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Italian Pages 80/81 [81] Year 2007
IN COPERTINA
Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana Pluteo 89 superiore 43· Mediceo Palatino
11,
Plutco 82.3. c. 4r
UIN 971-ta-n61-097-6
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c.
43r
c. 70v
MINISTERO PER IOENI E LE AITIVITÀ CULTURAli
Catalogo della mostra tenuta in Biblioteca Medicea Laurenziana dal 1° aprile al 15 luglio e dal 2 settembre al 31 dicembre 2007 con il contributo di Mandragora e dell’Opera Medicea Laurenziana. Ideazione e allestimento Fabrizio Monaci, Roberta Paganucci Fotografie Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. È vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo.
© 2007 Mandragora. Tutti i diritti riservati. Mandragora s.r.l. piazza del Duomo 9, 50122 Firenze www.mandragora.it Redazione, progetto graWco e impaginazione Monica Fintoni, Andrea Paoletti, Paola Vannucchi Stampato in Italia isbn 978-88-7461-097-6
biblioteca medicea laurenziana
la biblioteca in mostra
animali fantastici
Mandragora
presentazione
Negli ultimi dieci anni di vita, la Biblioteca Laurenziana, grazie a finanziamenti dello Stato e al contributo di privati fra i quali determinante quello dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, ha potuto intraprendere, secondo una prospettiva non dettata esclusivamente dall’emergenza, una serie di interventi di tutela volti a restituire leggibilità al monumento. Partendo dal Vestibolo, ripulito e valorizzato dal restauro del controsoffitto novecentesco in trompe-l’œil, e dalla Scala, liberata da incrostazioni e da incoerenti rivestimenti, e proseguendo con i Plutei, di cui si è monitorato lo stato di conservazione e per i quali è stato realizzato un modello di intervento che potrà essere adottato per l’intero complesso, si è potuto, infine, affrontare con una équipe formata da studiosi, storici dell’arte e restauratori il gravissimo problema rappresentato dal degrado delle Vetrate cinquecentesche, destinate ad una progressiva e certa distruzione. Il restauro pone rimedio, per quanto è possibile, ai danni del tempo, eliminando le pesanti suture che deturpavano la delicata e ricca decorazione dei vetri. Oggi, con il completamento di buona parte delle finestre che illuminano il lato sinistro della biblioteca, il lavoro sta per toccare il suo giro di boa e non sarà difficile, essendo stati studiati e risolti i problemi relativi alla protezione dagli agenti esterni e dal clima, intervenire sulla parte restante dell’intero complesso vetrario con i finanziamenti già assegnati. Nonostante la tutela della parte monumentale abbia richiesto un forte impegno, gli obiettivi prioritari della Biblioteca in quanto tale non sono mai passati in secondo piano: la Laurenziana è divenuta durante gli stessi anni un punto di riferimento apprezzato da ricercatori di tutto il mondo, grazie all’allestimento di una sala di 5
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studio idonea alle attuali esigenze, all’aggiornamento degli strumenti di indagine proposti e alla progressiva informatizzazione dei cataloghi e della bibliografia, consultabili anche da remoto via Internet. Con il concorso degli studiosi e spesso in collaborazione con enti di ricerca italiani e stranieri sono state allestite, con cadenza annuale, esposizioni di manoscritti i cui cataloghi costituiscono punti irrinunciabili della letteratura scientifica. In quelle occasioni i bibliotecari laurenziani si sono cimentati nella ricerca di un linguaggio capace di avvicinare il più largo pubblico a questo monumento bibliotecario assolutamente unico, pure nel ricco panorama delle biblioteche italiane. Qui – è bene ricordarlo – Michelangelo, il più grande architetto di tutti i tempi, ha progettato insieme al papa mediceo Clemente VII il suo capolavoro di edilizia laica per accogliere e rendere pubblica la più straordinaria collezione di manoscritti del mondo, giunta a noi quasi intatta dalla seconda metà del Quattrocento. Ora, con l’apertura di “Animali fantastici”, il primo di una serie di percorsi tematici che costituiranno un’esposizione permanente, la Biblioteca si “mette in mostra” nella sua completezza: il visitatore che ha individuato fra i capolavori indicati dalle guide turistiche di Firenze la Scala, invece di ammirarla a distanza come se si trattasse di una delle famose sculture michelangiolesche, potrà salirne i gradini, con le cautele che si impongono per le opere d’arte, attraversare la Sala di lettura con le sue luci originali e considerare i Plutei non come oggetti quasi misteriosi, ma come pratici mobili per studiare e conservare quei manoscritti che vedrà nelle vetrine della prima delle sale espositive recentemente allestite e rimesse a norma. La compresenza non momentanea della componente artistica ed architettonica con quella libraria restituirà al visitatore la biblioteca di Michelangelo, che, pur rievocando i grandi esempi di Cesena e di San Marco, rappresenta uno snodo epocale dell’edilizia bibliotecaria fra Medio Evo ed età moderna. Le esposizioni permanenti che si alterneranno con quelle temporanee, legate generalmente all’attività dei Comitati, ma anche alla celebrazione di eventi o alla conclusione di studi e di ricerche, avranno temi scelti per far conoscere la ricchezza e la varietà di un patrimonio che testimonia culture diverse per lingua e collocazione geografica, in un arco temporale di almeno venti secoli. “Animali fantastici” costituisce una carrellata di 19 manoscritti e di 9 libri a stampa databili tra i secoli xii ex. e xviii, in latino, greco, volgare e persiano, originari di Italia, Francia, Olanda e Iran e provenienti da diversi fondi della Biblioteca, il cui motivo di interesse è rappresentato dalla presenza nelle pagine delle più svariate creature immaginarie. Sirene, satiri, draghi, centauri, fenici, unicorni, basilischi, cavalli alati, grifoni e minotauri di ogni foggia e fattura spiegano e abbelliscono i testi, ma sono anche 6
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elementi di un linguaggio allusivo la cui attrattiva era costituita dalla meraviglia e dalla curiosità che il lettore nutriva per un mondo ove i confini tra il reale e l’immaginario si confondevano impercettibilmente. Queste figure zoomorfe, attinte dalla mitologia classica e spesso arricchitesi in un secondo momento di significati e valenze cristiane, hanno costituito per gli artisti che le hanno miniate o incise sulle matrici tipografiche uno splendido banco di prova: da quelle che illustrano più o meno fedelmente il testo, quali la raffigurazione dei primi versi dell’Ars poetica oraziana nel mostro alato del Plut. 34.12 o il basilisco dell’Hortus sanitatis nella cinquecentina 22.3.1, a quelle che riecheggiano motivi antiquari, quali i centauri nella pagina araldica del Plut. 79.1, appartenuto all’umanista Francesco Sassetti; da quelle con valenza allegorica, come gli unicorni che trainano il carro nel Trionfo della Castità del Med. Pal. 72 miniato dall’artista fiorentino Apollonio di Giovanni, a quelle che magari con il testo non hanno alcuna relazione vera o apparente, ma che sono funzionali alla decorazione della pagina o all’identificazione del tipografo, come il grifone dell’In Somnium Scipionis di Macrobio, stampato da Giovanni Griffio il Vecchio, nella cinquecentina 15.F.6.11. Le bibliotecarie che hanno ideato questa iniziativa e l’hanno realizzata con la loro indiscussa professionalità dedicano il catalogo, che accompagna la mostra di manoscritti e di libri a stampa, a Luigi Marraffa e Carlo Terracciano, due colleghi recentemente scomparsi.
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Franca Arduini Direttrice della Biblioteca Medicea Laurenziana
Autori delle didascalie e.a. l.b. a.r.f. s.m. i.g.r. a.s.
Eugenia Antonucci Luciana Bigliazzi Anna Rita Fantoni Sabina Magrini Ida Giovanna Rao Anna Scarlino
manoscritti
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1. Storia della guerra di Troia Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Mediceo Palatino 153 sec. xv
È una versione in prosa, in dialetto veneto, basata in gran parte sulla Historia destructionis Troiae scritta dal messinese Guido delle Colonne fra il 1270 e il 1287, con integrazioni derivanti da diverse tradizioni medievali. Il testo è copiato da una sola mano e corredato da illustrazioni acquerellate di carattere popolaresco attribuibili allo stesso ambiente veneto. Si espone la c. 103r, con la scena relativa al viaggio di Ulisse e l’incontro con le sirene. [a.r.f.]
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sirene
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2. Miscellanea Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Ashburnham 649 sec. xv (1460)
Il codice contiene vari testi in volgare fra cui il Libro della natura degli animali, un bestiario medievale in cui alla descrizione fisica degli animali si affianca la loro interpretazione morale. L’opera fu composta probabilmente alla fine del Duecento ed ebbe un notevole successo, come testimonia il cospicuo numero dei manoscritti che l’hanno tramandata. Il codice è decorato da disegni a penna, forse di scuola senese. A c. 14v, esposta e riprodotta a fronte, una sirena che illustra il capitolo XVI ad essa dedicato. In alto a destra, un particolare di c. 12r raffigurante un drago. [a.r.f.]
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3. Francesco Petrarca, Trionfi Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Strozzi 174 sec. xv
Il manoscritto, copiato in una mercantesca calligrafica con elementi umanistici e sottoscritto dall’amanuense, il cambiavalute Bese Ardinghelli, contiene i Trionfi di Francesco Petrarca, preceduti da otto carte recanti sonetti e ritratti di uomini celebri. Le vignette che illustrano i Trionfi sono state attribuite all’artista fiorentino Apollonio di Giovanni (1415/1417-1465), miniatore e pittore specializzato nella decorazione di cassoni nuziali, spalliere e dipinti devozionali. La c. 28v riproduce il Trionfo della Castità impersonata da Laura, la donna amata dal poeta, in piedi su un carro dove si riconosce la figura nuda e inginocchiata del vinto Amore. Il carro è trainato da due unicorni, animali che nella tradizione dei bestiari medievali solo una vergine poteva ammansire e che, pertanto, evocavano la purezza. [s.m.]
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liocorni
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4. Dante Alighieri, Commedia; Francesco Petrarca, Trionfi Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Mediceo Palatino 72 sec. xv (1442)
Il codice, appartenuto a Guido di Francesco Baldovinetti, come si legge a c. 88r, è stato vergato dal copista fiorentino Bese Ardinghelli, che si sottoscrive alla fine di ciascuna opera: la Commedia, ultimata il 9 maggio del 1442, e i Trionfi, il 16 maggio dello stesso anno. Il miniatore è stato identificato con Apollonio di Giovanni. Iniziali miniate istoriate, che raccontano il viaggio dantesco fino al Paradiso, scandiscono l’inizio di ciascuna cantica; i sei Trionfi sono invece preceduti da illustrazioni allegoriche. Si espone la c. 78v dove inizia il Trionfo della Castità, raffigurata in piedi su un carro trainato da due unicorni, emblemi di purezza e verginità. [e.a.]
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liocorni
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5. Miscellanea di astronomia Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 89 superiore 43 sec. xv seconda metà
Il manoscritto, copiato per i Medici in minuscola umanistica da uno scriba anonimo che lavorò molto a Firenze per lo scrittore e libraio Vespasiano da Bisticci, contiene una raccolta di testi di argomento astronomico: gli Aratea di Germanico con gli Scholia Sangermanensia; escerti dalla Naturalis Historia di Plinio e dal De nuptiis Mercurii et Philologiae di Marziano Capella; la Poetica astronomica di Igino, incompleta. La c. 43r illustra i versi degli Aratea (vv. 359-361) in cui è descritta la costellazione della Balena (Cetus), ossia il mostro marino a cui, secondo il mito greco, Poseidone chiese che fosse sacrificata Andromeda e che venne ucciso da Perseo. Varie sono state le rappresentazioni del mostro marino nel tempo: un drago-pesce, un serpente di mare coperto di scaglie avvinte in enormi spire, una semplice balena, ma anche una creatura ibrida per metà marina e per metà terrestre con le zampe anteriori protese in avanti. In questo caso, è stata scelta la forma del Cetus drago, circondato da flutti marini. [s.m.]
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draghi
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6. Matteo Palmieri, Città di vita Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 40.53 sec. xv (1473)
Scritto da «Omnium rerum vicissitudo», pseudonimo di Neri di Filippo Rinuccini, il poema, di imitazione dantesca, in terza rima, accostato dal commento latino del segretario apostolico e vescovo di Massa Leonardo Dati, nella sua doppia redazione volgare e latina ripropone il problema delle due lingue, rimasto insoluto dopo il fallimento del Certame coronario del 1442. Il codice, da cui l’autore si riprometteva la gloria e che invece si è tramandato in odore di eresia, benché abbia avuto una abbondante circolazione, ha un notevole corredo iconografico (globi, terrestre e celesti, avvolti dall’Empireo, segni zodiacali, simboli delle costellazioni, con i pianeti a volte definiti dalle divinità classiche) del pittore Francesco Botticini, qui in veste di miniatore. Si espone la c. 46r con la costellazione del Serpentario, simile a un drago. [i.g.r.]
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draghi
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7. Firdausı¯, Sˇa¯hna¯ma o Libro dei Re Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Orientale 5 sec. xvi (29 ottobre-26 novembre 1582)
È una sontuosa edizione della cronaca regia di Abu¯’l-Qa¯sim Mansur (meglio noto come Firdausı¯), massimo capolavoro della poesia epica persiana composto intorno al 994-1009, ampiamente interpolata con brani tratti da due altri poemi epici collaterali che narrano la saga di Garsˇa¯sp e la saga di Sa¯m. Copiato in bella scrittura nasta’liq e riccamente decorato con pittura di alta scuola (forse nella stessa antica capitale dell’Iran, Sˇ¯ı ra¯ z), il manoscritto entrò nelle collezioni medicee probabilmente in seguito a un dono da parte dell’ammiraglio ottomano Kara Mus. t.afa Pas¸a (1635-1683) al granduca di Toscana Ferdinando II. Si espone la c. 420v ove è dipinta la scena in cui l’eroe Garsˇa¯sp ferisce alla gola il drago del monte Saqı¯la¯. Il tema dell’uccisione del drago costituisce un motivo ricorrente nell’epica nazionale persiana. [s.m.]
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8. Una raccolta aristotelica Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 79.1 sec. xv (primi anni settanta?)
Il manoscritto, copiato in minuscola umanistica e miniato a Firenze per Francesco Sassetti (1421-1490), umanista e banchiere di fiducia dei Medici, contiene l’Etica Nicomachea di Aristotele tradotta dal greco in latino da Giovanni Argiropulo e due opere di Leonardo Bruni: l’Isagogicon moralis disciplinae e la traduzione dal greco in latino degli Oeconomica pseudoaristotelici. Uno dei motivi di interesse del codice è rappresentato dall’ex libris di Sassetti alla c. Iv qui esposta. Esso reca un’articolata composizione di carattere araldico, ricca di suggestioni antiquarie e classicheggianti, comprendente un medaglione con il nome francisci sassetti, un cartiglio con il motto A mon povoir sostenuto da due putti e l’emblema di famiglia, ossia la frombola con i sassi, poggiata su un piccolo vaso con baccellature e sorretta da due centauri. Frombola e sassi pendono anche dalla mano di uno dei putti e di un centauro. [s.m.]
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centauri
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9. Miscellanea medica Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 73.16 sec. xiii seconda metà
Questa edizione dell’Herbarium dello Pseudo Apuleio, associato ad una serie di trattati minori, è desunta da una raccolta tardoantica, che ebbe una notevole diffusione nel Medioevo latino. Recentemente è stato ritenuto di “età sveva” e sono state collocate in ambito campano le ininterrotte raffigurazioni sugli usi terapeutici, sul dosaggio e sulla somministrazione delle erbe officinali, descritti in scene di genere molto vivaci, in cui si fondono i linguaggi del mito e della scienza, della leggenda e dell’esperienza. Il codice è aperto alla c. 142v dove un Centauro, «magister medicine», presenta l’«herba erifion». [i.g.r.]
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centauri
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10. Virgilio, Eneide Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 39.6 sec. xv seconda metà
Scritto probabilmente negli anni ottanta del Quattrocento da Alessandro da Verrazzano (o da Antonio Sinibaldi) per Francesco Sassetti, di cui reca lo stemma affiancato da due superbi pavoni nel margine inferiore di c. 1r, il codice presenta miniature da ascriversi, secondo la più recente attribuzione, a Mariano del Buono. Il miniatore, la cui produzione artistica è oggi riconosciuta come una delle più influenti nel panorama della miniatura fiorentina della seconda metà del Quattrocento, correda la carta iniziale di un ricco fregio contenente scene che si riferiscono ad episodi del poema virgiliano. Iniziali miniate in oro sono poste all’inizio di ciascun libro. Si espone la c. 160v dove inizia il libro XII dell’Eneide; l’iniziale T è affiancata da due centauri, puramente ornamentali. [e.a.]
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centauri
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11. Una raccolta oraziana Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 34.12 sec. xii ex.
Il manoscritto, copiato in Italia in littera textualis, contiene una raccolta di opere di Orazio (Carmina, Epodon liber, Carmen saeculare, Ars poetica, Sermones, Epistulae) ad uso scolastico. Si espone la c. 61v ove è rappresentata, quale illustrazione dei primi cinque versi dell’Ars poetica che segue nel codice, una creatura fantastica con volto di donna, collo equino, ventre, zampe, ali di uccello e coda di pesce senza corrispondenti nella mitologia classica. Il mostro, infatti, venne inventato dal poeta quale esempio di pittura abnorme e, pertanto, ridicola allo scopo di stimmatizzare qualsiasi produzione artistica che non fosse contenuta nei limiti della ragione. La creatura godette di una larga diffusione e si riscontra in molti codici oraziani a partire dall’xi secolo: non tutti gli esempi, tuttavia, presentano la ricchezza di particolari della figura nel codice laurenziano, dove si notano, tra l’altro, sul viso e attorno a una treccia, lettere che formano la parola camena (Musa, Poesia). [s.m.]
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fenice
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12. Cecco d’Ascoli, Liber acerbe etatis Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 40.52 sec. xiv seconda metà
Il codice è uno dei 14 più antichi conosciuti all’interno della numerosa tradizione manoscritta di questa celebre enciclopedia poetica volgare, in strofe di sei versi, che tratta di scienze naturali, di fisica e di filosofia religiosa, scritta dal medico e mago Francesco Stabili, detto Cecco d’Ascoli, arso sul rogo in odore di eresia. Fonte iconografica di Leonardo da Vinci per la sua parte dedicata al bestiario, l’opera presenta qui un ricco e complesso apparato decorativo, di due mani diverse, recentemente attribuito ad area lombarda. Si espone la c. 33r, in cui è delineata una delicata immagine della fenice (a fronte). Alle pagine seguenti, altre creature fantastiche: un grifone (c. 41v), una sirena (c. 43v) e un drago (c. 46r). [i.g.r.]
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13. Domizio Calderini, Commentarii in Satyras Iuvenalis Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 53.2 sec. xv (1474)
Manoscritto di dedica a Giuliano de’ Medici passato, dopo la congiura dei Pazzi, al fratello Lorenzo, fu confezionato da due prestigiosi famigliari del cardinale Francesco Gonzaga, il copista Bartolomeo Sanvito e il miniatore Gaspare da Padova, certo sotto la guida del Calderini, di cui sono attestate anche alcune postille autografe. La c. 5r, che si espone, presenta una delle più famose scene del libro miniato: i satiri sono impegnati in attività festose su uno sfondo agreste, modellati su un’opera di scultura romana del ii sec. d.C. (Satiri della valle), del cui rinvenimento nel secolo xv la miniatura stessa è considerata una delle prime attestazioni. [i.g.r.]
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satiri
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14. Miscellanea di alchimia Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Ashburnham 1166 sec. xv seconda metà (1460-1475)
Vergato in una tarda littera textualis di area italiana, il codice è arricchito da immagini di notevole fattura ma con incerte attribuzioni che vanno dalla cerchia nordica di Pisanello e da influenze botticelliane di ambito fiorentino alla scuola di Squarcione-Mantegna in Padova o alla bottega di Iacopo Bellini. Si espone la c. 18r con il «Pan silvanus», incoronato da una falce di luna, con la cornamusa tra le mani. [i.g.r.]
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satiri
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15. Silloge di iscrizioni e disegni Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Ashburnham 1174 sec. xv ultimo quarto
La miscellanea è formata da due sezioni: quella latina contiene testi di vari autori classici e contemporanei ed epigrafi derivate dalla raccolta che l’umanista e antiquario Ciriaco d’Ancona (1391-1452) aveva messo insieme durante i suoi viaggi in Italia, Grecia, Asia Minore ed Egitto. La parte greca è costituita da testi, iscrizioni e disegni vari. Il manoscritto è copiato in gran parte da Pierfilippo Pandolfini, proprietario del codice, con alcune note di Bartolomeo Fonzio. I disegni sono attribuiti ad almeno due diversi disegnatori fiorentini. Si espongono le cc. 136v-137r con due satiri. [a.r.f.]
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16. Plutarco, Vite parallele Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 65.26 sec. xv (1463 ca.)
È il primo volume (la seconda parte è contenuta nel Pluteo 65.27) delle Vite di Plutarco nella traduzione latina di vari umanisti. Il codice, copiato da Piero di Benedetto Strozzi e miniato da Francesco d’Antonio del Chierico, fu probabilmente realizzato per Lorenzo il Magnifico ma, dall’inventario e dall’ex libris apposto alla fine del volume, risulta aver fatto parte della biblioteca di Piero di Cosimo de’ Medici. A c. 2r, nell’iniziale Q, la lotta di Teseo con il Minotauro. Sullo sfondo blu la firma del miniatore, franciscvs pinxit. [a.r.f.]
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minotauro
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17. Libro d’ore Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Mediceo Palatino 11 sec. xvi (1502)
Questo piccolo libro di preghiere secondo il rito di Rouen, riccamente miniato in tutte le pagine, fu forse allestito per Anna di Bretagna (1477-1514), vedova di Carlo VIII (1498) e poi sposa di Luigi XII (1499), la cui immagine potrebbe essere quella raffigurata a c. 121r. Passato nelle mani di vari possessori, pervenne in Biblioteca Laurenziana nel 1783. Si espone la c. 70v con l’Incoronazione di Maria che illustra l’Officio della Vergine; nei bordi motivi decorativi vegetali e animali, alcuni fantastici come il drago. Alle pagine seguenti sono riprodotte le cc. 62v e 92v, raffiguranti la Presentazione al Tempio e la Discesa dello Spirito Santo. [a.r.f.]
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bordi decorativi con animali fantastici
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18. Raccolta di orazioni ed epistole Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 47.35 sec. xv seconda metà
Il codice contiene una silloge di orazioni latine tratte da autori classici quali Livio, Virgilio, Lucano, Sallustio e Ovidio e le Epistolae ad exercitationem accomodatae, raccolta di esempi epistolari destinata all’insegnamento, di Gasparino Barzizza. Vergato dal copista «Hubertus W.» probabilmente negli anni settanta del Quattrocento e decorato forse da Mariano del Buono, il codice appartenne a Francesco Sassetti, come dimostrano la nota di possesso presente a c. 283r e lo stemma nel bordo inferiore di c. 1r. Sulla stessa carta, nel fregio a motivi floreali e bianchi girari adorno di formelle e medaglioni si concentrano temi e personaggi mitologici: Mercurio fanciullo, Minerva armata, la coppia in lotta uomo-leone e il centauro con l’orso. Completano la cornice putti e animali fra i quali uno scoiattolo, una civetta (o gufo) e svariati uccelli; nel bordo inferiore è lo stemma sassettiano in un tondo aureo sorretto da due centauri, cui sottostanno due scimmie. [e.a.]
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19. Plinio, Naturalis Historia Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 82.3 sec. xv seconda metà
Il codice è identificabile con un “Plinio” che il cartolaio Vespasiano da Bisticci, in due lettere indirizzate al committente Piero di Cosimo de’ Medici, riferisce essere stato copiato da ser Benedetto e completato nel giugno del 1458. L’importante decorazione è stata attribuita a Francesco d’Antonio del Chierico, miniatore a capo di una delle maggiori botteghe fiorentine del secondo Quattrocento. Si espone la c. 4r dove inizia la Prefatio Plinii Veronensis, inquadrata da un ricchissimo fregio a bianchi girari nel cui bordo inferiore campeggia lo stemma mediceo, contornato dall’anello diamantato, emblema della casata. Nella cornice, tra formelle abitate da figure umane, si individuano animali di ogni specie; fra gli altri, un orso cavalcato da un putto, un coniglio, una farfalla, cervi, uccelli, cinghiali cavalcati da putti giostranti, centauri e animali fantastici. [e.a.]
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bordi decorativi con animali fantastici
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edizioni a stampa
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20. Roberto Valturio, De re militari [Verona], Johannes Nicolai de Verona, 1472 Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Inc. 2.10
Destinata a celebrare le doti militari di Sigismondo Pandolfo Malatesta, l’opera dell’umanista riminese Roberto Valturio (1405-1475) è testimoniata da numerosi manoscritti ed edizioni, anche nella traduzione volgare. Le silografie che corredano il testo, attribuite a Matteo de’ Pasti o alla sua scuola, forniscono preziose informazioni sull’arte della guerra nel Medioevo. Si espone la silografia che raffigura la cosiddetta Arabica machina, macchina da guerra fantastica in forma di drago montata su rulli e con bocca da getto, così denominata secondo Valturio poiché inventata dagli arabi. L’esemplare è appartenuto a Giorgio Antonio Vespucci (1434 ca.-1514) e proviene dalla Biblioteca del convento di San Marco a Firenze. [l.b.]
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21. Hortus Sanitatis Impressum Venetijs, per Bernardinum Benalium et Ioannem de Cereto de Tridino alias Tacuinum, 1511 Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, 22.3.1
È il primo libro a stampa con raffigurazioni di animali ed ebbe numerose edizioni, dalla princeps del 1491 ad opera del tipografo magontino Jacob Meydenbach all’ultima completa, in tedesco, del 1552 di Hermann Gülfferich a Francoforte; circolarono anche traduzioni in francese, inglese ed olandese sia dell’opera completa sia di singole parti, anche abbreviate e destinate ad un pubblico meno dotto. Si espone la c. H1 con la raffigurazione del basilisco, animale favoloso nato da un uovo di gallo il cui sguardo aveva il potere di inaridire tutte le cose e per questa ragione destinato a vivere nel deserto da lui stesso creato. L’esemplare proviene dalla Biblioteca del convento di San Marco. [l.b.]
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22. Ovidio, Opere Bologna, Baldassarre Azzoguidi, 1471 Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, D’Elci 595
L’esemplare, che fa parte della preziosa collezione di prime edizioni di autori greci e latini raccolte da Angelo Maria D’Elci (1754-1824) e da questi destinate alla Laurenziana, risulta privo di numerose carte ed è stato sicuramente ricomposto dal collezionista mettendo insieme fogli e fascicoli di diversa provenienza. Forse questa è la ragione che spiega la posizione inconsueta all’interno del libro della cornice che qui si espone, posta all’inizio delle Metamorfosi (c. [78]). La miniatura eseguita per l’esemplare delciano raffigura nei riquadri laterali del basamento tritoni con scudo e spada, in quello centrale un tritone che reca in groppa una nereide e al tempo stesso affronta un drago. [l.b.]
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23. Orazio, Opere Venetiis, apud Aldum Romanum, mense Maio 1501 Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, D’Elci 516
Dopo il Virgilio dell’aprile del 1501, l’Orazio è il secondo libro in formato tascabile e in carattere corsivo stampato da Aldo Manuzio. L’esemplare della raccolta D’Elci è finemente miniato da un artista – probabilmente Jacopo di Antonio Giallo (sec. xv-xvi) – di elevata abilità tecnica esibita nella raffinata cura dei particolari e negli abbinamenti sempre nuovi dei colori, dalle due carte iniziali sontuosamente decorate con motivi architettonici alle raffinate iniziali dei componimenti poetici. Si espone la c. k1 dove la fine miniatura che incornicia l’iniziale H raffigura, immerso in un astratto paesaggio fluviale, il mostro dal volto femminile, il collo di cavallo, le membra piumate e la vigorosa coda di pesce che richiama l’inizio dell’Ars poetica (cfr. n. 11). [l.b.]
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xilografie, miniature, incisioni
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24. Mythographi Latini Auctores mythographi Latini. Lugd[uni] Bat[avorum], apud Samuelem Luchtmans; Amstelaed[ami], J. Wetstenium et G. Smith, 1742 Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, 23.3.51
È una raccolta di testi di autori dal i al xiii secolo d.C. (i latini Igino, Fulgenzio e Lattanzio Placido e il britannico Alberico “filosofo”) che si dedicarono allo studio dei miti con fini prevalentemente filologici, continuando una tradizione nata in età ellenistica. Si espone l’antiporta incisa, in cui compaiono in basso a destra la data 1741 e, a sinistra, il nome dell’incisore: «F. v. Bleyswyck». In un paesaggio animatissimo e ricco di figure mitologiche e allegoriche si inserisce, in primo piano a sinistra, l’immagine di Cerbero, cane a tre teste, posto a guardia degli Inferi; quasi al centro, arretrato, il Minotauro, la leggendaria creatura mezza uomo e mezza toro uccisa da Teseo con l’aiuto di Arianna. [a.s.]
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25. Aristotele, Historia animalium, in greco Venetiis, in domo Aldi, mense Ianuario 1497 Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, D’Elci 857
È il terzo dei cinque volumi delle opere di Aristotele pubblicate da Aldo Manuzio il Vecchio fra il 1495 e il 1498. La pagina del titolo è decorata da una cornice miniata, attribuita, almeno in parte, alla mano di Attavante, noto miniatore di codici anche medicei: è evidente l’integrazione più tarda della cornice nella parte destra. Fra gli animali fantastici un unicorno, un serpentello con testa umana barbuta e un piccolo drago alato. L’esemplare delciano appartenne alla collezione del medico urbinate Matteo Battiferri (sec. xv-xvi), del quale è presente lo stemma sulla carta che si espone. [a.s.]
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26. Retorica di ser Brunetto Latini, in volgare fiorentino Stampata in Roma in Campo di Fiore per M. Valerio Dorico, & Luigi Fratelli Bresciani, 1546 Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, 22.4.24
L’edizione contiene la traduzione e il commento dei primi 24 paragrafi del primo libro del De inventione di Cicerone fatti dal maestro di Dante. Si espone la c. N3v contenente il colophon con le indicazioni del luogo di stampa e dei nomi dei tipografi, che lavorarono in società fino al 1559 in Campo dei Fiori e si trasferirono poi alla chiavica di Santa Lucia in via del Pellegrino. Nella marca tipografica Pegaso colpisce con uno zoccolo il monte Elicona, dal quale sgorga la fonte Ippocrene, nota anche come “sorgente del cavallo”; intorno all’immagine corre il motto Invia virtuti nulla est via (“Alla virtù nessuna via è inaccessibile”, Ov. Met. XIV 113). L’esemplare proviene dalla Biblioteca del convento di San Marco. [l.b.]
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27. Macrobio, Commentarii in Somnium Scipionis; Saturnalia In Somnium Scipionis, Lib. II. Saturnaliorum, Lib. VII. Venetiis, apud Io. Gryphium, 1574 Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, 15.F.6.11
L’edizione contiene il commento al Somnium Scipionis di Cicerone, una delle fonti più importanti per la cultura filosofico-scientifica del Medioevo, e i Saturnalia, dialogo fra dotti a banchetto durante le feste Saturnali. Si espone il frontespizio con la marca del tipografo che, in analogia con il proprio cognome, propone frequentemente il grifone, animale fantastico sacro ad Apollo e più tardi simbolo della rapacità e ferocia dei persecutori dei cristiani. Motto: Virtute duce, comite fortuna (“la virtù come guida, la fortuna come compagna”). L’esemplare laurenziano proviene dalla Biblioteca del convento di San Marco. 28. Ditti Cretese, Ephemeris de historia belli Troiani, in italiano Ditte Candiotto et Darete Frigio Della guerra troiana, tradotti per Thomaso Porcacchi da Castiglione Arretino. In Vinetia, appresso Gabriel Giolito di Ferrarii, 1570 Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, 12.E.4.2
Questi racconti, che la tradizione vuole giunti fino a noi da un presunto originale fenicio poi tradotto in greco e in latino, sono serviti come fonte dei poemi cavallereschi del ciclo troiano, fra i quali il famoso Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure. Si espone il frontespizio con la marca del tipografo: da un’anfora con le iniziali «GGF» emerge dalle fiamme la fenice, uccello favoloso risorgente dalle sue stesse ceneri; intorno corre il motto De la mia morte eterna vita i vivo e, più sotto, Semper eadem (“sempre uguale a se stessa”). [a.s.] 76
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indice dei manoscritti e delle edizioni a stampa Ashburnham 649: 2 Ashburnham 1166: 14 Ashburnham 1174: 15 D’Elci 516: 23 D’Elci 595: 22 D’Elci 857: 25 Inc. 2.10: 20 Mediceo Palatino 11: 17 Mediceo Palatino 72: 4 Mediceo Palatino 153: 1 Orientale 5: 7 Pluteo 34.12: 11 Pluteo 39.6: 10 Pluteo 40.52: 12
Pluteo 40.53: 6 Pluteo 47.35: 18 Pluteo 53.2: 13 Pluteo 65.26: 16 Pluteo 73.16: 9 Pluteo 79.1: 8 Pluteo 82.3: 19 Pluteo 89 superiore 43: 5 Strozzi 174: 3 12.E.4.2: 28 15.F.6.11: 27 22.3.1: 21 22.4.24: 26 23.3.51: 24
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indice Presentazione
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Manoscritti Sirene Liocorni Draghi Centauri Fenice Satiri Minotauro Bordi decorativi con animali fantastici
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Edizioni a stampa Xilografie, miniature, incisioni Marche tipografiche
Indice dei manoscritti e delle edizioni a stampa
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60 74 78
Stampa: Alpilito, Firenze marzo 2007