, merci o commodities, tassi di interesse, valute ecc.). esempio Il valore di una opzione sulle azioni EnI o sul dollaro dipende, rispettivamente, dalla quotazione delle azioni della società in borsa o dal prezzo del dollaro rispetto alle altre valute sul mercato dei cambi.
I contratti a termine su prodotti derivati possono svolgere una funzione di copertura (quando servono a un investitore per garantirsi contro eventuali oscillazioni dei titoli o delle valute in portafoglio), oppure di speculazione o arbitraggio (quando sono diretti a guadagnare sulle variazioni delle quotazioni dei prodotti derivati o sulle differenze temporanee di valore tra i prodotti derivati e gli strumenti sottostanti). I contratti a termine più importanti e diffusi sono i futures e le options.
321
Che cos’è un future? Future
Il future è un contratto a termine su prodotti derivati con il quale entrambe le parti assumono l’obbligo di scambiarsi un certo quantitativo di titoli o di altri strumenti finanziari entro la scadenza e a un dato prezzo (strike price o base). Si tratta di contratti standard, che presentano molti elementi predeterminati (il taglio minimo, le date di scadenza, le modalità di consegna ecc.) e consentono alle parti di concordare soltanto una quantità uguale o multipla di quella minima e il prezzo base. Un future può avere come oggetto anche un indice di borsa e, in questo caso, le parti si impegnano a liquidarsi una somma di denaro in base alla differenza del valore dell’indice tra il giorno della stipulazione del contratto e quello della liquidazione. Attualmente nel mercato italiano dei prodotti derivati (IDEM) vengono negoziati i futures su singole azioni (italiane ed estere) e i futures sull’indice di borsa FTSE MIB (che rappresenta i 40 titoli più liquidi e a più elevata capitalizzazione presenti sul mercato azionario italiano).
... e una option?
m
Option
L’option o opzione è un contratto a termine su prodotti finanziari con il quale una parte ottiene il diritto, in cambio del pagamento di un premio, di acquistare (opzione call) o di vendere (opzione put) un determinato quantitativo di titoli entro la data di scadenza e al prezzo prestabilito (strike price o base). Anche l’option può avere come oggetto un indice di borsa e, in questo caso, una parte ottiene il diritto, in cambio del pagamento di un premio, di incassare una somma di denaro in base alla differenza del valore dell’indice tra il giorno della stipulazione del contratto e quello dell’esercizio della facoltà. Nel mercato IDEM dei prodotti derivati vengono negoziate opzioni sulle principali azioni (cosiddette individual stock options) e opzioni sull’indice di borsa FTSE MIB.
3 Rialzisti e ribassisti
Guadagno massimo e perdita massima
Colui che acquista un’opzione call è un rialzista (e, viceversa, colui che la vende è un ribassista), cioè prevede un aumento delle quotazioni del titolo sottostante: se il valore del titolo aumenta, infatti, l’acquirente può esercitare l’opzione e ritirare i titoli al prezzo stabilito inferiore alla loro quotazione di mercato. Colui che acquista un’opzione put invece è un ribassista (e, viceversa, colui che la vende è un rialzista), cioè prevede una diminuzione delle quotazioni del titolo sottostante: se il valore del titolo diminuisce, infatti, l’acquirente può esercitare l’opzione e consegnare i titoli al prezzo stabilito superiore alla loro quotazione di mercato. Per l’acquirente di un’opzione:
• il guadagno massimo dipende dalla variazione del titolo sottostante e, quindi, è potenzialmente illimitato;
• la perdita massima è data dall’ammontare del premio perché, se le quotazioni del sottostante si muovono contro le sue previsioni, l’investitore può limitarsi ad abbandonare o rinunciare al premio.
lasoluzione • All’investitore, che ha speculato al ribasso, conviene rinunciare al premio e non esercitare l’opzione (perché, in questo modo, riduce la perdita a 0,50 centesimi) piuttosto che esercitarla (perché, in questo modo, avrebbe una perdita superiore costituita dalla differenza tra il valore del titolo e il prezzo base).
322
Viceversa, per il venditore di un’opzione: • il guadagno massimo è costituito dall’ammontare del premio; • la perdita massima dipende dalla variazione del titolo sottostante e, quindi, è potenzialmente illimitata. L’investitore può chiudere la posizione in qualsiasi momento con un’operazione di segno contrario rispetto a quella iniziale (acquistando se ha venduto o vendendo se ha comprato e regolando la differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita) o può attendere la scadenza del termine; in questo ultimo caso, l’utile o la perdita dipendono dal prezzo del sottostante nel giorno di chiusura del contratto. È da notare che i contratti derivati su indici sono contratti differenziali, cioè vere e
proprie scommesse sull’andamento del mercato borsistico, in quanto la somma che viene liquidata è calcolata in base all’aumento o alla diminuzione, rispetto a un valore convenzionale, di un determinato parametro di riferimento indicato nel contratto. esempio Se un investitore acquista un future su un indice di borsa a 100 e nel giorno di scadenza del contratto derivato l’indice vale 110, l’investitore ha ottenuto un utile complessivo pari a 10 (uguale al valore del sottostante alla scadenza meno il prezzo di acquisto).
Nei contratti sui derivati è possibile operare anche allo scoperto, cioè vendere il prodotto sottostante o il diritto oggetto del contratto senza averlo già acquistato, ma sono previsti specifici margini di garanzia per assicurare il buon fine dei contratti.
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Un investitore conclude un future con una società di investimento, avente come oggetto l’acquisto delle azioni di una industria petrolifera, con scadenza a tre mesi e al prezzo di 15 euro per azione, ma alla scadenza si rifiuta di acquistare le azioni, il cui prezzo è sceso sotto i 5 euro per azione, sostenendo che è eccessivamente oneroso. La società di investimento cita davanti al tribunale l’investitore, chiedendo che venga condannato a eseguire il contratto. La tesi dell’attrice Un future può dare luogo a forti variazio-
3
ni tra il prezzo di un titolo alla scadenza e il prezzo base stabilito al momento della conclusione del contratto e pertanto, dato che si tratta di un contratto per sua stessa natura di tipo speculativo o aleatorio, non è possibile rifiutarsi di eseguire il contratto perché è divenuto eccessivamente oneroso.
La tesi del convenuto Una variazione del prezzo di un titolo di oltre il 70% nell’arco di pochi mesi espone l’investitore, che si è obbligato a pagare un prezzo base molto più alto, a una perdita elevata e rende eccessivamente onerosa la prestazione che costituisce l’oggetto del contratto.
I fondi comuni e l’investimento in valori mobiliari
ilcaso • Un pensionato acquista alcune quote di un fondo chiuso di investimento, che è stato costituito da una società di gestione con una durata di cinque anni. Dopo alcuni mesi il pensionato, che deve sostenere una spesa imprevista, può smobilizzare il suo investimento nel fondo?
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4 I contratti di borsa
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In borsa non operano soltanto investitori privati, come le famiglie e le imprese, ma anche investitori istituzionali, come i fondi comuni di investimento mobiliare.
Quale funzione svolgono i fondi comuni di investimento? Fondi comuni
I fondi comuni sono operatori economici che svolgono un’attività di intermediazione finanziaria, consistente nella raccolta del risparmio presso il pubblico e nel suo investimento in titoli e in altri strumenti finanziari. esempio Un fondo comune può investire i capitali in azioni o obbligazioni emesse da società quotate, in titoli del debito pubblico ecc.
Nel corso degli ultimi anni i fondi comuni di investimento mobiliare hanno avuto un ruolo importante nello sviluppo del mercato borsistico, incentivando l’afflusso del risparmio delle famiglie verso le imprese e favorendo gli investimenti produttivi.
323
La partecipazione a un fondo comune, infatti, assicura ai risparmiatori da un lato la competenza professionale di coloro che lo gestiscono e dall’altro una diversificazione degli investimenti che ne riduce il rischio, attraverso la possibilità di compensare le perdite subite da alcuni titoli con i guadagni ottenuti da altri titoli. I fondi comuni di investimento mobiliare possono essere aperti o chiusi.
Fondi aperti
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Fondi chiusi
3
… e un fondo chiuso? Nei fondi chiusi invece, o a capitale prefissato, il numero dei partecipanti non può variare dopo la costituzione, in quanto fino al termine finale del fondo (che di solito dura da cinque a dieci anni): • i sottoscrittori non possono uscire dal fondo e chiedere il riscatto o rimborso delle quote; • altre persone non possono entrare nel fondo e sottoscriverne le quote.
lasoluzione • Il
pensionato non può smobilizzare il suo investimento nel fondo chiuso, perché non può chiedere alla società il rimborso delle quote sottoscritte e non può cedere le proprie quote ad altre persone.
Disciplina dei fondi comuni
Costituzione del fondo
Gestione del fondo
324
In che senso un fondo di investimento può essere un fondo aperto? Nei fondi aperti, o a capitale variabile, il numero dei partecipanti può variare continuamente, perché in qualsiasi momento: • alcuni sottoscrittori possono uscire dal fondo e chiedere il riscatto o rimborso delle quote; • altre persone possono entrare nel fondo e sottoscriverne le quote. I risparmiatori devono potere conoscere in ogni momento il valore della quota di partecipazione al fondo, che dipende dall’andamento medio dei titoli e degli altri strumenti finanziari oggetto dell’investimento: il valore della quota, pertanto, è soggetto a una pubblicazione quotidiana, con le modalità stabilite nel regolamento del fondo.
La disciplina dei fondi comuni di investimento, che sono stati introdotti nel nostro ordinamento verso la metà degli anni Ottanta del secolo scorso, è contenuta ora nel testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (artt. 34 ss., d.lg. 24 febbraio 1998, n. 58).
Chi può costituire un fondo di investimento? Un fondo comune può essere costituito da una società di gestione del risparmio, che deve avere i requisiti stabiliti dalla legge e deve ottenere l’autorizzazione della Banca d’Italia, sentita la CONSOB, a esercitare il servizio di gestione collettiva del risparmio. In particolare la società di gestione, oltre a specifici requisiti di professionalità, indipendenza e onorabilità di coloro che svolgono funzioni amministrative, direttive e di controllo della società e dei partecipanti al fondo, deve essere una società per azioni: • con sede legale e direzione generale in Italia; • con un capitale versato non inferiore all’ammontare minimo determinato dalla Banca d’Italia; • con una denominazione sociale contenente le parole “società di gestione del risparmio”. In che modo avviene la gestione di un fondo? Un fondo di investimento può essere amministrato dalla società di gestione del risparmio che lo ha costituito (società promotrice) o da un’altra società di gestione (gestore); in ogni caso la custodia degli strumenti finanziari e delle disponibilità liquide derivanti dalla gestione del fondo deve essere affidata a una banca (banca depositaria). La società promotrice, il gestore e la banca depositaria devono agire, nell’esercizio delle loro funzioni, in modo indipendente e nell’interesse dei partecipanti al fondo.
Contenuto del regolamento
La partecipazione al fondo comune di investimento è disciplinata dal regolamento del fondo: il regolamento e le eventuali modificazioni successive richiedono una deliberazione della società di gestione e l’approvazione della Banca d’Italia. L’approvazione tuttavia si intende concessa se non viene rifiutata entro tre mesi dalla presentazione del regolamento o delle sue modificazioni (cosiddetto silenzio-assenso). Il regolamento di un fondo deve contenere le indicazioni stabilite dalla legge riguardanti: • le caratteristiche del fondo; • i soggetti che intervengono nella costituzione e nella gestione del fondo (la società promotrice, il gestore e il depositario), i loro compiti e i loro rapporti reciproci; • la denominazione e la durata del fondo; • le norme che disciplinano il funzionamento del fondo. esempio nel regolamento di un fondo devono essere indicate le modalità di partecipazione e di rimborso delle quote, le caratteristiche dei certificati emessi, gli organi e i criteri per la scelta e la ripartizione degli investimenti, le spese a carico del fondo e della società di gestione, le provvigioni spettanti alla società di gestione del risparmio e gli oneri a carico dei partecipanti, le modalità di pubblicità del valore delle quote del fondo ecc.
Autonomia patrimoniale
Che tipo di autonomia patrimoniale ha un fondo di investimento? Ogni fondo è dotato di un’autonomia patrimoniale perfetta, cioè ha un proprio patrimonio distinto sia dal patrimonio della società di gestione (e dagli altri eventuali patrimoni gestiti dalla stessa società), sia dal patrimonio dei partecipanti al fondo. I creditori della società di gestione pertanto non possono agire sul patrimonio del fondo e, a loro volta, i creditori dei singoli partecipanti possono agire soltanto sulle quote di partecipazione che spettano ai loro debitori e non sul patrimonio del fondo. Inoltre: • per le obbligazioni contratte per conto del fondo è responsabile esclusivamente il fondo stesso con il proprio patrimonio (art. 36 t.u. cit., modificato dalla l. 30 luglio 2010, n. 122); • la società di gestione del risparmio non può mai utilizzare, nell’interesse proprio o di terzi, i beni appartenenti al fondo comune.
u
4 I contratti di borsa
Regolamento del fondo
esempio Una società di gestione che amministra due fondi di investimento non può utilizzare la liquidità derivante dal disinvestimento di titoli di un fondo per rimborsare le quote dei sottoscrittori dell’altro fondo.
Responsabilità della gestione
Chi è responsabile della gestione del fondo? La società promotrice, che ha creato il fondo, e la società di gestione, che lo amministra (se è diversa dalla società promotrice), sono responsabili solidalmente nei confronti dei partecipanti al fondo, secondo le norme del mandato senza rappresentanza. In particolare la società di gestione, che deve essere iscritta in un apposito albo ed è soggetta alla vigilanza della Banca d’Italia, agisce per conto dei partecipanti ma in nome proprio e, per la sua attività, ha diritto a una provvigione a carico del fondo. esempio La società di gestione provvede a investire le somme versate dai partecipanti in titoli e in altre attività finanziarie, a seconda delle caratteristiche del fondo (azionario, bilanciato, obbligazionario o monetario), a effettuare le vendite e gli acquisti che si rendano opportuni in relazione all’andamento del mercato, a esercitare i diritti inerenti ai titoli acquistati (come il diritto di voto nelle assemblee e il diritto di opzione sulle azioni di nuova emissione) e così via.
Quote e certificati di partecipazione
Che cosa sono le quote e i certificati di partecipazione? Il fondo comune è diviso in quote di partecipazione, che devono avere tutte lo stesso valore nominale e attribuire uguali diritti ai partecipanti; le quote sottoscritte dai
325
risparmiatori sono rappresentate da certificati di partecipazione, che sono titoli di credito e possono essere, a scelta dell’investitore, nominativi o al portatore. Diritti di partecipazione
Approfondimento I fondi immobiliari
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3
In base al regolamento del fondo, ai titolari dei certificati vengono riconosciuti: • diritti di informazione, consistenti principalmente nel diritto al rendiconto annuale della gestione e alla comunicazione quotidiana del valore unitario della quota di partecipazione al fondo; • diritti patrimoniali, consistenti nel diritto di ottenere in qualsiasi momento il rimborso della quota di partecipazione (se è un fondo aperto) e, quando è previsto nel regolamento, di partecipare alla ripartizione degli utili conseguiti dall’attività di gestione del fondo.
iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Gli impiegati di un società di gestione del risparmio, che amministra un fondo azionario con una capitalizzazione di una decina di milioni di euro, chiedono alla società il pagamento degli arretrati degli stipendi, ma la società sostiene di non essere in grado di pagare. I dipendenti, allora, si rivolgono al tribunale e chiedono la vendita delle azioni del fondo per soddisfare i loro crediti. La tesi degli attori Il patrimonio della società di gestione comprende anche le azioni che sono state acquistate con i capitali apportati da coloro che hanno aderito al fondo e quindi i creditori della società, per ottenere il pagamento di quanto è loro dovuto, possono procedere all’esecuzione forzata sulle azioni. La tesi della convenuta Le azioni sono il risultato degli investimenti del fondo
326
formato con gli apporti dei partecipanti e formano il patrimonio del fondo e non della società, pertanto i creditori della società, dato che il fondo ha una autonomia patrimoniale perfetta, non possono agire nei confronti del fondo per ottenere il pagamento di debiti che non sono debiti del fondo ma della società.
CLIL
Thelawinpractice
Distortive behaviour of the financial market
The consolidated act on financial intermediation (Legislative Decree no. 58 of 24 February 1998, as amended by Law no. 62 of 18 April 2005) prohibits the abuse of privileged information and market manipulation, to avoid that certain better informed operators can take unfair advantage to the detriment of others, or can alter the performance of the stock market in an abnormal manner for speculative purposes. The abuse of privileged information or insider trading consists of speculation on the shares of a listed company, or on other financial instruments, put in place by virtue of knowledge of confidential information relating to the company’s operations. Insider trading occurs when a person, who has become aware of information of a confidential nature in exercising a public or private function, profession or office (as director, auditor, manager, consultant or employee of a company, etc.) or in his capacity as a shareholder of the company, uses this information to personally put in place financial transactions, or provides the information in his possession to other people without justification. Market manipulation consists of disseminating false information or putting in place sham transactions or other expedients such as, in practice, to cause a significant change in the price of certain financial instruments. Insider trading and market manipulation constitute administrative offences, punishable with a heavy fine and, in severe cases, also criminal offences or crimes, punishable with imprisonment.
one to five years; Art. 2637, amended by Legislative Decree no. 62 of 18 April 2005) the crime of stock manipulation. Stock manipulation consists of the use of false information intended to cause changes in the price of certain financial instruments not traded on a regulated market, or to influence the confidence of investors concerning the financial stability of banks or banking groups. In essence, stock manipulation occurs when people try to “disturb” the financial market to their advantage by publishing false, exaggerated and biased data, or putting in place turbid transactions in order to try to increase or decrease the price of securities traded on the stock exchange to realise personal gains. The supervisory and investigative activity concerning the transparency of the financial market is entrusted to CONSOB which, should it ascertain the commission of a crime, must transmit the related documentation to the public prosecutor (who is required to take legal action against the perpetrators of the offence); in turn, the public prosecutor, should he have received information concerning a crime of insider trading or market manipulation from another source, must promptly inform CONSOB in order for it to carry out the investigations required by law.
u
4 I contratti di borsa
The stock exchange plays a key role in the entire economic system, since it allows a flow of savings to companies and facilitates productive investments; this is why the Italian legislator has intervened several times, since the early nineties, to make the stock market as “transparent” as possible and, in this way, align it with the model of more developed countries (such as the US). Overall, the Italian legislative framework aims at ensuring full equality of information and opportunity to all parties who operate, in different capacities, in the financial market. This materialises by providing for certain offences related to the possibility of influencing the stock market.
Comprehension 1. What purpose does Italian legislation pursue concerning the financial market? 2. What does insider trading consist of? 3. Who is responsible for supervising the transparency of the financial market?
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Stock exchange Abuse Confidence Supervision
........................................ ........................................ ........................................ ........................................
327
Ripassafacile
caratteri borsa valori
La borsa
m
I contratti di borsa
L’impresa e i contratti
3
328
Contratti di borsa
caratteri
tipologie
contratti su prodotti derivati
Concetti chiave
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Simulazione della verifica orale
English summary
caratteri
Fondi comuni di investimento
u organizzazione e funzionamento
quote e certificati di partecipazione
4 I contratti di borsa
tipologie
329
Verificaformativa 1. Risposte multiple
8.
Nella borsa valori:
c è un ribassista d pensa che il valore dell’opzione aumenterà
a sono quotate soltanto le azioni delle società b sono quotate anche le merci c la quotazione può essere disposta d’ufficio d sono quotati strumenti finanziari
e pensa che il valore dell’opzione diminuirà 9.
Nella borsa valori non vengono quotati/e:
b le quote non sono rappresentate da certificati di partecipazione
a le azioni delle società b le obbligazioni delle società
c il valore della quota di ciascun partecipante è fisso
c i titoli del debito pubblico d le azioni di risparmio 3.
e le cambiali
d i partecipanti possono chiedere la liquidazione della loro quota in ogni momento
Le attività o servizi di investimento:
e la società di gestione deve essere una banca
m
a sono riservati ai soggetti abilitati b richiedono sempre un’autorizzazione c devono essere svolti in modo esclusivo
3 4.
Nei fondi di investimento aperti: a i partecipanti possono chiedere la liquidazione della loro quota solo alla scadenza
e sono quotati mezzi di pagamento 2.
L’investitore che acquista una opzione put: a compie un’operazione a contante b è un rialzista
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
Vuoi testare la tua preparazione? Fai il test in autovalutazione
10. Le quote di partecipazione di un fondo di investimento:
d sono riservati a enti o organi pubblici e non sono attività commerciali
a devono essere nominative b possono essere al portatore c possono essere nominative o al portatore
Il controllo sulla solidità patrimoniale delle società quotate in borsa viene esercitato:
d possono avere un valore diverso e non sono titoli di credito
a dal ministero dell’Economia b dalla CoNsob c dal Governo d dalla banca d’Italia e dalla società di gestione 5.
I contratti di borsa: a sono regolati prevalentemente dagli usi di borsa b devono essere liquidati immediatamente c sono contratti a contante
2. Vero o falso Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta 1.
Le operazioni di acquisto e di vendita di azioni in borsa devono essere liquidate:
......................................................................................................
2.
I futures:
3.
330
e possono riguardare soltanto singoli titoli quotati in un mercato regolamentato
F
L’attività di gestione della borsa dà luogo a un’attività di impresa.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
4.
Nel mercato borsistico possono operare soltanto gli intermediari autorizzati.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
a non sono contratti di borsa b sono contratti a termine c sono contratti a contante d sono contratti a premio
V
......................................................................................................
e nel termine stabilito dalle parti nel contratto 7.
La gestione del mercato borsistico è svolta da una authority pubblica.
......................................................................................................
a alla fine dello stesso mese borsistico b alla fine del mese borsistico successivo c il terzo giorno borsistico successivo d lo stesso giorno borsistico
F
......................................................................................................
d sono contratti a termine e possono essere conclusi anche tra soggetti privati 6.
Nella borsa valori sono quotate azioni e altri V strumenti finanziari.
La banca d’Italia esercita un controllo di trasparenza sul mercato borsistico.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
6.
Di regola i contratti di borsa sono contratti a contante.
V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
Verificaformativa 7.
I contratti a contante vengono liquidati materialmente il giorno successivo alla loro conclusione.
4. V
F
......................................................................................................
......................................................................................................
5.
......................................................................................................
8.
I contratti a premio sono contratti standardizzati.
Persona che specula sulla diminuzione delle quotazioni dei titoli. ......................................................................................................
V
F
......................................................................................................
9.
Persona che specula sull’aumento delle quotazioni dei titoli.
......................................................................................................
4. Vocabulary
La società di gestione agisce in nome e per conto dei partecipanti al fondo.
Identify the term or terms corresponding to the definitions
V
F
......................................................................................................
1.
......................................................................................................
10. Un fondo di investimento è responsabile con il suo patrimonio soltanto per i debiti del fondo.
Markets in which shares and other financial instruments are exchanged. ...................................................................................................... ......................................................................................................
V
F
2.
...................................................................................................... ......................................................................................................
Forward contract which obliges both parties to implement the agreement. ...................................................................................................... ......................................................................................................
3. Lessico
3.
Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione 1.
sigla che indica il mercato telematico azionario.
2.
Ente che vigila sulla trasparenza del mercato borsistico.
...................................................................................................... ......................................................................................................
4.
......................................................................................................
......................................................................................................
3.
Fondo comune che investe in titoli e in altri strumenti finanziari. ......................................................................................................
ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande Un’impresa di assicurazione svolge un’attività finanziaria per conto di alcuni clienti, acquistando e vendendo titoli sul mercato borsistico in base ai loro ordini e operando in questo modo, di fatto, come un intermediario finanziario. 1.
Come è qualificabile l’attività svolta dall’impresa di assicurazione?
2.
L’impresa di assicurazione è un intermediario abilitato in base alla legge ad agire in borsa?
3.
A quali condizioni l’attività svolta dall’impresa di assicurazione è legittima?
Forward contract which allows the parties not to implement the agreement.
sum that indicates the maximum amount of loss in a contract not in cash. ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
Credit security indicating participation in an investment fund. ...................................................................................................... ......................................................................................................
u
4
Fatti un’idea
I contratti atipici: il contratto di sponsorizzazione I contratti atipici sono contratti non disciplinati in modo specifico dall’ordinamento giuridico, ma creati dalle parti in base alle loro particolari esigenze di negoziazione. Anche se non previsti né disciplinati dalla legge, essi sono ammessi purché leciti e diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela.
Fifa, Sony dice addio alla sponsorizzazione degli eventi entata
tare l’offerta pres
incaricata di valu
alle Culture per la
realizzazione e il
città di Bari.
Colosseo, il Codacons: dal Tribunale dubbi su decidendo in merito a un esposto presentato dall’associazione dei consumatori, pur archiviando il procedimento penale perché
(e cioè per il reperimento di fondi
Sony dice addio a Fifa e Mondiali di calcio: il gruppo, secondo i media giapponesi, ha deciso di non rinnovare il contratto di sponsorizzazione e di
False fatture per sponsorizzare il ciclismo: recuperati oltre 700.000 euro La Guardia di Finanza di Pistoia ha concluso quattro verifiche fiscali nei confronti di altrettante associazioni sportive dilettantistiche «dedite all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, recuperando a tassazione oltre
La prima stazione del metrò sponsorizzata: festa con giocatori di Inter e Milan Metrò M5 San Siro Stadio: sponsor Mediaset Premium con giocatori di Inter e Milan. Milano ha la prima stazione del metrò sponsorizzata: Mediaset Premium ha “scelto” San Siro Stadio, che dal 29 aprile 2015 è il nuovo capolinea della M5, con il pagamento di 600mila euro in due anni...
Per i contratti atipici la norma di riferimento è l’articolo 1322 del codice civile che, nel disciplinare l’autonomia contrattuale delle parti, stabilisce al secondo comma che queste «possono anche concludere contratti che non appartengano ai tipi aventi una disciplina particolare, purché siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico». Costituiscono forme di contratti atipici il contratto di leasing, il contratto di franchising, il contratto di sponsorizzazione, il contratto di ristorazione, di catering e molti altri. Uno dei contratti molto diffusi nella realtà commerciale è il contratto di sponsorizzazione, attraverso cui un’impresa si impegna a finanziare un’attività sportiva, uno spettacolo, una manifestazione artistica o culturale a scopi pubblicitari, al fine di ottenere visibilità per la propria azienda e i propri prodotti. Si possono sponsorizzare eventi di vario tipo, e da qualche anno il Codice dei beni culturali (decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) ha previsto anche la possibilità di realizzare anche forme di sponsorizzazione per il restauro dei beni culturali. La casa di moda Fendi, per esempio, ha stanziato due milioni e mezzo di euro per il restauro della Fontana di Trevi; Diego Della Valle, proprietario della Tod’s, uno dei più noti brand di calzature a livello mondiale, ha deciso di investire oltre 25 milioni di euro per il recupero del Colosseo; il gioielliere Bulgari ha stanziato un milione e mezzo di euro per la scalinata di Piazza di Spagna, e tanti altri ancora.
332
Tra i contratti di sponsorizzazione quello che ancora oggi risulta il più diffuso è il contratto di sponsorizzazione sportiva.
I numeri dello sport in Italia
Atleti tesserati
5.000.000 4.000.000
4.500.327 3.481.090
3.415.305
1993
2003
3.000.000 2.000.000 1.000.000 0
2013
80.000 70.000 60.000 50.000 40.000 30.000 20.000 10.000 0
Società sportive
66.877
1993
62.549
64.829
2003
2013 Fonte: CONI
L’evento sportivo più sponsorizzato nel 2015 Sponsor Maglia
Competizione
Milioni di euro
M. United
Chevrolet (GM)
Premier League
63,6
Arsenal
Emirates
Premier League
32,4
Barcelona
Qatar Airways
Liga
32,0
Bayern Munich
Deutsche Telekom
Bundesliga
30,0
Real Madrid
Emirates
Liga
27,0
Chelsea
Samsung
Premier League
25,0
PSG
Emirates
Ligue 1
25,0
Liverpool
Standard Chartered
Premier League
25,0
M. City
Etihad Airways
Premier League
25,0
Milan
Emirates
Serie A
21,0
Tottenham
AIA
Premier League
20,0
Questa attenzione per lo sport ha generato Wolfsburg Volkswagen Bundesliga 20,0 un crescente interesse da parte del monSchalke ’04 Gazprom Bundesliga 17,5 do imprenditoriale, che ha investito molto B. Dortmund Evonik Bundesliga 17,0 in questo settore, contribuendo anche alla Juventus Jeep Serie A 17,0 sua ulteriore crescita. I grandi eventi, quali le Olimpiadi o i CamFonte: www.tifosobilanciato.it pionati Mondiali, soprattutto quelli di calcio e football americano, rappresentano ormai delle mentre la squadra che ha ottenuto maggiori finanziagrandi iniziative economiche con giri di affari estrema- menti è stata l’inglese Manchester United, che ha racmente elevati, sia per il numero degli spettatori negli colto circa 64 milioni di euro. stadi o davanti agli apparecchi televisivi, ma anche per il turismo che ne deriva, e per tutte le attività indotte Dossier da tali eventi. Sono soprattutto i produttori di attrezzature e abbiTrova la risposta alle tue domande gliamento sportivo coloro che investono in maniera 1. Perché esistono i contratti atipici? (I contratti atipici e massiccia nella promozione del proprio marchio e nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni tecniche che l’autonomia privata) possano portare i loro prodotti all’avanguardia nel suc- 2. La sponsorizzazione costituisce una forma di comunicesso internazionale, raggiungendo, negli ultimi anni, cazione? (Il contratto atipico di sponsorizzazione) 3. Qual è il contenuto di un contratto di sponsorizzaziocifre da capogiro. ne sportiva? (fac simile contratto di sponsorizzazione) Secondo un’indagine realizzata nel 2015 dal sito www. 4. La sponsorizzazione di eventi culturali è molto diffusa tifosobilanciato.it l’evento sportivo che ha attratto in Italia? (Quando è la moda a salvare i monumenti) maggiormente gli sponsor è stata la Premier League,
m
Club
3 L’impresa e i contratti
La rilevanza dello sport, dal punto di vista sia sociale sia economico, è sotto gli occhi di tutti ed è confermata dall’analisi di alcuni dati statistici, che evidenziano sia la diffusione della pratica sportiva, sia la rilevanza economica del settore, considerato che l’industria sportiva può essere considerata la quinta del nostro Paese per giro di affari. Secondo un’indagine realizzata dal CONI, nel 2014 in Italia i praticanti sportivi sono stati stimati in quasi 18 milioni, gli atleti tesserati Coni in oltre 4.500.000, le società sportive affiliate al CONI sono oltre 64mila, e in tutto il mondo le trasmissioni televisive più seguite sono quelle sportive.
333
Verificasommativa 1. Domande a risposta singola
3. Problemi a soluzione rapida
Rispondi alle domande proposte in un massimo di tre-cinque righe
Dopo avere esaminato la situazione rispondi alle domande proposte in un massimo di cinque righe
1.
In che cosa consiste e quale funzione svolge il collaudo da parte del committente in un contratto di appalto?
2.
Quale funzione economica svolgono per una banca, rispettivamente, le operazioni passive e attive?
3.
Quali vantaggi e svantaggi presenta, per il cliente di una banca, lo sconto di un credito?
4.
Che cosa accade se muore la persona assicurata con un contratto di assicurazione sulla vita per il caso di morte o per il caso di sopravvivenza?
5.
In che cosa consistono una opzione call e una opzione put?
1.
...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
2.
2. Trattazione sintetica di argomenti
Una cooperativa di architetti, che ha assunto l’incarico di organizzare una mostra per conto di un Comune, cede l’incarico a un’impresa di servizi della quale detiene l’intero capitale sociale. La cessione del contratto è valido dal punto di vista giuridico?
Tratta l’argomento proposto in un massimo di dodiciquindici righe, motivando le tue affermazioni
......................................................................................................
3
1.
Descrivi il contenuto e gli effetti della garanzia dell’appaltatore nel contratto di appalto.
......................................................................................................
L’impresa e i contratti
m
Un’industria automobilistica conclude un contratto a tempo indeterminato con un produttore, che si impegna a consegnarle periodicamente un determinato quantitativo di pneumatici, ma in seguito, avendo trovato un fornitore a un prezzo più basso, recede dal contratto. Il comportamento della industria automobilistica è legittimo?
2.
Confronta la responsabilità del vettore nel caso di danni subiti dalle persone o dalle cose trasportate.
3.
Individua gli aspetti comuni e le differenze tra un conto corrente ordinario e un conto corrente bancario.
4.
Distingui le ipotesi e le conseguenze della sovrassicurazione e della sottoassicurazione in materia di assicurazione contro i danni.
5.
Spiega la funzione, relativamente alla borsa valori, della società di gestione e della CONSOB.
......................................................................................................
3.
Il cliente di una banca, che ha versato una somma di denaro con deposito vincolato a 5 anni, deve sottoporsi a un intervento chirurgico urgente e chiede alla banca di ritirare anticipatamente una parte della somma per una causa di forza maggiore. La banca è obbligata a eseguire la richiesta del cliente? ...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
4.
Il proprietario di un edificio, che ha un valore di 500.000 euro ma è stato assicurato contro gli incendi per il valore di 300.000 euro, si rivolge all’impresa di assicurazione e chiede il risarcimento del danno causato da un incendio fortuito che ha distrutto metà dell’edificio. L’assicuratore è obbligato a risarcire integralmente il danno? ...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
Un investitore, che ha acquistato tramite la propria banca un future per l’acquisto di un pacchetto di azioni di una società industriale, si rivolge all’impiegato della banca per sapere se può non acquistare le azioni della società, il cui valore si è notevolmente ridotto a a causa dell’andamento negativo della borsa. Che cosa gli risponderà l’impiegato? ...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
334
Verificasommativa Dalleconoscenze allecompetenze
Sull’importo dei risarcimenti, il dirigente riferisce che «l’entità media, fra quelli gestiti dalla compagnia e quelli gestiti direttamente dall’Ufficio, è di 848 euro». Facendo un rapido conto si tratta di 189mila e rotti euro. «Per l’annualità in corso si registra al momento un andamento equiparabile a quello registrato nel primo semestre 2014 – continua il dirigente –. Tuttavia occorre evidenziare che da quest’anno l’Ufficio Assicurazioni gestisce le pratiche di risarcimento sotto la supervisione della compagnia di assicurazione, tramite un gruppo intersettoriale di lavoro composto da figure altamente specializzate in grado di fornire assistenza qualitativa al predetto Ufficio nella trattazione delle richieste danno anche in caso di eventuali contenziosi civili». Su questo punto l’assessore sottolinea che «l’amministrazione ha continuato a investire in sicurezza stradale prestando particolare attenzione alla copertura delle buche e alla manutenzione, ma non so dire quanto questo abbia inciso sul calo del numero delle richieste di risarcimento da parte dei cittadini». http://iltirreno.gelocal.it – 14 luglio 2015
3 L’impresa e i contratti
PRATO. Buche sulle strade e marciapiedi dissestati possono provocare danni alle persone e ai loro mezzi. In molti casi, il Comune a cui compete la manutenzione del tratto stradale in cui avviene l’incidente è costretto a risarcire. Numerosi sono i contenziosi nati nel 2014 tra il Comune di Prato e i cittadini che si sono imbattuti a piedi o a bordo di un mezzo in insidie stradali: buche, ciglio del marciapiede rotto, asfalto sconnesso, ma anche perdita d’acqua sulla carreggiata, manto stradale rimosso dalle radici di un albero o abbattimento di transenne, segnaletica e guard rail. Insomma, la casistica è ampia, ma a prevalere sono i sinistri dovuti alla manutenzione stradale: quasi 350 le richieste di risarcimento danni arrivate all’amministrazione comunale lo scorso anno per un totale di circa 190mila euro liquidati. «Nel corso del 2014 sono pervenute all’amministrazione comunale complessivamente 348 richieste di risarcimento danni per sinistri stradali: di queste, 124 sono state respinte o archiviate dall’Ufficio e le restanti 224 sono state trattate e gestite sia dall’Ufficio Assicurazioni dell’ente (per un totale di 138) sia dalla compagnia di assicurazione (86)», precisa il dirigente comunale del servizio “Gare, provveditorato e contratti”.
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Buche nelle strade, quasi un contenzioso al giorno
335
Verificasommativa verificadellecompetenze
competenze Analizzare il valore, i limiti e i rischi delle varie soluzioni tecniche per la vita sociale e culturale con particolare Orientarsi nel mercato dei prodotti assicurativo-finanziari, anche per collaborare nella ricerca di soluzioni economicamente vantaggiose
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Comprensione del testo
L’impresa e i contratti
3
A. Leggi il testo dell’articolo di cronaca e rispondi alle seguenti domande 1. Qual è l’ente pubblico protagonista del caso presentato? 2. Qual è il suo ruolo nella vicenda raccontata? 3. A cosa si riferiscono i risarcimenti richiesti dai cittadini? 4. Quante richieste sono arrivate nel 2014, e per quale ammontare? 5. Che cosa fa il Comune per far fronte a questa situazione?
Conoscenze L’assicurazione per responsabilità civile B. 1. 2. 3. 4. 5. 6.
alle seguenti domande In che cosa consiste un contratto di assicurazione? Quali sono i soggetti di un contratto di assicurazione? Quanti tipi di assicurazioni esistono? Quale funzione svolge l’assicurazione contro i danni? Quali obblighi ha l’assicurato? In che cosa consiste l’assicurazione per responsabilità civile?
Abilità Reperire autonomamente le norme nel sistema Ricercare le norme relative a una categoria di argomenti e individuare le parti che Applicare le disposizioni normative a situazioni Analizzare, interpretare e utilizzare schemi Riconoscere le caratteristiche giuridiche dei principali prodotti dei mercati finanziari
336
C. Fai una ricerca e rispondi alle seguenti domande 1. Quale parte del codice civile (Libro, titolo, capo) si occupa del contratto di assicurazione? 2. Quali sono gli articoli di riferimento? 3. Quale sezione si occupa dell’assicurazione contro i danni? 4. Quale articolo si occupa della assicurazione per responsabilità civile? Che cosa prevede la norma? Trovala e trascrivine il contenuto. D. Fai una ricerca e rispondi alle seguenti domande 1. Che tipo di assicurazione è quella indicata nell’articolo di cronaca raccontato? 2. Che ruolo svolge la compagnia di assicurazione in questo contratto? 3. Che tipo di danno può essere rimborsato ai cittadini? 4. Secondo quanto previsto dal codice civile l’assicuratore è tenuto a rimborsare direttamente i cittadini danneggiati? 5. Quale obbligo potrebbe venire contestato al Comune da parte della compagnia di assicurazione? E. Esprimi un’opinione Nella città in cui vivi esistono situazioni simili a quella descritta nell’articolo? Hai notizie di incidenti o danni ai cittadini per la situazione delle strade? Relaziona brevemente in merito alla questione posta. F. Redigi un testo Immagina che un tuo conoscente abbia subìto un danno dovuto alla situazione delle strade dissestate della tua città. Scrivi per suo conto una richiesta di danni al Comune in cui indichi: le generalità di chi richiede il risarcimento; una narrazione dell’accaduto; come è avvenuto il sinistro; l’entità dei danni subiti alle cose allegando i preventivi per le riparazioni; se sono intervenute autorità di pubblica sicurezza, i relativi verbali; i nominativi dei testimoni.
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4
L’impresa e il lavoro
Il quarto modulo del volume ha come oggetto lo studio del lavoro e, in particolare, il lavoro all’interno dell’organizzazione di un’impresa.
u1 Il lavoro La prima unità, dopo un’introduzione sul mercato del lavoro, definisce il lavoro subordinato distinguendolo dal lavoro autonomo ed espone la disciplina dello sciopero; l’ultimo paragrafo è dedicato allo studio della legislazione sociale.
u2 Il rapporto di lavoro Nella seconda unità approfondiremo il rapporto tra il lavoratore e il datore di lavoro, dal momento della sua costituzione iniziale a quello della sua sospensione o cessazione finale; in particolare, studieremo i diritti e gli obblighi delle parti del rapporto di lavoro.
u3 I contratti speciali di lavoro La terza unità espone la disciplina dei contratti di lavoro speciali che sono diretti a garantire una maggiore flessibilità del mercato del lavoro e, in questo modo, ad aumentare le opportunità di occupazione dei lavoratori.
u4 L’impresa e la sicurezza Nell’ultima unità studieremo dapprima le norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro; il secondo paragrafo, invece, è dedicato al problema della sicurezza nel trattamento dei dati personali.
competenze Comprendere il ruolo del diritto del lavoro u1) Riconoscere i caratteri economici e gli aspetti u1) Applicare a casi concreti le norme sulla disciplina u2) Essere consapevoli dell’importanza delle norme u2) Confrontare i diversi tipi di contratti di lavoro, evidenziandone gli aspetti comuni u3) Operare delle scelte tra modelli contrattuali diversi u3) Individuare il contenuto e la funzione u4) Collocare le norme sulla protezione dei dati personali nell’ambito della tutela della privacy (u4)
u1
Il lavoro
Prerequisiti
Conoscere i princìpi costituzionali in materia di rapporti economici
Conoscenze
La legislazione previdenziale e assistenziale
Abilità
Individuare i principali istituti in materia di previdenza e assistenza sociale
iave Parole cohrds Keyw
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Italiano
Inglese
Lavoro
Labour, labor
Mercato del lavoro
Labour market
Domanda/offerta di lavoro
Labour, employment demand/supply
Monopolio bilaterale
Bilateral monopoly
Lavoro subordinato
Employment
Lavoro autonomo
Self-employment
Diritto del lavoro
Employment law, labour law
Sindacato
Union, trade union
Sciopero
Strike
Serrata
Lockout
1
Il mercato del lavoro
ilcaso • In un mercato, formato da un solo venditore e un solo compratore, il venditore è disponibile a vendere una data quantità a un prezzo unitario non inferiore a 50 euro, mentre il compratore è disponibile a comprare la stessa quantità ma a un prezzo unitario non superiore a 40 euro. In che modo e a quale prezzo si può realizzare lo scambio tra il venditore e il compratore? Il termine “lavoro” indica, in generale, qualsiasi attività umana diretta alla produzione di beni o servizi e, in quanto tale, utile per la soddisfazione di bisogni propri o altrui. Come sappiamo dallo studio dell’economia, le imprese hanno bisogno del lavoro delle famiglie per utilizzarlo come fattore produttivo e, a loro volta, le famiglie sono disposte a cedere il lavoro alle imprese per ottenere un reddito (salario o stipendio). Nell’attività economica, pertanto, assume un ruolo centrale il mercato del lavoro.
In un mercato del lavoro: • la domanda è costituita dalla quantità di lavoro che i datori di lavoro (imprenditori, privati, enti pubblici ecc.) richiedono in un dato momento e a un dato prezzo; • l’offerta è costituita dalla quantità di lavoro che i lavoratori sono disposti a fornire in un dato momento e a un dato prezzo. “Offerte di lavoro” e “domande di lavoro”
È da notare che, nel linguaggio comune, i termini “offerte di lavoro” e “domande di lavoro” si riferiscono ai posti o occasioni di lavoro in quanto tali e indicano, rispettivamente, l’offerta di posti di lavoro (da parte delle imprese e di altri datori di lavoro) e la domanda di posti di lavoro (da parte dei lavoratori in cerca di occupazione). Nel linguaggio economico, invece, i termini in esame sono invertiti, nel senso che l’offerta di lavoro individua i lavoratori e la domanda di lavoro i datori di lavoro. datori di lavoro
domanda individuale di lavoro
lavoratori
offerta individuale di lavoro
u
1 Il lavoro
Mercato del lavoro
Che cos’è il mercato del lavoro? Il mercato del lavoro indica, dal punto di vista economico, il luogo nel quale si verifica l’incontro tra la domanda di lavoro e l’offerta di lavoro.
mercato del lavoro
Mercato in senso fisico e in senso ideale
Il mercato del lavoro, come qualunque altro tipo di mercato, non indica necessariamente un luogo in senso fisico ma in senso ideale o figurato, in quanto è costituito dall’insieme delle contrattazioni tra i soggetti che domandano e i soggetti che offrono prestazioni lavorative, contrattazioni che non avvengono sempre in uno “spazio” reale. esempio Costituiscono un mercato del lavoro sia la piazza di un paese, dove si incontrano i proprietari dei terreni agricoli che hanno bisogno di manodopera per coltivarli e i braccianti, sia il mercato dei dirigenti, dove l’incontro con gli imprenditori non avviene in un luogo fisico ma si realizza con modalità diverse (pubblicità su quotidiani economici, avvisi di ricerca del personale on line, invio di curriculum professionali, colloqui di selezione ecc.).
Mercato del lavoro e mercati del lavoro
Nella realtà il mercato del lavoro presenta notevoli disomogeneità, in quanto i datori di lavoro che operano in settori diversi hanno bisogno di lavoratori con abilità e competenze diverse, e più che di un unico mercato del lavoro si dovrebbe parlare di una pluralità di mercati del lavoro, in relazione alle varie categorie produttive. Al riguardo si dice che in Italia il mercato del lavoro è caratterizzato da una “segmentazione” o frammentazione, cioè dalla presenza di un numero elevato di qualifiche e di specializzazioni professionali e anche, di conseguenza, di una diversità di livelli retributivi o salariali (cosiddette differenze retributive o “giungla salariale”).
339
esempio La domanda e l’offerta di lavoro, e quindi anche i salari medi, sono diversi nel settore primario (agricoltura) rispetto al settore secondario (industria) o terziario (servizi) e, anche all’interno dello stesso settore produttivo, nel mercato degli operai generici rispetto a quello degli operai specializzati, oppure nel mercato degli impiegati rispetto a quello dei dirigenti.
Monopolio bilaterale
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Monopolio bilaterale e interessi
4
Monopolio bilaterale e prezzo
In che senso il mercato del lavoro è un monopolio bilaterale? L’economia classifica tradizionalmente il mercato del lavoro, in relazione alla sua forma o regime, come un monopolio bilaterale. Il monopolio bilaterale è un mercato nel quale operano due soli soggetti economici, cioè un unico grande venditore e un unico grande compratore del medesimo bene o servizio, e nel quale l’offerta individuale del venditore e la domanda individuale del compratore sono anche l’offerta collettiva e la domanda collettiva dell’intero mercato. I soggetti che intervengono in un monopolio bilaterale hanno interessi contrapposti dal punto di vista economico, in quanto: • il monopolista dal lato dell’offerta vuole vendere la quantità che gli conviene (che non coincide sempre con quella domandata dal compratore) e al prezzo più alto possibile; • il monopolista dal lato della domanda vuole comprare la quantità di cui ha bisogno (che non coincide sempre con quella offerta dal venditore) e al prezzo più basso possibile.
Come si forma il prezzo in un monopolio bilaterale? Il monopolio bilaterale è una forma di mercato molto diversa dalla concorrenza libera o perfetta, che è caratterizzata dalla presenza di un numero elevatissimo di operatori economici, sia dal lato della domanda sia dal lato dell’offerta. Nella concorrenza ogni operatore economico ha una quota minima dell’intero mercato e non è in grado di modificare da solo (con variazioni della sua quantità domandata o offerta) la domanda globale o l’offerta globale e di influire da solo, in questo modo, sul prezzo. In un regime di concorrenza perfetta, pertanto, il prezzo è determinato dal mercato, cioè dal libero incontro della domanda e dell’offerta collettive, ed è possibile stabilire quale prezzo si formerà in un dato momento sul mercato. In un regime di monopolio bilaterale, invece, il prezzo è indeterminato e non è possibile applicare i criteri tradizionali dell’analisi economica (la legge della domanda e dell’offerta) per stabilire il prezzo che si formerà in astratto sul mercato. Il prezzo finale, infatti, dipenderà dal risultato delle contrattazioni tra coloro che rappresentano, rispettivamente, la domanda e l’offerta globale del bene o servizio. In altri termini, non è possibile stabilire quale sarà il prezzo che: • in astratto oscillerà tra un minimo (dato dal prezzo al di sotto del quale il venditore non è disposto a vendere i prodotti) e un massimo (costituito dal prezzo al di sopra del quale il compratore non è disposto a comprare i prodotti); • in concreto si stabilizzerà, a seconda dell’abilità e della forza contrattuale del venditore e del compratore, in una posizione più o meno intermedia tra i due estremi. È necessaria quindi una contrattazione, tra il venditore e il compratore, sulla quantità da scambiare e sul prezzo da pagare per cercare di raggiungere una mediazione tra gli interessi contrapposti delle parti. Se non si trova un accordo tra chi rappresenta da solo l’offerta collettiva e chi rappresenta da solo la domanda globale, non si può verificare uno scambio dal punto di vista economico, con la conseguenza che il venditore non riesce a vendere i beni o servizi che ha prodotto e il compratore non riesce a comprare i beni o servizi di cui ha bisogno.
lasoluzione • Lo scambio economico si può realizzare soltanto se il venditore accetta di vendere al prezzo (più basso rispetto a quello a cui voleva vendere) al quale è disponibile ad acquistare il compratore o se il compratore accetta di comprare al prezzo (più alto rispetto a quello a cui voleva acquistare) al quale è disponibile a vendere il venditore, oppure alla fine se il venditore e il compratore accettano entrambi di vendere e di comprare a un prezzo, rispettivamente, più basso e più alto di quello a cui volevano vendere e comprare all’inizio.
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domanda collettiva
un unico soggetto
offerta collettiva
un unico soggetto
monopolio bilaterale
Mercato del lavoro e monopolio bilaterale
Il mercato del lavoro viene considerato una forma di monopolio bilaterale, in quanto i lavoratori e i datori di lavoro non operano in modo individuale come soggetti singoli ma, per avere una “forza” maggiore nelle trattative, agiscono come soggetti collettivi. I lavoratori e gli imprenditori, infatti, si associano in organizzazioni di categoria (i sindacati dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro), alle quali delegano la loro rappresentanza in sede contrattuale, e quindi si comportano, di fatto, come un unico soggetto dal lato dell’offerta e come un unico soggetto dal lato della domanda. Al riguardo, però, è da rilevare come il modello del monopolio bilaterale del mercato del lavoro si riferisce alla realtà dei Paesi più sviluppati, perché in altri Paesi in via di sviluppo il mercato del lavoro è più simile a un modello concorrenziale. esempio In alcuni Stati i sindacati dei lavoratori non sono presenti o hanno un’importanza minore, non esistono norme a tutela del lavoro, lo Stato non interviene nell’attività economica e così via.
organizzazioni dei datori di lavoro
domanda collettiva di lavoro
sindacati dei lavoratori
offerta collettiva di lavoro
u
1 Il lavoro
Come è strutturato il mercato del lavoro in Italia? In Italia, invece, le contrattazioni avvengono tra due soggetti, costituiti dai sindacati dei lavoratori (che rappresentano l’insieme dell’offerta di lavoro) e dalle organizzazioni dei datori di lavoro (che rappresentano l’insieme della domanda di lavoro): i sindacati dei lavoratori intervengono come monopolisti dell’offerta di lavoro e, a loro volta, le associazioni dei datori di lavoro come monopolisti della domanda di lavoro. Possiamo esprimere lo stesso concetto dicendo che nel mercato del lavoro agiscono due parti sociali contrapposte, che hanno la rappresentanza esclusiva degli operatori, una dal lato dell’offerta del lavoro e l’altra dal lato della domanda di lavoro: • i sindacati dei lavoratori; • le organizzazioni dei datori di lavoro.
mercato del lavoro
Teoria dei giochi
può controllare rispettivamente la domanda e l’offerta del servizio che viene scambiato (il lavoro) e, in questo modo, può influenzarne il prezzo (il salario). Le decisioni delle parti che intervengono sul mercato (lavoratori e datori di lavoro), quindi, sono condizionate anche dalla previsione delle possibili reazioni dell’altra parte e danno luogo a una serie di strategie alternative (cosiddetta teoria dei giochi). esempio La richiesta di un aumento dei salari da parte dei sindacati dei lavoratori può dare luogo a sua volta, per non diminuire il loro margine di profitto, a una richiesta di aumento della produttività da parte delle organizzazioni rappresentative dei datori di lavoro; la decisione dei datori di lavoro di licenziare alcuni lavoratori può provocare la proclamazione di scioperi da parte dei sindacati, con conseguente riduzione dell’attività e dei profitti delle imprese.
Salario come reddito e costo di produzione
Come si forma il salario nel mercato del lavoro? Come detto, le organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori hanno interessi contrapposti e quindi anche obiettivi, almeno in parte, inconciliabili tra loro: i prestatori di lavoro, infatti, domandano un salario il più alto possibile, compatibilmente con la situazione economica, mentre i datori di lavoro offrono un salario il più basso possibile. Il salario, infatti, per il lavoratore che lo percepisce è un reddito, che gli consente di mantenere se stesso e in molti casi anche i suoi familiari, mentre per il datore di lavoro che lo paga è un costo (come il costo per l’acquisto delle materie prime o del canone per il leasing degli impianti), che gli consente di produrre beni o servizi.
341
reddito
lavoratori
costo di produzione
datori di lavoro
salario
Salario come “prezzo”
Il salario costituisce la remunerazione del fattore lavoro e quindi rappresenta, dal punto di vista economico, il “prezzo” al quale viene scambiato il lavoro sul mercato. In un monopolio bilaterale, come abbiamo detto, il prezzo del bene o del servizio oggetto di scambio è indeterminato, cioè non si può stabilire in anticipo e in modo astratto, in quanto dipende dalla “forza” concreta del venditore e del compratore. Anche il salario, pertanto, dipenderà dalle strategie delle parti contraenti (lavoratori e datori di lavoro), cioè dalla loro abilità contrattuale, dalla loro capacità di pressione e di resistenza, dalle previsioni in merito ai comportamenti dell’altra parte e così via.
m
esempio I sindacati dei lavoratori e le organizzazioni dei datori d lavoro possono basare le reciproche relazioni industriali in modo conflittuale (con il ricorso a manifestazioni, blocchi della produzione, scioperi ecc.) oppure in modo non conflittuale (con il ricorso a mediazioni, incontri, accordi ecc.).
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Contrattazione collettiva
Quale funzione svolge la contrattazione collettiva nella determinazione del salario? Nel mercato del lavoro un ruolo molto importante è svolto dalla contrattazione collettiva tra le organizzazioni di categoria che rappresentano, rispettivamente, i lavoratori e i datori di lavoro. Il contratto collettivo che viene firmato dalle parti sociali, infatti, diviene vincolante per tutti gli operatori di un determinato settore, in quanto contiene le regole fondamentali alle quali devono in seguito uniformarsi obbligatoriamente i contratti individuali di lavoro, che verranno stipulati tra il singolo lavoratore e il singolo datore di lavoro. A questo proposito è interessante rilevare che la forza contrattuale delle organizzazioni di categoria, cioè la capacità di riuscire a fare inserire negli accordi collettivi di lavoro delle disposizioni più favorevoli ai soggetti che rappresentano, dipende anche dalla situazione economica generale. esempio In una situazione di espansione economica, nella quale cresce la produzione e diminuisce la disoccupazione (con la conseguenza che la domanda di lavoro da parte delle imprese tende a essere maggiore dell’offerta di lavoro da parte dei lavoratori), i sindacati dei lavoratori hanno un potere maggiore e di regola richiedono aumenti salariali maggiori; in una situazione di recessione economica invece, nella quale diminuisce la produzione e aumenta la disoccupazione (con la conseguenza che l’offerta di lavoro da parte dei lavoratori tende a superare la domanda di lavoro da parte delle imprese), i sindacati dei lavoratori hanno un potere minore e, di regola, richiedono degli aumenti salariali minori.
Fattori economici ed extraeconomici
Da quali elementi dipende la formazione del salario? Nella realtà, però, il salario è un prezzo particolare, in quanto si forma non soltanto in base a fattori economici, ma anche in base a fattori extraeconomici costituiti, in particolare, dall’intervento dello Stato e dall’intermediazione del potere politico (cosiddetta teoria istituzionale del salario). Lo Stato infatti, oltre a essere un datore di lavoro nell’ambito del pubblico impiego, interviene come mediatore nella contrattazione tra lavoratori e datori di lavoro per evitare un “braccio di ferro” che può essere dannoso per l’attività economica del Paese. Il salario o “prezzo” del lavoro quindi dipende, in concreto, da una serie di variabili complesse, alcune di carattere economico e altre di carattere sociale e politico. esempio Incidono sul livello del salario la produttività del lavoro, il tasso di disoccupazione, il costo della vita, la specificità del settore produttivo, la maggiore o minore abilità dei contraenti, la maggiore o minore capacità di resistenza di una parte sociale, la maggioranza governativa ecc.
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Lavoro come “merce”
Perché il lavoro non può essere considerato come una “merce”? È da notare che il mercato del lavoro ha come “oggetto” di scambio il lavoro umano ma si differenza dagli altri mercati perché il lavoro, che è collegato in modo insepa-
rabile alla persona stessa del lavoratore, non può essere considerato come una vera e propria “merce” nel senso economico del termine. esempio Il lavoratore è un soggetto di diritto e ha alcuni diritti, che gli vengono riconosciuti inderogabilmente dalle leggi dello Stato: il diritto al trattamento minimo salariale, il diritto al riposo settimanale, il diritto alle ferie retribuite, il diritto di libertà sindacale e di manifestazione del proprio pensiero ecc.
Nei moderni sistemi occidentali il mercato del lavoro è caratterizzato da un intervento dello Stato, nella convinzione che il lavoro non può essere considerato una merce come tutte le altre e che deve essere sottratto, almeno in una certa misura, alle leggi puramente economiche della domanda e dell’offerta.
Approfondimento Il sistema di collocamento
Il trattamento minimo salariale è un diritto inderogabile del lavoratore
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Il lavoro subordinato e il lavoro autonomo
ilcaso • L’impiegato di una banca vende per errore alcuni titoli di un cliente, causandogli un notevole danno economico. Nei confronti di chi può agire il cliente per ottenere il risarcimento del danno che ha subìto? Lo svolgimento di un’attività lavorativa da parte di una persona a favore di un’altra persona può dare luogo, a seconda della relazione giuridica tra i soggetti interessati, a un rapporto di lavoro subordinato oppure a un rapporto di lavoro autonomo.
u
1 Il lavoro
Intervento dello Stato
esempio Tra un commerciante e un commesso vi è un rapporto di lavoro subordinato, mentre tra un cliente e un architetto vi è un rapporto di lavoro autonomo.
Un rapporto di lavoro subordinato o dipendente si costituisce con la stipulazione, tra un lavoratore e un datore di lavoro, di un contratto di lavoro subordinato [❯ m4 u2] o, più semplicemente, contratto di lavoro (art. 2094).
Contratto di lavoro subordinato
In che cosa consiste un contratto di lavoro subordinato? Il contratto di lavoro subordinato è il contratto con il quale una parte (lavoratore) si obbliga, in cambio di una retribuzione, a svolgere il proprio lavoro, intellettuale o manuale, alle dipendenze e sotto la direzione dell’altra parte (datore di lavoro). Il lavoro subordinato si svolge soprattutto all’interno di un’impresa [❯ m1 u1], in quanto è il modo attraverso il quale un imprenditore si procura la forza lavoro necessaria (insieme alla natura, al capitale e all’organizzazione) per l’attività diretta alla produzione e/o allo scambio di beni o di servizi. Datore di lavoro, però, può essere anche un altro soggetto, privato o pubblico, diverso da un imprenditore. esempio È un rapporto di lavoro subordinato anche il rapporto tra una persona anziana e la badante addetta alla sua assistenza o il rapporto tra un dentista e l’infermiera di un ambulatorio privato.
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lavoratore subordinato attività lavorativa intellettuale o manuale: • alle dipendenze • sotto la direzione
contratto di lavoro subordinato datore di lavoro
Caratteri del lavoro subordinato
Quali caratteristiche presenta un rapporto di lavoro subordinato? I caratteri distintivi del lavoro subordinato all’interno di un’impresa sono: • la collaborazione nell’ambito della organizzazione dell’impresa; • la subordinazione del lavoratore verso il datore di lavoro, in quanto il lavoratore è obbligato a osservare le direttive organizzative e le disposizioni tecnico-pratiche emanate dal datore di lavoro e dai suoi superiori nella gerarchia dell’impresa.
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esempio Un lavoratore dipendente deve rispettare l’orario di lavoro e gli ordini di servizio relativi alle modalità di svolgimento della sua prestazione lavorativa.
4
Obbligazione di mezzi
L’obbligazione del lavoratore verso il datore di lavoro è un’obbligazione di mezzi, e non di risultato, in quanto il lavoratore si impegna a svolgere una determinata attività, ma non è responsabile del risultato della sua attività. esempio Un lavoratore ha diritto alla retribuzione anche se, a causa del difettoso funzionamento di un impianto, i beni che vengono prodotti sono inutilizzabili e non possono essere venduti sul mercato.
Rischio economico e giuridico
Il rapporto di lavoro subordinato è caratterizzato anche dal fatto che di solito il datore di lavoro si assume: • il rischio economico, cioè di non riuscire a coprire con i ricavi i costi di produzione e, quindi, di operare in perdita; • il rischio giuridico, cioè di non riuscire a pagare i debiti verso i terzi e di essere responsabile per gli eventuali danni causati ai terzi dai lavoratori.
lasoluzione • I clienti potranno chiedere alla banca il risarcimento dei danni che sono stati causati dal comportamento negligente dell’impiegato.
Vincolo di subordinazione
Un rapporto di lavoro dipendente richiede l’esistenza di un vincolo di subordinazione, cioè un rapporto di natura personale in base al quale il datore di lavoro esercita un potere direttivo, organizzativo e disciplinare nei confronti del lavoratore. È importante notare che, indipendentemente dalla qualificazione giuridica del rapporto che è stata compiuta dalle parti al momento della conclusione del contratto, l’accertamento della natura subordinata o autonoma di un rapporto di lavoro deve essere effettuato in base al comportamento effettivo delle parti. esempio Un rapporto che è stato qualificato dalle parti come un contratto di lavoro autonomo, nel quale la lavoratrice ha l’obbligo di svolgere la sua attività presso il committente, deve rispettare un orario di lavoro preciso ed è inserita in modo stabile in un’organizzazione complessa, in realtà è un contratto di lavoro dipendente.
Indici della subordinazione
Da quali elementi si può desumere l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato? Secondo la giurisprudenza l’esistenza di un vincolo di subordinazione si può desumere indirettamente dalla presenza, nel caso concreto, dei seguenti indici: • l’assoggettamento gerarchico, in quanto il lavoratore deve operare «alle dipendenze» del datore di lavoro; • l’inserimento all’interno dell’organizzazione del datore di lavoro. esempio Un impiegato o un operaio sono sottoposti alla direzione e al controllo dell’imprenditore e sono inseriti in modo continuativo e sistematico all’interno dell’organizzazione aziendale.
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Per individuare la natura subordinata di un rapporto di lavoro la dottrina ha indicato anche i seguenti elementi: • l’obbligo di osservare un orario di lavoro; • l’oggetto della prestazione lavorativa; • il luogo della prestazione lavorativa; • l’esonero dal rischio tecnico ed economico; • le modalità di erogazione del corrispettivo. Si tratta soltanto, però, di criteri ausiliari, che possono rafforzare gli indici di subordinazione ma non sono sufficienti, da soli, per potere affermare con sicurezza di essere in presenza nel caso concreto di un rapporto di lavoro subordinato.
Prestazione lavorativa
esempio Di regola, un lavoratore subordinato è retribuito in base al tempo e non al risultato della sua attività lavorativa (un tanto al giorno, alla settimana, al mese ecc.), ma nel lavoro a cottimo viene retribuito in base a quanto produce (un tanto per ogni pezzo).
La prestazione che il lavoratore si impegna a svolgere può consistere in una attività intellettuale, basata in prevalenza sulle conoscenze del lavoratore, o manuale, basata in prevalenza sulla forza fisica del lavoratore. esempio È di carattere intellettuale l’attività di un informatico o di un ragioniere; è di carattere manuale, invece, l’attività di un magazziniere o di un facchino.
È da notare però che, a seconda della relazione che si instaura tra le parti, lo stesso tipo di attività può dare luogo indifferentemente a un rapporto di lavoro subordinato o a un rapporto di lavoro autonomo. esempio È un lavoratore dipendente un ingegnere che ogni mattina si reca a lavorare in un’azienda, timbra il cartellino di presenza, viene retribuito in relazione alle ore di lavoro svolto, è sottoposto alle direttive e al controllo dell’imprenditore ecc.; è un lavoratore autonomo, invece, un ingegnere che è titolare di uno studio e svolge la sua attività professionale per i clienti.
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1 Il lavoro
Il rispetto dell’orario di lavoro è tipico del rapporto di lavoro subordinato
Un rapporto di lavoro autonomo si costituisce con la stipulazione di un contratto d’opera (artt. 2222 e ss.).
In che cosa consiste un contratto d’opera? Contratto d’opera Documento Contratto d’opera
Il contratto d’opera è il contratto con il quale una parte (lavoratore autonomo o prestatore d’opera) si obbliga nei confronti dell’altra parte (committente o cliente) a compiere un’opera o un servizio, in cambio di un corrispettivo, con lavoro prevalentemente proprio e senza un vincolo di subordinazione. Dal punto di vista giuridico, il contratto in esame è caratterizzato dal fatto che il lavoratore autonomo si obbliga verso il committente a compiere un’opera o un servizio: • con lavoro prevalentemente proprio, a differenza del contratto di appalto [❯ m3 u1] (art. 1655), cioè senza una vera e propria organizzazione d’impresa formata da un complesso di beni e di persone; • senza un vincolo di subordinazione verso il committente che gli ha dato l’incarico, a differenza del contratto di lavoro subordinato [❯ m4 u2] (art. 2094), in quanto il lavoratore autonomo ha una discrezionalità più o meno ampia (per quanto riguarda i tempi, il luogo e le modalità della prestazione) nello svolgimento della sua attività lavorativa. esempio È un lavoratore autonomo un meccanico che si impegna a sostituire il motore di un’auto o un elettricista che assume l’incarico di riparare una lavatrice.
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lavoratore autonomo
contratto d’opera committente
compimento di un’opera o di un servizio: • con lavoro prevalentemente proprio • senza vincolo di subordinazione
Quali sono i diritti e gli obblighi delle parti in un contratto d’opera? Dal contratto d’opera derivano una serie di diritti e obblighi a carico di entrambe le parti. Esecuzione dell’opera e garanzie
In primo luogo, il lavoratore autonomo deve eseguire l’opera o il servizio secondo le condizioni stabilite dal contratto e «a regola d’arte» (art. 2224). Il prestatore d’opera, pertanto, è responsabile nei confronti del committente per eventuali difformità (cioè differenze rispetto a quanto è stato previsto nel contratto) o vizi (cioè difetti o anomalie) dell’opera o del servizio (art. 2226).
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esempio Un giardiniere è responsabile se pianta in un parco alcuni alberi diversi da quelli concordati con il proprietario e un falegname è responsabile se un armadio è instabile o se un’anta non si chiude.
A differenza del contratto di lavoro subordinato, l’obbligazione assunta dal lavoratore autonomo è un’obbligazione di risultato e non di mezzi. Il prestatore d’opera, infatti, si obbliga a realizzare un determinato risultato a favore del committente e, di regola, non ha diritto al corrispettivo se non riesce a procurare al committente il risultato che costituisce l’oggetto del contratto.
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esempio Un fotografo o un sarto non possono pretendere di essere pagati se, rispettivamente, il primo non effettua un servizio fotografico e il secondo non confeziona un abito.
Obbligazione di risultato
Pagamento del corrispettivo
In secondo luogo, il committente deve pagare il corrispettivo stabilito nel contratto, che di solito è commisurato al risultato previsto e non al tempo impiegato, o, in mancanza, risultante dalle tariffe professionali o dagli usi. Se anche gli usi non stabiliscono nulla al riguardo, il corrispettivo viene stabilito dal giudice (che deve tenere conto del risultato ottenuto dal prestatore d’opera e del lavoro normalmente necessario per ottenerlo; art. 2225). esempio Nel contratto concluso con un fabbro per aprire una porta blindata può essere prevista la somma dovuta per l’apertura della porta o, in ogni caso, per l’intervento al domicilio del cliente (cosiddetto diritto di chiamata).
Recesso del committente
Infine, il committente può esercitare in qualsiasi momento il diritto di recesso dal contratto d’opera, anche dopo che ne è iniziata l’esecuzione, ma ha l’obbligo di pagare un indennizzo al lavoratore per le spese sostenute, per il lavoro eventualmente già eseguito e per il mancato guadagno (art. 2227). esempio Un antiquario, che ha dato l’incarico a un artigiano di restaurare un mobile antico, può decidere di non effettuare più il restauro ma, se l’artigiano ha già iniziato i lavori, deve pagare una somma di denaro per le spese che ha effettuato e per il lavoro che ha svolto, nonché per il guadagno che avrebbe potuto ottenere se non avesse iniziato inutilmente il restauro per conto del cliente.
Contratto d’opera intellettuale
Quali caratteristiche presenta un contratto d’opera intellettuale? Una figura particolare è il contratto d’opera intellettuale, che ha come oggetto una prestazione eseguita da un libero professionista ed è regolato da alcune norme specifiche. esempio Sono liberi professionisti una dietologa e un commercialista che si impegnano, rispettivamente, a preparare una dieta per una cliente e a tenere la contabilità di un imprenditore.
Disciplina del contratto
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Un libero professionista è sottoposto a una disciplina particolare, in quanto: • ha sempre diritto di ricevere il corrispettivo o onorario dal committente, a prescindere dal risultato realizzato, perché assume un’obbligazione di mezzi e non, come un lavoratore autonomo manuale, un’obbligazione di risultato;
• se la prestazione richiede la soluzione di problemi tecnici di particolare difficoltà, è
responsabile per eventuali danni causati al cliente soltanto in caso di dolo o colpa grave, cioè per una condotta intenzionale o gravemente negligente (art. 2236); • può recedere dal contratto solamente per una giusta causa e in modo tale da non recare pregiudizio al cliente, mentre il cliente può esercitare il diritto di recesso in qualsiasi momento e senza obbligo di motivare la sua decisione (art. 2237). esempio Se incarica un architetto di elaborare un progetto per la costruzione di una casa, il proprietario di un terreno è obbligato a pagare il libero professionista anche se in seguito il Comune non concede il permesso di costruire.
• esecuzione dell’opera o servizio a regola d’arte • responsabilità per difformità e vizi • obbligazione di risultato
manuale
contratto d’opera
• obbligazione di mezzi • responsabilità per dolo o colpa grave • recesso soltanto per giusta causa
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Il titolare di alcuni negozi di abbigliamento licenzia una commessa, incaricata di gestire uno dei negozi, e subito dopo conclude un contratto d’opera con la ex-dipendente avente come oggetto la medesima attività. Alcuni mesi dopo la ragazza chiede al titolare di usufruire delle ferie estive retribuite, ma l’imprenditore si rifiuta di concederle. La ragazza allora cita in giudizio il titolare del negozio e chiede al giudice di condannarlo a pagarle le ferie estive. La tesi dell’attrice Il contratto che è stato concluso è
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un contratto di lavoro subordinato in quanto, al di là della sua qualificazione formale, riproduce esattamente come contratto di lavoro autonomo il contenuto del contratto precedente e, quindi, il datore di lavoro è obbligato a concedere le ferie al dipendente.
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1 Il lavoro
intellettuale
La tesi del convenuto La ex-dipendente ha accettato espressamente di concludere un contratto d’opera nel quale il lavoratore viene pagato in relazione all’attività svolta, e, quindi, non ha diritto a un periodo di ferie retribuite durante il periodo estivo.
Il diritto del lavoro
ilcaso • Nel contratto collettivo di lavoro del settore chimico è previsto un premio di produzione annuale di 500 euro a favore dei lavoratori ma, nei contratti individuali di lavoro conclusi da un imprenditore con i propri dipendenti, è stabilito che il premio in esame è di 200 euro. La clausola contenuta nei contratti individuali è valida dal punto di vista giuridico? Il rapporto tra il lavoratore e il datore di lavoro è caratterizzato da una disuguaglianza sostanziale tra le parti, perché il lavoratore si trova in una situazione di: • dipendenza economica, in quanto la retribuzione che ricava dall’attività lavorativa costituisce la sua fonte di sostentamento e di regola il numero dei lavoratori in cerca di occupazione è superiore a quello dei posti disponibili; • soggezione giuridica, in quanto è sottoposto al potere direttivo e organizzativo del datore di lavoro.
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Approfondimento L’evoluzione storica del diritto del lavoro
Diritto del lavoro
La condizione di inferiorità dei lavoratori rispetto al datore di lavoro giustifica una legislazione di favore nei loro confronti: nel corso del tempo, infatti, lo Stato è intervenuto con una serie di norme che sono dirette a tutelare i lavoratori come parte più debole del rapporto di lavoro e formano, nel loro complesso, il diritto del lavoro. Il diritto del lavoro comprende l’insieme delle norme giuridiche, di diritto privato e di diritto pubblico, che disciplinano il rapporto di lavoro subordinato. Il diritto del lavoro costituisce un’applicazione del principio di uguaglianza sostanziale contenuto nel secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione, che impegna lo Stato a intervenire per eliminare gli «ostacoli di ordine economico e sociale», che impediscono di fatto la realizzazione di un’effettiva uguaglianza e giustizia sociale, e garantire a tutti pari opportunità.
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Favor lavoratoris
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In che senso il diritto del lavoro è ispirato al principio del favor lavoratoris? Il diritto del lavoro prevede un trattamento giuridico diverso per il lavoratore e per il datore di lavoro ed è caratterizzato dal cosiddetto favor lavoratoris, cioè dal favore nei confronti del lavoratore come soggetto economicamente e socialmente più debole. La disciplina in materia di lavoro subordinato, infatti, è inderogabile in peius (cioè in senso peggiorativo) a svantaggio del lavoratore, mentre è derogabile in melius (cioè in senso migliorativo) ma soltanto a vantaggio del lavoratore. In altri termini, le disposizioni legislative prevedono un “minimo” garantito, sotto il profilo economico e giuridico, che non può essere modificato dai contratti collettivi o dal contratto individuale di lavoro in senso meno favorevole al lavoratore (con la previsione di un trattamento inferiore al minimo legale), mentre può essere modificato in senso più favorevole per il lavoratore (con la previsione di un trattamento superiore al minimo legale). esempio La legge stabilisce che il lavoratore ha diritto a un giorno di riposo alla settimana, di regola coincidente con la domenica: la contrattazione collettiva o individuale non può escludere o limitare il diritto in esame, stabilendo per alcuni lavoratori un solo giorno di riposo al mese, ma può ampliarlo prevedendo per alcuni lavoratori più di un giorno di riposo alla settimana.
lasoluzione • La clausola contenuta nei contratti individuali di lavoro non è valida, in quanto contiene un trattamento meno favorevole per i lavoratori, dal punto di vista economico, rispetto a quello stabilito nel contratto collettivo della categoria.
Liberalizzazione del diritto del lavoro
In seguito alla grave crisi economica che si è verificata tra la fine del secolo scorso e l’inizio dell’attuale, il diritto del lavoro è stato oggetto nel corso degli ultimi anni di un processo, non ancora del tutto completato, di liberalizzazione o deregulation. La liberalizzazione consiste, da un lato, in una riduzione dei vincoli e dei limiti imposti dalla legge e, dall’altro lato, in un ampliamento dell’autonomia privata, cioè del ruolo affidato alla contrattazione collettiva e individuale. esempio L’assunzione dei lavoratori non avviene più attraverso un sistema pubblico di collocamento e di regola il datore di lavoro è libero nella scelta della persona del lavoratore da assumere.
Privatizzazione del pubblico impiego
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In passato il diritto del lavoro riguardava soltanto il settore privato, cioè i rapporti di lavoro con un soggetto privato, in quanto il settore pubblico, cioè i rapporti di lavoro con lo Stato e con gli altri enti pubblici, era disciplinato da norme particolari. La cosiddetta privatizzazione del pubblico impiego che è stata iniziata in Italia verso la fine secolo scorso, però, ha avuto come effetto l’estensione anche al pubblico impiego delle norme previste per l’impiego privato. esempio In seguito alla riforma del pubblico impiego anche un rapporto di lavoro pubblico, che in precedenza si instaurava con un atto unilaterale di nomina da parte dell’amministrazione, si costituisce con la stipulazione di un contratto individuale di lavoro tra il singolo lavoratore e la pubblica amministrazione.
Partizioni del diritto del lavoro
Da quali parti o rami è formato il diritto del lavoro? Tradizionalmente, nell’ambito del diritto del lavoro si distinguono le seguenti parti: • il diritto del lavoro in senso stretto, chiamato anche diritto privato del lavoro, che ha come oggetto il contratto di lavoro subordinato [❯ m4 u2] e la costituzione, lo svolgimento e l’estinzione del rapporto individuale di lavoro; • il diritto sindacale, che regola l’attività delle organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro (le cosiddette parti sociali); • la legislazione sociale che, oltre alle norme che disciplinano i rapporti tra lo Stato e le parti sociali (cosiddetto diritto pubblico del lavoro), comprende le norme in materia di previdenza e assistenza sociale. esempio Rientrano nel diritto del lavoro in senso stretto le norme in materia di sospensione temporanea (per malattia, gravidanza, permessi e congedi ecc.) e di cessazione definitiva (per dimissioni o licenziamento) del rapporto di lavoro; appartengono al diritto sindacale, invece, le disposizioni che regolano le relazioni sindacali, la contrattazione collettiva e il diritto di sciopero; sono comprese nella legislazione sociale, infine, le norme relative alle pensioni, alle assicurazioni contro gli infortuni e le malattie professionali e all’assistenza sanitaria dei lavoratori.
Fonti del diritto del lavoro
Costituzione
disciplina il contratto e il rapporto individuale di lavoro
diritto sindacale
disciplina l’organizzazione e l’attività dei sindacati
legislazione sociale
disciplina la previdenza e l’assistenza sociale
Quali sono le fonti del diritto del lavoro? Le fonti principali del diritto del lavoro sono: • la Costituzione; • il codice civile e le leggi speciali; • le fonti comunitarie; • i contratti collettivi. Quali sono i princìpi costituzionali in materia di diritto del lavoro? La Costituzione, dopo avere affermato che il lavoro è il valore fondamentale su cui si basa la nostra società in quanto «L’Italia è una Repubblica [...] fondata sul lavoro» (cosiddetto principio lavorista: art. 11 Cost.) e «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro» e «promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto» (art. 4 Cost.), espone i diritti fondamentali dei lavoratori nell’ambito dei «rapporti economici». In particolare, ricordiamo: • l’articolo 35 della Costituzione, in base al quale «la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni» e, a tale fine, cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori, promuove gli accordi e le organizzazioni internazionali diretti ad affermare i diritti dei lavoratori e riconosce la libertà di emigrazione; • l’articolo 36 della Costituzione, che riconosce al lavoratore il diritto a una retribuzione «proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro» e in ogni caso «sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa», stabilisce una riserva di legge in materia di durata massima della giornata lavorativa e afferma la irrinunciabilità del diritto al riposo settimanale e alle ferie annuali retribuite;
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1 Il lavoro
diritto del lavoro
diritto del lavoro in senso stretto
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• l’articolo 37 della Costituzione, che contiene il riconoscimento del diritto della
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donna lavoratrice di avere gli stessi diritti e la stessa retribuzione, a parità di lavoro, dell’uomo lavoratore (ma afferma anche che le condizioni di lavoro devono consentire alla donna lavoratrice di svolgere la sua funzione familiare), assicura una protezione speciale alla madre e al bambino, impone una riserva di legge per l’età minima per l’accesso al lavoro, assegna alla Repubblica il compito di tutela del lavoro dei minori e garantisce loro il diritto a pari retribuzione a parità di lavoro; • l’articolo 38 della Costituzione che, oltre a riconoscere il diritto al mantenimento e all’assistenza sociale per i cittadini inabili al lavoro e sprovvisti di mezzi sufficienti nonché il loro diritto all’educazione e alla formazione professionale, prevede misure previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori «in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria»; • l’articolo 39 della Costituzione, che riconosce la libertà dell’organizzazione sindacale e afferma che i sindacati registrati, che devono avere un ordinamento interno a base democratica, hanno il potere di stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria erga omnes, cioè per tutti gli appartenenti a una data categoria; • l’articolo 40 della Costituzione, che afferma e garantisce il diritto di sciopero dei lavoratori ma stabilisce anche che il suo esercizio si deve svolgere «nell’ambito delle leggi che lo regolano».
Codice civile e leggi speciali
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Il diritto del lavoro è disciplinato anche da leggi o atti aventi forza di legge? Il codice civile disciplina il contratto di lavoro subordinato [❯ m4 u2] nel libro V Del lavoro, ma le norme contenute nel codice sono state integrate e modificate nel corso degli anni da numerose leggi speciali, emanate per adeguare la normativa civilistica ai princìpi enunciati dalla carta costituzionale e alle mutate esigenze della società italiana. Nell’ambito del diritto del lavoro assumono una notevole importanza anche gli atti aventi forza di legge e in particolare, data la complessità della materia, i decreti legislativi emanati dal Governo in base a una legge di delegazione del Parlamento che ne fissa i criteri e i princìpi direttivi. esempio Le disposizioni che regolano il contratto di lavoro subordinato (per quanto riguarda la costituzione del rapporto di lavoro, il periodo di prova, la retribuzione, i diritti e gli obblighi delle parti ecc.) sono contenute negli articoli 2094 e seguenti del codice civile; il cosiddetto statuto dei lavoratori, che stabilisce una serie di garanzie a tutela dei lavoratori, è stato approvato con una legge speciale (l. 20 maggio 1970, n. 300); la riforma del diritto del lavoro conosciuta comunemente come “Jobs Act” è stata realizzata con una legge delega del Parlamento (l. 10 dicembre 2014, n. 183) e, in seguito, con una serie di decreti legislativi di attuazione da parte del Governo.
Fonti comunitarie
Il diritto del lavoro è disciplinato anche da fonti comunitarie? Le fonti comunitarie sono gli atti normativi che vengono emanati dalla Unione europea in materia di lavoro e, oltre alcune disposizioni contenute nei trattati istitutivi delle Comunità e alle loro successive modificazioni, comprendono principalmente: • i regolamenti comunitari, che sono già vincolanti per tutti i soggetti (cittadini, imprese, pubblica amministrazione ecc.) all’interno degli Stati membri della Ue; • le direttive, che sono vincolanti soltanto per gli Stati membri, in quanto li obbligano a recepire la disciplina comunitaria con apposite norme interne, e divengono vincolanti per gli altri soggetti dopo che sono state accolte nell’ordinamento nazionale. esempio Se un regolamento comunitario in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro prescrive misure particolari di prevenzione a tutela dei lavoratori addetti ad attività pericolose, i datori di lavoro devono rispettare il regolamento e adeguarsi subito all’obbligo in esame; se una direttiva comunitaria in materia di organizzazione dei tempi di lavoro prescrive un periodo minimo di pausa durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, i datori di lavoro sono obbligati a rispettare il regolamento soltanto quando è stato recepito dallo Stato italiano, cioè quando sono state emanate le norme di attuazione all’interno del nostro ordinamento.
Una fonte molto importante del diritto del lavoro è costituita dai contratti collettivi.
Che cosa sono i contratti collettivi di lavoro? Contratti collettivi
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I contratti collettivi sono accordi conclusi tra i sindacati dei lavoratori e le associazioni degli imprenditori o singoli imprenditori.
Contratti collettivi e mercato del lavoro
Tipi di contratti collettivi
La contrattazione collettiva costituisce un aspetto caratteristico delle relazioni industriali e dà luogo, come abbiamo visto, a una forma di monopolio bilaterale, in quanto la domanda e l’offerta di lavoro vengono monopolizzate dalle parti sociali, cioè dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dalle organizzazioni dei lavoratori.
Quali sono i diversi tipi di contratti collettivi? In relazione ai soggetti tra i quali interviene l’accordo, e quindi alla loro diversa efficacia, i contratti collettivi di lavoro si distinguono in: • contratti nazionali o di categoria, quando sono conclusi dai sindacati nazionali dei lavoratori e dalle organizzazioni nazionali dei datori di lavoro di un determinato settore e sono efficaci su tutto il territorio nazionale; • contratti territoriali, quando sono conclusi dai sindacati dei lavoratori e dalle organizzazioni dei datori di lavoro e sono efficaci in una determinata area geografica; • contratti aziendali o integrativi, quando sono conclusi tra le organizzazioni sindacali dei lavoratori e un singolo imprenditore e hanno la funzione di completare quelli nazionali o territoriali, adattandoli alle singole imprese. I contratti nazionali vengono indicati anche come contratti collettivi di primo livello, mentre i contratti territoriali e aziendali sono contratti collettivi di secondo livello. esempio Il contratto concluso tra i sindacati e un’industria farmaceutica integra le disposizioni contenute nel contratto nazionale del settore chimico.
esempio Un accordo interconfederale può avere come oggetto il sistema delle relazioni industriali oppure gli incentivi per gli investimenti per la ricerca.
Struttura dei contratti collettivi
Quale è la struttura dei contratti collettivi? Di solito i contratti collettivi comprendono una parte obbligatoria, contenente gli impegni assunti reciprocamente dalle organizzazioni che sottoscrivono l’accordo, e una parte normativa, contenente le regole che devono osservare i contratti individuali di lavoro stipulati tra il singolo datore di lavoro e il singolo lavoratore. In particolare, nella parte normativa dei contratti collettivi vengono disciplinati: • gli aspetti economici, relativi alle condizioni retributive; • gli aspetti normativi in senso stretto, relativi alle condizioni di lavoro.
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Rientrano nella contrattazione collettiva anche i cosiddetti accordi interconfederali, che sono stipulati fra le confederazioni sindacali più rappresentative dei lavoratori (CGIL, CISL, UIL) e dei datori di lavoro (Confindustria, Confartigianato ecc.), spesso con la mediazione del Governo, e riguardano argomenti o temi di interesse generale.
esempio Rientrano nella parte economica le disposizioni riguardanti lo stipendio o salario, le indennità e le mensilità aggiuntive, le gratifiche e i premi di produzione ecc.; rientrano nella parte normativa, invece, le disposizioni relative all’orario di lavoro, alle ferie, all’inquadramento dei lavoratori e alla sicurezza e all’igiene sul lavoro.
Efficacia dei contratti collettivi
... e la loro efficacia? In base all’articolo 394 della Costituzione i contratti collettivi di diritto pubblico stipulati dai sindacati registrati sono efficaci erga omnes, cioè sono obbligatori nei confronti di tutti coloro che appartengono a una determinata categoria. Questa disposizione però non è stata mai attuata perché i sindacati dei lavoratori, per evitare i controlli governativi sulla loro attività, non hanno mai richiesto il riconoscimento e operano di fatto come semplici associazioni non riconosciute. Dal punto di vista giuridico, pertanto, gli accordi stipulati dai sindacati non registrati sono contratti collettivi di diritto privato e, in linea di principio, sono efficaci soltanto nei confronti di coloro che sono iscritti ai sindacati che sottoscrivono l’accordo. La giurisprudenza, tuttavia, considera gli accordi collettivi efficaci anche nei confronti
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Approfondimento L’organizzazione e il ruolo dei sindacati
dei lavoratori non iscritti ai sindacati per quanto riguarda la fissazione dei minimi retributivi che, essendo diretti a riconoscere al lavoratore una retribuzione «sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa» (art. 361 Cost.), non possono essere diminuiti dai contratti individuali di lavoro.
Costituzione
codice civile e leggi speciali
fonti del diritto del lavoro
fonti comunitarie
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contratti collettivi
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• principio lavorista (art. 1 Cost.) • diritto al lavoro (art. 4 Cost.) • rapporti economici (artt. 35 e ss. Cost.)
• libro V del lavoro • normativa speciale
• regolamenti comunitari • direttive comunitarie
• efåcacia erga omnes • aspetti economici e normativi
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un imprenditore del settore chimico assume un operaio specializzato con un contratto individuale di lavoro nel quale è contenuta una clausola in base alla quale «in deroga a quanto disposto dal contratto collettivo nazionale, il lavoratore non ha diritto al premio annuale di produzione». Alla fine dell’anno l’operaio non riceve il premio corrisposto agli altri dipendenti e cita in giudizio l’imprenditore. La tesi dell’attore Il contratto collettivo nazionale è vincolante per l’imprenditore, nel senso che
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non può essere derogato dal contratto individuale in modo più sfavorevole ai lavoratori, e quindi l’esclusione per un lavoratore del premio di produzione riconosciuto agli altri lavoratori è illegittimo.
La tesi del convenuto Il contratto collettivo nazionale è vincolante e inderogabile, in senso più sfavorevole per i lavoratori, soltanto per quanto riguarda una retribuzione «in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa» e non per un elemento accessorio della retribuzione, che quindi può essere escluso dalla volontà delle parti.
Lo sciopero
ilcaso • Un sindacato dei lavoratori proclama uno sciopero contro il taglio delle pensioni in discussione in Parlamento e incita i lavoratori a occupare il Parlamento per impedire l’approvazione della riforma. In relazione alle modalità con le quali si svolge, lo sciopero indetto dai sindacati è legittimo? Lo sciopero è lo strumento di autotutela più efficace che hanno a disposizione i lavoratori per fare valere i loro diritti e per sostenere i loro interessi economici nei confronti dei datori di lavoro.
Che cos’è lo sciopero? Sciopero
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Lo sciopero consiste in un’astensione collettiva e organizzata dal lavoro, per fini di natura economica o politica, da parte dei lavoratori o di un gruppo di lavoratori.
Con lo sciopero i lavoratori si rifiutano di svolgere la loro normale attività lavorativa (o, come anche si dice, “incrociano le braccia”) e, in questo modo, interrompono o rallentano l’attività produttiva dell’impresa e causano un conseguente danno economico, sotto forma di riduzione dei ricavi e dei profitti, al datore di lavoro. Al riguardo è da rilevare che lo sciopero è un mezzo di autotutela tipico del rapporto di lavoro subordinato e quindi le proteste collettive da parte di altre categorie di soggetti non costituiscono, dal punto di vista giuridico, veri e propri “scioperi”. esempio Non è uno sciopero in senso stretto la manifestazione degli studenti che non partecipano alle lezioni per protesta contro il taglio dei finanziamenti alla scuola pubblica o quella dei pensionati che protestano per avere un aumento delle prestazioni pensionistiche.
Lo sciopero è un diritto individuale di ogni lavoratore, che può decidere in modo del tutto libero di partecipare o non partecipare a uno sciopero, ma il suo esercizio è necessariamente collettivo: l’astensione individuale dal lavoro da parte di un singolo lavoratore, pertanto, non è uno sciopero. esempio Non è uno sciopero il rifiuto da parte di un lavoratore di svolgere la propria attività come forma di protesta individuale per non avere ricevuto un premio di produttività.
diritto individuale
singolo lavoratore
esercizio collettivo
organizzazioni dei lavoratori
sciopero
Sciopero economico
Lo sciopero economico, o in senso stretto, è diretto a ottenere aumenti retributivi o miglioramenti delle condizioni di lavoro dei lavoratori.
1 Il lavoro
Quali sono i diversi tipi di sciopero? In relazione ai motivi della protesta, cioè alle ragioni che spingono i lavoratori a rifiutarsi di lavorare, uno sciopero può essere economico o politico.
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esempio È economico uno sciopero indetto per ottenere un aumento del salario o delle ferie, una riduzione dell’orario di lavoro, una diversa organizzazione dei turni di lavoro o un miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie.
Sciopero politico
Lo sciopero politico, invece, è diretto a influenzare l’attività governativa, cioè le scelte generali in campo politico, economico e sociale, ed è espressione della volontà dei lavoratori non solo come prestatori di lavoro, ma anche come cittadini. esempio È politico uno sciopero proclamato dai sindacati dei lavoratori contro la politica economica del Governo o a sostegno dell’occupazione.
economico
è diretto a ottenere miglioramenti economici o normativi
politico
è diretto a influire su scelte politiche di carattere generale
sciopero
Verso la metà degli anni Settanta del secolo scorso, la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 503 del codice penale, nella parte in cui puniva come reato lo sciopero per motivi politici. Secondo la Corte, però, lo sciopero politico è ammissibile soltanto a condizione che non abbia finalità eversive, cioè che non sia «diretto a sovvertire l’ordinamento costituzionale ovvero ad impedire o ostacolare il libero esercizio dei poteri legittimi nei quali si esprime la sovranità popolare» (sentenza 27 dicembre 1974, n. 290).
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lasoluzione • lavoratori in sciopero impedisce, in modo forzato, l’esercizio dell’attività da parte dei rappresentanti eletti democraticamente dai cittadini.
Sciopero “di solidarietà”
Una figura particolare è lo sciopero di solidarietà, che si verifica quando i lavoratori di un settore si astengono dal lavoro per sostenere le rivendicazioni economiche o giuridiche di altri lavoratori, dello stesso settore o anche di un altro settore. La Corte costituzionale ha riconosciuto la legittimità anche dello sciopero in esame, ma soltanto quando i lavoratori che aderiscono allo sciopero hanno una relazione o un collegamento con le rivendicazioni o le richieste degli altri lavoratori. esempio È legittimo lo sciopero degli insegnanti contro i “tagli” del personale amministrativo della scuola, mentre non è legittimo lo sciopero dei medici a sostegno delle rivendicazioni salariali degli autisti del trasporto pubblico.
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Diritto di sciopero
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Effetti giuridici dello sciopero
In che senso la Costituzione riconosce il “diritto di sciopero”? La Costituzione riconosce espressamente il diritto di sciopero (art. 40 Cost.) e la disposizione assume un significato molto importante dal punto di vista storico e politico, perché rappresenta il risultato delle rivendicazioni e delle lotte dei lavoratori. Il regime fascista, infatti, aveva imposto un’ideologia corporativa basata, in nome di un superiore «interesse della Nazione», sulla cooperazione tra i datori di lavoro e i lavoratori all’interno dell’impresa e sul superamento dei conflitti tra le classi sociali. In base a tale ideologia, lo sciopero non soltanto era vietato dalla legge e non costituiva un diritto dei lavoratori, ma era considerato anche un reato, cioè un illecito penale punito nei casi più gravi con la reclusione (artt. 502 e ss. codice penale del 1931). Quali effetti giuridici produce lo sciopero dei lavoratori? Il riconoscimento del diritto di sciopero comporta che il suo esercizio da parte dei lavoratori, che non svolgono la loro attività lavorativa, non può dare luogo a un inadempimento contrattuale delle obbligazioni assunte con il contratto di lavoro. Lo sciopero produce soltanto una sospensione temporanea del rapporto di lavoro e l’unica conseguenza, a carico dei lavoratori in sciopero, è la perdita del diritto alla retribuzione per il periodo di tempo durante il quale hanno “incrociato le braccia”. Il datore di lavoro, pertanto, non può applicare sanzioni punitive o disciplinari a carico dei lavoratori in sciopero o licenziarli perché hanno scioperato. esempio È illegittimo e antisindacale il comportamento di un datore di lavoro che minacci ritorsioni (lo spostamento a un turno disagiato, il mancato riconoscimento di un aumento retributivo, la riduzione delle ferie ecc.) nei confronti dei lavoratori che aderiscano a uno sciopero.
Disciplina del diritto di sciopero
Servizi pubblici essenziali
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Il diritto di sciopero dei lavoratori è regolato da una legge? Secondo la Costituzione il diritto di sciopero deve essere esercitato «nell’ambito delle leggi che lo regolano». Questa disposizione, che prevedeva l’emanazione di una legge ordinaria per fissare i limiti del diritto di sciopero, è rimasta a lungo non attuata a causa dell’opposizione dei sindacati, contrari all’introduzione di vincoli e controlli sulla loro attività. Soltanto all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, dopo un lungo dibattito politico, è stata approvata la legge sulla regolamentazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali (l. 12 giugno 1990, n. 146). La legge in esame ha lo scopo di bilanciare due interessi diversi, che possono entrare in conflitto tra loro: da un lato il diritto dei lavoratori di scioperare, per fare valere i loro interessi, e dall’altro lato il diritto della collettività, anche in occasione di uno sciopero, di potere usufruire di alcuni servizi fondamentali o essenziali. Quali servizi pubblici sono considerati essenziali? Ai fini della legge citata sono considerati servizi pubblici essenziali i servizi che, svolti da enti pubblici o da imprese private in regime di concessione amministrativa, sono diretti a garantire il godimento di diritti costituzionalmente garantiti. esempio Sono diritti garantiti a livello costituzionale il diritto alla vita e alla integrità fisica, il diritto alla libertà e alla sicurezza personale, il diritto alla libertà di soggiorno e di circolazione e così via.
In particolare, sono qualificati espressamente come servizi essenziali: • la sanità e l’igiene pubblica; • la nettezza urbana, cioè la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani; • l’amministrazione della giustizia, cioè lo svolgimento dei processi; • l’approvvigionamento di beni di prima necessità (acqua, luce, gas ecc.); • i trasporti pubblici; • la pubblica istruzione; • le poste; • le telecomunicazioni e l’informazione radiotelevisiva. Nei servizi pubblici essenziali, in caso di sciopero devono essere garantite le prestazioni minime
Garanzia dei servizi minimi
Quali limiti stabilisce la legge in materia di sciopero nei servizi pubblici essenziali? Nell’ambito dei servizi pubblici essenziali l’esercizio del diritto di astensione collettiva dal lavoro è soggetto ad alcuni limiti stabiliti dalla legge, in quanto lo sciopero: • deve assicurare il funzionamento dei servizi minimi, cioè l’erogazione delle prestazioni indispensabili (che devono essere individuate nei contratti collettivi); esempio In occasione di uno sciopero nella sanità devono essere garantiti i servizi urgenti di pronto soccorso e di chirurgia oppure durante uno sciopero nella scuola devono essere assicurati i servizi relativi agli scrutini e allo svolgimento degli esami.
• deve essere preceduto da un preavviso, con l’indicazione della durata massima
dello sciopero, almeno dieci giorni prima dell’inizio dell’astensione dal lavoro da parte dei lavoratori.
esempio I sindacati che proclamano uno sciopero nei trasporti locali devono dare un avviso preventivo (non è ammesso, quindi, uno sciopero improvviso) e devono indicare l’inizio e la fine dello sciopero (non è consentito, quindi, uno sciopero a tempo indeterminato).
Sanzioni
Precettazione dei lavoratori
La legge prevede sanzioni sindacali a carico delle organizzazioni dei lavoratori e sanzioni disciplinari pecuniarie a carico dei lavoratori se, rispettivamente, proclamano o effettuano uno sciopero nel settore dei servizi pubblici senza rispettare le regole stabilite a tutela degli utenti.
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Obbligo di preavviso
In che cosa consiste l’ordine di precettazione dei lavoratori in sciopero? Se lo sciopero nei servizi pubblici può causare un grave pregiudizio ai diritti costituzionali dei singoli, la pubblica autorità, dopo aver compiuto un tentativo obbligatorio di conciliazione, può ricorrere alla precettazione dei lavoratori in sciopero, cioè può emettere un’ordinanza motivata con l’ingiunzione ai lavoratori di riprendere il lavoro. L’ordinanza di precettazione: • deve essere emanata dal Presidente del Consiglio o da un ministro delegato (se lo sciopero è nazionale) oppure dal sindaco o dal prefetto (se lo sciopero è locale); • può essere resa pubblica, con efficacia legale verso tutti coloro che sono obbligati a osservarla, anche attraverso mezzi di comunicazione (come i giornali e la televisione). L’inosservanza dell’ordinanza comporta l’applicazione a carico del lavoratore di una sanzione amministrativa pecuniaria (da un minimo di 51,65 euro a un massimo di 206,60 euro per ogni giorno di inosservanza dell’ordine di riprendere il lavoro).
sciopero
Divieto di sciopero
servizi pubblici essenziali
• garanzia dei servizi minimi • obbligo di preavviso • eventuale precettazione
La legge, inoltre, stabilisce un divieto di sciopero per alcune categorie particolari di lavoratori, perché svolgono funzioni di pubblico interesse che sono considerate assolutamente necessarie e quindi tali da non potere essere interrotte o sospese. esempio Non possono scioperare, e quindi devono manifestare in una forma diversa dall’astensione dal lavoro, gli agenti di polizia o di custodia (incaricati, rispettivamente, del controllo dell’ordine pubblico e della sorveglianza carceraria) e i vigili del fuoco (incaricati dello spegnimento degli incendi e di altri compiti in materia di sicurezza pubblica).
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Riforma del diritto di sciopero
In seguito la disciplina del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali è stata modificata e integrata, per assicurare maggiori garanzie agli utenti dei servizi di pubblico interesse, dalla legge 11 aprile 2000, n. 83. In particolare, la legge citata ha previsto: • l’applicazione della disciplina in esame, che in origine riguardava soltanto lo “sciopero” in senso stretto, anche ai lavoratori autonomi, ai liberi professionisti e ai piccoli imprenditori (avvocati, medici, architetti, farmacisti, autotrasportatori, tassisti, artigiani ecc.) nel caso di astensioni collettive dalle loro prestazioni; • l’obbligo di indicazione, nel preavviso obbligatorio, delle modalità di svolgimento e delle motivazioni specifiche dello sciopero o dell’astensione dal lavoro; • l’obbligo di previsione, nei contratti collettivi e nei codici di autoregolamentazione delle organizzazioni di categoria, di specifiche procedure di raffreddamento e conciliazione delle controversie collettive di lavoro, dirette a cercare di raggiungere un accordo tra le parti sociali per evitare o ridurre il ricorso allo sciopero, e di intervalli minimi tra uno sciopero e quello successivo nello stesso settore; • la punizione come atto sleale di azione sindacale della revoca spontanea di uno sciopero, non derivante cioè da un accordo successivo tra le parti sociali oppure da un’esplicita richiesta della Commissione di garanzia o dell’autorità competente, dopo che è stato già comunicato agli utenti; • l’ampliamento dei poteri della Commissione di garanzia, sia per la prevenzione dei conflitti in materia di lavoro sia per il controllo sul sistema di regole (che sono state lasciate prevalentemente all’autonomia delle parti interessate) e sanzioni (che sono state affidate in parte ai datori di lavoro) in materia di sciopero. È da rilevare però che, al di fuori dei servizi pubblici essenziali, non esiste ancora una legge generale sul diritto di sciopero, se si escludono alcuni settori particolari come il pubblico impiego, cioè una regolamentazione dell’esercizio del diritto di sciopero.
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esempio Uno sciopero dei lavoratori nel settore del turismo non è regolato dalla legge, in quanto non riguarda servizi pubblici qualificati come essenziali.
Codici di autoregolamentazione
Quale efficacia giuridica hanno i codici di autoregolamentazione? Diversa dalla disciplina legislativa del diritto di sciopero infatti è l’autodisciplina dei sindacati dei lavoratori, che tendono a darsi alcuni codici di autoregolamentazione per regolare le modalità di proclamazione e di svolgimento degli scioperi. Le regole e i limiti contenuti nei codici di autoregolamentazione, però, sono obbligatori soltanto per i sindacati che vi aderiscono in modo volontario, ma non sono vincolanti per le altre organizzazioni sindacali che non li sottoscrivono. In mancanza di una legge generale sull’esercizio del diritto di sciopero, la dottrina e la giurisprudenza hanno elaborato alcuni princìpi riguardo alle modalità dello sciopero e all’ammontare della trattenuta da applicare ai lavoratori. In particolare:
Modalità dello sciopero
• di regola è considerato legittimo anche il picchettaggio, consistente nel presidio dei
lavoratori in sciopero per cercare di convincere i lavoratori che non partecipano allo sciopero a non entrare nel luogo di lavoro, ma a condizione che non venga impedito con la forza agli altri lavoratori di lavorare, in quanto il diritto di non scioperare è tutelato dalla legge allo stesso modo del diritto di scioperare;
esempio È legittimo il picchettaggio degli operai davanti a una fabbrica con la distribuzione di volantini, mentre è illegittimo se viene ostacolato fisicamente l’ingresso nella fabbrica mediante violenze sulle cose o sulle persone.
Trattenuta per lo sciopero
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• la trattenuta che viene applicata per lo sciopero deve essere proporzionata alla
durata effettiva della sospensione dal lavoro da parte dei lavoratori, sia quando lo sciopero riguarda l’intera giornata o il turno di lavoro sia quando viene effettuato per periodi di tempo inferiori alla giornata o al turno di lavoro e scaglionati nel corso della stessa giornata o della settimana (cosiddetto sciopero articolato).
esempio Se un operaio o un impiegato si astengono dal lavoro per un’intera giornata oppure soltanto per il turno della mattina, riprendendo il lavoro dopo la pausa pranzo, il datore di lavoro deve operare una trattenuta sullo stipendio proporzionale al tempo effettivo di astensione dal lavoro cioè, di regola, rispettivamente di otto ore lavorative oppure soltanto di quattro ore lavorative.
È controversa invece la misura della trattenuta che deve essere applicata al lavoratore quando lo sciopero si svolge con modalità anomale, come lo sciopero a singhiozzo (cioè effettuato per periodi molto brevi e ripetuti nel tempo) o a scacchiera (cioè compiuto in modo organizzato per singoli settori o reparti di una azienda). esempio In un’impresa con lavorazione a ciclo continuo i lavoratori scioperano soltanto i primi cinque minuti di ogni ora oppure nella catena di montaggio di un’industria automobilistica si astengono dal lavoro soltanto gli operai addetti all’assemblaggio, bloccando in questo modo di fatto l’intera produzione aziendale.
Secondo alcune sentenze, anche nello sciopero in esame la trattenuta deve avvenire soltanto per il periodo di tempo durante il quale il lavoratore non ha svolto la sua attività lavorativa; secondo altre sentenze, invece, la ritenuta deve essere effettuata per l’intera giornata se lo sciopero, in relazione alle modalità con le quali viene compiuto, impedisce di fatto lo svolgimento dell’attività produttiva anche se è limitato nel tempo.
Che cos’è la serrata? Dallo sciopero dei lavoratori si distingue la serrata del datore di lavoro. La serrata consiste nella chiusura temporanea dell’azienda o dei locali dell’impresa come mezzo di ritorsione o di pressione nei confronti dei lavoratori. esempio Un imprenditore chiude la fabbrica per fare cessare uno sciopero oppure per ottenere un aumento dei ritmi di lavoro e della produttività dei lavoratori.
A differenza dello sciopero, però, la serrata non è un diritto costituzionalmente garantito (anche se non costituisce più un reato, come era nel codice penale del 1931), perché la legge, in considerazione della loro diversa posizione economica, non riconosce ai datori di lavoro una forma di autotutela collettiva analoga a quella dei lavoratori. Se impedisce ai propri dipendenti di lavorare, pertanto, il datore di lavoro è obbligato ugualmente a corrispondere loro la retribuzione prevista nel contratto, perché l’impossibilità della prestazione dei lavoratori è dovuta a una causa a lui imputabile. Inoltre la serrata può costituire anche una condotta antisindacale del datore di lavoro, in relazione ai motivi per i quali viene effettuata e alle modalità concrete con le quali si svolge la chiusura dell’attività dell’impresa, ed essere vietata dalle disposizioni contenute nel cosiddetto statuto dei lavoratori (art. 28 l. 20 maggio 1970, n. 300).
serrata
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iorno
chiusura temporanea del luogo di lavoro da parte dell’imprenditore
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1 Il lavoro
Serrata
• inadempimento contrattuale • diritto dei lavoratori alla retribuzione
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un dipendente di un’azienda farmaceutica decide di astenersi dal lavoro in occasione di uno sciopero proclamato da un sindacato dei lavoratori del settore dei trasporti, ma il titolare dell’azienda applica una sanzione disciplinare nei suoi confronti perché ritiene che l’astensione dal lavoro sia illegittima. Il dipendente cita in giudizio l’imprenditore chiedendo la revoca della sanzione disciplinare e il risarcimento dei danni. La tesi dell’attore Il lavoratore ha aderito a uno sciopero che è stato proclamato legittimamente da un sindacato dei lavoratori e quindi l’applicazione di una sanzione disciplinare
nei suoi confronti è illegittima, in quanto l’unica conseguenza dello sciopero è la ritenuta della retribuzione per il periodo di astensione volontaria dal lavoro.
La tesi del convenuto Il diritto di sciopero può essere esercitato soltanto se il lavoratore appartiene al settore produttivo nel quale è stato proclamato lo sciopero come forma di protesta collettiva dei lavoratori; nel caso in esame, pertanto, l’astensione dal lavoro da parte del dipendente è illegittima e costituisce un inadempimento dei suoi obblighi contrattuali.
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La legislazione sociale
ilcaso • Un operaio di un’impresa si ferisce durante il lavoro, ma l’imprenditore non ha versato all’INAIL i contributi previsti dalla legge per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. L’ente previdenziale è obbligato ugualmente a erogare le prestazioni a favore del lavoratore? Abbiamo detto in precedenza che il rapporto di lavoro subordinato è caratterizzato da una situazione di inferiorità dei lavoratori, sotto il profilo economico e sociale, nei confronti dei datori di lavoro. Per ridurre questa disparità di condizioni “di partenza” e per garantire un’uguaglianza sostanziale o di fatto tra i lavoratori e i datori di lavoro si è sviluppata, a partire dalla fine del XIX secolo, la cosiddetta legislazione sociale.
Che cos’è la legislazione sociale?
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Legislazione sociale
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La legislazione sociale è formata dall’insieme delle norme giuridiche, appartenenti in prevalenza al diritto pubblico, dirette a tutelare la sicurezza, la salute e la vita dei lavoratori dipendenti. Lo scopo della legislazione sociale è quello di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle classi lavoratrici, attraverso l’eliminazione o la riduzione degli effetti negativi del rapporto di lavoro alle dipendenze altrui.
Stato sociale
La legislazione sociale costituisce un aspetto del sistema di sicurezza sociale che è diretto ad attuare, attraverso una serie di programmi e interventi pubblici, i princìpi costituzionali in materia di tutela della persona e della salute di tutti i cittadini. Negli ultimi anni, però, il modello dello Stato sociale (o, con espressione anglosassone, Welfare State) è stato oggetto da più parti di un’ampia revisione critica, per l’esigenza di ridurre la spesa pubblica e di diminuire l’intervento statale nell’economia e di una profonda riforma, che è destinata a continuare nei prossimi anni. Nell’ambito della legislazione sociale rientrano le disposizioni che riguardano: • l’igiene e sicurezza sul lavoro [❯ m4 u4]; • la previdenza sociale; • l’assistenza sociale.
Come si realizza la tutela previdenziale?
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Previdenza sociale
La previdenza sociale comprende le norme dirette a tutelare il lavoratore dal rischio di perdita o diminuzione della capacità lavorativa, in seguito al verificarsi di determinati eventi relativi alla sua vita o all’attività lavorativa che svolge.
Assicurazioni sociali
La tutela previdenziale si realizza attraverso il sistema delle assicurazioni sociali che, a differenza di quelle private (costituite in modo volontario e su base contrattuale), sono obbligatorie per tutti i lavoratori e sono gestite da enti di diritto pubblico. In base alla legge, gli enti previdenziali devono erogare al lavoratore o ai suoi familiari una pensione, cioè una somma periodica di denaro, in caso di: • invalidità, che consiste nella riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore a un terzo a causa di un’infermità o di un difetto fisico o mentale; • inabilità, che consiste nell’impossibilità permanente e assoluta di svolgere qualsiasi attività lavorativa, a causa di una malattia oppure di un difetto fisico o mentale; • vecchiaia, che si verifica quando il lavoratore ha raggiunto una determinata età e ha versato un determinato numero di anni di contribuzione; • morte. È da notare che la riforma del sistema previdenziale ha eliminato le pensioni di anzianità, basate su un determinato numero di anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica e quindi prima del raggiungimento dell’età pensionabile.
Beneficiari dell’assicurazione
Beneficiario delle prestazioni pensionistiche è il lavoratore o, in caso di morte del lavoratore, i familiari più stretti indicati dalla legge (cosiddetti superstiti). I familiari hanno diritto alle prestazioni soltanto se il lavoratore defunto era già titolare di una pensione (pensione di reversibilità) o se, pur non essendo ancora titolare di una pensione, aveva già maturato i requisiti necessari per ottenerla (pensione indiretta). esempio Sono considerati superstiti il vedovo o la vedova del lavoratore e/o pensionato; i figli minorenni, i figli maggiorenni inabili o dediti allo studio a carico dell’assicurato; i genitori ultrasessantacinquenni privi di redditi propri sufficienti ecc.
Contributi previdenziali
Per avere diritto alle prestazioni pensionistiche in esame, che di regola per i lavoratori dipendenti o assimilati sono erogate direttamente dall’INPS (Istituto nazionale della previdenza sociale), è necessario che siano stati versati o accreditati, sul conto e a nome del lavoratore assicurato, i contributi previdenziali richiesti dalla legge.
Assegno sociale
Diverso dalla pensione è l’assegno sociale, che viene corrisposto a tutti i cittadini italiani residenti effettivamente in Italia, indipendentemente dal versamento di contributi, quando compiono il 65° anno di età e non hanno redditi propri o hanno un reddito inferiore a quello minimo stabilito dalla legge.
eventi assicurati
assicurazioni sociali
Assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali
u beneficiari
• lavoratore • familiari superstiti
In che cosa consiste l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali? Un’altra forma di assicurazione obbligatoria è l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, ossia contratte a causa dell’attività lavorativa. In base alle legge l’assicurazione in esame, che è sorta con lo sviluppo delle attività industriali e il conseguente aumento di incidenti anche mortali sul lavoro (cosiddette morti bianche), copre i seguenti rischi: • l’infortunio, che consiste in una lesione dell’integrità psico-fisica del lavoratore, tale da provocarne la morte o l’inabilità lavorativa permanente o temporanea, verificatasi in occasione del lavoro e dovuta a una causa violenta, cioè a un evento rapido e improvviso; • la malattia professionale, che consiste in una malattia o infermità che colpisce il lavoratore dipendente nell’esercizio, protratto nel tempo, e a causa di una delle attività indicate tassativamente dalla legge, in quanto collegate alla lavorazione di materiali nocivi per la salute (cosiddette lavorazioni morbigene) o all’utilizzo di attrezzature particolari.
1 Il lavoro
Approfondimento La riforma del sistema previdenziale
• invalidità • inabilità • vecchiaia • morte
In seguito a una pronuncia della Corte costituzionale, tuttavia, un lavoratore può dimostrare che una malattia ha una natura professionale anche se non rientra tra quelle previste espressamente dalla legge (sentenza 24 febbraio 1988, n. 179). esempio Sono infortuni sul lavoro la caduta di un manovale o di un muratore dall’impalcatura di un cantiere, l’incidente stradale in cui rimane coinvolto l’autista di un’impresa di trasporti, la ferita che si procura un falegname con una segatrice elettrica e così via; costituiscono malattie professionali, invece, la diminuzione della vista di un impiegato incaricato di un’attività al computer, l’avvelenamento di un operaio addetto a lavorazioni che lo espongono a sostanze tossiche, la silicosi di un minatore e così via.
È da ricordare che: • l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali ha una funzione indennitaria, cioè è diretta a risarcire il lavoratore per il danno fisico ed economico che ha subìto, e quindi la somma che viene erogata dall’ente assicuratore non può mai essere superiore all’ammontare del danno subìto dal soggetto assicurato; • il pagamento della prestazione da parte dell’ente assicuratore esonera il datore di
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lavoro dalla responsabilità civile per il danno subìto dai propri dipendenti, a meno che non venga accertata la responsabilità penale del datore di lavoro per violazione delle norme inderogabili in materia di igiene e sicurezza sul lavoro.
Beneficiari dell’assicurazione
Chi sono i beneficiari dell’assicurazione? L’assicurazione per gli infortuni e le malattie professionali riguarda, oltre ai lavoratori autonomi e agli artigiani, i lavoratori dipendenti e i lavoratori parasubordinati addetti ad attività rischiose. La legge considera rischiose alcune lavorazioni per i mezzi impiegati (in quanto richiedono l’uso di macchine oppure di apparecchi o di impianti a pressione, elettrici o termici ecc.) o, in alcuni casi, per la natura stessa dell’attività esercitata (in quanto espone il lavoratore a rischi particolari). esempio In base alla legge sono considerate pericolose le attività minerarie, di costruzioni e stradali, di trasporto, di produzione e distribuzione del gas, dell’acqua e dell’energia elettrica, di carico e scarico di merci, di macelleria, di vigilanza privata, di nettezza urbana e così via.
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L’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali è gestita dall’INAIL (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro).
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Premio assicurativo
Per i lavoratori dipendenti l’obbligo di versamento del “premio” dell’assicurazione in esame, cioè dei contributi (che sono commisurati alla retribuzione percepita dal lavoratore e, in relazione ai rischi minori o maggiori, al tipo di attività svolta dall’impresa), è interamente a carico del datore di lavoro; per i lavoratori parasubordinati, invece, è per due terzi a carico del committente e per un terzo a carico del lavoratore.
Automaticità delle prestazioni
È da notare che, anche se il datore di lavoro non ha versato i contributi obbligatori o li ha versati in modo irregolare, il lavoratore ha diritto comunque alle prestazioni assistenziali (cosiddetto principio di automaticità delle prestazioni; art. 2116), fatta salva in ogni caso la responsabilità del datore di lavoro.
lasoluzione • L’ente previdenziale è obbligato a effettuare ugualmente le prestazioni previste dalla legge a favore del lavoratore, salvo il diritto di agire nei confronti dell’imprenditore per il recupero dei premi assicurativi obbligatori che non sono stati versati.
Quali prestazioni sono erogate dall’INAIL? Se si verifica un infortunio sul lavoro o una malattia professionale, il lavoratore ha diritto di ricevere le prestazioni sanitarie ed economiche stabilite dalla legge. Prestazioni sanitarie
In particolare, le prestazioni di natura sanitaria erogate dall’INAIL sono costituite dalle cure mediche e chirurgiche, tramite il Servizio sanitario nazionale, che si rendano necessarie per consentire la guarigione e il massimo recupero possibile della capacità lavorativa del soggetto infortunato o affetto da una malattia professionale. esempio L’INAIL fornisce ai lavoratori che hanno subìto un infortunio o che soffrono di una malattia professionale i trattamenti riabilitativi, le protesi e gli altri ausili (per la vista, l’udito, la deambulazione ecc.), le cure termali e così via.
Prestazioni economiche
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Le principali prestazioni di natura economica pagate dall’INAIL, invece, sono: • un’indennità giornaliera nel caso di un’inabilità temporanea assoluta, cioè tale da non consentire al lavoratore di riprendere anche solo in parte l’attività lavorativa; • un indennizzo nel caso di un danno alla salute o biologico, cioè di una «lesione all’integrità psicofisica, suscettibile di valutazione medico-legale, di una persona» (d.lg. 23 febbraio 2000, n. 38). L’indennità giornaliera viene erogata (nella misura corrispondente al 60% della retribuzione media nei primi 90 giorni e, in seguito, al 75%) soltanto dal quarto giorno successivo alla data dell’evento, in quanto nei primi tre giorni l’indennità dovuta al lavoratore è a carico del datore di lavoro, e fino alla completa guarigione clinica. L’indennizzo per danno biologico viene erogato (in base alla gravità delle menomazioni indicate in un’apposita tabella) per le menomazioni meno gravi come capitale, cioè come somma di denaro in un’unica soluzione, e per le menomazioni più gravi come rendita, cioè come somma di denaro periodica.
Al riguardo è da notare che: • quando l’indennizzo è costituito da un capitale (nel caso di menomazioni pari o superiori al 6% e inferiori al 16%) viene indennizzato soltanto il danno alla persona, mentre quando l’indennizzo è costituito da una rendita (nel caso di menomazioni uguali o superiori al 16%) viene indennizzato anche il danno patrimoniale, con una quota aggiuntiva e variabile a seconda della retribuzione; • viene risarcito anche l’infortunio in itinere, cioè avvenuto nel percorso compiuto dal lavoratore dal luogo dell’abitazione al luogo del lavoro. Nel caso di morte del lavoratore assicurato, per cause conseguenti all’infortunio sul lavoro o alla malattia professionale, i parenti superstiti hanno diritto a una rendita mensile decorrente dal giorno successivo alla morte del lavoratore. esempio L’INAIL deve corrispondere una rendita ai figli di un manovale che è morto in seguito a una caduta dall’impalcatura di un cantiere.
La legge prevede una rivalutazione periodica delle prestazioni economiche erogate dall’INAIL, allo scopo di adeguarle alla variazione dei prezzi, e anche una loro eventuale revisione se, su richiesta dello stesso assicurato o in base ai controlli dell’ente assicuratore, viene accertato un cambiamento dell’invalidità del lavoratore. esempio Un operaio, al quale è stata riconosciuta un’invalidità del 30%, in seguito può essere riconosciuto invalido al 40% (nel caso di aggravamento delle sue condizioni di salute) oppure al 20% (nel caso di miglioramento delle sue condizioni di salute).
Ricordiamo, infine, che è prevista un’assicurazione per gli eventuali infortuni in ambito domestico anche per le casalinghe, cioè per coloro che svolgono «lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari» (l. 3 dicembre 1999, n. 493).
infortunio
malattia professionale
• indennità giornaliera per inabilità temporanea • indennizzo per lesione del diritto alla salute (danno biologico) sotto forma di capitale o di rendita
Il lavoro
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lesione della integrità psico-åsica: • in occasione del lavoro • per una causa violenta
assicurazione
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malattia o infermità: • nell’esercizio del lavoro • a causa del lavoro
Rientrano nella legislazione previdenziale anche le norme in materia di: • disoccupazione involontaria; • integrazioni salariali. Si tratta dei cosiddetti ammortizzatori sociali, che svolgono la funzione di tutelare i lavoratori contro il rischio della perdita o della diminuzione della capacità di guadagno, cioè della capacità di percepire un reddito di lavoro, nel caso di interruzione o di modificazione del rapporto di lavoro per una causa a loro non imputabile. Gli istituti in esame sono stati oggetto di una profonda riforma, nell’ambito del cosiddetto Jobs Act, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183. NASPI
Che cosa è la NASPI? In particolare, il decreto legislativo n. 22 del 4 marzo 2015 ha previsto un’indennità mensile di disoccupazione, denominata nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego (NASPI). La NASPI sostituisce l’assicurazione sociale per l’impiego o ASPI, che era sta introdotta dalla legge 28 giugno 2012, n. 92 (cosiddetta riforma Fornero) e che, a sua volta, aveva sostituito la precedente assicurazione contro la disoccupazione.
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Chi sono i beneficiari della NASPI? La NASPI, che riguarda tutti i lavoratori dipendenti assunti con contratti di lavoro a tempo indeterminato o a termine, viene finanziata con contributi a carico dei datori di lavoro e viene amministrata dall’INPS con una gestione autonoma. Beneficiari
Beneficiari della NASPI sono i lavoratori dipendenti (compresi anche gli apprendisti e i soci lavoratori di società cooperative) che hanno perduto il posto di lavoro e presentano la relativa domanda all’INPS. È da notare che la NASPI richiede la preesistenza di un rapporto lavorativo: risultano quindi esclusi dalla prestazione previdenziale in esame (ma possono essere destinatari di altri provvedimenti diretti a favorire l’occupazione, soprattutto giovanile) i cosiddetti inoccupati, cioè i soggetti che risultano in cerca del primo impiego.
Requisiti
I requisiti richiesti per poter accedere alla NASPI sono: • essere in uno stato di disoccupazione involontaria; • avere almeno tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti e trenta giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi precedenti all’inizio della disoccupazione. La NASPI è esclusa, pertanto, nel caso di dimissioni volontarie (a meno che non siano avvenute per giusta causa) o di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
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esempio Ha diritto all’indennità di disoccupazione il lavoratore che sia stato licenziato per motivi economici o disciplinari dal datore di lavoro, ma anche il lavoratore che si è dimesso a causa del mancato pagamento della retribuzione da parte del datore di lavoro o a causa del demansionamento al di fuori dei limiti previsti dalla legge.
Per avere diritto al trattamento assicurativo è necessario essere nella condizione di lavoratore disoccupato in cerca di occupazione: il lavoratore che perda il posto di lavoro, pertanto, deve fornire al Centro per l’impiego competente la dichiarazione di «immediata disponibilità» allo svolgimento di un’attività lavorativa (d.lg. 19 gennaio 2002, n. 297).
4 Richiesta della NASPI
Misura della prestazione
La domanda relativa deve essere presentata, a pena di decadenza, entro il 68° giorno dall’inizio della disoccupazione, cioè dalla data di cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro, e l’indennità decorre dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro.
A quanto ammonta la prestazione assicurata dalla NASPI? L’ammontare della NASPI è rapportato alla retribuzione mensile di riferimento, calcolata in base alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni. L’importo dovuto è uguale al 75% della retribuzione di riferimento fino a un determinato limite stabilito dalla legge, più il 25% della retribuzione eccedente il suddetto limite; la legge, inoltre, fissa un importo massimo dell’indennità di disoccupazione. Gli importi in esame sono sottoposti a un aggiornamento periodico, in base alla variazione annuale dell’indice dei prezzi pubblicata dall’ISTAT. esempio Nel 2015 il limite per il calcolo del 75% e del 25% della retribuzione era fissato a 1.195 euro, mentre l’importo massimo mensile dell’indennità era di 1.300 euro.
È da notare che, per stimolare il lavoratore a cercare un nuovo lavoro, la NASPI è corrisposta in misura decrescente, in quanto è prevista una riduzione della NASPI del 3% ogni mese, a partire dal quarto mese. Inoltre, l’erogazione della NASPI è condizionata alle seguenti condizioni: • permanenza dello stato di disoccupazione; • partecipazione alle iniziative di formazione o ai percorsi di riqualificazione professionale proposti dai servizi competenti. Durata della prestazione
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… per quanto tempo è dovuta? L’indennità NASPI viene corrisposta mensilmente, per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. Pertanto, nel caso in cui gli ultimi quattro anni siano stati coperti interamente da contribuzione, la durata massima del trattamento di disoccupazione a favore del lavoratore è di ventiquattro mesi.
Liquidazione anticipata della NASPI
Decadenza della NASPI
Quando è possibile chiedere la liquidazione anticipata della NASPI? Per incentivare l’autoimprenditorialità dei lavoratori, la legge consente al lavoratore di chiedere la liquidazione in un’unica soluzione e anticipata della NASPI, per l’importo che non gli è stato ancora erogato, per finanziare l’avvio di una attività lavorativa autonoma o di impresa individuale. La domanda di liquidazione deve essere presentata, a pena di decadenza, entro 30 giorni dalla data di inizio dell’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale. Se però in seguito il lavoratore instaura un rapporto di lavoro subordinato, prima della scadenza del periodo per cui gli è stata liquidata anticipatamente la NASPI, è obbligato a restituire l’intera anticipazione che ha ottenuto dall’INPS. La legge prevede la decadenza del diritto del lavoratore di percepire la NASPI, oltre che nel caso di scadenza del termine massimo di durata, nel caso di: • cessazione dello stato di disoccupazione involontaria, in quanto il lavoratore rifiuta senza giustificato motivo un’occupazione adeguata; • inizio di una nuova attività lavorativa subordinata oppure di una nuova attività autonoma o di impresa individuale; • raggiungimento dei requisiti per la pensione; • acquisizione del diritto all’assegno ordinario di invalidità, a meno che il lavoratore non decida di optare per la NASPI. esempio Un dirigente che riceve la NASPI non decade dal beneficio se si rifiuta di svolgere un’attività lavorativa che comporta una dequalificazione professionale rispetto alle funzioni dirigenziali.
esempio Sono previsti trattamenti differenziati di disoccupazione per i lavoratori edili, per i lavoratori dello spettacolo, per i lavoratori agricoli (per i quali l’indennità di disoccupazione è retroattiva perché copre un periodo precedente alla sua richiesta), per il personale non di ruolo della scuola e della pubblica amministrazione ecc. Approfondimento Altri strumenti a sostegno del reddito
Integrazioni salariali
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1 Il lavoro
Alla NASPI, che è una prestazione di carattere generale, si aggiungono altri trattamenti economici speciali, che sono disposti dalla legge a favore di alcune categorie particolari di lavoratori.
Altri strumenti a sostegno del reddito, nel caso di perdita dell’attività lavorativa, sono: • l’assegno di disoccupazione (ASDI); • l’indennità per i collaboratori coordinati e continuativi e a progetto (DIS-COLL); • il contratto di ricollocazione.
Che cosa sono le integrazioni salariali? Mentre l’assicurazione contro la disoccupazione involontaria tutela i singoli lavoratori che abbiano perso il loro posto di lavoro, il sistema delle integrazioni salariali riguarda tutti i lavoratori appartenenti a un’impresa in crisi ed è diretto a compensare la diminuzione del loro reddito causata dalla riduzione o sospensione temporanea dell’attività dell’impresa. Gli interventi di integrazione salariale consentono a un imprenditore che si trovi in una situazione di difficoltà economica, a causa delle condizioni del mercato o di situazioni transitorie, di non licenziare i lavoratori in attesa di potere riprendere la normale attività. Anche le integrazioni salariali sono state oggetto di una riforma, realizzata con il decreto legislativo n. 148 del 14 settembre 2015.
Beneficiari
Sono destinatari dei trattamenti di integrazione salariale tutti i lavoratori subordinati, a tempo sia pieno sia parziale, compresi i lavoratori con un contratto di apprendistato professionalizzante; sono esclusi dall’ambito di applicazione degli interventi in esame, però, i dirigenti e i lavoratori a domicilio.
Misura dell’integrazione
L’integrazione salariale è uguale all’80% della retribuzione globale che sarebbe spettata per le ore non prestate comprese tra zero ore e il limite orario contrattuale.
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Il trattamento integrativo, che non è dovuto per le festività e per le assenze dal lavoro (in entrambi i casi quando non sono retribuite): • non può superare un ammontare massimo mensile stabilito dalla legge e aggiornato periodicamente in base alla variazione dei prezzi accertata dall’ISTAT; • è cumulativo con l’assegno per il nucleo familiare eventualmente spettante al beneficiario.
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In caso di malattia del dipendente, il trattamento di integrazione salariale sostituisce l’indennità giornaliera di malattia spettante al lavoratore (compresa anche l’eventuale integrazione dell’indennità prevista nella contrattazione collettiva).
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Durata massima
La legge stabilisce una durata massima delle integrazioni salariali, in quanto il trattamento ordinario e straordinario non possono superare complessivamente, per ciascuna unità produttiva, ventiquattro mesi nell’ambito di un quinquennio.
Contribuzione addizionale e figurativa
Oltre ai contributi ordinari, le imprese che presentano domanda di integrazione salariale devono versare un contributo addizionale crescente, dal 9% al 15% della retribuzione globale, in relazione alla durata dell’intervento. È da notare che i periodi di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per i quali è ammessa l’integrazione salariale sono riconosciuti utili, con un contributo calcolato sulla base della retribuzione globale a cui si riferisce l’integrazione salariale (cosiddetto contributo figurativo), ai fini del diritto alla pensione.
Modalità di erogazione
Di regola il trattamento di integrazione salariale deve essere pagato direttamente dall’imprenditore ai lavoratori dell’azienda, salvo richiesta successiva di rimborso o conguaglio da parte del datore di lavoro all’INPS; in caso di difficoltà finanziarie dell’azienda, però, può essere autorizzato il pagamento diretto delle prestazioni da parte dell’INPS.
Divieto di cumulo e decadenza
La legge stabilisce: • un divieto di cumulo dell’integrazione salariale con altri redditi di lavoro, in quanto il lavoratore che svolge un’attività di lavoro subordinato o autonomo non ha diritto al trattamento integrativo per le giornate di lavoro effettuate; • una decadenza dal trattamento di integrazione salariale, se il lavoratore non comunica preventivamente all’ente previdenziale lo svolgimento dell’attività lavorativa. Le integrazioni salariali si dividono in ordinarie e straordinarie.
Integrazione salariale ordinaria
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In quali casi viene riconosciuta l’integrazione salariale ordinaria? Le imprese destinatarie del trattamento di integrazione salariale ordinaria sono: • le imprese industriali (manifatturiere, di trasporti, di produzione e distribuzione dell’energia, dell’acqua e del gas ecc.); • le cooperative di produzione e lavoro che svolgono attività lavorative simili a quelle delle imprese industriali; • le cooperative agricole e i consorzi che esercitano attività di trasformazione, manipolazione e commercializzazione di prodotti agricoli (per i dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato); • le imprese addette agli impianti elettrici e telefonici; • le imprese industriali degli enti pubblici, salvo il caso in cui il capitale sia interamente di proprietà pubblica; • le imprese edili e affini.
Presupposti
L’intervento ordinario di integrazione salariale può essere richiesto nel caso di: • situazioni aziendali dovute a eventi transitori, comprese anche le intemperie stagionali, non imputabili all’impresa o ai dipendenti; • situazioni temporanee di mercato.
Durata
La durata massima dell’integrazione salariale ordinaria è di tredici settimane continuative (cioè tre mesi), ma questo limite può essere prorogato a ogni scadenza fino a un massimo complessivo di cinquantadue settimane (cioè un anno). Se un’impresa ha usufruito della integrazione salariale ordinaria per cinquantadue settimane consecutive, per poter richiedere un nuovo intervento ordinario è necessario che sia trascorso un periodo di almeno un anno di normale attività lavorativa.
Consultazione sindacale
In caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa è prevista una procedura di consultazione sindacale, che di solito si svolge nel modo seguente: • la comunicazione della situazione aziendale (le cause di sospensione o di riduzione dell’orario di lavoro, l’entità e la durata prevedibile, il numero dei lavoratori interessati) ai rappresentanti sindacali; • l’esame congiunto della situazione aziendale da parte dell’imprenditore e dei rappresentanti dei lavoratori. L’esame deve essere richiesto da una delle parti e si deve concludere entro i termini tassativi indicati dalla legge.
Domanda di concessione
La domanda di concessione deve essere presentata all’INPS in via telematica, entro quindici giorni dall’inizio della sospensione o della riduzione dell’orario di lavoro, con l’indicazione degli elementi richiesti dalla legge. Se l’omessa o tardiva presentazione della domanda comporta la perdita totale o parziale dell’integrazione salariale, il datore di lavoro è responsabile nei confronti dei lavoratori e deve pagare loro una somma, a titolo di risarcimento del danno, uguale all’importo del trattamento integrativo non percepito. esempio La domanda di concessione deve contenere la causa della sospensione o della riduzione dell’attività lavorativa, la sua durata presumibile, i nominativi dei lavoratori interessati e il numero delle ore richieste.
In quali casi viene riconosciuta l’integrazione salariale straordinaria? L’intervento straordinario di integrazione salariale può Integrazione salariale essere richiesto quando la sospensione o la riduzione straordinaria dell’attività lavorativa sia causata da: • una riorganizzazione aziendale; • una crisi aziendale (con esclusione, però, della cessazione dell’attività produttiva dell’azienda o di un suo ramo); • un contratto di solidarietà cosiddetto difensivo, cioè un contratto collettivo aziendale che, per evitare in tutL’integrazione salariale to o in parte la riduzione o la dichiarazione di esubestraordinaria può ro del personale, prevede una riduzione dell’orario di essere richiesta lavoro (la riduzione non può superare mediamente il in caso di riorganizzazione aziendale 60% dell’orario giornaliero, settimanale o mensile dei lavoratori coinvolti e per ciascun lavoratore complessivamente il 70%) anche attraverso un impiego più razionale dei lavoratori.
u
1 Il lavoro
Come detto, oltre all’integrazione salariale ordinaria è prevista anche un’integrazione salariale straordinaria.
La riorganizzazione e la crisi aziendale devono essere accompagnate da un programma contenente un piano di interventi o di risanamento aziendale. Divieto di cumulo
È stabilito espressamente un divieto di cumulo delle integrazioni salariali, nel senso che un’impresa non può richiedere l’intervento straordinario per le unità produttive per le quali abbia già richiesto, per gli stessi periodi e per motivi analoghi, l’intervento ordinario.
Durata
La durata massima dell’integrazione salariale straordinaria, anche continuativa, nell’arco di un periodo di cinque anni è di: • ventiquattro mesi, nel caso di riorganizzazione aziendale o di contratti di solidarietà (ma in questo caso la durata viene calcolata per la metà, a esclusione delle imprese edili, e quindi il trattamento salariale può arrivare fino a trentasei mesi); • dodici mesi, nel caso di crisi aziendale. L’integrazione salariale straordinaria viene finanziata con un contributo ordinario, uguale allo 0,90% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali, per due terzi a carico dell’impresa e per un terzo a carico del lavoratore; le imprese che richiedono l’integrazione salariale straordinaria, inoltre, devono versare un contributo addizionale.
365
Consultazione aziendale
Anche nel caso di riorganizzazione o crisi aziendale è prevista una procedura di consultazione sindacale, analoga a quella prevista per l’integrazione ordinaria.
Domanda e decorrenza del trattamento
La domanda di concessione del trattamento di integrazione salariale deve essere inviata all’INPS entro sette giorni dalla data di conclusione della procedura di consultazione sindacale e il trattamento decorre dal trentesimo giorno successivo alla presentazione della richiesta. Altre forme di ammortizzatori sociali previste dal decreto legislativo n. 148 del 14 settembre 2015 sono: • i fondi di solidarietà bilaterali; • i contratti di solidarietà espansivi.
Approfondimento Altre forme di ammortizzatori sociali
Assegni per il nucleo familiare
Che cos’è l’assegno per il nucleo familiare? Un’altra forma di integrazione salariale sono gli assegni per il nucleo familiare. Si tratta di somme di denaro che vengono riconosciute ai lavoratori dipendenti, anche disoccupati o in mobilità, e ai titolari di pensione da lavoro dipendente in base: • alla tipologia e composizione del nucleo familiare, cioè al numero dei componenti della famiglia; • al reddito familiare complessivo, che non deve essere superiore alle fasce stabilite annualmente dalla legge.
m
esempio Un operaio con moglie e due figli a carico e il cui reddito familiare rientra nella prima fascia percepirà un assegno maggiore di un impiegato con la sola moglie a carico e il cui reddito familiare rientra nell’ultima fascia prevista dalla legge.
Che cos’è l’assistenza sociale? Dalla previdenza sociale in senso stretto si distingue l’assistenza sociale.
4
L’assistenza sociale è diretta a tutelare le persone inabili al lavoro e coloro che, indipendentemente dal verificarsi di eventi coperti dal sistema previdenziale, si trovano in stato di bisogno o in situazioni sociali ed economiche sfavorevoli.
Assistenza sociale
Più in dettaglio, le prestazioni di natura assistenziale a favore dei lavoratori subordinati, che interessano in questa sede, sono: • un’erogazione integrativa di fine anno da parte dell’INAIL, in aggiunta al trattamento ordinario, a favore dei grandi invalidi del lavoro, cioè di coloro che in seguito a un infortunio sul lavoro o a una malattia professionale hanno subìto una menomazione psico-fisica pari o superiore al 60%, se non superano un determinato reddito; • un trattamento ordinario di disoccupazione erogato dall’INPS a favore dei lavoratori italiani emigrati all’estero, se sono costretti a rimpatriare a causa del mancato rinnovo del contratto di lavoro.
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Il responsabile di una filiale di una banca, che in base al contratto collettivo bancario è un quadro, si dimette in seguito al provvedimento con il quale il direttore del personale ha disposto la sua assegnazione alle funzioni di cassiere e presenta una domanda all’INPS per ottenere la NASPI, ma l’istituto previdenziale respinge la sua richiesta. Il bancario allora cita in giudizio l’INPS chiedendo al giudice che venga condannato a pagargli la NASPI. La tesi dell’attore La NASPI è prevista a favore dei dipendenti nel caso di disoccupazione involontaria e,
366
nel caso in esame, le dimissioni del lavoratore non sono state volontarie perché sono state causate dal comportamento illegittimo del datore di lavoro, che ha demansionato il quadro assegnandogli delle funzioni corrispondenti a quelle di un impiegato.
La tesi del convenuto La prestazione assicurativa non copre anche le dimissioni volontarie di un lavoratore, in quanto la disoccupazione è stata provocata da una decisione del lavoratore che, anziché mantenere il posto di lavoro e impugnare davanti al giudice il demansionamento illegittimo, ha preferito dimettersi dal lavoro.
CLIL
Someoneelserightissues
The employment market in China • companies are free to set salary levels based on the guidelines established by collective bargaining for each category of company, but without falling below the minimum guaranteed wage, imposed by the State; • wages must be increased annually in relation to the economic development of the company, in particular taking into account the consumer price index; • working hours have been gradually reduced, from 48 hours per week first to 44 and currently to 40 hours per week and a maximum of 8 working hours per day; • the employer has the obligation to organise a system for the protection of the health and hygiene of workers which, according to the legal standards, is such as to ensure the health and safety of workers, prevent accidents and reduce risks; • employment contracts may be terminated by mutual agreement between the parties. Within seven days of termination, the employer is required to notify the competent local employment authorities. In certain circumstances, he is free to terminate the contract immediately and unilaterally (for example during the trial period, if the employee causes damage to the employer, etc.), in others, employment may be terminated with 30 days’ notice (unsuitable worker, in the event of illness or injury etc.).
u
1 Il lavoro
Since the last decades of the last century, China has experienced a period of tremendous economic growth and a strong process of industrialisation, moving from a collectivist system completely dominated by the state to a more competitive and private market-oriented situation. In this situation, the country has found itself having to deal with the need to support the competitiveness of enterprises in the global market and, at the same time, the need to protect workers, due to both the significant wave of unemployment that opening the market has generated, as well as the risks related to workplace hazards which, driven by the rapid modernisation and explosive growth of the production system, have led to a considerable increase in accidents, death at work and occupational diseases. The main reference legislation in China is represented by the Labour Law, a law approved in 1994 and which came into force in1995. As of 1 January 2008, the Employment Contract Law also came into force, a law by which the Chinese government sought to better protect the position of employees, drawing increasingly closer to the standards of Western countries. This law introduced important innovations, such as the requirement of a written employment contract, the strengthening of the role of the trade unions and restrictions on dismissal for fixed-term contracts, which have been made less attractive to employers. The key principles of the new labour legislation are contained in Articles 10 to 13 of the law. According to Art. 10 of the Labour law, the State has a clear obligation to promote and create employment opportunities through the promotion, economic development and the formation of laws that help businesses to expand. Also, at the local level, the general governments must promote the creation of employment agencies and job centres (Art. 11). Pursuant to Arts. 12 and 13, discrimination against workers of different race or religion is prohibited and precise obligations are imposed on employers, in order to ensure equal treatment of men and women. Going into the details of the employment contract, the most significant aspects are the following: • employment contracts are concluded based on collective agreements, must be made in writing and filed within one month of conclusion with the competent employment authorities;
Comprehension 1. What are the emerging needs of the employment market in China? 2. What are the main laws that deal with employment? 3. What are the key principles of the Labour Law?
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Collectivist system Growth Significant losses Collective agreements
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Ripassafacile
contenuto
forma
Mercato del lavoro
m
caratteri
Il lavoro
L’impresa e il lavoro
4 e autonomo
Diritto del lavoro lavoro autonomo lavoro subordinato
368
contenuto e partizioni
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Concetti chiave
Simulazione della verifica orale
English summary
contenuto caratteristiche
u
1
contenuto
settori
efficacia
fonti
369
Verificaformativa 1. Risposte multiple
c può essere soltanto di natura economica d può essere esercitato soltanto in modo collettivo
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
e è un mezzo di autotutela dei lavoratori e dei datori di lavoro
Il mercato del lavoro: a è un luogo in senso fisico b è un mercato di concorrenza pura
8.
e realizza l’incontro tra la domanda e l’offerta i lavoro
b può avere luogo soltanto nei servizi pubblici c è ordinata dal datore di lavoro
In economia la domanda di lavoro:
d è una giusta causa di licenziamento di un lavoratore
a è sempre uguale all’offerta di lavoro b è sempre maggiore della domanda di lavoro
e non è consentita se lo sciopero è stato proclamato regolarmente
m
c è sempre minore della domanda di lavoro d è costituita dai lavoratori
9.
e è costituita dai datori di lavoro 3.
4
Un lavoratore subordinato: a può lavorare soltanto alle dipendenze di un imprenditore
c a carico del lavoratore e del datore di lavoro d facoltativi
b assume un’obbligazione di mezzi c assume un’obbligazione di risultato
e obbligatori soltanto nel pubblico impiego 10. La NASPI si applica:
In un contratto d’opera il prestatore d’opera:
a ai lavoratori disoccupati b ai soggetti privi di occupazione c agli inoccupati
a è un lavoratore subordinato b lavora alle dipendenze e sotto la direzione altrui
d ai lavoratori autonomi e ai soggetti in cerca di prima occupazione
c è responsabile del risultato della prestazione d ha diritto a uno stipendio o salario e non è responsabile per eventuali difformità o vizi 5.
Le norme del diritto del lavoro: a sono contenute nella Costituzione b sono derogabili a favore del datore del lavoro c derivano esclusivamente da fonti interne d tutelano il datore di lavoro nell’interesse della produzione
2. Vero o falso Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta 1.
In base all’articolo 36 della Costituzione:
......................................................................................................
2.
Lo sciopero: a produce un inadempimento del contratto di lavoro
370
b non è previsto dalla Costituzione
V F
......................................................................................................
3.
Nel lavoro subordinato il rischio economico e giuridico è a carico dell’imprenditore.
V F
...................................................................................................... ......................................................................................................
4.
Un libero professionista può sempre recedere dal contratto d’opera.
V F
......................................................................................................
e l’organizzazione sindacale è libera 7.
Il datore di lavoro può essere soltanto un imprenditore.
......................................................................................................
a la Repubblica tutela il lavoro b tutti i cittadini hanno diritto al lavoro c tutti i cittadini hanno diritto a una retribuzione d i lavoratori hanno diritto a una retribuzione sufficiente
Il salario costituisce un reddito per il lavoratore V F e un costo per il datore di lavoro. ......................................................................................................
e tutelano il lavoratore come soggetto economicamente più debole 6.
I contributi per le malattie e gli infortuni professionali sono: a a carico del lavoratore b a carico del datore di lavoro
d non può essere un lavoratore intellettuale e è sempre un lavoratore manuale 4.
La precettazione dei lavoratori: a può riguardare soltanto i lavoratori del settore privato
c è un mercato di concorrenza perfetta d è un mercato di monopolio
2.
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......................................................................................................
5.
Un contratto individuale di lavoro non può derogare le norme contenute in un contratto collettivo.
V F
...................................................................................................... ......................................................................................................
Verificaformativa
6.
Le direttive comunitarie in materia di lavoro sono immediatamente vincolanti in Italia.
4.
Servizi che devono essere garantiti anche in caso di sciopero.
5.
Impossibilità permanente e assoluta di svolgere qualsiasi attività lavorativa.
V F
...................................................................................................... ......................................................................................................
7.
Lo sciopero nei servizi pubblici deve essere preceduto da un preavviso.
......................................................................................................
V F
......................................................................................................
...................................................................................................... ......................................................................................................
8.
La Costituzione riconosce e garantisce il diritto di serrata dei datori di lavoro.
V F
...................................................................................................... ......................................................................................................
9.
L’indennizzo del danno biologico può essere pagato con un capitale o con una rendita.
Identify the term or terms corresponding to the definitions 1.
Worker who works for and under the direction of the employer. ......................................................................................................
V F
...................................................................................................... ......................................................................................................
10. L’integrazione salariale si applica a tutti i lavoratori dipendenti, compresi anche i dirigenti.
4. Vocabulary
......................................................................................................
2.
Worker who primarily works for himself without any subordination constraint. ...................................................................................................... ......................................................................................................
V F
......................................................................................................
3.
......................................................................................................
Contract between workers’ organisations and employers’ organisations. ......................................................................................................
3. Lessico
2. 3.
Contratto concluso tra un lavoratore autonomo e il committente.
1
......................................................................................................
4.
Individua il termine o i termini corrispondenti alle definizioni 1.
u
Collective abstention from work by workers for economic or social reasons. ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
......................................................................................................
Sums of money funding the pension system for workers.
Trattamento giuridico favorevole al lavoratore.
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Ordine ai lavoratori in sciopero di riprendere l’attività lavorativa. ......................................................................................................
ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande Un imprenditore assume un impiegato addetto alla tenuta della contabilità riconoscendogli un trattamento economico migliorativo rispetto a quello previsto nel contratto collettivo della categoria, ma gli altri impiegati dell’impresa si oppongono sostenendo di avere diritto anche loro al medesimo trattamento economico. 1.
Quali effetti produce, dal punto di vista giuridico, un contratto collettivo concluso da un sindacato non registrato?
2.
Le disposizioni di un contratto collettivo sono derogabili in senso più favorevole o più sfavorevole a un singolo lavoratore?
3.
L’opposizione degli altri impiegati è fondata dal punto di vista giuridico?
371
u2
Il rapporto di lavoro
Prerequisiti
Comprendere la funzione dell’autonomia privata e i suoi limiti
Conoscenze
Le modalità e gli effetti dell’estinzione del rapporto di lavoro
Abilità
Distinguere le diverse ipotesi di cessazione di un rapporto di lavoro e i loro effetti
iave Parole cohrds Keyw
372
Italiano
Inglese
Contratto di lavoro subordinato
Employment contract
Datore di lavoro
Employer
Lavoratore
Employee
Inquadramento
Level
Mansioni
Duties
Congedo
Leave
Retribuzione
Remuneration, pay
Cottimo (salario a)
Piece-work, piece rate
Dimissioni
Resignation
Licenziamento
Dismissal
1
La costituzione del rapporto di lavoro
ilcaso • Un contratto di lavoro, concluso tra una società e un giovane in attesa di prima occupazione, contiene una clau sola in base alla quale «in deroga a quanto stabilito dalla leg ge, l’orario ordinario di lavoro è stabilito di comune accordo dalle parti in 14 ore giornaliere e 60 ore settimanali». Se viene accettata espressamente dal lavoratore, la clausola in esame è valida dal punto di vista giuridico? Contratto individuale di lavoro
In che modo si costituisce un rapporto di lavoro? Un rapporto di lavoro subordinato si costituisce con l’assunzione del lavoratore, cioè con la stipulazione del contratto individuale di lavoro; spesso il contratto è costituito da una lettera di assunzione, firmata dal datore di lavoro e controfirmata per accettazione dal lavoratore, che definisce il contenuto del rapporto lavorativo. esempio Nel contratto di assunzione di un addetto alla contabilità da parte di un imprenditore devono essere indicati la durata e l’orario di lavoro, la qualifica e le mansioni del lavoratore, il trattamento salariale ecc.
datore di lavoro
lavoratore
u
assunzione
Forma del contratto di lavoro
Il contratto di lavoro richiede una forma determinata? Di regola il contratto di lavoro è un contratto a forma libera o non solenne, nel senso che può essere concluso in qualunque forma, anche in modo orale o tacito. esempio Un imprenditore può assumere con un accordo verbale una persona addetta a caricare e scaricare le merci o una ragazza può iniziare ad assistere di fatto una signora anziana.
2 Il rapporto di lavoro
contratto individuale di lavoro
Per alcuni contratti di lavoro però, o per alcune clausole particolari contenute in un contratto di lavoro, la legge richiede la forma scritta, che può essere: • una forma essenziale, quando il contratto è nullo in mancanza di un atto scritto; • una forma probatoria, quando il contratto è valido anche in mancanza di un atto scritto ma, in caso di successiva contestazione, non è consentito il ricorso alla prova per testimoni per dimostrare la conclusione o il contenuto del contratto. esempio È necessaria la forma scritta come forma essenziale per un contratto a termine, mentre è richiesta la forma scritta, ma soltanto ai fini della prova, per un contratto di lavoro a tempo parziale.
Contenuto del contratto di lavoro
Le parti sono libere di decidere il contenuto del rapporto di lavoro? In un contratto di lavoro l’autonomia privata, cioè il potere delle parti di decidere il contenuto di un contratto per soddisfare i loro interessi personali, è soggetta a una serie di limiti per realizzare alcuni interessi collettivi. In particolare la legge, per tutelare il lavoratore come parte più debole del rapporto, in alcuni casi impone: • l’inserzione automatica di clausole (art. 1339); • la sostituzione di diritto di clausole (art. 1419).
373
lasoluzione • La clausola contenuta nel contratto di assunzione del neoassunto non è valida in quanto, come vedremo, la legge stabilisce in modo inderogabile che la prestazione lavorativa non può essere superiore a 13 ore al giorno e 48 ore alla settimana; la clausola invalida, pertanto, è sostituita automaticamente dalla durata massima giornaliera e settimanale prevista dalla legge. Infungibilità e intrasmissibilità della prestazione
Quali caratteristiche presenta la prestazione lavorativa? Di solito la prestazione che costituisce l’oggetto di un contratto di lavoro è: • infungibile o non sostituibile, perché ha un carattere strettamente personale ed è basata sulla fiducia da parte del datore di lavoro nelle conoscenze, abilità e competenze del lavoratore; • intrasmissibile, perché non può essere trasferita ad altre persone con un atto tra vivi o a causa di morte. esempio Un vigile comunale non può cedere il suo posto di lavoro a un’altra persona, a titolo oneroso (vendita) o gratuito (donazione), e il dirigente di un’impresa non può lasciare il suo incarico aziendale al figlio con il testamento.
Trasferimento dell’azienda e contratto di lavoro
In relazione ai soggetti del rapporto di lavoro è da ricordare che, se il datore di lavoro è un imprenditore [❯ m1 u1], l’eventuale trasferimento dell’azienda [❯ m1 u3] non produce la risoluzione dei contratti di lavoro conclusi dal precedente titolare: la legge infatti dispone, a tutela dei dipendenti, la continuazione dei rapporti di lavoro con il nuovo titolare e la conservazione dei diritti maturati in precedenza (art. 2112).
m
esempio Gli operai e gli impiegati di una società italiana non possono essere licenziati a causa della cessione dell’azienda a una società straniera, hanno diritto alla medesima retribuzione che percepivano in precedenza in base ai contratti collettivi o individuali e non perdono l’anzianità di servizio che hanno già maturato.
4 Invalidità del contratto di lavoro
In quali casi si verifica l’invalidità di un contratto di lavoro? Un contratto di lavoro subordinato può essere invalido, quando mancano uno o più elementi essenziali: in linea di massima un contratto di lavoro invalido è disciplinato dalle norme generali sulla invalidità del contratto in generale (artt. 1418 e ss.). esempio È nullo per illiceità dell’oggetto il contratto di lavoro con il quale una persona si impegna a effettuare un furto su commissione, mentre è annullabile il contratto di lavoro concluso da una persona in condizioni di incapacità di agire.
Costituisce una causa particolare di annullabilità del contratto di lavoro, inoltre, la violazione delle norme in materia di collocamento, cioè delle disposizioni di diritto pubblico che disciplinano l’accesso dei lavoratori al mercato del lavoro. esempio Una donna viene incaricata di svolgere un’attività di pulizie presso una banca, con un contratto di somministrazione di lavoro, da parte di un’impresa che non è un’agenzia di somministrazione iscritta nell’apposito albo previsto dalla legge.
Irretroattività dell’invalidità
L’eventuale annullamento di un contratto di lavoro, a meno che non avvenga per illiceità dell’oggetto o della causa, non ha un’efficacia retroattiva. Per il periodo di tempo durante il quale ha avuto regolare esecuzione, pertanto, un contratto di lavoro invalido produce tutti i diritti e obblighi previsti dalla legge nei confronti delle parti; in particolare, il lavoratore conserva sempre il diritto alla retribuzione per l’attività lavorativa che ha effettivamente svolto (art. 2126). esempio Se viene annullato un contratto di lavoro per dolo, in quanto il lavoratore ha falsificato un diploma di studio, il datore di lavoro è responsabile ugualmente se non ha osservato le norme in materia di sicurezza sul lavoro e deve corrispondere comunque il salario al dipendente per il periodo di tempo durante il quale il contratto di lavoro ha avuto regolare esecuzione.
Divieto di discriminazioni
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Ricordiamo inoltre che, anche al momento della costituzione di un nuovo rapporto di lavoro, si applica il divieto di discriminazioni previsto dalla Costituzione. Il datore di lavoro, pertanto, non deve compiere atti di discriminazione di natura politica, religiosa, razziale, di lingua o di sesso nei confronti dei lavoratori, cioè non può
rifiutarsi di assumere un lavoratore o una lavoratrice soltanto in considerazione delle sue opinioni politiche, delle sue idee religiose, della sua razza, della sua lingua o del suo sesso (art. 3 Cost., art. 15 statuto dei lavoratori). esempio Un imprenditore non può rifiutarsi di assumere una persona perché è comunista, perché non è cattolica, perché non è di razza indoeuropea, perché è di lingua tedesca, perché è una donna ecc.
Comunicazione preventiva dell’assunzione
Per costituire un valido rapporto di lavoro, il datore di lavoro deve osservare la procedura prevista dalla legge, che si articola nelle seguenti fasi (l. 28 novembre 1996, n. 608 e successive integrazioni): • la comunicazione preventiva dell’assunzione; • la consegna dei documenti informativi; • le comunicazioni successive all’assunzione.
A chi deve essere comunicata l’assunzione di un lavoratore? In primo luogo, il datore di lavoro ha l’obbligo di comunicare preventivamente l’assunzione al Centro provinciale per l’impiego del luogo dove si trova la sede dell’impresa. Per evitare frodi a danno dei lavoratori l’invio deve essere effettuato, utilizzando un apposito servizio on line, entro il giorno precedente a quello di inizio effettivo dell’attività lavorativa da parte del neoassunto (l. 27 dicembre 2006, n. 296). esempio Se assume un manovale dal 1° luglio, un imprenditore edile deve inviare la comunicazione di assunzione entro il 30 giugno; in questo modo, se si verifica un incidente il primo giorno di lavoro, il datore di lavoro non può posticipare la data dell’assunzione e dichiarare che non aveva ancora assunto il lavoratore.
È da notare che l’obbligo di comunicazione preventiva: • è una comunicazione unica, nel senso che è efficace anche ai fini degli obblighi di comunicazione ad altri enti o uffici (in particolare all’INPS, all’INAIL e, nel caso di lavoratori stranieri, allo Sportello unico per l’immigrazione) previsti da leggi speciali; oltre ai rapporti di lavoro subordinato in senso stretto, riguarda anche i rapporti • di lavoro parasubordinato e i rapporti di lavoro assimilati a quelli di lavoro subordinato. esempio Devono essere comunicati al Centro per l’impego, con le modalità e nei termini previsti dalla legge per i contratti di lavoro subordinato, anche i rapporti con i soci lavoratori delle società cooperative e i tirocini formativi.
Contenuto della comunicazione
La comunicazione inviata dal datore di lavoro deve contenere tutti gli elementi, indicati in modo analitico dalla legge, che consentono di individuare la persona del lavoratore e la natura della prestazione lavorativa oggetto del contratto di lavoro.
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2 Il rapporto di lavoro
Instaurazione del rapporto di lavoro
esempio La comunicazione deve contenere l’indicazione dei dati anagrafici e fiscali del lavoratore; la data della assunzione e, se l’assunzione è a tempo determinato, del termine finale del rapporto di lavoro; il tipo di contratto; la qualifica professionale nella quale il lavoratore viene inquadrato e le mansioni alle quali viene adibito; il trattamento economico e normativo ecc.
Deroghe alla comunicazione preventiva
L’obbligo di comunicazione preventiva è derogabile soltanto in presenza di una situazione di urgenza per esigenze produttive o di una causa di forza maggiore, tali da rendere necessaria e non rinviabile la sostituzione immediata di un dipendente. Anche in questi casi, tuttavia, il datore di lavoro è obbligato a effettuare una comunicazione successiva della assunzione all’ufficio competente: • entro cinque giorni (salvo in ogni caso l’obbligo di invio all’ufficio competente, nei termini ordinari, di un’informativa sintetica) in caso di urgenza; • il primo giorno utile, e comunque non oltre il quinto giorno successivo a quello in cui è avvenuta l’assunzione del lavoratore, in caso di forza maggiore. esempio Un’impresa di trasporti può assumere immediatamente un autista per sostituire un lavoratore in malattia, addetto alla consegna di merci deperibili, ma deve comunicare l’avvenuta assunzione all’ufficio per l’impiego entro il quinto giorno successivo all’avvenuta assunzione.
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Consegna dei documenti informativi
Obbligo di informazione del lavoratore
Il datore di lavoro ha un obbligo di informazione nei confronti del lavoratore? In secondo luogo, al momento dell’assunzione il datore di lavoro ha l’obbligo di consegnare al lavoratore i documenti informativi previsti dalla legge (d.lg. 21 aprile 2000, n. 181; l. 6 agosto 2008, n. 133): • una copia della comunicazione dell’assunzione al Centro provinciale per l’impiego; • una copia della registrazione dell’assunzione nel libro unico del lavoro, che è la scrittura contabile nella quale vengono effettuate tutte le registrazioni relative al rapporto di lavoro. In questo modo il datore di lavoro adempie anche l’obbligo di informazione nei confronti del lavoratore delle condizioni applicabili al rapporto di lavoro (che deve essere adempiuto entro trenta giorni dall’assunzione; d.lg. 26 maggio 1997, n. 152). In alternativa, l’obbligo di informazione può essere osservato consegnando al dipendente una copia del contratto individuale di lavoro, firmato dalle parti, a condizione che contenga tutti gli elementi richiesti dalla legge.
m
esempio Il datore di lavoro è tenuto a comunicare al lavoratore il luogo di lavoro, la data di inizio e (se previsto) di termine del lavoro, l’inquadramento, il livello e la qualifica attribuiti al lavoratore, l’orario di lavoro e l’importo iniziale della retribuzione.
Comunicazioni successive all’assunzione
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In terzo luogo, infine, durante lo svolgimento del rapporto di lavoro il datore di lavoro ha l’obbligo di effettuare le comunicazioni delle variazioni successive del rapporto di lavoro o della persona del datore di lavoro. Di regola queste comunicazioni al Centro per l’impiego devono essere compiute entro cinque giorni dal momento in cui si sono verificate le variazioni (art. 4 bis d.lg. 21 aprile 2000, n. 181 come modificato dalla l. 24 novembre 2010, n. 183). esempio Il datore di lavoro deve comunicare all’ufficio competente la proroga del termine finale di durata, la trasformazione di un contratto a termine in un contratto a tempo indeterminato oppure la modifica di un contratto di lavoro a tempo parziale in un contratto a tempo pieno; analogamente il datore di lavoro deve comunicare l’eventuale cambiamento della propria ragione sociale oppure il trasferimento dell’azienda o di un suo ramo a un altro imprenditore.
Approfondimento La certificazione del contratto di lavoro
Gli adempimenti in esame si riferiscono ai datori di lavori privati, commerciali o anche agricoli, e agli enti pubblici economici [❯ m1 u4], cioè agli enti pubblici che hanno come oggetto esclusivo o principale lo svolgimento di una attività economica. Se invece il datore di lavoro è la pubblica amministrazione, cioè lo Stato o un ente pubblico non economico [❯ m1 u4], la comunicazione al Centro per l’impiego deve essere effettuata entro il 20 del mese successivo alla data della assunzione, o alla variazione, e lo stesso termine si applica anche alle agenzie per il lavoro [❯ m4 u3]. comunicazione preventiva
datore di lavoro
procedura di assunzione
consegna dei documenti informativi
comunicazioni successive
Patto di prova
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Che cosa significa che a un contratto di lavoro è apposto un patto di prova? Le parti possono inserire in un contratto di lavoro un patto di prova, con il quale stabiliscono che l’assunzione è condizionata al superamento di un periodo di prova. La valutazione del risultato (positivo o negativo) della prova è affidata in modo discrezionale al datore di lavoro e non può essere contestata dal lavoratore.
esempio Al termine del periodo di prova di un impiegato addetto alla contabilità un imprenditore può dichiarare, senza dovere indicare le motivazioni, che il lavoratore non ha superato la prova.
Funzione economica del patto
Il patto in esame è un elemento accidentale di un contratto di lavoro, nel senso che non è imposto dalla legge e ha la funzione di consentire alle parti di verificare la convenienza reciproca di concludere in modo definitivo un contratto di lavoro tra loro. esempio Il datore di lavoro può valutare le attitudini personali e le capacità professionali del lavoratore e il lavoratore, a sua volta, può valutare la natura e il contenuto dell’attività lavorativa che deve svolgere in base al contratto di lavoro.
Forma del patto di prova
Il patto di prova richiede una forma particolare? Il periodo di prova deve risultare a pena di nullità da un atto scritto, precedente o contestuale all’atto di assunzione, e sottoscritto dal lavoratore (art. 20961); in mancanza della forma scritta la clausola in esame è nulla, con la conseguenza che l’assunzione del lavoratore diviene automaticamente definitiva. esempio Un operaio, che è stato assunto verbalmente da un imprenditore con un contratto a tempo indeterminato e con un periodo di prova di trenta giorni, si considera assunto a titolo definitivo.
esempio Nel contratto di assunzione di un magazziniere o di un ragioniere può essere previsto un periodo di prova, rispettivamente, di quindici o di novanta giorni.
In base alla legge, infatti, il periodo di prova non può avere una durata superiore a sei mesi (art. 10 l. 15 luglio 1966, n. 604), ma i contratti collettivi possono prevedere termini inferiori per alcune categorie di lavoratori o per alcune mansioni specifiche. esempio Nel contratto collettivo nazionale relativo alle imprese del settore tessile per gli operai è previsto un periodo massimo di prova variabile, a seconda del livello di inquadramento, da uno a quattro mesi.
La durata massima del periodo di prova, stabilita dalla legge o dai contratti collettivi, non è derogabile o prorogabile dalle parti interessate, in quanto è stabilita a tutela di interessi generali; l’eventuale inosservanza del termine massimo di durata, pertanto, produce l’assunzione a titolo definitivo del lavoratore in prova. esempio Se un operaio di un’industria tessile viene assunto con un contratto che prevede un periodo di prova di nove mesi, alla scadenza del termine previsto nel contratto collettivo (da uno a quattro mesi) l’assunzione diviene definitiva se nessuna delle parti esercita il diritto di recesso dal contratto.
Termini e modalità del recesso
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2 Il rapporto di lavoro
Durata del periodo di prova
Il patto di prova può avere una durata indeterminata? Le parti sono libere di stabilire la durata del periodo di prova, che di solito è più breve per mansioni semplici e più lungo per mansioni complesse, nei limiti stabiliti inderogabilmente dalla legge o dai contratti collettivi.
Quali effetti produce un patto di prova? Durante lo svolgimento o al termine del periodo di prova ciascuna parte può esercitare il diritto di recesso dal contratto di lavoro, senza doverne indicare motivi e senza dovere osservare un termine di preavviso o pagare un’indennità all’altra parte. Se nel contratto è prevista una durata minima della prova, però, il recesso può avvenire soltanto alla scadenza del termine indicato nel contratto (art. 20963), a meno che non si verifichi una causa oggettiva che giustifichi il recesso immediato dal contratto. esempio In un contratto di lavoro con un periodo di prova di tre mesi, le parti possono recedere dal contratto in qualsiasi momento durante o alla scadenza dei tre mesi; se però nel contratto è stato stabilito che la prova non può essere inferiore a un mese, il recesso può avvenire soltanto a partire dal secondo mese del periodo di prova, a meno che non ricorra una giusta causa di recesso, come un furto commesso dal lavoratore o una violenza compiuta dal datore di lavoro.
In applicazione dei principi generali di buona fede e di correttezza, inoltre, durante il periodo di prova il datore di lavoro e il lavoratore hanno l’obbligo, rispettivamente, di consentire lo svolgimento della prova e di svolgere la prova (art. 20962). La giurisprudenza pertanto ha ritenuto illegittimo il recesso del datore di lavoro, con il conseguente diritto del lavoratore di continuare il periodo di prova (o, in alternativa, di ottenere il risarcimento dei danni), quando la prova ha avuto una durata così breve da non consentire di potere valutare la prestazione lavorativa.
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Lettera di assunzione Compila il documento proposto con dati a tua scelta
Trentino Hostelling S.p.a. Via Giuseppe Mazzini, 9 38122 – Trento Partita IVA, C.F. e Registro Imprese Trento 01813070222 Cap. Soc. 200.000,00 € i.v.
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Gent. mo Sig. ...................................... Via ...................................... ......................................
L’impresa e il lavoro
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Trento, ..................................... In relazione ai colloqui verbali intercorsi tra di noi, Le confermiamo la Sua assunzione presso la nostra Società alle seguenti condizioni: Durata del lavoro: a .........................., con decorrenza dal ........................... CCNL: per tutto quanto non previsto nella presente, si applica il “Contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti da aziende che svolgono attività nel settore ...................”. Categoria, qualifica e mansioni: operaio al .......... livello con mansioni di “.........................................................”, salva ogni nostra facoltà di variare tali mansioni ai sensi e alle condizioni di cui all’articolo 2103 del codice civile. Periodo di prova: ..... (.....) mesi, dal .................... al ...................., che Lei dichiara espressamente di accettare con la firma della presente proposta di assunzione; Orario: l’orario stabilito è di ......... ore settimanali, ogni giorno feriale della settimana dalle ore ......... alle ore ......... e dalle ore ......... alle ore ......... Retribuzione: come remunerazione complessiva della attività e come corrispettivo di ogni obbligazione, Le verrà corrisposta una retribuzione lorda mensile di € .................... per ..... (....................) mensilità annue. Sede di lavoro: la sede di lavoro è fissata presso ........................................ .a ................... (....................), in .................... n. .....; Cambiamento di sede: è fatta salva la nostra facoltà di assegnarLa ad altra sede di lavoro, sempre nel rispetto dell’articolo 2103 del codice civile; Rinvio: per tutte le altre condizioni non precisate nella presente lettera, si fa esplicito riferimento al Contratto Collettivo Nazionale del .................... Norme applicabili: dovranno essere osservati i regolamenti, le disposizioni interne e gli usi della ditta, che si intendono da Lei conosciuti e accettati qualora non abbia avanzato eccezioni per iscritto entro la scadenza del periodo di prova. La preghiamo di restituirci copia della presente da Lei sottoscritta per espressa e incondizionata accettazione. In attesa, Le porgiamo i migliori saluti. Direttore ............................................... ................................................
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Per accettazione (il dipendente) ................................................
esempio Il direttore di un supermercato, che ha assunto una guardia giurata in prova, non può recedere dal contratto dopo alcune ore o prima ancora che sia iniziata l’attività di vigilanza a meno che, durante questo breve periodo di tempo, non si siano verificati comportamenti molto gravi del lavoratore.
Effetti del recesso
Se una delle parti esercita il diritto di recesso, si verifica la cessazione del rapporto di lavoro ma il lavoratore conserva tutti i diritti economici (riguardanti la retribuzione, le ferie, il trattamento di fine rapporto ecc.) derivanti dall’attività effettivamente svolta. Se nessuna delle parti esercita il diritto di recesso, invece, si produce l’assunzione definitiva del lavoratore che era stato assunto in prova e il periodo di prova è calcolato 4
patto di prova
cessazione del rapporto
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assunzione definitiva
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Un manovale viene assunto da un’impresa edile con un contratto di lavoro a tempo indeterminato in cui è inserita la clausola in base alla quale «il lavoratore è in prova per dodici mesi» e, poco prima che sia decorso un anno dall’assunzione, l’imprenditore comunica al lavoratore la sua volontà di recedere dal contratto. Il manovale si rivolge al Tribunale e chiede al giudice di dichiarare che il recesso dell’imprenditore è illegittimo.
La tesi dell’attore La durata del periodo di prova indicata
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nel contratto di lavoro è superiore a quella massima prevista dalla legge e quindi il recesso del datore di lavoro, che è avvenuto dopo la scadenza del termine stabilito dalla legge, è illegittimo e privo di qualsiasi effetto dal punto di vista giuridico.
La tesi del convenuto Il recesso dell’imprenditore è pienamente valido ed efficace in quanto, al momento della stipulazione del contratto individuale di lavoro, il manovale ha espressamente accettato una durata del periodo di prova superiore a quello stabilito dalla legge con una norma che è derogabile dalla volontà delle parti interessate.
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2 Il rapporto di lavoro
contratto di lavoro
facoltà di recesso (senza motivazione e senza preavviso)
Lo svolgimento del rapporto di lavoro
L’inquadramento dei lavoratori e le mansioni ilcaso • Un imprenditore assume un lavoratore con l’incarico del controllo di qualità del reparto vernicia tura ma dopo pochi mesi, a causa di alcuni contrasti di natura personale dovuti al carattere dell’operaio, lo sposta al controllo di qualità del reparto saldatura. Il comportamento del datore di lavoro è legittimo?
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Categorie di dipendenti
In che modo vengono classificati i lavoratori dipendenti? In relazione alle loro diverse funzioni all’interno dell’impresa, i lavoratori dipendenti vengono classificati tradizionalmente in quattro categorie (art. 2095): • i dirigenti; • i quadri; • gli impiegati; • gli operai. È da notare che il codice civile del 1942 prevedeva tre categorie di lavoratori (dirigenti, impiegati e operai); la quarta categoria (quadri) è stata introdotta soltanto verso la metà degli anni Ottanta del secolo scorso (l. 13 maggio 1985, n. 190) per riconoscere la funzione che viene svolta, all’interno dell’organizzazione aziendale, dai cosiddetti “quadri intermedi” tra i dirigenti e gli impiegati. I dirigenti sono lavoratori con ampi poteri direttivi e decisionali, di natura tecnica o amministrativa, e incaricati di svolgere funzioni di coordinamento e controllo dell’intera attività aziendale o di un ramo autonomo dell’impresa. Si tratta dei lavoratori di grado più elevato all’interno dell’impresa, che dipendono soltanto dal titolare e possono prendere in modo autonomo, nel rispetto delle direttive del datore di lavoro, le decisioni relative ai compiti che sono stati a loro assegnati.
Quadri
I quadri sono lavoratori che hanno alcuni poteri direttivi e decisionali, senza essere dirigenti, in quanto sono incaricati di svolgere in modo continuativo «funzioni [...] di rilevante importanza ai fini dello sviluppo e dell’attuazione degli obiettivi dell’impresa» (art. 1 l. 3 maggio 1985, n. 190). All’interno dell’organizzazione aziendale i quadri occupano una posizione inferiore rispetto a quella dei dirigenti ma superiore rispetto a quella degli impiegati.
Impiegati
Gli impiegati sono lavoratori che svolgono un’attività prevalentemente intellettuale e, a loro volta, si distinguono in: • impiegati d’ordine, quando sono incaricati di funzioni soltanto esecutive consistenti nell’attuazione delle decisioni dei dirigenti e dei quadri; • impiegati di concetto, quando sono incaricati di funzioni che comportano alcuni limitati poteri di natura decisionale.
Operai
Gli operai, infine, sono lavoratori che svolgono una attività prevalentemente manuale all’interno dell’impresa, cioè compiti di carattere non complesso e senza alcuna autonomia decisionale.
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Dirigenti
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esempio Sono dirigenti il direttore delle risorse umane e il responsabile dell’area finanza e marketing; sono quadri l’addetto al controllo di qualità o alla gestione della rete informatica aziendale; sono impiegati i lavoratori addetti alla tenuta della contabilità o allo sdoganamento delle merci; sono operai, infine, i lavoratori addetti alla catena di montaggio o al carico/scarico delle merci in magazzino.
dirigenti
ampi poteri direttivi e decisionali
quadri
alcuni poteri direttivi e decisionali
impiegati
attività prevalentemente intellettuale
operai
attività prevalentemente manuale
categorie
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Inquadramento unico e livelli
In che cosa consiste il cosiddetto inquadramento unico? Tuttavia la classificazione dei lavoratori nelle diverse categorie non è sempre facile, perché spesso non corrisponde all’organizzazione reale del lavoro in un’impresa, e in larga parte è superata dalla contrattazione collettiva, soprattutto per la distinzione tradizionale tra impiegati (i “colletti bianchi”) e gli operai (le “tute blu”). Di solito, infatti, i contratti collettivi operano un inquadramento unico di tutti i lavoratori di un’impresa in base a diversi livelli retributivi, variabili da sette a otto a seconda dei settori. esempio Nel contratto collettivo del commercio e del terziario il personale viene classificato, in base al lavoro e alle responsabilità, in sette livelli: I livello (personale con funzioni ad alto contenuto professionale e con responsabilità di direzione esecutiva); II livello (personale che svolge compiti operativamente autonomi e/o funzioni di coordinamento e controllo); III livello (lavoratori che svolgono mansioni di concetto a cui sono richieste conoscenze tecniche e adeguata esperienza); IV livello (personale che esegue mansioni operative); V livello (dipendenti che svolgono lavori qualificati a cui si richiedono conoscenze varie e adeguate capacità tecnico-pratiche); VI livello (dipendenti che posseggono semplici conoscenze pratiche e svolgono mansioni più semplici); VII livello (personale che svolge mansioni di pulizia o equivalenti).
All’interno di ogni livello i contratti collettivi prevedono un certo numero di qualifiche, che indicano in modo generico l’oggetto dell’attività lavorativa. A ciascuna qualifica sono collegate differenti mansioni, che indicano in modo specifico la prestazione lavorativa (cioè i compiti che il lavoratore è incaricato in concreto di svolgere), e differenti retribuzioni, stabilite nell’ambito della contrattazione collettiva. esempio Il VI livello del contratto collettivo del commercio comprende, tra l’altro, le seguenti qualifiche: dimostratore (addetto alla propaganda e dimostrazione con mansioni prevalentemente manuali), usciere, guardiano di deposito, fattorino, portapacchi con o senza facoltà di riscossione, custode, portiere, ascensorista, addetto al carico/scarico, operaio comune ecc.
Mutamento delle mansioni
Il datore di lavoro può modificare le mansioni di un lavoratore? In base alla legge il datore di lavoro ha l’obbligo di adibire il lavoratore alle mansioni per le quali è stato assunto oppure, nel caso di cambiamento di mansioni, alle mansioni riconducibili allo stesso livello e categoria legale di inquadramento delle ultime effettivamente svolte (cosiddetta mobilità orizzontale), con il diritto del lavoratore alla medesima retribuzione che percepiva prima del mutamento delle mansioni.
lasoluzione • Il comportamento del datore di lavoro è legittimo in quanto realizza una mo bilità in senso orizzontale, perché il lavoratore viene adibito a svolgere le stesse mansioni che svolgeva in precedenza, ma in un diverso reparto all’interno della stessa azienda.
Nell’ambito della organizzazione di un’impresa, però, può accadere che un lavoratore venga incaricato di svolgere mansioni diverse da quelle corrispondenti all’inquadramento stabilito al momento dell’assunzione e indicato nel contratto individuale. Al riguardo è necessario distinguere a seconda che il lavoratore venga adibito a mansioni inferiori (cosiddetta mobilità verso il basso o demansionamento) oppure a mansioni superiori (cosiddetta mobilità verso l’alto).
Mansioni inferiori
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2 Il rapporto di lavoro
Qualifiche e mansioni
A quali condizioni un lavoratore può essere adibito a mansioni inferiori? In passato era previsto un divieto generale di demansionamento di un lavoratore, per tutelare la sua dignità personale o professionale, salvo alcune deroghe tassative collegate a esigenze produttive straordinarie. Il decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, emanato nell’ambito del cosiddetto Jobs Act, ha modificato l’articolo 2103 del codice civile ampliando la facoltà del datore di lavoro di variare le mansioni dei lavoratori (cosiddetto ius variandi). Per effetto della riforma, il demansionamento di un lavoratore è ora possibile: • se si verifica una modifica degli assetti organizzativi aziendali, tale da incidere sulla posizione del lavoratore; • nelle altre ipotesi previste nei contratti collettivi. esempio Il dipendente di un’impresa, che era addetto alla cura di un parco aziendale, può essere assegnato a mansioni inferiori in seguito alla decisione dell’impresa di eliminare l’area verde e di destinarla a un parcheggio.
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In entrambi i casi le mansioni che vengono attribuite al lavoratore devono essere all’interno della medesima categoria e possono appartenere soltanto a un livello di inquadramento immediatamente inferiore a quello del lavoratore. esempio Nel settore del commercio non è possibile un passaggio da direttore delle vendite (che è un dirigente) a responsabile di un negozio (che è un quadro), mentre è possibile che un commesso addetto alla vendita (che è un impiegato di IV livello) venga assegnato a svolgere le mansioni di un aiuto-commesso (che è sempre un impiegato ma di V livello, cioè di un livello inferiore).
La comunicazione al lavoratore dell’assegnazione alle mansioni inferiori deve essere fatta, a pena di nullità, in forma scritta e il lavoratore ha diritto alla conservazione del livello di inquadramento e del trattamento retributivo, a eccezione degli elementi strettamente connessi alle mansioni precedenti. esempio Se un commesso viaggiatore viene incaricato di svolgere le mansioni di addetto all’archivio non ha più diritto ai rimborsi per le spese di viaggio.
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Deroghe
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Sono ammesse deroghe al demansionamento dei lavoratori? I limiti previsti dalla legge non si applicano quando il demansionamento tutela l’interesse dello stesso lavoratore a conservare il posto di lavoro in quanto riguarda: • donne lavoratrici durante la gestazione e fino a sette mesi dopo il parto, che devono essere adibite a mansioni non pregiudizievoli per il loro stato di salute e anche, se non è possibile l’assegnazione a mansioni equivalenti o superiori, a mansioni inferiori ma solo temporaneamente (art. 7 d.lg. 26 marzo 2001, n. 151); • lavoratori in esubero quando, in base a un accordo con i sindacati maggiormente rappresentativi, l’assegnazione a mansioni inferiori consente il riassorbimento dei dipendenti che, altrimenti, verrebbero licenziati. Al di fuori delle ipotesi indicate dalla legge il demansionamento è illegittimo: il lavoratore, pertanto, può chiedere il riconoscimento dell’inquadramento corretto e, se l’assegnazione a mansioni inferiori è tale da non consentire la prosecuzione anche provvisoria del rapporto di lavoro, può esercitare il recesso dal contratto per giusta causa. esempio Il responsabile dell’ufficio esteri di una impresa può recedere dal contratto se viene assegnato dall’imprenditore a svolgere le funzioni di addetto al controllo di qualità della produzione.
mutamento di mansioni
Mansioni superiori
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mansioni inferiori
• per modiåca degli assetti organizzativi aziendali o nelle altre ipotesi previste nei contratti collettivi • soltanto nella stessa categoria e soltanto di un livello inferiore • conservazione dell’inquadramento e della retribuzione
Che cosa accade se un lavoratore viene adibito a mansioni superiori? Se viene assegnato dal datore di lavoro a svolgere mansioni superiori rispetto a quelle corrispondenti al suo inquadramento, invece, un lavoratore ha: • diritto al trattamento economico corrispondente alle funzioni effettivamente svolte; • diritto al riconoscimento della qualifica più elevata, salvo una diversa volontà del lavoratore e a meno che non sostituisca un altro lavoratore in servizio, se esercita in modo continuativo le mansioni superiori per il periodo indicato nei contratti collettivi o, in mancanza, per almeno sei mesi (in precedenza il termine era di tre mesi). Il riconoscimento della qualifica superiore, però, si applica soltanto nel settore privato in quanto di regola nel pubblico impiego, quando il datore di lavoro è lo Stato o un altro ente pubblico non economico, la promozione a un livello superiore richiede un concorso diretto a valutare i titoli posseduti dai candidati.
esempio Nel settore del commercio un aiuto commesso (che è compreso nel V livello) può essere incaricato di svolgere le mansioni di un commesso alla vendita al pubblico (che è compreso nel IV livello) e, oltre alla retribuzione corrispondente, di regola ha diritto al riconoscimento della qualifica di commesso (cioè al passaggio al IV livello) se svolge le mansioni superiori per almeno sei mesi.
Nullità del patto contrario
È da notare infine che, in base alla legge, è nullo qualunque patto contrario diretto a derogare la normativa in materia di assegnazione delle mansioni al lavoratore. esempio È nullo l’accordo con il quale il lavoratore accetta di essere assegnato a mansioni inferiori al di fuori dei casi previsti dalla legge o rinuncia al trattamento economico corrispondente alle mansioni superiori alle quali viene assegnato.
mutamento di mansioni
mansioni superiori
• retribuzione corrispondente • riconoscimento della qualiåca superiore (se esercizio per almeno sei mesi)
L’orario di lavoro
Orario di lavoro
In che modo viene stabilito l’orario di lavoro? In un rapporto di lavoro subordinato l’orario di lavoro indica il periodo di tempo durante il quale il lavoratore è a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni. In materia esiste una riserva di legge, in quanto la Costituzione dispone che «la durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge» (art. 362 Cost.) e, a sua volta, il codice civile afferma che «la durata giornaliera e settimanale della prestazione di lavoro non può superare i limiti stabiliti dalle leggi speciali» (art. 2107). La previsione di una durata massima dell’attività lavorativa è stabilita da una norma inderogabile dalla volontà delle parti interessate, in quanto è diretta a garantire l’interesse generale alla conservazione della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori, cioè a evitare prestazioni lavorative eccessivamente faticose o usuranti.
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2 Il rapporto di lavoro
Documento Un esempio di CCNL
ilcaso • Un operaio viene assunto con un contratto di lavo ro che prevede un orario di lavoro di cinquantadue ore nelle prime due settimane di ogni mese e di quarantaquattro ore nelle due settimane successive. La durata dell’attività lavorativa supera i limiti massimi set timanali previsti dalla legge?
esempio Un lavoratore deve avere un periodo di riposo dal lavoro, nel corso di una giornata e di una settimana, per potere recuperare le forze psico-fisiche e per dedicarsi alla cura dei suoi interessi personali e familiari.
Attualmente la disciplina dell’orario di lavoro è contenuta nel decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, che ha recepito alcune direttive comunitarie in materia. L’orario di lavoro è stabilito dal datore di lavoro, in relazione alle esigenze dell’impresa, ma deve tenere conto dei limiti stabiliti dalla legge e dai contratti collettivi. esempio Il titolare può decidere di tenere aperto un esercizio commerciale dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 oppure dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18 e di effettuare la chiusura settimanale il giovedì pomeriggio o il lunedì mattina.
Orario di lavoro normale
Quale è l’orario di lavoro normale? In base alla legge l’orario di lavoro normale è di quaranta ore alla settimana, se la contrattazione collettiva non dispone diversamente, intendendo per settimana un periodo di tempo (non necessariamente dal lunedì alla domenica) di sette giorni. I contratti collettivi però possono stabilire una durata minore dell’orario settimanale di lavoro, per concedere ai lavoratori più tempo libero per le esigenze personali e familiari, e possono anche riferirlo alla media delle prestazioni lavorative in un periodo di tempo non superiore a un anno (art. 3 d.lg. cit.).
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Orario di lavoro articolato
Il cosiddetto orario di lavoro articolato consente al datore di lavoro di programmare in modo flessibile la durata della prestazione lavorativa dei propri dipendenti e di adattarla alle esigenze produttive e organizzative dell’impresa. esempio Un imprenditore può suddividere l’orario di lavoro dei propri dipendenti su un periodo di tempo di sedici settimane, prevedendo un orario articolato nel seguente modo: le prime quattro settimane 38 ore di lavoro, le otto settimane centrali 40 ore di lavoro e le ultime quattro settimane 42 ore di lavoro; in questo modo i dipendenti dell’impresa lavorano complessivamente 640 ore in sedici settimane, con una media di 40 ore alla settimana.
Durata massima settimanale
… e la durata massima dell’orario di lavoro? In ogni caso deve essere rispettata la durata massima settimanale dell’orario di lavoro che secondo la legge, se nei contratti collettivi non è stabilita una durata minore, non può superare quarantotto ore alla settimana (compreso anche l’eventuale lavoro straordinario; art. 4 d.lg. cit.). L’orario settimanale va calcolato come media di un periodo di tempo non superiore a quattro mesi, aumentabile dai contratti collettivi fino a dodici mesi per «ragioni obiettive, tecniche o inerenti all’organizzazione del lavoro».
lasoluzione • L’orario di lavoro settimanale non supera la durata massima prevista dalla leg
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ge in quanto è, in media, di 48 ore alla settimana.
Deroghe all’orario di lavoro
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Tuttavia i limiti di lavoro settimanali previsti dalla legge non si applicano ad alcune categorie particolari di lavoratori per i quali, in relazione alla funzione o all’incarico svolto oppure alla natura particolare dell’attività esercitata, non è possibile determinare in anticipo la durata della prestazione lavorativa nel corso di un determinato periodo di tempo. esempio Non sono soggetti ai limiti legali in materia di orario di lavoro i dirigenti, i lavoratori familiari, i lavoratori a domicilio e i telelavoratori, cioè coloro che lavorano utilizzando sistemi di comunicazione a distanza.
Durata massima giornaliera
Riposo giornaliero e settimanale
La legge non stabilisce più in modo esplicito la durata massima giornaliera dell’orario di lavoro, ma tale durata è da intendersi di tredici ore, compreso anche l’eventuale lavoro straordinario, come si desume implicitamente dalle disposizioni relative al periodo di riposo.
Il lavoratore ha diritto a periodi di riposo dall’attività lavorativa? In base alla legge, infatti, un lavoratore ha il diritto a un: • riposo giornaliero che, salvo alcune deroghe eccezionali, deve essere di almeno undici ore consecutive ogni ventiquattro ore (art. 7 d.lg. cit.); • riposo settimanale, che di regola coincide con la domenica, cioè almeno ventiquattro ore consecutive ogni sette giorni (ma il periodo di riposo può essere calcolato anche come media in un periodo non superiore a 14 giorni; art. 9 d.lg. cit., come modificato dalla l. 6 agosto 2008, n. 133). Il riposo settimanale è un riposo retribuito e obbligatorio: il lavoratore che svolge la propria attività lavorativa alla domenica o in un altro giorno festivo ha diritto, oltre a una maggiorazione della retribuzione, a una giornata di riposo compensativo in un altro giorno lavorativo. esempio La cassiera di un supermercato può lavorare dal lunedì al sabato di una settimana, con un giorno di riposo la domenica, oppure dal lunedì di una settimana al venerdì della settimana successiva, con due giorni di riposo consecutivi il sabato e la domenica della seconda settimana.
Pausa lavorativa
Se l’orario giornaliero è superiore a sei ore, inoltre, il lavoratore ha diritto a una pausa di durata non inferiore a 10 minuti, con le modalità e con la durata stabilite nei contratti collettivi, per recuperare le energie psico-fisiche e per l’eventuale consumazione del pasto, nonché per attenuare il lavoro monotono e ripetitivo. esempio Il contratto collettivo può prevedere che la pausa, nel caso di un orario di lavoro di otto ore al giorno, sia collocata dopo quattro ore di lavoro oppure che, nel caso di un orario di lavoro spezzato, coincida con la normale sospensione del lavoro.
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Ferie
Come è disciplinato il diritto alle ferie di un lavoratore? Infine il lavoratore ha diritto alle ferie annuali retribuite nella misura indicata nei contratti collettivi ma, comunque, non inferiore a quattro settimane (art. 10 d.lg. cit.). Il periodo delle ferie è deciso dall’imprenditore, che deve tenere conto delle esigenze dell’impresa e degli interessi del lavoratore, cercando di rispettare il più possibile il principio della continuità delle ferie (art. 2109). In particolare: • un lavoratore ha diritto almeno a due settimane consecutive di ferie nel corso dell’anno in cui è sorto il relativo diritto e le eventuali ferie non godute nel corso di un anno devono essere fruite, di regola, entro diciotto mesi dalla fine dell’anno; • il lavoratore matura il diritto alle ferie in base ai giorni lavorativi in un periodo di dodici mesi e, nel caso di assunzione nel corso dell’anno, ha il diritto entro la fine dell’anno a un numero di giorni di ferie proporzionali ai giorni effettivi di lavoro. esempio Se un operaio viene assunto il 1° aprile e il contratto collettivo prevede un periodo di ferie corrispondente a quello minimo indicato dalla legge (quattro settimane), alla fine dell’anno il lavoratore avrà diritto a tre settimane di ferie, in quanto in ogni mese lavorativo matura un rateo di 1/12 delle ferie e quindi, complessivamente, ha accumulato 9/12 delle ferie.
esempio È vietata la cosiddetta monetizzazione delle ferie, cioè l’accordo con il quale il lavoratore dichiara di rinunciare alle ferie in cambio di un determinato corrispettivo.
All’orario normale di lavoro è collegata la disciplina del lavoro straordinario.
Lavoro straordinario
In quali casi l’attività di un lavoratore costituisce un lavoro straordinario? Il lavoro straordinario è «il lavoro prestato oltre l’orario normale di lavoro» (art. 12 d.lg. cit.) cioè, di regola, oltre la quarantesima ora di lavoro settimanale. Al riguardo è da notare che: • se il contratto collettivo stabilisce un orario di lavoro settimanale inferiore a quaranta ore, le eventuali ore in più fino alla quarantesima ora non sono considerate lavoro straordinario ma lavoro supplementare, che dà diritto a una retribuzione maggiore ma non è soggetto ai limiti previsti dalla legge per il lavoro straordinario; • se viene adottato un orario di lavoro articolato, sono considerate lavoro straordinario soltanto le ore che superano quelle stabilite per un determinato periodo di tempo in base al contratto.
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2 Il rapporto di lavoro
In base alla Costituzione il diritto al riposo settimanale e alle ferie annuali è un diritto irrinunciabile da parte del lavoratore, perché tutela la sua salute fisica e intellettuale, e quindi qualunque accordo contrario è nullo (art. 363 Cost.).
esempio Se il contratto collettivo di categoria prevede 36 ore settimanali e l’impiegato di un’impresa lavora 42 ore alla settimana, 4 ore sono considerate lavoro supplementare e soltanto 2 ore sono considerate lavoro straordinario; se un imprenditore articola l’orario dei lavoratori in 8 settimane a 35 ore e altre 8 settimane a 45 ore, è lavoro straordinario nel primo periodo ogni ora oltre la trentacinquesima e nel secondo periodo ogni ora oltre la quarantacinquesima.
Da un lato il lavoro straordinario può essere vantaggioso sia per il datore di lavoro, in quanto sfrutta le capacità di un lavoratore già formato e inserito nell’impresa, sia per il singolo lavoratore, in quanto gli consente di avere un reddito maggiore. Dall’altro lato, però, il lavoro straordinario può “usurare” in misura eccessiva le capacità psico-fisiche di un lavoratore e, in ogni caso, riduce la creazione di nuovi posti di lavoro a favore di altri lavoratori. Al riguardo, la legge si limita a stabilire che «il ricorso a prestazioni di lavoro straordinario deve essere contenuto» (art. 5 d.lg. cit.), rinviando la regolamentazione dell’istituto alla contrattazione collettiva tra le organizzazioni dei lavoratori e le organizzazioni dei datori di lavoro (contratti nazionali) o i singoli datori di lavoro (contratti integrativi aziendali).
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Limiti del lavoro straordinario
Sono previsti limiti al ricorso al lavoro straordinario? In mancanza di una diversa disposizione contenuta nei contratti collettivi, il lavoro straordinario è consentito soltanto se: • vi è un accordo tra il datore di lavoro e il lavoratore che quindi, se non è stabilito diversamente, può rifiutarsi di svolgere la sua attività oltre l’orario normale di lavoro; • ha una durata non superiore a 250 ore annuali. Questo limite temporale però può essere derogato per esigenze eccezionali di carattere tecnico-produttivo, quando non possono essere soddisfatte con l’assunzione di altri lavoratori, oppure per casi di forza maggiore o per eventi particolari (art. 5 d.lg. cit.). esempio È possibile derogare al limite previsto dalla legge per il ricorso al lavoro straordinario in occasione di mostre, fiere o altre manifestazioni collegate all’attività produttiva.
Come detto, inoltre, i contratti collettivi possono disciplinare in modo diverso la materia, nel senso di prevedere per il lavoratore l’obbligatorietà del lavoro straordinario, quando ricorrano situazioni particolari connesse all’attività dell’impresa, oppure una durata superiore del lavoro straordinario.
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esempio Nel contratto collettivo del turismo può essere previsto l’obbligo di svolgere il lavoro straordinario in alcuni periodi dell’anno (le vacanze natalizie e pasquali, i “ponti” infrasettimanali ecc.) nei quali si concentra la domanda turistica.
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Maggiorazione della retribuzione e riposi compensativi
Quali diritti spettano al lavoratore nel caso di lavoro straordinario? Il lavoratore che svolge un lavoro straordinario ha diritto, con le modalità e nella misura stabilita nei contratti collettivi, a: • una maggiorazione della retribuzione; • riposi compensativi, cioè periodi di astensione dal lavoro in più rispetto a quelli ordinari, in alternativa o in aggiunta alla maggiorazione. esempio In un contratto collettivo nazionale o in un contratto integrativo aziendale può essere prevista una maggiorazione del 15% della retribuzione per ogni ora di lavoro straordinario o può essere riconosciuto un giorno di riposo aggiuntivo per ogni otto ore di lavoro straordinario.
Disposizioni particolari si applicano al lavoro notturno e al lavoro festivo.
Lavoro notturno
In quali casi una prestazione lavorativa è considerata un lavoro notturno? Il lavoro notturno viene definito come un periodo di almeno sette ore consecutive, comprendenti l’intervallo tra la mezzanotte e le cinque di mattino (art. 1 d.lg. 8 aprile 2003, n. 66). Al riguardo, la legge stabilisce: • un sistema di controlli e garanzie sul lavoro notturno (artt. 11 ss. d.lg. cit.) che di regola, salvo che i contratti collettivi non dispongano diversamente, non può superare otto ore di media in ventiquattro ore; • un divieto di essere adibita a svolgere un lavoro notturno per la donna lavoratrice, dal momento dell’accertamento della gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino; • la facoltà di rifiutarsi di svolgere un lavoro notturno, a determinate condizioni, per la madre lavoratrice o per il padre lavoratore (figlio di età inferiore a tre anni o unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a dodici anni) e per la lavoratrice o il lavoratore che abbia a proprio carico una persona disabile. Per lo svolgimento del lavoro notturno il lavoratore ha diritto a una maggiorazione della retribuzione, nella misura stabilita nei contratti collettivi. esempio Il contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici prevede una maggiorazione del 25% della retribuzione per le prime due ore di lavoro straordinario, che aumenta al 35% della retribuzione per le eventuali ore successive.
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Nel caso in cui venga accertata l’inidoneità del lavoratore notturno a svolgere le sue funzioni, a causa delle sue condizioni di salute, il datore di lavoro deve procedere alla
conversione del lavoro notturno in lavoro diurno, con le medesime mansioni o con mansioni equivalenti. È da ricordare, infine, che il lavoro notturno viene considerato un lavoro usurante e, in quanto tale, consente al lavoratore l’accesso anticipato al pensionamento, nei termini e con le modalità previste dalla legge.
Lavoro festivo
notturno
… e un lavoro festivo? Il lavoro festivo è il lavoro svolto la domenica e nelle seguenti festività nazionali, riconosciute dalla legge: • 1° gennaio (Capodanno); • 6 gennaio (Epifania); • lunedì dell’Angelo (lunedì dopo Pasqua); • 25 aprile (anniversario della Liberazione); • 1° maggio (festa del lavoro); • 2 giugno (festa della Repubblica); • 15 agosto (Assunzione della Beata Vergine Maria); • 1° novembre (Ognissanti); • 8 dicembre (Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria); • 25 dicembre (Santo Natale); • 26 dicembre (Santo Stefano). Ai lavoratori che svolgano la loro attività in una festività deve essere corrisposta, oltre alla normale retribuzione, la retribuzione per le ore di lavoro effettivamente prestate più la maggiorazione per il lavoro festivo nella misura indicata nei contratti collettivi.
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festivo
• nelle festività nazionali • diritto alla retribuzione ordinaria e alla maggiorazione della retribuzione per le ore effettivamente lavorate
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Il responsabile dell’ufficio estero di una ditta di abbigliamento, che è stato incaricato dal titolare di sostituire temporaneamente la responsabile dell’ufficio commerciale assente per gravidanza, chiede al titolare dell’impresa il riconoscimento di un livello superiore, ma l’imprenditore si rifiuta di concedere l’inquadramento richiesto. Il dipendente cita in giudizio l’imprenditore, chiedendo al giudice di dichiarare il suo passaggio di livello.
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2 Il rapporto di lavoro
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• almeno sette ore consecutive comprendenti l’intervallo tra mezzanotte e le cinque del mattino • diritto alla maggiorazione della retribuzione
La tesi dell’attore Lo svolgimento delle mansioni aggiuntive, che è avvenuto in seguito a un ordine scritto di servizio dell’imprenditore, ha comportato di fatto lo svolgimento di funzioni dirigenziali da parte del dipendente che quindi ha diritto, avendo svolto le funzioni per oltre sei mesi, all’inquadramento nel livello corrispondente. La tesi del convenuto In base al contratto collettivo del settore, le funzioni di responsabile dell’ufficio estero e dell’ufficio commerciale corrispondono allo stesso livello di inquadramento e quindi il dipendente, non essendo stato incaricato di svolgere mansioni superiori, non ha diritto al passaggio di livello.
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Il contratto di lavoro a termine
ilcaso • Un imprenditore procede all’assunzione a termine di alcuni disoccupati, per sostituire i di pendenti dell’impresa che stanno scioperando per ottenere il rinnovo del contratto di lavoro. Quali effetti producono, dal punto di vista giuridi co, i contratti di lavoro conclusi dall’imprenditore? Un contratto di lavoro subordinato può essere a tempo indeterminato, quando nel contratto non è previsto un termine finale, oppure a tempo determinato. Contratto di lavoro a tempo determinato
In passato, per tutelare l’interesse dei lavoratori alla stabilità del posto di lavoro, il datore di lavoro poteva concludere contratti di lavoro a termine soltanto per specifiche e motivate esigenze aziendali o nei casi indicati in modo tassativo dalla legge (come la sostituzione di altri lavoratori o in settori particolari come il turismo o lo spettacolo). Oggi invece, in attuazione della riforma del mercato del lavoro realizzata con il cosiddetto Jobs Act (d.lg. 15 giugno 2015, n. 81): • il contratto a tempo indeterminato costituisce la «forma comune», in mancanza di una diversa indicazione, di un rapporto di lavoro subordinato; • un imprenditore può assumere i lavoratori anche con un contratto a tempo determinato, cioè con un termine finale.
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Il contratto di lavoro a tempo determinato o a termine è un contratto nel quale le parti stabiliscono il termine finale del contratto, che cessa automaticamente di produrre i suoi effetti con la scadenza del termine, senza necessità di una disdetta.
Forma del contratto a termine
L’apposizione di un termine finale richiede un atto scritto, a meno che non sia un rapporto occasionale di durata non superiore a dodici giorni, e una copia dell’atto deve essere consegnata al lavoratore (entro cinque giorni dall’inizio dell’attività lavorativa). La mancanza della forma scritta produce l’inefficacia del termine finale, con la conseguenza che il contratto di lavoro che è stato concluso tra le parti è considerato a tutti gli effetti un contratto a tempo indeterminato (art. 19 d.lg. cit.). esempio Se un imprenditore assume verbalmente un impiegato con un contratto trimestrale, il lavoratore è assunto a tempo indeterminato.
Divieti di contratti a termine
In base alla legge, i contratti a termine non possono essere stipulati (art. 20 d.lg. cit.): • per la sostituzione di lavoratori in sciopero; • nelle unità produttive che, nei sei mesi precedenti, hanno disposto licenziamenti collettivi o hanno fatto ricorso all’integrazione salariale per lavoratori adibiti alle medesime mansioni; • da imprenditori che non hanno effettuato la valutazione obbligatoria dei rischi. Se non vengono osservati i divieti in esame, il contratto di lavoro si trasforma a tutti gli effetti in un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
lasoluzione • I contratti di assunzione a tempo determinato stipulati dall’imprenditore sono con siderati contratti di lavoro a tempo indeterminato, in quanto sono stati conclusi in violazione del divieto di stipulare contratti a termine per sostituire lavoratori che esercitano il diritto di sciopero. Durata e proroga dei contratti a termine
È possibile prorogare un contratto a termine? In base alla legge, il termine apposto in un contratto di lavoro non può avere una durata superiore a trentasei mesi; è consentita tuttavia la proroga di un contratto a termine, fino a un massimo di cinque volte, a condizione che (art. 211 d.lg. cit.): • il rapporto di lavoro non superi, in ogni caso, la durata massima complessiva di trentasei mesi; • vi sia il consenso del lavoratore. contratto a termine
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proroga
• åno a un massimo di cinque volte • åno alla durata di trentasei mesi • con il consenso del lavoratore
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Lettera di assunzione a tempo determinato Compila il documento proposto con dati a tua scelta Luogo e data ..................................... Egregio signor/Gent.ma signora .................................................. .................................................. Abbiamo il piacere di comunicarLe che, a far data dal ............................., Lei verrà assunto/a alle nostre dipendenze con contratto a termine ai sensi del d.lg. 15 giugno 2015 n. 81.
Durata del contratto
Il contratto scadrà il ...........................................
Inquadramento del lavoratore
In conformità alle disposizioni previste dal vigente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti da aziende del ........................................... e dal Contratto Integrativo Provinciale, per i punti nei quali esso conserva la sua validità, Le verrà assegnata la categoria di ................................., di livello ................................., con l’incarico di svolgere le seguenti mansioni: ................................... (....................................).
Orario e luogo di lavoro
L’orario di lavoro previsto è il seguente: ........................................... Le Sue prestazioni si svolgeranno inizialmente presso la nostra Sede, sita in ..................... ......................, restando comunque inteso che Lei potrà essere assegnato/a, temporaneamente o definitivamente, a qualunque altra delle nostre Sedi, per ragioni tecniche, organizzative e produttive, ai sensi dell’art. 2103 c.c.
Obbligo di riservatezza
Lei assume precisi impegni di attenersi alla più rigorosa riservatezza circa i dati o le notizie che verranno a Sua conoscenza, anche occasionalmente, essendo Lei comunque, tenuto/a ad utilizzare tali dati e notizie non ad altro scopo che a quello per il quale ne sia venuto/a al corrente. In relazione a quanto sopra, il Suo trattamento economico, sul quale verranno operate le ……………………. di legge e di contratto, sarà il seguente:
Trattamento economico
Paga base euro Contingenza euro Assegno supplementare euro Totale euro (per 14 mens.)
........................................... ........................................... ........................................... ...........................................
Inoltre, qualora di competenza, Le verranno corrisposti gli ....................................... per il nucleo familiare. Periodo di prova
Durante il periodo di prova, stabilito in ........................................... giorni, resta reciproco il diritto di risolvere il rapporto di lavoro in qualsiasi momento, senza obbligo di preavviso da ambo le parti.
Rinvio a norme di legge
Per quanto non diversamente disciplinato dal presente contratto, valgono tutte le norme di legge e di contratto che possono applicarsi al presente rapporto di lavoro.
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2 Il rapporto di lavoro
Inizio del contratto
Se, presa visione delle norme di legge e contrattuali richiamate, Lei si trova con noi d’accordo su tutte le condizioni sopra esposte, voglia restituirci copia della presente firmata “per accettazione”, accompagnandola con i documenti personali necessari per l’assunzione. Distinti saluti Firma del datore di lavoro ...........................................
Firma del lavoratore ........................................... per ricevuta e accettazione ...........................................
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Continuazione del rapporto di lavoro
L’eventuale continuazione del rapporto di lavoro dopo la scadenza del termine massimo di durata produce la trasformazione del contratto a termine in un contratto a tempo indeterminato, dalla data del superamento del termine (art. 192 d.lg. cit.).
Periodo di tolleranza
La trasformazione però si verifica soltanto dopo trenta giorni o cinquanta giorni, a seconda che il contratto abbia una durata inferiore o meno a sei mesi, dalla scadenza del termine finale. Durante questo periodo di tolleranza il datore di lavoro deve corrispondere al lavoratore una maggiorazione della retribuzione (nella misura del 20% fino al decimo giorno e del 40% per i giorni successivi; art. 22 d.lg. cit.). esempio Un contratto biennale a tempo determinato, che scade il 31 dicembre di un anno, si trasforma in un contratto a tempo indeterminato soltanto se il lavoratore continua a svolgere la sua attività a favore del datore di lavoro oltre il 20 febbraio dell’anno successivo.
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Limiti quantitativi
La legge stabilisce un limite quantitativo ai contratti a termine disponendo che, salvo una diversa disposizione dei contratti collettivi, il numero complessivo dei lavoratori che possono essere assunti con contratto a tempo determinato dai datori di lavoro che occupano più di cinque dipendenti non può essere superiore al 20% dei lavoratori a tempo indeterminato (art. 23 d.lg. cit.). Il limite in esame, però, non si applica: • nella fase di avvio di nuove imprese e alle imprese start up innovative; • per la sostituzione di lavoratori assenti o per lo svolgimento di attività stagionali; • per l’assunzione di lavoratori di età superiore a 50 anni. L’eventuale violazione del limite previsto dalla legge produce soltanto una sanzione amministrativa a carico del datore di lavoro con esclusione, in questo caso, della trasformazione del contratto a termine in un contratto a tempo indeterminato.
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esempio Di regola un imprenditore con venti dipendenti, compresi anche i lavoratori a tempo parziale e gli apprendisti, può assumere al massimo quattro lavoratori con un contratto a termine.
Rinnovo di contratti a termine
Se il datore di lavoro conclude con lo stesso lavoratore un altro contratto a termine prima di dieci o venti giorni dal contratto precedente (a seconda che il contratto precedente avesse una durata fino a sei mesi oppure uguale o superiore a sei mesi), si produce automaticamente la trasformazione del rapporto di lavoro in un contratto a tempo indeterminato (art. 212 d.lg. cit.). La disposizione in esame però non si applica alle attività stagionali e ad alcuni contratti con finalità particolari (come i contratti con lavoratori iscritti nelle liste di mobilità).
Risoluzione dei contratti a termine
Secondo la giurisprudenza lo scioglimento anticipato di un rapporto di lavoro a termine può avvenire soltanto, in mancanza di una esplicita regolamentazione normativa, per una giusta causa o per un giustificato motivo soggettivo (art. 2119). Se non ricorrono queste condizioni, pertanto, il recesso di una parte prima del termine finale è illegittimo e comporta l’obbligo di risarcimento dei danni. esempio Il datore di lavoro può recedere prima del termine da un contratto di lavoro a tempo determinato se il lavoratore ha commesso un furto in azienda (giusta causa), ma non se sono diminuiti gli ordini della clientela; il lavoratore, a sua volta, può recedere se deve trasferirsi all’estero per motivi familiari (giustificato motivo soggettivo), ma non se ha trovato un altro lavoro retribuito meglio.
Diritto di precedenza
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Quali diritti sono riconosciuti a un lavoratore a termine? Salvo una diversa disposizione contenuta nei contratti collettivi, ai lavoratori a termine viene riconosciuto un diritto di precedenza se, nei dodici mesi successivi alla cessazione del rapporto di lavoro, l’imprenditore procede a nuove assunzioni a tempo indeterminato per le medesime mansioni (art. 24 d.lg. cit.). Il diritto di precedenza si applica soltanto se il lavoratore a tempo determinato: • ha lavorato nell’impresa per un periodo superiore a sei mesi (ma questa condizione non è richiesta per i lavoratori assunti per attività stagionali); • manifesta per iscritto la sua volontà di avvalersi del diritto in esame entro sei mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro.
esempio Un operaio, che è stato assunto a termine da un’impresa meccanica come saldatore con un contratto di diciotto mesi, ha il diritto di precedenza se entro un anno dalla cessazione del rapporto di lavoro viene assunto a tempo indeterminato un altro operaio con mansioni di saldatore, ma non se viene assunto un lavoratore per il reparto verniciatura oppure un impiegato addetto alla contabilità.
Trattamento economico e normativo
Per quanto riguarda il trattamento economico e normativo dei lavoratori a termine, infine, la legge stabilisce un principio di non discriminazione e di proporzionalità. A parità di inquadramento, infatti, un lavoratore a termine ha diritto a un trattamento uguale a quello dei lavoratori della stessa impresa assunti a tempo indeterminato, in quanto non sia incompatibile con la natura del contratto, e in proporzione alla durata dell’attività lavorativa effettivamente prestata (art. 25 d.lg. cit.). esempio Un lavoratore a tempo determinato ha diritto alla stessa retribuzione e anche, in proporzione, alle ferie, alla tredicesima mensilità e agli altri trattamenti aggiuntivi previsti dalla contrattazione collettiva per i lavoratori a tempo indeterminato dello stello livello.
L’impugnazione di un contratto a termine è soggetta a termini rigorosi in quanto deve avvenire, a pena di decadenza, entro centoventi giorni dalla scadenza del contratto e a sua volta il deposito del ricorso deve avvenire, a pena di decadenza, entro centottanta giorni dall’impugnazione (art. 281 d.lg. cit.). Al termine del processo il giudice, in caso di trasformazione del contratto di lavoro a tempo indeterminato in un contratto di lavoro a tempo determinato, condanna il datore di lavoro al pagamento al lavoratore di un’«indennità onnicomprensiva» a titolo di risarcimento (compresa di regola tra un minimo di 2,5 e un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione; art. 282 d.lg. cit.).
Lavoro a termine e dirigenti
È da notare, infine, che la disciplina sui contratti a termine non si applica ai dirigenti, per i quali è consentita la stipulazione di contratti a tempo determinato con una durata non superiore a cinque anni (salvo la facoltà per il dirigente di recedere dal contratto, con un adeguato preavviso, non prima di tre anni; art. 292 d.lg. cit.). a tempo indeterminato
contratto di lavoro a tempo determinato
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senza un termine finale
• con un termine finale • forma scritta essenziale • con durata massima di trentasei mesi • åno a cinque proroghe • principio di non discriminazione
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2 Il rapporto di lavoro
Impugnazione del contratto a termine
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Un lavoratore, che alcuni anni prima era stato assunto come saldatore da un imprenditore con un contratto di lavoro a termine di dodici mesi rinnovato per due volte alla sua scadenza per un uguale periodo di tempo, viene assunto come magazziniere dallo stesso imprenditore con un altro contratto a termine della durata di ventiquattro mesi. Il lavoratore cita in giudizio il titolare dell’impresa e chiede la trasformazione del rapporto di lavoro a termine in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
La tesi dell’attore I contratti di lavoro a termine che sono
stati conclusi dal datore di lavoro con lo stesso lavoratore hanno superato la durata massima complessiva stabilita inderogabilmente dalla legge, con la conseguenza della costituzione automatica tra le parti di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, che il giudice si deve limitare soltanto ad accertare.
La tesi del convenuto I contratti dell’imprenditore con lo stesso lavoratore sono stati conclusi a distanza di tempo e riguardano mansioni differenti e quindi, in base alla legge, alla situazione in esame non si applica la sanzione della conversione del contratto di lavoro a tempo determinato in un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
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Il lavoro femminile e il lavoro minorile
ilcaso • Una laureata in ingegneria informatica risponde a un an nuncio sulla stampa nel quale un’impresa cerca un “programmatore informatico”, ma la società di ricerca del personale l’esclude dalla se lezione comunicandole che la ricerca riguarda soltanto personale di sesso maschile. Il comportamento della società che procede alla selezione è legittimo? Il lavoro femminile e il lavoro minorile sono disciplinati da alcune disposizioni particolari, dirette a tutelare le donne lavoratrici e i lavoratori minorenni in quanto, in considerazione delle loro condizioni personali, sono ritenuti soggetti più deboli.
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Lavoro femminile
Quali sono le caratteristiche del lavoro femminile? Per quanto riguarda le donne, la Costituzione afferma espressamente: • il principio di uguaglianza formale davanti alla legge dell’uomo e della donna «senza distinzione di sesso» (art. 3 Cost.); • il principio di uguaglianza dei diritti della donna lavoratrice e quindi anche il suo diritto di percepire, a parità di mansioni e di attività lavorativa svolta, la medesima retribuzione che viene riconosciuta all’uomo lavoratore (art. 371 Cost.). esempio Un contratto collettivo di lavoro non può prevedere un trattamento retributivo differenziato per un lavoratore e per una lavoratrice appartenenti alla stessa categoria e inquadrati nella medesima qualifica professionale.
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Questi princìpi costituzionali di uguaglianza e parità hanno trovato una prima applicazione significativa soltanto nella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso, con la legge n. 903 del 9 dicembre 1977, intitolata «Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro». In seguito la legge citata è stata integrata e modificata prima con il decreto legislativo 30 maggio 2005, n. 145 e poi con il decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 e successive modificazioni. Parità di trattamento e divieto di discriminazioni
I provvedimenti citati hanno introdotto il divieto di discriminazioni tra uomini e donne, in particolare per quanto riguarda (artt. 27 e ss. d.lg. 11 aprile 2006, n. 198): • l’accesso al lavoro, compresi i criteri di selezione e le condizioni di assunzione; • le iniziative di orientamento, formazione, perfezionamento, aggiornamento e riqualificazione professionale; • la retribuzione, la classificazione professionale, l’attribuzione di qualifiche e mansioni e la progressione della carriera. Tuttavia è stabilito che nei settori della moda, dell’arte e dello spettacolo non costituisce una discriminazione il fatto di condizionare l’assunzione di un lavoratore o di una lavoratrice all’appartenenza a un determinato sesso «quando ciò sia essenziale alla natura del lavoro o della prestazione» (art. 276 d.lg. cit.). esempio Uno stilista può assumere alcuni modelli di sesso maschile per una sfilata di moda per l’uomo e il suo comportamento non costituisce una discriminazione nei confronti delle modelle di sesso femminile.
In caso di inosservanza delle disposizioni in materia di parità di trattamento, da parte di un datore di lavoro privato o pubblico, la persona che è stata discriminata ingiustamente può chiedere al giudice la cessazione del comportamento illegittimo e il risarcimento degli eventuali danni che ha subìto a causa di tale comportamento. esempio È vietato, in quanto discriminatorio, un concorso interno per l’accesso a una qualifica dirigenziale riservato in modo esclusivo ai lavoratori di sesso maschile (o anche, all’opposto, alle lavoratrici di sesso femminile), perché la differenza di genere sessuale non può costituire, di per sé, un valido elemento per determinare la progressione della carriera dei lavoratori.
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lasoluzione • Il comportamento della società di ricerca del personale è illegittimo, in quanto alla selezione devono essere ammessi tutti coloro che, a prescindere dal fatto che siano uomini o donne, possiedono i requisiti professionali richiesti per accedere al posto di lavoro.
Nel corso degli anni Novanta del secolo scorso sono state emanate diverse disposizioni legislative per attuare l’uguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel mondo del lavoro e per favorire l’aumento dell’occupazione femminile che, per un complesso di motivi di carattere economico e sociale, risulta ancora inferiore (soprattutto in alcune aree e in alcuni settori) rispetto all’occupazione maschile.
esempio I finanziamenti a favore dell’imprenditoria femminile comprendono contributi in conto capitale per l’avvio di nuove attività imprenditoriali, per l’acquisto di attività preesistenti, per progetti aziendali innovativi ecc.
Codice delle pari opportunità
In seguito è stato approvato il Codice delle pari opportunità tra uomo e donna (d.lg. 11 aprile 2006, n. 198), che ha coordinato e armonizzato in un testo unico la disciplina in materia di pari opportunità, abrogando e sostituendo le disposizioni precedenti. Negli anni successivi anche il Codice delle pari opportunità è stato oggetto di alcune modificazioni, in attuazione di direttive comunitarie, allo scopo di rafforzare il divieto di discriminazioni su base sessuale e di sanzionarne in modo più efficace le eventuali violazioni da parte dei datori di lavoro (d.lg. 25 gennaio 2010, n. 5).
Consigliere di parità
In particolare è stata potenziata la figura del consigliere di parità, che era stata introdotta verso la metà degli anni Ottanta del secolo scorso (con la legge 19 dicembre 1984, n. 863). Si tratta di un funzionario pubblico che ha l’incarico (a livello nazionale, regionale e provinciale) di promuovere l’occupazione femminile e di controllare l’attuazione effettiva dei princìpi di uguaglianza, pari opportunità e non discriminazione tra donne e uomini nel lavoro. I consiglieri e le consigliere di parità: • devono possedere specifici requisiti professionali indicati dalla legge e sono nominati per quattro anni, rinnovabili una sola volta alla prima scadenza; • nell’esercizio delle loro funzioni sono pubblici ufficiali e, in quanto tali, hanno l’obbligo di segnalare all’autorità giudiziaria le eventuali notizie di reato in materia di lavoro di cui vengano a conoscenza durante la loro attività.
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Azioni positive a favore delle donne lavoratrici
Quali azioni sono previste a favore delle donne lavoratrici? In particolare, allo scopo di promuovere e realizzare interventi a favore delle donne lavoratrici e imprenditrici, sono stati previsti i seguenti incentivi economici: • il finanziamento dei progetti di azioni positive a favore delle donne, presentati da imprese, cooperative, associazioni sindacali o centri di formazione professionale, per eliminare le disuguaglianze di fatto e promuovere l’accesso delle donne al lavoro autonomo e alla formazione imprenditoriale (l. 10 aprile 1991, n. 125, in materia di «Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro»); • il finanziamento di imprese a prevalente partecipazione femminile e l’accesso a finanziamenti agevolati a favore delle donne imprenditrici, erogati dalle banche a tassi vantaggiosi e sovvenzionati dallo Stato, per incentivare la creazione, lo sviluppo e la qualificazione dell’impresa femminile (l. 25 febbraio 1992, n. 215, recante «Azioni positive per l’imprenditoria femminile»).
esempio Costituisce un illecito, in quanto attua un’ingiustificata discriminazione e vìola la riservatezza individuale, il comportamento di un’impresa che, prima di procedere all’assunzione, obblighi le donne a sottoporsi a un test per accertare che non siano in stato di gravidanza.
Tutela delle lavoratrici madri
Come sono tutelate le lavoratrici madri? Una disciplina particolare riguarda le donne che sono, insieme, lavoratrici e madri. La Costituzione riconosce il ruolo sociale e familiare che hanno le donne, affermando che le condizioni di lavoro devono consentire alla donna lavoratrice di svolgere la sua essenziale funzione familiare e devono assicurare un’adeguata protezione alla madre e al bambino (art. 371 Cost., ultima parte). Le norme a tutela delle lavoratrici madri sono contenute nel decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (“Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità”).
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Il testo unico è stato in seguito modificato e integrato da altri provvedimenti e, in particolare, dal decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 80. Le principali garanzie previste dalla legge riguardano: • il divieto di licenziamento; • il congedo di maternità. Divieto di licenziamento
Il divieto di licenziamento di una lavoratrice a causa della gravidanza, che riguarda qualsiasi datore di lavoro privato o pubblico, si applica dall’inizio del periodo di gestazione (cioè dal momento in cui viene accertato lo stato di gravidanza) fino al primo anno di età del bambino (art. 54 d.lg. cit.). È da notare che, in seguito a una modifica introdotta dal decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 5, il divieto in esame si applica anche, fino a un anno dall’ingresso nel minore nel nucleo familiare, nel caso di adozione o affidamento.
Congedo di maternità
Il congedo di maternità consiste nell’obbligo di astensione dal lavoro durante i due mesi precedenti la data presunta del parto (o i tre mesi precedenti, se la lavoratrice è addetta a lavori gravosi o pregiudizievoli) e i tre mesi successivi al parto (artt. 16, 17 d.lg. cit.). Durante questo periodo di interdizione dal lavoro la donna lavoratrice ha: • diritto all’indennità di maternità, uguale all’80% della retribuzione o alla maggiore percentuale prevista nei contratti collettivi; • diritto alla conservazione del posto di lavoro.
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L’obbligo di astensione è diretto a garantire la salute della gestante e del nascituro e a consentire alla madre di prendersi cura del neonato nei primi mesi di vita. È da notare che l’obbligo di astensione dal lavoro copre anche, nel caso di ritardo del parto, il periodo tra la data presunta del parto e il parto effettivo mentre all’opposto, nel caso di anticipo del parto, i giorni di congedo non goduti si sommano a quelli successivi al parto.
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esempio Se la data presunta del parto è il 31 dicembre, il periodo di astensione obbligatoria è compreso tra il 31 ottobre (due mesi prima) e il 31 marzo (tre mesi dopo), ma se il parto avviene in ritardo il 10 gennaio dura di fatto dal 31 ottobre al 10 aprile, in quanto si calcolano comunque tre mesi dopo il parto; se invece il parto è prematuro e avviene in anticipo il 30 novembre, cioè all’ottavo mese di gravidanza, il congedo iniziato il 31 ottobre dura fino al 30 aprile, in quanto il mese non goduto prima del parto viene recuperato dopo il parto.
Congedo di paternità
Riposi giornalieri
In base alla legge il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro può essere usufruito in tutto o in parte anche dal padre lavoratore, in alternativa alla madre lavoratrice, in caso di morte o grave infermità della madre oppure di abbandono o affidamento esclusivo del bambino al padre (cosiddetto congedo di paternità; art. 28 d.lg. cit.). Nel corso del primo anno di vita del figlio, inoltre, la donna lavoratrice ha diritto a un riposo giornaliero, durante il quale può uscire dal luogo di lavoro (cosiddetto permesso per allattamento). Il riposo è di due ore, anche cumulabili, o di un’ora (se l’orario di lavoro giornaliero è inferiore a sei ore) e le ore di riposo sono retribuite e considerate ore lavorative. Negli stessi casi nei quali è previsto il congedo di paternità, i periodi di riposo sono riconosciuti al padre lavoratore, in alternativa alla madre (artt. 39, 40 d.lg. cit.). Inoltre il diritto al riposo giornaliero viene riconosciuto al padre quando la madre non se ne avvale oppure quando non è una lavoratrice dipendente. esempio Un impiegato può utilizzare il riposo giornaliero se la moglie è una casalinga, in quanto è impegnata in attività domestiche che possono distoglierla dalla cura del neonato.
Politiche di conciliazione lavoro-famiglia
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Come si concilia il ruolo dei genitori sul lavoro? Ricordiamo infine che la legge 8 marzo 2000, n. 53 ha introdotto alcune disposizioni, sui congedi parentali riconosciuti ai genitori-lavoratori e sulla flessibilità dell’orario di lavoro, rivolte a favorire la conciliazione tra l’attività lavorativa e gli impegni familiari, che non si applicano soltanto alle madri lavoratrici, ma anche ai padri lavoratori.
In base al testo unico contenuto nel d.lg. 26 marzo 2001, n. 32 ciascun genitore ha diritto di usufruire dei congedi parentali, cioè di astenersi dal lavoro nei primi anni di vita del bambino per potere accudirlo e curarlo. In precedenza, invece, il diritto in esame veniva riconosciuto di regola alla madre (cosiddetta astensione facoltativa dal lavoro) e al padre soltanto in via del tutto eccezionale e, comunque, in alternativa rispetto alla madre. Entrambi i genitori quindi possono fruire del congedo parentale, anche contemporaneamente, e il diritto di ciascun coniuge è indipendente dal diritto dell’altro coniuge. In base alla legge i genitori, anche adottivi o affidatari, hanno il diritto di astenersi dal lavoro, in modo continuativo o frazionato, fino al compimento dell’ottavo anno di età del bambino e nella seguente misura: • sei mesi alla madre lavoratrice, decorrenti dal termine del periodo di congedo obbligatorio per maternità, e sei mesi al padre lavoratore, decorrenti invece dalla nascita del figlio, se i congedi vengono fruiti individualmente, cioè soltanto dalla madre o dal padre (perché, per esempio, l’altro genitore non è un lavoratore dipendente); • dieci mesi complessivamente, se i congedi vengono fruiti cumulativamente, cioè dalla madre e dal padre, oppure nel caso in cui vi sia un solo genitore. Il congedo del padre lavoratore può essere elevato a sette mesi, se viene esercitato per un periodo continuativo o frazionato non inferiore a tre mesi, e di conseguenza quello complessivo può essere aumentato a undici mesi. Di regola la richiesta di congedo parentale deve essere presentata al datore di lavoro con un preavviso di almeno quindi giorni, salvo casi di oggettiva impossibilità.
Congedi per malattia
In caso di malattia del bambino, inoltre, la legge riconosce ai genitori il congedo per malattia. In particolare: • se il bambino ha una età inferiore a tre anni, i genitori hanno il diritto di astenersi dal lavoro alternativamente, cioè la madre o il padre, senza limiti di tempo; • se il bambino ha una età compresa fra tre anni e otto anni, ciascun genitore può fruire alternativamente di cinque giorni di permesso all’anno. Salvo diverse disposizioni contenute nei contratti collettivi, di regola i congedi parentali sono retribuiti soltanto in parte e soltanto per un periodo di tempo limitato, mentre i congedi per malattia dei figli non sono retribuiti. parità della retribuzione
a parità di qualiåca e mansioni
divieto di discriminazioni
parità di trattamento economico e normativo
azioni positive
incentivi economici
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2 Il rapporto di lavoro
Congedi parentali
lavoro femminile
tutela delle lavoratrici madri
Lavoro minorile
• divieto di licenziamento in gravidanza • astensione obbligatoria e facoltativa • congedi per malattia
Quali caratteristiche presenta il lavoro minorile? La Costituzione stabilisce che «La Repubblica tutela il lavoro dei minori con norme speciali», rispetto a quelle previste per gli altri lavoratori, allo scopo di consentire un adeguato sviluppo psico-fisico dei giovani ed evitare che possa essere pregiudicato da attività o modalità lavorative troppo pesanti (art. 373 Cost.).
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Anche ai lavoratori minori d’età inoltre viene riconosciuto il diritto alla parità della retribuzione, a parità di attività lavorativa svolta, rispetto ai lavoratori adulti. esempio Un minorenne assunto da un’impresa di pulizie ha diritto alla stessa retribuzione base, fatti salvi gli scatti di anzianità, che viene corrisposta a un lavoratore maggiorenne con la medesima qualifica e incaricato di svolgere le medesime mansioni.
Bambini e adolescenti
All’interno della categoria dei minorenni si distinguono (l. 17 ottobre 1967, n. 977): • i bambini, che sono coloro che non hanno ancora compiuto quindici anni o, comunque, che non hanno ancora assolto l’obbligo scolastico; • gli adolescenti, che invece sono coloro che hanno compiuto il quindicesimo anno di età e che non sono più soggetti all’obbligo scolastico. Per i bambini la legge stabilisce un divieto di lavoro, nel senso che di regola non possono essere assunti per svolgere un’attività lavorativa. Un minore di quindici anni però può svolgere eccezionalmente alcune attività particolari (artistiche, sportive, pubblicitarie o dello spettacolo) a condizione che, oltre a non impedirgli la regolare frequenza scolastica, non ne pregiudichino l’integrità e lo sviluppo psico-fisico. esempio Un bambino di dieci anni può essere impiegato per girare uno spot pubblicitario oppure un ragazzo di quattordici anni può essere ingaggiato da una società calcistica.
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Gli adolescenti possono svolgere un’attività lavorativa, ma devono avere compiuto l’età minima di ammissione al lavoro e sono soggetti a specifici controlli e divieti.
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Età minima per l’accesso al lavoro
Qual è l’età minima per l’accesso al lavoro? Attualmente, in seguito all’innalzamento dell’obbligo scolastico ad «almeno dieci anni» (l. 27 dicembre 2006, n. 296), cioè di regola dal sesto anno di età fino al sedicesimo anno, l’età minima di accesso al lavoro è di sedici anni.
Apprendistato e diritto-dovere di istruzione e formazione
Un minore, tuttavia, può iniziare a lavorare anche a quindici anni, ma soltanto con la stipulazione di un particolare contratto di apprendistato a carattere formativo, finalizzato all’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione (cosiddetto apprendistato qualificante; l. 4 novembre 2010, n. 183).
Sanzioni
La mancanza dell’età minima richiesta dalla legge produce di diritto la nullità del contratto di lavoro ma il lavoratore conserva in ogni caso il diritto alla retribuzione, in quanto la nullità del contratto di lavoro deriva dalla violazione di norme inderogabili poste a tutela dello stesso lavoratore (art. 21262). esempio È nullo il contratto con il quale una parrucchiera assume come aiutante una ragazza di quattordici anni.
Controlli e divieti
Come detto, inoltre, i minorenni sono sottoposti a specifici controlli e divieti, a tutela della loro salute e della loro integrità dal punto di vista psichico e fisico. In particolare, i minorenni: • possono essere ammessi al lavoro soltanto se sono stati riconosciuti idonei a svolgere un’attività lavorativa in seguito a una visita medica (che deve essere ripetuta almeno una volta all’anno, fino alla maggiore età); • di regola non possono essere adibiti a svolgere lavori pericolosi, faticosi o insalubri oppure lavori notturni. esempio Un minorenne non può essere incaricato di svolgere una mansione lavorativa che lo espone ad agenti chimici dannosi per la salute, in quanto impiega sostanze o prodotti tossici, corrosivi o infiammabili.
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In base alla legge, tuttavia, le norme a tutela dei minori non trovano applicazione nei confronti degli adolescenti addetti a lavori occasionali o di breve durata riguardanti (art. 2 l. cit., come modificato dal d.lg. 4 agosto 1999, n. 977): • servizi domestici familiari; • prestazioni di lavoro nelle imprese familiari (a condizione che non si tratti di un lavoro nocivo, pregiudizievole o pericoloso).
Norme applicabili
È da notare che, per quanto non è disposto diversamente dalle leggi speciali, ai minorenni si applicano le norme generali stabilite per tutti gli altri lavoratori. esempio Un minorenne assunto come lavoratore ha diritto, come qualsiasi altro lavoratore, al riposo settimanale e alle ferie retribuite.
divieto di lavoro (salvo deroghe particolari)
bambini
lavoro minorile
• 16 anni età minima di ammissione al lavoro • visita medica preventiva • divieto di attività pericolose o dannose
adolescenti
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Un negoziante che vende giocattoli assume come commesso un bambino di quattordici anni, ma dopo qualche giorno il contratto di lavoro viene dichiarato nullo perché il bambino non ha l’età minima richiesta dalla legge e, in seguito alla dichiarazione di nullità del contratto, il datore di lavoro si rifiuta di pagare la retribuzione per i giorni di lavoro. I genitori del bambino si rivolgono al giudice e chiedono di condannare il commerciante a pagare al figlio la retribuzione.
La tesi degli attori La nullità del contratto di lavoro non ha
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un’efficacia retroattiva e quindi il contratto di lavoro è da ritenersi pienamente valido ed efficace per il periodo precedente alla dichiarazione di nullità, con il conseguente obbligo del datore di lavoro di retribuire le prestazioni che sono state effettuate dal lavoratore, anche se minorenne.
La tesi del convenuto Un contratto di lavoro concluso con una persona avente un’età inferiore a quella minima prevista dalla legge per l’accesso al lavoro è radicalmente nullo, per violazione di una norma inderogabile prevista a tutela di interessi di carattere collettivo, e quindi non può produrre alcun effetto obbligatorio dal punto di vista giuridico.
I diritti e gli obblighi delle parti
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2 Il rapporto di lavoro
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Dal contratto di lavoro subordinato derivano una serie di diritti e obblighi reciproci, a favore e a carico del lavoratore e del datore di lavoro.
I diritti e gli obblighi del lavoratore ilcaso • Nel contratto di assunzione del custode di una vil la è inserita la seguente clausola: «Per tutta la durata del contratto di lavoro il custode ha il diritto di utilizzare gratui tamente come alloggio il monolocale situato al piano terra della villa oggetto del presente contratto». Come è qualificabile, dal punto di vista giuridico, la conces sione dell’alloggio al custode? Diritto alla retribuzione
Quali diritti ha un lavoratore? Il contratto di lavoro è un contratto a prestazioni corrispettive e a titolo oneroso: pertanto il diritto fondamentale che viene riconosciuto al lavoratore, in cambio della sua attività lavorativa alle dipendenze del datore di lavoro, è costituito dal diritto alla retribuzione. Al riguardo è da rilevare però che, in alcuni casi particolari previsti dalla legge o dai contratti collettivi, il lavoratore ha diritto a una retribuzione anche in mancanza dello svolgimento attuale di una prestazione lavorativa.
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esempio Un lavoratore ha diritto di percepire la retribuzione durante le ferie annuali (cioè durante il periodo di riposo che gli spetta in base al contratto), nel caso di una malattia o di un infortunio, in occasione di un congedo matrimoniale o di un permesso per motivi sindacali e così via.
Funzione della retribuzione
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Misura della retribuzione
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Secondo il primo comma dell’articolo 36 della Costituzione il lavoratore ha diritto di ricevere una retribuzione che deve essere proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato e, in ogni caso, sufficiente per assicurare un’esistenza libera e dignitosa al lavoratore e alla sua famiglia, cioè ai familiari a suo carico. Dalla disposizione costituzionale emerge in modo evidente che la retribuzione non svolge soltanto una funzione economica in senso stretto, come mezzo di sostentamento che consente di soddisfare i bisogni più elementari o primari (il cibo, la casa, gli abiti ecc.), ma anche una funzione sociale in senso più ampio, come reddito che può garantire la libertà e la dignità del lavoratore e dei membri della sua famiglia.
Come viene determinata la retribuzione? La retribuzione spettante a un lavoratore, che viene distinta tradizionalmente in salario (quando si riferisce agli operai) o stipendio (quando riguarda gli impiegati e gli altri dipendenti), deve essere indicata, in relazione alla categoria e alla qualifica del lavoratore, nel contratto individuale di assunzione. Di regola la retribuzione spettante a un lavoratore viene determinata facendo riferimento alla retribuzione prevista, per quella categoria e per quella qualifica, dal contratto collettivo del settore nel quale rientra l’impresa o a cui si riferisce l’attività svolta. La retribuzione stabilita nella contrattazione collettiva conclusa dalle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro, infatti, viene considerata la retribuzione «sufficiente», a norma del primo comma dell’articolo 36 della Costituzione, e non può essere derogata in peggio nei contratti individuali (cosiddetti minimi contrattuali). Il contratto individuale di lavoro, però, può derogare in meglio rispetto alla contrattazione collettiva e prevedere per un lavoratore una retribuzione maggiore rispetto a quella prevista per tutti i lavoratori di quella categoria e con quella qualifica (cosiddetti superminimi contrattuali). esempio Se il contratto collettivo delle aziende industriali del settore tessile prevede una determinata paga base per un operaio del terzo livello (addetto al controllo di qualità e alla misurazione della produzione), l’imprenditore non può corrispondergli un salario inferiore a un operaio inquadrato in quel livello ma, in relazione alle sue abilità professionali o alle sue competenze specifiche, può corrispondergli un salario superiore.
Retribuzione a tempo
In base alla legge, la retribuzione spettante a un lavoratore può essere (art. 2099): • una retribuzione a tempo, che di fatto è la forma più diffusa, quando viene stabilita in proporzione alla durata dell’attività lavorativa (cioè un tanto all’ora, al giorno, alla settimana o al mese) a prescindere dal risultato dell’attività del lavoratore; esempio Un bracciante riceve un salario di 10 euro all’ora per raccogliere i pomodori e un dirigente percepisce uno stipendio di 4.000 euro al mese per gestire il personale.
Retribuzione a cottimo
• una retribuzione a cottimo o a provvigione, quando viene fissata in relazione al
rendimento dell’attività lavorativa (cioè un tanto per ogni unità prodotta o, se l’attività del lavoratore consiste nella promozione e/o nella conclusione di affari per conto del datore di lavoro, un tanto per ogni affare promosso o concluso).
esempio Un tornitore manuale viene pagato 2 euro per ogni pezzo lavorato e un operaio viene pagato 5 euro per ogni paio di scarpe che produce.
Cottimo puro e misto
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Il cottimo a sua volta può essere: • un cottimo puro, quando la retribuzione dipende esclusivamente dalla produttività del lavoratore (e quindi il lavoratore che non produce nulla, per qualsiasi causa, non ha diritto ad alcuna retribuzione); • un cottimo misto, quando la retribuzione è costituita da una parte fissa che viene integrata da un sovrappiù per ogni unità o per ogni affare in più rispetto a un certo quantitativo minimo stabilito nel contratto di lavoro.
esempio Una sarta a domicilio viene pagata 4 euro per ogni riparazione effettuata (cottimo puro) oppure una centralinista di un call center viene pagata 10 euro all’ora più 50 centesimi oltre il decimo contatto in un’ora (cottimo misto).
Confronto tra retribuzione a tempo e a cottimo
Di solito i sindacati tendono a ostacolare o comunque a limitare il ricorso al cottimo, in quanto è ritenuto più “usurante” per il lavoratore (che è spinto a lavorare di più per avere un reddito maggiore) e anche più rischioso. Nella retribuzione a tempo, infatti, il rischio della eventuale impossibilità del lavoro per una causa non imputabile alle parti rimane a carico del datore di lavoro (che deve comunque pagare il salario o lo stipendio al lavoratore), mentre nella retribuzione a cottimo tale rischio passa a carico del lavoratore (che, se non è in grado di produrre, non ha diritto al pagamento del salario o dello stipendio). esempio Se un guasto blocca un macchinario, un lavoratore a tempo ha diritto ugualmente alla retribuzione, mentre un lavoratore a cottimo non producendo nulla non ha diritto alla retribuzione (nel cottimo puro) o alla parte della retribuzione rapportata alla produttività (nel cottimo misto).
Altre forme di retribuzione di fatto meno diffuse, che possono essere concorrenti o aggiuntive rispetto a quelle a tempo o a cottimo, sono: • la partecipazione agli utili, che ricorre quando come corrispettivo della sua prestazione lavorativa al lavoratore viene riconosciuta una quota degli eventuali utili netti dell’impresa; • le prestazioni in natura, che consistono in beni o servizi concessi in modo gratuito o semigratuito a un dipendente (cosiddetti benefici aziendali o fringe benefits). esempio Nel contratto di assunzione di un dirigente straniero da parte di un’impresa italiana sono previsti, oltre alla retribuzione in denaro, l’utilizzazione di un’automobile aziendale, alcuni biglietti aerei per il ritorno a casa durante le festività, una somma per una collaboratrice familiare, la retta per l’asilo dei figli ecc.
lasoluzione • La concessione dell’alloggio gratuito al custode della villa costituisce una pre stazione in natura e, in quanto tale, rappresenta a tutti gli effetti (economici, previdenziali e fiscali) una componente della sua retribuzione, cioè del suo reddito di lavoro dipendente.
Elementi della retribuzione
Quali sono gli elementi della retribuzione? Di regola la retribuzione di un lavoratore dipendente non è costituita soltanto dal salario o stipendio in senso stretto, ma è formata anche dai seguenti elementi (cosiddetta onnicomprensività della retribuzione): • la paga base o minimo contrattuale, che è determinata dai contratti collettivi in relazione alle diverse categorie e qualifiche professionali, e i cosiddetti scatti di anzianità, che sono gli incrementi periodici della retribuzione (di solito biennali o triennali) collegati al numero di anni di lavoro; • l’indennità di contingenza; • le altre maggiorazioni o integrazioni di carattere accessorio, previste dalla legge e dai contratti collettivi (nazionali, di settore e aziendali).
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2 Il rapporto di lavoro
Altre forme di retribuzione
esempio Costituiscono attribuzioni accessorie la tredicesima mensilità e le altre eventuali mensilità aggiuntive, le indennità e i premi (di produzione, di presenza, di rischio, di disagio ecc.), le maggiorazioni per lavoro notturno e così via.
Indennità di contingenza
L’indennità di contingenza era stata introdotta verso la metà degli anni Settanta del secolo scorso per mantenere costante la retribuzione reale dei lavoratori (cioè il potere di acquisto del salario o dello stipendio) attraverso il meccanismo cosiddetto della scala mobile, consistente nell’adeguare in modo automatico la retribuzione nominale all’aumento del costo della vita per effetto dell’inflazione. La scala mobile è stata eliminata nel 1992, con l’accordo sul costo del lavoro tra il Governo e le parti sociali, perché aveva come effetto di aumentare a sua volta il livello generale dei prezzi e di creare ulteriore inflazione (cosiddetta spirale inflazionistica prezzi – salari – prezzi), in quanto le imprese “scaricavano” sui prezzi finali dei beni e servizi l’aumento del costo del lavoro provocato dall’incremento delle retribuzioni nominali.
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Dal 1992 l’adeguamento delle retribuzioni al costo della vita non avviene più in modo automatico, ma può essere ottenuto soltanto in sede di rinnovo dei contratti collettivi di lavoro tra le parti sociali (organizzazioni dei lavoratori e sindacati dei lavoratori) e spesso viene concesso in cambio di un aumento della produttività da parte dei lavoratori o di una riduzione degli oneri sociali a carico dei datori di lavoro. L’indennità di contingenza che viene corrisposta ai lavoratori, pertanto, è ancora quella maturata fino all’inizio degli anni Novanta, anche se in molti contratti collettivi è stata inglobata nella cosiddetta paga base e non è più una “voce” autonoma della retribuzione. Oltre alla retribuzione, al lavoratore sono riconosciuti altri diritti economici (come il diritto alle ferie annuali retribuite, il diritto al riposo settimanale, il diritto alla maggiorazione per il lavoro straordinario o festivo ecc.) e alcuni diritti non patrimoniali (come il diritto al rispetto della sua libertà e della sua dignità, il diritto di potere manifestare liberamente il proprio pensiero, il diritto alla sicurezza e alla salute ecc.). esempio Il lavoratore ha diritto che il datore di lavoro non compia indagini sulla sua vita privata e che ponga in essere tutte le misure adeguate per salvaguardare la sua salute e la sua sicurezza sul posto di lavoro.
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Rinunce e transazioni del lavoratore
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I diritti del lavoratore sono irrinunciabili? In tema di diritti derivanti dal contratto di lavoro subordinato, la legge disciplina in modo particolare le eventuali rinunce o transazioni da parte del lavoratore. Di solito un diritto soggettivo viene riconosciuto dalla legge nell’interesse di una persona determinata e, in quanto tale, è disponibile liberamente da parte del suo titolare che può sempre dichiarare, con un atto unilaterale o in seguito a un accordo con altre persone, di non volere più esercitare il suo diritto. I diritti che sono riconosciuti a un lavoratore dalla legge o dai contratti collettivi però, in considerazione della condizione di inferiorità economica e sociale rispetto al datore di lavoro, sono qualificati espressamente come diritti indisponibili o irrinunciabili. Pertanto sono considerate invalide le eventuali: • rinunce, cioè gli atti unilaterali con i quali il lavoratore dichiara di non volere più esercitare il proprio diritto; • transazioni, cioè gli accordi con i quali il lavoratore e il datore di lavoro prevengono o pongono fine a una lite rinunciando in tutto o in parte alle rispettive pretese. esempio È invalida la rinuncia di un lavoratore alle ferie o la transazione con la quale il lavoratore rinuncia al versamento dei contributi in cambio di una somma di denaro.
L’impugnazione di una rinuncia o di una transazione compiuta da un lavoratore deve essere effettuata, a pena di decadenza, entro sei mesi decorrenti (art. 2113): • dalla conclusione del rapporto di lavoro, se l’atto di disposizione è stato compiuto durante lo svolgimento del rapporto di lavoro; • dal momento in cui è stata compiuta, se l’atto di disposizione è stato compiuto dopo la cessazione del rapporto di lavoro.
lavoratori
Obblighi del lavoratore
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retribuzione
• a tempo • a cottimo • mista • altre forme
altri diritti
• economici • normativi
diritti
Quali sono gli obblighi a carico del lavoratore? Come abbiamo detto, da un contratto di lavoro subordinato derivano anche alcuni obblighi a carico del lavoratore. L’obbligo fondamentale del lavoratore consiste nello svolgimento della prestazione lavorativa, alle dipendenze e sotto la direzione del datore di lavoro. Da questa obbligazione principale derivano altri obblighi, che non hanno un carattere autonomo ma sono accessori o strumentali rispetto all’esatta esecuzione dell’attività lavorativa da parte del lavoratore: • l’obbligo di diligenza; • l’obbligo di fedeltà; l’obbligo di obbedienza; • • l’obbligo di riservatezza.
Obbligo di diligenza
Innanzitutto un lavoratore ha l’obbligo di diligenza in quanto, nello svolgimento della sua prestazione lavorativa, deve osservare la diligenza (cioè l’attenzione, la cura e la precisione) che è richiesta dalla natura dell’attività esercitata e dall’interesse dell’impresa (art. 21041). esempio La diligenza che deve impiegare un contabile incaricato della tenuta della contabilità di un’impresa è diversa da quella di una centralinista incaricata di ricevere le telefonate dei fornitori e dei clienti.
Obbligo di obbedienza
Un lavoratore subordinato ha anche l’obbligo di obbedienza, in quanto deve osservare le disposizioni relative alle modalità di esecuzione della prestazione lavorativa impartite dall’imprenditore oppure dai suoi collaboratori, dai quali il lavoratore dipende sotto il profilo gerarchico all’interno dell’organizzazione dell’impresa (art. 21042). L’obbligo in esame è strettamente connaturato alla nozione stessa di lavoro subordinato, nel quale il prestatore di lavoro svolge la sua attività «sotto la direzione» del datore di lavoro che, quindi, può anche emanare ordini (di carattere direttivo, organizzativo o disciplinare) per regolare lo svolgimento della sua attività lavorativa. esempio Il datore di lavoro può vietare ai dipendenti di fumare all’interno dei locali dell’impresa o può imporre ai dipendenti l’utilizzazione di particolari strumenti di protezione individuale.
Un lavoratore dipendente deve rispettare il divieto di concorrenza, in quanto non può svolgere un’attività concorrente con quella dell’imprenditore, per conto proprio o di terzi, anche al di fuori del suo orario di lavoro (cosiddetto obbligo di fedeltà). esempio Un operaio, che è dipendente di un’impresa specializzata nella manutenzione di impianti di riscaldamento, non può dedicarsi nel tempo libero a un’attività di manutenzione di impianti nello stesso settore.
Obbligo di riservatezza
Infine un lavoratore non può rivelare segreti aziendali, cioè notizie riservate riguardanti l’organizzazione e i metodi di produzione dell’impresa (cosiddetto obbligo di riservatezza; art. 2105). esempio Un dirigente di un’industria farmaceutica non può comunicare a terzi, a titolo oneroso o anche a titolo gratuito, la quantità dei diversi componenti di un farmaco.
È da notare che il divieto di concorrenza in esame, che viene stabilito dalla legge e opera durante lo svolgimento del rapporto di lavoro, è diverso dal patto di non concorrenza [❯ m1 u4] che, come abbiamo visto, può essere previsto dalla volontà dei soggetti interessati e diventa efficace dopo la cessazione del rapporto di lavoro. esempio Nel contratto di lavoro concluso con un tecnico informatico può essere stabilito che, al termine del contratto, il lavoratore non può farsi assumere per cinque anni da imprese concorrenti.
lavoratori
diligenza
cura nell’esercizio dell’attività
obbedienza
osservanza ordini e direttive
fedeltà
divieto di concorrenza
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obblighi
riservatezza
Responsabilità del lavoratore
u Il rapporto di lavoro
Obbligo di fedeltà
segreti aziendali
L’eventuale violazione degli obblighi posti a suo carico da parte di un lavoratore può dare luogo a una: • responsabilità disciplinare, con la conseguente applicazione di una sanzione disciplinare a suo carico da parte del datore di lavoro;
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• responsabilità contrattuale per l’inadempimento della prestazione lavorativa, con la conseguente condanna da parte di un giudice al risarcimento dei danni causati al datore di lavoro dal suo comportamento.
esempio Il titolare di un’impresa di trasporti può applicare un richiamo verbale al dipendente che non osserva i limiti di velocità o che utilizza il cellulare mentre è alla guida di un automezzo e può chiedere il risarcimento dei danni se, con la sua condotta, ha provocato un incidente (violazione dell’obbligo di diligenza); il datore di lavoro può fare un richiamo scritto all’operaio che non rispetta il divieto di fumare nei locali dell’impresa e può pretendere il risarcimento se, con il suo comportamento, ha causato un incendio con danni a cose o a persone (violazione dell’obbligo di obbedienza); l’imprenditore può sospendere il commesso che ha venduto ai clienti i prodotti di un concorrente (violazione dell’obbligo di fedeltà) o ha divulgato alcune informazioni riservate (violazione dell’obbligo di riservatezza) e può ottenere il risarcimento dei danni dal lavoratore se, con la sua condotta, ha causato una perdita di clientela.
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Potere disciplinare del datore di lavoro
Sanzioni disciplinari
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Il potere disciplinare del datore di lavoro ha il proprio fondamento giuridico nel fatto che il lavoratore svolge la sua attività «alle dipendenze» del datore di lavoro e si trova, pertanto, in una situazione di subordinazione gerarchica nei suoi confronti. Per garantire la dignità e la tutela dei lavoratori contro possibili abusi, però, l’esercizio di questo potere è sottoposto dalla legge a precisi limiti e vincoli (art. 2106, art. 7 statuto dei lavoratori).
Quali sono le sanzioni disciplinari a carico del lavoratore? Le sanzioni disciplinari che può applicare il datore di lavoro devono essere indicate in un apposito codice disciplinare, che deve essere portato a conoscenza dei lavoratori «mediante affissione in luogo accessibile a tutti», e devono essere adeguate alla gravità dell’infrazione commessa (cosiddetta proporzionalità della sanzione). Le sanzioni disciplinari previste dalla legge, nell’ordine, sono: • l’ammonizione, che consiste in un semplice richiamo verbale al lavoratore; • la censura, che è costituita da un richiamo scritto del lavoratore; • la multa, cioè il pagamento di una somma di denaro che il datore di lavoro può trattenere direttamente dal salario o dallo stipendio del prestatore di lavoro ma che, in ogni caso, può arrivare al massimo fino a quattro ore della retribuzione spettante al lavoratore; • la sospensione dall’attività lavorativa e dalla retribuzione, che può essere applicata soltanto nel caso di infrazioni più gravi e comunque per un periodo non superiore a dieci giorni. esempio Un imprenditore può richiamare verbalmente un dipendente che si è presentato una volta in ritardo al lavoro, può censurare per iscritto un operaio che non ha osservato l’ordine di spegnere un impianto al termine del lavoro, può applicare una multa a un impiegato che ha utilizzato un’automobile aziendale senza autorizzazione, può sospendere dall’attività e dalla retribuzione un dirigente che ha diffuso notizie riservate riguardo all’attività dell’impresa.
È da notare che in materia disciplinare la legge limita la rilevanza della recidiva, cioè il fatto di avere già commesso in precedenza un’altra violazione degli obblighi connessi al rapporto di lavoro, in quanto dispone che non si può più tenere conto di una sanzione disciplinare dopo due anni dalla sua applicazione. esempio Nell’applicare una sanzione disciplinare a un lavoratore per la mancata osservanza di un ordine di servizio, il datore di lavoro non può considerare particolarmente grave il suo comportamento perché alcuni anni prima il lavoratore era stato già sanzionato per la stessa infrazione.
Procedura disciplinare
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In che modo si svolge la procedura disciplinare? La procedura che deve essere seguita per applicare una sanzione disciplinare è regolata dalla legge, allo scopo di tutelare la dignità del lavoratore. In particolare: • il datore di lavoro deve procedere alla contestazione preventiva dell’addebito al lavoratore, cioè all’indicazione specifica, di solito con un atto scritto, dell’infrazione disciplinare che è stata commessa; • il lavoratore ha il diritto di difesa, consistente nella facoltà di essere sentito oralmente e di presentare memorie scritte facendosi anche assistere, se lo ritiene opportuno, da un rappresentante sindacale.
Al termine del procedimento disciplinare inoltre il lavoratore, se lo ritiene illegittimo, può procedere all’impugnazione del provvedimento disciplinare adottato nei suoi confronti. L’impugnazione può avvenire con un arbitrato extragiudiziale, cioè affidando la decisione a un arbitro scelto di comune accordo con il datore di lavoro, oppure (dopo avere compiuto un tentativo obbligatorio di conciliazione) presentando un ricorso al giudice del lavoro, cioè al Tribunale.
I diritti e gli obblighi del datore di lavoro ilcaso • Un imprenditore, che ha adibito una bacheca alle comunicazioni personali dei dipendenti, vieta di esporre una locandina nella quale vengono indicati gli orari delle funzioni di una confessione religiosa diversa da quella cattolica. Il comportamento del datore di lavoro è legittimo? Diritti del datore di lavoro
Dal contratto di lavoro subordinato derivano alcuni diritti a favore del datore di lavoro, che costituiscono il corrispettivo degli obblighi che la legge e i contratti collettivi impongono al lavoratore. esempio Il datore di lavoro ha il diritto che il lavoratore svolga la sua attività osservando l’attenzione e la cura che sono richieste dalla natura dell’attività esercitata, che rispetti le direttive e gli ordini di servizio, che non svolga un’attività in concorrenza e che non comunichi a terzi notizie riservate.
Oltre ai diritti da un contratto di lavoro derivano anche alcuni obblighi a carico del datore di lavoro, che sono il corrispettivo, a loro volta, dei diritti riconosciuti al lavoratore. In primo luogo il datore di lavoro deve garantire la sicurezza [❯ m4 u4] e la salute dei lavoratori, osservando le norme stabilite dalla legge in materia di prevenzione degli infortuni e di igiene sul lavoro, e deve rispettare la libertà, la dignità e la riservatezza [❯ m4 u4] dei suoi dipendenti.
Tutela della personalità dei lavoratori
In particolare, per tutelare la personalità fisica e morale dei dipendenti, il cosiddetto statuto dei lavoratori stabilisce espressamente (artt. 1 ss. l. 20 maggio 1970, n. 300): • il diritto dei lavoratori di manifestare liberamente il proprio pensiero nel luogo di lavoro, senza distinzione di opinioni politiche o sindacali oppure di fede religiosa;
lasoluzione • Il comportamento del datore di lavoro è illegittimo, in quanto l’imprenditore attua una discriminazione ingiustificata tra i dipendenti, in relazione alla confessione religiosa alla quale appartengono, e non consente di manifestare o propagandare la loro fede.
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2 Il rapporto di lavoro
Obblighi del datore di lavoro
• le forme e modalità della vigilanza sull’attività lavorativa, da parte del datore di lavoro, svolta dai lavoratori;
esempio Il datore di lavoro non può utilizzare guardie giurate per effettuare il controllo o la vigilanza sui lavoratori, ma soltanto per la tutela del patrimonio aziendale, e non può effettuare perquisizioni sui lavoratori o su oggetti in loro possesso.
• il divieto di eseguire accertamenti sull’idoneità fisica e sull’infermità per malattia o per infortunio dei lavoratori, se non attraverso enti o istituti pubblici competenti a svolgere questo tipo di controlli;
esempio Un imprenditore deve avvalersi dei medici del servizio sanitario nazionale per accertare lo stato di salute dei lavoratori in congedo per malattia.
• il divieto di compiere indagini sulle opinioni politiche, religiose e sindacali dei lavo-
ratori, sia ai fini dell’assunzione sia durante lo svolgimento del rapporto di lavoro, e su qualsiasi altro dato “sensibile” non rilevante ai fini della valutazione oggettiva delle loro attitudini lavorative o delle loro capacità professionali.
esempio Un artigiano non può indagare sull’appartenenza dei lavoratori a un partito politico, a una confessione religiosa o a un sindacato, oppure sulle loro preferenze sessuali.
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione Il fatto Il direttore del personale di un supermercato applica una sanzione disciplinare a carico di una dipendente, addetta al banco della gastronomia, che non ha indossato la cuffia, il grembiule e i guanti protettivi obbligatori previsti da un ordine di servizio per garantire l’igiene dei prodotti. La lavoratrice si rivolge al giudice e chiede che venga annullata la sanzione disciplinare a suo carico.
La tesi dell’attrice La sanzione disciplinare è priva di qualsiasi giustificazione, in quan-
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to l’inosservanza dell’ordine di servizio da parte della lavoratrice è avvenuta al termine di una giornata lavorativa, quando all’interno dell’esercizio commerciale non c’erano più clienti, e quindi non ha causato alcun danno all’imprenditore.
La tesi del convenuto Un lavoratore ha l’obbligo di obbedire agli ordini di servizio del datore di lavoro e l’inosservanza delle disposizioni contenute in un ordine di servizio costituisce in ogni caso un illecito disciplinare, a prescindere dal fatto che il comportamento del lavoratore abbia causato o meno un danno al datore di lavoro.
La sospensione e la cessazione del rapporto di lavoro
ilcaso • Il direttore del personale di una clinica privata licenzia con effetto immediato un infermiere, che è affetto da una grave malattia contagiosa e che è tornato al lavoro esibendo un falso certificato medico di guarigione. Il licenziamento del lavoratore è legittimo? Il rapporto di lavoro che è stato costituito tra il datore di lavoro e il lavoratore può essere sospeso per un determinato periodo di tempo o può anche cessare definitivamente.
Sospensione del rapporto di lavoro
In quali casi si verifica la sospensione del lavoro? La sospensione del rapporto di lavoro si produce quando si verificano alcune circostanze previste in modo tassativo dalla legge o dai contratti collettivi. Le cause più frequenti di sospensione del rapporto di lavoro sono: • la malattia; • l’infortunio; • il matrimonio; • la gravidanza. In caso di sospensione del rapporto di lavoro il lavoratore è esonerato dal prestare l’attività lavorativa, ma ha diritto alla conservazione del posto di lavoro e per un certo periodo di tempo, stabilito dalla legge o dai contratti collettivi (cosiddetto periodo di comporto), ha anche diritto a un trattamento economico, a carico del datore di lavoro o di enti previdenziali, corrispondente alla retribuzione o una parte della retribuzione. esempio In caso di malattia o di infortunio sul lavoro un lavoratore ha diritto a un’indennità a carico del datore di lavoro per i primi tre giorni di assenza dal lavoro (cosiddetto periodo di carenza) e a carico dell’INPS o dell’INAIL nei giorni successivi.
Cessazione del rapporto di lavoro
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... e la cessazione del lavoro? In generale, la cessazione del rapporto di lavoro si può verificare per una delle seguenti cause: • la scadenza del termine, se è un contratto di lavoro a tempo determinato;
• il mutuo consenso; • la morte del lavoratore; • il recesso da parte del lavoratore (dimissioni) o del datore di lavoro (licenziamento). Il rapporto di lavoro, inoltre, può cessare per le altre cause previste dalla legge. esempio Producono la cessazione del rapporto di lavoro anche l’impossibilità sopravvenuta della prestazione lavorativa o il mancato rientro del lavoratore dopo la sua reintegrazione nel posto di lavoro in seguito a un licenziamento illegittimo.
All’atto della cessazione per qualsiasi causa del rapporto di lavoro il dipendente ha diritto a un trattamento di fine rapporto o liquidazione, consistente in una somma di denaro commisurata alle retribuzioni percepite (art. 2120 e successive modificazioni). In caso di morte del lavoratore, la liquidazione spetta al coniuge e ai figli nonché, se vivevano a carico del lavoratore, ai familiari più stretti (parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado) indicati dalla legge; in mancanza delle suddette persone la somma spetta ai successori testamentari o, se non vi è un testamento, ai successori legittimi (art. 2122 e sentenza della Corte costituzionale 19 gennaio 1972, n. 8). Se non vi è un accordo tra i soggetti interessati, la ripartizione del trattamento di fine rapporto deve essere effettuata tra gli aventi diritto «secondo il bisogno di ciascuno» ed è nullo qualsiasi accordo, anteriore alla morte del lavoratore, avente come oggetto l’attribuzione o la ripartizione delle somme spettanti in caso di morte.
cessazione del rapporto di lavoro
scadenza del termine
contratto di lavoro a tempo determinato
mutuo consenso
risoluzione consensuale
morte del lavoratore
del lavoratore (dimissioni)
recesso
altre cause previste dalla legge
Scadenza del termine
del datore di lavoro (licenziamento)
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2 Il rapporto di lavoro
Trattamento di fine rapporto
In primo luogo, se nel contratto di lavoro è stato previsto un termine finale, il contratto non produce più i suoi effetti automaticamente con la scadenza del termine, senza necessità di alcuna comunicazione da parte del datore di lavoro o del lavoratore. esempio Se un lavoratore è stato assunto come cameriere in un albergo dal 1° giugno al 31 agosto, il rapporto di lavoro tra il cameriere e l’albergatore è efficace soltanto fino al 31 agosto e cessa di diritto dal 1° settembre.
Mutuo consenso
In secondo luogo, in base alle disposizioni generali in materia di contratti, il rapporto di lavoro può cessare anche in seguito al mutuo consenso, cioè all’accordo successivo con il quale le parti dichiarano di volere risolvere il contratto (art. 13721). esempio Il titolare di un’impresa e un dirigente dichiarano di risolvere, dopo un anno, un contratto di lavoro che era stato concluso per tre anni.
Al riguardo, però, è necessario accertare caso per caso l’esistenza di una reale volontà di entrambi i contraenti di estinguere il rapporto di lavoro, in quanto il consenso da parte del lavoratore potrebbe essere soltanto apparente e l’istituto in esame potrebbe costituire il mezzo per aggirare la disciplina legale in materia di licenziamenti.
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esempio Al momento dell’assunzione il datore di lavoro fa firmare a un’impiegata una dichiarazione senza data, con la quale la lavoratrice dichiara di volere risolvere il contratto di lavoro, per utilizzarla in seguito nel caso di una gravidanza della lavoratrice.
Morte del lavoratore
Il rapporto di lavoro si estingue anche in seguito alla morte del lavoratore perché, come abbiamo visto, la prestazione lavorativa ha un carattere strettamente personale o infungibile e, in quanto tale, non può essere trasferita ad altre persone a causa di morte. Se il datore di lavoro è un imprenditore, invece, di regola la sua morte non produce la cessazione del rapporto di lavoro che, se l’attività dell’impresa prosegue anche dopo il decesso del precedente titolare dell’impresa, continua con il nuovo titolare. Il contratto di lavoro però si risolve anche in seguito alla morte del datore di lavoro, quando non è un imprenditore o quando la sua persona assume un ruolo fondamentale e insostituibile nell’esecuzione della prestazione da parte del lavoratore. esempio Di solito la morte del titolare di uno studio professionale (un avvocato, un notaio, un architetto ecc.) produce la cessazione dei rapporti di lavoro con i dipendenti dello studio; allo stesso modo la morte della persona che doveva essere assistita estingue il rapporto di lavoro con la collaboratrice familiare o con la badante che era stata assunta per la sua assistenza.
Le cause più importanti di cessazione di un rapporto di lavoro sono le dimissioni presentate dal lavoratore e, soprattutto, il licenziamento deciso dal datore di lavoro.
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Il lavoratore può recedere dal contratto di lavoro? Dimissioni
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Le dimissioni sono l’atto con il quale il lavoratore dichiara al datore di lavoro la sua volontà di recedere dal rapporto di lavoro esistente tra loro. esempio Il commesso di un supermercato, che ha vinto un concorso come vigile urbano, comunica le sue dimissioni al direttore dell’esercizio commerciale.
Natura delle dimissioni
Le dimissioni sono un atto unilaterale e recettizio, perché contengono la dichiarazione di volontà di una sola parte (il lavoratore) e sono efficaci soltanto dal momento della comunicazione all’altra parte (il datore di lavoro). Le dimissioni del lavoratore, pertanto, sono revocabili o modificabili fino quando non sono state portate a conoscenza del datore di lavoro ma dopo tale momento, di regola, divengono irrevocabili e immodificabili. Dal punto di vista giuridico le dimissioni costituiscono un diritto potestativo del lavoratore, in quanto gli consentono di estinguere in modo unilaterale il rapporto di lavoro e non richiedono l’accettazione da parte del datore di lavoro: se ricorrono le condizioni previste dalla legge, infatti, il datore di lavoro si trova in una condizione di soggezione e non può opporsi alla cessazione del rapporto di lavoro. esempio Un imprenditore non può impedire giuridicamente le dimissioni di un manager che ha ricevuto una proposta di lavoro da parte di un’impresa concorrente e ha comunicato la sua volontà di recedere dal contratto di lavoro.
La legge disciplina in modo diverso le dimissioni di un lavoratore a seconda che riguardino un contratto di lavoro a tempo indeterminato oppure a tempo determinato, cioè con un termine finale di durata (artt. 2118, 2119).
Dimissioni e contratto a tempo indeterminato
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In che modo possono avvenire le dimissioni in un contratto a tempo indeterminato? In un contratto a tempo indeterminato, il lavoratore può recedere in qualsiasi momento e senza l’obbligo di indicare i motivi del recesso, ma ha l’obbligo di dare un adeguato preavviso al datore di lavoro o, in mancanza, deve pagare un’indennità di mancato preavviso (corrispondente alla retribuzione giornaliera moltiplicata per il numero dei giorni non lavorati). Se ricorre una giusta causa di recesso però, cioè un fatto oggettivo o un comportamento del datore di lavoro così grave da non consentire la continuazione anche soltanto temporanea del rapporto di lavoro, il lavoratore può recedere immediatamente dal contratto e, se la causa del recesso è imputabile al datore di lavoro, ha anche il diritto di ricevere un’indennità sostitutiva del preavviso.
esempio Un’impiegata può dimettersi con effetto immediato, salvo il diritto di ottenere il risarcimento dei danni, in caso di molestie da parte del datore di lavoro.
Le cause che giustificano il recesso del lavoratore devono essere indicate con precisione nella comunicazione delle dimissioni al datore di lavoro che, come abbiamo visto, non possono più essere più ritirate o modificate dal momento stesso in cui vengono portate a conoscenza del datore di lavoro. esempio Costituiscono una giusta causa di recesso dal contratto di lavoro il mancato pagamento della retribuzione, l’omesso versamento dei contributi previdenziali o l’aggressione fisica di un lavoratore.
Dimissioni e contratto a tempo determinato
... e in un contratto a tempo determinato? In un contratto a tempo determinato, invece, il lavoratore può recedere prima della scadenza del termine finale soltanto in presenza di una giusta causa di recesso o, in mancanza, è obbligato al risarcimento dei danni che il datore di lavoro può avere subìto per effetto dell’ingiustificata interruzione anticipata del rapporto di lavoro. esempio Un operaio addetto alla catena di montaggio, che è stato assunto all’inizio dell’anno con un contratto di dodici mesi, non può dimettersi prima della fine dell’anno soltanto perché ha deciso di cambiare lavoro.
È da notare che le dimissioni sono un diritto disponibile da parte del lavoratore, in quanto è ritenuta valida la cosiddetta clausola di stabilità, con la quale il lavoratore si impegna nei confronti del datore di lavoro a non recedere prima di un certo termine dal rapporto di lavoro, che in questo modo viene ad avere una durata minima garantita, e a risarcire i danni nel caso di inosservanza dell’impegno assunto. esempio In un contratto di lavoro con un’azienda agricola può essere inserita una clausola in base alla quale «il lavoratore si impegna a non dimettersi prima che siano trascorsi sei mesi dalla conclusione del contratto».
Forma delle dimissioni
È richiesta una forma particolare per le dimissioni? Di regola le dimissioni da parte di un lavoratore sono un atto a forma libera o non vincolata, nel senso che non richiedono una forma determinata e possono essere comunicate al datore di lavoro anche oralmente e senza alcuna formalità. Secondo l’opinione prevalente, inoltre, le dimissioni di un lavoratore possono essere anche tacite, quando la volontà di recedere dal rapporto di lavoro risulta in modo oggettivo da un comportamento non equivoco dello stesso lavoratore. esempio L’assenza ingiustificata e prolungata del lavoratore, che abbia abbandonato senza motivo e in modo volontario il posto di lavoro, può costituire, in relazione alle circostanze del caso, una manifestazione tacita della volontà di dimettersi dal lavoro.
Il contratto collettivo o individuale di lavoro, però, può prevedere la necessità di una forma determinata per le dimissioni e per la loro comunicazione al datore di lavoro; l’eventuale forma richiesta si considera essenziale e, pertanto, le dimissioni del lavoratore sono nulle se sono date in una forma diversa.
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Clausola di stabilità
esempio Il contratto integrativo aziendale può prevedere l’obbligo, a carico del lavoratore, di dare le dimissioni con un atto scritto e di comunicarle al datore di lavoro con una lettera raccomandata.
Convalida delle dimissioni
Di regola le dimissioni di un lavoratore non sono soggette a controlli particolari. Tuttavia, per contrastare il fenomeno dei licenziamenti mascherati da dimissioni forzate, le dimissioni presentate da una lavoratrice durante la gravidanza o il congedo di maternità (o da una lavoratore durante il congedo di paternità) sono soggette alla convalida della Direzione del lavoro competente per territorio (art. 55 d.lg. 26 marzo 2001, n. 151). Se le dimissioni non vengono convalidate, la lavoratrice o il lavoratore hanno il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro, con le medesime mansioni, e alla retribuzione dal giorno delle dimissioni fino al giorno dell’effettivo reintegro. Una disciplina analoga si applica anche nel caso di dimissioni presentate dal giorno della richiesta delle pubblicazioni matrimoniali fino a un anno dopo la celebrazione del matrimonio (art. 35 d.lg. 11 aprile 2006, n. 198). esempio Al momento dell’assunzione un imprenditore fa firmare a una lavoratrice un foglio di dimissioni, con la data in bianco, che compila nel caso di matrimonio della lavoratrice.
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Invalidità delle dimissioni
Le dimissioni sono un atto giuridico unilaterale di contenuto patrimoniale e, in quanto tali, sono regolate dal rinvio alle norme generali in materia di contratti (art. 1324). Le dimissioni presentate da un lavoratore quindi sono: • nulle, se si verifica la mancanza di un elemento essenziale; • annullabili, se ricorre un vizio della volontà (errore, dolo o violenza) oppure una condizione di incapacità di agire, legale o anche naturale. La dichiarazione dell’invalidità delle dimissioni produce il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro del lavoratore. esempio Sono nulle le dimissioni scritte non firmate dal lavoratore, mentre sono annullabili le dimissioni che un lavoratore ha presentato perché è stato ingannato o minacciato dal datore di lavoro oppure
contratto di lavoro a tempo indeterminato
• per giusta causa e senza obbligo di preavviso • per qualsiasi altro motivo ma con obbligo di preavviso o indennità di mancato preavviso
contratto di lavoro a tempo determinato
• solo per giusta causa e senza obbligo di preavviso • in mancanza di giusta causa con obbligo di risarcimento dei danni
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dimissioni
Il datore di lavoro può recedere dal contratto di lavoro? Come abbiamo detto, la causa più importante e frequente di cessazione di un rapporto di lavoro subordinato è costituita dal licenziamento del lavoratore da parte del datore di lavoro.
4 Licenziamento
Il licenziamento è l’atto con il quale il datore di lavoro dichiara al lavoratore la sua volontà di recedere dal rapporto di lavoro. Anche il licenziamento come le dimissioni è un atto unilaterale recettizio, in quanto contiene la dichiarazione di volontà soltanto del datore di lavoro e non deve essere accettato dal lavoratore, ma diviene efficace dal momento in cui gli viene comunicato.
Licenziamenti individuali e collettivi Approfondimento I licenziamenti collettivi
Evoluzione della normativa sui licenziamenti
Al riguardo è necessario distinguere i licenziamenti individuali, che riguardano uno o più lavoratori considerati singolarmente, dai licenziamenti collettivi o aziendali, che riguardano più lavoratori e vengono effettuati per attuare una riduzione del personale di una impresa. esempio Un imprenditore licenzia alcuni operai che hanno danneggiato un macchinario (licenziamenti individuali) oppure gli impiegati dell’ufficio estero (licenziamento collettivo).
La disciplina dei licenziamenti è cambiata profondamente nel corso del tempo. Nel sistema previsto dal codice civile del 1942 il datore di lavoro e il lavoratore si trovavano, per quanto riguardava l’interruzione del rapporto di lavoro, su un piano di parità formale: entrambi, infatti, potevano recedere in qualsiasi momento dal contratto di lavoro salvo l’obbligo, se non ricorreva una giusta causa, di dare un preavviso all’altra parte o, in mancanza, di pagare un’indennità come risarcimento (art. 2118). Il datore di lavoro, quindi, poteva licenziare un lavoratore senza giustificazione, o come anche si diceva ad nutum (“con un cenno del capo”), e i lavoratori non avevano alcun diritto alla stabilità del posto di lavoro, in quanto potevano essere licenziati in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo. esempio Un lavoratore (o una lavoratrice) poteva essere licenziato per scarso rendimento o per inosservanza delle direttive aziendali, ma anche per la partecipazione a uno sciopero o per una gravidanza.
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A questa posizione di uguaglianza formale, dal punto di vista giuridico, corrispondeva però una condizione di disuguaglianza sostanziale, dal punto di vista sociale ed economico, perché il singolo lavoratore dipende dal datore di lavoro e dalla retribuzione molto più di quanto il datore di lavoro, a sua volta, dipende dal singolo lavoratore e dalla sua prestazione lavorativa. Nei decenni successivi pertanto la disciplina dei licenziamenti individuali è stata modificata più volte, anche per effetto del maggiore “peso” delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, nel senso di riconoscere una maggiore tutela al lavoratore dipendente, come parte più debole del rapporto di lavoro, e di consentire il licenziamento di un lavoratore soltanto nei casi previsti in modo tassativo dalla legge (l. 15 luglio 1966, n. 604; l. 20 maggio 1970, n. 300). Più recentemente, prima con la riforma Fornero (l. 28 giugno 2012, n. 92) e poi con il cosiddetto Jobs Act (l. 10 dicembre 2014, n. 183), la disciplina dei licenziamenti individuali è stata nuovamente modificata allo scopo, da un lato, di garantire ai lavoratori una maggiore tutela economica e, dall’altro lato, di consentire ai datori di lavoro una maggiore flessibilità in uscita dai contratti di lavoro.
disciplina dei licenziamenti
lavoratore
tutela economica
datore di lavoro
flessibilità del lavoro
Di regola il licenziamento di un lavoratore, salvo casi particolari previsti espressamente dalla legge, può avvenire soltanto per giusta causa o per giustificato motivo. esempio Nel contratto di lavoro domestico, con una persona addetta alle pulizie della casa o alla cura di una persona non autosufficiente, il licenziamento del lavoratore o della lavoratrice può avvenire anche senza una giusta causa o senza un giustificato motivo.
Che cosa si intende per giusta causa di licenziamento? Giusta causa
Per giusta causa di licenziamento si intende un evento grave e improvviso che non consente la prosecuzione, anche soltanto temporanea o provvisoria, del rapporto tra il lavoratore e il datore di lavoro. Secondo la giurisprudenza danno luogo a una giusta causa di licenziamento gli inadempimenti di particolare gravità degli obblighi contrattuali da parte del lavoratore e, in generale, i comportamenti tali da fare venire meno il vincolo di fiducia che caratterizza il rapporto con il datore di lavoro in quanto, al di là del danno economico immediato, mettono in dubbio per il futuro l’affidabilità e la correttezza del lavoratore.
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2 Il rapporto di lavoro
Uguaglianza formale e disuguaglianza sostanziale
esempio Costituiscono una giusta causa di licenziamento di un lavoratore la rivelazione di notizie riservate o di segreti aziendali, una grave o ripetuta insubordinazione nei confronti del datore di lavoro o dei suoi superiori, il compimento di atti di violenza fisica o morale (mobbing) verso altri lavoratori, il danneggiamento doloso o il furto di beni aziendali, l’abbandono ingiustificato del posto di lavoro e così via.
Licenziamento “in tronco”
Se ricorre una giusta causa di licenziamento, il datore di lavoro deve effettuare la contestazione scritta dell’infrazione al lavoratore e può procedere immediatamente alla risoluzione del rapporto di lavoro (cosiddetto licenziamento “in tronco”) senza dovere osservare un periodo di preavviso o pagare un’indennità sostitutiva del mancato preavviso.
lasoluzione • Il licenziamento del lavoratore è legittimo, in quanto il suo comportamento costituisce una «giusta causa» di risoluzione immediata e senza preavviso del rapporto di lavoro.
In considerazione della gravità della condotta che viene imputata al lavoratore, la contestazione dell’addebito e l’intimazione del licenziamento per giusta causa devono essere tempestive, tenendo conto comunque della complessità dell’organizzazione aziendale e dei tempi necessari per l’accertamento dei fatti. Un eventuale ritardo eccessivo o ingiustificato, infatti, induce a ritenere che il datore di lavoro abbia considerato il comportamento del lavoratore non così grave da giustificarne il licenziamento immediato.
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esempio Il datore di lavoro può licenziare per giusta causa un operaio se ha provocato un incendio che ha danneggiato l’azienda, ma l’addebito non può essere contestato e il licenziamento non può essere intimato alcuni mesi dopo che è stato compiuto il fatto e che è stata accertata la responsabilità del lavoratore.
... e per giustificato motivo di licenziamento? Giustificato motivo
Il giustificato motivo di licenziamento di un lavoratore può essere soggettivo, quando consiste in un inadempimento degli obblighi contrattuali da parte del lavoratore, o oggettivo, quando è un evento collegato all’attività produttiva o all’organizzazione del lavoro all’interno dell’impresa. Al riguardo è da notare che: • il giustificato motivo soggettivo, in base ai princìpi generali stabiliti in materia di risoluzione del contratto per inadempimento (art. 1455), deve essere un inadempimento notevole o «non di scarsa importanza» in relazione all’interesse del datore di lavoro; • il giustificato motivo oggettivo può consistere sia in situazioni aziendali (collegate all’attività produttiva e all’organizzazione dell’impresa) che producono la soppressione di un posto di lavoro, sia in situazioni personali del lavoratore ma, a differenza del giustificato motivo soggettivo, non imputabili a lui.
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esempio Costituiscono un giustificato motivo soggettivo di licenziamento di un lavoratore le assenze ingiustificate dal lavoro, le ripetute infrazioni disciplinari, un rendimento insufficiente ecc.; costituiscono un giustificato motivo oggettivo di licenziamento, invece, una crisi economica generale, la riduzione della domanda di un prodotto, l’adozione di nuove tecniche di produzione che rendano inutili le specifiche competenze o abilità del lavoratore, la sopravvenuta mancanza dei titoli professionali richiesti dalla legge per svolgere una determinata attività ecc.
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Per quanto riguarda le situazioni aziendali che possono giustificare il licenziamento di un lavoratore, in particolare, il giudice non può entrare nel merito delle scelte operate dall’imprenditore, in quanto la libertà dell’iniziativa economica privata è riconosciuta e garantita dall’articolo 41 della Costituzione. Il giudice, tuttavia, può verificare se i motivi indicati dal datore di lavoro per giustificare il licenziamento del lavoratore sono reali e se sussiste un rapporto di causalità tra i motivi e il licenziamento di un determinato lavoratore. esempio Un giudice non può valutare la convenienza o meno della scelta dell’imprenditore di automatizzare un reparto della linea di produzione, ma può controllare se effettivamente è stata realizzata l’automazione e se il lavoratore o i lavoratori che sono stati licenziati erano addetti al reparto nel quale è stato automatizzato il processo produttivo e non a un altro reparto.
Preavviso e indennità sostitutiva
Se si verifica un giustificato motivo di licenziamento, il datore di lavoro deve (art. 2118): • dare al lavoratore un preavviso (con le modalità e nei termini stabiliti dai contratti collettivi o dagli usi o, in mancanza, secondo equità); • pagare al lavoratore un’indennità sostitutiva, se non rispetta il termine di preavviso, uguale alla retribuzione che gli sarebbe spettata per il periodo di preavviso. esempio Se il contratto collettivo di un settore prevede un preavviso di quindici giorni e un datore di lavoro licenzia un impiegato dandogli un preavviso soltanto di sette giorni, il lavoratore ha diritto a otto giorni di retribuzione a titolo di indennità per il mancato preavviso.
Conversione del licenziamento
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La distinzione tra giusta causa e giustificato motivo soggettivo di licenziamento non si basa sulla diversa natura di un comportamento del lavoratore, ma sulla gravità di un comportamento e delle sue conseguenze. In altri termini, la medesima condotta può costituire una giusta causa di licenziamento nei casi più gravi e un giustificato motivo di licenziamento nei casi meno gravi, ma comunque non così lievi da dare luogo a una semplice sanzione disciplinare. Di fatto in alcuni casi può risultare difficile o discutibile la qualificazione del comportamento imputabile a un lavoratore come una «giusta causa» o come un «giustificato motivo» di licenziamento; il giudice tuttavia, se ritiene insussistente in concreto una giusta causa, può effettuare la conversione di un licenziamento intimato per giusta causa in un licenziamento per giustificato motivo, con il conseguente diritto del lavoratore al preavviso o, in mancanza, al pagamento dell’indennità sostitutiva.
L’eventuale mancanza di una giusta causa o di un giustificato motivo produce l’illegittimità del licenziamento del lavoratore. Diritto di recupero
È da notare infine che, secondo la giurisprudenza, nel caso di licenziamento per esigenze produttive o organizzative il lavoratore ha il cosiddetto diritto di recupero (o repechage), in quanto il licenziamento è legittimo soltanto se il lavoratore divenuto superfluo non può essere impiegato all’interno dell’impresa in altre mansioni.
per giusta causa
• evento grave e improvviso che impedisce la prosecuzione del rapporto di lavoro • senza obbligo di preavviso
licenziamento
Recesso ad nutum
In quali casi è possibile il licenziamento senza una motivazione? Il datore di lavoro, però, può recedere da un contratto di lavoro subordinato senza necessità di motivazione, cioè anche senza una giusta causa o un giustificato motivo di recesso (cosiddetto recesso ad nutum), quando il rapporto di lavoro riguarda alcune categorie particolari di lavoratori: • i dirigenti, in quanto la disciplina prevista dalla legge a tutela dei lavoratori subordinati si applica espressamente soltanto ai lavoratori con la qualifica di operai, quadri e impiegati, a meno che i contratti collettivi o individuali non contengano disposizioni più favorevoli e salvo in ogni caso l’obbligo di comunicazione in forma scritta del licenziamento (art. 4 l. 11 maggio 1990, n. 108); • gli apprendisti, in relazione alla particolare finalità formativa o professionalizzante del contratto di apprendistato; • i lavoratori assunti con un patto di prova, salvo che l’assunzione sia divenuta definitiva o comunque siano decorsi sei mesi dall’inizio della prova; • i lavoratori domestici (come i collaboratori familiari, gli addetti ai servizi domestici, le badanti ecc.), in considerazione del carattere personale e fiduciario del rapporto con il datore di lavoro, e i lavoratori familiari, vale a dire il coniuge e i parenti più stretti del titolare dell’impresa (art. 18 l. 20 maggio 1970, n. 300); • gli sportivi o atleti professionisti (art. 4 l. 23 marzo 1981, n. 91); • i lavoratori che abbiano raggiunto il sessantacinquesimo anno di età e che siano in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi per la pensione di vecchiaia.
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per giustificato motivo
• inosservanza degli obblighi del lavoratore o situazioni aziendali • con obbligo di preavviso o, in mancanza, con indennità sostitutiva
Anche in questi casi però, a meno che non ricorra una giusta causa di licenziamento (che legittima l’interruzione “in tronco” del rapporto di lavoro), il datore di lavoro deve osservare l’obbligo di preavviso nei confronti del lavoratore o, in mancanza, deve pagare al lavoratore l’indennità sostituiva e il licenziamento del lavoratore non deve essere discriminatorio. Inoltre le disposizioni in materia di giusta causa o di giustificato motivo non si applicano nel caso dei licenziamenti collettivi, cioè quando la risoluzione del rapporto di lavoro riguarda i dipendenti in esubero che vengono licenziati per ridurre il personale di un’impresa. esempio Un’azienda procede al licenziamento collettivo di tutti i dipendenti di una sede secondaria, che è stata chiusa nell’ambito di un processo di riorganizzazione aziendale.
A tutela della libertà e della dignità dei lavoratori, la legge stabilisce un divieto di licenziamento discriminatorio e alcuni divieti temporanei di licenziamento.
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Divieto di licenziamento discriminatorio
Esistono casi di divieto di licenziamento? In primo luogo lo Statuto dei diritti dei lavoratori vieta in modo assoluto il licenziamento discriminatorio, cioè effettuato per ragioni politiche, sindacali, religiose, di lingua o di sesso (art. 7 l. 20 maggio 1970, n. 300). esempio È discriminatorio il licenziamento di un lavoratore motivato esclusivamente dalla sua partecipazione ad attività sindacali (come uno sciopero o una manifestazione di protesta) oppure dalla dichiarazione della sua omosessualità.
Divieto temporaneo di licenziamento
In secondo luogo la legge non consente, per un certo periodo di tempo, il licenziamento di lavoratori che si trovano in situazioni particolari, in caso di: • matrimonio, gravidanza e puerperio della donna lavoratrice; • infortunio sul lavoro e malattia professionale; • malattia generica; • richiamo alle armi; • svolgimento di funzioni sindacali o politiche.
Periodo di comporto
Il periodo di tempo durante il quale si applica il divieto di licenziamento del lavoratore è chiamato periodo di comporto ed è determinato dalla legge o, in mancanza, dalla contrattazione collettiva.
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esempio Una donna lavoratrice non può essere licenziata dalla richiesta di pubblicazioni fino a un anno dopo la celebrazione del matrimonio (art. 35 d.lg. 11 aprile 2006, n. 198) e dall’inizio della gravidanza fino al primo anno di vita del bambino (art. 54 d.lg. 26 marzo 2001, n. 151); un lavoratore eletto dirigente o rappresentante sindacale aziendale o componente di una commissione interna non può essere licenziato dal momento dell’elezione e fino a un anno dopo la cessazione dell’incarico (artt. 18, 22 l. 20 maggio 1970, n. 300).
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L’eventuale violazione dei divieti in esame produce la nullità del licenziamento. esempio È nullo il licenziamento di un lavoratore per la sua fede religiosa oppure di una donna in seguito al suo matrimonio.
Comunicazione del licenziamento
Con quali procedure si attua il licenziamento? Il datore di lavoro che vuole procedere alla risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro deve inviare al lavoratore una comunicazione scritta del licenziamento con l’indicazione specifica dei motivi (art. 2 l. 15 luglio 1966, n. 604 come modificato dalla l. 28 giugno 2012, n. 92). L’eventuale inosservanza della forma scritta produce la nullità del licenziamento, mentre l’inosservanza dell’obbligo di motivazione produce l’inefficacia del licenziamento. esempio È giuridicamente nullo o inefficace, rispettivamente, un licenziamento intimato verbalmente o con un atto scritto ma genericamente “per inosservanza di disposizioni disciplinari”, senza alcuna indicazione dei motivi specifici che ne costituiscono la giustificazione.
Impugnazione del licenziamento
Entro 60 giorni dalla comunicazione scritta del licenziamento o dei motivi del licenziamento il lavoratore può presentare, a pena di decadenza, un’impugnazione contro il provvedimento di licenziamento. L’impugnazione, che può essere presentata anche da un rappresentante del lavoratore provvisto di una procura speciale o dal sindacato al quale è iscritto il lavoratore, richiede una forma scritta ma può avvenire con qualsiasi atto scritto, anche stragiudiziale, da cui risulti la volontà del lavoratore di opporsi al licenziamento. esempio L’impugnazione del licenziamento può essere effettuata anche con una semplice lettera, con la quale il lavoratore dichiara di non accettare la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro decisa dal datore di lavoro.
Deposito del ricorso
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L’impugnazione deve essere seguita dal deposito del ricorso contro il licenziamento presso la cancelleria del Tribunale, in funzione del giudice del
lavoro; di regola il deposito deve avvenire, sempre a pena di decadenza, entro 180 giorni dalla impugnazione del licenziamento (art. 6 l. 15 luglio 1966, n. 604 e successive modificazioni, come modificato dalla l. 4 novembre 2010, n. 183 e dalla l. 28 giugno 2012, n. 92). Nel giudizio di impugnazione l’onere della prova dell’esistenza di una giusta causa o di un giustificato motivo del licenziamento è a carico del datore di lavoro (art. 5 l. 15 luglio 1966, n. 604): in altri termini non è il lavoratore che deve provare che il licenziamento è illegittimo, ma è il datore di lavoro che deve dimostrare che il licenziamento è legittimo, in quanto ricorre uno dei presupposti indicati dalla legge. esempio Nel processo avente come oggetto il licenziamento di un lavoratore, accusato di avere danneggiato dolosamente un impianto aziendale, il lavoratore non deve dimostrare la non intenzionalità del danneggiamento, perché è il datore di lavoro che ha l’onere di dimostrare che il danneggiamento è stato volontario.
Al termine del processo il giudice può accertare che il licenziamento è valido, nel quale caso dichiarerà che si è verificata la risoluzione del rapporto di lavoro, oppure che è nullo, illegittimo o inefficace.
Ambito di applicazione
In particolare il contratto a tutele crescenti, che si applica ai lavoratori assunti con la qualifica di operai, impiegati o quadri (con esclusione, quindi, dei dirigenti), riguarda (art. 1 d.lg. cit.): • i nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato; • le trasformazioni di un contratto da tempo determinato a tempo indeterminato; • le conferme di apprendisti al termine del periodo di apprendistato, con prosecuzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Le nuove disposizioni sui licenziamenti individuali, inoltre, si applicano ai contratti di lavoro a tempo indeterminato conclusi prima dell’entrata in vigore del decreto attuativo nelle imprese che, in seguito a nuove assunzioni a tempo indeterminato, raggiungono la soglia prevista dall’art. 18 dello statuto dei lavoratori (cioè superano i 15 dipendenti).
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2 Il rapporto di lavoro
Contratto di lavoro a tutele crescenti
Quali norme hanno modificato la disciplina del licenziamento? La disciplina dei licenziamenti è stata profondamente modificata dal Jobs Act (l. 10 dicembre 2014, n. 183), che ha introdotto la figura del contratto di lavoro a tutele crescenti (d.lg. 4 marzo 2015, n. 23). La nuova disciplina riguarda i contratti a tempo indeterminato conclusi dopo l’entrata in vigore del decreto attuativo, cioè dopo il 7 marzo 2015, mentre i contratti conclusi prima di questa data continuano a essere disciplinati dalla normativa precedente. È da notare che, a differenza del sistema precedente (che prevedeva una disciplina diversa a seconda del numero dei lavoratori di un’impresa), le nuove regole si applicano a tutte le imprese, indipendentemente dal numero dei dipendenti.
esempio Se un imprenditore prima dell’entrata in vigore del decreto sul contratto di lavoro a tutele crescenti aveva 10 dipendenti a tempo indeterminato e assume altri 10 dipendenti a tempo indeterminato, la nuova disciplina del contratto a tutele crescenti si applica a tutti lavoratori dell’impresa.
Licenziamento nullo
Che cosa succede se un licenziamento è nullo? In base alla legge, il licenziamento di un lavoratore è nullo quando è: • discriminatorio; • in violazione di un divieto temporaneo di licenziamento; • intimato in forma orale; • provocato da un motivo illecito. esempio È nullo il licenziamento di un lavoratore per la sua iscrizione a un partito politico o di una lavoratrice in stato di gravidanza, così come è nullo il licenziamento che non è stato comunicato per iscritto a un lavoratore o come forma di ricatto sessuale nei confronti di una lavoratrice.
Se accerta che un licenziamento è nullo, il giudice deve (art. 2 d.lg. cit.): • ordinare al datore di lavoro la reintegrazione del lavoratore, indipendentemente dalla motivazione formale che è stata indicata;
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Contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato Compila il documento proposto con dati a tua scelta
I sottoscritti ........................ [Datore di lavoro], in persona del legale rappresentante signor ........................, nato a ........................, il ........../........../........, con sede legale in ........................, via ........................, n. ...., C.F. e partita IVA ........................ e ........................ [Lavoratore], nato a ........................, il ..../..../........, residente in ........................, via ........................, n. ...., C.F. ........................
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CONVENGONO
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Oggetto, mansioni, inquadramento
1. Sig. ........................ [Lavoratore] è assunto da ........................ [Datore di lavoro] con assegnazione delle seguenti mansioni: ......................................, da intendersi comprensive delle mansioni connesse ed equivalenti con inquadramento nel livello ........................ del CCNL .......................... L’assunzione decorre dal .... /.... /.........
Patto di prova
2. L’assunzione è subordinata al positivo superamento di un periodo di prova di ........................ giorni lavorativi durante il quale ciascuna delle parti sarà libera di recedere dal contratto senza obbligo di preavviso.
Patto di stabilità
3. Le parti si impegnano in ogni caso a consentire l’esperimento oggetto del presente patto per un periodo minimo di ........................ giorni lavorativi. Dalla scadenza di tale termine e fino allo spirare del periodo di prova le parti possono esercitare la facoltà di recesso senza obbligo di preavviso e motivazione.
Luogo e orario di lavoro
4.1 Il Lavoratore è assegnato allo stabilimento del Datore di lavoro sito a ………………………. in via ..................................., n. ....; resta inteso che l’attività lavorativa potrà essere svolta temporaneamente anche in luoghi diversi da quello di assunzione, previa comunicazione al Lavoratore entro .......................... giorni lavorativi. 4.2 L’orario di lavoro è quello normalmente praticato in Azienda. Resta inteso che l’orario aziendale potrà essere modificato per esigenze organizzative, previa comunicazione al Lavoratore entro .......................... giorni lavorativi.
Trattamento economico
5.1 Il trattamento economico è pari ad euro ........................ (stabilito in ragione della qualifica e della categoria di appartenenza dal CCNL richiamato al punto 1). 5.2 La retribuzione indicata sarà corrisposta per ........................ mensilità.
Regolamento disciplinare
6.1 Il Lavoratore con la sottoscrizione del presente contratto dichiara di essere a conoscenza delle norme relative alle infrazioni disciplinari, alle procedure di contestazione, alle sanzioni contenute nel codice civile, nella l. n. 300/1970 e nel CCNL richiamato al punto 1 del quale dichiara di prendere visione in estratto, unitamente alle norme disciplinari e al regolamento aziendale in allegato. 6.2. Il Lavoratore si impegna ad attenersi al regolamento aziendale, come pure alle disposizioni interne e agli usi adottati in Azienda. Gli usi aziendali si intenderanno conosciuti e accettati qualora il Lavoratore non abbia avanzato eccezioni per iscritto entro lo scadere del periodo di prova.
Sicurezza
7. Il Datore di lavoro dichiara di applicare tutte le norme in vigore in materia di sicurezza sul lavoro e in particolare la disciplina di cui al d.lg. n. 81 /2008 (TU sicurezza) e successive modificazioni. Il Lavoratore si impegna a uniformarsi alle relative prescrizioni e a rendere note eventuali situazioni anormali che dovesse riscontrare in occasione dell’esercizio dell’attività lavorativa.
8. Il Datore di lavoro dà atto che con l’assunzione il Lavoratore verrà iscritto nel Libro unico del lavoro tenuto ai sensi della l. n. 133/2008.
Privacy
9. Il Datore di lavoro dichiara che i dati relativi alla persona del Lavoratore e, se del caso, dei suoi familiari saranno trattati ai sensi della normativa vigente ai soli fini della gestione del rapporto di lavoro da intendersi in modo generale e con l’inclusione anche dei rapporti con enti previdenziali, assistenziali e con l’amministrazione finanziaria.
Riservatezza e obbligo di fedeltà
10.1 Con la stipulazione del presente contratto il Lavoratore si impegna a seguire le più rigorose norme di riservatezza circa dati e notizie di cui potrà venire a conoscenza in dipendenza, o anche solo in occasione, dell’esecuzione dell’attività lavorativa. Il Lavoratore si impegna a utilizzare tali dati e notizie nei limiti dello scopo per cui sono conferiti. 10.2 È fatto divieto al Lavoratore di utilizzare in qualsiasi modo o tempo, sotto qualsiasi forma e titolo, direttamente o per interposta persona, le informazioni acquisite, sia durante il rapporto, sia successivamente. 10.3 Durante il rapporto di lavoro è fatto divieto al Lavoratore di trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con il Datore di lavoro secondo quanto previsto dall’art. 2105 c.c.
Previdenza complementare e TFR
11. Ai fini della destinazione del trattamento di fine rapporto (TFR), si allega l’informativa a norma dell’articolo 8, comma 8, del d.lg. n. 252/2005 con relativa modulistica.
Clausola finale
12. Per quanto qui non espressamente previsto, il presente rapporto sarà regolato dal CCNL applicato e richiamato al punto 1 del presente accordo e dalle norme di legge in materia di lavoro e previdenza a esso applicabili.
Luogo e data ................................
Firma del Datore di lavoro ......................................... Firma del Lavoratore .........................................
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2 Il rapporto di lavoro
Registrazioni obbligatorie
– Informativa sintetica sulle condizioni applicabili al rapporto di lavoro – Informativa relativa al trattamento dei dati personali – Copia del regolamento disciplinare aziendale Allegati
Previdenza complementare e TFR – Informativa generale – Dichiarazione di attestazione scelta – Modulo TFR
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• condannare il datore di lavoro al pagamento di un’indennità a titolo di risarcimento dei danni, commisurata all’ultima retribuzione dalla data del licenziamento sino alla data dell’effettiva reintegrazione e comunque non inferiore a cinque mensilità (dedotto quanto percepito per lo svolgimento di altre attività lavorative), e al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.
Tuttavia il lavoratore, fermo restando il diritto al risarcimento dei danni, entro trenta giorni dalla comunicazione della reintegrazione o dall’ordine di riprendere il lavoro può rinunciare alla reintegrazione nel posto di lavoro e chiedere un’indennità sostitutiva, non soggetta a contributi, pari a quindici mensilità. esempio Una lavoratrice che è stata licenziata dal datore di lavoro perché ha avuto un figlio può decidere di chiedere il pagamento dell’indennità sostitutiva per fare la casalinga o per iniziare un’attività di lavoro autonomo.
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Licenziamento illegittimo
... e se il licenziamento è illegittimo? In seguito alla riforma il giudice, se accerta l’illegittimità del licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo di un lavoratore con un contratto a tutele crescenti, provvede a (art. 31 d.lg. cit.): • dichiarare l’estinzione del rapporto di lavoro, dalla data del licenziamento; • condannare il datore di lavoro al pagamento di una indennità risarcitoria, non assoggettata a contribuzione, uguale a due mensilità dell’ultima retribuzione per ogni anno di servizio e comunque in misura non inferiore a quattro mensilità e non superiore a ventiquattro mensilità. esempio Un lavoratore con un’anzianità di servizio di cinque anni avrà diritto a un’indennità uguale a dieci mensilità dell’ultima retribuzione di fatto, cioè della retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto.
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Se però accerta che il licenziamento disciplinare di un lavoratore regolato da un contratto a tutele crescenti è illegittimo per mancanza di una giusta causa o di un giustificato motivo soggettivo, in quanto il fatto materiale contestato al lavoratore è insussistente, il giudice procede a (art. 32 d.lg. cit.): • dichiarare l’annullamento del licenziamento; • condannare il datore di lavoro alla reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro e al pagamento di un’indennità risarcitoria, corrispondente alla retribuzione dal giorno del licenziamento fino a quello dell’effettiva reintegrazione del lavoratore (dedotto quanto il lavoratore ha percepito o avrebbe potuto percepire per lo svolgimento di altre attività lavorative), oltre al versamento dei contributi, e comunque in misura non superiore a dodici mensilità.
Licenziamento inefficace
... e se il licenziamento è inefficace? Se il licenziamento di un lavoratore disciplinato da un contratto a tutele crescenti è inefficace, invece, in quanto presenta vizi formali (mancata comunicazione dei motivi del licenziamento) o procedurali (inosservanza della procedura disciplinare), il giudice deve (art. 4 d.lg. cit.): • dichiarare la risoluzione del rapporto di lavoro dalla data del licenziamento; • condannare il datore di lavoro al pagamento di un’indennità risarcitoria, non assoggettata a contribuzione, uguale a una mensilità dell’ultima retribuzione per ogni anno di servizio e comunque in misura non inferiore a due mensilità e non superiore a dodici mensilità. In ogni caso, qualora ne vengano accertati i presupposti, è fatta salva l’applicazione delle tutele per i licenziamenti nulli o illegittimi.
Revoca del licenziamento
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Quando è possibile la revoca del licenziamento? ll datore di lavoro, però, può sempre evitare le sanzioni a suo carico nel caso di licenziamento illegittimo o inefficace e procedere, entro quindici giorni dalla comunicazione dell’impugnazione del licenziamento da parte del lavoratore, alla revoca del licenziamento: la revoca produce il ripristino del rapporto di lavoro, senza alcuna soluzione di continuità e senza applicazione di alcuna sanzione (art. 5 d.lg. cit.).
esempio Il datore di lavoro può decidere di revocare il licenziamento di un commesso addetto alle vendite per evitare i costi del processo e le eventuali sanzioni per il licenziamento.
Offerta di conciliazione
Accettazione dell’assegno
Che cos’è l’offerta di conciliazione? La riforma inoltre ha introdotto una conciliazione facoltativa, che può svolgersi davanti alla commissione di conciliazione o in sede sindacale (art. 6 d.lg. cit.). In base alla nuova disciplina il datore di lavoro può offrire al lavoratore, entro i termini di impugnazione del licenziamento, una somma di denaro di ammontare pari a una mensilità dell’ultima retribuzione per ogni anno di servizio e, comunque, in misura non inferiore a due mensilità e non superiore a 18 mensilità. La somma non costituisce reddito imponibile, cioè è esente non solo da contributi ma anche da imposte, e deve essere offerta al lavoratore mediante la consegna di un assegno circolare. L’accettazione dell’assegno da parte del lavoratore comporta: • l’estinzione del rapporto di lavoro alla data del licenziamento; • la rinuncia all’impugnazione del licenziamento. In sede di conciliazione può essere concordato il pagamento di altre somme di denaro, soggette al regime fiscale ordinario, a chiusura di ogni altra pendenza tra le parti derivante dal rapporto di lavoro.
Ci sono tutele particolari per le piccole imprese? Infine per salvaguardare le piccole imprese, evitando oneri economici eccessivi a loro carico, è previsto espressamente che per le imprese fino a quindici dipendenti (art. 9 d.lg. cit.): • non si applicano le disposizioni sul licenziamento disciplinare, cioè è sempre esclusa la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro; • l’indennità per il licenziamento illegittimo e la somma di denaro per l’eventuale conciliazione sono dimezzate e, in ogni caso, non possono mai superare sei mensilità.
Come sono disciplinati i licenziamenti per i contratti di lavoro precedenti alla riforma? Come detto, la disciplina che abbiamo esaminato si applica ai contratti a tempo indeterminato conclusi dopo l’entrata in vigore del decreto che ha introdotto il contratto di lavoro a tutele crescenti; i contratti conclusi prima dell’entrata in vigore, invece, continuano a essere regolati dalla disciplina precedente. La disciplina in esame è sostanzialmente analoga per i licenziamenti nulli, mentre prevede significative differenze per i licenziamenti illegittimi e inefficaci in quanto i datori di lavoro vengono distinti in (l. 20 maggio 1970, n. 300): • datori di lavoro che occupano alle loro dipendenze fino a quindici lavoratori (o cinque lavoratori se si tratta di imprenditori agricoli) nella stessa unità produttiva o nello stesso Comune o, in ogni caso, fino a sessanta lavoratori complessivamente; • datori di lavoro che occupano alle loro dipendenze più di quindici lavoratori (o cinque lavoratori se si tratta di imprenditori agricoli) nella stessa unità produttiva o nello stesso Comune o, in La tutela per le piccole imprese serve a non ogni caso, più di sessanta lavoratori complessivamente. gravarle di eccessivi oneri economici Datori di lavoro fino a quindici dipendenti
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2 Il rapporto di lavoro
Piccole imprese
Nel caso di un licenziamento illegittimo o inefficace, i datori di lavoro che occupano fino a quindici dipendenti possono scegliere tra: • effettuare la riassunzione del lavoratore e provvedere al risarcimento dei danni; • dichiarare la risoluzione del rapporto di lavoro e provvedere al pagamento di un’indennità sostitutiva (cosiddetta tutela obbligatoria del rapporto di lavoro; art. 8 l. 15 luglio 1966, n. 604, modificato dalla l. 11 maggio 1990, n. 108). La misura dell’indennità sostitutiva deve essere determinata dal giudice, nella stessa sentenza con la quale dichiara illegittimo o inefficace il licenziamento, tra due mensilità e mezzo dell’ultima retribuzione e sei mensilità (aumentabili fino a dieci o quattordici mensilità in relazione all’anzianità di servizio del lavoratore).
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Datori di lavoro con più di quindici dipendenti
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Licenziamento disciplinare illegittimo
La disciplina applicabile ai datori di lavoro con più di quindici dipendenti, che in precedenza prevedeva in ogni caso l’immediata reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro (cosiddetta tutela reale del rapporto di lavoro; art. 18 l. 20 maggio 1970, n. 300), è stata modificata profondamente dalla riforma Fornero (l. 28 giugno 2012, n. 92). In seguito alla riforma, che ha lo scopo di consentire alle imprese una maggiore flessibilità del lavoro, è necessario distinguere il licenziamento disciplinare (per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo) dal licenziamento economico (per giustificato motivo oggettivo).
Che cosa differenzia un licenziamento disciplinare da un licenziamento economico? Se un licenziamento disciplinare è illegittimo per mancanza di una giusta causa o di un giustificato motivo, perché il fatto contestato è insussistente o è punibile, in base ai contratti collettivi o ai codici disciplinari, con una semplice sanzione disciplinare (come una multa o la sospensione temporanea della prestazione lavorativa e della retribuzione), il giudice deve: • dichiarare l’annullamento del licenziamento; • condannare il datore di lavoro alla reintegrazione nel posto di lavoro e al pagamento di un’indennità, corrispondente alla retribuzione dal giorno del licenziamento fino a quello dell’effettiva reintegrazione (dedotto quanto il lavoratore ha percepito o avrebbe potuto percepire per lo svolgimento di altre attività lavorative) e comunque in misura non superiore a dodici mensilità dell’ultima retribuzione, oltre al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. L’eventuale mancata ripresa del servizio da parte del lavoratore, entro trenta giorni dall’invito del datore di lavoro, produce la risoluzione del rapporto di lavoro (a meno che il lavoratore non abbia richiesto l’indennità sostitutiva della reintegrazione).
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Se un licenziamento disciplinare è illegittimo per altre cause, invece, il giudice deve: • dichiarare la risoluzione del rapporto di lavoro dalla data del licenziamento del lavoratore; • condannare il datore di lavoro al pagamento di un’indennità «onnicomprensiva» determinata, con indicazione specifica dei motivi, tra un minimo di dodici mensilità e un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione complessiva. esempio Nel determinare l’ammontare dell’indennità il giudice deve tenere conto dell’anzianità del lavoratore, del numero dei dipendenti e delle dimensioni dell’attività economica del datore di lavoro, del comportamento e delle condizioni delle parti.
Licenziamento economico illegittimo
Se un licenziamento economico è illegittimo per mancanza di un giustificato motivo oggettivo, invece, il giudice può scegliere tra: • dichiarare la risoluzione del rapporto di lavoro e condannare il datore di lavoro al pagamento di un’indennità compresa tra un minimo di dodici mensilità e un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione; • ordinare la reintegrazione nel posto di lavoro del lavoratore, se accerta la «manifesta infondatezza» del motivo oggettivo che giustifica il licenziamento, e condannare il datore di lavoro al pagamento di un’indennità risarcitoria, dal giorno del licenziamento fino a quello dell’effettiva reintegrazione, fino a un massimo di dodici mensilità della retribuzione. Il giudice, però, deve ordinare in ogni caso la reintegrazione del lavoratore e il pagamento dell’indennità quando accerta che il licenziamento è dovuto all’inidoneità fisica o psichica del lavoratore oppure che è stato intimato in violazione delle regole che garantiscono la conservazione del posto di lavoro in caso di infortunio, malattia, gravidanza e puerperio.
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Licenziamento inefficace
... e dal licenziamento inefficace? Se infine un licenziamento è inefficace per mancata comunicazione dei motivi oppure per violazione della procedura disciplinare prevista dalla legge, il giudice deve: • dichiarare la risoluzione del rapporto di lavoro dalla data del licenziamento; • condannare il datore di lavoro al pagamento di un’indennità «onnicomprensiva» determinata, anche in questo caso con indicazione specifica dei motivi, tra un minimo di sei mensilità e un massimo di dodici mensilità della retribuzione (in base alla gravità della violazione formale o procedurale compiuta dal datore di lavoro). Tuttavia se, in base a una domanda del lavoratore, il giudice accerta anche l’esistenza di un difetto di giustificazione del licenziamento (cioè la mancanza di una giusta causa o di un giustificato motivo), si applica la normativa sui licenziamenti illegittimi.
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Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Il direttore di una scuola privata licenzia, in seguito a un ritardo sul lavoro, un’insegnante di religione musulmana che alcuni giorni prima, in occasione delle feste natalizie, si è rifiutata di partecipare a una messa per gli studenti organizzata dalla scuola affermando che la propria fede non le consentiva di assistere a una cerimonia di un’altra religione. L’insegnante cita in giudizio il direttore della scuola chiedendo al giudice di annullare il licenziamento. La tesi dell’attrice Il licenziamento della lavoratrice è nullo perché è discriminatorio, in quanto è del tutto sproporzionato rispetto all’infrazione contestata (la circostanza di essersi presentata in ritardo di pochi minuti con alcune colleghe che, invece, non sono state licenziate) e, in realtà, è motivato dalla fede religiosa dell’insegnante. La tesi del convenuto Il licenziamento è legittimo in quanto il ritardo dell’in-
segnante costituisce un giustificato motivo soggettivo di risoluzione del rapporto di lavoro e il datore di lavoro, in caso di violazione degli obblighi dei dipendenti, può decidere se la violazione è così grave da licenziare o meno un lavoratore.
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CLIL
Thelawinpractice
New rules for working hours in the health sector
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The definition of working hours in the health sector is one of the contractual elements most contested by workers, since it is quite difficult to find the right balance between two opposing requirements: on the one hand, the increase in the hours of service has a direct impact on patient safety, as well as the health and safety of staff, while on the other, the lack of qualified personnel in the health sector, due to the need to reduce the costs of public spending, requires workers in this sector to work extra hours to provide additional assistance to people in need and continuity to an essential public service.
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Based on the provisions of Law 161 of 30 October 2014, which implemented a European directive of 2003 concerning new rules on working hours in the health systems of member states, on 25 November 2015, new measures on working hours in the health sector came into force.
In particular, the provision envisages the following constraints: • maximum limit of 12 hours and 50 minutes of work per day (the provision refers to a maximum of 13 working hours per days, but in reality it is 12 hours and 50 minutes since, after six hours of work, a minimum break of 10 minutes must be complied with. pursuant to Art. 8 of Legislative Decree 66/2003); • maximum of 48 average working hours per week, including overtime; • the contractual weekly working hours for medical and health management remains fixed at 38 hours; • minimum limit of 11 consecutive hours of rest per day. Legislative Decree no. 66 of 8 April 2003, which transposed the European directive, contains, among
It was Europe that asked Italy to comply with the new working hours rules already applied in other Member States in the field of public employment, since our country has long delayed the start of the reform, and this has led to the initiation of a European infringement procedure. This situation, which has led to the imposition of rigid rules on the rest of workers, creates many problems in the health sector, since in Italy there is not enough staff to cover all hospital needs, especially when working at night, when on call and there is the need to return to work for emergencies, or for staff involved in very long and complex surgery who cannot leave work just because their shift has finished. In many situations, therefore, doing extra hours becomes inevitable, but this cannot be regarded as overtime and, being performed outside normal working hours, is not covered by any form of insurance. The new provisions, in addition to the inconvenience for workers, threaten to cause serious problems for patients, since the reduction in the
workload for staff, if there are no new recruits, will necessarily involve a cut in services, much longer waiting lists and postponement of operations already planned. The only solution to ensure workers’ rights and compliance with the law is to align staffing, but this is a solution difficult to implement because of the difficulties of Italian public finances, and in particular the budgets of individual Regions, called upon rather to make continuous cuts in health care costs.
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2 Il rapporto di lavoro
other things, a series of penalties for failure to comply with the rest period, involving the payment of an amount from 100 to 300 Euros if the infringement involves up to 5 workers or two reference periods; an amount from 600 to 2,000 Euros, if the infringement refers to more than 5 workers or occurs in at least three 24-hour periods, and from 1,800 to 3,000 Euros if more than ten workers or at least 5 periods are involved.
Comprehension 1. Which provisions have imposed compliance with maximum working hours in the health sector? 2. What are the maximum working hours per day for health workers? 3. What inconvenience may patients suffer due to this situation?
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Health system Rest Overtime Health services
........................................ ........................................ ........................................ ........................................
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Ripassafacile
obblighi del datore di lavoro assunzione
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Costituzione del rapporto
Il rapporto di lavoro
L’impresa e il lavoro
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periodo di prova
Svolgimento del rapporto inquadramento e mansioni
orario di lavoro
Lavoro a termine
contenuto
Concetti chiave
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Simulazione della verifica orale
English summary
lavoro femminile lavoro minorile
Lavoro femminile
contenuto
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dimissioni
Il rapporto di lavoro
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Verificaformativa 1. Risposte multiple
c è obbligata ad astenersi dal lavoro nel caso di matrimonio d ha diritto a parità di mansioni alla stessa retribuzione di un uomo lavoratore ha diritto in ogni caso alla stessa retribuzione e di un uomo lavoratore
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
Il contratto di lavoro: a di regola non richiede una forma determinata b richiede sempre una forma scritta come forma essenziale c richiede sempre una forma scritta come forma probatoria
8.
La rinuncia a un diritto da parte di un lavoratore: a è impugnabile dal lavoratore b è impugnabile dal lavoratore o dai sindacati dei lavoratori c è giuridicamente inefficace d è nulla e non può riguardare diritti disponibili
9.
Il licenziamento per giustificato motivo: a può essere anche immediato b richiede un termine di preavviso o in mancanza il pagamento di un’indennità c può avvenire soltanto per motivi soggettivi d può avvenire soltanto per motivi oggettivi e non richiede un termine di preavviso
d non può essere concluso verbalmente e è un contratto solenne 2.
La comunicazione dell’assunzione di un lavoratore:
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a è prevista soltanto per gli operai e gli impiegati b è a carico del lavoratore c avviene al momento della conclusione del contratto di lavoro d è precedente all’inizio della attività lavorativa e è successiva all’inizio dell’attività lavorativa 3.
L’assegnazione di un lavoratore a mansioni inferiori: a è sempre consentita dalla legge b deve essere consentita nel contratto collettivo
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a non può superare le otto ore di lavoro al giorno b non può essere articolato
10. La revoca del licenziamento: a non è ammessa b è ammessa soltanto su richiesta del lavoratore c deve avvenire prima della impugnazione del licenziamento da parte del lavoratore d produce la costituzione di un nuovo rapporto di lavoro produce la continuazione del precedente e rapporto di lavoro
c deve essere suddiviso su sette giorni lavorativi d di regola è di quaranta ore alla settimana
2. Vero o falso
c è vietata dalla legge d può avvenire soltanto in cambio di un indennizzo e può avvenire soltanto nei casi e con le modalità previste dalla legge 4.
L’orario di lavoro:
e di regola è di otto ore al giorno 5.
Un contratto di lavoro a termine: a può essere stipulato soltanto nei casi previsti dalla legge
Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta 1.
c non può essere concluso con un dirigente d non può essere prorogato e si estingue automaticamente con la scadenza del termine
c per gli operai d per sostituire lavoratori assenti
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Una donna lavoratrice: a non può essere adibita a lavori notturni b non può essere licenziata se ha uno o più figli minorenni
Durante il periodo di prova non è consentito alle parti di recedere dal contratto di lavoro. V
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...................................................................................................... ......................................................................................................
3.
Un impiegato non può essere adibito a svolgere le mansioni di un quadro aziendale. V
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
4.
Il lavoro eccedente l’orario normale di lavoro V è considerato lavoro supplementare.
F
......................................................................................................
e per sostituire lavoratori in sciopero 7.
F
......................................................................................................
2.
Non è consentita la stipulazione di contratti a termine: a nelle imprese agricole b per gli impiegati
La prestazione di un lavoratore è infungibile V e intrasmissibile.
......................................................................................................
b richiede una forma scritta ma soltanto ai fini della prova
6.
Vuoi testare la tua preparazione? Fai il test in autovalutazione
......................................................................................................
5.
Un lavoratore a termine ha diritto di precedenza in caso di assunzione di lavoratori a tempo V F indeterminato. ...................................................................................................... ......................................................................................................
Verificaformativa 6.
7.
La sanzione disciplinare più grave consiste nel pagamento di una multa a carico del lavoratore.
4.
Lavoro svolto da bambini o adolescenti.
5.
......................................................................................................
Dichiarazione unilaterale del datore di lavoro che produce la risoluzione del rapporto di lavoro.
......................................................................................................
......................................................................................................
La gravidanza di una lavoratrice produce la sospensione del rapporto di lavoro.
......................................................................................................
V
V
F
F
...................................................................................................... ......................................................................................................
8.
Le dimissioni di un lavoratore devono essere V accettate dal datore di lavoro.
F
4. Vocabulary Identify the term or terms corresponding to the definitions 1.
......................................................................................................
.....................................................................................................
......................................................................................................
9.
Un licenziamento discriminatorio è nullo.
V
F
.....................................................................................................
2.
...................................................................................................... ......................................................................................................
10. Di regola un licenziamento privo di motivazioni è inefficace.
......................................................................................................
V
F
3.
......................................................................................................
4.
3. Lessico Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione Atto con il quale si costituisce un rapporto di lavoro. ......................................................................................................
Work carried out outside normal working hours. ......................................................................................................
......................................................................................................
2.
Workers of higher level within the organisation of a company. ......................................................................................................
......................................................................................................
1.
Contract with which a worker is hired.
Obligation of the employee not to disclose confidential information about the company. ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
u
2
Sum of money paid regularly to the worker at the end of his working life. ...................................................................................................... ......................................................................................................
Funzioni assegnate a un lavoratore all’interno dell’organizzazione di un’impresa. ......................................................................................................
3.
Diritto economico fondamentale riconosciuto a un lavoratore. ......................................................................................................
ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande In seguito all’assenza del capo ufficio, che è rimasto infortunato in un incidente stradale, un impiegato viene incaricato di svolgere temporaneamente le sue funzioni. Dopo alcuni mesi, però, l’impiegato si rivolge al giudice del lavoro richiedendo la maggiore retribuzione corrispondente alle mansioni svolte e il riconoscimento della relativa qualifica. 1.
Il datore di lavoro può cambiare le mansioni di un lavoratore, adibendolo a mansioni superiori o inferiori?
2.
Quali diritti ha il lavoratore nel caso in cui svolga delle mansioni superiori a quelle previste nel contratto di lavoro?
3.
Il giudice accoglierà la domanda dell’impiegato?
425
u3
I contratti speciali di lavoro
Prerequisiti
Distinguere la forma essenziale dalla forma probatoria di un contratto
Conoscenze
La formazione dei lavoratori e il contratto di apprendistato
Abilità
Comprendere la funzione economica dei contratti speciali di lavoro
iave Parole cohrds Keyw
426
Italiano
Inglese
Contratti speciali di lavoro
Special employment contracts
Flessibilità del lavoro
Labour flexibility
Agenzia per il lavoro
Employment agency
Impresa utilizzatrice
User company
Missione
Mission
Indennità di disponibilità
Availability indemnity
Lavoro intermittente, lavoro a chiamata
Job on call
Apprendistato
Apprenticeship
Formazione
Training, education
Accanto al contratto di lavoro subordinato “normale” vi sono altri contratti di lavoro speciali, che garantiscono una maggiore flessibilità del lavoro o svolgono finalità formative e comprendono: • il contratto di somministrazione di lavoro; • il contratto di lavoro parziale; • il contratto di lavoro intermittente; • il contratto di lavoro accessorio; • il contratto di apprendistato. Alcuni di questi contratti sono stati introdotti dalla cosiddetta legge Biagi (decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276) e, in seguito, sono stati modificati e coordinati nell’ambito del cosiddetto Jobs Act (decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, emanato in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183). La riforma ha abolito i contratti di collaborazione coordinata e continuativa a progetto (cosiddetti CO.CO.CO.PRO) e ha disposto, nel caso di prestazione del lavoratore «esclusivamente personale» e di organizzazione da parte del committente delle modalità di esecuzione (anche con riferimento «ai tempi e al luogo di lavoro»), la loro trasformazione in contratti di lavoro subordinato.
Il contratto di somministrazione di lavoro
ilcaso • Un autista, che è stato assunto da un’agenzia di somministrazione e lavora in un’impresa di trasporti, provoca un incidente stradale non rispettando i limiti di velocità. Chi è responsabile, dal punto di vista civile, per i danni causati dal lavoratore? Il contratto di somministrazione di lavoro (artt. 30 ss. decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81) può essere concluso in qualsiasi settore produttivo e sostituisce il contratto di lavoro interinale o “in affitto”, che era stato introdotto nel nostro ordinamento verso la fine degli anni Novanta del secolo scorso (l. 24 giugno 1997, n. 196).
Contratto di somministrazione di lavoro
Che cos’è il contratto di somministrazione? Il contratto di somministrazione di lavoro è il contratto con il quale un lavoratore viene assunto da un soggetto (somministratore), ma svolge la sua attività lavorativa nell’interesse di un altro soggetto (utilizzatore). La somministrazione dà luogo a un rapporto giuridico trilaterale, nel quale intervengono tre soggetti diversi: • l’agenzia per il lavoro o somministratore, che deve essere autorizzata dal Ministero del lavoro a svolgere l’attività di somministrazione e deve essere iscritta in un apposito albo (dal quale può essere cancellata se non svolge correttamente la propria attività o non adempie regolarmente gli obblighi nei confronti dei lavoratori); • l’utilizzatore, cioè l’impresa che utilizza di fatto il lavoratore; • il lavoratore.
u
3 I contratti speciali di lavoro
1
esempio Una case editrice, che deve sostituire temporaneamente una redattrice addetta alla correzione delle bozze, si rivolge a un’agenzia per il lavoro che le fornisce un’impiegata, in cambio di un corrispettivo (comprensivo della retribuzione della lavoratrice e del profitto dell’agenzia), con le competenze professionali richieste per coprire la funzione vacante.
Nel rapporto in esame, pertanto, vengono conclusi due contratti distinti, ma tra loro collegati: • un contratto di lavoro, tra l’agenzia per il lavoro e il lavoratore; • un contratto di somministrazione di manodopera, tra l’agenzia per il lavoro e l’impresa che utilizza il lavoratore.
427
Contratto di lavoro
Tra quali soggetti viene concluso il contratto di lavoro? Il contratto di lavoro è un contratto individuale di lavoro subordinato avente come oggetto lo svolgimento di una prestazione lavorativa: il lavoratore quindi viene assunto dall’agenzia per il lavoro, ma viene inviato a svolgere la sua attività lavorativa (cosiddetta missione) presso l’impresa utilizzatrice. esempio Un’agenzia di lavoro assume un operaio specializzato che viene inviato di volta in volta, per un certo periodo di tempo, presso le imprese che hanno bisogno delle sue prestazioni.
Il rapporto tra il somministratore e il lavoratore è disciplinato dalle norme sul rapporto di lavoro a tempo indeterminato, se l’assunzione del lavoratore è a tempo indeterminato, oppure dalle norme sul rapporto di lavoro a tempo determinato, in quanto compatibili, se l’assunzione del lavoratore è a tempo determinato (art. 34 d.lg. cit.). In particolare, all’assunzione di un lavoratore a tempo determinato da parte della agenzia per il lavoro non si applicano, in base alla legge, le disposizioni riguardanti: • la durata massima del contratto; • la successione dei contratti e il rinnovo del contratto; • i limiti quantitativi nel numero dei contratti a termine nella stessa impresa; • il diritto di precedenza nel caso di assunzione di lavoratori a tempo indeterminato.
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È fatta salva però, nei casi e con la durata previsti dai contratti collettivi, la possibilità di proroga del contratto con il consenso scritto del lavoratore.
Contratto di somministrazione
4
... e il contratto di somministrazione di lavoro? Il contratto di somministrazione è un contratto di natura commerciale avente come oggetto la fornitura della manodopera, in quanto il somministratore mette a disposizione dell’utilizzatore un lavoratore a tempo determinato o indeterminato in cambio di un dato corrispettivo. Al riguardo è da notare che, in seguito alla riforma introdotta con il Jobs Act, per il ricorso al contratto di somministrazione non è più richiesta, come in passato, la suslavoratore subordinato
contratto di lavoro subordinato
impresa somministratrice
impresa utilizzatrice
contratto di somministrazione
La somministrazione di lavoro deve essere temporanea? In relazione alla sua durata, il contratto di somministrazione di lavoro può essere un contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato (art. 31 d.lg. cit.) e, in entrambi i casi, sono previsti alcuni limiti quantitativi al ricorso al contratto in esame. Somministrazione a tempo indeterminato
Salvo una diversa disposizione nei contratti collettivi, la somministrazione di lavoro a tempo indeterminato è consentita soltanto nei limiti del 20% del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in servizio presso l’utilizzatore e può riguardare soltanto lavoratori assunti a tempo indeterminato dal somministratore. La somministrazione a tempo indeterminato però non si applica nel pubblico impiego, cioè nei rapporti di lavoro con le pubbliche amministrazioni. esempio Un Comune non può ricorrere a un contratto di somministrazione a tempo indeterminato per ricoprire il ruolo di assistente in un asilo nido.
428
Somministrazione a termine
Di regola, invece, la somministrazione di lavoro a termine è consentita soltanto nei limiti previsti nei contratti collettivi applicabili all’utilizzatore.
esempio Un contratto collettivo può prevedere il numero massimo dei lavoratori, eventualmente differenziato in relazione al loro diverso inquadramento, che possono essere impiegati dalle imprese di un determinato settore con il contratto in esame.
Tuttavia questi limiti non si applicano, e quindi è possibile stipulare liberamente contratti a termine, quando il contratto di somministrazione favorisce soggetti “svantaggiati”, in quanto è diretto a collocare lavoratori in mobilità o disoccupati che godono (da almeno sei mesi) di trattamenti di disoccupazione o di ammortizzatori sociali.
Divieti di somministrazione
Forma del contratto di somministrazione
È da notare che, una volta terminato l’incarico presso l’impresa utilizzatrice, il lavoratore che è stato assunto a tempo indeterminato rimane a disposizione dell’agenzia per il lavoro (salvo la risoluzione del contratto di lavoro con l’agenzia per giusta causa o per giustificato motivo). Durante il periodo di tempo in cui non viene inviato in missione, pertanto, il lavoratore ha diritto a un’indennità di disponibilità nella misura stabilita nel contratto collettivo applicabile al somministratore e, in ogni caso, non inferiore a un minimo stabilito e aggiornato periodicamente con un decreto del Ministero del lavoro (art. 341 d.lg. cit.).
In quali casi non è consentito il ricorso alla somministrazione di lavoro? In base alla legge il contratto di somministrazione di lavoro è soggetto ad alcuni divieti, in quanto non è consentito ricorrere a questa forma di contratto (art. 32 d.lg. cit.): • per la sostituzione di lavoratori in sciopero, perché l’assunzione a termine consentirebbe di fatto al datore di lavoro di vanificare la protesta dei lavoratori; • se l’imprenditore nei sei mesi precedenti ha proceduto nella stessa unità produttiva a licenziamenti collettivi di lavoratori adibiti alle medesime mansioni di quelle a cui si riferisce il contratto di somministrazione (salvo che il contratto sia diretto a sostituire lavoratori assenti o abbia una durata non superiore a tre mesi) oppure a riduzioni orarie o sospensioni del lavoro con integrazione salariale; se • l’imprenditore non ha effettuato la valutazione dei rischi, prevista obbligatoriamente dalla legge, per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori. Quale forma e quale contenuto ha il contratto di somministrazione? Il contratto di somministrazione richiede a pena di nullità la forma scritta, allo scopo di evitare modalità illegittime di intermediazione e garantire la trasparenza del mercato del lavoro, o, in mancanza, i lavoratori sono considerati a tutti gli effetti dipendenti dell’utilizzatore (art. 381 d.lg. cit.). esempio La conclusione del contratto in forma verbale produce la nullità del contratto di somministrazione di lavoro, con la conseguenza che si considera concluso un contratto di lavoro subordinato tra il lavoratore e l’impresa utilizzatrice.
Contenuto del contratto di somministrazione
Il contratto, inoltre, deve contenere l’indicazione degli elementi essenziali previsti in modo analitico dalla legge per consentire di individuare la natura, l’oggetto e la durata della fornitura di manodopera (art. 331 d.lg. cit.).
u
3 I contratti speciali di lavoro
Indennità di disponibilità
esempio Nel contratto devono essere indicati gli estremi dell’autorizzazione del somministratore, il numero dei lavoratori, la data di inizio e la durata del contratto e il trattamento economico e normativo riconosciuto ai lavoratori.
Comunicazioni al lavoratore
In base alla legge, il somministratore deve effettuare una comunicazione scritta al lavoratore, al momento dell’assunzione o al più tardi al momento dell’invio in missione presso l’impresa utilizzatrice, con le informazioni relative agli elementi essenziali del contratto di somministrazione e l’indicazione della data di inizio e della durata presumibile dell’attività presso l’utilizzatore (art. 333 d.lg. cit.). esempio La comunicazione scritta dell’impresa di somministrazione deve contenere, tra l’altro, l’indicazione dell’inquadramento del lavoratore e delle mansioni alle quali sarà adibito il lavoratore.
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Contratto di somministrazione di lavoro Compila il documento proposto con dati a tua scelta
Tra ........................................, in persona di ........................................, con sede a ........................................, in via ..........................................., codice fiscale ........................................... appresso denominata impresa somministratrice e ........................................, in persona di ........................................, con sede a ........................................, in via .........................................., codice fiscale ................................................ appresso denominata impresa utilizzatrice
m
si conviene
4
1. L’impresa somministratrice si obbliga a porre a disposizione dell’impresa utilizzatrice, a decorrere dal ........................................, • n. ............ lavoratori, che saranno adibiti alle mansioni di seguito individuate e inquadrati nei rispettivi livelli; • n. ............ lavoratori da adibire alla mansione di ........................................, inquadrati nel ............ livello previsto dal ccnL. 2. L’impresa utilizzatrice adibirà i lavoratori le cui prestazioni sono oggetto del presente contratto all’unità produttiva sita in ........................................, dove osserveranno il seguente orario di lavoro ........................................ 3. Ai lavoratori verrà corrisposto il trattamento economico e normativo previsto dal contratto collettivo applicato dall’impresa utilizzatrice, vale a dire .............. .......................... 4. L’impresa somministratrice provvederà alla corresponsione ai lavoratori della retribuzione, oltre che al versamento dei contributi previdenziali. 5. L’impresa utilizzatrice si obbliga a comunicare all’impresa somministratrice i trattamenti retributivi e previdenziali applicabili, oltre che le eventuali differenze maturate nel corso di ciascuna mensilità o del minore periodo di durata del rapporto. 6. L’impresa utilizzatrice provvederà a rimborsare all’impresa somministratrice gli oneri retributivi e previdenziali da questa effettivamente sostenuti in favore dei lavoratori avviati, che si considerano compresi nel contratto della fornitura qui pattuito e più oltre indicato. 7. L’impresa utilizzatrice, in caso di inadempimento dell’impresa somministratrice, provvederà al pagamento diretto ai lavoratori del trattamento economico, oltre che al versamento dei contributi previdenziali, fatto salvo il diritto di rivalsa verso l’impresa somministratrice. 8. il presente contratto è a tempo determinato e cesserà di produrre i suoi effetti il giorno ........................................
430
9. L’impresa utilizzatrice corrisponderà mensilmente all’impresa somministratrice, la quale dichiara di essere munita dell’autorizzazione n. ......................... rilasciata da ........................................ in data ..............................................., il corrispettivo della fornitura oggetto del presente contratto, così determinato ........................................ 10. L’impresa utilizzatrice comunicherà all’impresa somministratrice i trattamenti retributivi applicabili ai lavoratori comparabili con le seguenti modalità: ..................................................................................................................... . 11. La data di inizio e il termine dell’attività lavorativa saranno comunicate per scritto ai lavoratori interessati dall’impresa somministratrice, unitamente agli elementi essenziali del presente contratto. 12. L’impresa utilizzatrice risponderà in via esclusiva nei confronti dei terzi dei danni a questi eventualmente arrecati dai lavoratori inviati in esecuzione del presente contratto nell’esercizio delle loro mansioni.
14. L’impresa utilizzatrice dichiara e garantisce che: a) presso le unità produttive alle quali saranno assegnati i lavoratori non si è proceduto, entro i sei mesi precedenti, a licenziamenti collettivi che abbiano riguardato lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il presente contratto; b) presso le unità produttive alle quali saranno assegnati i lavoratori non è operante una sospensione dei rapporti o una riduzione dell’orario, con diritto al trattamento di integrazione salariale, che interessino lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il presente contratto; c) ha effettuato la valutazione dei rischi ai sensi dell’articolo 4 del d.lg.19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni e integrazioni; d) l’assegnazione dei lavoratori su indicati non comporta superamento di limiti quantitativi di utilizzazione della somministrazione a tempo determinato determinati dal ccnL.
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3 I contratti speciali di lavoro
13. i lavoratori avviati dall’impresa somministratrice non potranno in nessun caso essere adibiti alla sostituzione di lavoratori assenti per esercizio del diritto di sciopero.
Firma dell’impresa somministratrice ........................................
Firma dell’impresa utilizzatrice ........................................
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Somministrazione irregolare
Nel caso di somministrazione irregolare, cioè al di fuori dei limiti e dei divieti stabiliti dalla legge, il lavoratore può chiedere la costituzione di un rapporto di lavoro subordinato con l’utilizzatore, con effetto retroattivo dall’inizio della prestazione dell’attività lavorativa (art. 382 d.lg. cit.). esempio Un operaio, che è stato inviato in missione presso un artigiano che non ha effettuato la valutazione dei rischi richiesta dalla legge, può rivolgersi al giudice e chiedere la dichiarazione della costituzione di un rapporto di lavoro subordinato con l’artigiano.
Diritti del lavoratore
Quali sono i diritti e gli obblighi delle parti? Per il periodo di tempo in cui viene impiegato in base al contratto di somministrazione, il lavoratore ha diritto a un trattamento economico e normativo non inferiore, a parità di mansioni, a quello riconosciuto agli altri dipendenti dell’impresa utilizzatrice che svolgono la stessa attività (art. 351 d.lg. cit.). esempio Un impiegato amministrativo inviato in missione presso una ditta di import/export ha diritto di avere la medesima retribuzione e di usufruire dello stesso orario di lavoro, delle stesse ferie e degli stessi permessi degli altri impiegati.
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Obblighi del somministratore e dell’utilizzatore
4
In base alla legge, il pagamento della retribuzione al lavoratore in missione e il versamento dei contributi previdenziali sono a carico del somministratore, ma è prevista espressamente una responsabilità in solido dell’utilizzatore (art. 352 d.lg. cit.). L’utilizzatore, inoltre, è responsabile (art. 354, 7 d.lg. cit.): • nei confronti del lavoratore per quanto riguarda il rispetto degli obblighi in materia di igiene e sicurezza; • nei confronti dei terzi per quanto riguarda gli eventuali danni provocati dal lavoratore nell’esercizio della sua attività.
lasoluzione • Per i danni causati dall’autista con il suo comportamento colposo è responsabile verso i terzi il lavoratore stesso e anche, in solido con lui, il titolare dell’impresa di trasporti.
Potere direttivo e disciplinare
Chi esercita il potere direttivo e disciplinare sul lavoratore? Nel rapporto di somministrazione si realizza una dissociazione tra colui che è il datore di lavoro, dal punto di vista formale, e colui che utilizza l’attività del lavoratore, dal punto di vista sostanziale: il lavoratore, infatti, è un dipendente del somministratore ma, di fatto, svolge la sua prestazione lavorativa nell’interesse dell’utilizzatore. Pertanto il lavoratore, che viene impiegato in un’impresa in base a un contratto concluso con un’agenzia per il lavoro, è sottoposto al: • potere direttivo dell’impresa utilizzatrice, in quanto deve svolgere la sua attività «sotto la direzione e il controllo» dell’utilizzatore (art. 30 d.lg. cit.); • potere disciplinare dell’impresa somministratrice, alla quale l’utilizzatore deve comunicare le eventuali infrazioni o violazioni che sono state commesse dal lavoratore (art. 356 d.lg. cit.). esempio Il lavoratore inviato “in missione” da un’agenzia per il lavoro in un’officina meccanica deve rispettare gli ordini di servizio (riguardanti l’orario di lavoro, le modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, l’adozione delle misure di sicurezza ecc.) impartiti dal titolare della officina ma, in caso di violazione, l’applicazione delle eventuali sanzioni disciplinari è di competenza dell’agenzia per il lavoro e non del titolare dell’officina.
Sanzioni
L’eventuale violazione degli obblighi e divieti previsti dalla legge comporta l’applicazione, a carico del somministratore e/o dell’utilizzatore, di una sanzione amministrativa pecuniaria (art. 40 d.lg. cit.). esempio Sono puniti con una sanzione da 250 a 1.250 euro il somministratore e l’utilizzatore che, rispettivamente, non effettuino la comunicazione al lavoratore degli elementi essenziali della missione o
contratto di somministrazione
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l’agenzia per il lavoro fornisce un lavoratore a una impresa
• a tempo determinato o indeterminato • forma scritta essenziale • utilizzazione del lavoratore
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un’agenzia pubblicitaria si rivolge a un’agenzia per il lavoro e conclude un contratto di somministrazione avente come oggetto la fornitura per il periodo di sei mesi di un grafico, che viene inquadrato come impiegato dell’area tecnica (operatore grafico), ma con una retribuzione corrispondente a quella di un operaio della stessa area (grafico impaginatore).
La tesi della convenuta Al lavoratore assunto con un contratto di somministrazione di lavoro, che deve essere inserito e coordinato nell’organizzazione dell’impresa utilizzatrice, può essere riconosciuto un trattamento economico inferiore a quello dei lavoratori dipendenti dell’impresa utilizzatrice, che sono già inseriti nella sua organizzazione aziendale.
Il grafico cita davanti al giudice l’agenzia pubblicitaria e chiede il riconoscimento del livello retributivo superiore.
La tesi dell’attore In base al principio di non discriminazione, al lavoratore utilizzato da un’impresa con un contratto di somministrazione di lavoro deve essere riconosciuto un trattamento economico non inferiore a quello dei lavoratori di pari livello dipendenti dell’impresa utilizzatrice.
u I contratti di lavoro a orario ridotto e flessibile
Di regola un lavoratore si impegna, nei confronti del datore di lavoro, a svolgere una determinata attività nel rispetto dell’orario di lavoro [❯ m4 u2] indicato nei contratti collettivi. Forme di contratti speciali, che prevedono un orario di lavoro ridotto o flessibile e consentono un maggiore elasticità del lavoro, sono: • il contratto di lavoro a tempo parziale; • il contratto di lavoro intermittente; • il contratto di lavoro accessorio.
Il contratto di lavoro a tempo parziale ilcaso • Un commesso viene assunto dal titolare di un supermercato con un contratto verbale in base al quale lavora quattro ore al giorno il lunedì, il mercoledì e il venerdì e otto ore il sabato. Che tipo di contratto di lavoro è stato concluso tra le parti?
3 I contratti speciali di lavoro
2
Un contratto di lavoro può essere a tempo pieno o, se è previsto espressamente dalle parti, a tempo parziale (artt. 4 ss. d.lg. 15 giugno 2015, n. 81, che ha abrogato e sostituito il d.lg. 25 febbraio 2000, n. 61).
Contratto di lavoro a tempo parziale
In che cosa consiste il contratto di lavoro part time? Il contratto di lavoro a tempo parziale o part time è un contratto di lavoro, a tempo indeterminato o anche a tempo determinato, nel quale è prevista una riduzione dell’orario di lavoro rispetto all’orario ordinario.
433
È da notare che il Jobs Act ha eliminato la distinzione tra contratto a tempo parziale di tipo orizzontale (con una riduzione dell’orario giornaliero rispetto a quello a tempo pieno), verticale (con una riduzione del numero di giorni lavorativi a tempo pieno nell’arco di una settimana, di un mese o di un anno) o misto. Forma del contratto
Il contratto di lavoro a tempo parziale deve essere concluso in forma scritta e deve indicare in modo preciso (art. 5 d.lg. cit.): • la durata della prestazione lavorativa; • la collocazione temporale dell’orario di lavoro (in relazione al giorno, alla settimana, al mese e all’anno). La forma scritta però è richiesta soltanto come forma probatoria, cioè per provare il contenuto del contratto concluso tra il datore di lavoro e il lavoratore, e il contratto di lavoro è valido in ogni caso, anche se viene concluso in una forma diversa. esempio Una centralinista può essere assunta anche verbalmente con un contratto di quattro ore al giorno o soltanto nei giorni di lunedì, martedì è mercoledì ma, nel caso di successiva contestazione, non è possibile dimostrare il contenuto del contratto mediante testimoni.
lasoluzione • Tra il titolare del supermercato e il commesso è stato concluso un contratto di
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lavoro a tempo parziale o part time.
Lavoro supplementare e straordinario
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Come è disciplinato l’orario di lavoro nel contratto part time? Anche nel contratto di lavoro part time il datore di lavoro, nei limiti e con le modalità indicati nei contratti collettivi, può ricorrere (art. 6 d.lg. cit.): • al lavoro supplementare [❯ m4 u2], cioè oltre l’orario concordato dalle parti; • al lavoro straordinario [❯ m4 u2], cioè oltre l’orario normale di lavoro. esempio Un datore di lavoro può chiedere a un lavoratore, che è stato assunto a tempo parziale con un orario di sei ore al giorno nei giorni feriali, di fare un’ora aggiuntiva al giorno (lavoro supplementare) oppure di lavorare otto ore il sabato e la domenica (lavoro straordinario).
Se la contrattazione collettiva non stabilisce diversamente, in un contratto part time il lavoro supplementare: • è subordinato al consenso del lavoratore, che però può rifiutarsi di svolgerlo soltanto per «comprovate esigenze lavorative, di salute, familiari o di formazione professionale»; • non può superare il 25% delle ore di lavoro settimanali stabilite nel contratto; • dà diritto a una maggiorazione del 15% della retribuzione oraria. esempio In un contratto di lavoro di ventiquattro ore alla settimana può essere richiesto al lavoratore lo svolgimento di lavoro supplementare in misura non superiore a sei ore settimanali.
Clausole elastiche
In che cosa consistono le clausole elastiche in un contratto part time? Le parti possono inserire per iscritto nei contratti a tempo parziale alcune clausole elastiche, se sono previste nei contratti collettivi del settore, che consentono al datore di lavoro di modificare la collocazione temporale o di aumentare la durata della prestazione del lavoratore. esempio Nel contratto collettivo del turismo può essere prevista la facoltà per il datore di lavoro, in base alle esigenze aziendali, di impiegare un lavoratore a tempo parziale nel turno del pomeriggio anziché in quello della mattina oppure di aumentare da quattro a sei ore il turno del lavoratore.
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Il lavoratore che accetta le clausole in esame, che consentono al datore di lavoro una maggiore flessibilità nell’impiego della forza lavoro, ha diritto a: • un preavviso di almeno due giorni lavorativi, salvo accordi diversi; • specifiche compensazioni, nella misura o nelle forme stabilite dai contratti collettivi.
esempio In un contratto collettivo può essere prevista una maggiorazione della retribuzione oraria a favore del lavoratore che accetti un cambiamento del turno di lavoro.
Se il contratto collettivo applicabile al rapporto di lavoro non contiene una disciplina specifica al riguardo, le clausole elastiche possono essere sempre concordate per iscritto dalle parti interessate davanti alla commissione di certificazione. In questo caso, le variazioni in aumento della durata dell’orario di lavoro (art. 17 d.lg. cit.): • non possono superare il 25% della prestazione annua; • danno diritto a una maggiorazione del 15% della retribuzione oraria. È da notare che l’eventuale rifiuto di concordare variazioni dell’orario di lavoro da parte del lavoratore non costituisce un giustificato motivo di licenziamento. Il trattamento riconosciuto a un lavoratore a tempo parziale non può essere meno favorevole rispetto a quello di un lavoratore a tempo pieno con lo stesso inquadramento (art. 7 d.lg. cit.). In particolare, un lavoratore part time: • ha gli stessi diritti di un lavoratore a tempo pieno; • ha diritto, in proporzione all’attività effettivamente svolta, allo stesso trattamento economico e normativo. esempio Se un lavoratore a tempo pieno ha diritto a una retribuzione mensile lorda di 3.000 euro e a ferie per 28 giorni all’anno, un lavoratore a tempo parziale con la stessa anzianità e lo stesso livello e con una riduzione dell’orario di lavoro del 50%, ha diritto a una retribuzione mensile lorda di 1.500 euro e a ferie per 14 giorni all’anno.
Trasformazione del rapporto
È possibile la trasformazione in un contratto part time? In base alla legge la trasformazione di un rapporto di lavoro a tempo pieno in un rapporto di lavoro a tempo parziale deve risultare da un atto scritto, ma l’eventuale rifiuto di trasformazione da parte di un lavoratore di un rapporto a tempo pieno in un rapporto a tempo parziale, o viceversa, non costituisce un giustificato motivo di licenziamento del lavoratore (art. 8 d.lg. cit.). esempio Un imprenditore non può licenziare un lavoratore assunto part time, con un contratto di quattro ore al giorno, per il solo fatto che si sia rifiutato di modificare il suo rapporto di lavoro e di concludere un contratto di lavoro di otto ore al giorno.
Diritto alla trasformazione e precedenza nella trasformazione
Inoltre la legge, per agevolare la continuazione dell’attività lavorativa da parte di soggetti che presentano gravi patologie mediche o che hanno obblighi particolari di assistenza familiare, prevede a favore di alcune categorie di lavoratori “protetti” un diritto alla trasformazione o una precedenza nella trasformazione di un rapporto di lavoro a tempo pieno in un rapporto di lavoro a tempo parziale. esempio I lavoratori o le lavoratrici affetti da gravi malattie oncologiche o degenerative oppure con figli o familiari conviventi portatori di handicap hanno diritto, rispettivamente, alla trasformazione del rapporto di lavoro o alla precedenza nella trasformazione del rapporto rispetto ad altri lavoratori o lavoratrici.
Sanzioni
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3 I contratti speciali di lavoro
Trattamento economico e normativo
Ricordiamo che il lavoratore può domandare al giudice la dichiarazione dell’esistenza di un rapporto di lavoro a tempo pieno se (art. 10 d.lg. cit.): • non è provata la stipulazione del contratto a tempo parziale; • non è stata determinata la durata della prestazione lavorativa. Se però l’indeterminatezza della durata riguarda soltanto la sua collocazione temporale questa, fermo restando il diritto del lavoratore a una somma di denaro a titolo di risarcimento dei danni, è determinata dal giudice cercando di conciliare le esigenze personali e familiari del lavoratore con quelle del datore di lavoro. Analogamente, l’eventuale violazione delle clausole elastiche relative allo svolgimento dell’attività lavorativa produce soltanto il diritto del lavoratore di ricevere una somma di denaro come risarcimento del danno.
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contratto di lavoro a tempo parziale
il lavoratore svolge la sua attività con un orario di lavoro ridotto
• a tempo determinato o indeterminato • forma scritta probatoria • clausole elastiche
Il contratto di lavoro intermittente o a chiamata ilcaso • Il titolare di una ditta di manutenzione stradale, che ha concluso un contratto di appalto con un Comune per lo sgombero della neve dalle strade, non può prevedere in anticipo il numero dei lavoratori di cui avrà bisogno, in quanto tale numero dipende dalle condizioni meteorologiche e dall’intensità delle precipitazioni nevose. Quale tipo di contratto di lavoro può stipulare l’imprenditore? Il contratto di lavoro intermittente è un tipo di contratto che è stato introdotto dalla riforma Biagi del mercato del lavoro (d.lg. 10 settembre 2003, n. 276) ed è stato ripreso, senza modifiche sostanziali, dal Jobs Act (artt. 13-18 d.lg. 15 giugno 2015, n. 81).
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Che cos’è il contratto di lavoro intermittente? Contratto di lavoro intermittente
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Il contratto di lavoro intermittente è un contratto con il quale «un lavoratore si pone a disposizione di un datore di lavoro che ne può utilizzare la prestazione lavorativa in modo discontinuo o intermittente». L’imprenditore quindi può decidere, in relazione alle esigenze produttive e organizzative della propria azienda, se e per quanto tempo impiegare il lavoratore. esempio Un’agenzia di viaggi conclude un contratto di lavoro intermittente con un interprete per accompagnare alcune comitive di turisti oppure una ditta di trasporti assume un autista “a chiamata” per guidare un pullman la domenica.
Il contratto in esame, che può essere anche a tempo determinato, realizza uno scambio tra la disponibilità di una parte a svolgere una data prestazione lavorativa e la disponibilità dell’altra parte a corrispondere una data retribuzione. In altri termini, il contratto di lavoro intermittente dà luogo soltanto eventualmente, e comunque in modo non continuativo, a uno scambio effettivo tra la prestazione lavorativa da parte del lavoratore e la retribuzione da parte del datore di lavoro. esempio Un imprenditore, che allestisce stand commerciali in occasione di fiere e di meeting, stipula un contratto di lavoro intermittente con un elettricista, in quanto non può sapere in via preventiva se, quando e per quanto tempo avrà bisogno della prestazione dell’operaio.
Funzione del contratto
Quale funzione economica svolge il lavoro intermittente? Le caratteristiche fondamentali del contratto di lavoro intermittente, distintive rispetto a un contratto di lavoro “normale”, sono: • la flessibilità del rapporto di lavoro, in quanto il datore di lavoro può utilizzare il lavoratore soltanto quando è necessario e, in questo modo, può disporre “a comando” di una quantità di manodopera variabile in relazione alle esigenze aziendali; • la discontinuità dell’attività lavorativa perché, quando non viene chiamato a svolgere la sua attività dal datore di lavoro, il lavoratore può rimanere inattivo per periodi di tempo più o meno lunghi. esempio Un imprenditore privato, che fornisce servizi di assistenza sanitaria a domicilio (come prelievi del sangue o punture), conclude un contratto di lavoro intermittente con un infermiere professionale, per soddisfare le eventuali richieste di assistenza da parte dei clienti.
lasoluzione • Il
titolare dell’impresa può utilizzare contratti di lavoro intermittente, con i quali si riserva di chiamare i lavoratori soltanto se e quando, in seguito a una forte nevicata, è necessario il loro intervento per pulire le strade.
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Ambito di applicazione
In base alla legge il contratto di lavoro intermittente, chiamato anche lavoro “a chiamata”, può essere stipulato soltanto per le esigenze indicate nei contratti collettivi (anche per periodi predeterminati nell’arco della settimana, del mese o dell’anno) o, in mancanza, nei casi stabiliti dal Ministero del lavoro (art. 131 d.lg. cit.). esempio Nel contratto collettivo del commercio può essere prevista la possibilità di ricorrere al contratto in esame nel fine settimana oppure durante le vacanze natalizie o pasquali.
Il datore di lavoro però può sempre concludere contratti “a chiamata” con soggetti di età superiore a 55 anni o inferiore a 24 anni (a condizione, in questo caso, che la prestazione lavorativa venga svolta entro il venticinquesimo anno di età; art. 132 d.lg. cit.). Si tratta di una disposizione che è diretta a favorire l’accesso al mercato del lavoro di persone che, in relazione alla loro età, sono meno richieste dalle imprese in quanto sono lavoratori “maturi” oppure soggetti giovani e di solito privi di esperienze lavorative. Un datore di lavoro, con l’eccezione di alcuni settori particolari (turismo, pubblici esercizi e spettacolo), può impiegare un lavoratore con un contratto a chiamata soltanto fino a quattrocento giorni di lavoro effettivo nell’arco di tre anni; l’eventuale superamento di questo limite comporta automaticamente la trasformazione del rapporto di lavoro in un rapporto a tempo pieno e indeterminato (art. 132 d.lg. cit.).
Divieto di stipulazione
La legge stabilisce un divieto di stipulare un contratto di lavoro intermittente nelle stesse ipotesi nelle quali non è consentito ricorrere a un contratto di somministrazione (cioè per la sostituzione di lavoratori in sciopero, nel caso di precedenti licenziamenti collettivi o di mobilità di lavoratori adibiti alle medesime mansioni e nel caso di mancata valutazione dei rischi; art. 14 d.lg. cit.).
Forma e contenuto del contratto “a chiamata”
Quali elementi deve contenere il contratto “a chiamata”? Il contratto di lavoro intermittente richiede la forma scritta, ma soltanto ai fini della prova dei seguenti elementi, che devono essere indicati nel contratto (art. 15 d.lg. cit.): • durata del contratto; • situazioni, oggettive o soggettive, che consentono la stipulazione del contratto; • luogo e modalità della disponibilità del lavoratore, se prevista; • trattamento economico e normativo spettante al lavoratore, compresa anche l’eventuale indennità di disponibilità; • forme e modalità della richiesta di esecuzione della prestazione da parte del datore di lavoro; • tempi e modalità di pagamento della retribuzione e, se prevista, dell’indennità di disponibilità; • misure di sicurezza relative al tipo di attività lavorativa. Prima dell’inizio della prestazione lavorativa, inoltre, il datore di lavoro deve provvedere alla comunicazione alla Direzione territoriale del lavoro competente per territorio, in modo semplificato (mediante sms, fax o posta elettronica), della sua durata.
Termine di preavviso
Obbligo di disponibilità
Nel contratto deve essere indicato anche il termine di preavviso, cioè l’intervallo tra la richiesta di effettuazione della prestazione lavorativa da parte del datore di lavoro e la sua esecuzione da parte del lavoratore, che in ogni caso non può essere inferiore a un giorno lavorativo.
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3 I contratti speciali di lavoro
Limiti del contratto
Il lavoratore è obbligato a rispondere alla chiamata? È da notare che, nello schema del contratto in esame, il datore di lavoro ha la facoltà di richiedere una o più volte la prestazione del lavoratore, ma di regola il lavoratore non ha l’obbligo di rispondere alla chiamata del datore di lavoro, cioè di effettuare la prestazione lavorativa, a meno che tale obbligo non sia stato previsto espressamente nel contratto individuale. Sono configurabili, pertanto, due tipi diversi di contratti di lavoro intermittente: • senza l’obbligo di disponibilità a carico del lavoratore, che può accettare o anche rifiutare le eventuali richieste di prestazioni lavorative da parte del datore di lavoro; • con l’obbligo di disponibilità a carico del lavoratore, che si impegna a rimanere a disposizione del datore di lavoro e ad accettare le sue eventuali richieste.
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Contratto di lavoro intermittente Compila il documento proposto con dati a tua scelta
oggetto: contratto di lavoro intermittente a tempo indeterminato
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Tra la ditta .............................................. di .............................................., con sede legale a ........................... in ............................ n. ...., nella persona del suo titolare ..........................................., di seguito denominata datore di lavoro; e il signor ..........................................., nato a .......................... (.........................) il ............................. e residente a ............................ in ............................ n. ...., di seguito denominato lavoratore, si conviene e si stipula quanto segue.
L’impresa e il lavoro
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Tipologia del contratto
il lavoratore si obbliga a prestare la propria attività lavorativa subordinata, nei termini specificati nel seguente contratto, nella forma del lavoro intermittente disciplinato dagli articoli 13 ss. del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81.
Durata e decorrenza del contratto
L’assunzione del lavoratore è a tempo indeterminato e decorre dal giorno .............................
Presupposti del contratto
il contratto di lavoro intermittente viene stipulato con il lavoratore in possesso dei seguenti requisiti, previsti dall’articolo 13, comma 2, del decreto legislativo 81/2015: lavoratore .............................................
Sede di lavoro
La sede di lavoro è stabilita in ..........................., in via ........................... n. .....
Modalità della chiamata
Le prestazioni lavorative saranno effettuate dal lavoratore soltanto previa richiesta espressa da parte del datore di lavoro, con un preavviso di almeno .......... (..........................) giorni lavorativi. La richiesta della prestazione lavorativa da parte del datore di lavoro deve essere effettuata verbalmente o telefonicamente, di persona o tramite il recapito indicato dal lavoratore (......................) e nella fascia oraria ......................... Al momento della richiesta il datore di lavoro dovrà comunicare al lavoratore la prestazione richiesta e le modalità di esecuzione. il lavoratore non si obbliga a rimanere a disposizione del datore di lavoro per le prestazioni oggetto del presente contratto e non ha diritto ad alcuna indennità di disponibilità in caso di ......................... della chiamata o per i periodi di tempo tra una chiamata e la chiamata successiva.
Rilevazione della prestazione
La rilevazione della prestazione effettuata dal lavoratore avverrà mediante la registrazione del nominativo nel libro giornaliero delle presenze e la firma, da parte del dipendente, in un apposito registro.
Iscrizione nel Libro unico del lavoro
il lavoratore verrà iscritto nel Libro unico del lavoro al numero ........ (..............).
Trattamento economico e previdenziale
il datore di lavoro procederà al riproporzionamento del trattamento economico e previdenziale sulla base della prestazione effettivamente svolta per quanto concerne: • la retribuzione globale e i singoli elementi; • le ferie; • i trattamenti di malattia, maternità, congedi parentali, infortunio e malattia professionale. i ratei di tredicesima, quattordicesima e ferie maturati spettanti al lavoratore saranno liquidati mensilmente.
Retribuzione oraria
La retribuzione sarà erogata mensilmente entro il ....... del mese successivo in base ai seguenti parametri: a) retribuzione lorda mensile: euro .................. (..............................................); b) retribuzione lorda oraria: euro ................ (........................................).
Periodo di prova
il periodo di prova è pari a ........................ di lavoro effettivo.
Obblighi e disposizioni in materia di sicurezza
il datore di lavoro, in relazione all’oggetto della prestazione, si impegna a fornire l’attrezzatura necessaria alla svolgimento della prestazione lavorativa in sicurezza e garantisce il rispetto delle seguenti misure di sicurezza: (omissis)
Rinvio a disposizioni di legge e contrattuali
Per tutto quanto non espressamente regolamentato nel presente contratto si rinvia al decreto legislativo n. 81/2015 e al vigente ccnL per i dipendenti di aziende del terziario della distribuzione e dei servizi. Luogo e data ........................................ Firmato ........................................
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3 I contratti speciali di lavoro
Mansioni e inquadramento
Al lavoratore verranno affidate mansioni di .......................... e nell’esercizio delle mansioni suddette il lavoratore risponderà direttamente nei confronti del ............................. il lavoratore verrà inquadrato al ....... livello del ccnL per i dipendenti di aziende del terziario della distribuzione e dei servizi.
Firmato ........................................
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Nel primo caso il lavoratore dipendente non ha alcun diritto di carattere economico, nei confronti del datore di lavoro, per gli eventuali periodi di inattività, cioè quando non viene chiamato dal datore di lavoro a svolgere la sua attività lavorativa.
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esempio Se non si è impegnato a rispondere all’eventuale chiamata del datore di lavoro e a rimanere a sua disposizione, un lavoratore non ha diritto di percepire un’indennità di disponibilità e il periodo di tempo durante il quale non viene impiegato in un’attività lavorativa non è computabile ai fini pensionistici e dell’anzianità di servizio.
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Indennità di disponibilità
Nel secondo caso invece il lavoratore ha diritto di ricevere una indennità di disponibilità per i periodi di inattività, cioè per i periodi di tempo intercorrenti tra una chiamata da parte del datore di lavoro e l’altra successiva (art. 16 d.lg. cit.). L’indennità di disponibilità è dovuta nella misura determinata nei contratti collettivi di lavoro ma, in ogni caso, non può essere inferiore a un minimo stabilito con un decreto ministeriale (che, attualmente, è uguale al 20% della retribuzione prevista nel contratto nazionale di lavoro applicabile nel settore in cui opera il datore di lavoro).
Rifiuto della chiamata
Se in un contratto di lavoro intermittente è previsto l’obbligo di disponibilità a carico del lavoratore e vi è un rifiuto ingiustificato di rispondere alla chiamata, il datore di lavoro può chiedere la risoluzione del contratto per inadempimento del lavoratore e la restituzione dell’indennità di disponibilità per il periodo successivo al rifiuto.
Retribuzione
Principio di non discriminazione
Quale trattamento è riconosciuto al lavoratore “a chiamata”? Nel contratto di lavoro intermittente il lavoratore “a chiamata” ha sempre diritto di percepire una retribuzione per i periodi di attività, cioè quando fornisce la sua prestazione lavorativa su richiesta del datore di lavoro. In base al principio di non discriminazione, inoltre, il trattamento economico e normativo riconosciuto a un lavoratore intermittente non può essere meno favorevole, in proporzione alla prestazione lavorativa effettivamente eseguita, a quello spettante complessivamente, in base alla contrattazione collettiva, a un lavoratore subordinato di pari livello assunto a tempo pieno e adibito alle stesse mansioni (art. 17 d.lg. cit.). esempio Un lavoratore assunto come magazziniere con un contratto di lavoro a chiamata ha gli stessi diritti, dal punto di vista economico e normativo, degli altri lavoratori di pari livello e incaricati di svolgere le medesime mansioni.
Computo del lavoro intermittente
Infine i lavoratori “a chiamata” vengono calcolati nell’organico dell’impresa, ai fini delle norme che distinguono le imprese in relazione al numero degli occupati, in proporzione alle ore di lavoro svolte in un semestre (art. 18 d.lg. cit.). esempio Se in un semestre un imprenditore utilizza quattro impiegati a chiamata, ciascuno per un numero di ore uguale alla metà di quelle di un lavoratore ordinario, i quattro lavoratori verranno calcolati come due lavoratori.
contratto di lavoro intermittente
il lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro
Il contratto di lavoro accessorio ilcaso • Un’insegnante, che è stata pagata con alcuni buoni orari per le lezioni date a una studentessa, pretende di riscuotere direttamente i buoni dai genitori della ragazza. La pretesa dell’insegnante è fondata?
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Una forma di lavoro occasionale, cioè non avente continuità nel corso del tempo, è il lavoro accessorio (artt. 48-50 d.lg. 15 giugno 2015, n. 81).
• prestazioni lavorative discontinue o intermittenti • al massimo 400 giorni in tre anni • forma scritta probatoria • con o senza obbligo di disponibilità
Che cos’è il lavoro accessorio? Il contratto di lavoro accessorio è un contratto concluso per lo svolgimento di attività lavorative di natura occasionale.
Lavoro accessorio
In base alla legge, il lavoro accessorio (art. 48 d.lg. cit.): • può riguardare di regola qualsiasi tipo di prestazione lavorativa (con alcuni limiti, però, in agricoltura e nel pubblico impiego), con esclusione dell’esecuzione di appalti di opere e servizi; • non può superare complessivamente il compenso di 7.000 euro all’anno, anche da più committenti diversi, o comunque di 2.000 euro all’anno da parte di un singolo committente quando è un imprenditore commerciale o un professionista. I suddetti limiti monetari sono soggetti ogni anno a rivalutazione, in base alla variazione dell’indice dei prezzi calcolata dall’ISTAT.
In che cosa consistono i buoni orari o voucher? Coloro che intendono avvalersi di prestazioni lavorative di carattere accessorio devono acquistare uno o più carnet di buoni orari o voucher (il cui valore unitario è stato fissato a 10 euro, comprensivi dei contributi previdenziali e assistenziali), numerati progressivamente e datati. Di regola l’acquisto dei buoni deve essere effettuato con modalità telematiche, ferma restando la possibilità per i committenti che non siano imprenditori o professionisti di acquistarli presso le rivendite autorizzate. Il lavoratore, dopo avere prestato la sua attività lavorativa, riceve dal datore di lavoro i voucher e può richiedere la riscossone dei buoni presso il concessionario del servizio, che provvede al versamento all’INPS dei contributi previdenziali per conto del lavoratore.
lasoluzione • La pretesa dell’insegnante non è fondata, in quanto la riscossione dei buoni deve essere effettuata presso i soggetti indicati espressamente dalla legge.
Comunicazione obbligatoria
Anche nel contratto di lavoro accessorio, come in quello a chiamata, prima dell’inizio della prestazione lavorativa il datore di lavoro deve provvedere alla comunicazione alla Direzione territoriale del lavoro competente per territorio, in modo semplificato
contratto di lavoro accessorio
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il lavoratore svolge la sua attività in modo occasionale
• åno a 7.000 euro all’anno anche da più committenti • åno a 2.000 euro all’anno da un solo committente, imprenditore o professionista
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un pensionato viene assunto da un’impresa di servizi come addetto al controllo degli ingressi allo stadio, con un contratto di lavoro intermittente in base al quale l’impresa può chiamarlo in qualsiasi momento per sostituire altri lavoratori assenti per malattia, ma, di fatto, non viene mai chiamato a effettuare sostituzioni.
La tesi della convenuta Nel contratto di lavoro concluso con il pensionato non è stato previsto l’obbligo di rimanere a disposizione dell’impresa e di accettare le chiamate dell’impresa, ma soltanto la sua facoltà di accettare o meno le eventuali chiamate, e quindi il lavoratore non ha diritto al pagamento di un’indennità di disponibilità.
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3 I contratti speciali di lavoro
Buoni orari
Il pensionato, allora, cita in giudizio l’impresa e chiede al giudice di condannare l’impresa a pagargli un’indennità di disponibilità.
La tesi dell’attore Il pensionato è rimasto sempre a disposizione dell’impresa, anche se non è stato mai chiamato a lavorare, rinunciando ad altre occasioni di lavoro e, per questo motivo, ha diritto al pagamento di un’indennità di disponibilità nella misura indicata nel contratto collettivo applicabile al rapporto in esame.
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Il contratto di apprendistato
ilcaso • Uno studente, che ha già compiuto il quindicesimo anno di età, decide di non andare più a scuola e di farsi assumere come apprendista in un negozio di ferramenta. Il comportamento del ragazzo costituisce una violazione del diritto/dovere di istruzione previsto dalla legge? Un contratto particolare di lavoro subordinato è il contratto di apprendistato (artt. 41-47 d.lg. 15 giugno 2015, n. 81), che è caratterizzato anche da una finalità formativa del lavoratore.
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Contratto di apprendistato
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Addestramento pratico e insegnamento complementare
Che cos’è il contratto di apprendistato? Il contratto di apprendistato è un contratto di lavoro a tempo indeterminato che ha la funzione di favorire la formazione e l’occupazione dei giovani, in quanto il datore di lavoro si impegna a impartire all’apprendista l’insegnamento necessario per conseguire specifiche capacità tecniche e professionali. In base alla legge, che incentiva la stipulazione dei contratti in esame con la concessione di sgravi contributivi a favore del datore di lavoro (cioè una riduzione dei contributi previdenziali a suo carico), la formazione professionale durante l’apprendistato deve svolgersi attraverso: • l’addestramento pratico o operativo, che viene compiuto all’interno della azienda; • l’insegnamento complementare o teorico, che viene realizzato mediante la partecipazione obbligatoria degli apprendisti a specifici corsi di formazione. L’apprendistato quindi si distingue da un contratto di lavoro ordinario perché, oltre allo scambio tra la prestazione lavorativa e la remunerazione (in quanto il lavoratore svolge la sua attività retribuita alle dipendenze del datore di lavoro), prevede un percorso obbligatorio di formazione a favore del lavoratore e a carico del datore di lavoro. esempio Non costituisce un contratto di apprendistato il contratto nel quale al lavoratore viene fornita una preparazione di carattere esclusivamente pratico, relativa alle modalità di utilizzazione di un dispositivo industriale o di gestione di un programma informatico.
Ambito di applicazione
In linea generale i contratti di apprendistato possono essere conclusi in tutti i settori di attività, privati o pubblici (a eccezione dell’apprendistato per la qualifica e il diploma, che può essere svolto solo nel settore privato). esempio Il ricorso al contratto di apprendistato è ammesso in agricoltura, nell’industria, nel commercio, nel credito, nel lavoro alle dipendenze dello Stato o di altri enti pubblici ecc.
Quale disciplina si applica all’apprendistato? In base alla legge i contratti di apprendistato presentano una disciplina comune, che si applica a tutti i tipi di apprendistato (art. 42 d.lg. cit.). Forma del contratto di apprendistato
In primo luogo il contratto di apprendistato, che deve avere una durata minima di almeno sei mesi (salvo attività di carattere stagionale), deve: • risultare da un atto scritto, come forma probatoria; • contenere gli elementi essenziali indicati dalla legge. esempio Nel contratto di apprendistato devono essere specificati: la prestazione lavorativa e il piano formativo individuale dell’apprendista; l’indicazione del tutor o referente aziendale; la qualifica che potrà essere conseguita dal lavoratore al termine del percorso di formazione; l’indicazione della registrazione della formazione su un apposito libretto.
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Divieto di cottimo
In secondo luogo, per evitare che la produttività dell’apprendista diventi prevalente rispetto alla sua formazione professionale, è stabilito un divieto di cottimo: la retribuzione spettante all’apprendista, pertanto, deve essere determinata in misura fissa e non può essere variabile e commisurata alla quantità prodotta.
Diritto di recesso
In terzo luogo, al termine del periodo di apprendistato ciascuna parte può esercitare il diritto di recesso dal contratto, salvo l’obbligo di darne un preavviso all’altra parte. Se nessuna delle parti recede dal contratto, il rapporto tra il datore di lavoro e il lavoratore continua come un normale contratto di lavoro a tempo indeterminato. Durante il periodo di formazione, invece, il recesso può avvenire soltanto per giusta causa o per giustificato motivo, con l’applicazione delle norme in materia di licenziamenti individuali. esempio Il datore di lavoro può recedere anticipatamente dal contratto di apprendistato per motivi connessi all’organizzazione aziendale (giusta causa) oppure, nell’apprendistato qualificante, per il mancato raggiungimento degli obiettivi formativi attestato dall’istruzione formativa.
esempio Se un imprenditore ha alle proprie dipendenze dieci operai generici e cinque operai specializzati, può assumere al massimo cinque apprendisti; se invece ha cinque operai generici e dieci operai specializzati, può assumere fino a quindici apprendisti.
Nuove assunzioni
Di regola il datore di lavoro con almeno cinquanta dipendenti può procedere a nuove assunzioni di apprendisti, con contratto di apprendistato professionalizzante, soltanto se, nei trentasei mesi precedenti, almeno il venti per cento degli apprendisti sono stati confermati, cioè hanno proseguito il rapporto di lavoro al termine del periodo di apprendistato (con esclusione dei rapporti di apprendistato cessati durante il periodo di prova per recesso, dimissioni o licenziamento per giusta causa). Gli eventuali apprendisti assunti in violazione di questa disposizione, che è diretta a favorire la stabilizzazione del contratto di apprendistato in un contratto ordinario di lavoro, sono considerati lavoratori subordinati a tempo indeterminato.
Apprendisti e dimensioni aziendali
Gli apprendisti, inoltre, sono esclusi dal computo del numero dei dipendenti al fine del calcolo delle dimensioni aziendali di un imprenditore per l’applicazione di particolari norme o istituti giuridici previsti dalla legge o dalla contrattazione collettiva.
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3 I contratti speciali di lavoro
Limiti quantitativi
Esistono limiti alla stipulazione di contratti di apprendistato? La legge stabilisce specifici limiti quantitativi alla possibilità di concludere contratti di apprendistato, in quanto il numero massimo di apprendisti che può assumere un datore di lavoro è uguale a: • un apprendista per ogni lavoratore specializzato e qualificato in servizio, se il datore di lavoro ha meno di dieci dipendenti (o fino a tre apprendisti se non ha lavoratori dipendenti specializzati e qualificati oppure se sono inferiori a tre); • tre apprendisti per ogni due lavoratori specializzati e qualificati in servizio, se il datore di lavoro ha dieci o più dipendenti.
esempio Le disposizioni che riguardano i datori di lavoro che occupano più di dieci dipendenti non si applicano a un imprenditore che ha alle proprie dipendenze 10 operai specializzati e 10 apprendisti.
“Sottoinquadramento” e riduzione della retribuzione
In base alla legge, il datore di lavoro può in alternativa: • procedere al sottoinquadramento dell’apprendista, cioè a un inquadramento fino a due livelli al di sotto di quello spettante ai lavoratori addetti a mansioni che richiedono la qualifica finale al cui conseguimento è finalizzato l’apprendistato; • stabilire una riduzione della retribuzione dell’apprendista, in misura percentuale rispetto a quella spettante ai lavoratori che svolgono funzioni corrispondenti e in modo graduale rispetto all’anzianità di servizio. esempio Il contratto collettivo aziendale può prevedere che la retribuzione spettante agli apprendisti corrisponda al 90% della retribuzione riconosciuta ai lavoratori addetti a mansioni che richiedono una qualifica equivalente a quella al cui conseguimento è diretto il contratto di apprendistato.
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Contratto di apprendistato professionalizzante Compila il documento proposto con dati a tua scelta
L’anno …………………… nel mese di ………………..…… in ……………..……… (……………………), presso la sede della Banca …………………...………, sita in via ……………...…………… n. ……… tra il signor …………………...… nato a ……………….....…… il ……….………, che agisce in qualità di legale rappresentante della Banca ……………………, con sede in …………………… (…………………), iscritta al n. ………………… cciiA di ………………………… e la signora ………………………… nata a ………….....…… il ………………… e ivi residente in via ……………………… n. ….., c.F.: …………………….
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Premesso
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che la Ditta ritiene di stipulare con il predetto lavoratore un contratto d’apprendistato professionalizzante, ai sensi dell’articolo 44 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, e del ccnL per la categoria del ”…………………………”, con la predetta lavoratrice che si è dichiarata disponibile alla stipula del contratto stesso, tra la Ditta e la signora si conviene quanto di seguito riportato. Art.1 – Le premesse formano parte integrante e sostanziale del presente atto. Art. 2 – La Ditta , come sopra rappresentata, assume alle proprie dipendenze la signora che accetta, con contratto d’apprendistato professionalizzante, alle condizioni di seguito precisate. Art. 3 – il contratto di apprendistato professionalizzante avrà la durata determinata di anni tre, con decorrenza dal giorno ………… e avrà termine il giorno ………… e l’orario di lavoro sarà di tipo “part time” di 24 ore settimanali, corrispondente al 60% dell’orario normale previsto dalla contrattazione collettiva. Art. 4 – il contratto è soggetto a un periodo di prova della durata di …………… (………………) giorni. Art. 5 – L’orario di lavoro è il seguente: Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
venerdì
sabato Riposo
Domenica Riposo
Per un totale di 24 ore settimanali, pari a numero di 96 ore mensili, pari a numero di 1056 ore annuali. Art. 6 – in esecuzione del presente contratto, la signora ………………………… sarà iscritta all’inPs, ai fini previdenziali e assistenziali, nonché all’INAIL per l’assicurazione infortuni e malattie professionali e le verrà attribuito, pertanto, il seguente trattamento economico: • Per i primi due anni sarà inquadrata al ……………… livello del ccnL “………………………” Paga base euro ………………………… contingenza euro ………………………… • Per il terzo anno sara inquadrata al …………………… livello del ccnL “……………………” Paga base euro ………………………… contingenza euro ………………………… Art. 7 – La qualifica finale attribuibile al termine del rapporto di lavoro, in funzione degli esiti della formazione aziendale o extra-aziendale, è la seguente: ………………………… Livello finale, attribuibile al termine dell’apprendistato e in caso di qualificazione: ………………… Art. 8 – In forza del presente contratto la signora ………………………… ha diritto di ricevere, in conformità al piano formativo individuale di dettaglio di seguito specificato, una formazione conforme al piano formativo generale sottoscritto tra le parti in pari data per ciascuno degli anni di durata del contratto, finalizzata all’acquisizione di competenze di base e tecnico-professionali.
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il piano formativo individuale è preordinato a conseguire la qualificazione di ……………………………… Nel dettaglio comporterà lo svolgimento delle seguenti mansioni che consisteranno nel ………………… ……………………………………………….............…………………………………………………………. …………………………………………………………………………………………………………………... …………………………………………………………………………………………………………………... Per il conseguimento della sopracitata qualificazione, sarà svolta la seguente attività media formativa per ciascuna annualità di durata del contratto di formazione formale di ore 120, suddivise in: • area delle competenze di base e trasversali totale ore …….; • area delle competenze tecnico-professionali totale ore ..…. Le attività formative a carattere trasversale di base saranno articolate nelle seguenti aree di contenuti: …………………………………………………………………………………………………………………... …………………………………………………………………………………………………………………... i contenuti e le competenze tecnico-professionali saranno definiti sulla base dei seguenti obiettivi formativi: …………………………………………………………………………………………………………………... …………………………………………………………………………………………………………………..
Art. 9 – La Banca ………………………… ha la facoltà di recedere dal rapporto di lavoro, al termine del periodo d’apprendistato, dando disdetta ai sensi dell’art. 2118 c.c. Tranne durante il periodo di prova, nel corso del periodo d’apprendistato la Banca ………………………… non potrà recedere dal contratto se non in presenza di una giusta causa o di un giustificato motivo. Art. 10 – All’interno del percorso dell’apprendistato professionalizzante la Banca ………………………… attesterà la partecipazione al percorso formativo mentre al termine dell’esecuzione del presente contratto, la Banca ………………………… rilascerà alla signora ………………………… un’attestazione riguardante l’attività formativa e lavorativa svolte, le competenze professionali acquisite e la relativa qualificazione ottenuta. La Banca ………………………… conserverà, inoltre, agli atti, la documentazione dalla quale risultano le attività formativa e lavorativa svolte, le competenze professionali acquisite e la relativa qualificazione. Art. 11 – Per quanto non previsto dal presente atto, si fa rinvio al decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, alla disciplina in materia di apprendistato contenuta nel vigente ccnL “…………………………” applicato dal datore di lavoro.
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3 I contratti speciali di lavoro
inoltre, il raccordo tra l’apprendimento sul lavoro e il conseguimento della formazione della signora ………………………… sarà curato da un tutor aziendale signor …………………………, in possesso d’esperienza lavorativa ed esperto nelle mansioni proprie della qualificazione per l’acquisizione della quale è stipulato il presente contratto.
Letto, confermato e sottoscritto il legale rappresentante ………………………….............
L’apprendista ………………………….............
Ai sensi dell’articolo 1341, comma 2, del codice civile si approvano per iscritto le clausole relative a: apposizione del termine di 3 anni al contratto di apprendistato (art. 3); pattuizione del periodo di prova (art.4). L’apprendista ………………………….............
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Tipi di apprendistato
Esistono diversi tipi di apprendistato? La legge distingue tre tipi principali di apprendistato: • l’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore; • l’apprendistato professionalizzante; • l’apprendistato di alta formazione e ricerca. È prevista espressamente, inoltre, la possibilità di assumere con un contratto di apprendistato, al fine della loro qualificazione o riqualificazione professionale, anche i lavoratori in mobilità.
Apprendistato per la qualifica e il diploma
In base alla legge l’apprendistato per la qualifica e il diploma (art. 43 d.lg. cit.): • può avere una durata variabile (in relazione alla qualifica o al diploma da conseguire), ma di regola ha una durata non superiore a tre anni (o quattro anni per i diplomi professionali quadriennali); • è rivolto a soggetti di età compresa tra quindici e venticinque anni. Si tratta di un contratto che, attraverso un addestramento interno all’azienda unito a una formazione esterna, è diretto a conseguire: • una qualifica o diploma professionale; • un diploma di istruzione tecnica superiore; • un certificato di specializzazione tecnica superiore.
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Al riguardo è da notare che la legge fissa a 10 anni la durata dell’obbligo di istruzione (cioè di solito dai sei anni ai sedici anni di età; l. 27 dicembre 2006, n. 296) e quindi, in modo indiretto, a 16 anni l’età minima di accesso al lavoro. In seguito però è stato disposto espressamente che l’obbligo di istruzione può essere assolto «anche nei percorsi di apprendistato per l’espletamento del diritto/dovere di istruzione e formazione» (l. 4 novembre 2010, n. 183).
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lasoluzione • Il comportamento del ragazzo è legittimo in quanto, al compimento del quindicesimo anno di età, può decidere di adempiere l’ultimo anno dell’obbligo di istruzione iscrivendosi alla scuola secondaria o, in alternativa, svolgendo un percorso formativo di apprendistato in azienda per conseguire una qualifica professionale.
La regolamentazione dei profili formativi dell’apprendistato per la qualifica e il diploma cosiddetto qualificante è attribuita alle Regioni (nonché alle Province autonome di Trento e Bolzano). Le Regioni devono operare d’intesa con i Ministeri del lavoro e dell’istruzione, dopo avere sentito le parti sociali, nel rispetto dei principi e criteri direttivi fissati dalla legge (per quanto riguarda, in particolare, la definizione della qualifica o diploma professionale e la previsione di un monte ore minimo di formazione professionale). Nelle Regioni nelle quali manca una regolamentazione specifica, la disciplina della forma di apprendistato in esame è stabilita con un decreto del Ministero del lavoro, di concerto con il Ministero dell’istruzione e sentite le parti sociali. Apprendistato professionalizzante
Di regola l’apprendistato professionalizzante, chiamato anche in passato contratto di mestiere (art. 44 d.lg. cit.): • può avere una durata massima di tre anni (o cinque anni, per i profili professionali relativi alla figura dell’artigiano); • è rivolto a soggetti di età compresa tra diciotto e ventinove anni; • è diretto a conseguire una qualificazione professionale, attraverso una formazione tecnico-professionale e specialistica in azienda e la partecipazione dell’apprendista ad attività formative pubbliche (per un monte ore complessivo, nel corso del triennio, non superiore a 120 ore) per l’acquisizione di competenze di base e trasversali. La durata e le modalità del percorso formativo in esame sono determinate, in relazione all’età dell’apprendista e al tipo di qualificazione professionale, dagli accordi e contratti collettivi.
Apprendistato di alta formazione e ricerca
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L’apprendistato di alta formazione e ricerca (art. 44 d.lg. cit.): • ha una durata variabile in relazione al corso di studio o di formazione o all’attività di ricerca;
• è rivolto a soggetti di età compresa tra diciotto e ventinove anni; • è finalizzato al conseguimento da parte del lavoratore di un titolo di studio (che può essere un diploma universitario e di alta formazione o di specializzazione tecnica superiore) oppure allo svolgimento di una attività di ricerca.
La disciplina del contratto di “alto” apprendistato e la sua durata sono rimesse alle Regioni (e alle Province autonome), per quanto riguarda in particolare gli aspetti formativi, in accordo con le parti sociali e con le istituzioni formative (Università, enti di formazione e di ricerca ecc.). In mancanza di apposite regolamentazioni regionali, il contratto in esame può essere attivato in base ad apposite convenzioni stipulate dai datori di lavoro, come singoli o come associazioni, con l’Università e con le altre istituzioni formative. esempio Si può ricorrere all’apprendistato in esame per le specializzazioni tecniche post-diploma, per i dottorati di ricerca universitari post-laurea, per il praticantato richiesto per l’accesso a professioni “protette” (dottori commercialisti, ingegneri, architetti ecc.).
contratto di apprendistato
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iorno
• soggetti dai 15 ai 25 anni • di solito durata massima tre anni • qualiåca o diploma professionale o diploma di istruzione
professionalizzante
• soggetti dai 18 ai 29 anni • durata massima sei anni • qualiåcazione professionale
di alta formazione e ricerca
• soggetti dai 18 ai 29 anni • durata massima variabile • titolo di studio superiore o attività di ricerca
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un artigiano assume un disoccupato con un contratto di apprendistato professionalizzante ma, prima che sia terminato il periodo di formazione, l’artigiano recede dal contratto di lavoro in seguito alla comunicazione da parte dell’ente preposto della mancata partecipazione da parte del lavoratore alle iniziative di formazione. L’apprendista cita in giudizio l’artigiano e chiede al giudice di dichiarare l’illegittimità del licenziamento.
La tesi dell’attore Il licenziamento di un apprendista durante il periodo di formazione può avvenire
soltanto per giusta causa o per giustificato motivo, cioè per circostanze relative allo svolgimento del rapporto di lavoro, e non costituisce una giusta causa o un giustificato motivo il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti nel piano individuale di formazione.
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3 I contratti speciali di lavoro
per la qualifica o il diploma
La tesi del convenuto Il contratto di apprendistato si basa da un lato sulla prestazione dell’attività lavorativa da parte dell’apprendista e dall’altro lato sulla sua formazione professionale e quindi la mancata partecipazione ai corsi di formazione da parte del lavoratore costituisce un giustificato motivo che legittima il licenziamento del lavoratore.
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The rules and regulations for temporary employment in France, Holland and the United Kingdom There is a tradition within the European Union for temporary employment contracts in France, Holland and the United Kingdom.
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France
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In France, temporary employment agencies have, as an exclusive objective, the duty to provide labour (that is to say that they may not operate as employment agencies as such) and their constitution is subordinate to the issuing of an administrative authorisation (a permit), provided that they have the required financial guarantees and this permit must be renewed every year by the Labour Inspectorate. Relations between the worker and the agency are described as subordinate fixed-time labour; in detail, the agency fulfils all legal obligations pertaining to the employer in matters regarding the hiring and payment of salary and expenses. Contracts between the work agency and the worker and between the agency and the contracting company must necessarily be in a written form or, if this is does not transpire, relations between the worker and the contracting company will automati-
cally be transformed into an indefinite employment contract. The duration of the supply contract, which is generally not admissible in the public sector, cannot be longer than a period of eighteen or twenty-four months, with the option of extending this term of employment once only. Equality of treatment with the other employees of the contracting company who have the same qualifications and have the same duties is expressly provided for in the contract insofar as working hours, duration of work, rest time and payments are concerned; temporary employees, moreover, receive extra expenses to compensate for their condition of insecurity of employment. Temporary employment is permitted only for specific and transitory reasons which have been strictly provided for by law (for example, the replacement of workers who are on leave or have been suspended, seasonal employment or occasional labour for a temporary increase in the company’s activities); employers are not permitted to use temporary labour to replace workers who are on strike, to carry
Holland Unlike the French system, in Holland there are no particular conditions required to be able to set up a temporary employment agency. The Dutch agencies can provide a supply of labour in a non-exclusive manner and do not need to have financial guarantees. The temporary worker is bound to the agency by a fixed-term employment contract or even by an open-ended employment contract; during the first twenty-six weeks, however, the temporary employment agency may unilaterally exercise the right to terminate the contract, when the contract with the contracting company expires. The temporary employment contract must be drawn up in a written form but, for all other conditions, it is not subject to specific regulations, except for the prohibition to replace workers who are on strike and the prohibition to carry out activities of a permanent nature. Certain private sectors may not resort to the use of temporary labour (such as the building, maritime and goods and passenger transport sectors) and neither can Public Administration. As far as payment is concerned (on the supplying agency’s part), the temporary worker must receive the same treatment as the permanent workers in the contracting company who are doing similar jobs, but, if there are no specific contractual conditions on the part of the contracting company, the average salary provided for by collective bargaining agreements is applied and in effect, the payment conditions are not the same even if they are doing the same job; temporary workers, moreover, do not receive any extra payment to compensate for their insecurity of employment.
The United Kingdom Also in the United Kingdom there are no particular procedures or provisos for setting-up temporary employment agencies, in that collateral and guarantees are not required and it is simply sufficient to
register the agency in the business register, as well as inform the tax authorities. Temporary employment agencies, however, which may also operate as job centres, are subject to subsequent verification by the EASO (Employment Agency Standards Office) which may carry out checks and inspections in order to verify that the rules and regulations regarding the supply of labour are being implemented correctly. It must be pointed out that, in the United Kingdom, the temporary employment agency is not considered to be an employer, in that temporary workers are defined by a magistrate, depending on individual cases, as employees of the contracting company or even as independent or autonomous employees. The temporary labour service and supply contracts must be drawn up in written form but are not, however, subject to specific rules: specifically, the appointment does not have a maximum time limit for the contracting company and it can also be for an indefinite period, be renewed several times and the contracting company can always make use of temporary labour, except in the cases of substituting workers who are on strike. As far as the sphere of application of temporary labour is concerned, there are no particular restrictions or prohibitions and therefore, consequently, this type of contract can be used in all sectors. Finally, although there is no specific explicit principle of equality of treatment, generally speaking, the salary of a temporary worker (who does not receive any specific indemnity for job insecurity) is not less than that of a permanent worker of the contracting company who is doing the same kind of job.
Comprehension 1. What is the maximum duration of a temporary employment contract in France? 2. In which sectors is it not allowed to conclude temporary employment contracts in Holland? 3. In the United Kingdom, are employment agencies considered as employers?
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3 I contratti speciali di lavoro
out dangerous jobs or occasional jobs which are not part of the company’s normal activities or to use temporary labour in the six-month period subsequent to dismissals on financial grounds. At the beginning of the Nineties, two particular types of contract were introduced into the temporary work sphere and were paid as “ training contracts”: the professional training contract for young temporary workers (Contrat de mission – formation jeunes intérimaires – CMJI) and the professional training and integration contract (Contrat de mission – formation et insertion – CMFI).
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Temporary employment Equality of treatment Right to terminate Job centres
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Ripassafacile
caratteristiche
contenuto
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Contratto di somministrazione di lavoro
I contratti speciali
L’impresa e il lavoro
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Contratti a orario ridotto e flessibile contratti di lavoro a tempo parziale
contratti di lavoro intermittente
Concetti chiave
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
contenuto e applicazione
Contratto di apprendistato
Simulazione della verifica orale
English summary
forma ed elementi essenziali
tipi
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contratti di lavoro accessorio
I contratti speciali di lavoro
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Verificaformativa 1. Risposte multiple
c non è soggetto all’obbligo di fedeltà nei confronti del datore di lavoro
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
d può avere un trattamento economico inferiore rispetto agli altri lavoratori
Un contratto di somministrazione di lavoro: a non può essere a tempo indeterminato b richiede una forma scritta come forma essenziale c richiede una forma scritta come forma probatoria
e è considerato un lavoratore autonomo 7.
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c è un lavoratore autonomo d non può essere un lavoratore a tempo parziale
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c può dare luogo a un part time orizzontale, verticale o misto d può prevedere clausole elastiche a favore del lavoratore
nel contratto di somministrazione di lavoro il lavoratore: a è un dipendente dell’agenzia per il lavoro b è un dipendente dell’impresa utilizzatrice
e può prevedere clausole elastiche a favore del datore di lavoro 8.
L’agenzia per il lavoro (2 risposte esatte):
c richiede il consenso delle organizzazioni sindacali
a non è un’impresa b conclude un contratto di lavoro con l’impresa utilizzatrice c conclude un contratto di lavoro con il lavoratore d conclude un contratto di somministrazione con l’impresa utilizzatrice
d può avvenire anche in modo tacito e può riguardare soltanto contratti a tempo determinato 9.
e conclude un contratto di somministrazione con il lavoratore 4.
d deve svolgere una formazione obbligatoria e non è soggetto a limiti di età 10. Un contratto di apprendistato: a non può riguardare lavoratori minorenni b non può essere concluso nel pubblico impiego c è un contratto a tempo determinato
c deve sostituire temporaneamente alcune lavoratrici in gravidanza d non è prevista nel contratto collettivo della categoria
5.
6.
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Un apprendista: a è un lavoratore assunto in prova b non è un lavoratore dipendente c non può essere licenziato
Un imprenditore non può ricorrere alla somministrazione di lavoro se: a non ha effettuato la valutazione dei rischi b deve sostituire alcuni lavoratori assenti aventi diritto alla conservazione del posto
La conversione di un rapporto di lavoro a tempo pieno in un rapporto di lavoro a tempo parziale: a richiede il consenso scritto del lavoratore b può essere decisa dal datore di lavoro per esigenze aziendali
e non può essere un lavoratore minorenne 3.
Un contratto di lavoro a tempo parziale: a non consente il ricorso al lavoro straordinario b non consente il ricorso al lavoro supplementare
d viene concluso tra un lavoratore e un’impresa e deve essere necessariamente a tempo determinato 2.
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e non è autorizzato dal centro per l’impiego
d può prevedere una retribuzione a tempo o a cottimo
il contratto di lavoro intermittente:
e richiede la forma scritta essenziale
a è un contratto a tempo parziale b può riguardare soltanto lavoratori assunti come impiegati
2. Vero o falso
c può riguardare soltanto lavoratori assunti come operai
Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta
d è detto anche contratto a chiamata e non consente il licenziamento del dipendente da parte del datore di lavoro
1.
Un lavoratore assunto con un contratto di lavoro a chiamata: a ha diritto in ogni caso alla retribuzione b ha diritto alla retribuzione soltanto per i periodi di attività
La somministrazione di lavoro dà luogo e l’utilizzatore.
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2.
Un’agenzia per il lavoro deve essere autorizzata dal Ministero del lavoro.
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Verificaformativa 3.
Un imprenditore non può ricorrere alla somministrazione di lavoro se ha effettuato licenziamenti collettivi nell’anno precedente. V
3. Lessico F
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4.
Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione
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1.
Forma del contratto di somministrazione di lavoro.
nel contratto di somministrazione di lavoro i contributi previdenziali sono a carico dell’agenzia per il lavoro.
2.
Somma di denaro che spetta al lavoratore a chiamata per i periodi di tempo effettivamente lavorati.
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3.
Nel contratto a chiamata un lavoratore ha sempre diritto a un’indennità per i periodi V in cui non lavora.
Indennità che può essere riconosciuta al lavoratore nel contratto a chiamata.
4.
contratto di lavoro di tipo occasionale.
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5.
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6.
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5.
Di regola in un contratto di lavoro intermittente il lavoratore ha l’obbligo di rispondere V F alla chiamata.
contratto di apprendistato diretto a conseguire una qualiåca professionale. ......................................................................................................
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7.
Un lavoratore può essere licenziato se si riåuta di trasformare un rapporto di lavoro a tempo V parziale in un rapporto a tempo pieno.
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4. Vocabulary Identify the term or terms corresponding to the definition 1.
Employment contract concerning the supply of labour.
2.
A company that professionally provides workers to other companies.
3.
Payment system in the occasional work contract.
4.
Employment contract that envisages a reduction in working hours.
5.
Employee in a training programme.
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8.
Il lavoro accessorio può essere svolto anche alle dipendenze di più datori di lavoro.
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9.
Un apprendista può essere anche una persona minorenne.
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10. L’apprendista ha diritto al pagamento della retribuzione da parte del datore di lavoro.
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ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande Un operaio, che è stato assunto a tempo indeterminato da un’agenzia per il lavoro ed è stato inviato in missione presso una fabbrica che produce fuochi artiåciali, non rispetta l’orario di lavoro e non osserva le precauzioni imposte dal titolare in materia di sicurezza sul lavoro. il titolare dell’impresa pertanto, dopo avere richiamato più volte il lavoratore al rispetto delle disposizioni aziendali, gli comunica l’applicazione di una trattenuta sulla retribuzione, a titolo di sanzione disciplinare, consistente in una somma di denaro corrispondente a due ore di lavoro. 1.
Che tipo di contratto ricorre nel caso in esame?
2.
Quale obbligo è stato violato dal lavoratore?
3.
Chi è competente in materia disciplinare nei confronti del lavoratore?
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u4 Prerequisiti
L’impresa e la sicurezza
Conoscere le norme in materia di risarcimento dei danni
Conoscenze
I diritti riconosciuti all’interessato in materia di trattamento dei dati
Abilità
Analizzare documenti in materia di sicurezza e di privacy aziendale
iave Parole cohrds Keyw
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Italiano
Inglese
Sicurezza sul lavoro
Safety in the workplace, occupational safety
Salute sul lavoro
Health in the workplace, occupational health
Infortunio sul lavoro
Accident in the workplace, occupational accident
Rischi
Risks
Prevenzione
Prevention
Riservatezza
Privacy, confidentiality
Protezione dei dati
Data protection
Informativa sulla privacy
Privacy policy
Consenso
Consent
Opposizione
Objection
1
La sicurezza sul lavoro
ilcaso • Il responsabile di un reparto di un’industria viene sottoposto a un processo penale, nella sua qualità di preposto, per le lesioni riportate da un operaio, che non ha utilizzato le misure di sicurezza prescritte dal datore di lavoro; davanti al giudice, però, l’imputato sostiene di non essere responsabile, in quanto la funzione che svolge all’interno dell’impresa è quella di semplice capo reparto e non di preposto. La sua affermazione è fondata dal punto di vista giuridico?
Fondamento costituzionale
Un settore particolare del diritto del lavoro è quello relativo alla sicurezza nel luogo di lavoro: si tratta di un settore che è divenuto sempre più importante, nel corso del secolo scorso, per effetto del processo di industrializzazione del nostro Paese, che ha modificato profondamente i metodi di produzione e ha aumentato il rischio di incidenti sul lavoro.
Quali sono le fonti normative in materia di sicurezza? La nostra Costituzione tutela indirettamente la salute e la sicurezza dei lavoratori, in quanto da un lato riconosce il diritto alla salute come «fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività» (art. 32, primo comma Cost.) e, dall’altro lato, afferma che la libertà della iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo tale da recare danno alla sicurezza, libertà e dignità umana (art. 41, secondo comma Cost.).
Codice civile
A sua volta l’articolo 2087 del codice civile pone espressamente, a carico del datore di lavoro, l’obbligo di garantire la sicurezza dei lavoratori stabilendo che, nell’esercizio della sua attività, l’imprenditore deve adottare tutte le misure necessarie, «secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica», allo scopo di «tutelare l’integrità fisica e la personalità morale del lavoratore»: il datore di lavoro, quindi, ha un obbligo di protezione della salute psico-fisica del lavoratore, al quale corrisponde un vero e proprio diritto soggettivo del prestatore di lavoro. Secondo la giurisprudenza l’obbligo di prevenzione del datore di lavoro ha un contenuto aperto o elastico, nel senso che impone all’imprenditore di predisporre non soltanto le misure stabilite in modo tassativo dalla legge ma anche, più in generale, tutte le misure idonee, in base all’evoluzione tecnologica, per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori; in questo senso la disposizione citata costituisce, per così dire, la «norma di chiusura» del sistema di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.
Leggi speciali
La materia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro è stata oggetto di numerose leggi speciali che, soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, hanno introdotto un complesso di regole riguardanti l’igiene sul lavoro e la prevenzione degli infortuni sul lavoro.
Direttive comunitarie
Dall’inizio degli anni Ottanta la sicurezza sul lavoro è stata oggetto di alcune direttive comunitarie, che sono state emanate dall’Unione europea allo scopo di garantire uno standard uniforme, all’interno del mercato comune, delle condizioni di vita dei lavoratori. In particolare ricordiamo la cosiddetta direttiva quadro (direttiva Cee n. 391 del 12 giugno 1989), che ha dettato una serie di princìpi generali relativi alla prevenzione dei rischi professionali, all’eliminazione dei fattori di rischio e di incidente, all’informazione e consultazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti in materia di sicurezza.
D.lg. 626/1994
In Italia l’intera disciplina è stata riformata verso la metà degli anni Novanta del secolo scorso con il decreto legislativo n. 626 del 19 settembre 1994, recante norme per il «miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro», che ha dato attuazione anche in Italia alla direttiva citata e ad alcune direttive particolari che erano state emanate, relativamente a determinati settori o aspetti della sicurezza sul lavoro, negli anni successivi.
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4 L’impresa e la sicurezza
Sicurezza sul lavoro
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Il decreto citato ha introdotto i seguenti princìpi fondamentali in tema di sicurezza sul lavoro: • la prevenzione, da attuarsi mediante l’eliminazione o la riduzione all’origine dei fattori di rischio che possono causare danni alla salute fisica o psichica dei lavoratori; • la suddivisione dei compiti e delle responsabilità, in base alle specifiche funzioni svolte all’interno dell’impresa, tra una pluralità di soggetti diversi compresi gli stessi lavoratori; • la cosiddetta procedimentalizzazione degli obblighi, cioè la previsione di una serie di adempimenti che devono essere rispettati per garantire la tutela dei diritti dei lavoratori; • l’informazione preventiva dei lavoratori, da parte del datore di lavoro, sui rischi e sui pericoli connessi allo svolgimento dell’attività lavorativa e sui materiali utilizzati; • la consultazione e partecipazione dei lavoratori nelle decisioni relative alla loro sicurezza.
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Testo unico della sicurezza sul lavoro
In seguito, le disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro sono state ordinate in un testo unico (emanato con il d.lg. 9 aprile 2008, n. 81, a sua volta integrato e modificato dal d.lg. 3 agosto 2009, n. 106), che ha abrogato la normativa precedente ed è stato approvato allo scopo di semplificare, armonizzare e coordinare tutte le norme che si erano aggiunte, e in molti casi anche sovrapposte in modo disordinato e non chiaro, nel corso degli anni.
sicurezza sul lavoro
4 Ambito oggettivo di applicazione
fonti
• Costituzione • codice civile • leggi speciali • testo unico sulla sicurezza
Quale è l’ambito di applicazione della normativa sulla sicurezza? Dal punto di vista dell’ambito oggettivo di applicazione, cioè dei suoi destinatari, la normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro si applica indistintamente a tutti i settori di attività, privati e anche pubblici (agricoltura, industria, terziario ecc.), e a tutti i tipi di rischio, tenendo conto però delle caratteristiche specifiche di alcuni settori produttivi e di alcuni rischi. esempio In alcuni settori (come le forze armate, la pubblica sicurezza, la protezione civile, i trasporti aerei e marittimi, le strutture giudiziarie e penitenziarie, l’università e la scuola ecc.) le disposizioni in esame possono essere derogate e adattate alle esigenze particolari connesse al servizio svolto e alle caratteristiche organizzative del soggetto che lo eroga.
Ambito soggettivo di applicazione
Dal punto di vista invece dell’ambito soggettivo di applicazione, cioè dei suoi beneficiari, in seguito alla riforma attuata con il testo unico del 2008 la normativa in esame si applica «a tutti i lavoratori e lavoratrici, subordinati e autonomi, nonché ai soggetti ad essi equiparati» (art. 3 t.u. cit.), con espressa esclusione soltanto dei lavoratori domestici, cioè dei soggetti addetti ai servizi domestici e familiari (collaboratrici familiari, badanti ecc.). Per alcuni rapporti speciali di lavoro, tuttavia, sono previste disposizioni particolari: • nella somministrazione di lavoro [❯ m4 u3] gli adempimenti relativi alla protezione e alla prevenzione sul luogo di lavoro sono a carico dell’utilizzatore, cioè del soggetto che si avvale di fatto delle prestazioni del lavoratore “in affitto”, salvo l’obbligo del somministratore (cioè del datore di lavoro da cui dipende giuridicamente il lavoratore) di informare e di formare il lavoratore sui rischi di carattere generale che sono connessi normalmente alle mansioni alle quali viene assegnato in base al contratto di somministrazione; • nel lavoro a domicilio le prescrizioni del testo unico sulla sicurezza si applicano solamente per gli obblighi di informazione e di formazione dei lavoratori, per le attrezzature di lavoro e per i cosiddetti dispositivi di protezione individuali (DPI).
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È da ricordare che per le altre categorie di lavoratori diversi dai lavoratori subordinati in senso stretto (cioè i lavoratori autonomi, i collaboratori dell’impresa familiare [❯ m1 u1], i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti ecc.) gli ob-
blighi che devono essere osservati sono quelli di utilizzare le attrezzature di lavoro in modo conforme alle disposizioni normative, di essere dotati di appositi dispositivi di protezione individuali nonché, se operano in un luogo di lavoro in base a un contratto di appalto o di subappalto, di essere muniti di un’apposita tessera di riconoscimento corredata da una fotografia. esempio Un falegname che gestisce un piccolo laboratorio artigianale deve osservare le prescrizioni della legge relative agli strumenti impiegati e, se utilizza apparecchi o macchine che provocano rumori eccessivi e dannosi per l’udito, deve indossare una cuffia oppure un altro mezzo di isolamento acustico o di riduzione del rumore.
tutti i settori di attività e tutti i tipi di rischi
sicurezza sul lavoro
ambito di applicazione tutti i lavoratori subordinati e autonomi e i soggetti equiparati
Valutazione dei rischi
In primo luogo, il datore di lavoro ha l’obbligo di effettuare la valutazione dei rischi, nel senso che deve individuare le situazioni potenzialmente pericolose che si possono verificare durante lo svolgimento dell’attività lavorativa (art. 28 t.u. cit.). La valutazione dei rischi deve riguardare tutti i rischi per la salute e per la sicurezza ai quali sono esposti i lavoratori, vale a dire sia i rischi generali (che riguardano tutti i lavoratori o le lavoratrici dell’impresa), sia i rischi particolari (che si riferiscono a gruppi più ristretti di lavoratori o di lavoratrici). esempio Sono rischi generali quelli relativi a un evento sismico o a un incendio; sono rischi particolari, invece, quelli riguardanti le eventuali lavoratrici in stato di gravidanza oppure collegati alle differenze di genere tra uomini e donne, i rischi collegati all’età dei lavoratori o alla loro provenienza da altri Paesi, i rischi di stress causato dall’attività lavorativa ecc.
Documento sulla valutazione dei rischi
In secondo luogo, il datore di lavoro deve predisporre il documento sulla valutazione dei rischi, conosciuto anche comunemente come documento sulla sicurezza, che deve contenere tra l’altro una relazione sulla valutazione dei rischi (con l’indicazione delle mansioni lavorative che comportino eventualmente rischi specifici a carico di alcuni lavoratori e quindi richiedano requisiti particolari), l’indicazione delle misure di prevenzione e protezione adottate e l’individuazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del responsabile dei lavoratori per la sicurezza e del medico competente. In base alla legge, il documento sulla valutazione dei rischi: • può essere tenuto anche su supporto informatico, nel rispetto delle regole fissate dalla legge, e deve avere una data certa o attestata dalla sottoscrizione del datore di lavoro; • può essere redatto liberamente dal datore di lavoro, ma nel rispetto di «criteri di semplicità, brevità e comprensibilità» tali da garantirne la completezza e la funzionalità; • deve essere elaborato entro novanta giorni dall’inizio dell’attività dell’impresa e, se si verifica una delle cause previste in modo tassativo dalla legge, deve essere rielaborato entro trenta giorni dal verificarsi della causa che ne rende necessaria la revisione.
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4 L’impresa e la sicurezza
Quali misure comprende la procedura in materia di sicurezza? La procedura in materia di sicurezza sul lavoro si articola nei seguenti passaggi: • la valutazione dei rischi; • la redazione del documento sulla valutazione dei rischi.
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esempio Il documento sulla sicurezza deve essere revisionato non soltanto se si verificano modificazioni rilevanti nel processo produttivo e nell’organizzazione del lavoro all’interno dell’impresa, oppure un’evoluzione delle tecniche di prevenzione e di protezione del lavoro, ma anche se si verificano infortuni significativi che rendano evidente l’inadeguatezza della valutazione dei rischi e/o delle misure di tutela adottate.
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Misure generali di tutela
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Quali sono le misure generali e speciali di tutela dei lavoratori? La gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro si basa su una serie di misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, uguali per qualsiasi tipo di impresa e per qualsiasi tipo di attività produttiva, che riguardano principalmente (art. 15 t.u. cit.): • la valutazione di tutti i rischi collegati allo svolgimento dell’attività lavorativa e l’eliminazione oppure, quando non è possibile, la riduzione al minimo dei rischi alla fonte; • la programmazione delle azioni di prevenzione nei luoghi di lavoro; • la sostituzione di ciò che è pericoloso per i lavoratori (materiali, dispositivi, strumenti, attrezzature ecc.) con ciò che non è pericoloso o, comunque, che è meno pericoloso; • l’impiego limitato degli agenti chimici, fisici (consistenti in rumori, vibrazioni, campi elettromagnetici ecc.) e biologici (costituiti da microrganismi o da altri elementi che possono causare ai lavoratori infezioni, allergie o intossicazioni); la • limitazione al minimo dei lavoratori esposti ai rischi e la previsione di controlli sanitari sui lavoratori; • la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale; • l’utilizzazione della segnaletica in materia di salute e sicurezza sul lavoro, cioè l’adozione di strumenti di comunicazione (cartelli, colori convenzionali, segnali luminosi o acustici, avvisi verbali o sonori ecc.) per fornire le indicazioni o le prescrizioni riguardanti la sicurezza e la salute nel luogo di lavoro; • la regolare manutenzione dell’ambiente e degli strumenti di lavoro (attrezzature, impianti, macchine ecc.) e, in modo particolare, dei dispositivi finalizzati a garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. Il testo unico sulla sicurezza dispone espressamente che le misure di tutela in esame «non devono in nessun caso comportare oneri finanziari» a carico dei lavoratori, in quanto i costi connessi alla loro adozione sono collegati al rischio di impresa e, in quanto tali, devono essere sostenuti interamente dal datore di lavoro.
Misure speciali di tutela
Oltre a queste misure di carattere generale dirette a proteggere l’integrità psico-fisica dei lavoratori, che come detto si applicano a tutte le imprese e a tutte le attività, per alcuni tipi di imprese e di attività sono previste misure speciali di tutela, in considerazione dei materiali che vengono utilizzati o dei rischi particolari ai quali espongono i lavoratori. esempio Sono soggetti a disposizioni particolari i cantieri temporanei e mobili, le attività di movimentazione manuale di carichi, le attività che comportano l’uso di attrezzature munite di videoterminali oppure di sostanze pericolose (agenti fisici, biologici e cancerogeni), le attività nelle quali i lavoratori sono soggetti all’esposizione all’amianto o al rischio di esplosioni ecc.
sicurezza sul lavoro
procedura
valutazione dei rischi
documento sulla valutazione dei rischi
relazione sui rischi generali e particolari
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indicazione delle misure di tutela generali e speciali
In quali casi il datore di lavoro può delegare le funzioni sulla sicurezza? Come abbiamo visto, l’adozione delle misure di prevenzione e protezione è un compito del datore di lavoro (art. 2087 c.c.) che però può, a date condizioni, delegare ad altri soggetti gli adempimenti previsti dalla legge in materia di sicurezza. In particolare, la delega delle funzioni (art. 16 t.u. cit.): • deve essere conferita necessariamente da parte del datore di lavoro con un atto scritto avente data certa, per evitare possibili contestazioni o alterazioni successive; • deve attribuire al delegato tutti i poteri di organizzazione, gestione e controllo richiesti dalla particolare natura delle funzioni che gli vengono affidate dal datore di lavoro, nonché il potere o autonomia di spesa per adottare i provvedimenti relativi; richiede un’accettazione espressa in forma scritta da parte della persona che viene • delegata a esercitare le funzioni in materia di sicurezza.
Responsabilità del delegante
È da notare che la delega di funzioni a un’altra persona non esonera il datore di lavoro dall’obbligo di vigilare sul corretto svolgimento dell’attività da parte del delegato, che deve possedere comprovati requisiti di professionalità ed esperienza in materia di tutela della salute e di sicurezza sul lavoro. Il datore di lavoro, pertanto, è responsabile nei confronti dei lavoratori se non ha osservato l’obbligo di vigilanza sul delegato (cosiddetta responsabilità nella vigilanza o colpa in vigilando) oppure se il delegato non ha i requisiti richiesti dalla normativa sulla sicurezza (cosiddetta responsabilità nella scelta o colpa in eligendo).
Funzioni non delegabili
In ogni caso, la legge dispone che non possono essere delegate ad altre persone, e quindi che il datore di lavoro è sempre responsabile in prima persona per quanto riguarda il loro regolare ed esatto adempimento, le funzioni in materia di (art. 17 t.u. cit.): • valutazione dei rischi collegati all’attività lavorativa e successiva elaborazione del documento sulla sicurezza o di valutazione dei rischi; • designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione.
Soggetti responsabili della sicurezza
Datore di lavoro
Quali sono i soggetti responsabili della sicurezza? In base al testo unico gli obblighi e le responsabilità relativi alla sicurezza nel luogo di lavoro vengono ripartiti, in relazione alle rispettive attribuzioni e competenze all’interno dell’organizzazione di un’impresa, tra i seguenti soggetti responsabili della sicurezza: • il datore di lavoro; • i dirigenti; • i preposti; • i lavoratori; • gli altri soggetti.
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Delega di funzioni
Il datore di lavoro è il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto responsabile dell’organizzazione o dell’unità produttiva, in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa, nel cui ambito il lavoratore svolge la sua attività. È da notare che nel rapporto alle dipendenze della pubblica amministrazione viene qualificato come datore di lavoro, al fine dell’applicazione delle misure di sicurezza a tutela dei lavoratori, il dirigente oppure il funzionario preposto a un ufficio fornito di autonomia gestionale. esempio Sono datori di lavoro il titolare di un’impresa, l’institore (cioè la persona posta dal suo titolare a capo di un’impresa oppure di una sede secondaria o di un ramo produttivo), il direttore generale di un ospedale, il dirigente di una scuola ecc.
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Dirigenti
I dirigenti sono i soggetti incaricati dell’organizzazione e della vigilanza sulla attività lavorativa, in base alle direttive del datore di lavoro, e dotati di ampi poteri gerarchici e funzionali; a differenza del datore di lavoro, la responsabilità di un dirigente non è una responsabilità generale ma è relativa soltanto ai poteri che gli sono stati attribuiti all’interno dell’impresa. esempio Sono dirigenti il direttore della produzione, che è responsabile per le misure antinfortunistiche riguardanti l’attività degli operai (cioè per la sicurezza delle attrezzature, per la rumorosità degli impianti ecc.), e il direttore amministrativo, che è responsabile per l’applicazione delle norme in materia di protezione e prevenzione dei rischi relativi all’attività degli impiegati (cioè per la luminosità e l’areazione degli uffici, per le condizioni e i tempi di lavoro ai videoterminali ecc.).
Preposti
I preposti sono i soggetti addetti al controllo dell’attività lavorativa che, nell’ambito dei limitati poteri gerarchici e funzionali connessi al loro incarico, controllano lo svolgimento della prestazione dei lavoratori e garantiscono l’attuazione delle direttive ricevute. esempio Sono preposti il capo officina di un’autocarrozzeria, il capo ufficio di un’agenzia di assicurazioni, il capo cantiere o il capo squadra di un’impresa edile ecc.
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Al riguardo è da notare che la legge ricollega la responsabilità in materia di igiene e di sicurezza sul lavoro all’esercizio di fatto di poteri direttivi corrispondenti alle funzioni proprie, rispettivamente, del datore di lavoro, del dirigente o del preposto, anche se tali poteri vengono svolti da un soggetto «sprovvisto di regolare investitura» (art. 299 t.u. cit.): in altri termini sono rilevanti giuridicamente, ai fini della responsabilità in esame, i compiti o le funzioni effettivamente esercitati da un soggetto, più che la qualificazione giuridica della posizione ricoperta dal soggetto stesso all’interno dell’organizzazione dell’impresa.
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lasoluzione • L’affermazione del capo reparto non è fondata dal punto di vista giuridico, in quanto per essere considerato preposto non è necessario un atto formale di nomina da parte del datore di lavoro, ma è sufficiente che vengano svolte funzioni che implichino un potere di direzione e di controllo sull’attività di altri lavoratori.
Lavoratori
I lavoratori infine sono i soggetti che, «indipendentemente dalla tipologia contrattuale» (cioè dal tipo di rapporto di lavoro) e in cambio di una retribuzione o anche senza una retribuzione, svolgono un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro, che può essere privato o anche pubblico. esempio Sono considerati “lavoratori”, ai fini dell’applicazione della normativa del testo unico sulla sicurezza, non soltanto i lavoratori subordinati o autonomi in senso stretto ma anche: i soci lavoratori di una cooperativa; gli associati in partecipazione; gli allievi degli istituti di istruzione e universitari e coloro che partecipano a corsi di formazione (limitatamente all’utilizzo dei laboratori, anche informatici, e delle altre attrezzature); i soggetti che svolgono tirocini formativi o di orientamento; i volontari dei vigili del fuoco o della protezione civile ecc.
È da notare che i lavoratori si trovano in una situazione particolare, in quanto da un lato sono i beneficiari della normativa sulla sicurezza (che è diretta a tutelare la loro integrità fisica e psichica) e, dall’altro lato, sono anche i destinatari di alcuni obblighi specifici. Il testo unico infatti dispone espressamente che «ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute» (art. 20 t.u. cit.), nonché di quella delle altre persone che si trovano sul posto di lavoro, in base alla sua formazione, alle istruzioni che ha ricevuto e ai mezzi o agli strumenti che gli sono stati forniti dal datore di lavoro. esempio Un lavoratore addetto a lavorazioni che lo espongono a immissioni rumorose, come un operaio che impiega un martello pneumatico, deve utilizzare i dispositivi di protezione individuale per ridurre l’impatto acustico.
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Gli altri soggetti ai quali sono attribuite competenze in materia di sicurezza sul lavoro sono: • il responsabile del servizio di prevenzione e protezione; • il medico competente; • i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (che può essere un dipendente del datore di lavoro o una persona esterna all’azienda o anche, in alcuni casi, lo stesso datore di lavoro) è la persona posta a capo del servizio di prevenzione e protezione. Il responsabile del servizio, che deve essere in possesso di specifiche capacità e requisiti professionali, svolge essenzialmente una funzione consultiva di carattere tecnico, consistente nel presentare proposte o pareri in merito alle decisioni aziendali relative all’attuazione delle misure di sicurezza (artt. 31 ss. t.u. cit.).
Medico competente
Il medico competente (che può essere un dipendente o collaboratore di una struttura esterna pubblica o privata, convenzionata con l’imprenditore, oppure un libero professionista o un dipendente del datore di lavoro) è un medico, in possesso dei requisiti e delle specializzazioni richieste dalla legge, al quale sono attribuite importanti funzioni in materia di sorveglianza sanitaria (artt. 38 ss. t.u. cit.). In particolare il medico competente deve effettuare gli accertamenti sanitari, preventivi e periodici, diretti a controllare lo stato di salute dei lavoratori.
Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza
I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, che erano previsti già nel cosiddetto Statuto dei lavoratori (l. 20 maggio 1970, n. 300), sono soggetti eletti o designati per rappresentare i lavoratori, nei rapporti con il datore di lavoro, per quanto riguarda i problemi relativi alla salute e alla sicurezza sul lavoro (artt. 47 ss. t.u. cit.). Per potere svolgere le loro funzioni i rappresentanti per la sicurezza, che a seconda delle dimensioni dell’impresa possono essere istituiti a livello aziendale oppure territoriale o di sito produttivo, hanno diritto di: • accesso ai luoghi di lavoro; • consegna di copia della documentazione aziendale relativa alla sicurezza (documento sulla valutazione dei rischi e registro degli infortuni); • informazione e consultazione in materia di prevenzione; • partecipazione alle riunioni periodiche sulla sicurezza. I rappresentanti, inoltre, hanno diritto di usufruire di permessi retribuiti e di una particolare formazione in materia di salute e di sicurezza.
sicurezza sul lavoro
responsabili
• datore di lavoro • dirigenti • preposti • lavoratori • altri soggetti
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Responsabile del servizio di prevenzione e protezione
La legge disciplina in modo dettagliato gli obblighi dei soggetti che sono responsabili, a diverso titolo, in materia di tutela della salute dei lavoratori e di sicurezza nel luogo di lavoro.
Obblighi del datore di lavoro e dei dirigenti
Quali sono gli obblighi in materia di sicurezza? In primo luogo il datore di lavoro e i dirigenti, oltre a dovere predisporre adeguate misure di prevenzione e di protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori e a doverle aggiornare in relazione ai mutamenti organizzativi o produttivi dell’impresa e all’evoluzione della tecnologia, hanno principalmente l’obbligo di (art. 18 t.u. cit.): • fornire ai lavoratori adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI) e adempiere gli obblighi in materia di informazione, formazione e addestramento dei lavoratori; • richiedere l’osservanza da parte dei lavoratori delle norme vigenti e delle disposizioni aziendali riguardanti l’igiene e la sicurezza nel luogo di lavoro e l’utilizzazione degli strumenti (collettivi e individuali) di protezione sul lavoro; • adottare le misure necessarie per il controllo delle situazioni di rischio in caso di
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emergenza, per la prevenzione e la lotta contro gli incendi e per l’evacuazione dei luoghi di lavoro nel caso in cui si verifichi un pericolo grave e immediato; • provvedere alla designazione preventiva dei lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione, di salvataggio, di primo soccorso e, più in generale, di gestione delle emergenze che si possono verificare durante il lavoro; • procedere alla consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza nei casi previsti dalla legge e consentire al rappresentante o ai rappresentanti di verificare l’applicazione delle misure di sicurezza e di protezione dei lavoratori; • prendere provvedimenti idonei per evitare che le misure tecniche adottate nell’esercizio dell’attività possano provocare rischi per la salute della popolazione o danni all’ambiente esterno e verificare periodicamente la perdurante assenza di rischi; • svolgere un’attività di vigilanza sull’adempimento da parte dei preposti e dei lavoratori degli obblighi in materia di sicurezza stabiliti a loro carico dalla legge; • nominare il medico competente, cioè il medico incaricato di effettuare la sorveglianza e i controlli sanitari nei confronti dei lavoratori nei casi previsti dalla legge, e inviare i lavoratori a effettuare le visite mediche obbligatorie.
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esempio Il titolare di un’officina deve installare estintori per spegnere eventuali incendi, deve dotare gli operai addetti alla saldatura di appositi strumenti di protezione (occhiali o maschera per la vista, tuta in materiale ignifugo, guanti isolanti, scarpe di sicurezza ecc.), deve informare i lavoratori sulle regole di primo soccorso, deve fare rispettare le norme di sicurezza, deve intervenire o indicare le persone che devono intervenire in caso di emergenza o di pericolo, deve evitare che i materiali di scarto inquinino l’ambiente ecc.
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Obblighi del preposto
In secondo luogo i preposti, oltre a dovere frequentare appositi corsi di formazione in materia di salute e di sicurezza, hanno l’obbligo di (art. 19 t.u. cit.): • sovrintendere e vigilare sull’osservanza degli obblighi imposti dalla legge e delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di utilizzazione delle misure antinfortunistiche (cioè dei mezzi di protezione collettiva e dei dispositivi di protezione individuale) e, in caso di persistente inosservanza, informare i loro diretti superiori; • richiedere l’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni ai lavoratori in caso di pericolo grave e immediato; • segnalare tempestivamente al datore di lavoro o ai dirigenti responsabili le eventuali mancanze degli strumenti di lavoro e dei dispositivi di protezione e ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro e di cui vengano a conoscenza. esempio Il capo dell’officina deve controllare che i dipendenti osservino le norme antinfortunistiche, che utilizzino correttamente i dispositivi di protezione individuale, che gli estintori contro gli incendi siano funzionanti e revisionati ecc.
Obblighi dei lavoratori
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Infine i lavoratori, durante lo svolgimento della loro attività, devono (art. 20 t.u. cit.): • contribuire all’adempimento degli obblighi diretti a tutelare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dagli altri soggetti responsabili della sicurezza (cioè dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti); • utilizzare in modo corretto le attrezzature di lavoro (cioè i macchinari, gli strumenti, gli utensili, le sostanze e i preparati pericolosi, gli automezzi e i mezzi di trasporto ecc.) e i dispositivi di sicurezza e di protezione predisposti dal datore di lavoro; • segnalare immediatamente ai responsabili le eventuali carenze o gli eventuali difetti delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di sicurezza e protezione e, in generale, le altre situazioni di pericolo di cui vengano a conoscenza nell’esercizio della loro attività; • non rimuovere o modificare i dispositivi di sicurezza, di segnalazione o di controllo, salvo autorizzazione, e non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza o che possono mettere in pericolo la sicurezza propria o di altri lavoratori; • partecipare alle iniziative di formazione e di addestramento organizzate dal datore di lavoro e sottoporsi ai controlli sanitari obbligatori, quando sono imposti dalla legge o quando sono disposti dal medico competente nei casi previsti dalla legge.
È da notare che la violazione degli obblighi in materia di salute e di sicurezza sul lavoro previsti dalla legge a carico del datore di lavoro, dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori è punita con sanzioni amministrative e anche, nei casi più gravi, con sanzioni penali a carico dei responsabili (art. 55 ss. t.u. cit.). Secondo la giurisprudenza, inoltre, il rifiuto di rispettare gli obblighi imposti dalla legge in materia di tutela della salute e della sicurezza può costituire una infrazione disciplinare, da parte di un lavoratore, tale da giustificare il suo licenziamento [❯ m4 u2] da parte del datore di lavoro. esempio Un imprenditore può licenziare per giustificato motivo un lavoratore, addetto a un’attività nella quale vengono utilizzate sostanze chimiche che possono causare danni alla pelle o ai polmoni, se si rifiuta di indossare i guanti o una maschera protettiva.
A loro volta, infatti, il datore di lavoro e i dirigenti hanno l’obbligo di informare preventivamente i lavoratori sulle persone preposte alla gestione delle emergenze, cioè che sono incaricate di gestire le emergenze che si possono verificare sul lavoro, e sui comportamenti di carattere generale che devono essere osservati per affrontare i pericoli più probabili. Partecipazione attiva dei lavoratori
Il testo unico introduce il principio della responsabilizzazione e partecipazione attiva dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti alla protezione della salute e della sicurezza sul lavoro. In particolare, i lavoratori hanno il diritto/dovere di: • informazione, sulle questioni che riguardano la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, i rischi generali e specifici che sono connessi allo svolgimento dell’attività lavorativa e le misure che devono essere adottate in concreto per prevenirli o per eliminarli; • formazione sulla sicurezza, adeguata al posto di lavoro e alle mansioni o funzioni svolte; • consultazione preventiva, attraverso i rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori, per quanto riguarda la valutazione dei rischi nonché l’individuazione, la programmazione, la realizzazione e la verifica delle misure di prevenzione nell’azienda nel suo complesso o nella singola unità produttiva.
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Diritti dei lavoratori
Quali sono i diritti e i doveri dei lavoratori in caso di rischio e pericolo? Se vi è il rischio di un pericolo grave, immediato e inevitabile, che possa provocare una lesione della loro integrità fisica e/o psichica, i lavoratori hanno il diritto di: • essere informati il più presto possibile (dal datore di lavoro, dai dirigenti e/o dai preposti) dell’esistenza e della natura del rischio al quale sono esposti e delle disposizioni che sono state prese o che devono essere prese in materia di protezione; • abbandonare il posto di lavoro o la zona pericolosa e non riprendere l’attività lavorativa (a meno che non risulti necessario per tutelare la salute e la sicurezza) se e fino a quando permane un pericolo grave e immediato, con la conseguenza che il datore di lavoro non può considerare l’interruzione dell’attività come un inadempimento contrattuale; • non subire alcun danno o pregiudizio nel caso di intervento diretto per evitare le conseguenze del pericolo, a condizione che non sia stato possibile avvisare il superiore gerarchico competente in materia e che, da parte dei lavoratori intervenuti, non vi sia stata una grave negligenza.
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Inoltre nelle unità produttive che occupano più di quindici dipendenti il datore di lavoro deve convocare periodicamente, almeno una volta all’anno, una riunione di prevenzione e protezione con lo scopo di valutare le questioni riguardanti la sicurezza (art. 35 t.u. cit.).
Sorveglianza sanitaria obbligatoria
In che cosa consiste la sorveglianza sanitaria obbligatoria? Come abbiamo detto, in base al codice civile il datore di lavoro ha l’obbligo di tutelare l’integrità psico-fisica dei propri dipendenti (art. 2087); da tale dovere di carattere generale deriva anche, a carico dell’imprenditore, l’obbligo di sorveglianza sanitaria nei confronti dei lavoratori: i controlli sanitari devono essere effettuati, a cura e spese del datore di lavoro, dal medico competente e sono obbligatori soltanto nei casi indicati in modo tassativo dalla legge. esempio Gli accertamenti sanitari sono obbligatori quando i lavoratori svolgono attività lavorative che li espongono a particolari fattori nocivi per la salute (come l’amianto, il rumore, gli agenti chimici, le radiazioni ecc.).
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Tipologie di visite mediche
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Un lavoratore subordinato può essere sottoposto ai seguenti tipi di visite mediche previste dalla legge (art. 41 secondo comma t.u. cit., come modificato dal d.lg. 3 agosto 2009, n. 106): • preventive, durante la fase precedente all’assunzione oppure all’inizio o durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, per verificare l’assenza di controindicazioni o l’idoneità fisica del lavoratore a compiere le mansioni che gli vengono assegnate oppure, nel caso di cambiamento di mansioni rispetto a quelle originarie, a compiere nuove mansioni; • periodiche, su iniziativa del datore di lavoro o anche su richiesta dello stesso lavoratore, per controllare lo stato di salute e l’idoneità del lavoratore a svolgere determinate mansioni; • successive alla conclusione del rapporto di lavoro, nei casi indicati dalle norme vigenti. Un’altra ipotesi di visita medica obbligatoria è la visita precedente alla ripresa del lavoro, che è diretta a verificare l’idoneità del lavoratore a svolgere le funzioni che esercitava in precedenza nel caso di un’assenza dal lavoro per motivi di salute superiore a sessanta giorni.
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Funzione dell’accertamento sanitario
L’accertamento sanitario è diretto a valutare l’idoneità lavorativa del prestatore di lavoro, cioè la sua capacità di svolgere le specifiche mansioni [❯ m4 u2] che gli sono affidate. È da notare che la legge stabilisce espressamente che il datore di lavoro, nell’affidare i compiti o le mansioni lavorative, deve tenere conto delle capacità e delle condizioni dei lavoratori in relazione alla loro salute e alla loro sicurezza; inoltre, il datore di lavoro ha l’obbligo di vigilare che i lavoratori per i quali vige l’obbligo di sorveglianza sanitaria siano adibiti a una mansione lavorativa specifica, per la quale siano giudicati idonei.
Giudizio di idoneità
Al termine della visita, pertanto, il medico deve esprimere un giudizio di idoneità: se il lavoratore è ritenuto idoneo, può esercitare regolarmente le mansioni previste; se il lavoratore viene giudicato non idoneo, invece, il datore di lavoro ha l’obbligo, quando è possibile, di adibirlo a un’altra mansione compatibile con lo stato di salute del dipendente. Nel caso in cui venga adibito a svolgere mansioni inferiori, il lavoratore conserva la retribuzione corrispondente alle precedenti mansioni e la qualifica originaria; qualora venga assegnato a svolgere mansioni superiori, invece, ha diritto al trattamento economico corrispondente e anche, se esercita le mansioni superiori per un periodo di almeno sei mesi, al riconoscimento della qualifica più elevata (art. 2103). A tutela della libertà e dignità del lavoratore la legge dispone che i controlli medici non possono essere compiuti per uno scopo illecito: sono vietate, in particolare, le visite mediche dirette ad accertare o escludere lo stato di gravidanza di una lavoratrice (art. 413 t.u. cit.).
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Un’agenzia per il lavoro conclude un contratto di somministrazione con una cooperativa, che gestisce il servizio di pulizia di un ospedale, avente come oggetto l’attività di due lavoratori addetti alle pulizie, ma uno dei due lavoratori si ferisce accidentalmente, per il mancato rispetto delle norme in materia di sicurezza, mentre sta pulendo una finestra. Il lavoratore cita l’agenzia per il lavoro davanti al giudice, chiedendo il risarcimento dei danni subiti.
ratore è un dipendente dell’agenzia per il lavoro ma svolge la sua attività, di fatto, presso un’altra impresa, che utilizza il suo lavoro ed è responsabile nei suoi confronti per quanto riguarda l’osservanza delle norme in materia di sicurezza sul posto di lavoro e di tutela della salute dei lavoratori.
La tesi dell’attore L’agenzia di somministrazione del lavoro è giuridicamente responsabile, nei confronti dei lavoratori inviati in missione presso altre imprese, del rispetto delle norme antinfortunistiche da parte delle imprese che utilizzano i lavoratori e, nel caso in esame, non sono state osservate le regole più elementari in materia di sicurezza. La tesi del convenuto Nel contratto di somministrazione di lavoro il lavo-
u Il trattamento e la protezione dei dati personali
ilcaso • Il proprietario di un appartamento, che ha concesso in locazione l’immobile, non rispetta le procedure previste dalla legge per quanto riguarda la raccolta e il trattamento dei dati (nome e cognome, luogo e data di nascita ecc.) relativi alla persona dell’inquilino. Il comportamento del proprietario è legittimo? Lettura L’obbligo di tutela della privacy dei lavoratori
T.u. sulla privacy
Princìpi generali
La società moderna è sempre più una società dell’informazione, nella quale l’innovazione tecnologica fornisce degli strumenti di comunicazione che consentono (alle imprese, alla pubblica amministrazione, ad associazioni o enti, a privati ecc.) di raccogliere e conoscere dati e notizie relativi ad altre persone: è necessario quindi trovare un punto di equilibrio tra il diritto all’informazione, cioè alla circolazione dei dati necessari per lo svolgimento delle relazioni economiche e sociali, e il diritto alla riservatezza, cioè alla tutela dei dati di carattere personale.
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Come viene disciplinato il diritto dell’informazione? La materia in esame è disciplinata dal codice in materia di protezione dei dati personali, conosciuto anche comunemente come codice della privacy o testo unico sulla privacy (d.lg. 30 giugno 2003, n. 196, e successive modificazioni e integrazioni), che ha raccolto e sistematizzato le disposizioni che erano state introdotte nel nostro ordinamento verso la metà degli anni Novanta del secolo scorso (l. 31 dicembre 1996, n. 675) e i provvedimenti successivi di attuazione. Il testo unico riconosce espressamente a chiunque il diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano (art. 1 t.u. cit.) e, a tale fine, garantisce che il trattamento dei dati si svolga «nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché della dignità dell’interessato», con particolare riguardo alla tutela della riservatezza e all’identità personale (art. 2 t.u. cit.).
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Ambito di applicazione
La disciplina prevista dal cosiddetto testo unico sulla privacy si applica a qualsiasi trattamento di dati personali eseguito nel territorio dello Stato italiano, con esclusione soltanto dei trattamenti effettuati per fini esclusivamente personali da persone fisiche, a condizione che i dati personali altrui che vengono raccolti non siano diffusi o resi in alcun modo “pubblici” e che vengano custoditi in modo tale da garantirne la sicurezza e la riservatezza.
lasoluzione • Il comportamento del locatore è legittimo in quanto, come privato, non è soggetto alla normativa legale sulla tutela della privacy per quanto riguarda i dati personali che gli sono forniti dall’inquilino, a condizione che la raccolta e il trattamento dei dati avvengano nel rispetto della loro sicurezza e della loro riservatezza.
Il Codice sulla tutela dei dati personali definisce come trattamento «qualunque operazione o complesso di operazioni», compiute anche con strumenti non elettronici, riguardanti «la raccolta, la registrazione, l’organizzazione, la conservazione, la consultazione, l’elaborazione, la modificazione, la selezione, l’estrazione, il raffronto, l’utilizzo, l’interconnessione, il blocco, la comunicazione, la diffusione, la cancellazione e la distruzione di dati» (art. 4 t.u. cit.). L’espressione «qualunque operazione» significa che qualsiasi trattamento di dati personali è sottoposto in quanto tale, salve le eccezioni previste dalla legge, alla disciplina sulla privacy. Al riguardo è da rilevare che il testo unico del 2003 ha ampliato l’ambito di applicazione della normativa in esame, rispetto al sistema precedente, in quanto ha previsto da un lato che anche la semplice «consultazione» costituisce un trattamento di dati e, dall’altro lato, che il trattamento riguarda tutti i dati personali «anche se non registrati in una banca di dati».
Principio di necessità
Il Codice del 2003 ha introdotto nel trattamento dei dati personali il cosiddetto principio di necessità (art. 3 t.u. cit.), esistente già in precedenza nella legislazione tedesca. In base al principio in esame i sistemi di raccolta delle informazioni e i programmi informatici devono essere predisposti in modo tale da ridurre al minimo l’utilizzazione di dati personali e identificativi, cioè soltanto nella misura in cui siano strettamente indispensabili per realizzare le finalità in funzione delle quali vengono raccolti i dati e soltanto se tali finalità non possono essere realizzate mediante dati anonimi oppure con modalità che consentano la identificazione dell’interessato solo in caso di necessità.
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Trattamento dei dati
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Tipi di dati
Dati personali
Come vengono classificati i dati personali? In relazione al loro trattamento da parte di terzi, i dati vengono classificati dalla legge in dati: • personali; • identificativi; • anonimi; • sensibili; • giudiziari. I “dati personali” comprendono qualunque informazione relativa a un soggetto (che può essere una persona fisica o giuridica, un ente, un’associazione ecc.) identificato o identificabile, anche indirettamente, mediante il riferimento a qualsiasi altra informazione. esempio Sono dati personali le informazioni trattate con strumenti elettronici o contenute in atti e documenti cartacei, le immagini stampate, digitalizzate o memorizzate, la voce, i dati relativi all’altezza, al peso o alla età di una persona ecc.
Dati identificativi
Per “dati identificativi” si intendono le informazioni che consentono l’identificazione diretta del soggetto interessato, cioè gli elementi che individuano un soggetto in modo immediato e inequivocabile. esempio Sono dati identificativi il nome e cognome di una persona, il codice fiscale, un numero di riconoscimento o di identificazione, le impronte digitali ecc.
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Dati anonimi
Sono considerati “dati anonimi” invece le informazioni che, in origine o in seguito al loro trattamento, non possono essere associate a un interessato identificato o identificabile. esempio Sono dati anonimi il numero degli spettatori che hanno assistito a una partita di calcio o degli studenti che hanno partecipato a una manifestazione di protesta.
In pratica, la legge sulla privacy riguarda tutti i dati e le informazioni relativi alle persone, esclusi i dati anonimi, indipendentemente dalle modalità con cui vengono trattati. Nell’ambito dei dati relativi a una persona assumono particolare importanza, in quanto richiedono cautele e misure di sicurezza particolari, i dati sensibili e giudiziari. Dati sensibili
In base alla legge sono qualificati come “dati sensibili” le informazioni che possono rilevare l’origine razziale o etnica, le convinzioni religiose o filosofiche, le opinioni politiche, la partecipazione a organizzazioni collettive (partiti, sindacati, associazioni ecc.), lo stato di salute e la vita sessuale della persona alla quale si riferiscono. esempio Sono dati sensibili le informazioni riguardanti la razza o la lingua, la condizione di credente o di ateo, l’iscrizione a un partito politico o a un sindacato, la presenza di una patologia o di una malattia, lo stato di gravidanza di una donna, l’omosessualità di una persona ecc.
I “dati giudiziari”, invece, sono le informazioni relative a provvedimenti soggetti a iscrizione nel casellario giudiziale dei carichi pendenti oppure le informazioni che possono rilevare la qualità di imputato o di indagato di una persona in un procedimento penale. esempio Sono dati giudiziari le sentenze definitive di condanna, i provvedimenti di sospensione condizionale della pena e di liberazione condizionale, i provvedimenti riguardanti le misure alternative alla detenzione o le misure di sicurezza, la dichiarazione di professionalità o abitualità nel reato, i provvedimenti di espulsione dal territorio dello Stato, l’iscrizione di una persona nel registro delle notizie di reato, la richiesta di rinvio a giudizio ecc.
Requisiti dei dati
Quali sono i requisiti e le modalità del trattamento dei dati? Il trattamento dei dati relativi ad altre persone è considerato legittimo soltanto se ricorrono determinati requisiti stabiliti inderogabilmente dalla legge, in quanto i dati personali (art. 11 t.u. cit.): • sono trattati in modo lecito e corretto; • sono raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi; • sono esatti e, quando è necessario, aggiornati; • sono pertinenti, completi e non eccedenti, cioè eccessivi, rispetto alle finalità in funzione delle quali vengono trattati. È da notare che i dati personali che sono stati raccolti devono essere conservati in modo tale da consentire l’identificazione dell’interessato soltanto per il tempo strettamente necessario per realizzare gli scopi in relazione ai quali sono stati raccolti o successivamente trattati. Inoltre è stato stabilito un divieto di utilizzazione dei dati personali eventualmente raccolti o trattati in modo illegittimo, cioè in violazione delle norme in materia.
Soggetti del trattamento
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4 L’impresa e la sicurezza
Dati giudiziari
Chi sono i soggetti del trattamento dei dati? In relazione ai soggetti che intervengono nel trattamento dei dati, la legge distingue: • il titolare del trattamento, che è il soggetto al quale spettano le decisioni riguardanti gli scopi, le modalità e gli strumenti di raccolta e di trattamento dei dati, compreso anche l’aspetto della sicurezza nell’ambiente di lavoro; • il responsabile del trattamento, che è il soggetto al quale il titolare può affidare la gestione dei dati, se non la compie in proprio, specificando per iscritto i compiti che gli vengono assegnati e verificando periodicamente l’osservanza delle istruzioni impartite; • l’incaricato del trattamento, che è il soggetto il quale, in base all’incarico ricevuto dal titolare o dal responsabile del trattamento e sotto la loro direzione e il loro controllo, provvede all’esecuzione materiale delle operazioni di raccolta e di trattamento dei dati. Il titolare e il responsabile possono essere una persona fisica o giuridica (privata o pubblica), un ente o un’associazione; l’incaricato, invece, è necessariamente una persona fisica.
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esempio Titolare e responsabile del trattamento può essere una banca o la società incaricata della raccolta e dell’elaborazione dei dati per conto dell’istituto di credito, mentre incaricato è l’impiegato della banca o della società che esegue materialmente le operazioni di gestione dei dati.
Obblighi di sicurezza
In base alla legge coloro che custodiscono e controllano dati personali devono adottare misure di sicurezza adeguate, in relazione alle conoscenze e al progresso tecnico, per ridurre al minimo i rischi di distruzione o perdita dei dati, di accesso non autorizzato e di trattamento non consentito o illegittimo (art. 31 t.u. cit.).
Approfondimento Le misure di sicurezza della privacy
esempio L’imprenditore che gestisce una banca dati, sulla solvibilità dei soggetti che svolgono un’attività economica, deve adottare le misure di sicurezza necessarie per evitare che persone non autorizzate possano accedere alle informazioni e utilizzarle in modo illegittimo.
Dai soggetti che effettuano il trattamento dei dati (soggetti attivi del trattamento) si distinguono i soggetti che ne costituiscono l’oggetto (soggetti passivi del trattamento), cioè i soggetti i cui dati personali vengono raccolti, registrati, organizzati, elaborati ecc.
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Interessato al trattamento
Quali sono i diritti dell’interessato al trattamento? La legge definisce come interessato al trattamento la persona fisica o giuridica, ente o associazione a cui si riferiscono i dati personali; dalla definizione normativa risulta evidente che il diritto alla protezione dei dati personali è un diritto che deve essere garantito a tutti, a prescindere dalla loro qualificazione o dalla loro forma giuridica. esempio Sono tutelati dal trattamento di dati che li riguardano le singole persone fisiche (cittadini, stranieri e apolidi), i consumatori e gli utenti, le persone giuridiche pubbliche o private, gli enti di diritto o di fatto, le associazioni riconosciute o anche non riconosciute come i partiti politici e i sindacati ecc.
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Non è possibile individuare uno o più soggetti interessati solamente quando le informazioni oggetto del trattamento sono dati anonimi, cioè dati che (per la loro stessa natura o per le modalità con le quali vengono trattati) non possono essere attribuiti a un soggetto specifico. Diritti dell’interessato
Il Codice attribuisce all’interessato una serie di diritti, nei confronti del titolare o del responsabile del trattamento dei dati e dell’Autorità garante (art. 7 t.u. cit.).
Diritto di accesso
In primo luogo l’interessato ha un diritto di accesso, in quanto ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non sono stati ancora registrati in una banca dati, e di ottenere la comunicazione dei dati «in forma intellegibile». Ogni soggetto, pertanto, può rivolgersi a chiunque ritenga in possesso di dati o informazioni che si riferiscono alla sua persona per sapere se possiede effettivamente tali dati o informazioni e, nel caso di risposta affermativa, per ottenerne la comunicazione. esempio Un automobilista, che ha acquistato un’autovettura a rate da un concessionario tramite una società finanziaria, può pretendere di sapere quali dati che lo riguardano sono stati raccolti, conservati e trattati dal rivenditore o dalla società che ha finanziato il pagamento.
Diritto di informazione
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In secondo luogo se un altro soggetto detiene dati riferibili alla sua persona, l’interessato ha un diritto di informazione, in quanto ha il diritto di conoscere: • la provenienza dei dati personali, cioè da chi e in che modo sono stati raccolti i dati e le informazioni che lo riguardano; • le finalità e modalità del trattamento dei dati, cioè perché un altro soggetto è in possesso dei suoi dati personali e quali sistemi vengono utilizzati per trattare i dati medesimi;
• l’identità del titolare e degli eventuali responsabili del trattamento;
• l’ambito di comunicazione dei dati, cioè i
soggetti o le categorie di soggetti ai quali i dati possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza.
In terzo luogo dopo essere venuto a conoscenza di tutti gli elementi relativi al trattamento dei dati che lo riguardano, l’interessato ha un diritto di intervento sui dati oggetto del trattamento, nel senso che può pretenderne: • l’aggiornamento o la rettifica, vale a dire la loro modifica o correzione; • l’integrazione, cioè l’aggiunta o il completamento; • la cancellazione o la trasformazione in forma anonima oppure il blocco dei dati detenuti in modo illegittimo. Inoltre l’interessato può pretendere che le operazioni in esame (cioè l’aggiornamento, la rettifica, la cancellazione ecc.) vengano portate a conoscenza dei soggetti ai quali in precedenza erano stati comunicati o diffusi i dati oggetto del trattamento, salvo che l’adempimento in esame risulti materialmente impossibile o sproporzionatamente oneroso rispetto all’interesse tutelato. esempio Un imprenditore può chiedere che vengano modificati, completati o cancellati i dati che lo riguardano che sono stati inseriti, senza il suo consenso, in una banca dati gestita da una società privata che fornisce informazioni a terzi sulla solvibilità di potenziali controparti contrattuali.
Diritto di opposizione
Esercizio dei diritti
In base alla legge, infine, l’interessato ha il diritto di opposizione al trattamento dei dati che lo riguardano quando vi sono motivi legittimi oppure quando il trattamento è diretto a scopi commerciali (invio di materiale pubblicitario, vendite a domicilio, ricerche di mercato o comunicazioni commerciali).
Chi può esercitare i diritti in materia di protezione dei dati personali? È soltanto l’interessato che è legittimato a fare valere i diritti di protezione dei dati personali ma, non essendo di natura strettamente personale, i diritti in esame possono essere esercitati dall’interessato personalmente o anche tramite un’altra persona mediante una semplice richiesta, senza formalità particolari, al titolare dei dati o al responsabile del loro trattamento. esempio L’interessato può delegare una persona fisica oppure un ente o un’associazione per consultare il registro dei trattamenti oppure per esercitare il diritto di accesso e gli altri diritti complementari riconosciuti dalla legge nei confronti del titolare o del responsabile del trattamento dei dati che lo riguardano.
Documento Modulo per l’esercizio dei diritti
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4 L’impresa e la sicurezza
Diritto di intervento
L’esercizio dei diritti a tutela della protezione della privacy e l’opposizione al trattamento dei dati personali da parte dell’interessato non sono consentiti, però, quando il trattamento è compiuto per motivi di interesse generale ritenuti prevalenti dalla legge (art. 8 t.u. cit.). esempio Non è consentito esercitare i diritti a tutela del trattamento dei dati personali o opporsi al trattamento effettuato per scopi di politica monetaria o valutaria oppure per il controllo degli intermediari e dei mercati finanziari e creditizi (se il trattamento viene fatto da un soggetto pubblico diverso da un ente pubblico economico), per lo svolgimento delle investigazioni difensive o per l’esercizio di un diritto in sede giudiziaria, per ragioni di giustizia ecc.
Quali sono gli adempimenti obbligatori per chi raccoglie e tratta i dati personali? Di regola gli adempimenti obbligatori, previsti dalla legge a carico del soggetto che effettua la raccolta e il trattamento dei dati personali, sono: • la notificazione all’Autorità garante, nei casi previsti dalla legge;
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• l’informativa all’interessato; • il consenso dell’interessato. Notificazione al Garante
La notificazione consiste nella comunicazione al Garante, che ha il compito di vigilare per evitare usi illegittimi o impropri dei dati detenuti per qualsiasi motivo, di una serie di informazioni riguardanti i soggetti e il contenuto del trattamento e deve essere effettuata, a cura del titolare del trattamento, quando viene iniziato o terminato un trattamento di dati personali. In base al testo unico, tuttavia, il titolare del trattamento ha l’obbligo di procedere alla notificazione soltanto se il trattamento riguarda alcuni tipi di dati indicati tassativamente dalla legge e se viene effettuato per gli scopi previsti espressamente dalla legge (art. 37 t.u. cit.). esempio La notificazione è necessaria se il trattamento riguarda dati sensibili delicati (come dati genetici o biometrici, dati idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale per fini di procreazione assistita ecc.) oppure utilizzati per sondaggi di opinione, ricerche di mercato e altre ricerche campionarie, dati diretti a definire il profilo o la personalità dell’interessato oppure ad analizzare abitudini o scelte di consumo, dati registrati in apposite banche dati relative al rischio di solvibilità economica, alla situazione patrimoniale, a comportamenti illeciti o fraudolenti ecc.
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Informativa sul trattamento
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Al momento della raccolta dei dati deve essere fornita all’interessato, cioè al soggetto al quale si riferiscono i dati raccolti, una informativa sul trattamento svolto. La comunicazione all’interessato può essere effettuata in forma scritta o verbalmente e deve contenere, in modo anche sintetico, le seguenti informazioni (art. 13 t.u. cit.): • le finalità e modalità del trattamento; • la natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati, in relazione agli scopi dichiarati, e le conseguenze dell’eventuale rifiuto di fornire i dati; • l’ambito di comunicazione e diffusione dei dati che vengono raccolti, con l’indicazione dei soggetti o categorie di soggetti ai quali possono essere comunicati i dati medesimi o che comunque ne possono venire a conoscenza; • i diritti riconosciuti all’interessato. Inoltre l’informativa deve contenere i dati identificativi dei soggetti che intervengono, a diverso titolo, nelle operazioni di trattamento (il titolare, il responsabile e gli incaricati). esempio La società che gestisce un supermercato deve specificare nell’informativa che il trattamento dei dati dei clienti ai quali viene rilasciata una carta di pagamento è diretto anche a effettuare ricerche di mercato, analisi economiche e statistiche, invio di materiale pubblicitario ecc.; che il trattamento viene effettuato con strumenti elettronici e/o manuali; che i dati anagrafici e fiscali del cliente sono necessari per potere accedere al credito e che il rifiuto di fornirli comporterà la mancata concessione del credito stesso; che i dati relativi al profilo del cliente (età, titolo di studio, professione, composizione del nucleo familiare ecc.) sono soltanto facoltativi e l’eventuale rifiuto di fornirli non avrà effetto sul rapporto contrattuale; che i dati raccolti verranno utilizzati dalla stessa società e da altre imprese fornitrici; che il cliente ha diritto di sapere quali sono i dati che lo riguardano e di farli aggiornare, integrare e rettificare oppure di chiederne la cancellazione ecc.
Oltre all’informativa di regola è necessario anche il consenso al trattamento da parte del soggetto interessato, cioè della persona alla quale si riferiscono i dati che vengono raccolti. Consenso al trattamento
Documento Modulo di informativa
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In base alla legge il consenso deve essere dato in modo preventivo, cioè prima dell’inizio della raccolta e del successivo trattamento dei dati, esplicito, in quanto deve essere espresso e quindi non può risultare dal semplice silenzio da parte dell’interessato/interessata (cosiddetto silenzio-assenso), e libero, nel senso che non deve essere imposto o condizionato. È da notare che il consenso dell’interessato, che quando riguarda dei dati “sensibili” deve essere espresso necessariamente per iscritto, deve riferirsi in modo specifico a ogni singolo tipo di trattamento (art. 23 t.u. cit.).
esempio Nel contratto concluso con un’impresa di assicurazioni l’assicurato può concedere o negare il consenso per le finalità di raccolta e trattamento dei dati (come le attività promozionali, commerciali e di marketing o le comunicazioni di dati a terzi per studi di mercato) estranee al contenuto del contratto di assicurazione.
Se il trattamento è necessario per la salvaguardia della vita o dell’incolumità fisica di una persona e l’interessato si trova nell’impossibilità di dare il consenso a causa di un impedimento fisico o per incapacità, il consenso al trattamento dei dati deve essere dato dal soggetto indicato dalla legge (cioè colui che esercita la potestà su un minorenne, un prossimo congiunto o un familiare, una persona stabilmente convivente ecc.; art. 24 t.u. cit.). Il consenso preventivo dell’interessato al trattamento dei dati personali che lo riguardano non è obbligatorio soltanto nei casi previsti espressamente dalla legge e in particolare, a condizione che i dati siano gestiti per le finalità indicate e per il tempo strettamente necessario, quando il trattamento dei dati personali viene compiuto con lo scopo di: • adempiere obblighi imposti dalla legge; • salvaguardare la vita o l’incolumità fisica di un terzo; • fare valere o difendere un diritto in giudizio, comprese anche le attività investigative e difensive in sede penale. Il consenso dell’interessato non è necessario anche quando l’attività di gestione dei dati viene effettuata dalla pubblica amministrazione, cioè dallo Stato o da un altro ente pubblico non economico [❯ m1 u1] (in quanto gli enti pubblici economici sono sottoposti, come tutti gli altri soggetti, alla disciplina di diritto comune che si applica ai privati), nell’esercizio delle funzioni istituzionali previste dalla legge (art. 18 t.u. cit.). In questo caso infatti la legge, nel bilanciare gli interessi in gioco, considera prevalente l’interesse pubblico (relativo all’efficacia e alla celerità dell’attività amministrativa) rispetto all’interesse privato (relativo alla riservatezza delle informazioni individuali). esempio L’amministrazione finanziaria non ha bisogno del consenso dell’interessato per effettuare, nell’ambito della sua attività di accertamento dell’adempimento delle obbligazioni tributarie e di lotta contro l’evasione fiscale, operazioni di raccolta, registrazione, gestione, elaborazione, selezione, confronto e utilizzo di dati economici e patrimoniali relativi ai contribuenti.
L’informativa e il consenso al trattamento sono collegati tra loro, in quanto dal punto di vista giuridico il consenso dell’interessato non è valido se non è informato, cioè se non è preceduto o comunque accompagnato da un’informativa completa e corretta.
Comunicazione e diffusione di dati
Trasferimento di dati all’estero
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Deroghe al consenso
Come vengono comunicati e diffusi i dati? Il trattamento dei dati comprende anche, in qualunque modo e con qualunque mezzo vengano effettuate, la loro comunicazione e diffusione consistenti nel portare i dati personali a conoscenza, rispettivamente, di uno o più soggetti determinati diversi dall’interessato e dai soggetti (titolare, responsabile, incaricato ecc.) che intervengono nella gestione dei dati oppure di un numero indeterminato di soggetti. Anche per la comunicazione e la diffusione dei dati personali sono necessari, salve le eventuali deroghe previste dalla legge, l’informativa e il consenso specifico da parte del soggetto interessato; al riguardo è da ricordare che il testo unico stabilisce espressamente un divieto di comunicazione e diffusione di dati dei quali sia stata ordinata la cancellazione. A tutela della privacy del soggetto interessato, il trasferimento di dati all’estero, cioè verso uno Stato non appartenente all’Unione europea, è consentito soltanto nei casi e alle condizioni indicati tassativamente dalla legge (consenso dell’interessato, tutela
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di un interesse pubblico, salvaguardia della vita o dell’incolumità personale dello stesso soggetto o di un terzo, autorizzazione espressa del Garante ecc.); in ogni caso il trasferimento è vietato quando la normativa dello Stato extracomunitario di transito o di destinazione dei dati personali non garantisca, in relazione agli standard della normativa italiana, un livello adeguato di protezione e di sicurezza dei dati riguardanti una persona.
Sanzioni
Sono previste sanzioni per il titolare del trattamento dei dati? La violazione delle norme previste dalla legge in materia di tutela della privacy dà luogo all’applicazione di sanzioni amministrative e nei casi più gravi di sanzioni penali (che possono arrivare alla reclusione fino a tre anni) a carico del titolare del trattamento dei dati, oltre al risarcimento dei danni a favore dell’interessato, se si riesce a dimostrare che gli è stato causato un danno. Al riguardo è da notare che il testo unico sulla privacy dispone che chiunque provoca un danno ad altri per effetto del trattamento illegittimo di dati personali è tenuto al risarcimento dei danni a norma dell’articolo 2050 del codice civile; la disposizione citata che prevede una responsabilità oggettiva derivante dall’esercizio di un’attività pericolosa, per la sua stessa natura o per gli strumenti utilizzati, e dispone un’inversione dell’onere della prova, in quanto è colui che detiene i dati che, per evitare il risarcimento, deve riuscire a dimostrare di «avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno».
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esempio Il titolare del trattamento dei dati di un’impresa turistica può essere sanzionato se, nei moduli di informativa consegnati ai clienti, non vengono indicati i diritti riconosciuti agli interessati per quanto riguarda l’inserimento, la modifica, l’aggiornamento e la cancellazione dei dati raccolti oppure se non ha richiesto o ottenuto il loro consenso.
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iorno
Dopo avere esaminato la situazione proposta, decidi chi ha ragione e motiva brevemente la tua decisione
Il fatto Una società che gestisce una catena di supermercati offre a suoi clienti una “carta fedeltà”, che concede particolari sconti o occasioni, ma sulla quale vengono annotati con modalità elettroniche le loro abitudini di spesa (riguardanti la tipologia e la quantità dei prodotti acquistati, l’ammontare della spesa effettuata, il numero di spese ecc.). Un cliente chiede che vengano cancellati i dati che lo riguardano e, di fronte al rifiuto della società, la cita in giudizio. La tesi dell’attore La raccolta di dati da parte della società, che è effettuata per scopi commerciali, rientra nell’ambito delle testo unico sulla privacy e le norme in materia prevedono il dritto dell’interessato di chiedere la cancellazione dei dati che lo riguardano che siano stati raccolti in modo illegittimo, cioè senza chiedere il suo consenso. La tesi della convenuta I dati che vengono raccolti dalla società sono utilizzati
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soltanto a fini statistici, per consentire alla società di valutare le abitudini di spesa dei propri clienti e per fornire loro un servizio di vendita migliore, e non richiedono il consenso dell’interessato in quanto non sono soggette alle norme in materia di protezione dei dati personali.
CLIL
Thelawinpractice
The protection of personal data The data subject, that is to say the person to whom the data which has been collected or retained refer, may exercise the rights specified in Article 7 of the Code which regulates the protection of personal data (the right to information, the right to access etc.) by making a specific request regarding this to the data controller or, if this person has not been indicated, to data processor; this request must normally be in writing but is not usually subject to any particular formalities. Depending on the requirements of the data subject, the request may refer to specific data or to categories of personal data or, in a more general sense, to all the personal data which refer to him/her.
Are there time limits on the reply to this request? Generally speaking, the data controller or the data processor, to whom the request has been made, must reply within fifteen days of receipt of the same, but this deadline increases to thirty days if, in order to reply, particularly complex procedures are necessary or if there is another justified reason. If the person who should reply, and he is obliged to do so by law, does not do so within the time limit indicated or if the reply is incomplete or unsatisfactory, the data subject may appeal to the Watchdog or to a Judiciary Authority; it is possible to make recourse directly to the Watchdog or to a Judiciary Authority only when the data subject can demonstrate that he would suffer imminent or irreparable damages as a result of the elapsed deadline (15 or 30 days) provided for by law.
and detailed action by means of which an individual complains about the lack of respect of his rights or urges the Watchdog to decide on matters which fall under his jurisdiction; following the complaint, the Authority conducts a preliminary examination of the facts outlined and, in the light of its findings, may initiate administrative procedures. Finally, the appeal, like the complaint, may be submitted specifically to have the rights provided for by law recognised and only if the data controller or data processor fails to respond within the time limits established by law or the reply is deemed unsatisfactory.
What kind of action can the Watchdog take? On the basis of the information obtained and the examinations carried out, the Watchdog may either uphold or reject the appeal. Should the appeal be upheld, the Watchdog can order the data controller, by means of a justified decision, to stop all illegal behaviour; furthermore, if there is a specific request by one of the parties, it may order the expenses and fees to be wholly or partially borne by the party which lost the appeal. Should the data subject not accept the outcome of the appeal or its tacit rejection, he/she may make a subsequent request or challenge it before a tribunal.
Comprehension 1. What form must the request relating to the processing of data by the data subject have? 2. In which cases is the deadline for replying to a request increased to thirty days? 3. What is the difference between a report and a complaint?
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4 L’impresa e la sicurezza
How can the data subject exercise his rights on matters pertaining to the protection of personal data?
What kinds of requests may be made to the Watchdog? The data subject may submit a report, complaint or appeal to the Watchdog. The report, which is free form and does not require any specific formalities, must contain all the elements necessary to allow the Watchdog to assess whether there has been negligence in the application of the regulations regarding the processing of personal data. The complaint, which requires prior payment of all administrative costs, is a formal
Vocabulary Complete the translation of the English terms proposed Personal data Request Complaint Rejection
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Ripassafacile
fonti normative
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contenuto
Sicurezza sul lavoro
L’impresa e il lavoro
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procedura
soggetti responsabili
obblighi
Concetti chiave
Didattica inclusiva percorso breve ad alta accessibilità
Simulazione della verifica orale
English summary
contenuto
Trattamento e protezione dei dati personali
classificazione dei dati
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soggetti del trattamento
requisiti e modalità del trattamento
L’impresa e la sicurezza
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diritti dell’interessato
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Verificaformativa 1. Risposte multiple
7.
L’obbligo del datore di lavoro di garantire la sicurezza dei lavoratori è stabilito:
c è vietato se non avviene per un pubblico interesse
a dalla Costituzione b dal codice civile c da una legge speciale d da una convenzione internazionale e da un regolamento comunitario 2.
d richiede un’informativa e il consenso dell’interessato e è consentito solo nei casi previsti dalla legge 8.
a è stato emanato all’inizio del ‘900 b è contenuto in una legge del Parlamento
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e non si applica ai lavoratori autonomi 3.
c è consentito solo nel rispetto della legge d è consentito se è autorizzato dal Garante e è consentito solo all’interno della UE 9.
I lavoratori a domicilio:
b le informazioni che riguardano direttamente un soggetto determinato
b non sono soggetti a obblighi specifici c devono essere provvisti di un documento di valutazione dei rischi
4.
c le informazioni che non possono essere associate a un soggetto determinato
d devono essere provvisti dei dispositivi di protezione individuali
d le informazioni che sono fornite da un soggetto indeterminato
e non sono soggetti agli obblighi di informazione e formazione
e le informazioni che sono fornite da un soggetto indeterminato e indeterminabile
La valutazione dei rischi da parte del datore di lavoro:
10. Il soggetto interessato al trattamento dei dati: a ha un diritto di accesso ai dati che lo riguardano b può opporsi al trattamento dei dati in forma anonima
a deve essere preventiva b è facoltativa nelle piccole imprese c è successiva all’assunzione del lavoratore
c può opporsi alla diffusione dei dati in forma anonima
d riguarda soltanto i rischi generali del lavoro e può essere delegata al rappresentante dei lavoratori 5.
d non può chiedere la cancellazione dei dati detenuti in modo illegittimo e non può opporsi al trattamento dei dati per fini commerciali
Le funzioni in materia di sicurezza a carico del datore di lavoro: a non possono mai essere delegate b possono sempre essere delegate con il consenso dei lavoratori c possono essere delegate soltanto nei casi previsti dalla legge e con un atto scritto
2. Vero o falso Indica con una crocetta se l’affermazione è vera o falsa e, se è falsa, motiva brevemente la scelta 1.
d devono essere sempre esercitate personalmente dal datore di lavoro e possono essere delegate escludendo qualsiasi responsabilità del datore di lavoro 6.
c sono equiparati ai dirigenti d sono lavoratori autonomi e devono vigilare sul rispetto della sicurezza
Il datore di lavoro ha l’obbligo di protezione della salute psico-fisica dei lavoratori.
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2.
I preposti di un imprenditore: a non hanno responsabilità in materia di sicurezza b devono essere delegati dal datore di lavoro
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Si definiscono come “dati anonimi” ai fini della tutela della privacy: a le informazioni che riguardano soltanto indirettamente un soggetto determinato
a sono soggetti interamente alla normativa in materia di sicurezza sul lavoro
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Il trasferimento di dati all’estero: a è vietato b è consentito in ogni caso
Il testo unico in materia di sicurezza sul lavoro:
c si applica a tutti i settori di attività d riguarda soltanto le attività commerciali
Di regola il trattamento dei dati personali: a è libero b deve essere autorizzato dal Garante
Segna con una crocetta la risposta o le risposte esatte 1.
Vuoi testare la tua preparazione? Fai il test in autovalutazione
Il datore di lavoro è obbligato a predisporre il documento sulla valutazione dei rischi.
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3. le misure generali di tutela previste dalla legge. V
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Verificaformativa 4.
Il datore di lavoro ha l’obbligo di vigilare sul soggetto a cui ha delegato le funzioni in materia di sicurezza.
3. Lessico V
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5.
La violazione degli obblighi in materia di sicurezza è punita soltanto con sanzioni di carattere amministrativo.
V
Individua il termine o i termini corrispondenti alla definizione 1.
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F
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2.
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6.
Le norme in materia di trattamento e protezione dei dati personali sono contenute nel t.u. sulla privacy.
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3.
Soggetto responsabile per la sicurezza con compiti di organizzazione e vigilanza.
4.
Insieme organico di disposizioni in materia di raccolta e trattamento di dati.
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Il responsabile dei dati è la persona che procede al trattamento dei dati.
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Documento nel quale devono essere indicati i rischi collegati al lavoro. ......................................................................................................
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7.
Diritto costituzionale che rappresenta il fondamento delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.
5.
Diritto dell’interessato di non consentire il trattamento di dati che lo riguardano.
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8.
I dati giudiziari sono considerati dati sensibili.
V
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9.
Il consenso al trattamento dei dati sensibili deve essere dato per iscritto.
4. Vocabulary Identify the term or terms corresponding to the definitions 1.
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10. L’informativa del trattamento dei dati all’interessato non può essere data soltanto verbalmente.
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Those responsible for and beneficiaries of provisions relating to occupational safety.
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2.
Person in charge of health surveillance in the workplace.
3.
Safety devices for the health of individual workers.
4.
Information that does not identify the person to whom it refers.
5.
Confidential information concerning a person.
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ilcaso Leggi attentamente il testo e rispondi alle domande La direzione di un istituto di credito installa una videocamera all’ingresso della banca per riprendere, per motivi di sicurezza, coloro che vi entrano all’interno e conserva le registrazioni per un anno, procedendo poi alla loro distruzione. Un cliente della banca, che ha letto l’avviso della videosorveglianza all’ingresso della banca, si oppone alla conservazione della registrazione in quanto è stata effettuata senza il suo consenso e chiede che venga cancellata immediatamente. 1. 2.
Quale funzione svolge l’avviso di sorveglianza posto all’ingresso della banca?
3.
La pretesa del cliente della banca è fondata dal punto di vista giuridico?
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Fatti un’idea
Il mercato del lavoro in Italia L’economia italiana negli ultimi anni è stata attraversata da una grave crisi economica, la più pesante dal dopoguerra sia per intensità sia per durata. Iniziata nel 2007, la crisi si è protratta per diversi anni, caratterizzata da ampie divergenze sia a livello settoriale, con perdite di prodotto e occupazione concentrate nel manifatturiero e nelle costruzioni, sia a livello territoriale, in quanto la caduta del Pil al Sud è stata quasi il doppio di quella delle Regioni del Centro-Nord.
Più contratt i, è il parados meno posti: s o del Jobs A I contratti a tempo indet ct (22m ermin
ila nuov ato sono sc hizzati in al integrazion i tra gennaio e ottobre to e ha visto u in Fvg) e la na brusca fr dunque, in enata. Tutto cassa Friuli Venez bene, ia Giulia: la Non propri o, cr è aumentata perché allo stesso tem isi è alle spalle? po la disocc , il popolo d up elle partite Iva si è asso azione ttigliato
1,5%, ma che si ferma all’1
Il mercato del lavoro è sempre più “maturo”
Papa Francesco: «Lavoro è diritto di tutti, non dono per raccomandati»
Sale l’età dei lavoratori mentre i giovani faticano a trovare un’occupazione al punto che spesso ci rinunciano. È questa la conseguenza dell’invecchiamento della popolazione ma anche delle varie riforme l’età di pensionamento sbarrando quindi la strada al turnover.
«Il lavoro non è un dono gentilmente concesso a pochi raccomandati: è un diritto per tutti». Lo ha detto il Papa nell’udienza ai gruppi del Progetto Policoro, istituito dalla Cei 20 anni fa, per promuovere l’occupazione giovanile. «Il lavoro è dignità: essa è propria di tutti e di ciascuno, ogni lavoratore ha diritto di vederla tutelata, e in particolare i giovani devono poter coltivare la fiducia che i loro sforzi, il loro entusiasmo, l’investimento delle loro energie e delle loro risorse non saranno inutili».
Dalla metà del 2013 hanno iniziato a manifestarsi i primi segnali di stabilizzazione dell’attività economica in Italia. Diversi indicatori hanno difatti segnalato un’in-
versione di tendenza, che però non si è ancora tradotta in una vera e propria fase di crescita.
Occupati per posizione professionale, settore di attività e area geografica* (Anno 2014, migliaia di persone) Nord AGRICOLTURA Dipendenti Indipendenti Totale INDUSTRIA Dipendenti Indipendenti Totale SERVIZI Dipendenti Indipendenti Totale TOTALE GENERALE Dipendenti Indipendenti Totale
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Centro
Mezzogiorno
Italia
102 204 306
61 59 121
242 142 385
406 406 812
3.039 645 3.684
849 257 1.106
930 274 1.204
4.818 1.176 5.993
5.735 1.887 7.622
2.686 898 3.584
3.136 1.132 4.268
11.557 3.917 15.474
8.876 2.736 11.612
3.596 1.214 4.811
4.308 1.548 5.856
16.780 5.499 22.279
*Eventuali discrepanze nelle somme totali sono dovute all’arrotondamento dei valori assoluti.
Fonte: Italia in cifre 2015, Istat
Il tasso di occupazione dei Paesi UE28
Nell’ambito del processo di cambiamento che ne è derivato, nel mercato del lavoro italiano è stata introdotta una maggiore flessibilità attraverso il cosiddetto “Pacchetto Treu” (legge n. 196 nel 1997), la legge n. 30 del 2003 (nota come “Legge Biagi”) che ha promosso innovazioni radicali nelle forme contrattuali di lavoro e nel mercato del lavoro in generale, nonché le successive leggi n. 92 del 28 giugno 2012 (“Legge Fornero”) e n. 183 del 10 dicembre 2014 (“Jobs act”). Queste riforme sono nate nel quadro della strategia europea per l’occupazione, emanata nel 1997 nel corso del Vertice europeo sull’occupazione di Lussemburgo, che ha portato successivamente alla definizione della più complessa Strategia di Lisbona nel marzo 2000 (al fine di rendere l’Europa «l’economia più competitiva e dinamica del mondo basata sulla conoscenza»), sostituita poi dalla “Strategia Europa 2020”. Uno degli obiettivi economici indicati dall’Unione europea nella Strategia Europa 2020 per lo sviluppo e l’occupazione era, in effetti, l’elevazione del tasso di occupazione della popolazione tra i 20 e i 64 anni. Questo indicatore è rivolto a valutare la capacità di utilizzo delle risorse umane disponibili e rappresenta, quindi, una misura della forza strutturale di un sistema economico. L’obiettivo fissato dall’Unione europea prevede che nel 2020 si raggiunga una quota di popolazione occupata tra i 20 e i 64 anni pari al 75 per cento. Nel 2013 il tasso di occupazione medio europeo delle persone tra 20 e 64 anni è stato pari al 68,4 per cento, inferiore di 6,6 punti percentuali rispetto al
10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%
0%
10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%
Tasso di occupazione 20-64 anni – Totale Tasso di occupazione 20-64 anni – Uomini Tasso di occupazione 20-64 anni – Donne
Fonte: Noi Italia 2015, Istat
traguardo fissato per il 2020, con un’elevata eterogeneità tra gli Stati membri: cinque Paesi (Svezia, Germania, Paesi Bassi, Danimarca e Austria) hanno già raggiunto e superato l’obiettivo stabilito per il 2020; ma sono ancora 18 i Paesi con i valori dell’indicatore inferiori al 70 per cento, tra cui l’Italia, il cui valore nel 2013 è stato del 59,8 per cento (15,2 punti percentuali inferiore al traguardo prefissato), presentando uno squilibrio di genere molto forte (69,8 per cento per gli uomini e appena il 49,9 per cento per le donne).
m
Dal punto di vista giuridico, il mercato del lavoro ha subìto un profondo cambiamento negli ultimi vent’anni, sia strutturale sia sociale. L’origine di questo cambiamento può essere fatta risalire alla firma da parte dell’Italia del Trattato di Maastricht e all’adesione all’Unione economica e monetaria europea.
0% Svezia Germania Paesi Bassi Danimarca Austria Regno Unito Finlandia Estonia Rep. Ceca Lussemburgo Lituania Lettonia Francia Cipro Belgio Slovenia Portogallo Irlanda Slovacchia Polonia Malta Romania Bulgaria Ungheria ITALIA Spagna Croazia Grecia
4 L’impresa e il lavoro
Anche il mercato del lavoro è stato condizionato dall’evoluzione del quadro economico generale, attraversando una fase di profonda crisi che vede qualche segnale di miglioramento solo a partire dalla fine del 2014.
Nella graduatoria europea, solamente Grecia, Croazia e Spagna presentano tassi di occupazione inferiori al nostro Paese. Il divario italiano rispetto alla media dei Paesi UE28 è particolarmente accentuato per la componente femminile (12,7 punti percentuali) e in aumento per la componente maschile (4,4 punti a fronte dei 2,9 del 2012).
Dossier
Trova la risposta alle tue domande 1. Qual è la situazione attuale del mercato del lavoro in Italia? (Mercato del lavoro, soggetti, imprese, territori) 2. Dove si possono trovare notizie sul mercato del lavoro in Italia? (Notiziario del mercato del lavoro – Cnel) 3. Quanto pesa sull’economia italiana il fenomeno del lavoro nero? (Economia sommersa e lavoro nero) 4. Che cosa fa l’Europa per sostenere il mercato del lavoro? (Europa 2020: la strategia europea per la crescita) 5. Com’è la situazione negli altri Paesi dell’Unione europea? (Lavoro e ammortizzatori sociali in alcuni Paesi dell’UE)
479
Verificasommativa 1. Domande a risposta singola
3. Problemi a soluzione rapida
Rispondi alle domande proposte in un massimo di tre-cinque righe
Dopo avere esaminato la situazione, rispondi alle domande proposte in un massimo di cinque righe
1.
In che senso il mercato del lavoro dal punto di vista economico è un monopolio bilaterale?
2.
Quando si verifica una malattia professionale o un infortunio sul lavoro?
3.
Come vengono classificati tradizionalmente i lavoratori dipendenti di un’impresa?
4.
In quali casi il licenziamento di un lavoratore è, rispettivamente, inefficace o illegittimo?
5.
Che cosa si intende per “dati personali” nell’ambito della disciplina della privacy?
1.
...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
2.
2. Trattazione sintetica di argomenti
4
2.
Spiega i limiti previsti dalla legge per l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.
3.
Illustra lo schema del contratto di somministrazione di lavoro.
4.
Descrivi gli obblighi principali a carico del datore di lavoro a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
5.
Indica i diritti riconosciuti al soggetto interessato nel caso di raccolta o trattamento di dati che lo riguardano.
L’impresa e il lavoro
m
Tratta l’argomento proposto in un massimo di dodiciquindici righe, motivando le tue affermazioni 1.
Un impiegato, che è stato assunto da un’impresa di spedizioni come responsabile dell’ufficio amministrativo, dopo alcuni mesi, per problemi organizzativi, viene addetto all’incarico di magazziniere. L’impiegato può opporsi legittimamente al cambiamento di mansioni?
Esponi i princìpi costituzionali in materia di diritto del lavoro.
Un operaio, che ha aggredito un caporeparto al termine di una discussione ed è stato immediatamente licenziato dal datore di lavoro, impugna il licenziamento sostenendo che il datore di lavoro avrebbe dovuto dargli un preavviso. L’opposizione dell’operaio è fondata dal punto di vista giuridico? ...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
3.
Il commesso di un negozio di abbigliamento viene assunto con un contratto a termine della durata di due anni che, alla scadenza, viene prorogato per altri due anni. Quale effetto giuridico produce la proroga sul contratto di lavoro a termine? ...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
4.
Durante un incendio, che sta distruggendo un capannone industriale, il caporeparto ordina ad alcuni operai di entrare nel capannone per recuperare alcuni materiali particolarmente costosi. Gli operai sono obbligati a eseguire l’ordine? ...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
5.
Un ingegnere, che è stato appena assunto da un’industria automobilistica, viene a sapere che il responsabile del personale ha ottenuto delle informazioni, senza informarlo al riguardo, dal suo precedente datore di lavoro. Quali diritti sono riconosciuti dalla legge all’ingegnere? ...................................................................................................... ...................................................................................................... ......................................................................................................
480
Verificasommativa Dalleconoscenze allecompetenze
italiane. Paese che vai, organizzazione e trattamento dei lavoratori che trovi. Un capitolo a parte va dedicato alla controversia tra i sindacati e Manpower Solutions. La partecipata di Manpower, agenzia interinale che ha vinto la gara con Expo s.p.a. per il personale dell’Esposizione di Milano, ha applicato a 800 lavoratori dei padiglioni non firmatari dell’accordo del luglio 2014 i contratti del commercio Cnai e non quelli dei sindacati confederati. «Questo tipo di contratto non può che essere definito “corsaro” – spiega Antonio Lareno della Cgil. In busta paga vengono riconosciuti circa 5 euro, non c’è la 14esima mensilità, i festivi hanno una maggiorazione del 6% e non del 30%». http://www.huffingtonpost.it – 16 giugno 2015
Expo: brevi, di 6 mesi o a 7 euro l’ora La Babele dei contratti di lavoro L’ingaggio di Sebastian, padiglione Argentina, dura un mese. «Ma ci hanno assicurato il rinnovo fino alla fine di Expo». Maple è stata inviata a Milano dalla sua impresa cinese e a luglio sarà sostituita da una collega. Jules è uno stagista, niente paga, solo rimborso spese e il primo agosto volo di ritorno in Olanda. Il decumano meglio di un saggio sul precariato: nella distesa di stand e installazioni dell’Esposizione Universale si fa fatica a trovare un lavoratore che abbia il contratto uguale a un altro. Lucrezia e Riccardo sorridono e invitano a entrare. Lei da Milano, lui da Varese vantano l’assunzione dalla durata più originale: un mese e mezzo. «Ma abbiamo i buoni pasto». In Giappone, per dire, il ticket è privilegio dei dipendenti del ristorante.
S’alternano in 16 postazioni 6 ore al giorno per 6 giorni con colleghi egiziani, marocchini e tunisini: 7,15 euro l’ora. Lordi. Li ha reclutati l’agenzia Adecco. Partner di Expo per la somministrazione di lavoro è Manpower, ma all’interno dei padiglioni stranieri ognuno ha fatto come ha voluto. E anche Manpower, dicono i sindacati, ha eluso spesso il contratto nazionale del commercio. Al di là dei cinquemila dipendenti selezionati da Manpower, però, resta a Expo una Babele di contratti, con migliaia di ingaggi che sfuggono a ogni controllo sindacale. E centinaia di lavoratori che vengono da altri Paesi, con altre regole.
4 L’impresa e il lavoro
Volontari, stage e contratti a tempo determinato, dai 30 giorni ai 6 mesi. Ragazzi italiani selezionati da agenzie interinali e coetanei da ogni parte del mondo, arrivati a Milano con accordi siglati nei Paesi di provenienza. Tra le eleganti vele bianche del decumano e le colorate installazioni di Expo 2015 vanno in scena tutte le formule possibili e immaginabili di gestione del lavoro, con variazioni di salario tra un padiglione e l’altro che arrivano fino al 30%. La Babele nella Babele è quella dei lavoratori stranieri, con centinaia di ingaggi e regole diverse, che aggirano qualunque controllo sindacale. Ognuno ha fatto come meglio credeva. Ci sono padiglioni che hanno preferito dotarsi di personale locale, altri si sono affidati alle agenzie interinali
m
Expo 2015, i contratti per lavorare: volontari, stage, tempo determinato...
http://milano.corriere.it – 7 maggio 2015
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Verificasommativa verificadellecompetenze
competenze Utilizzare le reti e gli strumenti informatici nelle attività di studio, ricerca e approfondimento disciplinare
m
Comprensione del testo
L’impresa e il lavoro
4
A. Leggi il testo dell’articolo di cronaca e rispondi alle seguenti domande 1. Qual è la tematica su cui pongono l’accento i due articoli? 2. Chi è Manpower e che ruolo ha avuto all’interno di Expo? 3. Perché il suo ruolo è stato contestato? 4. In che senso i contratti con gli stranieri
Conoscenze
Il contratto di somministrazione di lavoro
1. 2. 3. 4. 5. 6.
alle seguenti domande Che cos’è un contratto individuale di lavoro? Quale forma e quale contenuto può assumere? Come viene regolamentato l’orario di lavoro? Come può essere determinata la retribuzione di un lavoratore? Che cos’è un contratto collettivo di lavoro? In che cosa consiste il contratto di lavoro a tempo determinato? Quali sono le caratteristiche del contratto di somministrazione di lavoro?
Abilità Reperire autonomamente le norme nel sistema Ricercare le norme relative a una categoria di argomenti e individuare le parti Applicare le disposizioni normative a situazioni
Redigere documenti e relazioni riguardanti la gestione delle risorse umane
482
C. Fai una ricerca e rispondi alle seguenti domande 1. Quale legge recente ha rivisto la disciplina dei contratti di lavoro? 2.
Da quanti Capi e da quanti articoli è composta la legge?
3.
Da quale legge era stato introdotto il contratto di somministrazione di lavoro?
4.
Quale Capo si occupa del contratto a tempo determinato, e quali sono gli articoli della nuova legge che si occupano della somministrazione?
5.
Come viene definito nella legge il contratto di somministrazione?
6.
Secondo l’articolo 35 chi è obbligato al pagamento della retribuzione ai lavoratori?
D. Fai una ricerca e rispondi alle seguenti domande 1.
Che cosa vuol dire che Manpower ha vinto la gara con Expo s.p.a.?
2.
Chi sono i soggetti del contratto di somministrazione stipulato da Manpower?
3.
Quale contratto collettivo di lavoro ha applicato Manpower?
4.
Trova le tabelle retributive attuali del CCNL individuato: quanti sono i livelli retributivi previsti? A quanto ammonta il minimo retributivo per il VII livello? E l’indennità di contingenza?
E. Realizza una presentazione Collegati a uno o più siti di Agenzie di somministra zione italiane a tua scelta. Effettua una ricerca sulle figure professionali maggiormente ricercate dall’Agenzia e realizza una presentazione in PowerPoint in cui presenti i dati trovati.
Che
Cosa farò dopo la sCuola superiore? Ecco arrivato il quarto anno di scuola superiore. Con l’anno prossimo, oltre alla maturità, dovrai affrontare un’altra importante sfida: la scelta riguardo al tuo futuro di studio o di lavoro. Anche se il momento della decisione può sembrarti lontano, è questo il momento giusto per cominciare a raccogliere un po’ di informazioni: questa scelta, infatti, richiede tempo e attenzione e va maturata in modo consapevole. Questo però non significa che bisogna farsi prendere dall’ansia: si tratta del tuo futuro, per cui questo percorso va anche affrontato con entusiasmo, energia e passione. Inizia considerando le tue caratteristiche personali (motivazione, interessi, attitudini ecc.) e informati sulle diverse opportunità di studio e di lavoro a tua disposizione. Non dimenticare, in aggiunta, che i test di ammissione all’Università, con cui quasi sicuramente ti confronterai già l’anno prossimo, si svolgono nella maggior parte dei casi ben prima della maturità e dunque è bene programmare la raccolta di informazioni e la preparazione già a partire da quest’anno. Non sarà una scelta semplice, ma resteremo a tua disposizione per poterti supportare in questo delicato passaggio. Per approfondire gli argomenti trattati in queste pagine e raccogliere le informazioni utili per continuare il tuo percorso di orientamento puoi consultare il sito alphatest.it.
il perCorso della sCelta Come tutte le decisioni importanti, la scelta degli studi e del lavoro che fa per te deve maturare grazie a un percorso ragionato. Gli elementi da considerare in questa fase sono tanti e diversi, ma un primo passo riguarda proprio il modo con cui ti predisponi a compierla. Ecco un breve elenco di azioni da seguire e da evitare per iniziare al meglio il tuo percorso di orientamento. © AlphA TesT
Atteggiamenti POSITIVI
Atteggiamenti NEGATIVI
Raccogliere informazioni
Farsi influenzare eccessivamente da parenti o insegnanti
Anticipare le occasioni di riflessione
Rinviare continuamente la scelta
Affrontare subito le criticità
Scegliere in fretta per “togliersi il pensiero”
Sapersi assumere la responsabilità e le conseguenze della propria scelta
Imitare la scelta fatta da amici o conoscenti
Prima di arrivare a una decisione, chiariamo assieme quali sono gli elementi importanti da valutare e da cui trarre delle conclusioni. I fattori determinanti per la scelta possono essere ricondotti a due aree: quella del sé (le caratteristiche individuali, i tuoi punti di forza e di debolezza, gli interessi personali ecc.) e quella dell’altro da sé (l’ambiente familiare e sociale in cui vivi, il contesto sociale ed economico, le opportunità di formazione e lavoro ecc.). È dalla sinergia di queste due aree, che devi partire: Mondo della formazione e del lavoro
Sé stessi
Il punto di partenza è dunque la conoscenza di te stesso, cioè dei tuoi interessi, delle tue inclinazioni, capacità, potenzialità e della tua personalità. Occorre poi considerare le opportunità di formazione e di lavoro che ti si presentano come possibili dopo la scuola superiore. Sarà il frutto della valutazione ponderata di questi aspetti ad aiutarti a fare la scelta migliore per te:
Che cosa desidero fare? Che cosa sono in grado di fare?
Che cosa è possibile fare? Attraverso quale percorso? STUDIO
INTERESSI
Motivazione
università, formazione professionale scuole, accademie e istituti non universitari
Personalità
LAVORO Risorse individuali
Attitudini
Atteggiamento verso lo studio
Conoscenze e rendimento scolastico
settori emergenti dell’economia, opportunità e contratti… VINCOLI
Visione del lavoro
economici, culturali, sociali...
SCELTA CONSAPEVOLE
© AlphA TesT
Imparare a conoscersi Per conoscerti meglio devi chiarire quali sono per te i fattori determinanti da considerare. Ecco le domande a cui devi riuscire a rispondere: 1. Interessi personali (che cosa desidero fare?): qualunque percorso di studio o lavorativo è impegnativo, ma se identifichi l’area o gli ambiti che ti interessano, riuscirai a studiare o lavorare in modo più semplice e naturale. 2. Motivazione (perché lo voglio fare?): per rispondere a questa domanda separa le motivazioni genuine e quelle che possono invece derivare da fattori esterni (la famiglia, i tuoi amici ecc.): qualsiasi consiglio da parte delle persone a te vicine è sicuramente ben accetto, ma altrettanto importanti (se non di più) sono proprio i tuoi desideri. 3. Personalità (come mi rapporto con gli altri? come reagisco alle situazioni stressanti? quanto sono determinato nel raggiungere un obiettivo?): la disponibilità a lavorare in gruppo, la capacità di essere concentrati, la determinazione, la capacità di ascoltare gli altri o la fiducia in sé stessi sono solo alcuni degli elementi da considerare nel rispondere a questa domanda. 4. Atteggiamento verso lo studio (quale importanza ha la formazione scolastica per il mio futuro?): studiare non è l’unica via. Se la tua esperienza scolastica non è stata entusiasmante, chiediti seriamente se l’università è davvero ciò che desideri per il tuo futuro. 5. Conoscenze e rendimento scolastico (quali sono le mie materie preferite?): le materie che hai studiato e i voti che hai ottenuto possono darti importanti informazioni per valutare la strada più adatta a te. 6. Attitudini (per che cosa sono portato?): sono le abilità, innate o apprese, che sfrutti per raggiungere un determinato obiettivo. Me la cavo con i numeri? E con i ragionamenti logici? Sono un tipo preciso o vivo bene solo nel mio caos? 7. Risorse individuali (quali sono i miei punti di forza?): focalizzati su quali sono le competenze e le esperienze che hai accumulato dentro e fuori da scuola e quali sono le capacità e le abilità che adotti mentre studi o lavori. 8. Visione del lavoro (quali valori cerco nel lavoro?): pensa a concetti come “la carriera”, “il guadagno economico”, “la realizzazione personale”, “la sicurezza del posto di lavoro” e prova a indicare quale peso ha ciascun fattore per la scelta che stai compiendo. Una volta raccolte tutte le risposte a queste domande, potrai scartare un po’ di alternative e restringere il campo a poche opzioni di scelta. Per esplorare al massimo i fattori sopra descritti, esistono anche specifici strumenti: Area di indagine
Strumenti
Interessi / motivazione
Questionari
Attitudini / potenzialità
Test attitudinali
Personalità
Questionari, test, colloqui
Tra i test attitudinali c’è anche Sestante, il questionario realizzato da Alpha Test nelle due versioni Università e Lavoro: questi questionari, attraverso l’analisi dei fattori di scelta, restituiscono un profilo individuale di orientamento allo studio o al lavoro, comprensivo delle indicazioni e dei consigli personalizzati degli esperti Alpha Test. Puoi richiedere il questionario Sestante su alphatest.it oppure, come classe, direttamente al tuo professore di riferimento per l’orientamento.
Quali sono le opportunità di studio e lavoro? Dopo aver capito meglio chi sei e cosa ti piace fare, è importante fare i conti con cosa è possibile fare, ciò che nella pagina precedente abbiamo definito altro da sé, ovvero l’ambiente circostante, il mondo del lavoro e le opportunità di studio e formazione. © AlphA TesT
L’ALTRO DA SÉ
L’AMBIENTE
IL LAVORO
1 Area territoriale
4 Settori produttivi
2 Famiglia
5 Settori professionali
3 Gruppo dei pari
6 Modalità di accesso
(amici, compagni di scuola ecc.)
LA FORMAZIONE 7 Percorsi di istruzione
scolastica 8 Percorsi di formazione
professionale
In particolare, uno strumento molto importante per capire meglio come funziona il mercato del lavoro sono i dati statistici che vengono periodicamente diffusi dalle società di ricerca nazionali e internazionali come l’Istat, il CensIs, l’eurIspes, l’OCse ecc. Sono dati facilmente reperibili su internet, spesso non così chiari e immediati, ma che fotografano la realtà economico-sociale del nostro Paese e possono esserti di vero aiuto in questa fase di valutazione personale. Di seguito, invece, trovi una sintesi delle aree di studio universitarie per iniziare a farti un’idea.
orientarsi
all’università
I corsi di studio universitari possono essere suddivisi in tre tipologie: • corsi di laurea di primo livello (3 anni - 180 CFU), con cui ottieni il Diploma di Laurea di primo livello. Ne sono un esempio i corsi di Laurea di Ingegneria, Psicologia, Economia, Matematica, Fisica e tanti altri ancora; © AlphA TesT
• corsi di laurea di secondo livello (2 anni - 120 CFU): possono accedervi solo gli studenti che possiedono una laurea di primo livello. Con questo corso di laurea ottieni il Diploma di Laurea di secondo livello o specialistica; • corsi di laurea magistrale a ciclo unico (5/6 anni - 300/360 CFU) con questo corso di laurea ottieni il Diploma di Laurea magistrale. Puoi accedervi con il diploma di scuola superiore, senza dover prima conseguire una laurea di primo livello. L’accesso alla maggior parte di questi corsi di studio è regolato da normative europee e sono, nello specifico, i corsi di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria, Veterinaria, Farmacia, Chimica e Tecnologia farmaceutiche, Architettura e Ingegneria edile, Giurisprudenza, Scienze della Formazione primaria; nelle prossime pagine vedremo meglio in cosa consiste la modalità di accesso a questi corsi. A queste tre tipologie si aggiungono i master di primo livello (a cui puoi accedere dopo una laurea di primo livello) e i master di secondo livello (a cui puoi accedere con la laurea di secondo livello). Se fossi alla ricerca di ulteriori informazioni sulle opportunità di studio all’università e i corsi di laurea attivi in Italia puoi fare riferimento alla guida Scegliere l’università di Alpha Test, in vendita direttamente a scuola. Rivolgiti al referente per l’orientamento della tua scuola per riceverla. Corso di laurea 3 anni =180 crediti
Master 1º livello 1 anno = 60 crediti
Corso di laurea magistrale 2 anni = 120 crediti
Master 2º livello 1 anno = 60 crediti
Corsi post-laurea
Crediti formativi I crediti formativi universitari (CFU) misurano il carico di lavoro richiesto allo studente per svolgere le attività di formazione previste per ogni esame o laboratorio (frequenza delle lezioni, studio autonomo, ecc.) e sono indicati nel piano di studi di ogni corso in corrispondenza degli esami da sostenere. Se superi un esame, l’università ti corrisponderà un voto, che rappresenterà la qualità del lavoro che hai svolto e ti riconoscerà i CFU corrispondenti al tuo esame, che rappresenteranno la quantità del lavoro svolto. Ma come si calcolano i CFU per ogni esame? Considera che 1 credito corrisponde a 25 ore di lavoro (frequenza in aula + studio personale): un esame da 10 CFU sarà quindi un esame per cui ti dovrai dare molto da fare, mentre un esame con 4 CFU non sarà poi così difficile da preparare. I corsi di laurea di primo livello prevedono l’acquisizione di 180 CFU in 3 anni, quelli a ciclo unico ne prevedono complessivamente 300/360 su 5/6 anni.
L’offerta universitaria Di fronte a te hai un panorama di corsi e indirizzi universitari vastissimo. Orientarsi non è semplice: le opportunità sono molte, come molti saranno i tuoi interessi e i tuoi dubbi. Qui di seguito trovi la presentazione delle principali aree di studio con l’indicazione dei principali corsi di laurea e relativi sbocchi occupazionali: ti potrà essere d’aiuto per farti un’idea di quali sono le possibili materie che ti troveresti a studiare e per quale professione ti stai formando.1 1
I dati sulle prospettive di occupazione riportati nel seguito risultano dagli occupati a cinque anni dei laureati nei corsi di primo livello o nei corsi a ciclo unico (fonte: Rapporto AlmaLaurea 2014).
© AlphA TesT
Area Medico-sanitaria In quest’area trovi numerosi corsi universitari triennali professionalizzanti (Fisioterapia, Infermieristica ecc.), per alcuni dei quali è possibile frequentare successivamente dei corsi di laurea di secondo livello. Ci sono anche 3 lauree magistrali a ciclo unico: Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria, Odontoiatria e Protesi Dentaria. Per intraprendere con soddisfazione una carriera di studio e lavorativa nell’Area Medico-sanitaria sono necessarie determinazione, spiccate doti di umanità e predisposizione al rapporto con gli altri. L’accesso a questi corsi di laurea è subordinato al superamento di una severa selezione poiché è previsto il numero programmato in tutti corsi di laurea e il numero dei candidati è mediamente sei volte superiore rispetto ai posti disponibili. Classi di laurea di I livello Professioni sanitarie infermieristiche e ostetricia, Professioni sanitarie della riabilitazione, Professioni sanitarie tecniche, Professioni sanitarie della prevenzione, Scienze zootecniche e tecnologie delle produzioni animali Classi di laurea di II livello Scienze infermieristiche e ostetriche, Scienze delle professioni sanitarie della riabilitazione, Scienze delle professioni sanitarie tecniche, Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione, Biotecnologie
mediche, veterinarie e farmaceutiche, Scienze della nutrizione umana, Scienze zootecniche e tecnologie animali Classi di laurea a ciclo unico Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, Medicina Veterinaria Numero programmato Sì per tutti i corsi
Argomenti del test Logica e cultura generale, biologia, chimica, matematica e fisica (programmi definiti ogni anno da apposito Decreto ministeriale) Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea di primo livello 92,7% lavorano Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea a ciclo unico 96% lavorano Sbocchi professionali Specifici a seconda del corso prescelto
Area Architettura I corsi di quest’area forniscono le basi tecnico-scientifiche (tra le materie più importanti vi sono infatti la matematica, la fisica e l’informatica), ma anche la formazione artistica e umanistica per poter esercitare la professione di Architetto. Il corso magistrale a ciclo unico (Architettura e Ingegneria Edile) è ad accesso programmato. Le prospettive occupazionali sono buone: la concorrenza sul mercato c’è ma è un corso che apre a molte professioni possibili (architetto, designer grafico o industriale, pianificatore territoriale, tecnico edile, sovrintendente ai beni architettonici ecc.). Classi di laurea di I livello Scienze dell’architettura, Scienze e tecniche dell’edilizia, Scienze della pianificazione territoriale, urbanistica, paesaggistica e ambientale, Disegno industriale Classi di laurea di II livello Architettura e Ingegneria EdileArchitettura, Architettura del paesaggio, Design, Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale, Ingegneria dei sistemi edilizi
Classi di laurea a ciclo unico Architettura Numero programmato per i corsi di Architettura e Disegno industriale Argomenti del test Storia, disegno e rappresentazione, logica e comprensione verbale, matematica e fisica (definiti ogni anno da apposito Decreto ministeriale)
Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea di primo livello 82,5% lavorano Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea a ciclo unico 86,8% lavorano Sbocchi professionali Architetto, designer grafico o industriale, tecnico edile
Area Ingegneria I corsi privilegiano le discipline scientifiche e richiedono buone attitudini numerico-matematiche e solide basi scientifiche. Data la tecnicità e l’alta specializzazione delle materie studiate, questi corsi richiedono notevoli sforzi, che sono però in genere ripagati al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro. Infatti, oltre alla grande richiesta da parte delle aziende, vi è certamente la soddisfazione di lavorare in ambiti di ricerca molto avanzati e, in genere, ben remunerati. Le prospettive occupazionali da diversi anni risultano essere tra le più promettenti che un neolaureato possa incontrare sia in termini di facilità di impiego sia per le successive prospettive di carriera. © AlphA TesT
Classi di laurea di I livello Ingegneria civile e ambientale, Ingegneria industriale, Ingegnerie dell’informazione, Scienze e tecnologie della navigazione Classi di laurea di II livello Ingegneria aerospaziale e astronautica, Ingegneria biomedica, Ingegneria chimica, Ingegneria civile, Ingegneria dell’automazione, Ingegneria della sicurezza, Ingegneria delle telecomunicazioni, Ingegneria
elettrica, Ingegneria elettronica, Ingegneria energetica e nucleare, Ingegneria gestionale, Ingegneria informatica, Ingegneria meccanica, Ingegneria navale, Ingegneria per l’ambiente e il territorio, Modellistica matematico-fisica per l’ingegneria, Scienze e tecnologie della navigazione Numero programmato nella maggior parte degli atenei
Argomenti del test conoscenze tecnico-scientifiche, matematica, logica, comprensione verbale Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea di primo livello 93,4% lavorano Sbocchi professionali Ingegnere nei diversi ambiti, ricercatore
Area Economica (Economia e Statistica) I corsi dell’area economica possono essere aziendali, cioè specifici per chi vuole lavorare direttamente in aziende o banche, oppure politici, legati più allo studio teorico dell’economia, tra cui figurano i corsi dell’area statistica (molto impegnativi, ma molto richiesti dalle pubbliche amministrazioni, da enti e società di ricerca, dalle assicurazioni ma anche dalle imprese, perché forniscono una preparazione molto valida). In molte università, soprattutto quelle private, i corsi sono a numero programmato. Classi di laurea di I livello Scienze dell’economia e della gestione aziendale, Scienze economiche, Statistica, Scienze dell’amministrazione e dell’organizzazione, Scienze del turismo Classi di laurea di II livello Scienze dell’economia, Scienze economico-aziendali, Scienze delle
pubbliche amministrazioni, Scienze economiche per l’ambiente e la cultura, Scienze statistiche, Finanza Numero programmato in alcuni corsi delle università statali e in quasi tutte le private Argomenti del test logica verbale, logica deduttiva, matematica, inglese, cultura
generale, logica figurale-spaziale e logica numerica Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea di primo livello 86,6% lavorano Sbocchi professionali Marketing, contabilità, finanza e assicurazioni, banche, ordine dei commercialisti, centri e istituti di ricerca
Area Giuridico-politica I corsi di laurea di Scienze politiche e Giurisprudenza sono noti per avere un numero elevato di studenti. Tieni presente questo dato perché, oltre a esserci una grande concorrenza sul mercato, spesso le aule sovraffollate rendono difficile seguire le lezioni. Se ti interessa uno di questi corsi però non scoraggiarti: sii solo determinato e soprattutto ben informato sulle tappe necessarie (praticantato, concorsi ecc.) da intraprendere per svolgere, dopo la laurea, la professione che desideri. Classi di laurea di I livello Scienze dei servizi giuridici, Scienze economiche, Scienze politiche e relazioni internazionali, Scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e la pace Classi di laurea di II livello Giurisprudenza, Scienze della politica, Relazioni internazionali, Scienze per la cooperazione e lo sviluppo, Studi europei
Numero programmato solo in alcuni atenei, ma per Giurisprudenza la tendenza è introdurre il numero chiuso. Verificare sede per sede Argomenti del test cultura generale, logica matematica, verbale e figurale
Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea di primo livello 83,7% (giuridica) e 82,9% (politica) lavorano Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea a ciclo unico 81,4% (giuridica) Sbocchi professionali avvocato, notaio, magistrato, carriera diplomatica, nella pubblica amministrazione, nei sindacati o nei partiti politici
Area Linguistica Le lauree di primo livello di Lingue e culture moderne possono offrire buone opportunità di lavoro, soprattutto a coloro che hanno maturato esperienze professionali in Italia o all’estero durante il © AlphA TesT
periodo di studio. I corsi di secondo livello, molto specifici, possono offrire interessanti sbocchi occupazionali a seconda dell’area di tuo interesse. La Laurea in mediazione linguistica, invece, è molto richiesta per profili rivolti a contatti con altri mercati internazionali e per operare con gli stranieri in Italia. Classi di laurea di I livello Lingue e culture moderne, Mediazione linguistica Classi di laurea di II livello Lingue e letterature moderne europee e americane, Lingue e letterature dell’Africa e dell’Asia, Lingue moderne per la cooperazione
internazionale, Traduzione specialistica e interpretariato Numero programmato generalmente corsi ad accesso libero; in molte sedi numero chiuso per Mediazione linguistica
Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea di primo livello 81% lavorano Sbocchi professionali Turismo, interpretariato, editoria e giornalismo
Argomenti del test cultura generale, lingua italiana e lingua straniera
Area Socio-Psicopedagogica e Comunicazione A fronte di un interesse crescente rispetto ai corsi di quest’area, spesso gli studenti dimostrano scarsa chiarezza relativamente al lavoro che intendono svolgere al termine degli studi universitari. È buona norma, al momento della scelta, definire al meglio anche il progetto di professione futura. Ciò risulta utile anche per programmare sin dall’inizio il piano degli esami che, entro certi limiti, può essere personalizzato in funzione dei propri obiettivi lavorativi. Classi di laurea di I livello Scienze e tecniche psicologiche, Scienze dell’educazione e della formazione, Scienze della comunicazione, Servizio sociale, Sociologia Classi di laurea di II livello Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi, Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua, Teorie e metodologie dell’e-learning e della media education, Scienze cognitive, Scienze pedagogiche, Psicologia, Scienze della Formazione primaria,
Scienze della comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità, Servizio sociale e politiche sociali, Sociologia e ricerca sociale, Teorie della comunicazione
Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea di primo livello 88% (psicopedagogica), 83% (sociologia e comunicazione) lavorano
Numero programmato a livello nazionale per Formazione primaria, a livello locale in un grande numero di atenei per Psicologia
Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea a ciclo unico 95% (formazione primaria) lavorano
Argomenti del test logica matematica e verbale, comprensione verbale, conoscenze scientifiche di base (psicologia); cultura storico-letteraria, scientificomatematica, pedagogica e didattica
Sbocchi professionali ambito socio-sanitario e dei servizi sociali, insegnamento, giornalismo, agenzie di comunicazione
Area Educazione fisica I corsi di quest’area forniscono competenze relative alla comprensione, alla progettazione, alla conduzione e alla gestione di attività motorie a carattere educativo ludico o sportivo. I laureati svolgono attività professionali nel campo dell’educazione motoria e sportiva nelle strutture pubbliche e private. Classi di laurea di I livello Scienze delle attività motorie e sportive Classi di laurea di II livello Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattive, Organizzazione e gestione dei servizi per lo sport e le attività motorie, Scienze e tecniche dello sport
Numero programmato Sì, per tutti i corsi Argomenti del test fisica, chimica, biologia, pedagogia, logica e cultura generale Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea di primo livello 85,4% lavorano
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Sbocchi professionali Impianti sportivi, palestre, riabilitazione, insegnamento
Area Scientifica In quest’area sono riuniti corsi molto diversi tra loro, anche se accomunati dalla natura scientifica degli studi. Le prospettive occupazionali migliori sono nell’area chimica e in quella informatica. Interesse e passione sono requisiti fondamentali per questi percorsi formativi, perché spesso i laureati in queste discipline sono applicati in progetti molto complessi o in laboratori di ricerca universitaria. Come indicato nel Progetto Lauree Scientifiche del MIUR, infatti, “i paesi che hanno molti scienziati in grado di scoprire, inventare e applicare cose nuove, sono paesi dove c’è più benessere”. Classi di laurea di I livello Scienze e tecnologie fisiche, Scienze e tecnologie chimiche, Scienze e tecnologie farmaceutiche, Scienze e tecnologie informatiche, Scienze matematiche, Biotecnologie, Scienze biologiche, Scienze geologiche, Scienze e tecnologie per l’ambiente e la natura, Scienze e tecnologie agrarie e forestali, Scienze e tecnologie agro-alimentari Classi di laurea di II livello Fisica, Scienze chimiche, Biotecnologie industriali, Farmacia e Farmacia industriale, Scienze e tecnologie della chimica industriale, Scienze e ingegneria dei materiali, Informatica, Matematica, Sicurezza informatica, Biologia, Scienze geofisiche, Scienze geologiche,
Scienze della natura, Scienze dell’universo, Biotecnologie agrarie, Scienze e tecnologie agrarie, Scienze e tecnologie alimentari, Scienze e tecnologie forestali e ambientali, Scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio Numero programmato nella quasi totalità degli atenei per Chimica e Scienze. Matematica e Fisica, invece, prevedono un test valutativo. Argomenti del test matematica, fisica, biologia, chimica, logica Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea di primo livello lavorano: Matematica, Fisica, Informatica 94,1%; Chimica, Farmacia: 81%;
Biologia, Geologia 78,8%; Agraria 82,5%; a 5 anni dalla laurea a ciclo unico lavorano: Chimica, Farmacia: 84,9%; Agraria 82,5% Sbocchi professionali (Chimica e Scienze) ricerca, case farmaceutiche, sviluppo in azienda, insegnamento, industria agroalimentare, tutela del patrimonio ambientale Sbocchi professionali (Matematica, informatica e Fisica) centri di ricerca, aziende di telecomunicazioni e sviluppi software, formazione ed editoria scientifica
Area Umanistica Si tratta di corsi che forniscono una vasta preparazione culturale su varie discipline di studio, ma che consentono di conseguire competenze specifiche solo con le lauree di secondo livello. Le professioni a cui si può accedere dopo gli studi sono le più diverse e, in questo senso, fa la differenza il carattere e la determinazione dei singoli laureati. Tieni inoltre presente che il tradizionale sbocco professionale dell’insegnamento prevede tempi lunghi di svolgimento e la concorrenza è molto alta, mentre interessanti opportunità sono cresciute nei settori della multimedialità e del digitale. Classi di laurea di I livello Beni culturali, Discipline delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda, Filosofia, Geografia, Lettere, Storia, Diagnostica per la conservazione dei beni culturali Classi di laurea di II livello Filologia moderna, Filologia, letterature e storia dell’antichità, Scienze filosofiche, Conservazione dei beni architettonici e ambientali, Scienze per la conservazione dei beni culturali, Conservazione
e restauro dei beni culturali, Archeologia, Archivistica e biblioteconomia, Antropologia culturale e etnologia, Informazione e sistemi editoriali, Scienze storiche, Scienze geografiche, Storia dell’arte, Metodologie informatiche per le discipline umanistiche, Musicologia e beni musicali, Scienze dello spettacolo e produzione multimediale, Scienze delle religioni, Linguistica Numero programmato corsi quasi sempre ad accesso libero
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Argomenti del test (Beni culturali): cultura generale e logica Prospettive di occupazione a 5 anni dalla laurea 72,5% lavorano Sbocchi professionali Insegnamento, case editrici, giornalismo, agenzie di comunicazione
i
test di ammissione
Attualmente, molti corsi di università pubbliche e private sono caratterizzati dalla presenza del numero programmato: il numero di studenti di questi corsi non può superare un numero prestabilito di posti, che vengono programmati annualmente in ogni ateneo. Quando non sono previste prove selettive, sono ormai in uso in molte università le prove orientative o valutative, ovvero test con domande a risposta multipla realizzate per valutare le competenze in ingresso delle neo-matricole. In caso di valutazione negativa, allo studente viene attribuito un “debito” formativo che dovrà essere “saldato” entro il primo anno di corso con esami aggiuntivi. Infine molte aziende ed enti pubblici negli ultimi anni hanno fatto sempre più ricorso a prove scritte standardizzate, e in particolare test di natura logico-attitudinale, per selezionare in modo economico ed efficace i candidati che si presentano per le posizioni offerte. Ma quali sono le caratteristiche di questi test? Si tratta di prove con domande a risposta multipla (da 60 fino a 120 domande) da risolvere in un tempo limitato. Le prove possono essere composte da domande di tipo attitudinale, nozionistico o da entrambe le tipologie di quesiti. Le domande dei test Domande attitudinali
valutano le capacità logiche e di ragionamento dell’individuo
Domande nozionistiche o di profitto
valutano le conoscenze del candidato in relazione a specifiche materie o argomenti
Alcuni test universitari vengono svolti in settembre, dopo lo svolgimento dell’esame di Stato ma in molti casi si svolgono già in primavera o addirittura durante il quarto anno (per esempio l’università Bocconi e il Politecnico di Milano per l’accesso a Ingegneria). È dunque importante programmare e iniziare in anticipo la preparazione richiesta.
Perché i test di ammissione I test di ammissione sono nati per affrontare alcuni problemi che, con l’inizio degli anni novanta, sono emersi in Italia. Si tratta di una misura creata con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’esperienza universitaria e facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro. Ecco per esempio alcuni dei problemi che si è cercato di affrontare con l’uso dei test di ammissione e alcuni degli obiettivi attesi dal MIUR. Problemi dell’università
Obiettivi del numero programmato
Abbandono degli studi (quasi il 40% degli iscritti non termina gli studi universitari)
I corsi a numero chiuso vantano una percentuale di laureati molto elevata (il test riesce a individuare gli studenti con maggiore probabilità di successo)
Sovraffollamento e conseguente scarsa qualità degli studi
Il numero chiuso permette di adeguare il numero di studenti alle capacità di accoglienza delle Università
Difficile inserimento lavorativo
Il numero chiuso consente di bilanciare il numero dei laureati con le esigenze del mercato del lavoro
Orientamento in entrata inefficace
Il numero chiuso premia gli studenti più meritevoli
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Come prepararti al test di ammissione Per la preparazione ai test hai a disposizione corsi, libri e strumenti on line. Alpha Test organizza corsi di preparazione di durata differente, in diversi periodi dell’anno; le lezioni prevedono lo studio e il ripasso mirato di tutte le conoscenza richieste, continue esercitazioni, simulazioni d’esame e le strategie più efficaci per risolvere le domande a risposta multipla. Alpha Test pubblica anche libri specifici per la preparazione ai test di ogni facoltà. Sul sito alphatest.it puoi anche provare gratuitamente le simulazioni dei test di tuo interesse e scaricare le prove ufficiali degli ultimi anni risolte e commentate. Nel tuo ExtraKit RCS Education e sul sito alphatest.it è inoltre disponibile la demo gratuita di un innovativo strumento di preparazione: Alphatest Academy, la nuova piattaforma on line di assistenza personalizzata allo studio per la preparazione ai test. Per essere aggiornato sui test di ammissione all’università e su eventuali novità stabilite dal Ministero e dalle singole università puoi registrarti su alphatest.it. Per prepararti visita il sito www.rcseducation.it o il sito alphatest.it e scopri il catalogo Alpha Test per la scuola e tutte le altre opportunità Alpha Test.
ESEMPI DI TEST LOGICO-ATTITUDINALI Anche se si tratta solo di qualche esempio, le domande illustrate di seguito consentono di avere un’indicazione generale della natura e della difficoltà dei test di natura logico-attitudinale. Si tratta di quesiti che valutano le capacità di ragionamento logico e il possesso di determinate attitudini come, per esempio, la capacità analitica, la conoscenza e la comprensione della lingua italiana, l’attitudine numerica o quella logico-spaziale. Considera che, per i test di ammissione all’università, vengono abitualmente utilizzati anche quesiti su specifiche discipline attinenti al corso di studi prescelto; per esempio nell’area medico-sanitaria sono solitamente presenti quesiti di biologia, chimica, matematica e fisica. I 10 esercizi sotto riportati sono da risolvere nel tempo massimo di 15 minuti. 1
Indicare quale numero prosegue la sequenza: 7, 20, 46, 98, 202, 410, ...? A 826 B 820 C 612 D 814 E 556
2
Leggere il brano seguente e rispondere alla successiva domanda Come i fanciulli stanno e si impauriscono di tutto nelle tenebre cieche, così noi alla luce temiamo eventi che non sono più temibili delle larve temute dai bambini nell’oscurità. E questo terrore dell’anima nostra non dissiperanno né i raggi del sole, né i dardi del giorno, ma la conoscenza della natura e la luce dell’intelletto.
3
Qual è la probabilità che lanciando due dadi la somma delle facce sia uguale a 3? A 3/12 B 1/18 C 1/36 D 1/12 E 1/6
4
Quale delle seguenti proposizioni equivale a dire che ? A Se Q è vera, allora P è vera B Se P è falsa, allora Q è falsa C Se P è vera, allora Q è vera D P è falsa se e solo se Q è falsa E P è vera se e solo se Q è vera
5
Individuare la coppia di termini che completa la seguente proporzione: Primo : x = y : due A x = uno, y = secondo B x = secondo, y = due C x = numero, y = cardinale D x = due, y = uno E x = prima, y = durante
Lucrezio, De rerum natura, libro secondo, versi 55-61.
Indicare quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal testo. A L’intelletto libera l’uomo da molti timori B Le paure degli uomini sono spesso infon-
date C I raggi del sole e la luce del giorno non
mettono fine a tutte le nostre paure D La ragione non è sempre in grado di farci conoscere la natura
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6
Tutti gli aviatori sono audaci. Carlo è audace. Chi è audace osa. Se le precedenti affermazioni sono vere allora quale delle seguenti è certamente vera?
8
D Chi osa è un aviatore
Nel tentativo di guadagnare qualcosa in più per andare in vacanza, Marco, Rita, Irene e Sara hanno svolto vari lavoretti per i loro vicini. Prima di iniziare hanno pattuito che tutti i soldi guadagnati sarebbero stati condivisi equamente tra di loro. • Marco ha guadagnato € 10. • Rita ha guadagnato € 15. • Irene ha guadagnato € 12. Sara ha sorpreso tutti gli altri guadagnando € 35 e quindi deve dei soldi agli altri amici. Quanto deve ricevere Rita da Sara?
E Carlo osa
A € 10
A È possibile che qualche aviatore non osi B Carlo è un aviatore C È impossibile che Carlo sia un aviatore
7
Completare correttamente la frase seguente scegliendo le forme verbali adeguate.
9
Il capitano ... al posto di guardia e vide i soldati dormire. A va B si recò C andato D fosse E dice
10
B €6
C €3
D €9
E €8
Quale delle seguenti affermazioni equivale a dire: “Non tutti i laureati in Architettura fanno l’architetto”? A Nessun laureato in Architettura fa l’architetto B Tutti i laureati in Architettura fanno l’architetto C Non esiste un laureato in Architettura che non faccia l’architetto D Vi è almeno un laureato in Architettura che non fa l’architetto E Tutti i laureati in Architettura fanno un lavoro diverso dall’architetto
Indicare la rappresentazione che soddisfa la relazione insiemistica esistente tra i 3 termini seguenti: Milanesi, Giornalisti, Amanti della buona cucina.
Diagramma 1
Diagramma 2
Diagramma 3
Diagramma 4
Diagramma 5
A Diagramma 1 B Diagramma 2 C Diagramma 3 D Diagramma 4 E Diagramma 5
Soluzioni Prova: 1-A
2-D
3-B
4-C
5-A
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6-E
7-B
8-C
9-D
10-A
Percorsi brevi ad alta accessibilità
L'imprenditore Caratteristiche dell’imprenditore È un imprenditore, per il diritto, colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al ¿ne della produzione e/o dello scambio di beni o servizi. L’attività dell’imprenditore deve essere: • professionale, cioè abituale o non occasionale (ma non necessariamente esclusiva o prevalente); • economica, nel senso che deve essere idonea almeno a coprire i costi di produzione con i ricavi della vendita dei beni o dei servizi oppure a ottenere un pro¿tto; • organizzata, in quanto di regola deve dare luogo all’organizzazione di fattori reali e personali; • destinata al mercato, perché deve essere diretta allo scambio di beni o di servizi. Nel caso in cui un’attività venga esercitata da una persona attraverso un prestanome, secondo la giurisprudenza sono responsabili in solido: • l’imprenditore apparente, cioè colui che risulta titolare dell’impresa nei confronti dei terzi e a nome del quale vengono compiuti gli atti relativi all’impresa; • l’imprenditore occulto o nascosto, cioè colui che dirige l’impresa e che si appropria degli eventuali pro¿tti. Dalla ¿gura degli imprenditori è necessario distinguere quella dei liberi professionisti (come un medico o un avvocato), che svolgono un’attività di natura intellettuale.
Piccolo imprenditore È un piccolo imprenditore colui che esercita un’attività d’impresa in prevalenza con il lavoro proprio ed eventualmente dei propri familiari. Le caratteristiche del piccolo imprenditore
Il lavoro del titolare deve essere prevalente sia sul lavoro di eventuali dipendenti sia sul capitale investito nell’impresa. Il piccolo imprenditore non è mai soggetto, anche se esercita un’attività commerciale, alla disciplina dell’imprenditore commerciale. Una ¿gura di piccolo imprenditore, abbastanza diffusa in Italia, è l’artigiano. Un’impresa è considerata artigiana quando ricorrono i seguenti requisiti: • l’impresa viene esercitata personalmente dall’artigiano, che deve svolgere il proprio lavoro «anche manuale»; • i dipendenti dell’impresa sono diretti personalmente dal titolare e non superano, compresi i familiari, determinati limiti massimi, variabili in relazione al settore produttivo e alle caratteristiche dell’attività; • l’impresa ha come scopo prevalente l’esercizio di un’attività di produzione di beni oppure di prestazione di servizi.
Imprenditore agricolo È un imprenditore agricolo colui che svolge un’attività di coltivazione di un fondo o di un bosco, di allevamento di animali o un’altra attività connessa. Le attività agricole
Le attività agricole principali sono la coltivazione di un fondo o di un bosco e l’allevamento di animali, quando riguardano un ciclo o una fase di un ciclo biologico. Le attività agricole connesse comprendono la manipolazione, conservazione, trasformazione e alienazione di prodotti agricoli, quando si tratta di prodotti ottenuti in prevalenza da un’attività agricola principale, e la fornitura di beni o servizi, quando viene effettuata con l’impiego in prevalenza di risorse utilizzate normalmente nell’attività agricola. Un imprenditore è agricolo quando esercita almeno un’attività agricola principale ed eventualmente anche una o più attività agricole connesse.
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Impresa familiare L’impresa familiare è un’impresa nella quale collaborano con il titolare il coniuge e/o i familiari più stretti (parenti entro il terzo grado e af¿ni entro il secondo grado). Natura dell’impresa familiare
L’impresa familiare è un’impresa individuale (in quanto imprenditore e responsabile per i debiti dell’impresa è solo il titolare) e ricorre soltanto quando non vi è un rapporto giuridico diverso tra il titolare dell’impresa e i familiari che lavorano nell’impresa. Diritti dei familiari
I diritti dei familiari che collaborano nell’impresa familiare sono: • il diritto al mantenimento, in base alle condizioni patrimoniali della famiglia; • il diritto di partecipazione agli utili (nonché ai beni acquistati con gli utili non distribuiti, agli incrementi di valore dell’azienda e all’avviamento) in proporzione alla quantità e qualità del loro lavoro; • il diritto di partecipare alle decisioni più importanti, che devono essere approvate a maggioranza numerica da tutti coloro che partecipano all’impresa; • il diritto di liquidazione della quota nel caso di cessazione della partecipazione all’impresa familiare per qualsiasi causa; • il diritto di prelazione sull’azienda, nel caso di divisione ereditaria o di cessione.
L'imprenditore commerciale Nozione e disciplina È un imprenditore commerciale colui che esercita un’attività considerata commerciale dalla legge. Attività commerciali
Le attività commerciali comprendono: • qualsiasi attività di produzione di beni o servizi non rientrante nell’agricoltura; • l’intermediazione nella circolazione dei beni o dei servizi, cioè lo scambio di beni o servizi; • le attività ausiliarie, cioè le imprese che producono beni o servizi per altre imprese. Lo statuto dell’imprenditore commerciale
L’imprenditore commerciale è soggetto a un particolare statuto, cioè a un insieme di diritti e di obblighi particolari che comprendono la pubblicità legale, la contabilità, la soggezione al fallimento e alle altre procedure concorsuali in caso di insolvenza.
Pubblicità legale La pubblicità legale delle imprese commerciali consiste nell’iscrizione nel registro generale delle imprese (tenuto da un uf¿cio presso la Camera di commercio), che è pubblico. Soggetti
Sono obbligati a iscriversi nel registro generale delle imprese: • gli imprenditori commerciali individuali e non piccoli; • le società commerciali e le società mutualistiche; • gli enti pubblici economici; • i consorzi con attività esterna. Modalità e termini
L’iscrizione deve essere richiesta entro trenta giorni, decorrenti dall’inizio dell’impresa, dalla modi¿cazione degli elementi dell’impresa o dalla cessazione dell’attività; in mancanza di richiesta l’iscrizione può essere disposta anche d’uf¿cio, su iniziativa dell’uf¿cio del registro delle imprese, salvo l’applicazione delle sanzioni amministrative a carico dell’imprenditore. Effetti
L’iscrizione o la mancata iscrizione nel registro delle imprese producono una presunzione assoluta di conoscenza dei fatti iscritti o una presunzione relativa di ignoranza dei fatti non iscritti.
Contabilità Scritture contabili
La contabilità delle imprese commerciali consiste nell’obbligo di tenere determinate scritture contabili. Le scritture contabili obbligatorie per gli imprenditori commerciali non piccoli sono: • il libro giornale, con le annotazioni giorno per giorno delle operazioni riguardanti l’impresa; • il libro degli inventari, contenente l’indicazione delle attività e delle passività dell’impresa. Gli imprenditori commerciali non piccoli devono tenere anche le altre scritture contabili obbligatorie eventualmente richieste dalla legge e il fascicolo della corrispondenza; inoltre possono tenere le scritture contabili facoltative. Formalità, modalità ed ef¿cacia
Le scritture contabili devono essere tenute secondo le norme di un’ordinata contabilità, eventualmente anche con sistemi meccanogra¿ci.
CLICCA SUL TESTO per accedere alla lettura facilitata Le scritture contabili devono essere conservate, anche su supporti magnetici, per dieci anni. Le scritture contabili possono costituire mezzi di prova contro l’imprenditore, in ogni caso, o a favore dell’imprenditore, ma soltanto se sono regolarmente tenute e riguardano rapporti con altri imprenditori.
Collaboratori dell’imprenditore Nell’esercizio della sua attività un imprenditore commerciale si avvale solitamente di collaboratori, che si possono classi¿care in collaboratori subordinati o lavoratori dipendenti e collaboratori autonomi o ausiliari. Collaboratori subordinati
I collaboratori subordinati con potere di rappresentanza dell’imprenditore sono l’institore, il procuratore e il commesso. L’institore è la persona preposta dall’imprenditore all’esercizio dell’impresa oppure di una sua sede secondaria o di un ramo particolare. Ha un potere di rappresentanza generale, anche in materia processuale. Il procuratore è un rappresentante dell’imprenditore che può compiere tutti gli atti relativi all’esercizio dell’impresa oppure di una sede o di un ramo particolare. Il procuratore ha un potere di rappresentanza generale ma, di regola, non in materia processuale. Il commesso è un dipendente dell’imprenditore a contatto diretto con la clientela e con un potere di rappresentanza limitato, nel senso che può compiere soltanto gli atti collegati normalmente all’attività che è incaricato di svolgere. Collaboratori autonomi
I principali collaboratori autonomi sono il commissionario, lo spedizioniere e l’agente di commercio. Il commissionario si impegna a vendere o acquistare beni per conto di un imprenditore ma a proprio nome, in cambio di una somma di denaro o provvigione. Il commissionario può acquistare o vendere per sé o per altre persone i beni che è stato incaricato di vendere o di acquistare soltanto se si tratta di beni con un prezzo corrente o predeterminato dal committente. Lo spedizioniere si obbliga, in cambio di un corrispettivo, a concludere un contratto di trasporto di merci in nome proprio ma per conto di un imprenditore e a compiere le operazioni accessorie. Lo spedizioniere può anche eseguire personalmente il trasporto (cosiddetto spedizioniere-vettore). L’agente di commercio si impegna, in cambio di una provvigione sugli affari conclusi e di solito con un’esclusiva, a promuovere la conclusione degli affari di un imprenditore in una zona determinata. L’agente di commercio può essere senza rappresentanza o con rappresentanza (cosiddetto rappresentante di commercio). Il mediatore si distingue dai collaboratori autonomi; egli mette in relazione due o più persone per la conclusione di un affare, senza vincoli di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza. Se l’affare viene concluso per effetto del suo intervento, il mediatore ha diritto a una provvigione; se l’affare non viene concluso, ha diritto al rimborso delle spese solo nel caso in cui abbia ricevuto l’incarico da una delle parti.
L’azienda Azienda e suo trasferimento L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa. L’imprenditore può avere un diritto di proprietà o un diritto di godimento, reale o personale, sui beni aziendali. Avviamento dell’azienda
L’avviamento consiste nella capacità di un’azienda di produrre pro¿tti; può essere prevalentemente soggettivo o oggettivo oppure misto. L’avviamento è un elemento immateriale dell’azienda, tutelato dalla legge, e non può essere trasferito separatamente dall’azienda. Trasferimento dell’azienda
Un’azienda può essere trasferita per atto tra vivi o a causa di morte. Di regola l’atto di trasferimento di un’azienda è a forma libera o non vincolata; tuttavia è necessaria la stessa forma essenziale eventualmente richiesta dalla legge per il trasferimento di singoli beni aziendali o per la particolare natura del trasferimento e, in ogni caso, la forma scritta per il trasferimento di un’azienda soggetta all’iscrizione nel registro generale delle imprese. Il trasferimento dell’azienda produce: • il divieto legale di concorrenza; • la successione nei contratti; • la cessione dei crediti; • l’accollo dei debiti.
Segni distintivi dell’impresa I segni distintivi di un’impresa comprendono la ditta, l’insegna e il marchio. Essi sono tutelati dalla legge quando sono nuovi, poiché sono diversi dai segni distintivi utilizzati legittimamente da altri imprenditori per lo stesso genere di attività o di prodotti, originali, in quanto non consistono nella descrizione generica di un’attività o dei prodotti, veritieri, nel senso che non contengono elementi che possono ingannare il pubblico, e leciti, cioè non contrari a norme imperative, all’ordine pubblico o al buon costume. Tutela dei segni distintivi
La legge riconosce al titolare di un segno distintivo un diritto di esclusiva. In caso di violazione di tale diritto, il legittimo titolare può ottenere la cessazione dell’uso illegittimo e l’eventuale risarcimento dei danni subiti.
Ditta e insegna Ditta
La ditta è il nome commerciale di un imprenditore. Una ditta può essere denominativa o di fantasia, ma per essere tutelata dalla legge, deve contenere almeno il cognome o la sigla dell’imprenditore. La ditta può essere originaria, quando viene utilizzata dallo stesso imprenditore che l’ha creata, o derivata, quando viene utilizzata da un altro imprenditore che ha acquistato l’azienda. La ditta non può essere trasferita separatamente dall’azienda, mentre l’azienda può essere trasferita anche senza la ditta. Il diritto di uso esclusivo della ditta si acquista con l’iscrizione nel registro delle imprese o, per le imprese che non sono soggette alla registrazione, con l’uso di fatto da parte di un imprenditore che la utilizza per primo. Insegna
L’insegna è il segno distintivo che individua i locali dell’impresa, cioè il luogo dove l’imprenditore svolge la sua attività.
CLICCA SUL TESTO per accedere alla lettura facilitata L’insegna può essere anche diversa dalla ditta o dal marchio. L’insegna può essere denominativa, ¿gurativa o mista. Il diritto di uso esclusivo sull’insegna si acquista solamente con la sua utilizzazione di fatto da parte di un imprenditore in quanto, a differenza della ditta, non è prevista la sua iscrizione nel registro delle imprese. L’emblema è il contrassegno applicato sui beni e sugli strumenti dell’impresa.
Marchio Tipi di marchi
Il marchio è il segno distintivo che contraddistingue i prodotti (cioè i beni o i servizi) di un’impresa. Può essere: • di fabbrica, se indica l’impresa che produce i beni o i servizi, o di commercio, se indica l’impresa che commercializza o distribuisce i beni o i servizi; • denominativo, quando è costituito da un nome, da una parola o da un numero, ¿gurativo, quando è rappresentato da un’immagine, da un disegno o da un simbolo, misto, quando è formato insieme da elementi linguistici e ¿gurativi, e tridimensionale, o di forma, quando consiste nella forma caratteristica del prodotto o del suo involucro; • forte, se non contiene alcun riferimento alla natura o alla funzione dei prodotti, o debole, se contiene un riferimento anche indiretto alla natura o alla funzione dei prodotti. Registrazione, utilizzazione e trasferimento di un marchio
Il diritto di esclusiva su un marchio si può ottenere con la registrazione (marchio registrato) o con la sua utilizzazione (marchio di fatto o non registrato). Il marchio registrato è tutelato a livello nazionale, comunitario o internazionale. Il diritto di esclusiva su un marchio registrato dura dieci anni dalla registrazione, ma è rinnovabile. Il marchio di fatto, invece, è tutelato solo nei limiti del preuso, nel senso che il titolare del marchio non registrato non può impedire che venga registrato da un altro imprenditore, ma può continuare a usarlo nei limiti in cui lo utilizzava in precedenza. Il marchio può essere trasferito anche separatamente dall’azienda; inoltre il titolare può concedere l’utilizzazione del marchio ad altri imprenditori con una licenza. In ogni caso, il trasferimento o la concessione del marchio non devono ingannare il pubblico dei consumatori o degli utenti.
Le imprese e la concorrenza Concorrenza La libertà della concorrenza tra le imprese è tutelata indirettamente, come espressione della libertà dell’iniziativa economica privata riconosciuta espressamente dalla Costituzione. La concorrenza deve svolgersi nel rispetto di alcune regole e di alcuni limiti stabiliti dall’ordinamento. Concorrenza sleale
La legge vieta gli atti di concorrenza sleale, che comprende: • gli atti di confusione (mediante l’uso di nomi o segni distintivi confondibili, l’imitazione servile o la concorrenza parassitaria) con l’attività o i prodotti di un concorrente; • gli atti di denigrazione o di discredito; • gli atti di vanteria o di appropriazione delle caratteristiche dell’attività o dei prodotti di altre imprese; • gli atti contrari alla correttezza professionale (come lo storno di dipendenti, lo spionaggio e la sottrazione di segreti di fabbrica, il boicottaggio ecc.). Nel caso di atti di concorrenza sleale l’imprenditore può chiedere la cessazione degli atti lesivi e il risarcimento dei danni.
Limitazioni della concorrenza La libertà della concorrenza può subire in concreto alcune limitazioni, per effetto della volontà degli imprenditori interessati o della legge. Limitazioni convenzionali
Le limitazioni convenzionali della concorrenza derivano da un patto di non concorrenza, cioè da un accordo (intesa o cartello) tra due o più imprenditori diretto a limitare la concorrenza reciproca. Limitazioni legali
Le principali limitazioni legali della concorrenza sono: le nazionalizzazioni; i monopoli legali; le autorizzazioni amministrative; i divieti legali di concorrenza a carico di alcuni soggetti.
Legislazione antimonopolistica La concorrenza tra gli imprenditori viene tutelata, a livello comunitario (Commissione europea) e a livello nazionale (Autorità garante della concorrenza e del mercato), dalla legislazione antimonopolistica o antitrust con atti che impongono il divieto o la cessazione dei comportamenti contrari alla libertà della concorrenza e l’applicazione delle sanzioni pecuniarie alle imprese o agli enti coinvolti. Sono vietati: le intese e le pratiche dirette a eliminare, restringere o falsare la concorrenza; l’abuso di una posizione dominante; le concentrazioni tra imprese dirette a creare o rafforzare una posizione dominante.
Consorzio e Geie Gli imprenditori che svolgono un’attività economica possono realizzare una cooperazione tra loro costituendo un consorzio o un Geie. Consorzio
Il consorzio è il contratto con il quale due o più imprenditori creano un’organizzazione comune allo scopo di disciplinare la loro attività o di svolgere insieme alcune attività. Il contratto di un consorzio richiede la forma scritta essenziale e ha una durata di dieci anni.
CLICCA SUL TESTO per accedere alla lettura facilitata Le deliberazioni del consorzio, formato dall’assemblea dei membri e da altri organi esecutivi, devono essere adottate a maggioranza; le modi¿cazioni del contratto però, devono essere deliberate all’unanimità. Per le obbligazioni di un consorzio, che può essere con attività interna o con attività esterna, sono responsabili soltanto il consorzio, con il fondo consortile, se si tratta di obbligazioni assunte dai rappresentanti in nome del consorzio; le singole imprese consorziate e il consorzio, se si tratta di obbligazioni assunte dai rappresentanti del consorzio in nome delle imprese consorziate. Geie
Il Gruppo europeo di interesse economico (Geie) è un’associazione transnazionale tra più imprenditori o professionisti; può essere costituito da due o più società o enti con la sede amministrativa in Stati comunitari diversi oppure da due o più persone ¿siche che svolgono la loro attività lavorativa in Stati comunitari diversi. Il contratto con il quale si costituisce il Geie richiede la forma scritta essenziale e può essere stabilito a tempo determinato o indeterminato. Le deliberazioni del Geie e il trasferimento della quota di partecipazione richiedono l’unanimità. Per le obbligazioni del gruppo sono responsabili il Geie con il suo patrimonio e, in via sussidiaria, anche i singoli componenti del gruppo. L’amministrazione del Geie può essere af¿data a una persona ¿sica o a una persona giuridica, mentre la rappresentanza del gruppo di solito è attribuita all’amministratore unico o, separatamente, a ciascun amministratore. In caso di insolvenza il Geie è soggetto al fallimento, se svolge un’attività commerciale, e i suoi membri sono obbligati a coprire le eventuali perdite del gruppo nella misura stabilita nel contratto o, in mancanza, in parti uguali.
Imprese pubbliche e privatizzazioni Caratteri dell’impresa pubblica
Un’impresa pubblica è un’impresa gestita dallo Stato o da un altro ente pubblico. In relazione all’attività esercitata, gli enti pubblici si distinguono in: • enti pubblici economici, quando hanno come oggetto esclusivo o principale lo svolgimento di un’attività economica; • enti politici, quando non hanno come oggetto esclusivo o principale lo svolgimento di un’attività economica. Privatizzazione di un’impresa pubblica
La privatizzazione consiste nella cessione ai privati, in tutto o in parte, di imprese pubbliche. Può essere soltanto formale, quando un ente pubblico economico viene trasformato in una società per azioni (ma con capitale sociale appartenente integralmente allo Stato o a un altro ente pubblico), oppure sostanziale, quando la totalità o la maggioranza del capitale sociale della società derivante dalla trasformazione di un ente pubblico viene ceduta ai privati.
La società e la società di persone La società in generale Una società è una forma di esercizio collettivo di un’impresa e si costituisce mediante un contratto. Classi¿cazioni delle società
Le società si distinguono in società lucrative (dirette a dividere gli utili tra i soci) e società mutualistiche o non lucrative (dirette a fare ottenere ai soci un vantaggio, consistente in un risparmio di spesa o in occasioni di lavoro). Le società lucrative si distinguono in società non commerciali (costituite solo per svolgere un’attività agricola o non commerciale) e società commerciali (costituite per svolgere un’attività agricola o un’attività commerciale). Le società lucrative si distinguono in società di capitali (persone giuridiche distinte dalle persone dei soci e con autonomia patrimoniale perfetta,in quanto il patrimonio della società è del tutto separato dal patrimonio personale dei soci; sono s.p.a., s.a.p.a. e s.r.l.) e società di persone (soggetti di diritto privi di personalità giuridica e con autonomia patrimoniale soltanto imperfetta, nel senso che il patrimonio della società non è del tutto separato dal patrimonio personale dei soci; sono s.s., s.n.c. e s.a.s.).
La società semplice De¿nizione e atto costitutivo
La società semplice (s.s.) è l’unico tipo di società non commerciale, che può essere costituita solo per l’esercizio di un’attività agricola o non commerciale. Si costituisce mediante un atto costitutivo o contratto sociale, che in genere non richiede una forma determinata, e può essere costituita anche verbalmente o tacitamente. Le modi¿cazioni dell’atto costitutivo richiedono il consenso all’unanimità dei soci, a meno che nell’atto non sia prevista la sua modi¿cabilità a maggioranza. Rapporti tra i soci e con i terzi
Dal contratto di società derivano particolari diritti e obblighi dei soci nei rapporti reciproci (obbligo di conferimento, diritto agli utili e partecipazione ai guadagni e alle perdite, divieto di utilizzazione dei beni sociali). Per le obbligazioni di una società semplice è responsabile la società con il suo patrimonio e di regola sono responsabili anche tutti i soci illimitatamente e solidalmente. La responsabilità dei soci per i debiti sociali è una responsabilità concorrente con quella della società. Per le obbligazioni dei soci sono responsabili soltanto i singoli soci con il loro patrimonio personale. Amministrazione e gestione
L’amministrazione di una società consiste nella gestione interna dell’impresa sociale. Può essere disgiuntiva, congiuntiva o mista. La rappresentanza di una società semplice consiste nel potere di compiere atti giuridici con i terzi in nome e per conto della società. Lo scioglimento di una società semplice si può produrre per una delle cause indicate dalla legge. In seguito al veri¿carsi di una causa di scioglimento scatta il divieto di compiere nuove operazioni per gli amministratori della società (o, in mancanza, sono responsabili personalmente per le relative obbligazioni) e la società entra in liquidazione. Terminata la liquidazione si veri¿ca automaticamente l’estinzione della società. Lo scioglimento del rapporto sociale di un singolo socio, con la continuazione della società tra gli altri soci, si può veri¿care per morte, recesso o esclusione del socio.
La società in nome collettivo La società in nome collettivo (s.n.c.) è una società commerciale e può essere costituita per
CLICCA SUL TESTO per accedere alla lettura facilitata l’esercizio di un’attività agricola o commerciale. La disciplina della s.n.c. è costituita da alcune norme speci¿che e dal rinvio alle norme sulla società semplice. L’atto costitutivo richiede la forma di un atto pubblico o di una scrittura privata autenticata e deve contenere: le generalità dei soci, la ragione sociale, l’oggetto sociale, la sede sociale e le eventuali sedi secondarie, il valore dei conferimenti dei singoli soci e la durata della società. Amministrazione e gestione
Gli amministratori devono provvedere, entro trenta giorni dalla costituzione, al deposito dell’atto costitutivo presso l’uf¿cio del registro delle imprese e alla richiesta di iscrizione della società. Con l’iscrizione la società in nome collettivo diviene una società regolare. Essi hanno l’obbligo di provvedere agli adempimenti pubblicitari previsti dalla legge e alla tenuta della contabilità e le eventuali modi¿cazioni o limitazioni dei poteri dei rappresentanti devono essere iscritte nel registro generale delle imprese. I soci di una società in nome collettivo non possono svolgere per conto proprio o di terzi un’attività concorrente con l’attività della società o assumere la qualità di socio illimitatamente responsabile in una società concorrente. Tutti i soci sono responsabili illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali e la loro responsabilità è sussidiaria; ¿no a quando dura la società il creditore particolare di un socio non può chiedere la liquidazione della quota del socio debitore, a meno che la società non venga prorogata dopo la scadenza del termine ¿nale. Il capitale sociale di una società in nome collettivo è costituito dal valore dei conferimenti promessi dai soci nell’atto costitutivo o già eseguiti dai soci. La legge stabilisce alcune norme, per garantire i creditori, a tutela del capitale sociale. Lo scioglimento di una s.n.c. e del rapporto di un socio sono disciplinati con il rinvio alle norme in materia di società semplice, salvo alcune disposizioni speci¿che.
La società in accomandita semplice La società in accomandita semplice (s.a.s.) è una società di persone caratterizzata dalla presenza di soci accomandatari, che hanno gli stessi diritti e obblighi dei soci di una società in nome collettivo (quindi sono responsabili illimitatamente e solidalmente per i debiti sociali), e soci accomandanti, che di regola sono responsabili per i debiti sociali soltanto nei limiti del loro conferimento. Nell’atto costitutivo di una società in accomandita semplice, che deve avere la stessa forma e lo stesso contenuto di quello di una s.n.c., devono essere indicati i nomi dei soci accomandatari e dei soci accomandanti e la ragione sociale deve essere formata dal nome di almeno uno dei soci accomandatari con l’indicazione del tipo di società. Amministrazione e gestione
L’amministrazione di una società in accomandita semplice (s.a.s.) può essere af¿data soltanto ai soci accomandatari. La nomina e la revoca degli amministratori devono essere approvate da tutti i soci accomandatari e dalla maggioranza economica dei soci accomandanti. In base alla legge i soci accomandanti non possono amministrare una s.a.s. e divengono illimitatamente e solidalmente responsabili per le obbligazioni sociali se compiono atti di amministrazione oppure trattano o concludono affari in nome e per conto della società. Ai soci accomandanti, che possono trattare o concludere singoli affari in base a una procura speciale e dare pareri o autorizzazioni su singole operazioni, viene riconosciuto un limitato potere di informazione e controllo sull’attività degli amministratori, consistente nel diritto di ricevere il bilancio della società e consultare i libri e i documenti contabili per veri¿care i dati contenuti nel bilancio. Lo scioglimento di una società in accomandita semplice si veri¿ca, oltre che nei casi previsti per la s.n.c., anche nel caso di mancanza di tutti i soci accomandanti o di tutti i soci accomandatari, se entro sei mesi non viene ricostituita la presenza di due categorie di soci all’interno della società.
La società per azioni La società per azioni e il rapporto sociale La società per azioni (s.p.a.) è una società nella quale «per le obbligazioni sociali risponde soltanto la società con il suo patrimonio» e in cui «la partecipazione sociale è rappresentata da azioni». Per costituire la s.p.a. bisogna adempiere alcune formalità preliminari, stipulare l’atto costitutivo e depositarlo presso l’uf¿cio del registro delle imprese dove la stessa sarà iscritta. Può costituirsi in maniera simultanea o progressiva. L’atto costitutivo richiede a pena di nullità la forma di atto pubblico e deve contenere alcuni elementi indicati dalla legge. Statuto e recesso
Di solito l’atto costitutivo di una società per azioni è integrato da uno statuto, che contiene le regole sul funzionamento della società. Una modi¿ca dello statuto richiede una deliberazione dell’assemblea straordinaria approvata a maggioranza. Se i soci non sono d’accordo con la modi¿ca possono recedere dalla società. Altre cause di recesso dei soci possono essere di tipo legale o statutario. Per effetto del recesso il socio di una s.p.a. ha diritto di ottenere dalla società il rimborso delle azioni.
Gli organi della società per azioni La società per azioni è una persona giuridica e agisce nei rapporti giuridici con i terzi per mezzo di organi, formati da persone ¿siche, che sono: l’assemblea (organo deliberativo formato dai soci e dai loro rappresentanti), gli amministratori (organo esecutivo e direttivo, possono anche non essere soci), l’organo di controllo (incaricato di svolgere un’attività di vigilanza, a tutela dei soci e dei terzi, sugli altri organi sociali). Modello organizzativo
Il modello organizzativo di una s.p.a. o può essere: il sistema legale, composto dal consiglio di amministrazione o da un amministratore unico e dal collegio sindacale nominati dall’assemblea dei soci, che si applica automaticamente in mancanza di una diversa indicazione nello statuto della società; il sistema dualistico, costituito da un consiglio di sorveglianza nominato dall’assemblea dei soci che, a sua volta, nomina un consiglio di gestione; il sistema monistico, formato da un consiglio di amministrazione nominato dall’assemblea dei soci che nomina, al proprio interno, un comitato per il controllo della gestione.
Le azioni e le obbligazioni Azioni
Le azioni sono le quote del capitale sociale. Di regola vengono assegnate ai singoli soci in proporzione ai loro conferimenti, ma lo statuto di una società può prevedere un criterio diverso di assegnazione delle azioni. La legge prevede espressamente alcune categorie di azioni speciali: azioni di risparmio; azioni con prestazioni accessorie; azioni a favore dei dipendenti; azioni di godimento. Le azioni conferiscono ai soci una serie di diritti e obblighi. Obbligazioni
Le obbligazioni sono titoli di credito che contengono l’impegno della società di restituire una somma di denaro, che ha ricevuto in prestito, e di pagare gli interessi. A differenza delle azioni, rappresentano una quota o frazione di un debito e non del capitale sociale; sono titoli monetari, e non di partecipazione, in quanto attribuiscono la qualità di creditore della società e incorporano il diritto di riscuotere una somma di denaro, e a reddito ¿sso, costituito dagli interessi. Possono essere indicizzate o convertibili.
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Le variazioni del capitale sociale e la sua tutela Le variazioni, cioè l’aumento o la riduzione, del capitale sociale di una società per azioni costituiscono una modi¿cazione dell’atto costitutivo; di regola sono di competenza dell’assemblea straordinaria e sono sottoposte alla pubblicità legale, cioè all’iscrizione nel registro delle imprese. L’aumento del capitale di una società per azioni può essere gratuito o a pagamento. La riduzione del capitale di una società per azioni, che si può realizzare attraverso una riduzione proporzionale del valore delle azioni in circolazione o mediante il sorteggio delle azioni da annullare, può essere obbligatoria o volontaria. Una società per azioni può acquistare azioni proprie o di altre società e può sottoscrivere il capitale sociale o gli aumenti di capitale di un’altra società.
La contabilità e il bilancio Una s.p.a. è soggetta a una serie di obblighi contabili, previsti dalla legge a tutela dei creditori sociali e anche degli stessi soci. Tra questi rientra il bilancio d’esercizio o consuntivo di una società, documento che evidenzia gli elementi attivi e passivi del patrimonio della società alla chiusura di ogni esercizio e i ricavi e costi economici derivanti dalla gestione sociale. La legge disciplina in modo analitico Il procedimento di formazione, approvazione e pubblicazione del bilancio di una s.p.a. Le società che appartengono allo stesso gruppo devono redigere anche, oltre al bilancio di esercizio,un bilancio consolidato, che svolge soprattutto una funzione informativa più che giuridica in senso stretto. Uno strumento fondamentale di controllo e di comunicazione della responsabilità sociale di una impresa è costituito dal bilancio sociale, che si differenzia dal bilancio ambientale, che contiene una serie di dati e informazioni relativi all’impatto ambientale dell’attività produttiva dell’impresa.
Le altre società di capitali e le società mutualistiche Società in accomandita per azioni Caratteri e disciplina
La s.a.p.a. è una società a responsabilità mista, in cui i soci accomandatari sono responsabili illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali, mentre i soci accomandanti sono responsabili soltanto nei limiti della loro quota. La denominazione sociale deve essere formata dal nome di almeno uno dei soci accomandatari con l’indicazione di «società in accomandita per azioni». I soci accomandatari sono amministratori della società di diritto e senza possibilità di rinuncia. La società in accomandita per azioni si scioglie anche nel caso di cessazione dall’uf¿cio di tutti i soci accomandatariamministratori.
Società a responsabilità limitata Contenuto e costituzione
La s.r.l. è una società nella quale per le obbligazioni sociali è responsabile solo la società con il suo patrimonio. L’atto costitutivo e il procedimento di formazione sono disciplinati dal rinvio alle norme sulla s.p.a., con alcune particolarità (il capitale sociale minimo di regola è di 10mila euro; la denominazione sociale deve contenere l’indicazione di «società a responsabilità limitata»; il versamento del 25% dei conferimenti in denaro può essere sostituito da una polizza assicurativa o da una ¿deiussione bancaria). Conferimenti e partecipazione
I conferimenti dei soci possono avere come oggetto una somma di denaro o crediti, beni in natura, servizi, obbligazioni di non fare ecc. Il valore complessivo dei conferimenti non può essere inferiore al capitale sociale. La partecipazione di ogni socio è proporzionale ai conferimenti e i diritti sono proporzionali alla partecipazione nella società. La partecipazione in una s.r.l. è liberamente trasferibile. Scioglimento del rapporto
Lo scioglimento del rapporto di un socio si può veri¿care nel caso di recesso o di esclusione, con diritto per il socio al rimborso del valore della partecipazione sociale. Il recesso da una s.r.l. a tempo determinato può avvenire soltanto per le cause previste dalla legge o indicate nell’atto costitutivo; il recesso da una s.r.l. a tempo indeterminato può avvenire in qualsiasi momento, salvo preavviso. L’atto costitutivo può anche prevedere l’esclusione di un socio per giusta causa. Amministrazione e controlli
L’organo amministrativo di una s.r.l. deve essere formato da uno o più soci. Gli amministratori possono essere un amministratore unico, un consiglio di amministrazione oppure più amministratori. I soci non amministratori di una s.r.l. hanno un potere di controllo sull’amministrazione, in quanto possono chiedere informazioni agli amministratori e consultare i libri sociali e i documenti dell’amministrazione. La contabilità e il bilancio di una s.r.l. sono disciplinati dal rinvio alle norme sulla s.p.a. Decisioni dei soci
I soci sono competenti nelle materie indicate dalla legge e nelle materie riservate dall’atto costitutivo o sottoposte dagli amministratori o da un certo numero di soci. Le decisioni dei soci possono essere adottate mediante una consultazione scritta o attraverso il consenso scritto; per le decisioni più importanti è necessaria la convocazione dell’assemblea dei soci. La legge stabilisce i costitutivi e deliberativi dell’assemblea, senza distinguere tra assemblea ordinaria e straordinaria e tra prima e seconda convocazione.
CLICCA SUL TESTO per accedere alla lettura facilitata Modi¿cazioni dell’atto costitutivo
Le modi¿cazioni dell’atto costitutivo di una s.r.l. sono di competenza dell’assemblea dei soci a maggioranza quali¿cata.
Società mutualistiche Le società mutualistiche, che hanno lo scopo di fare ottenere ai soci un risparmio di spesa o una retribuzione più elevata, comprendono le società cooperative e le società di mutua assicurazione. Società cooperative
Le società cooperative sono società con scopo o ¿ne mutualistico dirette a fornire ai soci beni o servizi o occasioni di lavoro. Le società cooperative sono disciplinate dal rinvio alle disposizioni generali sulle s.p.a. (o alle disposizioni generali sulla s.r.l.). Le società cooperative possono essere a mutualità prevalente, quando svolgono in prevalenza la loro attività a favore dei soci o con l’impiego prevalente del lavoro dei soci o con l’utilizzo prevalente dei beni o dei servizi dei soci, oppure a mutualità non prevalente. I soci di una società cooperativa hanno diritto alla parità di trattamento rispetto agli altri soci, hanno una responsabilità limitata per le obbligazioni sociali e di regola devono essere almeno nove. Nell’atto costitutivo non deve essere indicato l’ammontare del capitale sociale, in quanto le cooperative sono società a capitale variabile, come conseguenza del principio della “porta aperta”. Le quote o azioni di una società cooperativa non possono avere un valore inferiore a 25 euro o superiore a 500 euro (di regola la partecipazione di un socio non può avere un valore superiore a 100 mila euro). Il trasferimento della quota o delle azioni è subordinato al possesso dei requisiti mutualistici indicati nell’atto costitutivo e all’autorizzazione degli amministratori. Lo scioglimento di una società cooperativa si produce anche, oltre che per le stesse cause previste per una s.p.a., in seguito alla mancanza del numero minimo dei soci o alla perdita integrale del capitale sociale. Lo scioglimento del rapporto di un socio di una cooperativa, con conseguente diritto al rimborso, si può veri¿care nel caso di recesso, di esclusione o di morte del socio. Gli organi di una società cooperativa sono l’assemblea, gli amministratori e l’organo di controllo (necessario solo nei casi previsti dalla legge). L’assemblea di una cooperativa è formata dai soci o dai loro rappresentanti e nell’assemblea di regola ogni socio ha diritto a un voto. Gli amministratori di una cooperativa devono essere in prevalenza soci cooperatori (e non soci ¿nanziatori) o rappresentanti dei soci persone giuridiche. Ai soci non amministratori viene riconosciuto un potere di controllo sull’amministrazione. Una società cooperativa può essere a mutualità pura, quando svolge la sua attività soltanto a favore dei soci, oppure a mutualità spuria, quando opera anche nei confronti dei terzi. Società di mutua assicurazione
Le società di mutua assicurazione sono società con scopo o ¿ne mutualistico dirette ad assicurare reciprocamente i soci contro i danni mediante la costituzione di un fondo comune. Caratteristica fondamentale di una società di mutua assicurazione è che gli assicurati devono essere necessariamente anche soci, in quanto la somma che versano alla società costituisce, al tempo stesso, un premio di assicurazione e un conferimento.
Le modi¿cazioni delle società di capitali Scioglimento della società Lo scioglimento della società si veri¿ca nel caso di cessazione dell’attività di una società per una delle cause indicate dalla legge (scadenza del termine, conseguimento dell’oggetto sociale, riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo legale, decisione dei soci ecc.) o per una delle cause stabilite dallo statuto o dall’atto costitutivo. Liquidazione della società
Lo scioglimento di una società è seguito dalla sua liquidazione, che è diretta al pagamento dei debiti sociali e alla distribuzione dell’attivo residuo tra i soci. La liquidazione di una società viene compiuta da uno o più liquidatori che possono compiere tutti gli atti necessari per la liquidazione della società. Terminata la liquidazione, i liquidatori devono redigere il bilancio ¿nale di liquidazione della società e, in seguito, chiedere la cancellazione della società dal registro delle imprese che produce, dal punto di vista giuridico, l’estinzione della società.
Trasformazione della società La trasformazione della società si veri¿ca nel caso di modi¿cazione di una società in un’altra società (trasformazione omogenea) o in un altro ente (trasformazione eterogenea). Effetti
La trasformazione di una società produce la conservazione dei diritti e degli obblighi della società e la continuazione dei rapporti giuridici che la riguardano. L’atto di trasformazione di una società è soggetto alle stesse formalità e agli stessi adempimenti pubblicitari previsti per il nuovo tipo di società scelta. Tipi di trasformazione della società
La legge disciplina diversi tipi di trasformazione. • Trasformazione di una società di persone in una società di capitali: deve essere approvata dalla maggioranza economica dei soci e i soci che non hanno partecipato alla deliberazione possono esercitare il diritto di recesso. I soci hanno diritto all’assegnazione di un numero di azioni o quote proporzionale alla loro partecipazione e conservano una responsabilità illimitata e solidale per le obbligazioni precedenti. • Trasformazione di una società di capitali in una società di persone: deve essere approvata dalla maggioranza richiesta per le modi¿cazioni dello statuto e da tutti i soci che assumono una responsabilità illimitata e solidale per le obbligazioni sociali. • Trasformazione di una società di capitali in un soggetto o ente diverso (consorzio o società consortile, società mutualistica, associazione o fondazione ecc.): è soggetta alle stesse disposizioni della trasformazione di una società di capitali in una società di persone, in quanto compatibili, ma richiede una maggioranza quali¿cata. • Trasformazione di un soggetto o ente diverso da una società in una società di capitali: deve essere approvata, a seconda dei casi, all’unanimità o a maggioranza. Fusione della società
La fusione della società si veri¿ca nel caso di formazione di un’unica società da parte di due o più società e può avvenire per unione o per incorporazione.
CLICCA SUL TESTO per accedere alla lettura facilitata Procedimento di fusione
Il procedimento di fusione si svolge nelle seguenti fasi: • gli adempimenti preliminari (progetto di fusione, situazione patrimoniale delle società, relazione illustrativa, relazione giurata di stima sul rapporto di cambio); • l’approvazione del progetto di fusione da parte dei soci, all’unanimità (nelle società di persone) o a maggioranza (nelle società di capitali); • il deposito presso l’uf¿cio del registro delle imprese della deliberazione di fusione; • l’esecuzione della fusione, salvo opposizione da parte dei creditori sociali. Effetti
La fusione produce l’assunzione degli obblighi e l’acquisto dei diritti delle società che si estinguono da parte della nuova società o della società incorporante e la successione nei rapporti giuridici che le riguardano; inoltre continua la responsabilità illimitata e solidale dei soci delle società di persone che sono state unite o incorporate in una società di capitali.
I contratti di fornitura di beni e servizi Somministrazione La somministrazione è un contratto con il quale una parte (somministrante) si impegna a effettuare prestazioni periodiche o continuative di cose a favore dell’altra parte (somministrato). Disciplina
L’entità della somministrazione è stabilita nel contratto o, in mancanza, corrisponde al fabbisogno normale del somministrato. Se non è stato stabilito diversamente, il prezzo o corrispettivo deve essere pagato al momento dell’esecuzione delle prestazioni o secondo gli usi. Appalto
L’appalto è un contratto con il quale una parte (appaltatore) si impegna a compiere un’opera o un servizio, con propria organizzazione e a proprio rischio, a favore dell’altra parte (committente). Diritti e obblighi
L’appaltatore non può cedere l’appalto a terzi, salvo autorizzazione del committente (divieto di subappalto), deve eseguire l’opera o il servizio a regola d’arte e in base alle indicazioni del contratto e può apportare variazioni al progetto soltanto con l’autorizzazione scritta del committente o per eseguire l’opera a regola d’arte. Il committente può apportare variazioni al progetto (a condizione che non superino un sesto del prezzo convenuto), ha un diritto di controllo o veri¿ca sul risultato dell’attività dell’imprenditore e deve pagare il corrispettivo o prezzo stabilito nel contratto o risultante dalle tariffe professionali o dagli usi, oppure determinato dal giudice. Garanzie
L’appaltatore deve fornire al committente la garanzia per difformità rispetto al progetto e la garanzia per vizi dell’opera; per effetto della garanzia il committente ha diritto, a sua scelta, all’eliminazione delle difformità o dei vizi oppure a una diminuzione del prezzo. La legge stabilisce la decadenza dalla garanzia, a carico del committente, nel caso di accettazione dell’opera o di mancata denuncia delle difformità o dei vizi all’appaltatore o, ancora, di mancato esercizio dell’azione di garanzia nei suoi confronti.
Trasporto Il trasporto è un contratto con il quale una parte (vettore) si obbliga a trasferire persone o cose da un luogo a un altro luogo a favore dell’altra parte (viaggiatore o mittente). Trasporto di persone
Il vettore è responsabile nei confronti del viaggiatore per i danni alla persona o per perdita o avaria delle cose del viaggiatore. Trasporto di cose
Il vettore è responsabile nei confronti del mittente o del destinatario, cioè della persona alla quale devono essere consegnate le cose, per la perdita o avaria delle cose trasportate. La disciplina del contratto si applica anche al trasporto gratuito, ma non al trasporto di cortesia.
Deposito Il deposito è un contratto con il quale una parte (depositario) riceve un bene mobile e si impegna a custodirlo e a restituirlo all’altra parte (depositante). La legge stabilisce una presunzione di gratuità del deposito, salvo una diversa volontà delle parti o la speci¿ca natura professionale del depositario. Obblighi e responsabilità
Il depositario ha l’obbligo di custodia, con la diligenza media o normale, e restituzione della
CLICCA SUL TESTO per accedere alla lettura facilitata cosa, alla scadenza del termine o a richiesta del depositante. Il depositario è responsabile nel caso di perdita della cosa. Deposito irregolare
Il deposito irregolare è un contratto che ha come oggetto beni fungibili, di cui il depositario acquista la proprietà impegnandosi a restituire al depositante altrettanti beni dello stesso genere e qualità. Deposito in albergo
L’albergatore è responsabile, anche senza colpa, nel caso di deterioramento, distruzione o sottrazione delle cose del cliente portate nell’albergo.
Altri contratti Due contratti disciplinati da leggi speciali sono il factoring e il franchising; gli imprenditori, inoltre, si avvalgono sempre più spesso di contratti atipici, tra i quali è molto diffuso il leasing. Factoring
Il factoring è un contratto con il quale un imprenditore (cedente) cede i crediti derivanti dall’esercizio della sua attività a un altro imprenditore (cessionario o factor), in cambio di una somma di denaro. L’attività di cessione dei crediti commerciali può essere esercitata soltanto da un’impresa di factoring (una banca o un altro intermediario ¿nanziario). La cessione del credito realizzata mediante un contratto di factoring si intende «salvo buon ¿ne» o pro solvendo. Il factoring non può avere una durata superiore a ventiquattro mesi, ma può esserci una clausola di rinnovazione tacita. Il contratto di factoring viene predisposto dal cessionario e prevede spesso una clausola di esclusiva a suo favore. Franchising
Il franchising è un contratto con il quale un imprenditore (af¿liante) inserisce un altro imprenditore (af¿liato) in un sistema di distribuzione, in cambio di un corrispettivo. Il contratto di franchising richiede la forma scritta a pena di nullità e può essere stabilito a tempo indeterminato o determinato. Obblighi giuridici: l’af¿liante deve consegnare all’af¿liato una copia del contratto. L’af¿liato non può deliberare il trasferimento della sede senza il consenso preventivo dell’af¿liante e deve osservare la massima riservatezza sul contenuto dell’attività. Il contratto di franchising può contenere anche una clausola di esclusiva, riferita a un determinato ambito territoriale. Leasing
Il leasing è un contratto con il quale una parte (concedente) concede all’altra (utilizzatore) il godimento di un bene, per un periodo di tempo e in cambio di un corrispettivo, con facoltà alla scadenza di acquistarne la proprietà pagando una somma determinata. Nel leasing operativo è lo stesso produttore o distributore di determinati beni a concederli in godimento ai propri clienti in cambio di un corrispettivo e di solito si impegna anche a fornire alcuni servizi accessori. Nel leasing ¿nanziario il concedente acquista un bene direttamente dal produttore o dal distributore e poi lo concede in godimento all’utilizzatore. Le clausole contrattuali riguardano il canone dovuto dall’utilizzatore del bene; i rischi di furto, deterioramento o distruzione del bene oggetto del contratto; la durata del contratto e la facoltà per l’utilizzatore, alla scadenza del contratto, di esercitare il diritto di proroga del contratto o il diritto di riscatto. Il sale and lease back è una ¿gura particolare di leasing ¿nanziario nel quale un’impresa vende alcuni beni strumentali a una società ¿nanziaria, ottenendo una determinata somma di denaro, e contestualmente la società ¿nanziaria le concede in leasing gli stessi beni, in cambio di un determinato canone.
I contratti bancari Banca e contratti bancari I contratti bancari sono contratti standard o uniformi conclusi da una banca con un cliente. La banca è una impresa commerciale che svolge un’attività di intermediazione del credito, consistente nella raccolta del risparmio e nell’esercizio del credito.
Deposito bancario Il deposito bancario è una forma di deposito irregolare, nel quale la banca acquista la disponibilità del denaro depositato dal cliente e si impegna a restituire una somma equivalente più gli eventuali interessi. Tipi di deposito bancario
Un deposito bancario può essere: libero (quando il depositante può ritirare in qualsiasi momento, in tutto o in parte, la somma depositata) o vincolato (quando il depositante può ritirare la somma depositata soltanto alla scadenza); semplice (quando il depositante può ritirare la somma depositata soltanto in un’unica soluzione) o a risparmio (quando il depositante può effettuare più versamenti e/o prelievi successivi). Nel deposito bancario a risparmio la banca deve rilasciare al cliente un libretto di risparmio, nominativo o al portatore. Se il deposito bancario è regolato in conto corrente, la banca può autorizzare il cliente a emettere assegni bancari.
Apertura di credito L’apertura di credito è un contratto con il quale una banca si impegna a tenere a disposizione del cliente una determinata somma di denaro. Tipi di apertura di credito
L’apertura di credito può essere: allo scoperto (quando viene concessa senza garanzie, in base alla ¿ducia nella persona del debitore) o garantita (quando viene concessa in base a una garanzia personale o reale, che si estingue soltanto con lo scioglimento del rapporto); a tempo determinato (quando è stabilito un termine ¿nale e il contratto si può estinguere anticipatamente soltanto per recesso per giusta causa) o a tempo indeterminato (quando non è previsto un termine ¿nale e il contratto si può sciogliere in qualsiasi momento per il recesso di una delle parti, salvo preavviso).
Anticipazione bancaria L’anticipazione bancaria è una ¿gura particolare di apertura di credito concessa da una banca su garanzia del pegno di titoli o di merci. Tipi di anticipazione bancaria
L’anticipazione può essere propria (quando si tratta di un pegno regolare e, nel caso di adempimento del debitore, la banca deve restituire gli stessi beni che ha ricevuto) o impropria (quando si tratta di un pegno irregolare e, nel caso di adempimento da parte del debitore, la banca deve restituire altrettanti beni dello stesso genere o pagare il loro valore in denaro).
Sconto Lo sconto è un contratto con il quale una banca anticipa a un cliente il valore attuale di un credito a scadenza futura, che può anche risultare da un titolo di credito, mediante la sua cessione pro solvendo o salvo buon ¿ne.
CLICCA SUL TESTO per accedere alla lettura facilitata Il valore attuale del credito viene determinato sottraendo all’importo del credito, in base al tasso di interesse concordato, una determinata somma di denaro o sconto. In caso di inadempimento da parte del debitore, la banca può pretendere dal cliente la restituzione della somma anticipata.
Conto corrente bancario Il conto corrente bancario è un contratto con il quale la banca e un cliente si impegnano a regolare in conto corrente un’operazione bancaria. Nel conto corrente bancario è riconosciuta in qualsiasi momento la facoltà di disposizione delle somme a credito del cliente. Disciplina
Se il conto corrente è intestato disgiuntamente a più persone, ogni intestatario può compiere da solo le operazioni attive (versamenti) e passive (prelievi) sul conto. Come nel conto corrente ordinario, anche nel conto corrente bancario sono inclusi i diritti di commissione e le spese, salvo patto contrario, e di regola i crediti verso terzi sono contabilizzati salvo incasso o buon ¿ne, con successiva eliminazione dal conto nel caso di mancato pagamento da parte del terzo. Se il contratto di conto corrente è a tempo indeterminato, ciascuna parte può esercitare il diritto di recesso dal contratto, salvo preavviso all’altra parte. L’estratto conto inviato dalla banca al cliente, almeno una volta all’anno, si intende approvato se non vi è una contestazione scritta da parte del cliente entro termini rigorosi (sessanta giorni dal ricevimento).
Operazioni accessorie Le operazioni accessorie consistono nel fornire servizi alla clientela. Le principali operazioni accessorie sono il deposito titoli e le cassette di sicurezza. Deposito titoli
Nel deposito titoli il cliente consegna dei titoli alla banca, che si impegna a custodirli e amministrarli o soltanto a custodirli. La banca ha diritto a un compenso per il servizio ed è responsabile nel caso di inosservanza della diligenza ordinaria nella custodia o nell’amministrazione dei titoli. Cassette di sicurezza
Nel servizio delle cassette di sicurezza la banca mette a disposizione del cliente delle cassette di sicurezza, garantendone la custodia e la segretezza del contenuto. La banca ha diritto a un compenso per il servizio ed è responsabile sia per l’idoneità e custodia dei locali sia per l’integrità delle cassette di sicurezza.
Il contratto di assicurazione Impresa di assicurazione L’attività di un’impresa di assicurazione, che è un’impresa commerciale, consiste nell’assunzione di un rischio in cambio di un corrispettivo (premio). Se si veri¿cherà l’evento sfavorevole che viene assicurato, l’assicuratore pagherà all’assicurato o a un’altra persona una somma di denaro (indennità), che ha la funzione di risarcirlo del danno subìto. Vincoli e controlli
L’esercizio dell’attività di assicurazione è riservato a imprese aventi la forma di una società per azioni, cooperativa o di mutua assicurazione oppure di una società europea e con l’autorizzazione dell’ISVAP. Le imprese di assicurazione, che devono avere un capitale sociale minimo compreso tra un milione e mezzo di euro e cinque milioni di euro, devono costituire una cauzione o riserva a garanzia dei loro assicurati. Le tariffe applicate dalle imprese di assicurazione sono soggette a vigilanza da parte degli organi pubblici, a cui devono essere comunicate. Inoltre le imprese di assicurazione non sono soggette al fallimento ma alla procedura concorsuale della liquidazione coatta amministrativa.
Contratto di assicurazione Il contratto di assicurazione è un contratto con il quale un’impresa di assicurazione si obbliga a pagare un’indennità a una persona, in cambio del pagamento di un premio, se si veri¿cherà un determinato evento relativo al patrimonio (assicurazione contro i danni) o alla vita (assicurazione sulla vita) della persona assicurata. I soggetti di un contratto di assicurazione
Nel contratto di assicurazione, che richiede la forma scritta, si distinguono: l’assicuratore (impresa commerciale sottoposta a particolari vincoli e controlli pubblici); il contraente (persona che stipula il contratto e deve pagare il premio o i premi); l’assicurato (persona esposta al rischio che viene assicurato) e il bene¿ciario (persona alla quale l’assicuratore deve pagare l’indennità). Disciplina
Nel contratto di assicurazione un elemento essenziale è il rischio che assume l’assicuratore e pertanto: • l’inesistenza originaria del rischio e la cessazione successiva del rischio producono, rispettivamente, la nullità del contratto e lo scioglimento del contratto; • la diminuzione del rischio e l’aggravamento del rischio producono, rispettivamente, il diritto del contraente di ottenere la riduzione del premio e il diritto dell’assicuratore di esercitare il recesso dal contratto. Nel caso di dichiarazioni inesatte o reticenti da parte dell’assicurato l’assicuratore può chiedere l’annullamento del contratto o può esercitare il diritto di recesso dal contratto.
Assicurazione contro i danni L’assicurazione contro i danni è un contratto con il quale l’assicuratore si obbliga a risarcire l’assicurato dei danni patrimoniali causati da un dato evento o sinistro. Una forma particolare è l’assicurazione della responsabilità civile. Princìpi
In base al principio dell’interesse il contraente deve avere un interesse a ottenere il risarcimento dei danni subiti dalla cosa assicurata o, in caso contrario, si veri¿ca la nullità del contratto. In base al principio indennitario il risarcimento dell’assicuratore non può essere superiore all’ammontare dei danni subiti dall’assicurato.
CLICCA SUL TESTO per accedere alla lettura facilitata Sottoassicurazione e sovrassicurazione
La sottoassicurazione ricorre quando, nel momento nel quale si veri¿ca un sinistro, la cosa assicurata ha un valore superiore a quello per il quale è stata assicurata. La sovrassicurazione ricorre quando, nel momento nel quale si veri¿ca un sinistro, la cosa assicurata ha un valore inferiore a quello per il quale è stata assicurata. Obblighi delle parti
Se si veri¿ca un sinistro l’assicurato ha l’obbligo di avvisare l’assicuratore tempestivamente e l’obbligo di salvataggio e l’assicuratore ha l’obbligo di risarcire il danno, a meno che il danno non sia stato causato da dolo o colpa grave dell’assicurato oppure da un vizio intrinseco della cosa non denunciato dal contraente o da calamità ed eventi pubblici.
Assicurazione sulla vita L’assicurazione sulla vita è un contratto con il quale l’assicuratore si obbliga a pagare un’indennità o una rendita al bene¿ciario se si veri¿ca un determinato evento relativo alla vita umana. Tipi
L’assicurazione sulla vita può essere un’assicurazione per il caso di morte, quando l’assicuratore si impegna a pagare una somma di denaro se l’assicurato muore prima della scadenza, per il caso di sopravvivenza, quando l’assicuratore si impegna a pagare una somma di denaro se l’assicurato è ancora in vita alla scadenza, e mista, quando l’assicuratore si impegna a pagare una somma di denaro se l’assicurato muore prima della scadenza oppure se è ancora in vita alla scadenza. L’assicurazione sulla vita può essere anche un’assicurazione sulla vita di un terzo o a favore di un terzo come bene¿ciario della prestazione assicurativa. Diritti del contraente
Il contraente può esercitare il diritto di recesso dall’assicurazione, entro trenta giorni dalla stipulazione del contratto, il diritto di riscatto dell’assicurazione, consistente nella restituzione parziale dei premi e nella risoluzione del contratto e il diritto di riduzione dell’assicurazione, consistente nella cessazione del pagamento dei premi e nella continuazione dell’assicurazione. Nel caso di cambiamenti di professione o di attività dell’assicurato, l’assicuratore può chiedere una riduzione della somma assicurata o un aumento del premio oppure la risoluzione del contratto. Salvo patto contrario, l’assicuratore non è obbligato a pagare la prestazione ai bene¿ciari dell’assicurazione nel caso di suicidio dell’assicurato, se si veri¿ca prima di due anni dalla conclusione del contratto.
I contratti di borsa La borsa La borsa è un mercato organizzato nel quale vengono scambiati beni (borsa merci) o strumenti ¿nanziari (borsa valori). Borsa valori
L’organizzazione e il funzionamento della borsa valori sono stati profondamente modi¿cati con l’af¿damento a una società di gestione privata delle attività di organizzazione e gestione del mercato e alla CONSOB delle attività di vigilanza sulla società di gestione, sul mercato e sugli intermediari ¿nanziari. La borsa valori è formata da più mercati regolamentati, in relazione alla diversa natura delle società quotate o degli strumenti ¿nanziari ammessi alle quotazioni ed è riservata a intermediari autorizzati (SIM o società di intermediazione mobiliare, imprese di investimento, banche o altri intermediari ¿nanziari).
Contratti di borsa I contratti di borsa sono relativi ad azioni o ad altri strumenti ¿nanziari conclusi in un mercato regolamentato e tra intermediari autorizzati. Tipologie
I contratti di borsa si distinguono in contratti a contante e contratti a termine. I contratti a contante sono normali compravendite, che devono essere liquidate materialmente (con la consegna dei titoli e il pagamento del prezzo) il terzo giorno di borsa successivo alla conclusione del contratto. I contratti a termine sono contratti nei quali la liquidazione materiale del contratto, cioè la consegna dei titoli e il pagamento del prezzo, avviene in un momento successivo alla conclusione dell’accordo. Contratti su prodotti derivati
I contratti su prodotti derivati comprendono i futures e le options. Nel contratto di future su titoli entrambe le parti si obbligano reciprocamente ad acquistare e vendere un determinato quantitativo di titoli; nel contratto di future su indici di borsa, invece, entrambe le parti si impegnano a liquidarsi una somma di denaro in base alla differenza del valore dell’indice il giorno della conclusione del contratto e il giorno della scadenza del contratto. Nel contratto di option su titoli una parte ottiene la facoltà di acquistare o vendere dei titoli, in cambio del pagamento di una somma di denaro o premio; nel contratto di option su indici di borsa, invece, una parte si riserva la facoltà di incassare una somma di denaro in base alla differenza del valore dell’indice il giorno della conclusione del contratto e il giorno della scadenza del contratto. L’opzione può essere un’opzione call, se l’acquirente-rialzista ha la facoltà di ritirare i titoli, o un’opzione put, se l’acquirente-ribassista ha la facoltà di consegnare i titoli.
Fondi comuni di investimento in valori mobiliari I fondi comuni di investimento mobiliare sono organismi costituiti da una società di gestione del risparmio che hanno come oggetto l’investimento del risparmio dei sottoscrittori in titoli o in altri strumenti ¿nanziari. Tipologie
I fondi mobiliari possono essere aperti (quando in ogni momento è possibile l’ingresso e/o l’uscita di nuovi sottoscrittori o dei sottoscrittori del fondo, con l’emissione di nuove quote o il rimborso delle quote) o chiusi (quando ¿no alla scadenza non è possibile l’ingresso e/o l’uscita dal fondo).
CLICCA SUL TESTO per accedere alla lettura facilitata Organizzazione e funzionamento
L’organizzazione di un fondo comune è costituita dai seguenti soggetti: • la società promotrice; • la società di gestione, che può essere la medesima società promotrice o un’altra società; • la banca depositaria, alla quale è af¿data la custodia dei valori mobiliari e della liquidità. Ogni fondo di investimento ha un proprio regolamento e un’autonomia patrimoniale perfetta rispetto al patrimonio della società di gestione e dei singoli partecipanti. La società promotrice e la società di gestione, che agisce a proprio nome ma per conto dei partecipanti al fondo e ha diritto a una provvigione per la sua attività, sono responsabili in solido verso i partecipanti. Quote e certi¿cati di partecipazione
Le quote di partecipazione al fondo, che devono avere uguale valore nominale e attribuire uguali diritti ai partecipanti, sono rappresentate da certi¿cati di partecipazione.
Il lavoro Mercato del lavoro Il mercato del lavoro è formato, in senso economico, dall’incontro tra la domanda di lavoro (datori di lavoro) e l’offerta di lavoro (lavoratori). Forma del mercato del lavoro
Il mercato del lavoro è un monopolio bilaterale, in quanto la domanda collettiva e l’offerta collettiva di lavoro sono “monopolizzate”, rispettivamente, dalle organizzazioni dei lavoratori (sindacati) e dalle organizzazioni dei datori di lavoro (associazioni degli imprenditori). Caratteri del mercato del lavoro
Nelle economie moderne il mercato del lavoro è caratterizzato dall’indeterminatezza del salario, che costituisce il prezzo del lavoro scambiato sul mercato e che dipende principalmente dalla forza contrattuale delle organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro e dall’intervento dello Stato, a sostegno dei lavoratori.
Lavoro subordinato e lavoro autonomo A seconda della relazione giuridica tra i soggetti interessati, lo svolgimento di un’attività lavorativa può dare luogo a un rapporto di lavoro subordinato oppure a un rapporto di lavoro autonomo. Lavoro subordinato
Nel rapporto di lavoro subordinato l’attività del lavoratore si svolge alle dipendenze e sotto la direzione del datore di lavoro. Nel contratto di lavoro subordinato il lavoratore dipendente assume una obbligazione di mezzi, e non di risultato, in quanto si impegna a svolgere una determinata attività manuale o intellettuale, nell’interesse o vantaggio del datore di lavoro, ma non assume la garanzia del risultato della sua attività, cioè il fatto che il datore di lavoro realizzi il suo interesse. Lavoro autonomo
Il rapporto di lavoro autonomo si costituisce con un contratto d’opera, con cui il lavoratore autonomo si obbliga nei confronti del committente a compiere un servizio o un’opera, in cambio di un corrispettivo, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione.
Diritto del lavoro Contenuto e partizioni
Il diritto del lavoro è costituito dall’insieme di norme che disciplinano la costituzione, lo svolgimento e l’estinzione del rapporto di lavoro. Nell’ambito del diritto del lavoro si distinguono il diritto del lavoro in senso stretto, che riguarda più propriamente i diritti e i doveri connessi al rapporto di lavoro, il diritto sindacale, che regola l’organizzazione e l’attività dei sindacati, e la legislazione sociale, che disciplina la previdenza e l’assistenza sociale. Fonti
Le principali fonti di produzione del diritto del lavoro, che creano, modi¿cano o estinguono le norme giuridiche che disciplinano il rapporto di lavoro, sono la Costituzione, nella quale sono riconosciuti i diritti fondamentali dei lavoratori, il codice civile e le cosiddette leggi speciali, le fonti comunitarie, cioè le direttive e i regolamenti emanati dall’Unione europea, e i contratti collettivi stipulati tra le organizzazioni dei datori di lavoro o i singoli datori di lavoro e i sindacati dei lavoratori, che disciplinano gli aspetti normativi ed economici del rapporto di lavoro.
CLICCA SUL TESTO per accedere alla lettura facilitata Ef¿cacia
In base alla Costituzione i contratti collettivi stipulati dai sindacati registrati sarebbero obbligatori o vincolanti verso tutti gli appartenenti a una determinata categoria, ma i sindacati operano come associazioni non registrate o riconosciute. Dal punto di vita giuridico i contratti conclusi dai sindacati non registrati sono obbligatori soltanto nei confronti dei soggetti iscritti alle organizzazioni sindacali che li hanno ¿rmati, ma la giurisprudenza li considera ef¿caci di fatto, per quanto riguarda i minimi retributivi, anche nei confronti dei soggetti non iscritti ai sindacati.
Sciopero Lo sciopero consiste nell’astensione collettiva dal lavoro da parte dei lavoratori o di alcuni di essi per ottenere un miglioramento delle condizioni contrattuali (sciopero economico) o, più in generale, per inÀuenzare le scelte e l’attività del Governo (sciopero politico). Caratteristiche
Lo sciopero costituisce un diritto dei lavoratori, riconosciuto e garantito dalla Costituzione come forma di autotutela o di garanzia dei loro diritti; in quanto tale lo sciopero ha come effetto a carico del lavoratore solo la perdita della retribuzione e non costituisce un inadempimento delle obbligazioni assunte con il contratto di lavoro. In base alla Costituzione il diritto di sciopero deve essere esercitato nell’ambito delle leggi che lo disciplinano ma, di fatto, non esiste una regolamentazione generale. Lo sciopero è disciplinato soltanto nell’ambito dei servizi pubblici essenziali individuati dalla legge (giustizia, sanità, scuola, trasporti ecc.), allo scopo di contemperare il diritto di sciopero dei lavoratori con la tutela dei diritti costituzionalmente garantiti delle altre persone. In caso di sciopero nei servizi pubblici essenziali devono essere garantiti i servizi minimi, è necessario dare un preavviso almeno dieci giorni prima, con l’indicazione delle modalità e della durata massima dello sciopero e la pubblica autorità può ordinare la precettazione dei lavoratori in sciopero. Per alcune categorie di lavoratori dipendenti (agenti di polizia o di custodia, vigili del fuoco ecc.) è previsto un divieto di sciopero.
Legislazione sociale La legislazione sociale è costituita dall’insieme di disposizioni dirette a tutelare i lavoratori. Settori
I settori principali nei quali si divide la legislazione sociale sono: • l’igiene e sicurezza del lavoro; • la previdenza sociale, che comprende le cosiddette assicurazioni sociali obbligatorie, dirette a garantire il lavoratore nel caso in cui si veri¿chino circostanze (malattie, infortuni, vecchiaia, disoccupazione ecc.) che diminuiscano la sua capacità di lavorare e basate sul versamento dei contributi previdenziali, la NASPI e le integrazioni salariali ordinaria e straordinaria; • l’assistenza sociale, che comprende le provvidenze e gli interventi a favore di coloro che si trovino in condizioni di bisogno o in situazioni socialmente sfavorevoli.
Il rapporto di lavoro Costituzione del rapporto di lavoro Assunzione
Il rapporto di lavoro subordinato si costituisce mediante l’assunzione del lavoratore ( stipulazione del contratto individuale di lavoro tra datore di lavoro e lavoratore che, salvo alcuni contratti o clausole particolari, è a forma libera). La legge riconosce al datore di lavoro la libertà di scelta del lavoratore, salvo alcune assunzioni obbligatorie a tutela di soggetti più deboli; è stabilito un divieto di discriminazioni basate sul sesso, sulla razza, sulla lingua, sulla religione ecc. Obblighi del datore di lavoro
Il datore di lavoro privato ha alcuni obblighi; salvo situazioni di urgenza o di forza maggiore, deve provvedere alla comunicazione preventiva dell’assunzione al Centro provinciale per l’impiego e alla consegna al lavoratore della copia delle registrazioni nel libro unico del lavoro e della comunicazione dell’assunzione. Egli ha anche l’obbligo di informazione del lavoratore, sul contenuto del rapporto di lavoro che è stato instaurato. Periodo di prova
Nel contratto individuale di lavoro può essere previsto per iscritto un periodo di prova e ¿no al termine dello stesso (che non può essere superiore a sei mesi) entrambe le parti possono esercitare il diritto di recesso liberamente. In mancanza della forma scritta o del recesso, il contratto dà luogo a un’assunzione de¿nitiva.
Svolgimento del rapporto di lavoro Inquadramento e mansioni
I lavoratori sono inquadrati in quattro categorie: dirigenti, quadri, impiegati e operai; all’interno di ogni categoria vi sono più quali¿che o pro¿li a cui corrispondono alcune mansioni. Il datore di lavoro può modi¿care le mansioni ma non può adibire il lavoratore a mansioni inferiori, salvo modi¿che di assetti aziendali o altre ipotesi previste dai contratti collettivi; se il lavoratore è incaricato di svolgere mansioni superiori, invece, ha diritto al trattamento economico corrispondente e anche di regola, se le esercita per almeno sei mesi, al riconoscimento della relativa quali¿ca. Orario di lavoro
L’orario di lavoro indica la durata della prestazione lavorativa. Se i contratti collettivi non prevedono una durata inferiore, la durata normale settimanale del lavoro è di quaranta ore, la durata massima settimanale è di quarantotto ore e quella giornaliera di tredici ore. Il lavoratore ha anche il diritto al riposo settimanale e il diritto alle ferie annuali; in entrambi i casi si tratta di diritti irrinunciabili da parte del lavoratore. Il lavoro straordinario (oltre il normale orario) è disciplinato dai contratti collettivi o, in mancanza, è ammesso soltanto se vi è un accordo tra il datore di lavoro e il lavoratore e, di regola, se ha una durata non superiore a 250 ore annuali.
Lavoro a termine Un contratto di lavoro a termine richiede la forma scritta come forma essenziale e prevede un termine ¿nale del rapporto di lavoro. In mancanza della forma essenziale il contratto si considera un contratto di lavoro a tempo indeterminato. In base alla legge un contratto di lavoro a termine non può avere complessivamente, anche se viene prorogato, una durata superiore a trentasei mesi o, in caso contrario, si trasforma automaticamente in un contratto a tempo indeterminato. I lavoratori assunti a termine hanno un diritto di precedenza se, nei dodici mesi successivi alla cessazione del loro rapporto di lavoro, l’imprenditore procede a nuove assunzioni a tempo indeterminato per le medesime mansioni.
Lavoro femminile e minorile Il lavoro femminile e il lavoro minorile sono disciplinati da alcune disposizioni particolari, volte a tutelare soggetti ritenuti più deboli in considerazione delle loro condizioni personali.
CLICCA SUL TESTO per accedere alla lettura facilitata Lavoro femminile
La Costituzione afferma l’uguaglianza dei diritti della donna lavoratrice rispetto all’uomo lavoratore e, a parità di mansioni e di attività lavorativa, il diritto alla medesima retribuzione. In particolare sono previsti: il divieto di discriminazioni tra uomini e donne; una serie di azioni positive o incentivi economici a favore delle donne lavoratrici; l’istituzione del consigliere di parità, con l’incarico di promuovere l’occupazione femminile; la tutela delle lavoratrici madri. Lavoro minorile
In materia di lavoro minorile, oltre al diritto alla parità della retribuzione a parità di attività, viene stabilito un divieto assoluto di assunzione, salvo i casi previsti dalla legge, per i bambini (coloro che non hanno compiuto ancora quindici anni o comunque che non hanno ancora assolto l’obbligo scolastico) e limiti di assunzione per gli adolescenti (coloro che hanno compiuto il quindicesimo anno di età e che hanno già terminato l’istruzione obbligatoria). L’età minima di accesso al lavoro è di sedici anni, data l’obbligatorietà dell’istruzione scolastica per almeno dieci anni, ma un minorenne può iniziare a lavorare anche a quindici anni con un contratto di apprendistato quali¿cante.
Diritti e obblighi delle parti I diritti principali del lavoratore sono: la tutela della persona e della salute; il rispetto dell’orario di lavoro; il riposo settimanale e le ferie annuali; la sospensione del rapporto lavorativo se si veri¿cano malattia, infortunio, gravidanza ecc.; la retribuzione con le modalità stabilite (a tempo, a cottimo, mista ecc.). In base alla Costituzione la retribuzione deve essere proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato e suf¿ciente per assicurare un’esistenza libera e dignitosa al lavoratore e alla sua famiglia. Gli obblighi principali sono: diligenza, obbedienza, fedeltà e riservatezza. In caso di inosservanza degli obblighi stabiliti, il datore di lavoro può applicare al lavoratore alcune sanzioni, ma il suo potere disciplinare è sottoposto dalla legge ad alcuni limiti e vincoli. Le sanzioni disciplinari comprendono, in relazione alla gravità della violazione commessa, in ordine di gravità: l’ammonizione, la censura, la multa, la sospensione dall’attività lavorativa e dalla retribuzione. La procedura disciplinare richiede la preventiva e speci¿ca contestazione dell’addebito e il riconoscimento del diritto di difesa.
Scioglimento del rapporto di lavoro La cessazione del rapporto di lavoro si può veri¿care per cause diverse, tra le quali il recesso da parte del lavoratore (dimissioni) o del datore di lavoro (licenziamento). Dimissioni
Le dimissioni di un lavoratore sono un atto unilaterale e non recettizio, in quanto contengono la dichiarazione di volontà soltanto del lavoratore e non devono essere accettate dal datore di lavoro. Se il contratto di lavoro è a tempo indeterminato, il lavoratore è libero di recedere in qualsiasi momento e senza obbligo di motivazione, ma è obbligato a dare un preavviso o in mancanza, a meno che non vi sia una giusta causa, a pagare un’indennità di preavviso. Se il contratto di lavoro è a tempo determinato, invece, di regola il lavoratore può recedere soltanto per giusta causa o, in mancanza, è obbligato al risarcimento dei danni. Licenziamento
Il licenziamento di un lavoratore può avvenire solo per giusta causa o per giusti¿cato motivo. Deve essere comunicato al lavoratore con un atto scritto contenente anche i motivi; se avviene per giusti¿cato motivo, inoltre, deve essere dato un termine di preavviso o, in mancanza, un’indennità sostitutiva al lavoratore. Il licenziamento può essere illegittimo, quando non ricorre una giusta causa o un giusti¿cato motivo, o inef¿cace, quando non è stata osservata la procedura prevista dalla legge. Nel caso di un licenziamento illegittimo o inef¿cace il giudice deve dichiarare la risoluzione del rapporto di lavoro e condannare il datore di lavoro al pagamento di una indennità risarcitoria. In¿ne nel caso di un licenziamento nullo (perché discriminatorio, contro un divieto di legge o in forma orale), il giudice deve ordinare la reintegrazione nel posto di lavoro e la condanna al pagamento di un’indennità risarcitoria.
I contratti speciali di lavoro Contratto di somministrazione di lavoro Con il contratto di somministrazione di lavoro un’impresa autorizzata (somministratore) assume un lavoratore (somministrato) e lo fornisce a un’altra impresa (utilizzatore). Nella ¿gura in esame vi è da un lato un contratto di lavoro tra il somministratore e il somministrato e dall’altro lato un contratto di somministrazione di manodopera tra il somministratore e l’utilizzatore. Caratteristiche
La somministrazione di lavoro è vietata espressamente in alcuni casi indicati dalla legge (sostituzione di lavoratori in sciopero, licenziamenti o riduzione del personale, mancata valutazione dei rischi in materia di sicurezza). Il contratto di somministrazione può essere a tempo determinato o a tempo indeterminato e richiede la forma scritta come forma essenziale o a pena di nullità. Nel contratto di somministrazione il lavoratore svolge la sua attività alle dipendenze del somministratore, ma sotto la direzione dell’utilizzatore. In particolare il lavoratore ha diritto a una indennità di disponibilità, per il periodo di tempo in cui non viene utilizzato, e ha diritto a un trattamento retributivo e normativo non inferiore a quello riconosciuto ai lavoratori dell’impresa utilizzatrice che svolgono mansioni uguali o simili.
Contratti a orario ridotto e Àessibile Alcune forme di contratti speciali prevedono un orario ridotto o Àessibile e consentono una maggiore elasticità nel lavoro. Contratti di lavoro a tempo parziale
Il contratto di lavoro a tempo parziale o part time è un contratto di lavoro, a tempo determinato o indeterminato, che prevede una riduzione dell’orario di lavoro rispetto all’orario ordinario. Deve essere concluso in forma scritta e deve indicare la durata della prestazione lavorativa e la collocazione temporale dell’orario di lavoro. Il datore di lavoro può ricorrere al lavoro supplementare e al lavoro straordinario. Le parti possono inserire per iscritto nei contratti a tempo parziale clausole elastiche. Il trattamento economico di un lavoratore a tempo parziale non può essere meno favorevole a quello di un lavoratore a tempo pieno con lo stesso inquadramento. In base alla legge la trasformazione di un rapporto di lavoro a tempo pieno in un rapporto di lavoro a tempo parziale deve risultare da un atto scritto. Inoltre la legge prevede a favore di alcune categorie di lavoratori “protetti” un diritto o una precedenza nella trasformazione di un rapporto di lavoro a tempo pieno in un rapporto di lavoro a tempo parziale. Contratti di lavoro intermittente
Il contratto di lavoro intermittente è un contratto nel quale un lavoratore rimane a disposizione di un datore di lavoro che può decidere, in relazione alle esigenze aziendali, se utilizzarlo e per quanto tempo utilizzarlo. Può essere concluso soltanto per prestazioni di carattere discontinuo o intermittente indicate nei contratti collettivi; tuttavia è sempre consentito stipulare contratti di lavoro intermittente con persone di età inferiore a 24 anni o superiore a 55 anni. Il contratto “a chiamata”, per il quale è necessaria la forma scritta ma soltanto come forma probatoria, può essere: con obbligo di disponibilità da parte del lavoratore, che rimane a disposizione del datore di lavoro e, oltre alla retribuzione per i periodi di tempo durante i quali lavora, ha diritto a un’indennità di disponibilità per i periodi durante i quali non lavora; senza obbligo di disponibilità da parte del lavoratore, che ha diritto a una retribuzione per i periodi di tempo durante i quali lavora, ma non a un’indennità di disponibilità per i periodi durante i quali non viene chiamato dal datore di lavoro.
CLICCA SUL TESTO per accedere alla lettura facilitata Contratti di lavoro accessorio
Il contratto di lavoro accessorio è un contratto concluso per lo svolgimento di attività lavorative di natura occasionale. Il lavoro accessorio di regola può riguardare qualsiasi tipo di prestazione lavorativa, con alcune esclusioni; non può superare complessivamente il compenso di 7.000 euro all’anno, anche da più committenti diversi, o comunque di 2.000 euro all’anno da parte di un singolo committente. Coloro che intendono avvalersi di prestazioni lavorative di carattere accessorio devono acquistare dei carnet di buoni orari o (il cui valore unitario è stato ¿ssato a 10 euro, comprensivi dei contributi previdenziali e assistenziali). L’acquisto dei buoni deve essere effettuato con modalità telematiche o presso le rivendite autorizzate. Il lavoratore, dopo avere prestato la sua attività lavorativa, può richiedere la riscossione dei buoni presso il concessionario del servizio. Prima dell’inizio della prestazione lavorativa il datore di lavoro deve provvedere alla comunicazione della sua durata alla Direzione territoriale del lavoro competente per territorio.
Contratto di apprendistato Contenuto e applicazione
L’apprendistato è un contratto di lavoro a tempo indeterminato che ha la funzione di favorire la formazione e l’occupazione dei giovani, in quanto il datore di lavoro si impegna a impartire all’apprendista l’insegnamento necessario per conseguire speci¿che capacità tecniche e professionali. La formazione professionale durante l’apprendistato deve svolgersi attraverso l’addestramento pratico o operativo, che viene compiuto all’interno della azienda, e l’insegnamento complementare o teorico, che viene realizzato mediante la partecipazione obbligatoria degli apprendisti a speci¿ci corsi di formazione. In linea generale i contratti di apprendistato possono essere conclusi in tutti i settori di attività, privati o pubblici. Forma ed elementi essenziali
Il contratto di apprendistato deve avere una durata minima di almeno sei mesi, richiede un atto scritto, come forma probatoria, e deve contenere gli elementi essenziali indicati dalla legge. È stabilito un divieto di cottimo: la retribuzione spettante all’apprendista, pertanto, deve essere determinata in misura ¿ssa. Ciascuna parte può esercitare il diritto di recesso dal contratto, salvo l’obbligo di preavviso. Tipi di apprendistato
La legge distingue tre tipi di apprendistato: l’apprendistato per la quali¿ca e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certi¿cato di specializzazione tecnica superiore; l’apprendistato professionalizzante; l’apprendistato di alta formazione e ricerca.
L’impresa e la sicurezza Sicurezza sul lavoro Un settore particolare del diritto del lavoro riguarda la tutela e prevenzione in materia di salute e sicurezza dei lavoratori durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. Fonti normative
Le fonti normative in materia di sicurezza sul lavoro sono: • la Costituzione, che afferma che la salute è non solo un diritto fondamentale del singolo ma anche un interesse della collettività; • il codice civile, che impone al datore di lavoro di adottare tutte le misure necessarie per tutelare la salute ¿sica e psichica dei lavoratori; • le leggi speciali, che riguardano aspetti o settori particolari; • le direttive comunitarie e i regolamenti comunitari, che stabiliscono standard comuni in materia di sicurezza sul lavoro a livello europeo. In particolare le principali norme al riguardo sono contenute nel testo unico delle disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro. Procedura
La procedura relativa alla sicurezza sul lavoro comprende le seguenti fasi: la valutazione dei rischi, la redazione del documento sulla valutazione dei rischi, nel quale devono essere indicati i rischi e le misure di prevenzione e protezione (oltre all’indicazione dei soggetti responsabili della sicurezza), l’adozione delle misure di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Soggetti responsabili
In base alla legge, i soggetti responsabili della sicurezza sono: • il datore di lavoro, al quale sono attribuite funzioni fondamentali in materia di sicurezza; • i dirigenti, che hanno ampi poteri gerarchici e funzionali; • i preposti, che hanno compiti di controllo sull’attività lavorativa e sul rispetto delle prescrizioni relative; • i lavoratori, che sono al tempo stesso i bene¿ciari delle misure di sicurezza e i soggetti che devono rispettarle; • gli altri soggetti (il responsabile del servizio di prevenzione e protezione, il medico competente e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza). Obblighi
La legge stabilisce gli obblighi in materia di sicurezza a carico dei diversi soggetti responsabili (la predisposizione, il controllo e l’osservanza delle misure di prevenzione e protezione e delle misure necessarie in caso di emergenza, l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, la segnalazione di mancanze o difetti degli strumenti di lavoro o delle attrezzature di sicurezza ecc.). Di regola il datore di lavoro può delegare ad altri soggetti le funzioni in materia di sicurezza, ma la delega deve essere data in forma scritta, non libera il datore di lavoro dall’obbligo di direzione e di vigilanza sull’attività del delegato e non può riguardare alcune funzioni non delegabili (come la valutazione dei rischi e la redazione del documento relativo). Disposizioni particolari riguardano la sorveglianza sanitaria sui lavoratori, che deve essere effettuata da un medico competente e deve essere diretta ad accertare l’idoneità del lavoratore a svolgere una prestazione lavorativa.
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Trattamento e protezione dei dati personali Il cosiddetto testo unico sulla privacy riconosce a chiunque il diritto alla protezione dei dati personali e disciplina il trattamento di dati personali compiuto a qualsiasi titolo nel territorio dello Stato, con esclusione soltanto dei trattamenti effettuati da persone ¿siche e per ¿ni esclusivamente personali. Classi¿cazione dei dati
In relazione al loro trattamento da parte di terzi, i dati personali vengono classi¿cati dalla legge in dati: • personali: consentono anche solo indirettamente l’individuazione della persona alla quale si riferiscono; • identi¿cativi: sono collegati direttamente a una determinata persona; • sensibili: riguardano aspetti strettamente privati e personali (la razza, la lingua, il sesso, le opinioni politiche o religiose ecc.). • giudiziari: sono riferiti a provvedimenti penali ovvero alla condizione di indagato o imputato. Soggetti del trattamento
Coloro che intervengono nel procedimento di raccolta, elaborazione e gestione dei dati, sono: • il titolare del trattamento, che è il soggetto al quale viene riconosciuto il potere decisionale in merito al trattamento dei dati; • il responsabile del trattamento, che è il soggetto che effettua la gestione dei dati; • l’incaricato del trattamento, che è il soggetto che effettua le operazioni materiali di raccolta e trattamento dei dati. Diritti dell’interessato
Il testo unico in materia di protezione dei dati personali riconosce all’interessato al trattamento i seguenti diritti: • il diritto di accesso ai dati; • il diritto di informazione sui dati; • il diritto di intervento sui dati; • il diritto di opposizione. I diritti in esame non possono essere fatti valere, però, nei casi nei quali la legge ritiene che sussista un interesse pubblico al trattamento dei dati personali prevalente sul diritto privato alla riservatezza. Requisiti e modalità del trattamento
Il trattamento dei dati personali è legittimo soltanto se risponde a determinati requisiti e se viene eseguito rispettando determinate modalità. In particolare, per il trattamento di dati da parte di soggetti privati di regola sono richiesti la noti¿cazione preventiva al Garante, l’informativa all’interessato e il consenso dell’interessato, che deve essere espresso e speci¿co e, nel caso di trattamento di dati sensibili, deve essere dato per iscritto.