Ab : versioni dal latino per il biennio 8881046873


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Italian Pages XXXIII, 442 [238] Year 2000

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Ab : versioni dal latino per il biennio
 8881046873

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Corrado Carini con la collaborazione di Chiara Colombo

Casa editrice G. D'Anna Messina-Firenze

Copyright © 2000 G. D’Anna Casa editrice S.p.A. via Dante da Castiglione, 8 - 50125 Firenze tei. 055/23.35.513 (r.a.) - fax 055/22.59.32 - e-mail [email protected] P r o p r ie t à le tte ra ria riservata

Premessa

ISliN SS-Il valore dell’amicizia VERIFICA

1. La decisione è chiara. 2. Tu sei m olto prudente. 3. Q uesta poesia è bella. 4. Gli esperti insegnano agli inesperti. 5. La m arcia dei soldati fu lenta. 6 . 1 soldati ateniesi com batterono contro i Persiani. 7 . 1 cittadini am ano la loro patria. 8. Il desiderio di apprendere è naturale. 9. Nei regim i assoluti la massa dei cittadini è esclusa dal gover­ no della cosa pubblica. 10. Tu approvi le mie parole.

VERIFICA

Sottolineare i pronomi presenti in questo testo

N ote su M arco Aurelio Marco Aurelio si dedicò alla filosofia stoica, che aveva appreso da tutti i migliori maestri e che egli stesso aveva studiato. Per questo motivo Adriano lo avrebbe nom inato suo succes­ sore, se non glielo avesse impedito la sua giovane età. Trattò le province con grandissima m oderazione e benevolenza. Concluse con successo una campagna contro i Germani. In particolare, egli condusse la guerra contro i M arcomanni. Sterminati i Germani, celebrò il trionfo a Roma insieme al figlio Commodo, che aveva già nom inato Cesare. Dopo che egli ebbe governato con il consenso di tutti, m ori nel diciottesim o anno del suo im pero. E nel giorno del funerale apparve tanto grande l’am ore che nutrivano per lui che nessuno pensò di doverlo com piangere, in quanto tutti erano sicuri che Marco Aurelio, quasi prestato dagli dèi all’um anità, era tornato a loro. (Giulio Capitolino - IV sec. d.C. - Vita di Marco Antonino filosofo, 16-18)

VERIFICA

Segnalare la diversa funzione del «che» congiunzione e pronome relativo

1. Sento dire che [C][P] le tue parole sono state apprezzate. 2. Ci sono coloro che [C][P] di­ cono sem pre la verità. 3. Era accaduto che |C|j PI il giorno p recedente la fanciulla si

XIX

XX

Verifiche preliminari

Verifiche preliminari

fosse messa a suonare la cetra. 4. I p iù ritenevano che [ΠΙΕΙ l’enigm a fosse irrisolvi­ bile. 5. Egli vide m io padre che [C ]E stava aspettando. 6. Egli vide che [ C ] E m i° padre mi stava aspettando. 7. Ciò che [C][P]è eterno è uguale e sem pre lo stesso. 8. Si dice che [c ]E Caos fu il prim o degli dèi. 9. U n bene troppo grande tocca a colui al quale ogni giorn o che |~C|E passa n o n capita nulla di male (Ennio). 10. La F ortuna fa si che [C][P] il più grande dei m ortali a u n tratto precipiti giù dal piu alto tro n o e di­ venga l’ultim o dei servi (Ennio). 11. Io ho sem pre detto e dirò che [C][P] il genere de­ gli dèi celesti esiste, m a penso che [C ]E essi n o n curino di quello che [c][P] fa il ge­ nere um ano. Infatti, se ne avessero cura, i buoni sarebbero felici e i cattivi infelici, il che [C][P] ora è lungi dal verificarsi (Ennio).

VERIFICA

1. Cesare era stimato grande per liberalità e m unificenza, Catone p er integrità di vita. 2. Per prim a avanza la figlia di Cerere, Prosperpina (Nevio). 3. Preferiva essere che sem­ brare buono. 4. Atene e Sparta, città della Grecia, furono rivali. 5. O m ero, il più anti­ co poeta della Grecia, h a scritto l’Iliade e Γ Odissea. 6. O m ero fu preso a m odello da tut­ ti i poeti greci. 7. Cicerone giudicò Cesare u n grande oratore. 8. Nel 63 a.C. Cicerone e A ntonio furono eletti consoli. 9. Romolo, figlio di M arte e di Rea Silvia, fondò Roma. 10. Le Muse sono figlie di Zeus e di M nem osine, la dea del ricordo.

VERÌFICA

Sottolineare le preposizioni e le congiunzioni, sia coordinative che subordinati­ ve, contenute nel testo

Nelle seguenti frasi sottolineare le apposizioni e ì complementi predicativi

Definire i complementi riportati in corsivo

VERIFICA

U n sogno di Annibaie Annibaie, dopo aver preso Sagunto, sognò di essere invitato da Giove ad un concilio de­ gli dèi. U na volta giunto, Giove gli aveva ordinato di portare la guerra all’Italia e gli era stato affidato come guida uno degli dèi del concilio. Servendosi della sua guida egli ave­ va intrapreso la sua missione. Allora quel dio guida gli aveva raccom andato di n o n vol­ tarsi indietro m a lui non aveva resistito a lungo e preso dal desiderio di guardare s’era voltato indietro: allora gli apparve una belva im m ane e m ostruosa cinta di serpenti che dovunque passasse travolgeva ogni arbusto, ogni virgulto, ogni casa. Egli allora strabilia­ to aveva chiesto al dio chi fosse mai u n tale m ostro e il dio gli aveva risposto che quella era la devastazione dell’Italia e gli ordinò di avanzare e di non preoccuparsi di ciò che avveniva dietro e alle sue spalle. (Celio A ntipatro - II sec. a.C. - fr. I Peter, traduzione di D orotea Medici, in Luca Canali, dt.)

Sintassi (la frase semplice) VERÌFICA

Evidenziare le parole in funzione di soggetto

1. La n atu ra m ostra ad ognuno u n diverso camm ino. 2. Invocate, dunque, queste divi­ nità con tutta la venerazione. 3. E bello giovare allo Stato. 4. Mi sem bra m olto arduo scrivere storie. 5. Lo scultore dà alla m ateria u n a figura. 6. La più antica città greca è Tebe in Beozia. 7. Nel territorio rom ano la città più antica è Roma, fondata dal re Romolo. 8. Non ho nulla da aggiungere. 9. Qualcosa di simile accadde anche in quel­ la guerra. 10. Più saggio di lui giudico Socrate. VE R I F 1 CA

Individuare il soggetto e il predicato, distinguendo il predicato verbale da quel-

1. Fedro ed Esopo scrissero m olte favole. 2. Cerere era la dea delle messi. 3. Il m aestro in­ segna la gram m atica agli allievi. 4. Augusto governò con grande saggezza. 5. O rfeo con i suoi canti rallegrava ogni essere vivente. 6. Il filosofo Pitagora si recò in Egitto. 7. La bat­ taglia di M aratona fu vinta dagli Ateniesi. 8. O m ero è il più antico dei poeti greci. 9 .1 Greci superarono i Romani nelle arti. 10. Annibaie vinceva spesso con l ’astuzia. 11. Cartagine fu distrutta dai Romani. 12. Romolo e Remo furono allevati dalla lupa. 13. Tornò dalla Sicilia con molti libri. 14. Le Olim piadi si svolgevano ogni quattro anni. 15. Nella satira i Romani furono eccellenti. 16. O re, n o n dim enticare gli Ateniesi. 17. Alla fine si raggelò ad Ulisse il cuore per la paura (Livio Andronico). 18. Io ho assunto questa causa, o giudici, con pieno consenso e vivissima attesa da parte del popolo rom ano.

VERIFI CA

Indicare la funzione logica-soggetto, oggetto —del pronome relativo «che» nel-

le seguenti frasi 1. Coloro che E © negavano di essere cristiani. 2. Conosco la persona che ÌS~IÌQ| sta parlando. 3. Coloro che [S][0] offendono i genitori sono ingiusti. 4. Rendiam o con­ to delle azioni che [SlfOl facciam o. 5. M uore giovane colui che [SliOl è caro agli dèi. 6. Gli dèi aiutano coloro che E ÌO l ad essi si rivolgono. 7. La Sibilla predisse agli uo­ m ini ciò che E © poteva loro giovare n o n solo durante la sua vita, m a anche dopo la sua m orte. 8. Nella battaglia che E ® si com battè presso il Gianicolo c ontro Cinna, un soldato pom peiano uccise il pro p rio fratello, poi, quando si rese conto del misfatto, si suicidò (Ludo Cornelio Sisenna). 9. Se quelli che |S|[Q| sono valorosissimi combattenti ven­ gono abbandonati, una grande vergogna ne verrà al popolo rom ano (Nevio). 10. Temisto­ cle, bandito dalla patria che [S][0] aveva liberato, fu costretto a cercare u n rifugio tra le genti barbare (Cicerone).

Sintassi (il periodo)

lo nominale 1. N on vi dirò nulla di nuovo. 2. L’esercito fu preso da superstizioso terrore. 3. Sta in guardia, amico, sotto ogni sasso c ’è lo scorpione. 4. I poeti celebrano la bellezza di Elena. 5. Il giudicare com porta m olte responsabilità. 6. Iside era u n a dea dell’antico Egitto. 7. Dopo il suo arrivo ad Itaca Ulisse si travesti da m endicante. 8. Q uesta osser­ vazione è precisa e acuta. 9. Gli Ateniesi stessi trasform arono la loro dem ocrazia in una rovinosa demagogia. 10. L’identità di interessi è motivo di concordia.

VERIFICA

Evidenziare la proposizione prindpale

1. Se avessi più tem po a disposizione, ti scriverei con più agio. 2. N on faccio cenno di coloro il cui ricordo è ancora vivo al nostro tem po ( Cicerone). 3. Q ualora tu non rispetti le leggi della città, non sperare che le leggi ti proteggano. 4. Cassandra, figlia di Priamo, aveva ottenuto da Apollo il dono di predire il futuro. 5. Giunto il tem po stabilito dal de-

Verifiche preliminari

slino, Rea Silvia generò due gemelli, i quali si chiam arono Romolo e Remo. 6. Dopo averlo salutato ed accolto benevolm ente, Scipione gli chiedeva come mai fosse giunto co­ si di buon m attino (Cicerone). 7. M orendo, A gam ennone lasciava due figli, Elettra e ( Ireste. 8 . 1 Greci, fingendo di essersi convinti che era inutile seguitare a com battere, la­ sciarono sulla spiaggia u n im m enso cavallo di legno. 9. Ettore, per quanto grande fosse il suo coraggio, cercò di sfuggire ad Achille, m a fu raggiunto ed ucciso. 10. L’im pero ro­ m ano, anche se i barbari non l’avessero invaso, sarebbe crollato.

V E R I F I CA

Definire le proposizioni scrìtte in corsivo (temporali, finali, consecutive o di altro

tipo) 1. (filando vedi un amico, dim entica i tuoi guai (Appio Claudio). 2. Nessuno sieda a m en­ sa con il dranno per banchettare insieme, nessuno ne condivida il pasto (Accio). 3. Dopo aver parlato in questo modo, tacque (Lucilio). 4. Stramazzò a terra come se avesse ricevuto un col­ po di scure (Livio Andronico). 5. Ercole era cosi forte da superare ogni tipo di impresa. 6. Se Ettore non avesse ucciso Patroclo, forse sarebbe stato risparm iato da Achille. 7. U n ingan­ no più grande, un m ale più grave devo escogitare, per schiacciare ed opprimere il suo cuore crudele (Aedo). 8. Teseo, dopo essere diventato re di Atene, fu u n sovrano buono e giusto. 9. In ogni casa antica c’era u n luogo sacro, dove veniva conservato un fuoco. 10. O ra voi riflettete se contino di piu le parole o i fatti.

VERÌFICA

Fare l ’a nalisi del periodo

1. A Creta viveva un m ostro crudelissimo che si cibava di carni um ane. 2. Ad A tene era giunta la notizia che u n eroe fortissimo stava p er arrivare in città. 3. G iunone, m edi­ tando un inganno, inviò verso la casa di Alcmena due orribili serpenti. 4. Le E rinni pu­ nivano tutti coloro che, anche senza accorgersene, si fossero resi colpevoli. 5. Tutti voi com prendete in quale situazione ci troviamo. 6 .1 nobili erano più forti perché più com ­ patti; la plebe, disunita', dispersa, p u r essendo più num erosa, aveva m inor peso. 7 . 1 giu­ sti e gli onesti mi sono favorevoli, poiché le m ie azioni corrette to rnano a vantaggio del­ la repubblica. 8. Avvenne il contrario di ciò che pensava. 9. Vi fu un tem po in cui gli uom ini vivevano in cam pagna e n o n conoscevano ancora la città. 10. Dove potrei rifu­ giarmi, sventurato? Dove potrei andare? In Campidoglio? Ma gronda ancora del sangue di mio fratello. A casa mia? Per veder piangere la m ia povera m adre, prostrata dal dolo­ re? ( Gaio Sempronio Gracco).

VERIFICA

Trasformare le subordinate implicite in esplicite

1 .1 soldati, tem endo di essere accerchiati, si allontanarono in fretta. 2. Cerere, n o n sa­ pendo dove fosse sua figlia, si mise a cercarla dovunque. 3. Pur essendo spossato, l’e­ roe seguitò a com battere p er salvarsi. 4. Prim a di rinunciare all’im presa, i soldati fe­ cero ogni tentativo. 5. Egli si sentiva cosi stanco da n o n poter procedere nel viaggio. 6. Dopo aver visto quell’orribile spettacolo, tutti restarono sgomenti. 7. Incontrandosi, si scam biarono un saluto affettuoso. 8. Gaio Mario, trovandosi p e r caso ad Utica, offri u n sacrificio agli dèi e l’aruspice gli predisse p er il futuro cose grandi e m irabili (Sallustio). 9. Molti h an n o o ttenuto la gloria operando, m olti n a rra n d o le im prese al­ trui. 10. A ccontentandosi del poco, gli uom ini sarebbero felici.

Verifiche preliminari VER IFIC A

Nelle seguenti frasi spiegare la diversità di funzione delle consunzioni «per-

ché», «che», «se» 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.

Ti parlo perché tu ti c o n v in c a ......................... Mi chiedo se r im a n e re .................................... E stanco perché ha lavorato m olto ................ Mi im pegnerò perché le cose finiscano bene Spiegami perché non h a accettato l’invito .... So che sei m olto te n a c e ................................... Sono cosi stanco che n o n riesco a pensare .. N on so se sia il caso di p a r la r n e .................... Se vuoi parlare, ti asco lto ................................ Ti chiedo se vorrai ascoltarmi ....................

VERIFICA

Trasformare il discorso diretto in indiretto

U na volpe, penetrata in u n a m andria di pecore, prese u n agnellino appena nato e fin­ geva di sbaciucchiarlo. «Che fai?» - le dom andò il cane. «Oh, niente», rispose «lo acca­ rezzo e gioco con lui». E il cane: «Lascialo subito» abbaiò; «altrim enti ti farò carezze da cane».

V E R IFICA

Fare l ’analisi dei perìodi che compongono il seguente testo

I filosofi afferm ano che la F ortuna è pazza, cieca ed ebete e dicono che se ne stia sopra un sasso rotondo ed instabile: e che, dove la sorte fa rotolare il sasso, li vada a cadere la Fortuna. Dicono che sia pazza perché incerta volubile e crudele, dicono che sia cieca, perché non distingue affatto a chi si accosta; ebete perché incapace di discernere il de­ gno dall’indegno. Vi sono altri filosofi che sostengono invece che nessun m alanno ac­ cada a causa della Fortuna e che tutto avvenga senza ragione. Che ciò sia m aggiorm en­ te verosimile, lo insegna invero l’esperienza: p er esempio: Oreste prim a fu re, poi un naufragio lo rese m endicante e certo questo gli capitò p er via dei flutti, non p er Sorte o Fortuna. (Pacuvio - III-II sec. a.C. - Chryses, w. 366-76 Ribbeck, traduzione di Dorè tea Medici in Luca Canali, cit.)

Uso del vocabolario e lessico VERIFICA

Disporre ciascun gruppo di parole in ordine alfabetico

Atene · agnello · arbitrio · aurora · acqua / opinione · operosità · o rnam ento · opera · opulento / parte · plebeo · parsim onia · plebe · partecipe / riconoscere · retore · riconoscenza · retorica · ricco · ricchezza / Penelope · Peloponneso · pae­ se · preghiera · pregare / notizia · neutro · nom inare · noto · nom e / m ura · mi­ sfatto · Musa · m uro · m uovere / gymnasium · giovane · gratitudine · giusto · giu­ stizia.

XXIII

XXIV

Verifiche preliminari

Verifiche preliminari VER ί F ICA

Servendosi del vocabolario, riportare il significato proprio e quello traslato dei

seguenti termini acerbo cuore leone messe oracolo sfrondare sinistro

V E R I F 1C A

V E P l F 1CA

Basandosi sul contesto, riempire appropriamente gli spazi vuoti nelle espressio-

ni che seguono

VERÌFICA Ogni termine della prima colonna è in rapporto di significato con un altro del­ la seconda. Effettuare gli abbinamenti corretti

tim oniere giudice libertà pedagogo avventura filosofia arte discorso

a c cu sa re ..... rallegrarsi .. condannare giovare .......

saggezza educazione rom anzo scultura oratore nave dem ocrazia legge

Servendosi del vocabolario, individuare l ’etimologia delle seguenti parole

discorso · acm e ♦ hab itat · finzione · freq u en te · sponsor · satellite · iter * virus · pathos · detector · versare · star · analogia · rebus · bolide · idea · diam etro · re­ ferendum · extra * ultim atum · em porio · barbaro · sponsor · tu to r · slogan · ver­ sare · palestra.

1. C ic e ro n e ..............................ad Arpino. 2. Le leggi di Solone fu ro n o ............................... su tavolette di legno. 3. Senza la concordia l a ............................. non può essere ben go­ vernata. 4. Gaio Mario, trovandosi ad Utica o f f r i............................. agli dèi. 5. Fino a quando, Catilina, abuserai della n o s tra ............................ ?. 6. N on vi resta, o Rom ani, che ............................. nei sentim enti che apertam ente ora dim ostrate. 7. Cesare, udendo che Pom peo era stato ucciso, non se ne rallegrava, m a compiangeva l a .............................. del suo avversario. 8. Gli uccisori di Pom peo speravano d i ............................. il favore di Cesare. 9. La città riceverà gli ambasciatori con tutti g li..............................10. L’oratore, grazie alla s u a ............................. , riuscì a convincere tutti gli ascoltatori.

V ER ì F i CA

Separare con il segno «/» le radici dagli affissi (prefissi o suffissi) nei seguenti

gruppi di parole potere potenza potente; conferire differire preferire riferire proferire; apposizione de­ posizione composizione; um anità um anesim o um anam ente; discorrere incursione cur­ sore; irrisione risibile risata; artista artistico artigiano; amichevole amicizia amichevol­ m ente; edificio edificare edificante; libertà liberalità liberale; accedere procedere rece­ dere incedere.

Partendo dai verbi indicati, formare «famiglie» di parole, cioè gruppi di termi­ ni legati dalla stessa base lessicale e dal significato, anche attraverso l ’accertamento dell’etimologia V ER I F i CA

cantare

correre

favola

fingere

m ettere

Attraverso gli esempi riportati dal vocabolario esemplificare la reggenza sintat­ tica (rapporto persona-cosa) dei seguenti verbi. Esempio: Essere superiore a qualcuno in qual­ cosa VERIFICA

prestare .... donare ...... invidiare ... persuadere insegnare .. arrabbiarsi

VERIFICA

Irario antagonista divino dialogo

Scrivere accanto ad ogni parola riportata nell’elenco un sinonimo e un con-

XXV

Verifiche preliminari XXVII

XXVI Verifiche preliminari m énte vénti .. vólgo . vólto ..

em endare inaudito m agnanim ità origine progresso rarità ribellarsi sarcasmo tangibile unanim ità VERI FI CA

VERIFICA

Dividere in sillabe

ozio · m aestro * sillaba · m etro · anim a · canto · splendere · suo · luogo · trirem e • aspro · sapiente · poeta · uom o · giustizia · im m ortale · m andare · sanguinoso · mitologia · filosofia · m uovere · Virgilio. Spiegare il significato proprio e traslato delle seguenti parole VER 1 F I CA

Basandosi sulla posizione dell’accento tonico, distinguere tronche, piane e

sdrucciole

acuto ala causa fiore generale im portare limitare maestro mezzo potenza principio quiete rapire spiegare studio vertice

p erch é · in fo n d e re · m en tire · fertile · navigabile · labirinto · esercitare · in fe r­ m ità · d isputa · colonia · duplice · fulm ine · g e n erale · Cesare * C artagine · li­ bertà · m agistrato · bronzeo · antep o rre · frum ento * letizia · partecipe · filosofo · plebeo.

Letteratura e testo VER i F I C A Riassumere il seguente testo nellaforma più breve possibile, senza tralasciare al­ cun elemento della descrizione

Catone ad U tica

Fonetica e fonologia Segnare il grado di apertura delle vocali e ed o in sillaba tonica, usando il se» per il suono aperto, « ' » per il suono chiuso. Esempio: poèta · fónte

VERIFICA

gno

m énte vènti .. vólgo . vólto ..

bene · cen tro · cru d ele · fede · gente · in te ro * m ettere · neve · presto · selva * servo · sete · tetto · corpo · cosa · dopo · dote · fonte · frode · logica · m orte · m ostro · m oto · onda · opera · ponte · popolo · prosa · sole · sonno · sorte · voce.

Dopo il bagno si mise a tavola e pranzò in lieta com pagnia. Pranzarono con lui tutti i suoi amici e le autorità di Utica. Dopo il pranzo, il simposio fu assai squisito e gradevo­ le: u n argom ento di filosofia dopo l’altro fece il giro della tavola, finché l’argom ento cad­ de sui famosi «paradossi», e in particolare su questo: solo l’uom o virtuoso è libero, i cat­ tivi sono tutti schiavi. C atone intervenne vibratam ente nella discussione. Parlò con voce intensa ed aspra, più di quanto non fosse solito fare, e protrasse a lungo la disputa, m et­ tendovi un im pegno straordinario, cosicché tutti capirono come avesse deciso di po rre term ine alla vita e di sottrarsi agli orrori di quei tem pi calamitosi. Perciò alla fine del suo discorso subentrò in tutti gli astanti un senso di tristezza e nessuno parlò più. C atone cercò di risollevare gli anim i e di allontanare dalle m enti il sospetto di quanto si accin­ geva a fare, ponendo nuove dom ande ed esprim endo preoccupazione su ciò che stava accadendo fuori, quasi temesse p er la sorte di coloro che erano in m are e di chi era per strada, attraverso un deserto privo d ’acqua e popolato da uom ini barbari. (Plutarco —I-II sec. d.C. - Vita di Catone il Giovane, 67)

______________Spiegare la differenza di significato o di categoria grammaticale, determinata dal VERIFICA diverso grado dì apertura della vocale tonica. Esempla légge (sostantivo); lègge (verbo) VER I F I CA

collèga lóro .... fòsse ...

collèga fòro .... fòsse ...

metamorfosi prefazione ..

Dare una breve definizione dei seguenti termini

XXVIII Verifiche preliminari

Verifiche preliminari

arcaismo ..... distico ......... epigram m a . idillio .......... protagonista afo rism a...... apologo ..... m o n o g rafia.

VERIFICA

VER I F I C A

Riassumere il seguente testo

Bruto e lo spettro

Suddividere in sequenze il passo che segue

L’aggressore diventa vittima Intanto quando Clodio venne a sapere, e non era difficile saperlo, che, secondo la leg­ ge, Milone entro il 18 gennaio doveva necessariam ente com piere il viaggio annuale a Lanuvio, perché ne era suprem o magistrato, per eleggere il flàm ine, parti im m ediata­ m ente da Rom a il giorno innanzi con l’intenzione, come si capi dallo svolgimento dei fatti, di tendere un agguato a M ilone davanti al proprio podere. E parti cosi in fretta da abbandonare u n a riunione assai anim ata, che si stava svolgendo proprio quel giorno, nel corso della quale si senti la m ancanza del suo vigore polem ico; non l’avrebbe mai la­ sciata, se n o n avesse voluto approfittare del m om ento e dell’occasione opportune per il suo piano criminoso. Milone, dal canto suo, dopo essere stato quel giorno in senato fin­ ché l’assemblea fu sciolta, to rnò a casa, cambiò i calzari e gli abiti, poi aspettò u n poco m entre la moglie, com e accade, term inava di prepararsi. Infine parti a u n ’ora tale che Clodio avrebbe potuto già essere di ritorno, se mai in quel giorno avesse voluto tornare a Roma. Gli si fa incontro, libero da ogni impaccio, Clodio a cavallo: niente carrozza, né bagagli, neanche, com e era solito, i com pagni di viaggio di origine greca, n o n c’era nep­ pure la moglie, cosa che n o n capitava quasi mai. Questo assalitore, invece, che avrebbe organizzato quel viaggio con il solo scopo di fare una strage, procedeva sul carro in com­ pagnia della moglie, avvolto in u n m antello, im pacciato da un grande e lento sèguito fem m inile di ancelle e giovinetti. Si im batte in Clodio dinanzi al suo podere all’incirca alle cinque del pom eriggio e im m ediatam ente da u n a collinetta parecchi uom ini arm a­ ti di pugnale si slanciano contro di lui; altri, attaccando di fronte, uccidono il condu­ cente del carro. M ilone, allora, gettato dietro le spalle il m antello, salta giù dalla vettura e si difende accanitam ente; quelli che stavano con Clodio, sguainate le spade, in parte tornano di corsa alla carrozza p er assalire M ilone alle spalle, altri, invece, poiché lo cre­ devano già m orto, incom inciano ad ammazzare i suoi schiavi, che chiudevano la fila. E di costoro, che erano stati d ’anim o coraggioso e fedele nei confronti del padrone, una parte fu trucidata; altri, invece, vedendo che era scoppiata u n a rissa intorno al carro, m a si impediva loro di portare aiuto al loro signore, convinti che M ilone fosse stato ucciso davvero - lo avevano sentito dire da Clodio in persona - , questi servi di M ilone dunque, (parlerò con tutta franchezza, n o n per eludere l’accusa, m a secondo i fatti), senza che il padrone lo ordinasse, senza che fosse presente, senza che lo sapesse, fecero quanto cia­ scuno avrebbe desiderato dai suoi uom ini in una simile circostanza. (Cicerone, Difesa di Milone, 27-29, a cura di A. Burlando, Garzanti, Milano, 1993)

M entre dunque stava per effettuare il passaggio dell’esercito dall’Asia all’Europa, ac­ cadde questo fatto. Si era nel cuore della notte: la tenda di Bruto era illum inata da un lum e piuttosto fioco; e tutto il cam po era im m erso nel silenzio. Bruto stava m editando e riflettendo tra sé su qualche pensiero, quando gli parve di accorgersi che qualcuno en­ trava. G uardò verso l’ingresso: e vide l’orrida e m ostruosa apparizione di un corpo stra­ no e spaventevole che gli stava vicino, silenziosamente. Egli ebbe tanto coraggio da chie­ dere al fantasma: «Chi mai sei tu degli uom ini, o dei numi? E con quale intenzione vie­ ni da me?». Il fantasm a gli risponde: «Sono il tuo cattivo genio, o Bruto; e mi vedrai a Filippi». Bruto, per nulla turbato replica: «Si, ti vedrò». (Plutarco —I-II sec. d.C. - Vita di Cesare, 69)

Linguistica, stilistica e retorica VERIFICA

Cercare sul vocabolario il significato di lingue neolatine o rom anze

V E R I F I CA

Scrivere accanto ad ogni termine latino la corrispondente parola italiana

fructus habére scribere centum decem hom o nòbilis medius cibus densus

video planus septem epistula m odus sanguis campus pectus causa cautus

VER I F I C A

Scrivendo accanto ad ogni parola latina la corrispondente italiana, è possibile verificare il rapporto tra la quantità delle vocali accentate in latino e il timbro (aperto o chiuso) del­ la vocale tonica in italiano tèrra péllis

parola italiana ............................................................. .............................................................

timbro (aperto/chiuso) .................................................. ..................................................

XXX

Verifiche preliminari

Verifiche preliminari

Storia, geografia, civiltà antiche

bène vérus céna ménsis pórtus córvus póssum dònum nóm en póntem

VERIFICA

Dove è necessario, modificare la disposizione delle parole

Lucio Catilina, da nobile stirpe nato, fu di grande vigore sia di anim o che di m em bra, m a di ingegno malvagio e vizioso. Il corpo resistente alla fame, al gelo, alla veglia, al di sopra di quanto a chiunque credibile è. Costui dopo la dom inazione di Siila u n a passio­ ne sm odata aveva invaso di im padronirsi del potere, né ciò in che m odo conseguire, pu r di il regno procurarsi, nulla stimava.

VERIFICA

a n a lo g ia ....... m e ta fo ra ..... ellissi ............ onom atopea pleonasm o ... barbarism o .. idiom atico ... allitterazione anacoluto .... lo c u z io n e ....

Quali furono le prinàpali civiltà orientali ?

VER I F I C A

Scrivere, accanto ai numeri arabi, i corrispondenti numeri romani e viceversa

Dividere le seguenti parole in due elenchi, arcaismi e neologismi

guatare · alm a · gettonare · egocentrico · spem e · duolo · assemblaggio · residen­ ziale · ausilio · congiuntura · aura · capitalism o · ostruzionism o · riedere · bontade · u rbanesim o · pluralism o · volontade · ipotizzare · periglio · convergenza · conflittualità.

VERIFICA

VERIFICA

Spiegare il significato dà seguenti termini

6................. ....... 9......................... .. 15......................... 27...........................51. 115............ ............ 162......................... 234................. ....... 1000. 1116.......... .............. XV........... .............. LII...................... ... XXXVIII CMX......... ...............CCXXVI... ......................CMXIV.......... ................DX. XXIV......... .............. ML.............. ........... CLXXVII.......................... DLXXII. VERIFICA

Spiegare il significato dei seguenti termini

censo .......... tim ocrazia... oligarchia ... costituzione legislatore ... ostracismo .. àugure ........ oracolo ....... latifondismo

V E R I F 1CA

B itin ia ........... C a rta g in e ..... Lidia ............. Ponto Eusino M essapia...... Frigia ............ Sannio ..........

VER I F I C A

Zeus ....... Posidone Demetra Artemide Atena .... E fe sto ....

Localizzare i seguenti nomi geografici N u m id ia .............. D a c ia ..................... S c izia .................... C olonne d ’Èrcole Corcyra ............... . T ra c ia ................... Tessaglia ..............

Scrivere accanto al nome di ogni divinità greca il corrispondente romano Era ...... Ades .... Estia .... A r e s ..... Afrodite E rm ete .

XXXI

X X X II Verifiche preliminari VERIFICA

Verifiche preliminari X X X III

Scrivere accanto al nome di ogni divinità romana il corrispondente greco M arte ... N ettuno Diana ... Vulcano Plutone

Bacco ... Saturno Venere . M inerva Cerere ..

VERIFI CA Ogni divinità aveva particolari prerogative; quali erano quelle di Giunone, Bacco, Mercurio e Marte?

VERIFI CA

Rispondere in breve, con l ’aiuto del manuale di storia

Dare la definizione di «ellenismo»

Quali sono, in ambito romano, le differenze essenziali tra regime repubblicano ed imperiale?

Riassumere la leggenda della fondazione di Roma:

SI.RIFICA

Testo a disposizione per esercitazioni (morfo-sintattiche, lessicali o altro)

L’aggressore diventa vittima Q uanto alla lingua, preferisco che il ragazzo inizi dal Greco, perché il Latino, parlato da più gente, lo assorbirà pure a non volerlo, e poi perché le discipline stesse che deve im­ parare per prim e sono greche (anche le nostre derivano da li). N on vorrei, com unque, che quell’accorgim ento venisse attuato con scrupolo eccessivo, al punto che il giovane per lungo tem po dovesse parlare e apprendere soltanto in Greco, come è d ’uso presso i più. In questo m odo, infatti, sopravvivono moltissimi difetti, tanto nella pronuncia (che si altera assimilandosi ai suoni stranieri) quanto nel m odo di esprimersi (se, per assidua consuetudine, gli si sono impresse strutture greche, esse p erdurano tenacem ente anche in un idiom a diverso). Perciò, l’apprendim ento del Latino deve seguire a breve distan­ za, e presto procedere alla pari con quello del Greco. Così accadrà che quando p ren d e­ rem o a curare entram be le lingue con uguale attenzione, nessuna delle due danneggerà l’altra [...]. N on ho com unque cosi poca esperienza delle varie età da pensare che si deb­ ba continuam ente e prem aturam ente stare addosso ai bam bini chiedendo loro u n ’atti­ vità completa. Infatti il prim o risvolto da evitare sarà questo: che chi non può ancora am are gli studi prenda ad odiarli, e pure dopo la prim a età abbia a tem ere l’impressio­ ne negativa ricevuta da piccolo. Lo studio dev’essere come un gioco: il bam bino riceva dom ande ed elogi, e sia sem pre contento d ’essersi im pegnato. Se qualche volta appare svogliato, è bene passare ad insegnare a un altro, in m odo che provi gelosia; talora entri in com petizione, e il più delle volte creda di essere lui il più bravo; lo si attiri anche con i prem i che si accettano a quell’età [...]. E frequente la seguente dom anda: p er quanto queste m aterie vadano im parate, posso­ no però venire insegnate e assimilate tutte nello stesso tem po? Alcuni dicono di no, per­ ché - a sentir loro - la m ente si confonderebbe e resterebbe spossata d a tante discipline tendenti in direzioni diverse e p er le quali non basterebbero né l’intelligenza, né la re­ sistenza fisica, né le ore del giorno; inoltre, a giudizio di quelli, se al limite u n ’età m e­ glio strutturata può sopportare un carico del genere, non c ’è com unque motivo di ap­ pesantire gli anni dell’infanzia. Costoro, tuttavia, non riconoscono sufficientem ente il naturale valore dell’ingegno um ano; esso è tanto e rapido e - se mi si passa l’imm agine - guarda da ogni parte in m odo tale che neppure può limitarsi a u n ’attività per volta, ma rivolge la propria attenzione verso più oggetti non in uno stesso giorno, m a addirittura in uno stesso m om ento [...]. E se attività tanto diverse obbediscono come a un unico impulso, perché non dovrem ­ mo dividere le ore in diversi tipi di studio, quando - oltre tutto - la varietà stessa ricrea e rinfranca lo spirito, e - p er contro - riesce ben più diffìcile perseverare in u n ’unica falica? Cosi, leggendo ci si riposa dallo scrivere, e a sua volta la noia della letteratura vie­ ne alleviata dall’alternanza. Q uante che siano le attività già svolte, in qualche m odo si re­ sta com unque freschi p er ciò che si va a intraprendere. Ma chi riuscirebbe a non stor­ dirsi, sopportando per tutto il giorno un solo m aestro, qualunque m ateria egli insegni? Sarà il cam biam ento a rim ettere in forze l’allievo, come accade nei cibi, grazie alla cuivarietà lo stomaco ritrova appetito: se sono diversi, si nutre con m inore fastidio. (Marco Fabio Q uintiliano, La formazione dell’oratore, introduzione di M. W interbottom , traduzione e note di Stefano Corsi, voi. I, Rizzoli, Milano, 1997)

Sezione prima Morfologia

Sezione prima

Morfologia

Flessione del nome: casi efunzioni ■ I e l i declinazione; aggettivi della I classe ■ Il verbo: tema del presente; indicativo presente, imperfetto e futuro semplice; impe­ rativo presente e futuro, infinito presente di forma attiva; il verbo sum negli stessi modi e tempi ■ Sintassi: soggetto, predicato, complementi vari

Casi e funzioni Il nominativo è il caso del soggetto e dei term ini ad esso riferiti (attributo, apposi­ zione, predicativo del soggetto); l’accusativo segnala l’oggetto diretto e i term ini ad esso riferiti; il genitivo esprime in prim o luogo la funzione di specificazione; il dativo esprime essenzialm ente la funzione di termine; il vocativo è il caso d ell’apostrofe o della invocazione; l’ablativo, con o senza preposizione (cum, a/ab , e /e x , de), com prende num erose funzioni, come mezzo, causa, m odo, com pagnia, origine, m ateria, argom ento, tem­ po, luogo.

Tema del presente Dal tem a del presente, che si ottiene togliendo le term inazioni dell’infinito presen­ te -are, -ere, -ere, -Ire, derivano l’indicativo presente, im perfetto e futuro semplice; il congiuntivo presente e im perfetto; l’imperativo presente e futuro; l’infinito presen­ te; il participio presente e i casi del gerundio. In particolare, le term inazioni del­ l’indicativo, dell’imperativo e dell’infinito delle quattro coniugazioni sono quelle da­ te nelle tabelle seguenti:

Indicativo presente

laud mon m iti aud

-o -eo -o -io

-as -es -is -is

-at -et -it -it

-amus -èmus -ìmus -ìmus

-atis -ètis -ìtis -ìtis

-ant -ent -unt -ìunt

imperfetto

laud mon m iti aud

-abam -èbam -èbam -iebam

-abas -ebas -èbas -iébas

-abat -èbat -èbat -iebat

-abamus -ebamus -ebamus -iebam us

-abatis -ebatis -ebàtis -iebatis

-abant -èbani -èbani -ièbant

futuro s.

laud mon m iti aud

-abo -ebo -am -iam

-abis -èbis -es -ies

-abit -èbit -et -iet

-abunus -ebunus -èmus -ièmus

-abìtis -ebitis -etis -iètis

-abunt -èbunt -ent -lent

Imperativo presente

laud

-a/-ate

m on

-e/-ete

m iti

-e/-Ite

aud

-i/-ite

3

4

Sezione prima

Morfologia

futuro

laud mon m iti aud

-ato -èto -ito -Ito

Sezione prima

-ato -èto -ito -Ito

-atote -etòte -itote -Ttote

-unto -ènto -unto -mnto

Infinito presente

laud

-are

mon

-ere

mitt

La coniugazione del verbo esse, essere, negli stessi tem pi e m odi di sopra è la seguente: indicativo presente

sum, es, est, sumus, estis, sunt

»

imperfetto

eram, eras, erat, cranius, eratis, erant

»

futuro s.

ero, eris, erit, enm us, eritis, erunt

imperativo presente »

futuro

infinito presente

in periculis · exem plum iustitiae est · patronus iustitiae * ab oculis ad anim um · in studiis scientiae · m ulti sunt cupidi gloriae · m ulti sunt benefici in amicos · in exsilium • post m ultos annos · iniuriosi sunt in proxim os · m agna beneficia · repentino vento • sine iudicio · cari sunt liberi et propinqui. ESERCIZIO

Tradurre i seguenti sintagmi

viros bonos · viri boni · nullum bellum est iustum · epistula ad M arcum filium · secundo Punico bello · post victoriam · nullo m odo · ffindam entum iustitiae · anim us aequus · de viris · ferro non auro vitam cernim us (deàdiamo) · a iustis dom inis · ma­ gnanim i sunt qui (coloro che) propulsant iniuriam · a negotiis publicis · in m agnis animis ingeniisque · consiliis diligentiaque nostra · bellum gerunt. 1 Π Η Η Ε Ι

esto, esto, estote, sunto

1. Arithm etica est disciplina n u m ero ru m (Isid.). 2. G eom etria est disciplina form arum (Isid.). 3. H istoria vita m em oriae est ( Cic.). 4. Amicitia num quam (avv.) intempestiva, num quam m olesta est (Cic.). 5. Helvetii cotidianis proeliis cum Germ anis con ten d u n t (Caes.). 6. Parva saepe scintilla m agnum excitat incendium (Curi.). 7. M aximum rem edium irae m ora est (Sen.). 8. Aeneas (nom.) bellum gerit adversus T urnum et M ezentium (Iust.). 9. Aeneas in Italiani venit et bellum gerit adversus T urnum e t M ezentium (Iust.). 10. Saturni filius m edicinam ex herbis prim us instituit (Hyg). 11. N um eri disciplinam apud Graecos prim us Pythagoras (nom.) conscribit (Isid.). 12. De im perio in Italia Pyrrhus decertat (Cic.). 13. Sine lacrimis non queo dicere (Cic.). 14. Them istocles (nom.) Graeciam liberat (Cic.). 15. Saepe (Spesso) est etiam sub palliolo sordido sapientia (Cic.). 16. Verae amicitiae sem piternae sunt (Cic.). 17. M agna saepe (spesso) intellegem us ex parvis (Cic.). 18. Prom etheus in ferula defert (porta) ignem (ilfuoco) in terras (Hyg.).

esse

Dopo aver valutato la terminazione e la funzione, tradurre

amicitiae · avaritiam · constantia · p o étaru m · poenas · po en a · sagittis · veniam · victoriarum · victoriae · victoriis · tenebrae · vigiliis · victoria · advenas · iustitiae · iustitiam · m em oriae · sententiarum · sententiis · terras · ruinis · curia · m inarum • insidiae · insidiarum · eloquentiam · inopia · pugnae · contum eliis · ira · athletarum · athletis · paeninsulae.

Tradurre le seguenti frasi

Tradurre

ESERCIZIO

constantià iustitiàque · p ropter inopiam · ad benevolentiam · in vita · cum elegantia e t copia · amicitiae nostrae m em oria · sapientiae fam a delectat · iustitiam defendit · poenas iustas persolvere · late patet avaritia * u t in fabulis est · sine iniuria vivimus · de beneficentia dicimus · sententias m em oriae m andare · de amicitia scribit · de amicitia dicere · existimare debes · n o n recte iudicas · p ro p ter invidiam · fam a discurrit • indicant tabulae · post pugnam .

ESERCIZIO

oidi Dopo aver valutato la terminazione e la funzione, tradurre

es, este

Osservazioni: — l’imperativo presente ha solo la seconda persona (singolare e plurale); - l’imperativo futuro ha solo la seconda e la terza persona (singolari e plurali).

ESERCI ZI O I

ESERCIZI

Morfologia

Ξ

L amicizia Fonte da Cicerone Argomento alcune osservazioni sull’amiàzia. L ’amicizia non giustifica eventuali colpe Genere prosa filosofica Percorsi 2 0 —¥ La società, negotium eotium; 2 8 —¥ Il pensierofilosofico

Dopo aver valutato la terminazione e la funzione, tradurre

philosophorum · offìcium · offìcii · de officiis · officia · proelia · proeliis · negotium • negotii · bonorum et m alorum · viri boni · ffindam entum iustitiae est veritas · populo Rom ano · a iustis dominis.

Amicitiam natu ra gignit1; amicitia num quam (avv.) intempestiva, num quam 1. gignit indicativo presente del verbo gigno, -is, genui, genitum, gignere che significa «generare» (in senso figurato «causare»).

5

6

Sezione prima

Morfologia

m olesta est. Verae amicitiae sem piternae sunt; non est tam en excusatio (nom.) peccati, si amici causa peccas. Amicitiam tollere e vita non debem us.

Lessico «Amicitiam natura g/gn/t» Am icitia-ae, f., significa «amicizia»; com e traslato, può voler dire «alleanza»; amiàtia deriva dall’aggettivo amicus -a -um «amico», «alleato», che si trova anche com e so­ stantivo, amicus -i. Q uest’ultim o a sua volta viene dal verbo amo, -as, -ατα, -aitm, -are «amare» (che è più intenso nel significato di diligere «amare affettuosam ente»), cui ri­ m andano altri term ini, come amabilis -e e amor -oris. T utte le parole segnalate hanno in com une la radice *AM. La radice è l’unità m inim a portatrice di significato, alla quale vanno ad aggiungersi i suffissi; le desinenze perm ettono di ricavare le infor­ m azioni gram m aticali e di individuare la funzionalità sintattica (nel caso dell’agget­ tivo amabilis, la separazione dei diversi elem enti che com pongono la parola è la se­ guente: am -a- bilis).

Sezione prima

Morfologia

Da Evandro ad Amulio Fonte Giustino Argomento Evandro, proveniente dalla regione greca dell’Arcadia, giunse nel Lazio e vi fondò una città (Pallanteo). Si alleò con Enea, quando l’eroegiunse in Italia; ilfiglio di Enea, Ascanio, fondò una nuova città sui Monti Albani, Alba Longa. Dopo Ascanio, ad Alba Longa ci furono altri dodici re, l ’ultimo dei quali fu Proca, i cui figli furono Numitore (pa­ dre di Rea Silvia, madre di Romolo e Remo) e Amulio Genere epitome storica Percorsi 3 —» Le origini leggendarie di Roma; 14 —» La storiografia Italia Saturnia appellata est (fu chiamata). Evander ab Arcadia in Italiam vènit; Evandro Faunus agros adsignat; Aeneas1Italiam vènit e t bellum gerit adversus2 T urnum e t M ezentium . Ascanius condit Longam Albam. Ad postrem um 3 N um itor et Amulius sunt reges. 1. Aeneas: nominativo maschile singolare. tro». 3. Ad postremum: «Alla fine».

2. adversus. preposizione con il caso accusativo, «con­

Lessico «Ascanius condit Longam Albam»

Definizione di alcune discipline Fonte da Isidoro di Siviglia Argomento qui Isidoro di Siviglia, vissuto nel VI-VJIsecolo d. C. e autore di una importante enciclopedia, fornisce la definizione di discipline, quali musica, geometria, astronomia, ma­ tematica, assegnando a Pitagora (VI sec. a. C.) il ruolo di primo matematico della Grecia Genere prosa erudita Percorsi 6 —>Personaggi greci; 24 —» Educazione e istruzione; 25 —» Arti, scienza, erudi­ zione Musica est disciplina de num eris1 in sonis. G eom etria est disciplina form arum . Astronom ia est disciplina stellarum. A rithm etica est disciplina num erorum . In te r disciplinas m athem atica prim a est quoniam 2nullam aliam indiget disciplinam; m usica autem e t geom etria et astronom ia arithm eticae egent3 auxilium. N um eri disciplinam apud Graecos prim us Pythagoras4 conscripsit5. 1. de numeris: qui la parola numerussa intesa come «ritmo», «cadenza». 2. quoniam: è una con­ giunzione subordinante causale, da collegare a indiget, «richiede». 3. egent «richiedono». 4. Py­ thagoras: nominativo maschile singolare. 5. conscripsit indicativo perfetto di conscribo, -is (compo­ sto dalla preposizione rum e dal verbo scribo), che significa «mettere per iscritto».

Condo, -is, condidi, conditim i, condère, com posto dalla preposizione cum e dal ver­ bo do, das, dedi, ddtum, dSre significa «m ettere insieme», «fondare», «edificare». Con il verbo condère si form a l’espressione abbastanza frequente postRomam conditam «do­ po la fondazione di Roma».

7

8

Sezione prima

Sezione prima

Morfologia

Flessione del nome: sostantivi della III declinazione ■ Aggettivi della II classe ■ Il verbo: tema del perfetto; indicativo perfetto, piuccheperfetto efuturo anteriore; in­ finito perfetto

Wm

piuccheperfetto laudav ' monu ►-eram m is audiv

-eras

-erat

-eramus

-eratis

-crani

futuro anteriore laudav ' m onu ►-ero m is audiv

-eris

-erit

-erimus

-erttis

-erint

Infinito

Modelli della III declinazione

perfetto

La III classe dei sostantivi italiani (term inazione al singolare in -e, di genere sia ma­ schile che fem m inile, che p ren d e indistintam ente al plurale la desinenza -i) deriva prevalentem ente dalla III declinazione latina. Nel passaggio dal latino all’italiano so­ no intervenuti cam biam enti più o m eno significativi: patre(m ) > padre, laude (m) > lode, fide(m ) > fede, liberiate (m) > libertà, iuvene(m ) > giovane, actione(m ) > azione, colle (m) > colle, mare > mare, exem plar > esemplare, aetate(m ) > età. In base all’ap­ partenenza ad uno dei tre m odelli della III declinazione (1. imparisillabi con u n a so­ la consonante prim a della term inazione -is del genitivo singolare; 2. sostantivi ma­ schili e fem m inili parisillabi e sostantivi imparisillabi con due consonanti prim a del­ l’uscita -is del genitivo singolare; 3. sostantivi neutri in -e, -al, -ar), le diversità nelle term inazioni sono: 1. ablativo -e; genitivo plurale -um; casi diretti del plurale neutro -a; 2. genitivo plurale -ium; 3. ablativo singolare in -i; genitivo plurale in -ium; nom inativo, accusativo e vocativo plurale in -ia. Gli aggettivi della II classe presentano tutti le seguenti term inazioni: ablativo singo­ lare in -i; nom inativo, accusativo e vocativo plurale in -ia; genitivo plurale in -ium. Il participio presente di tutti i verbi (-ans -àntis, -ens -éntis, -ens -entis, -iens -ientis) ha un a flessione analoga a quella degli aggettivi della II classe ad u n a uscita (m a l’a­ blativo singolare è in -e, se n o n ha valore di aggettivo). Es.: errans: errante (errando, mentre erra, mentre errava).

Tema del perfetto Nei verbi di form a attiva, il tem a del perfetto si ottiene togliendo la desinenza -i alla prim a persona singolare del perfetto indicativo. Dal tem a del perfetto si form ano l’indicativo perfetto, piuccheperfetto e futuro an­ teriore; il congiuntivo perfetto e piuccheperfetto; l’infinito perfetto. In particolare, le term inazioni dei tem pi dell’indicativo e dell’infinito sono:

Indicativo perfetto -eti

-ìt

-fmus

-istis

-erunt (-ere)

laudav

-isse

m onu

-isse

m is

-isse

audiv

-isse

Osservazioni: - rispetto a quello del presente, il tem a del perfetto può presentare m odificazioni notevoli (con apofonia della vocale del tem a, con raddoppiam ento, in -s, in -u, in -v, con u n a radice diversa). I tem pi del verbo esse derivanti dal tem a del perfetto (fu-) sono:

Indicativo fuTsti

fuit

fu un us

fuistis

fuerunt

piuccheperfetto fueram

fueras

fuerat

fueram us

fueratis

fuerant

futuro ant.

fueris

fuerit

fuerim us

fueritis

fuèrm t

perfetto

fui

fuèro

Infinito perfetto

ESERCI ZI O

Hi

Morfologia

fuisse

B

Analizzare le terminazioni e tradurre

ducis · duci · ducibus · ducum · hostium · hom inis · hom ines · hom inibus · virtutum · cum hom inibus · generis · laude · laudibus · servituti · legum · legem · par­ ti · civium · in civitatem · apud A thenienses · regem · tem poribus · in singulis partibus · in m agna varietate · pulchritudo corporis * in hom inum ratione · velocitate et viribus · m ultus lepos · imbecillitas consilii · a patribus.

E S E R C I Z I OI S

Tradurre i seguenti sintagmi

om nes hom ines · orator vehem ens · generi anim antium om ni · om nibus hom inibus · prò salute com m uni · fortis anim us e t m agnus · hom ines severi et graves · om ni ratio­ ne · ab hum anitate · a m ercatoribus · inter hom inem et beluam · iustitiae m unus · in veri investigatione · m ore m aiorum · apud m aiores nostros · post Cannensem pugnam · autvi au tfrau d e · hom ines cupidi splendoris et gloriae · in universi generis Im­ m ani societate · nec m edici nec im peratores nec oratores · m agna laude.

9

10

Sezione prima ESERCIZIO

Morfologia

Tradurre i seguenti sintagmi

p ropter necessitatem vitae · m agnitudo anim i · leges A theniensium · artis praecepta · ordo actionum · gloriae cupiditate · p ro p ter gloriae cupiditatem · societas hom inum • apium exam ina · in periculis e t laboribus · in hom inum vita · de opportunitate temporum · ad societatem generis hum ani · ex societate generis hum ani · contra m orem consuetudinem que civilem · in universi generis hum ani societate · m agna vis orationis • oratio conciliat hom ines et coniungit naturali societate · ferae sunt rationis e t oratio­ nis expertes · cari sunt parentes, cari liberi · fortes et m agnanim i propulsant iniuriam • corporis viribus · venustas et pulchritudo corporis · p ro p ter infìrm itatem valetudinis. ESERCIZIO

Tradurre le seguenti frasi

1. 2. 3. 4.

Fundam entum est iustitiae fides (nom.) ( Cic.). H abent insidias hom inis blanditiae mali (Phaedr.). Phaedra, Thesei uxor, H ippolytum privignum suum adamavit (Hyg.). Historia testis tem porum , lux veritatis, vitae m em oria, magistra vitae, nuntia vetustatis est (Cic.). 5. Dux atque im perator vitae m ortalium anim us est (Sali.). 6. Pausanias (nom.) m agnam belli gloriam turpi m orte maculavit (Nep.). 7. Festinatio im provida est et caeca (Liv.). 8. Vita mors, divitiae paupertas, om nes hom ines perm òvent (Cic.). 9. Veniet tem pus, et quidem celeriter, sive retractabis sive properabis; volat enim aetas (Cic.). 10. Pergite anim o forti, Lacedaem onii, hodie (oggi) apud inferos fortasse (forse) cenabimus (Cic.). 11. Dom ina om nium e t regina est ratio (Cic.). 12. In tyrannorum vita nulla fides, nulla caritas, nulla stabilis (gen.) benevolentiae est fi­ ducia (Cic.). 13. Viri fortes et m agnanim i veritatis amici m inim eque fallaces sunt (Cic.). 14. In tranquillo tem pestatem adversam optare dem entis est (Cic.). 15. Iustitiae partes sunt n o n violare hom ines, verecundiae non offendere (Cic.). 16. Om nis actio vacare d eb et tem eritate et neglegentia (Cic.). 17. Veritas odium parit, obsequium amicos (Romulus). 18. Haec (Queste) sunt opera m agni anim i e t excelsi et prudentiae consiliique fidentis (Cic.).

L’asino con la pelle di leone Fonte da Aviano Argomento un asino, indossata la pelle di un leone, mette lo scompiglio tra gli animali che pascolano. Il contadino prende l ’asino per l ’orecchio e gli dice dò che pensa Genere favolistica Percorsi 2 —> La favola

Sezione prima

Morfologia

m unia m itibus feris e t turbabat pavidas p er ru ra boves. R usticusasinum dep re h e n d it ma­ gna ab aure, corripit vinculis verberibusque dom at e t increpat m iserum : «Forsitan ignotos fallas, at m ihi2 sem per asellus eris». 2. mihi: «per me».

Lessico «miserum caput pressit»

Prem o, -is, pressi, pressimi, p rem ere significa «premere», «com prim ere», «stringe­ re»; con idea di violenza, «opprim ere», «abbattere»; detto del coprire celando, «na­ scondere». I composti con preposizione più com uni sono: comprìmere «chiudere», «trattenere», «frenare»; deprìmere «prem ere giù»; exprimere «far uscire»; imprimere «prem ere sopra»; opprimere «schiacciare»; reprimere «spingere indietro»; supprìmere «abbattere». La form a intensiva di premere è pressare (presso, -as, -avi, -atum, are). Il so­ stantivo oppressio -onis, f., è il «prem ere contro», Γ«oppressione», la «prepotenza». In italiano: prem ere, pressare, im pressione, espressivo, espresso, reprim ere...

Il leone che ricorda Fonte da Romulus Argomento un pastore cura un leone, che a distanza di tempo saprà dimostrargli la sua riconoscenza Genere favolistica Percorsi 2 —> La favola Leo errans1spinam calcavit; ilico2 ad pastorem venit et dixit: «Auxilium a te im­ ploro, non indigeo esca e t hom inis posuit in grem io pedem ». Pastor spinam exem it pede. Redit3 in silvas leo. Post4 autem pastorem falso incusant crim ine e t bestiis proiciunt. Passim dum discu rru n t ferae, agnovit leo e t posuit pedem in grem io pastoris. Rex leoni pepercit et m ansuetum pastorem dimisit parentibus. 1. errans:. «vagando qua e là», «mentre vagava qua e là». 2. ilico: avverbio. 3. Redit. «Ritorna» (presente indicativo di redeo, -is). 4. Post. «In seguito»; qui è avverbio (più frequentemente ha il valore di preposizione con l’accusativo: «dopo»).

Lessico «non indigeo esca»

Exuvias asinus Gaetuli fo rte1 leonis rep p erit et induit; aptavit suis m em bris in­ congrua tegm ina e t m iserum caput pressit tanto honore. Asinus calcabat pabula comforte. avverbio, «per caso».

Indigeo, -es, indigui, indigére (form a com posta d a ind- e egeré) vuol dire «m ancare di», «aver bisogno di» ed è costruito con il caso ablativo (esca). In italiano: indigente (che m anca del necessario per vivere), indigenza.

11

12

Sezione prima

Morfologia

Pandora e Prometeo Fonte da Igino Argomento Prometeo e Vulcano plasmarono con il fango l’uomo e la donna; a quest'ulti­ ma, Minerva e gli altri dèi diedero molti doni. Prometeo consegnò il fuoco agli uomini; alla fine Zeus, adirato con lui, lofece legare ad una rupe del Caucaso egli mise accanto u n ’aquila che ogni giorno gli divorava il fegato, finché Ercole uccise l’aquila Genere mitografia Percorsi 1 —» Il mito Prom etheus, Iapeti filius, prim us hom ines ex luto fìnxit. Postea Vulcanus ex lu­ to m ulieris effigiem fecit e t m ulieri M inerva anim am dedit, ceterique dii dona d e d e ru n t et Pandoram nom inarunt. Prom etheus in ferula detulit1 ignem in terras hom inibusque monstravit. M ercurius deligavit Prom etheum in m onte Caucaso ad saxum clavis ferreis e t aquilam apposuit; aqui­ lani Hercules (nom.) post m ultos annos interfecit. 1. detulit: «offri» (perfetto indicativo di defero).

Lessico «mulieri Minerva animam dedit... dii dona dederunt»

Do, das, dSdi, dàtum, dSre «dare», «consegnare» contiene la radice *DO «dare», la stessa del sostantivo donum -i «dono». A nche il nom e Pandora (la prim a do n n a che Vulcano plasmò dalla terra e che gli dèi dotarono di tutte le grazie) è com posto dal­ l’aggettivo greco che significa «tutto» e dalla radice *DO di donum. Il verbo dare ha un gran num ero di composti con preposizione, come ab-dére, e-dére, per-dére, tra-dére. In italiano: data, dato, editore, perdere, proditore, tradizione...

! supplizio rii Tantalo Fonte da Igino Argomento Giove aveva ammesso Tantalo alla mensa degli dèi e gli aveva concesso di ve­ nire a conoscenza delle sue decisioni, che Tantalo a sua volta comunicò agli uomini. Per que­ sto deve subire una punizione terribile: pur essendo immerso nell’acqua, non riesce a bere e i fratti che pendono da un albero gli sfuggono, quando egli cerca di afferrarli Genere mitografia Percorsi 1 —» Il mito Tantalus, Iovis et Plutonis filius, procreavit ex D ione Pelopem . Iuppiter Tantalo concredere1 sua consilia solitus e rat e t ad epulum deorum adm ittere, quae2 Tantalus ad 1. concredere, «affidare».

2. quae. «le quali» (decisioni).

Sezione prima

Morfologia

hom ines renuntiavit; ob id3 Tantalus ad inferos in aqua corpore stat sem perque sitit4 et cum 5 haustum aquae vult6 sum ere, aqua recedit. Item pom a Tantalo super caput pen­ denti cum (quando) Tantalus pom a vult sum ere, ram i, vento m oti7, recedunt. Item 8 saxum super caput Tantali ingens pendei. 3. ob id: «per ciò». 4. sitit. indicativo presente di sitio, -is, «aver sete». 5. cum: congiunzione su­ bordinante temporale, «quando». 6. vult: indicativo presente (3a singolare) del verbo volo, vis, volui, velie, «volere». 7. moti: «mossi» (participio perfetto del verbo mooeo, -es, movi, motum, movere «muovere»). 8. Item: avverbio, «similmente», «allo stesso modo».

Lessico «poma Tantalo super caput pendent... saxum super caput Tantali ingens pendei»

Il verbo pendeo, -es, pepèndi, pendere significa «pendere», «penzolare»; con l’idea dell’incom bere, «essere sospeso», «sovrastare»; in senso traslato e riferito all’incer­ tezza, vuol dire «essere incerto». Pendeo è la form a intensiva (nel senso che indica lo svolgersi dell’azione in m odo intenso; per esem pio, pelle significa «percuotere», m en­ tre la sua form a intensiva pulso «percuoto con forza») di pendo, -is, pependi, pensum, pendere, che vuol dire «pesare», «esaminare», «pagare» (stìpendium significa «pagare» il soldo alle truppe, dopo averlo «pesato»). Da pendere vengono dependere «essere ap­ peso», im-pendère «sovrastare», propendere «pendere verso»; da pendetesi h a n n o com­ posti com e dependere «pagare», expendere «pesare», «spendere»; impensa -ae «spesa». In italiano: pendere, pendola, pensilina, appendice, dipendenza, penzolare (da pen­ deo)·, peso, pensare (che è un «pesare con cura»), com pendio, com penso, pensione, perpendicolare (da pendo)...

Fonte da Igino Argomento a causa dell’ira di Diana l ’eseràto greco, guidato da Agamennone, non riusci­ va a salpare da Aulide (città della Beozia). Consultati gli aruspici, l ’indovino Calcante ri­ spose che Tira della dea sarebbe stata placata con il sacrificio di Ifigenia, la figlia di Agamennone. Allora Ulisse, ingannandola, portò Ifigenia ad Aulide, perché si procedesse al sacrificio; solo all’ultimo momento la fanàulla fu salvata da Diana Genere mitografia Percorsi 1 —>Il mito In Aulide tem pestas duces Graecos ira Dianae retinebat, qu o d 1Agam em non in venatione cervam deae violaverat. Agamemnon haruspices convocavit et Calchas respondit Iphigeniam, filiam Agamemnonis, immolare. Agamemnon recusavit. Time Ulixes ad Clytaemnestram, m atrem Iphigeniae, venit et ffaude Iphigeniam in Aulidem adduxit. Diana virginem miserata est2, caliginem Graecis obiecit cervamque prò Iphigenia suppostili. Diana Iphigeniam per nubes in terram Tauricam detulit3 ibique templi sui sacerdotem fecit. 1. quod: congiunzione subordinante causale, «poiché». 2. miserata est «ebbe compassione» (il verbo è costruito con il caso accusativo). 3. detulit. «trasportò».

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Sezione prima

Sezione prima

Morfologia

Lessico «Agdmemnon haruspices convocavi»

H aruspex -Icis, m., è u n a parola com posta da haru e dal verbo spedo «osservo»; sul pri­ m o elem ento, c’è da dire che in etrusco significa «fegato» e, di conseguenza, l’aru­ spice è «colui che osserva il fegato». Si tratta di un sostantivo proprio dell’arte divi­ natoria, cioè della disciplina che riguardava la predizione del futuro attraverso l’in­ dagine di precisi elem enti. Per esem pio, il sostantivo auspicium è com posto da avis «uccello» e spedo «osservo» (il volo degli uccelli, ovvero la direzione di volo, serviva a ricavare indizi su ciò che sarebbe avvenuto); anche il sostantivo exti-spex -spicis, m., si­ gnifica «colui che osserva le viscere» (exta -orum, n., «viscere»). D unque, Γharuspex è l’«aruspice», Yharuspiana l’«arte dell’aruspice». In italiano: aruspice, aruspicina, au­ spicare, auspicio...

Fonte da Igino Argomento offeso da Agamennone, che gli aveva tolto la schiava Briseide, Achille si era ri­ tirato dalla guerra contro i Troiani. Solo dopo la morte del caro amico Patroclo, egli derise di tornare alle armi e uccise Ettore, il cui cadaverefu poi seppellito da Priamo Genere mitografia Percorsi 1 —> Il mito A gam em non Briseidam, Brisae sacerdotis filiam, ex Moesia captivam p ropter form ae dignitatem ab Achille abduxerat. O b iram Achilles in proelium non prodibat1 sed cithara in tabernaculo se exercebat. Achilles arm a sua Patroclo tradidit, quibus2 Patroclus Troianos fugavit. Postea H ector interfecit Patroclum . Achilles cum Agam em none rediit in gratiam et A gam em non Briseidam Achilli reddidit. Thetis m ater a Vulcano arm a Achilli impetravit, quibus Achilles H ectorem occidit, adstrixit ad currum 3 et traxit circa m uros Troianorum . Priam us in castra D anaorum venit, filli corpus accepit et sepulturae tradidit. 2. quibus: «con le quali».

spazio, luogo, tem po). La fo rm a intensiva è tracto, -as, -avi, -atum, -are «trascinare con violenza», che presenta form e com poste con variazione vocalica, del tipo ob-trectare «denigrare» e re-tractare «riprendere in m ano». In italiano: trarre, trascinare, trat­ tam ento, trattato, trazione, treno, astratto, contratto, stracciare, strazio... A nche le voci inglesi trainer («trascinatore» di u n a squadra sportiva) e training («trascina­ m ento» del personale verso l’attività professionale specifica; oppure, «trascina­ m ento», «rilassamento» dei m uscoli) d ip en d o n o dal latino trahere.

Antichi re d’Italia Fonte da Giustino Argomento dopo Evandro, anche Enea giunse in Italia e sposò Lavinia. Suofiglio Ascanio fondò Alba Longa, sulla quale regnarono numerosi refino ai duefratelli Numitore ed Amulio Genere epitome storica Percorsi 3 —>Le origini leggendarie di Roma; 14 —> La storiografia

L’ira di Achille

1. prodibat «si recava».

Morfologia

3. adstrixit ad currum: «lo legò al carro».

Lessico «Achilles Hectorem occidit... et traxit circa murosTroianorum»

Traho, -is, traxi, tractum, trahére significa «trarre», «trascinare»; con valore trasla­ to, «attirare», «assumere», «dedurre». I com posti con preposizione sono parecchi: abs-trahere «trascinare via», at-trahere «tirare a sé» (da ad + trahere), con-trahere «rac­ cogliere» (da cum + trahere), de-trahere «tirare giù», dis-trahere «tirare via», ex-trahere «tirare fuori», per-trahere «trascinare», pro-trahere «tirare avanti», re-trahere «tirare in­ dietro», sub-trahere «tirare sotto». Il sostantivo è tractus -us, m., «tiro», «tratto» (di

Italiae cultores prim i Aborigines fuerunt, q u o ru m 1 rex Saturnus fuit. Italia Saturni nom ine Saturnia appellata est. Evander ab Arcadiae urbe in Italiani venit; Evandro Faunus agros e t m ontem , quem 2 Evander postea Palatium appellavit, benigne adsignavit. Aeneas (nom.) ab Ilio in Italiani venit et Laviniam uxorem duxit; postea bellum gessit adversus T urnum , regem Rutulorum , et M ezentium, Etruscorum regem . Ascanius condidit Longam Albani, quae3 caput regni fuit. Post m ultos reges, ad postremum, N um itor (nom.) e t Amulius regnum habuerunt. 1. quorum, «dei quali». 2. quem. «il quale» (accusativo maschile singolare del pronome relativo qui, quae, quod) 3. quae. «la quale» (nominativo femminile singolare).

Lessico «Evandro Faunus agros... adsignavit»

Ager agri, m., significa «campo», «podere», «terreno»; detto di uno Stato, «territo­ rio»; se si contrappone a città, vuol dire «campagna»; se si contrappone al m are, «ter­ ra». Ad ager rim andano agrestis -e «attinente alla campagna» («selvaggio», «selvatico» se si oppone a «domestico»); agri-cola -ae, m., «agricoltore». Il diminutivo di agerè agellus -is «campicello». Dall’avverbio peregre, form ato da pere da ager «fuori della città» derivano peregrinus -a -um «straniero», «forestiero», «esotico». Per indicare il «campo» esistono diversi altri term ini, ciascuno con un a specifica connotazione sem antica (rus ruris, n., praedium -ii, n., campus -i, m. etc.). In italiano: agrario, agreste, agrim ensore, agronom o, pellegrino...

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Sezione prima

Sezione prima

Morfologia

Valore degli Spartani

Morfologia

LA C C If Va «9a·}IV» «puerorum ingenuorum insignia»

Fonte da Cicerone Argomento il re spartano Leonida fu alla guida dell’esercito nella guerra contro i Persiani e nel 480 a.C. difese valorosamente il passo delle Termopili. Gli Spartani in genere, uomini e donne, si mostrarono molto coraggiosi, come testimoniano alcune loro battute Genere aneddotica Percorsi 5 —> Oriente e Oreria; 12 S Il valore militare Leonidas, dux Lacedaem oniorum , dixit: «Pergite anim o forti, Lacedaem onii, hodie1apud inferos fortasse2 cenabimus». Fuit gens fortis, dum 3 Lycurgi leges vigebant. E Lacedaem oniis unus, cum Perses hostis in colloquio dixit: «Solem prae4 iaculorum m oltitudine e t sagittarum n o n videbitis», «In um bra igitur» inquit «pugnabimus». Viros com m em oro. Lacaena m ater filium in proelium misit et, postquam interfectum 5audivit, dixit: «Genueram filium, ut6 p rò patria m ortem non dubitaret occumbere». 1. hodie. avverbio, «oggi». 2. fortasse. avverbio, «forse». 3. dum: «congiunzione subordinante con l’indicativo {vigebant): «finché». 4. prae. preposizione con l’ablativo (multitudine) per indi­ care la causa impediente: «a causa». 5. interfectum: «che era stato ucciso». 6. u t congiunzione subordinante da unire a dubitaret «affinché non esitasse».

Tarquinio Prisco Fonte da De viris illustribus Argomento secondo la leggenda, il quinto re di Roma altri non era che ilfiglio di Demarato, re di Corinto. La moglie Tanaquil, esperta di predizioni, interpretò fovorevolmente un certo prodigo. Segue la descrizione di alcune istituzioni rivili e militari di Tarquinio Prisco (616578 a.C.) Genere biografia Percorsi 4 —¥ Ire; 1 0 —¥ La biografia; 27 —¥ Il sentimento religioso Lucius Tarquinius Priscus, Dem arati C orinthii filius, Rom am petiit. Tarquinio aquila pilleum sustulit1, alte volavit et reposuit. Tanaquil coniux, auguriorum perita, regnum m arito portendit. Tarquinius pecunia et industria dignitatem atque etiam Anci re­ gie fam iliaritatem obtinuit; deinde regnum intercepit. C entum ( Cento) patres in curiam legit; equitum centurias num ero duplicavit; Latinos bello dom uit. Circum m axim um aedificavit e t ludos m agnos instituit. De Sabinis et priscis Latinis triumphavit. M urum lapideum urbi circum dedit. Filium XIII an n o ru m praetexta bullaque donavit, puerorum ingenuorum insignia. Post2Anci liberi p er percussores regia exciunt et interficiunt. 1. sustulit perfetto di tallo, -is.

2. Post ha valore avverbiale, «In seguito».

Il sostantivo insigne -is significa «contrassegno». È form ato dal prefisso in e dal so­ stantivo signum -i, n., «segno», «insegna»; con valore figurato, «indizio», «prova». Da signum viene il verbo signo, -as, -avi, -atum, -are «lasciare un segno», che ha num erosi composti con preposizione, come as-signare, con-signare, designare, ob-signare. L’aggettivo insignis -esignifica «riconoscibile»; signi-fer-fera -ferumè «chi porta i signa». In italiano: segno, segnale, significante, significato, antesignano, disegno...; i prestiti inglesi: de­ sign (disegno industriale) e designer (tecnico di design).

Servio Tullio Fonte da De viris illustribus Argomento Servio Tullio, re di Roma dal 578 al534 a. C., cercò di prevenire, ma senza riu­ scirci, l ’ambizione del genero Tarquinio il Superbo Genere biografia Percorsi 4 S Ire; 10 S La biografia; 27 S II sentimento religioso Servius Tullius filiam alteram ferocem , m item alteram habebat, e t Tarquinii filios pari anim o videbat: ferocem miti, m item feroci in m atrim onium dedit. Sed mites seu forte seu fraude p e rie ru n t1; feroces m orum similitudo coniunxit. Statini Tarquinius Superbus advocavit senatum e t regnum patrium repetere coepit. U t Servius audivit, ad curiam properavit, sed percussores Tarquinii eum 2 interficiunt. Tullia statini in forum properavit e t prim a coniugem regem salutavit. Tullia dom um rediit et super patris cor­ pus carpentum agere praecepit: u n d e Rom ani vicum Sceleratum dicunt. 1. perierunt perfetto di pereo.

2. eum: «lui» (accusativo maschile singolare del pronome is, ea, id).

Lessico «Romani vicum Sceleratum dicunt»

Sceleratus -a-um «macchiato dal delitto», «scellerato», «empio» viene dal verbo sede­ rò, -as, -avi, -atum -are «macchiare», «contam inare con u n delitto»; a sua volta, scelero, -as rim anda a scelus -eris, n., «scelleratezza», «azione empia», «disgrazia». Abbastanza frequente è l’aggettivo scelestus -a -um «scellerato», «empio», «malvagio». In italiano: scellerato, scelleratezza...

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Sezione prima

Sezione prima

Morfologia

Il suicidio di Lucrezia Fonte da De viris illustribus Argomento Collatino, marito di Lucrezia, si tnrva ad Ardea con altri giovani principi; sor­

ta una discussione sul comportamento delle rispettive mogli, essi deridono di andarle a visi­ tare a sorpresa. A differenza delle altre, Lucrezia è l'unica dedita ai lavori domestici. Successivamente, Sesto Tarquinio, invaghitosi di Lurrezia, si reca a Collazia (presso Roma) e la violenta. Lucrezia, dopo aver raccontato l ’accaduto al padre, al marito e ad altri conve­ nuti, si uccide. A questo episodio si collega la cacciata dei Tarquini da Roma (509 a.C.) Genere biografia Percorsi 4 —» / re; 10 —» La biografia; 23 —>Donne celebri Tarquinius Collatinus in contubernio iuvenum regiorum A rdeae1 erat, ubi in convivio iuvenes coniugem suam2 laudabant. Itaque equis Romam petunt. Regias nurus3 in convivio e t luxu4 dep reh en d u n t. Inde Collatiam5 p etu n t e t Lucretiam inter ancillas in lanificio offendunt. Tarquinius Sextus nocte Collatiam rediit6, in dom um Collatini venit, cubiculum Lucretiae irru p it e t pudicitiam expugnavit. Lucretia postero die7 advocavit patrem et coniugem , rem 8 exposuit et se cultro occidit. fili9 in exitium regum coniuraverunt eorum que exsilio10 necem Lucretiae vindicaverunt. 1. Ardeae. «ad Ardea», città dei Rutuli, antica popolazione del Lazio. 2. coniugem suam: «le loro mogli». 3. nurus: accusativo femminile plurale, «nuore», «promesse spose». 4. luxu: ablativo singolare di luxus -us (IV declinazione), «lusso», «comportamento smodato». 5. Collatiam: «Collazia», cittadina nei pressi di Roma. 6. rediit. «tornò». 7. postero die. «il giorno seguente». 8. rem: accusativo singolare, «il fatto». 9. Itti: «Loro». 10. eorumque exsilio. «e con il loro esilio», cioè «mandandoli in esilio».

Lessico «in lanificio offendunt»

Il verbo offendo, -is, offendi, offensum , o ffendere significa «urtare», «battere», «per­ cuotere»; detto dell’incontrarsi con qualcuno, «imbattersi», «incontrare»; detto del recare offesa, «offendere». Com e intransitivo, i significati vanno da «urtare in», «non riuscire» a «rendersi odioso». In italiano: il significato di «offendere» si è circoscritto a «danneggiare qualcuno con oltraggi, ingiurie»...

Morfologia

Hamilcaris, Saguntum , Romanis foederatam , evertit; tum in Italiani traiecit. P. Scipionem apud Ticinum, Sem pronium Longum apud Trebiam, Flam inium apud Trasim enum , Paulum e t V arronem ap u d Cannas superavit. Ad tertium ab urbe lapidem castra posuit, sed tem pestates reppulerunt. Prim um Fabius Maximus, deinde Valerius Flaccus eum 1 reppulerunt, Gracchus e t Marcellus fugaverunt. In Africani revocatus2, a Scipione superatus, prim um ad Antiochum , regem Syriae confugit, deinde ad Prusiam, regem Bithyniae, concessit, postrem o hausit venenum , quod sub gem m a anuli habebat. 1. eum: «lui» (accusativo maschile singolare del pronome is, ea, id). 2. revocatus: come il succes­ sivo superatus («battuto»), è un participio passato (forma passiva), «richiamato».

Lucio Licinio Lucullo Fonte da De viris illustribus Argomento «luculliano», detto di un pranzo, vuol dire «molto ricco», «fastoso». La defi­

nizione proviene da Lucio Licinio Lucullo, il comandante romano che si distinse nella guer­ ra contro Mitridate (altrettanto leggendario sovrano dell’Asia), che fu battuto nel 71 a.C. Maniaco del lusso e degli oggetti d ’arte, alla fine Lucullo divenne pazzo e mori nel 56 a.C. Genere biografia Percorsi 10 —> La biografia; 13 —>I Romani e gli altri Lucius Licinius Lucullus nobilis, disertus et dives fuit. Praetor Africani iustissim e1 rexit. Adversus M ithridatem missus2, collegam suum Cottam liberavit, Cyzicum obsidione solvit. M ithridatis copias ferro e t fame afflixit et regno suo, id est Ponto, expulit. M ithridatem rursum 3 cum Tigrane, rege A rm eniae, m agna felicitate superavit. Nimius in habitu4, m axime signorum et tabularum am ore flagravit. Post cum alienata m ente desipere coepisset5, tutelam eius6 M. Lucullus frater habuit. 1. iustissime. grado superlativo dell’avverbio iuste. 2. missus: participio passato (forma passiva), «mandato». 3. rursum: avverbio, «di nuovo». 4. in habitu: ablativo singolare di habitus-us (IV de­ clinazione), «modo di vestire», «contegno». 5. coepisset. congiuntivo retto dal precedente cum: «poiché cominciò». 6. eius. «di lui» (genitivo maschile singolare del pronome is, ea, id).

Lessico Annibale Fonte da De viris illustribus Argomento in pochi tratti è percorsa tutta la vita delfamoso generale cartaginese (247-183

a.C.), dal giuramentofatto al padre Amilcare di odiare per sempre i Romani, alle vittorie del Ticino, della Trebbia, del Trasimeno e di Canne; dalle sconfitte sempre più pesanti subite in Italia, al ritorno in Africa, alla fuga in Siria e in Bitinia, fino al suicidio Genere biografia Percorsi 1 0 —>La biografia; 11 —» L ’esercito, la guerra, l ’imperialismo romano H annibal, Hamilcaris filius, odium in Romanos perenne iuravit. Post m ortem

«cum alienata mente desipere coepisset»

Desipio, -is «vaneggiare» è un com posto del verbo sapio, -is, sapii (o sapivi, o sapui), sa­ pere che, in senso proprio, significa «aver sapore», come traslato «aver senno», «in­ tendere». Se significa «aver sapore», sapere si costruisce con il caso accusativo. A sa­ pere rim andano i term ini sapidus -a -um «saporito», «saggio»; sapiens sapientis «assen­ nato», «saggio»; sapientia -ae «saggezza»; sapor-oris «sapore», «gusto»; in-sipidus -a -um e insipiens -entis «insipido» e «sciocco». Re-sipiscere vuol dire «ravvedersi». In italiano: sapere, sapido, sapiente, sapore, sapienza, assaporare, consapevole, dissapore, insipi­ do, resipiscenza, rinsavire, saccente, scipitezza...

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Sezione prima

Sezione prima

Morfologia

Morfologia

Il com plem ento di causa (che indica la causa da cui è determ inata l’azione del ver­ bo) è espresso in ablativo sem plice, oppure con l’accusativo preceduto dalle prepo­ sizioni ob o propter; la cosiddetta causa im pediente —causa che impedisce lo svolgi­ m ento dell’azione - si trova espressa in ablativo con la preposizione prae. Le proposizioni causali esplicite sono introdotte da congiunzioni com e quia, quod, quoniam (poiché), quandoquidem, siquidem (dal momento che), seguite dal m odo in­ dicativo (o dal congiuntivo). Es.: Caesar prosequi vetuit quod loci naturam ignorabat ( Caes.): Cesare vietò di avan­ zare poiché non conosceva la natura del luogo.

Flessione del nome: sostantivi della IV e della V declinazione ■ E verbo: tema del supino ■ Sintassi: determinazioni e proposizioni temporali e causali

Nomi della IV e della V declinazione La term inazione del genitivo singolare dei sostantivi della IV declinazione è -us. Num erosi term ini si riferiscono al m ondo politico e militare: consulatus -us il consolato equitatus -us la cavallerìa cursus -us la carriera exercitus -us l ’esercito magistratus -us il magistrato im petus -us l ’assalto Senatus -us il Senato peditatus -us la fanterìa Il sostantivo della V declinazione res rei, f., precisa il suo significato attraverso l’ag­ gettivo che lo accompagna: res adversae le avversità res militaris l ’arte militare res divinae il culto res novae la rivoluzione res fam iliaris il patrimonio res publica lo Stato res frumentaria i viveri res rustica l ’agricoltura res gestae le imprese res secundae il successo

Tema del supino Dal tem a del supino, che si ottiene togliendo la term inazione -um al supino attivo, derivano: - il supino attivo in -um: laudatim i / m onitum / missum / audltum - il participio perfetto (form a passiva): laudati» -a -um / m onitus -a -um / m issus -a -um / auditus -a -um - il participio futuro: laudatiti-us (-a -um) / moniturus / m issurus / auditori» - rin fin ito futuro: laudatiti-um (-am -um, -os -as -a) esse etc.

Determinazioni e proposizioni temporali e causali Il com plem ento di tem po determ inato si trova in ablativo semplice, oppure con la pre­ posizione in (hieme in inverno·, in pugna durante la battaglici), m entre il com plem ento di tem po continuato in accusativo, prevalentem ente con la preposizione per (per to­ tani hiemem per tutto l ’inverno). Alcune preposizioni (ante, post, sub con l’accusativo, a / ab con l’ablativo) servono anche per esprimere determ inazioni temporali. Le proposizioni tem porali esplicite sono introdotte da congiunzioni come cum (quando), ut, ubi, ubi primum, statini ut (appena), quotiens (ogni volta che), antequam, priusquam (prima che), postquam (dopo che), dum (mentre, fin tanto che), costruite con i tem pi dell’indicativo. Es.: H ostes ubi Afranius conspexit aciem instruit ( Coesi): Appena Afranio vide i nemici schierò l ’eseràto.

ESERC IZIO

Analizzare le terminazioni e tradurre

aciem · rebus * m etu · exercituum · reditu · rerum divinarum et hum anarum · im­ peti! * sensu · cursum · rebus · effigici · quercuum · exercitui · m anu · re familiari • vultus · sum ptu · sum ptui · dom inatu · fr uctuum · res familiaris · domus.*12345678

Tradurre i seguenti sintagmi in gestu m otuque · exercitus im petus · arboris fructus · e po rtu · m otu anim i · motus anim i · prospero flati! · interitus exercituum · sp esetm etu s · ad veritatem et ad fidem · exitus tyrannorum · Iovis iussu · aut spe aut m etu · multis in rebus · prò deorum fidem atque hom inum * rei publicae causa · m aiores natu · in rebus prosperis · in nostra re publica · m anu cum hoste confligere · totius vitae cursum videre · in prom ptu esse · ad vitae cultum · frugum fructuum que perceptio · sine hom inum la­ bore et m anu · de interitu hom inum .

ESERCIZIO

Tradurre i seguenti sintagmi

in dom inatu unius · se rei publicae tradere · orbati sumus rei publicae m uneribus · aliis de rebus disserere soleo · ad usum hom inum atque vitam · sine hom inum labore et m anu · sine hom inum coetu · conspiratione hom inum atque consensu · de interi­ tu hom inum · bestiarum ictus, morsus, im petus · in lacubus et flum inibus · sine usu et exercitatione « cum cupiditate et m etu · consilio senatus · de gradu · vir dignus de principatu · ad usum · ad vitae cultum · aut terrae m otu aut vetustate.

ESERCIZIO

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

Tradurre le seguenti frasi

H om o rationis particeps causas reru m videt (Cici). Mettis atque m aeror civitatem invaserunt (Sali). Priam us Iovis iussu in castra D anaorum venit e t filli corpus accepit (Hygi). M agna vis est fortunae vel secundas ad res vel adversas ( Gei). Parva necat m orsu spatiostim vipera taurum (Ovidi). Aquila in sublimi quercu nidum fecerat (Phaedri). Tecta cadunt aut terrae m otu aut vetustate ( Cici). Ductus aquarum , derivationes flum inum , agrorum inrigationes, moles oppositas fluctibus, portus m anu factos sine hom inum opere habere non possumus ( Cici).

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Sezione prima

9. Victus e t cultus hom inum distai a vieta et cultu bestiarum (Cic.). 10. Frugum fructuum que perceptio et conservatio sine hom inum cura nulla est (Cic.). 11. Cyzicum, nobilis civitas, arce, m oenibus, p o rtu turribusque m arm oreis Asiaticae plagae litora illustrai (Fior.). 12. O ppida c o n d e b a n tin Latio, Etrusco ritu, m ulti, id est (cioè) iunctis bobus (Varr.). 13. L. Q uintius C incinnatus dictator L. M inucium consulatum deponere coègit (Paris). 14. Philosophia est divinarum hum anarum que rerum scientia (Isid.). 15. Caesar ab opere legiones revocai, equitatum om nem convenire iubet, aciem instruit (Caes.). 16. O m nibus in rebus sim ilitudo m ater est satietatis (Cic.). 17. Multi faciunt m ulta, tem eritate, sine iudicio, im petu anim i incitati (spinti) (Cic.). 18. Pestifera bella civilia gravis e t fortis civis e t in re publica dignus principatu fugiet (Cic.).

ESERCIZIO

Sezione prima

Morfologia

Temporali e causali

1. Hamilcar, postquam in Hispaniam venit, m agnas res secunda gessit (da gero, -is) for­ tuna (Nep.). 2. P ervertunt hom ines fundam enta naturae cum utilitatem ab honestate seiungunt (Cic.). 3. Iam ver appetebat cum H annibal ex hibernis movit (Lia). 4. Lucius Brutus filios suos, quod de proditione cogitabant, securi percussit (Paris). 5. Q uod hosti appropinquabat, consuetudine sua Caesar sex legiones expeditas ducebat (Caes.). 6. Ubi hostes ad legatos exercitum que pervenerunt, universi se ad pedes proiciunt (Caes.). 7. Vercingetorix ubi de Caesaris adventu cognovit, oppugnatione desistit (Caes.). 8. Tunc quoque cum crescimus, vita decrescit (Sen.). 9. Epicurus ex animis hom inum extraxit radicitus religionem , cum diis im m ortalibus et opem e t gratiam sustulit (ha tolto) (Cic.). 10. O ppidani, simul atque (appena) signa nostra viderunt, portas a p e ru e ru n t (Caes.). 11. Proelium fuit vehem ens, quod Rom ani ira odioque pugnabant (Liu). 12. Statui res gestas populi Rom ani perscribere, eo magis quod (tanto più perche) a spe, m etu, partibus rei publicae anim us liber erat (Sali.).

Morfologia

tres, Dialem M artialem Q uirinalem , e t Salios, Martis sacerdotes, instituit, pontificem m aximum creavit, portas Iano gem ino aedificavit. A nnum in duodecim menses distribuit, leges quoque plures e t utiles tulit1; om nia iussu Egeriae nym phae, uxoris suae, se facere simulabat. N um a in Ianiculo sepultus est2, ubi post annos hom o nom ine Terentius arculam cum libris exaravit. Libri, quia sacrorum causas continebant, ex auctoritate patrum crem ati sunt3. 1. tulit. «propose».

2. sepultus est «fu seppellito».

3. cremati sunt «furono bruciati».

Lessico «Post consecrationem... sacra plurima instituit... Salios, Martis sacerdotes, instituit... quia sacrorum causas continebant»

Le parole evidenziate, consecrationem , sacra, sacerdotes, sacrorum si riconducono all’aggettivo sacer, sacra, sacrum «sacro», «consacrato» e, con accezione negativa, «esecrando», «detestabile» (come nell’espressione virgiliana auri sacra farms «la ma­ ledetta fam e dell’oro»). Alla stessa radice *SAK di sacer, si riconducono sacerdos -otis, m. e f., «sacerdote»; sacramentum-i «garanzia», «pegno»; sacrarium-ii «sacrario» (luo­ go in cui si custodivano le cose sacre); sacrificium -ii «sacrifizio»; i verbi sacrifico, -as «sa­ crificare» e sacro, -as «consacrare»; diversi altri term ini, come sacellum -i «luogo sacro», «piccolo santuario»; sacrilegus -a -um, propriam ente «colui che ru b a gli oggetti sacri». In italiano: sacro, sacello, sacerdote, sacrificare, sagra, esecrare...

Solo contro tutti Fonte da De viris illustribus Argomento Porsenna, re della città etnisca di Chiusi, appoggiò i Tarquini (508 a. C.), ma fu costretto a cedere di fronte all’eroismo di Orazio Coelite che difese da solo il ponte Sublicio (sublicius -a -um significa «fatto di travi») Genere biografia Percorsi 1 0 —> La biografia; 12 —>Il valore militare

Il re sacerdote Fonte da De viris illustribus Argomento Numa Pompilio, il secondo re (715-673 a.C.) di Roma, si distinse per le istitu­ zioni religiose e civili e si circondò di una certa aura di sacralità, facendo credere di essere ispi­ rato dalla ninfa Egeria Genere biografia Percorsi 4 —» Ire; 10 —» La biografia

Porsenna, rex Etruscorum , Tarquinios in urbem restituere tem ptavit e t prim o im petu Ianiculum cepit. Tunc Horatius Cocles, ilio cognom ine, quod in alio proelio oculum am iserat, prò ponte Sublicio stetit et aciem hostium solus sustinuit, donec pons a tergo in te rru m p ere tu r1; cum ponte in Tiberim decidit e t arm atus ad suos transnavit. Horatio C oditi tantum agri2 publice Rom ani d ed erunt, quantum uno die am bire vome­ re potuisset3. Statua quoque ei4 in Vulcanali posita5.

Post consecrationem Romuli diu interregnum et seditiones fuerunt. N um a Pompilius, Pom ponii filius, Curibus, oppido Sabinorum , Romam venit, populum ferum mollivit el sacra plurim a instituit. Aedem Vestae fecit, virgines Vestales legit, flamines

1. donec... interrumperetur. «fin tanto che veniva tagliato». 2. tantum agri: «tanto terreno» (agri è un genitivo partitivo). 3. potuisset «avrebbe potuto». 4. ei: «a/per lui» (dativo maschile singo­ lare del pronome is, ea, id). 5. posita: sottinteso est.

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Morfologia,

Lessico «Tarquinios in urbem restituere temptavit... prò ponte Sublicio stetit... Statua quoque ei in Vulcanali posita»

Restituere, stetit e statua h an n o in com une la radice *STA, che indica Γ«immobilità», «la fissità», adatta in questo caso a rappresentare la «fermezza» con cui Orazio Coelite (una delle figure di eroi che costituiscono l’ossatura ideologica della civiltà rom ana antica) si è opposto all’iniziativa dell’etrusco Porsenna. Da sto, -as, steti, statura, stare, con il raddoppiam ento del tem a del presente si passa a sisto, -is, siiti, statura, sistere «porre», «collocare»; ancora d a sto, -as deriva statuo, -is, statui, statutura, statuire «por­ re», «stabilire». I composti di stare, sistere e statuere sono m olto num erosi e tutti colle­ gati all’idea dello «stare», del «mettere». Tra i nom inali si segnalano: stabilis -e «stabi­ le»; stabulura -i «stalla»; staraen -inis, n., «stame», cioè l’ordito dei fili disposti sul telaio; status -us «lo stare ferm o», «condizione», «stato sociale»; ìnstitutio -onis, fi, «istituzio­ ne». U no degli epiteti di Giove era Statore, cioè «che fa stare fermi». In italiano: al­ trettanto num erosi i term ini che si riferiscono alla nozione «stare».

Morfologia

Lessico «duce Fabio consule» L’espressione significa «sotto la guida del console Fabio». Dux ducis, m. e fi, «colui che guida» rim anda al verbo duco, -is, duxi, ductum, ducere «guidare», m a anche «giu­ dicare», «stimare». La fraseologia con il verbo ducere è m olto am pia (ducere uxorem «condurre in moglie»...); num erose anche le form e com poste con preposizione: abducere, ad-ducere, con-ducere, de-ducere, e-ducere... In italiano: condurre, condottiero, dut­ tile, tradurre...

La storia di Filottete Fonte da Igino Argomento Filottete aveva ricevuto da Ercole le sue frecce infallibili. Fu abbandonato dai Crea a causa di una ferita, ma successivamente Ulisse e Diomede andarono a riprenderlo Genere mitografia Percorsi 1 Il mito

Fonte da De viris illustribus Argomento alla prima guerra contro la città etnisca di Veto (482-474 a.C.) risale l ’episo­ dio della strage della gente Fabia. Accampatisi nei pressi delfiume Cremerà, tra Roma e Veto, i Fabi riuscirono a lungo a tenere testa alle incursioni nemiche, finché un giorno, caduti in un agguato, furono uccisi tutti, tranne uno, avo di Quinto Fabio Massimo detto il Temporeggiatore Genere biografia Percorsi 9 —r L ’espansione della repubblica; 10 —» La biografia; 1 2 —>Il valore militare Rom ani cum adversus Veientes bellarent1, eos sibi hostes2familia Fabiorum pri­ vato nom ine depoposcit; et profecti3 trecenti sex duce Fabio consule. Cum saepe victores exstitissent4, apud C rem erà fluvium castra posuerunt. Veientes ad dolos se converteru n t et Fabii in insidias delapsi5 usque ad unum occisione p erieru n t6. Dies, quo id fac­ tum est7, inter nefastos relatus. Porta, qua profecti erant8, Scelerata est appellata. Unus ex gente Fabia p ro p ter im puberem aetatem dom i relictus genus propagavi t ad9 Q. Fabium M aximum, qui H annibalem m ora fregit, C unctator ab obtrectatoribus dictus. 1. cum... bellarent «quando... facevano la guerra». 2. eos sibi hostes. «per sé quei nemici». 3. pro­ ferii: sottinteso sunt. «partirono». 4. Cum... exstitissent «Essendo riusciti...». 5. delapsi: «caduti». 6. perierunt indicativo perfetto, 3- plurale, di pereo, -is. 7. factum est «avvenne». 8. qua profecti erant «attraverso la quale erano partiti». 9. ad: «fino a».

Cum Philoctetes in insula Lem no esset1, coluber eius (di lui) pedem percussit; serpentem Iuno miserai, irata Philocteti quia solus praeter ceteros ausus fuit*i2 Herculis pyram construere. H ercules suas sagittas divinas Philocteti donaverat. Achivi ex vulnere laetrum odorem non ferebant et iussu Agam emnonis regis in Lem no exposuerant cum sagittis divinis. Philoctetem pastor nutrivit, sed Achivis responsum est3 sine Herculis sagittis Troiam capi non posse4. Tunc A gam em non Ulixem e t Diom edem exploratores ad eum misit; Philocteti persuaserunt u t ad expugnandam Troiam auxilio esset5 e t eum secum sustulerunt6. 1. Cum... esset «Quando si trovava...». 2. ausus fu it «aveva osato». 3. responsum est «fu predet­ to». 4. Troiam non posse, «che Troia non si sarebbe potuta conquistare». 5. ut... esset «ad esse­ re d ’aiuto per espugnare Troia». 6. eum secum sustulerunt «lo portarono con sé» (sustulerunt per­ fetto indicativo di tallo, -is).

Lessico «serpentem Iuno miserat... exploratores ad eum misit»

M itto, -is, m isi, missum, m ittére significa «mandare» (m entre il latino mandare vuol dire «affidare»); con idea di violenza, mittere corrisponde a «scagliare»; riferito ad un suono, vuol dire «em ettere (mittere vocerri). Le preposizioni danno luogo ad u n a ricca serie di composti, com e com-mittere, e-mittere, per-mittere, prae-mittere, pro-mittere, re-mittere, sub-mittere. A nche l’italiano «mettere» dà luogo ad u n a serie m olto nutrita di for­ me semplici e com poste (messa, missione, m ittente, am m ettere, com m ettere, com ­ missione...).

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Morfologia

Il leggendario Marco Porcio Catone Fonte da De viris illustribus Argomento come pochi altri, Marco Porcio Catone (234 ca-147 a. C.) ha dato vita ad una

vera e propria leggenda, legata soprattutto all’intransigenza della sua censura, alla sua au­ stera severità, all’avversione verso le mode ellenizzanti, all’affermazione della necessità di di­ struggere Cartagine Genere biografia Percorsi 10 —» La biografia Marcus Porcius Cato, genere Tusculanus, a Valerio Fiacco Rom am sollicitatus, tribunus m ilitum in Sicilia, quaestor sub Scipione fortissimus, praetor iustissimus1 fuit: in praetura Sardiniam subegit, ubi ab Ennio Graecis litteris institutus est2. Consul Celtiberos dom uit et, ne rebellare possent3, litteras ad singulas civitates misit, u t m uros diru eren t4. Syriaco bello tribunus m ilitum occupavit Therm opylas et praesidium hostium depulit. Censor L. Flam inium consularem senatu movit. Basilicam suo nom ine primus fecit. M atronis ornam enta repetentibus5, restitit. Accusator assiduus m alorum fuit; C arthaginem delendam 6 censuit. Post octoginta (ottanta) annos filium genuit. 1. fortissimus... iustissimus: gradi superlativi di fortis -e e iustus -a -um. 2. institutus est «fu istrui­ to». 3. ne rebellare possent. «affinché non potessero ribellarsi». 4. ut muros diruerent. «di distrug­ gere le mura». 5. Matronis... repetentibus: «Poiché le matrone reclamavano...» (con riferimento ad una disposizione precedente sull’uso di ornamenti di valore). 6. delendam. sottinteso esse, «do­ veva essere distrutta».

Lessico

Sezione prima

Morfologia

tatus, in M acedonia Persen tam pertinaci ter persecutus est1, u t m edia nocte in castra redierit2. Lucullo in H ispania legatus, provocatorem singulari proelio vicit. Muros hostilis civitatis prim us ascendit. Tribunus in Africa sub T. Manilio im peratore, octo cohortes obsidione vallatas consilio et virtute servavit. Consul Carthaginem intra sex menses delevit. N um antiam in Hispania fame vicit; hinc N um antinus. Gaio Laelio plurim um usus est3. O b res gestas superbus, Gracchum iure caesum videri4 respondit, obstrepente populo5: «Taceant, inquit, quibus6 Italia noverca, n o n m ater est». Suscepit7 agrariorum causam, dom i repente exanimis inventus est8. I. persecutus est. «inseguì». 2. ut... redierit. «che tornò...» (è una proposizione consecutiva). 3. usus est. «fu legato». 4. caesum videri: «gli sembrava che fosse stato ucciso». 5. obstrepentepopulo: «poi­ ché il popolo rumoreggiava» (è la costruzione detta ablativo assoluto). 6. quibus·. il dimostrativo è sottinteso: «coloro ai quali». 7. Suscepit. qui va tradotto «Affrontò», nel senso che si oppose. 8. inventus est. «fu rinvenuto».

Lessico «provocatorem... proelio vicit... Numantiam in Hispania fame vicit» Vinco, -is, vici, victum, vincere significa «vincere», «superare»; da vinco, -is derivano victor-oris, «vincitore», victoria -ae «vittoria», per-vicax -acis (in senso buono «tenace», altrim enti «ostinato», «implacabile»). Il supino di vinco coincide con quello di vivo (victum) «vivere»; inoltre, va evitata la confusione con vincio, -is, vinxi, vinctum, vinctre, che significa «avvincere», «legare», «impedire», «trattenere». In italiano: vittoria, con­ vincere, evincere, invitto, pervicace...

«Censor L. Flaminium consularem senatu movit... Carthaginem delendam censuit» Censeo, -es, censui, censum, censere significa «stimare», «iscrivere», «dichiarare», «votare»; census -us, m., è il «censimento», «il registro» delle persone e dei beni; co­ m e term ine politico, si riferisce all’espressione di u n parere, di u n giudizio. Da cense­ re derivano censor -dris «censore», censura -ae «censura». In italiano: censire, censore, censura, incensurabile, recensione....

Antioco di Siria Fonte da De viris illustribus Argomento Antioco il Grande, re della Siria dal 224 a.C., accogliendo i suggerimenti di

Annibaie, fece guerra ai Romani e occupò la Creda. Sconfitto due volte, alle Termopili e a Magnesia (191 e 190 a.C.), perdette tutta l ’Asia Minore e, alla fine, fu ucdso dai suoi stes­ si amia Genere biografia Percorsi 10 —r La biografia; 11 —» L ’eseràto, la guerra, l ’imperialismo romano

Il distruttore di Cartagine Fonte da De viris illustribus Argomento si parla di Publio Cornelio Scipione l ’Africano Minore, figlio di Emilio Paolo.

E divenuto celebre per aver distrutto Cartagine (146 a.C.) e conquistato Numanzia (133 a.C.), tanto che ebbe il soprannome di Numantino. La morte è probabilmente da collegare al­ la sua avversione nei confronti della causa popolare, sostenuta da Tiberio Gracco Genere biografia Percorsi / 0 —> La biografia; 11 —» L ’eseràto, la guerra, l ’imperialismo romano Publius Scipio Aemilianus, Pauli M acedonici filius, a Scipione Africano adop-

Antiochus, rex Syriae, nim ia opum fiducia bellum Romanis intulit1; Graeciam insulasque eius (le sue) occupavit. Adventu Romani exercitus excitatus (scosso), Therm opylas occupavit, u n d e industria Marci Catonis eiectus2 in Asiam refugit. Navali proelio, cui3 H annibalem praefecerat, superatus, filium Scipionis Africani patri remisit, qui ei suasit u t amicitiam Rom anam peteret4. Antiochus sprevit consilium e t apud Sypilum m ontem cum L. Scipione conflixit. Victus et u ltra Taururn m ontem relegatus, a sodalibus occisus est5. 1. intulit. perfetto indicativo di infero. 2. dectus. «scacciato». 3. cui·, «alla quale». 4. qui... pete­ ret. «che lo spinse a chiedere...». 5. occisus est. «fu ucciso» (indicativo perfetto passivo di oeddo).

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Morfologia

Nozze bruscamente interrotte Fonte da Igino Argomento Ercole, dopo la promessa di sposare Deianira, si allontana. Approfittando del­

la situazione, il centauro Euritione la chiede in sposa, ma interviene Ercole, che la porta con sé. In u n ’altra occasione, i Centauri, giunti ad interrompere il matrimonio di Piritoo e Ippodamia, sono affrontati dai Lapiti e uccisi Genere mitografia Percorsi 1 —>Il mito H ercules in hospitium ad D exam enum regem venit, eius1filiam D eianiram violavit et fidem dedit se eam uxorem ducturum esse2. Post discessum Herculis, Eurythion centaurus petit Deianiram uxorem ; Dexam enus, vim timens, centauro prom isit filiam uxorem . Die constituto, Eurythion venit cum fratribus ad nuptias: H ercules intervenit, centaurum interfecit e t suam speratam abduxit. Item aliis in nuptiis, Pirithous H ippodam iam , Adrasti filiam, uxorem ducebat; vino pieni, centauri conati sunt3 rapere uxores Lapithis. C entauri m ultos interfecerunt, sed a Lapithis interieru n t4. 1. eius: «di lui». 2. se... ducturum esse, «che la avrebbe presa in moglie» (proposizione infinitiva con l’infinito futuro). 3. conati sunt «tentarono» (conor è un verbo deponente). 4. interierunt indicativo perfetto, 3- persona plurale, di intereo.

Lessico

Morfologia

terfecit. Iolaum cuncti appellaverunt Protesilaum, quoniam prim us ex om nibus perierat1. Cum uxor Laodamia, Acasti filia, audivit de mariti m orte, flevit et petiit a diis u t si­ bi cum m arito tres (tre) horas colloqui liceret2 et impetravit. M ercurius reduxit Protesilaum e t Laodam ia tres horas cum m arito collocuta est3. Iterum obiit4 Protesilaus et dolorem pati5 non potuit6 Laodamia. 1. perierat «era morto». 2. ut... colloqui liceret «che le fosse possibile parlare». 3. collocuta est «parlò». 4. obiit perfetto indicativo di obeo. 5. pati: infinito presente: «sopportare». 6. potai: perfetto indicativo di possum.

Lessico «primus litora Troianorum attigit»

Tango, -is, tetigi, tactum, tangere h a u n ’area di significati piuttosto ampia: «toccare», «essere contiguo», «confinare», «urtare», «colpire», «uccidere», «appropriarsi», «in­ gannare». Alla base, com unque, c’è l’idea del «toccare» m aterialm ente, da u n a radi­ ce *TEG, alla quale rinviano term ini com e contactus -us «contatto»; contiguus -a -um «contiguo»; intactus -a -um «intatto»; integer -gra -grum «integro», «incolume», «im­ parziale»; tactilis -e «tangibile». Da notare che nei composti con preposizione, tango presenta variazione vocalica (at-tingere, con-tingere, ob-tingere). In italiano: tangente, tat­ tile, tatto, attiguo, attingere, contagiare, contatto, contiguo, contingente, intangibile, integro...

«ad Dexamenum regem»

Rex regis, m., «re», «sovrano», «guida», «tiranno» (l’origine celtica può essere avver­ tita dal nom e Verdngetò-rix, talvolta, usato da solo, si riferisce al re p er antonom asia, cioè al re della Persia). Regno, -as e regnum -i derivano da rex regis, che dipende a sua volta dal verbo rego, -is, rexi, rectum, regére «muoversi in linea retta», «reggere», «go­ vernare», «amministrare». Composti con preposizione: di-rigere «dare la direzione», erigere «alzare»; per-gere «dirigere» (detto di u n a marcia)... A nche la famiglia dei nom i­ nali è am pia:regimen -inis, n., «governo»; regio -onis «regione»; regala -ae «regola», «principio»; rectus -a -um «retto», «diritto», «nobile». In italiano: reale, regale, regalo, regim e, rettore, correggere...

Rcsusr'tato pc- amo-. Fonte da Igino Argomento Protestino deve il suo nome (greco) al fatto di essere sbarcato e morto per primo

nella spedizione contro Troia. Sua moglie Laodamia chiese di poter parlare con il marito mor­ to e gli dèi, mossi a compassione, le concessero tale privilegio Genere mitografia Percorsi 1 —>R mito; 23 —» Donne celebri Ex Achivis Iolaus prim us litora Troianorum attigit e t H ector confestim eum in-

La regina A Egitto Fonte da De viris illustribus Argomento la storia di Cleopatra, sorella e moglie di uno dei Tolomei, è incentrata sulla fa ­

ma della sua ambizione e della sua bellezza. Prima sedusse Cesare, poi Antonio; infime, dopo la disfatta di Azio, per non cadere nelle mani di Ottaviano, sifece mordere da un aspide (30 a.C.) Genere biografia Percorsi 17 —» Le guerre civili; 23 —>Donne celebri Cleopatra, Ptolom aei regis Aegyptiorum filia, a fratre suo et m arito Ptolom aeo, quem 1 fraudare regno voluerat2, pulsa3, ad Caesarem bello civili in Alexandriam venit; a Caesare specie sua et concubitu regnum Ptolom aei et necem impetravit. M ulier fuit tantae libidinis e t pulchritudinis, ut m ulti am orem Cleopatrae m orte em erint4. Postea cum A ntonio vieta5, illi inferias ferre6 simulavit et in mausoleo admovit aspides et periit. 1. quem: «che», accusativo maschile singolare. 2. voluerat piuccheperfetto indicativo di volo, -is, volui, velie, «volere». 3. pulsa: «respinta». 4. ut... emerint proposizione consecutiva, «che molti si procurarono...». 5. vieta: «vinta». 6. illi inferias ferre. «di celebrare la cerimonia funebre per

lui».

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Morfologia

Lessico

Morfologia

Gaio M ario

«inferias terre simuldvìt» Inferiae -arum (< in-fero) significa «sacrifizi per i morti» (offrire u n sacrifizio allo spi­ rito di u n defunto). Infernus -a -um significa «che si trova al di sotto», «inferiore», ed è l’opposto di superus -a -um «che si trova al di sopra». Per gli antichi gli Inferi erano il luogo sotterraneo in cui andavano le anim e dei defunti per essere giudicati; Cerbero era il guardiano e Plutone il dio. Da infernus deriva l’avverbio o preposizio­ ne infra «sotto».

Conquista della Gallia Cisalpina Fonte da Eutropio Argomento negli anni compresi ta la l e la II guerra punica (241-218 a. C.) i Romani pre­ sero le armi per combattere con i Galli stanziati dalla pianura padana al Rubicone. Nell’occasione si distinse il console Marco Claudio Marcello che nel 222 a.C. a Costeggio (Clastidium) riuscì a battere i Galli e ad occupare la loro capitale, Milano (Mediolanum) Genere epitome storica Percorsi 9 —> L ’espansione della repubblica; 13 —r I Romani e gli altri; 14 —» La storiografia Ingentes Gallorum copiae Alpes transierunt1; prò Romanis tota Italia consensit. Aliquot deinde annis post contra Gallos intra Italiani pugnaverunt M. Claudius Marcellus e t Cn. Cornelius Scipio consules. Tum Marcellus cum parva m anu equitum dimicavit et regem Gallorum , V iridom arum nom ine, m anu sua occidit. Postea cum colle­ ga ingentes copias G allorum perem it, M ediolanum expugnavit, grandem praedam Romam pertulit2. 1. transierunt indicativo perfetto, 3a plurale di transeo, -is. 2. pertulit indicativo perfetto di perfero.

Lessico «grandem praedam Romam pertulit» L’etim ologia dell’aggettivo grandis -e «grande» non è conosciuta, m entre magnus -a -um si fa derivare da u n a radice *MAG, riconoscibile nel greco mégas. Grandis è un ter­ m ine della lingua popolare e vuol dire «grosso», «capace», «ampio», prevalentem en­ te riferito alla quantità, all’età, allo sviluppo fisico. Com e traslato può valere «forte», «potente», «grandioso».

Fonte da De viris illustribus Argomento l ’autore ripercorre le tappefondamentali della carriera politica e militare di Gaio Mario (156-86 a. C.), il famoso esponente del partito democratico, sette volte console e ag­ guerrito avversario di Siila Genere epitome storica Percorsi 10 —» La biografia Gaius Marius septies consul, Arpinas, hum ili loco natus, consulatum adeptus1 lugurtham cepit et ante currum egit. In proxim um annum consul ultro factus, Cimbros in Gallia apud Aquas Sextias, Teutonas in Italia in cam po Raudio vicit deque his li iumphavit. Usque sextum consulatum per ordinem factus, Apuleium tribunum plebis et Glauciam praetorem seditiosos ex senatus consulto interem it. Et cum Sulpicia rogalione provinciam Syllae eriperet2, arm is ab eo victus, M inturnis in palude delituit. Inventus et in carcerem coniectus, percussorem Gallum vultus auctoritate d e te rru it naviculaque in Africani traiecit, ubi diu exulavit. Mox C innana dom inatione revocatus, ru ­ pi t ergastula, exercitum fecit et cecidit inimicos. Iniuriam ultus3 septim o consulatu, u t quidam 4 ferunt, voluntaria m orte decessit. 1. adeptus: «dopo che ebbe ottenuto». 2. cum... eriperet «sottraendo...». dicato». 4. quidam: «alcuni» (pronome indefinito).

3. ultus: «dopo aver ven­

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Morfologia

Morfologia

- l’espressione certiorem facere aliquem de aliqua re significa informare qualcuno di qualcosa-, - il singolare plus (intensivo di multus) h a solo le funzioni di nom inativo e di accu­ sativo, m entre il plurale plures (com plures) ha flessione completa. Inoltre, plus è seguito generalm ente dal genitivo partitivo.

Gradi di intensità dell’aggettivo ■ Sintassi: complementi di paragone e partitivo * Infinito e proposizioni infinitive

Proposizioni comparative Nel periodo le proposizioni comparative hanno lo stesso ruolo che ha il com ple­ m ento di paragone all’interno della proposizione. Le comparative di uguaglianza so­ no introdotte da ut, quem adm odum , tantum , tam, tantus, tot, cui corrispondono nel­ la sovraordinata sic, ita, quantum , quam, quantus, quot; le comparative di m inoranza e di m aggioranza sono introdotte da quam.

Gradi di intensità dell'aggettivo Il com parativo e il superlativo degli aggettivi sia della I che della II classe prevede ge­ neralm ente l’utilizzazione dei suffissi -ior (m. e £), -ius (n.)/-issim us -issima -issim um. Es.: altus -a -um (genitivo sing. alti): comparativo altior -ioris (m. e f.), altius -ioris (n.); superlativo altissimus -a -um. Quelli dell’avverbio i suffissi -ius e -issime. Es.: graviter: comparativo gravius, superlativo gravissime. Altri m odi p er esprim ere i valori di intensità sqno: - i prefissi prae- e per-, aggiunti alla form a di grado positivo (es. prae-clarus illu­ strissimo)', — avverbi che indicano intensità, com e m agis/m axim e, m inus/m inim e, p a ru m /n i­ ni is {più/sommamente, meno/minimamente, poco/troppo). Nel confronto tra due persone o cose si danno tre casi: com parazione di uguaglian­ za, di minoranza e di maggioranza. Es.: Marius est tam diligens quanti Marcellus: Mario è diligente come Marcello. Marius est m inus diligens quam Marcellus: Mario è meno diligente di Marcello. Marius est diligentior quam Marcellus (oppure Marcello): Mario è più diligente di Marcello. Come si nota dall’ultim o esempio, il secondo term ine di paragone (com plem ento di paragone) - Marcellus- s i esprim e con lo stesso caso del prim o term ine {Marius), pre­ ceduto da quam , oppure in ablativo (l’uso di quam è d ’obbligo se il secondo term i­ ne si trova in u n caso indiretto). Il com plem ento partitivo si esprim e in caso geniti­ vo, oppure con le preposizioni e, ex, seguite dall’ablativo, oppure con la preposizio­ ne inter e l’accusativo. Es.: Marius est diligentissimus om nium (ex om nibus, inter omnes): Mario è il più dili­ gente di tutti. L’eventuale presenza del com plem ento partitivo segnala la distinzione in italiano tra superlativo relativo e assoluto. Osservazioni: - alcuni comparativi e superlativi non si desum ono da un positivo corrispondente (m elior/optim us, peior/pessim us...); - se il confronto di m aggioranza avviene fra due aggettivi, entram bi han n o gene­ ralm ente il grado intensivo (m entre in italiano solo il primo); - gli avverbi di quantità (tantum, quantum , multum...) assum ono la term inazione -o (tanto, quanto, m ulto) davanti all’intensivo -ior -ius; - nel confronto fra due persone, cose, gruppi, in relazione ad una qualità possedu­ ta al grado massimo (superlativo relativo in italiano), si trova l’intensivo in -ior-ius; - se m anca il secondo term ine di paragone e n o n si può ricavare dal contesto, il comparativo h a valore assoluto (da trad u rre con troppo, piuttosto...)·,

ì

ESERC1210

Risalire al grado positivo

li istior · utilior · carior · suavior · difficillimum · difficilius · praeclarius · gravius · lortiores · plenior · felicius · iustissime » foedius · leviora · laudabilius · vehem eni issime · maius · turpissim um · stultius · melius » aequius · honestius · facillime.

E S E R C 1 Z 10

Tradurre i seguenti sintagmi

latissime patet avaritia · graviore causa · deliberatio est om nium difficillima · facilius La favola Asinus, cum quotidie videbat catulum blandiri1 dom inum et de m ensa saturari2 et a familia largiri plura3, sic dixit: «Si anim ai im m undissim um sic diligit dom inus meus et tota familia, quanto m e diliget, si obsequium dom ino fecero? M elior sum cane, multis rebus sum utilis; m eliore vita fruì4 possum et m axim um honorem habere». U t vi­ dit dom inum introire, occurrit velocius, prosilivit et pedes priores im posuit hum eris do­ m ini sui. Clam or autem dom ini concitat om nem familiam, fustes et lapidee arripiunt, asinum faciunt debilem e t abiciunt ad praesepia lassum atque semivivum. 1. blanditi·, infinito presente di blandior, -iris (deponente), «fare le moine». 2. saturati: infinito presente passivo, «era rimpinzato». 3. a familia largiri plura: «che la servitù gli dava anche più co­ se». 4 .fruì·, infinito presente di fruor, -eris «usufruire», con il caso ablativo.

Talento sprecato Fonte da Appendix Perottina Argomento un asino trova per caso un ’arpa; tocca le corde con lo zoccolo e si rammarica di non essere in grado di suonare Genere favolistica Percorsi 2 —¥ La favola Asinus iacentem vidit in prato lyram; accessit et tem ptavit chordas ungula. C hordae sonuerunt. «Bella res, m ehercules; male cessit lyra, quia artis sum nescius. Si repperisset hanc aliquis1prudentior, divinis aures oblectasset2 cantibus». Sic saepe inge­ nia calamitate intercidunt. 1. Si repperisset...aliquis. protasi di un periodo ipotetico, «Se l’avesse trovata qualcuno» tasset apodosi del periodo ipotetico, «avrebbe rallegrato».

Lessico «sic diligit dominus meus... quanto me diliget»

Dilìgo, -is, dilexi, dilectum , diligere, form ato da dis e lego, -is, significa «scegliere», «prendere in disparte», quindi «avere caro», «apprezzare», «amare». Da diligere ven­ gono dilectus -us «arruolam ento»; diligens-entis «zelante», «avveduto»; diligentia -ae «cu­ ra», «attenzione, «zelo». Il verbo lego, -is «scegliere», «raccogliere» presenta u n consi­ derevole num ero di composti, com e col-ligere «raccogliere insieme»; de-ligere «coglie­ re dall’alto»; e-ligere «eleggere»; intel-legere «capire»... A nche legio -onis «legione» e collegium -ii hanno la stessa derivazione; forse anche lex legis «legge» è da accostare a lego, -is. In italiano: diletto, diligente, diligenza, legione...

2. oblec­

:Il mito; 23 —>Donne celebri M edea ex Iasone iam filios procreaverat sum m aque concordia vivebant, sed Medeae obiciebant1hom inem tam fortem ac formosum ac nobilem uxorem advenam atque veneficam habere. Iasoni Creon rex Corinthius filiam suam m inorem Glaucen dedit uxorem. Medea cum vidit se tanta contumelia esse affectam, coronam ex venenis fecit auream et filios suos iussit novercae dare. Creusa m unus accepit et cum Iasone et Creonte conffaglavit. Medea ubi regiam ardere vidit, natos suos ex Iasone interfecit et profugit a Corintho. 1. obiciebant «rinfacciavano» (obicio, -is).

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Morfologia

Morfologia

Scrittori di opere sull’agricoltura Fonte Isidoro di Siviglia Argomento l ’autore ricorda il nome degli autori greci e latini che si sono distinti nella com­ posizione di opere riguardanti l ’agricoltura, soffermandosi anche sul cartaginese Magone. Alla fine si discute su colui che per primo abbia insegnato l’uso dell’aratro Genere prosa erudita Percorsi 26 —» Arti, scienza, erudizione R erum rusticarum scribendi1 sollertiam apud Graecos prim us Hesiodus Boeotius hum anis studiis contulit2, deinde Democritus. Mago quoque Carthaginiensis in viginti octo volum inibus studium agricolationis conscripsit. Apud Romanos autem de agricultura prim us Cato instituit; quam 3 deinde Marcus Terentius expolivit; mox Vergilius laude carm inum extulit4. Nec m inorem studium h ab u eru n t Cornelius Celsus e t Iulius Atticus, Aemilianus, sive Colum ella insignis orator, qui totum corpus disciplinae complexus est5. Prim um ad aratrum boves iunxisse feru n t privatum hom inem , nom ine H erm ogirum ; quidam 6 autem Osirim dicunt esse artis inventorem ; quidam Triptolem um . Prim a Ceres ferro in Graecia vertere terram instituit. 1. scribendi: «di scrivere» (genitivo singolare del gerundio). 2. contulit perfetto indicativo di con­ ferò. 3. quam: «la quale» (accusativo femminile singolare del pronome relativo qui, quae, quod). 4. extulit «innalzò». 5. complexus est «ha abbracciato». 6. quidam, «alcuni» (nominativo ma­ schile plurale).

Lessico «vertere terram» Verto, -is, verti, versimi, vertére significa «voltare»; è u n a parola che proviene dal m ondo dell’agricoltura (la form a arcaica è vorto, -is): l’aratro viene «voltato» in cima al solco e «rivolta» la terra. I composti di verto sono m olto num erosi: α-vertere, e-vertere, in-vertere, per-vertere, sub-vertere. L’espressione vertere animumvaol dire «rivolgere l’at­ tenzione». Tra i nom inali ricordiam o versatilis -e, versus -us, versutus -a -um («abile», «versato»), vertex -icis, m., «vortice», «gorgo», divortium -ii «divorzio». A nche i verbi ver­ so e versor «volgere», «volgersi spesso» derivano da verto, -is. In italiano: versatile, ver­ sato, versione, convergere, divergere, divorzio, sovvertire, verso, controversia, ever­ sione, eversivo, perversione...

Pronomi personali; pronomi e aggettivi possessivi ■ Il verbo: presente e imperfetto congiuntivo ■ Sintassi: proposizioni fin ali; complemento di fin e

Pronomi personali e pronomi e aggettivi possessivi Flessione dei pronom i personali: Nom. ego Gen. m ei mihi (mi) Dat. Acc. me Abl. me

tu tui libi te te

_ sui sibi se se

Nom. Gen. Dat. Acc. Abl.

vos vestri (vestrum) vobis vos vobis

— sui sibi se se

nos nostri (nostrum ) nobis nos nobis

Osservazioni: - il dativo singolare del pronom e di 1- persona si trova spesso nella form a contrat­ ta mi; - i genitivi plurali nostri e vestri h an n o p er lo più valore oggettivo, m entre nostrum e vestrum han n o valore partitivo. Tuttavia, la form a in -um è usata in unione con il genitivo plurale om nium (om nium nostrum , om nium vestrum: di tutti noi, di tut­ ti voi); - la particella enclitica -met h a valore rafforzativo (egomet: proprio io); m edesim e le funzioni dell’enclitica -te con il pronom e personale di 25 persona (tute: proprio tu) e del raddoppiam ento con il pronom e di 3a persona (sese); - la preposizione cum con valore di com pagnia è posposta e unita all’ablativo: mecum, tecum , nobiscum etc.; - il pronom e personale può essere rafforzato con il pronom e dimostrativo ipse (ego ipse, vos ipsi, nosm et ipsos etc.: io stesso, voi stessi, proprio noi stessi); - il pronom e di 3* persona sui, sibi, se, se (che presenta la stessa form a p er il sin­ golare e per il plurale) ha soltanto valore riflessivo e, perciò, n o n può mai avere la funzione di soggetto. Com e pronom e di 3a persona n o n riflessivo si trovano i de­ term inativi is, ipse {egli, egli stesso) o il dimostrativo ille (lui, quello). O ltre che al sog­ getto gram m aticale, il riflessivo può essere riferito al soggetto logico (l’agente o il destinatario dell’azione) oppure, nelle subordinate con u n soggetto diverso, quando viene riferito il pensiero o il p u n to di vista del soggetto della sovraordinata. I pronom i e gli aggettivi possessivi sono: m eus, m ea, m eum noster, nostra, nostrum finis, tua, tuum vester, vostra, vestrum suus, sua, suum suus, sua, suum

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Morfologia

Osservazioni: - il possessivo di 3- persona suus -a -um, che corrisponde in italiano sia al singolare «suo» che al plurale «loro», ha valore riflessivo e, quindi, si riferisce al soggetto gram­ maticale (con le medesime osservazioni fatte per il pronom e riflessivo di 38 persona).

ESERCIZIO

Tradurre i seguenti sintagmi

inter nos · male se res hab et · se otiosos praeb u eru n t · nostri m ag istra to im peratoresque · a m e ipso · nec sibi nec alteri · m e ! quidem sen ten ti! · in suos benevolentia « in nostra civitate · m e consule · u t nos ipsi fecimus · a m aioribus nostris · de m e ipso • dissimulai se accepisse beneficium · adhibuit sibi in cònsilium principes · m ea pecu­ nia · suum perdere · nostro iure · unusquisque nostrum · de se bene existim at · ego a te postulo · paucos sibi dies postulavi.

Sezione prima

Morfologia

Harpalyci Alia, in bello patrem servavit et hostem fugavit. Agave, Cadmi Alia, in Illyrica regem interfecit e t patri suo regnum dedit. Tyro, Salmonei Alia, p ro p te r patrem Alios suos necavit. In Sicilia cum A etna m ons prim um ardere coepit2, D am on m atrem suam ex igne rapuit3, item Phintia patrem . Aeneas item in Ilia Anchisem patrem um eris et Ascanium Alium ex incendio rapuit. Scylla, Nisi Alia, patrem occidit. Danaides coniuges suos patrueles occiderunt. 2. coepit. «cominciò».

3. rapuit: perfetto indicativo di rapio.

Lessico «hostem fugav'rt»

ESERCIZIO

Tradurre le seguenti frasi

1. In te m ihi om nis spes est (O c.). 2. Tui te, m ihi crede, diutius n o n ferent ( Cic.). 3. Deform e est de se praedicare (Cic.). 4. Philosophiae te totum dedica (Sen.). 5. Studia te tua clarum e t nobilem efficient (Sen.). 6. Valetudo tua m e valde conturbai; significant enim tuae litterae te laborare (Cic.). 7. Decorum per se nobis placet animosque om nium natura et specie sua commovet ( Cic.). 8. Palus erat non m agna inter nostrum atque hostium exercitum (Caes.). 9. O m nium oculos anim osque in sem et converterant captivae m ater coniuxque Darei (Curi.). 10. Phidias sui similem speciem inclusit (scolpi) in clupeo M inervae (Cic.). 11. Publius Scipio dicere solebat num quam se m inus otiosum esse, quam cum otiosus, nec m inus solum, quam cum solus esset (era) (Cic.). 12. Themistocles dixit in contione se habere cònsilium rei publicae salutare (Cic.). 13. N atura m ea et studia trah u n t m e ad pacis e t libertatis cupiditatem (Cic.). 14. Mihi tu, tui, tua om nia m axim ae curae sunt (Cic.). 15. Tu, si am or in te est nostri ac tuorum , adventare debes (Cic.).

Devozione ed empietà Fonte Igino Argomento sono sintetizzati casi di figli che hanno salvato i loro cari, con l’eccezione di Scilla (per amore di Minosse, provocò la morte del padre Niso) e dellefiglie di Danao che uc­ cisero i mariti Genere mitografia Percorsi / —» Il mito; 23 —>Donne celebri; 29 —>Il sistema etico A ntigona1, O edipi Alia, Polynicen fratrem sepulturae dedit. Harpalyce, 1. Antigona: è nominativo, come gli altri nomi che seguono (Harpalyce, Agave, Tyro, Damon, Phintia, Aeneas, Scylla, Danaides).

Fugo, -as, fugavi, fugatum, fugare significa «m ettere in fuga» e n o n va confuso con fugo, -is, fugt, fu g tu m , fugere (un verbo in -io della III coniugazione), che vuol dire «fuggire». Fugo, -asviene da fuga -ae «fuga», «esilio», cui si riconduce anche l’aggetti­ vo ad u n a sola uscita fugax -ads «che fugge facilmente», «fugace». Dal verbo fu g o , i cui com posti sono abbastanza num erosi (au-fugere, con-fugere, ef-fugere «fuggire via», sfuggire»; pro-fugere—da cui profugus -a -um —, sub-fugere, trans-fugere- da cui transfuga -ae «il disertore), derivano anche fugitivus -a -um e suffugium -ii, il «ricovero». In ita­ liano: fugare, fugace, fugacità, fuggire, rifugio, sfogare...

Intransigenza di una volta Fonte Giulio Paride Argomento la storia romana dell’età repubblicana è ricca di esempi di attaccamento al do­ vere e di rispetto degli ordini ricevuti. Chiunque avesse trasgredito un ordine, era severamen­ te punito, anche con la morte, come dimostrano i fatti riportati Genere epitome storica Percorsi 12 —» Il valore militare P. Rupilius consul eo bello, quod in Sicilia cum fugitivis gessit, Q. Fabium generum suum , quia neglegentia Taurom enitanam arcem amiserat, provincia iussit decedere. Q. Fulvius Flaccus censor Fulvium fratrem legionem , in qua (nella qua­ le) tribunus m ilitum erat, dim ittere iniussu consulis ausum 1, senatu movit. Postumius dictator A. Postum ium Alium, quod iniussu suo hostes fuderat, victorem securi percussit. Torquatus Latino bello consul Alium, quod provocatus a Gem ino Maecio, duce Tusculanorum , ad dim icandum 2 se ignaro descenderat, victorem securi percussit. L. Quintius C incinnatus dictator L. M inucium consulatum deponere coègit. 1. ausum: «poiché aveva osato».

2. ad dimicandum: «a combattere».

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Morfologia

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Lessico «iussit decedere... iniussu consulis... iniussu suo» Iubeo, -es, iussi, iussum, iubére, di etimologia ignota, significa «ordinare» ed è co­ struito con l’accusativo della persona e con l’infinito (iubeo te hoc facere «ti ordino di fare ciò»). Rispetto ad impero, -as, imperavi, imperatum, imperare (costruito con il dativo della persona, m entre l’oggetto dell’ordine è espresso da u t/n e e il congiuntivo) «or­ dinare perentoriam ente», iubeo è più adatto ad indicare u n a disposizione, u n a pre­ scrizione, u n consiglio autorevole: per esempio, il m edico iubetài dare al m alato quel­ la certa medicina; nella frase iubeo te esse bona animo «ti esorto a n o n darti pensiero», si com prende il tono garbato dell’«ordine». Da iubeo derivano iussum -i (general­ m ente usato al plurale, iussa) e iussus -us, m., (IV declinazione) «ordine»; data la fun­ zione del prefisso in-, in-iussu significa «senza l’ordine». In italiano ha avuto seguito molto scarso: iussivo, fideiussione (è u n contratto con cui qualcuno garantisce l’a­ dem pim ento di u n obbligo assunto da u n ’altra persona, facendosi garante presso il creditore); più ricca la presenza di imperare (< paro, -as, paravi, paratum, parare «pre­ parare»): im pèro, im peratore, imperativo, im periale, imperialismo...

Ulisse e Poiifemo Fonte da Igino Argomento è uno degli episodi più noti del viaggio di ritorno di Ulisse. Con uno strata­ gemma, l’eroe riesce ad accecare il Ciclope Poiifemo, che abitava in una caverna della Sicilia, e ad eluderne la sorveglianza Genere mitografia Percorsi 1 Il mito Ulixes ad Cyclopem Polyphem um , N eptuni filium, venit. Cyclops m edia fron­ te unum oculum habebat et carnem hum anam epulabatur1; postquam pecus in speluncam redegerat, m olem saxeam ingentem ad ianuam opponebat. Ulixem cum sociis in spelunca inclusit et socios consum ere coepit2. Ulixes videbat Polyphemi im m anitati atque feritati se resistere non posse, vino Cyclopem inebriavit et oculum trunco ardenti exussit. Ulixes socios suos ad pecora alligavit et ipse se ad arietem et ita exierunt3 e spe­ lunca. 1. epulabatur. imperfetto indicativo di epulor (deponente), «mangiava». tivo, «cominciò». 3. exierunt da exeo, «uscirono».

2. coepit perfetto indica­

Lessico «oculum trunco ardenti exussit»

Ex-uro, -is, -ussi, -ustum, ex-urére è form ato dalla preposizione ex e dal verbo uro, -is, che in senso proprio vale «bruciare», come traslato «torm entare». Altri composti di

Morfologia

ureresono ad-urere «bruciare», «infiammare»; arnb-urere «bruciare intorno» e comb-urere con lo stesso significato. Tra i nom inali: adustus -a -um «bruciato»; combustio -onis «scottatura»; ustor -oris «colui che brucia» (i cadaveri); ustrinà -ae, detto del luogo in cui si bruciano i cadaveri. Che il verbo abbia a che fare con i m orti è spiegato da bustum -i, il luogo in cui si brucia il cadavere, quindi «tomba», con l’effigie del m orto. In italiano: aduggere (intristire), adusto, busto, combustibile, ustionare, ustione, ustolare (bruciare dal desiderio), ustrinà....

Ulisse ritorna ad Itaca Fonte da Igino Argomento dopo essersifermato nell’isola deiFeaci, accolto dall’ospitalità di Alcinoo (dive­ nuta proverbiale: Alcinoo poma dare «offrirefrutta ad Alcinoo», equivale a fare una cosa superflua), Ulisse riescefinalmente a raggiungere Itaca, dove trova il suo palazzo occupato dai Proci, che affronta ed uccide Genere mitografia Percorsi 1 —r II mito Ulixes in insulam Phaeacum venit, nudusque ex arborum foliis se o b ru it1. Nausicaa, Alcinoi regis filia, vestem ad flum en lavandum tulit2. Tunc Ulixes erepit e fo­ liis e t a Nausicaa petit opem . Nausicaa, m isericordia m ota, Ulixen o p e ru it e t ad patrem suum adduxit. Alcinous hospitio liberaliter accepit donisque decoravit et in patriam Ithacam dimisit. Sed Ulixes, ira M ercurii, iterum naufragam i fecit. Post vicesimum annum sine sociis in patriam rediit3 dom um que suam attigit. Proci, qui P enelopen in co­ niugam i petebant, obsidebant regiam e t Ulixes se hospitem simulavit. Euryclia nutrix, dum pedes hospiti lavat, ex cicatrice Ulixem esse cognovit. Postea procos, M inerva adiutrice, cum Telem acho filio e t duobus servis interfecit sagittis. 1. se obruit «si copri» (ob-ruo, -is). 2. tulit «portò»; perfetto suppletivo di fero, fers «portare ». 3. re­ diit. perfetto di redeo «ritornare».

-essico «a Nausicaa petit opem ... Penelopen in coniugium petebant»

Peto, -is, perii (o perivi), petitum , petére viene da u n a radice *PET «volare»; quindi, si spiega il significato di «tendere verso», «muoversi verso» p er o tten ere qualcosa. E uno dei num erosi verbi di «chiedere» (quaerere è «chiedere» p e r sapere), con la pre­ cisazione appena accennata. In senso ostile, petereè «prendere di mira», d u n q u e «at­ taccare»; con idea di m ovim ento, significa «cercare di raggiungere» una località; se si tratta di u n a carica, peteresignifica «aspirare a»; nel linguaggio giuridico, «cercare» qualcuno per arrestarlo o, peggio, per m andarlo a m orte (petere ad supplicium). I com ­ posti con preposizione sono molti: ap-petere, com-petere, ex-petere «andare alla ricerca»; op-petere«andare incontro»; re-petere «chiedere ancora»; sup-petere «essere sufficiente». Compttum -i, n., è il «punto di incontro di più strade» (per lo più al plurale compita)·,

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Morfologia

compitalia, -ium (o -orum) era u n a festa in onore dei Lari (divinità protettrici del foco­ lare domestico) che stavano nei crocicchi. Petulans -antis è chi n o n la smette mai di chiedere, m entre pro-pitius -a -um è «propizio», «favorevole», «ben disposto» (detto degli dèi); impetus -us, m., è lo «slancio», l’«attacco»; per-petuus -a -um vuol dire «senza interruzione». In italiano: petizione, petulanza, appetire, com petere, ripetere, pro­ pizio, perpetuo...

Sezione prima

Morfologia

Lessico «armenta et pecora semper pascunt»

Pasco, -is, pavi, pastum, pascere significa «far pascolare», «portare a pascolare», «nu­ trire». Pascuus -a -um vuol dire «da pascolo» (pascua rura «terre da pascolo»). Altri nom inali: pabulum -i «pascolo»; jbastar-oris «pastore»; pastus-us, m., «pascolo», «pasto», «alimento»; forse anche panis -is, m., «pane». In italiano: pascere, pascolare, pascolo, pasto, pastoia (una fune con cui si legano gli arti degli animali che pascolano in un terreno aperto, per evitare che scappino), pastorella (a parte il valore diminutivo, in­ dica anche un com ponim ento poetico medievale di origine provenzale), pastura...

Un marito sprovveduto Fonte Giustino Argomento a Candaule, re della Lidia, non bastò spiegare agli amia la bellezza della mo­ glie ma, per dare più credito alle sue parole, la fece vedere nuda all’amico Gige. Risultato: Candaule fu ucciso e Gige diventò re della Lidia (716-678 a.C.) Genere epitome storica Percorsi 5 —> Oriente e Grecia; 8 —> La narrativa; 14 —» La storiografia F uerunt Lydis m ulti ante Croesum reges variis casibus m em orabiles, nullus tam en fortunae Candauli com parandus1. Hic uxorem p ropter form ae pulchritudinem praedicare om nibus solebat, n o n contentus voluptatum suarum tacita conscientia. Ad postrem um , u t adfirm ationi suae fidem faceret, nudam sodali suo Gygi ostendit. Q uo facto e t amicum, in adulterium uxoris sollicitatum, hostem sibi fecit et uxorem a se alienavit. Nam que brevi tem pore caedes Candauli nuptiarum praem ium fuit. 1. comparandus: «da paragonare».

Amore disperato Fonte da Plinio il Giovane Argomento durante la navigazione sul lago di Como (Lario), un amico racconta a Plinio la tragica storia di due coniugi morti affogati Genere epistolografia Percorsi 8 —» La narrativa; 21 —> L ’epistolografia; 23 —>Donne celebri Navigabam per Larium nostrum , cum senior amicus ostendit m ihi villani atque edam cubiculum , quod in lacum prom inet: «ex hoc» inquit1, «aliquando, m unicipes no­ stra cum m arito se praecipitavit». Causam requisivi. M aritus ex diutino m orbo circa velanda corporis2 ulceribus putrescebat. Uxor, u t inspiceret3, exegit. Vidit, desperavit; se cum m arito ligavit abiecitquc in lacum. 1. inquit. «disse». 2. circa velando corporis: «nella parte del corpo che deve essere tenuta coperta». 3. ut inspiceret. proposizione completiva retta da exegit, «di esaminare» (la parte malata).

Notizie sugli Sciti Fonte da Giustino Argomento la Sàzia, regione dell’Asia centrale, si estende molto in longitudine e in latitu­ dine. Gli Sciti non hanno fra di loro confini, poiché sono nomadi. Ilfurto è considerato il peg­ giore dei crimini; si cibano di latte e di miele; indossano pelli di animali, poiché non cono­ scono la lana Genere epitome storica Percorsi 14 La storiografia; 15 —» Antropogeografia Scythia m ultum in longitudinem et latitudinem patet. H om inibus inter se nul­ li fines sunt. N eque enim agrum exercent, nec dom us ulla aut tectum aut sedes sunt; arm enta e t pecora sem per pascunt et p er incultas solitudines errare solent. Uxores liberosque secum in plaustris vehunt. N ullum scelus apud eos furto gravius; aurum et argentum n o n adpetunt, lacte et m elle vescuntur. Lanae usus ignotus est, sed pelles ferinas habent. C ontinentia m orum iustitiam edidit, quod nihil alienum concupiscunt. Ibi divitiarum cupido est, ubi et usus.

Lessico «ex diutino morbo» Morbus -i, m., significa «malattia», «infermità». L’etim ologia del nom e non è nota. Da morbus deriva morbosus -a -um «malato» ed anche «vizioso», come nell’attuale ac­ cezione italiana. Anche l’aggettivo morbidus -a -um significa «malaticcio», «molle», «ce­ devole»; attualm ente, «morbido» ha perduto il suo valore orignario, m a è diventato sinonim o di «tenero», «flessuoso». In italiano: m orbo, m orboso, m orbosità, m orbi­ do...

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Sezione prima

Morfologia

Congiuntivo (presente e imperfetto)

L’istruzione del medico

Il presente e l’im perfetto congiuntivo si form ano dal tem a del presente (infectum) con l’aggiunta delle term inazioni indicate: presente

laud mon mitt aud

-em -eam -am -iam

-es -eas -as -ias

-et -eat -at -iat

-emus -eàmus -àmus -iàmus

-eris -eàtis -àtis -iàtis

-ent -éant -ant -iant

imperfetto

laud mon mitt aud

-àrem -erem -èrem -Irem

-àres -éres -éres -ìres

-aret -éret -éret -iret

-arèmus -eremus -erèmus -irémus

-arètis -erétis -eretis -irétis

-àrent -erent -érent -Irent

Proposizioni finali e complemento di fine La proposizione finale esprim e lo scopo p er cui si com pie l’azione indicata nella reg­ gente. In latino è introdotta dalle congiunzioni ut, ne (affinché..., per...·, affinché non..., per non...), seguite dal m odo congiuntivo (tem pi presente e im perfetto). Es. : Milites p u g nant ut patriam defendant: I soldati combattono per difendere la patria. Milites pugnabant ut patriam defenderent: I soldati combattevano per difendere la patria. Il com plem ento di fine (o scopo) si trova in caso accusativo, preceduto dalla prepo­ sizione ad. M eno frequentem ente viene reso con il dativo, oppure con il genitivo ac­ com pagnato dagli ablativi causa o grada.

ESERCIZIO

Morfologia

Proposizioni finali

1. H om ines suscipiunt bella u t sine intim a in pace vivant ( Cic.). 2. Refugeram in Tuscos, u t om nia ad arbitrium m eum facerem (Plin.). 3. Dom itianus expeditionem in Galliam inchoavit, u t fratri se e t opibus et dignatione adaequaret (Suet.). 4. Benefici liberalesque sumus, non u t exigamus gratiam sed natu ra propensi ad liberalitatem sumus (Cic.). 5. Verri m ulta de Graecis, ne in hoc genere disputationis careret Latina orario ( Cic.). 6. Plebs incerta coetus nocturnos in Aventino faciebat, ne in foro subitis trepidaret consiliis (Liv.). 7. Porsenna in ripis Tiberis castra posuit u t milites trans flum en traiceret (Liv.). 8. Satis est un a rem proferre (esporre), ne defatigem us lectores (Nep.). 9. Caesar, quo (ut) facilius equitatum Pom peianum ad Dyrrachium (Durazzo) contineret et pabulatione prohiberet, castella ibi posuit (Caes.). 10. Darius, u t Graeciam redigeret in suam potestatem , classem comparavit (Nep.).

Fonte da Isidoro di Siviglia Argomento la preparazione del medico prevede una conoscenza adeguata delle arti liberali (nel Medioevo dette del trivio e del quadrivio, cioè grammatica, retorica e dialettica; aritmeti­ ca, geometria, musica ed astronomia). Le ragioni sono quelle illustrate dall’autore Genere prosa erudita Percorsi 24 —r Educazione e istruzione; 26 —> Arti, scienza, erudizione Gramm aticam m edicus scire debet, u t intellegere vel exponere possit quae1legit. Similiter et rhetoricam , u t veracis argum entis valeat definire quae tractat. Nec non cri dialecticam p ropter infirm itatum causas curare debet. Sic e t arithm eticam ; n o n aliler et geom etriam p ropter qualitates regionum e t locorum situs. Porro musica incognila illi (a lui) n o n erit, nam m ulta sunt quae in aegris hom inibus p er musicam facta leguntur*. Asclepiades quoque medicus phreneticum quendam p er sym phoniam pristinae sanitari restituit. Postrem o et astronom iam notam habebit, per quam contem pletur4 ralionem astrorum et m utationem tem porum . M edicinam secundam philosophiam di­ clini: nam sicut philosophia anim am , ita m edicina corpus curat. 1. quae. «ciò che» (accusativo plurale neutro). 2. Nec non et «E certamente anche» (due nega­ zioni affermano). 3. quae... facta leguntur. «che si dice siano accadute». 4. per quam contempletur. • per esaminare attraverso di essa».

Lessico «medicus scire debet... Asclepiades quoque medicus... Medicinam secundam philo­ sophiam d/cunt» M edicina -ae «arte medica», «sollievo», rim anda a medicus -i «medico», che a sua vol­ ta rinvia al verbo deponente medeor, -eris, medéri, da u n a radice *MED, come appare dall’accostam ento al verbo greco médomai «curare», «guarire». Dalla stessa radice: medicamen -inis, n., «medicamento»; medicamentum -i «medicamento», «rimedio»; reme­ dium -ii «medicam ento», «antidoto». La form a iterativa di medeor è meditor, -aris, meditatussum, meditari «meditare», «pensare», «riflettere». In italiano: m edico, m edicare, m edicina, rim edio, m editare, imm ediato...

Potere della musica Fonte da Isidoro di Siviglia Argomento l’importanza e l’efficacia della musica è ribadita in più occasioni dagli antichi. Chiesta è la testimonianza di Isidoro Genere prosa erudita Percorsi 24 —» Educazione e istruzione; 26 —>Arti, scienza, erudizione Sine musica nulla disciplina potest esse perfecta, nihil enim sine illa1. Musica movet affectus, provocai in diversum habitum sensus. In proeliis quoque tubae concenI. sine illa: «senza di essa».

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T

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Sezione prima

Sezione prima

Morfologia,

tus pugnantes accendit. Siquidem e t rem iges cantus h ortatur2, ad labores musica an i m um m ulcet, et singulorum o perum fatigationem m odulatio vocis solatur3. Excitos q u a que anim os musica sedat. Ipsas quoque bestias, serpentes, volucres atque delphinas ao auditum suae m odulationis musica provocat. Musicae partes sunt tres, id est4, h arm o n 1 ca, rythm ica, metrica. 2. hortatur. «sprona».

3. solatur. «rende sopportabile».

Morfologia

Pronomi e aggettivi dimostrativi e determinativi ■ Il verbo: congiuntivo perfetto e piuccheperfetto ■ Sintassi: proposizioni consecutive

4. id est «cioè».

Pronomi e aggettivi dimostrativi e determinativi

φ IPerche Valerio fu chiamato «Corvino»

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Fonte da Eutropio Argomento durante l ’invasione dei Galli del 357 a.C. avvenne un fatto straordinario: Marco Valerio accettò la sfida di uno dei Galli e nel corso del combattimento trovò un allea­ to in un corvo Genere epitome storica Percorsi 9 —>L ’espansione delia repubblica; 12 —> Il valore militare; 13 —» IRomani e gli altri; 14 -4 La storiografia

Parvis adhuc Romanis rebus1, tanta tam en in re militari virtus erat. Q uae cum: profectae essent2 adversum Gallos, duce L. Furio, quidam (un tale) ex Gallis u num ex Romanis provocavit. Tum se Valerius tribunus m ilitum obtulit et, cum processisset3 armatus, corvus ei supra dextrum brachium sedit. Mox commisit adversum Gallum pu­ gnarci idem corvus: alis et unguibus Galli oculos verberavit, ne rectum 4 posset aspicere. Ita a tribuno Valerio interfectus non solum victoriam, sed edam nom en dedit. Nam postea Corvinus est dictus, ac p ro p ter hoc m eritum consul est factus5.12 1. Parvis... rebus:, forma di ablativo assoluto, «Quando le forze (di Roma) erano ancora modeste». 2. Quae cumprofectae essent «Essendosi mosse» (soggetto sottinteso «le forze militari»). 3. cum pro­ cessisset. «essendo andato avanti». 4. rectum: corrisponde a rectis oculis, «in faccia». 5. estfactus: «divenne».

I pronom i e gli aggettivi dimostrativi sono: hic, haec, hoc questo ille, illa, illud quello iste, ista, istud codesto Osservazioni: - il genitivo e il dativo singolari term inano in -fus -i (term inazioni della declinazio­ ne pronom inale); - hic indica ciò che è vicino a chi parla nello spazio e nel tem po; ille ciò che è lon­ tano da chi parla e da chi ascolta nello spazio e nel tem po; iste ciò che è vicino a chi ascolta; - hic e ille sono spesso usati in correlazione (in tal caso hic indica la persona o la co­ sa citata p er ultim a, m entre ille quella citata per prima); - ille e iste possono avere, rispettivam ente, valore enfatico e dispregiativo. I pronom i e gli aggettivi determ inativi sono: is, ea, id egli, questo, quello idem, eadem , idem stesso, medesimo ipse, ipsa, ipsum stesso, in persona Osservazioni: - il genitivo e il dativo singolari han n o le term inazioni -lus -i; - is, ea, id è usato com e pronom e personale non riflessivo di 3- persona, oppure per richiam are un altro term ine dell’enunciato (spesso u n pronom e relativo); - idem , eadem , idem è form ato da is, ea, id e dalla particella indeclinabile -dem; - la differenza tra idem ed ipse sta nel fatto che idem si usa nell’accezione di mede­ simo, uguale, m entre ipse serve per sottolineare un term ine dell’enunciato, lui stes­ so, proprio lui.

ESERCIZIO

Tradurre i seguenti sintagmi

huic generi · huius artis · huius facta, illius dieta · haec civitas · usque ad hanc aetatem · apud illos · id ipsum · ob id ipsum · id est · hoc prim um sentio · hoc proprium est anim i bene constituti · de iis amicis · in ipsos amicos · haec dixi de amicitia • discebant id om nes · ipsius corporis · in eo serm one · ob id ipsum · tem porum iliorum · his contraria · eodem in genere · iisdem tem poribus · eiusdem gentis · inter ipsos · eorum ipsorum .

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Sezione prima ESERCIZIO

Sezione prima

Morfologia

Tradurre le seguenti frasi

Lessico

1. H uius facta, illius dieta laudani (de.). 2. An tu haec non credis? ( Cic.). 3. Suos libros ipsi legunt cum suis (Cic.). 4. Sola nos philosophia excitabit, sola som num excutiet gravem: illi te totum dedica (Sen.). 5. Idem esse dicebat Socrates veritatem e t virtutem (Sen.). 6. Ipsa virtus amicitiam et gignit et continet ( Cic.). 7. M aximum ornam entum amicitiae tollit, qui (chi) ex ea tollit verecundiam (Cic.). 8. De amicitia om nes idem sentiunt (Cic.). 9. Vos, iuvenes, anim um geritis m uliebrem , illa virgo viri (Cic.). 10. U na erat dom us, idem victus (Cic.). I L Non postulo id quidem , aveo tam en audire (Cic.). 12. M agna vis est in virtudbus; eas excita, si forte do rm iu n t (Cic.). 13. Aequitas lucet ipsa p er se, dubitatio cogitationem significat iniuriae (Cic.). 14. Totius iniustitiae nulla capitalior quam eorum , qui tum , cum m axime fallunt, id agunt, u t viri boni esse videantur ( Cic.).

«quo transire posset fadlius flumen... venerunt in mediam amnem»

Sia flum en fluminis, n., che amnis -is, m., si possono trad u rre «fiume», anche se non si tratta di due parole com pletam ente identiche. Lo storico della lingua V arrone di Rieti (Isec. a.C.) spiega che flum ene fluvius derivano entram bi dal verbo fino, -is,fluxi, fluxum, fluire, con questa differenza: flumen è il corso d ’acqua continuo, m entre flu ­ vius è il corso d ’acqua con un a portata irregolare e variabile. Q uanto ad amnis, lo stes­ so Varrone lo collega ad ambitus «l’andare intorno» (ma amnis sarebbe u n a parola di origine celtica). Altro term ine p er indicare il fium e è rivus -i, m., che significa «ru­ scello», in accordo con la sua radice *REI «scorrere»; da rivus viene l’aggettivo rivalis -e, «rivale», cioè chi h a il diritto di usare con altri l’acqua di un canale. Il verbo fluo, -A presenta un num ero notevole di composti (af-fluere, con-fluere, de-fiuere...); fluitare è «fluttuare»; tra i nom i coradicali si segnalano gli aggettivi fluidus -a -um «fluente» e fluxus -a -um «ondeggiante»; fluctus -us è «flutto». In italiano: fiotto, fiume, fluente, fluire, fluido, fluttuante, flusso, affluente, influenzare...

φ La rana c il topc Fonte da Romulus Argomento un topo, per attraversare un fiume, chiede aiuto ad una rana, che provvede a legarlo alla sua zampa posteriore. Il topo affoga, ma anche per la rana le cose non vanno me­ glio Genere favolistica Percorsi 2 -¥ La favola Mus quo1 transire posset2 facilius flum en, petiit ranae auxilium. Illa posteriori cruri suo lino alligai pedem priorem m uris et natantes ven eru n t in m ediani am nem . Mutavit fidem et subm ersit se ran a et traxit secum sub aquis soricem 3. Conspexit praedam milvus volane: m urem rapuit com item que ranam abstulit4. Q ui5 n o cent aliis interim unt. l. quo: sostituisce ut nelle finali in cui vi sia un termine comparativo (fadlius). 2. transire posset rispettivamente, infinito di transeo, -is e imperfetto congiuntivo di possum. 3. soricem: sorex -iris, m. , è il «sorcio di campagna»; negli altri casi è adoperato il termine mus muris, m. e fi, «topo». 4. abstulit perfetto indicativo di aufero (abe fero) «portare via» (con forza). 5. Qui: «Coloro che» (nominativo maschile plurale del pronome relativo qui, quae, quod: «il quale», «la quale», «la qual cosa»).

Morfologia

- Ι La gratitudine del topolino Fonte de Romulus Argomento un leone risparmia la vita ad un topolino e, per questo, avrà un bel riconosci­ mento Genere favolistica Percorsi 2 —>La favola

D orm iebat leo in silva et m ures agrarii ludebant. U nus ex eis super leonem non voluntate transiit1. Experrectus2 leo, celeri m anu m iserum m urem apprehendit. file rogabat veniam sibi dari3, quia non voluntate fecerat. Leo ignovit et dimisit. Post paucos dies leo in foveam cecidit e t rugire coepit. Mus u t audivit, cucurrit. Ubi leonem cognovit: «Non sum im m em or beneficii tui». Tunc illius ligaturas lustrare coepit, nervos seca­ le et laxare illius artis ingenia. Sic m us leonem liberum silvis resti tui t. Ne quis m inimos laedere praesum at4. 1. transiit perfetto indicativo di transeo (trans-eo «passare attraverso, sopra». 2. Experrectus·. «Svegliatosi». 3. veniam sibi dari: dari è infinito presente passivo; letteralmente, «che a lui fosse concesso il perdono». 4. Ne... praesumat è la «morale» conclusiva, «Che nessuno presuma...».

Lessico «Mus ut audivit, cucurrit»

Curro, -is, cucurri, cursum , currére (perfetto raddoppiato) vuol dire «correre»; il ter­ m ine è di origine celtica, poiché rim anda ad u n a radice * CARR con cui si designa il carro da trasporto (strum ento introdotto dai Celti). I composti di curro con preposi­ zione sono num erosi: ac-currere, con-currere, de-currere, dis-currere «il correre qua e là»,

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Sezione prima

Sezione prima

Morfologia

ex-currere (da cui ex-cursus -us «il correre fuori»), in-currere, oc-currere «correre incon­ tro», per-currere, re-currere, suc-currere, trans-currere. Tra i nom inali si segnalano currus -us «carro» e cursus -us, m., «corsa»; da currus deriva l’aggettivo curulis -e, che propria­ m ente significa «riguardante il carro» (del vincitore). La sedia curule (sella curulis), intarsiata di avorio, era quella sulla quale avevano diritto di sedersi alcuni magistrati, consoli, pretori, edili (per questo si trova l’espressione aedilis curulis). Il cursus hono­ rum è la «carriera politica». In italiano: carro, carrozza, corsa, correre e i composti: concorso, decorso, discorso, incursione...

Conseguenze della vanità Fonte Romulus Argomento la volpe si serve della sua astuzia per mettere nei guai una pernice, che saprà comunque avvalersi della stessa arma Genere favolistica Percorsi 2 —» La favola Dum perdix in loco em inentiore sederet, advenit vulpes e t dixit ei: «Quam for­ mosa est facies tua! c ru ra tua, rostrum , os tuum sicut corallum . Nam si dorm ires, pulchrior esses». C redens1 ei perdix clausit oculos; atque eam ilico vulpes rapuit. At perdix fletu locuta est2: «Per artium tuarum virtutes, te quaeso, u t antea nom en m eum dicas, et sic me devorabis». At ubi vulpes perdicem voluit nom inare, aperu it os et evasit perdix. Dolens vulpes ait: «Heu m e, quid opus fuerat loqui?3». Respondit perdix: «Heu m e, dor­ m ire quid necesse erat, cui4 som nus non venerai?». 1. Credens: participio presente, nominativo singolare, «Credendo». 2. locuta est perfetto depo­ nente (forma passiva, significato attivo) di loquor, -erìs, «parlò». 3. quid... loqui?: « che bisogno c’era di parlare?». 4. cui: dativo del pronome relativo qui, quae, quod, letteralmente «alla quale», «cui», ma è meglio sottintendere mihi, «a me che».

Morfologia

Clitennestra Fonte da Igino Argomento Clitennestra, moglie di Agamennone, fu sedotta da Egisto e uccise il marito al suo rientro in patria dopo la guerra di Troia. Oreste vendicò il padre Genere mitografia Percorsi 1 —> Il mito A gam em non cum Cassandra in patriam revertiL Clytaem nestra, Tyndarei filia, Agamemnonis uxor, cum audisset1 ab Oeace, Palamedis fratre, Cassandram sibi paelirem adduci2, tunc cum Aegistho, filio Thyestis, cepit consilium u t3 A gam em nonem et ( ’.assandram interficeret et A gam em nonem sacrificantem securi cum Cassandra interfeLa favola; 23 —» Il sistema etico O pes invisae m erito sunt forti viro, quia dives arca veram laudem intercipit. ( belo receptus1p ropter virtutem Hercules, cum gratulantes persalutasset2 deos, venienle Pluto3, qui (il quale) Fortunae est filius, avertit oculos. Causam quaesivit Pater. «Odi4» inquit «illum, quia malis amicus est simulque cuncta corrum pit». I. receptus·. «accolto». 2. cum... persalutasset «dopo aver salutato...». 3. veniente Pluto: «all’arrivo li Pluto» (ablativo assoluto). 4. Odi: perfetto con valore di presente, «Odio».

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Sezione prima

Sezione prima

Morfologia

Come Semiramide diventò regina Fonte da Giustino Argomento dopo la morte di Nino, fondatore della monarchia assira (fine del II millennio a. C.), la moglie Semiramidefinse di essere il figlio erede al trono e governò per diversi anni. Quando si scoprì la sua vera identità, Vammirazione crebbe, anche perché aveva compiuto imprese degne di un grande re Genere epitome storica Percorsi 5 —» Oriente e Grecia; 14 s La storiografia; 23 —» Donne celebri Semiramis neque im m aturo p uero tradidit im perium neque ipsa palam tractavit. Simulai se prò uxore Nini filium, prò fem ina puerum . Nam e t statura utriq u e1 mediocris et vox pariter gracilis et liniam entorum qualitas m atri ac fdio similis. Igitur brachia et crura calciamentis, caput tiara tegit et eodem o rn atu et populum vestiri2 iubet, quem m orem 3 vestis exinde gens universa tenet. Sic prim is initiis sexum m entita4, puer esse eredita est. Magnas deinde res gessit; ubi invidiami superatam putat, quae sit fatetu r5. Nec hoc illi dignitatem regni adem it, sed adm irationem auxit. Haec Babyloniam condidit m urum que urbi circum dedit. M ulta et alia praeclara huius reginae fuerunt, siquidem Aethiopiam quoque im perio adiecit. Sed et Indis bellum intulit, quos6 praeter illam et A lexandrum M agnum nem o intravit. 1. utrique. «ad entrambi» (dativo singolare di uterque «l’uno e l’altro»). 2. vestiri: «di vestirsi». 3. quem morem: «questa usanza». 4. mentita: «dopo aver tenuto nascosto». 5. quae sit fatetur. «confessa la sua identità». 6. quos: «i quali» (accusativo plurale maschile di qui, quae, quod).

M m folofia

victor Romam rediit1 et captivos reduxit. Atilius Regulus in Africa rem ansit. Is contra Aires aciem instruxit. C ontra tres C arthaginiensium duces dimicavit e t victor fuit. Tum vieti Carthaginienses pacem a Romanis petiverunt, sed Regulus durissimis condicionibus dedit. Afri auxilium a Lacedaem oniis petiverunt et Regulum vicerunt. Regulus ipse in catenas coniectus est2. 1. rediit. perfetto indicativo di redeo, -is.

2. coniectus est. «fu gettato».

Lessico «aciem instruxit»

In-struo, -is, in-struxi, im structum , instruére significa «istruire», «completare»; aciem instruere «disporre l’esercito in ordine di battaglia»; com e term ine retorico, orationem instruere vuol dire «preparare u n discorso». In-struo è u n com posto di struo, -is, struxi, structum, struere «accatastare», «preparare», «disporre»; altri com posti del verbo sono: ad-struere «aggiungere»; con-struere «collocare con ordine», «costruire»; de-struere«de­ molire»; ex-struere «innalzare», «preparare»; ob-struere «ammassare contro»; sub-struere «sostenere con u n a costruzione». Tra i nom i, ricordiam o structura -ae «struttura» e strues -is, f., «mucchio», «catasta»; in-strumentum -i «masserizie», «bagaglio», «mezzi», «strumento», «prova». In italiano: struttura, costruire, distruggere (attraverso il fran­ cese destroyer), industria, istruire, ostruzione, strum ento...

Lessico «quem morem vestisti

Mos moris, m., significa «costume», «usanza», «comportam ento», «modo di essere», ed anche «legge». A mos moris riconduciam o parole come moralis -e «morale», «etico»; moralia -ium «argom enti morali»; moralitas -atis «moralità»; morigerus -a -um «obbedien­ te», «compiacente», moratus -a -um «di buona famiglia». Mos en tra in espressioni come mos maiorum «il costum e degli avi»; ut moris est com ’è costume»; mos est «è abitudine»; meo ( tuo, suo) more «secondo le mie abitudini»; vetere ex more «in base ad u n ’antica usan­ za»; more solito «secondo le abitudini». In italiano: m orale, m oralità, m origerato...

Attilio Regolo conduce l’esercito in Africa Fonte άΑ Eutropio Argomento nel 256 a. C. si svolse una battaglia navale tra i Romani e i Cartaginesi. Dopo la vittoria, l ’esercito romano sbarcò in Africa, giungendo quasi a Cartafine. Attilio Regolo pose condizioni di pace durissime, tanto che i Cartaginesi chiesero aiuto agli Spartani. In se­ guito, l’esercito romano fu gravemente battuto e lo stesso Regolofu fatto prigioniero Genere epitome storica Percorsi 11 —> L ’eseràto, la guerra, l’imperialismo romano; 14 —» La storiografia Consules usque ad C arthaginem processerunt et m ulta vastaverunt. Manlius

Un discorso di Quinto Fabio M assimo Fonte Livio Argomento Quinto Fabio Massimo, il «Temporeggiatore», rivolge queste parole al console Lucio Emilio Paolo, invitandolo a riflettere sulla diversa situazione dei Romani e dei Cartaginesi e suggerendogli una linea di condotta razionale e guardinga, anche in relazione all’imprudenza del suo collega Gaio Terenzio Varrone. L ’avventatezza di quest’ultimo avreb­ be portato da li a poco alla disastrosa sconfitta di Canne (agosto del 216 a.C.) Genere storiografia Percorsi 77 —>L ’eseràto, la guerra, l ’imperialismo romano; 14 —> La storiografia «In Italia bellum gerim us, in sede ac solo nostro; om nia circa1 piena civium ac sociorum sunt; armis, viris, equis, com m eatibus iuvant iuvabuntque; id iam fidei docu­ m entim i2 in adversis rebus nostris dederunt; meliores, prudentiores, constantiores nos lem pus diesque facit. H annibal contra3 in aliena, in hostili est terra in ter om nia inim ica infestaque, procul ab dom o, ab patria; neque illi terra neque m ari est pax; nullae eum m bes accipiunt, nulla m oenia; nihil usquam sui videt, in diem 4rapto vivit; partem vix terliam exercitus eius habet quem H iberum am nem traiecit; plures fam e quam ferro absumpti; nec his paucis victus suppeditat. Haec u n a salutis est via, L. Paule, quam difficilem infestam que cives tibi magis quam hostes facient». 1. àrea·, avverbio, «intorno». 2. fidei documenturm «prova di lealtà». diem: «giorno dopo giorno».

3. contro: «al contrario».

4. in

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Morfologia

Sezione prima

Lessico

ESERCÌZIO

«partem vix tertiam exercitus»

Exercitus -us, m., significa «esercito», «armata»; in opposizione ad equitatus -us, m., («cavalleria»), vuol dire «fanteria», «moltitudine», «esercizio». E u n a parola com po­ sta dalla preposizione ex e dal verbo arceo, -es, arcui, arcére, che significa «racchiudere»,, «chiudere dentro», «allontanare», «proteggere», «difendere». L’idea della «chiusu­ ra» contenuta in arceo, si spiega pensando ad arca -ae «cassa», ad arx arcis, fi, «rocca», «cittadella» e all’aggettivo arcanus -a -/um «chiuso», «segreto», da una radice *ARC «chiuso». U n com posto di arceo abbastanza frequente è co-erceo «circondare», «domi­ nare». Ex-erdtareè la form a intensiva di ex-erceo e significa «esercitare spesso». T ra i no­ m inali si segnalano anche exeràtatio -onis, fi, «esercitazione» e exercitium -ii «esercizio». In italiano: arca, arcano, esercitare, esercizio, coercizione...; in inglese: exeràse.

Congiuntivo perfetto e piuccheperfetto Il perfetto e il piuccheperfetto congiuntivo si form ano dal tem a del p erfetto (perfectum) con l’aggiunta delle seguenti term inazioni: perfetto

laudav ' m onu >■-crini mis audiv

piuccheperfetto laudav m onu mis audiv

-issem

-éris

-érit

-erimus

-eritis

-erm i

-isses

-isset

-issemus

-issetis

-issent

Proposizioni consecutive Le proposizioni consecutive esprim ono la conseguenza di ciò che viene detto nella proposizione sovraordinata, in cui generalm ente si trovano term ini che anticipano l’idea di una conseguenza o di u n effetto (cosi, tanto, tale, talmente, a tal punto..., cui corrispondono in latino sic, ita, tam, tantus, talis, tot...). In italiano si distinguono due form e, esplicita ed impilata (introdotte rispettivam ente da che e da). Es.: Mario è cosi diligente che tutti lo am m irano (form a espilata) / da essere am m irato da tutti (form a impilata). In latino, u t (negativo u t non) - corrispondente a che, da in italiano - è seguito dal m odo congiuntivo (presente: conseguenza nel presente; im­ perfetto o perfetto: conseguenza nel passato). Es.: Atticus Athenis ita vixit, u t universis Atheniensibus esset carissimus (Nep.): Attico visse ad Atene in modo tale da essere molto gradito a tutti quanti gli Ateniesi.

Morfologia

Proposizioni consecutive

1. 2. 3. 4. 5. 6.

N on sum ita hebes, u t istud dicam (Cic.). Tanta vis est honesti, u t speciem utilitatis obscuret (Cic.) Tanta vis est honestatis, u t eam in hoste edam diligamus (Cic.). Nos natu ra disposuit u t dolorem aut tolerabilem au t brevem faceret (Sen.). Id m ihi sic erit gratum , u t gratius esse nihil possit (Cic.). Tanta strages aut occisorum aut captivorum fuit, u t A theniensium deletum n o n imperium tantum , verum etiam nom en videretur (sembrava) (lust.). 7. Tanto am ore etiam apud barbaros fuit Augustus, u t reges populi Rom ani amici in ho­ norem eius co n d eren t civitates (Entri). 8. Piratae om nia m aria infestabant ita, u t Rom anis navigatio tuta n o n esset (Eutri). 9. Asia tam opim a est ac fertilis u t facile om nibus terris antecellat (Cic.). 10. Apud m aiores tanta religionis vis fuit, u t quidam (certi) im peratores se ipsos diis imm ortalibus prò re publica devoverent (Cic.). 11. Tantus terro r subito incessit u t victores ipsi profugerent ( Val. Max.). 12. Tanta erat apud eos veneratio regis, u t facile periculi cogitationem praesentia eius excuteret (Curi.). 13. Adeo altae nives prem u n ì terram gelu, u t ne avium quidem vestigium exstet (Curi.). 14. Paulus tantum in aerarium pecuniae invexit, u t unius im peratoris praeda finem attulerit (da afferò) tributorum (Cic.). 15. Atrox in ipso foro pugna fuit, adeo u t Romulus Iovem oraret (Fiori). 16. Tam densa caligo obcaecaverat diem u t neque signiferi viam neq u e signa milites cern eren t (Liu).

Liberalità di Cimone Fonte da Cornelio Nepote Argomento la liberalità e la generosità di Cimone, il comandante ateniese che si distinse nel­ la guerra contro i Persiani (V sec. a. C.), sono ampiamente dimostrate dagli esempi riportati Genere biografia Percorsi 10 —» La biografia; 23 —>Il sistema etico Cim onem Athenienses n o n solum in bello, sed etiam in pace diu desideraveru n t1. Fuit enim tanta liberalitate, u t num quam in praediis hortisque custodem imposuerit. Sem per eum pedisequi cum num m is secuti sunt2, u t haberet q uod3 statini daret. Saepe cum pauperem videret4 m inus bene vestitum, suum am iculum dedit. Cotidie sic cena ei coquebatur5, u t omnes, quos6invocatos vidisset in foro,devocaret. Nulli fides eius, nulli opera, nulli res familiaris defuit7: m ultos locupletavit, com plures pauperes m ortuos suo sum ptu extulit8. 1. desideraverunt. «rimpiansero». 2. secuti sunt verbo di forma deponente, «seguirono». 3. quod: da unire al successivo daret «qualcosa da...». 4. cum... videret «quando vedeva...». 5. coquebatur. «veniva preparata». 6. quos·. «i quali», (accusativo maschile plurale del pronome qui, quae, quod). 7. defuit perfetto di desum. 8. extulit «fece il funerale».

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Lessico «diu desideraverunt»

Desidero, -as, -avi, -atum, are significa «sentire la mancanza», «aver bisogno», «rim­ piangere». E form ato dalla preposizione dee dal sostantivo sidus -eris, n., «astro», «stel­ la»; quindi, in senso proprio «desiderare» vuol dire «sentire la m ancanza delle stel­ le», di cui gli àuguri (indovini) si servivano p er ricavare segni. Lo stesso vale per con­ siderare, che è u n «valutare le stelle». Da desidero deriva desiderium -ii «desiderio di qualcosa», «rimpianto», per esempio, di u n a persona amata. Accanto a sidus -eris, che è l’astro in grado di influenzare le vicende um ane, si trovano astrurn -i, n., (un presti­ to dalla lingua greca), che indica un corpo celeste in genere, senza alcuna specifica­ zione semantica; stella -aeè, invece, il corpo celeste, la stella, il pianeta considerati iso­ latam ente. In italiano: siderale, considerare, desiderare...

Pronomi relativi e proposizioni relative I pron om i relativi sono: qui, quae, quod che, il quale, la quale, la qual cosa quicumque, quaecumque, quodcumque chiunque, qualunque cosa quisquis, quidquid (quicquid) chiunque, qualunque cosa. Possono avere funzione relativa anche altri pron om i e aggettivi, com e qualis quale, quantus quanto grande, qualiscumque, di qualsiasi genere, quot (indeclinabile) quanti (num ericam ente), e avverbi di quantità o di m odo, com e ubi dove, quantum quanto, ut come, nel modo in cui.

Pirro contro Roma Fonte da Eutropio Argomento per aiutare i Tarentini, Pirro invase l’Italia (280 a.C.), ottenendo numerosi successi. Ma quando si rese conto del valore e dell’integrità dei suoi avversari, preferì chiede­ re la pace Genere epitome storica Percorsi 9 —» L ’espansione della repubblica; 12 —r II valore militare; 14—>La storiografia Pyrrhus Rom am perrexit, om nia ferro ignique vastavit atque ad Praeneste venit, miliario ab urbe octavo decimo. Mox terrore exercitus Romani in Cam paniam se recepit. Legati ad Pyrrhum missi et ab eo honorifice suscepti sunt1. Captivos sine pretio Romam misit. U num ex legatis R om anorum sic adm iratus est2, u t sollicitare voluerit, ut ad se transiret3, sed Fabricius contem psit Pyrrhum. Q uare Pyrrhus, R om anorum ingenti adm iratione, legatum misit, qui pacem aequis condicionibus peteret, praecipuum virum, Cineam nom ine, ita u t Pyrrhus partem Italiae, quae iam armis occupaverat, obtineret. 1. suscepti sunt «furono accolti». 2. admiratus est «provò ammirazione»; il soggetto è Pirro. transiret «a passare dalla sua parte».

Pronomi relativi ■ Sintassi: proposizioni relative ■ Forma passiva del verbo (te­ ma del presente)', i verbi impersonali

3. ut...

Osservazioni: - quicumque e quisquis vengono norm alm ente definiti pron om i relativi-indefiniti; - il p ron om e relativo con corda in genere e num ero con il term ine cui si riferisce, m entre il caso è quello voluto dalla sua funzione logica; - il relativo qui pu ò significare colui che, assorbendo in sé il dim ostrativo is, m a in questo caso ci deve essere identità di genere, num ero e caso fra i due pronom i; - il relativo è spesso preceduto d a un dim ostrativo; - il relativo o l’intera proposizione relativa talvolta si trovano in posizione anticipa­ ta (prolessi) rispetto alla sovraordinata; - talvolta il sostantivo assum e lo stesso caso del p ron om e cui si riferisce (attrazione); - posto all’inizio di frase, il relativo serve a m antenere il legam e (nesso relativo) con la frase precedente; - avverbi relativi derivanti dai pron om i qui e quicumque: ubi dove, quo verso dove, lin­

de da dove, qua per dove, ubicumque ovunque, quocumque verso ovunque, undecumque da dovunque, quacumque per qualunque luogo; - quod pu ò essere pron om e relativo neutro, (che, ciò che, la qual cosa) e congiunzio­ ne subordinante causale (poiché, dal momento che); - costruite con il m odo congiuntivo, le proposizioni relative cosiddette improprie hanno la funzione di altre proposizioni, quali finali, consecutive, causali etc.

Lessico «aequis condicionibus» Aequus -a, -um significa «uguale», da cui «giusto», «imparziale» e anche «pianeg­ giante». Da aequus si form ano aequum -i «il giusto», il verbo aequo, -as, -avi, -atum, -are «eguagliare», «pianeggiare» (con il com posto ad-aequare«appianare»), l’aggettivo aequalis -e «uguale», «coetaneo»; i sostantivi aequitas-atis «equità» ed aequor-oris, n., «di­ stesa piana», spesso im piegato p er indicare il m are (appunto com e distesa). In italia­ n o : eguaglianza, equatore, equilibrio, equità, equoreo (del m are), adeguare, con­ guaglio, sperequazione...

ESERCÌZIO

Tradurre

quibus ex rebus · quam ob rem · puer, quem vides · verecundia, sina qua nihil rectum esse potest · ea, quae sunt his contraria · ii, quibuscum com m unitate iuncti sumus · decus, de quo ante diximus · de illis rebus, quae ante dixi · ii, qui rei publicae praesunt * haec officia, de quibus his libris disserimus · cuius auctoritas · quidquid dicis · quam ob causam · quoquo m odo · quacum que ratione · quocum que tem pore · quaecum ­ que agunt · quaecum que hom ines hom ini tribuunt.

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Sezione prima

Morfologia

Morfologia

Pronomi relativi e proposizioni relative

1. Venit ad me, quod m ihi pergratum fuit, noster H ortensius (Cic.). 2. Qui nihil habet in vita iucundius vita, is cum virtute vitam non potest colere (Rhet. Her). 3. Alexander phalangem , qua nihil apud M acedonas validius erat, in fronte constituit ( Curt.). 4. Dictator contra Veientanos missus est {fu mandato) Camillus, qui prim um eos vicit acie, m ox edam civitatem cepit, antiquissimam Italiaeque ditissimam (Eutr.). 5. Quidam ( Un tale) veterum poètarum , cuius nom en m ihi nunc m em oriae n o n est, veritatem tem poris filiam esse dixit ( Geli.). 6. Arbores seret diligens agricola, quarum aspiciet bacam ipse num quam {Cic.). 7. Artemisia illa, Mausoli Cariae regis uxor, quae nobile illud Halicarnasi fecit sepulcrum , quam diu vixit, vixit in luctu {Cic.). 8. Ad quas res aptissimi erimus, in iis potissim um {soprattutto) elaborabim us {Cic.). 9. Lacedaem onii legatos A thenas m iserunt, qui Them istoclem accusarent {Nep.). 10. Legati a rege Ptolom aeo venerunt, qui n u n tiaren t A thenienses adversus Philippum perisse ab rege auxilium {Liv.).

Gli alberi e la scure Fonte da Romulus Argomento fabbricata la scure, l ’uomo chiese il legno per il manico agli alberi, che ebbero ben presto a dolersi della loro concessione Genere favolistica Percorsi 2 —r La favola Auxilium hosti dare suam necem facere est. Securim fecit hom o e t postulabat ab arboribus, u t illi m anubrium daren t de ligno, quod esset firm um . O m nes arbores oleastrum iusserunt dare. Sum psit hom o m anubrium , aptavit securi et ram os ac robora m agna om niaque, quae voluit, coepit indubitanter incidere. Tunc quercus fraxino ait1, «digne e t bene patim ur2, qui hosti nostro m anubrium dedimus». Ideo quisquis caute cogitet3, n e4 hosti aliquid praestet.

φ

- Ε ietà mal riposta Fonte Fedro Argomentp se si salva la vita ad un serpente, non è detto che si riceva in cambio gratitudi­ ne. In una parola, comporta dà rischi far del bene ad esseri malvagi Genere favolistica Percorsi 2 —> La favola

Qui fert1 malis auxilium, post tem pus dolet. Gelu rigentem quidam 2 colubram sustulit8sinuque fovit, contra se ipse misericors; nam u t refecta est, necuit hom inem prolinus. H anc alia cum rogaret causam facinoris, respondit: «Ne quis {nessuno) discat pro­ desse4 improbis». 1. fert «dà» (3- persona del presente indicativo di fero, fers). 2. quidam: «un tale» (pronome in­ definito). 3. sustulit «raccolse». 4. prodesse, composto del verbo sum {prosum), «far del bene», «giovare».

Lessico «causam facinoris»

Facinus facinoris, n., qui significa «misfatto», m a non sem pre l’accezione è negativa, perché si tratta di u n a vox media (voce che può assumere senso positivo o negativo dal contesto, oppure da u n a parola che serve a definirla; p er esem pio, facinus può anche significare «impresa»). Facinus, come l’aggettivo facilis-ee il sostantivo factio -onis, de­ riva da facio, -is, feci, factum, facére «fare», i cui com posti presentano variazione vocali­ ca {fi-): af-ficere «provare», con-ficere «fare interam ente», de-ficere «venire m eno», ef-ficere «ottenere», in-ficere «alterare», of-ficere «porre ostacoli», per-ficere «portare a term i­ ne», prae-ficere «preporre», pro-ficere «giovare», re-ficere«fare di nuovo», suf-ficere«essere sufficiente», «bastare». In italiano: fare, facilità, facoltà, fazione e u n num ero consi­ derevolissimo di parole composte.

1. ait aio, «dico», «affermo» è un verbo con coniugazione incompleta (difettivo) e si usa all’in­ terno di un discorso, sia diretto che indiretto. 2. patimur. «soffriamo», «patiamo». 3. cogitet. congiuntivo esortativo, «rifletta». 4. ne. «di non»; da collegare a praestet.

La ricchezza di Simonide

Lessico «quod esset firmum»

Firm us -a-um significa «fermo», «stabile», «solido», «costante». Da firm usderivano gli avverbi firme e firmiter, il verbo firmo, -as, firmavi, firmatum, firmare «rendere fermo», «animare», che ha come com posti ad-firmare «confermare», con-firmare «rafforzare», ob-firmare «consolidare»; il contrario di firmus è in-firmus (la voce verbale è infirmare «indebolire», «annullare»), da cui ìnfirmitas -atis «debolezza». In italiano: ferm o, fer­ mezza, firm am ento, afferm are, conferm are, firm are, inferm ità...

Fonte Fedro Argomento il poeta greco Simonide (VI-V sec. a. C.), dopo aver fatto fortuna nelle città dell’Asia, derise di tornare in patria. Poiché una tempestafece affondare la nave, mentre tut­ ti gli altri cercavano di mettere in salvo le cose di valore, egli ammise di avere con sé tutto ciò che gli serviva Genere favolistica Percorsi 2 —>La favola; 6 —¥ Personaggi greci; 28 —>Il pensierofilosofico; 2 9 —r I l sistema etico H om o doctus in se sem per divitias habet. Simonides, qui scripsit egregium me-

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los1, quo2 paupertatem sustineret facilius, circum ire coepit urbes Asiae nobiles. M ercedem accepit, laudem victorum canens3. Hoc genere quaestus postquam locupleti factus est4, redire in patriam voluit; erat autem natus in Cia insula. Ascendit navem; quam tempestas h o rrida simul et vetustas m edio dissolvit mari. Hi zonas, illi res pretiosas colligunt, subsidium vitae. Q uidam curiosior «Simonide, tu ex opibus nihil sumis tuis?», «Mecum» inquit «mea sunt cuncta». 1. egregium melos: «canti fuori del comune», 2. quo: corrisponde ad ut: «affinché». 4. factus est «diventò».

«cantando».

3. canens.

Le arti liberali

Fonte Isidoro di Siviglia Argomento nel Medioevo le arti liberali furono anche definite del trivio (punto di incontro di tre vie: grammatica, dialettica, retorica) e del quadrivio (punto di incontro di quattro vie: aritmetica, musica, geometria e astronomia) Genere prosa erudita Percorsi 24 —>Educazione e istruzione; 25 La retorica; 26 —>Arti, scienza, erudizione

Disciplinae liberalium artium septem sunt. Prim a gram m atica, id est loquendi peritia. Secunda rhetorica, quae p ropter nitorem et copiam eloquentiae suae m axime in civilibus quaestionibus necessaria existim atur1. Tertia dialectica, cognom ento logica, quae disputationibus subtilissimis vera secernit a falsis. Q uarta arithm etica, quae contin et num erorum causas et divisiones. Q uinta musica, quae in carm inibus cantibusque consistit. Sexta geom etrica, quae m ensuras terrae diinensionesque com plectitur2, Septim a astronom ia, quae continet legem astrorum . 1. existimatur. «è ritenuta».

Città di origine greca Fonte da Giustino Argomento molte città dell’Italia hanno u n ’origine greca: gli Etruschi sarebbero venuti dal­ la Lidia (Asia Minore), i Veneti direttamente dalla città di Troia, quandofu espugnata; Adria nel Piceno, Pisa, Perugia, Metaponto mostrano le vestigia della loro antichissima orifine Genere epitome storica Percorsi 14 -» La storiografia; 15 —>Antropogeografia Multae urbes adhuc post tantam vetustatem vestigia Graeci m oris ostentant. Namque Tuscorum populi, qui oram Inferi maris possident, a Lydia venerunt, et Venetos, quos incolas Superi m aris videmus, capta et expugnata Troia misit. Adria quo­ que, Illyrico m ari proxim a, quae e t Adriatico m ari nom en dedit, Graeca urbs est. Sed et Pisae in Liguribus Graecos auctores habent; Perusini quoque originem ab Achaeis du­ ci mt. M etapontini quoque in tem pio M inervae ferram enta, quibus Epeos1 equum Troianum fabricavit, ostentant.

φ I 9

Morfologia

2. complectitur. «abbraccia».

Lessico «Disciplinae liberalium artium» Disciplina -ae «disciplina», deriva da discipulus 4 «discepolo», «scolaro», «alunno», che a sua volta discende da disco, 4s, didici, discere «imparare». I composti del verbo disco sono: ad-discere «im parare in più», con-discere «im parare fino all’abitudine», ediscere «im parare bene», de-discere «disim parare», per-discere «imparare a fondo», praediscere «imparare (apprendere) p er tempo». Al verbo disco è da accostare, forse anche etim ologicam ente, il verbo doceo, -es, docui, doctum, decere «insegnare», da cui docilis -e e indocilis -e (con attitudine o non ad insegnare), oltre a doctrina -aee documentami. In italiano: discente, disciplina, docente, docile, docum ento, dottore...

1. Epeos. nominativo maschile singolare.

Lessico «vestigia Graeci moris ostentant» Vestigium -fi, n., è in senso proprio la «pianta del piede», quindi l’«orma»; in senso figurato «traccia», «resti». Vestigium è coradicale del verbo vestigo, -as, -avi, -atum, -are «seguire le tracce», da cui investigo. In italiano: vestigio (al plurale vestigia), investi­ gare, investigatore...

Antichi re di Atene Fonte da Giustino Argomento a partire dai tempi antichissimi (prima di Deucalione, il re della Tessaglia, uni­ co superstite con la moglie Pirra al diluvio) si fa la rassegna di coloro che regnarono sulla città di Atene (Cecrope, Cranao, Anfizionide, Egeo, Teseo, Demofonte, Codro) Genere epitome storica Percorsi / —» Il mito; 5 —» Oriente e Grecia; 14 —> La storiografia Ante Deucalionis tem pora regem h a b u e ru n t Cecropem . Huic successit ( !i anaus, cuius filia Atthis nom en regioni dedit. Post hunc A m phictionides regnavit, qui primus M inervae urbem sacravit et nom en civitati A thenas dedit. H uius tem poribus .iquarum illuvies m aiorem partem populorum Graeciae absumpsit. S uperfuerunt1, quos rei ligia m ontium receperunt, aut ad regem Thessaliae D eucalionem ratibus evecti sunt2. Tenuit et Aegeus, Thesei pater, Athenis regnum . Post Aegeum Theseus ac deinceps liiesei filius D em ophoon, qui auxilium Graecis adversus Troianos tulit, regnum possedii. Post C odrum nem o Athenis regnavit. I. Superfuerunt indicativo perfetto di supersum, «sopravvissero».

2. evecti sunt «furono trasportati».

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Lessico

Le iatiche di Ercole

«ratibus evecf/ sunt» Ratìs -is, f., significa «zattera», «barca», forse da accostare all’aggettivo rarus-a -um. È u n o dei vocaboli usati p er designare le imbarcazioni, diversi in relazione alla gran­ dezza, all’uso e al m ateriale (nave da carico, da guerra...)· In realtà, si tratta di paro­ le desunte dalla lingua greca o da quelle di popoli che vantavano u n a lunga tradizio­ ne m arinara. Il term ine più usato è navis -is «nave», cui spesso si affianca u n aggetti­ vo che ne indica la destinazione o altro (actuaria, di dim ensioni contenute, come le Liburnae, costruite ad imitazione delle navi dei pirati illirici; caudicaria, cioè fatta di tronchi di albero; longa o militaris, di form a allungata; mercatoria o frumentaria, adibi­ ta al trasporto del grano; oneraria da carico). Seguono diversi altri term ini, d ’impiego non frequente, m a che riportiam o per dare u n ’idea della varietà di modelli: canna -ae, fi, «chiglia», p er m etonim ia «imbarcazione»; celox -òcis, fi, «nave leggera» (secondo Nonio: est navigium breve, dictum a celeritaté)·, cercurus -i, m., «nave leggera», usata dai Ciprioti; corbnta -ae, fi, «nave da trasporto», «corvetta»; cymba -ae, fi, «navicella»; boria -ae, fi, «piccola nave da pesca»; lembus -i «piccola barca», «scialuppa»; lenunculus -i, m., «barchetta»; linter-tris, fi, «barchetta»; myoparo-onis, m., «nave da pirati»; navigium-ii, n., «battello»; pristis -is, fi, «nave veloce da guerra»; phasèlos -i, m. e fi, «fagiolo», «bar­ ca leggera»; scapha -ae, fi, «barchetta».

φ Η

larquinio

Morfologia

Tullio

Fonte da Igino Argomento rassegna delle imprese (sette su dodici) del piu importante eroe della Grecia: la lotta con il leone Nemeo; l’uccisione del mostro di Lema; la cattura del cinghiale di Erimanto; la cattura della cerva sacra ad Artemide; la cacciata degli uccelli Stinfalidi; la raccolta dei pomi d ’oro delle Esperidi; la cattura di Cerbero Genere mitografia Percorsi 1 —» Il mito H ercules dracones duos duabus m anibus necavit. Leonem N em eum necavit, cuius pellem prò tegum ento habuit. Hydram Lernaeam , Typhonis filiam cum capitibus novem, ad fontem L ernaeum interfecit, exinteravit1 et eius felle sagittas suas tinxit. A prum Erym anthium occidit. Cervum ferocem ex Arcadia cum cornibus aureis vivum in conspectum Eurysthei regis adduxit. Aves Stymphalides in insula Martis sagittis inter­ fecit. D raconem im m anem , Typhonis filium, qui mala aurea H esperidum servare solitus erat, ad m ontem A dantem interfecit, et Eurystheo regi m ala attulit. Canem Cerberum , Typhonis filium, ab inferis regi in conspectum adduxit. 1. exinteravit «sventrò».

Gli elefanti favoriscono Pirro

Fonte Eutropio Argomento Tarquinio Prisco, re dal 616 al 578 a. C., aumentò il numero dei senatori, isti-· tui i Ludi Romani e sconfisse i Sabini. Servio Tullio, re dal 578 al 534 a.C., si distinse so­ prattutto per l ’istituzione del censo Genere epitome storica Percorsi 4 —> I re; 14 La storiografia

Fonte da Eutropio Argomento Pirro (319-272 a.C.), giunto in soccorso dei Tarentini, si impegna in una guer­ ra con i Romani e ottiene alcuni successi, anche grazie alla presenza degli elefanti, che erano completamente sconosciuti ai suoi avversari Genere epitome storica Percorsi 9 —>L ’espansione della repubblica; 14 —>La storiografia

Regnum Priscus Tarquinius accepit. Hic num erum senatorum duplicavit, cir·: cum Romae aedificavit, ludos Romanos instituit, qui ad nostram m em oriam perm anent. Vicit idem etiam Sabinos et non parum agrorum urbis Romae territorio iunxit prim usque trium phans urbem intravit. Tricesimo octavo imperii anno per Anci filios occisus est. Post hunc Servius Tullius suscepit im perium , genitus ex nobili fem ina, captiva tam en e t i anelila. Hic quoque Sabinos subegit, m ontes tres, Q uirinalem , Vim inalem , Esquilinum, urbi adiunxit, fossas circum m urum duxit. Prim us om nium censum 1ordinavit, qui adhuc ; per orbem terrarum incognitus erat.

Tarentinis, qui in ultim a Italia sunt, bellum indictum est1, quia legatis R om anorum iniuriam fecissent. H i Pyrrhum , Epiri regem , contra Rom anos auxilium poposcerunt, qui ex genere Achillis originem trahebat. Is m ox ad Italiani venit, tum que prim um Rom ani cum transm arino hoste dim icaverunt. Missus est contra eum P. Valerius Laevinus, qui exploratores Pyrrhi cepit et iussit eos per castra duci, ostendi om nem exercitum tum que dimitti, u t ren u n tiaren t Pyrrho quaecum que Romanis agerentur2. Commissa m ox pugna3, cum iam Pyrrhus fugeret, elephantorum auxilio vicit, quos incognitos4Rom ani expaverunt. Sed nox proelio finem dedit. Laevinus tam en per noctem fugit; Pyrrhus occisos sepelivit, quos adverso vulnere e t truci vultu etiam m ortuos lacere vidit.

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1. censum: si trattava del censimento delle persone e dei loro averi.

1. indictum est «fu dichiarata». 2. quaecumque Romanis agerentur. «tutto ciò che i Romani stavano facendo». 3. Commissa pugna: «Attaccata battaglia» (è un ablativo assoluto). 4. quos incognitos·. «dei quali, siccome non li conoscevano».

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Morfologia

Lessico «quos... Romani expaverunt»

Ex-pavesco, -is, -pavi, -expavescére «ritirarsi dallo spavento», «spaventarsi», è form a­ to da ex e pavesco, che viene a sua volta da paveo, -e.s, pavi, pavère «tremare di paura», il cui intensivo è pavito, -as. Da paveo vengono pavidus -a -um «tremante dalla paura», «spaventato» e pavor-oris, m., «paura». Altre parole usate per indicare la paura sono formido -inis, f., «forte paura», «spavento»; metus -us, m., «timore», «inquietudine», «ansia»; timor-oris, m., «timore» in generale; terror-oris, m., «terrore». U n p o ’ diverso il significato di aegritudo -inis, f., che, accanto a quello di «inquietudine», h a il valore di «afflizione», «ansia», «pena». In italiano: paura, pavido...

Morfologia

4. 5. 6. 7. 8.

Nova Rom ae dignitas est creata, quae dictatura appellatur (Eutr.). Totis castris undique ad consules curritur (Liv.). Totus ager Cam panus colitur e t possidetur a plebe (Cic.). Res praetoribus erat n ota solis, ignorabatur a ceteris (Cic.). Om nes vici atque om nia aedifìcia incendebantur; praeda ex om nibus locis agebatur (Caes.). 9. Q uae de ilio dici possunt, n o n dicuntur; quae dicuntur, dici non possunt (Rhet. Her.). 10. M inim um valet doctrina, nisi industria, studio, labore, diligentia com probatur (Rhet. Her.). 11. Ubi divitiae clarae habentur, ibi om nia bona vilia sunt (Sali). 12. Et m onere et m oneri proprium est verae amicitiae (Cic.). 13. O m nes trahim ur e t ducim ur ad cognitionis et scientiae cupiditatem (Cic.). 14. Non est consentaneum (coerente), qui m etu non ffangatur, eum frangi cupiditate (Cic.). 15. Liber tuus legitur a m e diligenter et custoditur diligentissime (Cic.).

Forma passiva. Verbi impersonali. Nella form a passiva le voci verbali che si form ano con il tem a del presente (infectum) sono le seguenti: indicativo: presente, im perfetto, futuro semplice (laud-or, laud-àbar, laud-abor) congiuntivo: presente, im perfetto (laud-er, laud-àrer) imperativo: presente, futuro (laud-àre, laud-àtor) infinito: presente (laud-ari) gerundivo (laud-andus, -a, -um) Alcuni verbi, com e quelli indicanti fenom eni atmosferici, h an n o la sola form a im­ personale, che coincide con la 3- personale singolare (es. pluit: piove). I verbi in­ transitivi possono essere usati nella diatesi passiva, m a come im personali (es. curritur: si corre).Il Il com plem ento d ’agente si trova in ablativo con la preposizione a (ab), il com ple­ m ento di causa efficiente in ablativo semplice.

ESERCIZIO

Forma passiva; forma passiva di valore impersonale

vivitur · teneatur · c e rn u n tu r · quod vix invenitur · poni · m etuantur · m ovetur · dici · d ic u n tu r · d ic e b a n tu r · a p p e lla n tu r · c u rritu r · a p p e lla b u n tu r · a g u n tu r · agebatur · agatur · ageretur · legitur · falli possumus · dicitur · pugnatur u n o tem­ pore · deleam ur · liberetur · m oveatur · in pace vivatur · haec ten ean tu r · quantum debeatur intellego.

ESERCIZIO

Tradurre le seguenti frasi

1. Q uod sem per movetur, aeternum est (Cic.). 2. Eadem dicuntur a m ultis (Cic.). 3. Thessalus cum m agna civium m anu eam regionem arm is occupavit, quae nunc ab eius nom ine Thessalia appellatur (Veli.).

La Campania Fonte Floro Argomento l’autore spiega le ragioni (clima, fertilità, amenità dei luoghi, città) per cui la Campania è da considerare la regione più bella di tutte. Si spiega —aggiunge —perché i Romani abbiano combattuto con i Sanniti Genere storiografia Percorsi 14 —» La storiografia; 15 —> Antropogeogafia O m nium n o n m odo Italiae, sed toto orbe terrarum pulcherrim a Cam paniae plaga est. Nihil mollius caelo: denique bis floribus vernati Nihil uberius solo: ideo Liberi Cererisque certam en dicitur. Nihil hospitalius mari: hic illi nobiles portus Caieta, Misenus, tepentes fontibus Baiae, Lucrinus e t Avernus, quaedam maris otia. Hic amictis vitibus montes Gaurus, Falernus, Massicus e t pulcherrim us om nium Vesuvius, Aetnaei ignis imi­ tatoti Urbes ad m are Formiae, Capuae, Puteoli, Neapolis, H erculaneum , Pompei, et ipsa caput urbium Capua, quondam inter tres maximas Romam Carthaginem que num erata. Pro hac urbe, his regionibus, populus Rom anus Samnitas invaditi. 1. invadit «ha attaccato.

La Battriana Fonte Curzio Rufo Argomento viene descritta la Battriana, regione interna dell’Asia centrale, conquistata da Alessandro Magno (356-323 a. C.) nel corso della sua straordinaria spedizione verso le terre dell’impero persiano Genere storiogafia Percorsi 14 —> La storiogafia; 15 —» Antropogeogafia Bactrianae terrae m ultiplex e t varia natura est. Alibi m ulta arbor et vites largos

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Morfologia

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m itesque fructus alit; solum pingue crebri fontes rigant; quae m itiora sunt, frum ento conseruntur; cetera arm enta pabulo cedunt. M agnam deinde partem eiusdem terrae steriles arenae tenent; squalida siccitate regio non hom inem , non frugem alit; cum vero venti a Pontico m ari spirant, quidquid sabuli1in campis iacet, converrunt. Q uod ubi cum ulatum est, m agnorum collium procul species est, om niaque pristini itineris vestigia intereunt. Itaque, qui transeunt campos, navigantium m odo noctu sidera observant, ad quorum cursum iter dirigunt, et propem odum clarior est noctis um bra quam lux. 1. quidquid sabuli: «tutta la sabbia».

Lessico «frumento conseruntur»

(Con) sero, -is, sevi, satum , serére significa «seminare»; questo verbo non va confuso con sero, -is, serui, sertum, serére che significa «intrecciare». Da serere «seminare» deri­ vano alcuni composti, come con-sereree in-serere; sator-orìs, m., è il «seminatore»; sativus -a -um il «terreno coltivato»; semen -inis, n., «seme»; sementis -is, fi, «semina». In ita­ liano: seme, semenza, sem inare, seminativo, sem inario, disseminare...

Morfologia

Fonte Eutropio Argomento in Spagna, uno dà principali teatri di guerrafra Romani e Cartaginesi, erano stati inviati dal Senato Gneo Sdpione e Publio Cornelio Sdpione. Sconfitti ed ucrisi entram­ bi (211 a.C.), le operazioni di guerra furono affidate a Publio Cornelio Sdpione (figlio del precedente efuturo Africano), che riusd a conquistare la fortezza di Cartagena (209 a.C.) Genere epitome storica Percorsi 14 —>L ’eserdto, la guerra, l’imperialismo romano; 14 —» La storiografia Interea ad Hispanias, ubi occisis duobus Scipionibus nullus Rom anus dux erat, P. Cornelius Scipio m ittitur, filius P. Scipionis, qui ibidem bellum gesserai, annos natus quattuor e t viginti, vir R om anorum om nium et sua aetate et posteriore tem pore fere1primus. Is Carthaginem Hispaniae capit, in qua om ne aurum , argentum et belli apparatim i Afri habebant, nobilissimos quoque obsides, quos ab Hispanis acceperant. M agonem etiam, fratrem Hannibalis, ibidem capit, quem Romam cum aliis mittit. Rom ae ingens laetitia post hunc nuntium fuit. Scipio H ispanorum obsides parentibus reddidit; quare om nes fere H ispaniae uno anim o ad eum transierunt. Post quae H adrubalem , Hannibalis fratrem , vietimi fugat et praedam m aximam capit. 1.fere, «circa».

Lessico La disfatta di Canne

«ingens laetitia... fuit»

Fonte Eutropio Argomento malgrado i suggerimenti di Quinto Fabio Massimo, i consoli Ludo Emilio Paolo e Publio Terenzio Varrone subirono a Canne (216 a. C.) una terribile sconfitta da par­ te di Annibaie Genere epitome storica Percorsi 11 —» L ’eserdto, la guerra, l’imperialismo romano; 1 4 —^L a storiografia L. Aemilius Paulus, P. Terentius Varrò contra H annibalem m ittuntur Fabioque succedunt, qui Fabius consules m onuit, u t H annibalem , callidum e t im patientem du­ cerci, n o n aliter vincerent1, quam proelium differendo. Verum, cum im patientia Varronis consulis, apud vicum qui C annae appellatur in Apulia pugnatim i esset2, am bo consules ab H annibale vincuntur. In ea pugna tria milia A frorum pereunt; m agna pars de exercitu Hannibalis sauciatur. Post eam pugnam m ultae Italiae civitates, quae Rom anis paruerant, se ad H annibalem transtulerunt3. 1. ut... non aliter vincerent «che non avrebbero vinto altrimenti». 3. se... transtulerunt «passarono da...».

si combattè».

2. cum... pugnatum esset «poiché

Laetitia-ae, f., significa «gioia», «letizia». Viene dall’aggettivo laelus -a -um «lieto», «al­ legro», che è collegato al verbo d eponente laetari «rallegrarsi», «gioire». N on deve sorprendere che il tem a sia lo stesso di laetamen -inis, n., «letame», «concime» (che è motivo di «gioia» p er la terra). In italiano: lieto, allietare, letam e, letamaio...

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Morfologia ESERCIZIO

Pronomi e aggettivi indefiniti ■ Il verbo: i tempi del perfectum nella forma pas­ siva ■ Sintassi: «cum narrativo»

«

Pronomi e aggettivi indefiniti I pronom i e gli aggettivi indefiniti sono i seguenti:

quis, quid / qui, quae, quod qualcuno / qualche aliquis, aliquid / aliqui, aliqua, aliquod qualcuno, qualche cosa / qualche quisquam, quidquam / ullus, ulla, ullum alcuno, qualche cosa / alcuno quispiam, quidpiam / quispiam, quaepiam, quodpiam qualcuno, qualche cosa quidam, quaedam, quiddam / quidam, quaedam, quoddam qualcuno, un certo quisque, quidque / quisque, quaeque, quodque ciascuno / ogni uterque, utraque, utrumque l ’uno e l ’altro dei due neuter, neutra, neutrum nessuno dei due nem o, nihil / nullus, nulla, nullum nessuno, niente alius, alia, aliud altro (fra molti) alter, altera, alterim i altro (tra due) ceteri / reliqui gli altri / i rimanenti plerique, pleraeque, pleraque i più, la maggior parte.

Osservazioni: - l’indefinito quis è enclitico (non ha accento proprio) e si appoggia alla parola pre­ cedente (si, nisi, ne, num...); - quisquam e ullus si trovano norm alm ente in frasi negative; - quisque, ciascuno, n o n si trova all’inizio di frase; - uter in funzione di aggettivo prevede la concordanza, in funzione di pronom e è seguito dal genitivo (uterque consul l ’uno e l ’altro console, uterque horum l ’uno e l ’al­ tro di questi)·, - i pronom i e gli aggettivi negativi han n o valore affermativo se sono uniti ad u n ’al­ tra negazione (non nulli alcuni)·, - nihil ha una diversa reggenza con aggettivi di I o di II classe: nihil novi, nihil gra­ ve; - alius ripetuto in casi diversi assume il valore riportato dall’esempio: alii alia dicunt alcuni dicono una cosa, altri un 'altra; - quicumque, quaecumque, quodcumque e quisquis, quidquid chiunque, qualunque cosa rientrano fra i pronom i relativi-indefìniti; - quivis, quaevis, quidvis / quivis, quaevis, quodvis (chiunque, qualsivoglia) e quilibet, quaelibet, quidlibet / quilibet, quaelibet, quodlibet ( chiunque, qualunque cosa piaccia) sono form ati, rispettivam ente, con i suffissi invariabili -vis e -libet; - unusquisque, unumquidque / unusquisque, unaquaeque, unumquodque (ciascu­ no preso uno per uno) sono form ati dall’unione dell’aggettivo pronom inale unus e del pronom e quisque (si declinano entram bi); - sono composti di uter: utervis, utravis, utrumvis e uterlibet, utralibet, utrumlibet qualsiasi dei due, alteruter, alterutra, alterutrum l ’uno o l ’altro dà due.

Morfologia

Pronomi indefiniti

1. 2. 3. 4.

Cuiusvis hom inis est errare, nullius nisi insipientis perseverare in erro re ( Cic.). Im pelili alios avaritia, alios iracundia et tem eritas (Caes.). Dion Syracusanus utraque implicatus tyrannide Dionysiorum (Nep.). O m nes perturbationes anim i m orbos philosophi appellant negantque stultum quem quam his m orbis vacare (Cic.). 5. Ex variis ingeniis excellentissima quaeque libavimus (Cic.). 6. O pus est (C ’è bisogno) non solum ingenio verum etiam artificio quodam singulari (Cic.). 7. Est genus quoddam hom inum , quod Hilotae vocatur, quorum m agna m ultitudo agros Lacedaem oniorum colit (Nep.). 8. Regnavit Ancus annos quattuor e t viginti, cuilibet superiorum regum gloria par (Liu). 9. U terque im perator devictae a se gentis nom ine honoratus, alter Africanus, alter ap­ pellarne estA chaicus (Veli). 10. A lterum com m uni hom inum infirm itati, alterum singulari cuiusque vitio est adtributum (Cic.). 11. Adfines, amicos, propinquos, ceteros meos alium alia clades oppressit (Sali.). 12. Tantam rem peregit Marius sine ullo suorum incom m odo (Sali.). 13. Maxima quaeque am bigua sunt (Tac.). 14. Pares sumus: nem o altero fragilior est, nem o in crastinum sui certior (Sen.). 15. Nem o patriam quia m agna est amat, sed quia sua (Sen.). 16. Nihil est divino divinius, cadesti, caelestius (Sen.). 17. Contem m e m ortem : nihil triste est cum huius m etum effugimus (Sen.). 18. Patriam eluxi iam et gravius et diutius quam ulla m ater unicum filium (Cic.). 19. Vocat senatum p raeto r urbanus, certant adulationibus ceteri magistratus, ad c u rru n t patres (Tac.). 20. Proelium aliquanto quam cetera gravius atque atrocius fuit (Liv.).

li primato dell amicizia Fonte Cicerone Argomento tolta la sapienza, nulla di meglio dell’amicizia ci è stato donato dagli dèi. Virtù e amicizia debbono perforza coesistere Genere prosa filosofica Percorsi 28 —> Il pensiero filosofico; 29 —» U sistema etico Est am icitia nihil aliud nisi om nium divinarum hum anarum que rerum cum benevolentia et caritate consensio, qua quidem haud scio an1, excepta sapientia2, nihil melius homini sit a diis im m ortalibus datum. Divitias alii praeponunt, bonam alii valetudinem, alii potentiam, alii honores, multi etiam voluptates. Beluarum hoc quidem extremum 3, illa autem superiora4 caduca et incerta, posita non tam in consiliis nostris quam in fortunae temeritate. Qui autem in virtute sum m um bonum ponunt, praeclare illi quidem , sed haec ipsa virtus amicitiam et gignit et continet nec sine virtute amicitia esse ullo pacto potest.

1. haud scio an: «non so se»; an, da collegare a sit datum, introduce una dubitativa. 2. excepta sa­ pientia: «tolta la sapienza» (è un ablativo assoluto). 3. hoc... extremum: «quest’ultima cosa», cioè la voluptas. 4. illa... superiora: «le cose precedenti», cioè la ricchezza, la buona salute.

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Morfologia

Lessico

Morfologia

Lessico

«bonam alii valetudinem»

«aliquid persuadere»

Valetudo -uiìs, f., «salute», viene da valeo, -es, valui, -iturus, -ère che significa «essere in forze», «star bene»; riferito all’im portanza o all’efficacia, «aver valore», «prevalere», «avere autorità». Da valeo deriva la form a incoativa valesco, -is «diventare forte», da cui le form e com poste con-valesco e re-valesco «riacquistare la salute»; da valeo si han n o il participio aggettivale valens -entis «vigoroso», «sano» e gli aggettivi valetudinarius -a -uni «malaticcio» e validus -a -um «valido», «robusto». L’imperativo vale è adoperato nelle form e di saluto, «sta’ bene», «addio», m entre l’abbreviazione S.V.B.E.E.Q.V. (si vales bene est ego quidem valeo «se stai bene ne sono felice; an c h ’io sto bene») si trova come form ula di apertura nelle lettere. In italiano: valere, vaglia, valente, valenza, valida­ m ente, validità, valore, valutare, convalescente, plusvalenza... Inoltre, valetudo si definisce vox media, nel senso che sta a m età della duplice accezio­ ne, negativa e positiva; il suo significato è «neutro», se non c’è u n altro term ine che lo definisce (nel nostro caso, bona valetudo, ha accezione positiva). Altre «voci medie» sono casus -us («accidente», «buona occasione»), fam a -ae («buona / cattiva fama»), fortuna -ae («buona / cattiva sorte»), tempestas -atis («buono / cattivo tempo»).

Per-suadeo, -es, -suasi, -suasum, -suadère è u n com posto di suadeo, -es, suasi, suasum, suàdere «consigliare», «esortare», «persuadere»; la finalità contraria è espressa dal ver­ bo dissuadere. Suadeo si fa discendere da suavis -e «soave», «gradevole», «piacevole», da cui suavitas -atis «dolcezza», «piacevolezza», «amabilità» (all’aggettivo suavis si può forse collegare anche samum -ii «bacio» tenero). La persuasione era l’obiettivo ultim o dell’oratore, la cui bravura consisteva nel saper suggestionare profondam ente gli ascoltatori; i Rom ani pensavano, come del resto i Greci, che la persuasione fosse una divinità (Suadela), capace di insinuarsi lentam ente nell’anim o di qualcuno. In italia­ n o : suadente, suasorio, persuadere, dissuadere, persuasione...

φ

! L’Africa settentrionale Fonte da Sallustio Argomento precedono alcune note di caratterefisico, poi si passa agli abitanti e ai popoli

che per primi abitarono l ’Africa settentrionale, i Getùli a occidente, i Libici ad oriente Genere storiografia Percorsi 14 —» La storiografia; 15 —» Antropogeografia

Leducazione dell’oratore Fonte Isidoro di Siviglia Argomento si inizia con la nota definizione dell’oratore «esperto dellaparola», perpassarepoi,

analiticamente, ai settori di istruzione (inventio, disposino, elocutio, memoria, pronuntiatio), alle qualità dell’oratore e ai generi dell’oratoria (deliberativo, dimostrativo, giudiziario) Genere prosa erudita Percorsi 24 —» Educazione e istruzione; 25 —> La retorica

O rator est vir bonus, dicendi peritus. Vir bonus consistit natura, m oribus, artibus. Dicendi peritus consistit artificiosa eloquentia, quae constai partibus quinque: inventione, disposinone, elocutione, m em oria, pronuntiatione, et fine officii, quod est aliquid persuadere. Ipsa autem peritia dicendi in tribus rebus consistit: natura, doctrina, usu. N atura ingenio, doctrina scientia, usus adsiduitate. Haec sunt enim quae n o n solum in oratore, sed in unoquoque hom ine artifice exspectantur1, u t aliquid efficiat. G enera causarum sunt tria, deliberativum , dem onstrativum , iudiciale.

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In divisione orbis terrae plerique in parte tertia Africam posuerunt, pauci tantum m odo Asiam et Europam esse1, sed Africam in Europa. Mare saevum, im portuosum 2; ager frugum fertilis, bonus pecori, arbori infecundus; caelo terraque penuria aquarum . Genus hom inum salubri corpore, velox, patiens laborum . Plerosque senectus dissolvit, nisi qui ferro aut bestiis in te rie ru n t3; nam m orbus hau d saepe quem quam superai. Ad hoc4malefìci generis plurim a animalia. Africam initio h ab u e ru n t Gaetuli e t Libyes, aspe­ ri incultique, quibus cibus erat caro ferina atque hum i pabulum ufi pecoribus5. Ei neque m oribus neque lege aut im perio cuiusquam regebantur; vagì, palantes, quas nox coégerat sedes habebant. 1. esse, sottinteso «considerano». 2. saevum, importuosum: sottinteso il verbo est (come avviene spesso in questo autore) . 3. interierunt indicativo perfetto, 33 plurale, di intereo, -is. 4. Ad hoc. «Inoltre». 5. utipecoribus. «come gli armenti».

1. exspectantur. «si desiderano».

Tra padre e figlio Fonte da Plinio il Giovane Argomento un padre troppo severo con il profniofiglio spesso dimentica di averfatto da gio­

vane le stesse cose. L ’autorità del padre deve avere come confine la consapevolezza dell’umanità Genere epistolografia Percorsi 22 —» La famiglia e il matrimonio; 29 —» Il sistema etico

Castigabat quidam filium suum, quod paulo sumptiosius equos et canes eme-

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Morfologia

re t1. Huic ego, iuvene digresso2: «Heus tu, num quam ne3fecisti, quod a patre corrigi posset? fecisti, dico? non interdum facis, quod filius tuus, si repente pater ille, tu filius, pari gravitate reprehendat?4 non om nes hom ines aliquo errore ducuntur? non hic in ilio si­ bi5, in hoc alius indulget?». H aec tibi prò am ore m utuo scripsi, ne quando tu quoque filium tuum acerbius duriusque tractares. Cogita et illum pu eru m esse et te fuisse, et hom inem esse te et hom inis pa­ tro n ! vale.

Osservazioni: - il participio perfetto (laudatus -a -um) è form ato dal tem a del supino con l ’ag­ giunta delle term inazioni -us, -a, -um. Dallo stesso tem a derivano l’infinito perfet­ to passivo (laudatum esse), l’infinito futuro passivo (laudatum iri) e il supino pas­ sivo (laudato).

ESERCIZIO

1. quod... emeret. «poiché comprava...». 2. iuvene digresso: «quando il giovane andò via» (è un abla­ tivo assoluto). 3. numquamne... f numquam-ne. la particella enclitica ne si usa nelle interrogative: «mai...?». 4. reprehendat?: «potrebbe biasimare?». 5. sibi... indulget: «si concede...».

Lessico «pari gravitate reprehendat?»

Re-prehendo, -is, -prehendi, -prehensum, -prehendére significa «trattenere», «ripren­ dere», «biasimare»; form a com posta di prehendo, -is «prendere», «afferrare», da cui apprehendere «prendere», com-prehendere «prendere nell’insieme» (e con forza), de-prehendere «catturare», «soprendere». La form a intensiva di prehendo è prehenso, -as «afferare con forza» e, in senso figurato, «pregare», «sollecitare». Nom i collegati a prehendo: comprehensio -onis «l’afferrare insieme» (per esempio, pensieri), com-prehensibilis-e, deprehensio -onis «sorpresa», «cattura», re-prehensio -onis «biasimo». In italiano: appren­ dere, com prendere, riprendere, prendo, presa, prensile, impresa, im prenditore, ir­ reprensibile, apprendistato, prigione, prigioniero, rappresaglia, cinepresa...

Forma passiva (tempi derivanti dal tema del perfetto) Nella form a passiva i tem pi del perfectum han n o struttura perifrastica, vale a dire ot­ tenuta attraverso l’unione del participio perfetto con le form e del verbo sum: Indicativo perfetto laudatus sturi Congiuntivo perfetto laudatus sim Infinito perfetto laudatimi esse

Morfologia

Forma passiva

1. Iason a M edea am atus est (Hyg.). 2. Iason a M edea Veneris im pulsu am atus est; eius opera ab om ni periculo liberatusest (Hyg.). 3. Carthago diruta est Cn. Cornelio Lentulo L. M ummio consulibus (Veli.). 4. Lucius Sergius Catilina, nobilissimi generis vir, sed ingenti pravissimi, a C icerone ur­ be expulsus est (Eutr.). 5. Ab Antonio Catilina ipse victus proelio est et interfectus (Eutr.). 6. Iphicrates Atheniensis non tam m agnitudine rerum gestarum quam disciplina mili­ tari nobilitatus est (Nep.). 7. M irum in m odum conversae sunt om nium m entes (Caes.). 8. Agebatur huc illue Galba, vario turbae fluctuantis impulsu, com pletis undique basilicis ac tem plis (Tac.). 9. O m nes Thessaliae civitates interfectum Pelopidam coronis aureis donaverunt (Nep.). 10. Multa sunt cognito digna (Plin.). 11. Ex captivis ad regem nobilissimi perducti eran t (Curt.). 12. Civitas Rhodiensis et insulae opportunitate et operum nobilitatis navalibusque victoriis celebrata est (Geli.). 13. Cim on custodia tenebatur neque legibus A theniensium emitti poterai, nisi pecuniam , qua pater m ultatus erat, solvisset (Nep.). 14. Valerius consul Caelio m onte cohortes delectas educit (Liv.). 15. Haec post exactos reges dom i m ilitiaeque gesta prim o anno. Inde P. Valerius iterum T. Lucretius consules facti (Liv.). 16. Dionysius tyrannus, Syracusis expulsus, Corinthi pueros docebat (Cic.). 17. Interfectum esse L. Catilinam e t gravissimo supplicio adfectum iam pridem oportebat (Cic.). 18. Hoc unum scio: om nia m ortalium opera m ortalitate dam nata sunt; inter p eritura vivimus (Sen.).

Polinice attacca Tebe piuccheperfetto laudatus eram

piuccheperfetto laudatus essem

futuro anteriore laudatus ero

Fonte Igino Argomento Polinice, figlio di Edipo, re di Tebe in Beozia, e di Giocasta, dopo la maledizio­ ne del padre, era fuggito dalla città. In seguito, con l ’aiuto di Adrasto e di altri (Tideo, Capaneo, Ippomedonte, Anfiarao, Partenopeo), tornò a Tebe, per sottrarla al fratello Eteock. I due si scontrarono e si uccisero in combattimento Genere mitografia Percorsi l —>Il mito Polynices, O edipodis filius, anno peracto1, regnum ab Eteocle fratre, Adrasto 1. anno peracto. ablativo assoluto, «trascorso un anno».

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Morfologia

Sezione prima

adiutore, repetit cum septem ductoribus et Thebas oppugnavit. Ibi Adrastus beneficio equi profugit, Capaneus contra Iovis voluntatem Thebas se capturum (esse) dixit, et cum m urum ascenderei2, fulm ine ab love est percussus, Am phiaraus cum quadriga terra est devoratus, Eteocles et Polynices inter se pugnantes alius alium interfecerunt. His inferiae com m unes cum fiunt3 Thebis, funus separatur, quod alius alium interfecerunt. Reliqui perierunt. 2. cum... ascenderei «salendo».

Morfologia

La battaglia di Filippi Fonte Eutropio Argomento Ottaviano e Antonio passano in Grecia per combattere contro Bruto e Cassio, mentre Lepido rimane a difendere Roma. La resa dei conti avviene aFilippi (tra la Macedonia e la Tracia) nel 42 a.C. Le prepotenze dei veterani di Ottaviano provocano l’opposizione di Ludo Antonio, fratello del triumviro, e la cosiddetta guerra di Perugia (41 a.C.) Genere epitome storica Percorsi 14 —> La storiografia; 17 —» Le guerre civili

3. fiunt indicativo presente di fio, fis, factus sum, fieri, «sono fatte».

Brutus et Cassius, interfectores Caesaris, ingens bellum m overunt. E rant enim per M acedoniam et O rientem m ulti exercitus, quos occupaverant. Profecti sunt1 igitur contra eos Caesar Octavianus Augustus et M. Antonius; rem anserat enim ad defendendam Italiani Lepidus. Apud Philippos, M acedoniae urbem , contra eos pugnaverunt. Primo proelio vieti sunt Antonius et Caesar, periit tam en dux nobilitatis Cassius, secundo B rutum et infinitam nobilitatem interfecerunt. Ac sic inter eos divisa est res publica, ut Augustus Hispanias, Gallias et Italiani teneret, A ntonius Asiam, Pontum , O rientem . Sed in Italia L. Antonius consul bellum civile commovit, frater eius, qui cum Caesare con11 a Brutum e t Cassium dimicaverat. Is apud Perusiam , Tusciae civitatem, victus e t captus est neque occisus.

Lessico «fulmine ab love est percussus»

Percutio, -cutis, -cussi, -cussum, -cutére significa «colpire con forza». È form ato da per e quatto, -is, quassi, quassum, quatere «scuotere», «agitare», «battere», «colpire»; la for­ m a intensiva di quatto è quasso, -as, quassavi, quassatum, quassare «agitare fortem ente», «rompere». I composti di quatto sono: con-cutere «scuotere energicam ente» (come ter­ m ine del diritto, la concussio è l’«estorsione»), dis-cutere «fracassare» (la dis-cussio -onis è propriam ente uno «scuotimento»), ex-cutere «cacciare via», «riscuotere», per-cutere «percuotere». In italiano: percuotere, percussione, scuotere, sconquassare...

1. Profecti sunt «Partirono».

Lessico «ingens bellum moverunt... bellum civile commovit»

M oveo, -es, movi, motum, m overe significa «muovere»; come traslato, «commuove­ re», «eccitare». L’elenco dei composti con preposizione è notevole: ad-movere «acco­ stare», com-movere «commuovere», de-movere «rimuovere», di-movere «muovere apren­ do un varco», e-movere «smuovere», per-movere «sconvolgere», pro-movere «far avanzare», re-movere «muovere via», se-movere «allontanare», sub-movere «far muovere», trans-movere «muovere attraverso». Tra i nomi: motus -us «movimento», «tumulto»; mobilis -e «mo­ bile». In italiano: m uovere, m oto, mobilio, mossa, motivo, m ovim ento, oltre a u n a se­ rie m olto nutrita di composti con «moto-»...

Telegono uccide Ulisse Fonte Igino Argomento mandato da Circe a cercare suo padre e giunto ad Itaca, Telegono uccide Ulisse, senza sapere che è suo padre. Poi i due fratellastri, Telegono e Telemaco, sposano rispettiva­ mente Penelope e Circe, dalle quali hanno i figli Italo e Latino Genere mitografia Percorsi 1 Il mito Telegonus, Ulixis et Circes fìlius, missus a patre u t genitorem quaereret, tem­ pestate in Ithacam est delatus1, ibique fame coactus agros depopulari2 coepit; cum quo Ulixes et Telem achus ignari arm a contulerunt. Ulixes a Telegono filio est interfectus, quod ei responsum fuerat3 u t a filio caverei4 m ortem . Q uem postquam cognovit qui5 esset, iussu M inervae cum Telem acho et Penelope in patriam red ieru n t6, in insulam Aeaeam; ad Circen Ulixem m ortuum deportaverunt ibique sepulturae tradiderunt. Eiusdem M inervae m onitu Telegonus Penelopen, Telemachus Circen du x eru n t uxores. Circe et Telem achi natus est7 Latinus, qui ex suo nom ine Latinae linguae nom en imposuit; ex Penelope et Telegono natus est Italus, qui Italiani ex suo nom ine denominavit. 1. est delatus: «fu trasportato». 2. depopulari: infinito presente di depopulor (deponente) «sac­ cheggiare». 3. fuerat: erat. 4. ut... caverei: «di stare attento». 5. qui: pronome interrogativo, «chi». 6. redierunt da redeo. 7. natus est «nacque».

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«Cum narrativo» Tipico delle narrazioni storiche, il «cum narrativo» ha un valore oscillante tra tem ­ porale e causale. È seguito dal congiuntivo (presente o im perfetto per la contem po­ raneità, secondo il tem po della sovraordinata; perfetto o piuccheperfetto, p er l’an­ teriorità, sem pre secondo il tem po della sovraordinata). In italiano si rende p er lo più con il gerundio, semplice o composto). Es.: Ciun tu dicas veritatem, om nes te laudanti Dicendo la verità (poiché dia la verità), tutti ti lodano.

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Cum tu dixeris veritatem, om nes te laudani: Avendo detto la verità, tutti ti lodano. Cum tu diceres veritatem, om nes te laudabant: Dicendo la verità, tutti ti lodavano. ; Cum tu dixisses veritatem, om nes te laudabant: Avendo detto la verità, tutti ti lodavano.

ESERCIZIO

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12.

Sezione prima

Morfologia

«Cum narrativo»

N eoptolem us Priam um , cum in aram confugisset, hostili m anu interem it (Cic.). Fuisti saepe, credo, cum Athenis esses, in scholis philosophorum (Cic.). Chabrias m ulta in E uropa bella administravit, cum dux Atheniensium esset (Nep.). Q uae cum ita sit, prim um istam tuam e t legem et voluntatem et sententiam laudo vehem entissim eque com probo (Cic.). Caesar cum Pom pei castris appropinquavisset, ad hunc m odum aciem eius instructam anim advertit (Caes.). Cum essem Brundisi, litteras tuas accepi (Cic.). In C um ano cum essem, venit ad m e noster H ortensius ( Cic.). Cum instituissem ad te scribere calam um que sumpsissem, Batonius ad m e venit et epistulam tuam reddidit (Cic.). U t veni Arpinas, cum ad m e frater venisset, in prim is serm o nobis m ultus de te fuit (Cic.). Eum Caesar cum vidisset, nihil aspere, nihil acerbe dixit, Romam iussit venire (Cic.). Eo Caesar cum venisset, anim um advertit ad alteram ripam fluminis m agnas esse copias hostium instructas (Caes.). A thenae cum florerent aequis legibus, procax libertas civitatem miscuit frenum que solvit pristinum licentia (Phaedr.).

Per i piccoli Fonte Romulus Argomento una capra, allontanandosi per il pasto, avverte il capretto di non aprire la por­

Morfologia

Lessico «fallax... es» L’aggettivo fallax fallacie significa «fallace», «ingannevole», «ingannatore». Il term i­ ne di riferim ento è il verbo fallo, -is, fefelli, falsum, falere, che significa «ingannare», «tradire», cui si riconducono falsum -i, n., «falsità», falsus -a -uni «falso», fallacia -ae «in­ ganno», «stratagemma». In italiano: fallire, fallo (errore di com portam ento), falso, infallibile... (vedi anche il prestito dal francese défaillance).

Esempi di forza d’animo Fonte Giulio Paride Argomento si riportano quattro esempi di altrettanti personaggi chefurono in grado di sop­

portare con straordinaria forza d ’animo la morte dà figli. Sono nominati: Quinto Marcio Rege (collega nel consolato di Marco Pardo Catone il Vecchio, «Superior» 234-149 a.C.); lo statista ateniese Pericle, morto nel 429 a. C.; lo storico di lingua greca Senofonte (430-354 a. C.); il filosofo Anassagora, maestro di Pericle (V sec. a. C.) Genere epitome storica Percorsi 12 —>Il valore militare; 28 —» Il pensiero filosofico Q uintus Marcius rex, superioris1 Catonis in consulatu collega, cum filium per­ di disset, protinus a rogo curiam petiit e t senatum convocavit. IVricles Atheniensis, intra quadriduum duobus filiis privatus, nihil ex vultu mutavit. Xenophon Socraticus, cum sollemne sacrificami perageret, e duobus filiis m aiorem na­ ni, nom ine Gryllum, apud M antineam in proelio cecidisse cognovit: nec ideo institutum ( nltum deorum mutavit, solum tam en coronam deposuit. Q uam et ipsam, cum audisset lortiter pugnantem cecidisse, statini resumpsit. Anaxagoras, cum filli m ortem audisset, «Nihil mihi» inquit «inexpectatum aut novum mintias: ego enim ex me natum sciebam esse m ortalem». I. superioris. in senso cronologico, «il Vecchio».

ta a nessuno. Il capretto segue le istruzioni e si salva la vita Genere favolistica Percorsi 2 —>La favola Praecepta parentum audire natorum salus est, sicut haec fabula docet. Capella cum esset feta e t ad pastum vellet ire1, ignarum haedum am m onuit ne2 ap eriret alicui' sciens quod m ultae ferae stabula pecorum circum irent3. M onuit et exinde abiit4. Venit lupus vocem assimilans matris ac aperire iussit, e t haedus p er rim as aspiciens, ait5:! «Vocem m atris audio, non figuram. Sed tu fallax e t inim icus es, et sub m atris voce nos­ trum quaeris sanguinem ». Sic qui m onetur caute vivit. 1. vellet ire. rispettivamente, congiuntivo imperfetto di volo, vis, volui, velie «volere» e infinito pre­ sento di eo, is, ivi, itum, ire «andare». 2. ne...: introduce una completiva, «di non...». 3. circumirent. imperfetto congiuntivo di circumeo, composto di eo, is. 4. abiit indicativo perfetto di abeo, abis (composto di eo, is, ivi, itum, ire). 5. ait «disse».

Lessico «cum filii mortem audisset... natum sciebam esse mortalem»

Mors mortis, fi, «morte» si fa risalire, attraverso il verbo morior (deponente), al greco mrotós> brotós, che significa «mortale», in latino mortalis-e «mortale», da cui mortalitas -tatis «mortalità». I composti con preposizione di morior sono diversi (de-mori, e-mori, prae-morì). In italiano: m orire, m orte, m ortificare, am m ortam ento...

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Morfologia

Medea inganna le figlie di Pèlia Fonte Igino Argomento Giasone, dopo essersi reso conto di essere stato ingannato dallo zio paterno Péli decise di ucciderlo con l’aiuto di Medea. Quest 'ultima fece si che lefiglie di Pèlia (Peliadi) u àdessero il padre, senza rendersene conto Genere mitografia Percorsi 1 -» Il mito Iason, cum Peliae patrui sui iussu tot pericula adisset1, cogitare coepit quom do eum sine suspicione interficeret. Hoc M edea se facturam (esse) pollicetur2. Itaqu cum iam longe a Colchis essent, navem iussit in occulto collocari e t ipse ad Pelias fili prò sacerdote Dianae venit; eis pollicetur se patrem earum , Pelian, ex sene iuvenem fac turam (esse), idque Alcestis m aior filia negavit fieri3 posse. M edea, quo facilius eam pe~ ducerei ad suam voluntatem , caliginem eis obiecit e t ex venenis m ulta m iracula feci quae veri similia esse viderentur4, arietem que vetulum in aenum 5 coniecit, u n d e agn pulcherrim us prosiluisse visus est6. Eodem que m odo Peliades, M edeae impulsu, patre suum in aeno coxerunt e t occiderunt. Cum se deceptas (esse) viderent, a patria p ro r gerunt. Iason Acasto, Peliae filio, fratri Peliadum , quod secum Colchos ierat7, regnu* paternum tradidit; ipse cum M edea C orinthum profectus est3. 1. adisset. congiuntivo imperfetto di adeo, adis. 2. pollicetur. indicativo presente di poUìceor, verb di forma deponente, «promette». 3. fieri: infinito presente di fio, fis, factus, sum, fieri: «accadere» 4. quae... viderentur. «tali da sembrare...». 5. aenum: «caldaia di bronzo». 6. visus est. «sembrò» 7. ierat indicativo piuccheperfetto di eo, is, ivi, itum, ire «andare». 8. profectus est indicativo pe fetto di proficiscor (verbo deponente), «parti».

Pronomi e aggettivi interrogativi ■ Sintassi: proposizioni interrogative dirette e in­ dirette

Pronomi e aggettivi interrogativi I pronom i e gli aggettivi interrogativi sono: quis? quid? (pronom e) chi? che cosa? qui? quae? quod? (aggettivo) che? quale? uter? utra? utrum? chi? quale dei due / delle due cose? Derivano d a quis, quid i pronom i:

quisnam? quidnam? chi mai ? che cosa mai ? ecquis? ecquid? chi mai? che cosa mai? numquis? numquid? forse qualcuno?forse qualche cosa? e gli aggettivi:

quinam? quaenam? quodnam? quale mai ? ecqui? ecquae? ecquod? forse alcuno? quale mai? numqui? numquae? numquod? forse alcuno?forse qualche? Altri pronom i e aggettivi con funzione interrogativa sono: qualis? quale? quale? (indica la qualità)

quantus -a -um? quanto grande? quot? quanti? (indeclinabile) quam multi? quanto numerosi? quotus -a -um? quanto? (solo aggettivo) e gli avverbi:

cur? perché?, quando? quando?, quamdiu? fino a quando?, ubi? dove? (stato), quo? dove? (m oto a luogo), unde? da dovei, qua? attraverso quale luogo? Osservazioni: - la preposizione cum (com pagnia) è spesso posposta e unita: quocum?, quibuscum? con chi ? - qui? pu ò avere valore strum entale (antico ablativo) con il significato di in che mo­ do? come? - il genitivo e il dativo singolari di uter sono utriiis e utri; - uter? serve a identificare fra loro due persone o cose; unito ad un sostantivo, pre­ vede la con cordan za (uter consul? quale dei due consoli?), m a se è seguito d a un pro­ nom e, qu est’ultim o è in gentivo (uter vestrum? chi di voi due?)·, - la distinzione fra quis e qui in funzione di p ron om e e aggettivo n on è netta (si può trovare quis com e aggettivo e qui com e pronom e); - il pron om e neutro quid? può significare perché? - quotus? si trova spesso unito al pron om e indefinito quisque con il significato di quanto pochi?

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- tranne uter, i pronom i e gli aggettivi interrogativi possono introdurre proposizioni esclamative.

Proposizioni interrogative dirette e indirette I pronom i e gli aggettivi interrogativi introducono proposizioni interrogative diret­ te (indipendenti) e indirette. Le dirette han n o il m odo indicativo e, in m ancanza di aggettivi, pronom i o avverbi interrogativi, presentano particelle interrogative, come ne (enclitico), se la risposta è dubbia; num forse che?, se si prevede risposta negativa; nonne forse che non?, se si prevede risposta affermativa. Le proposizioni interrogative indirette han n o il m odo congiuntivo e, in m ancanza di un aggettivo, pronom e, avverbio interrogativo, prevedono l’uso delle particelle ne, num (se), per risposta dubbia o negativa; nonne (se non), p er risposta affermativa. Le interrogative dirette e indirette doppie (o disgiuntive) presentano i term ini in correlazione utrum... an, ne... an, o anche il solo an (se... o).

11. Quid? si Phalarim, crudelem tyrannum et immanem, vir bonus, ne ipse frigore conficiatur (per non madre difreddo), vestitu spoliare possit, nonne faciat (dovrebbefarlo)? (Cic.). 12. Quid? poétae n o n n e post m ortem nobilitari (essere celebrati) volunt? (Cic.). 13. Quae res ad necem Porsinae C. M ucium impulit, sine ulla spe salutis suae? (Cic.). 14. Liberalitas gratuitane est an m ercenaria? (Cic.). 15. An tu haec non credis? (Cic.). 16. Quid, si te rogavero aliquid? n o n n e respondebis? (Cic.). 17. U trum mavis (preferisci)? statim ne nos vela facere an quasi e po rtu egredientes (uscen­ do) paululum rem igare? (Cic.). 18. M acedones no n n e D em etrium reliquerunt? (Cic.). 19. Q uid interest ( Che differenza c’è), utru m ex hom ine se convertat quis in beluam an hominis figura im m anitatem gerat belvae? (Cic.). 20. Si is, qui apud te pecuniam deposuerit, bellum inferat (facesse) patriae, reddasne depositum? (Cic.).

ESERCIZIO

Osservazioni: - an in apertura di frase si traduce oforse? forse che? - dopo i verbi che indicano dubbio, com e nescio, dubito, si trovano le particelle an (se si propende per il si), an non (se si propende p er il no), num, oppure ne (se il dubbio è com pleto), con il m odo congiuntivo.

ESERCIZIO

Tradurre

quis est? · quis eum diligit? · quid m irum ? · quid multa? · quid turpius quam illud? · quonam modo? · A lexander quo anim o vixit? · ubi istum invenies? · viditisne? · venistine dom um ? · quid aliud? · estne haec tua epistula? num quam ne familia nostra erit quieta? · quantam iustitiae vim esse putamus? · qui id fieri (accadere) poterti? · aveo au­ dire quid sentias · quid agat, quem adm odum vivat, inquiritur · quis potest m odus esse? • quorsushaec? · satin est hoc? · num iratum tim em us Iovem? · fregistin fidem? · non quaesivit ubi ipse tu ta viveret · incertus sum quid agam · Caesar certior factus est (fu informato) qualis esset natura m ontis · quaeritur utru m Caesar an Pom peius possideat rem publicam.

ESERCIZIO

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.

Interrogative dirette

Quis clarior in Graecia Them istocle, quis potentior? (Cic.). Quis haec negat esse utilia? quem censes? (Cic.). Q uinam est iste epilogus? aveo audire, quicquid est (Cic.). Q uid est bonum ? rerum scientia. Q uid m alum est? reru m im peritia (Seri.). Q uid est, non dicam in hom ine, sed in om ni caelo atque terra, ratione divinius? ( Cic.). Q uom odo potest iustus esse qui nocet, qui odit, qui spoliat, qui occidit? (Lact.). Num quid simile populus Rom anus audierat aut viderat? (Cic.). Num eloquentia Platonem superare possumus? (Cic.). Gracchos no n n e agrariae contentiones perdiderunt? (Cic.). Q uod potest maius esse scelus quam n o n m odo hom inem , sed etiam fam iliarem ho­ m inem , occidere? (Cic.).

Morfologia

Interrogative indirette

1. 2. 3. 4. 5.

N on intellegunt hom ines quam m agnum vectigal sit parsimonia? (Cic.). Quaeris qui nunc sit status reru m et qui m eus (Cic.). Scio quam sis amicis iucundus (Cic.). Quis sim scies ex eo quem ad te misi (Cic.). Est boni consulis n o n solum videre quid agatur, verum etiam providere quid futurum sit (Cic.). 6. Quam civitati carus fuerit, m aerore funeris iudicatum est (Cic.). 7. Q uid hom ines suspicentur (sospettino) videtis (Cic.). 8. In dubio fuit u tru m L. Mamilius, Tusculanus dux, an P. Valerius e t C. Claudius consules Rom anam arcem liberarent (Liv.). 9. Q uaerebam utru m panderem vela orationis statini an eam ante paululum remis propellerem (Cic.). 10. Mihi non m inori curae est, qualis res publica post m ortem m eam futura sit (sarà), quam qualis hodie sit (Cic.).

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L’ambizione della rana

Fonte Fedro Argomento se non si hanno i mezzi, è consigliabile non imitare i potenti. Volendo diventa­ re come un bue, una rana si gonfiò a tal punto da scoppiare Genere favolistica Percorsi 2 —> La favola

Inops, potentem dum vult im itari1, p erit2. In prato quondam rana conspexit bovern, et tacta invidia tantae m agnitudinis rugosam inflavit pellem . Tum natos suos intermgavit an bove esset latior. Illi negarunt. Rursus in ten d it cutem m aiore nisu, e t simili quaesivit m odo, quis m aior esset. Illi dix eru n t «bovem». Novissime indignata, dum vult2 validius inflare sese, ru p to iacuit corpore. I. dum... imitali·, «nello stesso tempo in cui vuole imitare...». 3. dum vult «mentre vuole».

2. perit. presente indicativo di pereo.

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Morfologia

I Lettera ad un amico Fonte Plinio il dovane { Argomento Plinio si rivolge ad un amico, per sapere che cosa stia facendo in quel di Coma,

Lo può immaginare, senza invidia, ma dispiaciuto di non potersi dedicare anche ad attiviti ricreative a causa di vecchi e nuovi impegni Genere epistologafia Percorsi 15 —»Antropogeogafia; 20^> La società, negotium «otium; 21 —» L ’epistologafia

Studes an piscaris an venaris1, an simul omnia? Possunt enim om nia simul fie? ri {esserefatte) ad Larium 2 nostrum . Nam lacus piscem, feras silvae, quibus lacus cingitur, studia altissimus iste secessus3 adfatim suggerunt. Sed, sive om nia simul sive aliquid f ^ cis, non possum dicere «invideo»; angor4 tam en non e t m ihi licere, quae sic concupisco^ · u t aegri vinum, balinea, fontes. N um quam ne hos artissimos laqueos, si solvere negatur, abrum pam ? num quam puto. Nam veteribus negotiis nova accrescunt: tot nexibus, tot quasi catenis maius in dies occupationem agm en extenditur®. Vale. 1. piscaris... venaris. sono entrambi verbi deponenti (valore attivo), piscor «andare a pesca» e venar «andare a caccia». 2· Larium. Lario, l’attuale lago di Como. 3. altissimus iste secessus. «codesto ' rifugio molto appartato». 4. angor. «sono tormentato». 5. extenditur. «si allunga».

Lessico «vefer/'bus negotiis nova accrescunt»

Negotium -ii, n., significa «attività», «occupazione», «affari»; com e traslato, può vale­ re «fastidio», «discordia». E form ato da nec e otium; quest’ultim o è da intendere co­ m e «riposo», «attività da svolgere nel tem po libero dagli im pegni pubblici», come Io studio, senza alcuna connotazione negativa. A negotium si collega il verbo d eponente ! negotiari «commerciare», l’aggettivo negotiosus -a -um «pieno di impegni»; ad otium i> | m andano otiosus -a -um ed il verbo d eponente otiari «stare in ozio». In italiano! nego­ zio (per esempio, un negozio giuridico), negoziato, negoziare, ozio, ozioso...

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Morfologia

exisset eorum qui arm a ferre possent, et item separatim pueri senes m ulieresque. Q uarum om nium rerum sum m a erat capitum H elvetiorum milia ducenta sexaginta tria2, Tulingorum milia XXXVI, Latovicorum XIIII, Rauracorum XXIII, Boiorum XXXII; ex bis qui arm a ferre possent, ad3 milia nonaginta duo. Sum ma om nium fu eru n t ad milia Irecenta sexaginta octo. E orum qui dom um redierunt, censu habito4 u t Caesar imperaverat, repertus est num erus m ilium centum e t decem. 2. milia... tria\ 263.000. 3. od: la preposizione ed, seguita da un numerale, significa «circa». su habito. «fatto il censimento».

4. cen­

Sortita contro i Germani Fonte da Cesare Argomento Cesare respinge con forza oltre il Reno alcune popolazioni della Germania.

L ’anno è il 55 a.C.; dopo non molto, ebbe inizio la costruzione del ponte sul Reno (evidente­ mente come deterrente verso altre invasioni da parte dà Germani) Genere Commentarli Percorsi 13 —» I Romani e gli altri; 14 —> La storiogafia Prius ad hostium castra pervenit1, quam quid ageretur G erm ani sentire pos­ sent2. Qui3 om nibus rebus subito p erterriti et celeritate adventus nostri e t discessu suoi um perturbabantur, copiasne adversus hostem ducere an castra defendere an fuga sa­ li item petere praestaret4. Q uorum tim or cum frem itu et concursu significaretur, milites nostri, pristini diei perfidia incitati, in castra irru p eru n t. Q uo loco5 qui celeriter arm a capere p o tuerunt, paulisper nostris restiterunt atque inter carros im pedim entaque proelium com m iserunt. At reliqua m ultitudo p uerorum m ulierum que - n am cum om nibus suis dom o excesserant R henum que transicrant6 - passim fugere coepit. Ad quos inseclandos7 Caesar equitatum misit. 1. pervenit. il soggetto è «Cesare». 2. quam... sentire possent. «che potessero accorgersi». 3. Qui: «Loro», i Germani. 4. copiasne... praestaret l’enclitica ne serve ad aprire l’interrogativa indiretta disgiuntiva: «se convenisse...». 5. Quo loco: «In quel luogo», cioè nell’accampamento. 6. transierant piuccheperfetto indicativo di transeo. 7. Ad quos insectandos: «Ad inseguirli».

Censimento degli Elvezi

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Fonte Cesare Argomento è Vanno 58 a.C., il primo del governatorato di Cesarein Gattia. Battuti gli Elvezi

-popolo di origlinegermanica -, Cesare mene a conoscenza, attraverso i registri anagafici (serie, ti in geco) a lui consegati, della loro consistenza numerica: 368.000 unità, di cui 92.000 at­ ti alle armi (ma la veridiàtà dei dati riportati da Cesare è ancora in discussione) Genere Commentarli (appunti) Percorsi 13 —> I Romani e gli altri; 1 4 —» La storiogafia

In castris H elvetiorum tabulae repertae sunt litteris Graecis confectae et ad Caesarem relatae, quibus in tabulis nom inatim ratio1 confecta erat, qui num erus dom o 1. ratio, in questo caso si può tradurre «la lista».

Lessico «in castra irruperunt»

Ir-rum po, -is, irrupi, irruptum , irru m p ére significa «fare irruzione». Rumpo, -is, rupi, ruptum, rumpere, da u n a radice *RUP «spezzare», «rompere», ha num erosi composti: ab-rumpere «spezzare togliendo», cor-rumpere «corrom pere», di-rumpere «spaccare», erumpere «erompere», inter-rumpere «interrom pere», per-rumpere «irrompere», pro-rumpere «prorompere». L’espressione ex abrupto significa «all’improvviso». Tra i nom ina­ li, si segnalano corruptio-onis «corruzione», deruptus -a -um «scosceso», praeruptus -a -um «dirupato», rupes -is «rupe». In italiano: rom pere, rotto, corrom pere, erom pere, in­ terrom pere, prorom pere, rupe...

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Morfologia

Lessico

Morte di Epaminonda Fonte da Giustino Argomento Epaminonda, uno dei piu, validi condottieri della Grecia, riuscì a liberare Tebe

dal dominio spartano e a scendere per ben quattro volte nel Peloponneso. Mori nella battaglia di Mantinea del 362 a. C., pur avendo assicurato ai suoi la vittoria Genere epitome storica Percorsi 1 4 —rL a storiografia Fuit autem incertum , vir m elior an dux esset. Nam et im perium n o n sibi semper, sed patriae quaesivit, e t pecuniae adeo parcus fuit, u t sum ptus funeri defuerit1. Gloriae quoque non cupidior quam pecuniae. Litterarum studium , philosophiae doctrina tanta, u t m irabile videretur2, un d e tam insignis militiae scientia hom ini inter litteras nato. N eque ab hoc vitae proposito m ortis ratio dissensit. Nam u t relatus in castra se* mianimis vocem spiritum que collegit, id u n u m a circum stantibus requisivit, num scutum ademisset hostis. Q uod u t servatum audivit, iterum quaesivit, utri vicissent. U t audivit Thebanos, bene habere se rem dixit atque ita velut gratulabundus patriae exspiravit. 1. defuerit congiuntivo perfetto di desum, «mancò». gabile».

Morfologia

2. ut mirabile videretur. «da sembrare inspie­

«paucasque glebas pavoris expertes»

Expers expertis, form ato dalla preposizione ex e da pars partis, significa «non p arte­ cipe», «privo». Pars è la «parte», la «porzione», in opposizione al tutto; il plurale partes -ium significa «partito». A pars si collegano term ini, quali particeps -cipis, particula -ae, partim, partitio -onis ed i verbi partio, -is, partivi, partitum, partire «dividere» e partior, -Tris, partitus sum, partiri «distribuire». In italiano: parte, partecipare, partenza, parti­ cipio, particolare, partigiano, partire, partita, partito, partitura, parziale, oltre ai com­ posti appartare, controparte, ripartire, spartire, (l’anglismo partner)...

L’oratore conosca la matematica e la geometria Fonte da Quintiliano Argomento Voratore non può fare a meno di conoscere la matematica e la geometria, di cui

avrà senz’altro bisogno nell’esercizio della sua professione Genere retorica Percorsi 24 —» Educazione e istruzione; 25 —>La retorica; 26 —>Arti, scienza, erudizione

La vera felicità Fonte Valerio Massimo Argomento Gige (VIII-VII sec. a. C.), il leggendario e ricchissimo re della Lidia, si recò a,

Delfi, per chiedere ad Apollo se al mondo ci fosse qualcuno piu, felice di lui. Apollo rispose in modo del tutto imprevedibile Genere storiografia Percorsi 5 —> Oriente e Grecia; 8 —> La narrativa; 14 —r La storiografia; 27 —» Il senti­ mento religioso; 28 —>Il pensiero filosofico Cum Gyges, regno Lydiae armis e t divitiis abundantissim o inflatus animo,· Apollinem Pythium sciscitatum1 venisset an aliquis m ortalium se esset felicior, deus Psophidium ei praetulit2. Is erat Arcadum pauperrim us, sed aetate iam senior term inos agelli sui num quam excesserat, parvuli ruris fructibus contentus. Apollo respondit magis se probare securitate ridens tugurium quam tristem curis et sollicitudinibus aulam 3, paucasque glebas pavoris expertes quam pinguissim a Lydiae arva m etu referta, et unum aut alterum iugum boum facilis tutelae quam exercitus et arm a e t equitatum voracibus impensis onerosum , et usus necessarii horreolum nulli nimis adpetendum quam thesauros om nium insidiis et cupiditatibus expositos. Ita Gyges ubinam solida e t sincera es­ set felicitas didicit. I. sciscitatum: «a domandare» (supino con valore finale). 2. praetulit. «antepose» gia».

3. aulam·. «reg­

N um erorum notitia1n o n oratori m odo, sed cuicum que prim is litteris erudito necessaria est. In causis actor, non dico, si circa summas trepidat, sed si digitorum in­ certo aut indecoro gestu a com putatione dissensit2, iudicatur indoctus. Illa vero linearis ratio3 et ipsa quidem cadit frequenter in causas (nam de term inis m ensurisque sunt liles), sed habet m aiorem quandam aliam cum arte oratoria cognationem 4. O rdo est geomctriac necessarius. N onne et eloquentiae? Ex prioribus geom etria p robat insequentia et certis incerta: no n n e id in dicendo facimus? I. notitia: «la conoscenza». 2. a computatione dissensit «dal calcolo che fa a voce». tio·. «la geometria». 4. cognationem. «collegamento».

3. linearis ra­

G odio è il vero nemico della patria Fonte Cicerone Argomento nell’ambito dì una riflessione di natura filosofica («ogni stolto è esule»), l’au­

tore trova il modo di parlare dì Clodio (amico di Catilina eferoce avversario di Cicerone), che tutto può essere meno che un degno cittadino Genere oratoria Percorsi 17 - r i,e, guerre civili; 1 9 —r L ’oratoria An tu civem ab hoste, natu ra ac loco, n o n anim o factisque distinguis? Caedem in foro fecisti, arm atis latronibus tem pia tenuisti, privatorum dom os, aedes sacras incendisti. C ur hostis Spartacus, si tu civis? Potes autem tu esse civis, p ro p ter quem aliquando civitas n o n fuit? et m e tuo nom ine appellas, cum om nes m eo discessu exsulasse

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rem publicam p u te n t1? N um quam ne, hom ine amentissime, te circumspicies, num quam quid facias considerabis? O m nes scelerati atque impii, quorum tu ducem profiteris2, quos leges exsilio adfici volunt3, exsules sunt, edam si solum4 non m utarunt. 1. cu,m... putent. «mentre tutti pensano che con il mio esilio lo Stato sia andato in esilio». 2. profi­ teris: «ti professi». 3. exsilio... volunt «vogliono che siano esiliati». 4. solum: «il suolo», «la terra».

Morfologia

auratus est balteus, sed cui subtilis acies est; regula2 n o n quam form osa, sed quam recta sit quaeritur3. Ergo in hom ine quoque nihil ad rem pertin et4quantum aret, quantum feneret, a quam multis salutetur, quam pretioso incum bat lecto, quam perlucido poculo bibat, sed quam bonus sit. Bonus autem est si ratio eius explicita e t recta est e t ad naturae suae voluntatem accom m odata. Haec vocatur virtus, hoc est honestum e t unicum hominis bonum . 2. regula: «il regolo».

3. quaeritur. «si ricerca».

4. nihil... pertinet. «non ha alcun rilievo».

Contro Antonio Fonte da Cicerone Argomento la veemenza dell’attacco contro Antonio è riconoscibile dalla prima espressione. L ’oratore richiama i Romani ad un necessario atto di coraggio contro le prevaricazioni di Antonio. Siamo nel dicembre del 44 a. C. Genere oratoria Percorsi 17 —» Le guerre civili; 19—r L ’oratoria N on est vobis res, Quirites, cum scelerato hom ine ac nefario, sed cum immani taetraque belua. Sed tenetur, prem itur, u rgetur nunc eis copiis quas iam habem us, mox eis quas paucis diebus novi consules com parabunt. Incum bite in causam, Quirites, u t facitis. N um quam m aior consensus vester in ulla causa fuit; num quam tam vehem enter cum senatu consociati fuistis. Nec m irum : agitur1 enim non qua condicione victuri2, sed victurine simus an cum supplicio ignom iniaque perituri3. Virtutem retinete, Quirites, quam vobis tam quam hereditatem m aiores vestri reliquerunt. Alia om nia falsa, incerta sunt, caduca, mobilia. Hac4 m aiores vestri prim um universam Italiani devicerunt, dein­ de C arthaginem exciderunt, N um antiam everterunt, potendssim os reges, bellicosissimas gentes in dicionem huius im peri redegerunt. 1. agitur. «è in discussione».

2. victuri: «vivremo».

3. perituri: «moriremo».

4. Hac. virtute.

La sostanza, non le apparenze Fonte da Seneca Argomento una nave non si apprezza per i colori vivaci, ma per la solidità; una buona spa­ da non si distingue dalla cinghia, ma dalla lama ben affilata; il regolo non deve essere bello, ma diritto. Anche per un uomo, non contano tanto la ricchezza e il prestigio, quanto il fatto di essere una persona per bene Genere epistolografiafilosofica Percorsi 28 —> Il pensierofilosofico; 29 —» Il sistema etico Navis bona dicitur n o n quae pretiosis coloribus est nec cui argenteum aut aureum rostrum est sed stabilis e t firm a et iuncturis spissa, ad ferendum incursum maris1 solida, gubernaculo parens, velox e t non sentiens ventum ; gladium bonum dices non cui 1. ad ferendum... maris·. «per resistere ai marosi».

Lessico «quam recta sii quaeritur»

Quaero, -is, quaeslvi, quaesltum , quaerére è u n o dei verbi di «chiedere» e, in parti­ colare, «chiedere p er sapere». I composti presentano variazione vocalica in -i-: ac-quirere «acquisire», con-quìrere «cercare», ex-quirere «andare in cerca», in-quirere «esamina­ re», per-quirere «informarsi accuratam ente», re-quirere «richiedere». Quaentare «cercare ripetutam ente» è la form a intensiva, come lo è quaeso «vado in cerca» (com unem ente, quaeso è u n a form ula di cortesia e si traduce «per favore»). Altri term ini derivati dai precedenti: quaesitus -a -um «ricercato», quaestor -oris «questore», quaestus -us, m., «ri­ cerca», quaestio -onis «questione», «domanda». In italiano: questione, questionario, questore, squisito, questua, questuante, acquisire, inquirente, inquisitore...

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Riepilogo delle coniugazioni attive e passive; i verbi in -io/-ére * Numerali » Sintassi: participio congiunto e ablativo assoluto

Λ

l i

Verbi in -/o/-ére Alcuni verbi in -io appartengono alla terza coniugazione, come si ricava dall’infinito in -ere. Nella coniugazione dei tem pi derivanti dal tem a del presente, la vocale te­ m atica -i (breve, a differenza di quella dei verbi della IV coniugazione) si trasform a in -e (breve) dinanzi ad -re in fine di parola. I verbi attivi in -io sono dodici: aspicio, -is, aspexi, aspectum , aspicére guardare capio, -is, cepi, captum, capere prendere cupio, -is, cupivi, cupitum, cupere desiderare facio, -is, feci, factum, facére fare iod io, -is, fodi, fossum , fodere scavare fugio, -is, fugi, fugére fuggire iacio, -is, ieci, iactum, iacére gettare illicio, -is, illexi, illectum , illicére allettare pario, -is, peperi, partum, parére generare quatio, -is, quassi, quassum, quatére scuotere rapio, -is, rapui, raptum, rapére rapire sapio, -is, sapii (-ui) sapere avere senno Osservazioni: - la -i finale dell'infinito presente passivo non si trasform a in -e, ma resta tale; - nei composti dei verbi in -io con il tem a in a, quest’ultim a si trasform a in r. ad-capio> accipio, in-facio> inficio...·, - di alcuni verbi in -io si usano solo i composti: allicio, pellicio... < lacio (disusato); adspicio, despicio, inspicio... < spedo; - la 2a persona dell’imperativo presente di fa d o èfa c , - fugio non ha supino, m a si trova un participio futuro fugiturus; - sapio significa propriam ente aver sapore, le form e di perfetto sapii e sapui sono ra­ re; - anche altri tre verbi di form a deponente in -ior nel corso della coniugazione tra­ sform ano la -t (breve) in -e davanti ad r. gradior, -eris cam m inare; morior, -eris mo­ rire, patior, -eris soffrire.

ESERC

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Morfologia

Morfologia

4. De his rebus cum ageretur apud Caesarem, subito exercitus regius equitatusque omnis venire A lexandriam n u ntiatur ( Caes.). 5. Placuit oratorem ad plebem mitri M enenium Agrippam , facundum virum e t plebi carum (Liv.). 6. Vercingetorix copias reduxit protinusque Alesiam iter facere coepit celeriterque impedim enta ex castris educi iussit (Caes.). 7. Veni in Asiam, n o n u t funditus everterem gentes nec u t dim idiam partem terraru m solitudinem facerem ( Curi.). 8. Cum haec in Graecia M acedoniaque et Asia gererentur, Etruriam infestam prope coniuratio servorum fecit (Liv.). 9. In eo proelio ex equitibus nostris interficiuntur quattuor e t LXX (Caes.). 10. Cum Caesar in Galliam venit, alterius factionis principes eran t Aedui, alterius Sequani (Caes.). 11. Varus cum expedita m anu paucos repugnantium interfecit, plures veniam periveru n t (Tac.). 12. Liberi iam hinc populi Rom ani res pace belloque gestas, annuos magistratus, imperiaque legum potentiora quam hom inum peragam (Liv.). 13. Sum m um bonum nec infringitur nec augetur (Sen.). 14. Tum Graecia maximis concussa est motibus. Achei ex Laconica pulsi eas occupaveru n t sedes, quas nunc obtinent; Pelasgi Athenas com m igraverunt (Veli.).

Importanti avvenimenti politico-militari Fonte Eutropio Argomento l ’autore traccia a grandi linee il quadro di avvenimenti assai importanti: la

fase conclusiva della congiura di Catilina, fino alla sua morte in battaglia (presso Pistoia) nel 62 a. C.; i successi militari di Pompeo nella guerra contro i pirati, contro Mitridate e il re dei Giudei Aristobulo, vittorie che furono celebrate a Roma con uno splendido trionfo (63-61 a.C.) Genere epitome storica Percorsi 14 -r La storiografia; 17 —> Le guerre aviti M. Tullio Cicerone oratore et C. A ntonio consulibus, anno ab urbe condita sexcentesimo octogesimo nono, L. Sergius Catilina, nobilissimi generi vir, sed ingenii pra­ vissimi, ad delendam patriam 1 coniuravit cum quibusdam Claris quidem , sed audacibus viris. A Cicerone urbe expulsus est. Socii eius deprehensi in carcere strangulati sunt. Ab Antonio Catilina ipse victus proelio est et interfectus. Sexcentesimo nonagesim o anno urbis conditae, D. Iunio Silano e t L. M urena consuli­ bus, Metellus de Creta triumphavit, Pom peius de bello piratico e t M ithridatico. Nulla um quam p om pa trium phi similis fuit. Ducti sunt ante eius currum filii M ithridatis, filius Tigranis et Aristobulus, rex Iudaeorum ; praelata est2ingens pecunia et auri atque argenti infinitum pondus. Hoc tem pore nullum per orbem terraru m grave bellum erat.

Coniugazioni attive e passive e verbi in -io

1. Mihi spes salutis pertenuis ostenditur ( Cic.). 2. U rbem Romam, sicuri ego accepi, con d id eru n t atque h ab u eru n t initio Troiani (Sali.). 3. Quae decipiunt nihil h abent solidi (Sen.).

1. ad delendampatriam: «per distruggere la patria». siva di praefero.

2. praelata est indicativo perfetto di forma pas­

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Morfologia

Lessico

Morfologia

La giornata di un intellettuale

«nobilissimi generi vir»

Vir viri, «uomo» e «marito», ha la stessa radice di vis «forza» e si distingue da homo hominis (che significa «uomo» in generale, in quanto essere um ano). Si collegano a vir viri term ini come virago -inis «virago», «eroina»; virilis -e «virile», «coraggioso»; l’av­ verbio viritim «individualmente»; i composti triumvir e decemviri «triumviro» e «de­ cemviri». A vir si riconduce anche virtus -utis, f., il cui significato spazia da «virtù», «va­ lore» a «bravura», «merito». In italiano: virile, virtù, virtuale, virtuoso, virtuosismo, triumviro, virago...

.rotone Fonte da Limo Argomento a non molta distanza dalla città di Crotone c’era un tempio dedicato a Giunone Lucina e, nelle vicinanze, un boschetto sacro, al cui interno prati verdeggianti fornivano la pastura a diversi animali che vivevano in totale autonomia Genere storiografia Percorsi 1 4 -r La storiografia; 15 —>Antropogeografia; 27 —» Il sentimento religioso Urbs Croio m urum in circuitu p atentem 1 duodecim milia passuum habuit an­ te Pyrrhi in Italiani adventum ; post vastitatem eo bello factam vix pars dim idia habitabatur. In urbe nobili tem plum erat, ipsa urbe nobilius, Liciniae Iunonis, sanctum om ni­ bus circa populis; lucus2 ibi, frequenti silva et proceris abietibus arboribus saeptus, laeta in m edio pascua habuit, ubi om nis generis sacrum deae pecus pascebatur sine ullo pas­ tore; greges nocte rem eabant ad stabula, num quam insidiis ferarum , non fraude violati hom inum . Magni igitur fructus ex eo pecore capti colum naque inde aurea solida facta et sacrata est. Ac m iracula aliqua adfinguntur3 u t plerum que tam insignibus locis: fama est aram esse in vestibulo tem pli, cuius cinerem nullo um quam moveri vento. 1. patentem·. «esteso» (da patere «essere manifesto», ma «estendersi» detto di un luogo). «un boschetto sacro». 3. adfinguntur. «si immaginano».

2. lucus:

Lessico «sacrum deae pecus pascebatur... fructus ex eo pecore capti»

Pecus -coris, n., significa «bestiame»; pecus -udis «capo di bestiame», «pecora». Entram bi si riconducono a pecu -us, plurale pecua (dativo e ablativo pecubus) «bestia­ me». Da pecu derivano altri term ini, connessi all’idea del bene, del denaro (espresso in capi di bestiame): peculium -ii «peculio» (cioè i beni ricavati dal bestiame); pecunia -ae «denaro», «moneta». Da peculium derivano a loro volta l’aggettivo peculiaris -e «ac­ quistato con il proprio peculio», quindi «proprio» e peculor -aris, da cui peculatus -us «appropriazione di denaro» (pubblico). Se riferito ad u n a persona, pecus vuol dire «sciocco». In italiano: pecora, peculato, peculiare, peculio, pecunia, pecuniario...

Fonte Plinio il Giovane Argomento scrivendo ad un amico, Plinio spiega come trascorre la giornata. Sveglia tra le cinque e le sei, lettura e riflessione; poi, fatto entrare un segretario, dettatura del testo. Tra le nove e trenta e le undici, passeggata sulla terrazza o in galleria: ancora meditazione e detta­ tura. La stessa attività prosegue anche andando in carrozza. Ancora passeggio, ginnastica, quindi il bagno. Durante il pasto, conversazione con la moglie e con gli amici e di nuovo let­ tura a voce alta. Dopo cena si assiste allo spettacolo di un attore, oppure si ascolta musica. La giornata finisce con una passeggata con amia istruiti Genere epistologafia Percorsi 20 —>La società, negotium e otium; 21 —> L ’epistologafia; 24 —>Educazione e istruzione Quaeris, quem adm odum in Tuscis1 diem aestate disponam . Erigilo2, cum liImit, plerum que circa horam prim am , saepe ante, tardius raro. Clausae fenestrae manent. Cogito, si quid in m anibus, cogito ad verbum scribenti em endantique similis. Notarium voco e t quae form averam dicto; abit rursusque revocatur rursusque dim ittitur. Ubi h o ra quarta vel quinta in xystum vel cryptoporticum 3 conferò, reliqua m ed itar et dicto. Vehiculum ascendo. Ibi quoque idem quod ambulane aut iacens. Paulum redormio, dein am bulo, m ox orationem Graecam Latinamve lego. Iterum am bulo, ungor, cxerceor, lavor. Cenanti m ihi, si cum uxore vel paucis, liber legitur; post cenam comoedia aut lyristes4. Mox cum meis am bulo, quorum in num ero sunt eruditi. Ita variis serm onibus vespera extenditur5. 1. in Tuscis·. «nella villa di Toscana». la terrazza o nel porticato chiuso». 5. extenditur. «si prolunga».

2. Evigilo: «Mi sveglio». 3. in xystum vel cryptoporticum: «sul­ 4. comoedia aut lyristes: «un attore o un suonatore di lira».

Numerali I num erali sono divisi in quattro classi: cardinali, ordinali, distributivi e avverbi n u ­ merali. I num erali cardinali sono aggettivi p er lo più indeclinabili (tranne unus, -ima, -unum; duo, duae, duo; tres, tres, tria; le centinaia da ducenti -ae -a duecento a nongenti -ae -a; milia); rispondono alla dom anda quot? quanti? I num erali ordinali si declinano secondo il paradigm a della I classe e concordano con il sostantivo cui si riferiscono (primus, -a, -um; secundus, -a, -um; tertius, -a, -um.,.); rispondono alla dom anda quotus -a -um? in quale ordine, a quale posto? I num erali distributivi sono aggettivi che concordano con il nom e cui si riferiscono; indicano la quantità spettante a ciascuno o la quantità da distribuire per volta e ri­ spondono alla dom anda quoteni?, quotenae?, quotena? quanti per ciascuno?, quanti per volta? Gli avverbi numerali esprim ono quante volte si ripete u n ’azione e rispondono alla dom anda quotiens? quante volte? In italiano si rendono con locuzioni (semel una so­ la volta). Osservazioni: - il genitivo e il dativo singolari di unus sono uriìus e uni;

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~ il nom inativo e l’accusativo maschile e neutro di duo presentano la desinenza -o (ma, per analogia, all’accusativo maschile si trova anche duos); 'f - le centinaia da ducenti a nongenti presentano talvolta il genitivo plurale in -um; ’ - m ilia è seguito dal genitivo (duo milia hominum); - gli ultimi due num eri prim a della decina vengono espressi per sottrazione (duodevienti...)·, 3 - primus e secundus significano primo e secondo fra molti, m entre prior e alter primo e secondo fra due; - i distributivi presentano spesso il genitivo plurale in -um.

ESERCÌZIO

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Morfologia

Numerali

1. Cum duobus ducibus in Italia est decertatum , Pyrrho et H annibale ( Cic.). 2. Darius classem quingentarum navium comparavit (Nep.). 3. H annibai anno quarto, postquam dom o profugerat, L. Cornelio Q. M inucio consulibus, cum quinque navibus Africani accessit in finibus Cyrenaeorum {Nep.). 4. Hercules cum Pylum expugnaret, N eleum interfecit et filios eius decem {Hyg.). 5. Alcibiades annos circiter quadraginta natus diem obiit suprem um {Nep.). 6. Per quingentos et quinquaginta et octo annos senatus populo mixtus spectaculo ludorum interfuit {Val. Max.). 7. Tertio anno in Sicilia contra H ieronem , regem Siculorum, bellum paratum est {Eutr.). 8. Rex regum Agam em non, tem pestate in Cretan insulam reiectus, tres ibi urbes sta­ tuii, duas a patriae nom ine, unam a victoriae m em oria: Mycenas, Tegeam, Pergam um {Veli.). 9. M. Valerius Corvinus centesim um annum complevit. Cuius inter prim um e t sextum consulatum XL et VI anni intercesserunt, suffecitque integris viribus corporis non solum speciosissimis publicis ministeriis, sed etiam exactissimae agrorum suorum ; culturae, et civis e t patris familiae optabile exem plum ( Val. Max.). 10. Duae fu eru n t Ariovisti uxores, u n a Sueba natione, quam dom o secum duxerat, alte­ ra Norica, regis Voccionis soror, quam in Gallia duxerat a fratre missam: utraque in ea fuga periit; duae filiae: h a ru m altera occisa, altera capta est {Caes.). 11. Q uattuor et viginti peditum R om anorum milia scripta et mille octingenti equites, sociorum quadraginta milia peditum , quattuor milia et quadringenti equites; naves ducentae viginti quinquirem es, celoces viginti deducti {Liv.). 12. In om ne hom inum genus liberalissimus explevit Vespasianus censum senatorium , consulares inopes quingenis sestertiis annuis sustentavit {Suet.). 13. H iero ad nonagesim um annum pervenit. Masinissa LX annis imperavit. Qui, u t ait Cicero, iam senex num quam aut frigore aut im bre caput operuit. Idem post sextum et XC annum filium generavit {Paris). 14. Tredecim milia quadringentos septuaginta cecidisse in acie ac fuga, mille septingentos quinquaginta vivos captos, signa viginti septem m ilitarla relata in quibusdam annalibus invenio {Liv.).

Morfologia

L’esercito romano Fonte da Isidoro di Siviglia ................ Argomento a partire da Mario, la legionefu costituita da 6000 uomini, divisi in 60 cen­ turie, trenta manipoli, dodici coorti, duecento «torme» (squadroni). Spiegazione del termine «manipolari» Genere prosa erudita Percorsi i Z—> L ’esercito, la guerra, l’imperialismo romano Legio habet sexaginta centurias, m anipulos triginta, cohortes duodecim , turmas ducentas. Centuria est pars exercitus in centenos milites divisa. U nde et qui his praesunt centuriones dicuntur. Subcenturiati vero sunt, non qui in prim a, sed qui in secunda centuria sunt, quasi sub prim a centuria. M anipulus ducentorum est militum. Manipuli autem dicti sunt milites, sive quia bellum prim o m anu incipiebant, sive quod antequam signa essent, m anipulos sibi, id est fasciculos stipulae vel herbae alicuius prò signis faciebant, a quo signo m anipulares milites cognom inati sunt. Turm a triginta equites sunt. Romani enim equites in una tribù trecenti fuerunt. De singulis enim centuriis decem dabantur et fiebant1 turm a. Cohors quingentos milites habet. 1.fiebant «divenivano», «erano».

Uccisa per amore Fonte De viris illustribus Argomento durante il regno di Tulio Ostilio (673-640 a.C.), i trefratelli Orazi combatte­ rono contro tre soldati di Alba Longa, detti Curiazi. L ’unico Orazio supersitite riuscì a bat­ tere gli avversari. Il pianto della sorella dell’Orozio superstite, fidanzata ad uno dei Cunazi uccisi, fu punito con la morte Genere biografia Percorsi 4-> Ire; 10-r La biografia; 22 -> La famiglia e il matrimonio; 23 Donne ce­ lebri Cum inter Romanos et Albanos bellum fuisset exortum 1, ducibus Hostilio et Fufetio placuit rem paucorum certam ine finire. E rant apud Rom anos trigem ini Horatii, tres apud Albanos Curiatii. Statim duo R om anorum ceciderunt, tres A lbanorum vulne­ rati. Unus Horatius, quamvis integer, quia tribus im par erat, fugam simulavit et singulos p er intervalla insequentes interfecit. Et cum spoliis onustus rediret2, sororem obviam habuit, quae, viso paludam ento3 sponsi sui, qui unus ex Curiatiis erat, fiere coepit. Frater eam occidit. 1. Cum... fuisset exortum: «Essendo scoppiata...». 2. rediret. imperfetto congiuntivo di redeo. so paludamento: ablativo assoluto, «visto il mantello».

3. vi­

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Morfologia

Lessico

Morfologia

Numa Pompilio e Tulio

«spoliis onustus»

Onustus -a -uni «carico», «pieno», viene da onus -eris, n., che propriam ente significa «carro da carico», quindi «peso» e, come traslato, «onere», «molestia», «imposta». Ad onus si riconducono gli aggettivi onerosus -a -um «pesante», «grave», «oneroso» e onerarius -a -um «da trasporto» (la navis oneraria, o sem plicem ente oneraria, era appunto la «nave da trasporto»). Il verbo onerare vuol dire «caricare, «opprim ere». In italiano: onerare, onere, oneroso...; onusto è aggettivo di tipo letterario.

Protesilao e Laodamia Fonte Igino Argomento Protesilao deve il suo nome alfatto di essere sbarcato per primo a Troia fra tut­

ti i Greci partiti per la guerra (da protos «primo» e la radice di un verbo di moto), e per pri­ mo venne ucciso. La moglie Laodamia, disperata per la sua morte, riuscì ad ottenere dagli dèi di poter parlare con lui per qualche ara Genere mitografia Percorsi 1 Il mito Achivis fuit responsum , qui prim us litora Troianorum attigisset periturum (es­ se). Cum Achivi classe applicuissent, ceteris cunctantibus1, Iolaus prim us e navi prosiluit, qui ab H ectore confestim est interfectus; quem cuncti appellarunt Protesilaum , quoniam prim us ex om nibus perierat. Q uod uxor Laodamia, Acasti filia, cum audisset eum perisse, flens petit a diis u t sibi cum eo tres horas colloqui liceret. Q uo im petrato a M ercurio, reductus, tres horas cum eo collocuta est; quod iterum cum obisset Protesilaus, dolorem pati2 non p o tuit Laodamia. 1. ceteris cunctantibus·. «siccome gli altri esitavano».

2. pati·, «sopportare».

Lessico «primus e navi prosiluit»

Prosilio, -sflis, -silui (o -silivi e silfi), -sillre, che significa «balzare in avanti», «sgorga­ re», «manifestarsi», è un composto del verbo salio «saltare fuori», «balzare», «danzare», cui si riconduce anche la parola saltus -us, m., «balzo», «passo», «pascolo». Salio, en­ trando in composizione con prefissi preposizionali, presenta variazione vocalica in -i(sil-): ad-silire, de-silire, pro-silire, re-silire, salto è la form a intensiva di salio·, a sua volta, salto ha u n a sua form a intensiva in saltito «saltellare». Anche i composti di saltare sono diversi, come in-sultare «insultare» e ex-sultare «saltare di gioia». I Salii (-iorum), i sacerdoti del collegio istituito da Num a Pompilio, eseguivano danze durante le cerimonie, per cui il verbo salio ha anche un carattere di solennità, come dimostra l’italiano «prèsule» («che guida la danza», sinonimo di prelàto e di vescovo). In italiano: salire, salto, esultare, prè­ sule...; saltuario, dal latino saltus «balzo», si dice di ciò che non ha carattere di conti­ nuità (il latino saltuarius -ii, m., significa «guardaboschi»).

Fonte Eutropio ..................... ..................... Argomento Numa Pompilio (715-673 a.C.) si dedicò principalmente alle istituzioni civili

e religiose, mentre Tulio Ostilio (673-640 a.C.) fu un re guerriero Genere epitome storica Percorsi 4 I re; 14 -4 La storiografia

Postea N um a Pompilius rex creatus est, qui bellum quidem nullum gessit, sed non m inus civitati quam Romulus profiliti Nam et leges Romanie m oresque constituit, qui consuetudine proeliorum iam latrones ac sem ibarbari putabantur, e t annum descripsit in decem menses, prius sine aliqua supputatione1 confusum , e t infinita Rom ae sacra ac tem pia constituit. M orbo decessit quadragesim o et tertio im perii anno. Huic successit Tullus Hostilius. Hic bella reparavit2, Albanos vicit, qui ab urbe Roma duo­ decim o miliario sunt, Veientes et Fidenates, quorum alii sexto m iliario absunt ab urbe Roma, alii octavo decim o, bello superavit, urbem ampliavit, adiecto Coelio m onte. Cum triginta et duos annos regnasset, fulm ine ictus cum dom o sua arsit. 1. sine aliqua supputatione. «senza alcun calcolo».

2. reparavit. «preparò di nuovo» (da re-paro).

Nascita della repubblica Fonte Eutropio . . Argomento alici leggendaria figura di Giunto Bruto si collega la cacciata dei 1 arqumi da

Roma e la conseguente nasata della repubblica (509 a. C.). Tarquinio tentò dì riprendere il potere anche nei due anni successivi, ma non ci riuscì e, alla fine, si ritirò a Tusculo Genere epitome storica Percorsi 4 —» / re; 9 —> L'espansione della repubblica; 12 —> Il vaiare militare; 14 —r La storiografia Brutus consul et A rruns, Tarquinii filius, in vicem se occiderunt, Rom ani tam en ex ea pugna victores recesserunt. B rutum m atronae Rom anae, defensorem pudicitiae suae, quasi com m unem patrem p e r annum luxerunt. Valerius Publicola Spurium Lucretium Tricipitinum collegam sibi fecit, Lucretiae patrem , quo m orbo m ortuo iterum H oratium Pulvillum collegam sibi sumpsit. Ita prim us annus quinque consules habuit, cum Tarquinius Collatinus p ro p ter nom en urbe cessisset, Brutus in proelio pensset, Sp. Lucretius m orbo m ortuus esset2. Secundo quoque anno iterum Tarquinius u t reciperetur in regnum bellum Romanis in­ tuiti3, auxilium ei ferente Porsenna4, Tusciae rege, e t Romam paene cepit. Verum tum quoque rictus est. Tertio anno post reges exactos Tarquinius, cum suscipi non posset in regnum neque ei Porsenna, qui pacem cum Romanis fecerat, praestaret auxilium, Tusculum se contulit5, quae ciritas n o n longe ab urbe est, atque ibi per quattuordecim annos privatus cum uxore consenuit. 1. quo morbo mortuo: «dopo che mori di malattia» (è un ablativo assoluto). 2. mortuus esset dipen­ de, come gli altri due congiuntivi, da cum: «poiché era morto». 3. intulit bellum inferre significa «portare guerra». 4. auxilium... Porsenna. «con l’aiuto di Porsenna» (ablativo assoluto). 5. se con­ tulit «si recò» (contulit < conferò, confers, contuli, collatum, conferre).

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Morfologia

Lessico «quasi communem patrem per annum luxerunt»

Lugeo, -es, luxi, luctum , -ère significa «piangere», «essere in lutto». Dallo stesso tem a derivano luctus -us «lutto», luctuosus -a -um «luttuoso», «triste», «funesto», lugubris -e «lugubre». In italiano: lutto, luttuoso, lugubre...

Sezione prima

Morfologia

m ine suo iussit, quae nunc Caesarea dicitur, cum Mazaca antea vocaretur. Hic tertio et vicesimo im perii anno, aetatis septuagesimo octavo, ingenti om nium gaudio m ortuus est in Cam pania. Successit ei C. Caesar, cognom ento Caligula, Drusi, privigni Augusti, e t ipsius Tiberii nepos, sceleratissimus ac funestissimus et qui etiam Tiberii dedecora purgaverit*1. Bellum contra G erm anos suscepit et ingressus Suebiam nihil strenue fecit. Cum adversum cunctos ingenti avaritia, libidine, crudelitate saeviret, interfectus in Palatio est anno aetatis vi­ cesimo nono, im perii tertio, m ense decim o dieque octavo. 1. et qui... purgaverit «e tale da discolpare...».

Scontri navali tra Romani c Ca rtag incsi Fonte Eutropio Argomento i fatti riferiti riguardano la 1 guerra punica (264-241 a.C.). Si segnalano la vittoria del console Gaio Duilio nei pressi di Milazzo (non tentano dalle isole Lipari) nel 260 a.C. e te scontro all’altezza del CapoEcnomo (presso Licata) del 256 a.C., in seguito al qua­ le i consoli M. Attilio Regolo e L. Manlio Vulsone distrussero laflotta cartaginese Genere epitome storica Percorsi 11 —>L ’esercito, la guerra, l ’imperialismo romano; 14 —s La storiografia Q uinto anno Punici belli, quod contra Afros gerebatur, prim um Rom ani C. Duillio et Cn. Cornelio Asina consulibus in m ari dimicaverunt, paratis navibus rostratis, quas Liburnas1 vocant. Consul Cornelius fraude deceptus est. Duillius commisso proelio Carthaginiensium ducem vicit, triginta et unam naves cepit, quattuordecim mersit, septem milia hostium cepit, tria milia occidit. Neque ulla victoria Romanis gratior fuit, quod invicti terra iam etiam m ari plurim um possent. C. Aquilio Floro L. Scipione consulibus, Scipio Corsicam e t Sardiniam vastavit, m ulta milia inde captivorum adduxit, trium phum egit. L. Manlio Vulsone M. Atilio Regulo consulibus bellum in Africani translatum est. C ontra H am ilcarem , C arthaginiensium ducem , in m ari pugnatum victusque est. Nam perditis sexaginta quattuor navibus retro se recepit. Rom ani viginti duas am iserunt. 1. Liburnas: «liburne», cioè dei Liburni (un popolo deirilliria). Le liburne erano imbarcazioni leggere e veloci.

Tiberio e Fonte Eutropio Argomento Tiberio, imperatore dal 14 al 37 d.C., si comportò in modo ambiguo; la sua morte fu salutata da tutti con gioia. Non più rassicurante, anzi peggiore, la figura del suo successore Caligola (37-41 d.C.) Genere epitome storica Percorsi 14—* La storiografia; 30 —»Figure della storia imperiale Tiberius ingenti socordia im perium gessit, gravi crudelitate, scelesta avaritia, turpi libidine. Nam nusquam ipse pugnavit, bella p er legatos gessit suos. Q uosdam reges ad se per blanditias evocatos num quam rem isit, in quibus A rchelaum Cappadocem , cuius etiam regnum in provinciae form am redegit e t m axim am civitatem appellari no-

Lessico «ingenti socordia imperium gessit»

Socordia-ae significa «fiacchezza d ’animo», «rilassatezza». Viene dall aggettivo socors -cordis «debole di m ente», «trascurato», form ato dal prefisso se-e corcordis, n., «cuore», da u n a radice *KORD, presente anche nel greco kardia. Da cor viene cordatus -a -um «assennato», «intelligente»; in composizione con il verbo dolere abbiam o cordolium -ii «cordoglio», «affanno». Con i prefissi con-e dis-si form ano concordia -aee discordia -ae, oltre a concors e discors. In italiano: cuore, cordoglio, cordiale, concordia, discordia...

Participio congiunto e ablativo assoluto Il participio in funzione circostanziale assume il valore di u n a proposizione subor­ dinata implicita (tem porale, causale, relativa, ipotetica, finale, concessiva). Si trova in due costrutti tipici, il participio congiunto e Fablativo assoluto. La costruzione d ell’ablativo assoluto, costituita da u n nom e o p ronom e e da un par­ ticipio, entram bi in ablativo e concordati, è m olto frequente. «Assoluto» (latino absolutus) significa «sciolto», nel senso che questo costrutto esclude legami gram m ati­ cali con altre parole della sovraordìnata. Con il participio presente tutti i verbi pos­ sono essere utilizzati, m entre con il participio passato la costruzione è ammissibile solo con i verbi attivi transitivi o deponenti intransitivi. In italiano l’ablativo assoluto si può tradurre con il gerundio oppure con u n a subordinata esplicita, il cui valore è da stabilire di volta in volta.

ESERCIZIO

Ablativo assoluto

His rebus auditis · his rebus gestis · his constitutis rebus · his paratis rebus · cognito consilio · multis interfectis · dato signo · hortantibus amicis · quibus rebus nuntiatis · re cognita · hac oratione habita · hac nuntiata clade · nulla interposita m ora · die constituta · opere perfecto * desperatis rebus · hac pugna pugnata * luce prim a · aus­ picato · M arte incerto.

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Sezione prima ESERCÌZIO

Sezione prima

Morfologìa

Participio congiunto e ablativo assoluto

1. Cum essem in Tusculano, Rom a puer, a sorore tua mìssus, epistulam mihi abs te adlatam dedit (Cic.). 2. Romani, cum e t fluere iam lassitudine vires sentirent e t diei hau d m ultum superes­ se accensi ira concitant se in hostem (Liv:). 3. Coriolanus, pulsus patria, cum bellum adversus populum Rom anum paravisset, nullis precibus motus, matris e t uxoris victus est precibus (Paris). 4. Cum apud lacum Regillum A. Postumius dictator et Tusculanorum dux Manilius Octavius magnis viribus inter se co n cu rreren t ac n e u tra acies aliquam diu pedem referret, Castor ac Pollux R om anorum partium propugnatores visi hostiles copias penitus fu d eru n t (Val. Max.). 5. Sublatis funditus Teutonis, in Cimbros convertitur (Fior.). 6. Aliquam diu M arte incerto, varia victoria pugnatum est (Liv.). 7. Pompeius, his paratis rebus, milites silentio naves conscendere iubet ( Caes.). 8. Caesar, exploratis regionibus, albente caelo, om nes copias castris educit m agnoque circuitu nullo certo itinere exercitum ducit (Caes.). 9. Multis interfectis, reliquos infecta re in oppidum rep p u le ru n t ( Caes.). 10. Tantis detrim entis acceptis, Octavius, desperata oppugnatione oppidi, Dyrrachium sese ad Pom peium recepii (Caes.). 11. His rebus constitutis, Caesar ad portum cum legionibus pervenit (Caes.). 12. Galli, re cognita, p er exploratores obsidionem relinquunt, ad Caesarem om nibus copiis c o n ten d u n t (Caes.). 13. Milites, dato singo, celeriter ad m unitionem pervenìunt (Caes.). 14. Apud antiquos non solum publice, sed edam privatim nihil gerebatur nisi auspicio prius sum pto (Val. Max.).

Morfologia

Lessico «a fortuna felix dictus... tibi et rei publicae tuae felix»

Felix felicis «fertile», «fortunato», «ricco», «abile» h a la stessa radice di fecundus -a -urti «fecondo», «ferace», «ricco», di /emina -ae «femmina», «donna», dìfenum-\ «fieno», ι fenus -oris «rendita», «frutto». A fenus rim andano a loro volta fenerare e fmeran «pre­ stare ad interesse» (usurario). In italiano: felice, fecondo, fem m ina, ìeno...

Sconfitta del cartaginese Annone Argomento il comandante cartaginese Annone, già a capo dell’ala sinistra nella battaglia

di Canne, è costretto a retrocedere di fronte alla manovra offensiva di Tibeno Sempronio Longo Genere storiografia T . „ Percorsi 11 4 L ’esercito, la guerra, l’imperialismo romano; 14 La storiografia Ouibus diebus Cum ae liberatae sunt obsidione, iisdem diebus et m Lucams ad G rum entum 1Ti. Sem pronius, cui Longo cognom en erat, cum H annone Poeno prospe­ re pugnat Supra duo milia hom inum occidit et ducentos octoginta milites, signa mili­ tarla ad quadraginta u n u m cepit. Pulsus fmibus Lucanis, H anno retro m Bruttios sese re­ cepit. Et ex H irpinis oppida tria, quae a populo Rom ano defecerant vi recepta per . Valerium praetorem , Vercellium, Vescellium, Sicilinum, e t auctores defectiom s secun percussit. Supra quinque milia captivorum sub hasta vem erunt ; praeda alia militi con­ cessa, exercitusque Luceriam reductus.

Lucio Cornelio Siila Fonte De viris illustribus Argomento rapido profilo del dittatore (138-78 a.C.): console nell’88, sconfisse Mitridate del Ponto e, alla testa del partito aristocratico, fu un fiero avversario di Mario Genere biografia Percorsi 10—>La biografia; 17 —> Le guerre civili Cornelius Sulla, a fortuna felix dictus. M ulier obvia: «Salve», inquit, «puer tibi et rei publicae tuae felix». Hic quaestor Marii Iugurtham a Boccho in deditionem accepit. Bello Cimbrico e t Teutonico legatus bonam operam navavit. P raetor'inter cives ius dixit. Praetor Ciliciam provinciam habuit. Bello sociali Samnites H irpinosque superavit. Consul Asiam sortitus1, M ithridatem proelio fudit, A rchelaum praefectum eius Athenis vicit, portum Piraeum recepit, M aedos e t Dardanos in itinere superavit. C arbonem Italia expulit, M arium apud Sacriportum , Telesinum apud portam Collinam vicit. Mario Praeneste interfecto, Felicem se edicto appellavit. Proscriptionis tabulas prim us proposuit. Novem milia dediticiorum in villa publica cecidit. N um erum sacerdotum auxit, tribuniciam potestatem m inuit. Republica ordinata, dictaturam deposuit; Puteolos concessit et m orbo interiit. 1. sortitus: «avendo ricevuto».

1. ad Grumentum: Grumento si trova in provincia di Potenza. 2. secun: ablativo di s.rnm «scu­ 3. sub hasta venierunt l’espressione sub hasta venire significa «essere messo in vendita».

re».

Lessico «securì percussit» Securis -is (accusativo in -im e ablativo in -i), f., significa «scure», che rim anda ad u na radice *SEK di seco, -as, secui, sectum, secare «tagliare» e presenta diversi composti con preposizione (circum-secare, de-secare, fier-secare, pro-secare, resecare). Da seco, -asderivano sectilis-e «che si può tagliare» e sedia -onis «sezione», sub-siavus / sub-seavus -a -um «ta­ gliato di sotto», «rim anente». In italiano: secante, segare, setttle (che si può tagliare), settore, sezione...

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Sezione prima

Sezione prima

Morfologia

La fondazione di Roma secondo la leggenda

Agguato contro Porsenna

Fonte Livio Argomento elenco dà re che governarono su Alba Longa fino ad Amulio (Ascanio, Silvio,

Fonte De viris illustribus Argomento Muzio Scevola si offre di uccìdere Porsenna ed entra furtivamente nell’accam­

Enea Silvio, Silvio Latino, Alba, Ati, Capi, Capete, Tiberino, Agnppa, Romolo Silvio, Aventino, Proca, Numitore, Amulio). La leggenda si mescola alla storia Genere storiografia Percorsi 3 —r Le origini leggendarie di Roma; 14 —» La storiografia

pamento nemico. Ucciso per errore un nobile, «punisce» la mano destra ponendola sul fuoco Genere biografia Percorsi 9 - * L ’espansione della repubblica; 10—>La biografia; 12 —» Il valore militare Cum Porsenna rex urbem obsideret, Mucius Cordus, vir Rom anae constantiae, senatum adiit et veniam transfugiendi petiit, necem regis reprom ittens. Accepta potestate, in castra Porsennae venit ibique purpuratum prò rege1 deceptus occidit. A pprehensus et ad regem pertractus dextram aris imposuit, hoc supplicii a rea2 exigens, quod in caede peccasset3. U nde cum m isericordia regis abstraheretur, quasi beneficium referens ait trecentos adversus eum similes coniurasse. Q ua re ille territus bellum acceptis obsidibus deposuit. Mucio prata trans Tiberim data, ab eo Mucia appellata. Statua quoque ei honoris grada consdtuta est. 1. prò rege. «al posto del re».

2. a rea·, sottintendi manu.

Morfologia

3. peccasset peccavisset.

Silvius deinde regnat Ascani filius, casu quodam in silvis natus; is Aeneam Silvium creat; is deinde Latinum Silvium. Ab eo coloniae aliquot deductae, Prisci Latini appellati. Mansit Silviis postea om nibus cognomen, qui Albae regnarunt. Latino Alba ortus, Alba Atys, Atye Capys, Capye Capetus, Capete Tiberinus, qui in traiectu Albulae amnis submersus celebre ad posteros nom en flumini dedit. A gnppa inde Tiberini fìlius, post Agrippam Romulus Silvius a patre accepto im perio regnat. Aventino fulmine ipse ictus regnum per m anus tradidit. Is sepultus in eo colle qui nunc pars Romanae urbis est, cogno­ m en colli fecit1. Proca deinde regnat. Is Num itorem atque Amulium procreai; Num i tori, qui stirpis maximus erat, regnum vetustum Silviae gentis legat. Plus tam en vis potuit quam voluntas patris aut verecundia aetatis: pulso fratre Amulius regnat. 1.fecit «diede».

Lessico «regnum per manus tradidit»

Una falsa accusa

Trado, -is, tradtdi, traditum, tradire «consegnare», «trasmettere» è uno dei num ero­ si composti del verbo do, das, dedi, datum, dare, ab-dere «nascondere», ad-dere «aggiun­ gere», circum-dare «collocare intorno», con-dere «m ettere insieme», «fondare», e-dere «dare fuori», ob-dere «porre contro», per-dere «m andare in rovina», pro-dere «dare fuo­ ri», red-dere «restituire», sub-dere «mettere sotto». Dalla stessa radice *DO derivano do­ nare, donum -i, dos dotis «dote». In italiano: dare (e composti), dono, dote, dedizione, edizione, proditorio, traditore...

Fonte Igino Argomento è la drammatica storia di Ippolito, accusato ingiustamente di aver sedotto la

matrigna Fedra e costretto per questo motivo ad andare in esilio. In seguito, il dio del mare Posàdonefece improvvisamente apparire dalle acque un torofurioso che, spaventati i caval­ li del carro guidato da Ippolito, fece morire il giovane Genere mitografia Percorsi 1 —» Il mito Phaedra, Minois filia, Thesei uxor, Hippolytum privignum suum adamavit; quem cum non potuisset ad suam perducere voluntatem , tabellas scriptas ad suum virum misit, se ab Hippolyto com pressam esse1, seque ipsa suspendio necavit. Et Theseus re audita filium suum m oenibus excedere iussit et optavit a N eptuno patre fdio suo exidum . Itaque cum Hippolytus equis iunctis veheretur, repente a m ari taurus apparuit, cuius m ugitu equi expavefacti Hippolytum distraxerunt vitaque privarunt.

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La storia di Annibaie Fonte De viris illustribus Argomento ritratto delfamoso generale cartaginese, dai folgoranti successi nella campagna

d’Italia alla morte, avvenuta nel 183 a.C.

1. compressam esse, «di essere stata violentata».

Genere biografia Percorsi 10—» La biografia; I l —r L ’esercito, la guerra, l’imperialismo romano

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H annibal, Hamilcaris fìlius, novem annos natus, a patre aris adm otus odium in Romanos p eren n e iuravit. E xinde1 socius e t miles in castris patri fu.it. M ortuo eo, cau1. Exinde. «In seguito».

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Sezione prima

Morfologia

Sezione prima

sam belli quaerens Saguntum Rom anis foederatam intra sex m enses evertit. Tum Alpibus patefactis in Italiani traiecit. P. Scipionem apud Ticinum , Sem pronium Longum apud Trebiam , Flam inium apud Trasim enum , Paullum e t V arronem apud Cannas superavit. C um que urbem capere posset2, in Cam paniam devertit, cuius deliciis elanguit. Et cum ad tertium ab u rb e lapidem castra posuisset, tem pestatibus repulsus, prim um a Fabio Maximo frustratus3, deinde a Valerio Fiacco repulsus, a G raccho et M arcello fugatus, in Africani revocatus, a Scipione superatus, ad A ntiochum regem Syriae confugit eum que hostem Rom anis fecit; quo vieto, ad Prusiam regem Bithyniae concessit4; un d e R om ana legatione repetitus, hausto, quod sub gem m a anuli habebat, veneno absum ptus est, positus apud Libyssam in arca lapidea, in qua hodieque inscrip­ tum est: H annibal hic situs est. 2. Cumque... posset. «Pur potendo...».

3. frustratus·. «ingannato».

4. concessit. «si ritirò».

Morfologia

Verbi deponenti e semideponenti ■ Gerundio e gerundivo ■ Sintassi: perifrastiche attiva e passiva

Verbi deponenti e semideponenti Si definiscono deponenti quei verbi che, p u r avendo form a passiva, h an n o valore at­ tivo o m edio e indicano interesse o partecipazione del soggetto all’azione; possono essere sia transitivi che intransitivi. Com e quelli di form a attiva, anche i verbi depo­ nenti si raggruppano in quattro coniugazioni (-ari, -eri, -i, -iri). Osservazioni: — i verbi deponenti han n o alcune form e m odellate sulla diàtesi attiva: l’infinito fu­ turo (hortaturum... esse); i participi presente e futuro (hortans, hortaturus); il ge­ ru ndio (hortandi, hortando...); il supino (hortatum); — in due casi il verbo d eponente h a significato passivo, cioè nel gerundivo (hortandus -a-uni) e nel supino di tipo passivo (hortatu); — alcuni participi p erfetti di verbi d e p o n e n ti h a n n o , accanto al significato attivo, anche quello passivo. Essi sono: adeptus che ha ottenuto / che è stato ottenuto·, com itatus che ha accompagnato / che è stato accompagnato-, confessile che ha confessa­ to / che è stato confessato·, expertus che ha sperimentato / che è stato sperimentato-, m e­ ditatile che ha meditato / che è stato meditato', partitus che ha diviso / che è stato divi­ so; populatus che ha saccheggiato / che è stato saccheggiato; sortitile che ha estratto a sorte / che è stato estratto a sorte·, ultus che ha vendicato / che è stato vendicato; — alcuni participi perfetti di deponenti e sem ideponenti h an n o valore di participio presente ed esprim ono contem poraneità rispetto al verbo reggente: arbitratus cre­ dendo, ausus osando, confisus confidando, diffisus diffidando, fisus confidando, gavisus godendo, imitatus imitando, ratus pensando, secutus seguendo, solitus che è solito, iisus usando, veritus temendo; — i verbi gradior camminare, m orior morire, patior patire cam biano la -z breve del tem a verbale in -e davanti a r.I I verbi audeo, -es, ausus sum, audére osare, gaudeo, -es, gavisus sum, gaudére esserefe­ lice, soleo, -es, solitus sum, solére essere solito, fido, -is, fisus sum, fidére averefiducia e i suoi composti confido confidare e d iffid o diffidare si dicono sem ideponenti perché han n o form a attiva nel presente e nei tem pi derivati dal presente, e form a passiva (con significato attivo) nel perfetto e tem pi derivati dal perfetto. Revertor ritornare e devertor han n o la form a attiva nel perfetto e nei tem pi derivati dal perfetto. Form a sem ideponente ha anche l’irregolare fio, fis, factus sum, fièri esserefatto, divenire, ac­ cadere.

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Sezione prima ESERCIZIO

Tradurre i seguenti sintagmi

tueri d ebent · populabatur agros · gloriam consecutus est · plerique a r b itr a n te · priusquam adgrediaris · rem publicam tueri · is potentiam consectabitur · ex quo nascuntur innum erabilia m ala · in maximis versantur erroribus · u t conarentur m agna · ad luctandum · naturam sequam ur · u t cogitatione utam ur · im itare militem gloriosum · quoniam om nia persequim ur · u t om nia contem pletur · com plectitur eum · tuendae rei publicae causa · hoc boni assecuti videm ur · sequitur u t disseramus · nos loquim ur · reliqua deinceps persequem ur · est pollicitus auxilium · vehem entem accusatorem nacti sumus · usus est pru d en tia · si om nia com plexi essent · regressus in urbem · m ihi insidiatus es · sum m a ope niti decet · si celeritate usi essemus.

ESERCIZIO

Morfologia

10. Miltiades, brevi tem pore barbarorum copiis disiectis, tota regione, quam petierat, potitus, loca castellis idonea com m uniit, m ultitudinem , quam secum duxerat, in agris collocavit crebrisque excursionibus lo cu pletavi {Nep.). 11. Dinocrates architectus, cogitationibus e t sollertia fretus, cum Alexander reru m potiretur, profectus est e M acedonia ad exercitum regis cupidus com m endationis {Vitr.). 12. N em inem me fortiorem esse censebam: m eas enim noveram vires, nondum expertus tuas; fortiorem te belli docuit eventus {Curi.). 13. Tu in forum prodire, tu lucem conspicere, tu in horum conspectum venire conaris? audes verba facere? audes quicquam ab istis petere? audes supplicium deprecari? {Rhet. Her.). 14. Massilienses et celeritate navium et scientia gubernatorum confisi nostros eludebant {Caes.).

Deponenti e semideponenti

1. 2. 3. 4.

Sic opinor; a principio ordiam ur (Cic.). Ad venationem profecti sumus {Fronte). Nihil aliud est discere nisi recordari {Cic.). Ego solito m ore equum inscendi et in viam profectus sum et paululum provectus sum {Fronto). 5. Concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur {Sen.). 6. Nemo, qui fortitudinis gloriam consecutus est insidiis et malitia, laudem est adeptus {Cic.). 7. Possumus magnimi sumere anim um et viro bono dignum, quo fortiter fortuita patiam ur et naturae consentiamus {Sen.). 8. Valerius consul cum exercitu in Aequos profectus, castra oppugnare est adortus {Liu). 9. Caesar, his confectis rebus, in citeriorem Galliam revertitur atque inde ad exercitum proficiscitur {Caes.). 10. Equites nostriflum en transgressi cum hostium equitatu proelium com m iserunt {Caes.). 11. Caesar noctu progressus milia passuum circiter XII hostium copias conspicatus est {Caes.). 12. Caesar, Avarici complures dies commoratus summamque ibi copiam frum enti et reliqui commeatus nactus, exercitum ex labore et inopia reficit {Caes.). 13. Animus, u t Euripides dicere audet, deus est {Cic.). 14. Helvetii in Aeduorum finespervenerant eorum que agrospopulabantur {Caes.).

ESERCIZIO

Sezione prima

Morfologia

Deponenti e semideponenti

1. Sequim ini m e etvestro im peratori operam date {Caes.). 2. Te unum intueor, ad te unum om nis spectat oratio {Cic.). 3. Mihi licet et sem per licebit dignitatem tueri, m ortem contem nere ( Cic.). 4. Nem o p arum diu vixit, qui virtutis perfectae perfecto functus est m unere {Cic.). 5. Tu, dum prim i floret tibi tem poris aetas, utere: non tardo labitur illa pede {Tib.). 6. Alios videm us velocitate ad cursum , alios viribus ad luctandum valere {Cic.). 7. Consules cum ducentis sexaginta navibus ad Africani profecti sunt. Aliquot civitates ceperunt. Praedam ingentem reducentes naufragium passi sunt {Eutr.). 8. Dictator cum tumultus Gallici causa iustitium edixisset, om nes iuniores sacramento adegit ingentique exercitu ab urbe profectus in citeriore ripa Anienis castra posuit {Liu). 9. Pyrrhus Rom am perrexit, om nia ferro ignique vastavit, Cam paniam populatus est {Eutr.).

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;Arti, scienza, erudizione

2. interiit indicativo perfetto di intereo «morire». 9

Lessico «petebant in coniugium... ad currum iunxisset et Alcestim in coniugio avexisset... aprum et leonem ei iunctos tradidit»

lungo, -is, iunxi, iunctum, iungére «congiungere», «aggiogare», «riunire», «stringere» (un vincolo) deriva da u n a radice *IUG. I composti del verbo iungo sono num erosi: ad-iungere «unire», «aggiungere», con-iungere «unire», «congiungere», «legare», disiungere e se-iungere «dividere», in-iungere «imporre», sub-iungere «legare sotto». Tra i nomi: ad-iunctio-onis «aggiunta», dis-iunctio -onis «separazione», coniunx (o coniux) coniugis «consorte», iugerum -i «iugero» (u n ’estensione di terreno che poteva essere ara­ ta in un giorno da un paio di buoi), iugis -e «aggiogato», iugulum -i «collo», iugum -i «giogo», iumentum -i «giumento», iundura -ae «unione», «giuntura». In italiano: ag­ giungere, congiungere, disgiungere, ingiungere, soggiungere, congiunzione, di­ sgiuntivo, coniuge, iugulare, gium ento, giogo, giuntura...

Un gesto di valore Fonte da Cesare Argomento nel 54 a.C., durante la sollevazione di un gruppo di Galli belga guidati da

Ambiorige, una legione viene accerchiata e gravemente sconfitta. Perde la vita anche Ludo Cotta; i pochi superstiti si rifugiano presso Tito Labieno Genere Commentarli Percorsi 12 Il valore militare; 13 I Romani e gli altri; 14 —» La storiogafia Lucius Cotta pugnans interficitur cum m axima parte m ilitum. Reliqui se in cas-

Physicam ap u d Graecos prim us perscrutatus est Thales Milesius, unus ex septem sapientibus. Hic enim caeli causas atque vim reru m naturalium suspexit, quam postm odum Plato in q u attu o r defm itiones distribuit, id est arithm eticam , geometriam , m usicam , astronom iam . Ethicam Socrates prim us instituit, dividens eam in qu attu o r virtutibus anim ae, id est p ru d en tiam , iustitiam , fortitudinem , tem perantiam . Logicam Plato subiunxit, dividens eam in dialecticam e t rhetoricam . Aliqui doctorum philosophiam in nom ine e t partibus suis ita definierunt: philosophia est divinarum h u m an aru m q u e reru m scientia. Aliter: philosophia est ars artium e t disciplina disciplinarum . Rursus: philosophia est m editatio m ortis.

Lessico «philosophia est divinarum humanarumque rerum scientia»

Scientia -ae «scienza», «conoscenza», «perizia» rim anda al verbo scio, scis, scivi, sdtum, scire «sapere», «capire», «divenire consapevole»; a sdre si collegano l’incoativo sdscere «cercare di sapere» e l’intensivo sdsdtari «informarsi». Termini collegati: scius -a -um «cosciente», «che sa», sdtus -a -um «accorto», sdenter «consapevolmente», in-sdtia -ae «inesperienza», «ignoranza», inscius -a -um «ignaro», «sconosciuto», con-sdentia-ae «co­ scienza». In italiano: scienza, scienziato, scientifico, coscienza, inconscio, scientismo...; tra le parole composte: auto-coscienza, fanta-scienza, onni-scienza, plebi-scito...

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Sezione prima

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Sezione prima

Morfologia

Morfologia

Lessico

Gange

«amicum qui intuetur, tanquam exemplar aliquod intuetur sui»

Fonte Curzio Rufo Argomento note geografiche sull’India e sui fiumi Indo e Gange Genere storiografia Percorsi 14-* La storiografia; 15 -* Antropogeografia

Intueor, -eris, intuitus sum, intueri significa «guardare p er custodire». A lucri rim an­ dano term ini, come tutela -ae, tutor, -aris «tutelare», tutor -oris «tutore», tutus -a -um «si­ curo», «che sta al sicuro». O ltre a intueor, u n composto abbastanza frequente è con­ d o r «guardo con attenzione». In italiano: intuire, intuizione, tutela, tutore e tutor...

India tota ferm e spectat1 orientem , m inus in latitudinem quam recta regione spatiosa. Q uae2 austrum accipiunt, in altius terrae fastigium3 excedunt; plana sunt cetera, m ultisque inclitis am nibus Caucaso m onte ortis placidum per campos iter praebent. Indus gelidior est quam ceteri; aquas vehit a colore maris haud m ultum abhorrentes. Ganges om nium ab oriente fluvius eximius a m eridiana regione decurrit, e t m agnorum m ontium iuga recto alveo stringit; inde eum obiectae rupes inclinant ad orientem . U terque Rubro m ari accipitur. Indus ripas m ultasque arbores cum m agna soli parte exorbet, saxis quoque im peditus; ubi mollius solum reperit, stagnai insulasque molitur. Acesines eum auget; Ganges decursurum in m are intercipit, m agnoque m otu amnis uterque colliditur, quippe Ganges asperum os influenti obicit, nec repercussae aquae cedunt. 1. spectat il verbo spedare, riferito a luoghi, significa «guardare verso», «essere rivolto». «Le terre che...». 3. in... fastigium: «in un’altitudine particolarmente elevata».

2. Quae.

La (orza dell’amicizia

Assedio di Alesia Fonte Cesare Argomento anno 52 a.C.: Vercingetorige si rifugia ad Alesia e Cesare, posta sotto assedio

la fortezza, dà inizio alla fase conclusiva della campagna in Gallia Genere Commentarli Percorsi 11 -* L ’esercito, la guerra, l’imperialismo romano; 13 —* I Romani e gli altri;

14-* La storiografia Fugato om ni equitatu1 Vercingetorix copias, u t prò castris collocaverat2, reduxit, protinusque Alesiam, quod est oppidum M andubiorum, iter facere coepit celeriterque im pedim enta ex castris educi et se subsequi iussit. Caesar, impedim entis in proxim um collem deductis, duabus legionibus praesidio relictis, secutus quantum diei tempus est passum, circiter tribus milibus hostium ex novissimo agmine interfectis, altero die ad Alesiam castra fecit. Perspecto urbis situ perterritisque hostibus, quod equitatu, qua maxime parte exercitus confidebant, erant pulsi, adhortatus ad laborem milites circumvallare instituit. 1. Fugato... equitatu: si tratta della cavalleria di Vercingetorige. aveva disposte davanti agli accampamenti».

2. ut... collocaverat «cosi come le

Fonte Cicerone Argomento grazie alla forza dell’amicizia, anche gli estinti vivono nella memoria dei su­

perstiti. Senza l’amicizia, imperversano l’odio e le discordie, causa di distruzioni immani Genere prosa filosofica Percorsi 28 -* Il pensiero filosofico; 2 9-* Il sistema etico Verum am icum qui intuetur, tam quam exem plar aliquod in tu etu r sui. Quocirca e t absentes adsunt e t egentes ab undant et imbecilli valent et, quod difficilius dictu est, m ortui vivunt; tantus eos honos, m em oria, desiderium prosequitur am icorum . Ex quo illorum beata m ors videtur, horum vita laudabilis. Q uod si exem eris1 ex rerum natu ra benevolentiae coniunctionem , nec dom us ulla nec urbs stare poterit, ne agri quidem cultus perm anebit. Id si m inus intellegitur, quanta vis amicitiae concordiaeque sit, ex dissensionibus atque discordiis percipi potest. Q uae enim dom us tam stabilis, qua tam firm a civitas est, quae n o n odiis e t discidiis funditus2 possit everti? Ex quo, quantum bo­ ni sit in amicitia, iudicari potest. 1. si exemeris: «se cancellerai».

2. funditus: avverbio, «dalle fondamenta».

Gli assediati di Alesia resistono Fonte Cesare Argomento anno 52 a.C.: è in corso l ’assedio di Alesia; i soldati romani sono momenta­

neamente in difficoltà, dato che devono sostenere l’attacco da parte degli assediati e dei loro soccorritori dall’esterno Genere Commentarli Percorsi 11 —> L ’esercito, la guerra, l’imperialismo romano; 13 -* I Romani e gli altri; 14 -* La storiografia Vercingetorix ex arce Alesiae suos conspicatus ex oppido egreditur; crates longurios musculos falces1 reliquaque quae eruptionis causa paraverat profert2. Pugnatur uno tem pore om nibus locis atque om nia tem ptantur; quae m inim e visa pars firm a est, huc concurritur. R om anorum m anus tantis m unitionibus distinetur3 nec facile pluribus locis occurrit. M ultum ad terrendos nostros valet clam or qui post tergum pugnantibus existit, quod suum periculum in aliena vident virtute constare; om nia enim plerum que quae absunt, vehem entius hom inum m entes perturbant. 1. crates... falces·. «fascine, pertiche, tettoie, scale». 2. profert. «fa portare». 3. distinetur. «è tenuto im­ pegnato» (soggetto manus) ; il verbo distinetur Donne celebri Psyche nullum decoris sui fructum percipit. Spectatur ab om nibus, laudatur ab om nibus, nec quisquam , non rex, non regius, nec de plebe saltem cupiens eius nuptia-

«Mirantur... divinam speciem » Miror, -aris, miratus sum, mirari significa «guardare con meraviglia». In composizio­ ne con preposizioni si hanno: ad-mirari e e-mirari. Tra i coradicali nom inali, i piu uti­ lizzati sono: gli aggettivi mirabilis -e e mirus -a -um «che desta meraviglia», «soprendente»; miraculum -i «meraviglia», «prodigio»; gli avverbi miree mirifice «in m odo m e­ raviglioso». In italiano: meraviglia, meravigliarsi, m irabile, ammirevole, miracolo...

Gerundio e gerundivo Il gerundio è un sostantivo verbale che rappresenta la declinazione delPinfinito pre­ sente attivo: (laudare)

(m onere)

(legére)

(audire)

laudandi laudando laudandum laudando

m onendi m onendo monendum m onendo

legendi legendo legendum legendo

audiendi audiendo audiendum audiendo

Osservazioni: — L’accusativo preceduto da ad ha valore finale. - Il gerundivo (laudandus -a -um) è u n aggettivo verbale che, concordato con il ter­ m ine cui si riferisce, svolge le stesse funzioni del gerundio. Es.: Superstitione tollenda: Con il distruggere la superstizione (equivale a superstitionem tallendo). Rispetto al gerundio, la costruzione con il gerundivo è preferita e, in certi casi, ob­ bligatoria. L’accusativo del gerundivo preceduto da ad h a valore finale.

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Morfologia

Perifrastiche attiva e passiva Il gerundivo unito al verbo sum corrisponde in italiano all’idea di dovere (perifra­ stica passiva). Sono ammesse due costruzioni, personale e impersonale. Es.: Diligentia est nobis adhibenda: Noi dobbiamo essere diligenti. Proficiscendum est: Si deve partire. La perifrasi form ata dal participio futuro e dal verbo sum corrisponde in italiano al­ l’idea di im m inenza (perifrastica attiva). Es.: Scripturus sum: Sono sul punto di scrivere.

ESERCIZIO

Gerundio e gerundivo; perifrastiche

1. Nos ad audiendum parati sumus (Cic.). 2. Consensio om nium gentium lex naturae putanda est (Cic.). 3. Lycurgi leges laboribus e ru d iu n t iuventutem , venando currendo, esuriendo sitiendo, algendo aestuando (Cic.). 4. Ad philosophiam confugiendum est (Sen.). 5. Vigilandum est sem per; m ultae insidiae sunt bonis (Cic.). 6. Studendum est sem per et ubique (Quint.). 7. O randum est u t sit m ens sana in corpore sano (Iuv.). 8. Fortes et m agnanim i sunt habendi n o n qui faciunt, sed qui propulsant iniuriam (Cic.). 9. N on om nis erro r stultitia dicenda est (Cic.). 10. Im probis poena statuenda est (Cic.). 11. Fugienda sem per iniuria est (Cic.). 12. Suscipienda bella sunt ob eam causam, u t sine iniuria in pace vivatur (Cic.). ESERCÌZIO

Gerundio e gerundivo; perifrastiche

1. Lex est ratio summa, insita in natura, quae iubet ea quae facienda sunt, prohibetque contraria (Cic.). 2. N on sunt om nia com m ittenda fortunae (Rhet. Her.). 3. Volsci, veteres hostes, ad exstinguendum nom en Rom anum arm a ceperant (Liv.). 4. C oncedendum est in virtute positam esse vitam beatam (Cic.). 5. Si gemitus in dolore ad confirm andum anim um valebit, utem ur (Cic.). 6. O m nibus modis fulciendi sunt, qui ru u n t nec cohaerere possunt p ropter m agnitudinem aegritudinis (Cic.). 7. O m nia ista evellenda et extrahenda penitus, n o n circum cidenda nec am putanda sunt ( Cic.). 8. Novo quidam am ore veterem am orem tam quam davo clavum eiciendum p u tan t (Cic.). 9. Sine m e tu is habendus est, n o n qui parva m etuit, sed qui om nino m e tu vacat (Cic.). 10. Fuit illa simplicitas antiquorum in cibo capiendo hum anitatis simul et continentiae certissima index (Val. Max.). 11. Animus adversus ea quae possunt evenire firm andus (Sen.). 12. Duces consilia petendae pacis agitabant (Val. Max.).

Sezione prima

Morfologia

Il tradimento di Tarpca Fonte De viris illustribus Argomento i Sabini, grazie al tradimento di Tarpea, figlia del custode del Campidoglio, rie­ scono a spingersi sotto le mura del Palatino. Il comandante dei Sabini Tito Tazio mantiene la promessa di donare a Tarpea «dò che loro portavano al bracdo sinistro» Genere biografia Percorsi 9 —ì L ’espansione della repubblica; 23 —>Donne celebri Sabini ob raptas1 bellum adversos Rom anos sum pserunt. Et cum Rom ae appropinquarent, Tarpeiam virginem nacti, quae aquae causa sacrorum hauriendae descenderat, ei T. Tadus optionem m uneris dedit, si exercitum suum in arcem perduxisset. Illa petiit, quod illi in sinistris m anibus gerebant, videlicet anulos et armillas; quibus do­ lose repromissis, Sabinos in arcem perduxit, ubi Tatius scutis eam obrui praecepit; nam e t ea in laevis habuerant. 1. ob raptas. «a causa delle donne rapite», con riferimento all’episodio delle Sabine rapite duran­ te il regno di Romolo.

Il tradimento di Coriolano Fonte Eutropio Argomento Mordo Coriolano deve il suo soprannome alla conquista di Corioli, dttà dà Volsd (493 a.C.). In seguito, sentendosi escluso dalla politica, mardò contro Roma alla te­ sta dà Volsd e solo l’intervento della madre e della moglie riuscì a fermarlo Genere epitome storica Percorsi 9 —* L ’espansione della repubblica; 14 —» La storiografia Volsci contra Rom anos bellum reparaverunt e t vieti acie etiam Coriolos civitatem , quam habebant optim am , perdiderunt. Octavo decim o anno postquam reges eiecti erant, expulsus ex urbe Q. Marcius, dux Rom anus, qui Coriolos ceperat, Volscorum civitatem, ad ipsos Volscos contendit iratus et auxilia contra Rom anos accepit. Rom anos saepe vicit, usque ad quintum m iliarium urbis accessit, oppugnaturus etiam patriam suam, legatis qui pacem petebant repudiatis1, nisi ad eum m ater Veturia e t uxor Volumnia ex urbe venissent, quarum fletu et precatione superatus rem ovit exercitum . Atque hic secundus post Tarquinium fuit, qui dux contra patriam suam esset. 1. legatis... repudiatis. ablativo assoluto, «dopo aver respinto...».

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Sezione prima

Sezione prima

Morfologia

Lessico

Pirro rinuncia a battersi con i Romani

«expulsus ex urbe» Ex-pello, -is, ex-pepuli, ex-pulsum, ex-pellère è uno dei composti di petto, -is, pepuli, pulsum, pettere, i cui significati vanno dal «colpire» vero e proprio a «commuovere» e «allontanare». Va notato che d a appetto, -is «accostare», «andare verso», deriva la for­ m a intensiva appetto, -as, appettavi, appettatum, -are «rivolgere la parola»; la stessa di­ stinzione si verifica p er competto, -is «spingere» e competto, -as «chiamare». Altri com­ posti con preposizione sono im-pettere (da cui il sostantivo impulsus -us), re-pettere. Pulso, -as «spingere» è la form a intensiva di petto -is. In italiano: appellare, com pulsare, espel­ lere, interpellare, repellente, impulso, pulsione...

Profilo di Settimio Severo Fonte da Epitome de Caesaribus Argomento Settimio Severo, imperatore dal 193 al 211, nativo di Leptìs Magna (Tripolitania), fu molto energico; oltre che per le sue qualità, si distinse per l ’impegno netta politica interna ed estera. Fece anche ricostruire il Vallo di Adriano in Britannia. Lasciò l’im­ pero ai figli Bassiano Marco Aurelio Antonino (detto Caracolla) e Geta Genere biografia Percorsi 10—¥ La biografia; 1 4 —¥ La storiografia; 30 —¥ Figure della storia imperiale Septimius Severus im peravit annos decem et octo. Hic Pescennium interem it, hom inem om nium turpitudinum 1. Sub eo edam Albinus, qui in Gallia se Caesarem fecerat, apud L ugdunum occiditur. Hic Severus filios suos successores reliquit, Bassianum et Getam. Hic2 in Britannia valium p er triginta duo passuum milia a m ari ad m are deduxit. Fuit bellicosissimus om nium , qui ante eum fuerunt. Acer ingenio, ad om nia per­ severane. Benivolentia mirabili ac perpetua. Ad quaerendum diligens, ad largiendum liberalis. In amicos inim icosque pariter vehemens. Latinis litteris sufficienter instructus, Graecis serm onibus eruditus, Punica eloquentia prom ptior, quippe genitus3 apud Leptim provinciae Africae. 1. hominem omnium turpitudinum: «un uomo assolutamente disonesto». Severo. 3. quippe genitus: «dal momento che era nato».

Morfologia

2. Hic. riferito a Settimio

Lessico «Acer ingenio» L’aggettivo a tre uscite acer, acris, acre significa «acuto», «acuminato»; detto dell’in­ gegno, «fervido», com e nel passo riportato. Acer rim anda alla radice *AC, che indica l’«acutezza», la stessa di acerbus -a -um «acerbo», «aspro», prem aturo», «duro»; acies -éi, fi, «punta», «vivacità», «schieramento» (dell’esercito); acuere «acuire»; acutus -a -um «acuto»; acumen -minis n., «punta»; acus -us, fi, «ago». Il poeta Orazio intende per Italum acetum, lo «spirito italico», la prontezza di spirito e di parola. In italiano: aca­ cia, acerbo, aceto, acre, acuto, acum e, aquila...

Fonte Eutropio Argomento Pirro, re dell’Epiro, soccorse i Tarentini in guerra con i Romani e ottenne di­ versi successi (280 a.C.). Impressionato dalla fermezza e dalla lealtà dei Romani, e in parti­ colare del console Fabrizio, derise di intavolare trattative di pace Genere epitome storica Percorsi 9 —¥ L ’espansione della repubblica; 12—¥ R valore militare; 14—¥ La storiografia Pyrrhus, coniunctis sibi Samnitibus, Lucanis, Britiis, Rom am perrexit1, om nia ferro ignique vastavit, Cam paniam populatus est atque ad Praeneste venit, m iliario ab urbe octavo decim o. Mox terrore exercitus, qui eum cum consule sequebatur, in Cam paniam se recepit. Legati ad Pyrrhum de redim endis captivis2 missi, ab eo honorifice suscepti sunt. Captivos sine pretio Rom am misit. U num ex legatis Rom anorum , Fabricium sic adm iratus (est), cum eum pauperem esse cognovisset, ut, quarta parte re­ gni promissa, sollicitare voluerit, u t ad se transiret, contem ptusque est a Fabricio. Q uare, cum Pyrrhus R om anorum ingenti adm iratione teneretur, legatum misit, qui pacem aequis condicionibus peteret, praecipuum virum , Cinearn nom ine, ita u t Pyrrhus partem Italiae, quam in armis occupaverat, obtineret. 1. perrexit «si diresse verso»; il verbo è formato da pere rego, -is. 2. de redimendis captivis. «sul ri­ scatto dei prigionieri» (re-dimo, -is < re-emo «ricomprare», «riscattare»).

Una battuta di Annibale Fonte Aulo Gellio Argomento Antioco il Grande, re di Siria dal 224 a.C., fece passare in rassegna l’esercito alla presenza di Annibaie e rivolse al comandante cartaginese una domanda, atta quale fu data una risposta ironica Genere prosa erudita Percorsi 8 -¥ La narrativa; 11 -¥ L ’esercito, la guerra, l’imperialismo romano; 1 3 -¥ I Romani e gli altri In libris veterum m em oriarum scriptum est H annibalem Carthaginiensem apud regem Antiochum cavillatum esse1. Ea cavillatio huiuscem odi fuit. O stendebat ei Antiochus in campo copias ingentes, quas bellum populo Rom ano facturus comparaverat, convertebatque exercitum insignibus argenteis et aureis florentem , inducebat etiam currus cum falcibus et elephantos cum turribus equitatum que frenis, ephippiis, monilibus, phaleris praefulgentem . Atque ibi rex contem platione tanti ac tam ornati exercitus gloriabundus Hannibalem aspicit e t «Putasne2» inquit « conferri posse3 ac satis esse Romanis haec omnia?». Tum Poenus eludens ignaviam imbelliamque militum eius pretiose armatorum: «Satis, piane satis esse credo Romanis haec omnia, etiamsi avarissimi sunt». 1. cavillatum esse, «scherzò». 2. Putasne «Credi»; ne è la particella enclitica che si trova nelle in­ 3. conferri posse «che possano essere impiegate».

terrogative.

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Morfologia

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Lessico «eludens ignaviam imbelliamque militum» E-ludo, -is, elusi, elusum, eludére può avere valore intransitivo e transitivo: nel prim o caso, significa «giocare», «scherzare»; nel secondo, «schivare», «m andare a vuoto», «eludere», «ingannare, «beffare». E form ato dalla preposizione e- e da ludo, -is, come altri composti dello stesso verbo: al-ludere «scherzare», col-ludere «giocare insieme», de­ ludere «prendere in giro», il-ludere «prendersi gioco», prae-ludere e pro-ludere «fare le prove». Il nom e di riferim ento è ludus -i, m., la cui sfera di significati va da «gioco» a «scherzo», «scuola»; l’accezione negativa appare in term ini come ludibrium -ii «scher­ no», «beffa», «insulto» e ludifico, -as (o ludificor, -aris) «prendersi gioco», m entre ne­ gli altri casi prevale quella positiva: ludicrum -i «divertimento», «spettacolo», lusus -us, m., «passatempo», «scherzo». La connessione gioco-scuola è visibile in ludimagister «maestro di scuola», m entre la nostra «prolusione» (prim a lezione accadem ica per l’inaugurazione di u n nuovo corso) è m olto più seriosa; a m età strada il «preludio» che serve ad intro d u rre u n a composizione musicale strum entale o vocale. In italia­ n o : alludere, collusione, deludere, illudere, ludico, preludio, prolusione, ludibrio (derisione, scherno)...

Verbi anomali e difettivi ■ Preposizioni ■ Sintassi: periodo ipotetico indipendente

Verbi anomali e difettivi Si definiscono «anomali» quei verbi che presentano - prevalentem ente nel presen­ te e derivati - anom alie di flessione. O ltre a sum, che h a due basi di form azione, cioè es- (presente e derivati) e fu- (perfetto e derivati), vanno ricordati: fero, fers, tuli, latum, ferre portare, sopportare volo, vis, volui, velie volere nolo, non vis, nolui, nolle non volere m alo, mavis, m alui, m alie preferire eo, is, ii (ivi), itum, ire andare fio, fis, factus sum , fièri esserefatto, divenire, accadere edo, edis, edi, esum , edére mangiare Osservazioni: - tra i verbi anom ali alcuni sono m olto ricchi di form e composte: si tratta di sum, fero ed eo; - fio in funzione di passivo di facio significa esserefatto; - il verbo edo presenta form e om ografe a quelle del verbo sum. I verbi privi di alcune form e nella coniugazione si definiscono difettivi. Si tratta di aio dico, affermo·, inquam dico, risponder, for parlo·, m em ini ricordo, mi ricorda, odi odia, coepi ho incominciato-, le form e isolate cedo dammi, dimmi-, quaeso, equivalente a per favore, salve, ave (li) saluto. Osservazioni: - m em ini, odi e novi sono perfetti logici (indicano le conseguenze presenti di u n ’a­ zione che si è svolta nel passato) e si traducono con il presente.

Verbi anomali e difettivi 1. Pacem adfero ad vos magis necessariam quam aequam ( Caes.). 2. Nos, si pes condoluit, si dens, ferre n o n possumus ( Cic.). 3. Persarum rex Darius ex Asia in Europam exercitu traiecto, Scythis bellum inferre decrevit (Nep.). 4. Darius, cum ex Europa in Asiam redisset, hortantibus amicis, u t Graeciam redigerei in suam potestatem , classem quingentarum navium comparavit (Nep.). 5. Platonem feru n t de anim orum aeternitate n o n solum sensisse idem quod Pythagoram, sed ratio n em (una spiegazione razionale) etiam attulisse (Cic.). 6. Moleste fero decessisse Flaccum, am icum tuum , plus tam en aequo dolere te nolo (Sen.). 7. Cum rex Pyrrhus populo R om ano bellum ultro intulisset, cum que de im perio certam en esset cum rege generoso ac potenti, p er fuga ab eo venit in castra Fabricii ( Cic.).

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Morfologia

8. N untiatum Romae est Cim bros e Gallia in Italiana transisse (Eutr.). 9. Alcibiades ineunte adulescentia am atus est a multis m ore G raecorum , in eis a Socrate, de quo m entionem facit Plato in Symposio (Nep.). 10. Nihil decet invita Minerva, u t aiunt, id est adversante e t repugnante natura ( Cic.). 11. Clodius in cam pum ire non est ausus (Cic.). 12. Pom peius, u t equitatum suum pulsum vidit, aliis diffisus, acie excessit protinusque se in castra equo contulit ( Caes.). 13. Curio cum om nibus copiis quarta vigilia exierat, cohortibus quinque castris praesidio relictis (Caes.). 14. Plerique inter m ortis m etum et vitae torm enta miseri fluctuantur et vivere nolunt, m ori nesciunt (Sen.). 15. Abes, adesse vis; abes, reverti cupis; in contione de virtute loqueris, in proelio prae ignavia tubae sonitum perferre non potes (Rhet. Her.). ESERCIZIO

Verbi anomali e difettivi

1. Q uod vult habet qui velie quod satis est potest (Sen.). 2 . 1, sequere Italiani ventis, pete regna p er undas ( Verg.). 3. Insignis eorum est e rro r qui m alunt quae nesciunt docere quam discere quae ignoran t (Varr). 4. Themistocles, u t Lacedaem onem venit, adire ad m agistratus noluit (Nep.). 5. Q uod malie te intellego (Cic.). 6. Novi tem perantiam et m oderadonem naturae tuae (Cic.). 7. Divitiacus auxilii petendi causa Romam ad senatum profectus im perfecta re redierat (Caes.). 8. C. Gracchus, cum ex Sardinia rediit, orationem ad populum in contione habuit (Geli). 9. Hamilcar, postquam m are transiit in H ispaniam que venit, m agnas res secunda gessit fortuna (Nep.). 10. Romae ad prim um nuntium cladis cum ingenti terro re ac tum ultu concursus in fo­ rum populi est factus (Liu). 11. Q uae m editare quaeso dies e t noctes (Cic.). 12. I, qua ire coepisti (Sen.). 13. Chrysippus ait om ne verbum am biguum natura esse, quoniam ex eodem duo vel plura accipi possunt (Geli). 14. Pythagoras Samius ait om nium rerum initia esse bina u t finitum e t infm itum , bonum et m alum , vitam e t m ortem , diem et noctem (Varr.). 15. Ulixes dom i contum elias servorum ancillarum que pertulit; Aiax milies oppetere m ortem quam illa perpeti maluisset (Cic.).

Sezione prima

Morfologia

La parte dei leone Fonte Fedro Argomento la «morale» è all’inizio: non si può stringere u n ’alleanza con uno piu,forte, co­

me dimostrano le parole del leone alla mucca, alla capra e alla pecora Genere favolistica Percorsi 2 —> La favola

N um quam est fidelis cum potente societas. Testatur haec fabella propositum m eum . Vacca et capella et patiens ovis iniuriae so d i fuere1 cum leone in saltibus. Hic cum cepissent cervum vasti corporis, sic est locutus partibus factis leo: «Ego prim am tollo nom ine hoc2 quia rex d u o 3; secundam , quia sum consors, tribuetis mihi; tum , quia plus valeo, m e sequetur tertia; m alo adficietur si quis quartana tetigerit». Sic totam praedam sola im probitas abstulit. fuere. fuerunt.

φ

2. nomine hoc. «a questo titolo».

3. cluo: per clueo, «ho fama di».

I La volpe Fonte Fedro Argomento anche chi sta molto in alto abbia rispetto degli umili che, seposti alle strette, san­

no vendicarsi Genere favolistica Percorsi 2 —>La favola

Vulpinos catulos aquila quondam sustulit nidoque posuit pullis, escam u t carperent. H anc persecuta m ater orare incipit, ne tantum m iserae luctum im portaret sibi. C ontem psit ilici, tuta quippe ipso loco1. Vulpes ab ara rapuit ardentem facem totam que flammis arborem circum dedit. Aquila u t periculo m ortis eriperet suos, incolum es natos supplex vulpi tradidit.

11 destino di Pelia Fonte Igino Argomento a Pelia era stato vatiànato che, se fosse stato avvicinato da una persona con

una sola calzatura, presto sarebbe morto. Quando per puro caso il nipote Giasone gli si av­ vicinò con un solo piede calzato, lo incaricò di partire alla conquista del vello d oro, per stor­ nare da sé la predizione Genere mitografia Percorsi 1 —» Il mito Peliae responsum erat u t N eptuno sacrum faceret, et si quis m onocrepis1, id est 1. monocrepis:. «che ha un solo piede calzato», come è spiegato subito dopo.

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Morfologia

uno pede calciatus supervenisset, tum m ortem eius appropinquare. Is cum an n u a sacra faceret N eptuno, Iason, Aesonis filius, fratris Peliae, cupidus sacra faciendi, dum flum en E uhenum transiret, calciam entum reliquit; quod u t celeriter ad sacra veniret neglexit. Id Pelias inspiciens, m em or sortium praecepti iussit eum pellem arietis quam Phrixus Marti sacraverat inauratam Colchis ab rege Aeeta hoste petere. Qui, convocatis Graeciae ducibus, Colchos est profectus.

Morfologia

Lessico «Tiresias augur»

Augur -uris, m., significa «augure» (sacerdote che prevede il futuro dal volo degli uc­ celli). La radice è *AUK, la stessa del verbo augeo, -es, auxi, auctum, augere «crescere», «far grande», dalla quale scaturiscono parole come auctor-ons «chi fa fare», auctontas -atis «autorevolezza», augurium -ii «augurio», auxilium -ii «aiuto» e il nom e Augustus. In italiano: autore, augurio, ausilio, ausiliario, Augusto, agosto...

Lessico «memor sortium praecepti»

Sors sortis, f., significa «tavoletta p er tirare a sorte», quindi «sorte», «destino», «ora­ colo»; da sors vengono il verbo deponente sortirì «tirare a sorte» e parole com e consortium -ii «partecipazione», sortilegus -a -um «profetico», consors -sortis «partecipe di uguale sorte», sortitus -us, m., «sorteggio». In italiano: sorte, sorteggio, sortilegio, sor­ tire, sortita, assortito, consorte, consorteria, consorzio, sorta...

I Sette contro Tebe Fonte Igino Argomento la città di Tebe in Beozia, fondata da Cadmo, divenne il teatro di terribili sàagure. Polinice, con l ’aiuto di Adrasto e di altri sei personaggi, si scontrò con il fratello Eteocle ed entrambi rimasero uccisi. Meneceo si sacrificò per la salvezza della città Genere mitografia Percorsi 1 —>Il mito Polynices, O edipodis filius, anno peracto, regnum ab Eteocle fratre repetit; fi­ le cedere noluit, itaque Polynices, Adrasto rege adiuvante, cum septem ductoribus Thebas oppugnatum venit. Ibi Capaneus, quod contra Iovis voluntatem Thebas se captu ru m 1diceret, cum m urum ascenderei, fulm ine est percussus; Am phiaraus terra est devoratus; Eteocles et Polynices inter se pugnantes alius alium interfecerunt. His cum Thebis parentaretu r2, etsi ventus vehem ens esset, tam en fum us se num quam in unam partem convertit sed alius alio seducitur. Ceteri cum Thebas oppugnarent et T hebani re­ bus suis diffiderent, Tiresias augur praem onuit, si ex dracontea progenie aliquis interiisset, oppidum ea clade liberari. M enoeceus, cum vidit se unum civium salutem posse redim ere, m uro se praecipitavit; T hebani victoria potiti sunt. 1. capturum: sottinteso esse. 2. parentaretur. il verbo parente, -as significa «celebrare una cerimonia funebre in onore di qualcuno» ed è costruito con il dativo.

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La forza dell’abitudine Fonte Cicerone Argomento da molti esempi si evince che quando si è abituati ad affrontare uno sforzo, op­ pure quando si ha un obiettivo preciso, non ci sono ostacoli che non possano essere superati Genere prosa filosofica Percorsi 28 —r II pensierofilosofico; 29 —> Il sistema etico

Aniculae saepe inediam biduum au t triduum 1 ferunt; subduc cibum unum diem athletae: Iovem, Iovem Olympium, eum ipsum, cui se exercebit, im plorabit, ferre se non posse clamabit. C onsuetudinis m agna vis est: p ern o ctan t venatores in nive in m ontibus; uri se p atiu n tu r Indi; pugiles caestibus contusi ne ingem escunt quidem . Gladiatores, aut perditi hom ines aut barbari, quas plagas perferunt! quo m odo illi, qui bene insti tufi sunt, accipere plagam m alunt quam turpiter vitare! quam saepe apparet “ ■niViìl ,

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1. biduum aut triduum: «per due o tre giorni». de la reggenza del dativo (domino, populo).

2. satis facere. il verbo satisfacio, «soddisfo», preve­

Lessico «inediam... ferunt» Inedia-ae, f., form ato da in e edo «mangio», significa «mancanza di nutrim ento». Edere «mangiare» non va confuso con e-dere «dare fuori». Alla radice *ED risalgono, oltre ai composti di edere, come com-edere «mangiare», ex-edere «divorare», per-edere «divorare», sub-edere «rodere»: edax edacis «vorace» (vorace p er eccellenza è tempus, il tem po che divora tutto), editlis -e «commestibile», obesus -a -um «obeso». In italiano: comm estibi­ le, obeso, edule (commestibile), inedia..

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Morfologia

Sezione prima

Lessico

La conquista della Gallia

«confossus est»

Fonte Eutropio Argomento dopo aver ottenuto il consolato (59 a.C.), Cesare intraprese una vasta campa­ gna militare che si concluse nel 50 a.C. con la conquista deU’intera Gallia Genere epitome storica Percorsi 13 —» I Romani e gli altri; 14 —>La storiografia

Con-fodio, -is, con-fossi, con-fossum, con-fodére appartiene alla III coniugazione e vuol dire «trafiggere»; è uno dei composti di fodere «scavare», insiem e a de-fodere «sot­ terrare», effodere «dissotterrare», per-foderee trans-fodere «trafiggere», suf-fodere «scava­ re sotto». Tra i nom i ci sono fossa -ae «fossa», fossilis -e «tratto da terra», fovea -ae «spe­ lonca», «antro». In italiano: fosso, fossa, fossato, fossile, affossare, infossare...

A nno urbis conditae sexcentesimo nonagesim o tertio C. Iulius Caesar, qui postea imperavit, cum L. Bibulo consul est factus. Decreta est ei Gallia et Illyricum cum legionibus decem. Is prim os vicit Helvetios, qui nunc Sequani appellantur, deinde vincen­ do per bella gravissima usque ad O ceanum Britannicum processit. Dom uit autem annis novem fere om nem Galliam, quae inter Alpes, flum en Rhodanum , R henum et O ceanum est et circuitu patet ad bis et tricies centena milia passuum. Britannis m ox bellum intulit, quibus ante eum ne nom en quidem Rom anum cognitum erat; eos quoque victos obsidibus acceptis stipendiarios1fecit. Galliae autem tributi nom ine2 annuum imperavit sestertium quadringenties G erm anosque trans R henum adgressus immanissimis proeliis vicit. Inter tot successus ter male pugnavit, apud Arvernos semel praesens et absens in G erm ania bis. Nam legati eius duo, Titurius et Aurunculeius, per insidias caesi sunt. 1. stipendiarios: «tributari», «soggetti a tributo», < stips «tributo», pendo «peso», «pago». nomine, «a titolo di imposta».

Morfologia

La storia di Oreste Fonte Igtno Argomento la pagina è ispirata all’Orestea del drammaturgo greco Eschilo (525-456 a.C.): Oreste, con l’aiuto di Pilade, uccideEgisto e sua madre Clitennestra, responsabili del­ l ’assassinio di suo padre Agamennone Genere mitografia Percorsi 1 —» Il mito

2. tributi

La congiura contro Cesare Fonte Eutropio Argomento il 15 (idi) di marzo del 44 a.C. Cesare cadde sotto il pugnale dei congiurati, fra i quali c’erano Giunio Bruto eDecimo Bruto, discendenti di quel L. Giunto Bruto che era sta­ to il primo console della storia repubblicana Genere epitome storica Percorsi 1 4 —¥ La storiografia; 17—ìL e guerre civili Caesar, bellis civilibus toto orbe compositis, Rom a rediit. Agere insolentius coepit et contra consuetudinem Rom anae libertatis. Cum ergo et honores ex sua voluntate praestaret, qui a populo antea deferebantur, nec senatui ad se venienti adsurgeret aliaque regia e t paene tyrannica faceret, coniuratum est in eum a sexaginta vel amplius senatoribus equitibusque Romanis. Praecipui fu eru n t in ter coniuratos duo Bruti, ex eo ge­ nere Bruti, qui prim us Romae consul fuerat et reges expulerat1, e t C. Cassius et Servilius Casca. Ergo Caesar, cum senatus die inter ceteros venisset ad curiam , tribus et viginti vulneribus confossus est.

Orestes, Agam em nonis e t Clytaemnestrae filius, postquam in puberem aetatem venit, studebat patris sui m ortem exsequi; itaque consilium cepit cum Pylade e t Mycenas venit ad m atrem Clytemnestram, dicitque se Aeolium hospitem esse nuntiatque Orestem esse m ortuum , quem Aegisthus populo necandum 1 dem andaverat. Nec m ulto post Pylades Strophii filius ad Clytaemnestram venit urnam que secum affert, dicitque ossa Orestis condita esse; quos Aegisthus laetabundus hospitio recepit. Occasione capta, Orestes cum Pylade noctu Clytaemnestram m atrem et Aegisthum interficiunt. Q uem Tyndareus cum accusaret, Oresti a M ycenensibus fuga data est p ro p te r patrem ; quem postea furiae2 matris exagitarunt3. 1. necandum·. gerundivo con valore finale, «perché fosse ucciso», «da uccidere». 2. furiae. le Furie, o Erinni, erano tre, Aletto Tisifone e Megera; divinità della vendetta, punivano i delitti di sangue. Una volta che il colpevole aveva scontato la pena, diventavano «benevole», cioè, in greco, Eumenidi. 3. exagitarunt exagitaverunt.

φ

I Sempre pe Fonte Giulio Paride Argomento un ’anziana spiega al tiranno Dionigi di Siracusa (IV sec. a. C.) perché non ha nulla da sperare da un cambiamento politico Genere epitome storica Percorsi 8 —> La narrativa; 16 —>Politica e rappresentanza politica; 29 —> Il sistema etico

1. qui... expulerat riferimento a Lucio Giunio Bruto che, nel 509 a.C., fece bandire Tarquinio il Superbo da Roma. 9

Senectutis ultim ae quaedam Syracusis sola cotidie m ane deos orabat u t sibi superstes esset Dionysius. O b quam rem in arcem perducta, causam tyranno interrogante,

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Sezione prima

Sezione prima

Morfologia

«Cum» inquit «puella essem e t tyrannum haberem us, carere eo cupiebam. Q uo interfecto, alter aliquanto taetrior arcem occupavit. Eius quoque finiri dom inationem m agni1 aestimabam. Tertium te im portuniorem superioribus habere coepimus. Itaque ne quartus crudelior superveniat, caput m eum prò te devoveo». Tarn facetam audaciam tyrannus p unire erubuit. 1. magni: genitivo di stima, «molto».

Lessico «caput meum prò te devoveo»

De-voveo, -es, devòvi, devòtum, devovère significa «offrire in voto», com posto di vo v e r e «far voto ad u n a divinità». V o tu m -i è il «voto», m etre la d e v o tio -o n is è il «voto» per mezzo del quale si sacrifica la propria persona in cam bio di un bene; d e v o tio può si­ gnificare anche «maledizione», «scongiuro», «sortilegio». In italiano: voto, devozio­ ne, devoto, votare...

M o rfo lo g ia

Fonte Cicerone Argomento in questo racconto storia e leggenda si mescolano. NelTVIII-VlI secolo a. C. Gige, dopo aver rovesciato la dinastia assira regnante, divenne sovrano della Lidia (Asia Minore) Genere prosa filosofica Percorsi 2 —>La favola; 5 —> Oriente e Grecia; 8 —> La narrativa; 27 —» Il sentimento re­ ligioso Gyges, cum terra discessisset magnis quibusdam imbribus, descendit in illum hiatum 1 aeneum que equum , u t feru n t fabulae, anim advertit, cuius in lateribus fores essent: quibus apertis, corpus hom inis m ortui vidit m agnitudine inusitata anulum que aureum in digito, quem u t detraxit, ipse induit - erat autem regius pastor - , tum in concilium se pastorum recepit. Ibi cum palam 2 eius anuli ad palm am converterat, a nullo videbatur, ipse autem om nia videbat: idem rursus videbatur, cum in locum anulum inverterat. Itaque hac opportunitate anuli usus, reginae stuprum intulit eaque adiutrice regem dom inum interem it, sustulit quos obstare arbitrabatur, nec in his eum facinoribus quisquam p otuit videre. Sic repente anuli beneficio rex exortus est Lydiae. 1. in illum hiatum·. «in quella spaccatura». Hiatus è il termine che in grammatica significa «aper­ tura della bocca». 2. palam: detto dell’anello vuol dire «castone» (l’incavo destinato alla gem­ ma).

Lessico

Resa senza condizioni Fonte C esare Argomento l ’ep iso d io r isa le a l 5 7

a . C ., q u a n d o C esare è im p e g n a to n ella c o n q u ista d e l n o rd d e lla G a llia e so stien e sc o n tr i m olto d u r i con le p o p o la z io n i belgiche

Genere Commentarli Percorsi 1 1 —> L ’esercito,

la g u e rra , l ’im p e ria lism o ro m a n o ; 1 3 —> 1 R o m a n i e g l i a ltr i;

1 4 —> L a sto r io g ra fia

Caesar, obsidibus acceptis prim is civitatis atque ipsius Galbae regis duobus fìliis arm isque om nibus ex oppido traditis, in deditionem Suessiones accepit exercitum que in Bellovacos ducit. Q ui cum se suaque om nia in oppidum Bratuspantium contulissent atque ab eo oppido Caesar cum exercitu circiter milia passuum quinque abesset om nes maiores natu ex oppido egressi, m anus ad Caesarem tendere et voce significare coeperu n t sese in eius fidem ac potestatem venire neque contra populum Rom anum armis contendere. Item , cum ad oppidum accessisset castraque ibi poneret, pueri m ulieresque ex m uro passis m anibus1 suo m ore pacem ab Romanis petierunt. 1. passis manibus. «a mani tese», un gesto che significava la completa sottomissione.

«magnitudine inusitata... opportunitate anuli usus»

Utor, -eris, usus sum, uti significa «usare», «servirsi», «praticare». Dallo stesso tem a derivano: a b -u s u s -u s «consumare con l’uso», u s ita tu s -a -u m «usitato», u te n s ilis -e «uti­ le all’uso», u tilis -e «utile», «adatto», u s u s -u s «uso», «impiego», «relazione», u s u r a -ae «usura», «godimento», u s u a li s -e «usuale». In italiano: usare, usanza, usitato, uso, usu­ ra, utensile, utenza, utile, utilitaria, utilizzare, abusare, adusare, disusare, inutile, so­ pruso, usuale, usurpare (da u su m -ra p e re ), usucapione (da u su m -c a p e re . acquisto della proprietà di u n a cosa per lungo e non contestato possesso)...

Il re Pirro Fonte De viris illustribus Argomento Pirro, re dell’Epiro, tentò inutilmente di battere i Romani, di cui sperimentò pre­ sto il valore e l’integrità. La sua morte avvenne durante l ’assedio di Argo (272 a.C.) e il suo corpofu fatto seppellire con tutti gli onori dal re Antigono Genere biografia Percorsi 9 —>L ’espansione della repubblica; 10^> La biografia Pyrrhus, rex Epirotarum , cum im perium orbis agitaret e t Romanos potentes vi-

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Sezione prima

Sezione prima

Morfologia

deret, Apollinem de bello consuluit. Ille ambigue respondit: «Aio te, Aeacida1, Romanos vincere posse». Hoc dicto in voluntatem tracto, auxilio T arentinorum bellum Romanis intulit. Laevinum consulem apud H eracleam elephantorum novitate turbavit. C um que Romanos adversis vulneribus occisos videret: «Ego, inquit, talibus militibus brevi orbem terrarum subigere potuissem». Amicis gratulantìbus: «Quid m ihi cum tali victoria, inquit, ubi exercitus robur amittam?». Ad vicesimum ab urbe lapidem castra posuit; captivos Fabricio gratis reddidit. Viso Laevini exercitu, eandem sibi ait adversum Romanos, quam H erculi adversus hydram , fuisse fortunam . A Curio e t Fabricio superatus, T arentum refugit, in Siciliam traiecit. Mox in Italiani Locros regressus pecuniam Proserpinae avehere tentavit, sed ea naufragio relata est. Tum in Graeciam regressus, dum Argos oppugnarci, ictu tegulae prostratus est. Corpus ad A ntigonum regem M acedoniae relatum magnifice sepultum .

Morfologia

Lessico «vates Cassandra»

Vates -is può essere sia maschile che fem m inile; significa «profeta / profetessa»; vaticinium -ii «vaticinio», è u n a parola com posta da vates e cano, -is, cerini, cantum, canere, dalla stessa composizione si h a il verbo d eponente vatirinor, -aris, vatirinatus sum, vaticinari «vaticinare». In italiano: vate, vaticinio, vaticinare...

La storia di due muli 1. Aeaàda: «Discendente di Eaco». Pirro faceva risalire la sua origine a Eaco, figlio di Giove, e a Neottolemo, figlio di Achille.

Il cavallo di Troia Fonte Igino Argomento Epeo, su suggerimento di Minerva, costruì il cavallo di legno che permise ai Greci di conquistare la cittadella, malgrado gli avvertimenti della profetessa Cassandra, la piu, bella dellefiglie di Priamo Genere mitografia Percorsi 1 —> Il mito Achivi cum per decem annos Troiam capere non possent, Epeus m onitu M inervae equum m irae m agnitudinis ligneum fecit, eoque sunt collecti Menelaus, Ulixes, Diomedes, Thessander, Sthenelus, Acamas, Thoas, M achaon, Neoptolem us; et in equo scripserunt «Danai M inervae dono dant», castraque transtulerunt Tenedo. Id Troiani cum viderunt arbitrati sunt hostes abisse; Priam us equum in arcem Minervae du­ ci imperavit, feriatique m agno opere u t essent edixit1; id2vates Cassandra cum vociferaretur, inesse hostes, fides ei habita n o n est. Q uem in arcem cum statuissent et ipsi noctu lusu atque vino lassi obdorm issent, Achivi ex equo aperto a Sinone exierunt et portarum custodes occiderunt, sociosque signo dato recep eru n t e t Troia potiti sunt. 1. feriatique... edixit «ordinò che celebrassero una grande festa» (cir.ferior, -aris, -atus sum, -ari «es­ sere in festa»). 2. id·. spiegato dal successivo inesse hostes.

Fonte Fedro Argomento due muli sono in viaggio con il loro carico: l’uno trasporta scrigni pieni di de­ naro, l ’altro sacchi d ’orzo. Ibriganti, piombati all’improvviso su di loro, sanno bene dove in­ dirizzare le proprie attenzioni. Conclusione: la povertà è al sicuro, la ricchezza è esposta a tut­ ti i rischi Genere favolistica Percorsi 2 —> La favola; 29 —>Il sistema etico Muli gravati sarcinis ibant duo: unus ferebat fiscos cum pecunia, alter tum entes m ulto saccos hordeo. Ille onere dives celsa cervice em inet clarum que collo iactat tintinabulum , comes quieto sequitur et placido gradu. Subito latrones ex insidiis advolant interque caedem ferro ditem sauciant, diripiunt num m os, neglegunt vile hordeum . Spoliatus igitur casus cum fleret suos: «Equidem» inquit alter «me contem ptum gaudeo; nam nihil amisi nec sum laesus vulnere». H oc argum ento tuta est hom inum tenuitas1; m agnae periculo sunt opes obnoxiae. 1. tenuitas·. sostantivo che deriva da tenuis-ee significa «povertà», «semplicità di vita».

Preposizioni Le preposizioni preced o n o u n nom e p e r determ inare u n com plem ento, oppure m odificano il significato di u n verbo. Com e prefissi verbali, esse risultano separabi­ li o inseparabili. Nello schem a seguente le preposizioni che en tran o in composizio­ ne con il verbo sono indicate con u n asterisco, quelle inseparabili sono seguite da u n trattino: Preposizione

Caso

Significato

Verbo composto

ab, a, (abs) * ad ' adversus (/-um) amb- (am-, an-) ’ ante * apud

abl. acc. acc.

da, da parte di a, verso contro intorno davanti presso, virino a

ab-duco ad-duco

acc. acc.

ainb-eo ante-pono

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Sezione prima

Sezione prima

Morfologia

Preposizione

Caso

circa circum * cis, citra contra * cum * de * dis- (di-) * ex, e * erga extra in* infra inter * intra, intro- * ob* per * por-* post prae * p rae ter * prò * p ro p te r re- (red-) * se- * sine sub * subter * super * tenus trans (tra-) *

acc. acc. acc. acc. abl. abl.

Significato c irca in to r n o co n tro con d i, d a , in to r n o a , g iu da, fu o ri d i v e rso in , v e rso

in-duco

tr a , so tto tr a , d u r a n te d e n tr o d in a n z i, a ca u sa d i per, d u r a n te

inter-eo intro-duco ob-duco per-duco por-rigo

a v a n ti, a p a ra g o n e d i oltre, eccetto d a v a n ti, p e r

prae-m itto praeter-eo pro-duco

Fonte Cesare Argomento anno 58 a. C. : Cesare sconfigge gli Elvezi, che sono costretti ad arrendersi Genere Commentarli Percorsi 11 —» L ’esercito, la guerra, l ’imperialismo romano; 13 —» IRomani e gli altri; 14 —» La storiografia

p e r , v ic in o d i n u o v o , in d ie tr o

red-do se-duco

sen za s o tto so tto so p ra

sub-duco subter-duco super-fluo

fin o a oltre, d i là

trans-curro

Preposizioni d ’uso m eno frequente sono: circiter (+ acc. = a r c a , ve rso ), coram (+ abl. = d i n a n z i a ), extra (+ acc. = f u o r i ) , iuxta (+ acc. = ve rso ), penes (+ acc. = p re sso ), pone (+ acc. = d o p o , d ie tro ), prope (+ acc. = p re sso ), secundum (+ acc. = se co n d o , d o p o , lu n g o ), ultra (+ acc. = oltre), versus (+ acc. = verso ).

9

Helvetii om nium reru m inopfa adducti legatos de deditione ad eum 1m iserunt. Qui cum eum in itinere convenissent seque ad pedes proiecissent suppliciterque locuti flentes pacem petissent, atque eos in eo loco, quo tum essent, suum adventum expectare iussisset, p aruerunt. Eo postquam Caesar pervenit, obsides, arm a, servos, qui ad eos perfugissent, poposcit. Dum ea con q u iru n tu r et conferuntur, nocte intermissa, circiter hom inum milia sex eius pagi, qui Verbigenus appellatur, sive tim ore perterriti, n e 2armis traditis supplicio adficerentur, sive spe salutis inducti, quod in tanta m ultitudine dediticiorum suam fugam aut occultari aut om nino ignorari posse existim arent, prim a nocte e castris H elvetiorum egressi ad R henum finesque G erm anorum contenderunt. 1. ad eum·. ad Caesarem.

O s s e r v a z io n i:

- nella composizione col verbo la preposizione, oppure la vocale radicale del verbo, subiscono talvolta delle modificazioni (ab:abs-, as-, au-; ad: ac-, af-, al-, ap-, ar-; cum: com-, con-, co-, col-, cor-; ex: e-, ef-; in: im-, ir-; ob: oc-, of-, op-, os-; sub: sue-, suf-, sug-, sup-, sur-, sus- etc.).

ESERCIZIO

4. A lexander phalangem , qua nihil apud M acedonas validius erat, in fronte constituit (Curi.). 5. Caesar p er haec tem pora, ne res disciplinae inimicissima, otium , co rru m p eret militem , crebris in Illyrico Dalm atiaque expeditionibus patientia periculorum bellique experientia durabat exercitum (Veli.). 6. Dictator cum tumultus Gallici causa iustitium edixisset, omnes iuniores sacramento adegit ingentique exercitu ab urbe profectus in citeriore ripa Anienis castra posuit (Liv.). 7. Q uae res ad necem Porsinnae C. M ucium impulit, sine ulla spe salutis? (Oc.). 8. Eisdem tem poribus Persarum rex Darfus ex Asia in E uropam exercitu traiecto, Scythis bellum inferre decrevit (Nep.). 9. Darfus autem , cum ex E uropa in Asiam redisset, hortantibus amicis u t Graeciam re­ digerei in suam potestatem , classem quingentarum navium com paravit (Nep.). 10. Dixi de iis vitiis, quae p er totum corpus orientia m edicam entorum auxilia desiderant: nunc ad ea veniam, quae non nisi in singulis partibus incidere consuerunt, orsus a capite ( Cels.).

dopo

d a p a r te

abl. abl./acc. abl./acc. abl./acc. abl. acc.

contra-dico com-pello de-cido dis-cerno e-volo

fu o ri

d a v a n ti

acc. abl. acc. abl. acc.

circum-eo

di qua

s e p a r a z io n e

abl. acc. acc. abl./acc. acc. acc. acc. acc. acc.

Verbo com posto

Morfologia

P r e p o s iz io n i

1. Licet ad philosophTam etiam sine viatico pervenire (Sera.). 2. Haec tibi scripsi, quia aequum erat te prò am ore m utuo non solum om nia m ea facta dictaque, verum etiam consilia cognoscere (P l i n .). 3. Pervertunt hom ines fundam enta naturae cum utilitatem ab honestate seiungunt (Oc.).

2. ne. «di», va collegato ad adficerentur.

Pompeo fugge a Brindisi Fonte Cesare Argomento febbraio dell’anno 49 a.C.: Cesare ha conquistato Corfinio e si sta muovendo verso l ’Apulia; Pompeo fugge in direzione di Brindisi, mentre Cesare gli propone di incon­ trarlo Genere Commentarii Percorsi 14 —> La storiografia; 17 —> Le guerre civili Pom peius his rebus cognitis, quae erant ad Corfinium gestae, Luceria profi-

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Sezione prima

Sezione prima

Morfologia

ciscitur Canusium atque inde Brundisium . Copias undique om nes ex novis dilectibus ad se cogi iubet; servos pastores arm at atque eis equos attribuit; ex his circiter CCC equites conficit. L. Manlius p raetor Alba cum cohortibus sex profugit, Rutilius Lupus praetor Terracina cum tribus; quae procul equitatum Caesaris conspicatae, cui praeerat Vibius Curius, relieto praetore signa ad Curium transferunt atque ad eum transeunt. Item reli­ quie itineribus non nullae cohortes in agm en Caesaris, aliae in equites incìdunt. R educitur ad eum deprensus ex itinere N. Magius Crem ona, praefectus fabrum Cn. Pompei. Q uem Caesar ad eum rem ittit cum mandatis.

Lessico «non nullae cohortes in agmen Caesaris, aliae in equites incìdunt»

Agm en -inis, n., in senso proprio significa «cammino», «marcia», «movimento», co­ me giustifica anche la sua derivazione dal verbo agere («far muovere»). Riferito ad una massa di persone o di cose, «moltitudine», «folla», «quantità», «mole». Come term i­ ne m ilitare (è il nostro caso), significa «esercito in marcia», quindi «esercito», «schie­ ra», «colonna». L’espressione citato agmine vuol dire «a m arce forzate». Cesare, che era abituato alle «marce forzate», ha impresso lo stesso ritm o al testo dei Commentarii, che somigliano spesso ad un «bollettino di guerra», n u d o e secco. Un m odo di scri­ vere che piaceva addirittura a Cicerone, che li definì così: «Sono spogli di ornam en­ ti, semplici e pieni di grazia...; nel genere storico non c ’è nulla di più gradevole di u n a sana e chiara concisione».

Morfologia

11 rispetto per gli anziani Fonte da Aulo Gellio Argomento il rispetto per gli anziani fu molto sentito a Roma, come dimostrato anche dal fatto che i giovani li accompagnavano a casa dopo che erano stati insieme a un banchetto. In seguito, al rispetto tributato per l ’età si sostituì quello per chi aveva dato figli alla patria Genere prosa erudita Percorsi 20 -> La serietà, negotium e otium; 22 -» La famiglia e il matrimonio Apud antiquissimos R om anorum m aiores natu a m inoribus colebantur ad deum 1 prope et parentum vicem atque om ni in loco inque om ni specie honoris priores potioresque habiti. A convivio quoque seniores a iunioribus dom um deducebantur, eum que m orem accepisse Rom anos a Lacedaem oniis traditum est, apud quos Lycurgi legibus m aior om nium reru m honos aetati m aiori habebatur. Sed postquam subòles civitati necessaria visa est, tum antelati quibusdam in rebus qui uxorem quique liberos haberen t senioribus neque liberos neque uxores habentibus. Sicuti capite septim o legis Iuliae priori ex consulibus fasces2 sum endi potestas fit, non qui pluris annos natus est, sed qui pluris liberos quam collega aut in sua potestate habet aut in bello amisit. Si vero am bo e t m ariti et patres tofidem liberorum sunt, tum ille pristinus honos in s ta u ra to et qui m aior natu est, prior fasces sumit. 1. deum: genitivo plurale. 2. fasces -is: per lo più al plurale, indica 1autorità del magistrato (dalla «fascina» veniva fuori anche una scure, gli strumenti per frustare e decapitare, quindi per punire).

Periodo ipotetico indipendente

Le idi di marzo Fonte Svetonio Argomento si tratta del celebre episodio relativo alle idi di marzo del 44 a. C., quando Cesare venne ucciso a pugnalate dai congiurati Genere storiografia Percorsi 1 0 —>La biografia; 14 —> La storiografia; 17 —» Le guerre civili; 18 —>Il diritto e l’amministrazione della giustizia U t anim advertit1undique se strictis pugionibus peti, toga caput obvolvit, simul sinistra m anu sinum ad ima crura deduxit, quo honestius caderet etiam inferiore corporis parte velata. Atque ita tribus et viginti plagis confossus est. Exanimis, diffugientibus cunctis, aliquandiu iacuit, donec lecticae impositum , dependente brachio, tres servuli dom um retulerunt. Nec in tot vulneribus, u t Antistius medicus existimabat, letale ullum repertum est, nisi quod secundo loco in pectore acceperat. Fuerat anim us coniuratis corpus occisi in Tiberim trahere, bona publicare, acta rescindere, sed m etu Marci Antoni consulis e t magistri equitum Lepidi destiterunt. 1. Sogg. sott. «Cesare».

Il periodo ipotetico indipendente è form ato da due proposizioni: la condizione è espressa nella protasi, la conseguenza nell’apodosi (reggente). Secondo il m odo in cui è form ulata la protasi, si distinguono tre tipi: - realtà: protasi all’indicativo e apodosi all’indicativo o imperativo. Es.: Si hoc dicis, erras\ - possibilità: protasi e apodosi al congiuntivo (presente o perfetto). Es.: Si hoc dicas / dixeris, erres / erraverìs; - irrealtà: protasi e apodosi al congiuntivo (im perfetto o piuccheperfetto). Es.: Si hoc diceres / dixisses, errares / erravisses.

E S E R C 1210

Periodo ipotetico indipendente

1. In ipsa Graecia philosophia tanto in honore num quam fuisset, nisi doctissim orum contentionibus dissensionibusque viguisset (Cic.). 2. Si innocentes existimari volumus, non solum nos, sed etiam nostros comites praestare debem us (Cic.). 3. U nus amnis interfluit: quem si traicimus, in Europam arm a proferim us (Curi.). 4. N on esset in rebus hum anis eloquentia si tantum cum singulis loquerem ur (Quint.). 5. Nec ullum superfuisset animai, ni consules receptui signum dedissent avidosque caedis milites e castris hostium im perio ac minis expulissent (Liv.).

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Morfologia,

6. Tibi m ulto notior atque illustrior meus in te anim us esset, si hoc tem pore om ni, quo diiuncti fuimus, e t u n a et Rom ae fuissemus ( Cu;.). 7. Si quem interroges, respondeat (Plin.). 8. Magno dolore m e affecissent tuae litterae, nisi iam et ratio ipsa depulisset om nes molestias e t diu tu rn a desperatione rerum obduruisset anim us ad dolorem novum ( Cic.). 9. O m nino supervacua erat doctrina si natura sufficeret ((hiint.). 10. Nisi crebris subsidiis ac totius diei labore milites essent defensi, om nes hostium copiae deieri potuissent (Caes.). 11. Deieri totus exercitus potuit si fugientes persecuti victores essent (Liv.). 12. Alexandro si vita data longior esset, trans O ceanum M acedonum transvolassent sarisae (Rhet. Her.). 13. Quae vita fuisset Priam o, si ab adolescentia scisset eventus senectutis? ( Cic.). 14. Nec providerant im petum hosdum milites, nec, si providissent, satis virium ad arcendum erat ( Tac.). 15. Servi m ei si me m etuerent, dom um m eam relinquendam putarem (Cic.).

La storia di Edipo Fonte Igino Argomento Edipo, senza saperlo, aveva ucciso il padre naturale Lato e sposato la madre Giocasta, dalla quale aveva avuto diversi figli. Scoppiata a Tebe una pestilenza, l ’oracolo di Apollo dichiarò che sarebbe passata, qualora si fosse immolato un esponente della stirpe rega­ le di Tebe. Per questo, Meneceo, figlio di Creonte, si gettò giù dalle mura della città. Solo più tardi, Edipo venne a sapere che il suo vero padre non era Polibo, re di Corinto, ma Lato e, ac­ cecatosi, si allontanò da Tebe Genere mitografia Percorsi / —>Il mito; 27 —> Il sentimento religioso O edipus regnum p atern u m et Iocasten m atrem inscius accepit uxorem , ex qua procreavit Eteoclen et Polynicen, A ntigonam et Ism enem . Interim incidit Thebis sterilitas frugum et penuria ob O edipodis scelera, interrogatusque Tiresias quid ita Thebae vexarentur, respondit, si quis ex draconteo genere superesset et prò patria interiisset, pesdlentia liberaturum . Tum M enoeceus se de m uris praecipitavit. Dum haec Thebis geruntur, C orintho Polybus decedit, quo audito O edipus m oleste ferre coepit, aestimans patrem suum obisse; cui Periboea de eius suppositione palam fecit; item M enoetes senex, qui eum exposuerat, ex pedum cicatricibus et talorum agnovit Lai filium esse. O edipus re audita postquam vidit se tot scelera nefaria fecisse, ex veste matris fibulas1detraxit et se lum inibus privavit, regnum que filiis suis alternis annis tradidit, et a Thebis A ntigona filia duce profugit. 1. fibulas: «i fermagli».

Morfologia

sum, caedere «tagliare». I com posti di cado han n o l’accento ritratto sulla terzultim a sil­ laba: ac-ado, con-ado, de-ado, ex-àdo, in-àdo, oc-àdo, suc-ado etc. Tra i nom i si segnala­ no ocddens-entis «occidente», occidmts-a-um«che tram onta», occasio-onis «occasione», caducus -a -um «che cade» «caduco», casus -us, m., «il cadere». In italiano: cadere, oc­ casione, caduco, caduta, caso...

Achille o Pirra? Fonte Igino Argomento per evitare che il destino di suo figlio trovasse compimento, la Nereide Teti fece nascondere Achille, travestito da donna, presso il re Licomede. Ma u n ’astuzia di Ulisse riu­ scì a smascherare la vera identità di Achille Genere mitografia Percorsi 1 —» Il mito Thetis Nereis cum sciret Achillem filium suum quem ex Peleo habebat, si ad Troiam expugnandam isset, peritu ru m 1, com m endavit eum in insulam Scyron ad Lycom eden regem , quem file in ter virgines filias habitu fem inino servabat nom ine m u­ tato, nam virgines Pyrrham nom inarunt, quoniam capillis flavis fuit. Achivi autem cum rescissent ibi eum occultali, ad regem Lycom eden oratores m iserunt, qui rogarent2 u t eum adiutorium Danais m itteret. Rex cum negaret ap u d se esse, potestatem eis fecit u t in regia quaererent. Q ui cum intellegere n o n possent quis esset eorum , Ulixes in regio vestibulo num era fem inea posuit, in quibus clipeum e t hastam , e t subito tubicinem iussit canere arm orum que crepitum e t clam orem fieri iussit. Achillee hostem arbitrans ades­ se vestem m uliebrem dilaniavit atque clipeum e t hastam arripuit. Ex hoc est cognitus suasque operas Argivis prom isit et milites M yrmidones. 1. periturum: sottinteso esse. 2. qui rogarent «a chiedere» (relativa con valore finale).

Ulisse si tinge impazzito Fonte Igino Argomento ad Ulisse, re di Itaca, era stato vaticinato che, se avesse partecipato alla spedi­ zione contro Troia, sarebbe tornato in patria dopo venti anni, solo. Per questa ragione volle fingersi pazzo, in modo da non partecipare all’impresa. Ma Palamede riuscì a svelare lafin ­ zione Genere mitografia Percorsi 1 —>Il mito; 27 —> Il sentimento religioso

«Interim incidit Thebis steriiitas frugum et penuria»

Agam em non et M enelaus, Atrei filli, cum ad Troiam oppugnandam coniuratos duces ducerent, in insulam Ithacam ad Ulixem Laertis filium venerunt, cui erat responsum , si ad Troiam isset, post vicesimum annum solum sociis perditis egentem do­ m um red itu ru m 1. Itaque cum sciret ad se oratores venturos, insaniam simulans pileum 2

Incido, -is, incidi, incidere è form ato da in e cado ( cadis, cecìdi, cadere) e significa «ca­ dere in», «abbattersi su». N on va confuso con incido, com posto di caedo, -is, cecidi, cae-

1. rediturum: sottinteso esse. 2. pileum: il «pileo» era un berretto che usavano gli schiavi una volta affrancati e, dunque, era un segno di libertà.

Lessico

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Morfologia

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Morfologia

sumpsit et equum cum bove rnnxit ad aratrum . Q uem Palam edes u t vidit, sensit simula­ re atque Telem achum filium eius cunis sublatum aratro ei subiecit e t ait: «Simulatione coniuratos veni». Tunc Ulixes fidem dedit se venturum ; ex eo Palamedi

Guida alla traduzione ■ Riepilogo della morfologia

Guida alla traduzione Eff icacia dell eloquenza Fonte Valerio Massimo Argomento subito dopo la cacàata dei re i contrasti tra patrizi e plebei sfociarono nella se­ cessione di questi ultimi sul Monte Sacro (una collina posta tra il Tevere e l’Anime). Grazie alla forza dell eloquenza il dissidio fu ricomposto Genere storiografia Percorsi 14- ì La storiografia; 16-> Politica e rappresentanza politica; 1 9 —>L'oratoria Regibus exactis, plebs dissidens a patribus iuxta ripam fluminis Anienis in col­ le, qui sacer a p p e lla te , arm ata consedit, eratque non solum deform is, sed edam misernm us rei pubhcae status, a capite eius celerà parte corporis pestifera seditione divisa. Ac m Valeri subvemsset eloquenza, spes tanti im perii in ipso paene o rtu suo corruisset: is nam que populum nova et insolita liberiate tem ere2 gaudentem oratione nova e t insoli­ ta saniora consilia revocatum senatui subiecit, id est urbem urbi iunxit. Verbis ergo facundis ira, consternatio, arm a cesserunt. 6 1. ni: «se non», costruito con il modo congiuntivo, subvenisset. 2. temere, avverbio «spavaldamente».

Lessico «corruisset» Corruo, -is e u n com posto di ruo, -is, rui, ruiturus, mere «buttarsi avanti», «precipita­ re», «precipitarsi». Si vedano anche i com posti di-ruere «far crollare», «distruggere» e-ruere «scavare», ir-ruere «irrom pere», ob-ruere «coprire», pro-ruere «lanciarsi contro»,’ sub-ruere «scalzare». Allo stesso tem a si riconducono m ina -ae «rovina» e minosus -a -um «che minaccia di crollare». In italiano: rovina, rovinare, irruzione, eruzione...

Le forme e la «trama» sintattica La prim a cosa d a fare p er trad u rre u n passo è leggerne attentam ente il tìtolo: in es­ so saranno già contenuti elem enti utili ad un orientam ento generale e, probabil­ m ente, anche alcuni term ini presentì nel testo. A nche Γindividuazione dell’autore, del genere letterario (storia, m ito, narrativa...) e dell’argom ento trattato sono ele­ m enti da non trascurare ai fini di una prim a valutazione. Successivamente, è consigliabile dividere il testo in periodi, basandosi sulla punteg­ giatura (punti ferm i, punti e virgola, due punti, virgole), ten en d o presente che il pe­ riodo semplice ha un solo verbo, m entre quello complesso è form ato da più p ropo­ sizioni, u n a delle quali è la principale, m entre le altre sono coordinate oppure su­ bordinate. A questo proposito, è determ inante il riconoscim ento delle congiunzioni, sia di quelle coordinanti (copulative, disgiuntive, avversative, dichiarative, conclusi­ ve) che di quelle subordinanti, con speciale riferim ento ai valori di ut e di cum. L’analisi sintattica va svolta com e ricerca dei collegamenti tra le parole o le partì che com pongono il periodo, che andrà esam inato m etodicam ente (soggetto/i, form e verbali, congiunzioni coordinanti e subordinanti, punteggiatura...), cercando di in­ dividuare, come si è detto, la proposizione principale (il verbo è abitualm ente al­ l’indicativo), le subordinate e le eventuali coordinate (sia alla reggente che alle su­ bordinate). In particolare, alcuni segnali sintattici, singoli term ini e intere strutture, svolgono u n ruolo prezioso ai fini dell’inferenza, vale a dire della individuazione di un presum ibile sviluppo sintattico. Ne indichiam o alcuni: - il verbo esse, accom pagnato da u n sostantivo o da un aggettivo, segnala un predi­ cato nom inale; - le congiunzioni subordinanti segnalano la presenza di una proposizione dipendente; - più congiunzioni subordinanti poste in successione prevedono il collegam ento della prim a con il secondo verbo, della seconda con il terzo; - i verba sentiendi o declarandi servono generalm ente ad in tro d u rre u n a proposi­ zione infinitiva; - i verba affectuum sono spesso seguiti da una dichiarativa; - i pronom i e gli avverbi relativi indicano la presenza di u n a proposizione relativa; - i pronom i, gli aggettivi e gli avverbi interrogativi indicano u n a proposizione in­ terrogativa (diretta o indiretta); - i term ini ita, tam, sic anticipano generalm ente u n a consecutiva; - la protasi (si) segnala la presenza di u n ’apodosi; - i term ini usati in correlazione (et... et; non solum... sed edam; neque... neque; m odo-

modo; mine... mine; alius... alius; utrum... an; talis... qualis; totiens... quotiens; eo... quo; tanto... quanto) segnalano il rapporto che lega due term ini o due proposizioni. Ordine delle parole nella proposizione Il fatto che, quando si legge in latino, si sia portati a m ettere in «costruzione» italia­ n a la frase richiede attenzione: in realtà, la «costruzione» causa u n a «distruzione»

I

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Sezione prima

Morfologia

d e irim p ian to originario del testo e della sua espressività. M entre l ’italiano d ’uso ba­ sa il p ro p rio assetto su un ordine essenzialmente logico e diretto (soggetto, predica­ to, com plem enti...; indipendente, dipendente...), la dinam ica del latino risponde ad obiettivi diversi, poiché le esigenze espressive, in un certo senso il «colore» della fra­ se, prevalgono nettam ente (per esempio, precedono i term ini sui quali si vuole far convergere l’attenzione). In sintesi, l’esistenza delle desinenze concede la massima libertà sul piano organizzativo e sintattico ed esclude ogni possibile equivoco. A proposito della disposizione delle parole nella proposizione, osserviamo queste ca­ ratteristiche: - generalm ente il verbo sta alla fine della proposizione; - le apposizioni seguono il nom e al quale si riferiscono; - il genitivo precede il nom e da cui dipende; - il genitivo è collocato spesso tra sostantivo e aggettivo; - il com plem ento oggetto p recede il verbo ed è preceduto dagli altri com plem enti; - generalm ente gli aggettivi seguono il sostantivo; - l’avverbio precede la parola da esso modificata; - talvolta la distanza fra parole che in italiano risultano contigue è notevole.

Sezione prima

ESERCÌZIO

D o p o a v e r s e p a r a to i l p r e fis s o p r e p o s iz io n a le [es.

Morfologia

com m itto < cum- mitto7,

sc riv e re i l s ig n ific a to d e i ve rb i

+ ve rb o ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. p rep .

appono concutio com pello concipio includo arripio traduco assideo occum bo conficio praeterire disponere decidere

s ig n ific a to

......................... ......................... ......................... ......................... ......................... ......................... ......................... ......................... ......................... ......................... ......................... ......................... .........................

Leggere La lettura insistita e ripetuta delle parti analizzate sotto il profilo sintattico è u n ’altra operazione raccom andabile; il testo richiede u n a vera e propria azione di «scavo», da eseguire con concentrazione e tenacia: ciò che è sfuggito in u n a prim a fase può apparire chiaro in u n m om ento successivo e consentire cosi di «aggiustare la mira» ai fini della traduzione. È l’im postazione stessa della frase latina che obbliga a pro­ cedere con u n a certa cautela, a «sospendere il giudizio», senza arrivare a conclusio­ ni affrettate. Il lessico e l'uso del vocabolario La com petenza lessicale è lo strum ento più utile nelle m ani del traduttore. L’operazione di «scavo» di cui si è detto non trae beneficio dalle continue interruzio­ ni determ inate da un impiego sproporzionato del vocabolario, il cui uso sarà conte­ nuto e riservato ai casi di effettiva necessità. L’accezione di un term ine inserito in un contesto specifico è u n a soltanto e gli indizi vanno ricercati proprio nel testo. Per una utilizzazione proficua del vocabolario è necessario conoscere la tipologia di descrizio­ ne abituale dei lemmi: categoria morfologica (dei verbi viene riportato il paradigma), elenco dei significati riuniti sotto cifre, oppure lettere, ad ognuna delle quali corri­ spondono dei significati accompagnati da esempi. Generalm ente, la serie dei signifi­ cati propri precede quella dei traslati. Il pronom e aliquis viene adoperato p er indica­ re i rapporti di reggenza: doceo aliquem (alqm) aliquid (alqd); peto aliquid ab aliquo... In relazione al lessico, bisogna anche valutare diversi altri aspetti di carattere più strettam ente stilistico e propri del latino, come l’uso frequente dell’endiadi, le par­ ticolarità del num ero, l’uso dell’astratto e del concreto e di term ini generici e speci­ fici, la tendenza all’espressione abbreviata, la funzione delle perifrasi, il significato soggettivo e oggettivo di num erosi term ini. Analoga attenzione va riservata all’anali­ si della quantità, alla quale spetta u n ruolo distintivo determ inante (Kber lib ro / liber libero-, legis ra c co g li / légis d e lla le g g e...). Infine, nel m om ento del «passaggio» conclusivo (ma nessuna traduzione è mai de­ finitiva), si suggerisce di non latinizzare l ’italiano, nel senso che n o n è certam ente utile una sovrapposizione pura e semplice di strutture e sistemi linguistici tanto dif­ ferenti.

E S E R C Ì Z I O

U so d e i p r o n o m i

1. Aedui, cum se suaque defendere non possent, legatos ad Caesarem m ittu n t ( Caes.). 2. Valetudo tua m e valde conturbai; significant enim tuae litterae te laborare (Cic.). 3. Q uicquid habes boni malique, die nobis: volo te ac tuos am ores ad caelum lepido vocare versu ( Catull.). 4. Ubi ea Romae com perta sunt, m etus atque m aeror civitatem invaserunt (Sali). 5. Q ui nihil h ab et in vita iucundius vita, is cum virtute vitam n o n potest colere (Rhet. Her.). 6. Puer dom i ea sola discere potest quae ipsi praecipientur; in schola etiam quae aliis ( Quint.). 7. Vitam in peregrinatione exigentibus hoc evenit, u t {che) m ulta hospitia habeant, nullas amicitias (Sen.). 8. Caesar D um norigi custodes ponit, u t quae agat, quibuscum loquatur, scire possit {Caes.). _ 9. Iphicrates fuit e t anim o m agno e t corpore im peratoriaque form a, u t ipso aspectu cuivis iniceret adm irationem sui (Nep.). 10. H aec adm irabilia sunt sed prodigii simile est quod dicam {Cic.). 11. Excogitare nem o quicquam p oterit quod magis decorum regenti sit quam clementia (Sen.). 12. Q uod historici faciunt, e t ipse faciam: illi cum m ulta m entiti sunt ad arbitrium suum, unam aliquam rem n o lu n t spondère sed adiciunt: «Penes auctores fides erit» (Sen.).

ESERCÌZIO

1. 2. 3. 4. 5.

R ie p ilo g o d à c o m p le m e n ti

H abent insidias hom inis blanditiae m ali ( P h a e d e ) . Parva necat m orsu spatiosum vipera taurum ( O v i d . ) . Si esse vis felix, deos ora, n e quid tibi ex his quae optantur eveniat ( S e n .). Alcibiades annos circiter quadraginta natus diem obiit suprem um (N e p .) . Helvetii om nium reru m inopia a d d u rti legatos de deditione ad Caesarem m iserunt (C a e s .).

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Sezione prima

6. Tres ferm e horas pugnatum est et ublque atrociter (Liv.). 7. H annibal recto itinere per Um briam usque ad Spoletium venit (Liv.). 8. Cimon h abebat satis eloquentiae, summ am liberalitatem , m agnam prudentiam cum iuris civilis tum rei militaris (Nep.). 9. Ignavia corpus hebétat, labor fìrmat, illa m aturam senectutem , hic longam adulescentiam ( Cels.). 10. Marius bis Italiana obsidione e t m etu servitutis liberavit (Cic.). 11. Erat in ter Labienum atque hostem difficili transitu fìum en ripisque praeruptis (Caes.). 12. Eum énes vincebat om nes cura, vigilanti!, patientià, calliditate et celeritate ingenii (Nep.). 13. Fortes simus adversus fortuita; n o n contrem escam us iniurias, non vulnera, non vincula, non egestatem (Sen.). 14. Plures deleti sunt hom ines hom inum im petu, id est bellis aut seditionibus, quam omni reliqua calamitate (Cic.). 15. Et palaestrici m otus sunt saepe odiosiores et histrionum (degli attori) nonnulli gestus ineptiis non vacant (Cic.). ESERCIZIO

Sezione prima

Morfologia

Coniugazioni attive, passive e deponenti; proposizioni relative

1. Medici graviores m orbos asperis rem ediis curant et gubernator, ubi naufragium ri­ me t, iactura quidquid servari potest redim it (Curt.). 2. Laetus sum laudari m e abs te, pater, a laudato viro» (Cic.). 3. Sic cotidie utrim que em inus fundis, sagittis reliquisque telis pugnabatur (Caes.). 4. N on potest am or cum tim ore misceri (Sen.). 5. Inde ad Sidona ventum est, urbem vetustate fam aque condìtorum inclitam (Curt.). 6. Sum m um bonum nec infringitur nec augetur; in suo m odo perm anet, utcum que fortuna se gessit (Sen.). 7. N on est philosophTa populare artificium nec ostentationi paratum ; non in verbis sed in rebus est (Sen.). 8. Ad supervacua sudatur; illa sunt quae togam contérunt, quae nos senescere sub tentorio cogunt, quae in aliena litora im pingunt: ad m anum est quod sat est (Sen.). 9. Vereor om nia, im aginor om nia, quaeque natura m etuentium est, ea m axim e m ihi quae m axime abom m or fingo (Plin.). 10. O m nes hom ines, qui sese student praestare ceteris animalibus, sum m a ope niti decet, ne vitam silentio transeant veluti pecora (Sali). 11 · In Cum ano cum essem, venit ad me, quod mihi pergratum fuit, noster Hortensius ( Cic. ). 12. Q uod vides accidere pueris, hoc nobis quoque maiusculis pueris evénit (Sen.). 13. Q uod in adversis rebus solet fieri, alius in alium culpam referebant (Curi). 14. Caesar, priusquam se hostes ex terrore ac fuga reciperent, in fines Suessionum, qui proxim i Remis erant, exercitum duxit et m agno itinere confecto ad oppidum N oviodunum contendit (Caes.). 15. Ego iis fìnibus eiectus sum, quos m aioribus meis populus Rom anus dedit, un d e pa­ ter et avus meus u n a vobiscum expulerunt Syphacem e t Carthaginienses (Sali). 16. Ante adventum L. Sullae C inna seditione orta ab exercitu interem ptus est, vir dignior, qui arbitrio victorum m o reretu r quam iracundià m ilitum (Veli). 17. Nihil est tam difficile et arduum , quod non hum ana m ens vincat (Sen.). 18. Sunt nonnulli qui n egant Eratosthenem potuisse veram m ensuram orbis terrae colligere (Vitr.). 19. In Miltiade erat cum sum m a hum anitas tum m ira com m unitas, u t nem o tam humilis esset, cui non ad eum aditus pateret (Nep.).

Morfologia

20. Sapientia est u n a quae m aestitiam pellai ex animis, quae nos exhorrescere m etu non sinit (Cic.). 21. Nulla erit tam surda posteritas, nulla tam ingrata fama, quae non in caelum vos debitis laudibus ferat (Curt.). 22. Helvetii id quod constituerant facere conantur (Caes.).

ESERCIZIO

Proposizioni infinitive

1. Vides ipsam m ortem nec m alum esse nec bonum (Sen.). 2. Inagitati terroribus, incorrupti voluptaribus, nec m ortem horrebim us nec deos; sciemus m ortem m alum non esse (Sen.). 3. Q uintus Ennius tria corda habere sese dicebat, quod loqui Graece et Osce et Latine sciret (Geli). 4. C reditum est V arronem consulem apud Cannas cum Carthaginiensibus tam infeliciter dimicavisse ob iram Iunonis ( Val. Max.). 5. Galbam, Africanum, Laelium doctos fuisse traditum est, studiosum autem eum qui iis aetate anteibat, C atonem (Cic.). 6. Scriptum in historia est Ham ilcarem Carthaginiensem , cum oppugnaret Syracusas, [audivisse] vocem se postridie cenaturum esse Syracusis (Cic.). 7. Caesar nulla ratione ad pugnam elici posse Pom peium existimabat (Caes.). 8. Per exploratores Caesar cognovit et m ontem a suis teneri et Helvetios castra movisse (Caes.). 9. Iam a Praeneste profectos hostes in agro Gabinio consedisse nuntiabatur (Liv.). 10. Tantum (Soltanto) dicam, quod te spero approbaturum , m e om nem m eam curam at­ que operam ad philosophiam contulisse (Cic.). 11. Hoc Antigonus cum com perisset intellegeretque se parem non esse paratis adversariis, statuii aliquid sibi consilii novi esse capiendum (Nep.). 12. Asclepiades officium esse m edici dicit, u t celeriter curet (Cels.).

ESERCÌ Z I 0

1. 2. 3. 4.

Subordinate di vario tipo

Caesar u t B rundisium venit, contionatus apud milites, naves solvit (Caes.). Cum perm agna praem ia sunt, est causa peccandi (Cic.). Scio quam sis amicis iucundus (Cic.). H annibal ex agro Beneventano castra ad Capuam cum movisset, ter rio post die quam venit copias in aciem eduxit (Liv.). 5. Pom peius quoque, u t postea cognitum est, suorum om nium h ortatu statuerat proe­ lio decertare (Caes.). 6. H annibal anno quarto, postquam dom o profugerat, L. Cornelio Q. M inucio consulibus, cum quinque navibus Africani accessit in finibus Cyrenaeorum (Nep.). 7. Si esset corpus im m ortale, non esset m utabile (Cic.). 8. Ego vos, quo (ut) pauca m onerem , advocavi, simul u t causam m ei consilii aperirem (Sali). 9. Cum duobus modis, id est aut vi aut fraude, fiat iniuria, fraus quasi vulpeculae, vis leonis videtur (Cic.). 10. Q uam versabilis fortuna sit, docum entum ipse sum, nec im m erito miriores vices eius expecto (Curt.). 11. C. Gracchus, cum ex Sardinia rediit, orationem ad populum in contione habuit (Geli).

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12. Hamilcar, postquam m are transiit in H ispaniam que venit, m agnas res secunda gessit fortuna (Nep.). 13. Dom itianus expeditionem in Galliam inchoavit u t fratri se e t opibus et dignatione adaequaret (Suet.). 14. Romae nocturnus terro r ita ex som no trepidami repente civitatem excivit u t Capitolium atque arx m oeniaque et portae piena arm atorum fuerint (Liv.). 15. Caesar cum constituisset hiem are in continenti p ro p te r repentinos Galliae m o to , neque m ultum aestatis superesset, obsides im perat (Caes.). 16. Epam inondas fuit edam disertus, u t nem o ei T hebanus par esset eloquenti! (Nep.). 17. Cum bello acri e t diutm o Veientes a Romanis intra m oenia compulsi capi n o n possent, exoptatae victoriae iter m iro prodigio dii im m ortales patefecerunt (Val. Max.). 18. Consul ubi ea parari cognovit, dispositis praesidiis, u t res atque tem pus m onebat, convocato senatu, refert, quid de eis fieri placeat, qui in custodiam traditi erant (Sali). 19. Discipulos id unum m oneo, u t praeceptores suos non m inus quam ipsa studia am ent (Chiint.). 20. Est proprium m unus m a g istra to intellegere se gerere personam civitatis debereque eius dignitatem e t decus sustinere, servare leges, iura describere, ea fidei suae commissa (sono state affidate) m em inisse (Cic.). ESERCÌ ZI O

Sezione prima

Morfologia

Ablativo assoluto

1. Galli, re cognita, p e r exploratores obsidionem relinquunt, ad Caesarem om nibus copiis con ten d u n t (Caes.). 2. Milites dato signo celeri ter ad m unitionem perveniunt (Caes.). 3. Artes innum erabiles repertae sunt docente natura (Cic.). 4. O ratoribus missis ad deprecandum , triste responsum a rege redditur, n o n esse veniae locum (Curi). 5. Interiectis paucis annis, tribunatum iniit M. Livius Drusus (Veli). 6. Alcibiades ineunte adulescentia am atus est a multis, in eis a Socrate, de quo mentionem fecit Plato in Symposio (Nep.). 7. Aliquam diu ibi M arte incerto, varia victoria pugnatum est (Liv.). 8. A pud antiquos n o n solum publice, sed edam privatim nihil gerebatur nisi auspicio prius sum pto (Val. Max.). 9. Sabinae m ulieres crinibus passis scissaque veste ausae sunt se in ter tela volantia inferre (Liv.). 10. Diis iuvantibus, nobis vigilantibus et m ultum in posterum providentibus, populo Rom ano consentiente, erim us liberi brevi tem pore ( Cic.).

Morfologia

Ercole viene derubato Fonte Origo gentis Romanae Argomento Recarono (Ercole) si reca a Pallanteum, la città di Evandro. Un servo (Caco) gli ruba gli armenti ed egli, non essendo riuscito a trovarli, deride di partire. Evandro fa pu­ nire il servo e restituisce gli armenti ad Ercole, che dedica un altare a Giove efa un sacrificio in suo onore Genere epitome storica Percorsi 1 —> Il mito; 2 —» La favola; 3 —> Le origini leggendarie di Roma; 8 —» La narra­ tiva; 14^> La storiografia Recaranus quidam , Graecae originis, ingentis corporis et m agnarum virium pastor, qui erat form a, virtute, ceteris antecellens, H ercules a p p e lla to , eodem 1 venit. C um que arm enta eius circa flum en Albulam pascerentur, Cacus, Evandri servus, nequitiae versutus et praeter cetera furacissimus, Recarani hospitis boves surripuit ac, ne quod esset indicium , aversas in speluncam attraxit. Cum que Recaranus, vicinis regionibus peragratis scrutatisque om nibus latebris, desperasset inventurum excedere his finibus constituerat. At vero Evander, excellentissimae iustitiae vir, postquam rem com perit, servum noxae dedit bovesque restituì fecit. Tum Recaranus sub Aventino Inventori Patri2 aram dedicavit appellavitque Maximam, e t apud eam decim am sui pecoris profanavit3. 1. eodem. «nel medesimo luogo», cioè nella città di Evandro, a Pallanteum, dove più tardi sarebbe sorta Roma. 2. Inventori Patri·, cioè a Giove. 3. profanavit «offri in sacrificio».

«Conosci tc stesso» Fonte Cicerone Argomento è il celebre insegnamento dato dal dio Apollo e inciso sulla porta del tempio di Delfi. L ’invito a conoscere noi stessi è rivolto alla nostra anima, perché il corpo non è altro che un recipiente che serve a contenere l’anima Genere prosa filosofica Percorsi 24 —>Educazione e istruzione; 28 —>Il pensiero filosofico Est illud vel m axim um 1, anim o ipso anim um videre, et nim irum hanc h ab et vim praeceptum Apollinis, quo m onet u t se quisque noscat. N on enim credo id praecipit, ut m em bra nostra aut staturam figuramve noscamus; neque nos corpora sumus, nec ego li­ bi haec dicens corpori tuo dico. Cum igitur «nosce te» dicit, hoc dicit: «Nosce anim um tuum». Nam corpus quidem quasi vas est aut aliquod anim i receptaculum ; ab anim o tuo quicquid agitur, id agitur a te. H unc igitur nosse nisi divinum esset, non esset hoc prae­ ceptum trubutum deo. 1. Est... maximum·. «È indubbiamente la cosa più alta», spiegata nella frase successiva.

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Morfologia

Lessico

Morfologia

Lessico

«ut se quisque noscat... noscamus... nosce fe ... Nosce animum tuum... nosse»

«ut mortuorum corpora nihil sentire vivi sentiamus»

N osco, noscis, novi, notum, noscére significa, in senso proprio, «imparare a cono­ scere», «conoscere» e, come traslato, «esaminare», «giudicare», «amm ettere». La ra­ dice *GNO «conoscere» ha u n ’estensione notevole, a partire dai com posti con pre­ posizione del verbo semplice: α-gnoscere «riconoscere», co-gnoscere, «venire a conosce­ re», di-noscere «riconoscere fra molti», «distinguere», i-gn,oscene «perdonare», per-noscere «conoscere bene», prae-noscere «conoscere in anticipo». Alla stessa radice si ricondu­ cono i verbi nominaree notare e relativi composti. Tra i sostantivi si evidenziano: nomen -minis «nome», agnitio -onis «riconoscimento», cognitio -onis «cognizione», notus -a -um «conosciuto», notitia -ae «notorietà», nota -ae «segno», notabilis -e «riconoscibile». I Rom ani usavano tre nom i ( tria nomina): praenomen, corrispondente al nom e di batte­ simo; nomen, che indicava il nom e della gens, ovvero del gruppo di famiglie ricondu­ cibili ad un capostipite com une; cognomen, il nom e della famiglia (Publius Cornelius Sàpio). Talvolta c’era anche il «soprannom e», acquisito p er motivi particolari, Yagnomen (Africanus). La do n n a aveva il nom e gentilizio del padre (la figlia di M arco Tullio Cicerone si chiamava sem plicem ente Tullia). I praenomina più com uni, di solito scrit­ ti in form a abbreviata, erano Aulus, Appius, Gaius, Lucius, Manius, Marcus, Publius, (hiintus, Sextus, Titus.

Sentio, -is, sensi, sensum , sentire è il «sentire» attraverso i sensi, che sono anche il pri­ mo strum ento della conoscenza sperim entale; con valore traslato sentire è «accorger­ si», «avvedersi», «valutare». N um erosi i composti con preposizione: assentire «assen­ tire», consentire «essere d ’accordo», dissentire «dissentire», persentire «sentire bene», prae-sentire «avere il presentim ento». Tra i nomi: sensus -us, m., «senso», sententia -ae, «parere», «sentenza». In italiano: sentire, senso, sensibile, sentim ento, sentenza, con­ sentaneo, dissentire.

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- Ι I poeti diseducano Fonte Cicerone Argomento sull’influenza diseducativa dei poeti Cicerone interviene piu, d ’u na volta, ri­ prendendo un concetto che era stato espresso da Platone Genere prosa filosofica Percorsi 6 —» Personaggi greci; 26 —>Arti, scienza, erudizione; 28 —) Il pensiero filosofico

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Varietà degli usi funebri Fonte Cicerone Argomento quanto agli usi funebri, esistono molte diversità tra popolo e popolo. Gli Egiziani imbalsamano i morti, i Persiani li seppelliscono spalmati di cera, i Magi aspettano che siano dilaniati dalle bestieferoci; addirittura, in Ircania (Asia) sono allevati cani di raz­ za perché divorino il corpo dei defunti Genere prosa filosofica Percorsi 13 —>I Romani e gli altri; 28 —> Il pensiero filosofico C ondiunt1Aegyptii m ortuos et eos servant domi; Persae edam cera circumlitos condunt, u t quam m axime perm an ean t d iu tu rn a corpora. M agorum mos est non hum are corpora suorum , nisi a feris sint ante laniata; in Hyrcania plebs publicos alit canes, optum ates domesticos: nobile autem genus canum illud scimus esse, sed prò sua quisque facultate2 parat a quibus lanietur, eam que optum am illi esse censent sepulturam . Perm ulta alia colligit Chrysippus3, u t est in om ni historia curiosus, sed ita taetra sunt quaedam , u t ea fugiat e t reform idet oratio. Totus igitur hic locus est contem nendus in nobis, non neglegendus in nostris, ita tam en, u t m ortuorum corpora nihil sentire vivi sentiamus4. 1. Condiunt «Imbalsamano». 2. prò... facultate. «ciascuno in proporzione ai propri mezzi». 3. Chrysippus·. Crisippo (280-206 a.C.), filosofo stoico, oltre alle opere filosofiche aveva scritto anche testi di fisica e di storia naturale. 4. ut... sentiamus: «da renderci conto, vivi, che il cor­ po dei morti non sente nulla».

Videsne poètae, quid mali adferant? Lam entantes in d u cu n t1 fortissimos viros, m olliunt anim os nostros, ita su n t deinde dulces, u t n o n leg an tu r m odo, sed etiam ediscantur. Sic ad m alam dom esticam disciplinam vitamque um bratilem e t delicatam cum accesserunt etiam poètae, nervos om nis virtutis elidunt. Recte igitur a Platone eiciuntur ex ea civitate, quam finxit2 ille, cum optim os m ores e t optim um rei publicae sta­ timi exquireret. At vero nos, docti scilicet a Graecia, haec a pueritia e t legimus e t discimus, hanc eruditionem liberalem et doctrinam putam us3. I. inducunt. «rappresentano», detto con ironia.

2. finxit. «ideò», «plasmò con la mente».

3. hanc... putamus: è

Lessico «quam finxit ille»

Fingo, -is, finxi, fictum , fingére, com posto da ex e fingo, significa «ritrarre», «espri­ m ere», «riprodurre» (è usato per indicare l’azione dell’artista che «plasma» l’imma­ gine). Alla stessa radice *FIG / FIC si collegano: ef-fingere «forgiare», fiele «in appa­ renza» , ficlilis -e «plasmabile», «fittile», fictio -onis «finzione», «creazione», e/figies s i «ef­ fìgie», «immagine», figura -ae «figura», figulus-i «vasaio». In italiano: fingere, finzione, fittile, fittizio, effigiare, figura, prefigurare... Anche l’inglese fiction si riferisce all’o­ pera cinem atografica o letteraria, in cui prevale il fattore inventivo e creativo di u n ’immagine.

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Morfologia

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Fine di Mitridate

Romolo e Tito Tazio Fonte De viris illustribus Argomento dopo il rapimento delle donne Sabine da parte dei Romani, Romolo (753-716

Fonte Eutropio Argomento su Mitridate VI, detto Eupatore, re del Ponto, stona e leggenda si mescolano:

a.C.) affrontò Tito Tazio che aveva occupato la rupe del Campidoglio (la rupe Tarpea), ma solo grazie all’intervento delle Sabine lo scontro ebbe termine. I Sabini furono accolti a Roma con il nome di Quiriti, la popolazionefu distinta in Ramnensi, Tiziensi e Luceri e distribui­ ta in curie (contrade). La scomparsa di Romolo avvenne in maniera misteriosa Genere biografia Percorsi 4 —> Ire; 9 —» L ’espansione della repubblica; 10 —» La biografia

era molto dotto, aveva una memoria prodigiosa epare che conoscesse addirittura decine di lin­ gue. I Romani lo affrontarono in ben tre guerre, nell’ultima delle qualifu sconfitto da Pompeo (66 a.C.), dopo la guerra contro i pirati. Quando Mitridate si vide tradito anche dal figlio Famace, si diede la morte Genere epitome storica Percorsi 13 —>I Romani e gli altri; 14 —» La storiografia

Romulus adversus Tatium, qui m ontem Tarpeium tenebat, processit et in eo lo­ co, ubi nu n c forum Rom anum est, pugnam conseruit1: ibi Hostus Hostilius fortissime dimicans cecidit, cuius interitu consternati Rom ani fugere coeperunt. Tunc Rom ulus Iovi Statori aedem vovit, e t exercitus seu forte seu divinitus2 restitit. Tunc raptae in m edium processerunt et hinc patres inde coniuges deprecatae pacem conciliarunt. Rom ulus foedus percussit et Sabinos in urbem recepit, populum a Curibus, oppido Sabinorum , Quirites vocavit. Centum senatores a pietate patres appellavit. Tres equitum centurias instituit, quas suo nom ine Ramnes, a Tito Tatio Tatienses, a luci com m unione Luceres ap­ pellavit. Plebem in triginta curias distribuit easque raptarum nom inibus appellavit. Cum ad Caprae paludem exercitum lustraret, nusquam com paruit.

Piratae om nia m aria infestabant ita u t Romanis toto orbe victoribus sola navigatio tuta n o n esset. Q uare id bellum Cn. Pom peio decretum est. Q uod intra paucos menses ingenti et felicitate et celeritate confecit1. Mox ei delatum edam bellum con tra regem M ithridatem e t Tigranem . Q uo suscepto, M ithridate in Arm enia m inore nocturno proelio vicit, castra diripuit, quadraginta milia eius occidit, viginti tantum de exercitu suo perdidit et duos centuriones. M ithridates cum uxore fugit e t duobus comitibus. N eque m ulto post, cum in suos saeviret, Pharnacis, filli sui, apud milites seditione ad m ortem coactus venenum hausit. H unc finem habuit M ithridates. Periit autem apud Bosphorum , vir ingentis industriae consiliique. Regnavit annis sexaginta, vixit septuaginta duobus, contra Romanos bellum habuit annis quadraginta.

1. pugnam conseruit. «attaccò battaglia». divina».

1. confecit «portò a termine».

2. seuforte seu divinitus: «vuoi per caso, vuoi per volontà

Lessico Avventure di Ulisse Fonte da. Igino Argomento dopo aver vinto il popolo dei Cleoni (in Tracia) e conosciuto i Lotòfagi (in

«venenum hausit» Haurio, -is, hausi, haustum, haurfre significa «attingere» (detto di liquidi), in senso traslato «spargere», «inghiottire», «divorare», «compiere», «afferrare» (con i sensi). Il sostantivo è haustus -us, m., Γ «attingere»; con la preposizione ex si h a ex-haurire «ca­ vare fuori», «logorare», «consumare». In italiano: esaurire, esaurim ento, esausto...

Libia), Ulisse affrontò il ciclope Polifemo e riuscì a batterlo con l’astuzia Genere mitografia Percorsi 1 —» Il mito

Ulixes cum ab Ilio in patriam Ithacam rediret, tem pestate ad Ciconas est delatus, quorum oppidum Ism arum expugnavit praedam que sociis distribuit. In d e ad Lotophagos, hom ines m inim e malos, qui loton ex foliis florem procreatum edebant, isque cibus tantam suavitatem praestabat u t qui gustabant oblivionem caperent dom um reditionis. Ad eos socii duo missi ab Ulixe cum gustarent herbas ab eis datas ad naves obliti sunt reverti. Inde ad Cyclopem Polyphem um N eptuni fìlium. Huic responsum erat ab augure Telemo, Eurymi filio, u t caverei n e 1 ab Ulixe excaecaretur. Hic m edia fronte unum oculum habebat et carnem hum anam epulabatur. Qui postquam pecus in speluncam redegerat, m olem saxeam ingentem ad ianuam opponebat. Q ui Ulixem cum so­ ciis inclusit sociosque eius consum ere coepit. Ulixes cum videret eius im m anitati atque feritati resistere se n o n posse, vino eum inebriavit. 1. ut caverei ne. «di stare attento a non...».

Cronologia di personaggi greci Fonte Aulo Gellio Argomento gli antichi ritenevano generalmente che Omero e Esiodo fossero vissuti durante

il regno dà Silvi (discendenti di Enea) ad Alba, àrea centosessanta anni prima della fonda­ zione di Roma. Il poeta e legislatore ateniese Solone (639-599 a. C.) visse durante il regno di Tarquinio Prisco (616-5 79 a. C.), mentre il tiranno Pisistrato durante quello di Servio Tullio (5 78-535 a. C.); il filosofo Pitagora giunse in Italia durante il regno di Tarquinio il Superbo (534-510 a.C.) Genere prosa erudita Percorsi 3 —>Le origini leggendarie di Roma; 4 ^ 1 re; 6 Personaggi greci Incipiem us a Solone d a rò , quoniam de H om ero et Hesiodo inter om nes fere

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Morfologia

scriptores constitit1 aetatem eos egisse vel iisdem fere tem poribus vel H om erum ali­ quanto antiquiorem , utrum que tam en ante Romam conditam vixisse Silviis Albae regnantibus, annis post bellum T roianum plus centum atque sexaginta, ante Romam autem conditam annis circiter centum et sexaginta. Solonem ergo accepimus, unum ex ilio nobili num ero sapientium , leges scripsisse Atheniensium Tarquinio Prisco Romae regnante, anno regni eius tricesimo tertio. Servio autem Tullio regnante. Pisistratus Athenis tyrannus fuit, Solone ante in exilium voluntarium profecto, quoniam id ei praedicenti non creditum est. Postea Pythagoras Samius in Italiam venit Tarquinii filio regnum obtinente, cui cognom entum fuit Superbo. 1. constitit «è convenuto» (da consto, -as, constiti, constare).

I Prenestini t e n t a n o di attaccare Roma Fonte da Livio Argomento approfittando di un momento di particolare confusione politica, i Prenestini de­ cidono di attaccare Roma e pongono il campo sulle rive dell’Alita, un fiume di triste memo­ ria per i Romani, poiché li erano stati battuti dai Galli. Ma la nomina di Tito Quinto Cincinnato a dittatore tolse loro ogni speranza (380 a.C.) Genere storiografia Percorsi 9 L ’espansione della repubblica; 12^> Il vaiare militare; 14—>La storiografia Cum e s s e t,Praenestinis nuntiatum nullum exercitum conscriptum (esse) Romae, nullum ducem certum esse, patres ac plebem in sem et ipsos versos1, duces eorum , raptim agm ine facto, pervastatis protm us agris, ad portam Collinam signa intulerunt. Ingens in urbe trepidatio fuit. Conclam atum (est) «ad arm a», concursum que in m uros adque portas est; tandem que ab sedinone ad bellum versi, dictatorem T. Q uinctium Cincinnatum creaverunt. Q uod ubi auditum est —tantus eius m agistratus terro r erat - simul hostes a m oenibus recesserunt et iuniores Rom ani ad edictum sine retractatione2 convenerunt. Dum conscribitur Romae exercitus, castra interim hostium haud procul Alba flum ine posita (sunt); inde agrum late populantes, fatalem se urbi Rom anae locum cepisse inter se iactabant3. 1. patres... versos: «che i patrizi e i plebei erano in contrasto tra di loro». za opporsi piu». 3. interse iactabant «si vantavano fra di loro».

2. sine retractatione. «sen­

Lessico «agrum late populantes»

Populor, -aris, populatus sum, populari significa «saccheggiare», «devastare»; fre­ quente il verbo com posto de-populari con lo stesso significato, non altrettanto la for­ m a populo, -as, transitiva, sem pre con il valore di «devastare». Tra i nom i, ricordiam o populatio -onis «devastazione», che può in durre facilm ente in errore quanto al signi­ ficato (ma non ha nulla in com une con populus -i «popolo», che è probabilm ente da accostare a plebs plebis e a plenus -a -urri).

Morfologia

Solone simula la follia Fonte Giustino t . Argomento Solone (639-599 a. C.), fintosi pazzo, si sarebbe messo a declamare un ’elegia di guerra per spingere gli Ateniesi a recuperare l’isola di Salamina Genere epitome storica Percorsi 6 —>Personaggi greci; 14 —» La storiografia H uius viri inter m ulta egregia illud m em orabile fuit. In ter A thenienses et M egarenses de proprietate Salaminae insulae prope usque interitum armis dim icatum fuerat. Post multas clades capitai1 esse apud Athenienses coepit, si quis legem de vindicanda insula tulisset. Sollicitus igitur Solon, ne aut tacendo parum rei publicae consuleret aut censendo sibi, subitam dem entiam simulai, cuius venia n o n dicturus m odo prohibita, sed e t facturus erat. Deformis habitu m ore vaecordium 2 in publicum evòlat factoque concursu hom inum , quo magis consilium dissimulet, insolitis sibi versibus suadere populo coepit, quod vetabatur, om nium que anim os ita cepit, u t extem plo3 bellum adversus M egarenses decern eretu r insulaque devictis hostibus Atheniensium fieret. 1. capitai: «un delitto capitale da scontare con la morte». 2. vaecordium: o vecordium «dei folli», < ve-cor (v i è una particella che indica eccesso o difetto; cor cordis significa «cuore»). 3. extemplo: aw., «subito».

V

Le cause della discordia civile a Roma Fonte da Sallustio ; . Argomento l ’autore attribuisce l’inizio delle guerre civili a Roma all espansione temtonale dello Stato, alle lotte tra fazioni politiche e all’arroganza dell’aristocrazia. La distruzione di Cartagine (146 a. C.), sempre secondo Sallustio, ha segnato il confine tra concordia civile e prevaricazione di una classe sull’altra Genere storiografia monografica Percorsi 14 La storiografia; 17 -» Le guerre civili Ante Carthaginem deletam populus e t senatus Rom anus placide m odesteque inter se rem publicam tractabant1, neque gloriae neque dom inationis certam en inter cives erat: m etus hostilis2 in bonis artibus civitatem retinebat. Sed ubi illa form ido mentibus decessit3, lascivia atque superbia incessere4. Ita quod in adversis rebus optaverant otium , postquam adepti sunt, asperius acerbiusque fuit5. N am que co ep eru n t nobilitas dignitatem , populus libertatem in libidinem vertere. Ita om nia in duas partes abstracta sunt; res publica, quae m edia fuerat, dilacerata est. Nobilitas factione magis pollebat6, plebis vis soluta atque dispersa in m ultitudine m inus poterai. Paucorum arbitrio belli dom ique agitabatur7; penes eosdem 8 aerarium , provinciae, magistratus, gloriae trium phique erant; populus militia atque inopia urgebatur; praedas bellicas im peratores cum paucis diripiebant. 1. tractabant «governavano». 2. metus hostilis·. «il timore del nemico». 3. decessit «si dileguo». 4. incessere. «si fecero avanti»; sta per incesserunt. 5. asperius acerbiusquefu it «divenne piu grave e più dolorosa». 6. magis pollebat «aveva più forza». 7. agitabatur. «(lutto) dipendeva». 8. penes eosdem: «nelle mani degli stessi», cioè l’aristocrazia.

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Morfologia

Lessico

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«populus et senatus Romanus... populus libertatem in libidinem vertere... plebis vis... populus militia atque inopia urgebatur»

«quod... in habitationes, in viatica, in ea quae perégre emuntur... impenditis»

Pendo, -is, pependi, pensum , pendere significa «pesare» (le form e intensive sono pendeo, -es, pependi, pendere, pensare e pensitare), «esaminare», «pesare la m oneta», quindi «pagare». Composti di penda dependere «pagare», exfrendere e impendere «spendere», per-pendere «valutare», rependere «dare in cambio», suspendere «tenere in sospeso». A pendo si collegano impendium -ii «spesa», impensa -ae «costo», pensio -onis «pagamento», stipendium -ii (< stips stipis «moneta» e pendo «peso»). In italiano: pendere, dipendere, sospendere, pensione, stipendio, compenso...

Populus -i, m., «popolo» e plebs plebis, f., «plebe» forse han n o u n a radice com une *PLE, che contiene l’idea del «riempire». Da populus deriva l’aggettivo popularis -e, che ha doppio valore, attivo e passivo: «stabilito dal popolo» e «fatto per il popolo». Come term ine politico, popularis significa «dalla parte del popolo», m entre la sua ac­ cezione negativa è «demagogico»; il plurale populares -ium designa il partito dem o­ cratico, contrapposto agli optimates, gli «ottimati». Rispetto a. popularis, l’aggettivo plebeius -a -um ha u n a connotazione quasi di disprezzo. In italiano: popolo, popolare, po­ polarità, plebeo...

Un professore molto accorto

φΗ

Fonte da Frontone Argomento nello scrivere questa lettera (del 146 d.C.) a Marco Aurelio (non ancora impe­

A Como mancano i prolcssori

ratore), Frontone parla dell 'atteggiamento tenuto dal filosofo Socrate (469-399 a.C.) con i suoi allievi Genere epistolografia Percorsi 6 —> Personaggi greci; 21 —r L ’epistolografia; 24 —» Educazione e istruzione; 28 —>Il pensiero filosofico

Fonte Plinio il Giovane Argomento questa lettera, indirizzata allo storico Cornelio Tacito, è un tassello interessan­

te relativo all’istruzione nel mondo antico. Veniamo a sapere della mancanza di professori a Como e della necessità per i giovani di quella città di andare a studiare a Milano Genere epistolografia Percorsi 21 —> L ’epistolografia; 24 —>Educazione e istruzione Proxim e1cum in patria m ea2 fui, venit ad m e salutandum m unicipis m ei3 fìlius praetextatus. Huic ego «Studes?» inquam . Respondit: «Etiam». «Ubi?». «Mediolani». «Cur non hic?» Et pater eius (erat enim una4 atque etiam ipse adduxerat puerum ): «Quia nullos hic praeceptores habemus». «Quare nullos? Nam vehem enter intererat vestra, qui patres estis» (et opportune com plures patres audiebant) «liberos vestros hic potissimum discere. Ubi enim aut iucundius m orarentur5 quam in patria aut pudicius continerentur quam sub^oculis parentum aut m inore sum ptu quam domi? Q uantulum est6 ergo, colla­ ta pecunia, conducere praeceptores, quodque nunc in habitationes, in viatica, in ea quae perégre em untur (om nia autem perégre em untur) impenditis, adicere mercedibus?7 Atque adeo ego, qui nondum liberos habeo, paratus sum prò re publica nostra, quasi prò filia vel parente, tertiam partem eius quod conferre vobis placebit dare». 1. Prorime. «Recentemente». 2. in patria mea·. Plinio era nato a Como (nel 61/62 d.C.). 3. mu­ nicipis mei'. «di un mio concittadino». 4. una', «insieme». 5. morarentur. «potrebbero dimorare». 6. Quantulum est. «Quanto ci vuole». 7. adicere mercedibus:. «aggiungere all’onorario» (dei profes­ sori) .

Vidit1 ingenia hom inum ac praecipue adulescentium facilius comi atque adfabili2 oratione leniri quam acri violentaque superari. Itaque n o n vineis neque arietibus errores adulescentium expugnabat, sed cuniculis subruebat. Est enim genus hom inum na­ tura insectantibus indom itum , blandientibus conciliatum. Q uam ob rem facilius precariis3 decedim us quam violentis deterrem ur, plusque ad corrigendum prom ovènt consilia quam iurgia. Ita com itati m onentium obsequim ur, inclem entiae obiurgantium obnitim ur. 1. Vidit soggetto sott. «Socrate» 2. adfabili: {< ad-for Oriente e Creda; 10—r La biografia Lysander Pharnabazo renuntiat, quae regi cum Lacedaem oniis essent, irrita fu­ tura1 nisi Alcibiadem vivum aut m ortuum sibi tradidisset. Satrapes violare clem entìam quam regis opes m inui2 maluit. Itaque misit Susam ithrem et Bagaeum3 ad Alcibiadem interfìciendum , cum file esset in Phrygia. Missi4 dan t negotium u t eum interficiant. f il i , cum ferro aggredì n o n auderent, noctu ligna contulerunt circa casam in quam quiescebat, eam que succenderunt, u t incendio conficerent eum quem m anu superari posse diffidebant. file autem , u t sonitu flam mae excitatus est, id quod in praesentia vestimentorum fuit6 arripit. His in ignem coniectis, flam mae vim transiit. Q uem u t barbari incen­ dam i effugisse viderunt, telis em inus missis interfecerunt caputque eius ad Pharnabazum rettulerunt. 1. quae... irrita futura: «che l’alleanza tra gli Spartani ed il re di Persia sarebbe stata annu ata». 2. quam... minui: «che vedere diminuita la potenza del re». 3. Susamithrem et Bagaeum: Susamitre e Bageo erano parenti di Famabazo. 4. Missi: «Inviati»; Susamitre e Bageo incaricano altri del­ l’uccisione di Alcibiade. 5. UH: «Loro», cioè i sicari. 6. id quod... fu it «i vestiu che al momento erano a portata di mano».

Sezione seconda Sintassi del nome

Sezione seconda

Sintassi del nome

Concordanze ■ Uso del nominativo e del vocativo

Concordanze In latino le regole delle concordanze sono generalm ente analoghe a quelle dell’ita­ liano; si danno però le seguenti precisazioni: - si h a la concordanza a senso, quando il predicato concorda con il soggetto logico, anziché con il soggetto grammaticale. Es.: Magnus num erus navium captae sunt: Un grande numero di navi fu presa, - talvolta il predicato concorda con uno solo dei soggetti. Es.: Senatus populusque Romanus decrevit: Il senato e il popolo di Roma decretarono·, - talvolta il predicato concorda, anziché con il soggetto, con il com plem ento pre­ dicativo o con il nom e del predicato. Es.: Gens universa Veneti appellati sunt: Tutta la gente f u chiamata Veneti; - il pronom e relativo concorda in genere e num ero con il nom e cui si riferisce, m en­ tre il caso dipende dalla sua funzione logica.

Nominativo. Vocativo Richiedono il doppio nom inativo, del soggetto e del predicativo del soggetto, i ver­ bi che indicano u n m odo di essere (sum, fio, videor, nascor, appareo etc.) e i verbi cosiddetti appellativi, elettivi, estimativi di form a passiva (dicor, eligor, indicor, habeor). Il doppio nom inativo si conserva quando tali verbi sono retti da un verbo ser­ vile, purché vi sia identità di soggetto. Es.: Hortensius princeps oratorum existim atus est: Ortensiof u ritenuto il primo degli ora­ tori. Temperantia recte frugalitas appellati potest: La frugalità si può giustamente chiamare temperanza.Il Il verbo videor, sembro, h a di solito costruzione personale. Es.: Tu mihi videris studere: M i sembra che tu studi. Nei seguenti casi ha, come in italiano, costruzione impersonale: - quando è accom pagnato da u n aggettivo neutro; - q uando significa sembrare opportuno', - q uando è unito ad un altro verbo im personale com e piget, pudet, taedet, paenitet, miseret; - q uando è seguito dalla perifrasi fore o futurum esse ut. Es.: In prim is arduiun videtur res gestas scribere (Sali): Prima di tutto sembra diffiàle descrivere i fatti storici. Visum est m ihi de senectute aliquid conscribere (Cic.): Mi è sembrato opportuno scrive­ re qualcosa sulla vecchiaia. Mihi videbatur te taedere huius vitae: M i sembrava che tu ti annoiassi di questa vita. N on m ihi videtur fore ut discas rem tam difficilem: Non mi sembra che tu imparerai un argomento tanto diffiàle.

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Sintassi del nome

Altri verbi, come dicor, feror, trador, narrar, putor, han n o la costruzione personale nel presente e nei tem pi derivati. Es.: H om erus dicitur caecus fuisse: Si dice che Omero fosse cieco. I verbi di com andare e vietare (iubeor, vetor, sinor, prohibeor) hanno al passivo co­ struzione personale in tutti i tempi. Es.: M ilites iussi sunt proficisci: Si comandò ai soldati di partire. II com plem ento di vocazione si trova in vocativo, talvolta preceduto dalla interiezio­ ne o; ha una desinenza propria (-e) solo nella seconda declinazione, m entre coinci­ de con il nom inativo nelle altre declinazioni.

5. Cum exprim ere im aginem consuetudinis atque vitae velimus E pam inondae, nihil videm ur debere praeterm ittere, quod pertineat ad eam declarandam (Nep.). 6. Videre iam videor populum a senatu disiunctum , m ultitudinis arbitrio ras maximas agi (Cic.). 7. Videor m ihi in re confessa p erd ere operam (Sen.). 8. Ariovistus tantos sibi spiritus, tantam arrogantiam sum pserat, u t ferendus non vide­ re tur (Caes.). 9. Mihi videor satis et esse deos e t quale essent ostendisse (Cic.). 10. Hoc m axime convenire in Alcibiadem videbatur (Nep.).

ESERCIZIO

ESERCIZIO

Concordanze e doppio nominativo

1. Certe om nes virtutis com potes beati sunt (Cic.). 2. Alius in alium culpam referebant (Curt.). 3. Viguit in nostra civitate G racchorum sum m a nobilitas ac spes amplissima ( Val. Max.). 4. Alit aem ulatio ingenia, et nunc invidia, nu n c adm iratio im itationem accendit (Veli.). 5. V irtutum amicitia adiutrix a n atura data est, non vitiorum comes (Cic.). 6. Defendi rem publicam adulescens, n o n deseram senex (Cic.). 7. N em o nascitur dives (Sen.). 8. M ortuo Marcio cunctis populi suffragiis rex est creatus L. Tarquinius (Cic.). 9. Prim us in Italiani creditur venisse Saturnus ( Or. gentis R o m .). 10. Prim us apud Graecos Pherecides Syrius soluta oratione scripsit, apud Rom anos autem Appius Caecus adversus Pyrrhum solutam orationem prim us exercuit (Varr.).

ESERCIZIO

Videor

1. Malum m ihi videtur esse m ors (Cic.). 2. Tibi om nisne anim i com m otio videtur insania? (Cic.). 3. Solem e m undo tollera videntur qui amicitiam e vita tollunt, qua nihil a diis immortalibus melius habem us, nihil iucundius (Cic.). 4. Mihi quidem videntur qui utilitatum causa fingunt amicitias amabilissimum nodum amicitiae tollera (Cic.). 5. Ea invasit hom ines habendi cupido, u t possideri magis quam possidere videantur (Plin.). 6. N eque ita generati a natura sumus, u t ad ludum et iocum facti esse videam ur (Cic.). 7. Romae videor esse cum tuas litteras lego ( Cic.). 8. Amens m ihi fuisse a principio videor (Cic.). 9. De tota m ea cogitatione scripsi ad te antea satis, u t m ihi visus sum, diligenter (Cic.). 10. V idebantur finita belli civilis mala, cum Sullae crudelitate aucta sunt (Veli.).

ESERCIZIO

1. 2. 3. 4.

Videor

Strepitum hostilium arm orum exaudire m ihi videor (Curt.). T urpe m ihi videbatur in eam urbem m e audere reverti ex qua Brutus cederet (Cic.). O ptim um visum est com m ittere rem fortunae (Liu). Epicurus ea dicit u t mihi risus captare videatur (Cic.).

Sintassi del nome

Doppio nominativo; vocativo

1. Artem m em oriae prim us ostendisse dicitur Simonides (Quint.). 2. Siciliana provinciam C. Verres p er triennium depopulatus esse, Siculorum civitates, dom os exinanisse, fana spoliasse dicitur (Cic.). 3. Caesar adventare iam iam que e t adesse eius equites falso nun tiab an tu r (Caes.). 4. Cum increbesceret ru m o r bellum in Sicilia esse, T. Otacilius eo cum classe proficisci iussus est (Liv.). 5. L. Sicinius Dentatus pugnasse in hostem dicitur centum et viginti proeliis, cicatricem aversam nullam , adversas quinque e t quadraginta tulisse, coronis donatus esse aureis octo (Geli.). 6. X anthippe, Socratis philosophi uxor, m orosa adm odum fuisse fertur e t iurgiosa (Geli.). 7. Fortunate senex! hic, inter flum ina nota e t fontes sacros, frigus captabis opacum (Verg.). 8. Vale, disertissime, doctissime, m ihi carissime, dulcissime, m agister optatissime, amice desiderantissime (Fronte). 9. M ercuri, facunde nepos Atlantis, te canam (Hor.). 10. Te, Iuppiter optim e maxime, quem per octingentos viginti annos tot trium phis coluimus, te, Q uirine, Rom anae parens urbis, precor venerorque (Tac.).

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I Uno strano verdetto Fonte Fedro Argomento una scimmiafa da giudice in un contenzioso sortofra il lupo e la volpe: la sen­ tenza risulta davvero originale Genere favolistica Percorsi 2 -» La favola; 1 8 - ì Il diritto e l’amministrazione della giustizia

Q uicum que turpi fraude semel innotuit1, edam si verum dicit, am ittit fidem. Hoc adtestatur brevis Aesopi fabula. Lupus arguebat2vulpem furti crim ine; negabat illa se esse culpae proxim am . Tunc iudex inter illos sedit simius. U terque causam cum perorassent suam, dixisse fertur simius sententiam : «Tu n o n videris perdidisse quod petis; te credo subripuisse quod pulchre negas». 1. innotuit «è diventato noto» (innotesco, -is, innotui, innotescere).

2. arguebat. «accusava con prove».

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Sezione seconda

Sezione seconda

Sintassi del nome

Lessico «Lupus arguebat vulpem»

Etim ologicam ente, il verbo arguo, -is, arguì, argiitum, arguére rim anda all’idea della «luce», di «ciò che brilla» (da cui argentum -i «argento»); come term ine giuridico, arguere significa «m ettere in chiaro», da cui «accusare». Al radicale *ARG si riconduco­ no parole quali argumentum-i «prova», «soggetto», «argomento», argutus -a -um «ar­ guto», argutiae -arum «arguzia», «finezza espressiva»; red-arguere è, propriam ente, il «provare il contrario», da cui «rimproverare». In italiano: argento, argom ento, ar­ guire, arguto...

Sintassi del nome

silio om nia ageret1, quos senatores nom inavit p ropter senectutem . Tum , cum uxores ipse et populus suus non haberent, invitavit ad spectaculum ludorum vicinas urbis Rom ae nationes atque earum virgines rapuit. Commotis bellis p ropter raptarum iniuriam , Caeninenses vicit, Antem nates, Crustum inos, Sabinos, Fidenates, Veientes. Haec om nia oppida urbem cingunt. Et cum o rta subito tem pestate n o n com paruisset, anno regni tricesimo septimo ad deos transisse creditus est et consecratus. D einde Romae p er quinos dies senatores im peraverunt et his regnantibus annus unus com pletus est. 1. quorum... ageret relativa con valore finale.

Lessico «Condita civitate... Multitudinem finitimorum in civitatem recepit»

I buoi di Ercole Fonte Origo gentis Romanae Argomento dopo aver ucciso Gerione epreso i suoi buoi, Ercole dense di riposarsi nella città di Evandro, Pallanteo, ma un ladro gli rubò otto buoi. L ’eroe li ritroverà in seguito per una circostanza del tutto accidentale Genere epitome storica Percorsi 1 —» Il mito; 3 —» Le origini leggendarie di Roma; 8 -* La narrativa Traditur Hercules, love atque Alcm ena genitus, superato Geryone, agens no­ bile arm entum , forte in ea loca1venisse et ubertate pabuli delectatus, u t ex longo itine­ re hom ines sui et pecora reficerentur, aliquam diu sedem sibi constituisse. Q uae2cum in valle, ubi nunc est circus maximus, pascerentur, neglecta custodia, quod nem o credebatur ausurus violare Herculis praedam , latronem quendam regionis eiusdem , m agni­ tudine corporis e t virtute ceteris praevalentem , octo boves in speluncam , quo3m inus furtum colligi posset, caudis abtraxisse. C um que inde Hercules proficiscens reliquum ar­ m entum casu praeter4 eandem speluncam ageret, forte quadam 5 inclusas boves transeuntibus admugisse atque ita furtum detectum . 1. in ea loca: «in quei luoghi», cioè nelle vicinanze del Palatino, dove il pastore Evandro aveva fon­ dato la città chiamata Pallanteo o Palazio. 2. Quae. riprende pecora (da notare che pecus pecoris, n., significa «bestiame» in generale). 3. quo: equivale ad ut, da collegare a posset. 4. praeter. in que­ sto caso è preposizione (con l’accusativo) «davanti». 5. forte quadam: «per caso» (il sostantivo fors, fi, si trova usato solo al nominativo e all’ablativo, forte).

Fonte Eutropio Argomento il brano sintetizza gli avvenimenti riguardanti la monarchia di Romolo (753716 a. C.), dalla nomina dei senatori alla guerra con i Sabini ed alla morte del sovrano av­ venuta misteriosamente Genere epitome storica Percorsi 4 —> I re; 14 —» La storiografia C ondita civitate, quam ex suo nom ine Romam vocavit, haec ferm e egit. M ultitudinem finitim orum in civitatem recepit, centum ex senioribus legit, quorum con­

Civitas -atis, fi, è Γ «insieme dei cittadini che costituiscono u n a città» (o u n o Stato), «com unità cittadina»; dal p u n to vista giuridico significa «diritto di cittadinanza» {rivitate Romanus si definisce Cicerone, che era nato a Tusculo), u n privilegio n o n in­ differente, se si considera l’esistenza di espressioni quali dare/amittere civitatem. L’estensione del diritto di cittadinanza a tutti i cittadini dell’im pero risale all’editto di Caracalla ( Constitutio Antoniniana del 212 d.C.). Civitas (che dista da urbs - intesa come complesso degli edifici —e da oppidum, che è la «fortezza») viene da civis -is «cit­ tadino», come civicus -a -um, civilis -e e civilitas -atis. In italiano: città, cittadinanza, ci­ vico, civile, civilizzare, civiltà, civismo...

Lo sbarco in Britannia Fonte Cesare Argomento anno 54 a. C.: Cesare sbarca in Britannia. Lasciate le navi alla fonda davan­ ti al litorale, si spinge verso lintemo fino al Tamigi. Dopo essersi scontrato con i nemici, evi­ ta di proseguire Genere Commentarli Percorsi 13—¥ I Romani e gli altri; 14 La storiografia Ipse1, noctu progressus milia passuum circiter XII, hostium copias conspicatus est. fili, equitatu atque essedis2 ad flum en progressi, ex loco superiore nostros prohibere et proelium com m ittere coeperunt. Repulsi ab equitatu, se in silvas abdiderunt, locum nacti egregie e t natura et opere m unitum , quem dom estici belli causa, u t videbatur, iam ante praeparaverant; nam crebris arboribus succisis, om nes introitus eran t praeclusi. Ipsi ex silvis rari propugnabant nostrosque intra m unitiones ingredi prohibebant. At milites legionis septimae, testudine facta et aggere ad m unitiones adiecto, locum cep e ru n t eosque ex silvis expulerunt, paucis vulneribus acceptis. Sed eos fugientes longius Caesar prosequi vetuit, et quod loci naturam ignorabat, et quod, m agna parte diei con­ sum ata, m unitioni castrorum 3 tem pus relinqui volebat. 1. Ipse. Caesar. 2. essedis: essedum -i, «carro da guerra», è una parola gallica. rum: «per fortificare il campo».

3. munitioni castro-

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Sintassi del nome

Lessico

Sintassi del nome

Apparizioni premonitrici

«aggere ad munitiones adiecto» Agger -eris, m., che significa «accumulo di m ateriale», «argine», «riparo», è form ato da ad-gero, come ag-gerare e ex-aggerare «accumulare», «sovrapporre pesi» (il nostro «esagerare»). A gero, -is, gessi, gestum, gerere-che presenta num erosi composti con pre­ posizione, come ag-gerere, con-gerere, di-gerere «distribuire con ordine», e-gerere, in-gerere, re-gerere «portare indietro», sug-gerere «portare sotto», «suggerire» - si collegano anche gestatio -onis «il portare», «passeggio», gesticulatio -onis «gesticolazione», gestio -onis «ge­ stione», gesto, -as «portare», gestus -us «gesto», congeries-ei «congerie», «mucchio», congestus -us «mucchio», res gestae «imprese». In italiano: gerenza, gerundio, gesta, gesti­ colare, gestione, gesto, gestore, gestuale, congerie, congestione, digerire, digesto, re­ gesto, registro, suggerire, esagerare...

Fonte Giulio Paride Argomento i Dioscuri, cioè ifigli di Giove, Castore e Polluce, apparvero all improvviso a so­

stenere le sorti dei Romani nel combattimento presso il lago Regillo (Lazio). Un tale dichiarò di aver visto due giovani su cavalli bianchi, che gli avevano annunciato la vittoria di Emilio Paolo a Pidna su Perseo di Macedonia (168 a. C.); presaperfrutto della pazzia in un primo momento, la sua visionefu confermata poco dopo Genere epitome storica Percorsi 1 —» Il mito; 11-0 L ’esercito, la guerra, l ’imperialismo romano; 27 -0 Il sentimento religioso Cum apud lacum Regillum A. Postumius dictator et dux T usculanorum Mamilius Octavius magnis viribus in ter se concurrerent, Castor ac Pollux R om anarum partium propugnatores visi sunt hostiles copias fudisse. P. Vatinius bello M acedonico, Reatinae praefecturae vir, urbem nocte petens, existimavit duos iuvenes cum equis albis obvios sibi factos nuntiare die, qui praeterierit1, Persen a Paulo captum . Q uod cum senatui nuntiasset, in custodia habitus est, donec a Paulo indices eventus2litterae m itterentur. 1.

Assemblea generale a Parigi

qui praeterierit «che era appena trascorso».

2. indices eventus:. «a conferma dell’evento».

Fonte Cesare Argomento nel marzo dell’anno 53 a. C., Cesare, dopo aver saccheggiato il territorio del po­

polo dei Nervi, li costringe alla resa. Indetta un ’assemblea generale delle nazioni della Gallia, poiché non tutti i popoli erano presenti, deride di trasferire l ’assemblea a Lutezio, capitale dei Parisi. Qui, per la prima volta, viene nominata la città di Parigi Genere Commentarli Percorsi 13 —» I Romani e gli altri; 14 —ì La storiografia N ondum hiem e confecta, proximis1 quattuor coactis legionibus, de improviso in fines N erriorum contendit et, priusquam illi aut convenire aut profugere possent, ma­ gno pecoris atque hom inum num ero capto atque ea praeda militibus concessa vastatisque agris, in deditionem venire atque obsides sibi dare coègit. Eo celeriter confecto negotio, rursus in hiberna legiones reduxit. Concilio Galliae prim o vere ufi2 instituerat indicto, cum reliqui praeter Senones, Carnutes Treverosque venissent, initium belli ac defectionis hoc esse arbitratus, u t om nia postponere videretur, concilium Lutetiam Parisiorum transfert. Confines3 eran t hi Senonibus civitatemque patrum m em oria coniunxerant, sed ab hoc consilio afuisse existimabantur. Hac re prò suggestu4 pronuntiata eodem die cum legionibus in Senones proficiscitur m agnisque itineribus eo pervenit. 1. proximis: «le più vicine».

tribuna».

2. uti: sta per ut.

3. Confines: Confinanti».

4. prò suggestu: «dalla

Due strane guarigioni Fonte da Aulo Gelilo Argomento Creso, re della Lidia dal 560 al 546 a. C., aveva un figlio che non era in gra­

do di parlare. Soltanto in seguito all’emozione provata alla vista di suo padre che stava per essere ucciso, pronunciò le prime parole (tali parole, riportate dallo storico di lingua greca Erodoto, sarebbero state: «uomo, non uccidere Creso»). Il secondo episodio, analogo al prece­ dente, riguarda un giovane atleta muto che, vista imbrogliata la squadra alla quale appar­ teneva, si mise a gridare Genere prosa erudita Percorsi 5 —¥ Oriente e Creda; 8 —> La narrativa; 27 —0 Il sentimento Filius Croesi regis, cum iam fari p er aetatem posset, infans erat et, cum iam multum adolevisset, item nihil fari quibat. M utus adeo e t elinguis diu habitus est. C um 1 in patrem eius, bello m agno victum, hostis gladio educto regem esse ignorane invaderei, diduxit adulescens os, clamare nitens, eoque nisu atque im petu spiritus vitium nodum que linguae ru p it planeque et articulate elocutus est, clamane in hostem , ne rex Croesus occideretur2. Tum e t hostis gladium reduxit, e t rex vita donatus est, et adulescens loqui prorsum deinceps3 incepit. Sed et quispiam Samius athleta, cum antea n o n loquens fuisset, ob similem dicitur causam loqui coepisse. Nam cum in sacro certam ine sortitio4 inter ipsos et adversarios non bona fide fieret, repente in eum , qui id faciebat, ridere sese5, quid faceret, m agnum inclamavit. Atque in oris rinculo solutus, p er om ne inde ritae tem pus non turbide neque adhaese6 locutus est. 1. Cum: da collegare a invaderei, «Poiché si rivolgeva contro». 2. ne... occideretur. «di non uccide­ re il re Creso». 3. prorsum deinceps: «da allora in poi». 4. sortitio: «1 estrazione a sorte». 5. videre sese. «che lui si era accorto». 6. neque adhaese. «e senza intoppi».

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Sintassi del nome

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Lessico Fonte Cicerone Argomento Cleobi e Bitone, figli di una sacerdotessa di Argo, si sostituirono ai buoi per per­ mettere alla madre di giungere in tempo al santuario dove doveva celebrare un sacrificio. La dea venerata in quel santuario, su richiesta della madre, assegnò ai due giovani la migliore delle ricompense Genere prosa filosofica Percorsi 1 —>Il mito; 8 —>La narrativa; 27 —>Il sentimento religioso Argiae sacerdotis Cleobis et Biton filli praedicantur1. N ota fabula est. Cum 2 enim illam ad sollem ne sacrificium cu rru vehi ius esset satis longe ab oppido ad fanum m orarenturque ium enta, tum iuvenes ei, quos modo® nominavi, veste posita, corpora oleo perunxerunt, ad iugum accesserunt. Ita sacerdos devecta in fanum 4, cum currus es­ set ductus a filiis, precata a dea dicitur, ut5 id6 illis praem ii daret prò pietate, quod maxum um hom ini dari posset a deo; post epulatos7 cum m atre adulescentes som no se dedis­ se, m ane inventos esse m ortuos.

«solent esse nuptae»

Nubo, -is, nupsi, nuptum, nubére vuol dire «maritarsi», «coprire», «velarsi» (per l’uo­ mo che prendeva moglie si diceva uxorem ducere in matrimonium). L’idea della «coper­ tura» è giustificata dal fatto che nubo deriva da nubes «nube», «nuvola», evidente­ m ente perché la sposa andava a capo coperto. Da nubo vengono nuptiae -arum «noz­ ze», conubium -ii «connubio», nubilis -e «da sposare», pronuba -ae, «che assiste al m atrim onio» (e lo protegge). U na curiosità: prim a di superare la soglia di casa, il ma­ rito si rivolgeva alla sposa, chiedendole com e si chiamasse; lei rispondeva cosi: ubi tu Gaius ego Gaia. In italiano: nozze, nuziale, connubio, pronuba, nube, nuvola...

Fertilità delle regioni fluviali 1. praedicantur. «sono celebri» (da praetBco, -as). 2. Cum: da collegare a esset e a morarentur, l’e­ spressione cum ius esset si può rendere con «poiché era stabilito». 3. modo: avverbio di tempo, «poco fa», «or ora». 4. in fanum: «nel luogo consacrato»; per estensione, il termine fanum -i si­ gnifica «tempio». 5. ut «di», da unire a daret. 6. id: con il genitivo partitivo praemii, «quel pre­ mio». 7. post epulatos:. «dopo che ebbero mangiato» (la struttura infinitiva epulatos... se dedisse... inventos esse mortuos dipende da un «dicono» sottinteso).

Fonte Cicerone Argomento per dimostrare la varietà di risorse offerte dalla natura, Cicerone ricorda la fer­ tilità delle regioni bagnate dai fiumi Nilo, Eufrate e Indo Genere prosa filosofica Percorsi 15 —» Antropogeografia Aegyptum Nilus irrigai et, cum tota aestate obrutam oppletam que tenuit, tum recedit m ollitosque et oblim atos1 ad serendum agros relinquit. M esopotamiam fertilem effir.it Euphrates, in quam quotannis quasi novos agros invehit. Indus vero, qui est om ­ nium flum inum maximus, non aqua solum agros laetificat e t mitigat, sed eos etiam con­ c e r ie m n ern am e n im vim sem inum secum frum enti similium dicitur deportare.

Usanze degli Indiani Fonte Cicerone Argomento parlando di capacità di resistere al dolore, sifa il caso degli abitanti dell’India. L i i saggi stanno nudi, senza temere le nevi del Caucaso; quando muore il marito, la moglie più amata lo raggiunge sul rogo, mentre le altre mogli, escluse da questo privilegio, sono tri­ sti e restano appartate Genere prosa filosofica Percorsi 13 —> I Romani e gli altri; 15 —>Antropogeografia Q uae barbaria1 India vastior aut agrestior? in ea tam en gente prim um ei, qui sapientes habentur, nudi aetatem agunt et Caucasi nives hiem alem que vim p erfe ru n t si­ ne dolore, cum que ad flam mam se adplicaverunt, sine gem itu aduruntur. Mulieres vero in India, cum est cuius earum 2vir m ortuus, in certam en iudicium que veniunt, quam plurim um file dilexerit3 —plures enim singulis solent esse nuptae —; quae est victrix, ea laeta prosequentibus suis u n a cum viro in rogum im ponitur, fila vieta m aestà discedit. 1. barbaria. «paese incivile». 2. cuius earum: «di una di loro». indiretta va sostenuta con «per stabilire».

3. quam... dilexerit. l’interrogativa

1. oblimatos·. «coperti di limo».

Iniziative politico-militari di Tarquinio Prisco Fonte da Cicerone Argomento sotto il regno di Tarquinio Prisco (616-578 a.C.), che aveva cambiato il suo nome originario per dimostrare di aver assimilato le usanze del popolo romano, avvennero im­ portanti cambiamenti istituzionali, come il raddoppio del numero dei senatori e l organizza­ zione della cavalleria. Inoltre, il nuovo re vinse gli Equi e i Sabini e istituì i Ludi Romani Genere prosa filosofica Percorsi 4 —>I re M ortuo Marcio, cunctis populi suffragiis rex est creatus L. Tarquinius; sic enim suum nom en ex Graeco nom ine inflexerat1, u t in om ni genere huius populi consuetudinem videretur imitatus. Is principio duplicavit illum pristinum patrum num erum et anti1. inflexerat (< in-flecto) «aveva cambiato».

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Sezione seconda

Sezione seconda

Sintassi del nome

quos patres «m aiorum gentium» appellavit, quos priores sententiam rogabat2, a se adscitos3 «minorum». Gravi bello subegit A equorum m agnam gentem et ferocem et rebus populi Romani im m inentem , idem que Sabinos cum a m oenibus urbis reppulisset, equitatu fudit belloque devicit. Atque eundem prim um ludos maximos, qui Rom ani dicti sunt, fecisse accepimus aedem que in Capitolio Iovi optim o maximo bello Sabino in ipsa pugna vovisse faciendam m ortuum que esse, cum duodequadraginta regnavisset annos. 2. quos... rogabat «cui chiedeva di esprimere per primi il loro parere». minati da lui».

3. a se adscitos: «quelli no­

Manutenzione di una villa campana Fonte Plinio il Giovane Argomento Plinio assicura ad un suo amico che provvederà a far restaurare la villa (detta Camilliana) di lui in Campania, malgrado la difficoltà di reperire maestranze adeguate al­ lo scopo Genere epistolografia Percorsi 21 —> L ’epistolografia Villa Camilliana, quam in Cam pania possides, est quidem vetustate vexata; et tam en, quae sunt pretiosiora1, au t integra m an en t aut levissime laesa sunt. A ttendim us ergo, u t quam saluberrim e reficiantur. Ego videor habere m ultos amicos, sed huius ge­ neris, cuius et tu quaeris et res exigit, prope nem inem . Sunt enim om nes togati e t urba­ ni; rusticorum autem praediorum adm inistratio poscit d u ru m aliquem et agrestem, cui nec labor ille gravis nec cura sordida nec tristis solitudo videatur. 1. quae... pretiosiora: «le parti di maggior pregio».

Lessico

Sintassi del nome

La moglie di Socrate Fonte Aulo Gellio Argomento l’aneddotica su Socrate (469-399 a. C.) e sua moglie Santippe è abbastanza ric­ ca. Il filosofo rispose ad Aldbiade, che gli domandava perché la sopportasse, che gli serviva per affrontare meglio l’impudenza e l’ingiustizia umana. Il brano si conclude con una bat­ tuta di Varrone Reatino (116-27 a.C.) Genere prosa erudita Percorsi 6 —> Personaggi greci; 8 —> La narrativa; 22 —> La famiglia e il matrimonio; 28 —> Il pensiero filosofico X anthippe1, Socratis philosophi uxor, m orosa adm odum fuisse fertur e t iurgiosa irarum que et m olestiarum m uliebrium per diem perque noctem scatebat. Has eius intem peries in m aritum Alcibiades dem iratus interrogavit Socraten, quaenam ratio esset, cur m ulierem tam acerbam dom o non exigeret2. «Quoniam», inquit Socrates, «cum illam dom i talem perpetior, insuesco et exerceor, u t ceterorum quoque foris petulantiam et iniuriam facilius feram». Secundum hanc sententiam M. quoque Varrò in satura M enippea, quam de officio mariti scripsit: «Vitium» inquit «uxoris aut tollendum aut ferendum est. Q ui tollit vitium, uxorem com m odiorem praestat; qui fert, sese m eliorem facit». I. Xanthippe. nominativo sing., «Santippe». pudio».

2. exigeret. extgo Personaggi greci; 8 —>La narrativa; 26 —>Arti, scienza, erudizione; 28 —>Il pensierofilosofico

«vetustate vexata» Vetustas -atis, f., significa «vecchiezza», «vetustà»; deriva dall’aggettivo vetus veteris «vecchio», «antico», al quale si riconducono veteranus -a -um «veterano» e vetustus -a -um «antico». Inoltre, veteres -um, m., sono gli «antichi», gli «antenati», m entre vetera -um, n., «le cose antiche», il «passato», le «antiche leggende». Vetus («vecchio», ma che esiste ancora; opposto di recens) dista sia da pnscus (< primus «primo», quindi an­ che «primitivo», definitivam ente scomparso), che da antiquus (< ante «prima», quin­ di che c ’era prim a, n o n ora). In italiano: veterano, vetusto, vetustà...

In te r labores voluntarios e t exercitia corporis id quoque accepimus Socraten facere insuevisse: stare solitus Socrates dicitur pertinaci statu perdius atque p ern o x 1, a sum m o lucis o rtu ad solem alterum orientem inconnfvens, immobilis, isdem in vestigiis e t ore atque oculis eundem in locum directis cogitabundus. Tem perantia quoque fuisse eum tanta traditum est, u t om nia fere vitae suae tem pora valitudine inoffensa vixerit. In illius etiam pestilentiae vastitate, quae in belli Peloponnesiaci principiis Atheniensium civitatem internecivo2 genere m orbi depopulata est, is parcendi m oderandique rationibus dicitur e t a voluptatum labe cavisse et salubritates corporis retinuisse. 1. pertinaci... pernox. «nella stessa posizione durante tutto il giorno e la notte». cidiale», «mortale», < inteméco «massacro».

2. internecivo·. «mi­

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Sintassi del nome

Sintassi del nome

Lessico «internecivo genere morbi» Internecivus -a -um «mortale», «micidiale», viene da nex necis, f., «morte violenta», «uccisione», «rovina», come neco, -as «uccidere». La radice *NEK presenta u n a varia­ zione apofonica *NOK, che è quella di noceo, -es «nuocere», «fare del male». Lo stes­ so concetto si ritrova in parole come noxa -ae «danno», «colpa», noxius -a -um «dan­ noso», innocens -entis «innocente», innocuus -a -um «innocuo». In italiano: nuocere, no­ civo, innocente, innocuo (e tutte le parole com poste con «necro-», dal greco nekrós, che vogliono dire «relativo alla morte»).

Una ragazza bellissima Fonte da Apuleio Argomento è l inizio della favola di Amore e Psyche, inserita all’interno del romanzo di Apuleio, Le metamorfosi. Un re ed una regna avevano trefiglie, la più giovane delle qua­ li per la sua straordinaria bellezza era venerata come una dea Genere narrativa Percorsi 8 —>La narrativa; 22 —» La famiglia e il matrimonio; 23 —>Donne celebri E rant in quadam civitate rex e t regina. Hi tres num ero filias form a conspicuas h abuerunt, sed m aiores quidem natu, quamvis gratissima specie1, idoneae tam en celebrari posse laudibus hum anis credebantur, at vero puellae iunioris tam praecipua, tam praeclara pulchritudo nec exprim i ac ne sufficienter quidem laudari serm onis hum ani penuria poterat. Multi denique civium et advenae copiosi, quos eximii spectaculi ru m o r studiosa celebri tate congregabat, inaccessae form ositatis adm inistratione stupidi ut ipsam prorsus deam Venerem venerabantur religiosis adorationibus. Iam que proxim as civitates e t attiguas regiones fam a pervaserat deam in mediis conversari populi coetibus2. 1. gratissima specie, «di aspetto gradevolissimo».

2. in mediis... coetibus: «in mezzo alle riunioni».

Uso dell’accusativo

Accusativo Sono costruiti con l’accusativo molti verbi, fra cui si ricordano: - i verbi intransitivi in italiano e transitivi in latino, come iuvo giovo, fugio sfuggo, deficio manca, - i verbi di sentim ento, o che indicano sensazione fìsica, com e doleo mi dolgo, horreo ho orrore, m aereo mi affliggo, queror mi lamento, sapio ho sapore, sitio ho sete, - i verbi assolutam ente impersonali: paenitet, piget, pudet, taedet, m iseret pentirsi, provare rincrescimento, vergognarsi, annoiarsi, avere compassione, che si costruiscono con l’accusativo della persona che prova il sentim ento e con il genitivo della cosa che lo determ ina. Es.: Me pudet m eae stultitiae: Mi pento della mia stoltezza', - i verbi relativamente impersonali: decet, dedecet, iuvat, fallit, fugit, latet, praeterit si addice, non si addice, giova, sfugge. Es.: H oc m e iuvat: Questo mi giova. Sono costruiti con il doppio accusativo (dell’oggetto e del com plem ento predicati­ vo, della persona e della cosa, dell’oggetto e del luogo): - i verbi cosiddetti appellativi, estimativi, elettivi, usati nella form a attiva: appello, declaro, habeo...; - i verbi di chiedere e domandare: posco, reposco, flagito chiedere, chiedere con insi­ stenza, rogo, interrogo chiedere, pregare, i verbi doceo e celo insegnare, nascondere / tenere all’oscuro, - i verbi transitivi di m ovim ento composti con preposizione (trans, praeter, circum), come transeo passare attraverso. L’accusativo si adopera p er le seguenti finizioni: di relazione, esclamativo, avverbiale, di fine (con la preposizione ad), dim ezzo (con la preposizione per), di esclusione (con la preposizione praeter), di estensione, di di­ stanza, di età.

ESERCIZIO

Verbi con l ’accusativo

1. Iuvabit hoc te, m e certe iuvat (Plin.). 2. Magis iuvat bibere sitientem , gratior est esurienti cibus (Seri.). 3. H anc tam taetram , tam horribilem tam que infestam rei publicae pestem effugimus ( Cic.). 4. Senatus est officium consilio civitatem iuvare (Rhet. Her.). 5. Q ui fugiunt id periculum quod prò re publica subeundum est, stulte faciunt: nam neque effugere incom m oda possunt e t ingrati in civitatem rep eriu n tu r (Rhet. Her.). 6. H aec ego n o n rideo (Cic.).

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Sezione seconda

7. Hoc nos natura docere non potuit: sem ina nobis scientiae dedit, scientiam n o n dedit (Sen.). 8. Aliud est celare, aliud tacere, neque ego nunc te celo, si tibi n o n dico, quae natura deorum sit, qui sit finis bonorum ( Cic.). 9. Fortes non m odo fo rtuna adiuvat, sed m ulto magis ratio (Cic.). 10. Q uod ad aetates pertinet, inediam facilitili e sustinent m ediae aetates, m inus iuvenes, m inim e pueri et senectute confecti ( Cels.). ESERCIZIO

Sintassi del nome

13. D uodequadraginta annos tyrannus Syracusanorum fuit Dionysius, cum quinque et viginti natus annos dom inatum occupavisset (Cic.). 14. Cato sextum et octogesim um annum agens, dum in re publica tu en d a iuvenili ardo­ re perstat, ab inimicis capitali crim ine accusatus causam suam egit (Val. M ax.).

Verbi assolutamente e relativamente impersonali

1. Sapientiam num quam sui paenitet (Cic.). 2. Praetorem decet n o n solum m anus set etiam oculos abstinentes habere (Cic.). 3. Fefellit ea me res quae fortasse n o n debuit, sed fefellit (Cic.). 4. Q uod m ultorum fugit im prudentiam unius hom inis rep p erit sollertia (Phaedr.). 5. Nec m e praeterit usum esse optim um dicendi m agistrum (Plin.). 6. N um quam me paenitebit m axim a pericula prò patria subire (Cic.). 7. Voluntatis m e m ae num quam paenitebit, consilii paenitet (Cic.). 8. Q uem R om anorum pu d et uxorem ducere in convivium? (Nep.). 9. Cimon decem annorum exilio m ultatus est. Cuius facti celerius Athenienses quam ipsum paenituit (Nep.). 10. O ratio sollicita philosophum n o n decet (Sen.). 11. Nullum clem entia ex om nibus magis quam regem aut principem decet (Sen.). 12. Et tui consilii p aenitet te, et nos, qui dom i sumus, tibi beati videm ur (Cic.). 13. Me quidem m iseret parietum ipsorum atque tectorum (Cic.). 14. Illum tu lauda et im itare quem non piget m ori, cum iuvet vivere (Sen.). 15. A ugurar nec me fallii augurium , historias tuas im m ortales futuras (Plin.).

IS U 3 IIE

Sezione seconda

Sintassi del nome

Saturno lia insegnato l’agricoltura Fonte Origo gentis Romanae Argomento al tempo di Giano (da ianua, «penta», il dio delle porte di casa), antichissima divinità italica, giunse in Italia Saturno, che insegnò la semina agli uomini e li rese più ci­ vili, come dicono anche alcuni versi dell 'Eneide di Virgilio Genere saggistica storica Percorsi 1 —» Il mito; 3 —» Le origini leggendarie di Roma; 14 —» La storiografia; 26 —> Arti, sdenza, erudizione Iano regnante apud indigenas ru d es incultosque, Saturnus regno profugus, cum in Italiani devenisset, benigne exceptus hospitio est ibique h au d procul a Ianiculo arcem suo nom ine Saturniam constituit. Isque prim us agriculturam edocuit ferosque hom ines et rapto1vivere assuetos ad com positam vitam eduxit. Omissoque Iano, qui nihil aliud quam ritum colendorum deorum religionesque intulerat, [gens] se Saturno m aluit annectere, qui vitam m oresque feris etiam tum m entibus insinuans ad com m unem utilitatem , u t supra diximus, disciplinam colendi ruris2 edo­ cuit, u t quidem indicant illi versus: «Is genus indocile ac dispersum m ontibus altis composuit legesque dedit Latium que vocari m aluit3».

Doppio accusativo e complementi in accusativo

1. Darius ad E uphraten contendit, iunctoque eo pontibus quinque tam en diebus traiecit exercitum Ciliciam occupare festinans (Curt.). 2. Antonius, qui Asiam et O rientem tenebat, repudiata sorore Caesaris Augusti Octaviani, Cleopatram reginam Aegypti duxit uxorem (Eutr.). 3. Existimare debes om nium oculos in te esse coniectos unum ; te sapientem et appellant et existim ant (Cic.). 4. Ignavia corpus hebetat, labor firmat, illa m aturam senectutem , hic longam adolescentiam reddit (Cels.). 5. Eodem die equitum m agnam partem flum en traiecit (Caes.). 6. Valde m iror te ad m e nihil scribere et potius ab aliis quam a te de re publica m e certiorem fieri (Cic.). 7. Breviloquentem iam m e tem pus ipsum facit. Pacem enim desperavi (Cic.). 8. O ro te, scribe mihi; et illud oro te: prim um valetudini operam da (Fronto). 9. Parthi E uphraten transierunt duce Pacoro, O rodis regis Parthorum filio, cunctis fe­ re copiis (Cic.). 10. C redendum doctissimis hom inibus, qui unicum adversorum solacium litteras putaverunt (Quint.). 11. O rem dictu non em inentem , sed solida veraque virtute atque utilitate maximam, experientia suavissimam, hum anitate singularem! (Veli). 12. L. Tarquinius Superbus regnavit annos quinque et viginti. Regnatum Romae ab con­ dita urbe ad liberatam annos ducentos quadraginta quattuor (Liv.).

1. rapto: «di ruberie». Vili, w. 321-323.

2. colendi ruris. «della coltivazione dei campi».

3. Is genus... maluit. Eneide,

Lessico «ritum colendorum deorum... disciplinam colendi ruris»

Colo, -is, colui, cultum, colére h a d u e accezioni, «coltivare» (detto di u n cam po, di un interesse...) e «onorare» (detto di u n a divinità). Com e com posti, si segnalano accolere «abitare presso» e in-colere «abitare», con i rispettivi nom inali ac-cola e in-cola. Altri term ini riferiti allo stesso tem a sono cultus -us, m ., «culto», «m odo di vivere» (spesso abbinato a victus, com e n ell’espressione eodem victu et cultu «con lo stesso vit­ to e le stesse condizioni di vita»); cultura -ae «coltura», colonus -i «colono» e colonia -ae «colonia», «città fondata da coloni» (com e l’om onim a città tedesca di Colonia). I q italiano· colto, coltivare, coltura (e la sua variante do tta «cultura»), colonia, agri­ coltura...

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Sezione seconda

Sintassi del nome

I Mai più a Roma, nemmeno dopo la morte Fonte da De viris illustribus Argomento su un personaggio come Publio Cornelio Scipione l ’Africano Maggiore (235-

183 a. C.) leggenda e storia si fondono. Un misterioso serpente sarebbe stato visto nella came­ ra della madre, prima del suo concepimento; ancora un serpente lo avvolse da piccolo, senza fargli alcun male; i cani non latrarono mai, quando si recava in piena notte in Campidoglio. Tuttavia, dopo essersi distinto in tante vittoriose imprese militari a favore di Roma, fu accu­ sato di concussione e lasciò detto di non voler essere seppellito in quella città Genere biografia Percorsi 10 —>La biografia; 11 S L ’esercito, la guerra, l ’imperialismo romano; 27 S Il sentimento religioso A ntequam conciperetur1, serpens in lecto matris eius apparuit, et ipsi parvulo draco circumfusus nihil nocuit. In Capitolium intem pesta nocte euntem num quam canes latraverunt. Decem e t octo annorum patrem apud Ticinum singulari virtute servavit. Clade Cannensi nobilissimos iuvenes Italiana deserere cupientes sua auctoritate compescuit. Viginti quattuor annorum praetor in Hispaniam missus Carthaginem 2, qua die venit, cepit. Victor dom um regressus, consul ante annos3 factus concedente collega in Africana classem traiecit. Hasdrubalis et Syphacis castra u n a nocte perrupit. Revocatum ex Italia H annibalem superavit. Victis Carthaginiensibus, leges imposuit. A Petillio Actaeo tribuno plebis rep etu n d aru m accusatus, librum radonum 4 in conspectu populi scidit: «Hac die», inquit, «Carthaginem vici; quare, bonum factum 5, in Capitolium eamus et diis supplicemus!». Inde in voluntarium exsilium concessit, ubi reliquam egit aetatem. M oriens, ab uxore petiit, ne corpus suum Romam referretur.

Sintassi del nome

excepta Rhodo, occupavit. Sulla eum proelio vicit, classem eius proditione Archelai intercepit, ipsum apud D ardanum oppidum fudit et oppressit. Deinde eum acrius resistentem Lucullus fudit. M ithridates post a Pom peio n octurno proelio victus, in regnum coniugit, ubi per seditionem popularium a Pharnace filio in tu rre obse^tus venenum sumpsit. Q uod cum tardius com biberet, quia adversum venena multis antea medicaminibus corpus firmaverat, immissum percussorem auctoritate vultus territum revocavit et in caedem suam m anum trepidantis adiuvit.

Lessico «quinquaginta gentium ore loqueretur»

Loquor, -eris, locutus sum, loqui significa «parlare», «esporre», «raccontare». Allo stesso tem a si collegano num erosi term ini: allocutio -onis «allocuzione», ad-loquor, -eris «parlare a qualcuno», col-loquor, -eris «parlare con qualcuno», elocutio -onis «elocuzio­ ne», «modo di esprimersi», eloquens -entis «eloquente», eloquentia -ae «eloquenza», eloquium -ii «eloquio», «conversazione», locutio -onis «locuzione», «modo di parlare», loquacitas -atis «loquacità» e loquax -acis «loquace», loquela -ae «il parlare», ob-loquor, -eris «parlare contrastando», pro-loquor, -eris «parlare esternando». Eloquens dista da disertus -a -um, perché quest’ultim o deriva da dissero «intrecciare», per cui disertus è colui che sa «intrecciare» bene le parole tra di loro; e dista da facundus, che rinvia al verbo for, faris «dire», quindi facundus è colui che «è in grado di dire». In italiano: locuzione, loquacità, loquela, allocuzione, circonlocuzione, colloquio, eloquente, interloquire, sproloquio, turpiloquio...

1. conciperetur. il soggetto sottinteso è «Publio Cornelio Scipione». 2. Carthaginem: si tratta di «Nuova Cartagine» in Spagna. 3. ante annos: prima dell’età prevista (aveva solo 24 anni). 4. li­ brum rationum: «il libro dei conti». 5. bonumfactum: formula usata per dare un ordine o nel mo­ mento di divulgare un editto, «per il bene di tutti».

Pericle spiega un eclissi

Un re poliglotta Fonte da De viris illustribus Argomento lefonti non sono concordi sul numero di lingue parlate da Mitridate VI (132-

63 a.C.), re del Ponto. Qui sarebbero cinquanta. Fu un fiero nemico dei Romani (aveva co­ mandato di uccidere in un solo giorno tutti gli Italia che si trovavano nell’Asia Minore), che lo affrontarono in tre diverse guerre. Alla fine, abbandonato dal figlio Famace, mori in mo­ do sorprendente, cosi come era vissuto (nemmeno il veleno potèfare effetto, visto che era abi­ tuato ad assumerne in piccole dosi come antidoto) Genere biografia Percorsi 10 S La biografia; 13 s I Romani e gli altri

Fonte da Cicerone Argomento durante la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), l ’ateniese Pericle rassicura

i suoi concittadini impauriti da un ’eclissi di sole. Cicerone riconduce la prima individuazio­ ne delfenomeno al filosofo Talete e cita il poeta latino Ennio Genere prosa filosofica Percorsi 26 S Arti, scienza, erudizione

M ithridates rex Ponti, m agna vi et anim i et corporis, u t seiuges equos regeret, quinquaginta gentium ore loqueretur. Bello sociali dissidentibus Romanis, N icom eden Bithynia, A riobarzanen Cappadocia expulit. Litteras per totam Asiam misit, ut, quicumque Rom anus esset, certa die1interfìceretur; et factum est. Graeciam insulasque omnes,

Bello ilio m aximo, quod Athenienses et Lacedaem onii sum m a inter se contentione1 gesserunt, Pericles file, et auctoritate et eloquentia et consilio princeps civitatis suae, cum obscurato sole tenebrae factae essent repente A theniensium que anim os summus tim or occupavisset, docuisse cives suos dicitur, id quod ipse ab Anaxagora, cuius auditor fuerat, acceperat, certo illud tem pore fieri et necessario, cum tota se luna sub orbem solis subiecisset. Q uod cum disputando rationibusque docuisset, populum liberavit m etu; erat enim tum haec nova et ignota ratio, solem lunae oppositu solere deficere, quod Thaletem Milesium prim um vidisse dicunt. Id autem postea ne nostrum quidem Ennium fugit; qui, u t scribit, anno trecentesim o quinquagesim o fere post Romam conditam Nonis Iunis soli luna obstitit et no>?.

1. certa die. «in un giorno stabilito».

1. summd... contentione. «con molto impeto...».

2. La citazione è tratta dagli Annali di Ennio.

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Sintassi del nome

Lessico «disputando rationibusque... nova et ignota ratio»

Ratio -onLs, £, da reor, reris, ratus sum, reri «ragionare» «credere», «pensare», è una pa­ rola abbastanza complessa, nel senso che acquista significato dal contesto in cui si tro­ va inserita. Può aiutare il fatto che i Rom ani la usarono p er ren d ere il logos greco, cioè l’aspetto teorico delle cose. Dal valore proprio di «calcolo», «registro» «elenco», «conto» (da cui l’espressione reddere rationem «dare conto»), si passa a quelli traslati di «spiegazione», «faccenda», «relazione», «considerazione», «espediente», «condizio­ ne», «regola», «modo di procedere», «principio», «dottrina», «opinione», «proget­ to», «argomento», «intelligenza», «ragione», «ragionamento», «scienza», «legge», «regola»... Fraseologia: rationem exigere «esigere u n a spiegazione», rationem inire «fare il conto», mens et ratio «facoltà di ragionare», ratio scribendi «modo di scrivere», ratio mea «la mia condotta», rationis particeps «partecipe della ragione», ratio àvilis «scien­ za civile», ratione omnì «con ogni mezzo», sine ulìa ratione «senza alcun criterio»...

Sintassi del nome

Lessico «Cum... emere vellet... priusquam emeret... domus emendae causa... se empturum... si domum emero... cum... emisset... quod emere velit, empturum sese... propter competitores emptionis»

Emo, emis, empsi, em ptum , em ére significa «prendere», «comprare». La lista dei composti è notevole: ad-imere «togliere a», co-emere «comprare insieme», comere «met­ tere in ordine» (da cui comptus -a -um «ben messo», «ordinato», «ben pettinato»), de­ mere «togliere», dir-imere «dividere», ex-imere«togliere via», inter-imere «eliminare», «uc­ cidere», per-emere «togliere via», per-imere «annientare», promere «far uscire», «far spor­ gere», red-imere «riscattare». Tra i nom i, si segnalano: emporium -ii «emporio», «mercato», emptio -onis «compera», emptor -oris «compratore». In italiano: dirim ere, esimere, pronto, redim ere, em porio, prom inente...

Alessandro uccide

Per eliminare la concorrenza Fonte Aulo Gellio Argomento l ’aver chiesto u n ’ingente somma di denaro (due milioni di sesterzi) ad una per­ sona sotto accusa mise Cicerone in una situazione per lo meno imbarazzante. Alla domanda se davvero avesse ricevuto un «prestito» da Publio Cornelio Siila (sotto inchiesta come con­ giurato catilinario e, stranamente, difeso per questo proprio da Cicerone) per acquistare una casa sul Palatino, rispose di non essere intenzionato ad acquistare nessuna casa. Più tardi, ad acquisto avvenuto, di fronte alla stessa accusa, non trovò di meglio che affidarsi ad una battuta Genere prosa erudita Percorsi 1 8 —>Ildiritto e l ’amministrazione della giustizia Cum Cicero em ere vellet in Palatio dom um e t pecuniam in praesens1 n o n haberet, a P. Sulla, qui tum reus erat, m utua sestertium viciens tacita8 accepit. Ea res tam en, priusquam em eret, prodita est e t in vulgus exivit, obiectum que ei est, quod pecuniam dom us em endae causa a reo accepisset. Tum Cicero inopinata adprobatione perm otus accepisse se negavit ac dom um quoque se em pturum negavit atque «adeo» inquit «ve­ runa sit3 accepisse m e pecuniam , si dom um emero». Sed cum postea emisset e t hoc mendacium in senatu ei ab inimicis obiceretur, risit satis atque inter ridendum «akoinonóetoi»4 inquit «hom ines estis, cum ignoratis p rudentis et cauti paterfam ilias esse, quod em ere velit, em pturum sese negare p ro p te r com petitores emptionis». 1. in praesens: «al momento». 2. mutua... tacita: «un prestito segreto di due milioni di sesterzi». 3. adeo... verum sit «allora sarà vero... ». 4. akoinonóetoi: questa parola greca significa «privi di sen­ so comune».

Fonte da Giustino Argomento questo episodio, ricordato anche da Amano e da Curzio Rufo, mette in eviden­ za il temperamento collerico e violento di Alessandro Genere storiografia Percorsi 7 —>Il mito di Alessandro; 14 —>La storiografia; 29 —>Il sistema etico Amicos in convivium convocai1, ubi, orta in ter ebrios reru m a Philippo gestarum m entione, praeferre se patri ipse rerum que suarum m agnitudinem extollere caelo tenus coepit adsentante m aiore convivarum parte. Itaque cum unus e senibus, Clitos, fi­ ducia amicitiae regiae, m em oriam Philippi tueretur laudaretque eius res gestas, adeo regem offendit, u t telo a satellite rapto eundem in convivio trucidaverit. Postquam satiatus caede anim us conquievit et in irae locum successit aestimatio, m odo personam occisi, m odo causam occidendi considerans, pigere eum facti coepit. Eodem igitur furore in paenitentiam , quo pridem in iram , versus, m ori voluit. Prim um in fletus progressus amplecti2 m ortuum , vulnera tractare, quasi audienti confiteri dem entiam , adreptum que telum in se vertit peregissetque facinus, nisi amici intervenissent. 1. convocat soggetto sott. «Alessandro». to) , come i successivi tractare e confiteri.

2. amplecti: infinito storico (da tradurre con l’imperfet­

La fid e s romana Fonte Valerio Massimo Argomento nel corso della prima guerra punica, Amilcare e Annone hanno opinioni diverse sul contegno dei Romani. Ma Annone si rivela un conoscitore più sottile della lealtà del nemico Genere storiografia Percorsi 11 —> L ’esercito, la guerra, l’imperialismo romano; 14—>La storiografia; 2 9 —» Il sistema etico Ingenti Poenorum classe circa Siciliam devicta, duces eius, fractis animis, con-

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Sezione seconda

Sintassi del nome

silia petendae pacis agitabant1. Q uorum H am ilcar ire se ad consules negabat audere, ne eodem m odo catenae sibi inicerentur, quo ab ipsis C ornelio Asinae consuli fuerant iniectae. H anno autem , certior Rom ani anim i aestimator, nihil tale tim endum ratus2, maxi­ m a cum fiducia ad colloquium eorum tetendit. Apud quos cum de fine belli ageret, et tribunus m ilitum ei dixisset posse illi m erito evenire3 quod C ornelio accidisset, uterque consul, tribuno tacere iusso, «Isto te» inquit «metu, H anno, fides civitatis nostrae libe­ rai». Claros illos fecerat4 tantum hostium ducem vincire potuisse5, sed m ulto clariores fecit noluisse. 1. consilia... agitabant «progettavano...». 2. ratus: «ritenendo». 3. posse... evenire, «che gli sareb­ be potuto meritatamente capitare». 4. Claros... fecerat «Li aveva resi famosi». 5. potuisse. «l’aver potuto».

Lessico «ne... catenae sibi inicerentur... iniectae»

Inicio, -Ìcis, inièci, iniéctum , inicére, form ato da in e iacio, significa «gettare dentro», «m ettere in». lacere «gettare», da n o n confondere con tacére «stare disteso», presenta num erosi composti: ab-icere «buttare via», ad-icere «lanciare contro», «aggiungere», circum-icere «porre intorno», con-icere «lanciare», «ammucchiare», de-icere «buttare giù», dis-icere «disperdere», «abbattere», inter-icere «m ettere in mezzo», ob-icere «gettare con­ tro», «opporre» pro-icere «buttare fuori», re-icere «buttare indietro», «respingere», subicere «gettare sotto», tra-icere «far passare oltre». A nche l’intensivo iacto, -as «lanciare violentem ente» e tutti i derivati dipendono da tacére. Tra i nomi: iaculum -i «dardo», iactura -ae «gettito», traiectio -onis «tragitto». In italiano: iattanza (che è u n «buttarsi in avanti»), abietto, iniezione, obiezione, obiettare, iattura...

Un atleta battuta con l’astuzia Fonte da Igino Argomento poiché Atalanta, figlia di Scherno (re dell’Arcadia), non voleva sposarsi e ipre­ tendenti erano molti, il padre promise che l ’avrebbe concessa a colui chefosse stato in grado di vincerla nella corsa. Solo Ippomene, grazie a tre mele d'oro, riuscì a a raggiungere lo scopo Genere mitografia Percorsi 1 —» Il mito; 22 —>La famiglia e il matrimonio; 23 —>Donne celebri Schoeneus Atalantam filiam virginem formosissimam dici tu r habuisse, quae virtute sua cursu viros superabat. Ea petit a patre u t se virginem servaret. Itaque cum a pluribus in coniugium peteretur, pater eius sim ultatem 1 constituit; qui eam ducere vellet prius in certam ine cursus cum ea contenderei, term ine constituto, u t file inerm is fugeret, haec cum telo insequeretur2. Plerosque cum superasset et occidisset, novissime ab 1. simultatem: «una competizione». 2. ut... insequeretur. come si capisce, la competizione com­ portava un notevole rischio per i pretendenti, che infatti morirono tutti.

Sintassi del nome

H ippom ene vieta est. Hic enim a Venere m ala tria insignis form ae acceperat, edoctus quis3 usus in eis esset. Q ui4 in ipso certam ine iactando5 puellae im petum alligavit. fila enim dum colligit et adm iratur aurum , declinavit et iuveni victoriam tradidit. Cui Schoeneus ob industriam libens filiam suam dedit uxorem . 3. quis. forma che si alterna con qui nell’aggettivo interrogativo. do: si sottintende «le mele».

4. Qui: Ippomene.

5. iactan­

Comportamento di Alessandro Severo Fonte da Elio Lampridio Argomento dal testo, per quanto breve, si riesce a ricavare un ’immagine abbastanza viva dell’imperatore Alessandro Severo (222-235 d.C.), che era certamente una persona mite e at­ tenta anche alla propria reputazione, visto che curava i rapporti con gli scrittori in genere. Finì per essere ammazzato dai suoi stessi soldati, che lo ritenevano un incapace ed uno sperperatore di denaro. Certamente, fu l’opposto di suo cugino Eliogabalo (218-222), che lo ave­ va preceduto Genere storiografia Percorsi 10-* La biografia; 30 —>Figure della storia imperiale Alexander, a prim a pueritia artibus bonis im butus tam civilibus quam militaribus, ne u n u m quidem diem sponte sua transire passus est, quo se n o n e t ad litteras et ad militiam exerceret. In Latinis1n o n m ultum profecit, u t ex eiusdem orationibus apparet, quas in senatu habuit, vel contionibus, quas apud milites vel apud populum . Nec valde amavit latinam facundiam , sed amavit litteratos hom ines vehem enter, eos etiam reform idans, n e 2 quid de se asperum scriberent. D om inum se appellari vetuit. Epistulas ad se quasi ad privatum scribi iussit, servato tantum nom ine im peratoris. Gemmas de calciam entis e t vestibus tulit3, quibus usus fuerat Heliogabalus. Cum amicis tam fam iliariter vixit, u t com m unis esset ei saepe consessus, iret ad convivia eorum , aliquos autem haberet cotidianos etiam n o n vocatos. 1. Latinis sottinteso litteris (Alessandro Severo era nato in Siria e, quindi, aveva dovuto studiare il la­ tino) . 2. ne. da collegare a scriberent; è la normale costruzione dei verbi di timore. 3. tulit «tolse».

Invito a difendersi Fonte Limo Argomento in un clima di forti discordie civili e nel corso di un attacco condotto dai popo­ li confinanti, il console Publio Valerio invita tutti a difendere il Campidoglio Genere storiografia Percorsi 9 —» L ’espansione della repubblica; 14 —>La storiografia; 16—* Politica e rappre­ sentanza politica «Si vos urbis, Quirites, si vestri nulla cura tangit, at vos verem ini deos vestros ab hostibus captos. Iuppiter optim us maximus, Iuno regina et M inerva, et alii di deaeque obsidentur; castra servorum publicos vestros penates tenent; haec vobis form a sane civi-

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Sezione seconda

Sintassi del nome

Sezione seconda

tatis videtur? Tantum hostium n o n solum intra m uros est sed in arce supra forum curiam que; com itia interim in foro sunt, senatus in curia est; velut cum otium superai1, senator sententiam dicit, alii Quirites suffragium ineunt. N on quidquid patrum plebisque est2, consules, tribunos, deos hom inesque om nes arm atos opem ferre, in Capitolium currere, liberare ac pacare augustissimam illam dom um Iovis optim i maximi decuit3?». 1. velut... superat «come se tutto fosse tranquillo». e i plebei». 3. decuit «sarebbe decoroso».

Sintassi del nome

Uso del genitivo

2. quidquid patrum plebisque est. «tutti i patrizi

Genitivo

Lessico «suffragium ineunt» Suffragium -ii, n., «suffragio», «voto», viene da sub-frangere (i voti venivano segnati su pezzi di coccio). L’espressione suffragium inire, analoga a ferre suffragium, significa «vo­ tare» ed è tipica del linguaggio politico-amministrativo. A frango, -is, fregi, fractum, fran­ gere «spezzare» (i composti presentano variazione apofonica: effringp, in-fringo) si col­ legano suffragar, -aris «dare il proprio voto», «favorire», re-fragor, -aris «votare contro»; jragilis -e «fragile», fragmen -inis «scheggia», fragmentum -i «frammento», fragor -oris (vo­ ce onom atopeica) «fragore». In italiano: frazione, infrangibile, fratto, suffragio, suf­ fragare, fram m ento, fragore...

Il genitivo retto da sostantivi assume i seguenti valori: - possessivo, quando indica l’appartenenza di u n a determ inata cosa; - soggettivo e oggettivo, quando am m ette la trasform azione, rispettivam ente, in soggetto e com plem ento oggetto; - dichiarativo, quando serve a specificare u n nom e generico; - di pertinenza quando, accom pagnato dal verbo sum, richiede in italiano u n a tra­ duzione come è compito di, è dovere di, è tipico di; - partitivo, in dipendenza da term ini indicanti num ero o quantità, oppure dopo comparativi o superlativi; - di qualità, quando indica le doti o le caratteristiche di u n a persona o di u n a cosa (la qualità fisica è espressa in ablativo). Il genitivo è retto da aggettivi che indicano desiderio o avversione, abbondanza o Pri­ vazione, capacità o incapacità, memoria o dimenticanza (cupidus, studiosus, plenus, inops, peritus, imperitus, prudens, particeps, com pos, memor, immemor). Il genitivo retto da verbi assume i seguenti valori: - di stima, con i verbi cosiddetti estimativi (aestim o, duco, facio); m entre la stima com m erciale è espressa in ablativo; - di prezzo, con i verbi indicanti acquisto o vendita, solo nelle espressioni tanti, quanti, pluris, m inoris (negli altri casi si adopera l’ablativo); - di colpa, con i verbi di tipo giudiziario e simili (accuso, damno, absolvo...); - di pena, se si tratta di pena indeterm inata (tanti, quanti, dupli, tripli...), altrim en­ ti viene usato l’ablativo; - di memoria, con i verbi come rem iniscor, obliviscor che, tuttavia, am m ettono an­ che costruzioni diverse (accusativo, ablativo con de). Con i verbi interest e refert {importa), la persona alla quale interessa u n a certa cosa si trova in genitivo (tranne mea, tua, nostra, vestra interest a me, a te, a noi, a voi im­ porta), m entre la cosa si esprim e con u n pronom e neutro, oppure con un infinito, con ut (ne) e il congiuntivo, con u n ’interrogativa indiretta.

ESERCIZIO

Genitivo retto da sostantivi o da aggettivi (tradurre)

nihil novi............................. prim um o m n iu m ............... honoris causa...................... nostrum om nium interest m agni m ea in terest...........

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Sezione seconda

ars dicendi........................... m ilitum est o b o e d ire ......... cuiusvis hom inis est errare stulti erat sperare............... m agni anim i est sperare.... perm agni nostra interest.... m agni anim i vir e s t............. accusatus est capitis............ populi Rom ani m o re .......... ubinam gentium sumus?..., tim or h o stium ...................... m agni aestim abat................

ESERCÌZIO

Genitivo retto da sostantivi o da aggettivi

1. 2. 3. 4. 5. 6.

Maxima est vis vetustatis e t consuetudinis (Cu;.). Putavi posse m e ferre desiderium tui, sed piane non fero (Cu.). H om o sum: hum ani nihil a m e alienum puto ( Ter.). Beati erimus, cum et cupiditatum e t aem ulationum erim us expertes ( Cic.). Nihil novi novus annus attillerai (Liv.). In ter duas acies tantum erat relictum spatii u t satis esset ad concursum utriusque exercitus (Caes.). 7. Magni anim i est m agna contem nere, ac m ediocra malie quam nim ia (Sen.). 8. Tem pori cedere, id est necessitati parere, sem per sapientis est habitum (Cic.). 9. Stulti erat sperare, suadere im pudentis (Cic.). 10. His rebus tantum fiduciae ac spiritus Pom peianis accessit u t n o n de ratione belli cogitarent sed vicisse iam sibi viderentur (Caes.). 11. Cimon habebat satis eloquentiae, summ am liberalitatem , m agnani prudentiam cum (sia) iuris civilis tum (sia) rei inilitaris (Nep.). 12. Antigonus statuii aliquid sibi consilii novi esse capiendum (Nep.). 13. Prodigii simile est quod dicam (Cic.). 14. Mea m ihi conscientia pluris est quam om nium serm o (Cic.). 15. Miltiades accusatus est proditionis (Nep.). 16. A nim orum disiunctio dissensionem facit (Cic.).

ESERCIZIO

Sezione seconda

Sintassi del nome

Sintassi del nome

11. Quis est cuius intersit istam legem m anere? (Cic.). 12. Mentes hom inum audacissim orum sceleratae ac nefariae ne vobis nocere possent ego providi, ne m ihi noceant vestrum est providere ( Cic.). 13. Vestra, comm ilitones, interest n e im peratorem pessimi faciant (Tac.). 14. C onon Atheniensis Peloponnesio bello accessit ad rem publicam , in eoque eius ope­ ra m agni fuit (Nep.). 15. Pausanias, accusatus capitis absolvitur, m ultatur tam en pecunia (Nep.). 16. Nobis est dom i inopia, foris aes alienum; quid reliqui habem us praeter m iseram am ­ mani? (Sali.).

φ Η

Una civiltà incontaminata Fonte da Tacito Argomento parlando dei Germani, Tacito non nasconde una certa ammirazione per la lo­ ro integrità fisica e morale e per la resistenza a condizioni ambientali molto sfavorevoli Genere storiografia monografica Percorsi 14 —> La storiografia; 15 —>Antropogeografia

Ipse eorum opinionibus accedo1, qui G erm aniae populos, nullis aliis aliarum nationum conubiis infectos12, propriam e t sinceram et tantum sui similem gentem extitisse3arbi tran tur. U nde habitus quoque corporum idem omnibus: truces e tcaeru lei oculi, rutilae comae, m agna corpora et tantum ad im petum 4 valida. Laboris atque operum non eadem patientia, m inim eque sitim aestum que tolerare5, frigora atque inediam assueverunt. Terra, etsi aliquanto specie678910differt, in universum tam en aut silvis h o rrida aut paludibus foeda; satis ferax, fm giferarum arborum impatiens, pecorum fecunda, sed plerum que im procera. A rm entorum num ero gaudent, eaeque solae et gratissimac opes sunt. 1. Ipse... accedo·. «Personalmente, aderisco...». 2. infectos. «non contaminati», composto da inefacio > inficio, -is. 3. extitisse. infinito perfetto di exsisto, -is si può tradurre «siano». 4. tantum ad impetum. «solo per il primo assalto» (in battaglia). 5. tolerare. dipende dal successivo assueverunt, un perfetto logico: «hanno l’abitudine di...». 6. specie, «aspetto» (del territorio).

Genitivo retto da sostantivi o da verbi

1. Viginti milia hostium caesa eo die trad u n tu r (Liv.). 2. Nulla est excusatio peccati, si amici causa peccaveris (Cic.). 3. Magni anim i est iniurias despicere (Sen.). 4. Hoc proprium est animi bene constituti, et laetari bonis rebus et dolere contrariis ( Cic.). 5. Proprium hoc statuo esse virtutis, conciliare anim os hom inum (Cic.). 6. Cuiusvis hom inis est errare; nullrns nisi insipientis perseverare in errore (Cic.). 7. N on sentire mala sua non est hom inis, et non ferre n o n est viri (Sen.). 8. Maiores nostri in legibus p o suerunt furem dupli condem nari, feneratorem q uadru­ pli (Cat.). 9. Nunc vos existimate facta an dieta pluris sint (Sali.). 10. Ego quanti te faciam sem perque fecerim quantique m e a te fieri intellexerim , sum mihi ipse testis (Cic.).

Lessico «Laboris atque operum non eadem patientia... frugiferarum arborum impatiens»

Patientia -ae «sopportazione» e impatiens -entis «che subisce con insofferenza» ri­ portano al verbo patior, -eris, passus sum, pati risalente, attraverso la lingua greca, ad u n a radice *PAT che contiene l’idea del «subire», «sopportare», «soffrire». Dalla stes­ sa radice si ricavano passio-onis «il soffrire», passivus-a-um «che subisce». Il verbo pa­ tior figura anche con le preposizioni per e cum (per-petior «subire con forza» e comrpatior «soffrire con». In italiano: appassionare, passibile, passione, passività, patem a, pathos, patim ento, patire, patologia, pazienza, simpatia...

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Sezione seconda

Sintassi del nome

Coraggio e prudenza

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N um quam om nino periculi fuga1com m ittendum est u t2 imbelles tim idique videam ur, sed fugiendum illud edam , ne offeram us nos periculis sine causa, quo esse nihil potest stultius. Q uapropter in adeundis periculis3 consuetudo im itanda m edicorum est, qui leviter aegrotantes leniter curant, gravioribus autem m orbis periculosas curationes et ancipites4 adhibere coguntur. Q ua re in tranquillo tempestatemi adversam optare de­ m entis est, subvenire autem tem pestati quavis ratione sapientis. Periculosae autem re­ rum actiones5 partim iis sunt, qui eas suscipiunt, partim rei publicae. Item que alii de vi­ ta, alti de gloria e t benevolentia civium in discrim en vocantur6. Prom ptiores igitur debem us esse ad nostra pericula quam ad com m unia dim icareque paratius de honore et gloria quam de ceteris com m odis7. 1. periculifugar, «con il fuggire davanti al pericolo». 2. committendum est u t «non bisogna metter­ si in condizione di...». 3. in adeundis periculis: «nell’affrontare i pericoli». 4. ancipites. letteral­ mente anceps ancipitis significa «a due teste», quindi «pericoloso», «incerto». 5. rerum actiones. «certe iniziative» {periculosae ha valore predicativo). 6. in discrimen vocantur. «si espongono al ri­ schio». 7. de ceteris commodis «per gli altri vantaggi».

In marcia nel deserto Fonte Curzio Rufo Argomento Alessandro Magno (356-323 a.C.) sta attraversando con il suo esercito la re­

Fonte Cicerone Argomento se è un bene non fare la parte dei codardi, è anche giusto non esporci senza mo­

tivo ai pericoli; bisogna imitare la condotta dei media, che dosano i rimedi in rapporto alla gravità della malattia. Infine, è meglio mettere a rischio i propri interessi che quelli della col­ lettività Genere prosa filosofica Percorsi 26 —>Arti, scienza, erudizione

Sintassi del nome

gione della Sogdiana (Persia) in condizioni quasi insostenibili per il caldo e l’arsura Genere storiografia Percorsi 7 —¥ Il mito di Alessandro; 14 —» La storiografia; 15 —> Antropogeografia 9

H arenas vapor aestivi solis accendit; quae ubi flagrare coeperunt, haud secus quam 1continenti incendio cuncta torrentur. Caligo deinde im m odico terrae fervore ex­ citata lucem tegit, cam porum que n o n alia quam vasti e t profundi aequoris species2 est. N octurnum iter tolerabile videbatur, quia rore et m aturino frigore corpora levabantur. C eterum cum ipsa luce3aestus oritur, om nem que naturalem absorbet hum orem siccitas; ora visceraque penitus uruntur. Itaque prim um animi, deinde corpora deficere coepe­ runt; pigebat e t consistere e t progredì. Pauci, a peritis regionis adm oniti, praep araru n t aquam; haec paulisper repressit sitim; deinde crescente aestu rursus desiderium hum oris accensum est. Ergo, quidquid vini oleique erat om nibus ingerebatur; tantaque dulcedo bibendi futi, u t in posterum sitis non tim eretur. 1. haud secus quam: «non diversamente da». prio con la luce del giorno».

2. species «l’aspetto»,

3. Ceterum... luce. «Ma pro-

Lessico «vapor aestivi solis... aestus oritur... crescente aestu»

Lessico «in discrimen vocantur»

Discrimen -minis, n., è «ciò che separa», la «linea di demarcazione» e, in senso figura­ to, «differenza», «discernimento», «m om ento decisivo», «posizione critica». È un so­ stantivo form ato dal prefisso dis e dal verbo cerno, -is, crevi, cretum, cernere «distinguere», «scorgere», «pensare», «decidere». Diversi i composti: de-cernere «distinguere», ex-cerneree se-cernere «separare», dis-cernere «discernere»; iterativo e intensivo di cerno è certo, -as «lottare», «gareggiare». Allo stesso tem a rinviano decretum-i «decreto», certamen-minis «gara», crimen-minis «accusa», «delitto», «calunnia», criminor, -aris «accusare», «ca­ lunniare», certus -a -um «chiarito», «fissato», indiscretus -a -um «non distinto». In italiano: discrimine, critica, cernita, discernim ento, crim ine, certo, concertare, decreto...

Aestus -us, m., significa «fuoco», «vampa». Allo stesso tem a si riconducono aestuosus -a -um «infuocato», «tempestoso», aestas -atis «estate», aestuare «avvampare», aestuarium-ìi «estuario» (dove l’acqua è agitata, ribolle). L’«ardore» è spesso riferito, come m etafora, al m are, oppure all’am ore (che fa bruciare). A nche aedes -is, f., «tempio», al plurale «abitazione», è parola connessa all’idea del fuoco («focolare» domestico). Tn italiano: estate, estivo, estuario (edificio, edicola... < aedes).

Gli effetti dell’ubriachezza Fonte da Seneca Argomento parlando di ubriachezza, non poteva mancare un riferimento ad Alessandro

Magno, che a causa di questo vizio uccise il suo piu caro amico. Gli effetti dell’ubriachezza, qui descritti con molto realismo, sono terribili Genere epistolografia filosofica Percorsi 7 —>Il mito di Alessandro; 28 —>Il pensiero filosofico; 29 —>Il sistema etico Refer Alexandri M acedonie exem plum , qui Clitum carissimum sibi ac fidelissim um inter epulas transfodit et intellecto facinore m ori voluit, certe debuit. O m ne vittimi

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Sintassi del nome

ebriétas e t incendit e t detégit, verecundiam removet; plures enim pudore peccandi quam bo n a voluntate prohibTtis abstinent. Ubi possedit anim um nim ia vis vini, quidquid mali latebat emergit. N on facit ebrietas vitia sed p ro trah it1: tunc inpudicus m orbum profìtetur ac publicat; tunc petulans non linguam , non m anum continet. Crescit insolenti superbia, crudelitas saevo, malignitas livido; om ne vitium laxatur et prodit. AdTce illam ignorantiam sui, dubia et p arum explanata verba, incertos oculos, gradum errantem , vertiginem capitis, tecta ipsa m obilia velut aliquo turbine circum agente2 totam dom um , stom achi torm enta. 1. protrahit «pone in risalto».

2. velut... drcumagente. «come se un turbine facesse girare su sé stessa».

Sezione seconda

Sintassi del nome

Lessico «ortus municipio Tusculo» Ortus è participio perfetto di orior, -eris (-Iris), ortus sum, orili «nascere», «avere ori­ gine», «sorgere». N um erosi i composti con preposizione, come ab-oriri «venir m eno», ad-oriri «levarsi contro», «assalire», co-oriri e ex-oriri «sorgere», ob-oriri «assalire». Ortus -us è lo «spuntare» (detto del sole, m a anche della vita), oriens -entis «oriente», erigo -inis «origine», oriundus -a -um «oriundo». Abortus -us è rinuncia o im pedim ento alla nascita. In italiano: oriente, orientale, origine, oriundo, aborto.

Ladri della cosa pubblica La carriera politica di Catone il Censore Fonte da Cornelio Nepote Argomento rassegna del cursus honorum di Catone il Censore (239 ca-147 a. C.), dalla semplice carica di tribuno militare a proconsole nella Spagna citeriore. L 'autore gli riconosce come merito spedale quello di aver condotto dalla Calabria a Roma il poeta Quinto Ennio Genere biografia Percorsi 10 —> La biografia M. Cato, ortus m unicipio Tusculo1, adulescentulus, priusquam honoribus operam daret, versatus est in Sabinis, quod ibi heredium a patre relictum habebat. Inde hortatu L. Valerii Flacci, quem in consulatu censuraque habuit collegam, Romam demigravit in foroque esse coepit. Prim um stipendium m eruit annorum decem septem que. Tribunus militum in Sicilia fuit. Inde u t rediit, castra secutus est C. Claudii Neronis, magnique opera eius existim ata est in proelio apud Senam, quo cecidit H asdrubal, frater Hannibalis. Q uaestor obtigit P. Africano consuli, cum quo non prò sortis necessitudine2 vixit: nam que ab eo perpetua dissensit vita. Aedilis plebèi3 factus est cum C. Helvio. Praetor provinciam obtinuit Sardiniam, ex qua quaestor superiore tem pore ex Africa decedens Q. Ennium poetam deduxerat, quod n o n m inoris aestimamus quam quem libet amplissimum Sardiniensem trium phum . Consulatum gessit cum L. Valerio Fiacco. Sorte provinciam nactus Hispaniam citeriorem ex ea trium phum deportavit. 1. Tusculo: città non molto distante da Roma, presso l’odierna Frascati. Gli abitanti dei «munici­ pi» avevano la cittadinanza romana (per ciò potevano essere eletti alle magistrature della repub­ blica) , ma avevano leggi e cariche proprie. 2. prò sortis necessitudine. «in rapporto al vincolo del­ la loro situazione»; il senso della frase è che non vissero in perfetta amicizia, come il loro ruolo avrebbe previsto. Catone non condivideva le idee e il comportamento di Publio Cornelio Scipione (l’Africano). 3. plebd: è genitivo di plebes (5a deci.), forma meno frequente di plebs, plebis.

Fonte Aulo Gelilo Argomento riprendendo le parole di un discorso pronundato da Catone, si fa notare che i ladri comuni sono puniti severamente, mentre i ladri dei beni pubblici vivono nell’oro e nel­ la porpora. Si prosegue con una definizione drcostanziata del crimine in questione Genere prosa erudita Percorsi 18 —> Il diritto e l’amministrazione della giustizia M. Cato in oratione, quam de praeda militibus dividendo scripsit, vehem entibus et illustribus verbis de im punitate peculatus1 atque licentia conqueritur. Ea verba, quoniam nobis im pense placuerant, adscripsimus: «Fures2» inquit «privatorum furtorum in nervo atque in com pedibus aetatem agunt, fures publici in auro atque in purpura». Q uam caste autem ac religiose a prudentissim is viris, quid esset «furtum», definitum sit, praetereundum n o n puto, ne quis eum solum esse furem putet, qui occulte tollit aut clam subripit. Verba sunt Sabini3 ex libro iuris dvilis secundo: «Qui alienam rem adtrectavit, cum id se invito dom ino facere iudicare deberet, furti tenetur». Item alio capite: «Qui alienum iacens lucri faciendi causa sustulit, furti obstringitur, sive scit, cuius sit, sive nescit». 1. peculatus: Il sistema etico Est sapientis iudicis quem oderit absolvere, quem non o d erit condem nare, et sem per n o n quid ipse velit sed quid lex et religio1 cogat cogitare; anim advertere qua lege reus citetur, de quo reo cognoscat, quae res in quaestione versetur. Cum2 haec sunt videnda, tum vero illud est hom inis magni, iudices, atque sapientis, cum illam iudicandi causa tabellam 3 sumpserit, n o n se reputare solum esse nec sibi quodeum que concupierit4 licere, sed habere in consilio legem, religionem , aequitatem , fidem; libidinem autem , odium , invidiam, m etum cupiditatesque om nes amovere m axim ique aestim are conscientiam m entis suae, quam ab dis im m ortalibus accepimus, quae a nobis divelli non potest; quae si optim orum consiliorum atque factorum testis in om ni vita nobis erit, si­ ne ullo m etu et sum m a cum honestate vivemus.

La casa e la «lamiglia» di Attico Fonte da Cornelio Nepote Argomento Tito Pomponio Attico (110-32 a.C.), chiamato cosi per aver soggiornato ad

Atene per più di venti anni (amico di Cicerone, straordinario organizzatore di cultura, au­ tore, fra l’altro, di u n ’opera storica), visse in una casa che aveva ricevuto in eredità, circon­ dato da domestici che sapevano svolgere molto bene le mansioni di lettori e copisti Genere biografia Percorsi 10 —» La biografia; 20 —» La società, negotium e otium; 29 —» Il sistema etico Dom um habuit in colle Quirinali Tam philianam 1, ab avunculo hereditate relictam, cuius am oenitas non aedificio, sed silva constabat: ipsum enim tectum antiquitus 1. Tamphilianam: «Tanfìliana», cioè già appartenuta ad un tale Tanfilo.

1. lex et religio: «la legge e la maestà» (le due parole sono probabilmente collegate etimologica­ mente: lex < lego, religio < reUgo < re-légo). 2. Cum: da collegare al successivo tum, «sia... sia». 3. ta­ bellam: la «tavoletta» del giudice, con la quale veniva espressa la sentenza (A = absolvo, C = condemno; NL = non liquet, ovvero «la cosa non è chiara»: verdetto di astensione). 4. quodeumque concupierit. «tut­ to ciò che vuole».

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Sezione seconda

Sintassi del nome

Sintassi del nome

Anche la sordità ha i suoi vaiutaggi Fonte Cicerone Argomento a parte la sordità vera, siamo sordi anche per le lingue che non conosciamo. Comunque, anche la sordità ha i suoi vantaggi: non si sentono i rumori sgradevoli, come quel­ lo della sega, quando viene arrotata; il grugnito del maiale sgozzato; il rumore del mare in tem­ pesta. Se la conversazione con gli altri è utile, parlare a sé stessi è anche più importante Genere prosa filosofica Percorsi 2 0 —» La società, negotium